Oro, Yen, dollaro per tenere Powell a Jackson HoleOro, yen, dollaro per appendere le parole di Powell a Jackson Hole
Con i rendimenti dei treasury che si avvicinano al loro punto più alto negli ultimi 15 anni, l'attenzione è focalizzata sul prossimo discorso politico del presidente della Fed Jay Powell questo venerdì all'evento di Jackson Hole. L'interesse primario sta nel misurare l'attuale livello di hawkishness esibito dalla Federal Reserve.
Le anticipazioni sono che il presidente della Fed Jay Powell ribadirà il sentimento espresso durante la riunione politica di luglio, sottolineando la persistenza di un'inflazione elevata e l'impegno incrollabile della Fed a ripristinare l'inflazione al 2% obiettivo della banca centrale. Naturalmente, le sottigliezze all'interno della sua comunicazione avranno il vero significato.
Le sue indicazioni suggeriranno che la Fed trae incoraggiamento dalla recente serie di metriche di inflazione più moderate, potenzialmente segnalando un'imminente pausa prolungata nelle azioni della Fed? In alternativa, getterà le basi per un altro o anche due ulteriori aumenti dei tassi di interesse? Quest'ultimo scenario potrebbe potenzialmente portare a un ulteriore rafforzamento del dollaro USA e alla continua debolezza dell'oro. XAU / USD si trova a negoziare al di sotto di tutte le sue medie mobili, con la media mobile semplice a 200 giorni che respinge costantemente qualsiasi tentativo di avanzamento verso l'alto.
Due valute che meritano una stretta osservazione per un potenziale intervento sono lo yen giapponese e lo yuan cinese. Gli analisti di mercato attualmente percepiscono la soglia di intervento per lo yen intorno a 150 contro il dollaro, mentre le indicazioni indicano sforzi di intervento in corso per quanto riguarda lo yuan. Secondo Reuters, le banche cinesi di proprietà statale sono state osservate sostenere attivamente lo yuan offshore lunedì.
Yen
Usd/Jpy: Inside Bar con recupero del livello 140,70Buongiorno a tutti.
Ben trovati con il classico appuntamento del fine settimana con un mercato da tenere in osservazione nei prossimi giorni da un punto di vista operativo.
Il cambio forex che osserverò con attenzione è Usd/Jpy.
Dopo le ultime settimane di ritracciamento, la settimana appena trascorsa mostra una Inside Bar con corpo pieno che chiude ben oltre il 50% del corpo precedente e sopra il livello 148,70.
Inoltre possiamo notare una falsa rottura dei minimi posti a 139,00 dove nelle settimane di fine maggio e inizio giugno si era creato una sorta di pavimento.
La tendenza è chiaramente a sfavore di yen ( lo possiamo notare anche su altri cross yen ) e questa price action sembra decretare la fine dell'ossigenazione dell'ultimo periodo.
In ottica operativa valuterò quindi dei trigger di price action buy al di sopra di area 139,50/140,70.
Il fallimento della mia view si verrebbe a creare con ritorni del prezzo al di sotto di area 135,90.
L'obiettivo primario invece è la zona che passa per 144,80 e, a seguire, zona 149,00.
Anche per oggi è tutto.
Condividete questi articoli, passate una buona domenica e fate un buon TRADING SIMPLE per la settimana!
Nzd/Jpy: Rottura del range Buongiorno a tutti,
ecco qui la classica idea di trading settimanale attraverso il mio metodo dedicato allo studio della price action.
Il mercato in questione è il cross valutario Nzd/Jpy.
Quest'ultima settimana di scambi ha visto infatti la quotazione arrivare fino in zona 86,00 per poi creare un forte rimbalzo e chiudendo a 88,40.
Il livello 86,50/87,00 è stato per oltre un anno il livello di resistenza del trading range e proprio nelle ultime settimane, complice uno yen molto debole, si è rotto al rialzo.
Visto la Pin Bar nella "Goodbye Zone" e la contestualizzazione di questa price action nella struttura del cambio direi che per i prossimi giorni/prossime settimane valuterò delle possibili entry long qualora ci saranno delle conferme operative su grafico daily.
Prossimo livello di interesse è area 92,00 mentre la mia view viene a fallire su ritorni chiari sotto 84,00.
Per oggi è tutto, vi auguro un buon weekend e un buon TRADING SIMPLE!
EUR/JPY: FTW sopra area 147,00Buongiorno a tutti,
eccoci come sempre puntuali per l'analisi settimanale.
Questa volta vado dritto su Eur/Jpy, il cross formato da Usd/Jpy e Eur/Usd.
La price action ci indica un'informazione long con il mio caro trigger FTW sopra area 147,00 dopo lo swing low in area 146,00 di due settimane fa.
Nei prossimi giorni quindi cercherò delle conferme di entry long che hanno obiettivo in area 153,50.
Il fallimento della mia view long di breve termine avverrebbe con il ritorno dei prezzi sotto area 144,00.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un buon week-end e un buon TRADING SIMPLE!
USDJPY LONG📊USDJPY 131.800 📈 TP💲1.33000
Il dollaro sta vivendo una formazione ribassista nel suo indice che però mostra dei rimbalzi possibili fino in area 108$.
Lo yen per quanto goda al momento di una forza derivata dal crack bancario non accenna ad un allungo.
Posiziono un pending long.
#analisi #forex #trading
USDJPY SHORT 137.800 TP 136.500Come da precedente analisi ero in attesa del raggiungimento del target prefissato per l'apertura di uno short che andrò ad incrementare a 138.
Il dollaro americano che si rafforza dopo il discorso di Powell potrebbe non mantenere nel breve la sua spinta facendo scivolare il prezzo di nuovo in basso.
SL di questa operazione è impostato a 138.300
USDJPY PENDING SHORT 137.500Il dollaro ha forza per arrivare a 108 e potrebbe far salire oltre i 138/140 la coppia japponese. In questo scenario nel breve termine potrebbe essere interessante uno short oltre i 137 con possibile storno di 100PIPS.
Seguiamo anche l'indice Nikkei intrappolato in un canale.
EURUSD LONGVANTAGE:EURUSD
Sebbene l'Europa abbia grandi problemi sull'approvvigionamento delle materie energetiche e tuttora non è ben chiaro come affronteremo la stagione invernale, i segnali che giungono dagli Stati Uniti non sono rassicuranti.
La convinzione che il dollaro possa continuare la sua scalata arrivando a vette fin oggi mai esplorate per il mio modesto punto di vista è molto poco probabile.
Il presidente degli Stati Uniti è un noto "guerra fondaio" e fino ad oggi le sue uniche priorità non sono state mettere pace tra i paesi ma sviluppare degli attriti per stimolare tutti a tutelarsi nel malaugurato caso dovesse scoppiare una guerra. In questo modo si allarga il potere della Nato, sottomettendo in sostanza i Paesi che ne fanno parte e quelli che ne stanno richiedendo l'adesione, e, come primo produttore di ingegneria militare, aumenta il principale business americano. Il problema è che la Cina non ha paura degli americani in quanto ha già ricordato in varie occasioni che detengono un grande percentuale del loro debito pubblico e che le loro banche sono piene (parliamo di trilioni) di dollari contanti che immessi nel mercato trasformerebbe all'istante il biglietto verde in carta straccia. Non ultimo l'oriente sta perseguendo una politica economica totalmente differente, direi opposta a quella occidentale, se da una parte si aumentano i tassi di interesse dall'altra si alleggeriscono.
La Russia ha dimostrato che le sanzioni non hanno avuto alcun effetto poiché la dipendenza dell'eurozona dalle materie prime russe è innegabile e molti paesi, Italia compresa, ha dovuto ripiegare con dei trust per aggirare le sanzioni e continuare a comprare materie prime dalla Russia. Inutile dire la situazione ridicola che si è generata.
