📊 USDCHF 19.02.2024La settimana parte con una blanda forza di dollari USA contro le altre majors, eccezion fatta per il dollaro NeoZelandese che gode ora delle aspettative di rialzo tassi alle prossime riunioni a partire da quella di fine mese.
Se da un lato abbiamo la forza del neozelandese, dall’altro vivamo la debolezza del franco svizzero, debolezza figlia di potenziali ricoperture da parte della SNB dopo i massicci acquisti di franchi svizzeri dello scorso 2023. La SNB al fine di preservare il valore del franco svizzero ha comprato in maniera massiccia valuta propria per vendere valuta estera, sostenuta anche da tassi positivi dopo circa 20 anni di tassi negativi, la forza del franco è stata esplosiva.
Da inizio febbraio i dati ci segnalano ricoperture da parte della SNB che ben si evidenziano nella price action che vede ora il franco svizzero prendere una pausa nella sua corsa rialzista. Ben visibile ora la debolezza del franco svizzero contro il dollaro Usa, con un USDCHF che continua la sua struttura rialzista, partita nel termine del 2023 a 0.8330 seguendo il supporto di una buona trend line che si congiunge al minimo battuto ad inizio febbraio.
Le proiezioni dei movimenti ben delineati nel canale ascendente portano a dei target primi a 0.8775 , già raggiunti, pe rpoi estendersi a 0.89 figura , livello di confluenza con le precedenti aree di supporto nel lontano ottobre 2023, attualmente proiezioni per una onda V, ancora ultima proiezione rialzista si colloca a 0.8950 come target N per una super estensione rialzista, ancora possibile nelle corde di un dollaro che potrebbe godere ancora di tassi di interesse favorevoli per lungo tempo.
Posizioni rialziste dunque restano da prediligere , pur fissando stop sotto i supporti di 0.8725 prima e solo in ultimo la trend line supportiva che passa ora a 0.87 figura.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Idee della comunità
Riemerge l'avversione al rischioGli ultimi dati americani, pubblicati la settimana scorsa, hanno mostrato un quadro misto, nel quale si sono alternati dati in ribasso, come le vendite al dettaglio, ad altri in crescita, come i PPI o la fiducia dei consumatori. I listini azionari hanno chiuso in calo, confermando la seconda discesa settimanale dopo 15 chiusure al rialzo, cominciate, udite udite, il 30 ottobre scorso.
Su base settimanale, dicevamo, l'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente lo 0,4% e l'1,5%, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,2%. Molto probabilmente, a suscitare preoccupazione, sono stati i numeri sui prezzi alla produzione, che contribuiscono alla rilevazione del PCE (il vero dato con cui la Fed misura l’inflazione), il price consumer expenditure, che, nell’ultima pubblicazione, era uscito in ribasso a +2.9%.
Il fatto che questo mese siano usciti positivi probabilmente aumenta il timore che la Fed rinunci al taglio del costo del denaro prima del previsto. L'S&P 500 ha perso lo 0,5%, il Dow ha ceduto poco meno dello 0.5% e il Nasdaq è scivolato dello 0,8% su base giornaliera. L’andamento di Wall Street fa pensare ad un ritorno, per ora embrionale, del risk off, in ragione del fatto che se la Fed manterrà l’approccio attuale in fatto di politica monetaria, coincidente con una discesa degli indici azionari.
A livello di trimestrali, le azioni di Applied Materials sono aumentate del 6,3% dopo che gli utili, i ricavi e le previsioni della società hanno superato le stime. D'altra parte, DoorDash è sceso dell'8,1% dopo aver riportato una perdita superiore al previsto. In rosso anche Meta (-2,2%) e Nike (-2,4%). Da segnalare che oggi Wall Street resterà chiusa in occasione del President Day.
SALGONO I PREZZI ALLA PRODUZIONE NEGLI STATI UNITI
I prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,3% su base mensile nel gennaio 2024, l’aumento maggiore in cinque mesi, dopo un calo dello 0,1% a dicembre e rispetto alle previsioni dello 0,1%. Il costo dei servizi è aumentato dello 0,6%, l'aumento maggiore da luglio, e insieme a loro sono saliti anche i costi della vendita all'ingrosso di prodotti chimici, di macchinari e attrezzature, dei servizi di alloggio e dei servizi legali.
D'altro canto, i prezzi dei beni sono scesi dello 0,2%, il quarto calo consecutivo, guidato da un calo del 3,6% della benzina. Su base annua, i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,9%, leggermente meno dell'1% a dicembre, ma al di sopra delle aspettative dello 0,6%. Il dato core, che esclude alimentari ed energia, è aumentato dello 0,5% nel mese, spingendo il tasso annuale al 2%, entrambi al di sopra delle previsioni.
LA CINA DIFENDE IL CAMBIO E LASCIA INVARIATI I TASSI
Domenica la Banca popolare cinese (PBoC) ha mantenuto il tasso sui prestiti a un anno ad alcuni istituti finanziari, noto come strumento di prestito a medio termine (MLF), al 2,5%, nel tentativo di prevenire ulteriori pressioni sullo yuan e valutare l’impatto delle recenti misure di sostegno all’economia. Il consiglio ha affermato in una nota che ha cercato di "mantenere la liquidità del sistema bancario ragionevolmente ampia".
Secondo Bloomberg News, da giugno 2023 la PBoC ha cercato di controllare le oscillazioni dello Yuan, in una fascia di oscillazione del 2% su entrambi i lati. A gennaio, sempre la PBoC ha abbassato dello 0.50% la riserva obbligatoria per le banche commerciali, il taglio più grande in due anni entrato in vigore all’inizio di febbraio.
VALUTE
Sui cambi sempre il solito trading range con le principali coppie ancorate in un range di 50 pip, e incapaci per ora, di rompere i livelli chiave sia al rialzo, sia al ribasso. Ci vuole qualcosa di più a livello macro per spostare l’equilibrio attuale. La festività del Presidents’s Day non modificherà di certo le price action della seduta odierna, nella quale, molto probabilmente, rimarremo dentro i livelli sopra citati.
EurUsd tra 1.0730 e 1.0790 mentre il Cable ha temporaneamente rotto 1.2600 dai minimi di 1.2540. Giocoforza EurGbp quasi immobile e compreso tra 0.8530 e 0.8560. UsdJpy appena sopra 150.00 dopo aver tenuto egregiamente 149.60, in un contesto di trend ancora in salita dopo il benign neglect della BoJ sui livelli eventuali di intervento a sostegno della valuta nipponica.
Poco da segnalare sugli altri rapporti con le oceaniche in ripresa, ma anch’esse sotto le resistenze che recentemente avevano già tenuto. Cross poco mossi in un mercato perfettamente dollaro centrico.
Sul fronte dati, la settimana prossima non si presenta come una delle più interessanti, con la pubblicazione dei verbali del Fomc, attesa per mercoledì, a cui farà seguito quella dei dati sul Global Pmi per Eurozona, Uk, Giappone e Stati Uniti.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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Giappone e BoJ 🇯🇵💴A fine del 2023, il PIL reale del Giappone è diminuito dello 0,7%, segnando la prima contrazione di PIL dal terzo trimestre del 2022, e questo pone in dubbio la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della BOJ entro aprile, come previsto da molti analisti.
L’inflazione annuale è scesa al 2,6% a dicembre 2023, il livello più basso da luglio 2022, principalmente per il calo dei prezzi alimentari.
La produzione industriale è diminuita dello 0,65% a dicembre 2023, mentre il PMI manifatturiero è rimasto in contrazione e il PMI servizi è stato rivisto a rialzo a 53,1.
Il tasso di disoccupazione è sceso a livelli marginali del 2,4% e la Banca del Giappone ha mantenuto il tasso di interesse a breve termine al -0,1%.
L'impennata del mercato azionario Giapponese ha fatto salire il valore delle partecipazioni della Banca del Giappone in ETF a un nuovo record di circa 70 trilioni di yen (466 miliardi di dollari), livello paragonabile alle entrate fiscali nazionali annuali.
In questo modo la BOJ diventa il più grande singolo detentore di azioni giapponesi, diventando il più grande vincitore sul mercato, almeno sulla carta. Il valore delle attività rappresenta un altro grattacapo per il Governatore Kazuo Ueda, alle prese con la complessità di uscire dalla politica ultra-accomodante della banca.
La BOJ ha iniziato ad acquistare ETF nel 2010 per ridurre il premio al rischio nei mercati finanziari, e lo ha fatto solo tre volte nel 2023, in un primo segnale di allontanamento da misure non convenzionali, stimando che un terzo delle partecipazioni siano legate al Nikkei 225, mentre il resto all'indice Topix.
La questione su come gestire queste partecipazioni è troppo complessa per una decisione unilaterale della BOJ, e richiederà un'ampia discussione tra le parti, compreso il governo e le autorità finanziarie, ma il nodo da sciogliere è quali benefici potranno trarre i cittadini giapponesi da queste partecipazioni.
L'economia giapponese è in calo, evidenziando una preoccupante stagnazione, dove secondo l'economista Shinke è dovuta alla mancanza di una forza trainante per la crescita. In questo contesto la BoJ si trova davanti al dilemma, dove, qualora aumentasse i tassi d'interesse per contrastare l'inflazione potrebbe indebolire l'economia, mentre mantenerli bassi rischierebbe di prolungare la stagnazione.
La crescita dei salari, che non riesce a tenere il passo, potrebbe fare da motore propulsivo spingendo la BoJ a cambiare l’attuale politica monetaria, anche se molti analisti rimangono scettici chiedendo una base economica più solida, lasciando l’economia giapponese in una fase critica.
Anche i prezzi faticano a decollare, tranne nelle località sciistiche guidate dal turismo dove turisti stranieri pagano prezzi elevati per lo sci, portando a salari più alti in alcune aree. L'afflusso di denaro turistico porta svantaggi alla gente del posto, facendo aumentare la disuguaglianza rendendo quest’attività sempre più elitaria.
Il Giappone potrebbe offrire sconti e sistemi di prezzi duali che soddisfano sia i turisti che i cittadini locali, bilanciando la crescita dei salari, e assicurarsi che i benefici vadano oltre le specifiche regioni, impegnandosi a sviluppare una visione più ampia del turismo oltre le stazioni sciistiche.
Nonostante il potenziale, con la spesa dei turisti stranieri che può aumentare i salari in aree specifiche, diviene fondamentale gestire questo afflusso con attenzione per evitare di esacerbare la disuguaglianza e garantire che i benefici raggiungano una popolazione più ampia. Bilanciare lo sviluppo economico con la stabilità sociale e l'inclusività rimane una sfida chiave.
