Gli Istituzionali Chiudono gli Short su Euro e Sterlina. Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.57
Domenica 17 Aprile 2023
(COT DEL 11 APRILE 2023)
GLI ISTITUZIONALI CHIUDONO GLI SHORT SU EURO E STERLINA
Ciao,
iniziamo subito con il Cot:
Sia l’ Indicatore del Cot di Euro che quello del Dollaro rimbalzano sulle proprie medie mobili a 21 periodi che gli fanno rispettivamente da supporto e resistenza, mentre nel grafico delle forze relative del Cot si nota bene come solo la Sterlina ha la forza di staccare e lasciare indietro tutte le altre valute i cui Cot rimangono decisamente più deboli tutti incastrati sotto alla media mobile a 21 periodi che non riescono a bucare a rialzo (per semplicità non riporto qui i grafici degli Indicatori dei Cot di tutte le altre valute ma sono tutti sotto le medie mobili a 21 tranne che la Sterlina la cui forza si evidenzia, appunto, anche nel grafico delle Forze Relative).
Una cosa interessante da notare sul Cot è che questa settimana il Cot di Euro è aumentato notevolmente da 143 mila a 163 mila circa non tanto per nuovi aumenti di posizioni long ma per una fortissima riduzione da parte degli istituzionali delle posizioni short che avevano a mercato. Questo dato è ancor più indicativo ed importante di quanto stiano sempre più cambiando idea e credendo in una prosecuzione del rafforzamento di Euro rispetto al Dollaro
Con riferimento al grafico di Eur/Usd la settimana scorsa il prezzo si è fermato un pochino più su di dove pensavo sporcando la fascia 4 di circa 20 pips. Dobbiamo considerare che, con la volatilità attuale estremamente ampia, 20 pips sono la normalità. Questa è una cosa molto importante che va considerata anche nel momento di decidere dove mettere gli stop in quanto stop troppo stretti potrebbero farci uscire dal trade in modo prematuro rispetto alla effettiva presa di direzionalità del prezzo.
Siamo arrivati a metà mese e nell’ ipotesi finale che il trend mensile rimanga long il tp mensile potrebbe essere anche area 1.1130 circa. Ovviamente non è detto che ci arrivi questo mese ma potrebbe essere plausibile.
Se questa rimane la nostra idea di base, per questa settimana potremmo aspettarci un ritest delle aree rosse a 1.0965 e a 1.0925 circa che ho indicato a grafico e che ancora non ho cambiato di colore da rosse a verdi perché sono solo zone probabili di ritest che al momento non sono state ritestate nel settimanale.
Operativamente a partire da lunedì dovremmo cercare di capire se il mercato partirà subito verso l’ alto cercando di recuperare i massimi di questa settimana innescando un potenziale movimento a zig zag di 1/2/3 long con un classico movimento di breakin (ossia parte long, prova a rompere su, non ci riesce e riscende a cercare liquidità più in basso per poi tornare all’ attacco dei massimi) oppure partire verso il basso rompendo i minimi di venerdì per poi dar vita ad un potenziale movimento long di 1/2 (ossia prima parte short tocca le aree di supporto e poi sale long).
Nel grafico ho riportato per chiarezza un po’ tutto indicando il possibile movimento 1/2 e 1/2/3 le probabili aree di ritest ed alcuni movimenti importanti.
Ovviamente questo non lo possiamo sapere e cercheremo di capirlo giorno per giorno aggiustando la nostra ipotesi di lavoro ai movimenti di mercato.
Sempre in settimana dovremmo anche essere pronti come sempre a capire se la nostra ipotesi di lavoro (long Weekly) sia ancora valida ed eventualmente rivalutarla se vedessimo evidenti ed oggettivi segni contrari ma questo lo vedremo come sempre insieme giorno per giorno con gli aggiornamenti mattutini e intraday. Presteremo anche attenzione a Giovedì con i dati sul Pil Usa.
Come avete letto mi sto lasciando pronto ad un temporaneo fallimento del long perché ho notato una certa scorrelazione grafica nei grafici di Eur e Sterlina (che hanno ina impostazione long) da una parte e di Aud e Nzd dall’ altra (che hanno una impostazione short) sempre tutti contro dollaro.
I grafici Weekly di Nzd e Aud, infatti, come potete vedere dai grafici che riporto qui di seguito vengono continuamente rifiutati non appena toccano le aree di vendita che hanno sopra la testa rispettivamente in zona 0.6785 e 0.63 circa per Nzd (come abbiamo visto anche il cot di questi strumenti è in linea con quanto appena detto).
Quando il mercato non è allineato come in questo caso mi si accende una lampadina di allarme perché so che prima o poi o Aud e Nzd si allineeranno alla forza di Euro e Sterlina oppure il doppio massimo che ha fatto registrare Euro questa settimana potrebbe dare vita ad un respiro settimanale un pò più importante.
Rimango quindi più propenso in linea di generale a cogliere occasioni Short su Aud e Nzd ed occasioni Long su Euro e Sterlina.
Di seguito i grafici di Euro/Usd, Aud/usd e Nzd/Usd.
Ciao buon Week Emi
Idee della comunità
Sarà recessione? Nel dubbio si comprano Euro!ANALISI COT REPORT del 16.04.2023
-CONTESTO
Eccoci nuovamente alla rubrica settimanale dedicata alla lettura dei mercati attraverso il posizionamento dei big players sul mercato dei futures, mercato che rimane a nostro parere sempre più confuso e a caccia di un’indicazione chiara sul futuro delle economie mondiali.
Le posizioni sui mercati si dividono di fatto in due grandi filoni di pensiero, entrambi con dati validi a supporto della loro tesi: da un lato chi crede nella recessione imminente per gli Usa e a cascata per il mondo occidentale e l’economia globale, dall’altra parte chi crede che le economie mondiali sono molto più robuste di quanto si possa credere e che le banche centrali interverranno prima della vera crisi.
A sostegno del primo filone di pensiero, quello legato all’imminente recessione, troviamo le parole ed i verbali della FED, che evidenziano un’aspettativa del PIL in calo costante per i prossimi 3 trimestri, che portano alla conclusione di un anno di ovvia recessione tecnica. A dar voce a queste prospettive di rallentamento economico, non solo in America ma nel resto del mondo, anche il FMI , che si è riunito per il consueto appuntamento di primavera e che ha posto la sua attenzione sugli ancora altissimi livelli di inflazione presenti nelle economie mondiali e la necessità delle banche centrali di mantenere politiche economiche aggressive, senza tuttavia colpire il delicato sistema finanziario. Decisamente un contesto fragile, che sembra di quasi impossibile gestione e che potrebbe portare a pesanti pressioni al sistema economico americano e mondiale per qualsiasi scelta si metta in campo.
La forte inflazione mondiale mette a dura prova i paesi a basso reddito, che importano dall’estero energy e food in dollari e che hanno affrontato un 2022 davvero difficile ampliando di fatto la fascia di popolazione in povertà. Chi crede nella fase di imminente recessione mondiale trova ancora supporto nei PMI , con il manifatturiero che mette in evidenza un rallentamento della domanda, dei livelli di produzione e il calo drastico anche nelle assunzioni. I posti di lavoro secondo questi report sono in calo, con il ridimensionamento della produzione le aziende si preparano ai tagli del personale, ponendo le basi per la fase di disinflazione e successiva recessione.
Ancora a sostegno di questa tesi, il comparto obbligazionario, che continua a premiare le scadenze lunghe oltre i 10 anni, mentre si penalizzano le scadenze brevi che continuano la lora caduta nei prezzi, special modo le brevissime sotto i 2 anni, lasciando ancora la curva dei tassi improntata al ribasso e alla aspettativa di recessione.
Di contro la tesi opposta, chi crede in un’economia mondiale robusta, che può superare le aggressioni delle banche centrali , che trova supporto in un buon rapporto dul mercato del lavoro Usa, che non vede partire ancora la disoccupazione , ferma al 3.5% e pertanto ancora una buona stabilità reddituale che da fiducia ai consumatori e alla domanda aggregata. Ulteriore supporto viene dagli ultimi dati sull’inflaizone Usa, che vede si un dato Core in aumento al 5.6, dal 5.5% , ma che vive anche un forte rallentamento nel dato più genereci del consumer price index che è calato dal 6.0% al 5.0%. l’effetto base incide senza meno in questa lettura e sapere che si paragonano i dati su base annuale al +8.5% dell’anno scorso pone dubbi sulla bonta del dato, che vengono tuttavia spazzati via dai rilevamenti mensili, che mostrano un +0.1% dal precedente +0.5%. i sostenitori di una prospettiva di ripartenza leggono con fiducia a questi dati e sperano che la leggera fase di rallentamento in atto sarà ben presto un ricordo , spazzato via da una FED che non andrà oltre i rialzi tassi di 25Bp e che si focalizzerà sui tagli del osto del denaro già in questo 2023.
I mercati per gli ottimisti sono già al bottom, e ogni dato positivo per le economie mondiali sono motivo di acquisto, spingendo oramai l’Europa sui massimi di periodo, e con l’America che guarda fiduciosa al futuro, ma sarà davvero già il momento di improntarsi al risk on?
Limitandoci alla lettura dei mercati, delle price action di questa settimana, non possiamo non notare che l’obbligazionario non ha cambiato ancora idea e la prospettiva di risk off rimane, la forza dell’azionario a nostro parere si manifesta maggiormente in Europa dove le politiche meno aggressive della BCE e la buona liquidità a sostegno del sistema bancario fanno la differenza su dei listini a maggior composizione bancaria.
In America potrebbe essere presto per parlare di risk on, e la stagione delle trimestrali Usa che sta per iniziare potrebbe dare maggior luce sul futuro che le aziende Usa vedono davanti a loro, special modo per il settore bancario cosi fragile e messo sotto pressione.
Gli operatori secondo quanto riportato dai dati del COt Report si stanno focalizzando sulle coperture, con i metalli preziosi a guidare gli acquisti , le valute rifugio che seguono il mood di risk off, e ancora tante posizioni corte sull’azionario Usa. Sarà interessante tuttavia osservare cosa accadrà on le trimestrali Usa che se dovessero porre sostegno alla corrente di risk on, potrebbero generare ricoperture importanti delle posizioni nette corte generando forti impulsi rialzisti.
