Idee di trading
NEWSLETTER#109: THE KING DOLLARIl dollaro comanda ancora una volta l'intera sessione giornaliera.
Nel primo pomeriggio sono stati pubblicati i dati ADP, in attesa dei dati NFP di venerdì.
"Nell'ultimo mese del 2024 il mercato del lavoro è passato a un ritmo di crescita più modesto, con un rallentamento sia delle assunzioni che degli aumenti salariali. L'assistenza sanitaria si è distinta nella seconda metà dell'anno, creando più posti di lavoro di qualsiasi altro settore" .
Le azioni americane sono ancora sotto pressione.
Il sentiment di mercoledì è stato smorzato dopo che il presidente eletto Donald Trump sta valutando la possibilità di dichiarare un'emergenza economica nazionale per far passare nuovi dazi.
Trump ha spesso imposto tasse sulle importazioni durante la campagna elettorale, chiedendo a volte tasse del 60% o più sui prodotti cinesi.
Settimane dopo la sua vittoria, il repubblicano ha promesso di aumentare le tariffe sulle importazioni cinesi del 10% e di imporre il 25% di tasse sui prodotti provenienti dal Canada o dal Messico.
Buon trading a tutti
Il dollaro americano può rimanere forte a lungo?Il dollaro americano può rimanere forte a lungo?
Il detto “Anno nuovo, vita nuova” non sembra proprio adattarsi al dollaro americano, che ha iniziato il 2025 con la stessa forza e lo stesso piglio spavaldo che lo hanno caratterizzato nell'ultimo trimestre del 2024.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82,67% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un movimento praticamente ininterrotto: il cambio EUR/USD è sceso da circa 1,12 a fine settembre fino a lambire 1,02 il 2 e 3 gennaio, mentre il Dollar Index è salito da 100 a 109 nello stesso periodo.
I risultati passati non sono indicatori per risultati futuri
Forza nel Breve Termine
Le motivazioni più convincenti di questa performance vanno ricercate nel campo economico. La forza del dollaro è iniziata a manifestarsi (non a caso) con le prime voci di una possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali dello scorso autunno. L’idea che il nuovo presidente potesse implementare anche solo una parte del programma elettorale protezionista ha costretto il mercato ad adeguare le aspettative di inflazione a breve termine.
La Federal Reserve ha tenuto conto di questo contesto, apportando un significativo cambiamento di retorica nel comunicato successivo. Nell’ultima riunione di dicembre, la Fed ha rivisto il target di inflazione generale per la fine del 2025 al 2,5% , rispetto al 2% della stima precedente di settembre. Come insegna il manuale di macroeconomia, l'inflazione si combatte con alti tassi di interesse.
Mercato del Lavoro
La forza del dollaro è anche soggetta dalla solidità del mercato del lavoro. Ad esempio, i dati JOLTS relativi alle posizioni di lavoro aperte a novembre mostrano un mercato robusto: 8,098 milioni di posizioni, superiori alle previsioni di 7,7 milioni e al dato di ottobre di 7,839 milioni . In un contesto di basse aspettative di disoccupazione e consumatori con robusta capacità di spesa, le pressioni inflazionistiche restano elevate.
I risultati passati non sono indicatori per risultati futuri
Rendimenti e Curve dei Tassi
La relazione tra inflazione e tassi di interesse è chiara: inflazione elevata richiede tassi più alti, che a loro volta producono rendimenti obbligazionari più elevati, specialmente per scadenze più lunghe.
Coloro che sono disponibili a prestare denaro sottoscrivendo obbligazioni chiedono (soprattutto per le scadenze più lontane) un rendimento maggiore per contrastare la perdita di valore reale del rendimento offertogli. Ed in definitiva è proprio questo concetto che guida la forma e le pendenze delle curve dei rendimenti per scadenza di ogni singolo paese, un rendimento reale positivo, al netto dell’inflazione attesa, attrae capitali, rafforzando ulteriormente la valuta. Questa forza che si manifesta con tanto più vigore quanto più alte sono le incertezze economiche e geopolitiche .
Anche la debolezza dell’euro ha contribuito alla recente discesa del cambio EUR/USD . La BCE , alle prese con un contesto economico fragile, mantiene aspettative d’inflazione in linea con il target del 2% , preferendo una normalizzazione graduale della politica monetaria.
Valuta di Riserva Globale
Il dollaro americano si conferma come l’unica vera valuta di riserva globale, beneficiando di un costante flusso di capitali in periodi di incertezza economica e geopolitica.
La Fed e la BCE perseguono obiettivi legati al tasso di interesse neutrale, quel livello capace di governare una crescita economica non inflazionistica. Tuttavia, questo tasso neutrale è destinato a essere più elevato rispetto al passato, un riflesso delle pressioni inflazionistiche strutturali ereditate dal COVID-19 e dalla guerra Russia-Ucraina .
Le ultime indicazioni del FOMC di dicembre indicano che il tasso neutrale atteso per l'area dollaro è pari al 3% in aumento rispetto al 2,9% indicato a settembre, Questo livello è ritenuto più alto di quello atteso per l'area euro per cui, anche nel medio termine, in modo latente sarà presente una spinta gentile a beneficio del dollaro e a scapito dell'euro.
Probabili Elementi di Debolezza nel Medio Termine
Nonostante la forza attuale, esistono forze che nel medio termine potrebbero comprimere il valore del dollaro.
Deficit di Bilancio
Uno dei punti critici per l’economia americana è rappresentato dal deficit di bilancio, cresciuto notevolmente dalla crisi del 2008 . Attualmente, servono circa cinque punti percentuali del PIL solo per ripagare gli interessi sul debito pubblico. Questo elemento limita la sostenibilità di rendimenti elevati a lungo termine.
Tradotto significa che i tassi non possono restare alti troppo a lungo contribuendo ha mitigare La forza del dollaro.
Normalizzazione della Politica Monetaria
Il processo di normalizzazione monetaria intrapreso dalla Fed prevede, secondo le ultime proiezioni del FOMC , solo due tagli di 25 punti base nel corso del 2025 , o forse soltanto uno. Ciò limiterebbe il potenziale di ulteriori rialzi del dollaro.
Asimmetria delle Aspettative
l’Attuale cambio EUR/USD per esempio su un livello di 1,03 , e il livello 108 del dollar index , rappresentano secondo Bank of America il floor che sconta queste prospettive.