Seppur il turismo e le esportazioni siano in crescita, risulterebbe non abbastanza per compensare il calo dei consumi interni dovuti alla debole domanda, per cui potrebbero non essere sostenibili a lungo termine. Questo complica le intenzioni della Banca del Giappone di porre fine alla politica dei tassi di interesse negativi in vigore dal 2016, ponendo di fatto il Giappone come quarta economia al mondo, superata dalla Germania 🇩🇪, dove l’economia tedesca non è molto migliore al momento; entrambe le economie dovrebbero essere sorpassate dall'India nei prossimi anni. 🇮🇳
Allora ci si chiede: “Come mai il Nikkei225 è a un passo dai massimi storici dal 1989 se il Giappone è in recessione?”
La risposta potrebbe essere che il mercato azionario sembra più concentrato su cambiamenti a lungo termine come una migliore governance aziendale che hanno portato forti utili aziendali, complice il rallentamento economico della Cina che spinge gli investitori verso il Giappone, e uno yen debole che aumenta i profitti degli esportatori. Aggiungiamo anche che una serie di decisioni vantaggiose per gli azionisti da parte delle autorità sta guidando gli afflussi verso Tokyo. E il nuovo interesse di Warren Buffet sarà stato un altro catalizzatore?
Lo yen si è indebolito contro il dollaro anche a causa dell'aumento dell'inflazione negli Stati Uniti e delle aspettative di tassi d'interesse americani più alti più a lungo, chiamato “higher for longer”.
La BOJ esita ad aumentare i tassi per evitare di soffocare la crescita dei salari e danneggiare gli investitori al dettaglio che beneficiano del yen debole, creando un potenziale conflitto: aumentare i tassi per combattere l'inflazione ma il desiderio di mantenere un yen debole per ragioni economiche e sociali.
Un improvviso riavvolgimento dei carry trade (prestiti in Giappone a basso interesse per investire in attività ad alto rendimento) potrebbe essere innescato da una volatilità crescente, creando un pericolo per i mercati finanziari, permettendo a uno yen forte di danneggiare gli investitori al dettaglio che traggono profitto dai carry trade, causando instabilità finanziaria. Al tempo stesso ci si trova in un limbo politico, ritardare i rialzi dei tassi potrebbe peggiorare l'inflazione ed erodere la fiducia.
Gli analisti prevedono un 67% di possibilità che la BOJ ponga fine ai tassi negativi entro aprile, ma l’impatto effettivo dipenderà dalle comunicazioni della BOJ e dalle decisioni della FED. L’abbandono dei tassi negativi, sommato a un eventuale indebolimento dello yen, potrebbe spingere i rendimenti obbligazionari oltre l’1%, mettendo in discussione il controllo della curva dei rendimenti (YCC).
Avendo il Giappone il secondo più grande stock di obbligazioni governative al mondo, dopo gli Stati Uniti, gli spostamenti del rendimento obbligazionario decennale potrebbero avere ripercussioni sull'economia reale, sul sistema finanziario e sui flussi globali di investimenti, generando volatilità nel mercato obbligazionario.
Le sfide per la BoJ rimangono incentrate a mantenere bassi i tassi per sostenere la ripresa economica, ma al contempo contrastare l'inflazione crescente che erode il potere d'acquisto delle famiglie.
Gli scenari all’orizzonte sono che la banca centrale potrebbe optare per misure non convenzionali per stimolare l'economia senza alzare i tassi, magari sostenendo la domanda interna che potrebbe accelerare la normalizzazione della politica monetaria, mentre una recessione prolungata potrebbe avere conseguenze negative sull'economia globale.
Ueda sembra più concentrato sull'inflazione e sui salari a lungo termine che sulla crescita economica a breve termine, sottolineando di voler vedere un "circolo virtuoso" di aumento di salari e prezzi rimanendo in attesa di negoziazioni salariali che portino a guadagni maggiori rispetto allo scorso anno, facendo entrare in gioco anche i sindacati che chiedono aumenti più elevati sostenuti dal Primo Ministro del governo.
La recessione ha indotto alcuni operatori di mercato a posticipare le previsioni di fine dei tassi negativi, ma Ueda non sembra cambiare, ribadendo che riconsidererà la necessità di politiche monetarie accomodanti solo al raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2%, ma rimanendo ottimista sull'andamento dei salari, prevedendo una loro crescita reale graduale e addirittura superiore all'inflazione al netto dei prodotti freschi nell'anno fiscale a partire da aprile 2025.
Gli investitori e le imprese dovranno prepararsi a un possibile aumento dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Il governo e la BOJ potrebbero dover agire di concerto per mitigare gli effetti negativi della recessione e continueranno a collaborare per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2%.
Conclusioni:
La recessione in Giappone pone la BOJ di fronte a scelte difficili. La banca dovrà trovare un equilibrio tra il sostegno alla crescita e la lotta all'inflazione, mentre tiene conto dei rischi per la stabilità finanziaria. I prossimi mesi saranno cruciali per capire come la BOJ gestirà questa situazione delicata, e osservare quali saranno le implicazioni significative per l'economia giapponese e per i mercati finanziari globali.
L'economia giapponese rimane in una fase critica. Il futuro dell'economia dipenderà da vari fattori, tra cui l'inflazione globale, la politica monetaria della BOJ e le riforme strutturali del governo. La posizione economica futura del Giappone rimane incerta, con fattori sia interni che esterni in gioco.
Graficamente, il futures dello Jen Giapponese, ticker 6J, si trova in una posizione al quanto scomoda, a poco più dell’ 1% dai minimi storici, segnando di fatto un triplo minimo dopo il quale entreremo in mondi inesplorati.
Al tempo stesso il cross USD/JPY si trova a circa l’1% dai massimi storici, dove la stessa BoJ potrebbe intervenire per difendere lo Yen come già fatto in passato facendo massicci acquisti della propria valuta.
Alla luce di quanto descritto sopra e con un medio orizzonte temporale si potrebbero valutare molteplici strumenti finanziari traendo profitto dall’apprezzamento dello YEN Giapponese
Fonte:
Raccolta dati
Letture approfondite
Conoscenze personali
Grazie della lettura 🫶🏼
EURUSD - commento tecnicoCommento tecnico sulla price action sul weekly chart e daily chart.
Partendo dall'analisi del COT (Commitments of Traders) andiamo a vedere quali sono gli elementi di analisi tecnica che ci conducono verso una visione ribassista nel breve termine.
Mi scuso per non aver messo a video il grafico nel video precedente.
EURJPY, un long in un solido trend di medio/lungo periodoBuongiorno,
il cambio, come noto, è inserito in un solido trend rialzista di medio/lungo periodo (per approfondire consiglio precedente mia analisi ).
I recenti fatti macroeconomici rilasciati nelle ultime due settimane hanno rafforzato il trend in atto.
In Europa inflazione più alta delle stesse medie degli analisi, in Giappone crescita anemica con recessione tecnica appena scattata (due trimestri consecutivi di variazione negativa del PIL) e consumi deboli.
Circostanze che rafforzano le tensioni sui tassi a breve termine nelle rispettive aree valutarie.
Da una parte c'è meno urgenza da parte della BCE di allentare i tassi e in Giappone, di converso, di insaporire la politica monetaria. Si tratta di fatto macro il cui segno è concorde moltiplicando per due l'effetto sul cambio.
Queste considerazioni macro le riporto unicamente come elemento di arricchimento dei contenuti dell'analisi, per comprendere le motivazioni che possono sostenere un determinato trend di medio/lungo periodo.
Altra cosa è, poi, quali siano gli elementi da valutare per decidere l'apertura di un trade tra i quali non ci sono le considerazioni macro.
Tutto quanto detto sul piano macro poco mi aiuta a individuare il più giusto punto dove fissare uno stop o un entry.
Per intenderci, il descritto contesto macro ampiamente favorevole al rafforzamento dell'euro sullo yen questo aspetto fondamentali varrebbe zero se non si traducesse in formazioni di prezzo coerenti che mi aiutino a costruire un trade in cui mi trovi a mio agio.
L'analisi tecnica e quella fondamentale non si parlano, semplicemente perché non si sono mai conosciute.
Il trade proposto, dunque, trova giustificazioni unicamente nella forma dei prezzi.
Se si osserva il time frame settimanale, si nota il recente test delle medie più veloci con due candele (hammer) che dànno fiducia al trend long.
L'ultima settimana ha prodotto una interessante accelerazione dei prezzi che, con il conforto di volumi nettamente in accelerazione, si apprestano a violare i più recenti massimi relativi.
Il contesto descritto può essere apprezzato meglio da un punto di vista operativo, per la costruzione di un eventuale trade, sul grafico giornaliero che propongo e dove si trovano tutti i livelli che personalmente ritengo utili.
Da notare come vengano proposti, al solito, due diversi target. Uno canonico ed uno personale.
Notare come ancora una volta venga proposta la valutazione di una figura di testa e spalle.
Parliamo di un pattern che personalmente uso in modo poco ortodosso, perché poco ortodosso è il mio uso dell'analisi tecnica.
Quello che prendo dai pattern in generale, e da questo testa e spalle in particolare, non è il dettame teorico ma quella indispensabile minima, e tuttavia per me sufficiente, informazione sul comportamento del mercato che giustifica l'apertura di un trade.
Con questa precisazione meglio si può comprendere la motivazione di un target 1 proposto nettamente inferiore a quello canonico.
È la solita questione di asimmetria delle probabilità dei possibili movimenti dei prezzi che giustificano una operatività poco pettinata e poco vicina al comune sentire.
Dax: Continuazione longBuongiorno a tutti.
Eccoci arrivati con l'appuntamento del fine settimana con l'analisi della price action di un mercato tra i miei preferiti.
Oggi vado sul Dax su cui ho un trade long oramai da oltre una settimana.
Infatti ho comprato il 7 di febbraio ed ho incrementato la mia posizione il 15 di febbraio mantenendo comunque lo stesso valore economico del mio commercio perché ho solo cambiato il punto di massimo costo alzandolo da 16.500 a 16.670 circa.
L'indice ha un'impostazione molto bullish confermata anche dal breakout del consolidamento laterale delle ultime giornate ma che già chiamava ulteriori allunghi rimanendo saldamente sopra i 16.800 punti.
Nei prossimi giorni potremmo rivedere i 17.000 ma credo che potremmo vedere facilmente ulteriori nuovi massimi di periodo.
Il mio obiettivo del trade è zona 17.400 punti dove passa il 261,8% del mio trigger su daily ma dobbiamo segnare anche i 17.500 dove passa il 261,8% della IFO weekly di qualche settimana fa.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un buon week end e un buon TRADING SIMPLE!
Aeroporti Europei: Volo verso il 2024Con il mondo che si apre nuovamente ai viaggi dopo l'era del Covid, il 2024 si prospetta come un anno di rinnovato interesse e attività nel settore aereo. Fra gli attori principali di questo rinascimento viaggi, gli operatori aeroportuali europei come Aena in Spagna e Aeroports de Paris (ADP) in Francia emergono come potenziali vincitori, pronti a capitalizzare su un'ondata di viaggiatori internazionali in cerca di nuove destinazioni e avventure.