Ma procediamo con ordine:
-FOREX:
il settore valutario trova ancora il dollaro Usa in netta vendita, con gli operatori che scaricano le posizioni long, e danno spazio nei portafogli ad asset rifugio come l’Euro , la sterlina, ed il franco svizzero. Lo yen resta fermo al palo penalizzato ancora da tassi negativi, che lasciano prediligere franco svizzero, ugualmente sicuro ma che riconosce delta tassi migliori.
Quini per il valutario aggiungiamo un sassolino all’idea di risk off.
EURUSD
Forte incremento di posizioni nette long per l’euro, che passano a 163338 dai precedenti 143393. Quasi 20000contratti in più, segnale di grande fiducia per la moneta unica, che rimane prediletta rispetto al dollaro Usa, ponendo le basi per ulteriori allunghi rialzisti
La struttura tecnica di euro trova base a 1.0520 come ultimo minimo di medio periodo prima della spinta attualmente in atto che ha portato le quotazioni a 1.1025. crediamo in allunghi rialzisti fino 1.1175 per poi cercare rientri nel trading range di fine 2022 , che ha tenuto le quotazioni sopra 1.1175 e sotto 1.15.
GBPUSD
Incalzano anche gli acquisti sulle sterline, sebbene in maniera più timida con soli 12395 contratti long, avvicinando il portafoglio delle mani forti ad una posizione netta long, posizione che tuttavia ora si attesta a -2398 contratti.
Il quadro tecnico sembra meno lanciato a rialzo rispetto all’euro, con le quotazioni che faticano a rimanere strutturalemnte sopra 1.2450 e che potrebbero tronare nel range che vede supporti a 1.1840. la chiave sembrano essere le medie mobili che fanno da primo supporto dinamico a 1.22, baluardo necessario per parlare di ulteriori allunghi rialzisti.
USDJPY
Fatica a cambiare l’approccio degli operatori sullo yen giapponese, che li vede ancora netti corti a -57207 contratti.
La strutturale debolezza dello yen, compete con la discesa del dollaro Usa, e porta le quotazioni a 133.75 proiettandosi anche sulle resistenze di 138.00figura. tuttavia il quadro confuso che proiettano le medie mobili sembrano dare voce alla fase di indecisione e di lateralità tra il dollaro e lo yen giapponese.
AUDUSD
Anche il dollaro austalino stenta nella ripartenza, dando peso alla teoria del risk off, con posiizoni nette corte a -37937 contratti.
Il quadro tecnico , anche qui abbastanza confuso, vede la forza delle resistenze a 0.6783 porre le basi per ritewst dei supporti a 0.6565-50. Solo rotture rialziste con chiusure daily oltre 0.6780-0.68figura potrebbero dare vita ad allunghi strutturali di questo asset.
USDCAD
Ancora tanta posizione netta corta per il dollaro canadese che trova le mani forti con -59579 contratti netti , ma che tuttavia grazie agli ultimi slanci rialzisti del wti sembra poter porre le basi di una riaprtenza, con 1930 cntratti in ricopertura questa settimana.
Il quadro tecnico vede un buon affondo di usdcad, non lontano dai supporti di 1.3225, area che si potrebbe raggiungere con la nuova forza del dollaro canadese e una strutturale debolezza del dollaro americano. Difficile credere ora in rotture ribassiste dell’ampio trading range che sta vivendo questo asset ,che trova le sue resistenze a 1.3860
USDCHF
Forza per il franco svizzero, che in un clima di risk off, sembra favorito come asset rifugio anche rispoetto allo yen, riconoscendo un delta tasso migliore. Le mani forti al momento si ricoprono di ben 1269 contratti, portando la posizione netta a soli -6734 contratti.
Il quadro tecnico evidenzia la forza del franco svizzero rispetto al dollaro americano, con la rottura dei supporti a 0.9050 e l’affondo sotto 0.8925, per priettarsi verso i minimi di 0.8765.
NZDUSD
USDINDEX
Calano ancora le posizioni long sul dollaro americano, con le mani forti che si assestano a 13264 contratti long, grazie ad un delta tasso ancora interessante al momento, ma che cala nella prospettiva di un taglio tassi da parte della FED.
Il dollaro Usa resta per noi , in questo 2023 un asset perdente ad ogni scenario, con i tagli tassi probabili che lo pongono in debolezza verso altre valute miglio, e anche per un’economia in recssione là dove la FED dovesse mantenere tassi alti. In ogni caso dunque trovaiamo un futuro non roseo per il biglietto verde, che ora si porta al test dei suporti a 100.83, livello lltre il quale non escludiamo affondi verso 9.50 come supporto primo, sotto quota 100.
-EQUITY:
Più incerto il comparto equity, che vede ancora posizionamenti netti short, ma che trovano in questa settimana, pesanti ricoperture di posizioni, il che lascia incerto il sentiment di risk off che il settore valutario aveva fino ad ora delineato.
Rimane a nostro avviso elemento discrimanete le trimestrali Usa che entreranno nel vivo la prossima settimana.
SP500
Ancora -307612 contratti netti corti per l’SP500 che sebbene viva un assetto di vendite fortissime, non possiamo non considerare la ricopertura di 13847 contratti di questa settimana.
La ricopertura di posizioni short sembrano aver dato buono spunto rialzista alle quotazioni che si portano al test delle resistenze di 4200 pnt. Presto per parlare di risk on, ma è certo che eventuali capovolgimenti nel sentiment delle mani forti, porterebbero a forti acquisti sui futures e a rilanci delle quotazioni anche verso i massimi di 4375 pnt.
Le trimestrali come detto, saranno la chiave di lettura prima della FED di maggio.
NASDAQ
Migliore il quadro dei tech, che non sono lontani da posizionamento netti long, con le mani forti con soli 2130 contratti short, e una ricpoertura di ben 16255 contratti long questa settimana.
Il quadro tecnico è palesemnte migliore per i rialzisti, che trovano impostazioni delle medie mobili a rizlso , massimi e minimi crescenti e supporti tecnici a 12854 pnt, proiettandosi al test deei 13242pnt prima e 13732 poi.
Il mondo dei tecnologici sembra essere convito del taglio tassi fed che darebbe spinta rialzista ai titoli ciclici… le trimestali ancora una volta saranno giudici.
DOW
RUSSEL
-COMMODITIES:
Il comparto delle commodities decisamente misto, con l’energy che fatica a ripartire, special modo il ngas, mentre il wti vive lo spolvero delle quotazioni, grazie alla decisione dell’opec + di tagliare circa 1.1mln di barili giorno. Il taglio che dovrebbe derivare special modo dall’Arabia saudita ha portato a buoni acquisti, ma procediamo con ordine.
NAT.GAS
Fatica il ngas con -140895 contratti nelle mani dei large speculators, e un incremento di ben 10410 contratti nelle posizioni short per questa sola settimana.
Il quadro tecnico riamne in evidente pressione ribassista, sotto le resistenze di 2.22$ ma ancora reggono i supporti di 1.97$, la speranza per i compratori è riposta in un approdo ai valori medi di 3.0$
CRUDE OIL
Meglio il crude oil che con l’opc + che guarda al taglio dell’offerta, grazie all’arabia suadita, intaenta a tagliare 1.1mln di barili giorno, porta ad unaricopertura di 9505 contratti long, con una posizione netta long di 135632 contratti.
Le quotazioni ora al break out degli 82.50$ si proiettano verso nuovi massimi di periodo che potrebbero anche posizionaris a 93.05$. strada indubbiamente lunga da percorrere, quindi cautela massima.
GOLD
Bene la ettimana per i metalli prezioni , che godono del dollaro usa debole e dei rendimenti obbligzionari sotto pressione. Le mani forti sembrano crede ancora in questi asset andando a prendere 27806 contratti long questa settimana.
Il quadro tecnico vede gli approdi rialzisti del gold fino 2075$, sebbene i massimi battuti siano limitati a 2049$, per vivere poi una sessione di respiro venerdi.
Il quadro tecnico rialzista a nostro parere non è invalidato e i suporti a 1959 $ prima restano ancora buoni livelli da monitorare per delle ripartenze verso i massimi storici.
- OBBLIGAZIONARIO USA:
Riaprtono i rendimenti obbligazionari, che faticano a rompere i minimi di perido nelle scadenze lunghe , mentre le scadenze brevi on tentano nemmeno approdi sui suporti. La corva resta fortemente improntata al risk off, e la recessione sembra essere una certezza per i traders obbligazionari.
2y
Il 2 anni lascia i supporti di 3.55% con il mondo delle mani forti che ricopre diverse posizioni short, che restano tuttavia ancora -496841 contratti.
L’intero comparto obbligazionrio ancora non trova posizionamenti netti long su nessuna scadenza, conil 10 anni aocnra in netta vendita per le mani forti, dando pesa noteole alla possibilità di uno scenario di rsick off.
Sarà dunque interessante vivere la settimana legate alle trimestrali usa che saranno preludio agli appuntamenti con la FED di maggio , che speriamo faccia chiarezza alle prossime mosse di politiche monetarie.
buon trading
Salvatore Bilotta
Investimento a lungo termine nel settore ospitalità con AibnbAibnb ha un modello di business basato sulla propria piattaforma digitale che permette di mettere in contatto viaggiatori e proprietari di case, facilitando le procedure di affitto senza possedere proprie locations. Airbnb offre una esperienza davvero unica ai viaggiatori che possono raggiungere posti lontani dove le strutture classiche di hotel non hanno interesse economico a coprire.
La pandemia ha mostrato a tutti quanto viaggiare sia un bisogno estremamente importante da soddisfare. Così, nonostante le pressioni inflazionistiche, l'industria del viaggio sta beneficiando di prospettive di crescita eccellenti.
Da non sottovalutare la spinta che viene dalla crescente dalla diffusione dello smartworking. Molti lavoratori colgono l'occasione per spostarsi in "uffici" posizionati in posti meravigliosi, riuscendo a coniugare lavoro e stile di vita in maniera eccellente.
La score card di Airbnb è di tutto rispetto, con crescita del fatturato esplosiva e generazione di cash flow fenomenale che ha portato le disponibilità a breve a 9.6bln $ e ridotto l'indebitamento ad appena 2.3bln $.
Applicando il metodo del DFC con tassi di crescita del free cash flow estremamente prudenziali il risultato è una sottovalutazione del 68%: tasso medio annuo di crescita a 10 anni del 4%, poi 3% di tasso perpetuo; inflazione media a 10 anni del 2.3% (T10YIE), premio per il rischio 5.5%.
