Il rally di USD/JPY subisce una battuta d'arrestoCon l'aumento della volatilità di USD/JPY in seguito alle voci circa l’imminente adozione di misure da parte della Bank of Japan (BoJ), diamo un’occhiata ai fattori chiave che condizionano questo mercato.
I CFD/spread bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 84,01 % dei conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore . Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/spread bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro.
Le divergenze in fatto di politica monetaria favoriscono il rally
USD/JPY si è issata sempre più in alto dall'inizio dell'anno, per effetto di significative divergenze in materia di politica monetaria tra la Federal Reserve e la BoJ. La decisione della BoJ di venerdì scorso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento ha colto i trader di sorpresa, differendo in maniera sostanziale dai propositi della Fed di aumentare i tassi. Questa marcata contrapposizione tra le policy adottate ha spinto USD/JPY verso l'alto.
Tuttavia, nelle iniziali contrattazioni asiatiche ed europee di lunedì, la volatilità è schizzata alle stelle, traducendosi in un rovesciamento dei guadagni di venerdì a causa delle voci riguardo alle misure che intende adottare la BoJ. I recenti moniti da parte di Tokyo in merito a possibili provvedimenti hanno amplificato i sospetti, il che rappresenterebbe un dietrofront rispetto alla precedente linea attendista.
Analisi tecnica: segnali di indebolimento
Il grafico a candele giornaliero di USD/JPY mostra segnali di indebolimento a breve termine, con una brusca inversione dopo la rottura di un livello chiave di resistenza alcune settimane fa.
Se USD/JPY dovesse concludere la giornata di contrattazioni in prossimità dei minimi intraday, potrebbe dare luogo a un pattern di inversione ribassista a due barre. Tale scenario potrebbe teoricamente spianare la strada per un pullback più pronunciato, spingendo la coppia di valute verso una confluenza dei livelli di supporto creati dalla rottura della resistenza, dal prezzo medio ponderato per il volume (VWAP) ancorato e dalla linea di trend in ascesa.
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri.
Volatilità a breve termine: grafico orario a candele
La candela oraria di USD/JPY evidenzia l'incremento della volatilità a breve termine contestualmente all'aumento dell’average true range (ATR) orario.
Un pattern di inversione ribassista a forma di V è indicativo di opportunità per i day trader di optare per la vendita allo scoperto sui pullback intra-day. Tuttavia, coloro che intendono aprire posizioni overnight dovrebbero fare massima attenzione, per via della maggiore volatilità associata ai rumor circa la probabile adozione di misure da parte di una banca centrale.
Le performance passate non costituiscono un indicatore affidabile dell'andamento futuro
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio.
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Idee operative USDJPYTMSP
USD\JPY: INARRESTABILE?Mi piace pensare che ogni tanto, non sempre, lo storico possa fornirci qualche informazione in più, anche se presa sempre con le pinze.
Non voglio proporre scenari\ipotesi ma solo questa interessante curiosità:
Dopo il superamento dei massimi del 2015, nel 2022, cavalcammo per un bel tratto al rialzo prima di trovare la forza per invertire.
Ora siamo distanti molto di meno dagli ultimi massimi, sebbene la situazione non sia identica al passato, si potrebbe pensare, tra periodi di debolezza\ritracciamenti vari che il trend rialzista possa proseguire ancora per un bel pò.
Come sempre ricordo che sono considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
USDJPZ livelli che non si vedevano dal 1990 In seguito al superamento del livello di resistenza da 151 a 152 abbiamo assistito ad uno short squeeze che ha fatto letteralmente schizzare li yen giapponese su livelli che non si vedevano appunto dal 1990 senza nessun segnale di volersi fermare. Come sempre bisognerà valutare le mosse della BoJ per valutare degli ingressi. Personalmente la scorsa settimana ho preso il mio stop in quanto avevo scommesso sulla tenuta dei 152. Che non è avvenuta.
Personalmente al momento non entrerei ne long ne short in quanto non è possibile prevedere eventuali mosse del governatore Kazuo Ueda per quanto riguarda l'eventuale difesa della valuta.
Powell ancora falcoOscillazioni ridotte, nella giornata di ieri, per i principali listini globali, cono chiusure poco sopra lo zero. A impedire guadagni superiori, ancora le tensioni mediorientali, mentre dal lato finanziario, i risultati societari e le prospettive sui tassi di interesse hanno tenuto banco e hanno rappresentato i principali market movers per l’equity. Il settore sanitario ha registrato le performance migliori, seguito dai beni di consumo di prima necessità e dai finanziari.
Sul fronte aziendale, UnitedHealth è cresciuta di oltre il 5% dopo che sia gli utili che i ricavi hanno superato le stime. Morgan Stanley è salita di circa l'1,6% dopo che i suoi risultati hanno fatto meglio del consensus e anche Bank of New York Mellon è salita di circa lo 0,5% dopo aver fatto registrare un aumento dei profitti del 5%. Al contrario, Bank of America ha ceduto circa lo 0,5% dopo che i suoi risultati sono apparsi poco convincenti agli occhi degli analisti e Johnson & Johnson ha perso quasi l'1,6% dopo aver pubblicato risultati contrastanti. Ieri sera, infine, Jerome Powell ha dichiarato, durante una tavola rotonda a Washington che la Fed, dovrebbe attendere ancora prima di tagliare il costo del denaro, data la forza del mercato del lavoro e i progressi compiuti su fronte dell’inflazione.
VALUTE, ORO E PETROLIO
Il comparto valutario ha visto l’euro arrivare quasi a 1.0600, supporto chiave di breve termine, mentre il Cable ha provato a flirtare con 1.2400 senza però testarlo. Entrambi restano pesanti e dipendenti, lasciatecelo dire, dai movimenti del UsdJpy che evidenzia ancora una forza artificiosa, legata alla volontà della speculazione di breve di attaccare la Boj che ha rilasciato dichiarazioni bellicose per poi, in realtà, letteralmente scomparire nel nulla, e lasciar campo libero ai compratori.
Siamo ormai a ridosso di 155.00 ma chissà se la soglia psicologica di tale livello sarà sufficiente a fermare il rialzo o a spingere l’autorità monetaria a intervenire finalmente sul mercato. Del resto, 450 pip in una decina di giorni non ci sembrano pochi visto che a marzo il rialzo di 500 punti da 146.a 151, aveva spinto la Boj a rilasciare dichiarazioni bellicose per il troppo veloce deprezzamento dello Jpy. E quello dell’ultima settimana cosa è se non una altrettanto rapida svalutazione, tale da provocare almeno una reazione verbale? Per contro, va ricordato che forse la Boj voleva proprio una svalutazione competitiva considerato il fatto che la bilancia commerciale giapponese, pubblicata questa notte, ha mostrato un surplus di bilancio di circa 2.5 miliardi di dollari contro un deficit dello stesso periodo del 2023 di circa 5 miliardi.
Sugli altri cambi, UsdCad in rialzo dopo che l’inflazione in Canada è uscita inferiore alle attese, anche se superiore al dato precedente. 1.3900 il possibile target finale del biglietto verde. In ribasso le oceaniche che durante le fasi di risk off, tendono ad indebolirsi contro dollaro, percentualmente di più delle majors. Infine, il franco svizzero rimane solido contro le principali concorrenti, in ragione del proprio status di asse rifugio. Tra questi ultimi, l’Oro rimane vicino a 2390 e non lontano dai massimi di 2.474, il più alto di sempre. Non vi sono le condizioni per una inversione, almeno per il momento, in ragione di tensioni ancora aperte in un contesto di domanda solida. Il petrolio, dal canto suo, ha corretto leggermente fino al supporto che per il Wti è in area 84 mentre per il Brent è posto a 88.40, ma poi sembra ripartire, in ragione delle questioni geopolitiche ancora aperte, che ne riducono l’offerta, almeno temporaneamente.
USA, MERCATO IMMOBILIARE IN CALO
I nuovi cantieri negli Stati Uniti sono diminuiti del 14,7% su base mensile a un livello di 1,321 milioni a marzo, di gran lunga meno del dato precedente di 1,549 milioni di febbraio e ben al di sotto delle previsioni di 1,48 milioni. Si tratta del valore più basso da agosto e del calo più grande da aprile 2020, poiché l’aumento dei tassi ipotecari evidentemente sta cominciando a pesare. La costruzione di case unifamiliari è scesa del 12,4%.
ZEW, ANCORA UN MIGLIORAMENTO
L’indicatore ZEW del sentiment economico per la Germania è salito a 42,9 nell’aprile 2024, il più alto da febbraio 2022, dal 31,7 di marzo, battendo le previsioni di 35,9. Una buona parte di analisti prevede un miglioramento dell’economia tedesca nei prossimi sei mesi, spinto da una valutazione più favorevole della situazione economica e dalle aspettative per l’export, nonché dall’indebolimento dell’euro.
UK, DISOCCUPAZIONE IN RIALZO
Il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è salito al 4,2% a febbraio, rispetto al 3,9% nei tre mesi fino a novembre. Un dato che ha superato le aspettative del 4,0%. Il numero dei disoccupati è aumentato di 85.000 unità raggiungendo un totale di 1,44 milioni., Intanto gli occupati sono scesi a 33 milioni, soprattutto a causa della diminuzione dei dipendenti a tempo parziale. Al contrario, nel corso del trimestre è aumentato il numero dei lavoratori a tempo pieno, così come il numero delle persone occupate con un secondo lavoro, che rappresentano il 3,6% di tutti gli occupati.
