Bitcoin (BTC): che cosa ci aspetta?TLDR:
Bitcoin potrebbe subire una prossima correzione di prezzo a causa dell'inflazione in corso negli Stati Uniti.
Il mercato delle criptovalute ha registrato un'impennata di oltre 100 miliardi di dollari di volume nelle ultime 24 ore.
I miners di criptovalute hanno precedentemente fatto crollare il prezzo di BTC a 19k dollari.
Ci sono indicazioni che l'inflazione negli Stati Uniti persisterà, portando a una potenziale correzione dei prezzi del Bitcoin prima della prossima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Sebbene alcuni dati suggeriscano che l'indice dei prezzi al consumo (CPI) potrebbe diminuire, si prevede che l'inflazione continuerà più a lungo del previsto.
La pubblicazione odierna del rapporto sull'indice dei prezzi alla produzione (PPI) dovrebbe confermare questa tendenza, portando a un cambiamento del sentiment del mercato verso un potenziale aumento dei tassi di interesse di 25 o 50 punti base.
Il mercato delle criptovalute ha registrato un'impennata di oltre 100 miliardi di dollari nelle ultime 24 ore, probabilmente a causa delle turbolenze nel settore bancario statunitense in seguito al crollo di tre importanti banche. Bitcoin (BTC) ha raggiunto un massimo di nove mesi di 26.500 dollari martedì, rimbalzando dal calo della settimana precedente sotto i 19 mila dollari.
CryptoQuant, un'azienda leader nell'analisi dei dati, ha attribuito il brusco crollo della settimana precedente alla riduzione delle riserve da parte dei miners, che ha messo a dura prova Bitcoin.
Anche Ethereum (ETH), il principale concorrente di Btc, ha subito perdite significative ed è sceso a circa 1.370 dollari. Tuttavia, ETH si è poi ripreso dal crollo e attualmente è scambiato a 1.638 dollari.
Idee della comunità
Decennale USA rendimento target 3% 14.03.2023Rimbalzi tecnici su tutti gli indici mentre i dati sull'inflazione lasciano aperte tutte le ipotesi sul prossimo rialzo dei tassi.
Il decennale USA sta testando un supporto importantissimo in area 3,5% di rendimento, su livelli già pesantemente indeboliti tra fine 2022 e gennaio 2023.
BTC disegna una broadening formation ovvero un megafono.
Analizziamo EURUSD.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 14.03.2023L’allarme “banche fragili” si estende all’Europa, senza vere argomentazioni.
Molti analisti pensano che le crisi bancarie ammorbidiranno la FED.
Dalla riunione ECB di giovedi’ 16 atteso aumento di 25 o 50 bps.
Oggi il dato sull’inflazione al consumo Usa: incidera’ su scelte della FED.
Il crack di Silicon Valley Bank e di Signature Bank ed il clima di sfiducia e di speculazione immediatamente rivolto ad altre banche regionali americane, hanno determinato forti vendite sulle Borse europee, ma hanno anche alimentato aspettative che il picco dei tassi sui Fed Funds sia stato raggiunto, lasciando sperare un’attitudine piu’ “dovish” (da colomba) delle banche centrali da qui in avanti.
Ovvio, pertanto, che analisti ed investitori attendano spasmodicamente le imminenti decisioni delle banche centrali. Giovedì 16 si riunisce la Banca centrale Europea (ECB), dalla quale non e’ piu’ scontato, com’era fino a venerdi’ scorso, il rialzo di +0,5%: la settimana prossima, 21 e 22 marzo, tocchera’ alla Federal Reserve (FED-Banca centrale Americana) decidere se e quanto alzare il costo del denaro.
La speranza dei mercati e’ che dopo i disastri delle 2 banche regionali americane, largamente attribuito al rapido aumento dei tassi di interesse, gli istituto centrali ammorbidiscano la propria “stance” di politica monetaria.
Ieri, 13 marzo, i contratti “swap” sui tassi Usa attribuivano la piu’ alta probabilita’ ad uno scenario di stabilita’ (invarianza) dei tassi per tutto l’anno in corso!..che svolta..
Sebbene si potrebbe trattare di un gradito cambio di rotta, sappiamo bene che le banche centrali restano prioritariamente concentrate sulla stabilita’ dei prezzi, cioe’ sulla lotta all’inflazione, e che matureranno le loro decisioni sulla bease dei prossimi dati macroeconomici, primo tra i quali quello sull'inflazione al consumo in Usa (CPI) di febbraio, previsto nel pomeriggio: le stime sono +0,5% mensile e +6,0% annuale.
Intanto ieri l'indice Stoxx bancario europeo è sceso -5,7%, che porta oltre -11% il crollo in 1 settimana: per gli indici azionari europei ieri, 13 marzo, cali pesanti: Milano la peggiore, -4,0%, Francoforte -3,0%, Parigi -2,9%, Londra -2,6%, Madrid -3,5%.
Wall Street, che si era gia’ “schiantata” venerdi’ 10, ha chiuso incerta: Dow Jones -0,3%, S&P500 -0,2%, Nasdaq piu’ ottimista, +0,4%, ma il collasso delle 2 banche regionali ha scatenato massicce vendite di azioni bancarie, pur lontane da timori di insolvenza: ad esempio, Bank of America -5,8%, Citigroup -7,4%, ma anche JPMorgan con -1,8%.
Piu’ impressionante lo swing al rialzo dei prezzi dei bond, innescato da furibondi acquisti, sia in Europa che in Usa, che hanno spinto all’ingiu’ i rendimenti dei Treasury e dei titoli di Stato Europei: anche questo movimento si deve alle aspettative di una FED più accomodante: nelle ultime 3 sedute il rendimento del Treasury Usa 2 anni è sceso da 5,0% a 4,1%: in Europa, quello del BTP 2 anni dal 3,9% al 3,4%.
Il Presidente Usa Biden afferma che “il sistema bancario Usa è sicuro, ma chiedero’ al Congresso e ai regolatori norme bancarie più rigide: ...in ogni caso nessuna perdita sarà a carico dei depositanti e dei contribuenti, poiche’ i soldi saranno garantiti dai fondi assicurativi».
Toni simili anche nella nota congiunta della Segretaria al Tesoro Yellen, del Chairman FED Powell e del Presidente dell'agenzia federale FDIC Gruenberg: «Stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l'economia Usa, rafforzando la fiducia nel nostro sistema bancario affinche’ continui a svolgere i suoi ruoli vitali di protezione dei depositi e di accesso al credito a famiglie e imprese”.
Sul fronte valutario, la crescente convinzione che la Banca centrale Usa possa astenersi da nuovi robusti aumenti al costo del denaro ha indebolito il Dollaro sino oltre 1,07 verso Euro mentre la crisi bancaria in corso ha ridato lustro alle valute digitali, con Bitcoin sopra 24.000 US$ ed Ethereum sopra 1.680.
Il “flight to safety” (volo verso la sicurezza) ha premiato soprattutto i titoli governativi piu’ “sicuri”, tra i quali i Bund decennali tedeschi: cio’ ha determinato un allargamento dello spread di rendimento verso gli omologhi BTP italiani a 192 bps, +11 rispetto alla chiusura di venerdi’ 10. Prealtro anche il rendimento dei BTP benchmark e’ sceso bruscamente a 4,2%, dal 4,6% di giovedi’ scorso.
Il prezzo del petrolio continua a scendere e ieri quello del WTI (West Texas intermediate) ha toccato 75,4 Dollari/barile: oggi perde ancora sino a 73,9 Dollari (ore 11.00 CET). Possono aver pesato i dati dell’import di greggio cinese a gennaio febbraio, pari a 10,4 milioni barili/giorno, 1 milione sotto il livello del bimestre precedente!
Si pensa ad un decumulo di scorte, ma il dato cinese e’ sorprendente. Ancora in discesa il prezzo del gas naturale europeo sul circuito TTF di Amsterdam: -3,7% a 47,8 Euro/megawattora (ore 11.00 CET).
Stamattina listini asiatici negativi, col Nikkei giapponese -2,2%, peggior calo in 3 mesi, Hong Kong -2,5% trascinato dal -5,1% del colosso HSBC, Kospi coreano -2,6%, ASX australiano -1,4%. Piu’ stabili le borse cinesi, Shanghai-0,7%, Shenzhen -0,8%.
A fine mattinata le Borse europee, pur incerte e volatili, segnano progressi medi di +0,5%, mentre i futures su Wall Street indicano riaperture al rialzo, con punte del +1,5% per il Nasdaq. (ore 13.00 CET).
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TUTTI RINGRAZIERANNO LA SILICON VALLEY BANK?!La scorsa settimana abbiamo potuto assistere ad un importante fallimento bancario, il più grande dalla crisi finanziaria del 2008.
Parliamo della SVB, Silicon Valley Bank, la 16esima banca degli stati uniti in termini di patrimonio.
Quali sono state le escalation che hanno portato al fallimento la SVB?
La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.
I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.
Questo ci ricorda in parte il caso Lehman brother, ma ai tempi l'impatto e il coinvolgimento della Lehman non sono confrontabili alla SVB.
La probabilità di un contagio con altre banche è molto basso.
Quantomeno, non ai piani alti.
Il grafico parla chiaro, Silicon Valley Bank è stata vittima della criticità delle banche medio-piccole statunitensi: riserve quasi a zero.
Problema che le grandi banche non hanno, le quali infatti, continuano a navigare nella liquidità in eccesso garantita dalla Fed.
Come si fa a continuare ad alzare i tassi, mentre il mondo trema per le banche che crollano?