Vorrei iniziare ad accumulare fino ad un massimo del 3% del mio portafoglio di individual stocks nei prossimi mesi con un orizzonte temporale di almeno 5 anni.
NASDAQ:ABNB
DISCLAIMER: Le analisi contenute in questo articolo sono proposte a scopo puramente informativo e non rappresentano alcuna raccomandazione diretta al lettore. Il trading può mettere a rischio il vostro capitale di cui siete i soli responsabili.
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CapitalRock
📈Price action trader
💰Investitore di lungo termine con focus sul mercato azionario americano
Aud/Usd pronto per un movimento verso 0,6500Buongiorno a tutti,
anche oggi classica analisi operativa sulla price action di un cambio valutario che seguo con costanza ovvero Aud/Usd.
La coppia ha formato questa settimana una PinBar che va a toccare area chiave 0,6800 ma fallisce nell'intento long chiudendo ancora al di sopra del pavimento a 0,6650.
La settimana precedente aveva formato un'ulteriore PinBar ma in questo caso non aveva fatto falsa rottura del livello 0,6800 e, inoltre, la correlazione con le altre divise contro USD ci mostrava possibile tenuta dei supporti.
Ora la situazione invece sembra pronta per un movimento direzionale verso il basso e più precisamente verso area 0,6500.
Nei prossimi giorni quindi cercherò di capire dove entrare anche se credo che già la zona appena sotto 0,6700 possa essere ottimale per vendere Aud.
Il fallimento della mia view short avverrà se i prezzi ritorneranno al di sopra di 0,6800 in close weekly.
Anche per oggi è tutto, spero di aver fatto come sempre cosa gradita.
Buon week end e buon TRADING SIMPLE per la prossima settimana!
WisdomTree Tactical Daily Update - 14.04.2023Scendono I prezzi alla produzione in Usa a marzo: “solo” +2,7% annuale.
...pero’ l’inflazione “core e’ sticky” negli Usa e la FED ne dovra’ tenere conto.
Borse asiatiche in solida ripresa: piace la crescita dell’export cinese.
Euro/Dollaro vicino a 1,11, per la gioia della “corporate America”.
Ieri, 13 aprile, il dato sui prezzi alla produzione (PPI) di marzo negli Stati Uniti, scesi -0,5% mese su mese e al +2,7% annuo, insieme al nuovo dato settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione hanno contribuito ad alimentare negli operatori finanziari la speranza che la Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve) possa allenare la “stretta monetaria”.
Va tuttavia ricordato che mercoledi’ 12 il dato di marzo sui prezzi al consumo (CPI) negli Usa ha rivelato un gradito calo al +5,1% dell’inflazione “headline” (generale) ma anche una spiacevole “stickyness” (appiccosita’) di quella “core”, cioe’ calcolata al netto delle componenti “cibo ed energia”, salita al +5,7% dal +5,6% di febbraio.
In questo contesto complessivamente “costruttivo” ieri, 13 aprile, le Borse mondiali sono salite: tra quelle europee bene Parigi +1,3%, trainata dai titoli del lusso, Madrid +0,4%, Londra +0,3%, Francoforte +0,2%, Milano invariata. L'indice paneuropeo Eurostoxx600 ha guadagnato 0,4%, vicino ai massimi da novembre 2021.
Wall Street estende la “striscia” dei recenti rialzi dopo il dato sui prezzi all’ingrosso in discesa: Dow Jones +1,1%, S&P500 +1,3%, Nasdaq +2,0%, noncurante che dalle minute dell’ultima riunione della FED emerga la prospettiva di una leggera recessione: in compenso il Dollaro si e’ indebolito ulteriormente, col cross Euro/US$ salito a 1,106, nuovo massimo da febbraio 2022.
Ieri il dato aggiornato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Usa ha segnalato un aumento, per la prima volta da 3 settimane, a 239 mila, poco sopra le stime di 235 mila: e’ presto per dire se sia un segnale di indebolimento dell’economia, ma rende ancora piu’ cruciale i numeri sulle vendite al dettaglio di marzo, in uscita oggi, 14 aprile.
Globalmente, i livelli di occupazione sono migliorati nel 4’ trimestre 2022.
Secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), i tassi di occupazione e di partecipazione alla forza lavoro sono saliti a 69,6% e 73,3% nel 4’ trimestre 2022, ai nuovi massimi storici da quando esistono le 2 serie statistiche (2005 e 2008). Il tasso di occupazione nell’Area Euro e’ al massimo dal 2005.
In tutta Europa scende l’inflazione: in Germania a marzo è calata a 7,4%, dal 8,7% di febbraio, ed in Francia al 5,7% dal 6,3%. I cali piu’ sensibili riguardano i prezzi dell'energia, mentre per i prodotti di largo consumo ed i servizi continuano a crescere ad un ritmo non molto diverso che nei mesi scorsi.
In un contesto di inflazione comunque ancora troppo alta non manca chi, in Europa, invoca un ulteriore inasprimento della politica monetaria dell’ECB (Banca centrale europea): ieri e’ stata la volta del Governatore della Banca centrale maltese Edward Scicluna e di quella lettone Martins Kazaks: entrambi richiamano la necessità di nuovi rialzi del costo denaro, di +25 o +50 bps, nella prossima riunione del 4 maggio.
In Italia, l’Isituto nazionale di statistica (Istat) ha sottolineato la debolezza dell'economia manifatturiera: "A febbraio in Italia la produzione industriale ha registrato il secondo calo mensile consecutivo ed e’ piatta rispetto agli stessi mesi del 2022. Lo scenario internazionale resta caratterizzato da inflazione in lenta decelerazione, elevata incertezza politica globale, e tensioni nel settore finanziario".
Banca d’Italia rimarca invece che il grado di fiducia dei consumatori migliora anche a marzo, sia riguardo alla situazione economica generale che a quella corrente. Anche la fiducia delle imprese mostra sintomi di ripresa dopo la stagnazione del bimestre gennaio-febbraio.
L'Opec+ (cartello dei maggiori esportatori mondiali) conferma le previsioni di crescita della domanda di petrolio nel 2023, pari a 2,3 milioni di barili/giorno, sottolineando il crescente divario tra domanda in ascesa e offerta in calo.
Oggi il prezzo del greggio WTI (West Texas Intermediate) e’ stabile a 82 Dollari/barile, consolidando i recenti progressi, pari a +18% in 3 settimane. Quello del gas metano europeo resta debole, -1% a 42 Euro/Mgwh. (ore 11.00 CET)
Sul mercato obbligazionario si osserva la sostanziale stabilita’ dello spread tra BTP decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi, attorno 185 bps, col rendimento del BTP decennale benchmark poco mosso e attorno a 4,22%.
La stagione delle relazioni sul 1’ trimestre 2023 e’ ormai iniziata negli Stati Uniti: oggi riporteranno alcune delle principali banche americane, tra le quali JpMorgan, Citigroup e Wells Fargo.
Sulle Borse asiatiche stamani e’ prevalso l’ottimismo, innescato anche dalla decisione della Banca centrale di Singapore di non alzare nuovamente i tassi per evitare un eccessivo rallentamento della crescita: quella di Singapore si aggiunge a scelte identiche fatte da India, Corea del Sud, Canada ed Australia.
Il Nikkei giapponese ha chiuso a +1,2%, segnando il 6’ rialzo consecutivo: tra le altre piazze finanziarie asiatiche segnaliamo il +0,5% di Hong Kong e Sidney, il +0,6% di Shanghai ed il +0,8% di Taipei.
Le Borse europee chiudono la mattinata in contenuto rialzo, in media +0,4% alle 13.30 CET, ed i futures su Wall Street anticipano riaperture “piatte”.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Borsa chiusura settimanale, Ftse Mib +2.47% & Nasdaq +0%!Chiusura settimanale di Borsa positiva per Piazza Affari con il Ftse Mib che recupera i livelli di pre-crisi bancaria 2023.
Per i titoli di Borsa Milano i principali rialzi arrivano dal settore bancario, bene le chiusure di Bper Banca che sale a +4,67% portandosi al livello di 2.50 euro per azione sopra la resistenza di area prezzo 2.25 euro pcentoer azione.
Bene anche Unicredit che sale sino a chiudere a +2,92% ritrovando i massimi del 9 marzo 2023 di area 19 euro, ancora bene Banco Bpm con una chiusura a +3,35% che supera la resistenza di area 3.20 euro.
Fanno bene anzi più che bene sia Banca Intesa Sanpaolo che con un +3,37% si porta ad un livello di resistenza di area prezzo 2.4650 euro cento per azione che Fineco che chiude a +4,52% in area 14.80 e favorita al raggiungimento di area 16 euro!
Le borse Usa invece virano verso il segno negativo Dow Jones chiude in perdita a - 0,45%, S&P 500 in chiusura perde lo 0,12% mentre il Nasdaq passa da positivo a -0,50% e tutto questo nonostante le trimestrali delle banche americane positive . . . oltre le attese!
Per i bancari USA sale JPMorgan nel pre-mercato la banca americana ha diffuso i conti del primo trimestre 2023 che registra profitti in aumento a 12,62 miliardi ovvero +52%.
Bene anche Wells Fargo che realizza utili e ricavi migliori del previsto+ 5 miliardi e +5% anno su anno.
Wall Street: focus sulle trimestrali dei colossi bancari USALe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno dato origine ad una seduta complessivamente caratterizzata dai rialzi. Sono da segnalare le parole di Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, secondo cui l’inflazione core si sta dimostrando “appiccicosa”, evidenziando come la BCE dovrà essere ostinata nella lotta all’aumento dei prezzi. Per Nagel, l’indice dei prezzi al consumo complessivo sta andando nella giusta direzione, mentre la misurazione depurata dagli elementi più volatili potrebbe flettere prima dell’estate. Il Governatore della Bank of France, Francois Villeroy de Galhau, ha invece dichiarato che l’Eurotower ha già completato buona parte del percorso di aumento dei tassi, con l’impatto dei precedenti incrementi che deve ancora arrivare. Secondo Villeroy, una volta raggiunto il picco la Banca Centrale Europea lo dovrà mantenere per tutto il tempo necessario. Per quanto riguarda i dati macroeconomici, le richieste di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 239mila unità, oltre le stime a 239mila unità e alle precedenti 228mila. Da mettere in luce anche la discesa dei prezzi alla produzione USA di marzo del -0,5% su base mensile, mentre la rilevazione core ha segnato un -0,1%. Queste misurazioni potrebbero essere considerate come un altro indizio di rallentamento dell’inflazione. Nel frattempo, dal report mensile dell’OPEC è emerso come il gruppo continui a prevedere un aumento della domanda di petrolio di 2,3 milioni di barili al giorno. Oggi il focus sarà rivolto all’inizio della stagione delle trimestrali, con alcune delle principali banche USA che rilasceranno i risultati del 1° trimestre 2023.