CANADA, INFLAZIONE SALE MENO DEL PREVISTO
Il tasso di inflazione annuale in Canada è salito al 2,9% nel marzo del 2024 dal minimo di otto mesi del 2,8% del mese precedente, al di sotto delle aspettative del mercato e in linea con le previsioni della Banca del Canada secondo cui l'inflazione dovrebbe mantenersi vicino al 3%. % nella prima metà del 2024. La leggera accelerazione è stata causata dal prezzo della benzina che ha spinto i prezzi dei trasporti a salire. Inoltre, i tassi restrittivi, hanno generato un aumento dei costi degli interessi ipotecari del 25,4% su base annua e ha contribuito ad un’accelerazione degli affitti. Nel frattempo, la media dei prezzi osservata dalla BoC (3,1% contro 3,2%) e la mediana dei tassi core (2,8% contro 3,1%) hanno entrambi rallentato più del previsto.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
La Fed starà ferma, le borse scendonoCaduta improvvisa dei mercati azionari Usa, dopo la pubblicazione di ieri pomeriggio dell’inflazione Usa, salita più delle previsioni, e in attesa a questo punto, del rapporto sull'indice dei prezzi alla produzione di questo pomeriggio. Nelle contrattazioni di ieri, il Dow è sceso dell'1%, l'S&P 500 è sceso dello 0,95% e il Nasdaq Composite ha perso lo 0,84%. Dieci degli 11 settori dell'S&P hanno chiuso in ribasso, trascinati dal settore immobiliare, dai servizi di pubblica utilità e materiali.
Forti cali sono stati registrati nei titoli tecnologici ad alta capitalizzazione come Tesla (-2,9%), AMD (-2,1%) e Apple (-1,1%). Il mercato sembra entrato in una fase di risk off, o avversione al rischio, legata alle maggiori probabilità che la Fed mantenga i tassi fermi almeno fino a settembre, con al massimo due riduzioni del costo del denaro e non tre come in precedenza ci si poteva attendere. Altri ancora, pensano che l’autorità monetaria Usa tenga i tassi fermi per tutto il 2024. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli di stato hanno accelerato al rialzo con il decennale Usa salito sopra il 4.53%. A rimanere indietro per ora, solo gli indici di rischio con il Vix ancora sotto i 16 punti e il fear and greed in zona neutra a 54 punti.
INFLAZIONE USA
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito per il secondo mese consecutivo al 3,5% a marzo 2024, il più alto livello dal mese di settembre 2023, rispetto al 3,2% di febbraio e alle previsioni del 3,4%. I costi energetici sono aumentati più del previsto, con la benzina in aumento dell'1,3% così come quelli del gas e dell'olio combustibile. Inoltre, l’inflazione si è stabilizzata per gli alimentari, le abitazioni, ma è aumentata per i trasporti e l’abbigliamento. Nel frattempo, l'inflazione core annua è rimasta stabile al 3,8%, la stessa del mese precedente, anche se superiore alle previsioni del 3,7%. Anche il tasso mensile è rimasto stabile allo 0,4%, con i mercati che si aspettavano un rallentamento allo 0,3%.
BOC, TASSI INVARIATI
La Banca centrale canadese ha mantenuto il tasso di riferimento al 5% ad aprile, come ampiamente previsto, e si è astenuta dal dare indicazioni sull'inizio dei tagli dei tassi a causa dei persistenti rischi al rialzo per l'inflazione. La BoC ha osservato che le pressioni sui prezzi si sono allentate, ma ha aggiunto che il contesto macroeconomico incerto e i prezzi delle materie prime più alti del previsto, compreso il petrolio, impediscono una convergenza più agevole verso la disinflazione.
Il governatore Macklem ha aggiunto che, sebbene gli ultimi dati abbiano indicato alcuni progressi relativamente all’indice dei prezzi, i dati non sono ancora sufficienti per giustificare con sicurezza una politica monetaria meno restrittiva. Di conseguenza, la BoC prevede che l’inflazione rimanga vicina al livello del 3% nella prima metà di quest’anno prima di raggiungere solo il suo obiettivo del 2% nel 2025. Nel frattempo, i dati recenti, che indicano una crescita economica globale più forte del previsto, hanno spinto i politici a considerare una produzione interna più forte, con un PIL destinato a crescere dell'1,5% quest'anno e del 2,2% nel 2025.
VALUTE, RISCOSSA DEL DOLLARO
Mercoledì l’indice del dollaro è salito dello 0,7% a 104,8, spinto da un dato sul CPI più forte del previsto. I principali rapporti di cambio hanno visto il dollaro schiacciare tutte le principali valute concorrenti, con il ritorno della modalità risk off sul mercato più liquido al mondo. Il che vede il dollaro apprezzarsi in qualità di valuta rifugio, specialmente contro euro, sterlina e Jpy.
Rispetto alla moneta unica, le oscillazioni, dopo alcuni giorni di calma piatta, il biglietto verde si è apprezzato di circa l’1%, con EurUsd sceso da 1.0865 a 1.0730, prima di un rimbalzo, per ora assai modesto. Ora gli obiettivi sembrano posti almeno a 1.0700, per poi eventualmente intravedere qualche correzione maggiormente rilevante. La sterlina ha perso anch’essa circa 150 pip scendendo a 1.2535, non lontano dal supporto chiave di 1.2500 che se violato, potrebbe aprire la strada ad un movimento più importante.
UsdJpy addirittura sopra 153.25, il massimo degli ultimi 34 anni, mentre la Boj interviene solo verbalmente, tramite il portavoce del Governo Hayashi che non ha escluso un intervento a sostegno della valuta. Ma per ora sono solo chiacchiere. E il mercato spinge. I primi livelli che si notano guardando i grafici sono posti a 160.35, massimo dell’Aprile 1990. Sulle oceaniche, ribassi meno significativi con i prezzi che sono tornati ai livelli di una settimana fa a 0.6500 per AudUsd e 0.5980 per NzdUsd. Sale anche il UsdCad con il test dell’area di 1.3700 e possibili target nel mirino a 1.3900.
Sul fronte dati, segnaliamo che il CPI cinese questa notte è uscito inferiore alle attese, a +0.1% contro lo 0.4% atteso mentre i Ppi sono scesi del 2.8% su base annua. Oggi, alle 14.15, c’è attesa per la BCE, con i tassi che rimarranno probabilmente invariati al 4.5%. Sentiremo il Governatore e vedremo la reazione dell’euro, per capire se vi sarà divergenza tra la Fed e Bruxelles in materia di previsioni sui tassi. Nel pomeriggio poi attenzione ai pi Usa che potrebbero dare una ulteriore spinta al dollaro.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Volatilità in compressioneLa giornata di ieri ha visto Wall Street chiudere pressoché invariata, dopo che i tre listini principali si erano già stabilizzati nella sessione precedente. Gli investitori attendono con interesse ora, i dati chiave sull’inflazione statunitense questa settimana. Ciò che sorprende è la compressione di volatilità, e non solo sull’azionario, che si riscontra in quasi tutti gli asset. Non si capisce se sia mancanza di interessi o presenza di enorme liquidità che ne limiti le oscillazioni giornaliere, con il ritrovamento di un equilibrio generalizzato.
Il Dow e l'S&P 500 hanno ceduto rispettivamente lo 0,03% e lo 0,04%, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,03%. I settori dell'energia, della sanità e della tecnologia sono stati i più penalizzati, mentre immobiliare, beni di consumo voluttuari e servizi di pubblica utilità sono stati i settori con le performance migliori. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni hanno superato il 4,4%, l’unico vero segnale di possibile aumento del risk off in un contesto che invece rimane generalmente tranquillo e in appetito al rischio.
Gli investitori attendono ora il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo di mercoledì per ulteriori approfondimenti sulla politica monetaria della Federal Reserve, nonché su altri dati economici chiave e sull'inizio della stagione degli utili del primo trimestre. A livello di performance dei diversi titoli aziendali, Tesla balza del 4,9% dopo che Elon Musk ha annunciato che il produttore di veicoli elettrici svelerà il suo nuovo robotaxi ad agosto. Anche i titoli crypto, tra cui Coinbase (6,7%) e MicroStrategy (5,1%), hanno guadagnato grazie al rialzo dei prezzi del Bitcoin.
VALUTE
Poco mossi i principali rapporti di cambio, in ragione di una seduta priva di spunti interessanti. Nessun dato rilevante, ma neppure interventi chiave di banchieri centrali, cosicché le principali price action sono rimaste ancorate in 20 30 pips al massimo di oscillazione. EurUsd compreso tra 1.0830 e 1.0860 mentre il Cable è rimasto tra 1.2630 e 1.2670. UsdJpy a ridosso di 152.00, tra i timori che sopra tale quota si stiano accumulando stop loss e la possibilità che la Boj possa intervenire a sostegno della valuta nipponica. Poco da segnalare sulle oceaniche, nel trading range delle ultime sedute, e UsdCad, compresso tra 1.3570 e 1.3610.
TITOLI DI STATO
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito fino al 4,45%, il massimo in 4 mesi e mezzo, poiché gli ultimi dati hanno ridimensionato nuovamente le aspettative di tagli dei tassi della Fed. La scorsa settimana, i commenti sorprendentemente hawkish di diversi funzionari della Fed, insieme ai dati positivi su lavoro e produzione, hanno sollevato le preoccupazioni degli investitori sulla necessità che i tassi rimangano più alti per un periodo più lungo. Le probabilità di un taglio a giugno si attestano attualmente intorno al 50%, rispetto al 60% di inizio mese.
Questa settimana, il tasso di inflazione, i prezzi alla produzione, la fiducia dei consumatori del Michigan e i verbali del FOMC saranno i dati chiave e i market movers più importanti, in attesa che si chiariscano le cose relativamente ai prossimi passi della Fed. I politici, incluso il presidente Powell, hanno suggerito che tagliare il tasso dei fondi della Fed quest’anno potrebbe essere appropriato, ma non c’è bisogno di affrettarlo poiché la Fed ha bisogno di maggiore fiducia che l’inflazione stia tornando in modo sostenibile al 2%.
AUSTRALIA
L’indice della fiducia dei consumatori in Australia è sceso del 2,4% a 82,4 punti nell’aprile 2024, in calo per il secondo mese consecutivo poiché l’inflazione persistente e gli alti tassi di interesse hanno continuato a pesare sulle famiglie australiane. L’indice è al di sotto di 100 da oltre due anni, il periodo più lungo dalla recessione dei primi anni ’90, indicando che i pessimisti superano di gran lunga gli ottimisti. Le prospettive economiche a 12 mesi e a 5 anni sono scese rispettivamente del 2,7% e del 4,4%. Nel frattempo, i mercati si aspettano che la Reserve Bank of Australia inizi ad abbassare i tassi verso la fine di quest’anno, ma i solidi dati sull’occupazione e l’aumento dei prezzi delle case hanno rallentato le prospettive. AudUsd rimane tra 0.6540 e 0.6610. Buona giornata e buon trading.
