DXY. La mia visione.Ciao ragazzi, vi lascio la mia visione sul dollaro USA. Periodo di tempo prolungato. Longdi aleelpuma98Aggiornato 114
OCCHI SULL’INFLAZIONE USAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 10.11.2022 -CONTESTO Siamo giunti al dato chiave di questa settimana di contrattazione, l’inflazione USA, che per il dato generale è atteso al +8.0% rispetto al precedente +8.2%, ma teniamo ben presente che sono già diverse rilevazioni che il dato generale cala, grazie ad un forte rientro dei prezzi dell’energy, mentre sale il dato core, ovvero privo di food ed energy, passando al +6.6% massimo degli ultimi 20 anni. La corsa dei prezzi al netto delle componenti energy e food, mostra ancora una robusta domanda aggregata, con gli americani che tendono a spendere ancora senza timore dei prezzi in salita, il che porta la FED a mantenere toni aggressivi nelle sue politiche monetarie. La speranza ora deriva dal mondo del lavoro che sembra iniziare a scricchiolare, con una disoccupazione al 3.7% , di certo ancora molto bassa, ma che sembra iniziare un cammino in salita dato le ultime notizie di grandi licenziamenti anche nelle grandi multinazionali americane come Meta e Apple, il porterebbe a credere in primi reali effetti delle politiche monetarie della FED su aziende, e su famiglie che dovranno a questo punto rivedere le loro spese e consumi. La chiave come sempre è il timing, non sappiamo quanto tempo ci vorrà e la nostra unica possibilità sarà seguire i dati che di volta in volta ci mostreranno il quadro della congiuntura macroeconomica amerciana. Alla luce di quanto detto, se oggi i dati dovessero mostrare inflazione in calo , si potrebbe assistere ad una nuova fiammata del comparto equity alimentato ancora sia dal rally di fine anno che dalla speranza di una FED meno aggressiva che sia non lontana dal Pivot. Viceversa un dato ancora superiore alle attese, sarebbe una doccia fredda per gli operatori, che si vedrebbero costretti ancora una volta a scaricare le scommesse rialziste fin qui intraprese, ma la verità si saprà solo dopo la pubblicazione del dato, come sempre ricordiamo che i mercati sono fatti per sorprendere. -FOREX Il comparto valutario vede la tenuta dei supporti per il dollaro americano, che non trova spunti per rompere 109.50 e allungare a nuvi minimi per questo novembre 2022, tornando ancora una volta nel canale lateral ribassista che contiene i prezzi dai massimi del ottobre 2022 a 114.80. Rispondono al mercato chiaramente dollaro-centrico tutte le altre majors, con l’eurusd che storna dalla parità verso gli attuali 0.9980 e trova i primi supporti dinamici nella mm21 periodi daily a 0.9950,mentre resta piu stabile la sterlina che ha già in precedenza pagato la forza del biglietto verde rimanendo sotto le resistenze di 1.1645 Stornano anche le oceaniche con il dollaro neozelandese che non riesce a rompere a rialzo la mm100 periodi daily e torna a testare 0.5850 aprendo cosi la strada a potenziali nuovi ribassi, se il dollaro dovesse trovare nuova linfa rialzista dai dati di oggi. -EQUITY Il mondo azionario trova ancora forza nel comparto europeo con il dax che attacca i massimi di 13650 pnt e sembra non avere motivazioni per dei ribassi strutturali che lo portino al test dei suppporti a 13440 pnt, mentre l’america paga con maggiore pesantezza le aspettative del dato odierno, con il nasdaq schiacciato a 10861 pnt non lontano dai primi supporti a 10700pnt in una compressione di volatilità che lascia poco spazio alle direzionalità -COMMODITIES Per le commodities pesa ancora il recupero del dollaro americano, che schiaccia nuovamente il comparto energy, con il wti a 85.25$ oramai sotto la trend line supportiva che congiungeva i minimi dal 26 ottobre 2022aprendo la strada a ulteriori ribassi fino 82.45$ Reggono meglio i metalli, con il gold non lontano dalle resistenze a 1723.50$, ma solo un dollaro debole e tassi obbligazionari in calo potrebbero portare questo asset a rompere le resistenze e allungare fino 1761$, in caso contrario dovremmo valutare ancora i supporti a 1680$ come possibile approdo. Attendiamo dunque i dati sull’inflazione Usa di oggi ore 14.30, per scoprire lo stato dell’economia americana. buona giornata e buon trading SALVATORE BILOTTA di SalvatoreBilotta1
RALLY DI NATALE VS BEAR MARKETIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 09.11.2022 -CONTESTO Prosegue la salita del comparto equity ancora in scia con l’euforia degli operatori pronti a godere del rally di natale, una finestra atta a mostrare conti e bilanci in ottimo stato o almeno al meglio possibile, per godere di premi e benefit, finestra che molto spesso porta a chiusure e ricoperture di posizioni che hanno generato grande profitto nell’anno, i grandi fondi e le case di investimento che hanno goduto del bear market prendendo posizioni corte vogliono giungere alla conclusione di questo anno senza perdere i vantaggi delle performance realizzate e questo giustifica prese di profitto e ricoperture che generano salite dei mercati azionari sebbene in pieno bear market. Le attese nel breve periodo si focalizzano sul dato di domani dell’inflazione USA, dato che potrebbe generare non poca volatilità , partendo dal dollaro americano per finire al comparto azionario. In caso di un dato ancora tonico, con un’inflazione sostenuta sia nel dato core che nel dato generale, si potrebbe assistere a nuove vendite di azionario sul timore di una FED con tassi diretti al 5%, dando cosi nuova linfa a quello che resta ancora un chiaro bear market! La fase di ribassi dei mercati non è terminata, e l’idea di proiettarci ora verso i massimi annuali sembra a dir poco irrealizzabile, considerato l’attuale fermo produttivo della Cina, un’Europa ancora in stallo sulla questione energetica, il Regno Unito in fase di recessione e l’America che inizia a vacillare anche nel mondo del lavoro. Rimaniamo dunque con i piedi per terra e valutiamo con molta attenzione il ritmo del mercato , prendendo l’attuale salita per quella che è.. un buon rally di fine anno, ma certo al momento non possiamo parlare di inversione in Bull Market. -FOREX Il comparto valutario si adegua al risk on, e trova finalmente prese di profito nel dollaro americano che si porta al test dei supporti a 109.75 dove l’eventuale break out potrebbe dare vita a ribassi più poderosi fino anche 107.75 prima e 105.00 figura poi, senza tutavia poter annunciare la fine di un trend rialzista per il biglietto verde che troverebbe solo una fase di equilibrio. Il mondo retail si adegua rapidamente con un 65% di trader in posizione long, pronti a dare la caccia ai minimi , incuranti di scegliere un timing adeguato. La risposta delle altre majors non tarda ad arrivare e la partenza rialzista dell’euro ne è la conferma. Grandi posizionamenti long dei non commercials sui futures davano già chiara idea della forza che avrebbe potuto esprimere l’euro e cosi su una fase rialzista che porta eurusd a 1.0095, pronto a nuovi allunghi rialzisti fino alle aree di 1.0180 il mondo retail prende posizione corta, in chiaro mean reverting con un 70% di posizioni contrarian. La’ttuale debolezza del dollaro americano si evidenzia anche su asset come usdcad , che dopo la formazione grafica di un ottimo testa spalla, sembra essere giunto al break out della neckline e con un 71% di retail in posizione contrarian long sembra avere possibilità di allunghi ribassisti fino 1.3210. Anche usdchf mostra la debolezza momentanea del biglietto verde, aggredendo i supporti a 0.9850 pronto per allunghi in trend ribassista con un 71% di retail short, segnale di potenziali allunghi in trend ancora fino 0.9780. -EQUITY Indici americani che provano ad allungare a rialzo , ma come detto non crediamo in una netta inversione di tendenza dato la congiuntura macroeconomica mondiale, ma confidiamo in una fase laterale che dia modo di riposizionare portafogli e posizioni per il termine dell’anno solare. Il comparto tech si mantiene intorno agli 11000 punti e solo allunghi fino 11600 e 11800 potrebbero decretare un vero movimento rialzista in grado di mettere in crisi la struttura a massimi e minimi decrescenti dell’attuale bear market. Decisamente piu tonico il comparto europeo che gode ora di un vantaggioso tasso di cambio e invoglia gli investitori a cogliere l’occasione di rivalutazioni sia negli asset azionari, quanto nel cambio valutario eurusd. Gli attuali livelli di prezzo di 13600pnt, non trovano grande supporto nei dati macroeconomici , pertanto non siamo inclini ad acquisti di equity europea, ma ci limitiamo a monitorarne l’andamento per cogliere eventuali nuovi ingressi al ripresentarsi delle dinamiche bear market. -COMMODITIES Tra le commodities monitoriamo il gold, che ora vive fase di splendore grazie al dollaro debole e ad un freno nei rendimenti obbligazionari. Non escludiamo un 2023 brillante per questo asset, sebbene l’inflazione possa essere in calo, la discesa del dollaro ed eventualmente il calo nei rendimenti obbligazionari mondiali potrebbe dare nuova linfa ad un asset che ritroverebbe posto nei portafogli degli investitori. buona giornata e buon trading SALVATORE BILOTTA di SalvatoreBilotta18