Bitcoin come commodity: ecco perché sale il prezzo di BTCBitcoin, la criptovaluta più conosciuta al mondo, è spesso paragonata ad una commodity. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui Bitcoin può essere considerato una commodity e come questa analogia può aiutare a capire la natura e il valore di Bitcoin.
Innanzitutto, è importante comprendere il concetto di commodity. Una commodity è un bene materiale che viene scambiato sul mercato e che ha un valore oggettivo determinato dall'offerta e dalla domanda. Esempi di commodity includono petrolio, oro, grano e zucchero. Le commodity sono spesso utilizzate come riserve di valore, come strumenti di copertura contro l'inflazione e come investimenti a lungo termine.
Ci sono diverse ragioni per cui Bitcoin può essere paragonato ad una commodity. Innanzitutto, come le commodity tradizionali, il valore di Bitcoin è determinato dall'offerta e dalla domanda sul mercato. La quantità di Bitcoin che può essere estratta è limitata a 21 milioni di unità, il che significa che il valore di Bitcoin è in parte determinato dalla sua scarsità.
Inoltre, come le commodity, Bitcoin può essere utilizzato come riserva di valore e come strumento di copertura contro l'inflazione. Ciò è particolarmente importante perché Bitcoin è una valuta digitale decentralizzata, il che significa che non è controllata da alcuna autorità centrale come le banche centrali. Questo rende Bitcoin resistente all'inflazione e alla manipolazione del mercato.
Infine, Bitcoin è soggetto a fluttuazioni di prezzo simili a quelle delle commodity. Come le commodity, il prezzo di Bitcoin può essere influenzato da fattori come l'offerta e la domanda, l'incertezza politica ed economica e i cambiamenti nei tassi di interesse.
In sintesi, Bitcoin può essere considerato una commodity perché il suo valore è determinato dall'offerta e dalla domanda sul mercato, può essere utilizzato come riserva di valore e come strumento di copertura contro l'inflazione, e subisce fluttuazioni di prezzo simili a quelle delle commodity tradizionali. Tuttavia, è importante ricordare che Bitcoin è anche una valuta digitale, con alcune caratteristiche uniche rispetto alle commodity tradizionali.
In sintesi, Bitcoin è in realtà molto più simile ad una commodity piuttosto che ad una valuta. Il prezzo di BTC dipende dal costo di produzione. Vi siete mai chiesti cosa accada ad una materia prima quando il costo per produrla eccede il suo prezzo? I produttori smetteranno di produrla, riducendo l’offerta. Questo dovrebbe impattare in maniera positiva sul prezzo. In alternativa si farà spazio sul mercato un’azienda produttrice più all’avanguardia che sfrutterà i propri vantaggi tecnologici per ridurre i costi di produzione. Trovo moltissime similitudini con il mining e la struttura tecnica di Bitcoin. Quello su cui secondo me il mercato dovrebbe concentrarsi è quindi l’utilità. Perché finché ci sarà un utilità, il prezzo ha buone probabilità di rimanere al di sopra del costo di produzione.
Inflazione USA al 5%, Borsa Italiana su Wall Street crolla!Il dato dell'inflazione USA non riesce a spingere in alto Wall Street che affonda in chiusura.
L'inflazione Usa finalmente scende, siamo al 5% il livello più basso da quasi due anni, la Federal Reserve Bank ha fatto la sua parte ma ancora non è finita.
A preoccupare gli investitori sono le parole del Presidente Jerome Powell: "la crisi bancaria potrà innescare una recessione già a partire da quest'anno".
Wall Street reagisce passivamente alle parole di Powell e cos' gli indici in chiusura invertono la rotta e si dirigono verso nuovi minimi.
Così le chiusure di borsa in USA, S&P 500 chiude a - 0,39%, il Dow Jones chiude a -0.20%, il Nasdaq ha la peggio e chiude a -0.90%.
Il Nasdaq è sicuramente l'indice di riferimento per la tendenza e la volatilità di Wall Street, il respingimento dei prezzi indice di areea 13000 punti non è di certo un buon segnale, adesso toccherà aspettare i supporti di area 12600 punti.
La stretta monetaria ha sortito gli effetti desiderati sull'inflazione ma non di certo per gli indici azionari e . . . le banche.
Per Borsa Italiana la giornata non è stata per nulla male, il Ftse Mib ha chiuso in leggero rialzo a +0,4% sfiorando il massimo relativo del 2023 di area 27900 punti indice.
Purtroppo mancano i volumi e pertanto il Ftse Mib a 27900 punti indice di Piazza Affari si affaccia solamente per salutare, resta a quel livello solo per pochissime ore riportandosi successivamente al livello di 27500 punti in chiusura.
Shooting star sul DAX 12.04.2023I dati sull'inflazione USA lasciano i rendimenti quasi invariati e lasciano altrettanto invariate le probabilità (molto elevate) di un ulteriore aumento dei tassi a maggio. Gli indici azionari rispondono con candele poco estese ma di connotazione debole, in particolare sul DAX si osserva un'importante shooting star. Strappa la rialzo il petrolio che potrebbe rientrare nel vecchio trading range con target area 93.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 11.04.2023Borse europee tentano il rimbalzo dopo il long-weekend pasquale.
Mercato del lavoro Usa ancora forte: nuovo aumento tassi piu’ vicino.
Bitcoin in forte recupero, sopra 30 mila US$: l’inizio di una nuova fase?
Domani il dato “clou” della settimana: l’inflazione CPI di marzo negli Usa.
Venerdi’ 7 la giornata borsistica e’ stata poco interessante, data la chiusura delle piazze finanziarie europee, americane, e di Hong Kong, Singapore e Sydney. Tuttavia gli investitori hanno atteso con molto interesse i dati sul mercato del lavoro Usa, che a marzo ha creato 236 mila posti nuovi posti di lavoro, rivelandosi ancora una volta solido e resilente all’aumento dei tassi di interesse.
La “job creation” e’ stata inferiore ai 326 mila nuovi occupati di febbraio, ma sufficiente a far scendere il tasso di disoccupazione dal 3,6 al 3,5%, accompagnato da una crescita moderata dei salari orari, +0,3% rispetto a febbraio.
L’outlook economico globale, secondo le stime piu’ aggiornate del FMI (Fondo monetario internazionale), con una crescita mondiale attesa del GDP 2023 (prodotto interno lordo) di +3,0% annuale, e’ il più debole degli ultimi 30 anni, a causa dell’inflazione troppo alta e dell’aumento del costo del denaro.
Ieri 10 aprile invece, Wall Street ha lavorato regolarmente e dopo un’apertura debole si e’ ripresa nel pomeriggio, fino a chiudere la seduta con indici praticamente stabili rispetto al “closing” di giovedi’ 6 aprile: S&P 500 +0,09%, Nasdaq -0,05%, Dow Jones +0,31%.
Intanto il ritorno a rendimenti positivi sulle obbligazioni, comprese quelle a breve scadenze, insieme ai noti crack delle 2 banche regionali Usa, stanno portando i risparmiatori a spostare la liquidità dai conti correnti a vista (cash account) verso i fondi e gli ETF “money market” che hanno toccato la ragguardevole cifra di 5.250 miliardi di Dollari.
Oggi 11 aprile, e’ la “vera data” di riapertura dei mercati finanziari e l’attenzione si concentra di nuovo su inflazione e tassi di interesse: mercoledi’ 12 sara’ pubblicato il dato sull’inflazione al consumo (CPI) di marzo negli Usa: le stime prevedono una crescita mensile di +0,5% della “core” (ex cibo ed energia) che farebbe scendere la variaziona annuale da +6,0% a +5,7%.
Restando negli Usa, venerdi’ 14 avremo le vendite al dettaglio di marzo, previste in crescita grazie alla ripresa delle vendite di auto nuove, e la produzione industriale/ manifatturiera.
Numeri brillanti su consumi e manifattura potrebbero indurre la FED (Banca centrale Usa, Federal Reserve) a continuare, il prssimo 4 maggio, la fase di “tightening”, cioe’ di rialzo dei tassi di interesse, e questo peserebbe sul comparto azionario.
Questa settimana vede l'avvio della pubblicazione delle relazioni trimestrali americane, che rifletteranno il possibile impatto sui margini dell’aumento del costo del denaro.
Spostandoci in Cina rileviamo qualche segnale di rallentamento dei prezzi al consumo, calati -0,3% mensile a marzo, per un +0,7% annuale, che segna una frenata rispetto al +1,0% di febbraio. Sorprende in positivo la discesa dei prezzi del cibo, -1,4% mese su mese, mentre sono rimasti stabili nel “non food”.
Prezzi dell’energia: sono stabili i prezzi del greggio dopo i rialzi innescati dall’inatteso taglio deciso dall'Opec+ (Cartello dei maggiori esportatori): il WTI (West Texas Intermediate) vale 79,5 Dollari/barile, -0,3% dal closing di ieri, 10 aprile.
Gas metano europeo ancora depresso, -5% a 41,8 Euro/MWh. (ore 10.30 CET)
Sul fronte dei cambi, l'euro passa di mano a 1,088 dollari (con la moneta unica che si muoveva in area 1,09 alla fine della scorsa settimana) e a 145,29 yen. Il cross tra il biglietto verde e la divisa nipponica segna 133,49.
Mattinata memorabile per il bitcoin, tornato sopra 30 mila Dollari, quasi +80% da inizio anno e ai massimi da giugno scorso, ma ancora a meno della meta’ dei suoi massimi storici di novembre 2021, alla vigilia di una serie di inciampi e fallimenti (FTX, Terra-Luna etc) che avevano minato gravemente la fiducia verso il “mondo Crypto”.
