NEWSLETTER#108: PMI USALa produzione torna a crescere, ma l'occupazione si indebolisce
L'indice manifatturiero ISM statunitense di dicembre si è dimostrato più forte del previsto, salendo a 49,3 da 48,4 di novembre rispetto al consenso di 48,2.
Dopo un periodo di stagnazione durato gran parte degli ultimi due anni, sia la produzione che i nuovi ordini riportati nell’indice manifatturiero ISM sono tornati a crescere.
Tuttavia, permane una certa prudenza, poiché il settore occupazionale indica ancora una perdita di posti di lavoro.
Inoltre, l’incertezza legata ai dazi continua a rappresentare un problema, soprattutto per le aziende con filiere internazionali e per quelle che dipendono in modo significativo dalle esportazioni come fonte principale di reddito.
La prossima settimana vedremo le pubblicazioni di dicembre di NFP e tasso di disoccupazione.
Nel frattempo il dollaro questa settimana guadagna il primo posto nella performance settimanale rispetto le altre valute.
Idee operative USDEUX
NEWSLETTER#107: PMI e GAS RUSSOIl settore manifatturiero dell’eurozona termina il 2024 in contrazione
L'indagine PMI di dicembre ha segnalato un altro mese di deterioramento delle condizioni del settore manifatturiero in tutta l'Eurozona, estendendo l'attuale sequenza di declino a due anni e mezzo.
L'anno si è chiuso con un'accelerazione della contrazione sia dei nuovi ordini che della produzione, mentre sono state riportate forti riduzioni dell'attività di acquisto e delle scorte di beni.
Anche i livelli di occupazione nelle fabbriche hanno seguito la tendenza al ribasso, anche se è stato riportato un modesto miglioramento della fiducia delle imprese poiché le aspettative di crescita hanno raggiunto un massimo di quattro mesi.
Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi, gli ultimi dati hanno rivelato che i costi di fabbrica nell'Eurozona sono rimasti stabili.
Per il quarto mese consecutivo, i prezzi applicati per i prodotti manifatturieri sono diminuiti.
GAS RUSSO
I flussi di gas russo verso l'Europa attraverso l'Ucraina si sono fermati il primo gennaio 2025 con la scadenza del contratto di transito, aumentando il rischio sulla sicurezza energetica del continente.
Per 50 anni l'Ucraina ha costituito un transito fondamentale per le forniture di gas in Europa, anche durante i tre anni trascorsi dall'invasione da parte della Russia.
L'interruzione significa che i Paesi dell'Europa centrale che hanno fatto affidamento sui flussi saranno costretti a procurarsi altrove gas più costoso, mettendo pressione sulle forniture in un momento in cui l’area sta esaurendo le scorte invernali al ritmo più veloce degli ultimi anni.
Buon trading a tutti
WisdomTree - Tactical Daily Update - 02.01.2025 Prudenza: la parola d’ordine per il 2025, dopo 2 anni di rally.
Trump2: dopo l’entusiasmo iniziale, occhi puntati sui primi 100 giorni.
Crisi internazionali e chiusure di gasdotti: gas di nuovo nel mirino.
Cina: crescita benino nel 2024, l’anno nuovo alla prova dei dazi Usa.
Il 30 dicembre 2024, le Borse europee hanno registrato una seduta negativa, con volumi di scambio ridotti a causa del periodo festivo.
Milano ha chiuso l’ultima seduta dell’anno con una leggera flessione, -0,45%, ma ha ottenuto una performance annuale positiva, col FTSE MIB che ha guadagnato +12,6%. Piazza Affari ha dunque consolidato i guadagni degli anni precedenti, col 2023 che aveva visto una crescita ancora più marcata (+28%).
La capitalizzazione complessiva delle società quotate a Piazza Affari ha raggiunto 811 miliardi di euro, in aumento del 6,6% rispetto ai 761 miliardi del 2023. Tuttavia, il peso delle Borse sul PIL nazionale è diminuito leggermente, scendendo al 38%, rispetto al 39,4% dell’anno precedente.
