WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.12.2021Opec+ conferma l’aumento mensile della produzione per il mese di gennaio.
Prezzo del petrolio in recupero, con molti dubbisu tenuta della domanda.
Borse molto incerte in Europa, ma ieri Wall Street ha strappato sul finale.
I prezzi alla produzione in Europa segnano +21,8% a ottobre. E’ il picco?
Come temevamo, il recupero delle Borse europee di mercoledi’ 1’ dicembre ha avuto vita breve. Ieri tutti gli indici europei hanno perso terreno, in media -1,1%: il FtseMib italiano ha chiuso a -1,4% e l’Ibex spagnolo a -1,8%.
L’ascesa dei contagi con variante Omicron fa temere che altri paesi, dopo l’Austria, la Repubblica Ceca e la Germania possano introdurre nuovamente un regime di lockdown che isoli soprattutto i non vaccinati, con inevitabili ricadute negative sulla crescita economica.
Tutto questo mentre l’inflazione stimata in Europa a novembre sara’ ancora sopra il +5%, il livello piu’ alto degli ultimi 20 anni.
Chiara divergenza di umore tra il vecchio continente e gli Stati Uniti, dove i principali indici di Wall Street hanno recuperato nel finale di seduta sino a chiusure positive: Dow Jones +1,82%, Nasdaq +0,83% e S&P +1,42%.
Temi caldi della giornata sono stati il profit warning di Apple sulle vendite di iPhone 13, ed il nuovo “ok” dell'autorità cinese per l'aviazione all’acquisto e utilizzo del 737 Max: l’azione Boeing ha chiuso i rialzo del +7%.
Prezzo del greggio sull’altalena, dopo che l’incontro dell’Opec+ (cartello dei maggiori esportatori di petrolio) ha confermato l’incremento mensile graduale (+400 mila barili/giorno) della produzione, scongiurando le paure dei mercato di un “congelamento” dovuto al diffondersi della nuova variante di Covid-19.
Il Cartello continuera' a monitorare il mercato e ad apportare rapide modifiche, se necessario.
Tra molti saliscendi, il WTI (west Texas Intermediate) ha imboccato ieri la strada del rialzo, che conferma anche oggi, 3 dicembre, col prezzo attorno a 68,2 Dollari/barile, +2,7% (ore 12.00 CET).
La prossima riunione dei Paesi Opec+ e' fissata per il 4 gennaio 2022, ma nel frattempo il prezzo di un barile e’ oltre il -20% sotto ai massimi di ottobre, propiziando un raffreddamento dell’inflazione in dicembre.
Intanto l’inflazione galoppa nei prezzi “alla produzione” (PPI) in Europa. Secondo Eurostat (Ufficio Statistico dell’Unione Europea), i prezzi alla produzione nella zona Euro in ottobre hanno registrato un aumento mensile del 5,4%, quando il consenso attendeva +3,5%.
Responsabile principale di questa escalation e’ il comparto energetico, con un balzo del +16,8%. Fortunatamente, in novembre, dovremmo vedere un regresso di entita’ simile. Su base annua, invece, i prezzi alla produzione sono saliti del +21,9%, con un +62,5% della componente energia.
Buone nuove sul fronte occupazionale in Europa: la percentuale di disoccupati e’ scesa al 7,3% in ottobre, dal 7,4% di settembre e l’8,4% di un anno prima.
Anche negli Usa si registrano buone notizie sul fronte del mercato del lavoro: nella settimana del 27 novembre, il numero dei nuovi richiedenti di sussidi di disoccupazione è cresciuto di 28 mila a 220 mila unita’, ma ha migliorato le attese di consenso che indicavano 240 mila .
Il numero dei percettori continuativi di sussidi e’ sceso a 1.956 milioni, che e’ piu’ basso delle stime e segna il minimo da marzo 2020. Molta attenzione, comunque, per i piu’ vasti dati sul mercato del lavoro in pubblicazione oggi, 3 dicembre, negli Stati Uniti.
Sul fronte obbligazionario registriamo stabilita’ nello spread di rendimento tra quello del BTP decennale e quello dell’omologo Bund tedesco, stamani a 132 punti base, col rendimento del decennale italiano che scende a +0,94% (ore 13.00 CET).
Evidentemente, gli investitori non si aspettano alcuna novita’ di rilievo dal prossimo Consigio Direttivo della BCE (Banca Centrale Europea) deI 16 dicembre: in parole povere, niente aumento dei tassi ancora per tutto il 2022.
Anche i rendimenti sui Treasuries Usa restano depressi: il decennale “paga” oggi, 3 dicembre, +1,43%, incorporando le paure di una recrudescenza del Covid-19.
Stamane, le chiusure delle borse dell’area Asia-Pacifico sono state eterogenee. Il Nikkei giapponese ha spuntato un +1,0% sul finale, ma il bilancio settimanale resta negativo, -2,4%. Il CSI300 di Shanghai&Shenzen ha guadagnato +0,9%, e +0,8% ed il Kospi coreano +0,8% e +1,1% nella settimana.
Alla fine della mattinata, i maggiori indici azionari europei sono piatti (ore 13.00 CET), al pari dei futures su Wall Street.
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