E SE FOSSERO GLI INVESTITORI A RENDERE PIU AGGRESSIVA LA FED?Le scommesse errate dei tori potrebbero rendere più hawkish Powell e la politica monetaria? Nonostante la Federal Reserve si sia sempre mostrata “aggressiva” nel combattere un’inflazione arrivata a livelli insostenibili, il mercato ha sempre cercato e trovato dei pretesti per pensare il contrario e far, successivamente, salire i mercati. Alcuni esempi: • Il rimbalzo del Nasdaq di poco più del 23% nel periodo estivo era giustificato dal pensiero che la FED si mostrasse meno “hawkish”, salvo poi chiarire quest’ultima la sua posizione al Jackson Hole del 26 agosto dove lo stesso Powell dichiarava che “sarà necessaria per qualche tempo una politica monetaria restrittiva per vincere inflazione” • Nella lettura del comunicato da parte della Federal Reserve del 2 novembre traspariva la frase che “nel determinare il ritmo dei futuri incrementi nell’intervallo obiettivo, il comitato terrà conto dell’innasprimento cumulativo della politica monetaria”; il mercato, alla lettura, segnava delle ottime prestazioni per poi rimangiarsi tutto una volta che, nella conferenza stampa successiva, Powell stesso dichiarava che “c’è ancora molta strada da fare prima di concludere il ciclo di aumento dei tassi” • Il dato sul mercato del lavoro del 4 novembre: gli investitori festeggiavano per una lettura “positiva” sul dato riguardante la disoccupazione, che batteva le stime del 3.6% attestandosi al 3.7%: Nonostante il dato migliore delle aspettative, esso si attesta comunque vicino ai valori del minimo storico del 1953, al 2.5%! Nella grafica successiva viene mostrato il binomio “azionario in salita-Fed meno aggressiva”: La voglia da parte del mercato di far risalire gli indici azionari potrebbe essere tuttavia un’arma a doppio taglio, per questo motivo: • Se i mercati azionari salgono il dollaro registra delle cattive performance, per due motivi: 1. Non agisce da bene rifugio (questo è chiarito dalla sua correlazione diretta con il VIX, l’indice di paura dell’S&P500): 2. Viene penalizzato dal tasso di interesse che il mercato sconta; infatti, quanto più il tasso di interesse di una nazione sale, tanto più la moneta di riferimento si rafforza; dunque, vien logico pensare che se il mercato sconta tassi di interesse futuri stabili o addirittura “tagliati”, la valuta va a risentirne in negativo; questo punto è ben rappresentato dalla correlazione inversa tra la stessa currency e il future Federal Fund scadenza febbraio 2023: La stessa correlazione è ancora più apprezzabile in un timeframe a 15 minuti: Il dollaro dunque viene penalizzato da due eventi negativi. La domanda che io stesso mi sono posto dopo l’uscita del dato sulla disoccupazione è stata: “Se le scommesse sbagliate da parte del mercato portano ad un indebolimento del dollaro, quali potrebbero essere le ripercussioni”? • Una FED ancora più aggressiva Il motivo? Esiste una correlazione inversa tra il dollaro e le aspettative di inflazione, in questo caso a 5 anni: Quando il dollaro si deprezza, le aspettative tendono a salire, come mostra appunto la grafica. Il coefficiente di correlazione tra i due elementi è per lo più in territorio inverso. Il coefficiente di correlazione utilizzato è pari a 20 periodi, ossia tiene conto nel calcolo delle ultime 20 candele (dal momento in cui una settimana di contrattazioni è pari a 5 candele, 20 periodi indicano un mese di contrattazioni). Applicando lo stesso coefficiente a più ampio raggio, ad esempio a 40 periodi, possiamo notare una correlazione ancora più marcata: Perché questo? Perché il dollaro influenza le aspettative di inflazione? Il terzo incomodo di questa breve storia è il petrolio, infatti: La correlazione che esso presenta con il dollaro (nelle ultime 40 sedute) è inversa, motivo per il quale: • Se il mercato scommette su una Fed meno aggressiva e fa salire i mercati azionari il dollaro, per i motivi visti precedentemente, va ad indebolirsi…favorendo la salita del petrolio che, guarda caso, con chi è correlato in maniera diretta? Con le stesse aspettative di inflazione! E… qual è lo strumento a disposizione della banca centrale per combattere l’inflazione? Il rialzo dei tassi di interesse. Ecco spiegato il motivo per il quale “le scommesse errate dei tori potrebbero inasprire la politica della FED”! Se il pensiero degli investitori di una FED meno aggressiva sarà più forte di quello che la FED effettivamente è (ossia che la stessa banca centrale utilizzerà tutta la sua forza per combattere l’inflazione), il dollaro andrà ad indebolirsi, andando a favorire una probabile risalita del petrolio che, come è abbastanza noto da due anni a questa parte, è stata la componente “più problematica” all’interno del paniere del consumer price index. E’ doveroso specificare che: • Dall’inizio del percorso di inasprimento di politica monetaria, le scommesse dei “tori sull’azionario” hanno trovato vita breve, motivo per il quale la recente debolezza del US Dollar potrebbe essere solo episodica • Il petrolio non risponde soltanto alla tematica relativa alla sua correlazione inversa con il dollaro, bensì anche a questioni di domanda e offerta, motivo per il quale se le più grandi economie al mondo (Stati Uniti, Cina, Europa e Giappone) entrasssero nel futuro più prossimo in una recessione, la domanda di crude oil calerebbe e con essa il prezzo della materia prima Tra i grafici che osserverò attentamente le prossime settimane ci sarà sicuramente il seguente: Una cosa appare comunque certa: • Se tutte le correlazioni si manterranno stabili un dollaro debole, nei prossimi tempi, non aiuterebbe il lavoro di Jerome Powell! Grazie per l’attenzione, Matteo Farci di MatteoFarci15
LE MANI FORTI RUOTANO I PORTAFOGLI A FAVORE DELL’EUROANALISI COT REPORT del 06.11.2022 -CONTESTO Ci lasciamo alle spalle una settimana non priva di novità sui mercati finanziari, caratterizzati sia dai dati sull’inflazione Europea, ancora una volta in rialzo al 10.7%, che dal focus principale che è stata la riunione della FED di mercoledì scorso, per concludere la settimana con i dati sulla disoccupazione USA. La FED come da attese ha alzato il costo del denaro di 75Bp, portando il tasso definitivo al +4.00%, dato abbastanza scontato del mercato che ha risposto inizialmente con una discesa del dollaro Usa e un recupero delle borse, nella speranza che Powell desse future prospettive dovish per la riunione di dicembre. La speranza di un rallentamento nel rialzo dei tassi Usa ha guidato le ultime settimane gli operatori di mercato che hanno comprato listini mondiali dando speranza e fiducia ad un rally di fine anno, ma Powell ancora una volta gela i mercati, dando una chiara indicazione sulla futura necessità di contrastare un’inflazione forse non ancora giunta ai massimi. Il tasso finale del 4.25-4.75% che per molti operatori era visto come il tasso di equilibrio oltre il quale la FED non sarebbe andata, perché sufficiente a controllare l’inflazione, è stato spazzato via dalle parole di Powell che ha lasciato aperta la porta di un trasso anche oltre il 5% la dove l’inflazione fosse ancora alta e si rendesse necessario intervenire ulteriormente. Tengono ovviamente presente che hanno già messo in campo diversi rialzi tassi e che l’effetto potrebbe aversi tra qualche mese, e pertanto rimarranno vigili sui dati congiunturali che verranno pubblicati. I mercati ancora una vota sono stati delusi! Partono le vendite copiose sull’equity americana che torna a puntare i minimi di questo 2022 in un due giorni di ribasso, frenato solo dall’attesa dei dati sul mercato del lavoro Usa. Ancora una volta i NFP