Anche Madrid, nell’ultima seduta 2024 ha registrato una leggera flessione (-0,55%), così come, frazionalmente, Parigi, Francoforte e Amsterdam, Londra invariata. Gli investitori restano cauti, osservando se la recente debolezza a Wall Street sia un semplice aggiustamento o un segnale di inversione del trend rialzista che ha caratterizzato l’anno.
Gli operatori si preparano al nuovo anno, con uno sguardo rivolto alle banche centrali, alle decisioni economiche e fiscali dei Governi, e al contesto geopolitico ancora instabile.
Wall Street ha avuto una giornata difficile, col Dow Jones che ha perso -0,97%, il Nasdaq -1,19%, e lo S&P500 -1,07%. Dopo il bilancio annuale 2024 complessivamente positivo, con il Dow in rialzo del 14%, lo S&P 500 del 25% e il Nasdaq del 31%, ora l'incertezza persiste, alimentata dal timore che i mercati possano aver espanso troppo le valutazioni, soprattutto nel comparto tecnologico.
Si segnala anche la marcata volatilità dei prezzi del gas naturale europeo scambiato ad Amsterdam (TTF), con una rinnovata attenzione alla guerra del gas tra Russia e Ucraina, in particolare dopo la decisione di Gazprom di interrompere le forniture alla Moldova.
Sul fronte macroeconomico, l'inflazione in Spagna ha superato le attese, registrando un +2,8% rispetto al +2,6% previsto.
Sul mercato valutario, l’euro ha perso terreno, scendendo sotto la soglia di 1,040 dollari, mentre la divisa giapponese ha visto un apprezzamento.
Il petrolio ha visto un lieve rialzo, col WTI di febbraio in crescita dello 0,9% a 71 dollari al barile, mentre il Brent è aumentato dello 0,4%. Lo spread tra il BTp e il Bund tedesco ha chiuso la giornata a 116 punti base, con il rendimento del BTp decennale che si è attestato al 3,52%.
Nel primo giorno 2025, la Presidente Christine Lagarde ha ribadito l’impegno dell’ECB a mantenere l'inflazione nell'Eurozona vicino al target del 2%, auspicando che questo obiettivo venga raggiunto nel 2025.
Stamane, 2 gennaio, le Borse cinesi hanno mostrato segni di debolezza, col rallentamento dell’attività manifatturiera: le ultime previsioni per l’economia cinese indicano una crescita 2024 intorno al 5%.
La promessa di Donald Trump di intensificare la guerra commerciale con la Cina nutre la prospettiva di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti crea tuttavia ulteriore incertezza sui mercati asiatici, con l'indice Shanghai&Shenzhen CSI300 in calo del 2,2% e l’Hang Seng di Hong Kong del -1,7%. Gli investitori sperano in ulteriori misure di stimolo da parte di Pechino.
Ricordiamo che nella riunione di dicembre, la Federal Reserve (banca centrale Usa) ha segnalato una minore propensione a ridurre ulteriormente i tassi d’interesse nel 2025, vista un’inflazione ancora elevata negli States.
Nonostante le incertezze globali, i future di Wall Street ed i maggiori indici azionari europei registrato rialzi medi di +0,4%.
Petrolio: il WTI (Greggio di riferimento Usa) ha chiuso il 2024 con una perdita del -3%, prolungando il calo del -10% del 2023, mentre le scorte di petrolio statunitensi, la scorsa settimana, sono diminuite di 1,4 milioni di barili, suggerendo un possibile aumento della domanda.
L'oro ha visto una performance eccezionale nel 2024, guadagnando il 27%, il miglior anno dal 2010, grazie ai tagli dei tassi di interesse e alle crescenti tensioni geopolitiche. Tuttavia, la crescita dei prezzi dell'oro ha rallentato dopo i segnali più aggressivi della FED nel dicembre 2024.
Il Dollaro ha avuto una performance brillante nel 2024, salendo +6,2% contro l’euro, sostenuto dalle aspettative di un periodo prolungato di tassi d’interesse elevati negli Stati Uniti. Le prime scelte dell’amministrazione Trump, in carica da metàgennaio, sarà determinante per le future evoluzioni del mercato valutario.
