Oltre l'analisi tecnica
Wall Street tenta il recuperoDopo alcune sedute caratterizzate da un aumento del risk off, Wall Street ha reagito con rialzi che, anche se non così rilevanti, hanno portato un po’ di sollievo. L'S&P 500 è salito dello 0,8%, mentre il Nasdaq ha guadagnato l'1,2%. Il Dow Jones, dall’altro canto, ha chiuso con un +0,35%.
Gli investitori, comunque, vivono ancora una fase di profonda incertezza, specialmente dopo gli interventi verbali di Trump, che hanno paventato l’eventualità del ritorno della guerra commerciale. I dazi statunitensi del 10% sulle importazioni cinesi sono entrati in vigore già ieri, provocando una risposta immediata da parte di Pechino, che ha promesso ritorsioni immediate.
Detto ciò, però, i mercati restano moderatamente ottimisti e credono che, attraverso la diplomazia, si possano attutire gli effetti delle tariffe, sotto-pesandole rispetto a quanto annunciato inizialmente. Nel frattempo, le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono scese al di sotto delle previsioni e così anche gli ordini all’industria, scesi di più del consensus. Ma servono conferme per offrire alla Fed la chance di abbassare il costo del denaro.
Nel frattempo, Merck è scesa di circa il 10% dopo che le sue previsioni sulle vendite per il 2025 hanno deluso. Inoltre, PepsiCo ha perso oltre il 2% dopo risultati deludenti. D'altra parte, Palantir è salita di circa il 22% dopo che l'azienda ha avuto solide previsioni sulle vendite e Pfizer ha guadagnato circa il 2,4% dopo che i suoi utili e ricavi hanno superato le previsioni.
VALUTE
In assenza di ulteriori dichiarazioni relative alle tariffe da parte del Presidente americano, il mercato ha vissuto una giornata di relativa calma e ritorno del risk on, con il recupero delle principali valute contro dollaro e discesa della valuta USA. L’EurUsd è salito a ridosso di 1,0400 e parrebbe voler accelerare verso i prossimi target a 1,0535-40 area. Cable, analogamente, punta a 1,2600 mentre le oceaniche rompono le resistenze e sembrano prepararsi ad accelerazioni ulteriori, sempre che l’incognita Trump non decida di rompere nuovamente gli indugi.
Stabile e nel range il UsdJpy, che non riesce a rompere, per il momento, 153,90 ma neppure 155,80. Franco svizzero sempre fermo in area 0,9400 mentre il UsdChf sembra distribuire dopo aver testato un perfetto doppio massimo a 0,9200. UsdCad vicino ai supporti chiave di medio termine a 1,4270 la cui rottura potrebbe modificare il trend di medio termine.
JOLTS E ORDINI IN CALO
Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono diminuite di 556.000 unità, attestandosi a 7,6 milioni a dicembre, mancando il consensus che era per un incremento di 8,0 milioni e indicando un graduale raffreddamento del mercato del lavoro. Si sono verificate diminuzioni di richieste nei servizi professionali e aziendali, nell'assistenza sanitaria e sociale e nella finanza e assicurazioni. Al contrario, le offerte di lavoro sono aumentate nei settori dell’intrattenimento e ricreazione.
Intanto, gli ordini all’industria sono scesi dello 0,9% rispetto al mese precedente, attestandosi a 578,5 miliardi di dollari a dicembre 2024, estendendo il calo rivisto dello 0,8% del mese precedente e saldamente al di sotto delle aspettative di mercato che erano per un calo più contenuto dello 0,7%. Si è trattato del dato peggiore dal mese di giugno. I cali degli ordini sono stati sostanziali per i beni di trasporto a causa di un crollo degli ordini di aeromobili civili, oltre ai metalli primari.
PMI MESSICO IN CALO
L'S&P Global Mexico Manufacturing PMI è sceso a 49,1 a gennaio 2025 da 49,8 a dicembre 2024, evidenziando il calo più profondo dell'attività manifatturiera messicana degli ultimi tre mesi. I nuovi ordini sono diminuiti poiché è aumentata l’incertezza, tra vincoli di bilancio e le minacce sui dazi. Inoltre, la produzione è diminuita per il settimo mese consecutivo. Le vendite all’estero appaiono in calo e anche il mercato del lavoro comincia a mostrare delle crepe. Nel frattempo, la fiducia delle imprese si è indebolita a causa delle preoccupazioni relative alle condizioni commerciali.
PETROLIO
I future sul WTI hanno corretto i ribassi, recuperando qualcosa e tornando a ridosso di 72,5 dollari, dopo aver toccato un minimo di sessione a 70,65 dollari. Trump ha intenzione di inasprire le sanzioni all'Iran e a mettere la "massima pressione" sul paese mediorientale, con l'obiettivo di tagliare completamente le sue esportazioni di petrolio e contrastare la sua influenza regionale. Questa mossa includerebbe nuove sanzioni e punizioni severe contro i trasgressori.
