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Ciao a tutti,
Oggi Jerome Powell parlerà al Jackson Hole Symposium (Wyoming).
È un evento cruciale perché il presidente della Fed spesso anticipa la direzione della politica monetaria per i prossimi mesi.
Dopo i recenti dati contrastanti (PPI più alto del previsto e segnali di crescita debole), i mercati restano in equilibrio.
Il tono di Powell sarà decisivo: rafforzare le aspettative di tagli ai tassi o rimandarli.
🔎 Scenario 1 – Hawkish (inflazione persistente, rischio tariffe)
Powell sottolinea che la disinflazione si è fermata e che la politica monetaria deve restare restrittiva “più a lungo”.
I mercati prezzano meno tagli nel 2025.
Gold Giu (USD più forte + rendimenti al rialzo)
USD Su (2Y oltre 3,95%)
🔎 Scenario 2 – Dovish (crescita rallenta, lavoro debole)
Powell evidenzia il mercato del lavoro più fragile e apre alla possibilità di allentare se le condizioni peggiorano.
Aumentano le scommesse su un taglio dei tassi già nel Q4.
Gold Su
USD Giu
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Analisi fondamentale
Mercati sotto pressione: perché il discorso di Powell è crucialeS&P in calo per il quinto giorno consecutivo in attesa del discorso di Powell
Le azioni restano intrappolate tra i deludenti risultati trimestrali di un importante rivenditore e l’attesa per le parole del presidente della Fed, Jerome Powell. Di conseguenza, nella giornata di ieri i mercati hanno nuovamente vacillato, con i principali indici ormai avviati a chiudere la settimana in territorio negativo.
L’S&P registra la quinta seduta consecutiva in calo, senza un solo segno positivo da inizio settimana. L’indice è sceso dello 0,40% a quota 6.370,17; il Nasdaq ha perso lo 0,34% (circa 72 punti), chiudendo a 21.100,31, mentre il Dow Jones ha lasciato sul terreno lo 0,34% (circa 150 punti), attestandosi a 44.785,50.
La giornata si era aperta con difficoltà a causa del rapporto sul secondo trimestre di Walmart (WMT). Il più grande rivenditore statunitense ha registrato un fatturato di 177,4 miliardi di dollari, superando di oltre l’1% le stime di consenso e rivedendo al rialzo le previsioni per l’intero anno fiscale. Tuttavia, gli utili sono risultati inferiori alle attese del 6,9%, il primo dato negativo dal 2022. Ancora più preoccupante, l’azienda ha lanciato un allarme sui dazi nella seconda metà dell’anno.
Lo sguardo degli investitori è ora rivolto al simposio annuale di Jackson Hole, dove Powell interverrà oggi. Pur non trattandosi di una riunione ufficiale della Fed, le sue parole potrebbero incidere sulle aspettative di politica monetaria. Negli ultimi giorni, infatti, le probabilità di un taglio dei tassi a settembre si sono ridotte, complice l’andamento dell’inflazione e i verbali dell’ultima riunione della Fed.
Secondo il CME FedWatch Tool, la possibilità di un taglio resta al 73,6%, ma si tratta di un calo di circa venti punti percentuali rispetto all’inizio del mese. Powell potrà dunque spegnere le residue speranze di allentamento o, al contrario, alimentarle di nuovo. Potrebbe anche scegliere una linea di prudenza, mantenendo il mercato nell’incertezza ancora per qualche settimana.
Gli operatori si attendono reazioni immediate. Un tono aggressivo, che sottolinei i rischi legati all’inflazione, potrebbe innescare una forte ondata di vendite; al contrario, un messaggio più accomodante, che indichi fiducia in un taglio dei tassi senza mettere a rischio la stabilità dei prezzi, verrebbe interpretato come segnale rialzista. In quest’ultimo scenario, la propensione al rischio si rafforzerebbe, indebolendo il dollaro e sostenendo i listini azionari.
Questo, dunque, è un passaggio cruciale: il tono di Powell potrebbe influenzare la traiettoria dei mercati fino a fine anno. Di norma il presidente della Fed evita sorprese, ma l’attuale contesto di incertezza tra inflazione e dazi rende ogni scenario possibile.