Bitcoin ha visto un incredibile rialzo, +120%, nel 2024, ma è sotto al picco record di metà dicembre. MicroStrategy ha continuato a incrementare le sue riserve in Bitcoin, acquistando oltre 2.100 BTC, portando la sua posizione totale a oltre 446.000 BTC, con un profitto non realizzato di circa USD 13 miliardi.
Sul mercato obbligazionario registriamo oggi un lieve calo dei rendimenti, coi Treasury 10 Yrs USA al 4,57%, i Bund tedeschi al 2,37% e i BTP italiani al 3,52%. Lo spread BTP/Bund si è contratto nel 2024, scendendo da 168 a 115 bps.
Occhi aperti oggi negli Stati Uniti su importanti dati macroeconomici: richieste di sussidi di disoccupazione e spese per costruzioni.
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Si ricominciaIl 2024 si è rivelato un anno eccezionale per i mercati azionari statunitensi, grazie a una combinazione di fattori macroeconomici, tecnologici e politici che hanno alimentato un solido rally. L’S&P 500 ha prodotto un eccellente +24%, grazie in particolar modo al contributo significativo del settore tecnologico e dell'energia.
Il Nasdaq ha realizzato un +30%, trainato soprattutto dal settore dell'intelligenza artificiale e dalla forza delle megacap, mentre il Dow Jones ha chiuso con un +13%, ovvero una performance più moderata, in ragione di un'esposizione minore ai titoli tecnologici.
I mercati azionari europei si sono rivelati misti, con alcuni indici che hanno sovraperformato mentre altri hanno chiuso in rosso su base annua. Lo STOXX 600, ovvero l’indice paneuropeo, ha segnato un calo del 3% su base trimestrale, il peggior risultato degli ultimi due anni. Questo dato riflette evidentemente le crescenti preoccupazioni economiche e l’incertezza sui mercati globali.
Il CAC 40 è sceso del 2,1% nel 2024, risentendo delle difficoltà in settori strategici come quello automobilistico e alimentare. Il DAX, nonostante il clima generale di incertezza e sfiducia dell’economia tedesca, ha sovraperformato con un guadagno annuo del 19%, grazie soprattutto ai settori tecnologico e industriale.
Il FTSE 100 ha chiuso in positivo per il quarto anno consecutivo, registrando una crescita del 5% nell’anno appena concluso. Il risultato è stato favorito dalla stabilità dei titoli blue-chip e dalla resilienza del settore finanziario.
DOLLARO, ANCORA RIALZI?
L'indice del dollaro è salito sopra quota 108 martedì, vicino ai massimi degli ultimi due anni, mentre nel 2024 è salito di oltre il 6,5%, segnando la sua performance annuale migliore dal 2015. Questo rally è stato guidato dalla rielezione del presidente eletto Trump a novembre e dal cambiamento di atteggiamento da parte della Federal Reserve, che da accomodante che era a metà anno, è tornata ad essere restrittiva sul taglio del costo del denaro.
La banca centrale USA, infatti, ha ridotto la sua previsione di taglio dei tassi per il 2025 a 50 punti base a causa dell'inflazione persistente e di un forte mercato del lavoro.
Le aspettative di politiche pro-crescita e inflazionistiche sotto Trump, come tagli fiscali e aumenti tariffari, hanno ulteriormente sostenuto il dollaro. Contro l'euro, la divisa americana sta forzando la mano con il supporto di EUR/USD di 1.0330 vicino alla rottura.
Anche il cable si avvicina al supporto chiave di 1.2480, mentre il CHF rimane stabile a 0.9400 contro l'euro, ma contro il dollaro si indebolisce con possibili obiettivi a 0.9200.
Rimane vicino a 1.4400 l'USD/CAD, incapace di rafforzarsi, mentre l'USD/JPY è tornato sopra quota 157.00. La BoJ per ora è totalmente assente. Infine, le oceaniche si avvicinano ai supporti di medio e lungo termine, che sono anche eccessi importanti visti tempo fa.
PETROLIO, ANCORA TRADING RANGE?
I future sul petrolio greggio WTI sono saliti sopra i 71 dollari al barile martedì, salendo per la terza sessione consecutiva in mezzo a bassa volatilità e scarso interesse, dopo che nuovi dati hanno rivelato che l'attività manifatturiera cinese è cresciuta a dicembre.