In precedenza, i prezzi del greggio sono scesi a causa delle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. La Cina ha reagito ai dazi statunitensi con imposte su carbone, GNL e petrolio greggio americani, sollevando timori di una domanda globale più debole. Nel frattempo, l'OPEC+ ha confermato i piani per aumentare gradualmente la produzione di petrolio da aprile. Gli investitori stanno anche osservando i dati sulle scorte di petrolio statunitensi, con gli analisti che si aspettano un aumento delle scorte di greggio ma un calo delle scorte di benzina e distillati.
Buona giornata e buon trading!
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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La Guerra dei Dazi: America, Messico, Canada e CinaCari lettori, mi chiamo Andrea Russo e sono un Trader, e oggi voglio parlarvi di un cambiamento rilevante che sta scuotendo i mercati globali: gli Stati Uniti hanno deciso di congelare i dazi su Messico e Canada, mentre la Cina ha lanciato una serie di controdazi mirati. Un'operazione strategica che promette di avere ripercussioni significative sul commercio internazionale e sulle dinamiche economiche globali, con effetti diretti anche sulle valute e sul mercato del Forex.
Congelamento dei Dazi su Messico e Canada: Un Cambio di Strategia?
Gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Biden, hanno deciso di congelare i dazi su Messico e Canada, due partner commerciali vitali. Questa mossa potrebbe sembrare una distensione nella guerra commerciale, ma in realtà rappresenta un tentativo di rafforzare i legami con i vicini, facilitando così il flusso commerciale e stimolando l'economia interna. Con l’aumento dei costi delle materie prime e la crisi energetica, Washington mira a evitare l’escalation delle tariffe, che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione economica già fragile.
Una Scelta Strategica in Un Mondo In Bilico
Nonostante le buone intenzioni, il contesto globale resta incerto. La decisione di sospendere i dazi è in parte motivata dalla necessità di rallentare l'inflazione e mitigare gli effetti negativi sulle catene di approvvigionamento, specialmente in Nord America. Tuttavia, questo può anche essere un segnale che gli Stati Uniti cercano di concentrarsi su sfide interne, per poi focalizzarsi su una battaglia più ampia, quella con la Cina.
La Risposta della Cina: Controdazi e Ritorsioni
Dall’altra parte, la Cina non ha tardato a rispondere, introducendo nuove tariffe sui prodotti statunitensi, in particolare in settori chiave come la tecnologia, l’agricoltura e l'automotive. Questi dazi potrebbero avere un impatto diretto sulle aziende statunitensi che esportano verso il paese asiatico, ma anche influenzare le dinamiche del commercio globale. La Cina ha chiaramente messo in campo una risposta strategica, che va oltre la semplice vendetta economica: è un segnale che Pechino non ha intenzione di fare concessioni su un tema che considera fondamentale per la sua posizione geopolitica.
Impatto sui Mercati Finanziari e sul Forex
Ora che abbiamo visto le principali mosse strategiche, vediamo cosa questo implica per i mercati finanziari, in particolare sul mercato Forex. La combinazione di un possibile allentamento delle tariffe verso Messico e Canada e l’inasprimento delle tariffe contro la Cina influenzerà sicuramente le dinamiche valutarie, generando opportunità e rischi per i trader.
1. Impatto sul Dollaro USA (USD)
Il dollaro potrebbe essere influenzato in modi contrastanti da questi sviluppi. Da una parte, l’allentamento delle tariffe verso Messico e Canada potrebbe essere positivo per il dollaro, in quanto potrebbe favorire un rafforzamento dell’economia nordamericana, stimolando i flussi commerciali e riducendo l’incertezza. In particolare, i settori come l’automotive, l’energia e l’agroalimentare potrebbero beneficiare di costi ridotti.
D’altra parte, le tensioni con la Cina potrebbero mantenere un clima di incertezze geopolitiche, che storicamente ha portato a una maggiore volatilità del dollaro. In caso di escalation, l’effetto potrebbe essere un incremento della domanda di beni rifugio, come l’oro e lo yen giapponese, e una possibile debolezza temporanea del dollaro.
Strategia per il trader sul Forex:
Se la mossa di congelare i dazi porta a una stabilizzazione dell’economia nordamericana, il dollaro potrebbe apprezzarsi nei confronti di valute più rischiose, come il messicano (MXN) e il canadese (CAD). Tuttavia, i trader dovrebbero monitorare le reazioni della Cina, poiché un’escalation delle tensioni potrebbe spingere il dollaro verso un rafforzamento più marcato.
2. Impatto sul Peso Messicano (MXN) e sul Dollaro Canadese (CAD)
Il congelamento dei dazi su Messico e Canada avrà probabilmente un impatto positivo sul peso messicano e sul dollaro canadese. Entrambi questi paesi beneficeranno di una riduzione dei costi sulle merci esportate verso gli Stati Uniti, che potrebbe stimolare la crescita economica e migliorare la bilancia commerciale.