GERMANIA
Le esportazioni dalla Germania sono diminuite del 2% su base mensile a 132,9 miliardi di euro nel febbraio 2024, superando le aspettative del mercato di un calo dello 0,5% e invertendo un aumento del 6,3% nel periodo precedente. Le esportazioni verso l’UE si sono contratte del 3,9% a 72,9 miliardi di euro, quelle verso l’Eurozona sono diminuite del 3,6%. Nel frattempo, le vendite verso i paesi terzi sono aumentate dello 0,4% a 60 miliardi di euro, principalmente verso gli Stati Uniti (10,2%) e la Russia (1,5%), parzialmente compensate dal calo delle esportazioni verso Cina (-0,6%) e Regno Unito ( -2%). Considerando il periodo gennaio-febbraio, le esportazioni tedesche sono state inferiori del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Saverio Berlinzani
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Wall Street in ribassoCaduta di Wall Street che, alla fine della seduta di giovedì, ha chiuso decisamente in rosso. A inizio sessione sembrava, per la verità, che potessimo vivere un’altra giornata correttiva, ma poi le dichiarazioni dei banchieri centrali e rappresentanti della Fed hanno sorpreso e deluso le aspettative degli investitori. I motivi sono sempre i soliti e dipendono, sia dalle tensioni geopolitiche mediorientali, ma anche e soprattutto dai dati macro e dalle dichiarazioni dei banchieri centrali. Ieri sono intervenuti Kashkari, Harker e Barkin della Fed, i quali hanno lasciato intendere che quest’anno potremmo ancora dover aspettare prima di un taglio dei tassi, con il primo che ha ipotizzato addirittura uno scenario di tassi fermi per tutto il 2024.
Gli analisti per la verità, sembravano più ottimisti dopo le parole di Jerome Powell, che mercoledì, aveva ribadito che i dati sull'inflazione non avevano cambiato sostanzialmente il quadro generale e che probabilmente sarebbe stato opportuno iniziare ad abbassare il tasso ufficiale ad un certo punto quest'anno. In realtà poi, gli altri rappresentanti intervenuti, si sono espressi in modo differente cambiando lo scenario delle diverse price action, che si sono decisamente invertite. Anche l’indice Vix è salito, tornando in area 16.30, mentre i rendimenti dei titoli di Stato Usa, si sono stabilizzati in area 4.31.
VALUTE
Sui cambi, dollaro inizialmente sotto pressione, nonostante un recupero nel finale di sessione, dopo le parole di Kashkari, con il dollar index sceso in area 104, segnando la terza sessione consecutiva di perdite, quando, a inizio sessione, sembravano aumentare le chance di una riduzione del costo del denaro nel 2024, poi smentite come abbiamo ricordato. Intanto i dati sul mercato del lavoro, hanno segnalato che le richieste iniziali di disoccupazione sono aumentate più del previsto la scorsa settimana, raggiungendo il massimo in due mesi, mentre i tagli di posti di lavoro sono stati i più alti in 14 mesi a marzo. Inoltre, l’ISM Services PMI pubblicato all’inizio della settimana ha mostrato un rallentamento nel settore dei servizi e un allentamento delle pressioni sui prezzi.
E oggi sarà il giorno dei Non Farm Payrolls, che se negativi, potrebbero riconfermare le aspettative di un allentamento della politica monetaria, con maggiori possibilità di un declino del biglietto verde. Tuttavia, se invece i dati fossero positivi, potremmo assistere ad un repentino aumento del risk off in relazione all’eventualità di tassi fermi nel 2024. La partita è apertissima, mentre le probabilità di un taglio dei tassi a giugno si aggirano attualmente intorno al 62%. L’EurUsd ha sfiorato 1.0880 senza riuscire però a bucarlo, per poi tornare a 1.0820, mentre la sterlina, dopo aver sfiorato quota 1.2680 è ritornata a ridosso di 1.2600. UsdJpy leggermente in calo con 50 pip di ribasso a 151.20.
AUMENTA IL DEEFICIT COMMERCIALE USA
Il deficit commerciale negli Stati Uniti è salito a 68,9 miliardi di dollari nel febbraio 2024, il più alto in dieci mesi, rispetto al divario di 67,6 miliardi di dollari rivisto al rialzo di gennaio e rispetto alle previsioni di un deficit di 67,3 miliardi di dollari. Ciò riflette un calo del surplus di bilancio generato dall’export di servizi da 1,6 miliardi di dollari a 22,5 miliardi di dollari.
Le esportazioni sono aumentate del 2,3% fino al livello record di 263 miliardi di dollari, guidate dal settore aeronautico, dal petrolio greggio, soia, viaggi e trasporti mentre l’export di automobili è diminuito.
Le importazioni sono aumentate del 2,2% a 331,9 miliardi di dollari, il livello più alto dall’ottobre 2022, con acquisti in aumento di telefoni cellulari e altri articoli per la casa, viaggi, veicoli automobilistici, parti e motori, trasporti e alimenti. Il deficit di beni con la Cina si è ridotto a 21,9 miliardi di dollari, il più piccolo in tre mesi, mentre il deficit di beni con il Messico si è ampliato fino a raggiungere la cifra record di 15,3 miliardi di dollari.
MINUTE DELLA BCE
La Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi di interesse su livelli storicamente elevati durante la riunione di marzo, mentre i policy maker hanno bilanciato le preoccupazioni per una recessione incombente con pressioni inflazionistiche di fondo persistentemente elevate. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è rimasto al livello massimo degli ultimi 22 anni pari al 4,5%, mentre il tasso sui depositi presso la banca centrale è rimasto invariato a un livello senza precedenti del 4%.
Nel frattempo, la BCE prevede che l’inflazione sarà in media al 2,3% nel 2024 (rispetto al 2,7% nelle proiezioni di dicembre), al 2,0% nel 2025 (rispetto al 2,1%) e all’1,9% nel 2026. Il tasso core è previsto al 2,6% nel 2024. (rispetto al 2,7%), 2,1% nel 2025 (rispetto al 2,3%) e 2,0% nel 2026 (rispetto al 2,1%). La BCE ha inoltre rivisto al ribasso, allo 0,6%, la sua proiezione di crescita per il 2024, prevedendo un’attività economica ancora modesta nel prossimo futuro. Tuttavia, prevedono un successivo aumento della crescita, con un’espansione dell’economia prevista dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026
ATTESA PER I NON FARM PAYROLLS
Il numero di persone che richiedono l'indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è aumentato di 11.000 rispetto al valore rivisto al rialzo della settimana precedente a 221.000 nel periodo terminato il 30 marzo, il massimo in due mesi, e ben al di sopra delle aspettative del mercato di 214.000. Ma oggi è il giorno dei Non Farm Payroll, attesi a 214 mila unità mentre il tasso di disoccupazione è atteso al 3.8% dal 3.9 del dato precedente. In questo momento, il focus sembra spostarsi verso il risk off ed eventuali timori di tassi invariati per tutto il 2024. A meno che il dato di oggi non sia decisamente negativo, la possibilità che l’avversione al rischio prevalga è secondo noi, alta.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Equity sempre vicino ai massimiPersiste, sui mercati azionari globali, la forza degli indici, che tengono i massimi nonostante abbiano, negli ultimi giorni, provato qualche correzione con le borse USA a fare da leading indicators. Ieri i tre principali indici statunitensi hanno chiuso in positivo, con il Dow è salito dell'1,22%, l'S&P 500 a +0,86% e il Nasdaq Composite che ha chiuso con un +0,51%. Tutti gli 11 settori dell’S&P sono avanzati, guidati dai servizi di pubblica utilità, dal settore immobiliare e dall’industria.
Tutti e tre sono anche sulla buona strada verso il raggiungimento di nuovi record, con il secondo trimestre consecutivo di rialzi e il quinto mese consecutivo di chiusure positive. Gli investitori ora attendono con interesse l'ultimo rapporto sull'indice dei prezzi PCE statunitense di venerdì, che è l'indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve. Per oggi, sul fronte dati, sono previsti anche i dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione, sul prodotto interno lordo e sulla fiducia dei consumatori.
VALUTE
Sui cambi, siamo nel solito trading range con le principali coppie di divise all’interno di fasce di oscillazioni assai ridotte. EurUsd tra 1.0800 e 1.0850, incapace per ora di uscire da questi confini, con il Cable a fare altrettanto, compresso tra 1.2610 e 1.2660. Sul UsdJpy si concentra l’attenzione del mercato, in ragione del possibile intervento della BoJ per sostenere il cambio.
EurChf e UsdChf che dopo aver reagito al rialzo in seguito al taglio dei tassi della SNB, sta congestionando a ridosso di 0.9800 e 0.9000 rispettivamente. Oceaniche che hanno visto la salita di AudUsd (la borsa su nuovi massimi storici), poi parzialmente rientrata, nonostante le vendite al dettaglio questa notte, siano uscite peggiori del consensus a +0.3% contro previsioni di +0.4% e un dato precedente di +1.1%. NzdUsd resta debole sotto quota 0.6000. Poco da segnalare sui cross in un mercato perfettamente dollaro centrico. La chiave però rimane lo Jpy.
JPY E BOJ
Lo Yen, dopo aver testato i minimi degli ultimi 34 anni a 152.00, nelle ultime ore si è assestato in area 151.20-30, in seguito alle crescenti scommesse relative ad un possibile intervento delle autorità giapponesi per sostenere la valuta. Funzionari del Ministero delle finanze giapponese, della Banca del Giappone e dell'Agenzia per i servizi finanziari si sono incontrati per discutere la situazione valutaria, con il ministro delle finanze Suzuki che ha messo in guardia i mercati dichiarando che il Giappone farà “passi decisivi” contro movimenti eccessivi della valuta.
Inoltre, il principale diplomatico valutario Masato Kanda ha affermato che "non escluderà alcuna iniziativa per rispondere ai movimenti disordinati del forex". La debolezza dello yen deriva dal fatto che gli investitori ipotizzano che la politica monetaria della Banca del Giappone rimarrà accomodante per qualche tempo, nonostante la recente decisione di rialzo dei tassi.
