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ANALISI COT REPORT del 04.09.2022

-CONTESTO
Non è terminata la fase ribassista sui mercati mondiali, e sebbene gli ultimi dati sull’occupazione americana abbiano dato un barlume di speranza, la paura di una FED ancora aggressiva non si è placata tra gli operatori.
Gli ultimi dati della settimana appena trascorsa, hanno visto un mercato del lavoro USA in rallentamento, una disoccupazione che è passata dal 3.5% al 3.7% , ed anche la corsa a rialzo dei salari, chiaro nemico per il contenimento dell’inflazione, sembra essersi arrestata, dando un primo dato in calo.
Cattive notizie, sono ora buone notizie, come già riportato nelle nostre analisi quotidiane, il ciclo economico è cambiato, e i dati vanno contestualizzati e letti in maniera del tutto diversa ad una normale fase di espansione economica.
Il desiderio che il mercato del lavoro rallenti, è motivata nella speranza di una risposta dell’inflazione in calo, cosi da liberare la FED dal duro compito di stringere le politiche monetarie.
I mercati sembravano voler festeggiare alla pubblicazione del dato di venerdi, con buoni recuperi per i listini mondiali ed un dollaro che stava andando a testare i supporti, tuttavia un più ampio mood di risk off ha preso nuovamente il controllo.
Una rondine non fa primavera, e un dato non inverte una tendenza, se la FED ha bisogno di maggiori rilevazioni per cambiare la sua rotta di politica monetaria , come detto da Powell al simposisio di Jackson Hole, noi non possiamo essere da meno e non possiamo ritener terminato il bear market per un solo primo dato contro tendenza.
Procediamo dunque all’analisi del posizionamento dei non commercial sui futures per meglio interpretare i sentiment di medio periodo
-FOREX:
Ancora dollaro americano, questo il mood che prosegue senza freni sul mercato valutario, dove i big plaiers recuperano posizioni dall’esposizione short su australia, ma senza scomporre il quadro generale.
Si continuano a vendere euro e sterlina, valute tra le più penalizzate dalla forza del biglietto verde, ma procediamo con ordine
EURUSD
Ancora vendite di contratti su eurusd, con le mani forti che si portano a -47676 contratti netti short euro, incrementando ancora di ben 3567 contratti il loro sentiment ribassista.
Dobbiamo tuttavia tener presente che la riunione con la BCE si avvicina , e le aspettative per un rialzo tassi potrebbero costringere le mani forti a rivedere le loro esposizioni , anche solo per prese di profitto, il che potrebbe portare ad importanti recuperi della moneta unica. Tutto è nelle mani delle banche centrali.
Il cambio eurusd a ridosso ancora dei minimi a 0.9920 ha chiuso a 0.9975, dopo aver testato le aree di 1.01 e non riuscendo tuttavia a riconquistare il poc degli utlimi 7 mesi di contrattazione posto a 1.0205. solo il superamento di detta area potrebbe dare un vero impulso rialzista e portare eurusd al test di 1.04, che rimane per ora una meta lontana.
Se la BCE dovesse deludere ancora una volta, allora le mani forti avrebbero ancora ragione, e le posizioni nette corte non potrebbero far altro che incrementarsi e portare eurusd a nuovi minimi per questo 2022.

GBPUSD
Peggiora il quadro della sterlina, che prosegue la sua caduta libera, fortemente penalizzata dal quadro macroeconomico, già più volte richiamato nelle nostre analisi. La forte inflazione, legata alle previsioni della BOE ancora per nuovi picchi oltre il 13%, e la prospettiva di recessione per il q4 di questo 2022 sembrano oramai pesare sempre di più. Senza prolungare la nostra analisi sul contesto macro, limitiamoci ad osservare i big players che si portano a -29170 contratti corti, incalzando con altri 1200 contratti la posizione della settimana scorsa.
Si va dunque a nuovi minimi per gbousd che chiude a 1.1515 , ben lontano dalle resistenze poste a 1.1825 prima e al poc dell’ultimo semestre posto a 1.2075.
Nuovi allunghi ribassisti al momento non sembrano cosi impossibili da osservare, e seppur la BOE voglia intervenire con nuovi rialzi tassi, al momento la strada sembra chiaramente ribassista.

AUDUSD
Rallenta la sua corsa a ribasso il dollaro australiano, che trova nei big players una settimana di respiro dalle posizioni nete corte, che passano a -57393 da -60028 della scorsa rilevazione.
I prezzi si sono fermati a 0.6815, non lontano dai minimi del 2022 a 0.6725, e sembrano aver tentato un’approdo al poc a 0.6900 figura che ha svolto per ora funzione di resistenza. Solo un respiro ribassista del dollaro americano, potrebbe ora dare nuova linfa alle volute oceaniche, che soffrono anche i pesanti ribassi delle materie prime, special modo dei metalli.

USDJPY
Ancora ribassi per la valuta nipponica, che fa fatica a trovare spazio nei portafogli dei big players, che si portano ancora a -41530 contratti, rispetto ai -38800 della scorsa settimana, lasciando chiaramente intendere che il sentiment di lungo periodo ancora non è pronto ad invertire la sua rotta.
Il futures yen ancora sui minimi di periodo a 0.007143, sotto le reistenze chiave a 0.007230.
Resta mood di periodo vendere lo yen sulle resistenze, fino a quando la politica monetaria della BOJ non inverta la sua rotta.


Dollar index
Ancora alti I posizionamenti netti lunghi per il dollaro americano, che si mantengono a 35500 in linea con la scorsa settimana. Sebbene non siano aumentate le posizioni dei large speculator sul dollaro usa, i prezzi hanno ataccato le resistenze poste a 110.00 figura. Si chiude la settimana con nuovi massimi per il dollaro, che sembra oramai proiettato alle aree di maggiore interesse di 112.25.

-EQUITY:
Il mercato azionario disilluso da Powell prosegue la sua caduta, e le posizioni corte da parte dei big players stentano a diminuire, lasciando chiaramente intendere che il risk off non è terminato. Lontani tuttavia dal panic selling ancora, che non sembra palesarsi, anche per i livelli del vix che restano ancora sotto 30.
S&p
Le mani forti restano corte per l’S&P con -239632 contratti, senza ancora dare segni di stanchezza nel detenere posizione netta corta dal 24 di giugno.
L’indice americano che aveva dato sepranze di rialzi con le chiusure di giovedi, ha tutavia disatteso i tori, con una chiusura di settimana sui minimi a 3900pnt , area di grande interesse volumetrico, al di sotto della quale si potrebbe ragionare su approdi verso 3770pnt prima e 3720 poi, fino ai minimi di 3640pnt.

COMMODITIES
Il comparto delle materie prime mette in evidenza la fase ribassista del ciclo macroeconomico, che vede ancora posizionamenti in calo sia per il WTI, con le mani forti che si portano a 229189 contratti (la metà delle massime esposizioni viste a 450 000 contratti) che per il gold con 117734 contratti.
In entrambi i casi seppur il posizionamento resti netto long, la forte riduzione dell’esposizione totale, deve porci in condizione di allerta massima.

EVENTI DA CALENDARIO MACROECONOMICO
La prossima settimana non sarà priva di appuntamenti macroeconomico, ma le attese sono oramai per gli interventi della banche centrali.
Ricordiamo tuttavia l’importante rilevazione dell’inflazione nel Regno Unito, come i dati sul mercato del lavoro sempre in UK, insomma occhi puntati sulla sternila

buon trading
Salvatore Bilotta

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