Il conflitto con Taiwan è l'ennesima prova di come la Cina da 20 anni a questa parte abbia lavorato come un "frate cappuccino" in silenzio e con una strategia commerciale ramificata e devastante comprando aziende, terreni e territori, acquisendo il controllo della produzione e distribuzione di materie prime e semilavorati. Di recente ha acquistato il 40% delle estrazioni dell'oro fino al suo completamento. L'oro è una materia finita e la Cina nel giro dei prossimi 15 anni controllerà il suo prezzo. Ma torniamo all'isoletta di Taiwan che dopo 100 anni torna ad essere un tassello caldo. Sebbene l'impronta giapponese sia forte ed abbia contribuito alla crescita dell'economia e delle strategie commerciali è di fatto un territorio che spetta alla Cina. Gli americani non potevano mancare a mettere lo zampino per generare attriti e cercare di portare a casa un'altro conflitto da alimentare.
La Cina rivendica quel territorio che sarà un punto nevralgico per lo scambio commerciale ed ha come alleati un'altro grande paese, la Russia.
Potrei dilungarmi oltre con dei retroscena ed aneddoti divertenti ed interessanti, la storia è collegata alla finanza più di quanto non lo sia un supporto ed una resistenza. Prevediamo nei prossimi 12 mesi un index a 80 ed un euro che, nonostante sia un tappetino agli americani, possa tornare e superare 1.1
I trader dello yen cercano opportunità con la nuova guida della I trader dello yen cercano opportunità con la nuova guida della BOJ
Il nuovo governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, è attualmente sotto i riflettori, in quanto i trader cercano di determinare quanto si atterrà alle politiche monetarie ultra-allentate del suo predecessore. Nonostante l'inflazione in Giappone abbia raggiunto i massimi da 40 anni, i tassi d'interesse giapponesi sono rimasti invariati, causando un notevole indebolimento dello yen nell'ultimo anno. Nel corso delle udienze di conferma, Ueda ha espresso lievi critiche all'attuale politica ultra-allentata, ma non è stato esplicito o specifico, per evitare di limitare le sue opzioni quando assumerà il pieno controllo della Banca. Tuttavia, Ueda ha anche osservato che "è appropriato che la Banca del Giappone prosegua l'allentamento monetario continuando a escogitare modi per rispondere alla situazione attuale" e che le politiche del suo predecessore erano "inevitabili".
A causa dell'ambiguità dei discorsi di Ueda, potrebbero sorgere opportunità di trading sulle coppie JPY che potrebbero scatenarsi una volta che la situazione sarà più chiara. Molti osservatori di mercato ritengono che Ueda sarà più "flessibile" e prevede di attuare alcune "manovre politiche" in futuro dopo essersi ambientato nel suo ruolo. Questo è stato il pensiero iniziale dei trader quando la nomina a sorpresa di Ueda ha fatto notizia all'inizio di febbraio, provocando una leggera impennata dello yen. Tuttavia, l'impatto sui mercati valutari è stato di breve durata e il dollaro USA ha continuato a salire, segnando sempre più alti massimi annuali. I prossimi due ostacoli significativi che la coppia deve superare sono 136,500 e 137,500.
Con l'approvazione parlamentare di questa settimana, Ueda assumerà la carica l'8 aprile 2023, ma i suoi discorsi pubblici saranno attentamente monitorati fino a quel momento. Inoltre, gli investitori esamineranno i commenti del passato, compresi quelli del suo libro di memorie del 2005, "Fighting Zero Interest Rates", relativi al suo precedente mandato di sette anni nel consiglio di amministrazione della Banca del Giappone.
Eur/Jpy: F.T.W. in area 142,70Buongiorno a tutti.
Oggi la scelta cade su Eur/Jpy.
Il cross valutario che vede contrapporsi euro e yen ci sta mostrando delle dinamiche interessanti di prezzo.
Nelle ultime settimane infatti vediamo la tenuta di area 140,00 con una classica falsa rottura tanto cara al mio metodo di trading per poi muovere al rialzo e chiudere nelle ultime due settimane sopra 142,70.
I tempi ora sembrano maturi per vedere un possibile movimento al rialzo visto anche il mio famoso trigger F.T.W. su daily lasciato venerdì.
Personalmente potrei pensare di mettermi long nei prossimi giorni se verrà violato il livello 144,00 nuovamente in un momento dove gli scambi sono "sani" ( non durante la sessione asiatica quindi ).
Il primo obiettivo lo troviamo a 145,70 mentre il secondo punto importante è 145,50 ovvero sui massimi di periodo.
Il fallimento della mia idea di trading lo possiamo identificare sotto i 140,00.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un week end rilassato e un buon TRADING SIMPLE!
Gbp/Jpy: Impostazione interessante di breve termineIl cross Gbp/Jpy nelle ultime settimane ha tenuto perfettamente l'area di interesse long 156,00 dove nel recente passato si sono notate parecchie interazioni tra domanda e offerta.
Se guardiamo il grafico settimanale troviamo una Pin Bar la settimana del 2 gennaio scorso e una bullish bar che annulla i ribassi precedenti la settimana del 16 gennaio.
Per i prossimi giorni, visto la struttura su daily chart che mostra un'abbassamento di vola + una Pin Bar e una Inside Bar, probabilmente cercherò di acquistare nel caso si vada in area 161,90.
Il movimento che potrebbe crearsi ha come obiettivo primario la zona dei 165,00.
Il fallimento della mia view invece si avrebbe con il ritorno dei venditori in area 159,00.
Per oggi è tutto ma voglio dirvi che mi fa molto piacere vedere che siete molto interessati a queste mie idee di trading: GRAZIE per il supporto che date con il follow e i commenti che lasciate.
Vi auguro quindi un buon week end e un buon TRADING SIMPLE!
I METALLI PREZIOSI TORNANO A SPLENDEREANALISI COT REPORT DEL 11.12.2022
-CONTESTO
Ci apprestiamo a vivere una delle ultime settimane di questo 2022, un anno tra i più aggressivi per le banche centrali mondiali che hanno pagato a caro prezzo le loro aspettative di un’inflazione transitoria, che si è invece radicata nel sistema sociale e che ha costretto i banchieri centrali a correre ai ripari.
Le politiche monetarie si sono irrigidite e le economie mondiali ora sono messe alla prova in un finale di anno non facile che sembra essere preludio ad un 2023 di recessione anche per i paesi più robusti.
Uno dei maggior timori degli investitori per il prossimo anno sembra infatti essere la possibilità di una stagflazione mondiale, ovvero poter assistere a politiche monetarie oramai aggressive che rallentino le economie fino alla stagnazione, insieme ad un’inflazione che non rallenta quanto sperato.
Le possibilità sono concrete, almeno fino a quando il mercato del lavoro resta cosi robusto in diverse aree geografiche mondiali, a partire dagli Usa fino ai paesi oceanici, dove le banche centrali continuano i rialzi tassi per tentare di raffreddare un mercato del lavoro teso come non mai, con una disoccupazione ai minimi e salari in aumento.
Non facile il contesto che si prepara al prossimo anno, ma procedendo con ordine temporale, dovremo affrontare in primis la prossima settimana che vede come market mover sia l’indice dei prezzi al consumo USA , che gli appuntamenti con FED, BCE e BOE, una settimana non certo prima di emozioni quella che ci attende.
Ma per la consueta rubrica settimana, chiamata all’analisi del posizionamento dei big plaiers sui futures al CME di Chicago, non possiamo non focalizzarci sul nuovo interesse che sembra nascere sui metalli, come risposta ad un dollaro non più cosi interessante e alle prospettive di tassi obbligazionari in netto calo, ma procediamo con il consueto ordine.
-FOREX:
il mondo valutario sarà alle prese con una delle settimane più difficili, le banche centrali chiamate ai rialzi tassi, oramai scontati, dovranno anche dare maggior dettagli sui prossimi interventi previsti per il 2023, quali per loro gli outlook e le prospettive, che potrebbero dare ritmo alle prime battute del nuovo anno di contrattazione.
USDINDEX
Il dollar index vede fermo l’interesse dei grandi operatori che aspettano evidentemente le parole di Powell previsto per mercoledi sera. Le posizioni che rimangono ferme a 24800contratti netti long, hanno visto buone prese di profitto nelle ultime setimane, tuttavia una prospetiva di ulteriore aggressività da parte della banca centrale potrebbe dare nuova linfa al biglietto verde.