Questo è il punto centrale dell'articolo.
Nei grafici precedenti possiamo evidenziare la reazione dei mercati obbligazionari (rendimenti 2-10 anni) all'insolvenza di SVB.
Perchè i bond sono stati scossi così fortemente?
La logica può essere una sola, i mercati si aspettano UNA BANCA CENTRALE MENO AGGRESSIVA.
Il prossimo grafico conferma la nostra teoria, con le aspettative di politica monetaria per settembre 2023 crollate da 5,5% a 4,7%, un taglio di 80 punti base in due giorni.
Nella giornata di ieri è stato rilasciato un report ufficiale da parte della Federal Reserve dove conferma che metterà disposizione ulteriori finanziamenti alle istituzioni.
La reazione dei mercati azionari non poteva che essere ribassista, con pressioni maggiori sul mercato europeo, -5%.
Il Vix schizza a 27, segno della forte incertezza in entrata sui mercati finanziari.
La Silicon Valley Bank potrebbe aver fatto un piccolo regalo ai mercati...era l'unico modo per rallentare l'aumento dei tassi della FED.
L'articolo verrà aggiornato con nuovi punti salienti nei prossimi giorni.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
EURO IN FASE DI ACCUMULO PER RIPARTIRE ED S&P VERSO I 3800 ? Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.52
Sabato 11 Marzo 2023
(l’ ultimo rilascio del Cot risale a martedì 21 febbraio 2023)
EURO IN FASE DI ACCUMULO PER RIPARTIRE ED S&P VERSO I 3800 ?
Il Cot recupera posizioni perse. Questa settimana sono stati rilasciati i dati relativi al Cot de 21 Febbraio. Siamo ancor indietro con i rilasci di circa 20 giorni. Considerando i modi e i tempi con cui il CFTC sta rilasciando i dati arretrati, considero che dovremmo metterci in paro in un paio di settimane. Speriamo che magari spingano ancora un po’ sull’ acceleratore e che forniscano i dati completi già per la prossima settimana. Vediamo quello che faranno nel frattempo noi andiamo avanti.
Euro rimane per la terza settimana inside della candela Weekly del 20 febbraio. Sembrerebbe sempre di più una fase di accumulazione e la mia impressione come ho già detto settimana scorsa, continua ad essere che gli Istituzionali siano ancora posizionati long ma non avendo i dati aggiornati continua ad essere solo una mia ipotesi. La mia tesi rimane al momento anche conformata dalla rilevazione che ho fatto settimana scorsa dal Cot che mi ha fatto capire come la spike weekly del 30 gennaio scorso in area 1.10 sia stata generata quasi nella totalità da chiusure di short e non da storni dei contratti long che quindi presumibilmente stanno ancora a mercato.
Considero questa fase come il ritracciamento del long che ci ha portato in area 1.10 e personalmente considererei finito il ritracciamento solo con chiusure daily e poi weekly superiori all’area a 1.07. Nel caso in cui dovessimo romperla al rialzo mi aspetto che venga ritestata dall’ alto successivamente. Questo aspetto è molto importante per me in quanto sin tanto che non ho evidenze grafiche che queste aree vengano successivamente difese dalle forze che le hanno breakate non ho conferma del cambio di stato e quindi non gli cambio colore.
Continuo a non escludere che in questa fase (che a mio personalissimo parere è di accumulo) non si possa arrivare a toccare la fascia verde di supporto a 1.0430/1.0480 indicata a grafico che coinciderebbe anche con il ritest della rialzista Weekly.
Questa settimana posto il grafico Daily nel quale ho segnalato maggiori aree e spunti operativi intraday per agevolare l’operatività veloce oraria e a 5 minuti.
Per S&P la situazione è completamente diversa. La chiusura Weekly di questa settimana ribalta quasi completamente la view rialzista.
L’ area di supporto che avevo individuato a 3900 da segni di scricchiolamento. Non è stata propriamente rotta ma sicuramente ad oggi non e’ un bel segnale. L’ Area di supporto Daily a 3970 è stata spazzata via ed è stata anche difesa dalle forze short che ne hanno conclamato il cambio di stato da verde a rossa. S&P raggiunge questa settimana l’ area di supporto Weekly a 3900 proprio nella serata di Venerdì. Mi sarebbe piaciuto assistere ad un rimbalzo in questa area durante la settimana in modo poi da dimostrarmi il proseguo del long ma così non è stato e quindi non possiamo che prenderne atto.
S&P al momento si trova propria sopra una importante fascia di accumulo che nei mesi precedenti gli ha permesso di prendere forza. Se entrasse in questa area potremmo tranquillamente scendere sino in area 3.800 e cominciare a prendere seriamente in considerazione l’ eventualità di un doppio minimo che, a mio avviso, ridarebbe forza al mercato. Ovvio che in questa evetualità stiamo parlando di tempi lunghi almeno per la ripartenza in quanto sappiamo che le discese sono molto più rapide e violente.
A grafico qualche altro spunto e considerazione.
Alla prossima settimana.
Buon trading a tutti.
Ciao Emi
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
Gold: Pavimento a 1.815 $ con Price Action di ripartenzaBuongiorno a tutti,
eccomi qui come ogni fine settimana per vedere un mercato interessante da seguire nei prossimi giorni.
Come sempre, nel mio metodo di lavoro, il mio piano settimanale serve per darmi una linea da seguire nei prossimi giorni: questo significa che dovrò attendere delle conferme su daily chart per operare in linea con l'analisi weekly.
Oggi prendo il Gold che forma una TAB ( Tail Bar ) di tenuta del pavimento con minimo a 1.815 $ dopo che la settimana precedente aveva mostrato una FTW Combo Long.
In questo caso quindi nei prossimi giorni dovremmo salire oltre il massimo settimanale per la convalida e cercare di trovare degli spunti come un trigger del mio metodo su time frame daily che mi dia la conferma del setup.
Il fallimento della mia view si avrebbe con ritorni sotto i 1.800 $.
Un target iniziale di prezzo invece per le prossime settimane si potrebbe stabilire attorno a 1.950 $.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un bel fine settimana e un buon TRADING SIMPLE!
Che cosa sono gli NFP? Vediamolo insieme!Il dato sui Non Farm Payrolls è uno dei market mover più potenti nel mercato del Forex, con impatto molto forte sul dollaro USA.
Anche detti libri paga non agricoli, gli NFP vengono rilasciati a cadenza mensile (ogni primo venerdì del mese, 14:30 ora italiana) e rappresenta il numero di posti di lavoro creati o tolti all’economia statunitense nel periodo di riferimento in tutti i settori ad esclusione dell’agricoltura.
I non farm payrolls, ovvero i nuovi posti di lavoro aggiunti all’economia, vengono annunciati in concomitanza con i dati sul tasso di disoccupazione e salario orario medio.
Le variazioni di questi tre parametri (Non farm payrolls, tasso di disoccupazione e salario orario medio) mostrano la crescita o la recessione del mercato del lavoro e di riflesso dell’economia americana, con conseguente impatto sul dollaro USA.
Un aumento dell’occupazione può essere precursore di una tendenza inflazionistica e quindi di un aumento dei tassi di interesse, con conseguente apprezzamento del dollaro.
La reazione del mercato Forex agli NFP è sempre influenzata dalle aspettative relative al dato stesso fornite dagli analisti, come succede per tutti i market mover sul Calendario Economico.
Il mercato del lavoro è osservato con attenzione dalla Federal Reserve , banca centrale degli Stati Uniti, nella decisione sui movimenti dei tassi di interesse.
Borse europee: apertura in gap down,ora si monitorano i supportiPartenza in profondo rosso per le Borse europee, trascinate nel baratro dal pesante crollo fatto registrare ieri sera dai titoli bancari di Wall Street.
Da JPMorgan a Wells Fargo, passando per Bank Of America, le vendite sono state copiose.
A scaturire il pesante sell – off è stato il crollo di Silvergate (-42%) e di SVB Financial Group (-60%), che hanno fornito una guidance annuale molto negativa a causa dell'impatto dell'aumento dei tassi di interesse.
Al momento della scrittura il future sul Dax scambia intorno area 15.350 punti, mentre la seduta di ieri si era chiusa a 15.646 punti.
In questa ottava l’attenzione dei traders si è spostata improvvisamente dalla resistenza a 15.700 al supporto a 15.250 punti.
Nei giorni scorsi il mercato ha tentato più volte il recupero di area 15.700 punti, livello chiave in ottica rialzista poiché avrebbe garantito una ripresa del rally ed un allungo verso i massimi storici.
Dalla speranza di assistere ad una ripresa dei corsi si è passati in meno di 24 ore alla speranza che il supporto a 15.250 punti freni le improvvise vendite, per non assistere nella prossima settimana ad ulteriori crolli, scongiurando un retest del livello tecnico e psicologico dei 15.000 punti.
Monitorerò quindi con molta attenzione la chiusura odierna poiché in caso di difesa dei 15.250 punti e di close lontana dai minimi, allora valuterò operazioni long nelle prime giornate della prossima ottava con primo target a 15.500 punti, ora livello di resistenza; prima di tutto ciò sarà comunque necessario valutare le indicazioni che arriveranno nel pomeriggio dagli Stati Uniti e quindi le chiusure odierne dei principali indici.
Ricordiamo infatti che a livello macroeconomico oggi c’è anche attesa per i dati sul mercato del lavoro statunitense, decisivi per capire il futuro orientamento della Fed sui tassi d'interesse.