All’inizio della giornata, il membro del consiglio della BoJ Naoki Tamura ha affermato però che il rischio di un brusco superamento dell’inflazione, il che richiederebbe un inasprimento necessario della politica monetaria, rimane basso. Punti chiave sul UsdJpy a 150.80 e in seguito, supporti a 149.00 e soprattutto quello di medio termine posto a 146.70.
SUDAFRICA, TASSI INVARIATI
Ieri, la South African Reserve Bank ha deciso all'unanimità di mantenere il tasso repo chiave all'8,25%, invariato per il quinto appuntamento consecutivo. I policy maker hanno sottolineato che, nel complesso, i rischi per rialzi ulteriori dell’inflazione rimangono presenti. L'inflazione complessiva ha accelerato per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 5,6% a febbraio, in aumento rispetto al 5,3% di gennaio, avvicinandosi al limite superiore dell'intervallo obiettivo della banca centrale del 3-6%.
Le previsioni ora indicano che l’inflazione dovrebbe raggiungere il punto medio dell’intervallo obiettivo solo entro la fine del 2025, più tardi di quanto previsto in precedenza. La proiezione dell'inflazione per quest'anno è stata leggermente rivista al rialzo al 5,1%, rispetto alla stima di gennaio del 5%. EurZar rimane all’interno di un trading range che dura da mesi, compresso tra 19.25 e 21.30, con un delta tasso interessante per le posizioni long Zar.
SVEZIA, TASSI FERMI AL 4%
La Riksbank ha lasciato il tasso di riferimento invariato al 4% nella riunione di ieri, in linea con le aspettative del mercato, ma ha affermato che è probabile che il costo del denaro possa essere tagliato a maggio o giugno se le prospettive di inflazione rimarranno favorevoli, ovvero in calo. L’inflazione ha continuato a scendere e gli indicatori segnalano che si sta avvicinando al 2%. Per quest’anno la Riksbank prevede un indice dei prezzi al consumo intorno al 3.5%, inferiore al 4,4% registrato nelle proiezioni di novembre. Attualmente l’inflazione è al 4.5%.
Le previsioni di crescita dell’economia svedese indicano una crescita dello 0,3% nel 2024, rispetto a una contrazione dello 0,2% precedentemente prevista. Il tasso di crescita per il 2025 è stato mantenuto all’1,9%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Fase di consolidamentoIeri, avevamo richiamato l’attenzione sul fatto che i listini americani sembravano aver perso momentum rialzista, e in effetti alla fine i tre principali indici hanno chiuso in rosso con il Dow e l'S&P 500 scesi rispettivamente dello 0,41% e dello 0,31%, seconda sessione consecutiva di ribassi, ma anche il Nasdaq ha perso lo 0,27%, dopo alcune sedute di consolidamento. Otto degli 11 settori dell'S&P hanno chiuso in ribasso, trascinati dai settori industriale, tecnologico e immobiliare.
Tra i principali titoli, Intel ha perso l'1,7% a seguito delle notizie secondo cui la Cina ha introdotto linee guida per eliminare gradualmente i microprocessori statunitensi di Intel nei PC e server governativi. Anche Microsoft ha ceduto l'1,4% a causa delle preoccupazioni sull'impatto delle nuove linee guida sui sistemi operativi Windows. Infine, United Airlines è scesa del 3,4% a seguito di un rapporto Reuters di un maggiore controllo da parte della Federal Aviation Administration statunitense per la sicurezza dopo i recenti incidenti.
VALUTE
Si avvicinano le festività e il mercato sembra esserne condizionato, con movimenti poco erratici all’interno di qualche decina di pip di oscillazione giornaliera. Da tempo, nel mese di marzo, non si osservava una price action così poco volatile, sono oscillazioni guidate soprattutto dagli algoritmi, in assenza però di interessi generali consistenti. EurUsd sulle prime resistenze di 1.0850 mentre il Cable è tornato a 1.2640 50.
UsdJpy si è fermato vicino le resistenze chiave di 1.5180, incapace per ora di romperlo in ragione dell’intervento verbale di Shunichi, Ministro delle Finanze che ha dichiarato come l’eccessiva volatilità sul cambio aumenta l’incertezza per l’economia. Già Kanda, uno di principali diplomatici aveva ricordato come la debolezza dello Jpy non rifletta i fondamentali macro dichiarando che gli ultimi movimenti paiono esclusivamente speculativi. Detto questo Ueda ha ricordato che la BoJ manterrà un atteggiamento ancora accomodante per qualche tempo.
Tengono le oceaniche gli ultimi supporti testati anche se la reazione appare assai blanda. Livelli chiave per AudUsd a 0.6560 mentre per NzdUsd si trovano a 0.6030. In generale, il dollaro sembra tenere ma appare incapace di violare le resistenze chiave.
DATI USA
Le vendite di nuove case negli Stati Uniti sono diminuite dello 0,3% rispetto al mese precedente nel febbraio 2024, nettamente al di sotto delle aspettative del mercato, anche se il mese precedente è stato rivisto al rialzo. Nonostante ciò, il risultato è apparso in linea con l’aumento dei tassi ipotecari durante il secondo mese dell’anno, secondo i dati compilati dall’MBA e da Freddie Mac, e seguendo l’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro a lunga scadenza.
Passando agli altri dati usciti ieri, ricordiamo che l’indice generale dell’attività economica della Federal Reserve Bank di Dallas per il settore manifatturiero è sceso a -14,4 nel marzo 2024, in calo di 3,1 punti rispetto a -11,3 del mese precedente. Anche altri indicatori dell’attività manifatturiera hanno evidenziato un ribasso a marzo, con l’indice dei nuovi ordini che è crollato di 17 punti a -11,8, l’indice di utilizzo della capacità produttiva è sceso di 4,7 punti a -5,7, e l’indice delle spedizioni è sceso di 15,5 punti a -15,4. Infine, l’indice di attività nazionale della Fed di Chicago è salito al massimo di tre mesi di 0,05 nel febbraio 2024 da un -0,54 rivisto al ribasso di gennaio, segnalando un leggero aumento della crescita economica.
AUSTRALIA
L’indice della fiducia dei consumatori in Australia è sceso dell’1,8% a 84,4 a marzo 2024 dal livello di 86 del mese precedente, scendendo dai massimi di 20 mesi in un contesto di rinnovate preoccupazioni sulle prospettive economiche. Le prospettive a 12 mesi per l'economia sono scese del 4,5% a marzo, mentre le prospettive a 5 anni sono aumentate dell'1,1%. L’indice è rimasto al di sotto della soglia neutrale di 100 addirittura dal febbraio 2022, la serie più lunga dalla recessione dei primi anni ’90.
Matthew Hassan, economista senior presso Westpac, ha dichiarato: "Il mese scorso abbiamo visto alcuni segnali promettenti che la depressione dei consumi che ha dominato negli ultimi due anni potrebbe finalmente iniziare a risolversi.”
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Triplo massimo su USDJPYAncora tutto sembra impostato a rialzo. L'area di 151,90 ha tenuto per ora andando a formare per l'appunto un triplo massimo. La BoJ ha per la prima volta portato i tassi a 0 da -0.10. La politica monetaria resta comunque accomodante. Bisognerà vedere se interverrà per difendere la propria valuta da un'eccessiva svalutazione ancora una volta. Personalmente visto un R:R decisamente attraente mi posizionerò short con una size molto piccola per poi incrementare man mano se il prezzo dovesse darmi ragione.
C'è la Fed, tutti sull'attentiWall Street rimane vicino ai massimi, con investitori e analisti che rimangono cauti in vista della decisione di politica monetaria della Fed prevista per stasera. I servizi tecnologici e di comunicazione hanno registrato le performance peggiori, mentre energia e servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato. Le azioni di Nvidia sono scese di circa l'1,4% dopo che gli ultimi annunci alla conferenza della società non sono riusciti a impressionare gli investitori. In ribasso anche Meta (-2,4%) e Tesla (-1,3%) mentre Apple e Alphabet sono rimaste poco scambiate.
Se sull’azionario poco si è mosso, va ricordato che sui cambi, ugualmente, la volatilità resta tendenzialmente assai ridotta, con il Dollar Index che si assesta vicino ai massimi, mentre gli operatori del settore scommettono su un rinvio del taglio del costo del denaro. Importante, nella valutazione di quel che dirà la banca centrale Usa, sarà il dot plot, ovvero quello schema in cui si evidenziano le previsioni dei banchieri centrali Usa relativamente non solo ai tassi di interesse, ma alla maggior parte dei più significative aggregate macro. In tal senso, crediamo che dopo stasera, il mercato si potrà orientare meglio.
PBOC, TASSI INVARIATI
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariati i tassi sui prestiti a 1 e 5 anni, come da attese. Il tasso primario sui prestiti a un anno (LPR), il punto di riferimento per la maggior parte dei prestiti alle imprese e alle famiglie, è stato mantenuto al 3,45%. Nel frattempo, il tasso a cinque anni, legati ai mutui immobiliari, è stato mantenuto al 3,95% dopo la più grande riduzione mai vista di 25 punti base a febbraio. Entrambi i tassi sono ai minimi storici, poiché la banca centrale cerca di far ripartire l’economia di fronte alla crisi del settore immobiliare e ai livelli minimi della fiducia dei consumatori.
La mossa di mercoledì è arrivata dopo che le autorità monetarie hanno lasciato i tassi sui prestiti a medio termine la scorsa settimana e hanno drenato liquidità dal sistema bancario per la prima volta da novembre 2022 a causa delle preoccupazioni che troppa liquidità all’interno del sistema potesse non confluire nell’economia reale. Recentemente, la PBoC ha segnalato che c'è spazio per ulteriori tagli al RRR delle banche, ovvero alla riserva obbligatoria che le banche devono detenere nel sistema centrale.
CANADA, CALA L’INFLAZIONE
Rallenta l’inflazione nel paese nordamericano, con un +2.8% a febbraio 2024 dal 2,9% di gennaio 2024, segnando il livello più basso dal giugno 2023. Il risultato contrasta anche con le aspettative che erano per un incremento del 3,1%. Il tutto a questo punto, aumenta le probabilità che la BoC, possa cominciare a ridurre il costo del denaro nella seconda metà dell'anno. In sensibile calo il costo per i servizi cellulari (-26,5%) e per i servizi di accesso ad Internet (-13,2%).