Potenziali allunghi ribassisti sotto gli attuali supporti di 103.70 potrebbero manifestarsi solo nel caso in cui Powell dovesse dimostrare preoccupazione per l’economia americana, ponendo le basi per una potenziale recessione nel 2023 che potrrebbe ben spaventare gli investitori.
EURUSD
Sale ancora il posizionamento netto long dei large speculators per l’euro, con ben 124883 contratti netti lunghi, sembra essere chiara l’intenzione di puntare ad una BCE aggressiva che spinga sui tassi di interesse e riequilibrare cosi la bilancia con la divisa d’oltre oceano.
Il quadro tecnico rimane rialzista, sebbene gli ultimi massimi di 1.0612 sembrano essere al momento una resistenza non facile da rompere, ma che aprirebbe la strada ad allunghi fino 1.0775-1.0825. restano interessanti i supporti a 1.02 e 1.01 per tentare ingressi in trend con migliore R:R.
GBPUSD
Si riducono le posizioni nette corte per la sterlina, dove i non commercial stanno ricoprendo , seppur lentamente, le forti posizioni corte prese durante il breve governo Truss. Gli attuali 28193 contratti netti corti sono pertanto da osservare su una tendenza di ricoperture rialziste, e non in termini assoluti,il che porterebbe ad un’errata interpretazione del dato.
Il quadro tecnico di gbpusd resta in tendenza rialzista, e i livelli di 1.23 figura sono al momento le resistenze principali che potrebbero aprire la strada a 1.26, ma per cogliere migliori opportunità sarebbe corretto attendere i livelli di 1.1875.
YEN
Ancora posizioni nette corte per lo yen, che vede le mani forti ferme a 65996 contratti netti corti, in attesa che qualcosa cambi nell’economia nipponica e nelle decisioni della BOJ, che rimane al momento iper accomodante, la debolezza dello yen compensa al momento quella del dollaro americano mantenendo usdjpy fermo a 136.50 incapace al momento di proseguire nel movimento ribassista intraprese da ottobre 2022 ad oggi.
CANADA
Ci risulta difficile interpretare il posizionamento delle mani forti sul dollaro canadese, che rimane profondamente colpito da posizionameni netti corti ,attualemnte ben 22090, sebbene la BOC abbia ancora una volta alzato i tassi di interesse portandoli ad un allettante +4.25%.
Sebbene il tasso di interesse ponga il dollaro canadese tra le valute indubbiamente identificabili come curry trade, questo asset sembra al momento legato alle sorti di un wti in caduta libera, piuttosto che alle sorti di un0economia che viaggia in parallelo con il resto del mondo occidentale.
Il quadro tecnico pone dunque molti eccessi ribassisti sui cross canada, molti dei quali creano interessanti condizioni di swap positivo, come cadjpy o cadchf, tutti asset che pagano interessi positivi con posizioni long, e che tuttavia restano legati a trend ribassisti ancora forti. Li collochiamo pertanto tra gli asset da monitorare peer coglierne prossimamente interessanti inversioni di tendenza.
-EQUITY:
Il mondo azionario profondamente colpito dagli ultimi dati sui prezzi alla produzione Usa , pubblicati venerdi, che ancora una volta hanno raffreddato gli animi di coloro i quali pensano ad una rapida risoluzione del problema inflattivo mondiale. I prezzi restano sostenuti, special modo nei servizi, e questo porta ancora a pesanti vendite del comparto equity USA.
S&p
Sebbene questa settimana abbia visto uno scarso interesse da aprte del mondo delle mani forti,che hanno ricorperto solo 457 contrtti netti long, ci pare evidente che i 203719 contratti netti corti presenti al momento sul mercato la stiano facendo da padrone.
Il quadro tecnico rimane senza dubbio ribassita nel medio periodo, sebbene il mini rally vissuto nei giorni scorsi abbia portato i prezzi al ritest della trand line resistiva che congiunge i massimi da inizio anno e che antiene quindi il mercato con un tono bearish.
Da monitorare i supporti a 3932 pnt , livello oltre il quale si aprono strade ribassite fino a 3700 pnt e poi ai minimi di questo 2022.
COMMODITIES
GOLD
Brillano di nuovo i metalli, come gold e silver, che trovano nuova fiducia da parte delle mani forti, che si portano a 115125 contratti netti long sul gold, sostenendo cosi le quotazioni di un ‘asset prediletto sia per una stagionalità molto forte in questa parte dell’anno, sia da un dollaro debole che si accompagna a rendimenti obbligazionari in calo. Un Mix che aiuta il metallo giallo ad aggredire le resistenze poste ora 1087$.
buon trading
Salvatore Bilotta
UsdJpy. La correlazione tra tassi spinge al rialzo il dollaroSono bastate poche parole da parte del Presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, James Bullard, considerato tra i più falchi tra i membri della Fed, per far scendere le borse e spingere al rialzo i tassi d'interesse Usa. Si conferma la correlazione tra Usd/Jpy e lo spread tra tassi 'interesse obbligazionari Usa e Giappone.
L'allargamento dello spread obbligazionario a 2 anni tra USA e Giappone (grafico 4H in alto) aveva confermato la fase di consolidamento del cross Usd/Jpy (grafico 4H in basso) evidenziata su entrambi i grafici dal rettangolo giallo. E lo stesso spread 2Y avrebbe anche evidenziato il falso segnale short su Usd/Jpy (delimitato dal rettangolo azzurro) scattato con la rottura temporanea al ribasso di area 138.77, in divergenza con l'andamento dello spread a 2Y che al contrario si manteneva sopra il livello di supporto di area 4.35%. In pratica un allargamento dello spread si verifica con l'aumento del tasso d'interesse dell'obbligazione al numeratore (in questo caso il Treasury 2Y) e quindi fa scattare il flusso di capitali da carry trade.
La prosecuzione del trend rialzista di Usd/Jpy sarà confermata dalla definitiva rottura della resistenza posta in area 140.75.
COME L'INDUSTRIA OROLOGIERA GIAPPONESE E' IMPATTATA DALLO YENRicordo come qualche anno fa leggevo nei tanti libri acquistati il concetto di “bene rifugio”, asset o bene fisico che tende ad apprezzarsi durante particolari contesti avversi al mondo finanziario ricollegati spesso a periodi di forte instabilità dei prezzi. I più citati erano sicuramente l’oro, lo Yen giapponese, il Franco svizzero, il Bund tedesco e il decennale americano.
Grazie alla ricerca e all’utilizzo dell’analisi intermarket ho scoperto la nascita di altri beni rifugio nel 2022, che si sono apprezzati durante il bear market: un esempio su tutti può essere l’azienda americana Northrop Grumman (sicuramente aiutata dal contesto geopolitico ancora in attivo):
Essa si trova al momento ai suoi massimi storici e non accenna ad arrestarsi; a titolo di esempio, condivido la sua forza rispetto al suo benchmark di riferimento, l’S&P500:
L’azienda inizia a sovraperformare il benchmark in concomitanza con l’inizio del bear market; da qui il suo ruolo di bene rifugio.
Tutto questo per quanto riguarda l’America; se ci affacciassimo al Giappone, potreste rimanere stupiti; esistono infatti due aziende che stanno mostrando una forza alquanto impressionante; queste sono Seiko e Citizen, due prestigiosi produttori di orologi da polso.
SEIKO E CITIZEN
La Seiko Holding Corporation (quotata alla borsa di Tokyo) è un’azienda che basa il proprio business su:
• Produzione e commercializzazione di orologi da polso, da tasca e da parete
• Dispositivi elettronici
• Semiconduttori
• Gioielli
• Progetti ottici
Come industria orologiera si presenta come il maggior produttore giapponese, prima di Citizen e Casio.
Appartengono a Seiko altri marchi come Grand Seiko, Credor, Pulsar, Lorus, Alba, Orient Watches ed Epson.
Da inizi 2022 ad oggi le performance sono di rilievo:
• +41.45%
Citizen è il secondo produttore giapponese di orologi da polso, anch’essa con sede principale a Tokyo.
Oltre gli orologi, è anche un produttore di apparecchiature elettroniche, macchinari industriali e gioielli.