Tutti i principali indici restano in calo nella settimana che porta a venerdì. Il Nasdaq è il più penalizzato, zavorrato dalle forti pressioni sul comparto tecnologico, con una perdita del 2,5% negli ultimi quattro giorni. L’S&P arretra dell’1,3%, mentre il Dow Jones segna un ribasso più contenuto, pari allo 0,4%. Le borse rischiano così di interrompere la striscia positiva di due settimane consecutive di guadagni.
Marco Bernasconi Trading
Analisi del dato preliminare del PMI statunitense 08/2025I dati preliminari dei PMI statunitensi di agosto 2025 mostrano un quadro economico solido, indicativo di una crescita che potrebbe accelerare nel terzo trimestre. Questi dati, pubblicati da S&P Global, offrono indicazioni concrete sulle dinamiche di domanda, produzione, inflazione e mercato del lavoro negli Stati Uniti.
Secondo Chris Williamson, chief business economist di S&P Global Market Intelligence, il PMI flash combinato manifatturiero e servizi ha raggiunto livelli che indicano una crescita dell’economia americana a un tasso annualizzato del 2,5%. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto alla crescita media dell’1,3% rilevata nei primi due trimestri dell’anno. Segnale importante è il rafforzamento della domanda, presente sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi, che però sta mettendo sotto pressione la capacità produttiva delle aziende. In particolare, la crescita delle vendite ha causato un accumulo di lavori arretrati a livelli non visti dal picco delle limitazioni legate alla pandemia del 2022. Questi arretrati, insieme a un aumento record delle scorte di prodotti finiti, suggeriscono che le imprese stanno cercando di prepararsi a possibili difficoltà nelle catene di approvvigionamento future, un tema ricorrente dato il contesto di tensioni commerciali e tariffe. Dal punto di vista dell’inflazione, il quadro è chiaro e preoccupante per i mercati. Le aziende stanno trasferendo ai clienti i maggiori costi causati da tariffe e da una crescita dei prezzi degli input, portando a un aumento dei prezzi di vendita di beni e servizi al livello più alto degli ultimi tre anni. Questo suggerisce che l’inflazione dei prezzi al consumo potrebbe continuare a salire oltre il target del 2% fissato dalla Federal Reserve nei prossimi mesi.
Il messaggio è che la cosiddetta “reflazione”, cioè crescita economica accompagnata da inflazione in aumento, è probabilmente l’orizzonte più realistico per i mesi a venire. In questo scenario, le probabilità di un taglio dei tassi già a settembre si riducono drasticamente. I dati in arrivo, tra cui i Nonfarm Payrolls (NFP) e il Consumer Price Index (CPI) della prima settimana di settembre, saranno fondamentali per confermare questa tendenza. NFP deboli o un CPI superiore alle attese potrebbero azzerare definitivamente le aspettative di allentamento monetario.
In sintesi, i dati PMI di agosto sottolineano un’economia in buona salute ma con un’inflazione ancora sostenuta. Ciò significa adottare strategie che tengano conto di tassi elevati e potenziali sfide inflazionistiche e gestire con attenzione il rischio in vista di possibili movimenti repentini del mercato nei giorni cruciali di inizio settembre.
Fine 2025: 3 scenari della Fed e il loro impatto sul mercato La Fed non ha tagliato il tasso sui federal funds dalla fine del 2024. Analizziamo i 3 possibili scenari per il tasso sui Fed funds da qui alla fine dell'anno e l'impatto sul mercato azionario per azioni, obbligazioni, dollaro USA e Bitcoin.
La tabella seguente riassume i 3 possibili scenari e il possibile impatto sul mercato azionario.
1) Nessun pivot della FED per tutto il 2025 (il caso più ribassista per gli asset rischiosi del mercato azionario)
In questo caso, la FED manterrebbe i tassi invariati per tutto il 2025 al fine di continuare la lotta all'inflazione. Il mercato sarebbe intrappolato dalle sue aspettative, poiché prevede un allentamento da qui alla fine dell'anno. Sul mercato azionario, ciò innescherebbe una forte correzione dell'S&P 500, attualmente valutato a livelli vicini ai massimi del 2021. I tassi di interesse a due anni rimbalzerebbero, così come i rendimenti obbligazionari a lungo termine, con conseguente aumento della pressione sul debito pubblico statunitense e calo dei prezzi delle obbligazioni. Il dollaro USA dovrebbe registrare un forte rimbalzo, guidato da un modello tecnico rialzista, che lo renderebbe ancora più interessante sul mercato dei cambi. Infine, per le criptovalute, è probabile che si instauri un mercato ribassista prolungato, con una durata media stimata di tredici mesi (il famoso mercato ribassista del ciclo quadriennale del BTC), che segnerà un'importante inversione di tendenza per il Bitcoin e le altcoin.