La produzione manifatturiera del gigante asiatico è cresciuta per il terzo mese consecutivo, sebbene a un ritmo più lento, suggerendo che nuovi stimoli stanno supportando l'economia del più grande importatore di petrolio greggio al mondo.
Gli operatori restano in attesa dei dati del sondaggio sulle aziende statunitensi per ulteriori approfondimenti sulle prospettive della domanda. Nel frattempo, va ricordato che il petrolio ha perso circa lo 0,5% nel 2024, dopo mesi di trading range in un intervallo di negoziazione ristretto.
Il mercato si sta ora preparando per un anno potenzialmente turbolento, con preoccupazioni per un eccesso di offerta, rischi geopolitici e il potenziale impatto dell'amministrazione Trump in arrivo sulla politica petrolifera, tutti fattori che suggeriscono cautela e prudenza.
CINA, PMI IN CALO
Il Caixin China General Manufacturing PMI è sceso a 50,5 a dicembre 2024 dal massimo di 5 mesi di novembre di 51,5, mancando le stime di mercato di 51,7, ma facendo registrare il terzo mese consecutivo di crescita dell'attività industriale. Sia la produzione che i nuovi ordini sono cresciuti a ritmi più lenti, mentre gli ordini dall’estero sono scesi dopo essere aumentati al ritmo più rapido degli ultimi sette mesi nel mese precedente. Inoltre, l'occupazione è diminuita per il quarto mese.
Sul fronte dei prezzi, quelli di vendita sono diminuiti per la prima volta da settembre. Infine, la fiducia si è indebolita, con il dato che ha raggiunto il minimo degli ultimi tre mesi, a causa delle preoccupazioni sulla crescita e sulle prospettive commerciali, in particolare con la minaccia dei dazi statunitensi. USD/CNH, che dopo aver quasi toccato i massimi storici a 7.3690 il 31 dicembre, a causa della scarsa liquidità presente sui mercati, è sceso di nuovo a 7.3200.
Buona giornata
Saverio Berlinzani
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EUR/USD - Economia a due velocità sulle sponde dell'AtlanticoIl corss EUR/USD, il cosiddetto "Fiber", ha iniziato il 2024 a circa 1,1040 per poi arrivare, il 22 settembre, a registrare il suo minimo di 1,033 per poi ritestarlo quasi il 18 dicembre. Mentre scriviamo il prezzo si trova a 1,04032.
Il mondo finanziario, a inizi 2024, ruotava sostanzialmente intorno ai livelli d'inflazione e le speranze che le banche centrali potessero iniziare il prima possibile ad abbandonare le politiche restrittive. Adesso che siamo a fine anno possiamo dire che le speranze erano ben lungi dall'essere soddisfatte. I livelli d'occupazione e la crescita economica sono diventati sempre più preoccupanti e hanno messo, per gran parte dell'anno, in ombra il problema inflazione.
Sebbene il ruolo delle banche centrali sia orientato ai livelli d'inflazione e occupazione con lo scopo di bilanciarli e non ha nulla a che fare con la crescita economica, sicuramente le loro politiche monetarie possono influenzarla. Questo è quello che è successo nel 2024.
I motivi che hanno portato la BCE ad attuare i primi tagli.
La BCE è stata tra le prime banche centrali a modificare la propria politica monetaria e quindi, dopo un lungo anno di restrizioni, a giugno scorso ha annunciato il primo taglio dei tassi d'interesse, riducendo i tassi di riferimento di 25 bps ciascuno. Il quarto taglio di 25 bps è stato attuato a dicembre, portando il tasso sulle principali operazioni di finanziamento, i tassi sulla linea di credito marginale e sulla linea di deposito rispettivamente al 3.15%, 3,4% e 3%.
A differenza di quanto è stato negli Stati Uniti, l'allentamento monetario in Europa non è stato operato per motivi inflazionistici ma, soprattutto, per il timore di una battuta d'arresto dell'economia.
L'inflazione al consumo YoY, nell'ultima lettura relativa al mese di novembre ha registrato il 2,2%, con il dato "core", depurato dalle componenti volatili energetiche e cibo, al 2,7%.