Nel frattempo, l'inflazione si è raffreddata per i prodotti alimentari (3,3% contro 3,9% nel mese precedente) grazie al calo dei prezzi dei generi alimentari. I prezzi della benzina invece, sono rimbalzati (0,8% contro -4%) in un contesto di elevati costi globali del greggio dovuti alla prevista estensione dei tagli alla produzione. Inoltre, l’aumento dei rendimenti obbligazionari ha fatto lievitare i tassi ipotecari e i prezzi degli alloggi (6,5% contro 6,2%). Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% a febbraio, dopo una variazione pari a zero nel periodo precedente.
USA, MERCATO IMMOBILIARE IN CRESCITA
I nuovi cantieri, negli Stati Uniti, sono aumentati del 10,7% su base mensile, a febbraio, con un tasso di crescita di 1,521 milioni su base annua, dopo essere diminuiti del 12,3% a gennaio e aver battuto le previsioni di 1,425 milioni, in un contesto di persistente carenza di offerta. La costruzione di case unifamiliari è balzata dell'11,6% a 1.129 milioni, quella delle unità in edifici con cinque unità è aumentata dell'8,6% a 377mila. Mercato immobiliare quindi che tiene nonostante i mutui sui tassi siano ancora intorno al 7%.
GERMANIA, ZEW IN NETTA RIPRESA
L’indicatore ZEW che misura il sentiment del settore istituzionale tedesco è aumentato per l’ottavo mese consecutivo a +31,7 nel marzo 2024, raggiungendo il livello più alto da febbraio 2022 e superando le aspettative del mercato di +20,5. Migliora quindi l’outlook per la più grande economia europea, guidato dall'anticipazione di potenziali tagli dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea nei prossimi sei mesi, il che spiega le prospettive più ottimistiche per il settore delle costruzioni.
Inoltre, il settore dell’export ha beneficiato delle migliorate aspettative economiche in Cina e del previsto deprezzamento del dollaro rispetto all’euro. La valutazione della situazione economica in Germania è invece rimasta a un livello molto basso, con il relativo indicatore è aumentato di soli 1,2 punti a -80,5.
VALUTE
Si rafforza ancora il dollaro, soprattutto contro Jpy, con il raggiungimento di quota 151.50, e una salita di quasi 600 pip in 6 sedute. La BoJ non sembra voler intervenire e anzi sembra assolutamente bisognosa di uno Jpy ancora debole, in un contesto in cui il rialzo del costo del denaro e l’abbandono del Qqe, sono apparsi come meri interventi di facciata, con la conseguenza che i mercati non hanno creduto all’autorità monetaria e hanno continuato a vendere asset denominati in Jpy.
Tra l’altro non si capisce perché da un lato la BoJ sia preoccupata delle conseguenze dell’aumento dei salari sull’inflazione, e al contempo non lo sia della perdita di valore della divisa, che comunque è causa di inflazione importata in ragione di maggiori oneri per pagare le materie prime. I possibili target sono ora visti in area 152.00 ove i precedenti vertici della BoJ, con Kuroda a capo della banca centrale, erano intervenuti negli ultimi due anni.
Poco da segnalare sulle altre valute con l’EurUsd che rimane in un contesto di trading range tra 1.0840 e 1.0910 così come il Cable sembra stabile tra 1.2670 e 1.2760. Cross stabili tranne ovviamente tutti quelli contro Jpy che si rivalutano e raggiungono livelli vicino ai massimi degli ultimi 16 anni come l’EurJpy. Senza la Boj non si scende, almeno per ora. Intanto l’attesa per ascoltare Jerome Powell è spasmodica. Vedremo se riuscirà a schiodare il mercato valutario dall’apatia attuale.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Riunione di marzo 2024 BoJ: Normalizzazione, lenta ma sicuraDopo otto anni di tassi negativi e diciassette anni dall'ultimo rialzo dei tassi, la Banca del Giappone ha finalmente consegnato ciò che era atteso con impazienza come un'uscita da oltre un decennio di politica monetaria ultra-easy; anche se, francamente, i primi passi verso la normalizzazione della politica - nonostante siano incredibilmente significativi - sono stati accolti con poco clamore o successiva volatilità di mercato.
Questo era dovuto principalmente al fatto che l'azione politica era stata incredibilmente ben anticipata, con un'uscita dai tassi negativi diventata l'esito preferito della riunione di politica di marzo dopo la prima tornata di negoziati salariali di Rengo che ha portato ad accordi salariali superiori al 5%, per la prima volta in 30 anni. Naturalmente, gli addetti BoJ che "lanciano il segnale" ai giornalisti di Nikkei, che hanno un'incredibile record di successo, hanno contribuito a scaricare la volatilità dai mercati finanziari quando è stata presa la decisione.
Quindi, questa decisione.
Non solo è stato effettuato un aumento di 10 punti base, ponendo fine all'era globale dei tassi negativi (alla quale si spera di non tornare mai più), ma la BoJ farà ora riferimento al tasso di chiamata overnight non garantito, cercando di mantenere detto tasso in un intervallo dello 0,0% - 0,1% per il momento.
Inoltre, i responsabili delle politiche hanno posto fine formalmente al controllo della curva dei rendimenti (YCC), rimuovendo il limite del 1% sui JGB decennali, sebbene ribadendo l'impegno ad acquistare obbligazioni a lungo termine "se necessario", principalmente per garantire la stabilità continua del mercato; sarà interessante vedere in che misura i mercati cercheranno di sfidare la BoJ riguardo a questo impegno.
Infine, la BoJ ha anche eliminato i loro programmi di acquisto di ETF e fondi immobiliari giapponesi (J-REIT). Nel contesto del Nikkei che si scambia, per quanto possibile, ad un livello record, e di altre misure di normalizzazione, questo non dovrebbe essere una sorpresa particolare.
Con tutto quanto sopra ampiamente in linea con le aspettative, l'attenzione si rivolge naturalmente a ciò che la BoJ è probabile che faccia in futuro - ovvero, questo è l'inizio di un ciclo di rialzi più prolungato, oppure questo aumento dei tassi sarà 'una tantum'.
La conferenza stampa post-riunione del Governatore Ueda ha trovato un equilibrio tra i due, con Ueda che ha sottolineato che attualmente la politica 'accomodante' rimarrà in vigore ancora per un po' e che i responsabili politici adotteranno un approccio basato sui dati per ulteriori rialzi di politica, con eventuali futuri aumenti che dipendono principalmente dalle prospettive inflazionistiche e dalla sostenibilità con cui si prevede di raggiungere il target del 2%.
Ciò deluderà probabilmente alcuni rialzisti JPY, che si aspettavano che la BoJ dimostrasse di essere un'anomalia più aggressiva tra le banche centrali G10 quest'anno. Un simile scenario sembra ora relativamente improbabile, specialmente considerando che Ueda stesso ha notato che è probabile evitare un "rapido" ritmo di rialzi basandosi sul quadro attuale.
Di conseguenza, e come è stato il caso per un po' di tempo, il JPY sembra destinato a rimanere un trade di tassi US proxy, come mostra chiaramente il grafico qui sotto. Qui, i rischi a breve termine per i Treasuries sembrano pendere verso il basso, specialmente dopo tre stampe consecutive degli US CPI più caldi del previsto, e con il rischio che il punto mediano 2024 della Fed venga aumentato di 25bp alla conclusione del FOMC di marzo.
In effetti, la migliore speranza di apprezzamento a lungo termine dello JPY sembra derivare o da un brusco rallentamento della crescita negli Stati Uniti, costringendo la FOMC a adottare una posizione drasticamente più accomodante - che al momento sembra improbabile - o da un drammatico aumento del rischio geopolitico, che successivamente porterebbe a un aumento della domanda di rifugio, anche se il contesto di politica monetaria più morbida protegge in qualche modo i mercati da detto rischio per ora, e in ogni caso una mossa del genere probabilmente sarebbe relativamente breve.
In sintesi, quindi, mentre l'era del NIRP è ormai conclusa, e l'"allentamento senza precedenti" della BoJ è terminato, i venti contrari che si presentano allo JPY rimangono come erano prima che la normalizzazione iniziasse.
DAILY OUTLOOK del 19.03.2024 – 🔴 LA BOJ NON SALVA LO YENMARKET BACKGROUND
La BOJ lascia alle spalle i tassi negativi, si conclude cosi un’era che difficilmente sarà rivista. La BoJ decide per un rialzo del costo del denaro di 10Bp, portando cosi ora la forbice dei tassi di interesse a 0.00-0.10 e dichiarando concluso entro l’anno il controllo completo della curva dei rendimenti.
Sebbene il cambio di rotta sia epocale, il mercato non ha premiato lo Yen, leggendo nelle dichiarazioni della BOJ ancora la volontà di non aggredire l’economia, ma di mantenere comunque toni accomodanti e che la decisione presa oggi è di solo aggiustamento delle politiche monetarie.
Nulla da fare dunque per chi sperava in una sorte diversa per lo yen giapponese, il cambio principe usdjpy torna a volare e attacca nuovamente le aree di resistenza a 150.50-75 , livelli oltre i quali si potrebbe spingere ai massimi di 152.00 e sfidare cosi la BOJ ad un intervento diretto di sostegno allo yen.
Cade di nuovo lo yen dunque e perde oggi il -0.49% medio contro le altre majors, mentre si da nuovo slancio al dollaro Usa in attesa dell’appuntamento con la FED di domani sera.
La giornata non è ancora terminata per il calendario economico , e ricordiamo oggi ancora i dati ZEW e l’inflazione canadese alle 13.30 , dati che completeranno il quadro dell’economica globale per dare maggiore chiarezza alla strada da intraprendere nei prossimi trimestri.
- FX
Il mercato valutario si concentra dunque sulla debolezza dello yen giapponese, e sulla rinnovata forza del dollaro Usa , mettendo ora sotto pressione non solo uedjpy al test delle resistenze, ama anche le altre majors, come nzdusd che si porta ai minimi di febbraio 2024 a 0.6040, o ancora audusd al test delle trend line supportive di medio periodo che ora passano per 0.6510, sebbene i livelli statici siano piu bassi a 0.6480-75.