L’azienda, come Seiko, possiede altri marchi come:
• Alpina
• Bulova Watch Company
• Campanola
• La Joux-Perret
• Arnold & Son
• Miyota Movement
• SmileSolar
Anche Citizen segna delle grandi performance dagli inizi dell’anno:
• Guadagna 24.30 punti percentuali
COME LO YEN E LE ESPORTAZIONI GIAPPONESI HANNO RESO IN QUESTO PERIODO LE DUE AZIENDE DEI BENI RIFUGIO
Il tipo di analisi che prediligo per avere una visione chiara e oggettiva dei motivi per i quali le aziende, i tassi di cambio, le materie prime e le obbligazioni si muovono in un determinato modo è quella intermarket, attraverso innumerevoli correlazioni; a tal proposito vi mostrerò ora quella che esiste tra le due aziende e la loro valuta di riferimento, lo Yen giapponese:
Citizen e Yen sono legati da una correlazione inversa nata nella crisi del 2008 e mantenutasi da allora intatta. Possiamo osservare come i ribassi registrati dall’azienda siano stati accompagnati da un rafforzamento dello Yen (all’interno dei rettangoli di color rosso), mentre un suo indebolimento (all’interno dei rettangoli di color verde) abbiamo rafforzato la stessa. Il coefficiente di correlazione conferma quello osservato a livello grafico.
Non cambia la situazione se si considera Seiko:
Le osservazioni fatte precedentemente valgono allo stesso modo dal momento in cui i coefficienti di correlazione rapportati allo Yen si mantengono piuttosto simili.
Per quale motivo esiste questo tipo di correlazione?
LA FORZA E LA DEBOLEZZA DELLO YEN IMPATTANO SULLE ESPORTAZIONI GIAPPONESI
La forza e la debolezza di una valuta vanno ad impattare sulle esportazioni della nazione di riferimento, in questo caso il Giappone. Se lo Yen si indebolisce è più facile per le aziende giapponesi esportare i loro prodotti per il fatto che è come se “costassero meno” per gli importatori di altre nazioni (ad esempio Europa e Stati Uniti). Per capire questo concetto, ricorro ad un esempio molto semplice.
Immaginiamo che Seiko e Citizen vogliano esportare 2 orologi al prezzo di 50K ¥; oggi, 50K ¥ valgono 342€ e 342$ circa: questo significa che i tassi USDJPY e EURJPY quotino a 145 circa (1€ e 1$ valgono circa 145 ¥).
Ipotizziamo due scenari:
• Lo Yen si rafforza e i tassi di cambio USDJPY e EURJPY arrivino a quotare 100
• Lo Yen si indebolisca e gli stessi tassi di cambio arrivino ad una quotazione di 200
Cosa accadrà agli europei ed agli americani che volessero acquistare i due orologi?
• Nel primo caso andrebbero a pagare di più rispetto a prima, non a 342€/$ bensì 500
• Nel secondo caso pagherebbero meno, 250€/$ circa
A parer vostro, quando gli americani e gli europei avranno più incentivi ad acquistare orologi di Seiko e Citizen? Nel caso 2, perché “acquisterebbero” i due orologi a prezzi più bassi.
Aggiungiamo ora ai due grafici precedenti riguardanti lo Yen e le due aziende anche le esportazioni giapponesi, con una linea di color rosso:
Cosa si può osservare?
• Le esportazioni hanno una correlazione diretta con le aziende e inversa con la valuta.
Questo conferma l’ipotesi precedente.
È dunque molto importante osservare questo tipo di correlazione, che ci suggerisce che:
• Le esportazioni diminuiscono con conseguente indebolimento delle due aziende a causa di un apprezzamento dello Yen
• Le esportazioni aumentano con conseguente rafforzamento delle due aziende a causa di un deprezzamento della stessa valuta
COME LA SITUAZIONE POTREBBE CAPOVOLGERSI PER CITIZEN E SEIKO?
È chiaro le due aziende siano strettamente legate al valore della loro valuta di riferimento, che le ha rese a tutti gli effetti due beni rifugio all’interno di un’autentica tempesta. Come è vera quest’ultima affermazione e per le correlazioni osservate, potrebbe essere vero il contrario: cosa accadrà qualora lo Yen iniziasse a rafforzarsi?
I motivi per i quali esso ha subito delle pesanti perdite sono da ricollegare alla politica monetaria espansiva della Bank of Japan che, rispetto al resto dei Paesi sviluppati, continua a mantenere i tassi interesse ancorati al di sotto dello 0%:
Essendo l’indice dello Yen calcolato contro un paniere di altre valute, è piuttosto normale il suo indebolimento, infatti:
• Il rialzo dei tassi di interesse impatta positivamente sul valore di una valuta, attirando capitali esteri sulla stessa; quando si creano divergenze di politica monetaria tra nazioni come osservato nella grafica precedente, un tasso di cambio penderà a favore della valuta che offre un rendimento più alto.
Andiamo ad osservare i più conosciuti cambi valutari con lo Yen come fattor comune:
La valuta si ritrova a perdere contro le altre maggiori valute mondiali, che offrono interessi più alti.
Tornando a monte del discorso, quando lo Yen potrà rinforzarsi? Un suggerimento può arrivare da questa particolare correlazione positiva tra la valuta e il future Federal Fund scadenza febbraio 2023 che va a prezzare quello che il mercato sconta in termini di tassi di interesse alla stessa data:
• Quanto più il Federal Fund Future scadenza febbraio ’23 segna nuovi minimi, tanto più il mercato, a quella scadenza, sconta una FED più aggressiva
È da Q4 del 2021 che lo stesso future è ribassista ed è sempre dalla stessa data che è correlato fortemente allo Yen giapponese. Se dovessero mantenersi queste correlazioni, si potrebbe pensare che lo Yen potrebbe iniziare a rafforzarsi quando gli investitori inizieranno a scontare una FED meno aggressiva come sta accadendo, tra le altre cose, nelle ultime settimane.
La correlazione positiva osservata è spiegabile dal fatto che all’interno del paniere dello Yen una grande percentuale sia rappresentata dal dollaro USA e perché gli stessi Stati Uniti d’America rappresentino il secondo partner commerciale dello stesso Giappone, dopo la Cina.
Una FED meno aggressiva potrebbe dunque impattare positivamente sullo Yen, rafforzandolo; a sua volta, per le correlazioni osservate precedentemente, la valuta impatterebbe negativamente sulle esportazioni giapponesi e sulle due aziende Seiko e Citizen.
Da considerare un ulteriore aspetto: si vocifera di come il mondo sia in procinto di entrare in una recessione: se così fosse e se lo Yen riacquistasse il suo ruolo di bene rifugio, apprezzandosi, questo potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo per le industrie protagoniste di questa analisi.
LE OPPORTUNITÀ IN GIAPPONE SE SI SFRUTTANO LE CORRELAZIONI
Il mio modo di fare analisi e divulgazione impatta in maniera decisa sul modo che ho di spaziare sui mercati finanziari; conoscere questo tipo di informazioni mi permette di cercare delle opportunità e successivamente cogliere la palla al balzo.
Metaforicamente parlando, chi potrebbe passarmi quella palla al balzo? Magari Powell alla prossima riunione della Federal Reserve del 2 novembre in cui verrà stabilito il nuovo tasso di interesse.
Immaginiamo che lo stesso rilasci dichiarazioni “accomodanti”; a quel punto cosa potrebbe accadere per le correlazioni osservate?
• I future sui Federal Funds registrerebbero dei rialzi accompagnati dallo Yen, correlato inversamente alle due aziende analizzate
Che si possano prospettare delle buone opportunità short su Citizen e Seiko?
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
LE TRIMESTRALI USA GELANO I MERCATIIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 28.10.2022
-CONTESTO
Si è conclusa l’attesa per i dati di Apple relativi al Q3 del 2022 con una gelida delusione, tale da lasciar crollare l’indice tecnologico Usa del 5.31% dai massimi di seduta degli 11541 pnt fino agli 11043 pnt.