Tuttavia, la situazione rimane delicata. Se la Cina continua a rispondere con nuove tariffe, il Messico e il Canada potrebbero risentirne indirettamente, poiché l’incertezza generale potrebbe ridurre gli scambi globali e impattare la crescita complessiva. Nonostante ciò, entrambi i paesi potrebbero continuare a vedere apprezzamenti delle loro valute rispetto a valute emergenti o più rischiose.
Strategia per il trader sul Forex:
L’eventuale apprezzamento del CAD e del MXN potrebbe rendere interessante una strategia di acquisto per queste valute contro valute come il real brasiliano (BRL) o il rand sudafricano (ZAR), che tendono a essere più volatili e vulnerabili a crisi globali.
3. Impatto sullo Yuan Cinese (CNY) e Sulle Valute Emergenti
L’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina avrà un impatto diretto sullo yuan cinese. In caso di ulteriori controdazi, lo yuan potrebbe indebolirsi ulteriormente, in particolare nei confronti del dollaro. Questo indebolimento potrebbe anche tradursi in un aumento della volatilità sui mercati delle valute emergenti, poiché i capitali potrebbero rifugiarsi in valute più sicure, come il dollaro o lo yen giapponese.
Un altro possibile effetto sarà l’incremento della domanda di commodities, in particolare di metalli e energia, che potrebbero vedere un impatto positivo dai controdazi cinesi, con un conseguente apprezzamento delle valute legate alle esportazioni di materie prime, come il dollaro australiano (AUD) e il dollaro neozelandese (NZD).
Strategia per il trader sul Forex:
Il trader che si aspetta un indebolimento dello yuan potrebbe considerare posizioni corte sul CNY contro il dollaro o altre valute principali. Inoltre, sarebbe saggio monitorare l’andamento delle commodity, in quanto potrebbero fornire segnali anticipatori per l’andamento delle valute legate alla loro esportazione.
Conclusioni: Un Nuovo Capitolo Nella Guerra dei Dazi con Impatti sul Forex
La guerra dei dazi tra Stati Uniti, Messico, Canada e Cina entra in una nuova fase che avrà effetti duraturi sui mercati finanziari, in particolare sul Forex. Le fluttuazioni valutarie saranno influenzate dalla combinazione di politiche commerciali, incertezze geopolitiche e dinamiche economiche globali. Gli investitori e i trader devono prepararsi a un periodo di alta volatilità, monitorando attentamente le mosse dei principali attori e le loro ripercussioni sui mercati delle valute.
In un contesto del genere, è fondamentale adottare una strategia flessibile e diversificata, pronta ad adattarsi a sviluppi rapidi e imprevedibili. Il Forex, come sempre, offre grandi opportunità, ma anche significativi rischi. La chiave sarà riuscire a leggere tra le righe delle politiche economiche globali e agire con tempismo.
Le tensioni sui dazi di Trump creano problemi ai mercati.Le tensioni sui dazi di Trump creano problemi ai mercati.
di Marco Bernasconi 4 Febbraio 2025.
A Wall Street si dice:
"La diversificazione è importante, ma non esagerare. Investire troppo in troppe cose può diluire i tuoi risultati."
— Warren Buffett
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi:
Le tensioni tariffarie causano un inizio volatile per una settimana intensa
Un rinvio di un mese nei dazi sui beni messicani ha evitato al mercato una brusca svendita lunedì, sebbene i principali indici abbiano comunque chiuso in rosso, inaugurando una settimana intensa di dati sugli utili e sull’occupazione di Mag 7.
I future sono crollati nel fine settimana, quando è diventato chiaro che il presidente Trump stava portando avanti i suoi piani per dazi del 25% su ciascuno dei vicini degli Stati Uniti e del 10% sulla Cina. Tuttavia, gli investitori si sono rasserenati questa mattina, dopo che i dazi sul Messico sono stati sospesi per un mese a seguito di una *"conversazione amichevole"* tra Trump e la presidente messicana Claudia Sheinbaum.
Successivamente, dopo la chiusura dei mercati, è giunta una notizia simile dal Canada: Trump ha deciso di rinviare di 30 giorni anche i dazi sul vicino settentrionale, dopo una telefonata con il primo ministro Justin Trudeau. I future azionari per la sessione di martedì stanno già registrando un rialzo in reazione alla notizia.
Questo è un altro motivo per cui non bisogna reagire in modo eccessivo alle chiacchiere sui dazi; semplicemente non sappiamo cosa ci riserva il futuro.