Un Cielo Pieno di Opportunità
La domanda di viaggi internazionali in Europa è prevista robusta per il 2024. L'Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) anticipa che il numero di viaggiatori globali raggiungerà il nuovo record di 4,7 miliardi, superando i livelli pre-pandemia. Questo incremento si traduce direttamente in maggiori ricavi per gli aeroporti, che vedono nei flussi di passeggeri non solo una fonte di guadagno diretto ma anche un'occasione per incrementare le attività commerciali annesse, come il retail e il parcheggio.
Strategie di Altitudine
La strategia di Aena di aumentare le tariffe aeree nei suoi aeroporti spagnoli di un 4,1% a partire dal 1 marzo 2024 illustra un approccio proattivo alla gestione dei ricavi, nonostante le sfide economiche globali. Questo aumento, se approvato, potrebbe non solo proteggere ma anche potenziare i profitti in un periodo di incertezza, dimostrando la resilienza e la prudenza finanziaria dell'operatore aeroportuale.
Opposizioni e Approvazioni
Nonostante le controversie e l'opposizione da parte di compagnie aeree come Ryanair, la decisione finale della Commissione Nazionale per i Mercati e la Concorrenza in Spagna sarà cruciale. Un'approvazione segnerebbe un importante passo avanti per Aena, stabilendo un precedente per la gestione delle tariffe aeroportuali in un clima economico in evoluzione.
Prospettive di Crescita e Valutazione
Gli analisti rimangono ottimisti, con previsioni di crescita degli utili per azione (EPS) di Aena che indicano un potenziale di crescita del 14% nel 2024 e dell'8% nel 2025. Parimenti, ADP si avvantaggia delle tendenze di viaggio favorevoli, con esposizioni strategiche in mercati in crescita come la Turchia e l'India.
Un Invito agli Investitori
In un momento in cui l'industria aerea affronta pressioni su costi e margini, gli operatori aeroportuali rappresentano un'ancora di stabilità finanziaria e di crescita. Con valutazioni che presentano un potenziale di apprezzamento significativo, Aena e ADP offrono agli investitori un'opportunità unica di navigare con successo nel rinato settore dei viaggi aerei.
Mentre il 2024 si prepara a decollare, gli investitori attenti potrebbero trovare nei titoli degli operatori aeroportuali europei il biglietto giusto per un viaggio profittevole nel mondo degli investimenti. Con una visione strategica e una gestione oculata, Aena e ADP sono pronti a sfruttare l'ascesa prevista della domanda di viaggi aerei, offrendo una traiettoria di crescita invitante per chi cerca opportunità in un mercato in espansione.
Prospettive a Lungo Termine per Euro DollaroL'Euro Dollaro (EUR/USD) è attualmente confinato all'interno di un'area di equilibrio (osserva il time mensile) che si estende da 1.1050 a 1.05 . Questa fascia di equilibrio è stata plasmata dalle politiche monetarie delle due principali banche centrali, la Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve (FED) degli Stati Uniti. L'analisi tecnica suggerisce che l'Euro Dollaro continuerà a operare all'interno di questa zona fino a quando non si verificheranno cambiamenti significativi nelle strategie di politica monetaria adottate dalle banche centrali.
Le politiche monetarie attuali delle BCE e FED sono orientate principalmente a sostenere le rispettive economie, con un'enfasi particolare sul mantenimento della stabilità dei prezzi e la stimolazione della crescita. La presenza di questa area di equilibrio suggerisce che gli operatori di mercato stanno reagendo a tali politiche, mantenendo l'Euro Dollaro all'interno di determinati limiti.
Il punto chiave per l'evoluzione futura sarà rappresentato da eventuali cambiamenti nelle strategie di politica monetaria delle banche centrali, in particolare attraverso tagli dei tassi di interesse. Un taglio dei tassi potrebbe influenzare significativamente il rapporto di cambio, generando un'accelerazione verso la parte superiore dell'intervallo.
Se e quando si verificheranno tali modifiche, è probabile che l'Euro Dollaro inizi una fase di ripresa rialzista. In questo scenario, il cambio potrebbe superare la resistenza a 1.1050 e continuare ad avanzare fino a superare il massimo storico di 1.22, già raggiunto nel 2018 e nel 2020.
Tuttavia, è fondamentale monitorare attentamente gli indicatori economici e le dichiarazioni delle banche centrali per cogliere segnali anticipati di eventuali cambiamenti nelle politiche monetarie. Eventuali sviluppi in questa direzione potrebbero fornire agli investitori un'opportunità per adattare le proprie posizioni in modo tempestivo, sfruttando i movimenti di mercato che derivano da tali cambiamenti strategici delle banche centrali.
Tornano a salire le borseTornano a salire i listini americani, in una giornata di recupero nel quale il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0.91%, l’S&P dello 0.58% e il Nasdaq dello 0.30% con ben dieci dei settori dell’S&P che hanno chiuso in positivo. Contemporaneamente i titoli di stato decennale americani hanno stornato, per il secondo giorno consecutivo.
Nel mentre prosegue la pubblicazione delle trimestrali con i produttori di energia e le banche, che sono stati tra i migliori titoli del listino, con ExxonMobil e Wells Fargo che hanno guadagnato rispettivamente il 2% e il 5%. Su altri fronti, Cisco è scesa di circa il 2,5% dopo che le previsioni della società per l'intero anno non sono state all'altezza delle aspettative, mentre Deere & Company è scesa di circa il 4,3% dopo aver fornito prospettive pessimistiche per l'intero anno.
Sul fronte dati, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono diminuite dello 0,8% su base mensile nel gennaio 2024, invertendo la rotta rispetto all’aumento dello 0,4% rivisto al ribasso di dicembre e peggiore delle previsioni di mercato di un calo dello 0,1%.
Si è trattato della discesa più importante da un anno a questa parte, causato principalmente dal clima freddo. Le vendite nei settori dei materiali da costruzione e delle attrezzature da giardino (-4,1%), dei negozi al dettaglio vari (-3%), delle stazioni di servizio (-1,7%), degli autoveicoli e dei ricambi (-1,7%) hanno registrato i cali maggiori.
La reazione del mercato è stata blanda, onestamente ci aspettavamo qualcosa di più ed invece, specie nel nostro mercato, le valute, i movimenti e le price action sono risultati comunque limitati. C’è chiaramente bisogno di qualcosa di più, soprattutto a livello di dichiarazioni o movimenti legati alle politiche monetarie, che in questo momento, sembrano cristallizzate, in un equilibrio apparentemente precario, ma che per il momento regge.
GRAN BRETAGNA IN RECESSIONE
Intanto aumentano i segnali di un peggioramento delle congiunture macro, legate ovviamente agli effetti dei tassi elevati, e dopo il Giappone in recessione tecnica, ora tocca all’economia britannica, che si è contratta dello 0,3% nel quarto trimestre del 2023, in seguito ad un calo dello 0,1% nel trimestre precedente, un dato peggiore delle previsioni di mercato, secondo le stime preliminari.
Le ragioni sono da ricercare nella discesa generalizzata della produzione, in particolare nei servizi (-0,2%, come nel terzo trimestre), e nel commercio sia all’ingrosso, sia al dettaglio (-0,6%), mentre hanno ceduto anche la produzione industriale (-1% contro 0,1%), e soprattutto la produzione di macchinari e attrezzature (-7%). Sul fronte della bilancia commerciale, si è registrato un calo dell’export (-2,9% contro -0,8%), ma anche delle importazioni (-0,8% contro -1,8%).
DATI USA
l numero di persone che hanno richiesto l'indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso di 8.000 unità rispetto al valore rivisto al rialzo della settimana precedente a 212.000 nel periodo terminato il 9 febbraio, nettamente al di sotto delle stime di mercato di 220.000.
Si è trattato del dato più basso in quasi un mese, che si aggiunge all'ultimo rapporto sull'occupazione che indicava un mercato del lavoro decisamente resiliente, il che ha allontanato evidentemente le possibilità di un taglio del costo del denaro da parte della Fed.
Tra gli altri numeri pubblicati ieri, segnaliamo la discesa della produzione industriale, che ha perso lo 0,1% rispetto al mese precedente di gennaio 2024, deludendo le aspettative del mercato di una crescita dello 0,3%. La produzione manifatturiera è diminuita dello 0,5%, rispetto alle previsioni di una lettura invariata e la produzione mineraria è scesa del 2,3% a causa del clima invernale.
L’utilizzo della capacità produttiva nel settore industriale è sceso di 0,2 punti percentuali a gennaio al 78,5%, un tasso che è di 1,1 punti percentuali inferiore alla media di lungo periodo (1972-2023).
EUROZONA
La Commissione Europea ha affermato che l’economia dell’UE è entrata nel 2024 in una fase di debolezza maggiore del previsto e ha abbassato le prospettive di crescita per quest’anno di 0,4 punti percentuali, portandole allo 0,8%.
Dopo aver evitato per poco la recessione tecnica nella seconda metà dello scorso anno, le prospettive per il primo trimestre del 2024 rimangono deboli, come mostrano le previsioni economiche. Tutti i paesi dell’Eurozona sono destinati però a crescere nel 2024, con la Germania che dovrebbe crescere dello 0,3%, la Francia dello 0,9% e l’Italia dello 0,7%.
Nel frattempo, la previsione sull'inflazione è stata rivista al ribasso rispetto all'autunno. Si prevede che l’inflazione complessiva scenda al 2,7% nel 2024, dal 3,2% nel 2023 al 2,2% nel 2025. Il forte calo dei prezzi dell’energia è stato seguito da un ribasso generalizzato e più rapido del previsto dell’inflazione. L’economia dell’Area Euro è comunque cresciuta dello 0,5% nel 2023, anche se meno dell’anno precedente (+3,4% nel 2022).
VALUTE
Sui cambi, ancora una giornata in cui i prezzi sono rimasti ancorati ad oscillazioni laterali, in una compressione di volatilità che si restringe e che sarà il preludio a interessanti breakout nel giro di qualche tempo. Occorre solo aspettare il trigger, ovvero l’innesco, come già ribadito, di qualche news o dichiarazione che sposterà nuovamente gli equilibri. Per il momento si va avanti in 40-50 pip, in una settimana che è stata poco significativa dal punto di vista delle price action.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
S&P 500: Segnali di Un'inversione ImminenteIn un mercato che ha assistito a una salita costante dell'S&P 500 dall'inizio di novembre, ci sono segnali che suggeriscono un possibile raggiungimento di un massimo locale. Analizzando la congiuntura attuale attraverso vari indicatori tecnici e macroeconomici, emerge un quadro che meriterebbe attenzione da parte degli investitori.