Vista la volatilità implicita in deciso aumento nella giornata di ieri (+12%), le operazioni long nel contesto attuale vanno ponderate attentamente, tenuto conto anche del fatto che stiamo anche assistendo ad un importante storno sull’indice EuroStoxx Banks; ricordo infatti che i rialzi del comparto azionario da inizio anno ad oggi sono stati sostenuti in buona parte dalla forza del comparto bancario e che in caso di chiusura giornaliera dell’Euro Stoxx Banks sotto quota 111 mi aspetto una ulteriore correzione.
I MERCATI E LE ASPETTATIVEIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 10.03.2023
-CONTESTO
Quali gli scenari più probabili alla pubblicazione di un dato molto atteso? Questa è la domanda più ricorrente in questi giorni di attesa per la pubblicazione odierna dei NFP, e la risposta più onesta che possiamo dare è : tutti!
I mercati lavorano sulle aspettative, e questo è un dato di fatto, si ragiona sempre sulla base di cosa ci aspetta possa accadere in futuro, ma come si reagirà davvero alla pubblicazione di un dato, di una notizia di un grande market mover , può cambiare di volta in volta sulla base di molteplici fattori che spesso non sono razionali e lasciano spiazzati molti traders.
L’attesa è oramai all’apice per i dati sul mercato del lavoro americano in pubblicazione oggi alle 14.30, e come sempre maggiore è l’attesa maggiore sarà la volatilità espressa dal mercato che una volta recepito il dato, darà vita a riposizionamenti, prese di profitto e perdite, dando vita ad alti scambi.
Il contesto nel quale ci giunge questo dato è quello di in mercato in equilibrio precario su un filo che separa da un lato la speranza di una disoccupazione in aumento che potrebbe essere primo segnale di un’economia Usa in rallentamento e speranza dunque per un’inflaizone futura in calo, e dall’altro lato la paura che un dato in linea con il precedente o poco superiore, mantenga la FED nella sua posizione super aggressiva e che porti al 22 marzo , dato della riunione della FED a rialzi tassi da 50Bp.
Negli ultimi giorni, le dichiarazioni aggressive e preoccupate di Powell, i dati precedentemente pubblicati sul quadro inflattivo americano, hanno fatto alzare le scommesse sui Fed Founds per potenziali rialzi da mezo punto percentuale , quasi abbandonando le speranza di un rialzo più modesto di soli 25Bp.
A far dato oggi saranno anche i salari medi, che ovviamente saranno indice di forza per i redditi e le capacità di spesa dei consumatori americani , pertanto salari orari medi piu alti potrebbero essere un sintomo preoccupate di estrema forza della domanda aggregata che spingerebbe Powell ai toni hawkish.
Nei giorni scorsi uno spiraglio di speranza è arrivato dagli initial jobless claims, che sono saliti oltre i 200K e che potrebbero dare speranze di una disoccupazione in leggero aumento.
Il classico dato su quanti nuovi ruoli paga sono stati creati, perde un po di valore se paragonato al precedente mezzo milione di posti di lavoro visti febbraio, dato che ricordiamo essere frutto di un riconteggio su base annuale e decennale sulla popolazione e sui lavoratori, pertanto sarà saggio focalizzarsi su tasso di partecipazione e tasso di disoccupazione.
Non di meno ieri i mercati azionai hanno subito un fortissimo colpo dalle vendite del settore bancario che inizia a vacillare sotto i timori di una maggiore insolvenza su mutui via via più cari, ma procediamo con il consueto ordine.
-FOREX
Nel mondo valutario il dollaro resta in attesa dei dati di oggi pomeriggio, senza dare grandi scossoni alle majors , con dollar index he rimane ancorato ai livelli di 105.10 , non lontano dai massimi setimanli, facendo registrate al basket su base settimanale un +0.98% che trattiene il mondo retail al 63% corto , ma ala vigilia di dai tanto attesi , ovviamente tutto può accadere!
Il equilibrio anche la moneta unica, che viene in questa fase messa fuori dal focus degli operatori, e lasciando cosi il mondo retail in perfetto equilibrio al 57% short con quotaioni di eurusd a 106 senza particolari direzionalità.
Di maggiore interesse le dinamiche sullo yen giapponese, che ha visto stanotte l’intervento della BOJ , che ha lasciato come da attese il costo del denaro invariato. Rimane pertanto tutto in linea con le politiche accomodanti viste fino ad oggi e lo yen , come prima reazione lascia terreno nei confronti delle altre majors, con usdjpy che balza a 137.figura per poi ripiegare nelle prime ore della sessione europea, lasciando il mondo retail con un 59% di posizioni long yen, in leggero mean reverting.
Tendenza frtissima sul franco svizzzero che ora gode delle aspettative di una banca centrale svizzera hawkish, ancora attesa a rialzi tassi oltre quello che è la sua storica politica di tassi negativi, pertanto il franco surclassa le altre majors performando un +1.68% medio come basket, e mostrandosi come asset migliore della settimana al momento, il che trascina i retail a posizioni corte in mean reverting al 94%!
tutti i cross sono in eccesso sul sentiment retail pertanto le occasioni di mean reverting non sembrano cosi lontane sebbene la cautela resta obbligo.
Debolezza per le oceaniche che patiscono la fase di risk off che vivono i mercati equity, dopo le pesanti vendite di ieri sull’azionario, anche australia e nuova zelanda da sempre correlate positivamente con l’azionario subuscono perdite, trascinando posizioni in mean reveting long ul mondo retail attualmente al 86% long su audusd e al 80% su nzdusd
-EQUITY
L’azionario subisce un duro colpo ieri, con vendite pesantissime nel comparto bancario, sulla scia di timori di insolvenza sui mutui. Tassi piu alti mettono a dura prova i debiti di cittadini ed imprese e forti liquidazioni ieri hanno tirato a ribasso tutti gli indici.
Sp500 si porta a 3895 pnt con un calo del 3% nasdaq a 11945 in linea con l’sp500, trascinando a ribasso ande l’eurpa sebbene rimanga strutturalmente piu tonica.
La paura sembra farla da padrona in queste ore , sara interessante vivere insieme i dati in pubblicazione oggi poemriggio
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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BTP Italia: l'assassino torna sempre sul luogo del delittoPer la parte di debito pubblico finanziato con i titoli di Stato il Tesoro italiano strategicamente vuole allungarne la vita media (oggi 7 anni) e la quota in mano agli italiani.
Il concetto è stato tra l'altro rafforzato proprio dal nuovo governo in carica. L'intenzione è condivisibile visto che dovrebbe assicurare una maggiore stabilità delle sue quotazioni sul secondario, vista l'indole cassettista degli italiani. Va anche detto che parliamo comunque di numeri esigui.
Infatti, da quando è stato introdotto con questo strumento lo Stato ha raccolto complessivamente circa 193 miliardi di euro, vale a dire circa il 7% del debito complessivo attuale (2.762 miliardi), mentre in circolazione rivalutati ve ne sono ancora circa 96 miliardi corrispondenti a poco più del 4% del totale dei titoli di stato (2.323 miliardi).
Si tratta di uno strumento, comunque, che a differenza del classico BTP ha l’optional di potere speculare sull’entità del suo costo visto che se emesso in previsione di inflazione calante/debole assicura un certo risparmio sugli oneri finanziari visto che la cedola reale minima garantita è fissata ad un livello sensibilmente più basso rispetto allo yield del corrispondente (per scadenza) titolo standard.
Tuttavia, il rovescio della medaglia è che se si sbaglia previsione (difficile) o dovese materializzarsi un evento tanto imprevisto quanto negativo (possibile) capace di fare schizzare i prezzi, si finirebbe per pagare più interessi di quanto preventivato.
Comunque, negli ultimi 20 anni abbondanti indubbiamente il costo medio dei titoli di stato è sensibilmente sceso, in armonia con quanto avvenuto nel resto dell’Unione Monetaria, nonostante le gobbe corrispondenti alla crisi finanziaria del 2008 e alla diffusione del Covid-19.
Come ogni azienda che sta sul mercato, anche lo Stato italiano cerca di farlo nel migliore dei modi e con i BTP Italia aumentano le leve di marketing con cui stuzzicare i suoi clienti affezionati e potenziali.
Nel caso specifico sulla confezione in cui il titolo viene venduto troviamo scritto: protegge dall’inflazione e regala un bonus finale a chi lo detiene fino alla scadenza. La prima promessa cavalca l’onda emotiva che domina l’investitore tipo, fiaccato oramai da un anno buono di alti prezzi che erodono potere di acquisto. La seconda promessa è una carezza pura e semplice, la zolletta di zucchero data al cavallo per convincerlo meglio a fare ciò che vogliamo. Una gratificazione tanto intensa quanto di breve durata.
Dunque, il titolo in emissione garantisce almeno 2% di interesse reale minimo, 0,8% di premio fedeltà a scadenza e durata 5 anni. Indicizzato all’indice FOI (che esclude i tabacchi) semestralmente garantisce 1% lordo, eventualmente rivalutato dell’aumento del FOI nello stesso periodo, e la rivalutazione del capitale nominale della stessa entità dell’incremento dell’indice. Nei semestri successivi la cedola ed il capitale potranno essere rivalutati solo se l’indice FOI è più alto rispetto a quello fissato nel semestre precedente.
Se volessimo metterci dall’ottica del Tesoro italiano, alla luce delle previsioni della BCE che prevede inflazione in picchiata fino al 2% nel 2025 (Fonte BCE) e di Banca d’Italia che indica assenza di pressioni inflazionistiche nei prossimi tre anni almeno (dei 5 di durata complessiva del titolo)
l’emissione del titolo si rivela quanto mai tempestiva e dal timing quasi perfetto.