Il titolo ha perso ieri il 3.05% portando cosi la sua performance YTD a -4.56% e trascinando a ribasso l’intero comparto. Tra i diversi dati che hanno pesato sulle trimestrali, la presentazione di un bilancio per il Q3 ricco di passività che sono giunte ai libelli record di 302 000 ml/$.
A pesare sul sentiment dei listini Usa anche i dati forniti da Meta, che non solo hanno mostrato earning in netto calo, ma preoccupa il calo di utenze, che tuttavia era prevedibile sia per la fase di rallentamento economico mondiale, che porta spesso molte aziende a tagliare i costi di marketing on line, sia per la migrazione sempre più massiccia verso nuove piattaforme che attirano le nuove generazioni, non lasciando spazio ad un rigenerarsi delle vecchie piattaforme, ma aprendo la strada al mood di scoperta di nuove forme di comunicazioni social sempre più vicine alle esigenze dei giovanissimi , che reputano alcuni canali come FB decisamente obsoleti.
Ieri giornata chiave anche per la BCE che resta sostanzialmente in liea con quanto già scontato dai mercati, ovvero un rialzo tassi di 75Bp, ma il focus ora resta la Fed del giorno 2 novembre e ancor di più le attese salgono per gli interventi di Dicembre, dove salgono le scommesse per delle banche centrali meno aggressive, che si preparano ad un 2023 misto, che si possa aprire ad un secondo semestre di ripartenza, a differenza di questo 2022 dedito esclusivamente al contenimento dell’inflazione e del rallentamento economico mondiale.
I market mover di questa settimana non sono terminati qui, perché oggi avremo appuntamento con i dati del CPE, ovvero i prezzi dei beni di uso personale, altro indicatore chiave per la misurazione dell’inflazione in USA e per determinare quanto la FED potrebbe mantenere ancora la sua linea hawkish alle prossime riunioni
-FOREX
Il mondo valutario vede ancora un dollar index tonico, che sembra voler proseguire il suo rimbalzo dai livelli di minimo di 109.50, tuttavia trova presto resistenze dinamiche poste a 111.75 con la mm21 periodi daily, che se non violata in chiusura potrebbe negare la ricostruzione di strutture rialziste chiare e lasciare il dollaro in un trading range fino all’appuntamento con la FED
Il mondo retail resta in bilico con un sentiment del 52% short, rispetto al 61% long di ieri, pronti quindi ad invertire la rotta ai primi segni di direzionalità.
La ripartenza del dollaro mette prezzo in crisi le altre majors, che diventano tentazione di acquisto per i retail a caccia dei minimi di breve periodo, tanto da portare il sentiment sull’euro al 56% short dal precedente 71%
Salgono le posizioni long anche per la sterlina con un 38% long dal 35% di ieri.
Salgono le posizioni long sul dollaro australiano dove i retail passano al 64% long dal 33% di ieri mostrando ancora voglia di comprare i minimi di Australia, ad ogni nuovo respiro del dollaro sua.
Lo stesso schema vige per il dollaro neozelandese, dove il mondo retail si porta al 51% long dal 48% di ieri, rimanendo decisamente più bilanciato, ed in attesa di allunghi di maggiore intensità.
-EQUITY
Il comparto azionario mondiale vive ora fase di potenziale respiro dai ribassi visti ieri nella sessione americana e se saranno ancora nuovi ribassi fino ai minimi di questo 2022 sembra che dovranno essere gli americani a deciderlo, dopo una sessione europea abbastanza asfittica alla ricerca di movimenti attendisti non lontano dai minimi di ieri.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Eur/Jpy: F.T.W. con tenuta di area 138,50.Il cross Eur/Jpy questo fine settimana mostra segnali interessanti per la prossima settimana.
In area 138,50 infatti nei giorni scorsi si era formata una Pin Bar bullish che poi ha generato un allungo nei prezzi e formato in chiusura di settimana una F.T.W. Combo che tiene la zona di supporto.
Questo trigger, contestualizzato nella struttura di medio termine, indica la possibilità di seguire la coppia di valute più in ottica long nei prossimi giorni ed è quello che personalmente farò.
Per il tipo di setup creatosi sicuramente NON traderò direttamente ma attenderò delle dinamiche di conferma su daily chart prima di fare qualche mossa operativa.
Il fallimento della view LONG di medio termine si avrebbe solo con il ritorno dei prezzi sotto 133,00 mentre il primo obiettivo della possibile continuazione rialzista è zona 149,50.
Anche per oggi è tutto, vi auguro una settimana ricca di profitto e un buon trading SIMPLE!
L’INVERSIONE SARà BRUTALE!ANALISI COT REPORT del 25.09.2022
-CONTESTO
È oramai chiaro a tutti la fame di dollari che c’è nel mondo, il bisogno di tutti gli operatori e delle banche centrali di rifugiarsi nel biglietto verde, lasciando andare non solo gli asset più aggressivi, ma oramai qualsiasi altro asset, valutario o meno che non sia il dollaro.
In questo quadro quasi apocalittico che si sta formando, le aspettative si dirigono ora verso la necessità di un intervento coordinato per soddisfare in qualche modo la fame di dollari, senza colpire ulteriormente le altre valute che si trovano al collasso, oramai prossimi ai minimi del 2020 per le oceaniche, e addirittura non lontane dai minimi del 1985 nel caso della sterlina.
Ogni singola valuta tra le majors avrebbe motivi specifici per vedere forti ribassi, ma il quadro d’insieme mostra chiaramente la fame coordinata di dollari che c’è nel mondo.
Come ovvio che sia, anche i comparti equity e delle commodities sono oramai in caduta libera a confermare il ciclo di contrazione economica globale verso il quale ci stiamo dirigendo e per il quale è necessario liberarsi al più presto di asset rischiosi e trovare porti più sicuri, ora che la liquidità nel mondo intero si sta ritirando come la marea che ha sostenuto le barche e che ora sembra giunto il momento di porre a rimessa.
La rubrica consueta del week end è incentrata al posizionamento dei big players sui mercati futures e come ben sappiamo i dati da noi analizzati sono purtroppo in ritardo, ma comunque esplicativo di un sentiment di ampio.
Questa settimana, dopo i profondi ribassi di tutti gli asset class ad eccezione del dollaro usa, non possiamo non notare la profonda divergenza che si è creata con il posizionamento dei big players che sembrano invece cercare un’inversione di rotta completa.
Due le ipotesi sul tavolo a questo punto: la prima è seguire i dati senza troppe domande, e credere che il movimento attuale sia l’ultimo allungo prima del climax di inversione sia per il dollaro che per le altre valute, o in seconda ipotesi, le mani forti hanno anticipato un posizionamento errato al quale cercano di porre rimedio con grande energia.
-FOREX:
il comparto valutario in chiara divergenza con le dinamiche che abbiamo visto nell’ultima settimana, vede i big players prendere profitti sul dollaro americano e far spazio a tutte le altre majors fino ad oggi profondamente penalizzate come l’euro e la sterlina.
Se crediamo all’ipotesi uno, prima citata, allora siamo giunti al climax, le mani forti tagliano i dollari sui massimi e comprano a prezzi stracciati gli altri asset valutari, in attesa che il cambio di rotta si compi, dopo aver stressato al limite il sistema.
Nostro malgrado, questa per ora resta solo un’ipotesi, e no ne possiamo aver conferma se non attendendo gli sviluppi della prossima settimana.
Ma procediamo con ordine:
EURUSD
Siamo giunti ai minimi di 0.9680 e i big players entrano a comprare a tal punto da ritrovarsi posizionati long sul contratto euro con ben 33449 contratti, con un balzo di 45286 contratti in una sola settimana, volumi che non si vedevano dal 2020 anno della pandemia.
La moneta unica oramai in caduta libera da giorni, ha rotto i minimi di 0.9950 prima e 0.9860 poi si è andata a posizionare non lontano dai minimi di 0.9680
Ulteriori minimi sensibili sono posti a 0.8570-0.8350 e 0.82 figura, aree che non possiamo escludere di raggiungere prima di assistere a vere inversioni di rotta.
Il tempo sarà la chiave di tutto, e posizionamenti leggeri saranno la chiave di sopravvivenza di molti traders e magari occasioni di medio-lungo periodo.