Contesto e Analisi :
Dai primi di novembre, abbiamo assistito a una corsa rialzista dell'S&P 500, guidata da un sentiment ottimista. Tuttavia, il comportamento del mercato nella sessione del 12 febbraio potrebbe indicare un esaurimento di questa tendenza. Un potenziale squeeze a rialzo ha dato luogo a un'acquisizione di stop loss sopra i massimi storici, seguito da un ritorno sotto i massimi di chiusura a 5031 punti.
Implicazioni dei Dati Macroeconomici:
Il 13 febbraio, un rilascio di dati economici chiave, inclusi il Consumer Price Index (CPI) e il Core CPI, ha mostrato un aumento sorprendente, indicando una pressione inflazionistica non mitigata nonostante gli sforzi della Federal Reserve di mantenere alti i tassi di interesse. Questo ha provocato una reazione negativa nel mercato, accentuando i timori di un possibile ribasso.
Indicatori di Volatilità:
La volatilità, misurata attraverso il VIX e il CBOE SKEW, offre ulteriori indizi. Il CBOE SKEW ha raggiunto i 170 punti il 13 febbraio, un livello osservato solo precedentemente prima dello storno importante partito a Gennaio 2022. Sebbene il VIX abbia mostrato un incremento del 10%, il livello di 'paura' rimane inusitatamente basso, suggerendo una complacenza che potrebbe preludere a movimenti di mercato più estremi.
Analisi delle T-Note a 10 Anni:
Un'analisi parallela delle T-Note a 10 anni (ZNH2024) tra il 27 dicembre 2023 e il 1 febbraio 2024 mostra una divergenza notevole rispetto all'indice S&P 500. Mentre l'indice ha continuato a salire, le T-Note hanno registrato un primo massimo decrescente. Questo segnale di divergenza, insieme ai rendimenti a 10 anni che ora superano il 4.2% e un indice del dollaro forte a 104.60 punti, potrebbe indicare un potenziale punto di svolta.
Strategie di Investimento e Previsioni:
Le zone tra i livelli di 4836 e 4798, delineate dalle due linee gialle nel grafico, rappresentano potenziali punti di riaccumulo per posizioni long. Tuttavia, considerando i segnali di sovrapprezzo e possibili correzioni, non si può escludere che l'indice possa ritestare livelli inferiori, come i 4600/4700, prima di riprendere la sua traiettoria rialzista.
Conclusione:
Mentre il mercato presenta opportunità di accumulo, gli investitori dovrebbero prestare attenzione ai segnali di mercato e alle dinamiche macroeconomiche. In questo periodo di incertezza, un approccio cauto potrebbe essere prudente, monitorando attentamente gli indicatori di volatilità e i movimenti dei tassi d'interesse.
Btc Usd 15.02.24 ore 08.58Non sono un consulente finanziario, non è un consiglio finanziario.
Grafico a candele 1D.
Sul grafico sono evidenziati i livelli di ritraccio di Fibonacci considerando la salita dal nov22 come ritraccio della discesa dal nov21.
Ebbene, con dei rettangoli viola ho evidenziato come ad ogni livello di prezzo dei ritracci di Fibonacci il prezzo di Btc abbia consolidato, rimanendo a scambiare intorno a quella fascia di prezzo per un periodo di tempo più o meno lungo, tranne che al livello 61.8% di ritraccio. Questi consolidamenti di prezzo ai livelli di Fibonacci, hanno evidentemente consentito a Btc di proseguire la sua tendenza al rialzo, con ogni volta una nuova base di scambi a fare da basamento.
Per questo motivo è probabile che il livello di prezzo di cui al 61.8% di ritraccio, visto lo storico, probabilmente potrebbe essere ancora da consolidare o comunque da ritestare (ha avuto solo un piccolo test di una candela giornaliera rossa in data 13.02.24).
Btc fra l'altro si trova sotto la resistenza molto importante del massimo del 27.12.21 a 52.099$.
Come da mia precedente analisi del 13.02.24 è noto che ritengo btc avere iniziato onda 5 (teoria delle onde di Elliott) del movimento dal nov22 dal 23.01.24. Dal 01.02.24 ritengo che sia iniziata sotto onda 3 di onda 5. Dal minimo giornaliero del 13.02.24 è iniziato l'ultimo movimento di sotto onda 3 che per lo scrivente è sostanzialmente in zona esaurimento, se non addirittura esaurito col massimo di oggi 15.02.24 ore 01.00 a 52.545$ (ma comunque poco importa). Vedremo la chiusura della candela di oggi 15.02.24 da cui trarre le dovute conclusioni.
Quello che importa è che quindi btc si trova o si troverà a brevissimo nella correzione (sotto onda 4 di onda 5 del movimento dal nov22, iniziata il 23.01.24) della estensione di salita dal 01.02.24 (sotto onda 3) secondo i livelli di Fibonacci. Occasione per un ritest dei 48.555$ (61.8% di ritraccio considerando la salita dal nov22 come ritraccio della discesa dal nov21) ed eventualmente proseguire nella correzione secondo i livelli di Fibonacci (non evidenziati in grafico).
Il successivo movimento di salita che porterà a nuovi ulteriori massimi, per lo scrivente, è da considerarsi sotto onda 5 finale di onda 5 finale del movimento dal nov22, terminata la quale seguirà una fisiologica correzione (Onda 2 macro ciclo superiore) di tutto il movimento di salita dal nov22 secondo i livelli di Fibonacci (e contando i movimenti).
Btc sul giornaliero e sul settimanale si trova in forte ipercomprato ed è sostanzialmente giunto in ipercomprato anche sul mensile.
I livelli di target di onda 5, attualmente stimata prudenzialmente intorno ai 53-55.000$, potranno essere meglio stimati in seguito quando inizieranno ad essere compiuti i primi movimenti di sotto onda 5 di onda 5, di modo da poter stimare un target direttamente sulla sequenza ancora da compiersi in base ai primi movimenti che saranno compiuti da essa.
Lo scrivente ha comunque la riserva mentale che il livello di ritraccio evidenziato in grafico al 78.6% a 57.547$ possa essere il range massimo entro il quale potrà venire a trovarsi il massimo di onda 5.
I prezzi sono indicati su grafico fonte Bitstamp.
FInito di scrivere alle ore 8.58 del 15.02.24 col prezzo di btc usd a 51.819$.
Navigare il Lusso: I Giganti Italiani del Mare Nel panorama dell'industria navale di lusso, tre pilastri italiani - The Italian Sea Group, Ferretti Group, e Sanlorenzo - stanno tracciando una rotta di successo, dimostrando la solidità e la capacità di innovazione che contraddistingue il Made in Italy nel mondo.
The Italian Sea Group
Fondato nel 1575, The Italian Sea Group è tra i leader internazionali nella costruzione di superyacht e megayacht, con una storia di eccellenza e innovazione. Con l'ingresso in Borsa nel 2021, il gruppo ha mostrato una crescita significativa, evidenziata da un incremento del 23% dei ricavi totali preliminari e un EBITDA in crescita del 30% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Questi risultati sottolineano la solidità finanziaria e la strategia di espansione mirata del gruppo.
Ferretti Group
Dal 1968, Ferretti Group ha consolidato la sua posizione come leader mondiale nella progettazione e costruzione di yacht di lusso, operando con marchi prestigiosi come Riva, Pershing e CRN. La diversificazione dei brand e l'espansione internazionale hanno caratterizzato la strategia di crescita del gruppo. Con una presenza globale in oltre 70 paesi, Ferretti combina produzione industriale efficiente con artigianalità italiana di qualità. La storia di Ferretti è segnata da una serie di acquisizioni strategiche e da una costante ricerca dell'eccellenza, con un impegno notevole anche nel settore della sostenibilità e responsabilità sociale.
Sanlorenzo
Sanlorenzo si distingue per la capacità di offrire yacht altamente personalizzati, affermandosi come uno dei principali costruttori a livello mondiale. L'attenzione al design, la cura per i dettagli e l'adozione di soluzioni innovative sono i pilastri su cui si fonda la filosofia di Sanlorenzo. Anche questo gruppo ha scelto la strada della quotazione in Borsa come leva per sostenere la propria crescita e consolidare ulteriormente la propria presenza sul mercato globale.
Un'Opportunità di Investimento nel Lusso
L'ingresso di queste aziende nei mercati finanziari rappresenta una conferma della loro solidità e delle prospettive di crescita nel settore dei beni di lusso. Dopo la pandemia, la domanda per yacht di lusso ha registrato un'impennata, evidenziando un trend di crescita che offre interessanti opportunità per gli investitori attenti. Integrare queste realtà all'interno di un portafoglio di investimenti può rappresentare una strategia vincente, che combina il prestigio del Made in Italy con solide prospettive di rendimento.
Conclusioni
The Italian Sea Group, Ferretti Group e Sanlorenzo dimostrano che l'industria nautica di lusso italiana è più vivace e innovativa che mai, offrendo opportunità uniche sia per gli appassionati del mare che per gli investitori. La loro capacità di combinare tradizione e innovazione, insieme alla crescente apertura verso i mercati finanziari, segna una nuova rotta di successo nel settore dei beni di lusso.
Riassunto dell'IPC di gennaio: Inflazione elevataL'atteso rapporto sull'IPC statunitense di gennaio ha riservato una brutta sorpresa ai responsabili politici e agli asset più rischiosi, con dati più caldi del previsto su tutta la linea, che hanno scatenato un repricing restrittivo, mentre i mercati hanno allontanato le aspettative di un primo taglio della Fed a giugno.
L'IPC è salito del 3,1% su base annua a gennaio, in calo rispetto al ritmo del 3,4% registrato nella parte finale dello scorso anno, ma significativamente più alto rispetto al 2,9% del consenso, rendendo questo dato la seconda volta di fila che l'inflazione sorprende al rialzo. I prezzi core, più preoccupanti, sono rimasti invariati su base annua, aumentando del 3,9% per il secondo mese consecutivo, sollevando probabilmente qualche preoccupazione sulla potenziale "vischiosità" dell'inflazione, in particolare con l'inflazione "supercore" anch'essa rimasta invariata sul mese al 3,9% su base annua.
Nel frattempo, su base mensile, che aiuta a rimuovere gli effetti base coinvolti nel calcolo su base annua, il quadro è stato altrettanto deludente per coloro che speravano che la narrativa della "disinflazione immacolata" continuasse.
I prezzi principali sono aumentati dello 0,3% sul mese, con un modesto incremento rispetto allo 0,2% registrato a dicembre. A destare maggiore preoccupazione, tuttavia, è ancora una volta la misura core (al netto di cibo ed energia), che è aumentata dello 0,4% su base mensile, il più rapido incremento mensile dallo scorso maggio.