I risultati passati non sono indicatori per risultati futuri
In questo grafico, ad esempio, emerge chiaramente la correlazione tra le mutate aspettative di inflazione di medio termine e il rafforzamento del dollaro. Le prospettive di inflazione rappresentano una delle forze più potenti in grado di influenzare le valute e i tassi d'interesse di ogni paese. Considerando la rivalutazione di circa 8 punti percentuali del dollaro da ottobre scorso a oggi, è plausibile che il posizionamento degli operatori risulti leggermente sbilanciato o eccessivo. Tale situazione potrebbe favorire un movimento avverso nel caso in cui, nelle prossime settimane o mesi, i dati macroeconomici non evidenziassero sorprese significative o addirittura segnalassero un'attenuazione delle forze che finora hanno sostenuto la valuta americana. L'asimmetria risiede nel diverso grado di rischio associato a un movimento valutario in una direzione piuttosto che nell'altra.
In definitiva, eventuali dati macroeconomici più favorevoli sul fronte inflazione, o un allentamento delle tensioni commerciali da parte della nuova amministrazione, potrebbero innescare una riconsiderazione del posizionamento, dando luogo a un movimento correttivo sia sul cambio euro-dollaro che sul Dollar Index . Un tale movimento potrebbe risultare proporzionalmente più violento rispetto a un ulteriore rafforzamento del dollaro.
Questo concetto si riscontra anche nell'analisi tecnica dei grafici.
I Risultati passati non sono indicatori per risultati futuri
Ad esempio, sul time frame giornaliero del cambio EUR/USD , pur non evidenziando eccessi tipici di movimenti così marcati, si osserva una figura tecnica interessante nell'oscillatore di forza relativa. Quest'ultimo, pur senza segnali di ipervenduto estremi, mostra una compressione della volatilità che accompagna il calo del cambio. L'uscita da questa fase di compressione è spesso associata a un aumento della volatilità dello strumento. Tuttavia, la direzione del movimento resta incerta: non si può escludere un ulteriore indebolimento dell'euro.
Attualità dei NFP
Un ruolo cruciale è svolto dai dati sui Non-Farm Payrolls ( NFP ), in uscita il 10 gennaio. Le attese di consenso indicano circa 154.000 nuovi occupati, in calo rispetto ai 227.000 della rilevazione precedente. Un dato negativo potrebbe indebolire il dollaro. Dati migliori del previsto potrebbero invece sostenere ulteriormente il dollaro, portando con sé però potenziali aumenti per i beni e servizi dei consumatori, alimentando ulteriormente le spinte inflazionistiche, ulteriore fattore che potrebbe sostenere l’ascesa del dollaro .
Disclaimer:La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82,67%% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
EURUSD: Segnali Short su tendenzaBuongiorno a tutti trader e investitori,
colgo l'occasione innanzitutto per augurare a tutti un felice e proficuo anno nuovo 😁
Oggi condivido la mia prima analisi dell'anno mostrandovi un chiaro segnale/trigger dato dal mio indicatore LuBot.
Osservando velocemente il grafico weekly vedo che ci troviamo al momento sull'onda del secondo swing negativo e LuBot mi segnala una struttura e tendenza ribassista.
Considerando il grafico Daily in questo caso come grafico operativo vediamo che il 13 novembre compare da LuBot il segnale di conferma di tendenza ribassista, le candele si colorano in rosso e tutte le restanti parti di LuBot sono tutte in rosso, quindi la tendenza è chiaramente ribassista.
Infine abbiamo dei segnali Short che ci danno l'input di ingresso. In questo caso abbiamo un trigger di price action "inside bar" accompagnato dal segnale di swing essendo il terzo swing a favore della struttura di breve.
Divido il trade in più parti mettendo il rischio più vicino subito sopra gli ultimi massimi e un target momentaneo in area 0,9970. Il tutto andrà poi gestito in base ai prossimi movimenti.
👍 Se questo post ti è piaciuto fammelo sapere con un like 😊
🙋♂️ Ricordati di seguirmi per non perderti le mie future analisi.
🔑 Se vuoi ottenere l'accesso a LuBot trovi il link qui sotto, puoi provarlo gratuitamente per 7 giorni senza nessun impegno, scrivimi.
⚠️ Disclaimer: Questo post è a solo scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria. Fai sempre le tue ricerche prima di prendere decisioni di investimento.
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DOLLARO E TRUMPIl dollaro comanda la sessione dopo l'uscita dei dati nel pomeriggio:
I dati pubblicati dall'Institute for Supply Management riflettono una crescita più rapida del previsto nel settore dei servizi degli Stati Uniti a dicembre, aumentando le preoccupazioni per l'inflazione più vischiosa.
"Si sta assistendo a una ricalibrazione delle aspettative di inflazione e delle aspettative sui tassi della Fed.
Questo ha innescato un piccolo sell-off nei mercati azionari dopo l'entusiasmo iniziale.
Tuttavia, il numero ISM riflette un forte mercato dei consumatori e del lavoro, che collega a un quadro più ampio di forte crescita economica che favorisce la crescita degli utili aziendali."
Il presidente eletto Donald Trump nel pomeriggio ha affermato di non escludere l'uso della forza militare per prendere il controllo del Canale di Panama e della Groenlandia, sottolineando che il controllo degli Stati Uniti su entrambi è vitale per la sicurezza nazionale americana.
Trump ha inoltre ventilato l'idea di far entrare il Canada negli Stati Uniti, specificando però che non userà la forza militare per farlo, ma farà affidamento sulla «forza economica».
Buon trading a tutti
EURODOLLARO: INIZIO 2025!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
BUONE O CATTIVE NOTIZIE PER L'EURO?ESTRATTO REPORT PMI SERVICES:
Alla conferenza stampa della BCE, la presidente Lagarde ha reiterato che l’inflazione nel terziario è ancora troppo alta.
L’indagine PMI di dicembre del settore dei servizi lo ha confermato mostrando costi di nuovo in aumento rispetto al mese precedente, forse a causa degli incrementi salariali.
Parte dei rialzi è stata trasferita ai clienti, aumentando sempre più i prezzi di vendita.
Per le politiche monetarie questo significa che, nel primo trimestre del 2025, la banca centrale dovrebbe rimanere cauta e fare solo dei piccoli tagli dei tassi d’interesse.
Guardandoci alle spalle, il 2024 non è stato un anno così malvagio per il settore dei servizi.