GBPUSD
Attacco diretto alla sterlina e agli asset finanziari del Regno Unito, dai quali la fuga è inequivocabile, i big player restano corti sui futures con 54843 contratti short, riducendo di ben 13243 contratti la loro posizione, ma decisamente insufficiente per parlare di potenziali inversioni.
I prezzi della sterlina, oramai in panic selling si sono assestati venerdi a 1.0850 portando le chiusure mensili ,oramai prossime a al – 6.80% .
Ricordiamo che solo nel 2021 il cable quotava 1.4270… una caduta davvero da ricordare per la sterlina!
Le aree di potenziale approdo sono a 1.0525, ma molti analisti non escludono il raggiungimento della parità on il dollaro. Anche in questo caso, l’orizzonte temporale sarà la discriminante, perché gli attuali prezzi potrebbero essere grandi occasioni nel medio lungo periodo, ma ancora prematuri nel breve.
YEN
La banca centrale giapponese ha parlato, e un intervento a sostegno della divisa nazionale si è reso necessario, sebbene non siamo ancora a conoscenza dei reali volumi con i quali la BOJ entrerà nel mercato fx, ci basti sapere che l’attuale livello di svalutazione dello yen inizia a preoccupare la banca centrale per iniziare a guardare lo yen con occhi diversi.
I futures ancora non lontano dai livelli di minimo raggiunti questo 2022 inizia a fare le prime prove di rimbalzo, che potrebbero vedersi concretizzarsi dai primi giorni di ottobre, dopo che la BOJ avrà svelato con maggior chiarezza i suoi piani.
AUDUSD
Anche sul dollaro australaino questa è stata una settimana di prese di profitto per le mani forti, che hanno ridotto le loro esposizioni nette corte da 57850 contratti a a40556 contratti short.
Presto dunque per parlare di inversione anche in questo caso, ma i prezzi attuali potrebbero essere la fine di un più ampio movimento ribassista, che va alla sua conclusione, pertanto è buona norma ora portare a casa i profitti per chi ha posizione in trend.
Il cambio audusd ha rotto a ribasso 0.6675 e chiude la settimana a 0.6525 giungendo anche in questo caso non lontano dalle aree di minimi viste durante la pandemia del 2020.
Prezzi decisamente interessanti, per chi ha orizzonti temporali più lunghi, ma per chi lavora nel breve termine, potremmo assistere ancora ad affondi ulteriori, prima di poter avere una reazione delle banche centrali.
USDINDEX
Corsa senza fine per il dollaro americano, che esplicita chiaramente la scarsità di offerta, a fronte di una iper domanda, con prezzi che volano sui massimi a 113.00 figura, entrando di fatto nell’orbita dei massimi del 2001 proiettandosi cosi a 119.25-120 figura.
Difficile ora non credere ad un intervento che possa saziare il mondo dalla sua fame di dollari, che altrimenti potrebbe generare ulteriori apprezzamenti del biglietto verde che metterebbero inc crisi le valute e le economie concorrenti.
Come già richiamato nei nostri interventi sugli altri nostri canali social… il dollaro inizia a sorridere un po troppo!
Le mani forti nel frattempo prendono parziali profitti riducendo le loro esposizioni nette lunghe che passano da 35669 contratti a 27931.
-EQUITY:
Il comparto equity non può che allinearsi al mood esistenze, e con il risk off che la fa da padrona, prosegue la sua caduta, portandosi a grandi passi, nelle quotazioni di quasi tutti i listini mondiali, ai livelli pre pandemici, segno che il drenaggio di liquidità sta riallineando l’universo finanziario a quello dell’economia reale.
Presto per parlare di acquisti, la fase dei ribassi potrebbe ancora durare molto, ma certo che un respiro del dollaro potrebbe dare sollievo anche al comparto equity mondiale.
S&p
l’S&P si porta ai minimi si 3647pnt e guarda ora con simpatia a 3584 e 3400pnt. I ribassi poderosi degli ultimi giorni portano le mani forti a prendere profitto sulle loro posizioni nette corte che ricordiamo essere 281004 contratti, mentre ora si portano a 219451.
La discesa può non essere finita, e la cautela è obbligo, su tutti gli indici mondiali si abbatte la scure della recessione, e le banche centrali non sembrano essere minimamente propense ad allentare la presa da falco che sta dominando la scena economica mondiale.
COMMODITIES
Wti
Prosegue la caduta anche del mondo commodities, che soffre ugualmente la forza del biglietto verde e la prospettiva di una domanda asfittica nel prossimo futuro.
Il wti si riporta sotto gli 80$ e tenta allunghi a77$ con le mani forti che hanno ridotto sensibilmente le loro posizione long dai massimi di 600 000 contratti agli attuali 239000. Non escludiamo allunghi ribassisti fino le aree di 61.50$ previo break out dei minimi di 77$ e sempre ammesso che l’opec+ non intervenga.
Ngas
Il natural gas dopo il break out di 7.60$ si sta dirigendo verso i 6.34$, portandosi cosi verso il fair value da noi indicato, e con il supporto dei big plaiers che anche in questo caso proseguono a mantenere le loro posizioni nette corte a 155711 contratti rispetto ai 145715 della scorsa settimana.
buon trading
Salvatore Bilotta
L’ARTICOLO COMPLETO DI GTRAFICI E REPORT LO TROVI AL MIO BLOG
LA TEMPESTA PERFETTA è ALLE PORTE!ANALISI COT REPORT del 18.09.2022
-CONTESTO
Siamo giunti ad una delle settimane più importanti di questo 2022, appuntamento immancabile per gli operatori quello con la FED del 21 settembre, che sarà determinante per conoscere il destino dei mercati finanziari.
In questa rubrica dedicata esclusivamente alla lettura del posizionamento dei non commercial sul mercato dei futures quotati al CME di Chicago, non possiamo esimerci dalla lettura dei dati in previsione della FED e cercare quindi di capire come si stanno preparando le mani forti e quali aspettative possono avere da questo appuntamento attraverso le loro posizioni.
Il quadro generale dei dati forniti dal report di questa settimana, ci pare abbastanza chiaro, con delle correlazioni inter-market stabili nel mood dominante del risk off.
Sia il comparto valutario, che quello equity per finire alle commodities sembrano tutti dare fede ad una lunga fase di recessione dalla quale doversi proteggere e pertanto posizioni prudenziali sono chiare nel sentiment dei big players, ma procediamo con il consueto ordine.
-FOREX:
il comparto valutario mantiene stabile il suo sentiment pro dollaro USA, penalizza ancora la sterlina e lo yen giapponese, mentre sembrano comparire segnali interessanti sulla moneta unica, che potrebbe rivelarsi il prossimo driver delle mani forti.
EURUSD
Si ricoprono circa 24500 contratti questa sola settimana sull’euro, passando cosi di fatto da -36350 a -11800 contratti, il che permette ancora si un posizionamento netto corto, ma che apre le porte a potenziali cambi di rotta, special modo se questa settimana che è alle porte dovesse vedere forti prese di profitto sul dollaro USA e se la profonda crisi energetica che stringe il vecchio continente nella sua morsa dovesse trovare una qualche soluzione.
Da un punto di vista tecnico rimaniamo sulle aree di parità con il dollaro usa, e le aree di minimo di 0.9850 sembrano per ora reggere a nuovi tentativi ribassisti. Evidente la necessità di attaccare i massimi a 1.01 prima e 1.02 poi, per parlare di potenziali allunghi rialzisti, che potrebbeor portare alle resistenze di area 1.0340
GBPUSD
Senza sosta la caduta della sterlina, dove le mani forti toccano i -68086 contratti, incrementando la loro posizione netta corta di ben 17654 contratti. si torna a guardare con simpatia le massime esposizioni corte viste già in questo 2022
Il quadro tecnico non può che confermare il trend ribassista in atto, con prezzi che toccano nuovi minimi sotto 1.14 e che aprono la strada a nuovi ribassi. Difficile dire quale sarà la fine diquesto movimento, ma certo che un intervento politico economico sarà ben presto doveroso per sostenere le sorti della moneta britannica
USDCAD
Fatica anche il dollaro canadese che seppur ha goduto per un lasso di tempo della forza del wti, oggti ne paga lo scotto, mantenendo stabile la correlazione diretta, che oggi penalizza fortemente le sorti del doollaro canadese. Le mani forti si trovano oggi con 12425 contratti netti lunghi, ma in questa sola settimana hanno ridotto di ben 5485 contratti.