L'annualizzazione di questi tassi al mese aiuta a dipingere un quadro più "veritiero" delle pressioni inflazionistiche sottostanti.
Anche in questo caso, è probabile che i membri della FOMC siano preoccupati: il tasso annualizzato a 3 mesi dell'IPC core è ora al 3,9%, il più alto dallo scorso giugno, e il tasso a 6 mesi è ora al 3,5%, il livello più alto da settembre.
Non sorprende che questi dati più caldi del previsto abbiano scatenato una reazione restrittiva sui mercati finanziari, con i dati che hanno messo in dubbio la narrativa sulla disinflazione che era stata dominante dall'inizio dell'anno e che, ancora una volta, hanno sollevato la prospettiva che i tassi dovranno rimanere "più alti più a lungo" per poter finalmente spremere l'inflazione dall'economia. Come già segnalato in precedenza come rischio, l'"ultimo miglio" per riportare l'inflazione all'obiettivo del 2% sembra effettivamente il più difficile.
Questo restrittivo riprezzamento è stato più evidente nel mercato OIS in USD, con i mercati monetari che hanno posticipato la tempistica del primo taglio dei tassi di 25 pb a giugno (e brevemente a luglio), prevedendo anche meno di 100 pb di tagli quest'anno.
Tenendo conto della retorica del presidente Powell durante la conferenza stampa della FOMC di gennaio e del desiderio del Comitato di cercare di ottenere una maggiore "fiducia" nei dati in arrivo che dimostrino che l'inflazione sta effettivamente tornando verso l'obiettivo, il riprezzamento restrittivo delle aspettative sui tassi non sorprende. Tuttavia, è importante riconoscere che i responsabili delle politiche si concentreranno sulla tendenza dei dati, piuttosto che su un singolo dato, ed è improbabile che reagiscano in modo eccessivo ai dati di un mese.
Tuttavia, come spesso accade, i mercati sono inclini a reagire in modo eccessivo, come è emerso quando il rapporto CPI è stato pubblicato e l'ideale di "atterraggio morbido" ha iniziato a trasformarsi in uno scenario di "non atterraggio".
I Treasury, ovviamente, ne sono stati l'emblema: i tassi hanno ceduto su tutta la curva, guidati dalla parte anteriore, con i 2 anni che sono saliti di oltre 15 pb rispetto ai livelli precedenti la pubblicazione, facendo trading per breve tempo a ridosso del 4,6%, mentre i rendimenti decennali hanno superato comodamente la barriera del 4,25%. Presumibilmente il posizionamento ha favorito questo movimento, con molti venditori che probabilmente si erano posizionati per un dato più freddo del previsto prima della pubblicazione dei dati.
In ogni caso, il sell-off dei Treasury ha a sua volta scatenato una notevole domanda per il biglietto verde in tutto il G10, con il DXY che è salito a un nuovo massimo storico a ridosso della soglia di 104,80. I guadagni del dollaro sono stati ampi, con il cable che è scivolato ancora una volta sotto la soglia di 1,26, l'EUR che ha sondato 1,07 al ribasso e l'USDJPY che è salito a nord della soglia di 150. Tuttavia, qualsiasi intervento della BoJ/MoF sembra improbabile a questo punto, con un movimento in linea con i fondamentali macro sottostanti.
A mio avviso, nell'universo G10 non c'è molto altro che valga la pena di possedere oltre al dollaro americano in questo momento, in particolare contro i titoli a più basso rendimento come lo yen e il franco svizzero, soprattutto quest'ultimo, dato che le probabilità che la Banca nazionale tagli già il mese prossimo aumentano dopo i dati sull'IPC sostanzialmente più freddi del previsto (a differenza degli Stati Uniti) di martedì mattina.
Nel frattempo, nel settore azionario, il repricing restrittivo ha innescato un notevole ribasso a Wall Street, con il future dell'S&P che è sceso di oltre l'1% e si è riportato sotto quota 5.000, mentre il Nasdaq, pesante dal punto di vista tecnologico e sensibile ai tassi, è crollato di quasi il 2%.
Sarà interessante vedere se, o quando, il calo delle azioni verrà comprato. L'azione dei prezzi di lunedì ha mostrato alcuni segnali di allarme, con gli spoos piatti in giornata e il VIX in rialzo di 1 punto, una combinazione non comune. Data la forte performance registrata nel corso dell'anno, non sarebbe del tutto sorprendente vedere alcuni long sfruttare questa occasione per prendere profitto, in particolare considerando il ricco carnet di dati di questa settimana (vendite al dettaglio, PPI, sentiment di UMich) e mentre i mercati guardano agli utili di NVDA della prossima settimana.
Ciononostante, rimango rialzista nel medio termine e mi aspetto che il mercato continui a registrare buone performance, beneficiando di quella che è chiaramente un'economia statunitense incredibilmente resistente e ben funzionante.
In sintesi, la frase "una rondine non fa primavera" viene in mente mentre i mercati digeriscono gli ultimi dati sull'inflazione. Sebbene siano chiaramente più alti del previsto a livello core e si muovano nella direzione opposta a quella auspicata dai policymaker, un dato da solo non dovrebbe essere interpretato in modo eccessivo, soprattutto se si considera quanto i dati siano ancora soggetti a revisioni. È improbabile che i responsabili politici reagiscano in modo eccessivo a un solo dato, e non dovrebbero farlo nemmeno gli operatori di mercato.
Resta il fatto che questa è una FOMC flessibile. Possono tagliare ogni volta che ritengono di avere prove sufficienti che l'inflazione sia destinata a tornare al 2%. Dopo questi dati, ciò non avverrà a marzo, anche se è sempre stato improbabile che ciò avvenisse, in particolare dopo i dati NFP di gennaio; qualsiasi taglio in quella riunione sarebbe ora di 50 pb o più, e probabilmente il risultato di un certo grado di instabilità finanziaria.
I responsabili politici continuano a dipendere dai dati, e naturalmente anche i mercati finanziari; basta un dato negativo sull'occupazione e/o una stampa fredda sull'inflazione il mese prossimo, e all'improvviso si tornerà a parlare di un taglio a maggio.
L'azionario corre, si schianterà?Potremmo, ogni santo giorno, ripetere sempre i medesimi concetti, riguardo ai mercati e segnalare quanto è bello questo mondo che ogni giorno ci mostra nuovi massimi storici dei listini americani, guidati quasi esclusivamente dal settore tecnologico, con una concentrazione di liquidità su pochi titoli che pare un paradosso. Senza di questi, l’S&P 500 verrebbe scambiato ai minimi storici (fonte Bloomberg).
Eppure, i mercati festeggiano quasi ogni giorno, con nuovi livelli che bucano i monitor delle sale operative. Ieri, per la verità. Dopo una apertura positiva, i listini USA hanno chiuso contrastati, con il Dow Jones in positivo dello 0.33%, mentre S&P e Nasdaq hanno chiuso in rosso dello 0.1% e 0.3%. Su base mensile, comunque, i tre indici hanno già portato a casa tra il 4 e il 7 per cento, considerando che avevano chiuso il 2023 già sui massimi, tanto che si parlava di esaurimento del rally di Natale.
Storicamente, per esperienza, possiamo dire che ci è capitato veramente poche volte, in 35 anni di presenza sui mercati, di assistere a movimenti di tale portata, senza che prima o poi vi fosse una benché minima correzione tecnica, una pausa di riflessione, chiamiamola così, nella quale i mercati potessero in qualche modo digerire i nuovi livelli e i target rialzisti raggiunti. E l’esperienza ci insegna che, meno correzioni vediamo durante un trend, poi, quando si concretizzeranno, trasformandosi eventualmente in inversioni, queste ultime diverranno devastanti.
Non vogliamo sembrare catastrofisti, anzi, abbiamo sempre affermato che questa liquidità aggiuntiva sopraggiunta e investita nei mercati azionari, arriva da lontano, come ha dichiarato Jerome Powell in occasione dell’ultima riunione del Fomc, quando ha ricordato che la resilienza USA nasce dai famosi 5 trilioni di dollari, iniettati nei mercati dall’ex Presidente Trump (3 trilioni) e dall’attuale Presidente Biden (2 trilioni), durante la crisi causata dalla pandemia.
E Powell ha infine messo in guardia gli investitori dal fatto che, quando si esauriranno gli effetti di questa enorme massa di liquidità, le conseguenze di tassi elevati, si faranno sentire. Ci schianteremo? Non si può sapere, sarebbe bello avere la bacchetta magica, ma per il momento accontentiamoci di guardare i grafici, cercando spunti operativi di breve. Non si possono fare altre previsioni.
VALUTE
Mercato valutario stabile e in equilibrio intorno ai trading range delle ultime settimane, in attesa di qualcosa che non arriva. Eppure, nel pomeriggio di ieri, qualche dichiarazione dei rappresentanti di politica monetaria, aveva lasciato intendere che potesse partire qualche movimento, ma in realtà esse non hanno aggiunto nulla di nuovo a quanto già non sapessimo, ovvero che le banche centrali rimangono prudenti e guardinghe nei confronti dell’inflazione.
EurUsd in 40 pip, così come tutti gli altri rapporti valutari, compreso lo Jpy che di solito appare più volatile, specie in questo periodo, con la BoJ che mostra un classico benign neglect nei confronti del tasso di cambio. UsdJpy che sembra puntare in ogni caso a 150.00, soglia psicologica importante, in attesa che qualcuno da quelle parti decida di alzare i tassi e ridurre la pressione sulla valuta.
ATTESA PER L’INFLAZIONE USA
Oggi pomeriggio, dopo la pubblicazione del tasso di disoccupazione inglese, e in seguito a quella dello Zew tedesco, due dati rilevanti ai fini delle price action valutarie, il vero market mover sarà la pubblicazione del CPI USA, atteso su base annua a +2.9% dal 3.4% precedente.
Su base mensile il consensus prevede un aumento dello 0.2% inferiore allo 0.3% di dicembre, mentre i numeri core, ovvero esclusi alimentare ed energia, sono per un +3.7% su base annuale e +0.3% mese su mese. Da ciò, potranno dipendere le prossime decisioni della Fed, quindi allacciamoci le cinture e prepariamoci.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Sarà possibile un nuovo minimo di 1,50 per il gas? Sarà possibile un nuovo minimo di 1,50 per i prezzi del gas naturale?
Sono entusiasta di condividere con voi il mio articolo settimanale.
Nella prima parte di questo articolo, metteremo in luce i futures e le azioni più promettenti al momento.