È importante ricordare che i dazi possono essere utilizzati come leva negoziale. Sebbene questa situazione sia diversa dalla prima presidenza di Trump (i dazi, questa volta, sembrano più ampi), la storia può essere una guida utile. Innanzitutto, i mercati hanno tenuto bene, anzi molto bene, durante la sua prima amministrazione. In secondo luogo, l’inflazione è rimasta relativamente contenuta per quei quattro anni.
Mercati in calo tra incertezze tariffarie e attesa degli utili
- Dow Jones: -0,28% (circa 122 punti), chiusura a 44.421,91, dopo essere stato in calo di oltre 600 punti all’inizio della sessione.
- NASDAQ: -1,2% (circa 235 punti), chiusura a 19.391,96, con il settore tecnologico sotto pressione a causa delle incertezze sui dazi.
- S&P 500: -0,76%, chiusura a 5.994,57.
Sebbene il tema dei dazi possa continuare a dominare i titoli nel breve termine, questa settimana ci sono anche altri fattori chiave che influenzeranno il mercato.
Sono in programma centinaia di report sugli utili, tra cui quelli di aziende di spicco come Alphabet (GOOGL) martedì e Amazon (AMZN) giovedì.
Palantir sorprende con risultati superiori alle aspettative
La grande notizia sugli utili di lunedì è arrivata dopo la chiusura, con un report positivo di Palantir (PLTR).
- Utili per azione: 14 centesimi, superando le stime di consenso del 27% e migliorando del 75% anno su anno.
- Ricavi: 828 milioni di dollari, superando le aspettative e registrando una crescita del 36% rispetto all'anno precedente.
- Guidance: migliore del previsto.
- Reazione del mercato: le azioni di Palantir sono salite di oltre il 18% nel trading after-hours.
Dati economici chiave in arrivo
Il programma economico della settimana è particolarmente ricco.
Lunedì è stato pubblicato l’indice manifatturiero ISM, che ha registrato un valore del 50,9% per gennaio, segnando:
- Un miglioramento dell’1,7% rispetto a dicembre.
- Un risultato superiore alle aspettative.
- La prima espansione del settore manifatturiero in oltre due anni, interrompendo 26 mesi consecutivi di contrazione.
Tuttavia, il dato più atteso della settimana sarà il rapporto sulle buste paga non agricole, in arrivo venerdì.
- A dicembre, il numero di posti di lavoro creati ha superato le previsioni di circa 100.000 unità, raggiungendo 256.000 nuovi posti di lavoro.
Dal momento che sappiamo già che la Fed ha messo in secondo piano i tagli dei tassi per alcuni mesi, un rapporto sull’occupazione migliore del previsto evidenzierebbe la forza e la resilienza dell’economia.
Potrebbe non accelerare il prossimo taglio, ma l’economia e il mercato hanno già beneficiato del taglio di 100 punti base effettuato finora.
Altri dati economici importanti della settimana:
- Martedì: JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey)
- Mercoledì: ADP Employment Report e ISM Services Index
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti"
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori.
Oggi propongo alla vostra attenzione: Netflix (NFLX)
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Marco Bernasconi Trading.
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Oggi andiamo a esaminare l'andamento del Gold, ma voglio ricordarvi che non siamo limitati solo a questo asset.
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La vostra opinione conta tantissimo, e portarvi contenuti che vi interessano è la nostra priorità.
💡 🔍 Analisi Gold del Giorno🔍💡
Buongiorno a tutti!
Gold continua a essere un treno in corsa, e al momento sono flat.
Perché mi direte? Perché opero in swing e non entro su livelli storici long.
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📊 Grafico daily– con i livelli più importanti da monitorare che attendo
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Attualmente io non valuterei operazioni short, preferisco attendere un ritracciamento per posizionarmi long, dato il contesto economico e altri fattori di mercato.
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buona giornata
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Attualmente, mi concentrerò esclusivamente su posizionamenti rialzisti durante la sessione di New York, operando a partire dalle 14:00. In caso di rapide variazioni di scenario, vi fornirò tempestivi aggiornamenti.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
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Trading Trump dominanteGli indici azionari avevano iniziato la seduta pesantemente in rosso, ma poi, dopo le ultime dichiarazioni di Trump sul rinvio di un mese relativamente all’applicazione dei dazi verso il Canada (e probabilmente vi saranno ancora negoziati), le borse USA hanno chiuso intorno allo zero.
Dal canto suo, il dollaro aveva inizialmente schiacciato sui minimi le valute concorrenti, quando ancora le decisioni prese dall’amministrazione USA lasciavano pensare all’applicazione di tariffe del 25% a Messico e Canada, oltre al 10% alla Cina. Ciò aveva costretto i paesi interessati ad adottare immediate misure di ritorsione.
Sembrava ormai tutto fatto, quando poi, in serata, è arrivata la svolta con tentativi di negoziati che hanno aperto uno spiraglio, ovvero il rinvio di un mese delle tariffe stesse. Sembra quindi che possano esserci ancora colloqui tra i paesi, il che è positivo e denota, se non altro, la volontà di cercare delle soluzioni attraverso la diplomazia per giungere a un risultato condiviso.