Nella prima metà la crescita è iniziata moderatamente, per poi rallentare e infine risalire verso fine anno.
Nel terziario, l’occupazione è cresciuta durante tutto l’anno, anche se l’incremento di dicembre è stato lieve.
Il costante declino delle commesse inevase è preoccupante ma non sono crollate del tutto.
Le aziende hanno mantenuto la loro fiducia, con previsioni economiche future per lo più positive e persino migliorate durante il mese di dicembre, nonostante l’indice corrispondente si sia posizionato al di sotto della media di lungo termine.
I dati PMI di dicembre non pongono sicuramente delle basi fantastiche per un boom del terziario nel 2025, ma almeno il volume degli ordini in entrata ha smesso di diminuire e il calo delle commesse inevase è rallentato.
Le aziende del settore terziario, contrariamente a quelle del manifatturiero, possono ritenersi fortunate di non subire i diretti effetti della minaccia
delle tariffe statunitensi e questo dovrebbe in generale contribuire a garantire che, nel 2025, la debolezza industriale non trascini completamente nella crisi l’economia intera.
Buon trading a tutti
Market mover daily: EUR/USD, giornata verde per l'euroL'euro re per un giorno, questo è quello che ha portato l'epifania sui cross Eur/Usd, tra dichiarazioni più morbide in tema di dazi narrate sulle righe del Washington Post e i dati macroeconomici europei, tra PMI dei servizi e Inflazione al rimbalzo in Germania.
Il calendario economico odierno ha dato lettura dei dati sul PMI in Europa e negli Stati Uniti, mostrando generalmente, tranne che per UK e USA, prospettive al rialzo.
Fronte Europa.
Fronte Europa
PMI servizi
Nell'area euro, il PMI servizi si è stampato a 49.6, leggermente sopra le stime di 49.5 e i dati precedenti di 48.3. Seppur ancora al di sotto al livello 50 (linea d'espansione), si è registrato un aumento delle vendite interne con le richieste estere che si sono andate a contrarre per il diciannovesimo mese consecutivo. Le aziende hanno mantenuto costante il tasso d'assunzione seppur lo stesso rimane tra i più deboli dell'ultimo periodo. Sul fronte prezzi c'è stato un aumento dei prezzi input con aumenti sui costi alla produzione per il terzo mese consecutivo raggiungendo i massimi degli ultimi sette mesi. Lievemente al rialzo l'ottimismo sulle prospettive ad un anno che si innalza dai minimi degli ultimi 14 mesi. In Germania e Italia il dato si è stampato rispettivamente al 51.2 e 50.7 mentre in Francia è rimasto in territorio di contrazione a 49.3, comunque tutti al rialzo rispetto le stime degli analisti.
CPI tedesco
Oltre alle letture del PMI è stato pubblicato il dato preliminare sull'inflazione al consumo in Germania, con una lettura al rialzo per il terzo mese consecutivo al 2.6%, superiore al dato relativo al mese di novembre del 2.2% e leggermente al di sopra delle stime al 2.4%. Come testimoniato anche dalle letture del PMI, i prezzi sono aumentati nel settore dei servizi con un +4.1% vs il 4%, l'alimentare con un +2% vs l'1.8% mentre i prezzi energetici sono continuati a scendere dell'1.7%, ma ad un tasso più basso rispetto al precedente -3.7%. Il dato core annuale si è stampato al 3.1% rispetto il 3% precedente.
Su base mensile il dato è aumentato dello 0.4% rispetto il -0.2% del mese precedente e stime dello 0.3%.
Fronte USA
Il PMI S&P Global US Services
Il dato è stato rivisto al ribasso a 56.8 punti rispetto le stime che lo davano a 58.5 ma superiore al dato precedente al 56.1. Il dato è stato il più alto registrato da marzo 2022, a testimoniare ulteriormente la resilienza economica del settore in questo periodo. Il dato ha visto, al suo interno, un entusiasmo rinnovato da parte dei clienti dopo le elezioni presidenziali che li ha portato ad elevare la domanda. Sono aumentate le nuove attività ad un ritmo più sostenuto, soprattutto verso l'estero ma sono stati registrati nuove commesse incompiute. Importante dato arriva anche per l'occupazione che per la prima volta dopo cinque mesi, torna ad aumentare seppur modestamente. La fiducia delle imprese ha raggiunto il massimo degli ultimi 18 mesi grazie alle grosse aspettative di politica più permissiva da parte del nuovo presidente.
Novità in tema di dazi
Il dollaro perde terreno dopo le dichiarazioni trapelate sul Washington Post dallo staff di Donald Trump in tema di dazi. Le indiscrezioni riguarderebbero un'alleggerimento dell'applicazione tariffaria riducendola nei settori più critici lasciando la situazione inalterata per il resto dei settori, questo sembrerebbe un primo declassamento delle minacce pre-elettorali su larga scala (come era già successo nel suo primo mandato). Per ora sono indiscrezioni, staremo a vedere.
A livello tecnico, come vedremo in maniera speculare sul grafico Eur/Usd, rimaniamo ancora nell'ottica fisiologica di ritracciamento del trend rialzista sul DXY. Infatti il prezzo, dopo essersi poggiato sul supporto dinamico (Trump Trade) ha subito rimbalzato verso l'alto.
Analisi tecnica intraday
Sul grafico H4 si può notare come il prezzo si sia poggiato sulla resistenza data dalla media mobile SMA a 100 periodi (linea gialla), entrato nella Kumo fino a sfiorare la Senkou Span B e poi abbia ripreso il percorso verso il basso. Guardando in una prospettiva più ampia, al netto dei dati macroeconomici che hanno aiutato la moneta comune, rimaniamo nell'ottica di una normalissima presa di profitti del sellers.
Sul grafico daily bellissima reazione sulla Kijun Sen, quasi chirurgica, zona di confluenza con il pivot point al livello 1.044. Rimaniamo, ovviamente in un trend ribassista con le medie mobile distanti dal prezzo e discendenti. Anche la kumo rimane al ribasso e distante dal prezzo con la Chikou Span, al di sotto del prezzo e priva di ostacoli al ribasso. Siamo nell'ottica di correzioni fisiologiche anche perché i dati odierni sono rialzisti per l'euro ma comunque ancora al di sotto di quelli USA.