tornano protagonisti, come non accadeva da anni, la speranza di vedere una disoccupazione in rialzo, che possa portare ad un calo dei redditi, e quindi un rallentamento della domanda ed in fine dell’inflazione, da nuova linfa ai rialzisti, che stavolta hanno visto realizzati i loro desideri! La disoccupazione inizia a salire e passa dal +3.5$ al +3.7% scatenando la vendita di dollari USA e l’acquisto di equity. Un venerdi dettato dalla volatilità, che vede gli indici americani muoversi nell’ordine dei 200-300pnt e il dollaro stornare pesantemente e dare spazio alle altre majors del comparto fx. Ma procediamo come di consueto per questa rubrica dedicata all’analisi del posizionamento delle mani forti. -FOREX: il mercato valutario inizia a vedere cambiamento nei portafogli dei big plaiers che sembrano intenzionati a prendere profitto sul dollaro Usa oramai non più in grado di generare ulteriori spinte rialziste, mentre si predilige la moneta unica che ancora sotto la parità resta un’alternativa interessante da sfruttare contro il biglietto verde. Se le prese di profitto sul dollaro dovessero concretizzarsi in movimenti più copiosi allora le valute predilette potrebbero confermarsi nell’Euro e nel dollaro Neozelandese a stare ai dati sul posizionamento del cot report EURUSD Balzano a rialzo le posizioni long euro, che passano a 105790 dalle precedenti 74909, dando cosi chiara indicazione nel sentiment delle mani forti sulla valuta unica. Il quadro tecnico mostra una buona sequenza a massimi e minimi crescenti nel medioperido,con chiusure sopra la media veloce a 21periodi e la possibilità di allunghi a 1.009, prima resistenza oltre la quale poter vivere allunghi a 1.0375 prima e 1.0775 poi. GBPUSD Meno brillante la sterlina che vive ancora una congiuntura macroeconomica provata dall’inflazione alta, dal bisogno di politiche fiscali rigide e da una BOE che procede senza freni a politiche economiche aggressiva, composte da rialzi tassi, giunti al 3% e da una riduzione di bilancio aggressiva, con la vendita netta di obbligazioni sovrane. Le mani forti restano pertanto nette corte con 44836 contratti , e con un quadro tecnico molto pesante ancora , con i prezzi sotto le resistenze poste a 1.1650 prima e 1.1575 poi. Non possiamo parlare di inversioni prima di giungere a 1.22 figura vera resistenza tecnica , mentre i primi supporti si collocano a 1.0940 ,oltre i quali potremmo assistere a ribassi importanti anche sotto 1.06. YEN Migliora il sentiment sullo yen che vede questa settimana una ricopertura di ben 25000 contratti, portando cosi le mani forti a 77620 contratti corti, con un open interest settimanale che non si vedeva del giugno 2020 prima di un passaggio a posizioni nette lunghe. Il quadro tecnico resta ancora profondamente indeciso, con i prezzi fermi sopra i supporti di breve di 145.25, area di confluenza con la mm21 periodi . Solo il break out di dette aree potrebbe determinare allunghi ribassisti importanti fino alle successive aree suportive poste a 140.40 primae 139.25 poi. USDINDEX Partono le prese di profitto sul dollaro americano, con le mani forti che riducono ancora la loro posizione long netta e la passano a soli 29788 contratti, portanto nubi di incertezza sulla forza del biglietto verde, che potrebbe a questo punto essere giunto al giro di boa , sebbene la FED possa ancora alzare i tassi di interesse, ma tutto è nelle mani dei dati macroeconomici che saranno pubblicati da qui a dicembre. Il quadro tecnico sembra mostrare ora un dollaro non più in grado di generare allunghi rialzisti, sopra i massimi di 114.80 con i prezzi che provano a rimanese sotto la media mobile a 21 periodi. Al momento la configurazione di flag ribassista non da ancora chiare indicazioni di nuovo trend discendente, che potrebbe essere confermato solo dal break out di 109.50 prima e 108.20 poi, per poi ripiegare a 105.0 figura. -EQUITY: il comparto equity, che resta in alta volatilità sembra aver trovato per questo 2022 i suoi minimi, e sebbene le parole di Powell abbiano raggelato i tentativi rialzisti di più ampio respiro, ora le speranze di una disoccupazione in aumento sembrano dare sostegno ai prezzi che restano sopra i supporti di medio periodo. S&p Si ricoprono posizioni short di SP dove le mani forti si portano a 175063 contratti corti, con una ricopertura di ben 44039 contratti nella sola settimana trascorsa. Il quadro tecnico sembra per il momento dare fiducia alle aree di 3700 pnt come supporto di breve, che potrebbe lancoare i prezzi verso le reisistenze di 3925 pnt prima e 4173 poi. Presto per gridare alle inversioni, ma certo è che il clima di vendite sembra essersi placato dando al mercato un nuovo temporaneo equilibrio sui minimi di questo 2022. Vedremo con le elezioni MId Term in Usa e i dati prossimi dell’inflazione quale sarà l’aspettativa che si crea per le chiusure di questo 2022 buon trading Salvatore Bilotta di SalvatoreBilotta113
DXY ComprareIndice dollaro statunitense sta per toccare il supporto diagonale a lungo termine. Una volta raggiunta la zona designata punterò un Long fino a valore designato nel grafico dalla linea gialla.Longdi UnknownUnicorn12231306Aggiornato 1
LA FED RESTA HAWKISH E IL DOLLARO RIPARTEIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 03.11.2022 -CONTESTO Tutto come da attese per la riunione di ieri della FED che ha portato il costo del denaro al 4% con un rialzo di 75Bp. Un dato già scontato che ha poco sorpreso i mercati e gli operatori che guardavano con maggiore interesse alle dichiarazioni di Powell per le future decisioni della FED nella speranza che a Dicembre e poi per il 2023 si potessero aprire spiragli da colomba nelle politiche economiche, confermando cosi il rally di speranze rialziste che aveva guidato il mercato negli ultimi giorni, ma nostro malgrado cosi non è stato! Powell fermo nella sua linea ha dichiarato che non è ancora giunto il momento di parlare di tagli dei tassi, che l’obbiettivo resta contenere l’inflazione , senza se e senza ma, e al momento non ci sono evidenze che l’inflazione stia regredendo, come mostrano i dati del PCE e IPC core. Sebbene abbia accennato che alla prossima riunione di Dicembre saranno rivalutati i dati della congiuntura macroeconomica al fine di prendere le migliori decisioni, non si è mostrata nessuna vera porta di speranza rialzista per l’economia che trona ad essere sotto pressione dalla banca centrale americana. Torna cosi la forza del dollaro americano già ieri sera al termine della conferenza stampa e come da copione le borse sono crollate, in un gelo di speranze distrutte che avevano giudato l’anomalo rally delle ultime sedute, portando cosi ancora una volta gli indici americani non lontano dai minimi di questo 2022. La palla ora passa alla BOE che oggi è chiamata alla decisione dei tassi di interesse, e il copione sembra essere il medesimo, ovvero la necessaria lotta all’inflazione, il bisogno di portare i tassi sui massimi degli ultimi 30 anni, con un rialzo da 75BP, tuttavia la differente congiuntura economica del paese, molto più fragile e preda delle prossime politiche fiscali di Hunt e Sunak, potrebbe indurre la BOE a decisioni più morbide, con rialzi di soli 50Bp, ma anche in questo caso le speranze restano tali e solo dopo aver letto i dati e ascoltato Baily potremmo davvero definire il futuro della Sterlina -FOREX Il comparto valutario non poteva che trovare nuova forza da aprte del dollaro usa, che torna ad aggredire le resistenze a 112.50, guardando ancora con simpatia a 113.50 prima e 114.50 poi, trascinando inesorabilmente il mondo retail in posizioni di mean reverting short al 61%, segnale di potenziali allunghi rialzisti. La risposta delle majors non è tardata ad arrivare, giu euro, sterlina ed oceaniche senza freni. Eurusd torna ad aggredire i supporti a 0.98, per puntare ai minimi di 0.9750 prima e 0.96 poi, con i retail che si portano al 60% long, a caccia dei minimi come da copione. Medesimo scenario per la sterlina, che in termini percentuali perde anche di più, portando il cable a 1.1350 in un chiaro trend ribassista composto da massimi e minimi decrescenti netti, con i retail che incalzano gli acquisti con un 54% long Torna la forza dello yen giapponese che a sorpresa reagisce dai minimi e tiene il passo con il dollaro USA mantenendo grande stabilità per usdjpy a 147.75, e mostrando forti prese di profitto per il mondo