Sul mercato valutario stamane, 11 aprile, registriamo il ridimensionamento del Dollaro Usa, reduce da un effimero rialzo innescato dai dati del mercato del lavoro che supportano uno scenario di nuovi rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve: verso Euro perde -0,4% a 1,091 (ore 13.30 CET).
L'oro torna stamane sopra 2 mila Dollari/oncia, consolidando i progressi degli utimi 2 mesi: alle 10.00 CET sfiora i 2.014 Dollari/oncia, +0,6%.
Il comparto obbligazionario europeo e’ privo di movimenti di rilievo, dopo il calo dei rendimenti dell’ultimo mese: il rendimento del BTP italiano decennale benchmark e’ 4,12% e lo spread tra BTP decennali e omologhi Bund tedeschi e’ in lieve espansione a 186 punti base, +2 bps dal closing di giovedi’ 6 aprile.
L'inflazione cinese in rallentamento rilancia la prospettiva di nuovi stimoli governativi all'economia, ma le borse cinesi non reagiscono: Shanghai -0,05%, Shenzhen +0,04% : il Nikkei di Tokyo, dopo la conferma della politica monetaria accomodante da parte del neo governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda, sale +1,05%.
Seul +1,42%, Hong Kong +0,76%, Sydney +1,26%, Mumbai +0,56%.
Borse europee in rialzo medio di +0,7% a fine mattinata, future su Wall Street positivi, in media +0,5% (ore 13.30 CET).
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Analisi settimanale di BTC con IchimokuBuon inizio settimana,
Analizziamo a colpo d’occhio il grafico giornaliero di BINANCE:BTCUSDT con Ichimoku Kinko Hyo. Utilizziamo le impostazioni tradizionali. Nell’analisi sono presenti altri indicatori. Li abbiamo sviluppati e rilasciati Open Source.
Trend:
La Kumo e’ verde da 28 giorni e ha una larghezza del 10.8% circa. Si e’ allargata ed e’ guarda verso l’alto. Le varie linee indicano una situazione di uptrend generale.
Il Kijun Trend indicator indica la ricerca di posizioni long.
Heikin-Ashi:
Le Heikin-Ashi confermano l’impulso rialzista senza ombre sotto. Questo ci fa notare una certa forza del mercato.
Supporti e resistenze:
- 32150.00 Fibonacci
- 30350.00 Cuspidi Chikou e zone flat di Kijun e Tenkan
- 30000.00 Soglia psicologica
- 29800.00 Cuspidi Chikou e zone flat di Kijun e Tenkan
- 27950.00 Fibonacci
- 25000.00 Fibonacci
- 24800.00 Cuspidi Chikou e zone flat di Kijun e Tenkan
Per i livelli di prezzo statici, nel grafico in basso a destra sono tracciate le zone flat di Tenkan, Kijun, Senkou Span A e Senkou Span B su diversi timeframe, e la Chikou per il time frame daily.
Per i livelli di prezzo dinamici, è possibile osservare le linee dell'Ichimoku: la Tenkan Sen (breve termine), la Kijun Sen (medio termine) così come la Senkou Span A e Senkou Span B (lungo termine).
Conclusioni:
La situazione e’ rialzista, dopo il superamento della soglia psicologica dei 30000.00.
E’ possibile trovare un pattern ABC rialzista che indica i seguenti livelli: NT 27892.34, N 29876.78, V 31169.78 e E 31867.22.
È importante valutare la chiusura del prezzo durante la settimana sulle seguenti strutture di prezzo:
- Rialzista: 30387.00
- Ribassista/Laterale: 29300
Ciclo Altcoin:
Per il Bitcoin Dominance e l'Altcoin Cycle possiamo considerare la variazione settimanale:
- Capitale totale del mercato delle criptovalute: Aumentato.
- Dominanza di BTC: Aumentato.
- Prezzo di BTC: Aumentato.
- Aspettativa del ciclo Alt: Diminuzione.
Grazie per l'attenzione, felici di sostenere la comunità di TradingView.
Indicatori utilizzati:
Analysis Tool
Kijun Trend Indicator
Ichimoku Support and Resistance
Chikou Support and Resistance
NASDAQ - Siamo in Bull Market?
Sul grafico Weekly stiamo assistendo alle creazione di massimi e minimi crescenti anche sull'indice tecnologico americano.
Molto probabilmente un plausibile pivot dei tassi d'interesse stanno spostando nuovamente gli investitori e le grandi banche d'affari a piazzarsi sui titoli Tech.
In effetti nel seguente grafico possiamo notare come da inizio anno il Nasdaq stia performando meglio dello S&P500.
Ora analizziamo da più vicino il grafico sul daily.
Nel rettangolo si evidenzia una notevole accumulazione caratterizzata da varie manipolazioni di mercato, catalogate dallo studioso Wyckoff; nella prima parte dell'accumulazione si nota come una volta raggiunta la zona di demand, che funge da supporto, i prezzi abbiano fatto delle finte rotture al rialzo, con la creazione di un massimo crescente, ma ecco che i prezzi cascano giù creando nuovi minimi.
Successivamente si ripete la stessa storia con una fase pressoché laterale.
Dagli studi di Wyckoff, dovremmo essere verso la fine dell'accumulazione e ci aspetterebbe una notevole fase di trend.
Dal grafico si evidenzia anche che siamo nella zona di supply weekly, e vicini alla zona di supply evidenziata sul grafico Daily (13430-13580), che se i prezzi avranno la forza di raggiungere, molto probabilmente potrebbe respingerli fino a raggiugere l'area dei 12460, compensando cosi l'inefficienza di mercato.
A rafforzare la tesi, di un piccolo storno ci sono anche due divergenze sugli indicatori CCI e TSI evidenziate nel grafico seguente.
E voi cosa ne pensate?
Buon trading e investimenti a tutti.
Euro/Usd, gli Istituzionali si prendono un pausa. Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.56
Lunedì 10 Aprile 2023
(COT DEL 04 APRILE 2023)
Gli Istituzionali si prendono un pausa mentre Euro sale.
Ciao buongiorno e buona Pasquetta,
oggi le Borse Europee saranno chiuse ma nel pomeriggio quelle americane saranno regolarmente aperte
Non cambia di molto la situazione del Cot. Il grafico delle forze relative esprime con chiarezza la superiorità di fondo del Cot di Euro (linea blu) su tutte le altre valute Dollaro compreso (linea rossa). Questo vuol dire che di fondo il trend di medio lungo è e rimane long non ostante le variazioni settimanali che, come nel caso di questa settimana, vedono un calo delle posizioni di Euro (questa volta è dovuto ad un aumento di posizioni short ) ed un aumento di quelle del Dollar Index (per aumento di posizioni long).
Dall’ altro lato della medaglia, l’ Indicatore del Cot del Dollaro pur rimanendo sotto la linea dello zero continua ad essere superiore a tutte le altre valute che continuano a rimanerne schiacciate sotto. Questo vuol dire che ancora non vi è una superiorità complessiva del mercato nei confronti del dollaro che rimane ancora potenzialmente forte e capace di dar vita a fasi di ritracciamento Daily e settimanali.
Di seguito la tabella con i valori aggiornati ed il grafico delle forze relative:
Sapete che io penso che Euro abbia bisogno di trovare forza e liquidità per rompere l’ area rossa in zona 1.0920 in un livello di prezzo più basso perché come ho scritto più volte continua a salire senza comprare i massimi ma rimane il fatto che al momento è indiscussa la sua forza e che anche questa settimana a trovato il livello di supporto nella prima delle aree sensibili che avevo indicato in zona 1.08 che è stato sporcato e riassorbito con precisione senza necessità di dover scendere ancora più in basso.
Cosa mi aspetto questa settimana?
Movimenti di volatilità alta collegati ad alcuni driver importanti quali l’ Indice dei prezzi i al consumo negli Stati Uniti che sono molto importanti nella valutazione da parte della Fed dello stato dell’ inflazione ed i Verbali della Fed di Marzo che saranno pubblicati nella giornata di mercoledì.
Esiste un’alta probabilità, a mio personalissimo parere, che andremo a coprire la candela di F.o.m.o. (Fear of messing out) che abbiamo registrato lo scorso 30 gennaio. Se questo dovesse verificarsi occorrerà prestare particolare attenzione alla zona in area 1.1030 che potrebbe essere sporcata e riassorbita per dar vita ad un doppio massimo con brusca ricaduta del prezzo (brusca non vuol dire che si inverta il trend ma solo che si potrebbe originare un movimento di speculazione che potrebbe essere sfruttato anche da noi. Al momento io credo che sia lì che Eur/Usd stia andando in modo costante anche se non molto deciso viste le continue spike di rifiuto che continuano a susseguirsi settimana dopo settimana).
Questo giustificherebbe anche le posizioni short che gli Istituzionali hanno iniziato a lasciare a mercato in questa settimana in quanto sappiamo che loro si posizioni short proprio mentre il prezzo sale per poi recuperarle successivamente quando il prezzo riscenderà.
In tutti i casi a grafico ho lasciato tutte le aree di supporto indicate nelle scorse settimane e le nuove aree di resistenza che abbiamo al momento sopra la testa in modo da fornire un quadro complessivo più completo da tenere come punto di riferimento:
Dal lato Indici invece sarà molto importante la giornata di venerdì in cui le principali banche statunitensi pubblicheranno gli utili del trimestre scorso. Questi saranno analizzati e valutati con molta attenzione da parte degli operatori per capire lo stato di solidità del settore bancario dopo le turbolenze che abbiamo avuto nelle settimane passate.
“Le principali banche, tra cui JPMorgan (NYSE:JPM) e Citigroup (NYSE:C), presenteranno i risultati venerdì, seguite da Goldman Sachs (NYSE:GS), Morgan Stanley (NYSE:MS) e Bank of America (NYSE:BAC) la settimana successiva.” (fonte Investing)
In settimana vedremo aggiornamenti su Sp Nasdaq e Dax che condividerò come sempre la mattina.
Per ora lascio di seguito i grafici di Sp e Nasdaq con le principali aree e trend line di riferimento settimanali.
Ho messo Nasdaq ed S&P perché si vede bene dal confronto settimanale dei due come il Nasdaq abbia già rotto la trend line di lungo e la relativa area di resistenza in zona 12857 che è stata già ritesta e trasformata in area di supporto questa settimana mentre S&P è rimasto più indietro ancora sotto alla trend line ed alla corrispondente area di resistenza che per S&P si trova in zona 4150.