Manipolazione su FVG Daily – Pronti per il Prossimo Movimento?Globalmente siamo in un movimento ribassista, con EQL su timeframe settimanale dove probabilmente ci muoveremo più avanti. Oggi, lunedì, è probabile un movimento di manipolazione per riequilibrare un FVG sul timeframe giornaliero, senza target chiari. Oggi salto la sessione di trading a causa di un movimento contro-trend e dell’assenza di target ben definiti.
Un chiaro resoconto del movimento di Eur Usd di lunedì Un chiaro resoconto del movimento di Eur Usd di lunedì in ottica di uno short settimanale.
Come già esplicato, abbiamo visto il prezzo di eur usd arrivare a scambiare alle ore 10:00 in supply per dare un ritracciamento, arrivando in ottica della struttura weekly su notizia.
Vedremo delle possibili entry in short per la settimana.
Forza del dollaro travolgenteIl grafico dell'Euro/Dollaro su timeframe giornaliero mostra un chiaro trend ribassista, evidenziato dall'inclinazione negativa della regressione lineare e dalla posizione del prezzo al di sotto della media mobile esponenziale a 21 periodi (EMA 21). Il mercato è attualmente in una fase di debolezza persistente, con i prezzi che scendono verso i livelli di supporto principali.
Il pivot principale è a 1,04422, ma il prezzo si trova al di sotto, segnalando una dominanza dei venditori. I supporti più vicini sono S1 (1,03327), già testato, e S2 (1,02650), che rappresenta un potenziale target ribassista se la pressione di vendita dovesse continuare. Eventuali rimbalzi potrebbero incontrare resistenze a R1 (1,05518) e, più in alto, a R2 (1,06195).
In sintesi, il mercato rimane debole e in trend discendente. Finché il prezzo non rompe al rialzo il livello pivot e la EMA 21 con volumi significativi, il bias rimane ribassista, con probabili estensioni verso i supporti inferiori. È consigliata cautela nel considerare posizioni rialziste senza segnali di inversione chiari.
Rimbalzo ed affondo per Euro Dollaro?Buongiorno, analisi breve oggi per poi tornare pienamente operativi dalla prossima settimana.
Come detto in più occasioni meglio evitare di operare sotto le feste, movimenti improvvisi, statistica più sfavorevole e poca liquidità; decisamente meglio riprendere l'ordinaria operatività dal 7 Gennaio con il ritorno dei grandi istituti.
Rottura il 2 Gennaio del range festivo a cavallo tra 1,035 ed 1,045, immediata la discesa fino a toccare 1,0225 zona di target degli short e via con il rimbalzo per chiudere la settimana a 1,0308.
Gli indicatori di reattività (in basso a sinistra) indicano come lecito una maggiore forza dell'euro nei timeframe di breve termine ed una maggiore forza del dollaro nei timeframe di più ampio respiro, coerentemente con la visione di un rimbalzo dell'euro dopo i violenti short post rottura del 2 Gennaio; allo stesso modo indicano, come ovvio, una tendenza ribassista nel medio termine che potrà riprendere se non superati i livelli di 1,0310 prima, ma soprattutto la zona 1,0350/65 da cui è partito l'impulso ribassista.
Vedremo se con il ritorno dei grandi fondi dopo le festività, questa rottura sarà stata un movimento ribassista finale oppure si saranno poste le basi per un approdo alla parità tra i cambi.
NEWSLETTER#108: PMI USALa produzione torna a crescere, ma l'occupazione si indebolisce
L'indice manifatturiero ISM statunitense di dicembre si è dimostrato più forte del previsto, salendo a 49,3 da 48,4 di novembre rispetto al consenso di 48,2.
Dopo un periodo di stagnazione durato gran parte degli ultimi due anni, sia la produzione che i nuovi ordini riportati nell’indice manifatturiero ISM sono tornati a crescere.
Tuttavia, permane una certa prudenza, poiché il settore occupazionale indica ancora una perdita di posti di lavoro.
Inoltre, l’incertezza legata ai dazi continua a rappresentare un problema, soprattutto per le aziende con filiere internazionali e per quelle che dipendono in modo significativo dalle esportazioni come fonte principale di reddito.
La prossima settimana vedremo le pubblicazioni di dicembre di NFP e tasso di disoccupazione.
Nel frattempo il dollaro questa settimana guadagna il primo posto nella performance settimanale rispetto le altre valute.
NEWSLETTER#107: PMI e GAS RUSSOIl settore manifatturiero dell’eurozona termina il 2024 in contrazione
L'indagine PMI di dicembre ha segnalato un altro mese di deterioramento delle condizioni del settore manifatturiero in tutta l'Eurozona, estendendo l'attuale sequenza di declino a due anni e mezzo.
L'anno si è chiuso con un'accelerazione della contrazione sia dei nuovi ordini che della produzione, mentre sono state riportate forti riduzioni dell'attività di acquisto e delle scorte di beni.
Anche i livelli di occupazione nelle fabbriche hanno seguito la tendenza al ribasso, anche se è stato riportato un modesto miglioramento della fiducia delle imprese poiché le aspettative di crescita hanno raggiunto un massimo di quattro mesi.
Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi, gli ultimi dati hanno rivelato che i costi di fabbrica nell'Eurozona sono rimasti stabili.
Per il quarto mese consecutivo, i prezzi applicati per i prodotti manifatturieri sono diminuiti.
GAS RUSSO
I flussi di gas russo verso l'Europa attraverso l'Ucraina si sono fermati il primo gennaio 2025 con la scadenza del contratto di transito, aumentando il rischio sulla sicurezza energetica del continente.
Per 50 anni l'Ucraina ha costituito un transito fondamentale per le forniture di gas in Europa, anche durante i tre anni trascorsi dall'invasione da parte della Russia.
L'interruzione significa che i Paesi dell'Europa centrale che hanno fatto affidamento sui flussi saranno costretti a procurarsi altrove gas più costoso, mettendo pressione sulle forniture in un momento in cui l’area sta esaurendo le scorte invernali al ritmo più veloce degli ultimi anni.
Buon trading a tutti
WisdomTree - Tactical Daily Update - 02.01.2025 Prudenza: la parola d’ordine per il 2025, dopo 2 anni di rally.
Trump2: dopo l’entusiasmo iniziale, occhi puntati sui primi 100 giorni.
Crisi internazionali e chiusure di gasdotti: gas di nuovo nel mirino.
Cina: crescita benino nel 2024, l’anno nuovo alla prova dei dazi Usa.