Infatti, a meno che gli economisti di BCE e Bankitalia si sbaglino o arrivi un “cigno nero” l’operazione si concluderà con un successo visto che farà risparmiare circa la metà degli interessi rispetto al caso in cui avesse emesso un BTP normale. Ma il 2% circa che lo Stato risparmia rappresenta il 2% circa che il sottoscrittore rischia di non incassare se le cose vanno come previsto.
Una caratteristica di noi italiani è certamente quella di essere refrattari ad assicurare i rischi in generale verso i quali il sentimento dominante è che questi difficilmente si materializzeranno e se proprio dovesse accadere sicuramente colpiranno gli altri e non noi stessi. In coerenza con questo tratto più spesso capita di acquistare le coperture o perché costretti, come avviene per i finanziamenti, o perché non ci accorgiamo di averli acquistati.
Quest'ultimo è il caso del BTP Italia in emissione che gli italiani stanno acquistando convintamente. Infatti, rispetto al BTP "standard" di pari durata il 2% circa in meno di rendimento che lo Stato non corrisponde ai risparmiatori altro non è che il costo da pagare per acquistare protezione dall'inflazione (sia chiaro futura e non attuale) incassando cedole crescenti. La partita tra i due titoli a me pare impari visto che, a meno di eventi avversi e ad oggi non visibili, nei 5 anni ti tempo che dura la competizione il BTP parte in vantaggio di 2% annui che probabilmente manterrà per quasi tutto il primo tempo (i primi 2 anni) e restando solo il secondo tempo al BTP Italia per rovesciare le difficili sorti dell'incontro.
Morale. Il BTP Italia non è la soluzione per tutti gli investitori. Il rendimento iniziale basso e certo, e ipotetico alto futuro mal si concilia con una scelta di asset allocation strategica. Piuttosto rappresenta un elemento di diversificazione in un portafoglio di investimento equilibrato (in relazione al profilo di ciascuno).
Dollaro Australiano sotto pressione, che succede?Il Dollaro Australiano dai picchi di fine gennaio ha perso oltre il 9%, accennando una piccola ripresa solo nei primi giorni del mese di febbraio.
Questa settimana sta registrando forti perdite, posizionandosi al primo posto tra le valute più deboli della settimana.
Che cosa sta succedendo all'economia Australiana?
Partiamo dai dati macroeconomici più recenti.
Martedì, durante la sessione asiatica è stato rilasciato il dato relativo la decisione della Bank of Australia sul tasso d'interesse.
Il tasso è stato alzato al 3,6%, 25 punti base rispetto al dato precedente.
Con questa mossa sono stati aggiunti 325 punti base da maggio 2022.
Di seguito lascio il commento del presidente della RBA:
“Nella riunione odierna, il Consiglio ha deciso di aumentare l'obiettivo del tasso d’interesse di 25 punti base a 3,6%.
L'inflazione globale rimane molto elevata e le prospettive per l'economia globale rimangono contenute, con una crescita inferiore alla media prevista per quest'anno.
La crescita nei prossimi 2 anni dovrebbe essere al di sotto della tendenza.
La crescita dei consumi delle famiglie è rallentata a causa delle condizioni finanziarie più restrittive.
Il tasso di disoccupazione rimane vicino al minimo degli ultimi 50 anni ma con il rallentamento della crescita economica, la disoccupazione dovrebbe aumentare.
Il Comitato riconosce che la politica monetaria opera con un certo ritardo e che il pieno effetto degli aumenti dei tassi d'interesse deve ancora essere avvertito.
La priorità del Consiglio è riportare l'inflazione al target del 2%.
L'alta inflazione rende la vita difficile alle persone e danneggia il funzionamento dell'economia.”
Dopo il rilascio di questi dati il dollaro australiano ha subito un forte deprezzamento, oltre l'1%.
Ma.....di solito gli aumenti dei tassi d'interesse non dovrebbero rafforzare una valuta?
Questo è quello che ci insegna la teoria, ma nella pratica non è sempre così.
Attualmente, a differenza dei dati americani, i dati australiani ci mostrano una debolezza maggiore.
Questo che cosa comporta?
Analizzando i diversi dati possiamo contestualizzare meglio la reazione ribassista che ha avuto il prezzo dopo il rilascio dei tassi.
A differenza della situazione americana, dove le principali borse da inizio anno hanno registrato buone performance rialziste, la borsa australiana è rimasta ai minimi annuali.
Questo ci mostra chiaramente la poca fiducia e il risk off che è presente nell'economia australiana.
Un tasso d'interesse più alto non può che portare un ulteriore ondata di pessimismo sui mercati, facendo allontanare gli investitori e di conseguenza capitali, situazione inversa rispetto la normalità.
Un altro spunto che ho potuto analizzare è la stagionalità di AUD.
Nel mese di Gennaio e Febbraio il dollaro australiano tende, dal 2000, ad essere debole.
Al contrario Marzo e Aprile sono mesi di apprezzamento.
Non dimentichiamoci che il dollaro australiano è comunemente correlato ai prezzi delle materie prime, in particolare quelli dell'oro, poiché l'Australia è un importante esportatore di queste materie prime.
Insomma, mettendo insieme alcuni dei punti che analizzo costantemente per le mie idee di trading, notiamo come tutti i dati ci indicano una debolezza giustificata di AUD.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
Guida pratica alla gestione del rischioCiao trader!
Sappiamo bene che il trading e gli investimenti offrono ottime opportunità di profitto, ma ricordiamoci che c'è anche sempre la possibilità di perdere (che poi comunque la perdita farà sempre parte del processo, anche e soprattutto di un bilancio positivo di lungo periodo).
I trader più esperti lo sanno bene, e nel post di oggi condivideremo diversi suggerimenti testati nel tempo per aiutare i nuovi trader e investitori a comprendere meglio il rischio finanziario e la pianificazione intelligente.
📝 Sviluppa un Trading Plan
- Molti trader si buttano sul mercato senza una comprensione approfondita di come funziona e cosa serve per avere successo.
- Dovresti disporre di un piano di trading dettagliato prima di buttarti in qualsiasi operazione.
- Avere un piano può aiutarti a rimanere calmo in situazioni di stress, e assicurarti di operare sempre all’interno del rischio prestabilito.
🧘♂️ Comprendi la tua tolleranza al rischio
- Il rischio è soggettivo. Trader diversi hanno personalità e sistemi diversi, e pertanto una diversa tolleranza al rischio.
- Non esiste un approccio che vada bene per tutti.
- Scopri cosa si adatta alle tue esigenze in base alla dimensione del tuo conto, alla tua età, al tuo piano di lungo termine e ad altre variabili chiave che sono specificamente uniche per le circostanze. Quindi, implementale di conseguenza.
📚 Segui la tua strategia di trading
- Una strategia di trading stabilisce una serie di regole che possono aiutare il trader ad evitare decisioni impulsive.
- Una strategia di trading è essenziale perché ti richiede di pensare profondamente al tuo approccio ai mercati prima di iniziare a rischiare denaro reale.
- I trader dovrebbero backtestare e fare ricerche sulla propria strategia in diverse condizioni di mercato. Chiediti come ti comporteresti in un mercato ribassista? Hai provato a tradare in demo con la tua strategia per vedere se funziona? Hai discusso la tua strategia con altri o hai chiesto un feedback?
- Alcuni trader saltano da strategia a strategia, soprattutto dopo una serie di perdite. Questo di solito porta ad ancora più perdite ed è improduttivo a lungo termine.
- Se il tuo sistema ha un vantaggio verificabile , seguirlo ti aiuterà a generare rendimenti coerenti nel tempo. Ti aiuterà anche ad attenerti al tuo piano a lungo termine originale come menzionato sopra.
🚨 Usa uno Stop-Loss
- Uno stop-loss è un ordine che viene effettuato a un livello di prezzo predeterminato e può aiutare a limitare le perdite se il trade va contro di te. Viene anche utilizzato per assicurarsi di attenersi al tuo piano di trading originale e alla strategia di trading.
- In generale, questo livello di prezzo predeterminato è il livello in cui la tua idea di trading viene invalidata.
✂️ Gestisci le dimensioni della tua posizione
- È importante assumere una dimensione di posizione ottimale in modo che non vi sia troppa esposizione al rischio in un determinato trade.
- Il trading è un gioco di probabilità. Quindi, un trader non dovrebbe mai mettere tutte le sue uova in un paniere, e se lo fa, allora dovrebbe esserne ben consapevole.
❌ Non fare over-trading o trading "di vendetta"
- Sebbene possa essere allettante, non è mai una buona idea provare a recuperare le perdite assumendo rischi più elevati.
- È facile provare forti emozioni durante il trading. Tuttavia, prendere decisioni basate sulle emozioni piuttosto che sull'analisi razionale è un’ottima ricetta per il disastro. Se temi che ciò stia accadendo, allontanati dal tuo computer.
📔 Tieni un trading journal
- Un trading journal (o diario di trading) può aiutarti a identificare le carenze nel tuo trading.
- La valutazione di questo diario a intervalli regolari ti aiuterà a comprendere e a migliorare te stesso. Il trading Journal è uno strumento per un'ottima auto-riflettere nel tuo viaggio.
Ti ringraziamo per la lettura! Speriamo che questo post ti sia piaciuto. Sentiti libero di scrivere ulteriori suggerimenti o consigli nella sezione commenti qui sotto!