Anche il quadro tecnico per il futures cad sembra impostato chiaramanet a ribasso, con il break out di 0.7560 che ha aperto la strada ad allunghi ribassisti.
YEN
Per i big plaiers ancora no né tempo per ricomprare massicciamente yen, mantenendo pertanto ancora posizioni nette corte per ben 80692 contratti, incrementando di ben 22500 contratti la posizione precedente.
Il quadro tecnico per il futures yen, sembra aver trovato un primo supporto, che tutta via dovrà dimostrare la prossima settimana la sua validità, e la cui rottura ribassista, sarebbe un chiaro segnale per ulteriori ingressi in trend ribassista.
Dollar index
Stabili le posiozioni sul dollaro americano, che continua a vedere le mani forti detenere circa 35600 contratti, senza grandi scossoni al momento, in chiara attesa per le parole di Powell della prossima settimana, che potranno determina ulteriori allunghi o prese massicce di profitto.
Il quadro tecnico mostra ancora un dollaro stabile sui massimi di periodo oltre 110 e poco possiamo sperare , in termini di volatilità, prima di mercoledi, dove potremmo vedere nuovi movimenti direzionali nascere.
-EQUITY:
Inutile negare la sfiducia dei grandi operatori sul futuro dell’equity, palesemente mostrato nelle posizioni corte che hanno preso il sopravvento special modo questa settimana. Aumentano i contratti corti su tutti gli asset equity, a partire dall’S&P fino al DOW e al Russel.
I timori di una FED ancora iperaggressiva, che possa mettere sul tavolo rialzi tassi fino anche di 100BP fa tremare gli operatori, che preferiscono girarsi corti. Massima attenzione dunque nel cercare di prendere posizione contrarian long.
S&p
Con un incremento di ben 42284 contratti corti, le mani forti passano ad una posizione netta di ben -281000 contratti per l’S&P, mostrando chiaramente qule possa essere il loro sentiment almeno fino alla FED, dove potenziali prese di profitto non sono da escludere.
Anche il quadro tecnico ci pare in linea con il sentiment dei non commercial, andando a cercare nuovi minimi di periodo e puntanto ai minimi di per questo 2022 che se violati aprirebbero la strada ad importanti approfondimenti.
Anche il nasdaq vede nuovi contratti corti entrare sul mercato con ben 10240 pezzi, riducendo grandemente il flebile posizionamento long che passa a 11806 contratti.
Netti corti anche sul dow con -11686 contratti e sul russel con ben 99152 contratti, posizione che completa il quadro di una vera tempesta perfetta.
COMMODITIES
Il comparto delle commodities si allinea sia nel quadro tecnico che nel posizionamento dei big plaiers al mood di risk off, con l’energy che trova ancora riduzioni nel posizionamento di lunghissimo long per il WTI e per il Ngas
Il wti vede le mani forti a 227057 contratti e prezzi stabili sui minimi di periodo, mentre il Ngas , dove le mani forti sono netti corti a -145715 contratti, sembra voler abbandonare le arre di massimo dei 9$, per tornare a prezzi più vicini al fair value di 6-7$
Anche il gold trova posizionaemnti corti questa settimana con -5513 contratti e una posizione netta , che pur ancora long , si limita a 97344 contratti, minimimo da oltre 180 rilevazioni. Si accompaga al gols il silver dovbe le mani forti sono già netti corti con -4640 contratti.
Mood di risk off, che segue il ciclo macroeconomico di recessione, anche nei prezzi e nelle price action con il gold che ha rotto questa settimana l’importantissimo supporto a 1679$ che apre la strada ad offondi fino a 1600$
La settimana sarà caratterizzata dall’appuntamento con la FED di mercoledi che catalizzerà probabilmente l’attenzione degli operatori in questi primi giorni della settimana.
buon trading
Salvatore Bilotta
SETTIMANA CHIAVE PER IL REGNO UNITOIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 11.07.2022
Parte una nuova settimana, che ci guiderà alla stagione delle trimestrali USA, evento atteso come pochi per scoprire quali le proiezioni future delle aziende americane. Ma non solo utili aziendali, la settimana che si apre oggi, ci vede proiettati al PIL trimestrale del Regno Unito, dove le possibilità e le paure per una fase di recessione tecnica sembrano guidare il sentiment degli investitori.
La BOE ha già rialzato il costo del denaro fino al +1.25% , tuttavia l’inflazione rimane su livelli record al +9.1%, e a far maggior pressione il quadro politico di profonda incertezza dopo le dimissioni di Boris Johnson che apre il parlamento ed il partito alla ricerca di un nuovo leader politico.
Due appuntamenti con Baily , capo della bank of Englad prima di mercoledi, giorno della pubblicazione del Pil e appuntamento chiave per la sterlina.
gbpusd
Contesto non facile nel quale muoversi, con la sterlina che continua il suo declino contro le principali majors, il cable dai massimi del 2022 a 1.3741 perde il 13.50% e quota oggi 1.1960, complice l’estrema forza del biglietto verde. Incessante per ora la voglia di comprare da parte dei traders retail che spingono al 77% posizionamenti long, a caccia dei minimi. L’area , che seppur ampia, che va da 1.2150 a 1.1425, è stata negli ultimi 6 anni, unazona di acquisto molto chiara. I prezzi su base mensile on hanno mai visto chiusure in questa fascia di prezzo, tuttavia i mercati cambiano e cambiano pe percezioni ed i contesti macro economici e quelle che erano zone di prezzo in grado di restistere alla crisi brexit, potrebbero non esserlo nella fase di recessione mondiale.
Eurusd
Se il quadro non è tra i migliori per la sterlina, non lo è nemmeno per l’euro, che continua a soffrire la forza del dollaro americano, ed il tentativo di rimbalzo visto venerdi, sembra già in queste prime ore di lunedi fallire l’allungo rialzista che confermerebbe la ripartenza. Rimaniamo intrappolati nei massimi e minimi di venerdi 1.0190 e 1.0075.
Anche qui il quadro retail resta chiaramente alla caccia del mean reverting , con il 77% dei traders retail in posizione contrarian long, e per ora non sembra finire la volontà di ricercare i minimi. Al fine di rendere più chiara la pericolosità della ricerca dei minimi, facciamo presente che i traders retail sono mediamente long a 1.05210, oltre 4 figure più in alto… non facile da gestire!
S&p
Il mondo equity americano, ha vissuto buone giornate di recupero nel finire della scorsa settimana, tuttavia riteniamo inopportuno parlare di ripartenze, specialmodo se consideriamo che gli ultimi massimi posti a 3950pnt non è stato ancora nemmeno testato. Pertanto definiremo questa fase , come una lateralità compresa tra 3950 e 3740pnt. Non escludiamo pertanto una nuova fase di ribassi che porti i prezzi verso i minimi di 3645pnt, che dovrà tuttavia trovare supporto nei dati delle prossime settimane relativi agli earning delle aziende USA. Non ci preoccupano tanto i dati del Q2 che potrebbero tuttavia risultare meno negativi di quello che si crede, ma la proiezione per il Q3 e Q4 , che senza una più cauta FED potrebbero ancora proiettarsi in territorio negativo.
Nasdaq
Anche il comparto tecnologico resta di fatto in laterale, seppur le ultime sedute della scorsa settimana abbiano dato buone spinte rialzista, dobbiamo costatare che i precedenti massimi posti a 12390 non sono stati ancora violati, pertanto non è invalidata la struttura ribassista del mercato, che rimarrebbe ancora intatta per il medio periodo fino al superamento di 12910 pnt.
WTI
Ancora ribassista la struttura grafica del WTI, che prosegue la sua sequenza di massimi e minimi decrescenti, partita da 124$ e che vede ora i prezzi a 102.80 dopo i minimi di 95.25$.