Sebbene il tasso inflazionistico sia quasi vicino all'obiettivo della banca centrale, la preoccupazione principale che ha portato al cambio di rotta è stata la scarsa crescita economica con gli indicatori macroeconomici che non escludono affatto una recessione (che ha già colpito la Germania nel 2024). Su base annua il PIL destagionalizzato è aumentato dello 0,9% sia nell'area euro che nell'Unione Europea nel terzo trimestre grazie al colpo di coda dell'ultimo trimestre. Il Purchasing Managers Index, comunemente PMI, che misura i livelli di produzione nel settore manifatturiero e dei servizi, ha mostrato che il settore manifatturiero ha trascorso quasi due anni consecutivi di contrazione, salvato solo da un settore dei servizi che da marzo, tranne che per la lettura di inizio dicembre, ha sempre registrato dati sopra il livello dei 50 punti, seppur basso rispetto all'analogo americano. Questo scenario macroeconomico porterà la BCE a continuare ad abbassare i tassi sebbene l'inflazione rimanga sopra il livello prefissato del 2%. Ad aggravare la situazione ci sono state le crisi di governo dei paesi trainanti, Germania e Francia. Il governo di coalizione tedesco è crollato dopo che il Bundestag ha espresso un voto di sfiducia nei confronti del cancelliere Olaf Scholz portando a nuove lezioni nel prossimo febbraio. In Francia, invece, il governo è caduto a seguito della mozione di sfiducia del primo ministro Michel Barnier.
Dall'altra parte dell'Atlantico
La situazione negli States è per molti aspetti totalmente diversa, e ha portato il dollaro ad eleggersi vincitore 2024 (si veda l'idea pubblicata 29.12.2024). Il neo eletto presidente Donald Trump è stato sicuramente ed è il catalizzatore principale dell'ascesa del dollaro. Non solo Trump ha vinto le elezioni presidenziali ma il partito repubblicano ha preso il controllo di Camera e Senato rafforzando, così, ulteriormente il potere del presidente.
La vittoria repubblicana è stata, almeno per ora, ben vista dai mercati finanziari, con gli indici americani che hanno raggiunto livelli record con la promessa di Trump di tagliare il cuneo fiscale e imporre dazi sui beni e servizi esteri, con i valori azionari alle stelle e quello dei titoli di stato a picco.
L'attuale euforia potrebbe essere minacciata dai rinati rischi di un surriscaldamento dell'inflazione legati alle politiche accomodanti di Trump. Inoltre, bassi livelli di disoccupazione e alti livelli di disoccupazione (rispetto al periodo) potrebbero portare ad un fisiologico aumento di domanda dei consumatori e, di conseguenza, riportare i prezzi su.
A tutto ciò, ovviamente, incideranno i tanto blasonati dazi. Se la politica di campagna elettorale dovesse essere attuata, questa porterà sicuramente ad un aumento dei prezzi al cittadino americano con conseguenza diretta di un perdita di valore della moneta. In riferimento a questo aspetto preoccupazioni di non poca rilevanza attanagliano i membri della BCE, che vedono l'attuazione delle politiche trumpiane per l'economia europea, già malmessa, come la Kriptonite per Superman.
La Fed, a differenza della BCE, ha tagliato i tassi tre volte nel 2024, con un taglio di 50 bps a settembre, un taglio di 25 bps a novembre e altri 25 bps a dicembre, per arrivare all'intervallo attuale di 4,25% - 4,50%. I funzionari della Fed hanno tenuto l'attenzione sull'inflazione per gran parte del 2024, spostandola solo temporaneamente sull'occupazione mentre l'apprensione sulla crescita economica non è mai stata eccessiva.
Il tema inflazione è tornato alla ribalta nell'ultima riunione del FOMC, quando i responsabili politici hanno sottolineato che la decisione di tagliare ulteriormente il tasso d'interesse di riferimento è stata una scelta rischiosa e, infatti, hanno annunciato che nel 2025 la politica di ammorbidimento subirà un rallentamento a fronte di un'economia ancora calda e un'inflazione ancora al di sopra dell'obiettivo. Le previsioni per il 2025, secondo il Summary of Economic Projections di dicembre, sono di solo due tagli, a differenza di quanto era stimato nella riunione di settembre in cui erano stati segnalati quattro tagli per il 2025.