Nonostante le recenti tensioni sul mercato obbligazionario, Wall Street ha ancora una volta stabilito un nuovo record questa settimana. Tuttavia, l'Europa rimane in uno stato di incertezza. Mentre il settore dei beni di lusso e delle automobili continua a registrare una forte crescita, i titoli finanziari stanno subendo notevoli perdite. In mancanza di un catalizzatore macroeconomico significativo, sembra che la volatilità si sia ridotta. I dati sull'inflazione previsti negli Stati Uniti questa settimana saranno fondamentali per comprendere ulteriormente il panorama economico attuale.
Il mercato del petrolio, Future Petrolio Greggio WTI - Mar 2024, continua a fluttuare, con prezzi che salgono e scendono continuamente. Questa settimana ha registrato un aumento e le previsioni dell'articolo della scorsa settimana sembrano essere vicine alla realtà con i prezzi intorno agli 80 dollari. La situazione rimane incerta in Medio Oriente, con Israele che ha rifiutato un'offerta di cessate il fuoco a Gaza e gli Stati Uniti che hanno eliminato i gruppi filo-Teheran in Iraq. Allo stesso tempo, l'Agenzia statunitense per l'energia ha rivisto al ribasso le sue prospettive di produzione per il 2024, prevedendo un picco inferiore a 13,3 milioni di barili al giorno.
Il future del gas naturale, Future Gas naturale - Mar 2024 sembra ancora incerto, soprattutto per i prossimi anni. Come previsto, i prezzi dei futures del gas naturale statunitense sono diminuiti a 1,83 $/MMBtu - il livello più basso raggiunto da settembre 2020. Allo stesso tempo, la produzione di gas sta tornando ai livelli pre-freddo grazie al ripristino dei pozzi di gas che erano stati interrotti durante il forte freddo di metà gennaio. Tuttavia, i problemi tecnici con l'impianto di esportazione Freeport LNG hanno limitato il flusso di gas verso gli impianti di esportazione di GNL negli Stati Uniti e si prevede che i livelli record non torneranno fino a quando l'impianto non sarà pienamente funzionante.
Secondo i dati governativi, la scorsa settimana le utility statunitensi hanno prelevato solo 75 miliardi di piedi cubi (bcf) di gas dallo stoccaggio. È una quantità significativamente inferiore rispetto ai 217 bcf prelevati durante la stessa settimana dello scorso anno. Inoltre, il rapporto indica che il livello di gas in stoccaggio è ancora del 10,6% superiore alla norma stagionale. Previsioni meteorologiche indicano che le temperature rimarranno sopra la media fino a fine febbraio.
Un'analisi paradossale emerge dal conteggio degli impianti di trivellazione. Nella sua rilevazione settimanale, Baker Hughes ha riportato un aumento di 4 unità nel totale degli impianti attivi negli Stati Uniti, che ora ammonta a 623. C'è stata una stabilità nel numero di impianti per la ricerca di petrolio greggio (499) mentre quelli per il gas sono aumentati di 4 unità, portandosi a 121.
In un momento in cui la produzione di gas è molto alta, gli impianti continuano ad aumentare, causando un eccesso di offerta. Questo eccesso può avere gravi conseguenze sul mercato, rendendo più difficile per i produttori vendere il loro gas al prezzo desiderato.
Non ci sono buone notizie in arrivo dal meteo, poiché le previsioni indicano che il periodo compreso tra il 17 e il 24 febbraio sarà meno freddo di quanto previsto.
È probabile che ci sia un rimbalzo tecnico a breve per i prezzi del gas naturale, ma nel medio periodo rimango pessimista e ritengo che possano scendere fino a 1.50. Potremmo vedere una ripresa dei prezzi solo a partire da aprile in poi.
Non vedo l'ora di condividere la seconda parte di questo articolo la prossima settimana, dove esaminerò i futures sugli indici.
Economic Sentiment Index: il "mio" leading indicatorBuongiorno a tutti.
Vorrei presentarvi un nuovo indicatore che ho codificato, l’Economic Sentiment Index statunitense, illustrato nell’immagine seguente.
Economic Sentiment Index statunitense. Grafico mensile
Esploreremo le funzionalità di questo indice, la ragione della sua creazione e i suoi vantaggi. Con questo, vi auguro una piacevole lettura e visione.
ECONOMIC SENTIMENT INDEX
L’indice, come suggerisce il nome, mira a riflettere le aspettative economiche di tre attori chiave dell’economia: i consumatori, i direttori degli acquisti e gli investitori. L’indice incorpora la fiducia dei consumatori, il PMI manifatturiero, il PMI dei servizi e una combinazione di indici azionari e obbligazionari.
Le variabili dell’indice sono positivamente correlate tra loro. In particolare, tendono ad accelerare quando ci sono aspettative di crescita economica e a rallentare in caso contrario. Tuttavia, nonostante la loro correlazione positiva a lungo termine, possono a volte divergere. Quindi, a chi dovremmo affidarci? Ai consumatori? Ai direttori degli acquisti? O sarebbe meglio affidarsi agli investitori, che sono quelli che spingono le azioni verso l’alto?
Da queste considerazioni nasce l’esigenza di creare un indice che tenga conto di tutte queste variabili.
Discutiamo l’indice osservando la figura seguente.
Descrizione dell’indice. Grafico mensile
L’indice si aggiorna su base mensile e oscilla attorno allo zero. Valori superiori a zero indicano un’espansione, mentre valori inferiori segnalano una contrazione, un po’ come l’interpretazione degli indici PMI che, al contrario, oscillano intorno a 50 punti.
Durante la crisi del 2007-2009, l’indice ha toccato il suo minimo storico a -2.27 punti (nel novembre 2008), mentre il picco massimo è stato raggiunto a gennaio 2017 a 1.59 punti. Esso tende a mostrare picchi di ottimismo e pessimismo estremi intorno a 1.5 e -1.5 punti.
A mio avviso, l’indice è interessante per la sua ciclicità: sale o scende, senza mai lateralizzare negli ultimi 16 anni. Questo sembra rappresentare le aspettative del ciclo economico attraverso gli occhi degli attori precedentemente menzionati.
Nonostante possa sembrare ovvio, è importante sottolineare che, quando l’indice sale, gli attori economici hanno aspettative di crescita e gli investitori tendono ad essere propensi al rischio. Invece, quando l’indice rallenta, gli attori economici hanno aspettative di rallentamento e gli investitori tendono a mostrare avversione al rischio. Tuttavia, come menzionato in precedenza, ci sono momenti in cui le variabili dell’indice non convergono, il che può portare a divergenze in questo comportamento.
Potreste chiedervi se le zone estreme possono essere interpretate come segnali di condizioni di ipercomprato o ipervenduto. La risposta sembra essere affermativa: l’indice tende ad anticipare queste condizioni, come mostrato nelle figure successive.
L’indice anticipa la fine del bear market del biennio 2007-2009. Grafico mensile
L’indice anticipa la fine del bear market del 2022. Grafico mensile
L’indice anticipa le correzioni del 2010 e del 2011. Grafico mensile
L’indice anticipa le correzioni del 2015 e del 2016. Grafico mensile
La funzione leading dell’indice dal 2018 in poi. Grafico mensile
L’indice, ad oggi, si trova a 0.78 punti, lontano dai minimi di giugno 2022 ma più vicino ai massimi di marzo 2021.
L’Economic Sentiment Index ad oggi. Grafico mensile
Potrebbe sorgere la domanda: ci sarà una recessione? Dall’osservazione del grafico precedente, non sembra. Al contrario, sembra che ci troviamo in una fase di piena espansione, dove la recessione non è prevista. Tuttavia, vedremo cosa riserverà il futuro. Purtroppo, non esistono indici infallibili. Ricordate: anche l’inversione della curva dei rendimenti era considerata quasi infallibile, ma finora non si è rivelata tale.
Per concludere l’analisi, vorrei presentarvi il rapporto tra l’indice Economic Sentiment Index e il Composite Leading Indicator, rilasciato dall’OECD, nella prossima grafica.
L’Economic Sentiment Index è anticipatore del Composite Leading Indicator. Grafico mensile
L’Economic Sentiment Index si dimostra più volatile e reattivo rispetto al Composite Leading Indicator, tendendo a prevederne le variazioni. Questa differenza è probabilmente dovuta al fatto che i due indici sono costruiti in modo diverso. Ad esempio, il Composite Leading Indicator non attribuisce lo stesso peso ai prezzi delle azioni e delle obbligazioni. In particolare, quest’ultimo è composto dalle seguenti variabili:
• Il numero di progetti di costruzione di abitazioni avviati in un determinato periodo
• Il valore totale (in dollari statunitensi) degli ordini ricevuti per beni durevoli
• I prezzi del NYSE composite
• La fiducia dei consumatori
• La fiducia nel settore manifatturiero
• Lo spread tra i tassi di interesse
Ritornerò a parlare di questo indice prossimamente, discutendo magari le implicazioni in ottica di investimento. A presto e buona giornata a tutti!
USOIL | In discesa fino a $73.50 prima di toccare $80Il prezzo del petrolio WTI mantiene una direzione rialzista dopo che Israele ha respinto l'accordo di cessate il fuoco di Hamas. Il West Texas Intermediate (WTI), il punto di riferimento per il petrolio greggio statunitense, registra un aumento dello 0,25% verso la fine della sessione nordamericana, mentre il conflitto tra Israele e Hamas si intensifica con Israele che respinge un'offerta di cessate il fuoco. Venerdì, l'esercito israeliano ha proseguito la sua offensiva nella Striscia di Gaza, determinando un aumento dei prezzi del petrolio di circa il 3% rispetto al giorno precedente. Inoltre, la chiusura di raffinerie negli Stati Uniti ha causato un aumento dei prezzi della benzina e del diesel. Gli attacchi dell'Ucraina contro due raffinerie di petrolio nel sud della Russia, e il superamento da parte di quest'ultima dei piani di esportazione di petrolio grezzo a febbraio rispetto all'accordo con l'OPEC+, hanno favorito l'incremento del prezzo del WTI. Analisi del prezzo del WTI: Outlook tecnico I prezzi del petrolio sono destinati a rimanere all'interno di un range ma inclinati al ribasso, poiché la media mobile a 200 giorni (DMA) a 77,29 dollari rimane il primo livello di resistenza per i prezzi. Una violazione di quest'ultimo potrebbe aprire la strada a ulteriori guadagni verso i 80,00 dollari al barile. Tuttavia, nonostante il trend rialzista, l'Indice di Forza Relativa (RSI) ha mantenuto una pendenza piatta, e una forte resistenza potrebbe portare a sfidare la DMA a 20 giorni a 74,53 dollari. Un superamento di quest'ultimo esporrà il minimo del recente swing a 71,46 dollari. Attualmente, con la chiusura giornaliera di una candela bearish, più precisamente un doji sul livello 0.70% di Fibonacci, è previsto un ribasso fino al livello $73.30, dove il prezzo potrebbe trovare supporto e poi continuare il trend rialzista con l'obiettivo di raggiungere il livello $80, ovvero superare il livello di liquidità del lato di acquisto a 79.78. Un saluto e un buon inizio settimana a tutti.