Non da meno la sterlina, che perde quota e si porta ora a 1.2690-75, area che potrebbe essere preludio a nuovi allunghi ribassisti verso 1.260figura.
Non da meno Eurusd che abbandona la struttura rialzista in atto dopo i test di 1.0960, per rompere la trend line supportiva che guidava i prezzi e passava per 1.0875, e allungare ora al ribasso a 1.0850 con potenziali estensioni fino 1.08 figura prima e 1.0750 poi.
- EQUITY
Ancora robusto l’azionario europeo, con il dax che trova supporti a 17900 pnt, ma non ha forza sufficiente per superare 18050 pnt e genenrare nuovi massimi.
Tonici anche i listini asiatici, con china 50 che resta sopra i supporti di 12100 pnt ed il nikkey che aggredisce le resistenze di 39790-39800 pnt.
Maggiore incertezza per gli Usa che trovano il nasdaql alle prese con i supporti di 18100-18000 pnt, e l’SP500 nel messo di un trading range con resistenze a 5257 pnt e supporti a 5160
- COMMODITIES
Per le commodities il gold ancora alle prese con i supporti di 2150 pnt, e le resistenze di 2180 pnt, in uno schema tecnico che prende i connotati di una flag laterla ribassita, la sola violazione delle resistenze potrebbe dare il via a nuovi allunghi rialzisti.
Ancora il WTI in piena forza rialzista, si porta a 82$ e sembra non trovare spazio per degli storni tecnici sui supporti di breve a 81$
- CRYPTO
Infine pesante storno del mondo crypto con il bitcoin che perde oggi il 6.25% e si riporta a 63440$ puntando ora ai supporti chiave dei 60900$, non da meno eth che perde il 7.71% e si riporta a 3250$ ultimo baluardo supportivo, oltre il quale potremmo assistere ad affondi ribassisti fino 3100-2900$
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
La BoJ delude le atteseLa Banca del Giappone (BoJ) ha alzato il tasso di interesse chiave a breve termine tra lo 0% e -0.1%, dal -0,1% precedente, come da consensus, interrompendo il Qqe che andava avanti da 8 anni. La decisione di oggi ha segnato anche il primo aumento dei tassi di interesse dal 2007, poiché l'inflazione ha superato l'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale.
Nel frattempo, il Governo ha concordato con le principali e più grandi aziende del paese un aumento salariale del 5,28%, il più significativo in oltre 3 decenni. Due dei nove membri del consiglio della BoJ, Toyoaki Nakamura e Asahi Noguchi, hanno votato contro. La banca centrale ha inoltre posto fine al controllo della curva dei rendimenti per i titoli di Stato a dieci anni. Inoltre, ridurrà lentamente il ritmo degli acquisti di obbligazioni societarie prima di interromperli completamente tra circa un anno.
Tuttavia, la banca ha aggiunto in un comunicato che, in caso di un rapido aumento dei tassi a lungo termine, avrebbe dato risposte rapide, come ad esempio aumentando la quantità di acquisti di JGB. Il UsdJpy è sceso ancora contro dollaro arrivando fino a 150.28, segnale che il mercato non apprezza la decisione della BoJ che sembra essere un compromesso poco significativo e ha deluso le aspettative di coloro i quali pensavano ad un vero cambiamento di politica monetaria.
Così non è stato e lo Jpy scende ancora. Molto probabilmente i timori della BoJ sono verso una recrudescenza dell’inflazione causata dall’accordo sugli aumenti salariali, ma è un fatto che per il mercato sembra una decisione al ribasso, rispetto alle aspettative. Ora si tratta di vedere se la BoJ interverrà a sostegno della valuta.
RBA, TASSI INVARIATI
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi di interesse al 4,35% durante la riunione di marzo, come ampiamente previsto. Il tasso di interesse in Australia è stato in media del 3,85% dal 1990 al 2024, raggiungendo il massimo storico del 17,50% nel gennaio 1990 e il minimo record dello 0,10% nel novembre 2020.
Nello statement, rispetto al precedente, è stato ritirato l’avvertimento secondo cui non si poteva escludere un ulteriore aumento dei tassi, il che presumibilmente significa che i tassi hanno raggiunto il loro picco. Dollaro australiano in ripiegamento a 0.6515, non lontano dal supporto chiave di 0.6480, che potrebbe anche essere raggiunto in giornata, a giudicare dalla price action del dollaro che sta spingendo contro tutte le valute indistintamente.
Il Dollar Index, infatti, si è mantenuto sopra 103,5, attestandosi ai livelli più alti delle ultime due settimane, mentre gli investitori pensano che la Fed non taglierà il costo del denaro così presto come avevano ipotizzato precedentemente. La ragione sono i dati su CPI e PPI che hanno mostrato una inflazione ancora sostenuta. Si prevede che la banca centrale americana manterrà i tassi stabili questa settimana.
AZIONARIO
I futures sulle azioni statunitensi appaiono stabili questa mattina, anche dopo che Nvidia ha presentato una nuova generazione di chip e software di intelligenza artificiale. Nelle contrattazioni regolari di lunedì, il Dow è salito dello 0,2%, l'S&P 500 ha guadagnato lo 0,63% e il Nasdaq Composite è balzato dello 0,82%.
Nove degli 11 settori dell'S&P hanno chiuso in rialzo, guidati dai servizi di comunicazione, dai beni di consumo di prima necessità e dai beni voluttuari. Apple e Alphabet hanno guadagnato rispettivamente lo 0,6% e il 4,6%, sulla notizia che Apple avrebbe integrato il motore AI Gemini di Google nell'iPhone.
Anche Tesla ha registrato un rialzo del 6,3% in seguito all'annuncio da parte della società di aumenti di prezzo per i suoi veicoli elettrici Model Y in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti. Al contrario, Boeing ha perso l’1,5% a causa delle persistenti preoccupazioni sulla sicurezza.
BILANCIA COMMERCIALE EUROZONA
Nel gennaio 2024 l’Eurozona ha registrato un surplus commerciale di 11,4 miliardi di euro, rispetto a un deficit di 32,6 miliardi di euro nello stesso periodo dell’anno scorso. Le esportazioni sono aumentate dell'1,3% su base annua a 225,9 miliardi di euro, trainate dalle spedizioni di manufatti (+3,3%); prodotti chimici (+3%) e macchinari e mezzi di trasporto (+1,5%). Tra i principali partner commerciali, le esportazioni sono aumentate principalmente verso Stati Uniti, Giappone e Svizzera, ma sono diminuite verso Russia, Cina e Norvegia.
Contestualmente, le importazioni sono diminuite del 16,1% a 214,5 miliardi di euro, a causa del calo di combustibili minerali, lubrificanti (-36,4%); manufatti (-12,6%) e prodotti chimici (-10,4%). Le importazioni sono diminuite principalmente da Cina, Stati Uniti, Svizzera, Norvegia, Russia, Giappone e India.
VALUTE
Movimenti contenuti, ancora una volta, nella giornata di ieri, con oscillazioni all’interno dei trading range soliti per le principali coppie valutarie, in assenza di notizie capaci di spostare l’equilibrio attuale. Va detto però che nelle ultime ore, in seguito alle decisioni di BoJ e RBA, il mercato si è orientato nell’acquisto di dollari e il trading range delle ultime ore, che pareva assai solido, sembra modificarsi, generando maggiore volatilità.
EurUsd che in serata ieri era sceso sotto quota 1.0870, alla ricerca dei target compresi tra 1.0830 e 1.0810, è sceso altri 10 pips e sembra pronto ad un nuovo calo. Anche il Cable ha mollato tornato a ridosso di 1.2700, con target a 1.2680 e 1.2650, meno dell’euro in ragione del sell off di EurGbp sceso a 0.8540. Del UsdJpy abbiamo detto nel paragrafo relativo alla BoJ così come per le oceaniche, e in particolar modo AudUsd, mentre NzdUsd si trova sul supporto a 0.6040.
Dollaro superstar quindi, in correlazione diretta con le borse, ovvero un legame anomalo che non abbiamo visto troppo spesso. Ma non c’è comunque avversione al rischio, con l’indice Vix a 14.30 e i rendimenti dell’obbligazionario e titoli di stato in leggera ripresa, ma non tali da giustificare il ritorno del risk off. Oggi, tra i dati più rilevanti, segnaliamo la bilancia commerciale svizzera, lo Zew tedesco, il CPI canadese, e i nuovi cantieri negli Stati Uniti.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
USD/JPYTREND: LONG
CICLO: LONG
OPPORTUNITÀ: INVERSIONE D DOPO RITRACCIAMENTO
APERTURA OPERAZIONE: ROTTURA SPT 4H LONG
INCREMENTO POSIZIONE: Incremento su ritracciamenti 4h/D
CHIUSURA OPERAZIONE: Swing su W SHORT
GESTIONE POSIZIONE: stop loss a breakeven appena possibile. A seguire in guadagno dopo ogni consolidamento.
Legenda:
SPT= Supertrend
INGRESSO ORE 23:00 DEL 4/02/2024
La resistenza sembra tenere per la terza voltaAncora una volta l'area di resistenza che va dai 151 ai 152 sembra respingere il prezzo. Il trend continua ad essere rialzista. Per adesso non ho strategie che possano operare sui livelli attuali ne long ne short che possano dare un buon R:R quindi resto a guardare...
✍🏼L’ASSET DI OGGI 07.03.2024 E’… 📊 USDJPY📊 USDJPY
Salgono le aspettative per un intervento della BOJ sul costo del denaro, stanotte i dati sui salari orari medi ha ricevuto un’ulteriore accelerazione a rialzo che ha fatto sponda alle dichiarazioni di ieri di diversi componenti della BoJ che sostengono adeguata l’uscita dalla politica monetaria a tassi negativi.
La speranza di una spirale salari/inflazione potrebbe dare le giuste motivazioni alla BoJ per un epocale cambio di rotta, dando cosi il via a movimenti di inversione sullo yen che ha vissuto anni di deprezzamento senza sosta.