L'inflazione, infatti, è tornata a preoccupare dopo che nella lettura dell'US Bureau of Labor Statistics ha segnato un aumento del 2,7% YoY a novembre, rispetto al 2,6% di ottobre, mentre il dato "core" è aumentato del 3,3%, comunque in linea con le aspettative di mercato.
A differenza dell'Europa, le preoccupazioni di una recessione negli Stati Uniti si sono attenuate nel 2024, con una probabilità di un soft landing sempre più concreta. Infatti, l'economia, per tutto l'anno, ha segnato dati molto buoni al netto del periodo di restrizioni monetarie. Il Pil è cresciuto del 3,1% in Q3 e l'ottimismo ha portato tutti gli indici azionari americani a registrare nuovi massimi sebbene l'ultimo dot plot chart abbia portato l'interesse speculativo a prendere qualche profitto.
Oltre alla crescita economica registrata nel 2024, la Fed ha ottimizzato anche le sue prospettive di crescita per il 2024 al 2,5%, rispetto al precedente 2% stimato a settembre, nonostante si stima che al 2026, il trend tornerà ai livelli di crescita di lungo termine pari all'1,8%. Le stime sull'inflazione sono state riviste al rialzo, con un tasso al 2,5% per il 2025, in aumento rispetto le previsioni precedenti di 2,1%, con il dato core al 2,8%.
Di contro, dall'altra parte dell'oceano, la BCE taglierà ulteriormente i tassi anche nel 2025 in un contesto di crescita debole persistente e di inflazione in calo (almeno per adesso). Qualche analista sfrontato stima addirittura che nel 2025 potrebbero arrivare al livello neutrale del 2%.
I tagli in Europa sono dettati dalle previsioni al ribasso d'inflazione in calo al 2,1% e il dato core al 2,3%, con una prospettiva di allineamento, nel 2026, all'1,9%. Congiuntamente, sono state viste a ribasso anche le previsioni di crescita, con un 1,1% per il 2025 e 1,4% per il 2026.
Per dirla in due parole, mentre la Fed potrebbe trovarsi a gestire una rinnovata ventata inflazionistica, l'Europa dovrà continuare a far fronte alla battuta d'arresto dell'economia che potrebbe acuirsi nel caso in cui Trump dovesse mettere pedissequamente in atto il suo piano d'azione pubblicizzato in campagna elettorale.
Prospettive tecniche sul cross EUR/USD
monthly chart
Se si osservano gli ultimi due anni vediamo che il trend piuttosto laterale, con il prezzo che si è mosso nel range tra 1,1275 (luglio 2023) e 1,03319 (novembre 2024), superando la resistenza posta a circa 1,044. Salvo notizie apocalittiche, il cross si appresta a chiudere il terzo mese di fila in negativo registrando un calo di più del 6,50%. A livello tecnico la linea di prezzo si trova all'interno della Kumo seppur quest'ultima in posizione quasi neutrale. Una chiusura della candela al di sotto della Kijun Sen potrebbe sicuramente aprire nuove prospettive al ribasso sul lungo termine e trascinare nuovamente l'euro verso la parità, verso i minimi del 2022. La media mobile a 200 periodi è molto distante dalla linea di prezzo sebbene abbia una lieve pendenza, mentre la media mobile a 50 periodi ha agito da resistenza per gli ultimi due anni. L'RSI si trova in zona ribassista al di sotto della sua media, ma ancora molto lontano dalla zona di ipervenduto.
Siamo comunque a circa il livello 0,50 di Fibonacci calcolato sul rally partito dal 2022, questo è un livello molto importante, considerato che ci troviamo su un livello sensibile, a circa 1,040 (al momento in cui scriviamo).