Successivamente, sempre sul fronte delle news, è uscita una notizia relativa alla possibile applicazione di una tariffa del 10% alla UE, il che forse farebbe tirare un sospiro di sollievo al vecchio continente che si aspettava una percentuale più alta.
VALUTE, EURUSD E GBPUSD
Sceso, ad inizio giornata, anche l’EurUsd, sotto pressione per via dei timori che erano emersi su eventuali tariffe imposte anche al vecchio continente. Si parlava di un 10% con la moneta unica che, dopo aver testato 1.0205, ha provato a chiudere il gap creatosi domenica sera a 1.0350. Il mercato poi ha chiuso a 1.0340 dopo le speranze emerse con i colloqui diplomatici tra USA, Canada e Messico.
Il Cable ha retto meglio, in ragione del fatto che la Gran Bretagna sarà esclusa dai dazi, per cui EurGbp è scesa sotto quota 0.8300 chiudendo poi leggermente sopra. Sugli altri cambi poco da segnalare se non la discesa di UsdJpy tornato sotto 154.80, in pieno movimento correttivo. Target possibili in area 153.70, area chiave di medio termine.
Anche UsdCad ha ripiegato a 1.4420 dai massimi di 1.4795, e potrebbe anche correggere di più anche se solo la violazione di 1.4270-1.4330 porterebbe a una inversione che sembra ancora lontana. A meno di sorprese da parte di Trump, il vero market mover del periodo.
EUROZONA, INFLAZIONE IN RIPRESA
Il tasso di inflazione annuale nell'area dell'euro è salito al 2,5% a gennaio 2025 dal 2,4% di dicembre, leggermente al di sopra delle aspettative di mercato del 2,4%. Si tratta del livello più alto da luglio 2024, guidato principalmente da una forte accelerazione dei costi energetici.
Nel frattempo, l'inflazione per i beni industriali non energetici è rimasta stabile allo 0,5%, mentre gli aumenti dei prezzi sono rallentati sia per i servizi, sia per cibo, alcol e tabacco. Il tasso core è rimasto invece invariato al 2,7% per il quinto mese consecutivo, leggermente al di sopra delle previsioni di mercato del 2,6% ma comunque al suo livello più basso dall'inizio del 2022. Stagflazione non lontana?
PMI CANADA RESTA SOPRA 50
L'S&P Global Canada Manufacturing PMI è sceso a 51,6 a gennaio 2025, in calo rispetto a 52,2 a dicembre, segnalando un'espansione più lenta. Ciò ha rappresentato il quinto mese consecutivo di crescita, sebbene la produzione e i nuovi ordini siano aumentati a un ritmo più debole.
Le vendite all'esportazione sono aumentate per la prima volta da agosto 2023, con alcuni clienti statunitensi che hanno anticipato gli ordini prima delle tariffe sotto il presidente Trump. Tuttavia, l'incertezza generale del mercato sulla portata delle tariffe e una possibile guerra commerciale globale restano il tema dominante del periodo.
Sul fronte dei costi, l'inflazione ha accelerato fino a un massimo di 21 mesi, guidata da un dollaro statunitense più forte che ha aumentato il costo dei beni importati. Infine, la fiducia delle imprese è scesa al livello più basso da luglio, poiché l'incertezza sulla politica commerciale ha smorzato il sentiment.
PMI USA IN RIPRESA
L'ISM Manufacturing PMI per gli Stati Uniti è salito a 50,9 a gennaio 2025 da un 49,2 rivisto al ribasso a dicembre 2024 e superando le previsioni di 49,8. La lettura ha indicato la prima espansione nel settore manifatturiero dopo 26 mesi consecutivi di contrazione. I nuovi ordini sono aumentati a un ritmo più rapido mentre è stato registrato un rimbalzo per la produzione e l'occupazione.
PETROLIO
I future sul WTI hanno rallentato la corsa al rialzo e sono stati scambiati a circa 72 dollari al barile dopo che l'OPEC+ ha ribadito il suo graduale aumento della produzione, avendo tra l’altro rimosso l'US Energy Information Administration (EIA) dal suo elenco di fonti per il monitoraggio della produzione.
La decisione segue le tensioni passate tra l'OPEC+ e il presidente Trump, che in precedenza aveva fatto pressione sul gruppo per aumentare l'offerta e per compensare le sanzioni statunitensi all'Iran. Da quando è tornato in carica, Trump ha nuovamente esortato l'OPEC a rilasciare più petrolio, sostenendo che i prezzi elevati supportano la guerra della Russia in Ucraina.
Nel frattempo, i nuovi dazi di Trump su Messico, Canada e Cina hanno scosso i mercati, aggiungendo incertezza al commercio globale e all'approvvigionamento energetico. Ricordiamo che i due paesi sono i principali fornitori di greggio degli Stati Uniti, costituendo circa un quarto del petrolio raffinato in combustibili come benzina e gasolio da riscaldamento.