🇨🇳 CINA🇨🇳 Cina, analisi dei dati con opinione finale, spero arriviate alla fine 🫶🏼
CPI: è diminuito per il terzo mese consecutivo a dicembre, sebbene abbiano mostrato un leggero miglioramento rispetto al mese precedente. I prezzi dei prodotti alimentari e dei trasporti sono diminuiti, l’inflazione non alimentare è aumentata leggermente. Anche i prezzi alla produzione (PPI) sono in deflazione ormai da 15 mesi consecutivi.
L’inflazione core, che esclude la volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, è rimasta stabile a Dicembre.
In termini di prezzi alla produzione per le principali industrie, a dicembre i prezzi per l’industria dell’estrazione di petrolio e gas sono scesi su base mensile, così come anche per le industrie tessili, abbigliamento, industria agricola e di trasformazione alimentare secondaria. Nel contempo, i prezzi per l’industria mineraria dei minerali di metalli non ferrosi sono aumentati, mentre i prezzi per l’estrazione dei minerali di metalli ferrosi sono cresciuti mese su mese.
I dati non alleviano realmente le pressioni deflazionistiche in Cina. Nonostante questo, il calo del CPI è stato più moderato rispetto a qualche mese fa. Questa leggera spinta a rialzo è arrivata principalmente dai costi alimentari.
mentre gli aumenti dei prezzi core sono rimasti stagnanti a livelli bassi, indicando una debolezza persistente nella domanda interna.
Il rallentamento del settore immobiliare, con il conseguente calo dei prezzi delle case, potrebbe frenare la spesa delle famiglie e pesare sulla pressione dei prezzi.
OCCUPAZIONE: 5,1%
In leggero aumento rispetto ai mesi precedenti, ma in diminuzione quella giovanile (14,9%). Comunque nel 2023 la disoccupazione è scesa al 5,2% dal 5,6% del 2022.
PMI Manifatturiero:
Le attività manifatturiere in Cina sono rimaste sostanzialmente stabili rispetto al mese precedente. L’indice PMI manifatturiero è rimasto invariato a 50,8, lo stesso dato di dicembre, mantenendosi in territorio espansivo per il terzo mese consecutivo, una situazione che non si verificava dal maggio 2021.
A gennaio, la produzione nelle fabbriche cinesi è aumentata per la quinta volta negli ultimi sei mesi. I nuovi ordini hanno registrato una crescita minima.
Le aspettative dei produttori hanno registrato un miglioramento, con l’indicatore relativo alle prospettive future, che ha raggiunto il punto più alto dallo scorso aprile, sebbene si mantenga appena al di sotto della media storica.
PMI servizi:
L’attività commerciale nel settore dei servizi in Cina è diminuita a gennaio dopo che a dicembre aveva toccato il punto più alto degli ultimi 5 mesi. L’indice China General Services Business Activity è sceso a 52,7, rispetto al valore di dicembre pari a 52,9, rimanendo in territorio di espansione per il tredicesimo mese consecutivo.
I nuovi ordini sono aumentati anche se a un ritmo leggermente più lento rispetto al mese scorso.
I nuovi ordini di esportazione nei servizi cinesi sono aumentati per il quinto mese consecutivo, anche se a un ritmo modesto.
Anche l’occupazione nel settore dei servizi ha registrato un aumento per il secondo mese consecutivo a gennaio, in risposta all’espansione dei nuovi ordini.
Il sentiment delle aziende per l’attività nei prossimi 12 mesi è sceso al minimo di tre mesi ma rimane positivo, in relazione alle previsioni di una maggiore domanda e a un aumento dei nuovi ordini.
Vendite Retail:
Sebbene si tratti del dodicesimo mese consecutivo di aumento, il ritmo di crescita è stato il più debole da settembre, coinvolgendo vendite di automobili, prodotti per la cura della persona, elettrodomestici e forniture per uffici.
Al contrario, il commercio al dettaglio ha registrato una accelerazione nelle categorie di cereali e olio alimentare, abbigliamento, oro, argento e gioielli, mobili e prodotti petroliferi.
In totale nel 2023 anno su anno le vendite al dettaglio sono aumentate del 7,2%.
Detto questo, per una visione di medio termine, con i dati oggettivi che ci sono ora, senza opinione alcuna, vedo una possibilità di buy, mitigando il rischio magari usando strumenti come le Opzioni.
Il grafico del più ampio Hang Seng si trova sui minimi di fine Ottobre 2023, esattamente da dove è ripartito dopo l fine della politica zero-covid.
Analisi fatta con una raccolta di dati
BANCO BPM, come cogliere prossima probabile accelerazione longBuongiorno,
il titolo mostra un'interessante struttura che lascia presagire una imminente accelerazione di breve.
È utile tracciare un quadro più ampio perché è un caso in cui sembrano d'accordo sia il placido mensile, l'autorevole settimanale ed anche il più nervoso giornaliero.
Intanto diciamo che il titolo, come d'altra parte l'indice settoriale di appartenenza, è in chiaro trend rialzista.
Sul mensile le quotazioni stanno risalendo arrampicandosi sulla ema9, notoriamente media sulla quale gli appoggi vengono vissuti con apprensione ed in apnea.
Si tratta di un trend tanto ripido quanto instabile: è come pensare di portare a termine una maratona con un passo da mezzo fondo.
Il titolo nel mese di gennaio ha impiegato il tempo violando prima il minimo del mese precedente, testando la media e risalendo consegnandoci una bella candela bianca.
Nel mese in corso, invece, si è appena prodotta la violazione del massimo del mese precedente.
Il trend è vivo.
Sul settimanale, i corsi salgono invece sul più docile sentiero della sma20, sulla quale hanno rimbalzo a metà gennaio e sono ora in chiaro trend rialzista.
La settimana appena chiusa ha prodotto un nuovo appoggio sulla media con pronta ripartenza.
Sul giornaliero, tutto ciò detto si traduce in uno dei miei pattern preferiti: un testa e spalle.
In un quarto di volumi coerenti, siamo alla rottura della neck line in area 5,2.
Lo stop, in base ai gusti, sotto la testa, sotto spalla sinistra a 4,7 oppure a 4,8.
Sul target spenderei qualche considerazione.
Quello da manuale, proiettando l'altezza del pattern, è a 5,8 che vorrebbe dire anche nuovi massimi relativi.
Quello mio personale è a 5,4 cercando di appropriarmi del primo 30% del percorso (un 4% di guadagno) al quale è associato una probabilità di successo nettamente superiore rispetto al 12% del target canonico.
Si tratta di un'operatività che a ben vedere stride con i più comuni, che non significa per forza corretti in assoluto, principi di risk management.
Parliamo di trade in cui si cerca di guadagnare solo una frazione di quanto invece si rischia.
Sono concetti su cui mi propongo di ritornare magari con un post formativo.
È un tipo di operatività che uso ampiamente, su time frame veloci come M30, la cui durata si misura in minuti.
Come tale è difficilmente condivisibile attraverso la pubblicazione di analisi.
Tuttavia è la base del mio trading, operazioni in cui cerco di guadagnare 1 rischiando mediamente 3,5 con probabilità associate si due scenari, però, nettamente asimmetriche.
Tornando all'analisi, è molto probabile, che ricordo significa anche "non certo" cioè "guarda che potresti anche beccare un calcio negli stinchi", che il prezzo subisca un'accelerazione al rialzo alla rottura della neck line.
Ecco, il mio obbiettivo è quello di esserci dentro e riuscire a chiudere il trade in guadagno anche se poi il titolo ci ripensasse e dovesse tornare giù.
Riuscire cioè a prendere il mio pezzo di utile in un ambiente incerto dove magari altri traders sono ancora alle prese col dilemma se considerare convalidato il segnale del pattern.
Si tratta di un'operatività paragonabile a quella di quei migliaia di insetti che vivono la loro esistenza sotto le foglie di un sottobosco e dove l'esito delle loro azioni ha poco a che fare con quello che accade ai piani più alti o addirittura sulle fronde degli alberi delle quali probabilmente non conoscono neppure l'esistenza.
Si tratta di una filosofia ben precisa che presuppone l'aver sempre presente il concetto che non c'è nulla di certo ma piuttosto che tutto è più o meno probabile.
In questo c'è tutta la mia filosofia di trading in generale e di interpretazione dell'analisi tecnica, che non è una scienza, non si approccia con piglio ragioneristico, ne si pone in essa fiducia cieca.
Si tratta piuttosto di un'arte da interpretare.
Usd/Jpy: Continuazione di trendBuongiorno a tutti.
Anche questo fine settimana ci sono price action interessanti sui maggiori mercati della mia watchlist.
Questa volta prendo il cambio valutario Usd/Jpy.
Tra fine dicembre e inizio di gennaio il mercato ha fatto tappa in area 141,00 dove ha creato un minimo con aumento di volatilità riportando interesse venditore su yen.
I minimi sono sempre stati comprati riportando la struttura in ambiente long per il dollaro USA con una buona costruzione di fasi accumulative e spinte al rialzo.
Nelle ultime giornate si è creata una price action long che vede i minimi a 146,00 come primo livello di confine tra domanda e offerta.
Personalmente nei prossimi giorni seguirò l'evolversi della situazione cercando spunti buy dati da time frame daily o 6 ore su ritracciamenti o fasi di consolidamento che tengano area 147,70/148,00 dove passa la prima zona di domanda di brevissimo termine.
L'obiettivo è area 152,00.
Ritorni perentori sotto area 145,50 cambierebbero invece la mia view operativa.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un buon week end e un buon TRADING SIMPLE!
FTSEMIB - Scenari Geometrici @ 7 Febbraio 2024Riprendendo l'ultimo schema, avendo integrato le ultime modifiche emerse dalla seduta del 7 Febbraio, nel breve mi attendo che sia in partenza un nuovo DYL e nuovo TYL, essendo comunque dentro il TCY corrente (nello schema TCY 0243).
Il setup di congruenza geometrica atteso per le 13:40 si è effettivamente manifestato, e puntualmente ha portato il prezzo sul DYL Max, tuttavia la immediata perdita della direttrice ottimale tracciata ha lasciato subito intendere che il piano sarebbe stato differente (almeno rispetto a come lo avevo immaginato io).
Il TCY non si è ancora concluso, ed avendo avuto un DYL negativo, devo considerare TCY Max completato sul Max del 7 Febbraio, per quanto manchi ancora la conferma del tempo e non sarebbe inammissibile avere un nuovo max (sul TCY in corso) anche domani.