daily chart
Sul grafico giornaliero traspare chiaramente il trend ribassista di breve medio termine con il prezzo che ha sempre reagito alla resistenza data dalla Kijun Sen nell'occasioni in cui è stata toccata al rialzo. Dopo aver superato la Tenkan Sen al rialzo il 25 novembre, è rimasto intrappolato tra la Kijun e la Tenkan per poi tornare nuovamente al di sotto delle stesse. La Kumo, che disegna un trend al ribasso, viaggia molto distante dalla linea di prezzo mentre abbiamo assistito al "death cross" tra la media mobile a 50 periodi sulla media mobile a 200 periodi (segnale di forte spinta al ribasso). Anche la Chikou Span è sotto la linea di prezzo e dopo averlo toccato (candela del 24 novembre) ora sembra orientata nuovamente al ribasso con nessun ostacolo. A ostacolare le spinte bullish c'è anche una linea di tendenza dinamicha che sta fungendo da resistenza (linea blu). Attualmente le prospettive al rialzo non sono sorrette da alcun segnale tecnico, con un RSI che rimane in una zona di venduto sulla sua media, con ulteriori margini di discesa per toccare la linea di ipercomprato.
Che dire, il quadro macroeconomico sicuramente da forza al dollaro a danno dell'euro, con una presidenza Trump che, se dovesse palesarsi così come propagandato dallo stesso, porterebbe ancora più ostacoli all'economia europea. Gli Stati Uniti rischiano un ritorno dell'inflazione a causa di una domanda che rimane forte e con i dazi che potrebbero comunque agevolarne il rimbalzo ma sorretti da un'economia tra le più resilienti del globo che è riuscita ben a tener botta anche negli anni neri della pandemia. L'Europa rischia doppiamente, il collasso definitivo di un economia che già stenta e un ritorno dell'inflazione a causa dei prezzi che rischia di dover sostenere sia a causa dei dazi minacciati da Trump ma anche per quelli che dovrà sostenere per approvvigionarsi della componente energetica che la vedrebbe costretta a rifornirsi dagli Stati Uniti e non a prezzi vantaggiosi...
Trump davvero metterà in atto quel che ha chiacchierato fin oggi? Staremo a vedere, con la speranza che, infine, non faccia così come è stato nel Trump 1.0. Come spesso capita, le sorti dell'Europa sono alle volontà dei più forti... ma ne parleremo in altre occasioni.
Caccia agli stop su Eur-Usd: Esempio di seduta con pochi volumiLa scorsa settimana il cambio ha oscillato nel range di 60 pip senza mai dare una minima sensazione di vitalità; ieri dopo tutta questa compressione all'improvviso si sono svegliati ed hanno fatto un pò di shake out caccia stop.
Andiamo per ordine, sono le 12,30 di lunedì 30 Dicembre e ci dirigiamo verso i massimi della scorsa settimana a 1,0445, alle 13 arriva quella che sembra a tutti gli effetti una rottura al rialzo, salvo poi rimangiarsi tutto alle 14, prendere la via del ribasso con una certa veemenza, rompere i minimi della scorsa settimana a 1,0385, salvo anche in questo caso rimangiarsi tutto come la più classica delle trappole già alle 17,30, per poi rientrare per inerzia e chiudere la seduta intorno a quota 1,04.
Questo genere di giornate semifestive invocano cautela poichè, essendo carenti di operatori, sono facilmente manovrabili e maggiormente soggette ai falsi segnali, come evidenziato prima con i due falsi breakout.
Rimango della convinzione, magari errata ma certamente coerente a livello operativo, che non avremo forti movimenti direzionali fino al post-epifania momento in cui, con il ritorno dei grandi fondi, potremmo assistere a impulsi e maggiori spunti operativi.
Colgo l'occasione con questa analisi per fare gli auguri per un felice anno a tutti coloro che leggono queste mie analisi ed a tutta la comunità di Tradingview, nel 2025 ho intenzione di migliorare le mie analisi sia a livello di frequenza che di contenuti, cercando magari anche altri strumenti per postare le mie idee; tuttavia, ogni cosa a suo tempo, se interessati seguitemi e sarà mia premura tenervi aggiornati.
Buon anno.
L'ANNO NUOVO E' ALLE PORTE!Il nuovo anno è alle porte, con i mercati che stanno registrando gli ultimi aumenti di volume del 2024.
Nel pomeriggio è stato pubblicato l'indice che monitora la vendita delle case in sospeso.
"Le vendite di case in sospeso sono aumentate del 2,2% a novembre, il quarto mese consecutivo di aumenti e il livello più alto da febbraio 2023.
