Fine del ciclo BTC: ottobre o novembre 2025?La questione della fine del ciclo rialzista di Bitcoin legato all’halving del 2024 è il tema del momento nel mercato cripto. Come spesso accade, la storia non si ripete mai uguale ma fa rima, e lo studio dei cicli precedenti consente di evidenziare le probabili aree di inversione. In questo lavoro comparativo si considerano tre criteri principali: la durata post-halving, il tempo trascorso dal massimo del ciclo precedente e il tempo dall’inizio del ciclo.
La tabella comparativa proposta in questa analisi mette a confronto i tre cicli passati di Bitcoin (2012, 2016 e 2020), con particolare attenzione agli ultimi due, al fine di proiettare una finestra temporale per la conclusione dell’attuale ciclo iniziato con l’halving di aprile 2024.
Si tiene conto anche dell’aspetto puramente calendario della fine dei tre cicli precedenti, che permette di determinare l’intervallo temporale più probabile per la conclusione del ciclo in corso.
Il ciclo del 2012: un caso particolare
Il primo ciclo analizzato, quello del 2012, si è concluso dopo soli 366 giorni post-halving. In termini di calendario, si è chiuso il 4 dicembre 2013. La sua durata relativamente breve (775 giorni dall’inizio del ciclo) lo rende un caso particolare, che non sarà utilizzato come base principale per le proiezioni attuali. Offre tuttavia un primo riferimento sulla forte variabilità possibile dei cicli.
Il ciclo del 2016: una prima referenza
Il secondo ciclo, avviato dopo l’halving del luglio 2016, si è concluso dopo 526 giorni. Questo corrisponderebbe al 28 settembre 2025 se l’attuale ciclo seguisse la stessa durata, con una chiusura reale il 16 dicembre 2017. Questo ciclo è durato 1.472 giorni dal massimo precedente e 1.068 giorni dal suo inizio. Questi numeri mostrano un chiaro allungamento rispetto al ciclo 2012.
Il ciclo del 2020: conferma di uno schema
Il terzo ciclo, derivante dall’halving di maggio 2020, è durato 547 giorni post-halving. Questo porterebbe la fine dell’attuale ciclo al 19 ottobre 2025 se ripetuto, con una chiusura reale l’8 novembre 2021. La durata totale è stata di 1.424 giorni dal massimo precedente e di 1.061 giorni dall’inizio. Questi valori sono simili a quelli del ciclo 2016, rafforzando l’idea di una certa regolarità temporale nella dinamica del Bitcoin, anche se le ampiezze di prezzo possono variare.
Le medie degli ultimi due cicli: una base solida per il 2025
Combinando i cicli del 2016 e del 2020 si ottiene una durata media di 536 giorni post-halving, che proietta una data intorno all’8 ottobre 2025 per l’attuale ciclo. In termini di calendario, questo colloca la fine del ciclo tra il 20 e il 25 novembre 2025. Anche le durate dal massimo precedente (1.448 giorni) e dall’inizio del ciclo (1.064 giorni) rafforzano questa proiezione, indicando una finestra probabile tra fine ottobre e novembre 2025.
Il ciclo attuale (2024): una finestra di incertezza
L’attuale ciclo, iniziato con l’halving di aprile 2024, è già a 514 giorni. Le proiezioni basate sulle durate passate indicano una possibile fine tra metà ottobre e metà novembre 2025. I calcoli rispetto al massimo precedente puntano anch’essi al 26 ottobre 2025, con un margine che può estendersi fino a novembre.
Conclusione: ottobre o novembre 2025?
L’analisi comparativa tende a privilegiare una fine del ciclo tra ottobre e novembre 2025, con una probabilità leggermente maggiore per un picco a ottobre. Tuttavia, uno scenario di estensione fino a novembre rimane credibile, soprattutto con gli ETF cripto. Come sempre con Bitcoin, la volatilità e gli eventi macroeconomici potrebbero accelerare o ritardare questo schema, in particolare la politica monetaria della Fed. Ma questa finestra temporale offre un quadro prezioso per anticipare i prossimi grandi movimenti di mercato.
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Oltre l'analisi tecnica
IVECO "MOTORI SPENTI, FINITO GASOLIO!!"IL titolo è arrivato dopo comunicazione OPA TATA a 14.1 e dividendo straordinario, il titolo si muove in uno stretto range, è finito il combustibile che alimentava la speculazione sul titolo, che fare ora!! Proviamo a ragionare, ammettendo che il dividendo straordinario per la vendita di IVECO DEFENCE, porti ad un dividendo di 5.5euro quindi quotazione 14.1+5.5= 19.6, oppure 14.1+6=20.1, il dubbio è , ma quando lo comunicano!!, sicuramente non quest'anno, Si prevede che l'operazione di vendita sia completata entro il 31 marzo 2026, previa approvazione regolamentare. In sintesi, non c'è ancora una data definita per l'erogazione del dividendo; sarà stabilito solo dopo il completamento della vendita e la liquidazione dei proventi. Quindi senza che nessuno si offenda, stare su IVECO , vuol dire rimanere fermi bloccati con il vostro investimento come minimo fino alla fine dell'anno, intendo come capitale , investito, penso che si noti bene la stagnazione della quotazione. Qualcuno si domanda ma è rischioso avere azioni IVECO, L'unico rischio, è rimanere bloccati con il proprio capitale per mesi , fino al prossimo anno, se ci sono delle minus valenze in portafoglio è sicuramente meglio monetizzare il gain senza aspettare il dividendo straordinario, assolutamente non conviene comprare il titolo su questi prezzi, poi avete un PMC basso , non mi servono i soldi, non sò dove metterli, si puo arrivare tranquillamente fino al delisting, nessun tipo di problema.
[8 Affermazioni da perdente] - Per ricordarti che tu non lo sei.1. Inizio domani.
2. Non è colpa mia.
3. Non ci riesco.
4. Non è giusto.
5. Non ho tempo.
6. Non fa per me.
7. Sono troppo stanco.
8. Loro sono fortunati.
Non è mai troppo tardi per cambiare il corso della tua vita. Ogni "domani" che rimandi è un'opportunità persa, te lo dice uno che ne sa qualcosa.. Ma ogni piccolo passo che fai oggi è una vittoria.
Le difficoltà esistono, ma non sono un segno di debolezza, bensì di crescita. La vita non è fatta di fortuna, ma di impegno e resilienza.
Se ti dici che non hai tempo, ricorda che il tempo non aspetta, e tu sei l'unico che può scegliere come usarlo. La fatica è solo il segno che stai spingendo i tuoi limiti, e quando senti di essere troppo stanco, è proprio in quei momenti che la tua forza interiore ti mostra di cosa sei capace.
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Ogni singola persona che ha avuto successo ha attraversato momenti di dubbio. La differenza tra chi ce la fa e chi si ferma sta proprio nel fatto che non si è mai arreso. Ogni passo, anche se piccolo, ti avvicina sempre di più alla tua versione migliore.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
come va?
Weekly e Daily continuano a chiudere al rialzo.
La zona segnata venerdì era molto rischiosa, perché già su livelli estremamente alti.
La flag che si sta formando invece mi piace.
Come già detto, salvo dati macro davvero drastici che cambino direzione, resto long e cerco di posizionarmi a favore ad ogni ritraccio.
Questa settimana avremo dati molto importanti: decisione sui tassi e relative proiezioni, che saranno il nostro principale punto di focus.
prestate attenzione e ci vediamo stasera in Live
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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Wall Street vola, attesa per la Fed e tensioni globaliWALL STREET NON SMETTE DI STUPIRE
Wall Street ha chiuso venerdì in rialzo, con l'S&P 500 appena sotto lo zero, ma dopo aver registrato un nuovo massimo storico durante la sessione USA. Il Dow Jones, invece, ha segnato un leggero calo (-0,59%), mentre il Nasdaq 100 ha toccato nuovi massimi, chiudendo a +0,42%.