retail sul basket yen che passa al 57% long dopo lunghe esposizioni oltre il 60%, segnale che il sentiment potrebbe ben presto invertire su possibili rialzi dello yen, quindi massima attenzione per questo asset. Cadono anche le oceaniche, con il dollaro australiano che arriva a 0.6325 pronto per nuovi allunghi ribassisti fino alle aree di 0.6250-0.62 figura e con i retail che spingono contrariana al 74% long a caccia dei minimi su questo basket. Sebbene nzd sia più tonico di australia , ben poco può fare contro il biglietto verde e inizia cosi a cedere terreno testando le aree di 0.58 figura prima e aprendosi ad affondi verso 0.5750 con i retail ancora esposti short al 74% sul basket , mentre per il cambio contro dollaro non resistono alla tentazione di posizioni mean reverting e si portano al 53% long. -EQUITY Ben poco da fare per il comparto equity, deluso ampiamente da Powell, che distrugge le speranze rialziste e porta il Nasdaq nuovamente sotto quota 11000 pnt a 10900 pronto per nuovi allunghi ribassisti verso i minimi di questo 2022 Medesimo quadro per l’s&P che rompe di forza i minimi di 3780 pnt e parte ora per un nuovo rally ribassista a caccia dei minimi di 3640 pnt Borse europee più toniche , con il dax on lontano dai massimi di 13400 a 13150 pnt, mostrando chiaramente gli effetti benefici di una politica ancora meno aggressiva della BCE, che resta molto dietro la curva e dietro il faro mondiale che è la FED -COMMODITIES Nulla da fare per i metalli, a partire dal gold che soffre la duplice forza del dollaro e del comparto obbligazionario ancora in grande spolvero, pertanto si attaccano i supporti a 1630$ pronti ad approfondire i 1620 prima e 1610 poi -DATI ATTESI DA CALENDARIO Attesi per oggi i dati UK, pmi in primis e poi indiscussa attenzione alla BOE e alle decisioni sui tassi di interre per le 13.00 di oggi. buona giornata e buon trading Salvatore Bilotta Trader ----------------------------------------------------------------- di SalvatoreBilotta2
FUTURO DA COLOMBA O DA FALCO?IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 02.11.2022 -CONTESTO Il giorno della FED è arrivato e l’attenzione degli operatori è tutta rivolta agli eventi di questa sera, alle ore 20.00 Powell darà indicazioni non solo sul rialzo tassi, che sembra oramai scontato essere di 75Bp. ma cosa più importante, saranno le prospettive che si daranno sulle prossime riunioni di Dicembre e da li per il nuovo anno di contrattazione. Il futuro per la FED potrebbe essere ancora in linea con le decisioni hawkish che hanno dominato questo 2022, sempre se l’inflazione resti elevata e la congiuntura macroeconomico rimanga tonica, a questo scopo sarà interessante analizzare i dati di venerdi sul mercato del lavoro USA. Tuttavia se la FED dovesse dimostrarsi ancora molto aggressiva anche per le prospettive future, deludendo le aspettative di un giro di boa delle politiche monetarie verso una linea più accomodante , i mercati potrebbero scontare pesanti ribassi nel comparto equity, dando nuovo lustro al dollaro americano che ha vissuto negli ultimi giorni interessanti prese di profitto. Viceversa se Powell dovesse allinearsi ai timori di una eccessiva aggressività da parte della banca centrale nei confronti dell’economia reale, dando cosi sostegno alla teoria di essere giunti oramai al tasso di equilibrio e di conseguenza all’esigenza di rallentare il ritmo dei rialzi tassi, i mercati potrebbero festeggiare con importanti rialzi dando fiducia al rally in atto che potrebbe essere preludio al famoso rally di natale. In tal caso anche le prese di profitto sul dollaro potrebbero diventare copiose, e maggiormente giustificate dato i livelli ai quali si è giunti con il dollaro in questo 2022, il che porterebbe ad interessanti recuperi delle majors. -FOREX Per il comparto forex si denota attesa per le dichiarazioni di questa sera, con un dollaro che resta fermo a 111.50, senza per ora generare nessuna direzionalità. Fase di neutralità che si rispecchia anche sull’euro, che rimane non lontano dalla parità a 0.99 figura in attesa di sapere il futuro del biglietto verde. Leggeri ribassi per la sterlina, che gode di indecisione contro il dollaro, ma che vede invece interessanti ribassi contro le altre majors, dopo che la BOE ha dato inizio alla vendita netta di Gilts ieri pomeriggio. Il mondo retail in ovvia conseguenza, si mantiene neutrale con un 52% long sul baske euro , al 57% short dollari usa e al 57% short sterline. Di maggiore interesse lo yen giapponese, che in una giornata di timido recupero dai minimi, porta i retail a ridurre le esposizioni long che passano al 61% dal precedente 64% Respira anche il franco svizzero, che porta i retail a chiusure di posizioni long, che passano dal 64% di ieri al 56% attuale. Resta spinta la decorrelazione tra australia e nuova zelanda, con il dollaro australiano ancora in forte ribasso , tanto da portare i retail ad acquisti fino al 74% dal 68% di ieri, mentre la spinta rialzista del dollaro neozelandese vede il 79% short dal 66% di ieri. La forte decorrelazione tra i due asset porta interessanti eccessi sul cross audnzd, con un 91% long di posizioni retail dopo la forte discesa dai massimi di questo 2022. -EQUITY Il mondo azionario aspetta le parole della FED rimanendo dsotto le resistenze per gli indici maggiori, con il asdaq sotto 11.600 e la resistenza chiave a 11800pnt. Se stasera la FED dovesse dimostrarsi più hawkish del previsto per il prossimo futuro , non si escludono importanti ribassi fino al ritest dei minimi , prima a 11000pnt per poi giungerte a 10500pnt. Tuttavia non possiamo escludere lo scenario opposto, con una FED accomodante che si apre ad un rallentamento dei rialzi tassi, il che aprirebbe rialzi fino a 11800 pnt prima per poi dare fiato a maggiori ed importanti spinte rialziste. Lo scenario resta similare per l’SP che sembra voler puntare a 3800pnt come primo supporto chiave in caso di ribassi, mentre le prime aree di resistenza si collocano a 3950-4000pnt. -COMMODITIES Per le commodities energy, poco interesse per il wti, che rimane sotto i 90$ in una chiara compressione dei prezzi , con massimi e minimi inside dai massimi di agosto 2022. Troviamo a tal proposito i primi supporti a 82$ mentre le resistenze a 93$ -DATI ATTESI DA CALENDARIO Oltre all’appuntamento con la FED oggi si sono letti i dati ADP Usa che mostrano ancora un fortissimo mercato del lavoro con 239K nuovi posti di lavoro. buona giornata e buon trading SALVATORE BILOTTA di SalvatoreBilotta2
NUBI PER LA STERLINA E LA BANK OF ENGLANDIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 01.11.2022 -CONTESTO Entriamo nel vivo di una settimana ricca di market movers, primo fra tutti e non in ordine temporale, l’appuntamento con la FED di domani 2 Novembre, che potrebbe generare non poca volatilità sui mercati che aspettano indicazioni più chiare sulle future mosse della banca centrale, dando oramai per scontato il prossimo rialzo da 75Bp, ma non cosi certa l’azione di Dicembre 2022. Altro market mover chiave per la giornata di oggi, sarà la BOE, che dovrebbe avviare la vendita netta di Gilts, le obbligazioni sovrane, che sono state accumulate nel bilancio , special modo durante il periodo pandemico per sostenere le esigenze e le emergenze del paese. Allo stato attuale delle cose, la BOE dovrà svendere i titoli obbligazioni, mettendoli all’asta a prezzi più bassi di quanto li ha pagati, generando cosi una perdita oramai certa nel bilancio delle casse del tesoro. Un fardello in più da gestire per il PM Sunak, che dovrà insieme al cancelliere Hunt presentare il nuovo piano fiscale entro il 17 novembre, ma sembra già evidente chela pressione fiscale salirà mettendo a dura prova i cittadini britannici, già alle prese con l’inflazione a doppia cifra in un contesto economico asfittico, di scarsa produttività e peggiori esportazioni, secondo gli ultimi dati PMI. La BOE attesa questa settimana per un nuovo rialzo tassi da 75Bp, potrebbe vedersi costretta a toni meno aggressivi, per controllare l’eventuale instabilità che potrebbe crearsi oggi con la svendita dei Gilts, consapevole quindi che è un territorio inesplorato, che va oltre le consuete manovre di rialzo tassi a cui le banche sono oramai abituate. Cosa potrà accadere sarà monito per la FED così come per le altre banche centrali occidentali che sono prossime alla vendita nette di obbligazioni sovrane. -FOREX