Ricorda che questo è un post educativo per aiutare tutti i nostri membri a comprendere meglio i concetti utilizzati nel trading o negli investimenti. Questo non promuove in alcun modo uno stile particolare di trading!
A presto 🙂
- Team TradingView
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 07.03.2023Occhi puntati su Powell che parlera’ al Senato Usa di politica monetaria.
La Cina punta ad una crescita del 5,0% circa: prezzi materie prime stabili.
Nuovi BTP Italia: forte richiesta dal retail, offerta verso i 10 mld?
Borsa giapponese in solida ascesa, in Asia batte tutti in questo inizio 2023.
Se nel weekend l’attesa era soprattutto per il target di crescita cinese, poi quantificato in +5,0%, cioe’ il livello “programmato” pu’ basso da 30 anni, questa settimana tengono banco le comunicazioni della Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve). Oggi e domani, 7 ed 8 marzo, avremo infatti gli interventi del Chairman della FED Powell alla Commissione bancaria del Senato.
Ieri, 6 marzo, le Borse europee hanno chiuso con indici in leggero ulteriore rialzo, iniziando bene la nuova settimana e salendo ai massimi da fine 2021, aiutate anche da numeri sopra la attese del PMI (Purchasing managers Index) delle costrizioni nell’Euro-zona a febbraio.
Tra le chiusure positive spicca quella di Milano, +0,45%, ai massimi da 2 anni (vedi grafico), ma anche di Francoforte, +0,49% e Parigi, +0,34%: Londra -0,22%.
Wall Street ha chiuso incerta la seduta di ieri, che segue una settimana positiva grazie alle parole del membro della FED Raphael Bostic ed al leggero calo dei rendimenti dei Treasuries (bond governativi Usa). Nella seduta ha colpito la volatilita’ del Nasdaq che dopo avere toccato +1,0%, ha chiuso a -0,1%: Dow Jones e S&P500 + +0,1%.
Ricordiamo che Raphael Bostic, Presidente della regional FED di Atlanta, venerdi’ 3 si era detto «favorevole ad un aumento dei tassi di +0,25 dall'attuale 4,50%-4,75% al prossimo meeting del 21-22 marzo, innescando negli operatori la speranza che la fase piu’ aspra della stretta monetaria sia conclusa.
La presentazione in Congresso del rapporto semestrale sulla politica monetaria FED da parte di Powell (oggi e domani), aiutera’ a chiarire quanto potranno ancora salire i tassi alla luce del fatto che l’inflazione sta scendendo, ma meno velocemente del previsto, e che i dati macro continuano a dipingere un'economia Usa forte. Al momento, i mercati scommettono su tassi target sui FED funds a +5,40%.
Di grande importanza anche i dati sul mercato del lavoro Usa, col rapporto ADP (imprese privete) pubblicato domani 8 marzo e quelli generali venerdi’ 10: gli analisti prevedono la creazione di 223 mila nuovi posti di lavoro ed un tasso di disoccupazione stabile al 3,4%.
E’ un fronte caldo anche quello dei tassi europei: Philip Lane, capo economista dell’ECB (Banca centrale Europea), ha ribadito che la priorità della politica monetaria è fare scendere tempestivamente l'inflazione al target, e che cio’ potrebbe suggerire ulteriori aumenti dopo la riunione del 16 marzo, per la quale il Presidente Lagarde ha implicitamente confermato +0,5%.
Sul fronte macro europeo, segnaliamo ordini all’industria tedesca superiori alle stime a gennaio, +1,0%, contro previsioni di -0,9% ed il rialzo,+3,4%, di dicembre.
Media finanziari locali raccontano che in Olanda l'inflazione comunicata nei mesi passati potrebbe essere stata piu’ alta di quella reale, poiche’ dal calcolo erano stati esclusi i contratti per l'energia più vecchi e convenienti.
Il suo ricalcolo, a partire da giugno 2022, potrebbe ridimensionare di oltre 3 punti percentuali il CPI (Inflazione al consumo) olandese e di -0,4% quello europeo.
Spostandoci in Asia, il surplus commerciale cinese nei primi 2 mesi 2023 e’ cresciuto a 117 miliardi di Dollari, +110 miliardi rispetto allo stesso periodo 2022, superando le attese di 82 degli analisti: il valore dell’export e’ calato, per il 4’ mese consecutivo, del -6,8%, mentre le importazioni sono scese -10,2%, ben piu’ delle attese.
L’obiettivo di crescita cinese 2023, +5,0%, dara’ slancio alla domanda globale di materie prime, ma gli esperti di “affari cinesi” concordano che Pechino si asterra’ dall’introdurre misure straordinarie di sostegno.
Questo potrebbe parzialmente spiegare perche’ i prezzi di molte commodities non stiano reagendo allo scenario di “re-opening” della maggior economia asiatica. Ad esempio, il prezzo del petrolio è recentemente stabile, con il WTI (greggio di riferimento Usa) attorno 80,0 Dollari/barile. In Europa, quello del gas naturale e’ sceso sotto 43 Euro/megawattora, ai minimi da agosto 2021.
Poche novita’ sul mercato valutario: l’Euro e’ scambiato attorno 1,067 Dollari e 145,1 Yen giapponesi. “Inchiodato”, attorno 22.400 Dollari il valore del Bitcoin, curiosamente poco volatile. (ore 12.30 CET).
Sul mercato dei titoli governativi europei si segnala l’entusiasmo del “retail” verso l’offerta del Btp Italia che ha chiuso la 1’ giornata con ordini per 3,6 miliardi Euro, che supera i 3,2 della precedente emissione (novembre). Lo spread di rendimento tra BTP decennale italiano e Bund tedesco e' stabile a 182 bps, col rendimento del BTP benchmark sceso stamane a 4,45%, da 4,55% di ieri.
Sulle piazze finanziarie asiatiche, stamattina, spicca il nuovo rialzo del Nikkei giapponese, +0,25% a 28.309, con un massimo a inizio seduta vcino 28.400, ai massimi da settembre 2022.
Negativo il mercato azionario cinese: Shanghai -1,1%, Shenzhen -2,0%, dopo i dati deludenti di import/export e le aperte critiche del nuovo Ministro degli Esteri cinese all’Amministrazione Usa. Taiwan +0,6%, Mumbay +0,7%, HongKong -0,3%, Seul 0,0%.
Borse europee incerte e invariate, a fine mattinata. Futures Usa in lieve ascesa, in media +0,3% (ore 12.30 CET).
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Applicazione di modelli statistici sul cambio EUR/USD (parte 1)Ciao a tutti, oggi presento un’analisi, sul mercato forex in particolare sul cambio EUR/USD.
La seguente analisi si basa su 2 metodi di previsione semplici.
I metodi sono il:
• Naïve
• Drift (random walk con drift)
Questi due metodi sono molto semplici nella loro implementazione, computazionale, (si possono implementare facilmente con Python o R).
L’analisi in questo caso ha l’obbiettivo di verificare in modo “non troppo formale” se questi due metodi possono produrre o meno risultati interessanti sul cambio EUR/USD.
Ho considerato un primo campione che va dal: 01/01/2015 al 01/01/2020, in particolare questo campione è stato diviso in due parti In sample e out of sample, rispettivamente il 70% e 30% del campione
• In sample: la parte del campione usata per la stima, che va dal 01/01/2015 al 03/07/2018
• Out of sample: la parte usata per il test del modello, che va dal 04/07/2018 al 01/01/2020
Un secondo campione è stato anche considerato questo va dal: 01/01/2020 al 31/12/2022 sempre con la divisione del campione in: In sample e out of sample nelle proporzioni di cui sopra.
Il secondo campione è così suddiviso:
• In sample: la parte del campione usata per la stima, che va dal 01/01/2020 al 04/02/2022
• Out of sample: la parte per il test del modello, che va dal 07/02/2022 al 30/12/2022
Quindi ho due campioni, ognuno di loro è stato diviso in due parti (In sample e out of sample) con una proporzione del 70% per in sample e 30% per out of sample.
Come si può vedere dalle formule i due metodi sono abbastanza semplici, i due grafici indicano le due previsioni sui due campioni, in particolare, prezzo realizzato sovrapposto sulla previsione. Vi sono anche delle bande (prediction intervals) che ci danno info in merito alla variabilità nella predizione, in particolare, mostrano come il prezzo con una probabilità del 80% puo trovarsi nella bande più piccole indicate nella legenda come High e Low 80%, mentre con una probabilità del 95% il prezzo si troverà nelle bande High e Low 95%.
Al fine di valutare il modello è necessario considerare i residui in particolare: le due immagini successive mostrano il grafico dei residui, la loro ACF e la loro distribuzione, in particolare, nel momento in cui la distribuzione dei residui tende ad essere non normale è utile considerare il metodo bootstrap per il calcolo degli intervalli di previsione, in particolare il secondo campione mostra meno normalita nei residui, infatti ho usato il bootstrap per il calcolo degli intervalli.
Per la valutazione del modello ho considerato alcune metriche comuni, queste sono indicate nelle immagini seguenti.
In particolare mi danno informazioni sulla qualità della previsione tra questi due metodi.
La metrica ME, e MAE, mi offrono entrambi informazioni sulla distorsione della previsione, in particolare se positivo significa che in media il modello a “underforecast” se negativo “overforecast” in questo caso sia il metodo Naive e Drift hanno un Valore ME negativo su entrambi i campioni in particolare indica ovviamente una distorsione della previsione “overforecast” questo è ovvio dal momento che il valore previsto “mean” è sopra il prezzo realizzato, mentre il MAE è forzatamente positivo quindi le differenze appena fatte non valgono, possiamo dire che il modello è “buono” quando il ME o il MAE sono vicini a zero.