Il Nasdaq è salito dello 0,4%. Il comparto tecnologico è stato trainato da un balzo del 7,4% di Tesla e da un guadagno dell'1,7% di Microsoft, dopo che l’azienda ha evitato una potenziale multa antitrust dell’UE, sostenendo l’intero settore.
I titoli tecnologici e dei beni di consumo discrezionali hanno sovraperformato, mentre i settori dei materiali e dell’assistenza sanitaria sono rimasti indietro.
Gli investitori hanno interpretato, ancora una volta, i deboli dati sull’occupazione come segnali di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, attesa alla decisione di mercoledì prossimo.
Gli operatori scontano ampiamente un taglio di 25 punti base alla riunione del 17 settembre, con una piccola possibilità di una riduzione più ampia di mezzo punto, alla luce degli attuali dati economici.
Nel corso della settimana, l’S&P 500 ha guadagnato l’1,6%, segnando la sua migliore performance dall’inizio di agosto. Il Nasdaq è salito del 2% e il Dow Jones ha avanzato dell’1,1%, registrando il suo primo guadagno settimanale in tre settimane.
ATTESA PER LA FED
Le decisioni di politica monetaria saranno al centro dell’attenzione questa settimana, mentre le autorità si confrontano con l’incertezza su crescita, debito e commercio.
La Federal Reserve sarà il principale catalizzatore, soprattutto per quanto riguarda le proiezioni economiche (dot plot). Ma c’è attesa anche per le decisioni di BoJ, BoE e BoC, oltre che per quelle di paesi emergenti come Brasile, Sudafrica e Indonesia.
Nel frattempo, i funzionari di Stati Uniti e Cina si incontreranno per proseguire le discussioni sui dazi.
Sul fronte macroeconomico, le vendite al dettaglio e la produzione industriale statunitensi misureranno il sentiment dei consumatori e la reazione delle industrie alle tariffe doganali.
Saranno inoltre pubblicati i dati sull’inflazione di Regno Unito, Canada, Giappone e Sudafrica, oltre alle bilance commerciali di Eurozona, India, Giappone e Australia.
Infine, la pubblicazione mensile dei dati della Cina offrirà aggiornamenti sulla maggiore economia asiatica.
VALUTE
Il cambio EUR/USD resta sopra quota 1,1700, ma non riesce a superare le resistenze chiave poste a 1,1790 e 1,1830. La perdita di momentum e il declassamento del rating sovrano della Francia da AA- ad A+ hanno indebolito la moneta unica, che rischia di scendere verso i supporti a 1,1660 e 1,1550.
La tendenza rimane rialzista, ma finché non verranno superati i livelli chiave, il momentum potrebbe perdere intensità.
Il cambio GBP/USD (Cable) si mantiene sopra 1,3550, con possibile target a 1,3780. Il USD/JPY resta stabile nel range tra 146,20 e 149,00.
Le valute oceaniche sono in recupero contro il dollaro, ma restano sotto le aree cruciali di 0,6700 per l’AUD e 0,6000 per il NZD.
Il USD/CAD mostra massimi decrescenti, ma non ha ancora violato i supporti statici in area 1,3830.
I cross risk-on/risk-off come EUR/AUD ed EUR/NZD iniziano a distribuire, con obiettivi rispettivamente a 1,7250 e 1,9952.
DATI USA
Il sentiment dei consumatori rilevato dall’Università del Michigan è sceso a 55,4 a settembre 2025, in calo rispetto al 58,2 di agosto e ben al di sotto delle attese di 58.
Si tratta del secondo calo mensile consecutivo, che porta il sentiment al livello più basso da maggio, con flessioni più marcate tra le famiglie a basso e medio reddito.
Le condizioni di acquisto di beni durevoli sono migliorate, ma altre componenti si sono indebolite a causa delle crescenti preoccupazioni per le condizioni aziendali, l’occupazione e l’inflazione.
L’indice delle condizioni correnti è peggiorato a 61,2 da 61,7, mentre l’indicatore delle aspettative è sceso a 51,8 da 55,9.
Le aspettative di inflazione per l’anno successivo sono rimaste stabili al 4,8%, mentre quelle a cinque anni sono aumentate per il secondo mese consecutivo, salendo al 3,9% dal 3,5%.
FITCH DECLASSA LA FRANCIA
Venerdì, Fitch Ratings ha declassato il rating sovrano della Francia da AA- ad A+, citando le turbolenze politiche e l’aumento del debito.
Il downgrade è arrivato pochi giorni dopo le dimissioni di François Bayrou da Primo Ministro, in seguito alla sconfitta subita durante il voto di fiducia parlamentare sul bilancio.
Il nuovo rating, il più basso mai assegnato da una grande agenzia alla Francia, prevede comunque un outlook stabile.
Questa settimana, il Presidente Macron ha nominato Sébastien Lecornu, conservatore lealista, per formare un nuovo governo, dopo che i legislatori hanno estromesso Bayrou in un voto di fiducia sulla sua proposta di taglio al bilancio da 44 miliardi di euro (52 miliardi di dollari).
Il rating di Standard & Poor’s per la Francia è attualmente AA- con outlook negativo. Moody’s ha valutato la Francia ad Aa3 con outlook stabile.
LA RUSSIA TAGLIA I TASSI
La Banca Centrale Russa ha tagliato il tasso di riferimento di 100 punti base, portandolo al 17% nella riunione di settembre.
Si tratta del terzo taglio consecutivo, sebbene più contenuto rispetto alle attese di mercato, che prevedevano una riduzione di 200 punti base.
La decisione segna una riduzione complessiva di 400 punti base dai massimi storici del 21%.
Il board ha osservato che le condizioni monetarie si sono allentate nel corso dell’anno, ma restano sufficientemente restrittive per contrastare l’inflazione, che si è mantenuta sopra il 4% per oltre due anni.
Gli ultimi dati mostrano che la crescita annua dei prezzi è scesa all’8,1%, il livello più basso da oltre un anno.
Tuttavia, i consumi interni hanno registrato una leggera accelerazione, mentre i rischi pro-inflazione prevalgono nel breve termine, a fronte di un deterioramento delle ragioni di scambio.
DATI CINA
La produzione industriale cinese è cresciuta del 5,2% su base annua ad agosto 2025, in calo rispetto al 5,7% di luglio e al di sotto delle attese del 5,8%.
Si tratta dell’aumento più debole da agosto 2024, frenato da una crescita più lenta dell’attività manifatturiera e della produzione di elettricità, riscaldamento, gas e acqua, a causa di una domanda interna debole.
La produzione mineraria ha continuato a crescere costantemente, con un incremento del 5,1% rispetto al 5,0% di luglio.
Nel settore manifatturiero, 31 dei 41 principali comparti hanno registrato una crescita, tra cui automotive, computer, comunicazioni e cantieristica navale.
Nei primi otto mesi dell’anno, la produzione industriale è aumentata del 6,2%. Su base mensile, l’incremento è stato dello 0,37%.
Saverio Berlinzani
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È la settimana più importante di fine anno in borsa!Ci siamo finalmente.
La Fed dovrebbe riprendere il taglio del tasso sui federal funds mercoledì 17 settembre. Ecco cosa conterà davvero questo mercoledì:
• L’entità del taglio dei tassi (0,25% o 0,50%)
• L’aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche della Fed (previsioni su inflazione, occupazione ed evoluzione dei tassi)
• La traiettoria prevista (fino a fine 2025) del tasso dei federal funds
• La conferenza stampa di Jerome Powell e in particolare la sua valutazione sui tempi di normalizzazione dell’inflazione in relazione ai dazi
Dopo una fase di speculazioni durata tutta l’estate, la Federal Reserve (Fed) annuncerà mercoledì 17 settembre una decisione di politica monetaria che potrebbe ridefinire la traiettoria dei mercati finanziari fino a fine anno. Non si tratta di un semplice aggiustamento tecnico: racchiude tutte le tensioni accumulate da quando Powell e i membri del FOMC hanno interrotto il ciclo di tagli lo scorso dicembre. Potrebbe essere il momento del famoso “pivot” che gli investitori attendono dall’inizio del 2025.