Le attese per le banche centrali portano ad un sostanziale equilibrio nel mercato fx, con il dollaro ancora ago della bilancia, che tuttavia non riesce ad esprimere direzionalità. Dollar index al momento resta sotto le aree di resistenza di breve di 112.00, dettando il ritmo di una sessione di debolezza, portandosi ora al test di 110.75 per probabili allunghi fino 109.50. il sentiment retail al momento resta neutro con un 53% short, che rispetto al 57% di ieri mette in evidenza una profonda incertezza. Equilibrio anche per la moneta unica che resta non lontano dal livello di parità a 0.9925, sulla media a 21 periodi daily creando tuttavia una buona struttura a massimi e minimi crescenti su base daily, che potrebbe vedere allunghi rialzisti interessanti fino alle aree di 0.1 e 1.02. Il mondo retail si mantiene al 51% short sul basket euro, ed in perfetto equilibrio su eurusd, senza dare per ora grandissime indicazioni. Calano le posizioni short sulla sterlina, che passano dal 56%di ieri al 58% attuale, ponendo ancora una volta in equilibrio il sentiment degli operatori in vista degli eventi di oggi pomeriggio. Unici sbilanciamenti interessanti restano lo yen giapponese con un 62% long, sebbene in calo dal 65% di ieri e un 70% long sul dollaro australiano in linea con il 71% di ieri. -EQUITY Prosegue la fase di risk on delle borse occidentali, con il dax che si porta sui massimi di 13400pnt e sembra oramai lanciato a testare i 13550 area di resistenza chiave per determinare una vera inversione di tendenza. Al momento la linea morbida intrapresa dalla BCE sembra dare fiato all’azionario europeo, sebbene le prospettive dell’economia reale sono tra le peggiori degli ultimi 20 anni. Stabili le borse americane, che dopo una giornata di ribassi modesti, sembrano voler recuperare in pre-market con il nasdaq che aggredisce gli 11630 pnt, livello oltre il quale si aprono strade rialziste fino gli 11800 pnt. Più tonico al momento l’S&P che si trova in pre-market già alle porte dei 3925 pnt massimo di ottobre, pronto per interessanti allunghi rialzisti che potrebbero portare fino alle aree di 4000pnt. Attendiamo oramai l’intervento della BOE e della FED di domani, per capire quale nuova direzionalità ci accompagnerà nel finire di questo 2022 buona giornata e buon trading SALVATORE BILOTTA ----------------------------------------------------------------- di SalvatoreBilotta16
WisdomTree - Tactical Daily Update - 28.10.2022La BCE aumenta ma tassi di +0,75%, ma Lagarde meno “falco” del previsto. Inflazione ancora al galoppo in ottobre: in media 11% in Euro-zona. Rendimenti dei Govies in forte calo ieri, ma oggi risalgono. Azioni della tecnologia in disgrazia: delude anche Meta, che perde 20%. La Banca Centrale Europea (ECB), come previsto, ha nuovamente alzato il costo del denaro di 75 punti base, per “assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% a medio termine”, ma e’ sembrata "meno falco” delle attese. I mercati hanno gradito quel poco di ammorbidimento della narrativa della Presidente Lagarde nella conferenza stampa, e si e’ visto un ampio calo dei rendimenti dei titoli di stato e dello spread tra BTP italiani e Bund tedeschi. Le Borse europee, grazie al recupero nel finale, hanno chiuso miste: Milano è stata la migliore, +0,9%, Londra +0,2%, Francoforte +0,1%, mentre Parigi ha perso -0,5%. I miglioramente piu’ ampi li ha registrati il mercato obbligazionario, col rendimento del BTP decennale italiano sceso sotto al 4% ed il differenziale col Bund tedesco calato a 205 punti base: a cio’ ha sicuramente contribuito l'impegno a reinvestire cedole e titoli rimborsati fino alla fine del 2024 e non aver parlato di vendite di bond in portafoglio, il temuto “Quantitative tightening”. L’ECB prevede nuovi aumenti dei tassi nei prossimi mesi ed ha deciso una “stretta” alle condizioni di rifinanziamento dei TLTRO (Targeted Long Term Refinancing Operations) che sinora, per le condizioni “semi-gratuite” alle quali erano concesse, hanno permesso alle banche di lucrare ampi differenziali positivi. Wall Street ha chiuso con performance assai differenziate tra i diversi indici: Dow Jones +0,6%, S&P500 -0,6%, Nasdaq -1,6%. A dare sostegno ai listini tradizionali Usa ci ha pensato l'atteso dato sul GDP (Prodotto interno lordo) del terzo trimestre: +2,6%, sopra le attese degli analisti (+2,4%): il GDP torna dunque a crescere dopo il -1,6% del primo ed il -0,6% del secondo. Allineato alle aspettative il dato di inflazione PCE (Personal consumption expenditures), il piu’ osservato dalla FED, che alla fine del terzo trimestre e’ sceso a +4,2%, con il dato “core” (ex food and energy) al +4,5%. Ancora soddisfacenti i numero delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, saliti di 3.000 unità a 217.000, vs 220 mila previsti. Preoccupanti, al contrario, le indicazioni che emergono da alcune trimestrali “big tech”, con la negativita’ di Meta che si aggiungono a quella di Microsoft e Google. Meta ha perso ieri oltre -20%, cioe’ -80 miliardi Dollari di capitalizzazione, e vale ora meno di 270 miliardi, dopo averne perso, da inizio anno,oltre 600. Insomma, e’ difficile cogliere in questi dati molto “misti e contraddittori”, i sintomi che indurrebbero la FED ad rallentare la “stance” restrittiva. Intanto, l’economia europea continua a soffrire della corsa dei prezzi: dati allarmanti sull'inflazione vengono oggi, 28 ottobre, da Francia, Germanie e Italia, mentre migliora la tendenza in Spagna, dove il Governo e’ intervenuto a calmierare le tariffe energetiche ed ha imposto un drastico taglio ai prezzi dei trasporti. Questi numeri preliminari di ottobre avvalorano la convinzione che l’azione restrittiva anti-inflazione della Banca Centrale Europea sia appena iniziata. Non a caso, il rendimento dei BTP decennali risale di +21 punti base, a +4,25% (ore 14.00 CET), ed anche lo spread con il Bund “allarga” di +8 punti base a 211. L’Ufficio Studi dell’ECB ha rivisto al rialzo le aspettative di inflazione per il triennio 2022-2024 rispettivamente al +8,3%, +5,8% e +2,4%, cioe’ +1,0, +2,2 e +0,3 per cento sopra le precedenti stime. Riviste leggermente al rialzo, invece, quelle di crescita dell'Euro-Zona al +3,0% dal precedente +2,8%, tagliando tuttavia quella per il 2023, a +0,1% da +1,5%. In Italia si registra il positivo andamento del fatturato dell'industria ad agosto, +3,6% su base mensile destagionalizzata, mentre in Germania ha sorpreso positivamente la crescita del prodotto interno nel terzo trimestre, +0,3% su base trimestrale (la stima era -0,2%) e +3,1% su base annuale (vs stima di +2,7%). A settembre 2022 i prezzi alla produzione per l'industria italiana sono aumentati +2,8% su base mensile e +41,8% su base annua (contro il gia’ stellare +40,1% di agosto). Al netto della componente energetica, gli aumenti sono +0,8% mensile e +12,6%. I prezzi al consumo (CPI) registrano un aumento del +3,5% mensile e +11,9% su annua: era +8,9% a settembre!! E’ ovvio che gli indicatori della fiducia di famiglie ed imprese europee ne risentano: l’ESI (European Sentiment Indicator) che misura la fiducia verso la prospettiva economica e’ sceso ulteriormente ad ottobre, -1,1 punti a 92,5, toccando il livello più basso da novembre 2020. Le borse asiatiche, stamani 28 ottobre, risentono delle turbolenze politiche e economiche internazionali: Nikkei giapponese -0,9%, Hang Seng di Hong Kong -3,7%, Kospi coreano -0,9%, ASX australiano -0,9%, Nifty indiano +0,3%, e China A50 -2,2%. I listini europei sono in frazionale ribasso a fine mattinata, in media -0,6%, mentre i futures su Wall Street anticipano riperture poco mosse ma la “tech” ancora sotto pressione (ore 14.00 CET). Informazioni importanti Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland. Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito. Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta. Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. 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Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali. I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri. di Peter_Braganti11