Le primissime resistenze poste a 105$ per ora hanno svolto egregiamente la loro funzione, mantenendo i prezzi legati alla loro media 21periodi h4, senza tuttavia dare ancora impulsi direzionali, ma come detto la settimana è appena iniziata e di market mover ne avremo tanti ancora. La partita si gioca tra le banche centrali e l’opc, tra domanda e offerta, se da un lato l’inflazione deve calare e per raggiungere questo obbiettivo si deve riequilibrare la domanda/offerta di energia mondiale, dobbiamo costatare che l’opec non riesce a mantenere le proprie promesse di maggiore produzione, passando la palla alle banche centrali che devono far calare la domanda. Equilibrio tutt’altro che facile da trovare.
ANALISI RETAIL
Il mondo retail torna quindi a vendere dollari americani, passando dal 75% di venerdi al 77% short di questa mattina, e questo mood di forza dollari si rispecchia su tutte le majors che continuano il loro dollarocentrismo.
Sul basket euro i retail che venerdì erano long al 76% stamattina si trovano al 74% long, con una timida riduzione del 2%, senza dare ancora grandi indicazioni di mean reverting
Anche sulla sterlina come gia richiamato , il basket vede i retail impostati al 60% long attualmente a fronte di un 58% di venerdi, dando ancora un segnale ribassista per la sterlina.
Lo yen torna a scendere, ed i retail tornanao a comprare, passando da un 59% long di venerdi ad un attuale 71% long, ancora una volta senza dare sollievo alla ricerca di posizionamenti contrarian short
Perde qualche punto percentuale anche il franco svizzero, che trova subito compratori nel mondo retail che passa dal 30% lungo di venerdi al 41% di questa mattina, dando nuova linfa ribassista.
Continua la debolezza anche per il dollaro australiano che vede i retail passare dal 45% di ieri long all’attuale 51%. Ancora un’esposizione al limite dell’equilibrio , che ci pone in attenzione su questo asset
Aumentano le posizioni corte sul dollaro canadese, dove i retail passano dal 63% di venerdi al 70% attuale, ricordiamo che in settimana avremo l’appuntamento con la BOC e un potenzile rialzo tassi di 75bp, quindi attenzione massima per questo asset.
Rimaniamo vigili, dunque, per i market mover che ci aspettano in questa settimana, ancora ricca di appuntamenti importantissimi
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
IL GIRO DI BOA DEL 2022Abbiamo dunque percorso la metà del nostro cammino sui mercati finanziari per questo 2022, un anno che non ha deluso le aspettative di alta volatilità, con un bear market che forse avremmo dovuto vivere già tempo addietro, considerata la pandemia che ha colpito le economie mondiali nel 2020, e che avrebbe dovuto generare dei corposi ribassi sui listini mondiali, ma che tuttavia le banche centrali hanno evitato, ricorrendo ad un’immissione di liquidità mai vista prima. Le economie sono state sostenute artificialmente, ed i mercati finanziari sono stati inondati di liquidità, creando una divergenza fortissima tra finanza ed economia reale. Questa divergenza chiara sotto gli occhi di tutti, era destinata a chiudersi, prima o poi le banche centrali avrebbero dovuto riallineare i conti, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata l’esplosione dell’inflazione.
Un’inflazione ricercata, come più volte da noi detto, dalle banche centrali, che ricordiamo nel periodo pre pandemico, in una fase del ciclo economico di fortissimo rallentamento, era uno degli obbiettivi principali insieme alla piena occupazione.
Ebbene la domanda è ripartita, con la fine della pandemia, ma l’offerta è rimasta ferma, generando una corsa dei prezzi molto più rapida del previsto, ma le banche centrali, sicure di poter gestire il quadro complessivo, hanno lasciato margini ampi alla corsa dei prezzi.
Colpo finale per questo 2022 la guerra Russia Ucraina, che ha messo sul tavolo delle ripercussioni, e delle sanzioni , il comparto energetico. La Russia, uno dei maggiori fornitori mondiali di Petrolio, gas, ma anche di frumento e diverse altre risosrse, si è trovata isolata dalle potenze europee, che hanno chiaramentee intrapreso la strada dell’indipendeza energetica dalla russia.
Benzina sul fuoco, verrebbe da dire! In un contesto dove la corsa dei prezzi era oramai lancirata, colpire l’offerta di food ed energy, è stato il via al rally! Inflaizone alle stella, massimi degli ultimi 40 anni e il mondo occidentale che deve correre ai ripari.
La FED, come sempre faro delle banche occidentali, inizia cosi il suo percorso di inasprimento nelle politiche monetarie, si parte con rapidi rialzi tassi ad ogni riunione, fino a giungere all’ultimo rialzo dei ben 75Bp.
Reprimere l’economia, schiacciare la domanda, questi gli obbiettivi della FED, che impotente nei confronti di un’offerta scarna di energia mondiale, si trova costretta ad abbattere la domanda, reprimere la produzione, generando un contesto difficilissimo per le aziende americane, che iniziamo a pubblicare trimestrali negative, special modo nelle proiezioni future, con utili in calo.
Inutile quindi sperare in rialzi dei listini, il crollo è inevitabile, un 2022 che da il via al tanto temuto bear market!
L’S&P dai massimi di 4795pnt crolla a 3650pnt , Nasdaq da 16740 a 11000pnt…regge in prima battuta l’azionario europeo
L’europa che vive un contesto di maggiore fragilità nella congiuntura macroeconomica, rallenta il suo processo di inasprimento , e non procede a rialzi tassi , attesi adesso per la riuniopne di luglio 2022.
L’Europa ha bisogno ancora di sostegno e questa da maggiore respiro all’azionario europea che soffre esclusivamente le incertezze legate al conflitto in Ucraina. Ma la fase di serenità dura poco, oramai le decisioni hawkis della BCE sono alle porte ed i listini europei iniziano a cedere punti percentuali, portandosi non lontano dai minimi di questo 2022. La strada sembra pertanto segnata.
Universo decisamente opposto il mondo orientale, che vive una fase del ciclo economico del tutto diversa, ancora alla ricerca di ripartenza, ricerca di inflazione che tarda a venire, con una domanda che rimane asfittica.
La BOJ cerca ancora forti stimoli all’economia, immette liquidità cercando di contenere i rendimenti obbligazionari sovrano allo 0.25%, portando cosi ad una svalutazione dello yen, che non si vedeva da anni.
Troppo ampio il divario nelle economie occidentali ed oriantali, lo yen perde terreno contro tutte le maggiori valute concorrenti, segnado un -12% medio da iniaio anno contro le majors.
La chiave di tutto resta l’energia, con il Ngas che dopo aver superato i 9$ ha ripiegato verso valori di fair value attorno ai 65$, mentre il petrolio resta ancora sostenuto sulle aree di 110$, mentre riteniamo fair value le aree tra 100-90$ al barile. ma al momento l’offerta fatica grandemente a sostenere il ritmo della domanda, ma se in un modo o nell’altro la domanda dovesse ripiegare, un nuovo equilibrio potrebbe trovarsi, tale da far calare i prezzi dell’energia.
Anche il mondo cripto per questo primo semestre non vede che profondo rosso, la forte correlazione con i listini azionari, hanno dato grande sprint nella fase di salita, la voglia di risk on, ha dato al mondo crypto un boost, che sembrava non finire mai, tutta via, il panico è panico, le incertezze non piacciono agli investitori, e pertanto la liquidità fa da padrona, si vendono tutti gli asset crypto, anche il btcoin segna un primo semestre in profondo rosso, sfondando i livelli dei 20000$ e senza dare ancora segno di tenuta dei minimi.
Dobbiamo ora proiettarci verso il secondo semestre dell’anno, e cercare le migliori occasioni di investimento, che a nostro parere saranno riposte nel mondo obbligazionario, primo comparto a beneficiare di un’eventuale rientro dell’inflazione, anticipando probabilmente il mondo azionario, che attende ora le trimestrali relative al q2.
Proseguiamo quindi il nostro cammino quotidiano insieme, monitorando costantemente i mercati, alla ricerca di occasioni di lungo , medio e breve periodo
buona giornata e buon trading