Il 30 dicembre 2024, le Borse europee hanno registrato una seduta negativa, con volumi di scambio ridotti a causa del periodo festivo.
Milano ha chiuso l’ultima seduta dell’anno con una leggera flessione, -0,45%, ma ha ottenuto una performance annuale positiva, col FTSE MIB che ha guadagnato +12,6%. Piazza Affari ha dunque consolidato i guadagni degli anni precedenti, col 2023 che aveva visto una crescita ancora più marcata (+28%).
La capitalizzazione complessiva delle società quotate a Piazza Affari ha raggiunto 811 miliardi di euro, in aumento del 6,6% rispetto ai 761 miliardi del 2023. Tuttavia, il peso delle Borse sul PIL nazionale è diminuito leggermente, scendendo al 38%, rispetto al 39,4% dell’anno precedente.
Anche Madrid, nell’ultima seduta 2024 ha registrato una leggera flessione (-0,55%), così come, frazionalmente, Parigi, Francoforte e Amsterdam, Londra invariata. Gli investitori restano cauti, osservando se la recente debolezza a Wall Street sia un semplice aggiustamento o un segnale di inversione del trend rialzista che ha caratterizzato l’anno.
Gli operatori si preparano al nuovo anno, con uno sguardo rivolto alle banche centrali, alle decisioni economiche e fiscali dei Governi, e al contesto geopolitico ancora instabile.
Wall Street ha avuto una giornata difficile, col Dow Jones che ha perso -0,97%, il Nasdaq -1,19%, e lo S&P500 -1,07%. Dopo il bilancio annuale 2024 complessivamente positivo, con il Dow in rialzo del 14%, lo S&P 500 del 25% e il Nasdaq del 31%, ora l'incertezza persiste, alimentata dal timore che i mercati possano aver espanso troppo le valutazioni, soprattutto nel comparto tecnologico.
Si segnala anche la marcata volatilità dei prezzi del gas naturale europeo scambiato ad Amsterdam (TTF), con una rinnovata attenzione alla guerra del gas tra Russia e Ucraina, in particolare dopo la decisione di Gazprom di interrompere le forniture alla Moldova.
Sul fronte macroeconomico, l'inflazione in Spagna ha superato le attese, registrando un +2,8% rispetto al +2,6% previsto.
Sul mercato valutario, l’euro ha perso terreno, scendendo sotto la soglia di 1,040 dollari, mentre la divisa giapponese ha visto un apprezzamento.
Il petrolio ha visto un lieve rialzo, col WTI di febbraio in crescita dello 0,9% a 71 dollari al barile, mentre il Brent è aumentato dello 0,4%. Lo spread tra il BTp e il Bund tedesco ha chiuso la giornata a 116 punti base, con il rendimento del BTp decennale che si è attestato al 3,52%.
Nel primo giorno 2025, la Presidente Christine Lagarde ha ribadito l’impegno dell’ECB a mantenere l'inflazione nell'Eurozona vicino al target del 2%, auspicando che questo obiettivo venga raggiunto nel 2025.
Stamane, 2 gennaio, le Borse cinesi hanno mostrato segni di debolezza, col rallentamento dell’attività manifatturiera: le ultime previsioni per l’economia cinese indicano una crescita 2024 intorno al 5%.
La promessa di Donald Trump di intensificare la guerra commerciale con la Cina nutre la prospettiva di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti crea tuttavia ulteriore incertezza sui mercati asiatici, con l'indice Shanghai&Shenzhen CSI300 in calo del 2,2% e l’Hang Seng di Hong Kong del -1,7%. Gli investitori sperano in ulteriori misure di stimolo da parte di Pechino.
Ricordiamo che nella riunione di dicembre, la Federal Reserve (banca centrale Usa) ha segnalato una minore propensione a ridurre ulteriormente i tassi d’interesse nel 2025, vista un’inflazione ancora elevata negli States.
Nonostante le incertezze globali, i future di Wall Street ed i maggiori indici azionari europei registrato rialzi medi di +0,4%.
Petrolio: il WTI (Greggio di riferimento Usa) ha chiuso il 2024 con una perdita del -3%, prolungando il calo del -10% del 2023, mentre le scorte di petrolio statunitensi, la scorsa settimana, sono diminuite di 1,4 milioni di barili, suggerendo un possibile aumento della domanda.
L'oro ha visto una performance eccezionale nel 2024, guadagnando il 27%, il miglior anno dal 2010, grazie ai tagli dei tassi di interesse e alle crescenti tensioni geopolitiche. Tuttavia, la crescita dei prezzi dell'oro ha rallentato dopo i segnali più aggressivi della FED nel dicembre 2024.
Il Dollaro ha avuto una performance brillante nel 2024, salendo +6,2% contro l’euro, sostenuto dalle aspettative di un periodo prolungato di tassi d’interesse elevati negli Stati Uniti. Le prime scelte dell’amministrazione Trump, in carica da metàgennaio, sarà determinante per le future evoluzioni del mercato valutario.
Bitcoin ha visto un incredibile rialzo, +120%, nel 2024, ma è sotto al picco record di metà dicembre. MicroStrategy ha continuato a incrementare le sue riserve in Bitcoin, acquistando oltre 2.100 BTC, portando la sua posizione totale a oltre 446.000 BTC, con un profitto non realizzato di circa USD 13 miliardi.
Sul mercato obbligazionario registriamo oggi un lieve calo dei rendimenti, coi Treasury 10 Yrs USA al 4,57%, i Bund tedeschi al 2,37% e i BTP italiani al 3,52%. Lo spread BTP/Bund si è contratto nel 2024, scendendo da 168 a 115 bps.
Occhi aperti oggi negli Stati Uniti su importanti dati macroeconomici: richieste di sussidi di disoccupazione e spese per costruzioni.
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Si ricominciaIl 2024 si è rivelato un anno eccezionale per i mercati azionari statunitensi, grazie a una combinazione di fattori macroeconomici, tecnologici e politici che hanno alimentato un solido rally. L’S&P 500 ha prodotto un eccellente +24%, grazie in particolar modo al contributo significativo del settore tecnologico e dell'energia.
Il Nasdaq ha realizzato un +30%, trainato soprattutto dal settore dell'intelligenza artificiale e dalla forza delle megacap, mentre il Dow Jones ha chiuso con un +13%, ovvero una performance più moderata, in ragione di un'esposizione minore ai titoli tecnologici.