Un’altra metrica considerata è il RMSE (root mean squared error) ci da un info non solo sulla distorsione (vista considerando la media) ma anche sulla sua variazione infine abbiamo il MAPE e il MPE che ci danno info sulla variazione media percentuale il MAPE ne considera il valore assoluto.
In particolare potremmo leggere il MAPE del primo campione come:
Il naive ha prodotto una previsione che ha generato in media un errore del 3% mentre il drift del 2% circa.
Ad ogni modo quello che vediamo è che il modello Naive è stato peggiore sul primo campione mentre è stato migliore sul secondo campione.
Il secondo campione ovviamente prende il periodo della crisi pandemica, ciò ovviamente crea delle ovvie criticità in molteplici modelli di questa tipologia (semplici)
Questa analisi mette in risalto ovviamente alcune difficoltà quando si applicano dei modelli statistici, l’ideale sarebbe confrontare più modelli sulla base delle metriche sopra indicate, e valutare su più campioni anche quale modello risulta essere il migliore tra quelli selezionati per l’analisi.
Questa analisi risulta essere solo un spunto didattico introduttivo, nel mondo dei modelli statistici che si usano per le serie storiche.
Nei prossimi post presenterò altri modelli sempre applicati sul cambio EUR/USD per verificare quali sono i modelli migliori che si potrebbero usare.
Declinazione di responsabilità: La seguente analisi/considerazione non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio e non è volta a promuovere alcuna forma di investimento , commercio o l'operare sui mercati finanziari.
USA,EUROPA E I MINIMI SUI MERCATI OBBLIGAZIONARI Il “bottom” sull’obbligazionario è stato tra i temi più trattati degli ultimi mesi dal momento in cui esso,
come insegna la storia, è un indicatore anticipatore (leading indicator) del bottom sul mercato azionario (si,
proprio quello che permette di fare i “”soldoni””).
Parliamo di Stati Uniti ed Europa: il famoso “minimo” è stato raggiunto? Osserviamo la figura successiva:
L’immagine mostra due ETF obbligazionari:
• TLT, USA, replica il movimento di titoli di stato governativi europei con scadenze superiori a 20
anni; duration pari a 17.48 anni
• IBGL, Europa, può essere considerato l’omonimo europeo di TLT; nel suo paniere contiene
obbligazioni con scadenza compresa tra 15 e 30 anni di Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda;
duration pari a 16.07 anni
È possibile osservare come il bottom sull’obbligazionario USA sembra sia stato raggiunto il 24 ottobre,
mentre in Europa è stato appena aggiornato due sedute fa, il 2 marzo; perché? Qual è la differenza tra la
differenza tra la prima e la terza economia mondiale?
Le aspettative di inflazione del mercato!
Come possono essere esplicitate a livello grafico le stesse statunitensi ed europee? Attraverso due indici di
forza:
• USA
L’indice di forza “TIP/IEF” è costruito attraverso un etf indicizzato all’inflazione (TIP, il dividendo) e uno non
indicizzato a simile duration (IEF, il divisore); entrambi gli ETF contengono nel loro paniere obbligazioni del
tesoro.
• Un indice di forza in territorio rialzista indica un aumento delle aspettative di inflazione; al
contrario, un decremento delle stesse
Esso, come mostra l’immagine, è un ottimo leading indicator per il tasso di inflazione USA a/a, infatti:
• I minimi 1 e 5 dell’indice di forza hanno anticipato quelli 2 e 6 del tasso di inflazione
• I massimi 3 e 7 quelli 4 e 8
• EUROPA
E’ possibile applicare lo stesso processo per l’Europa con un indice di forza omonimo, quello “IBCI/SEGA”:
• Se l’ETF indicizzato all’inflazione (IBCI, il dividendo) sovraperforma quello non indicizzato (SEGA, il
divisore) il mercato si aspetterà un aumento dell’inflazione; al contrario, con SEGA a
sovraperformare IBCI (con l’indice di forza in territorio ribassista), lo stesso prezzerà un inflazione in
diminuzione (ergo: disinflazione)
Anche in questo caso interessante osservare la funzione “leading” dell’indice di sentiment sul tasso di
inflazione europeo a/a.
Ora: qual è la differenza che si sta palesando tra i due indici di forza? Osserviamo l’immagine successiva:
Le aspettative di inflazione statunitensi hanno raggiunto un top il 21 aprile 2022 (un mese dopo l’inizio
dell’aumento dei tassi di interesse da parte della FED), mentre quelle europee nelle ultime settimane, dopo
aver formato un triangolo ascendente, continuano ad aggiornare i massimi.
Che importanza ricoprono queste informazioni?
Sappiamo come ogni asset class presenta i suoi rischi; ebbene:
• Due dei diversi che presentano le obbligazioni sono il rischio “inflazione” e il rischio “tassi di
interesse”; il primo erode il valore cedolare dei bond (o, se preferite, il valore nominale delle cedole
stesse), mentre il secondo tende a svalutarle (chiaramente nel caso in cui i tassi vengano innalzati);
entrambi i rischi sono legati tra loro: all’aumentare dell’inflazione, aumenterà la probabilità di una
politica monetaria più aggressiva di quella prevista; ergo: prezzi delle obbligazioni al ribasso
Per gli amanti del calcio, è come se fosse un “uno contro due”, con la palla in controllo del player
“inflazione”:
Ebbene, fintanto che i “reds” non si ridimensioneranno, il difensore “black” avrà ben poco da fare; è come se il difensore, in questo caso particolare, esclamasse le stesse parole di Giorgio Chiellini nel
2016:
“Con Messi bisogna farsi il segno della croce”
CONCLUSIONI
Perché, al momento, l’obbligazionario USA sembra (e dico sembra perché nei mercati finanziari non si
hanno certezze) aver raggiunto il bottom mentre quello europeo no? Perché in USA le aspettative del
processo di disinflazione, che hanno avuto inizio ad aprile 2022, sono ben più forti rispetto a quelle che si
hanno sull’Europa, che si ritrova, al contrario, sui massimi.
Questi due contrasti trovano il loro perché nelle azioni della FED e della BCE, in particolare:
• Tassi di interesse FED: 4.75%
• Tassi di interesse BCE: 3%
Ricordate:
• Quanto più sarà aggressiva una politica monetaria, tanto più sarà plausibile un processo di
disinflazione
• Quanto meno sarà aggressiva la stessa, tanto meno plausibile sarà un processo di disinflazione
Buona giornata
La situazione per Bitcoin si complicaA partire dalla formazione del doppio minimo del 20 Novembre 2022, abbiamo assistito ad un Pump Tecnico di Bitcoin del 61% in meno di 3 mesi.
Tutti gli scettici, che avevano creduto ad una prosecuzione al ribasso del prezzo, si sono dovuti ricredere non appena la Price Action ha rotto con forza la resistenza dinamica (1) di secondo livello, e la media mobile a 200 periodi (2), riportandosi in brevissimo tempo ai livelli dell'estate 2022.
Qualcosa però è cambiato a partire dalla seconda metà di Febbraio, quando il prezzo - in time frame orario - ha disegnato un triplo massimo (3):
Da allora il prezzo ha perso forza, rompendo il supporto a 22.800 e portandosi nuovamente sotto alla media a 50 periodi.
Cosa attendersi ora dal prezzo?
Se non vi saranno notizie positive a ridare animo ai compratori, vi sono alte probabilità che il prezzo prosegua al ribasso verso i supporti di 21.500 e 20.500.
Un possibile segnale di ingresso short, potrebbe essere il ritracciamento al nuovo raggiungimento della linea media a 50 periodi:
Ricordiamoci che Bitcoin attualmente si trova all'interno di un canale di lateralizzazione, pertanto nel caso in cui dovessimo assistere ad un aumento del prezzo del Dollaro e ad uno storno del mercato azionario, Bitcoin potrebbe tornare ai livelli minimi registrati a Novembre, o comunque ritestare i livelli inferiori della Pitchfork in figura.
Facci sapere cosa ne pensi ;)
Saluti e buon Trading a tutti,
Silvio Esposito
EURO HA FINITO IL RITRACCIAMENTO? E GLI INDICI? Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.51
Sabato 04 Marzo 2023
(l’ ultimo rilascio del Cot risale a martedì 7 febbraio 2023)
E’ FINITO IL RITRACCIAMENTO? E GLI INDICI?
Il Cot, a seguito dei problemi avuti nella trasmissione dei dati da parte di alcune imprese fornitrici, era rimasto indietro di circa un mese. La CFTC aveva comunicato la scorsa settimana che si sarebbe messa in pari con tutti i rilasci entro metà marzo. Questo faceva presupporre che avrebbero dovuto iniziare a rilasciare almeno due aggiornamenti settimanali in modo da recuperare il ritardo accumulato, ma così non è stato. Stanno continuando a rilasciare un aggiornamento a settimana che lascia ovviamente inalterato il gap temporale. Questa settimana infatti è stato rilasciato l’aggiornamento dello scorso 7 Febbraio, vecchio ormai di un mese !
Inizio subito da S&P che dopo il ritest preciso al millimetro dell’ area di supporto che avevamo individuato la scorsa settimana nel Report n.50 torna a prendere forza e a riportarsi addirittura sopra la rialzista rotta. Come ho già detto più volte rimango di opinione rialzista riguardo agli indici americani. L’ area dei 3900 non si tocca e sta diventando sempre più una importantissima fascia difesa dai Long che utilizzano ogni occasione per caricare nuovi contratti.