2) Una svolta “tecnica” della Fed (1 taglio isolato dei tassi)
Questo scenario intermedio corrisponderebbe a un taglio dei tassi di riferimento già a settembre o ottobre 2025, dopo l'arrivo di Stephen Miran al FOMC. Tuttavia, questo taglio rimarrebbe isolato e non segnerebbe l'inizio di un ciclo prolungato di riduzione dei tassi, poiché l'inflazione sarebbe ancora troppo elevata. Sui mercati azionari, questo significherebbe una fase di consolidamento, con l'S&P 500 che si muove in un corridoio tra 5.800 punti e i suoi recenti massimi storici. I rendimenti a due anni dovrebbero stabilizzarsi intorno al 4%, aggirandosi intorno alla media mobile a 200 giorni, con un leggero aumento dei prezzi delle obbligazioni, soprattutto se il mercato del lavoro rimarrà debole. Anche il dollaro USA dovrebbe stabilizzarsi, con un moderato apprezzamento sul mercato dei cambi. Per quanto riguarda le criptovalute, l'impatto sarebbe da neutro a leggermente rialzista, con la possibilità di un ultimo picco prima che prenda piede il prossimo mercato ribassista legato al ciclo quadriennale visto per il Bitcoin.
3) Un “vero” pivot della FED (diversi tagli dei tassi da qui a fine dicembre 2025)
Nel caso di un vero pivot monetario, la FED taglierebbe il suo tasso di riferimento a settembre, seguito da altri due tagli entro la fine dell'anno. Questo scenario avrebbe un impatto nettamente positivo sui mercati azionari, con l'S&P 500 che potrebbe raggiungere l'obiettivo dei 6.700 punti. Sul fronte dei tassi di interesse, ciò porterebbe a una marcata tendenza al ribasso, con nuovi minimi per i rendimenti a breve e a lungo termine, mentre i prezzi delle obbligazioni ricomincerebbero a salire bruscamente. Il dollaro statunitense entrerebbe in una fase di declino prolungato, con un obiettivo di 95 punti per l'indice DXY. Infine, le criptovalute sono destinate a beneficiare di questo clima accomodante, con il Bitcoin e le altcoin che vedranno aumentare i loro prezzi per segnare la fine del ciclo rialzista alla fine dell'anno.
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Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
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Il discorso di Powell a Jackson Hole: rischi chiave per SPX, ...Il discorso di Powell a Jackson Hole: rischi chiave per SPX, DXY e oro
Gli operatori stanno osservando e attendendo il discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell al simposio di Jackson Hole.
L'aspettativa di base è che Powell eviterà di impegnarsi in qualsiasi mossa durante la riunione di settembre. È invece probabile che ribadisca che le decisioni dipenderanno dall'insieme completo dei dati economici che saranno pubblicati da qui ad allora.
Se Powell dovesse anche solo accennare a un taglio dei tassi a settembre, l'S&P 500 potrebbe registrare un rialzo. Tuttavia, la reazione potrebbe essere limitata, poiché i mercati stanno già scontando un'elevata probabilità di allentamento. Secondo lo strumento FedWatch del CME, gli operatori vedono una probabilità del 71% di un taglio di un quarto di punto a settembre.
Guardando oltre settembre, un accenno a tagli dei tassi in ottobre, novembre o dicembre potrebbe indebolire il dollaro statunitense e fornire sostegno all'oro.
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Ciao a tutti,
il daily di ieri ha chiuso sopra un livello importante, formando una candela engulfing che ha inglobato anche il minimo del giorno precedente. Ottimo segnale di partenza.
Per la giornata di oggi valuterò un possibile long su Gold da una di queste due aree, in attesa di conferme operative.
Vi ricorco che;
Agosto è notoriamente lento e difficile da tradare: tanti operatori sono in vacanza nell’emisfero nord.