La domanda di fondo è semplice: la Fed si limiterà a una riduzione di 25 punti base, oppure sorprenderà con un taglio più aggressivo, in stile “jumbo cut”? La decisione non riguarderà solo il livello immediato dei tassi, ma anche il messaggio inviato ai mercati: il percorso della politica monetaria per la fine del 2025, la coerenza con le previsioni su inflazione e occupazione e soprattutto i rapporti di forza tra i 12 membri votanti del FOMC. Ricordiamo che servono 7 voti su 12 per approvare un taglio dei tassi e che Jerome Powell rappresenta solo un voto.
In breve: non si tratta di un numero, ma di una traiettoria di politica monetaria. Sarà proprio questa traiettoria a determinare il trend di fine anno degli asset rischiosi in borsa.
Se Powell riuscirà ad aprire la porta a un allentamento più deciso rimanendo fedele alle sue ultime previsioni macroeconomiche, il mercato potrebbe finalmente ottenere la visibilità tanto attesa. In caso contrario, rischiamo di restare in una zona di incertezza in cui ogni dato su occupazione e inflazione riaccende i dubbi. E in questo gioco, l’arbitro resta lo stesso: il rendimento USA a 2 anni, che anticipa meglio di tutti il futuro percorso del tasso dei federal funds.
L’S&P 500, barometro delle large cap, e il Russell 2000, più sensibile alla congiuntura domestica, penderanno dalle parole di Powell.
La Fed aggiornerà molti dati macroeconomici mercoledì, ma alla fine ne emergerà uno solo: il “Fed Cut Path”, cioè il numero di tagli dei tassi entro fine anno. Questo sarà direttamente legato al tempo che la Fed riterrà necessario per normalizzare l’inflazione.
Insomma, la decisione della Fed di mercoledì 17 settembre plasmerà il trend borsistico di fine anno.
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Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
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APP desktop di TradingView Vs versione WebLe differenze tra l'app desktop e la versione web di TradingView non risiedono nelle funzionalità di base (grafici, indicatori, strumenti di disegno), che sono identiche in entrambe, ma piuttosto nell'esperienza utente e nelle funzionalità aggiuntive offerte dalla piattaforma nativa.
Le differenze principali sono:
Supporto Multi-monitor 💻: L'app desktop è l'unica a offrire il supporto nativo per l'uso su più monitor. Questo è un vantaggio fondamentale per i trader che necessitano di visualizzare contemporaneamente diversi grafici, mercati o timeframe su schermi separati, senza le limitazioni delle schede del browser.
Velocità e Prestazioni 🚀: Essendo un'applicazione nativa e non dipendendo da un browser web, l'app desktop è solitamente più veloce, stabile e reattiva. Gestisce meglio l'elaborazione di dati complessi e l'uso di più grafici senza rallentamenti.
Ambiente di Lavoro Dedicato: L'app desktop offre un ambiente di trading senza distrazioni. Non ci sono altre schede del browser, notifiche da altri siti web o estensioni che possono interferire o rallentare il lavoro.
Funzionalità Aggiuntive:
Sincronizzazione dei simboli: Permette di collegare le schede per simbolo, in modo che cambiando il ticker su una scheda, questo venga aggiornato automaticamente su tutte le altre schede collegate.
Gestione dei link in-app: Cliccando su un link di TradingView (es. da un'email o da un'altra app), si aprirà direttamente nell'app desktop anziché nel browser.
Notifiche push native: Gli alert di trading vengono inviati come notifiche native del sistema operativo (Windows, macOS), rendendoli più visibili e immediati.
In sintesi, la versione web è perfetta per un accesso veloce e versatile da qualsiasi dispositivo con un browser, mentre l'app desktop è la scelta migliore per i trader seri che desiderano massimizzare la produttività e le prestazioni, specialmente se lavorano con una configurazione multi-monitor.
Spero il video sia gradito anche se un pò lungo.
Come sempre un grande abbraccio
Ciao e grazie da Mauro
Vi lascio con le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina e avere sempre un piano.
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Cinque record consecutivi: il rally del NASDAQ è solo l’inizio?Cinque record consecutivi: il rally del NASDAQ è solo l’inizio?
Il NASDAQ registra il quinto record consecutivo in una settimana vincente per le azioni
Venerdì 12 le azioni hanno mostrato andamenti contrastanti, ma i principali indici hanno comunque chiuso con solide performance settimanali, mentre gli investitori attendono un taglio dei tassi la prossima settimana.
Il NASDAQ è salito dello 0,44% (circa 98 punti) a quota 22.141,10, segnando il quinto massimo storico consecutivo. Tra i titoli più brillanti spicca Tesla (TSLA), che ha guadagnato il 7,4%, raggiungendo il livello più alto degli ultimi sette mesi. Nel frattempo, l’S&P 500 ha perso lo 0,05% a 6.584,29, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,59% (circa 273 punti) a 45.834,22.
I bilanci settimanali sono stati nel complesso solidi, nonostante settembre sia storicamente il mese più difficile per le azioni. Il NASDAQ ha guadagnato il 2% nei cinque giorni, l’S&P l’1,6%, mentre il Dow Jones è avanzato di poco meno dell’1%.
È stata una conclusione piuttosto fiacca per una settimana ricca di dati economici, ma i risultati hanno comunque alimentato le speranze degli investitori di un taglio dei tassi nella prossima riunione della Federal Reserve. Un’inflazione ancora moderatamente elevata, insieme a un mercato del lavoro in lieve rallentamento, hanno portato la probabilità di un taglio a sfiorare il 100%.
Lo strumento FedWatch del CME segnala una probabilità del 94,4% di riduzione dei tassi nella riunione del 17 settembre, ormai a soli cinque giorni di distanza. È quasi una certezza, sebbene resti quel 5,6% di investitori convinti che il taglio sarà addirittura di 50 punti base. In altre parole, il mercato ha ormai scontato interamente la prospettiva di un allentamento monetario.
Il vero motore, tuttavia, sarà la dichiarazione della Fed e la conferenza stampa che seguirà. Il tono di Powell potrebbe fare la differenza, ma difficilmente potrà dire altro se non che l’economia americana è in una posizione solida e che un taglio dei tassi non dovrebbe causare perturbazioni significative.
La riunione della Fed inizierà martedì 16 e si concluderà mercoledì 17, quando conosceremo la decisione ufficiale e ascolteremo le parole di Jerome Powell.
Venerdì l’S&P 500 ha oscillato intorno al livello di 6.600 per gran parte della seduta. Sebbene il mercato mostri segni di stanchezza, si è osservata una rinnovata spinta degli acquisti in alcuni comparti, in particolare in quello tecnologico.
Intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche e Tesla hanno trainato i rialzi. La forza dei movimenti rimane sorprendente, con gli acquirenti che continuano a sostenere il mercato senza esitazioni.
L’S&P è rimasto in territorio positivo per gran parte della giornata, ma alcune vendite nel finale lo hanno fatto chiudere in lieve calo (-0,05%). Il NASDAQ, invece, ha confermato la sua forza con un rialzo dello 0,42%.
Tesla esce allo scoperto
Il livello dei 350 dollari rappresentava una soglia significativa e, dopo settimane di incertezze, il titolo è riuscito a superarla con decisione.