BANCHE CENTRALI IN EQUILIBRIO TRA INFLAZIONE E RECESSIONEIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 27.10.2022 -CONTESTO Siamo alla settimana cruciale per le banche centrali, con gli appuntamenti di Bank Of Canada, BCE e BOJ, in una successione di tre giorni, ed in parallelo alle più importanti trimestrali delle aziende USA. Tantissimi i market movers quindi che guidano il sentiment dei mercati, speranzosi di essere giunti alla fine del tanto temuto vento hakish che ha soffiato nel board delle banche centrali. Giungiamo al mese di Novembre, prossimi dunque agli ultimi appuntamenti per questo 2022 con i banchieri centrali, che non sono riusciti al momento a domare l’inflazione mondiale, ancora in netta salita nelle varie aree economiche del mondo , pur spingendo sul pedale dei rialzi tassi come mai prima di ora. La sfida è ora contro il tempo, l’inflazione rimane sostenuta e mentre il tempo passa, entra sempre di più nel tessuto sociale dei vari paesi, rendondo sempre più arduo il compito di calmierarla e correndo il rischio di dover rendere fin troppo aggressive le scelte di politica monetaria necessiarie a tale scopo. La paura ora sembra essere la scelta di un eccesso di aggressività, già dimostrata dalle banche oceaniche, che ricordiamo essere le più caute nei loro rialzi tassi, sebbene stiano vivendo un’alta inflazione, ai record degli ultimi 40 anni, non trovano fondata un’aggressione eccessiva alla domanda aggregata, e temono di dover poi ripartire nella costruzione di un’economia devastata. Ieri anche la BOC sembra essersi allineata a questo pensiero , con un rialzo tassi di soli 50BP, contro le previsioni di un rialzo di ben 75Bp, segno di maggior cautela, nella ricerca di un tasso di equilibrio in grado di non distruggere la domanda aggregata, ma al contempo di controllare la corsa dei prezzi Oggi è stato ancora il turno della BCE, che rimanendo molto indietro rispetto alla curva del ciclo inflazionistico, ha mantenuto a disposizione maggiori cartucce da sparare, consentendo cosi oggi un rialzo da 75Bp, in linea con le attese. Tuttavia, per l’Europa resta cruciale il nodo dei piani di aiuto App e PEpp, che portano ad un balance sheet ancora molto sostenuto sul quale i maggiori tassi di interesse comportano ora costi maggiori, non cosi gradevoli in un clima di rallentamento economico e produttivo del blocco europeo. Equilibrio decisamente non facile da trovare per i paesi occidentali, ma ancora più ardua sarà la scelta della BOJ che domani è chiamata alla valutazione della sua politica monetaria ancora molto accomodante, che ha portato alla svalutazione selvaggia dello Yen, tanto da richiederne un intervento diretto sul mercato fx. Scarse le aspettative per la BOJ, dove si da molto probabilmente credito all’idea di un nulla di fatto, con tassi fermi, ma focus speciale sulle dichiarazioni eventuali alla svalutazione dello Yen che ricordiamo aver toccato il picco del 30% contro il dollaro Usa. Infine stasera attese per le trimestrali Apple, di certo la Big più attesa dagli operatori, dato il suo grande peso all’interno dell’indice Usa, e della sua presenza in diversi ETF. ANALISI RETAIL Giornata di rimbalzo per il dollaro sua, che giunge sulle aree di supporto di 109.50 in una due giorni di profondi ribassi, che tuttavia non hanno invalidato ancora la fase di lateralità ed indecisione del biglietto verde. Il mondo retail che stamattina si era posizionato al 61% long, trova ora un nuovo equilibrio portandosi al 57% long sul basket, proiettando le aspettative e le dinamiche di volatilità alla prossima settimana e all’appuntamento con la FED del giorno 2 novembre. Aspettative rialzista stamattina per la moneta unica, che cogliendo l’occasione di un dollaro debole, ha vissuto una due giorni di rialzi, portando i retail al 71% short sul basket, tuttavia le aspettative sono state oggi calmierate da una BCE poco sorprendente e decisamente in linea con ciò che il mercato aveva già scontato. Il mondo retail pertanto passa dal 71% short di questa mattina ad un più modesto 65% attuale. Stabile il sentiment sulla sterlina che vede i retail short al 65% senza particolari spunti operativi. Interessante la forza delle oceaniche, che hanno colto la momentanee debolezza del dollaro usa, con interessanti movimenti rialzisti , che li portano lontani dai minimi di questo 2022. Il mondo retail stamane si era posizionato short al 67% sul dollaro australiano e al 52% su quello neozelandese. I movimenti di recupero del dollaro Usa ha riportato equilibrio anche sulle oceaniche, generando prese di profitto per il mondo retail che torna al 56% short per Australia e al 52% short per nzd, lasciando il sentiment retail in sostanziale equilibrio. Ci proiettiamo ora ai dati trimestrali di questa sera per Apple, e alla BOJ di domani, oltre ai dati sul PCE USA che ci porterà all’appuntamento con la Fed di mercoledì prossimo buona giornata e buon trading SALVATORE BILOTTA di SalvatoreBilotta17
Tesi sulla recessione USA del primo semestre 2022Analisi delle attuali condizioni economiche e politiche LEGGENDA GRAFICO1 Occupazione salariale non agricola (blu scuro), consenso Bloomberg al 25/10 per PFN (blu +), occupazione civile (arancione), produzione industriale (rosso), reddito personale esclusi i trasferimenti in Ch.2012$ (verde), vendite manifatturiere e commerciali in Ch.2012$ (nero), consumo in Ch.2012$ (azzurro) e PIL mensile in Ch.2012$ (rosa), PIL ufficiale (barre blu), tutti log normalizzati a 2021M11=0 . L'ombreggiatura lilla indica le date associate a un'ipotetica recessione in H1. Fonte: BLS, Federal Reserve, BEA, tramite FRED, IHS Markit (nee Macroeconomic Advisers) (versione 10/4/2022) e calcoli dell'autore. È interessante ricordare cosa ha spinto le affermazioni di recessione per il primo semestre 2022. Per alcuni è stata la lettura negativa del PIL. Per altri, sono state le miglia percorse dal veicolo o il consumo di petrolio (entrambi di Steven Kopits ). di VISIONX35
Usd index Divergenza ribassista!!!Usd sembra aver trovato il suo apice , battendo contro la parte superiore del canale rialzista e creando un lower high. Inoltre da attenzionare la divergenza ribassista sul daily! Tutto ciò se si avverasse porterebbe linfa nei mercati…btc compreso💪🏻💪🏻💪🏻di Sheik0881
DOLLAR INDEX AI MASSIMI! Grafico mensile Dxy DOLLAR INDEX in perfetto trend ascendente ma tocca resistenza dinamica in forte ipercomprato su rsi e stocastico. Probabile ripiegamento del dollaro (a beneficio anche delle borse). Short! E long per le azioni internazionali e UsaShortdi alestocks2
Prospettiva per il dollaroQuesto è quanto ritengo più probabile accadere sul dollar index prossimamente. Shortdi UnknownUnicorn294533680
Triangolo DXY 4HQuesto è come penso si sviluppi il triangolo di DXY sul 4h. Un grab di buyside liquidity dentro a un'imbalance in quella grossa candela ribassista che formerà a parer mio un valido livello di resistenza. Non opererò su questo triangolo ma lo userò per capire come muovermi su timeframe più bassi nei pair del dollaroShortdi UnknownUnicorn294533681
Lavoro Usa batte le attese, falchi pronti a spiccare il volo Il dollaro USA torna nelle mani dei rialzisti con rendimenti USA rampanti. •Gli occhi saranno tenuti d'occhio sulla debolezza dello yen e sull'IPC statunitense questa settimana. Il dollaro USA ha fatto un'impressionante rimonta venerdì e si è rafforzato rispetto alle principali valute sulla scorta dei dati statunitensi che hanno mostrato che i datori di lavoro hanno assunto più lavoratori del previsto a settembre, suggerendo che la Federal Reserve per ora probabilmente si atterrà alla sua politica aggressiva di inasprimento. La probabilità di continui aumenti dei tassi di interesse ha contribuito a far salire ancora una volta i rendimenti del Tesoro. L'indice del dollaro DXY, che replica il biglietto verde rispetto a un paniere di altre sei valute principali, è salito dello 0,43% alla chiusura del gioco di venerdì e ha raggiunto un massimo di 112,5882. Il rendimento dei buoni del Tesoro a 10 anni di riferimento è salito a un massimo del 3,908%. I salari non agricoli sono aumentati di 263.000, al di sopra della stima di consenso per un'aggiunta di 250.000 posti di lavoro. Il settore dei servizi ha aggiunto 244.000 posti di lavoro, trainato dai guadagni nei servizi educativi e sanitari, nel tempo libero e nell'ospitalità. L'Unemployment Tate è sceso al 3,5% a settembre dal 3,7% di agosto, a fronte delle richieste di mantenere invariato il tasso. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è sceso di 0,1 punti percentuali al 62,3%. Ciò va contro la loro battaglia per ripristinare l'equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro di fronte all'inflazione, il che significa che forti aumenti dei tassi sono un dato di fatto per il prossimo futuro e questo è un vento contrario per i prezzi dell'oro rispetto a una curva di appiattimento. Ciò rappresenterà un'altra settimana critica per i giorni a venire con molti eventi del calendario statunitense, inclusi i verbali della precedente riunione della Fed, i dati sull'inflazione negli Stati Uniti e le vendite al dettaglio. I mercati stanno attualmente valutando una probabilità del 92% di un aumento di 75 punti base per la riunione del Federal Open Market Committee del mese prossimo. Il restante 8% di probabilità è per un aumento di 50 punti base. Anche i dati sull'inflazione statunitense saranno seguiti da vicino e potrebbero rivelarsi influenti nel definire le aspettative degli investitori per la Fed. Nel tentativo di domare l'inflazione alle stelle, la banca centrale ha alzato il suo tasso di riferimento da quasi zero all'inizio di quest'anno all'attuale gamma del 3,00% al 3,25%, e il mese scorso ha segnalato che erano in arrivo aumenti più ampi quest'anno. Questo è alla base del biglietto verde che sembrava aver raggiunto il livello minimo la scorsa settimana, come mostra la seguente analisi tecnica di seguito. Il DXY è aumentato di circa il 18% per l'anno finora. "I prezzi core probabilmente sono rimasti forti a settembre, con la serie che ha registrato un altro grande aumento dello 0,5% su base mensile", hanno affermato gli analisti di TD Securities prima dei dati CPI. ''Probabilmente l'inflazione di riparo è rimasta forte, anche se prevediamo un forte calo dei prezzi dei veicoli usati. È importante sottolineare che i prezzi del gas hanno probabilmente portato di nuovo un ulteriore sollievo per le serie principali, in calo di circa il 5% su base mensile. Le nostre previsioni mensili implicano 8,2%/6,6% a/a per i prezzi totali/core.'' In altri eventi, verrà rilasciato il verbale del FOMC. Il dot plot di settembre ha rivelato un tasso terminale dei Fed Funds superiore alle attese del 4,625%, con una distribuzione di punti abbastanza uniforme attorno a questo livello. Gli analisti di TDS hanno affermato che "la domanda è quanto di questo si sia riflesso nelle deliberazioni della riunione di settembre. Il tono di queste deliberazioni è stato probabilmente più aggressivo, date le tendenze fondamentali dell'inflazione CPI, sconvolgendo l'attuale narrativa dei mercati pivot accomodanti.'' BoJ in fuga Nel frattempo, una potenziale spina nel fianco del biglietto verde potrebbe essere la Banca del Giappone. Il dollaro ha invertito le prime perdite contro lo yen giapponese la scorsa settimana e questo è il rischio per i rialzisti del dollaro USAi l mese scorso il dollaro ha raggiunto il picco di 145,90 yen in 24 anni, che aveva indotto un intervento delle autorità giapponesi per sostenere il fragile yen. "Il rialzo dell'USD sarà più difficile da raggiungere a questo punto, in gran parte perché il MOF/BOJ sembra intenzionato a schiacciare il vol USDJPY", hanno affermato gli analisti di TD Securities. ''Finora ha avuto successo. Attualmente, siedono su circa $ 1 trilione di riserve, quindi hanno alcune munizioni per impegnarsi in questa operazione. Riteniamo che una mossa al di sopra di 145 rischi di nuovo un intervento sullo yen e ciò potrebbe introdurre un po' di trascinamento dell'USD nel complesso, anche se temporaneamente. 140/145 è giusto per USDJPY in questo momento.'' I rendimenti USA continuano ad andare avanti I rendimenti del dollaro e del Tesoro USA sono aumentati dopo il rapporto sul lavoro, poiché gli investitori scommettono sui beni rifugio: come si è visto, il grafico a 4 ore mostra piccoli segni di decelerazione a seguito di un aumento da un'inversione media del 50% del precedente impulso rialzista. Se la struttura di supporto regge, il segno del 4,00% rimarrà sul radar del rialzo e questo supporterà il biglietto verde. Il legname costa il canarino alla miniera di carbone? La rottura della scollatura della testa e delle spalle e il passaggio alla scollatura della formazione M sono prospettive rialziste all'interno del cuneo ascendente rialzista dei prezzi del legname. Gli aumenti dei tassi che hanno danneggiato il mercato immobiliare potrebbero essere una marea che sta cambiando. I prezzi del legname sono scesi del 70% da inizio anno poiché i tassi sui mutui hanno superato la soglia del 5%. Nel frattempo, abbiamo visto un 62% di ritracciamento nel rally di settembre e un tentativo di salire di nuovo sul lato anteriore di una linea di tendenza di supporto dinamica che deve ancora cedere. C'è uno squilibrio dei prezzi nell'area grigia intorno a 114,00 che i rialzisti possono puntare per la settimana a venire nell'indice dei prezzi al consumo (CPI). Inoltre, da tenere a mente, il dollaro USA sta guadagnando contro lo yuan offshore cinese USDCNH ed è destinato a continuare a farlo mentre l'economia cinese lotta sotto il peso dei focolai di COVID in corso e dei blocchi. Abbiamo visto ulteriori prove di ciò nel Caixin Services Purchasing Managers' Index (PMI) del fine settimana per settembre 2022, che è sceso a 49,3 da 55,0 di agosto, riportandolo in contrazione. Abbiamo anche visto che il PMI dei servizi ufficiali cinesi ha mancato il segno a 50,6 (previsto 52,0, prima di 52,6) e il PMI manifatturiero Caixin / Markit cinese per settembre è stato deludente a 48,1 (previsto 49,5, prima di 49,5). tutto questo dovrebbe cadere nelle mani del biglietto verde, soprattutto con il numero di rischi geopolitici gettati nel mix. Il dollaro USA ha superato i minimi della scorsa settimana di circa 112,75, una caratteristica rialzista per la settimana a venire che lascia 114,00 sul radar finché 111,95/55 regge:Longdi VISIONX30
Gli economisti di Credit Suisse rimangono rialzisti sul dollaro L'indice del dollaro USA vedrà una spinta finale più forte verso il massimo di 121,02 del 2001 – CS Gli economisti rimangono rialzisti sul dollaro USA e vedono spazio per una spinta finale al rialzo potenzialmente più avanti nel quarto trimestre. Il rally dell'USD è visto esagerato nel breve termine “L'ultimo passaggio a un nuovo massimo del ciclo per il DXY non è stato confermato dallo slancio settimanale, suggerendo un trend stancante. Sebbene manteniamo le nostre prospettive rialziste di base e di lunga durata, riteniamo che l'inizio del quarto trimestre possa assistere a una fase di consolidamento, prima di una spinta finale potenzialmente più forte dell'USD per un movimento a 118,37 nel DXY, potenzialmente il massimo di 121,02 del 2001". "Un buon supporto è visto da 109,29 a 107,68, che è un gruppo di livelli che include la media a 55 giorni, il ritracciamento del 23,6% dell'intero trend rialzista 2021/2022 e il minimo di settembre, che cerchiamo idealmente di dimostrare un solido pavimento. Se la debolezza dovesse estendersi (non il nostro caso base), ci aspetteremmo un forte supporto successivo a 105,01/104,64".Longdi VISIONX30
L'indice USD è salito ai massimi di 3 giorni intorno a 111,80L'indice USD è salito ai massimi di 3 giorni intorno a 111,80, spostando l'attenzione sulla NFP •L'indice sembra bid e raccoglie ulteriore trazione intorno a 111,80. •L'ulteriore rialzo dei rendimenti statunitensi rafforza anche l'umore ottimista nel dollaro. •Le richieste iniziali sono aumentate più del previsto di 219.000 WoW. Il biglietto verde, in termini di indice USD (DXY) estende il recupero settimanale nella regione di 111,80 giovedì, o massimi di 3 giorni. L'indice USD ora si concentra sulla NFP L'indice cerca di estendere l'avanzata dopo il forte rimbalzo di mercoledì, mentre rimane supportato dalla continuazione dello slancio al rialzo dei rendimenti statunitensi lungo la curva. Inoltre, l'ulteriore perdita di slancio nell'universo associato al rischio collabora con il secondo aumento giornaliero consecutivo del dollaro, il tutto in vista dei principali libri paga non agricoli per il mese di settembre in scadenza venerdì. Nel calendario, le richieste iniziali sono aumentate di 219.000 nella settimana fino al 1 ottobre, mentre i tagli al lavoro Challenger sono aumentati di 29.989.000 a settembre. Cosa cercare intorno a USD L'indice soffre la ripresa nel complesso di rischio e torna giovedì in area sotto quota 111,00. Mentre le prospettive a breve termine per il dollaro sembrano in qualche modo intaccate, la convinzione più ferma della