Niente panico, il mercato tornerà normale nelle prime due settimane di settembre.
La gestione del rischio resta la cosa fondamentale, a prescindere dalle condizioni del mercato.
Punti chiave:
I catalizzatori principali per il prezzo dell’oro: i verbali della Fed (FOMC minutes) e il discorso di Powell a Jackson Hole.
I mercati scommettono su un taglio dei tassi il mese prossimo con una probabilità tra l’83% e l’85%.
Anche in Asia, i mercati attendono con apprensione il discorso di Powell a Jackson Hole. Il dollaro è stabile.
Una ricerca previsionale parla di un possibile picco dell’oro a $3.600 entro fine 2025, spinto da rischi geopolitici e forte domanda di rifugio.
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GOLD | Oggi sussidi di disoccupazione e altre news.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Avvenuta la chiusura giornaliera sopra il livello daily segnato, questo a mio parere porta ad una continuazione LONG fino alla liquidità giornaliera dei 3375$ per oncia.
Vediamo se riesce a raggiungerli già oggi, magari con le news delle 14:30.
Per convalidare effettivamente questo LONG vorrei tanto per cominciare un rientro del minimo H1 dei 3337$, che attualmente risulta violato a ribasso, e poi un break a rialzo sempre del livello giornaliero dei 3342.70, perché attualmente ci troviamo sotto.
Con tutte queste conferme e una buona chiusura LONG in H4 potrei vedere una ripartenza a rialzo degna di nota, specialmente per il momentum di ieri, sarebbe il caso che anche le NEWS delle 14:30 aiutassero (ne avremo anche altre alle 15:4 e alle 16:00).
Ci aggiorniamo dopo.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
NASDAQ in affanno, Walmart: il prossimo colosso a sorprendere?NASDAQ in affanno, Walmart: il prossimo colosso a sorprendere il mercato?
Le difficoltà tecnologiche proseguono, tra risultati contrastanti nel commercio al dettaglio
Ieri il settore tecnologico ha continuato a subire pressioni, con un costante deflusso di capitali; tuttavia, i principali indici si sono allontanati dai minimi registrati nel pomeriggio.
Il NASDAQ sembrava avviato verso un ulteriore crollo dell’1%, ma ha chiuso in ribasso soltanto dello 0,67% (circa 142 punti), attestandosi a quota 21.172,86. L’S&P ha ceduto lo 0,24%, segnando la quarta seduta consecutiva negativa, e si è fermato a 6.395,78. I titoli del Mag 7 sono tutti scesi, poiché gli investitori tornano a interrogarsi sulla solidità degli investimenti nell’intelligenza artificiale. In controtendenza, il Dow Jones è riuscito a guadagnare lo 0,04% (circa 16 punti), chiudendo a 44.938,31.
Nel frattempo, Palantir (PLTR), ormai una delle protagoniste più osservate sul mercato, ha perso un ulteriore 1%, registrando così la sesta giornata consecutiva in rosso. Eppure, il fornitore di piattaforme software per l’intelligence rimane in rialzo di oltre il 100% dall’inizio dell’anno. Sarà interessante osservare fino a che punto il titolo potrà scendere prima di stimolare un ritorno degli acquisti da parte degli investitori.
Il rapporto del secondo trimestre di Target (TGT) ha mostrato dati migliori rispetto al trimestre precedente, ma il mercato non si è lasciato convincere dal calo delle vendite e dall’annuncio di un nuovo CEO proveniente dall’interno di un’azienda in difficoltà. Il titolo ha perso oltre il 6% nella giornata di ieri ed è in calo di oltre il 30% da inizio anno. Nel settore della distribuzione, l’andamento è stato disomogeneo: Lowe’s (LOW) è salita dello 0,30% e TJX Cos. (TJX) del 2,7%, mentre Estée Lauder (EL) ha perso il 3,7%.
L’attenzione si concentra ora su Walmart (WMT). Il più grande rivenditore statunitense, in rialzo di circa il 13% quest’anno, presenterà i risultati prima della chiusura di domani. La società ha centrato o superato le stime di consenso per dodici trimestri consecutivi e si prevede che registri un utile di 73 centesimi per azione, con un incremento del 9% su base annua. Le stime di fatturato, pari a 175,5 miliardi di dollari, indicherebbero una crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente.