Tesla ha toccato il suo punto di svolta giovedì e ha continuato la corsa al rialzo. Il titolo ha sfiorato quota 400 dollari e le prospettive appaiono promettenti per Elon Musk, determinato a mantenere il primato di uomo più ricco del mondo.
Gli obiettivi restano ambiziosi: le proiezioni basate sui livelli di Fibonacci indicano un traguardo intorno ai 570 dollari. Sarebbe un risultato notevole, soprattutto alla luce del rallentamento dell’attività registrato negli ultimi mesi.
Marco Bernasconi Trading
EURUSD Ce la fa?Sono settimane che Fiber si muove in una fascia ristretta di prezzo (accumulazione o distribuzione?). Analizzando D1 si nota, però, che le ultime due candele sono riuscite a mantenersi sopra la proiezione NT di Hosoda che è la zona dove, statisticamente, il prezzo si ferma, torna indietro oppure accelera. Se il prezzo volesse iniziare a salire dovrebbe fare i conti con i due angoli di Gann (trend-line rosse) dove, anche quì, o viene stoppato o accelera. Per arrivare dove?. Gli obiettivi naturali delle proiezioni di Hosoda, sono la linea N (la piu probabile) e la V ma di strada ce ne sarebbe parecchia.
Scalando in H4 abbiamo il primo ostacolo a 1,17450 (proiezione NT di Hosoda) superato il quale potremmo vedere, a breve, 1,1870/1,19 (proiezioni N e V).
Su 1,19 starei molto attento (grafico mensile).
BTCUSD può avere un'anima al rialzo, ma è presto.Ad oggi il prezzo di BTCUSD ha rotto la trendline superiore del canale discendente; è un breakout tecnico che richiede conferma tramite chiusura daily sopra 117.500 oppure retest tenuto in area 116.7–117.0.
Resistenze: 116.713, 118.173, 120.8–122.5k, 123.731, 127–128k.
Supporti: 115.634–115.434, 112–113k, 108k, 104–101k.
La conferma del breakout aprirebbe spazio verso 120.8–122.5k e poi 123.7k; un rifiuto con ritorno sotto 116.7 riporterebbe prima a 115.4k e 112–113k, con perdita di 108k che estende il rischio verso 101–104k o addirittura sotto i 100k.
Abbiamo avuto una situazione simile il 22 gennaio 2024, con rottura del canale, breve retest e successiva accelerazione; qui vale lo stesso approccio: operare su chiusure e ritest, con stop tecnici dalla parte opposta del segnale.
Sul profilo volumetrico laterale i vuoti volumetrici (le rientranze) sono corridoi a bassa partecipazione dove il prezzo tende a scorrere più velocemente perché c’è poca memoria di scambio; non fanno da supporto né resistenza finché non vengono riempiti, ma collegano una zona di equilibrio alla successiva.
I bump laterali, cioè i nodi ad alto volume, sono invece aree di equilibrio dove il mercato ha scambiato molto: lì il prezzo rallenta, assorbe e spesso rimbalza o ruota.
Nel quadro attuale il vuoto tra 109–117k spiega perché, dopo una conferma sopra i 118.500, il movimento potrebbe accelerare fino alla gobba successiva in area 120k e poi al nodo principale che potrebbe indurre ai 123k.
Verso il basso il profilo si assottiglia sotto 115,4k fino a 112–113k e presenta un altro corridoio che porta al bump di 108k, mentre la fascia 101–104k è un’ulteriore zona ad alto volume dove è probabile una nuova accumulazione e difesa.
Strategicamente avrei attenzione sugli HVN e guarderei come sempre gli attraversamenti rapidi degli LVN, ricordando che la direzione dominante si conferma solo quando il prezzo chiude e viene accettato oltre il nodo volumetrico successivo.
Analizzando i COT, ad oggi i non-commerciali stanno riportando le posizioni net long a quelle del 12/08/2025 quando c'è stata super spinta rialzista. Il top 8% che detiene più del 50% del mercato del BITCOIN al 72% è long - sebbene l'open interest sia fermo all'86-87% per posizioni congiuntamente short e long.
La catena di opzione su CBOE del ACTIVTRADES:BITO.US mostra una previsione a venerdì 19 settembre di put e call interessante. Il livello più probabile è il supporto ~114,8k (strike 20): è lo strike più vicino all’ATM con OI rilevante su entrambe le gambe e tende a fare da magnete (“pin”) entro venerdì. Il livello 122-125k (strike 22) è la call wall dominante ed, invero, mi sembra molto distante.
Le aree arcobaleno mostrano i canali ribassisti e le loro rotture. In tal senso mi sembra chiaro che se di rottura si vuole parlare è una rottura abbastanza limitata "storicamente". Altresì, di fatto, resto in attesa di segnali più chiari anche se sono propenso a una tendenza bullish.
È chiaro che queste informazioni non sono incitazioni ad investire. Declino qualsiasi responsabilità.
Ethereum è Ripartito!Nuovo Ciclo dal 1° Settembre? | Ciclica 3.0Ethereum ha difeso il supporto a 4.291 $ e dal minimo del 1° settembre potrebbe essere partito un nuovo T+3 lato indice.
📊 Situazione attuale:
Minimo del 1/09 validabile come T+3 indice.
T+3 inverso (24 agosto) debole, non ha preso swing.
Ipotesi T+2 inverso (28 luglio) ancora aperta, possibile quinto tempo.
Conferma salita → solo sopra 4.955,90 $.
📈 Livelli chiave:
4.955,90 $ = breakout rialzista
4.587 $ = forte zona di confluenza (imbalance daily + OCT + FVG 1H + media 50)
👉 Metodo Ciclico 3.0 = anticipare i movimenti e posizionarsi prima degli altri.
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Bitcoin è Risorto! Dal 1° settembre Nuovo Ciclo? | Ciclica 3.0La scorsa settimana sembrava più probabile un ribasso, ma i livelli chiave del Metodo Ciclico 3.0 hanno ribaltato lo scenario.
📊 Dal minimo del 1° settembre:
Presi swing di T+1 e T+2 → ora target sullo swing di T+3 (118.624,45).
Prezzo sopra 113.929 e sopra la linea di vincolo del 3 agosto → probabile partenza di un nuovo T+3 o addirittura T+4 indice.
Inverso: 31 barre di T+2 inverso → durata minima vicina.
📉 Livello chiave 1H: 114.761,87.
Se perso ma subito recuperato → ok.
Se no → rischio pattern Eclipse ribassista sul T del 9 settembre.
👉 Metodo Ciclico 3.0 = lettura ciclica + operatività concreta.
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Gold Before The Stormho bisogno del tuo sostegno.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
sono tornato in patria!!
pronti a ripartire a cannone con le live e le idee di trading?!
come abbiamo potuto osservare negli scorsi giorni L’indice dei prezzi al consumo (CPI) di agosto è salito come previsto nella maggior parte delle stime. Il superamento delle attese è dovuto soprattutto all’energia (componenti volatili) e ad alcune voci legate ai margini; i servizi “sticky”, quelli che contano per la Fed nella sua visione core, non si sono accentuati significativamente. Il mercato ha smorzato l’effetto del dato headline “caldo” una volta che ha analizzato il paniere completo di beni e servizi nel report CPI. Scenario simile a quello del PPI.
attualmente Il mio bias rialzista resta valido.
Gold ha guadagnato strada, punta a una quarta settimana positiva consecutiva, sostenuto da dati USA deboli nel mercato del lavoro e da attese che la Fed taglierà i tassi.
Fattori che spingono gold: USD debole, rendimenti dei titoli di Stato USA in calo, attese di politiche monetarie più accomodanti.
attendiamo settimana prossima le vendite al dettaglio e i tassi di interesse. le proiezioni che faranno saranno molto importanti per il futuro.