Federal Reserve di mantenere i tassi di aumento fino a quando l'inflazione non apparirà ben sotto controllo, indipendentemente da un probabile rallentamento dell'attività economica e una certa perdita di slancio nel mercato del lavoro continua a sostenere il tono positivo sottostante nell'indice. Guardando allo scenario più macro, il biglietto verde sembra anche rafforzato dalla divergenza della Fed rispetto alla maggior parte dei suoi omologhi del G10 in combinazione con attacchi di effervescenza geopolitica e occasionale riemergere di avversione al rischio. Eventi chiave negli Stati Uniti questa settimana: Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione (giovedì) – Buste paga non agricole, tasso di disoccupazione, variazione del credito al consumo, scorte all'ingrosso (venerdì). Eminenti problemi sulla caldaia posteriore: hard/soft/softish? sbarco dell'economia statunitense. Prospettive di ulteriori rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve rispetto alla speculazione di una recessione nei prossimi mesi. Effervescenza geopolitica contro Russia e Cina. Conflitto commerciale persistente USA-Cina. Livelli rilevanti dell'indice USD Ora, l'indice sta guadagnando lo 0,38% a 111,62 e affronta la prossima barriera in rialzo a 114,76 (massimo 2022 il 28 settembre) distaccato da 115,00 (livello rotondo) e poi 115,32 (massimo maggio 2002). D'altra parte, una violazione di 110,05 (minimo settimanale 4 ottobre) aprirebbe la porta a 109,35 (minimo settimanale 20 settembre) e infine 107,68 (minimo mensile 13 settembre).Longdi VISIONX3Aggiornato 0
Cosa osservare sul Dollar Index, per anticipare i mercati USDAttualmente stiamo osservando il Dollar Index (DXY) per anticipare la ripresa del dollaro , per operare su UsdJpy, UsdCad e AudUsd. Come spiega la Teoria di Dow, un mercato in trend configura sempre prese di profitto ridotte, entro il 33%, entro massimo il 50% , partendo dal segmento di trend di origine. Attualmente le prese di profitto sul Dollar Index, come si può vedere nel grafico mensile, sono pari al 33%. Pertanto il contesto strategico suggerisce una continuazione, della tendenza primaria rialzista. Valuteremo a fine settimana la chiusura, per anticipare la potenziale ripresa per la prossima settimana. Formazionedi TrendFollowingTradersCommunityAggiornato 2
l'ottimismo svanisce, restano gli orsi sul dollaro Di cosa ti devi occupare giovedì 6 ottobre: Il dollaro ha fatto una rimonta di breve durata mercoledì, chiudendo la giornata in modo misto su tutta la linea FX. I flussi di riduzione del rischio sono tornati in mezzo alle tensioni tra Europa e Russia, sebbene il sentimento sia migliorato durante le ore di negoziazione degli Stati Uniti quando il paese ha pubblicato dati macroeconomici ottimisti. L'Unione Europea ha approvato l'ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia, compreso un tetto massimo sul greggio di Mosca e sui prodotti raffinati. Il vicepremier russo Alexander Novak ha risposto dicendo che il suo paese sarebbe disposto a tagliare la produzione per compensare i massimali di prezzo, aggiungendo un prezzo del petrolio di $ 70 al barile sarebbe comodo. Il Regno Unito prevede inoltre di attuare sanzioni che vietano i servizi russi e limitano le esportazioni nel paese. Allo stesso tempo, l'OPEC+, insieme ai ministri chiave delle nazioni coinvolte, solitamente noto come Comitato di monitoraggio ministeriale congiunto, ha deciso di ridurre la produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno. Hanno anche annunciato che non si sarebbero più incontrati su base mensile. Nel frattempo, anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che l'Unione è pronta a discutere un tetto massimo di prezzo temporaneo sul gas utilizzato per generare elettricità, mentre la Casa Bianca degli Stati Uniti ha riferito che il Dipartimento dell'Energia rilascerà altri 10 milioni di barili di petrolio dalla Strategic Petroleum Reserve . Infine, l'amministrazione Biden si consulterà con il Congresso sugli strumenti per ridurre il controllo dell'OPEC sui prezzi dell'energia. La coppia EUR/USD viene scambiata attualmente intorno a 0,9890, mentre GBP/USD viene scambiata intorno a 1,1330. Il cambio USD/CAD ha chiuso la giornata con perdite intorno a 1,3610, nonostante la ripresa dei prezzi del greggio. Il WTI è ora scambiato a circa $ 87,90. La coppia AUD/USD, d'altra parte, ha ridotto la maggior parte delle sue prime perdite e si aggira intorno a 0,6500. USD/CHF è in rialzo fino a 0,9830, mentre USD/JPY rimane stabile intorno a 144,50. L'oro spot ha incontrato gli acquirenti in calo a $ 1.700, chiudendo la giornata a circa $ 1.716. Wall Street è mista, con il Dow Jones Industrial Average che registra guadagni modesti, ma l'S&P500 e il Nasdaq Composite sono attualmente in rosso. Infine, i rendimenti dei Treasury statunitensi sono aumentati, con il Treasury decennale che attualmente cede il 3,75%. Shortdi VISIONX30
indice USD: un ulteriore calo potrebbe rivedere 109,35Analisi dei prezzi dell'indice USD: un ulteriore calo potrebbe rivedere 109,35 •DXY aggrava le perdite in un contesto di ampia propensione al rischio. •Un ritracciamento più profondo potrebbe vedere rivisitato il minimo settimanale a 109,35. DXY si aggiunge all'aspro inizio settimana e martedì mette alla prova il quartiere delle 111.00. Nel contesto attuale appare probabile la prosecuzione della flessione correttiva e con il prossimo target al minimo settimanale a 109,35 (20 settembre). La perdita di quest'ultimo potrebbe testare nuovamente il supporto provvisorio alla SMA a 55 giorni a 108,61. Le prospettive di ulteriori guadagni del dollaro dovrebbero rimanere invariate fintanto che l'indice viene scambiato al di sopra della linea di supporto a 7 mesi vicino a 107,20. Nel lungo periodo, DXY dovrebbe mantenere la sua posizione costruttiva mentre si trova al di sopra della SMA a 200 giorni a 102,60. di VISIONX30
i mercati iniziano la settimana con ottimismo daily report basi 3 ottobre 2022, 22:38 Di cosa devi prenderti cura martedì 4 ottobre: Il biglietto verde ha ripreso il suo declino all'inizio della settimana, terminando lunedì con perdite su tutta la linea FX. La coppia EUR/USD è stata in grado di registrare un modesto anticipo e si è attestata intorno a 0,9820, con la valuta condivisa tra le peggiori rispetto al dollaro USA. I PMI S&P Global Manufacturing rivisti al ribasso hanno pesato sull'EUR. I mercati finanziari sono stati scambiati con ottimismo, nonostante i persistenti timori di recessione. Le turbolenze politiche e finanziarie nel Regno Unito continuano a innescare reazioni volatili del mercato e ad aprire la strada. Il governo del Regno Unito ha proposto un potenziale taglio delle tasse di un'aliquota del 45% sul reddito, ma il ministro delle finanze britannico Kwasi Kwarteng in seguito ha affermato che stavano abbandonando l'idea. L'annuncio ha sostenuto GBP/USD, che ha chiuso la giornata vicino a un massimo intraday di 1,1333. A seguito delle notizie del Regno Unito, gli indici europei sono tornati alle prime perdite e si sono stabilizzati in verde. Il biglietto verde ha cercato di avanzare in vista dell'apertura statunitense, ma i dati locali tiepidi lo hanno riportato sul percorso ribassista. L'ISM Manufacturing PMI si è contratto a 50,9 a settembre, mantenendo a malapena il territorio di espansione. Wall Street si è ripresa da dove erano rimasti gli indici europei e ha registrato un sostanziale aumento, minando ulteriormente la domanda per l'USD. I rendimenti dei Treasury USA sono scesi, con il rendimento del Treasury decennale in calo di circa 15 pb. La coppia AUD/USD ha riguadagnato la soglia di 0,6500 in vista della decisione di politica monetaria della Reserve Bank of Australia. USD/CAD si attesta vicino al suo minimo intraday intorno a 1,3630. Infine, il dollaro ha registrato avanzamenti irregolari rispetto ai suoi rivali rifugio, con USD/CHF ora scambiato a 0,9930 e USD/JPY a 144,75. L'oro è salito alle stelle e flirta con $ 1.700 l'oncia troy, mentre anche i prezzi del greggio sono aumentati. Il WTI è attualmente scambiato a circa $ 83,50 al barile. I rendimenti dei titoli di Stato sono stati nettamente inferiori, ma si sono spostati dai minimi intraday prima della chiusura. Il consolidamento di 4 mesi di Dogecoin è destinato ad allontanare gli investitori a meno che DOGE non rivendichi questo livello di VISIONX3Aggiornato 1