Tecnicamente il WTI, finché tiene l’area di 71, appare ancora in una fase di accumulazione, che anche se lenta, potrebbe riportare i prezzi sopra 74.50.
Saverio Berlinzani
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Bitcoin nel suo mese più positivo Cercando negli indicatori mi sono imbattuto in "Seasonality", comodo indicatore di stagionalità che evidenzia quali sono i mesi in cui bitcoin ha dato il meglio di sé, il migliore tra questi è, insieme a ottobre, febbraio che ha una positività del 90%.
Tenendo conto che questo ciclo è stato il meno volatile fin ora ed abbia performato la metà rispetto agli altri con una pausa/consolidazione del prezzo di ben 2 mesi le possibilità di veder creare nuovi massimi in questo mese sono alte.
Calo in seguito all'escalation della guerra tariffaria di TrumpLa coppia EUR/USD ha registrato un ribasso questa mattina, spinta dall'annuncio di Donald Trump di nuove tariffe, che hanno riacceso i timori di una guerra commerciale globale. L'appeal del dollaro statunitense come bene rifugio è aumentato, provocando pressioni sull'euro.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82,12% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Fattori fondamentali che pesano su EUR/USD
L'attuale guerra commerciale tra gli Stati Uniti e i principali partner commerciali ha creato nuove incertezze, con le tariffe di Trump sulle importazioni da Canada, Messico e Cina che hanno aggravato le tensioni. Una tariffa del 25% sulle merci provenienti da Canada e Messico, unitamente ad una tariffa del 10% sulle importazioni cinesi, suscita preoccupazioni circa l'impatto sul commercio globale e sulla crescita economica. Alla luce di questi annunci, il dollaro americano si è rafforzato, esercitando un'ulteriore pressione sulla coppia EUR/USD.
A pesare sull'euro vi sono anche le divergenti politiche monetarie tra la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea (BCE). La BCE ha recentemente tagliato i tassi di interesse, esprimendo preoccupazione riguardo alla crescita fiacca dell'Eurozona, mentre la Federal Reserve mantiene la sua posizione, tenendo i tassi fermi al 4,25%-4,50%. Inoltre, gli scarsi risultati economici dell'Europa, tra cui una contrazione dello 0,2% del PIL tedesco nel quarto trimestre e un lieve aumento dello 0,9% su base annua per l'Eurozona, si contrappongono alla più solida economia statunitense, che nel quarto trimestre ha registrato una crescita del PIL del 2,3%, pur risultando inferiore alle aspettative.
Un gap segnala l’ipotesi di un forte momentum ribassista
L'ampio gap ribassista su EUR/USD di questa mattina riveste un'importanza significativa. Esso segnala un netto aumento del momentum ribassista, in linea con il trend ribassista dominante. negli ultimi sei mesi, L'EUR/USD ha registrato una tendenza ribassista che ha portato a un incrocio della media mobile a 50 giorni al di sotto della media mobile a 200 giorni. Dopo aver toccato nuovi minimi a metà gennaio, la recente ripresa delle quotazioni trova resistenza nella media mobile a 50 giorni, per poi rovesciarsi alla fine del mese. Questo ha formato un nuovo massimo di oscillazione inferiore.
Con il ribasso, l'RSI è sceso bruscamente ma resta al di sopra del territorio di ipervenduto, mentre la price action pare ora destinata a testare il supporto chiave intorno ai minimi di gennaio. In prospettiva, si prevede che la volatilità rimanga elevata, poiché i mercati potrebbero reagire alle politiche commerciali di Trump, anticipando i dati sui non-farm payrolls di venerdì. È possibile che la parte superiore e inferiore del gap fungeranno da resistenza in futuro, condizionando così la price action di breve termine nella coppia EUR/USD.
Grafico a candela giornaliero di EUR/USD
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
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Ethereum affonda: -32% in due sedute!BINANCE:ETHUSD
ETH crolla sulla scia delle notizie sui dazi imposti da Trump, rompendo al ribasso il triangolo e raggiungendo con precisione il target della proiezione del 100%, coincidente con il minimo del 5/08/24. Ora possibile fase di consolidamento su questi livelli: focus sui timeframe minori (almeno 1H) per individuare possibili segnali di ripresa.
Dazi e dollaro, cosa accade?Sino ad oggi, ogni volta che il neo eletto Presidente Trump ha parlato di dazi e tariffe sui prodotti provenienti dall’estero, in particolar modo da Messico, Canada, Cina e UE, il biglietto verde si è rafforzato, schiacciando le valute concorrenti e rompendo quasi tutte le resistenze che ha incontrato. La ragione principale è che il biglietto verde è stato visto come valuta rifugio in condizioni di incertezza, e i dazi creano tale insicurezza nelle decisioni degli investitori.