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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[La Potenza del Rapporto Rischio e Rendimento 1:2] - Con tabellaQuesto schema mostra l'importanza di un rapporto rischio/rendimento di 1:2, evidenziando come la gestione del rischio influenzi i risultati complessivi.
In particolare, per ogni operazione con un rischio dell'1% (stop loss di 20 pips), il guadagno atteso è del 2% (take profit 40 pips).
📌 Esempi con diversi tassi di vincita :
40% di tasso di vincita :
• 6 stop loss: -120 pips, -6%
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• 5 stop loss: -100 pips, -5%
• 5 take profit: +200 pips, +10%
• Totale : +100 pips, +5%
60% di tasso di vincita :
• 4 stop loss: -80 pips, -4%
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Questo schema dimostra che anche con un tasso di vincita inferiore al 50%, il mantenimento di un buon rapporto rischio/rendimento (1:2 appunto in questo caso) può portare a guadagni complessivi positivi nel lungo periodo.
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Esploriamo TradingView parte 2Buongiorno a tutti trader in questo video continuiamo ad esplorare la nostra piattaforma di TradingView.
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In sintesi, TradingView è una piattaforma completa che unisce strumenti di analisi tecnica avanzata, dati di mercato in tempo reale e una vivace community di trader, rendendola uno strumento indispensabile sia per i principianti che per gli esperti.
Spero il video sia gradito anche se un pò lungo.
Come sempre un grande abbraccio
Ciao e grazie da Mauro
Vi lascio con le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina e avere sempre un piano.
Wall Street vola, Fed verso taglio tassi e BCE resta fermaALTRO BALZO DI WALL STREET
I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso la giornata in territorio positivo, in seguito alla pubblicazione dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti relativi ad agosto 2025. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,31%, salendo a 46.108 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 46.137 punti.
L’S&P 500 ha registrato un progresso dello 0,85%, portandosi a 6.587 punti, poco sotto il record di 6.593 punti. Anche il Nasdaq ha chiuso in rialzo dello 0,72%, a 22.043 punti, con un nuovo massimo a 22.060 punti.
I dati sull’inflazione sono risultati ampiamente in linea con le aspettative, mostrando un’accelerazione dell’inflazione annua al 2,9%, mentre quella di fondo è rimasta stabile al 3,1%. Tuttavia, il rapporto non ha modificato le attese del mercato, che continua a prevedere un taglio dei tassi da parte della Fed già dalla prossima settimana. Gli investitori hanno ormai quasi completamente scontato tre riduzioni entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono salite ai massimi degli ultimi quattro anni, rafforzando i segnali di un raffreddamento del mercato del lavoro. Il settore sanitario ha registrato le migliori performance, mentre i servizi di comunicazione hanno chiuso in negativo.
Le megacap hanno mostrato andamenti contrastanti: Nvidia (+0,3%), Microsoft (+0,4%), Apple (+0,8%), Amazon (+0,3%), Alphabet (+0,2%) e Tesla (+4,1%) sono salite, mentre Meta è rimasta pressoché invariata e Broadcom ha perso l’1,1%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, l’euro continua a mostrare forza, sostenuto anche dalle dichiarazioni di Christine Lagarde, che ha parlato della necessità di disinflazione favorita dalla solidità della moneta unica. Secondo la Presidente della BCE, l’euro potrebbe mantenersi forte almeno fino a fine anno.
Il cambio EUR/USD si attesta in area 1,1730, ma per ora non riesce a superare tale livello per puntare a quota 1,1790 e 1,1820. Il cambio USD/JPY resta laterale, bloccato nel trading range delle ultime settimane, frenato da forze contrastanti: da un lato la necessità di rialzo dei tassi da parte della BoJ, dall’altro il bisogno del Giappone di mantenere un cambio debole per contrastare i dazi imposti da Trump, attualmente al 25%.
Le valute oceaniche sono in ripresa, con l’AUD sopra 0,6650 e l’NZD a ridosso di 0,60.
BCE FERMA SUI TASSI
La Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere invariati i suoi tre tassi di interesse chiave. Il tasso sui depositi resta al 2,00%, quello di rifinanziamento principale al 2,15% e il tasso sulle operazioni di prestito marginale al 2,40%, in linea con le attese.
L’inflazione rimane vicina all’obiettivo di medio termine del 2% e le prospettive sono sostanzialmente invariate rispetto a giugno. Le nuove proiezioni prevedono un’inflazione media del 2,1% nel 2025, in calo all’1,7% nel 2026, con una leggera risalita all’1,9% nel 2027. L’inflazione core è stimata al 2,4% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e all’1,8% nel 2027. La crescita economica è prevista all’1,2% nel 2025, in rallentamento all’1,0% nel 2026 e in ripresa all’1,3% nel 2027.
Il Consiglio direttivo ha ribadito la propria determinazione ad ancorare l’inflazione al 2% nel medio termine, adottando un approccio cauto e basato sui dati. Christine Lagarde ha dichiarato che i rischi di crescita nella regione sono più bilanciati e che il processo disinflazionistico è concluso. Tuttavia, ha aggiunto che un euro più forte potrebbe far scendere l’inflazione più del previsto, penalizzando l’export europeo.
USA, INFLAZIONE IN RIALZO
Negli Stati Uniti, il tasso di inflazione annuale è salito al 2,9%, il livello più alto da gennaio, dopo essersi attestato al 2,7% sia a giugno che a luglio. L’aumento è stato trainato dai prezzi dei prodotti alimentari, del settore automobilistico e dei camion usati. Inoltre, il costo dell’energia è cresciuto per la prima volta in sette mesi.
I prezzi della benzina e del gasolio sono diminuiti, ma in misura inferiore rispetto ai mesi precedenti, mentre si è registrato un aumento dei prezzi del gas naturale. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,4%, il massimo da gennaio, superando le previsioni dello 0,3%.
L’inflazione core è rimasta stabile al 3,1%, invariata rispetto a luglio e al picco di febbraio. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo core è aumentato dello 0,3%, in linea con il ritmo di luglio e con le attese del mercato.
TREASURIES
Il rendimento del Treasury decennale è sceso giovedì al 4,0%, il minimo degli ultimi cinque mesi. Nonostante la ripresa dell’indice dei prezzi al consumo, le probabilità di un taglio dei tassi sono ormai quasi certe, in un contesto di mercato del lavoro più debole, che rappresenta la principale motivazione dell’azione della Fed.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione hanno raggiunto il massimo degli ultimi quattro anni nella prima settimana di settembre, in linea con i dati negativi dell’ultimo rapporto sull’occupazione e con la revisione delle buste paga. Questo conferma il cambiamento in atto dopo un periodo di resilienza del mercato del lavoro a tassi elevati.
I future sui tassi continuano a indicare un ampio consenso verso una riduzione di 75 punti base entro fine anno, con un taglio previsto per ciascuna delle riunioni rimanenti del FOMC. Il primo è atteso già la prossima settimana.
Le persistenti aspettative di inflazione, alimentate dai dazi aggressivi, hanno spinto lo spread tra il rendimento del titolo a 30 anni e quello a 10 anni al massimo degli ultimi quattro anni.
Saverio Berlinzani
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Wall Street festeggia, ma la Fed prepara la mossa: scopri perchéWall Street festeggia, ma la Fed prepara la mossa: scopri perché
Il mercato ha accolto con favore i dati sull’inflazione di questa settimana: tutti i principali indici hanno chiuso ieri ai massimi storici, nonostante una certa rigidità dell’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC).
Il Dow Jones è salito dell’1,36% (oltre 617 punti), chiudendo per la prima volta sopra quota 46.000, a 46.108. Il Nasdaq ha toccato un record per la quarta sessione consecutiva, con un progresso dello 0,72% (circa 157 punti) a 22.043,07, segnando la sua prima chiusura sopra i 22.000. Anche l’S&P 500 ha aggiornato la storia con un rialzo dello 0,85% a 6.587,47.