Usdjpy che negli ultimi 3 anni ha visto dominare i compratori, che hanno goduto di ottimi differenziali tassi e politiche monetarie divergenti ora posso liquidare posizioni e valutare potenziali inversioni di rotta, pertanto usdjpy lascia le aree di resistenza di 152.00 per iniziare a strutturare importanti movimenti ribassisti.
Nella sola sessione asiatica/europa usdjpy ha rotto a ribasso i supporti di 149.50-149.25 che sostenevano le quotazioni da metà febbraio , abbandonando del tutto la possibilità di assalti alle resistenze di 150.90-151 figura e proiettando le quotazioni a 147.80, con possibilità di allunghi ora a 147.25 primo supporto in h4.
La spinta ribassita di questa notte ha portato all’inversione del fascio di medie in h2 che ora trova la mm21 periodi a 149.00 mentre le lente 100 e 200 periodi ferme ancora a 149.75, il che lascia pensare alla necessita di ritest tecnici delle resistenze ora porte a 149.25-50.
Su base multiday le mm100 periodi passa ora a 147.50, dando cosi maggior forza al supporto statico sopra citato, ma la sua violazione darebbe tuttavia campo libero ad ulteriori affondi ribassisti sino ai supporti di 145.80-75 dove la mm200 periodi fa da supporto dinamico.
Sarà ora interessante capire quando le parole della Boj saranno seguite da fatti per dare nuova struttura e linfa rialzista allo yen giapponese.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Timida reazione delle borseTentativi di reazione dei mercati americani ieri pomeriggio, dopo due sedute consecutive di ribassi, in una sessione caratterizzata dalle reazioni degli investitori alle osservazioni del Presidente della Fed Jerome Powell al Congresso. L'S&P 500 e il Dow Jones hanno chiuso positivi mentre il Nasdaq ha chiuso sulle posizioni del giorno precedente.
Il presidente Powell ha ribadito la posizione della Fed secondo cui non c’è alcuna fretta di tagliare il costo del denaro, che avverrà solo quando l'inflazione avrà raggiunto il 2%. Contemporaneamente, sul fronte dati, Il rapporto ADP ha indicato che il settore privato ha aggiunto 140.000 posti di lavoro a febbraio, leggermente al di sotto delle aspettative ma indicando comunque un mercato del lavoro ancora solido.
Inoltre, anche le offerte di lavoro JOLTS sono scese leggermente al di sotto delle previsioni. Tra i titoli, Nvidia è salita del 3,7% toccando un nuovo massimo storico di 892 dollari, mentre Meta e Broadcom sono saliti, guadagnando rispettivamente l'1,5% e l'1,3%. Apple invece ha perso lo 0,6%, al sesto calo giornaliero consecutivo.
BREAKOUT DI EURUSD
Rottura al rialzo per l’EurUsd che finalmente, dopo alcuni giorni, ha violato la resistenza posta a 1.0890 e ha accelerato fino a 1.0915. Il tutto in un contesto di un quadro macro che vede la Fed, in seguito alle parole di Jerome Powell, allontanare il taglio del costo del denaro. Moneta unica che però deve superare la prova BCE e Lagarde, attesi per oggi alla decisione sui tassi di interesse.
Molto dipenderà quindi dalle parole del Presidente, e da cosa emergerà dalla riunione dei Governatori, rispetto ad un eventuale riduzione del costo del denaro, in un periodo nel quale la locomotiva tedesca sbuffa, mentre anche altrove cominciano ad intravedersi possibili rallentamenti (Italia e Francia).
Tecnicamente l’euro sembrerebbe ancora in fase di accumulazione, ma occorrono conferme il tal senso, ovvero il superamento di quota 1.0930. Il Cable intanto supera quota 1.2700 e si mette stabilmente a ridosso della resistenza chiave di 1.2770 80 area.
Scende invece il UsdJpy, e anche abbastanza impulsivamente, con il ritorno a 148.60, con la BoJ che sembra essersi svegliata dal torpore degli ultimi tempi, con dichiarazioni che vanno verso la fine del Qqe. l governatore della BoJ Ueda, infatti, prenderà in considerazione la possibilità di ritirare il massiccio programma di stimoli una volta confermato il ciclo positivo di salari e inflazione. Obiettivi importanti a 146.10.
Anche le oceaniche hanno reagito con Aud e Nzd che contro dollaro hanno ripreso a correre, con target posti a 0.6630 e 0.6200. Sceso anche il UsdCad sul primo supporto chiave di medio termine a 1.3510, ma la rottura di 1.3490, potrebbe spingerlo anche a 1.3180 nel medio termine.
POWELL AL CONGRESSO
Jerome Powell, nella sua audizione semestrale al Congresso degli Stati Uniti, ha ricordato che i Fed Funds hanno raggiunto il picco per questo ciclo di inasprimento e sarà probabilmente opportuno iniziare a ridurre la politica restrittiva, ad un certo punto, già nel 2024, anche se, solo quando ci sarà maggiore fiducia che l’inflazione si starà muovendo in modo sostenibile verso il 2%.
Powell ha anche sottolineato che le prospettive economiche sono incerte, che i progressi verso l’obiettivo di inflazione del 2% non sono garantiti e che vi sono rischi di una riduzione della politica restrittiva troppo presto o troppo tardi. Di conseguenza, la Fed continuerà a valutare i dati in arrivo, l’evoluzione delle prospettive e l’equilibrio dei rischi per apportare eventuali aggiustamenti alla politica monetaria. Sul fronte economico, Powell ha osservato che la tensione sul mercato del lavoro si è allentata e l’inflazione è diminuita sostanzialmente, pur rimanendo al di sopra dell’obiettivo.
JOLTS OPENINGS
Il numero di offerte di lavoro è sceso di 26.000 rispetto al mese precedente a 8.863 milioni nel gennaio 2024, il più basso in tre mesi e al di sotto del consenso del mercato di 8,9 milioni. Nel corso del mese, le opportunità di lavoro sono diminuite nel commercio al dettaglio (-170.000), nei trasporti, nei magazzini e nei servizi pubblici (-66.000), nella produzione di beni durevoli (-48.000), nell'edilizia (-21.000), nei servizi educativi privati (-41.000) e nel governo (-105.000). D’altro canto, le offerte di lavoro sono aumentate nel settore manifatturiero di beni non durevoli (+82.000). Per quanto riguarda la distribuzione regionale, le offerte di lavoro sono diminuite nel Sud (-12.000), nel Midwest (-19.000) e nell'Ovest (-52.000), ma sono aumentate nel Nordest (+58.000).
BOC, TASSI INVARIATI
La Banca del Canada ha mantenuto il suo obiettivo per il tasso overnight al 5% durante la riunione di marzo e si è impegnata a continuare a normalizzare il bilancio della Banca, poiché i politici rimangono preoccupati per i rischi per le prospettive di inflazione. Nello statement si legge che la banca centrale continuerà a mantenere una politica di restrizione quantitativa finché non si osserverà un ulteriore e duraturo allentamento dell'inflazione core.
Gli ultimi dati hanno rivelato che l’inflazione CPI è scesa al 2,9% a gennaio, ma le misure anno su anno e su tre mesi dell’inflazione core erano comprese tra il 3% e il 3,5%. I policy maker prevedono che l’inflazione rimanga vicina al 3% durante la prima metà di quest’anno per poi rallentare gradualmente. La crescita del PIL è rimasta debole e al di sotto del potenziale, mentre l’occupazione continua a crescere più lentamente rispetto alla popolazione in mezzo ai segnali che le pressioni salariali potrebbero allentarsi.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Equity in ribassoI tre principali indici azionari statunitensi hanno continuato a perdere terreno nelle contrattazioni post sessione europea ieri pomeriggio, spinti da un’ampia svendita dei titoli tecnologici e dalle preoccupazioni per un potenziale rallentamento economico. L'S&P 500 ha perso l'1,02%, il Dow Jones è sceso dell’1.04% e il Nasdaq ha chiuso con un -1.65%.
Nuovi dati hanno indicato che il PMI dei servizi dell'ISM è stato inferiore alle attese e che gli ordini alle fabbriche sono diminuiti più del previsto. A guidare la svendita dei titoli tecnologici sono state le azioni di Apple, scese del 2,8% a seguito di un rapporto di Counterpoint Research, che indicava un calo significativo delle vendite di iPhone in Cina durante le prime sei settimane del 2024. Le azioni mega-cap erano già sotto pressione, dopo i grandi guadagni della scorsa settimana. Tesla è scesa del 3.9% e Microsoft (-3%), Amazon (-2%) e Meta (-1,6) hanno chiuso tutte in rosso.
DATI USA IN PEGGIORAMENTO
L’ISM Services PMI è sceso a 52,6 a febbraio, rispetto ai massimi di quattro mesi di 53,4 pubblicato a gennaio, al di sotto delle previsioni di 53. La lettura ha indicato una crescita leggermente più lenta nel settore dei servizi. Inoltre, le scorte si sono ridotte (47,1 contro 49,1) e il portafoglio ordini è diminuito (50,3 contro 51,4). D’altro canto, sono aumentati la produzione e i nuovi ordinativi ad un ritmo più rapido e la pressione sui prezzi si è allentata (58,6 contro 64).
Sempre ieri, i factory orders, sono diminuiti del 3,6% su base mensile a gennaio 2024, dopo un calo dello 0,3% a dicembre e rispetto alle previsioni di mercato che erano per un ribasso del 2,9%. Si tratta del calo maggiore da aprile 2020. Escludendo i trasporti, gli ordini alle fabbriche sono diminuiti dello 0,8%.
Il Calo dei dati ha provocato la discesa dell’equity, come già evidenziato, ma al contempo anche il rendimento del decennale Usa è sceso a +4.13% da +4.21 di ieri, a conferma che la Fed potrebbe rivedere il proprio sentiment relativamente alla politica monetaria anticipando i tempi della riduzione del costo del denaro. L’indice Vix è salito leggermente a 14.6, ma rimane abbondantemente nell’area risk on.
VALUTE
Sui cambi ancora poco da segnalare con il dollaro che ha ceduto contro le principali valute, ma soprattutto contro Jpy dopo le dichiarazioni di Kanda della BoJ che ha ammesso che la BoJ si sta preparando ad alzare il costo del denaro. UsdJpy in calo a 149.90 anche se per ora non ha rotto il precedente minimo posto a 149.70.