A grafico ho indicato tutto.
Ciao Emi
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
QUELLO CHE UN TRADER DOVREBBE SAPERE SUL CICLO ECONOMICO.SCARICO DI RESPONSABILITÀ.
Le informazioni fornite e le opinioni espresse nel corso del presente argomento sono finalizzate esclusivamente a fornire informazioni di carattere generale sulla mia metodologia di trading, sul mio andamento basato sul mio trading plan e non hanno lo scopo di consiglio operativo, acquisto o vendita riguardo le operazioni che espongo, oppure, riguardo alla mia personale gestione del Money Management. Pertanto, nulla di quanto viene esposto è da considerarsi appropriato alle caratteristiche individuali di chi legge riguardo la sua conoscenza/esperienza del trading, alla situazione finanziaria individuale ed ai personali obbiettivi che ogni singolo individuo si pone.
Riassumendo quanto sopra, non posso essere considerato responsabile di alcuna perdita futura, ne direttamente e tanto meno indirettamente da operazioni effettuate sulle basi di quanto espresso in questo studio o esposizione.
Lo spunto di didattica di questo articolo non è farina del mio sacco di certo, è un esposizione che vidi in un webinar di alcuni mesi addietro, il relatore era Gianluca Defendi, (penso che molti di voi lo conosceranno). E comunque, è, come recita il titolo, un ciclo che vogliate o no tende a ripetersi e che, potrete constatare da voi, quanto mi preparo a scrivere è fase attuale e persistente da mesi, quindi non certo la scoperta dell’acqua calda, ma tutti noi dovremmo avere ben presente se vogliamo operare in campo finanziario, quindi, (e non solo), tradare strumenti finanziari.
Chi mi legge costantemente è cosciente che sono riluttante a tradare usando come metro di giudizio per ingressi ed uscite dalle posizioni l’analisi fondamentale, soprattutto le notizie macroeconomiche, ritengo facciano muovere il prezzo su basi emotive e poco, se non per nulla, coerenti con i dati usciti, chissà quante volte avrete avuto modo di sperimentare questa frustrante situazione. Tante volte ho letto su forum, chat e quant’altro i commenti di chi non comprendeva come all’uscita di un buon dato USA il dollaro crollava o viceversa strappandomi un sorriso.
La mia convinzione è che il prezzo sconta tutto.
Questo però non esclude che dobbiamo conoscere i cicli economici che nel lungo rispettano sempre le curve che creano, quindi sapremo come nel medio e lungo periodo ogni settore si muoverà.
Tant'è che la premessa appena fatta non esclude sicuramente che io, come penso e spero voi tutti, segua le notizie finanziarie di carattere generale e macroeconomiche sempre e comunque.
Finito con la premessa mi addentro nella didattica.
Ho voluto pubblicare questo articolo anche perché attuale con questa fase di mercato, dove le banche centrali per tentare di raffreddare la salita inflattiva, hanno alzato repentinamente e con decisione i tassi di interesse, anche se, come a detta di tutti, o quasi, gli operatori di mercato, molto in ritardo, avendo sottovalutato la situazione l’anno passato.
Cos'è un ciclo economico? E’ null’altro che una sinusoide, si passa da periodi di espansione a periodi di rallentamento economico che talune volte sfociano in periodi recessione dove, come ho scritto sopra, le banche centrali per governare il ciclo intervengono per raffreddare i prezzi in fase d’espansione alzando i tassi, oppure far ripartire l’economia in fase di rallentamento o recessiva, abbassando i tassi. Diciamo, fornendo un equilibrio al mercato, se così si può dire, essendo che in verità il mercato finanziario è instabile, tanto quanto lo è la stessa economia. Quello che la rende tale è tutta una serie di fattori dalla quale viene colpita positivamente o negativamente dettandone l’andamento. Vedi solo per fare due esempi recenti il Covid, la guerra Russa contro l’Ucraina…
Quindi, ripeto, è un ciclo che si ripete, credo nessuno possa obbiettare, quello che varia è solo la durata e l’intensità ma non le fasi del ciclo. L’obbiettivo di questa didattica è far comprendere quanto dobbiamo monitorare perché ci possa tornare utile averne le conoscenze per la nostra operatività.
Cosa dobbiamo sapere in essenza è che il mercato finanziario tende ad anticipare gli eventi futuri, (da qui il mio credo del prezzo sul grafico che sconta le notizie), a volte riescono altre no ovviamente. Il principale mercato anticipatore è l'obbligazionario, segue l’azionario ed infine il più lento a muoversi è quello delle materie prime. Quest’ultima è la causa se vogliamo di talune correlazioni inverse, essendo che alcuni settori sono degli indicatori veloci mentre altri lenti, quindi avremo l’effetto che mentre in una fase di mercato ci saranno settori in espansione, avremo altri settori in contrazione.
Guardando il grafico potremo vedere che nel momento che l’economia tende ad entrare in contrazione se non in recessione il primo strumento che tende a crescere è l’obbligazionario, come dicevamo l’indicatore più veloce di una decrescita economica, nel momento che l’economia è al suo minimo e sono state scontate tutte le notizie negative, inizia la fase di accumulazione degli investitori di medio/lungo periodo nell’azionario, vedendo ottime opportunità di acquisto, e, come si diceva il secondo indicatore a muoversi a livello settoriale, (ricordate che quanto scrivo è nell’ottica della premessa che i mercati tendono sempre ad anticipare, quindi, provano ad interpretare i movimenti futuri). Infine, quando la ripresa economica inizia la sua ripresa, abbiamo il terzo indicatore che si muove, assisteremo alla risalita delle materie prime, essendo che riparte la domanda e quindi il bisogno per le aziende di materie prime per la produzione industriale.
A questo punto vediamo salire a braccetto con l’economia questi settori, sino a quando non raggiungeremo il cosiddetto livello di surriscaldamento dell’economia, questo è il periodo nel quale ci troviamo, dove appunto aumenta il tasso inflattivo ed entrano in gioco le banche centrali che alzano il tasso d’interesse per calmierare i prezzi e quindi l’inflazione. A questo punto come prima le prime a scendere saranno le obbligazioni in quanto indicatore veloce, quindi prima che l’economia raggiunga il suo picco, “scommettono” sul fatto che le banche centrali interverranno. I primi sei mesi dello scorso anno ne sono stati il caso emblematico di quanto scrivo. Secondariamente, (anche qui, come avrete notato, vedi settore tecnologico americano), a scendere è il mercato azionario, nel momento che dal suo picco massimo, l’economia inizia la fase discendente. Le ultime a muoversi al ribasso, sono le materie prime, perché? Perché rallentando l’economia, rallenta inevitabilmente la domanda e quindi il prezzo delle materie prime. Quindi avremo la banche centrali che per permettere all’economia di riprendersi abbasseranno i tassi d’interesse ed il ciclo ripartirà da capo.
Se credevate che questa era la lezione odierna vi siete sbagliati, perché adesso passiamo a descrivere i dati macroeconomici principali dei quali dobbiamo essere a conoscenza, loro sono gli attori principali della lettura del ciclo economico e delle decisioni degli istituzionali nel tentare di anticipare, nonché delle banche centrali per i loro interventi, insomma per quanto ho descritto sin dall’inizio sopra. Non solo… Dovremmo sempre avere sott’occhio il calendario dell’uscita di questi dati macroeconomici, in quanto saprete bene, che sopratutto per i traders intraday, (non è il mio caso), in uscita di questi dati la volatilità aumenta notevolmente, quindi questo richiede di stare con gli occhi ben spalancati!
Questi sono i principali dati macro dei quali bisogna essere a conoscenza:
GDP o PIL – Per gli americani Gross Domestic Product per noi Prodotto Interno Lordo.
Esso misura il valore di tutte le merci e i servizi prodotti in un arco temporale e in una area economica.
Ci indica l’andamento dei consumi privati, degli investimenti, spesa pubblica e alla differenza fra importazioni ed esportazioni. Questi elementi determinano la crescita o la contrazione dell'economia.
Avendo parlato d’inflazione non possiamo che avere presente il dato CPI – Consumer Price Index.
Questo è l’indice che misura la variazione di un paniere di beni e servizi. Di questo dato abbiamo anche la versione Core, essa è epurata della componente energetica e dei beni alimentari, esclude dal paniere i prezzi più volatili.
Altro dato il PPI – Producer Price Index. Indica la variazione dei prezzi all’ingrosso dei prodotti manifatturieri e agricoli ed è importante perché sempre in tema inflattivo, un aumento dei prezzi all’ingrosso inevitabilmente ricade infine su un aumento dei prezzi per il consumatore finale. Questo è un indicatore leading proprio in ragione che il suddetto aumento comporterà inevitabilmente l’aumento dei prezzi al consumo.
Più velocemente lo ZEW, l’indice di fiducia delle imprese tedesche nonché dell’area Euro, l’IFO, solo delle imprese tedesche.
Abbiamo ISM e PMI – Manifatturiero e dei servizi, misurano lo stato di salute economico con relativa soglia di riferimento di 50 punti, al di sopra l’economia è in espansione, sotto contrazione o nel peggiore dei casi recessione. Gli indici misurano i nuovi ordini, livelli di occupazione e produzione.
Il dato che viene monitorato con maggiore attenzione sia sul lato americano, ma credo in tutto il mondo con grande interesse è quello sul mercato del lavoro statunitense. In particolare gli NFP – Non farm payrolls. Credo che sia conosciuto da tutti e misura mensilmente ed a livello nazionale, i nuovi posti di lavoro creati o persi in aziende non del settore agricolo. Individua il trend nei vari settori economici. Perché importante? Se si creano nuovi posti di lavoro la gente torna a spendere, se l’individuo spende l’economia cresce, giusto?…
In sintesi possiamo dire di un ciclo economico che vive di quattro fasi: da un MASSIMO, ha una fase 1 di RALLENTAMENTO, una fase 2 di CONTRAZIONE per passare da un MINIMO quindi vedere una fase 3 di RIPRESA ed una fase 4 di ESPANSIONE, tutto questo è attraversato da una linea di trend che a noi traders poco interessa, ma per chi, invece, investe è interessante sapere che in un ottica di lungo periodo e, per lungo periodo, intendo 20/30 anni, ha sicuramente ragione di crescita per chi investe. Altra cosa di cui dobbiamo essere a conoscenza, e non è poco, è che l’inflazione è un indicatore lagging, l’esempio è di questi giorni, l’economia è in fase discendente ma dell’inflazione stiamo attendendo il picco. La medesima cosa accade quando l’economia ha raggiunto il suo minimo, vale a dire che quando l’economia è ripartita, l’inflazione deve ancora giungere al suo minimo. Per rimanere in tema e comprendere l’andamento che normalmente accade ricordiamo che il mercato obbligazionario anticipa il movimento dell’economia, quindi noi sapremo, prendendo per esempio il minimo, che quando le obbligazioni toccano il loro minimo a breve avremo un minimo dell’economia che spesso coincide con un minimo del mercato azionario, più lentamente vedremo arrivare a toccare anche il minimo alle materie prime, stessa cosa, ovviamente avviene per il massimo.