Operativamente attenderò la conferma di un DYL Max, per riprendere posizione Short, Max che idealmente dovrebbe manifestarsi tra le 10:05 e le 10:15 della mattina (timing determinato su base statistica) ad un prezzo, che in base al TS sarà sopra 31090 (80% di probabilità) e potrebbe raggiungere i 31192 (50%)
Il successivo Low, se il Max rimanesse sotto il livelli di oggi) sarà sotto 30840 (da qui la suggerita operatività short).
Il nuovo TYL potrebbe completarsi il 9 Febbraio (prima opportunità, indicata con la tratteggiata verde più corta) o tra il 12 /13 Febbraio (seconda tratteggiata verde). Dopo potremmo assistere ad una nuova ripresa dei prezzi verso l'alto con la partenza del nuovo TCY Max (ma potremmo anche generare una figura geometrica di inversione).
Quanto sopra, la mia idea.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 08.02.2024Borse Usa ed Europee piu’ riflessive, tra trimestrali e attese sui tassi.
BCE vede quelche segnale di miglioramento della’ economia EU.
Pechino promette di fare sul serio per ripristinare fiducia verso le sue Borse.
L’inflazione “core” EU sta calando, ma nessun crollo atteso nei prossimi mesi.
Chiaro l’invito a non essere ottimisti su un imminente taglio dei tassi quello venuto da Isabel Schnabel, membro del Consiglio esecutivo dell’ECB (Banca centrale Europe-BCE), sul Financial Times di ieri: nella lotta contro l’inflazione, che sta funzionando, l’”ultimo miglio rimane il più difficile».
Pochi giorni fa era stato il Chairman della Federal Reserve (FED) Powell a usare simili toni e ieri, a rincarare la dose, ci ha pensato il Presidente della FED regionale di Cleveland, Loretta Mester: “sarebbe un errore tagliare i tassi troppo presto o troppo velocemente”. Il collega di Minneapolis, Neel Kashkari, parla di notevoli progressi sull'inflazione, ma ritiene necessari conferme del calo.
In tale contesto ricco di inviti alla prudenza, mentre prosegue la stagione delle trimestrali, ieri le Borse europee hanno fatto una pausa: Francoforte -0,65%, Milano -0,45%, Parigi -0,36%, Amsterdam -0,12%, Madrid -1,15%.
Nuovi record, invece, a Wall Street: Dow Jones +0,37%, S&P500 +0,23%, Nasdaq +0,07%, grazie ad alcune trimestrali ben accolte ed alla discesa dei rendimenti dei Treasury Usa innescata dall’inattesa esuberante domanda (US$ 54 mld) per un’emissione a 3 anni.
Spotify, +3,9%, ha festeggiato la forte crescita organica internazionale, con accelerazione della componente “premium” degli abbonati: Eli Lilly, +2,2%, riflette il brillante andamento delle vendite di 2 farmaci anti-obesità, Mounjaro e Zepbound.
Palantir, +30,7%!!, s’e’ detta ottimista sull'accelerazione nell'intelligenza artificiale, rivedendo al rialzo le attese 2024.
Torna lo spauracchio della crisi delle banche regionali Usa: l prezzo dell’azione New York Community Bancorp sta crollando da qualche giorno, dopo l’inattesa sorpresa d’una perdita trimestrale di 252 milioni e del drastico, -70%, taglio del dividendo.
Ieri, 7 febbraio, il dato settimanale delle scorte petrolifere Usa, cresciute oltre le attese, ha permesso un piccolo rimbalzo del prezzo del greggio, col Wti (West Texas intermediate) +0,7% a 73,8 Dollari/barile: scarso impatto, invece, per i nuovi attacchi alle navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, da parte dei ribelli Houthi, qualche ora dopo nuovi bombardamenti aerei di Usa e UK contro i pirati.
Il contesto geo-politico resta teso: scarsi i progressi del piano per un “cessate il fuoco” a Gaza, mentre il candidato alla presidenza Usa Trump promette altri dazi sulle merci cinesi e Pechino pensa a intreventi per vitalizzare le sue borse.
Macro europea ancora fiacca: la produzione industriale tedesca e’ scesa -1,6% a dicembre, sotto le attese, chiudendo un 2023 pesante, circa -1,5% medio. La ripresa degli ordini all’industria tedesca a dicembre, +9% mensile, fa sperare nella ripresa della manifattura tedesca nei primi mesi 2024.
L’ultima stima dell'Ocse (Organizzazione cooperazione sviluppo economico) segnala il lieve aumento dell’inflazione: 6,0% a dicembre da 5,8% di novembre, invertendo il trend discendente che durava da 3 mesi. Ocse registra aumenti in 14 Paesi, diminuzione in 21, stabilita’ in 3.
Il Bollettino economico dell’ECB conferma tuttavia che l’inflazione “di fondo” sta scendendo in Europa, pur sottolineando che la situazione di guerra in Ucraina e Medio Oriente implica rischi aggiuntivi: nel 1’ trimestre l’effetto di confronto statistico potrebbe determinare un rafforzamento dell’inflazione annuale.
L'attività economica della zona-Euro "inizierà un lento recupero nel 1’ trimestre 2024", se famiglie e imprese non perderanno fiducia. “Sebbene la crescita del GDP sia debole, ci sono segnali di miglioramento”: tra dicembre e gennaio crescono gli ordini alle imprese di manifattura e servizi, crescita confermata anche dall'indagine presso previsori professionali.
Nel pomeriggio di oggi e’ previsto un intervento a Washington di Philip Lane, Capo economista dell’ECB, che potrebbe fornire suggerimenti sulla prospettiva della politica monetaria.
Novita’ sul fonte cinese: a gennaio i prezzi al consumo (CPI) hanno registrato un calo di -0,8% annuale, il piu’ forte degli ultimi 14 anni, ben sotto il -0,3% di dicembre. Su base mensile invece i prezzi sono saliti +0,3%, dopo +0,1% di dicembre: i prezzi alla produzione (PPI) sono scesi -2,5% annule a gennaio, contro -2,7% di dicembre e attese di -2,6%.
Il presidente XI Jinping ha inaspettatamente rimosso il Capo dell’Autorità dei mercati (CSRC) Yi Huiman, nel tentativo di contrastare la crisi di fiducia verso l’azionario cinese, particolarmente evidente negli ultimi mesi: al suo posto, come nuovo Presidente della CSRC, Wu Qing, considerato un fedele alleato del Premier Li Qiang.
Sulle Borse asitiche, stamane, quasi solo variazioni positive: Tokyo +2,06%, mentre Shanghai, +0,92%, consolida i progressi di quasi 5 punti delle 2 sedute precedenti, credendo alle promesse di sostegno del Governo.
Seoul, +0,2%, mentre Hong Kong, -1,3%, ha sofferto il calo oltre -6%, del colosso dell’E-commerce Alibaba, nonostante l’annuncio di un ricco piano di buy-back.
In Europa, a fine mattinata (ore 13.00 CET), prevelgono i segni positivi, in media +0,4%, per i maggiori indici azionari: salgono i titoli del lusso, trascinati dai conti di Kering. Lo spread Btp decennali italiani-Bund tedeschi e’ stabile attorno 156 bps, col rendimento del BTP benchmark al 3,86%.
Bassa volatilita’, a segnalare progressiva maturita’, sul comparto delle cryptovalute, che guadagnano in media +1% (ore 13.30 CET).
Future Usa “flat”, in media -0,1%, in attesa di nuove trimestrali “pesanti” tra cui quella di Walt Disney.
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Chi potrà mai fermare i mercati azionari?Ancora rialzi per i mercati azionari, con nuovi massimi storici per l’S&P 500 che ha sfiorato quota 5 mila punti. Il Dow Jones è salito di altri 150 punti sfiorando anch’esso un nuovo massimo di sempre. Il Nasdaq, dal canto suo ha realizzato un nuovo top oltre i 17.750 punti. L’attenzione è ancora focalizzata sulle trimestrali, e questa volta tutti i settori hanno fatto registrare performance positive.
Le Big Tec hanno ancora performato con percentuali tra lo 0.5% e il 2% di guadagni. Viene spontaneo chiedersi, cosa mai, nel prossimo futuro, potrebbe fermare questo trend infinito degli indici, che non paiono minimamente scalfiti neppure quelle rare volte che i dati Usa evidenziano qualche crepa.
Certo è che più si sale, più emergono gli spettri del passato quando in periodi analoghi, si scatenarono movimenti contrari estremamente volatili e un aumento del risk off che poi divenne panic selling. Viene in mente il famoso detto, ricorrente sui mercati anglosassoni dell’epoca, per cui “Don’t panic, but if you panic, be the first”, era un tema ricorrente. Ma per ora non possiamo sapere, cosa potrebbe eventualmente scatenare un evento simile.
Sul fronte dati segnaliamo la pubblicazione della bilancia commerciale USA, che negli ultimi tre anni ha evidenziato un deciso miglioramento, 774 miliardi di dollari attuali di deficit contro il 951 miliardi del 2022. Un risultato trascinato soprattutto dal calo dell’import (-3.6%), guidato dal calo del prezzo del petrolio, e dall’aumento dell’export (+1.2%), in ragione di un aumento delle vendite all’estero di beni di consumo e veicoli a motore che hanno raggiunto livelli record.
VALUTE
Sui cambi solito refrain, ovvero pochi movimenti, con il dollaro che rimane assoluto protagonista, nonostante vi sia qualche tentativo di vendite nelle ultime ore. EurUsd al di sopra del supporto chiave di 1.0720, ma incapace per ora di risollevarsi al di sopra di 1.0800, così come la sterlina che oscilla tra 1.2520 e 1.2770. Per ora, i timidi tentativi di recupero sono stati prontamente ribaltati.
UsdJpy dal canto suo, dopo alcuni tentativi di ribasso ieri, è tornato prontamente a salire e si è avvicinato a 148.80-90 che rappresenta l’ultimo baluardo prima di rivedere eventualmente 151.80-90, ovvero l’area dei massimi precedenti. Intanto nelle ultime ore dobbiamo segnalare una ripresa dell’EurChf con un indebolimento del franco svizzero che, nel caso di violazione di 0.9475, potrebbe in qualche modo accelerare. Niente di che per ora, ma la formazione di minimi crescenti lascia ben sperare.
SCENDE L’INFLAZIONE IN CINA
I prezzi al consumo a gennaio sono scesi dello 0.8% su base annua, al quarto mese consecutivo di ribasso, la serie peggiore dal 2009. Si tratta del calo più marcato degli ultimi 14 anni, con i prezzi degli alimentari scesi di quasi il 6% a dicembre. I prezzi core invece sono aumentati dello 0.4% che rappresenta comunque l’aumento più basso dal giugno scorso. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0.3%, segnando una lieve ripresa. UsdCnh stabile a 7.2000 anche se le resistenze chiave sono poste a 7.2300, non lontane dai livelli attuali.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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