L’ America continua ad avere un mercato del lavoro forte con un indice Ism non manifatturiero che non solo non cala ma che rimane stabilmente sopra i 50 ad indicare espansione.
Espansione teoricamente vorrebbe dire inflazione, che a sua volta implica il tentativo da parte delle banche centrali di contrastarla con nuove e prolungate strette di politica monetaria finalizzate a fermare la produzione ed il consumo.
Ecco, a questo proposito ed a mio personalissimo parere, stiamo assistendo ad una fase di inflazione endogena le cui cause sono, sempre a mio avviso, da attribuirsi a motivazione diverse dal semplice consumismo. La mia impressione è che la causa dell’ inflazione sia da ricercarsi, a) nelle smisurate quantità di denaro che le banche centrali hanno immesso nel mercato durante il periodo del covid per sostenere i mercati, b) nello smisurato aumento dei prezzi dell’ energia in tutte le sue forme di cui siamo stati protagonisti in tutti questi mesi tra guerre e lotte geopolitiche.
Questo scenario si è andato sovrapponendo ad una struttura economica fondamentalmente sana che continua a tenere fronte e a sostenere, con buone probabilità di uscirne più o meno indenne, le politiche aggressive delle banche centrali.
Da questo punto di vista quindi mi sembra sempre più che l’ inflazione stia assumendo un carattere endogeno dei mercati. Se le mie ipotesi fossero corrette le banche centrali così come hanno generato l’inflazione con l’ immissione sul mercato di ingenti somme di denaro, ora, mediante le politiche di Tappering (riduzione delle misure introdotte per sostenere l’economia), possono iniziare a sottrarre denaro dai circuiti monetari in presenza di un mercato forte che ormai si sta autoalimentando (vedesi anche pil Cina che punta a raggiungere per il 2023 il 6%) e questo potrebbe significare avere la possibilità di ottenere un calo dell’inflazione anche in presenza di un mercato forte come quello a cui stiamo assistendo attualmente.
Sempre se tutto le ipotesi di lavoro che ho esposto fossero corrette, questo implicherebbe anche che sarebbe impossibile il ritorno ad una inflazione bassa al 2% , almeno in tempi medio brevi, perché l’inflazione è dipesa da cause energetiche e geopolitiche (come ad esempio la guerra) con cui le imprese ed il mercato in generale ( e purtroppo anche noi) stanno imparando a conviverci.
Sempre in questa ottica si giustificherebbe l’apparente inspiegabile dicotomia tra crescita dei tassi di interesse e contemporanea crescita dei mercati.
Detto tutto questo, di seguito posto il grafico di S&P dove ho inserito come al solito un po' di informazioni utili.
Con riguardo ad Euro la situazione è un po' diversa. La domanda che mi pongo è la seguente:
Euro è stato tirato su dalla incommensurabile forza degli indici o effettivamente il ritracciamento è finto?
Daily Euro chiude giusto sul “Livello Diga” senza avere la forza al momento di comprarlo. Al momento sembrerebbe aver fatto uno swing più alto rispetto a quello che avevo ipotizzato la scorsa settimana.
Anche qui come per S&P la mia idea di trend long rimane del tutto inalterata e ritengo questo solo un ritracciamento. Il mio interesse ora è capire se e dove potrebbe finire o se è già finito.
Nel Daily vi segnalo a grafico un importante livello a 1.0670 che monitorizzo attentamente in quanto evidenti chiusure daily sopra a questa area di prezzo segnalerebbero, a mio avviso, il primo vero segnale grafico della fine del ritracciamento che poi dovrebbe essere confermato e seguito da una chiusura Weekly.
Sto aspettando queste ulteriori conferme grafiche perché il prossimo lunedì ci sarà la scadenza dei contratti futures, quindi nella settimana appena chiusasi , presumibilmente proprio nelle giornate tra giovedì e venerdì ci è stato il Roll Over delle posizioni da parte degli istituzionali. Purtroppo come sappiamo non ci è dato saper come si sono posizionati essendo il Cot fermo ad un mese fa ma con i datti usciti questa settimana riferiti allo scorso 7 febbraio, posso cominciare ad anticipare che a mio avviso, dagli studi che porto avanti costantemente sul Cot, ho rilevato una cosa molto interessante:
La grande spike della settimana del 30 gennaio scorso, quando Euro ha fatto registrare nuovi massimi in zona 1.1050, non è stata dovuta a prese di profitti, che comunque ci sono stati, ma essenzialmente a chiusura di contratti short (stop loss ) che si sono generati rispettivamente nella misura del 27% e 73% sui volumi assoluti degli open interest di quella settimana presenti a mercato.
In altre parole, si è generata una vera e propria candela di F.O.M.O. che molto probabilmente verrà ricoperta. Se il prezzo dovesse infatti riavvicinarsi su quelle zone potrebbero rigenerarsi nuove giornate di F.o.m.o. (Fear Of Messing Out) molto interessanti.
Come sempre nel grafico ho inserito spunti e riflessioni aggiuntive.
Alla prossima settimana.
Buon trading a tutti.
Ciao Emi
Azionari ai titoli di coda? DAX SPX 03.03.2023Settimana cruciale per i rendimenti dei bond governativi che continuano a salire a causa di un'inflazione ancora persistente. Ma il mercato azionario si muove al rialzo ignorando del tutto l'impatto che potrebbe avere il rialzo shock dei tassi dell'ultimo anno. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una decorrelazione anomala fra rendimenti dei bond ed indici, che ha dato origine a numerose disarmonie anche dal punto di vista tecnico.
Nasdaq: La Price Action chiama un movimento direzionaleBuongiorno a tutti,
eccoci trovati con il classico appuntamento settimanale dove vado ad analizzare un mercato attraverso il mio metodo basato sulla vera price action.
Per i prossimi giorni tra i mercati che seguirò maggiormente da un punto di vista operativo ci sarà sicuramente l'indice tecnologico Nasdaq 100.
Questo mercato infatti ha formato una F.T.W. Classic long in area di interesse 12.000/12.050 punti dove passa anche il 50% della leg long che ha come minimi i primi giorni del 2023.
Questo setup è anche una Inside FakeOut visto che fa falsa rottura dei minimi della settimana del 30 gennaio quando c'è stato il breakout bullish dei 12.000.
In ottica operativa quindi la rottura al rialzo dei massimi convaliderebbe il mio trigger e potrebbe avere come principali target area 12.800 inizialmente e successivamente area 13.600 punti ( confluenza tra area di interesse e 130.90% di estensione ).
La mia idea andrebbe a fallire solo se ci tornasse sotto gli 11.300 punti.
Per oggi è tutto, vi auguro un ottimo week end e un buon TRADING SIMPLE per la prossima settimana!
Wall Street: il rimbalzo è solo temporaneo?Nonostante la corsa dei treasury non si sia ancora arrestata, ieri Wall Street è finalmente riuscita a trovare un buon rimbalzo dopo che le ultime sedute erano state caratterizzate da una vistosa debolezza.
Il saldo di questa settimana vede al momento un calo vicino al 3% per il future su S&P500, mentre la giornata di ieri si è chiusa con +0.71% a 3.984 punti.
A riportare ottimismo fra gli investitori sono state le parole di Raphael Bostic, Presidente e CEO della Federal Reserve di Atlanta dal 2017.
Bostic si è detto favorevole ad un rialzo dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione di marzo ed esclude per il momento una stretta da 50 punti base.
Nelle ultime settimane la struttura tecnica dei mercati americani è nettamente peggiorata.
Ieri il future su S&P500 è arrivato a testare un livello molto significativo dal punto di vista tecnico, solitamente monitorato a livello istituzionale, ovvero la media mobile a 200 periodi intorno area 3.950 punti.
Anche a livello grafico in area 3.950-3900 troviamo un supporto statico dettato da un precedente minimo di swing (20 gennaio 2023) e un supporto dinamico identificato sul retest della trendline discendente (ex resistenza) che congiunge i principali massimi di swing del 2022.
Nell’analisi della scorsa settimana sul blog avevo scritto che un ritorno sotto i 4.000 punti avrebbe avallato la possibilità di operare short con primo target a 3.950 punti ed in estensione 3.900 punti.
Ora la reazione mostrata ieri dal mercato sul retest del supporto intermedio a 3.925 punti (inversione di prezzo intraday con formazione di candela engulfing rialzista), suggerisce l’idea che il mercato possa proseguire nel rimbalzo, ma andrà cercata conferma in base al comportamento in area 4.000 punti.
Qualora il mercato dovesse tergiversare su tale livello e quindi fallirne il recupero nel breve, allora aumenterebbero le possibilità di assistere ad nuova correzione e nuovo retest della media mobile a 200 periodi.
Nel caso dovessimo poi assistere ad un breakout dei 3.950 punti, confermato in chiusura di sessione, allora aspettiamoci nuova debolezza e discese fino a 3.900 ed in estensione 3.850 punti.
Se invece l’ottava dovesse chiudersi con una ulteriore candela di reazione e spingersi almeno in area 4.025, allora nella prossima ottava valuterò entrate long sui pullback intraday, tuttavia con importi minimi data l’attuale fase di incertezza.
Nonostante infatti un ritorno sopra i 4.025 aumenterebbe decisamente le possibilità di assistere ad un allungo fino a 4.100 punti, solo un recupero di tale livello tornerebbe a supportare un’operatività long comunque di breve sulle discese intraday.