Quanto sopra descritto lo ritroviamo anche nel SENTIMENT di mercato, mi è particolarmente piaciuta l’affermazione riportata da Gianluca Defendi che dice: quando il mercato raggiunge il minimo vi è il pessimismo lo sconforto, gli operatori credono che peggio non possa esserci quindi iniziano ad accumulare, quindi cresce nello scetticismo, perché anche se il mercato sale è poco compreso, gli operatori pensano che sia solo un rimbalzo ma infine non avrà la forza per continuare la risalita. Nel frattempo l’economia da segnali di miglioramento, i tassi d’interesse ridotti, si innesta un meccanismo virtuoso, a quel punto dal PESSIMISMO si passa ad una situazione di FIDUCIA, di OTTIMISMO, carburante per il circolo virtuoso che si innesta facendo continuare a crescere il mercato. Quando si arriva ad una situazione di EUFORIA, ECCITAZIONE allora è facile che si è raggiunto il TOP della crescita. Anche questo è un modo, il SENTIMENT per interpretare il mercato. Per chi, credo molti, guarda Class CNBC, avrà avuto modo di vedere sempre queste fasi, commentate volte e più volte dai vari esperti.
“I mercati rialzisti nascono nel pessimismo, crescono nello scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono nell’euforia”.
Spero che l’articolo sia stato gradito, credo sia di estrema attualità nonché utilità e colgo l’occasione per porgere gli auguri di una serena festa di Pasqua per chi la festeggia, di buon riposo per chi invece no, e come sempre dice la meravigliosa Stefania Spatti Buon Tutto, alla prossima.
Si ritorna sui massimi storici ?Grandi performance sui titoli delle utilities che in questi giorni, hanno fatto movimenti interessanti al rialzo. Una delle interessate è proprio Snam.
Con una chiusura settimanale da +5% circa, il titolo si porta da 4,90€ circa a 5,18€ in sole due sedute. Come ci mostra il grafico giornaliero, la candela di mercoledì ha dato il primo segnale interessante con la rottura della resistenza a 4,90€ circa per poi proseguire, con un ulteriore rialzo, nella giornata successiva arrestandosi nei pressi della forte resistenza in area 5,20€.
La forza relativa posta sul grafico settimanale, mostra un titolo più forte del mercato confermando il recente movimento.
Che tipo di scenario possiamo ipotizzare ?
A mio parere, se non si è già entrati, attenderei ancora qualche seduta in attesa di capire se c'è ancora forza per rompere l'attuale resistenza. Un'altra operazione in acquisto, potrebbe essere quella di attendere un pullback intorno l'area dei 5€. Se i prezzi dovessero rompere l'attuale resistenza, la prossima area forte sarebbe quella dei 5,40€, per poi puntare ai massimi storici in area 5,60€. Un ritorno sotto i 4,70€ andrebbe ad invalidare l'attuale scenario positivo.
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Nio al 08.04.23 - ImportantissimoNon sono un consulente finanziario, non è un consiglio finanziario non è sollecitazione all'investimento o disinvestimento.
Grafico lineare 1H.
Secondo la teoria delle onde di Elliott.
Dal 30.03.23 Nio appare aver iniziato il movimento 5 (di 5 di 5C).
In particolare Nio appare essere nel Primo (di cinque) movimento del movimento 5 (di 5 di 5C).
Ed ancora più in particolare Nio appare aver terminato i primi III movimenti del Primo movimento ed è in cerca del Top movimento IV, che è il ritraccio del movimento di discesa dal 31.03.23.
Sul grafico sono evidenziati i ritracci di Fibonacci per i livelli di ritraccio dalla discesa dal 31.03.23.
E' probabile che Nio rimanga sotto i livelli di cui alla probabile spalla Sx.
Per terminare il primo movimento di discesa (del movimento dal 30.03.23) necessiterà quindi per Nio fare un nuovo minimo.
Nel frattempo appare che Nio possa star facendo un 'altro Testa spalle dal 15.03.23 con testa al 30.03.23.
In tutto ciò il testa spalle dal 09.11.23 con testa al 08.12.22 è ancora in corso, in rosso è evidenziata la neckline di quel testa spalle.
Trend principale saldamente ribassista, verso nuovi minimi.
E' tutto.
Frenata sulle resistenze SPX SPY IWM petrolio oro 07.04.2023Si chiude una settimana importante che ha confermato il quadro schizofrenico degli indici, con i FAANG che negli USA continuano a distorcere i rendimenti. SP 500 risulta ade esempio vicinissimo ai massimi di gennaio, mentre se si prende lo stesso indice equipesato ovvero senza l'effetto preponderante dei FAANG siamo sotto del 8% quasi. Molto difficile quindi leggere i segnali tecnici, e occorre molta prudenza.
Il settore bancario USA ha tutt'altro che risolto i suoi dubbi, vediamo perché.
Analizziamo oro petrolio, gas naturale e TTF.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 06.04.2023Dati macroeconomici europei in moderato recupero.
Alcuni dati Usa, invece, testimoniano rallentamento: Fed piu’ “dovish”?
Mercati azionari incerti: nessun panic selling, ma scelte “defensive”…
... qualche esempio? Rendimenti dei bond in calo, oro in rialzo.
L’ottimismo della scorsa settimana ha lasciato spazio alla cautela e per le Borse europee ieri, 5 aprile, sono prevalsi i segni negativi: Milano -0,59%, Francoforte -0,53%, Parigi -0,39%: segno positivo solo per Londra, +0,37%. Chiusure miste a Wall Street: Dow Jones +0,24%, S&P 500 -0,25%, Nasdaq -1,07%.
Si conferma, pur tra alti e bassi, la crescente preferenza degli investitori per i cosiddetti “beni rifugio” a cominciare dall'oro. A sostenere questa tendenza ai “safe assets” sono le paure di un'inflazione che potrebbe riaccendersi, o almeno non rallentare a sufficienza, e diversi dati macro Usa che, vien da dire, finalmente, fotografano una congiuntura meno brillante di quella recente.
Ci riferiamo ai dati sotto le attese sul lavoro nel settore privato, al calo delle offerte di lavoro vacanti, agli ordini all’industria ed al rallentamento dell'attività nel comparto dei servizi: tutti convergono verso uno scenario di indebolimento dell'economia Usa. Ecco perche’ questo mese si attendono con particolare ansia i dati sul mercato “generale” del lavoro, che saranno pubblicati domani, venerdi’ 7 aprile.
Rallentamento della richiesta di lavoro “qualificato” e relative posizioni lavorative “aperte” (definite Jolts negli Usa) e ordini all’industria sotto le attese appaioni cacofoniche rispetto alle affermazioni di alcuni membri del Board della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) che invocano nuovi aumenti dei tassi di interesse: tra loro Loretta Mester (Cleveland FED) e Lisa Cook.
I mercati in effetti la pensano un po’ diversamente, e sono cioe’ convinti che la FED sia prossima a concludere il ciclo di rialzi, come testimoniano gli OIS (overnight index swap) sui FED funds, che incorporano almeno 2 tagli entro la fine dell’anno. Inoltre, si osserva un forte calo dei rendimento dei Treasury USA a 2 anni, -13 bps ieri, e 10 anni, tornato sotto 3,3%,
Restando negli Usa, ha deluso il numero di nuovi occupati emersi dall’indagine Adp (Automatic Data Processing) che indica una creazione di 145 mila, contro 261 mila di febbraio e 210 mila attesi.
La performance del settore dei servizi Usa e’ ancora positiva, ma l'indice ISM (Institute for Supply Management) è sceso a 51,2 punti dai 55,1 di febbraio, e contro attese di 54,3.
La fiducia economia dell'Euro-zona e’ cresciuta a marzo per il 3’ mese consecutivo e al livello piu’ alto da maggio 2022, migliorando rispetto al 4’ trimestre 2022: l'indice S&P Global PMI Composito e’ salito a 53,7 da 52,0 di febbraio.
Le scorte di petrolio negli Stati Uniti, la scorsa settimana, sono scese di 3,7 milioni/barili a 470,0, ben oltre le attese di -1,5 milioni. Il prezzo del greggio, dopo il rialzo del +15% in una settimana, ieri si e’ stabilizzato, col WTI (West Texas Intermediate) attorno 81 Dollari/barile.
L’avversione al rischio sospinge il prezzo dell’oro, salito ieri oltre 2.000 Dollari/oncia,
ai massimi da oltre 1 anno, anche per effetto della debolezza del Dollaro, tornato vicino a 1,10 verso Euro, e per i timori di un possibile rallentamento dell'economia americana.
Manifattura tedesca in ripresa? Si direbbe di si’, guardando il dato sulla produzuone industriale che, a febbraio, e’ salita +0,6% su base mensile e +2,0% annuale insieme a nuovi ordini all'industria che hanno battuto le stime. Anche in Francia la produzione industriale è salita +1,2% a marzo, superando le attese degli analisti.
A marzo, nell’Euro-zona, l'Indice S&P Global PMI dei servizi ha segnato un balzo a 55 punti, da 52.7 di febbraio, facendo segnare il miglior dato da maggio 2022.
Peraltro la Germania, per voce del Ministro delle Finanze Christian Lindner, chiede di non essere inclusa nella riforma europea sulla gestione delle crisi bancarie, data la peculiarita’ del suo sistema creditizio nel quale prevalgono casse di risparmio e credito cooperativo.