Il rapporto sull’IPC è apparso meno negativo del previsto: i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4% nel mese (contro lo 0,3% atteso e lo 0,2% di luglio), mentre il dato annuo si è attestato al 2,9%, in linea con le previsioni ma leggermente superiore al mese precedente (+0,2%). Anche il CPI di base ha rispettato le attese.
Dopo il cosiddetto “Giorno della Liberazione” del presidente Donald Trump, molti analisti temevano un’inflazione più alta, spinta dai dazi. Sebbene l’inflazione non sia ancora scesa sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, resta comunque sotto controllo. I consumatori e le imprese statunitensi subiscono un moderato aumento dei prezzi, mentre gli esportatori si trovano spesso a dover assorbire i dazi pur di non perdere l’ampio mercato americano.
Gli investitori, concentrati sull’ipotesi di un taglio dei tassi, hanno trovato ulteriore sostegno nei dati sul lavoro: le richieste di sussidi di disoccupazione sono aumentate di 27.000 unità la scorsa settimana, raggiungendo quota 263.000, il livello più alto degli ultimi quattro anni (contro le 235.000 stimate). In altre parole, un’inflazione moderata unita a un mercato del lavoro in rallentamento dovrebbe convincere la Fed a tagliare i tassi la prossima settimana, e forse ancora prima della fine dell’anno.
Il rendimento del Treasury decennale è sceso sotto il 4% per la prima volta da aprile, sostenendo i settori più sensibili ai tassi (tecnologia, edilizia, utilities). Allo stesso tempo, l’aumento delle richieste di sussidi potrebbe riportare l’interesse verso titoli difensivi e a dividendo.
Dati sul CPI di agosto
L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 2,9% su base annua, perfettamente in linea con le attese. L’indice “core” ha segnato +0,3% su base mensile e +3,1% su base annua.
Il cosiddetto “Supercore” della Fed (servizi essenziali esclusi gli affitti) ha rallentato leggermente: +0,33% mensile rispetto al +0,48% precedente, con ritmo annuo stabile al 3,21%. Questa stabilità rafforza l’idea che l’inflazione non stia accelerando, pur mostrando un rallentamento dei progressi verso il target del 2%.
Parallelamente, le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione hanno toccato 263.000 (contro 235.000 previste), massimo da ottobre 2021; la media a quattro settimane è salita a 240.500, mentre le richieste continuative si sono mantenute intorno a 1,94 milioni.
Prospettive Fed
I mercati danno ormai per certo un taglio di 25 punti base la prossima settimana. I futures sui Fed Funds prezzano altri tre tagli entro gennaio e almeno due ulteriori entro la fine del 2025.
Probabilità FedWatch:
Settembre: 100% per un taglio di 25 bps, 5% per 50 bps.
Ottobre: 87% per un taglio di 50 bps, 5% per 75 bps.
Dicembre: 82% di probabilità che i tassi siano più bassi di 75 bps rispetto ad oggi.
Il mercato attende ora il linguaggio di Powell e del FOMC: se confermeranno le attese, il rally potrà proseguire; se invece inviteranno alla cautela, gli investitori dovranno ridimensionare le proprie aspettative.
Marco Bernasconi Trading
SP500:il pessimismo dei piccoli investitori,un segnale positivo?Che cos’è l’analisi contrarian dei mercati finanziari?
L’analisi contrarian è un modo originale di osservare i mercati finanziari, basato sul sentiment del mercato, in particolare quello dei piccoli investitori, considerati spesso le “mani deboli” del mercato. Invece di seguire l’opinione dominante, si parte dal presupposto che la folla spesso si sbaglia, soprattutto i piccoli investitori. Infatti, questi reagiscono emotivamente: tendono a comprare quando tutto va bene e a vendere quando tutto va male.
Eppure il mercato raramente funziona in maniera così ovvia. Quando la maggioranza dei piccoli investitori è euforica e convinta che il rialzo continuerà, significa spesso che hanno già comprato, restando pochi acquirenti potenziali per spingere i prezzi ancora più in alto – il che segnala che il top di mercato è vicino. Al contrario, quando questi investitori sono pessimisti, è probabile che abbiano già venduto, che il potenziale di ribasso sia limitato e che il minimo di mercato sia vicino.
Applicato alle azioni statunitensi, questo ragionamento diventa particolarmente interessante. Immaginiamo un mercato in crescita costante, sostenuto da solidi utili aziendali e da un’economia robusta. Se, nonostante ciò, i piccoli investitori restano prudenti o preoccupati, ciò potrebbe indicare che il rialzo non è terminato. Il loro scetticismo lascia spazio a nuovi acquisti futuri, prolungando così la tendenza.
In sintesi, l’approccio contrarian ci invita a vedere il pessimismo dei piccoli investitori come un’opportunità più che come un rischio. Finché dubitano, il mercato probabilmente non ha ancora raggiunto il suo picco. Solo quando l’ottimismo diventa generalizzato è necessario prestare vera attenzione.
Secondo l’AAII, il pessimismo dei piccoli investitori è vicino al massimo annuale per il mercato azionario USA
L’attuale situazione del sentiment di mercato è particolarmente interessante. Secondo l’ultimo sondaggio della American Association of Individual Investors (AAII), la percentuale di investitori con aspettative ribassiste è risalita vicino al massimo annuale ed è nettamente superiore alla media storica.
Tuttavia, l’S&P 500 si trova a contatto con il suo massimo storico. Secondo l’analisi contrarian, ciò significa che il top del ciclo rialzista non è ancora stato raggiunto, poiché i massimi si formano sempre sull’euforia dei piccoli investitori (e i minimi sul loro pessimismo).
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Nike 2025: Anatomia di un declinoNike 2025: Anatomia di un declino
nell’episodio precedente, avevamo suonato un primo campanello d'allarme, evidenziando una crescente deriva strategica di Nike e l'intensificarsi delle minacce competitive.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. L’82.78% dei conti di investitori al dettaglio perde denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Nell’ottobre 2024 la guida di Nike è passata da John Donahoe a Elliott Hill , veterano con 32 anni in azienda richiamato appositamente per orchestrare un turnaround. Per comprendere la portata e l'urgenza della strategia "Win Now" di Hill , è indispensabile analizzare la grave emorragia finanziaria che ha caratterizzato la seconda metà del FY25 di Nike . Questi numeri, per quanto cupi, rappresentano la linea di base da cui partire per capire il "perché" di un cambiamento così drastico.
Q3 FY25: Le prime crepe nello Swoosh
Il Q3 conclusosi a febbraio 2025 , ha mostrato le prime crepe evidenti nella corazza del colosso di Beaverton . I ricavi sono scesi del -9% YoY , attestandosi a $11,3 Mld , un calo che ha pervaso tutti i principali mercati e segmenti operativi. Ancora più preoccupante è stata la compressione del margine lordo, sceso di 330 punti base al 41,5% , a causa di promozioni aggressive e maggiori riserve di magazzino, chiari indicatori di una difficoltà a smaltire i prodotti senza ricorrere a forti sconti.
A prima vista, l'utile per azione ( EPS ) di $0,54 potrebbe sembrare un dato di tenuta, ma un'analisi più approfondita rivela una realtà diversa. Questo risultato è stato infatti pesantemente influenzato da un beneficio fiscale una tantum e non monetario (sostanzialmente il fisco le ha dato un buono-sconto sulle tasse) seguito di un aggiornamento delle regole fiscali USA sul trattamento di plusvalenze e perdite in valuta estera ( US GAAP – ASC 740 ). Questo ha fatto sì che L’ EPS (utile per azione “al netto” delle imposte) risultasse più alto, senza però che entrasse un dollaro in più in cassa, o che il business sia migliorato. Senza questo aiuto la performance sarebbe stata notevolmente più debole. A completatare il quadro si aggiunge una performance particolarmente allarmante in Cina (ne parleremo dopo), dove si è registrato un calo a doppia cifra del traffico e vendite inferiori alle attese, in un mercato che dovrebbe essere uno dei principali motori di crescita.