EurUsd ancora in area 1.0850 con una puntata a 1.0875 ma senza grande slancio. Il range resta solido con supporti a 1.0800 e resistenze a 1.0880. Cable ugualmente in rialzo con 1.2735 a fare da prima resistenza con supporti che intervengono a 1.2680 85 area.
UsdCad a ridosso di 1.3600 ma incapace per ora di rompere i supporti posti a 1.3550. Oceaniche che stanno stabilizzandosi e tengono anch’esse i supporti chiave, almeno per ora. Ma la settimana è lunga e venerdì ci sono i payrolls.
PIL AUSTRALIA
L'economia australiana è cresciuta dello 0,2% su base trimestrale nel quarto trimestre del 2023, meno rispetto al dato del terzo trimestre e alle previsioni dello 0,3%. Si tratta del nono periodo consecutivo di crescita trimestrale, ma va detto che è la crescita più debole degli ultimi cinque trimestri. Tra le ragioni, il calo dei consumi delle famiglie, che si è concentrata soprattutto sui beni essenziali come elettricità, affitto, cibo e salute.
Nel frattempo, la spesa pubblica ha registrato un notevole rallentamento (0,6% contro 1,5%), in un contesto di calo della spesa per la difesa e di continui benefici statali per le famiglie. Gli investimenti sono diminuiti, con gli investimenti pubblici in calo per la prima volta dal terzo trimestre del 2022. A livello di bilancia commerciale, si segnala la diminuzione dell’export di beni e servizi (-0.3%) ma contestualmente sono scese maggiormente le importazioni (-3.4%).
POWELL, BOC E BCE
In un contesto di generale stabilizzazione, ricordiamo che oggi il Presidente della Fed Jerome Powell sarà al Congresso degli Stati Uniti per il consueto intervento semestrale, nel quale presumibilmente potrebbe fornire indizi di politica monetaria, ovvero su tempi e portata dei tagli dei Fed Funds.
C’è molta attesa ovviamente e i mercati certamente vedranno un aumento della volatilità. Il tutto ricordando che oggi sarà la volta della Bank of Canada, che deciderà sul costo del denaro, con previsione di tassi invariati e soprattutto domani sarà la volta della Bce, anch’essa attesa ad un nulla di fatto. Allacciamo le cinture, si ballerà.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Azionario in distribuzione?Ancora una seduta poco significativa per i principali listini Usa, mentre il Dax, in controtendenza, continua invece a far registrare nuovi massimi storici, a dispetto della logica. I mercati però, come è noto, hanno sempre ragione per cui vanno comunque assecondati. Wall Street ha chiuso in territorio negativo su tutti e tre i listini principali, con movimenti ridotti.
Tecnicamente potrebbe cominciare una lenta fase di distribuzione dei prezzi in grado di generare una correzione più importante che però deve rompere tanti supporti ravvicinati che fanno pensare che prima che parta un trend di ribasso, occorrerà del tempo.
Si attende con interesse il dato, in via di pubblicazione questo pomeriggio, sul price consumer expenditure, che diventa estremamente importante anche alla luce della pubblicazione della seconda stima del Pil Usa del quarto trimestre, uscita inferiore alle attese. L’economia a stelle e strisce, infatti, è cresciuta del 3,2% anno su anno nel quarto trimestre del 2023, leggermente al di sotto del 3,3% nella stima anticipata, dopo un tasso del 4,9% nel terzo trimestre.
D'altro canto, la spesa dei consumatori è stata rivista al rialzo (3% contro 2,8%), guidata dai servizi (2,8% contro 2,4%) mentre i beni sono aumentati meno (3,2% contro 3,8%). Inoltre, la spesa pubblica è aumentata (4,2% contro 3,3%) ma anche le esportazioni (6,4% contro 6,3%) insieme alle importazioni (2,7% contro 1,9%) sono aumentate più del previsto. E con la discesa dei listini ci si sarebbe attesi un aumento del risk off, ed invece ancora nulla, con l’indice Vix ancora a 13.50 e i rendimenti dei titoli di stato decennali Usa stabili a 4.27%.
VALUTE
Finalmente una giornata interessante sui mercati, con il dollaro sugli scudi, a schiacciare sui supporti tutte le valute concorrenti. Movimenti interessanti con il solo euro e in parte la sterlina che hanno retto l’urto della divisa americana. Le oceaniche sono crollate, con un bel movimento di ribasso di AudUsd che ha sfiorato l’1% che di questi tempi è una gran cosa, mentre il dollaro neozelandese, dopo la decisione della RBNZ (tassi invariati), ha corretto di ben 100 pip ovvero l’1.7%.
Lo Jpy solita vittima sacrificale nel silenzio assordante della BoJ, almeno nella seduta europea e americana di ieri, poi questa notte recupero improvviso dopo le dichiarazioni di Takata, membro della BoJ che ha chiesto a gran voce un cambiamento nella politica monetaria, che dovrebbe adeguarsi all’economia reale e al contesto finanziario. UsdJpy che da 150.70 ha fatto 100 pip di discesa per poi stabilizzarsi.
Il movimento di tenuta del dollaro non sembra però essersi esaurito, specie sulle oceaniche e la contemporanea tenuta dell’euro ha spinto i cross EurAud ed EurNzd al rialzo con movimenti interessanti. EurAud ha violato 1.6610, ed ha messo nel mirino quota 1.6680, che se ulteriormente superato, crea dei target a 1.6900. EurNzd analogamente, cerca il superamento di 1.7920 area. Anche GbpAud e GbpNzd, ovviamente, stanno salendo con una certa impulsività.
EurJpy è sceso per contro a 162.40 e prova a muoversi verso i supporti posizionati in area 162.00. Ci prova infine anche UsdCad a rompere i livelli chiave per portarsi anch’esso verso 1.3620 30 area di resistenza. Insomma, si cominciano ad intravedere price action intriganti e volatili, e la ragione è che ci avviciniamo alle modifiche nelle politiche monetarie nelle principali aree del primo mondo, e se non vi saranno però cambiano le parole dei banchieri centrali, che cominceranno ad avere delle preoccupazioni anche verso la crescita e non solo l’inflazione. È solo questione di tempo.
ITALIA
L’indice di fiducia del settore manifatturiero, nel nostro paese, è sceso a 87,3 nel febbraio 2024 dall’88,1 rivisto al ribasso e relativo al mese precedente, facendo segnale per due anni consecutivi, un valore sotto quota 100. Ciò dimostra le difficoltà del nostro settore produttivo più importante.
La flessione è stata attribuita al peggioramento delle condizioni attuali dei nuovi ordini (-18,2 contro -17,1 di gennaio) e della produzione (-18,2 contro -16,2), mentre ha rallentato anche la fiducia sulle scorte finite (3,8 contro 4). Pessimismo si riscontra anche sulle aspettative future, in particolare su ordini (0 vs 2,5), produzione (-0,9 vs 0,7) e prezzi (4,4 vs 3,2), mentre continuano a peggiorare le aspettative sul quadro macroeconomico italiano (-15 contro -16,5).
EUROZONA
L'indicatore del sentiment economico nell'Eurozona è sceso a 95,4 nel febbraio 2024, in calo rispetto al dato rivisto di 96,1 di gennaio e al di sotto delle aspettative del mercato di 96,7. Il sentiment è rimasto fiacco, in ragione di una inflazione che ancora preoccupa, e resta elevata, costi di finanziamento in aumento e una domanda esterna debole.
La fiducia è peggiorata tra i produttori (-9,5 vs -9,3 di gennaio), i fornitori di servizi (6,0 vs 8,4), i rivenditori (-6,7 vs -5,6) e i costruttori (-5,4 vs -4,6), ma è leggermente migliorata tra i consumatori (-15,5 vs -16.1). Tra le maggiori economie del blocco, l’ESI è peggiorato in Italia (-1,6), Germania (-0,6), Francia (-0,3) e Spagna (-0,2), mentre è migliorato nei Paesi Bassi (+1,7).
OCEANIA
Le vendite al dettaglio in Australia sono aumentate dell'1,1% su base mensile nel gennaio 2024, invertendo il trend rispetto al calo del 2,1% rivisto al rialzo del mese precedente, ma mancando il consenso del mercato su un aumento dell'1,5%. Tutti i settori hanno sostenuto la ripresa dopo che i consumatori hanno anticipato la spesa per usufruire degli sconti durante l’evento del Black Friday.
In ripresa le vendite del commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature e accessori personali (2,4% contro -5,4% di dicembre), dei grandi magazzini (1,7% contro -6,5%), bar, ristoranti e cibo da asporto (1,3% contro -0,7%). Il dollaro australiano ha recuperato quota 0.6515 dopo che ieri si era fermato sui supporti chiave posti a 0.6490.
In Nuova Zelanda, nel frattempo è uscito l’indice ANZ business out look, sceso a 34,7 nel febbraio 2024 dal massimo degli ultimi 10 anni, registrato a gennaio a 36,6. Gli ultimi risultati continuano a mostrarci un quadro misto, con dati positivi alternati a negativi. Dollaro neozelandese che dopo i fuochi di artificio delle ultime 3 4 settimane, sembra aver iniziato una correzione.
PETROLIO
Mercoledì i futures del greggio WTI sono scesi leggermente a 78,5 dollari al barile dopo la pubblicazione dell’aumento delle scorte di greggio statunitense. L’ultimo rapporto dell’EIA ha mostrato un aumento superiore alle attese di 4,2 milioni di barili nelle scorte di petrolio greggio statunitense la scorsa settimana, sebbene molto inferiore agli 8,4 milioni riportati dall’API.
L'aumento delle scorte è in gran parte attribuito ad un rallentamento dei processi di raffinazione che convertono il petrolio greggio in prodotti finiti. Guardando al futuro, gli investitori attendono con impazienza il prossimo incontro dell’OPEC+ a marzo, nel quale si decideranno probabilmente, nuovi tagli alla produzione. Inoltre, l’incertezza che circonda il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, così come i continui attacchi degli Houthi alle navi del Mar Rosso, aggiungono un premio al rischio che dovrebbe poi sostenere il prezzo del greggio.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.