I mercati azionari europei si sono rivelati misti, con alcuni indici che hanno sovraperformato mentre altri hanno chiuso in rosso su base annua. Lo STOXX 600, ovvero l’indice paneuropeo, ha segnato un calo del 3% su base trimestrale, il peggior risultato degli ultimi due anni. Questo dato riflette evidentemente le crescenti preoccupazioni economiche e l’incertezza sui mercati globali.
Il CAC 40 è sceso del 2,1% nel 2024, risentendo delle difficoltà in settori strategici come quello automobilistico e alimentare. Il DAX, nonostante il clima generale di incertezza e sfiducia dell’economia tedesca, ha sovraperformato con un guadagno annuo del 19%, grazie soprattutto ai settori tecnologico e industriale.
Il FTSE 100 ha chiuso in positivo per il quarto anno consecutivo, registrando una crescita del 5% nell’anno appena concluso. Il risultato è stato favorito dalla stabilità dei titoli blue-chip e dalla resilienza del settore finanziario.
DOLLARO, ANCORA RIALZI?
L'indice del dollaro è salito sopra quota 108 martedì, vicino ai massimi degli ultimi due anni, mentre nel 2024 è salito di oltre il 6,5%, segnando la sua performance annuale migliore dal 2015. Questo rally è stato guidato dalla rielezione del presidente eletto Trump a novembre e dal cambiamento di atteggiamento da parte della Federal Reserve, che da accomodante che era a metà anno, è tornata ad essere restrittiva sul taglio del costo del denaro.
La banca centrale USA, infatti, ha ridotto la sua previsione di taglio dei tassi per il 2025 a 50 punti base a causa dell'inflazione persistente e di un forte mercato del lavoro.
Le aspettative di politiche pro-crescita e inflazionistiche sotto Trump, come tagli fiscali e aumenti tariffari, hanno ulteriormente sostenuto il dollaro. Contro l'euro, la divisa americana sta forzando la mano con il supporto di EUR/USD di 1.0330 vicino alla rottura.
Anche il cable si avvicina al supporto chiave di 1.2480, mentre il CHF rimane stabile a 0.9400 contro l'euro, ma contro il dollaro si indebolisce con possibili obiettivi a 0.9200.
Rimane vicino a 1.4400 l'USD/CAD, incapace di rafforzarsi, mentre l'USD/JPY è tornato sopra quota 157.00. La BoJ per ora è totalmente assente. Infine, le oceaniche si avvicinano ai supporti di medio e lungo termine, che sono anche eccessi importanti visti tempo fa.
PETROLIO, ANCORA TRADING RANGE?
I future sul petrolio greggio WTI sono saliti sopra i 71 dollari al barile martedì, salendo per la terza sessione consecutiva in mezzo a bassa volatilità e scarso interesse, dopo che nuovi dati hanno rivelato che l'attività manifatturiera cinese è cresciuta a dicembre.
La produzione manifatturiera del gigante asiatico è cresciuta per il terzo mese consecutivo, sebbene a un ritmo più lento, suggerendo che nuovi stimoli stanno supportando l'economia del più grande importatore di petrolio greggio al mondo.
Gli operatori restano in attesa dei dati del sondaggio sulle aziende statunitensi per ulteriori approfondimenti sulle prospettive della domanda. Nel frattempo, va ricordato che il petrolio ha perso circa lo 0,5% nel 2024, dopo mesi di trading range in un intervallo di negoziazione ristretto.
Il mercato si sta ora preparando per un anno potenzialmente turbolento, con preoccupazioni per un eccesso di offerta, rischi geopolitici e il potenziale impatto dell'amministrazione Trump in arrivo sulla politica petrolifera, tutti fattori che suggeriscono cautela e prudenza.
CINA, PMI IN CALO
Il Caixin China General Manufacturing PMI è sceso a 50,5 a dicembre 2024 dal massimo di 5 mesi di novembre di 51,5, mancando le stime di mercato di 51,7, ma facendo registrare il terzo mese consecutivo di crescita dell'attività industriale. Sia la produzione che i nuovi ordini sono cresciuti a ritmi più lenti, mentre gli ordini dall’estero sono scesi dopo essere aumentati al ritmo più rapido degli ultimi sette mesi nel mese precedente. Inoltre, l'occupazione è diminuita per il quarto mese.
Sul fronte dei prezzi, quelli di vendita sono diminuiti per la prima volta da settembre. Infine, la fiducia si è indebolita, con il dato che ha raggiunto il minimo degli ultimi tre mesi, a causa delle preoccupazioni sulla crescita e sulle prospettive commerciali, in particolare con la minaccia dei dazi statunitensi. USD/CNH, che dopo aver quasi toccato i massimi storici a 7.3690 il 31 dicembre, a causa della scarsa liquidità presente sui mercati, è sceso di nuovo a 7.3200.
Buona giornata
Saverio Berlinzani
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EUR/USD - Economia a due velocità sulle sponde dell'AtlanticoIl corss EUR/USD, il cosiddetto "Fiber", ha iniziato il 2024 a circa 1,1040 per poi arrivare, il 22 settembre, a registrare il suo minimo di 1,033 per poi ritestarlo quasi il 18 dicembre. Mentre scriviamo il prezzo si trova a 1,04032.
Il mondo finanziario, a inizi 2024, ruotava sostanzialmente intorno ai livelli d'inflazione e le speranze che le banche centrali potessero iniziare il prima possibile ad abbandonare le politiche restrittive. Adesso che siamo a fine anno possiamo dire che le speranze erano ben lungi dall'essere soddisfatte. I livelli d'occupazione e la crescita economica sono diventati sempre più preoccupanti e hanno messo, per gran parte dell'anno, in ombra il problema inflazione.
Sebbene il ruolo delle banche centrali sia orientato ai livelli d'inflazione e occupazione con lo scopo di bilanciarli e non ha nulla a che fare con la crescita economica, sicuramente le loro politiche monetarie possono influenzarla. Questo è quello che è successo nel 2024.
I motivi che hanno portato la BCE ad attuare i primi tagli.
La BCE è stata tra le prime banche centrali a modificare la propria politica monetaria e quindi, dopo un lungo anno di restrizioni, a giugno scorso ha annunciato il primo taglio dei tassi d'interesse, riducendo i tassi di riferimento di 25 bps ciascuno. Il quarto taglio di 25 bps è stato attuato a dicembre, portando il tasso sulle principali operazioni di finanziamento, i tassi sulla linea di credito marginale e sulla linea di deposito rispettivamente al 3.15%, 3,4% e 3%.