Ma non è la sola ragione. I dazi costringono, e in alcuni casi provocano, la reazione dei paesi concorrenti degli USA, che tendono a svalutare la propria moneta per attutire l’effetto negativo che le tariffe hanno sull’export. Ciò ha implicazioni significative sull’inflazione in queste aree, poiché la svalutazione produce un aumento dei prezzi. I prezzi tendono a salire anche con i dazi, anche negli USA, poiché le tariffe colpirebbero i consumatori americani a causa dell’aumento dei prezzi importati.
Occorre valutare con attenzione l’impatto dei dazi e quello delle svalutazioni per comprendere quale delle due pratiche generi maggiori danni, non solo ai concorrenti degli USA, ma anche agli stessi Stati Uniti e al commercio globale. Gli USA sono i primi produttori di petrolio, ma sono anche i maggiori consumatori, ed è per questo che Trump ha chiesto all’OPEC di abbassarne il prezzo.
Poi c’è la componente bilancia commerciale, che è il nodo cruciale della politica del Presidente, il quale vorrebbe riportarla in attivo. È improbabile che le tariffe possano ridurre il debito commerciale, come già dimostrato nel primo mandato di Trump, dal 2016 al 2020, in cui non ci furono significativi miglioramenti del deficit, che allora era di 40 miliardi di dollari al mese di passivo, mentre oggi è circa 89 miliardi.
Pertanto, la narrativa del Presidente potrebbe ben presto cambiare, specie se la luna di miele con gli elettori, a causa delle tariffe, dovesse terminare. La via, a quel punto, potrebbe essere una sola: il deprezzamento del biglietto verde, che aiuterebbe i concorrenti a pagare meno per l’energia e le materie prime, pagate in dollari. Con l’incognita però di essere meno competitivi sull’export. Insomma, la coperta è corta, ma visto il precedente fallimento delle tariffe, non ci meraviglieremmo di vedere il dollaro invertire nel medio termine. Nel breve, questa eventualità sembra ancora remota.
VALUTE
Mentre Wall Street ha chiuso in rosso venerdì sera, nei cambi, l’ultima sessione della settimana scorsa ha visto il dollaro tornare prepotentemente alla ribalta, dopo che Trump ha confermato l’applicazione delle tariffe a Messico, Canada, Cina e UE. In aggiunta, il presidente ha parlato di dazi su petrolio, gas, alluminio, acciaio e rame. Il tutto comincerà tra febbraio e marzo, le tariffe sono imminenti.
EurUsd è a ridosso di 1.0340-50, supporto chiave, con l’eventualità di ritorno verso 1.0175 in caso di rottura. Tutti i dollari tirano e potrebbero rompere le resistenze chiave, ma attenzione, perché il dollaro eccessivamente debole è il contrario di ciò che vorrebbe Trump, che vuole il riequilibrio di una bilancia commerciale in pesante passivo. Ma da solo non può certo svalutare e di accordi simil Plaza se ne parla, ma non sembrano possibili, perché nel 1985 c’era intento comune a livello globale per svalutare il dollaro, oggi tutti sono su posizioni opposte. Trump vorrebbe il dollaro debole, i paesi concorrenti degli USA, invece, vogliono mantenere debole la propria valuta. Il mercantilismo è più che mai vivo e la chiave del successo di ogni paese.
USA, I CONSUMI CRESCONO
L'indice dei prezzi delle spese per consumi personali negli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% su base mensile a dicembre 2024, il guadagno più alto degli ultimi otto mesi, rispetto allo 0,1% di novembre, e in linea con le aspettative. I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,2%, mentre quelli dei servizi sono aumentati dello 0,3%, al di sopra del mese precedente.
L'indice PCE core, che esclude cibo ed energia, è aumentato dello 0,2%, leggermente superiore allo 0,1% del mese precedente, in linea anche con le previsioni. I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati dello 0,2%, come a novembre, ma l'energia è balzata del 2,7%, rispetto allo 0,2%. Su base annua, il tasso di inflazione PCE principale è salito al 2,6% dal 2,4%, segnando il terzo aumento mensile consecutivo, mentre l'inflazione PCE core è rimasta stabile al 2,8%, entrambi in linea con le previsioni.
GERMANIA, INFLAZIONE IN CALO
L'inflazione annuale dei prezzi al consumo in Germania è scesa al 2,3% a gennaio 2025, in calo rispetto al 2,6% di dicembre e al di sotto delle aspettative di mercato del 2,6%. L'inflazione nel settore alimentare ha rallentato significativamente allo 0,8%, rispetto al 2,0% del mese precedente, mentre i prezzi dei servizi sono aumentati a un ritmo leggermente più lento. Nel frattempo, i costi energetici sono diminuiti dell'1,6%, mantenendo lo stesso tasso di calo di dicembre. L'inflazione core è scesa al 2,9%, il dato più basso degli ultimi tre mesi. Su base mensile, i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,2% a gennaio, dopo un aumento dello 0,5% a dicembre e mancando le aspettative di mercato di un avanzamento dello 0,1%.