Q4 FY25: Just fix it
Se il terzo trimestre aveva mostrato delle crepe, il quarto ha sancito il crollo. I ricavi hanno subito un'ulteriore e più brusca contrazione del -12% , scendendo a $11,1 Mld . Il dato più critico risiede nella composizione di questo calo: le vendite del canale digitale diretto di Nike (NIKE Brand Digital) sono precipitate del -26% , un tonfo solo marginalmente compensato da un misero +2% dei negozi fisici.
L'utile netto è crollato del -86% a soli $0,2 Mld , con un EPS diluito che ha seguito la stessa sorte, scendendo a $0,14 . Questo tracollo è stato il risultato di una "tempesta perfetta": vendite in calo combinate con una drammatica erosione del margine lordo di 440 punti base , sceso al 40,3% . Paradossalmente, il titolo ha reagito con un leggero rialzo dopo la pubblicazione di questi dati. La spiegazione risiede nelle aspettative del mercato: l' EPS di $0,14 , seppur disastroso in termini assoluti, ha battuto di poco le stime degli analisti, che erano state riviste al ribasso fino a $0,12 . Questo non indica forza, ma piuttosto quanto fosse basso il sentiment, suggerendo che l'azienda sia riuscita a fare "meno peggio" del previsto.
La grande cinese, non più cosí grande
Prima abbiamo accennato alla Cina, un mercato cruciale per Nike : rappresenta circa il 17-18% del fatturato globale. Un tempo motore di crescita a doppia cifra, oggi si è trasformata in un punto critico. Nel 2025 le vendite sono scese drasticamente: il calo del 21% registrato nel Q4 è stato uno shock , aggravato da un taglio volontario alle consegne per riequilibrare le scorte, ma anche da un calo reale della domanda.
La pressione arriva da più fronti: da un lato, la concorrenza locale che sfrutta prezzi competitivi e un forte appeal nazionalista; dall’altro, le cicatrici reputazionali lasciate dallo scandalo della filiera di Xinjiang , che ancora pesa sull’immagine del brand. Nike ha reagito con un adattamento mirato: più collezioni speciali legate alla cultura cinese, pricing calibrato, atleti e celebrity locali come testimonial, e investimenti nelle piattaforme digitali domestiche (Tmall, WeChat). Ha inoltre puntato sulle House of Innovation (HOI) a Shanghai — flagship esperienziali “phygital” con integrazione app (scan-to-try, pick-up locker, checkout istantaneo), aree di personalizzazione e installazioni dinamiche — un format rarissimo presente solo in poche capitali globali ( New York – HOI 000, Shanghai – HOI 001, Parigi – HOI 002). A Guangzhou , invece, è stato aperto un Nike Rise , uno store “di comunità” data-driven con eventi locali e forte integrazione membership. Insieme, questi formati segnalano un impegno di lungo periodo nel mercato cinese.
Il FY 2025 in breve:
L'intero anno fiscale 2025 si è chiuso con la culminazione di queste tendenze negative. I ricavi totali sono scesi del -10% a $46,3 Mld , mentre l'utile netto si è contratto del 44% a $3,2 Mld .
La domanda che aleggia tra gli investitori è cruciale: il dolore finanziario a cui stiamo assistendo è il segno di un'operazione chirurgica difficile ma necessaria per salvare il paziente, o le ferite sono più profonde di quanto si potesse temere?
Cry Now, Win Later
Di fronte a un quadro così deteriorato, la nomina di Elliott Hill ha segnato un punto di rottura. La sua strategia "Win Now" non è un semplice aggiustamento, ma una ripudiazione quasi totale dell'approccio del suo predecessore, un'ammissione implicita che la rotta precedente stava portando la nave contro gli scogli. Ogni pilastro del suo piano è una risposta diretta ai fallimenti evidenziati.
"We are a sports company"
Il primo atto di Hill è stato un reset culturale. Ha ribadito con forza un concetto fondamentale: " Nike è un'azienda sportiva". Questo mantra, apparentemente ovvio, rappresenta un netto distacco dalla precedente tendenza a posizionarsi come un brand lifestyle generico, quasi tecnologico. Per tradurre questa filosofia in azione, Hill ha introdotto la "Sport Offense", una riorganizzazione aziendale che abbandona le divisioni basate sul genere (uomo, donna, bambino) per creare team interfunzionali dedicati a ogni singolo sport chiave (running, basket, calcio, ecc.). L'obiettivo è favorire una maggiore specializzazione, un'innovazione più rapida e uno storytelling più autentico e credibile.
Meno Hype, più Performance = più Successo?
Hill ha avviato un ridimensionamento aggressivo con massicce svendite promozionali per smaltire l’eccesso di inventory delle "franchise classiche" come Air Force 1, Dunk e Air Jordan 1 , che avevano saturato il mercato. la riduzione pianificata per queste linee si avvicinava al 40% , con l'intenzione di proseguire con un calo a doppia cifra delle unità anche nell'anno fiscale 2026 . Questa mossa è la causa principale delle difficoltà a breve termine sui ricavi.
Parallelamente, l'azienda sta spingendo con forza su nuovi motori di crescita. I primi risultati sono incoraggianti: il modello Vomero 5 ha raddoppiato i ricavi nel Q3 , mentre le Nike Shox sono cresciute di 10 volte in tre trimestri . Il segmento running, guidato dalla Vomero 18 (diventata una franchise da oltre $100 Mln ), e il basket femminile (cresciuto di oltre il 50% ) sono le prime prove concrete che la strategia di diversificazione sta iniziando a dare i suoi frutti.
Il Rilancio dei ponti: meno D2C, più B2B
Forse il cambiamento più radicale riguarda la strategia di distribuzione. La precedente gestione aveva privilegiato il canale diretto al consumatore (DTC), alienando molti partner wholesale storici. Hill ha invertito la rotta, implementando un approccio di "mercato integrato". Questo significa, da un lato, riposizionare Nike.com come una destinazione premium a prezzo pieno e, dall'altro, ricostruire attivamente le relazioni con i principali rivenditori.
Hill si è impegnato personalmente, incontrando i partner per riaffermare l'impegno di Nike . L'azienda sta anche espandendo la sua presenza in nuovi canali di vendita al dettaglio, come Urban Outfitters e Aritzia , per raggiungere specifici segmenti demografici.
Mary Dillon , CEO di Foot Locker , ha dichiarato di vedere “le giuste azioni intraprese dal team di Elliott Hill” per riallineare Nike al mercato. L’obiettivo comune è tornare a crescere insieme, giocando ciascuno il proprio ruolo: Nike come fornitore di prodotto innovativo e desiderabile, Foot Locker come vetrina esperienziale sul territorio e tramite la propria clientela fidelizzata.
In questo contesto si inserisce la mossa più audace: la nuova partnership con Amazon , che debutterà nell'autunno del 2025 . Nike aveva abbandonato Amazon nel 2019 per timore di diluizione del brand e contraffazioni. Tuttavia ha riconosciuto che oltre il 60% dei consumatori USA inizia le ricerche prodotto su Amazon . Ritornare su quella piattaforma significa riconquistare visibilità e intercettare domanda incrementale, anziché lasciar spazio a rivenditori terzi non autorizzati. Inoltre, Nike potrà attingere ai dati sulle vendite Amazon, integrandoli con quelli dei propri canali, per avere una visione più completa del comportamento omnicanale dei clienti, quest’integrazione di dati aiuterà Nike a misurare meglio il ROI del marketing e ottimizzare la spesa pubblicitaria durante un periodo di contrazione delle vendite.