A differenza di quanto è stato negli Stati Uniti, l'allentamento monetario in Europa non è stato operato per motivi inflazionistici ma, soprattutto, per il timore di una battuta d'arresto dell'economia.
L'inflazione al consumo YoY, nell'ultima lettura relativa al mese di novembre ha registrato il 2,2%, con il dato "core", depurato dalle componenti volatili energetiche e cibo, al 2,7%.
Sebbene il tasso inflazionistico sia quasi vicino all'obiettivo della banca centrale, la preoccupazione principale che ha portato al cambio di rotta è stata la scarsa crescita economica con gli indicatori macroeconomici che non escludono affatto una recessione (che ha già colpito la Germania nel 2024). Su base annua il PIL destagionalizzato è aumentato dello 0,9% sia nell'area euro che nell'Unione Europea nel terzo trimestre grazie al colpo di coda dell'ultimo trimestre. Il Purchasing Managers Index, comunemente PMI, che misura i livelli di produzione nel settore manifatturiero e dei servizi, ha mostrato che il settore manifatturiero ha trascorso quasi due anni consecutivi di contrazione, salvato solo da un settore dei servizi che da marzo, tranne che per la lettura di inizio dicembre, ha sempre registrato dati sopra il livello dei 50 punti, seppur basso rispetto all'analogo americano. Questo scenario macroeconomico porterà la BCE a continuare ad abbassare i tassi sebbene l'inflazione rimanga sopra il livello prefissato del 2%. Ad aggravare la situazione ci sono state le crisi di governo dei paesi trainanti, Germania e Francia. Il governo di coalizione tedesco è crollato dopo che il Bundestag ha espresso un voto di sfiducia nei confronti del cancelliere Olaf Scholz portando a nuove lezioni nel prossimo febbraio. In Francia, invece, il governo è caduto a seguito della mozione di sfiducia del primo ministro Michel Barnier.
Dall'altra parte dell'Atlantico
La situazione negli States è per molti aspetti totalmente diversa, e ha portato il dollaro ad eleggersi vincitore 2024 (si veda l'idea pubblicata 29.12.2024). Il neo eletto presidente Donald Trump è stato sicuramente ed è il catalizzatore principale dell'ascesa del dollaro. Non solo Trump ha vinto le elezioni presidenziali ma il partito repubblicano ha preso il controllo di Camera e Senato rafforzando, così, ulteriormente il potere del presidente.
La vittoria repubblicana è stata, almeno per ora, ben vista dai mercati finanziari, con gli indici americani che hanno raggiunto livelli record con la promessa di Trump di tagliare il cuneo fiscale e imporre dazi sui beni e servizi esteri, con i valori azionari alle stelle e quello dei titoli di stato a picco.
L'attuale euforia potrebbe essere minacciata dai rinati rischi di un surriscaldamento dell'inflazione legati alle politiche accomodanti di Trump. Inoltre, bassi livelli di disoccupazione e alti livelli di disoccupazione (rispetto al periodo) potrebbero portare ad un fisiologico aumento di domanda dei consumatori e, di conseguenza, riportare i prezzi su.
A tutto ciò, ovviamente, incideranno i tanto blasonati dazi. Se la politica di campagna elettorale dovesse essere attuata, questa porterà sicuramente ad un aumento dei prezzi al cittadino americano con conseguenza diretta di un perdita di valore della moneta. In riferimento a questo aspetto preoccupazioni di non poca rilevanza attanagliano i membri della BCE, che vedono l'attuazione delle politiche trumpiane per l'economia europea, già malmessa, come la Kriptonite per Superman.
La Fed, a differenza della BCE, ha tagliato i tassi tre volte nel 2024, con un taglio di 50 bps a settembre, un taglio di 25 bps a novembre e altri 25 bps a dicembre, per arrivare all'intervallo attuale di 4,25% - 4,50%. I funzionari della Fed hanno tenuto l'attenzione sull'inflazione per gran parte del 2024, spostandola solo temporaneamente sull'occupazione mentre l'apprensione sulla crescita economica non è mai stata eccessiva.
Il tema inflazione è tornato alla ribalta nell'ultima riunione del FOMC, quando i responsabili politici hanno sottolineato che la decisione di tagliare ulteriormente il tasso d'interesse di riferimento è stata una scelta rischiosa e, infatti, hanno annunciato che nel 2025 la politica di ammorbidimento subirà un rallentamento a fronte di un'economia ancora calda e un'inflazione ancora al di sopra dell'obiettivo. Le previsioni per il 2025, secondo il Summary of Economic Projections di dicembre, sono di solo due tagli, a differenza di quanto era stimato nella riunione di settembre in cui erano stati segnalati quattro tagli per il 2025.
L'inflazione, infatti, è tornata a preoccupare dopo che nella lettura dell'US Bureau of Labor Statistics ha segnato un aumento del 2,7% YoY a novembre, rispetto al 2,6% di ottobre, mentre il dato "core" è aumentato del 3,3%, comunque in linea con le aspettative di mercato.
A differenza dell'Europa, le preoccupazioni di una recessione negli Stati Uniti si sono attenuate nel 2024, con una probabilità di un soft landing sempre più concreta. Infatti, l'economia, per tutto l'anno, ha segnato dati molto buoni al netto del periodo di restrizioni monetarie. Il Pil è cresciuto del 3,1% in Q3 e l'ottimismo ha portato tutti gli indici azionari americani a registrare nuovi massimi sebbene l'ultimo dot plot chart abbia portato l'interesse speculativo a prendere qualche profitto.
Oltre alla crescita economica registrata nel 2024, la Fed ha ottimizzato anche le sue prospettive di crescita per il 2024 al 2,5%, rispetto al precedente 2% stimato a settembre, nonostante si stima che al 2026, il trend tornerà ai livelli di crescita di lungo termine pari all'1,8%. Le stime sull'inflazione sono state riviste al rialzo, con un tasso al 2,5% per il 2025, in aumento rispetto le previsioni precedenti di 2,1%, con il dato core al 2,8%.