Ricordo infatti che il trend di fono è ancora ribassista e solo il breakout dei 4.250 punti, confermato in chiusura settimanale, decreterebbe la fine completa del mercato orso e l’inizio del mercato toro.
LA RECESSIONE CHE NON C’èIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 03.03.2023
-CONTESTO
Periodo contrastato per i mercati finanziari, che erano in attesa di una forte recessione, sia in Europa a causa della crisi energetica, che in America , a causa della FED super aggressiva, ma per il momento nulla nei parametri degli aggregati macro mondiali lascia pensare ad una crisi economica.
La settimana che sta per concludersi ha visto nel mirino i PMI sia cinesi che occidentali con America ed Europa, ed i dati sembrano non avvicinarsi nemmeno all’idea di contrazione economica. I parametri visti nello scorso dicembre 2022 che vedevano ancora la Cina ferma con la lotta al covid, gli Stati Uniti alle prese con l’inflazione ed i rialzi tassi, e l’Europa con la crisi energetica, sono oramai un ricordo. Le ultime rilevazioni per il mese di Febbraio 2023 mostrano forti rimbalzi in tutti i paesi del g20 e la prospettiva che forniscono le imprese di servizi e manifatturiera è ben più rosea delle previsioni.
A dar ulteriore conferma che la recessione non sembra ancora bussare alle porte, i dati sul mercato del lavoro, che vedono tassi di disoccupazione prossimi ai minimi ed in America assistiamo addirittura ad un calo , con l’ultima rilevazione al 3.4%!
Non siamo certo in recessione, più probabile una fase di timido rallentamento economico, che non collima con le esigenze delle banche centrali di contenere l’inflazione, pertanto gli operatori si dividono ancora una volta: da un lato la speranza che le politiche economiche non danneggino l’economia e che la ripartenza sarà quindi ancora più prodigiosa, e dall’altra il timore che le banche centrali non si fermeranno!
Tra i due sentiment la nostra opinione si colloca attualmente a favore della paura, per essere piu precisi rimaniamo in attesa di una fiducia che deve arrivare dai dati macro, in special modo dall’inflazione che rimane a nostro avviso l’unico vero driver anche per le banche centrali e in conseguenza per il comparto obbligazionario, a seguire l’azionario e a cascata l’intero settore finanziario.
Fino a che l’inflazione rimarrà sostenuta, tutti gli altri parametri saranno secondari, le banche centrali alzeranno via via il livello di aggressività e sarà mantenuto per tutto il tempo necessario senza curarsi troppo al momento di creare scompensi negli altri aggregati macroeconomici.
La vera strada è ignota stavolta anche alle banche centrali costrette a seguire la curva del ciclo economico che si concretizza nella lettura dei dati via via pubblicati.
-FOREX
Il comparto valutario resta incerto, il dollaro Usa che ha dominato la scena nel 2022 e che ci ha regalato un fortissimo dollaro centrismo, attende ora le decisioni della FED e nel frattempo gli operatori spostano il focus su altri asset , come il dollaro neozelandese, che chiude la settimana come l’asset migliore tra le majors, con un +0.70% medio grazie alle notizie provenienti dalla Cina. La ripartenza del polmone economico e produttivo asiatico, regala un boost importante anche ai partner commerciali ed esportatori di materie prime come la Nuova zelanda, che ora viene prediletta al dollaro australiano anche grazie ad un migliore delta tasso.
La spinta rialzista del dollaro neozelandese porta al consueto posizionamento di mean reverting dei treders retail che ora si posizionano al 72% short sul basket.
Diversi quindi gli asset in tendenza che vedono i retail a caccia del mean reverting, primo audnzd con un 78% di posizioni lunghe, ancora nzdcad con un 69% short, nzd jpy con un 77% short e non da meno gbpnzd con un 85% long.
Indubbio quindi la necessità di monitorare gli asset new zealand in questa fase.
-EQUITY
L’azionario mondiale rimane contrastato, con l’equity americana che no si allontana dai minimi di periodo , ma non trova la forza necessaria ad allunghi ribassisti importanti, mentre l’Europa resta prediletta, mostrando impressionante forza per il dax, che ad ogni approdo sui minimi trova compratori disposti ad riportare le quotazioni verso i massimi. Non escludiamo la formazione di una nuova flag lateral ribassista che sia preludio a nuove espansioni di volatilità rialzista. Come detto la parola rimane alle banche centrali e alla loro capacità di raffreddare l’economia.
-COMMODITIES
Spingono a rialzo i metalli, che gioiscono della ripartenza della Cina, e della conseguente riapertura della domanda. Il gold ritrova il test delle resistenze a 1850$ livello oltre il quale si potrebbe valutare allunghi verso i 1864$, cosi come il rame che torna a quota 4.11$ prima resistenza minor per poi guardare a 4.17$ e a 4.22$.
Attendiamo i dati sull’ISM di oggi pomeriggio per gli States , ultimo market mover della settimana
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Resoconto Mercati Finanziari Febbraio 2023▼ REPORT Mercati finanziari ▼
Il 2023 è iniziato con i migliori propositi, certo, ma le rosee #aspettative sono state sostenute dai #dati confortanti – il mese di gennaio ha infatti registrato un buon andamento per i principali indici azionari, soprattutto in #Europa (#Eurostoxx a +9,3%) e nelle economie emergenti (MSCI Emerging Markets a +7,9%); queste ultime trainate dal grande rimbalzo cinese (+12,3% del MSCI China). Tra i #listini del Vecchio Continente si sono distinti quello italiano (+12,7% il FTSE MIB) e spagnolo (+10,3%), seguiti da Francia e #Germania (+9,5% il CAC40 e +8,6% il DAX). Più contenuto il recupero di Stati Uniti (S&P 500 a +6,3%), #Giappone (Nikkei 225 a +4,7%) e Gran Bretagna (+4,3% il FTSE 100).
Dopo i picchi #record dell’anno appena trascorso il #prezzo del #gas naturale europeo ha continuato a scendere nelle recenti settimane, riportandosi sotto quota 60 euro/MWh, ovvero sui minimi da settembre 2021. La discesa del gas continentale ha dissipato i timori di una crisi energetica e conseguenti razionamenti o ripercussioni a livello produttivo/industriale; complice in tal senso anche il clima favorevole, con l’#inverno mite a determinare un livello elevato di scorte.
Da noi restano l’incertezza geopolitica, limitazioni delle condizioni finanziarie delle #famiglie e una pressione inflazionistica ancora tenace, elementi che concorrono a frenare #spesa e #produzione. Eppure ci sono degli elementi che fungono da contrappeso: i “colli di bottiglia” nelle catene produttive si stanno man mano risolvendo, i salari aumentano e si registra un’ottima tenuta del #mercato del #lavoro. Poi risulta comunque migliore delle attese (-0,1%) la modesta crescita a +0,1% del #PIL nell’Eurozona.
Tornando all’#inflazione, a gennaio per il terzo mese consecutivo è proseguito il calo del valore complessivo, sino all’8,5% dal picco di 10,7% toccato ad ottobre. Un esito tuttavia da imputare principalmente alla succitata discesa dei #prezzi energetici, non è un caso che il dato core si attesti stabile sulla cifra #record del 5,2%. Da qui l’approccio implacabile della #BCE, che nella riunione datata 2 febbraio annuncia l’innalzamento dei tassi di riferimento di ulteriori 50 punti base e mostra l’intenzione di attuare una mossa simile anche nel meeting di marzo. Cautela.
In #USA il presidente della Federal Reserve Jerome #Powell ha riconosciuto l’avvio di un processo di disinflazione, pur ribadendo la necessità di maggiori conferme/progressi affinché la #Fed possa ritenersi soddisfatta dell’efficacia dei propri interventi.
Potremmo riassumere che il recupero evidenziato sino a febbraio è significativo. Sono probabili imminenti pause nel rialzo dei tassi da parte della #Banche Centrali. Prematuro risulta parlare invece di tagli e “pivot” .
La percezione degli #investitori sul quadro macroeconomico appare quindi decisamente migliorata se rapportata a qualche mese fa. La solida tenuta dell’#economia globale e i chiari segnali di decelerazione dell’inflazione sembrano aver sortito effetti sull’umore generale. Con prospettive incoraggianti non resta che attendere inneschi cruciali.
Al mese prossimo!
Il mensile su btcusdFebbraio ha disegnato una Doji quasi perfetta, in questo contesto indica indecisione, perché per invertire un trend dovrebbe stare al posto di quella di Dicembre per esempio, o quella di Novembre 2021 essendo il timeframe mensile, non vuol dire che btc non possa scendere, però non è considerabile un pattern. Se si guarda lo storico di btc, si nota che poche volte ha fatto delle doji, spesso le ha rotte al rialzo, cioè ha continuato a salire, chissà....
Il 27 Febbraio è superato, una rottura dei 25k usd senza intaccare i minimi di Novembre 2022 da adesso in poi, direbbe apertamente: inversione del periodo intermedio ecco perché c'è molta resistenza, sarebbe un uscire allo scoperto da parte di chi sta comprando, quindi con la prima volatilità, si avrebbe il quadro chiaro(almeno per chi è capace di leggerlo). Il prossimo periodo importante adesso diventa Luglio 2023 che aiuterà a stabilire con più affidabilità se il bear è finito oppure no, non penso che vedremo il quadro chiaro subito, altrimenti sarebbe troppo facile, penso che porteranno all'estremo le oscillazioni, cercando di nascondersi più possibile, è importante non fare minimi più bassi dopo Luglio 2023, questo lo scriverò poi nelle prossime analisi.