CANADA, CRESCE IL PIL
Il PIL canadese è cresciuto dello 0,2% rispetto al mese precedente, a dicembre 2024, con un forte sostegno da parte del commercio al dettaglio, della produzione e delle costruzioni che hanno compensato le contrazioni nei trasporti, nel settore immobiliare e nel commercio all'ingrosso. Se confermata, la cifra si tradurrebbe in un tasso di crescita annuale dell'1,4% nel 2024, in linea con le aspettative della Banca del Canada.
Il dollaro canadese, dopo aver perso terreno ed aver visto i minimi di periodo contro dollaro, con il UsdCad a ridosso di 1.4600, si è ripreso. UsdCad infatti ha mollato tornando a 1.4430 per poi rimbalzare venerdì sera, sull’onda emotiva dettata dalle dichiarazioni di Trump, e tornare a 1.4520. Ci aspettiamo ancora alta volatilità sul cambio, perché da un lato Trump vorrebbe UsdCad più basso per riequilibrare il deficit commerciale con il paese nordamericano, dall’altro le tariffe possono, nel breve termine, spingere UsdCad ancora più in alto.
Saverio Berlinzani
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Ciao a tutti! 🚀
Oggi andiamo a esaminare l'andamento del Gold, ma voglio ricordarvi che non siamo limitati solo a questo asset.
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💡 🔍 Analisi Gold del Giorno🔍💡
Buon lunedì a tutti,
oggi apre il nuovo mese di febbraio, accompagnati gold fortemente rialzista.
I dati attuali supportano questa tendenza, per cui personalmente non cercherò posizionamenti d’azzardo o operazioni short eccezionali. Continuerò invece a monitorare i livelli di ingresso più vantaggiosi discount
💡Contesto geopolitico e impatto sul dollaro💡
Donald Trump ha imposto tariffe elevate su Canada, Messico e Cina, segnando l’inizio di una nuova era nelle guerre commerciali tra gli Stati Uniti e tre dei suoi maggiori partner commerciali.
Tali tariffe entreranno in vigore a partire da martedì.
🔍Implicazioni per il dollaro🔍
Si prevede un apprezzamento del dollaro in risposta a questa decisione, nonostante possibili reazioni negative come le minacce di rappresaglia da parte di Canada e Messico e le contromisure promesse dalla Cina. Sebbene il mercato possa mostrare inizialmente una certa esitazione, complessivamente le statistiche indicano un solido supporto per il dollaro.
Nel contempo, le prospettive per l’oro restano rialziste, poiché, con l’aggravarsi delle tensioni commerciali, gli investitori continueranno a considerarlo un bene rifugio contro l’incertezza.
💡Strategia operativa💡
Attualmente, mi concentrerò esclusivamente su posizionamenti rialzisti durante la sessione di New York, operando a partire dalle 14:00. In caso di rapide variazioni di scenario, vi fornirò tempestivi aggiornamenti.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
Continueremo a fornire analisi approfondite e live su TradingView per mantenervi aggiornati.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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Sarò felice di rispondervi.
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Oro a 2850$: Il Vero Trend Nascosto Dietro il Diversivo BitcoinMentre l'attenzione mediatica è spesso catturata dalle fluttuazioni del Bitcoin e dalle promesse delle criptovalute, un trend silenzioso, ma potente, si sta sviluppando nel mercato dei metalli preziosi. L'oro, raggiungendo nuovi massimi storici intorno ai 2850 dollari, non è solo una notizia per speculatori e appassionati di finanza, ma un vero e proprio segnale di cambiamento epocale nel sistema finanziario mondiale. Questo aumento di prezzo non è un semplice picco, ma una pietra miliare che dovrebbe far riflettere tutti sulla direzione in cui sta andando l'economia globale.
Nonostante l'indubbio interesse e le speculazioni attorno al Bitcoin, sembra quasi che la sua frenetica volatilità venga usata come un diversivo mediatico per distrarre l'attenzione dal vero elefante nella stanza: l'inarrestabile ascesa dell'oro. Mentre i media si concentrano sul "futuro della finanza" rappresentato dalle criptovalute, l'oro, con la sua millenaria storia di valore, sta silenziosamente riconquistando il suo ruolo di rifugio sicuro e riserva di valore.La vera forza trainante dietro questo trend rialzista dell'oro non sono gli speculatori privati, ma le banche centrali non occidentali, con la Cina in testa. Questi istituti stanno accumulando oro a un ritmo senza precedenti, in una mossa che va ben oltre la semplice diversificazione di portafoglio. Questo accumulo di oro, che passa sotto traccia , nasconde una strategia di lungo termine.