Di contro, dall'altra parte dell'oceano, la BCE taglierà ulteriormente i tassi anche nel 2025 in un contesto di crescita debole persistente e di inflazione in calo (almeno per adesso). Qualche analista sfrontato stima addirittura che nel 2025 potrebbero arrivare al livello neutrale del 2%.
I tagli in Europa sono dettati dalle previsioni al ribasso d'inflazione in calo al 2,1% e il dato core al 2,3%, con una prospettiva di allineamento, nel 2026, all'1,9%. Congiuntamente, sono state viste a ribasso anche le previsioni di crescita, con un 1,1% per il 2025 e 1,4% per il 2026.
Per dirla in due parole, mentre la Fed potrebbe trovarsi a gestire una rinnovata ventata inflazionistica, l'Europa dovrà continuare a far fronte alla battuta d'arresto dell'economia che potrebbe acuirsi nel caso in cui Trump dovesse mettere pedissequamente in atto il suo piano d'azione pubblicizzato in campagna elettorale.
Prospettive tecniche sul cross EUR/USD
monthly chart
Se si osservano gli ultimi due anni vediamo che il trend piuttosto laterale, con il prezzo che si è mosso nel range tra 1,1275 (luglio 2023) e 1,03319 (novembre 2024), superando la resistenza posta a circa 1,044. Salvo notizie apocalittiche, il cross si appresta a chiudere il terzo mese di fila in negativo registrando un calo di più del 6,50%. A livello tecnico la linea di prezzo si trova all'interno della Kumo seppur quest'ultima in posizione quasi neutrale. Una chiusura della candela al di sotto della Kijun Sen potrebbe sicuramente aprire nuove prospettive al ribasso sul lungo termine e trascinare nuovamente l'euro verso la parità, verso i minimi del 2022. La media mobile a 200 periodi è molto distante dalla linea di prezzo sebbene abbia una lieve pendenza, mentre la media mobile a 50 periodi ha agito da resistenza per gli ultimi due anni. L'RSI si trova in zona ribassista al di sotto della sua media, ma ancora molto lontano dalla zona di ipervenduto.
Siamo comunque a circa il livello 0,50 di Fibonacci calcolato sul rally partito dal 2022, questo è un livello molto importante, considerato che ci troviamo su un livello sensibile, a circa 1,040 (al momento in cui scriviamo).
daily chart
Sul grafico giornaliero traspare chiaramente il trend ribassista di breve medio termine con il prezzo che ha sempre reagito alla resistenza data dalla Kijun Sen nell'occasioni in cui è stata toccata al rialzo. Dopo aver superato la Tenkan Sen al rialzo il 25 novembre, è rimasto intrappolato tra la Kijun e la Tenkan per poi tornare nuovamente al di sotto delle stesse. La Kumo, che disegna un trend al ribasso, viaggia molto distante dalla linea di prezzo mentre abbiamo assistito al "death cross" tra la media mobile a 50 periodi sulla media mobile a 200 periodi (segnale di forte spinta al ribasso). Anche la Chikou Span è sotto la linea di prezzo e dopo averlo toccato (candela del 24 novembre) ora sembra orientata nuovamente al ribasso con nessun ostacolo. A ostacolare le spinte bullish c'è anche una linea di tendenza dinamicha che sta fungendo da resistenza (linea blu). Attualmente le prospettive al rialzo non sono sorrette da alcun segnale tecnico, con un RSI che rimane in una zona di venduto sulla sua media, con ulteriori margini di discesa per toccare la linea di ipercomprato.
Che dire, il quadro macroeconomico sicuramente da forza al dollaro a danno dell'euro, con una presidenza Trump che, se dovesse palesarsi così come propagandato dallo stesso, porterebbe ancora più ostacoli all'economia europea. Gli Stati Uniti rischiano un ritorno dell'inflazione a causa di una domanda che rimane forte e con i dazi che potrebbero comunque agevolarne il rimbalzo ma sorretti da un'economia tra le più resilienti del globo che è riuscita ben a tener botta anche negli anni neri della pandemia. L'Europa rischia doppiamente, il collasso definitivo di un economia che già stenta e un ritorno dell'inflazione a causa dei prezzi che rischia di dover sostenere sia a causa dei dazi minacciati da Trump ma anche per quelli che dovrà sostenere per approvvigionarsi della componente energetica che la vedrebbe costretta a rifornirsi dagli Stati Uniti e non a prezzi vantaggiosi...
Trump davvero metterà in atto quel che ha chiacchierato fin oggi? Staremo a vedere, con la speranza che, infine, non faccia così come è stato nel Trump 1.0. Come spesso capita, le sorti dell'Europa sono alle volontà dei più forti... ma ne parleremo in altre occasioni.
Caccia agli stop su Eur-Usd: Esempio di seduta con pochi volumiLa scorsa settimana il cambio ha oscillato nel range di 60 pip senza mai dare una minima sensazione di vitalità; ieri dopo tutta questa compressione all'improvviso si sono svegliati ed hanno fatto un pò di shake out caccia stop.
Andiamo per ordine, sono le 12,30 di lunedì 30 Dicembre e ci dirigiamo verso i massimi della scorsa settimana a 1,0445, alle 13 arriva quella che sembra a tutti gli effetti una rottura al rialzo, salvo poi rimangiarsi tutto alle 14, prendere la via del ribasso con una certa veemenza, rompere i minimi della scorsa settimana a 1,0385, salvo anche in questo caso rimangiarsi tutto come la più classica delle trappole già alle 17,30, per poi rientrare per inerzia e chiudere la seduta intorno a quota 1,04.
Questo genere di giornate semifestive invocano cautela poichè, essendo carenti di operatori, sono facilmente manovrabili e maggiormente soggette ai falsi segnali, come evidenziato prima con i due falsi breakout.
Rimango della convinzione, magari errata ma certamente coerente a livello operativo, che non avremo forti movimenti direzionali fino al post-epifania momento in cui, con il ritorno dei grandi fondi, potremmo assistere a impulsi e maggiori spunti operativi.
Colgo l'occasione con questa analisi per fare gli auguri per un felice anno a tutti coloro che leggono queste mie analisi ed a tutta la comunità di Tradingview, nel 2025 ho intenzione di migliorare le mie analisi sia a livello di frequenza che di contenuti, cercando magari anche altri strumenti per postare le mie idee; tuttavia, ogni cosa a suo tempo, se interessati seguitemi e sarà mia premura tenervi aggiornati.
Buon anno.






