No Pain, No Gains?
Il management di Nike è pienamente consapevole che queste azioni stanno causando il dolore finanziario attuale. Tuttavia, indica alcuni segnali positivi che suggeriscono che la cura stia funzionando. Tra questi, un miglior sell-through dei nuovi prodotti, una quota maggiore di domanda a prezzo pieno sui canali digitali e, soprattutto, un portafoglio ordini wholesale per le festività natalizie in crescita anno su anno. Quest'ultimo dato è l'indicatore più concreto e importante: suggerisce che i partner commerciali, scottati in passato, stanno ricominciando a credere nella visione di Hill e nella nuova pipeline di prodotti.
I soldi non dormono: Adidas & New Balance
Le difficoltà di Nike non si verificano in un vuoto di mercato. Al contrario, i suoi principali rivali stanno capitalizzando aggressivamente sulla sua debolezza, guadagnando quote di mercato e slancio culturale.
Adidas vince il pallone d’oro
Mentre Nike annaspava , Adidas ha messo a segno una performance stellare nella prima metà del 2025 . Il marchio Adidas è cresciuto del 12% nel secondo trimestre, l'utile netto è aumentato del 77% e il margine lordo si è espanso, raggiungendo un solido 51,7% . Il successo del CEO Bjørn Gulden si basa su una strategia chiara: un "marchio globale con una mentalità locale", la straordinaria risonanza culturale delle sue franchise lifestyle ( Samba , Gazelle , Superstar ) che hanno riempito il vuoto lasciato da Nike , e una forte innovazione nelle categorie performance. Diversi report indicano che Adidas continuerà a sottrarre quote di mercato a Nike nel corso del 2025 , con una traiettoria di crescita nettamente superiore.
L'ascesa di New Balance: l’underdog
New Balance, pur essendo un'azienda privata, sta vivendo una fase di crescita esplosiva. Ha chiuso il 2024 con un fatturato record di $7,8 Mld , segnando il quarto anno consecutivo di crescita superiore al 20%. La sua strategia si è rivelata vincente: posizionamento premium, distribuzione selettiva e un forte accento sulla qualità e l'artigianalità (con le linee "Made in USA/UK"). Questo approccio le ha permesso di aumentare significativamente il prezzo medio di vendita e di costruire una base di consumatori estremamente fedele.
Nuove minacce: Hoka e On Running riscrivono le regole
A completare il quadro competitivo ci sono nuovi attori come Hoka e On Running . Sebbene molto più piccoli, rappresentano una minaccia crescente perché sono agili, innovano rapidamente e, soprattutto, hanno costruito community forti e autentiche attraverso running club e marketing dal basso, un'area in cui Nike , un tempo maestra, sembra aver ridotto gli investimenti.
Outlook Q1 FY26: Nike è prudente o preoccupata?
Con la pubblicazione dei risultati del Q1 FY26 , prevista il 30 settembre il mercato non attende un semplice resoconto finanziario, piuttosto la prima vera resa dei conti per i problemi strutturali che Elliott Hill è stato chiamato a risolvere. La pressione su Hill per mostrare segnali tangibili di progresso è immensa. Il mercato ha già prezzato risultati negativi; la vera partita si giocherà sulla narrativa e sulle prospettive future.
La stessa dirigenza di Nike ha preparato il terreno per numeri deludenti. La guidance ufficiale per il Q1 dell'anno fiscale 2026 prevede un calo dei ricavi "mid-single digit" (intorno al 5%). Ancora più severa è la previsione sul margine lordo, atteso in contrazione di 350-425 punti base . È fondamentale scomporre questo dato: circa 100 punti base di questa pressione derivano dall'impatto di nuove tariffe doganali, un fattore esterno che complica ulteriormente il quadro. Il resto del calo è attribuibile direttamente alle azioni "Win Now" , come la liquidazione delle scorte in eccesso. La società ha comunque fissato una scadenza, prevedendo di "ripulire" il mercato entro la fine del primo semestre fiscale, ovvero entro la prossima trimestrale.
Il consenso di Wall Street
Le previsioni degli analisti sono allineate a questa visione pessimistica. Il consenso per il Q1 FY26 si attesta su un EPS di circa $0,27 e ricavi intorno a $10,96 Mld . Tuttavia, dietro a questa media si cela una forte incertezza. Il rating complessivo è un "Moderate Buy", ma i target di prezzo degli analisti spaziano da un ribassista $58 a un ottimista $120 , con una media intorno ai $78 . Questa ampia forbice riflette i dubbi sulla tempistica e sul successo finale della svolta strategica.
Punti chiave da monitorare nella trimestrale del 30 settembre
L'attenzione del mercato si concentrerà su elementi qualitativi e prospettici. Ecco i punti cruciali da monitorare:
Guidance vs. Risultati: I dati effettivi saranno in linea con le cupe previsioni o ci sarà una sorpresa, in positivo o in negativo?
Stato delle Scorte: La società confermerà l'obiettivo di un inventario "pulito" entro la fine del semestre?
Portafoglio Ordini Wholesale: Qualsiasi aggiornamento sullo stato degli ordini per la primavera 2026 sarà l'indicatore anticipatore più importante per valutare la fiducia del canale distributivo.
Performance Nuovi Prodotti: Verranno forniti ulteriori dati sulla crescita delle nuove linee come Vomero e sulla categoria femminile?
Situazione in Cina: Ci sono segnali di stabilizzazione o di aver toccato il fondo in questo mercato critico?
Outlook per il Q2: La dirigenza vedrà una moderazione delle difficoltà nel prossimo trimestre, come anticipato in precedenza, o il dolore è destinato a continuare?
Nike rischia di rimanere un colosso con i piedi d’argilla, la vera domanda è: Hill riuscirà a trasformare questo dolore a breve termine in una cura duratura?
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Aggiornamento analisi EUR/USDTre giorni fa avevo condiviso un setup con ingresso in area **1,1753 – 1,1733**, con i seguenti obiettivi:
* 🎯 **Primo target:** 1,1691
* 🎯 **Secondo target:** 1,1662
✅ Entrambi i target sono stati raggiunti con precisione.
Dopo il test del secondo livello, il prezzo ha reagito con un forte rimbalzo rialzista, tornando rapidamente sopra quota 1,1740.
🔎 **Scenario attuale:**
La reazione è stata significativa, ma a mio avviso potrebbe trattarsi di un movimento di breve respiro piuttosto che di un’inversione strutturale. Se non riuscirà a consolidarsi stabilmente sopra **1,1750**, mi aspetto un nuovo ritorno verso il basso, con possibile ritest dei supporti già menzionati.
📍 **Livelli da monitorare:**
* Resistenza chiave: 1,1750**
* Supporti: **1,1710 – 1,1690 – 1,1660**
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💡 Nota: questa è un’analisi personale a fini esclusivamente didattici, non rappresenta consiglio finananziario.
* Screenshot del post originale con i livelli.
* Grafico aggiornato con i target colpiti e la nuova analisi.
11 SET | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
Buona sera a tutti, ben tornati alle supposte del direttore
Attualmente stiamo costruendo un T+2i partito il 14 Ago in chiusura entro la Box Corta
Questo T+2i , qualora avesse trovato soddisfazione in questo livello sarebbe pronto a spingere con molta forza a ribasso.
Target ideale tF+2i
Buon slow trading a tutti
ENG
Good evening everyone, and welcome back to the Director’s “Supposte.”
We are currently building a T+2i that started on August 14, expected to close within the Short Box.
If this T+2i has indeed completed at this level, it would be ready to push strongly to the downside.
Ideal target: tF+2i.
Wishing everyone steady and disciplined slow trading