Il fronte geo-politico e’ ricco di eventi: Il Presidente francese Emanuel Macron e la Prsidente della Commissione europea Signora Von der Leyen sono in Cina, con l’intento di consolidare le relazioni commerciali e invitare Pechino ad agire in favore di una soluzione del conflitto in Ucraina. Nel frattempo Pechino condanna l'incontro tra la Presidente taiwanese e lo Speaker della Camera Usa dei giorni scorsi.
Stamattina, 6 aprile, le maggiori borse asiatiche hanno chiuso in ribasso: Tokyo (Nikkei) -1,2%: la recente crescita dei salari potrebbe suggerire una politica monetaria piu’ restrittiva al nuovo Governatore della Banca centrale, con conseguente apprezzamento dello Yen e perdita di competitivita’ internazionale.
Variazioni minime per Shanghai, -0,1%, Hong Kong, +0,1%, mentre l’ASX200 australiano è sceso -0,3% ed il Kospi coreano -0,8%.
Dopo un avvio incerto, gli indici azionari europei sono migliorati e chiudono la mattinata con variazioni medie di +0,7%: i volumi sono ridotti, per effetto del clima “pre-festivo”. I future su Wall Street non forniscono chiari tendenze sulle riaperture (ore 13.30 CET).
Occhi aperti sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione di oggi pomeriggio, in attesa del rapporto sul mercato del lavoro di domani, 7 aprile.
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CIGNO NERO, I MERCATI HANNO PAURA?Condivido con voi questo piccolo spunto riguardante l'andamento del VIX e dello SKEW.
Per chi non sapesse cosa rappresentano questi due indici:
VIX (Indice della paura): Misura le aspettative di volatilità del mercato azionario basate sulle opzioni dell'indice S&P 500, scadenze brevi (30 giorni).
Oscilla tra valori che vanno da 8 (minimo registrato) a 96 (massimo registrato).
Con un valore del VIX sopra ai 30, generalmente, siamo in presenza di un mercato con alta volatilità e l’atteggiamento degli investitori inizia ad essere più incerto e timoroso.
Al di sotto della soglia dei 20-15, si parla di mercato poco volatile.
SKEW: Misura le aspettative di volatilità ma la differenza sostanziale, rispetto al VIX, è che lo Skew index si focalizza maggiormente sulle opzioni out-of-the-money, vale a dire quelle che hanno una scadenza molto lontana.
Oscilla attorno ai valori di 100-170.
L’indice ha raggiunto un picco a 158 punti nell’agosto del 2018, alcuni mesi prima dell’inizio della fortissima correzione ribassista che ha interessato i mercati.
Mentre il Vix mostra una certa tranquillità, l'indice SKEW racconta uno scenario diverso.
Il riassunto dell'umore dei mercati può essere questo: Tranquillità nel breve termine ma paura nel lungo termine.
Cos’è un evento "Cigno Nero"?
E' un evento imprevedibile con conseguenze potenzialmente gravi.
Gli eventi "Cigno Nero" si contraddistinguono per la loro estrema rarità.
In questi giorni l'oro sta registrando nuovi massimi annuali a 2020$ l'oncia, ormai prossimo a rompere i massimi storici a 2075$ l'oncia.
Complice di questo movimento rialzista di GC è il movimento ribassista dei rendimenti a 10 anni americani che continuano la loro discesa dopo i dati macroeconomici dei nuovi lavori JOLTs che mostrano un rallentamento.
Per la prima volta da maggio 2021, i job openings sono scesi sotto i 10 milioni mostrando che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi.
Questi dati potrebbero spingere la FED a non valutare un ulteriore rialzo di 25 PB.
L'indice FEAR & GREED si trova in territorio neutrale.
Negli ultimi giorni l’indice SKEW è tornato a salire e scambia intorno a 135 punti: vedremo se ritornerà sui valori di dicembre lanciando un nuove segnale di warning.
Buon trading a tutti
Rottura al rialzo per JNJChiude la giornata odierna con un +1.04% il titolo Johnson & Johnson andando a confermare il movimento avvenuto nella giornata di ieri.
Come notiamo dal grafico giornaliero, nella sessione di lunedì', il titolo ha chiuso leggermente sopra la parte alta dell'attuale trading range formato da inizio febbraio. La rottura è avvenuta con una candela da un lungo corpo verde e con volumi crescenti anche se non così tanto forti da evidenziare grande partecipazione. Inoltre, l'attuale movimento, sembrerebbe un primo ribalzo dopo la forte corsa al ribasso partita ad inizio anno che ha portato il prezzo, da circa 180$ fino ad arrivare al minimo di qualche settimana fa, intorno ai 150$.
Sul grafico settimanale, l'area dei 150$ oltre ad essere numero tondo di rilievo, è stata una zona molto sentita dai prezzi nel passato soprattutto nell'anno 2020. L'indicatore di forza relativa che confronta il titolo rispetto al mercato, inizia a girarsi verso l'alto così come anche rispetto al settore di riferimento evidenziando un titolo attualmente più forte del mercato. Sarà comunque importante attendere la chiusura settimanale per avere maggiori conferme.
Che tipo di scenario possiamo ipotizzare sul titolo ?
A mio parere, il movimento avvenuto sia ieri che oggi è stato interessante. Quello che non mi piace molto, sono i volumi che evidenziano non così tanta partecipazione. Se i prezzi dovessero continuare a salire, ecco che nel breve periodo il prossimo obiettivo potrebbe essere l'area dei 162$ circa. Utilizzando il voume profile ed analizzando gli scambi avvenuti sull'attuale gamba ribassista, possiamo notare le zone di prezzo più scambiate e quindi quelle dove è più probabile che il prezzo venga attratto. Come ci fa notare l'indicatore, il prezzo attualmente si è arrestato nei pressi di area 158$. Se venisse rotto il massimo dell’attuale candela, si potrebbero puntare alla prossima area dove sono avvenuti maggiori scambi, quindi, area 162$ circa. Cosa invaliderebbe l'attuale scenario nel breve periodo ? A mio parere il ritorno in area 155$.
Se la mia analisi ti è piaciuta lasciami un like come segno di ringraziamento.
Banche oro e argento segnalano nuovo stress 04.04.2023Dati macro USA inferiori alle attese, unitamente a nuovi ribassi nel settore bancario innescano nuovamente la catena del panic buying di bond oro e argento. Russell e S&P 500 equipesato marcano un importante figura candlestick di reversal, confermando i segnali di allerta che ci stavano dando i volumi già dalla scorsa settimana (video in riferimento).
Il crollo epocale dei mercati è solo rimandatoClicca su “SEGUI” in alto per ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo articolo
I principali indici Ue e Usa, Future Nasdaq 100, Future S&P 500, DAX, FTSE MIB, Ibex 35 sono stabili dopo i rialzi record delle ultime due settimane.
A sorpresa c’è stato un taglia della produzione di Petrolio netto da parte dell'OPEC.
I Paesi produttori di petrolio, tra cui Arabia Saudita e Russia, hanno concordato domenica di ridurre la produzione di altri 1,16 milioni di barili al giorno.
Proprio nel momento in cui l'inflazione iniziava a raffreddarsi è arrivato il netto rialzo del petrolio dovuto al taglio della produzione che sicuramente peserà nelle prossime rilevazioni dell'inflazione, che mi aspetto più alta del previsto.
Questo condizionerà sicuramente le politiche monetarie delle banche centrali, con la FED che potrebbe tornare a essere più aggressiva
Nel precedente articoli parlavo di un crollo epocale in arrivo, la mia visione non è cambiata.
Il crollo è stato solo rimandato, grazie all'intervento delle banche centrali, con Svizzera Usa protagoniste di immissioni di liquidità a pioggia e con la FED che è stata molto più dolce del previsto alzando i tassi di interesse dello 0.25% spaventata dalle crisi delle banche regionali.
Chi legge i miei articoli sa che ho reputato sempre dannose queste immissioni di liquidità che alla lunga possono solo peggiorare le cose aumentando il debito privato e pubblico.
Anche se i governi e le autorità insistono sul fatto che il sistema bancario sia sano, lo fanno solo per guadagnare un po’ di tempo e non scatenare una fase di panico, e la storia insegna che anche nel 2006 2007 ci furono i primi segnali di allarme con la crisi immobiliare che generò crolli di borsa molto simili a quelle attuali prima del grande crollo del 2008.
I settori più sensibili ai tassi di interesse in questa fase stanno già mostrando forti rallentamenti: la domanda di mutui negli Stati Uniti sta subendo la più'' forte contrazione in almeno 30 anni (-57% a/a a febbraio), con i tassi attuali che suggeriscono un ulteriore deterioramento.
La curva dei tassi Usa 10Y-2Y rimane fortemente invertita (-87 pb da -72 pb all''inizio del mese), continuando a segnalare un alta probabilità di recessione.
Quello che sta accadendo in USA, accadrà in Europa con qualche mese di ritardo ma in modo più soft, in quanto a differenza degli USA abbiamo un Banca centrale più accodante e un inflazione esogena e non endogena che sta per stabilizzarsi grazie al crollo del prezzo del gas.
I mercati nel breve termine stanno quindi salendo per l'intervento delle banche centrali che hanno evitato solo momentaneamente il crollo dei mercati, e perché sperano in un ritorno della domanda Cinese che è tutta da verificare.
Gli ultimi dati Cinesi non sono per nulla positivi, Il Caixin China General Manufacturing PMI è sceso inaspettatamente a 50,0 nel marzo 2022 dal picco di 8 mesi di febbraio di 51,6, mancando le previsioni di mercato di 51,7.
Ogni giorno aumentano i miei dubbi sulla solidità dello slancio della ripresa cinese, tra la continua recessione immobiliare e l'incertezza finanziaria globale.
Abbiamo sfruttato bene il mini crollo di inizio marzo del mercato con una operazione sul VIX chiusa in profitto.
Dato che a crollare per primi saranno gli Stati Uniti, lo strumento ideale in questi casi è il VIX, noto anche come l’indice della paura, che utilizza come sottostante le opzioni sull’indice S&P 500, con il quale presenta una correlazione negativa: se lo S&P 500 sale il VIX scende e viceversa.
A fine mese potrei rientrare con lo stesso target della prima operazione di 40.
Nota dell’autore:
Le informazioni e i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione a operare nei mercati finanziari ma sono semplicemente pareri e operazioni personali.