I consumatori sembrano aver ricalibrato le aspettative riguardo ai tassi ipotecari e stanno approfittando di un maggiore inventario disponibile".
Giovedì e venerdì vedremo le prime letture del 2025 con le prime pubblicazione dell'ISM Institute.
Secondo Ted Pick, CEO di Morgan Stanley, un grande rischio sta attualmente dominando l'economia globale.
Gli Stati Uniti devono affrontare un significativo deficit di bilancio oltre a un enorme debito nazionale, ha osservato l'imprenditore, aggiungendo che una delle principali sfide per l'economia statunitense nel 2025 potrebbe essere un rallentamento della crescita economica a causa dell'aumento dell'inflazione, che potrebbe portare alla stagflazione.
In particolare, a metà novembre 2024, il debito nazionale degli Stati Uniti ha superato i 36 trilioni di dollari per la prima volta nella storia.
In precedenza, a giugno, il Fondo Monetario Internazionale ha esortato il governo ad adottare misure urgenti ed efficaci per affrontare l'aumento del debito pubblico.
Le stime preliminari suggeriscono che potrebbe raggiungere l'incredibile cifra del 140% del PIL entro il 2032.
Buon trading a tutti
EURODOLLARO: PANORAMICA!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
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Mia idea Eurusd.Mia idea Eurusd...
a breve ipotizzo minimo e inversione Eurusd a 1.02..
la mia idea è che a inizio bolla petrolio (ed eurusd!) il conflitto israeliano si allarga all'Iran.. e visti i grafici se le cose vanno come credo questo è imminente...
e che sul massimo di bolla petrolio (190$) entrano in campo Russia e America...
non so che data... ora ipotizzo luglio - agosto 2028 ma si vedrà..
Da lì se vedo bene inizia una pesante crisi dell'euro dopo una euforia malposta...
Aria di vacanza per Eur-UsdBuonasera, non c'è molto da aggiungere rispetto alla scorsa settimana a causa delle festività natalizie che hanno assopito i movimenti del cambio euro-dollaro.
Il cambio durante la settimana ha oscillato praticamente in un range di 60 pip, rendendo inutile qualsiasi tipo di negoziazione.
Eviterei di operare anche nella settimana entrante perchè ritengo non ci siano i rischi-benefici sufficienti per effettuare operazioni degne di nota; credo che, salvo eventi o situazione esogene, sia saggio aspettare il post epifania per tornare all'operatività ordinaria.
EURUSDEcco la nostra entrata che ci permette di avere un RR di 7 ,ci permette di avere un DD inesistente , ci permette di avere la possibilita di mettere a BE il nostro trade e non seguirlo piu. Il nostro trade é gratuito perche siamo a BE e il nostro traguardo sarà l'STB in attesa, che é la prima liquidità disponibile sul mercato.
EURUSDIl processo é sempre quello, BC,UT,UTAD e test per la vendita e SC,STB,SPRING e test per l'acquisto. Come si puo vedere in arancione troviamo la schematica minore e in blu la quella maggiore. le entrate hanno un DD e un SL veramente piccolo, cosi da poter avere un massimo di 7RR. In tal modo possiamo prendere 7 SL di seguito ma ci basterebbe un solo trade in guadagno per chiudere in equità senza perdere un centesimo e rimborasare i sette SL accumulati, questo nei peggiore dei casi.
NEWSLETTER#107: HOUSING USASETTORE IMMOBILIARE USA
Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono destinate a chiudere a 4,04 milioni nel 2024, segnando l'anno peggiore dal 1995.
Le vendite sono destinate ad essere ancora più basse rispetto alla crisi finanziaria del 2008.
La mancanza di domanda di case esistenti arriva quando i prezzi delle case sono aumentati di oltre il 50% dal 2020.
Nello stesso periodo di tempo, i tassi ipotecari sono quasi triplicati, peggiorando ulteriormente l'accessibilità.
Il tasso medio su un mutuo a 30 anni è aumentato di 100 punti base solo da settembre, al 7,1%, nonostante la Fed abbia tagliato i tassi di 100 punti base.
Nel pomeriggio verranno pubblicati gli ultimi dati USA riguardanti il settore immobiliare: HPI SHILLER.
Buon trading a tutti