Da tempo gli operatori fisici e digitali tendono a convergere, e Walmart si sta affermando come fornitore online in costante espansione. Parallelamente, il colosso sta diventando un attore sempre più rilevante anche nel settore pubblicitario, grazie alla forza del suo comparto digitale.
Gli operatori di mercato guarderanno ai risultati di Walmart per comprendere come consumatori e rivenditori stiano reagendo ai dazi imposti dal presidente Trump. Dopo un marcato calo della spesa al consumo in primavera, le vendite al dettaglio sono tornate a crescere: +0,9% a giugno e +0,5% a luglio. Sarà ora da verificare se il titolo riuscirà a ritrovare slancio una volta pubblicati i dati trimestrali.
Marco Bernasconi Trading
Lo scandalo “Salad Oil”Nel novembre del 1963, Wall Street venne scossa dallo scandalo finanziario noto come il "Salad Oil Scandal". Anthony De Angelis, un abile truffatore, riuscì a ingannare banche e investitori convincendoli a prestare denaro garantito da un inventario di olio di soia inesistente. Il trucco era semplice ma geniale. L’olio galleggia sull’acqua. Durante le ispezioni, i controllori trovavano olio in superficie nei serbatoi, ma sotto c’era solo acqua. La frode venne alla luce quando le banche iniziarono a scoprire che le garanzie su cui avevano basato i prestiti erano false. American Express, tramite la sua controllata specializzata in logistica e magazzinaggio, aveva emesso ricevute per l’inventario inesistente, finendo così coinvolta nello scandalo. Le perdite per le banche furono ingenti e il titolo di American Express crollò vertiginosamente. La reputazione dell’azienda, costruita sulla fiducia, sembrava irrimediabilmente compromessa. La maggior parte degli investitori pensava che fosse la fine per la storica società. In questo clima di panico generale, Warren Buffett adottò un approccio completamente diverso. Mentre Wall Street vendeva in massa, Buffett decise di fare ricerca sul campo. Visitò ristoranti e negozi nella sua Omaha natale, ponendo una semplice domanda ai gestori: “State ancora accettando carte American Express?”. La risposta fu sorprendentemente univoca: sì, i clienti continuavano a usare le carte AmEx e i commercianti le accettavano regolarmente. Il business core di American Express non era stato intaccato dallo scandalo. Questa capacità di vedere ciò che gli altri non vedevano, Buffett la definisce "variant perception", ovvero la capacità di avere un’opinione differente e più accurata rispetto al consenso generale. Mentre gli altri investitori vendevano, Buffett acquistava, arrivando a investire quasi metà del suo fondo in American Express, violando tutte le regole convenzionali di diversificazione. La pazienza fu la chiave del successo. Oggi, Berkshire Hathaway detiene oltre il 20% di American Express, con una quota valutata più di 25 miliardi di dollari. La maggior parte degli investitori tende a confondere i titoli sensazionalistici con i fondamentali reali, vendendo nel momento peggiore, quando il panico domina il mercato. La chiave è saper distinguere tra problemi temporanei e declino permanente, e avere la pazienza di aspettare che il mercato riconosca il valore reale. Il caso American Express insegna che la paura e il panico possono offuscare il giudizio degli investitori, mentre un approccio disciplinato e contrarian può trasformare una crisi in un’opportunità di lungo termine.
Rapporto Russell 2000/S&P 500, fate molta attenzione!1) Il Russell 2000 è l'indice del mercato azionario delle small cap statunitensi
Il Russell 2000 è un indice del mercato azionario di circa 2.000 small cap statunitensi e rappresenta il principale barometro della performance delle small cap negli Stati Uniti. L'S&P 500, invece, è composto da 500 grandi società statunitensi, rappresentative delle large cap, generalmente più diversificate e orientate a livello internazionale. Il Russell 2000 è caratterizzato da una maggiore volatilità, in quanto le small cap sono più sensibili alle condizioni economiche nazionali, ai tassi d'interesse e ai cicli del credito, mentre l'S&P 500 riflette maggiormente l'andamento di fondo delle stelle tecnologiche statunitensi.
2) Il rapporto Russell 2000/S&P 500 è uno dei principali barometri della propensione al rischio del mercato azionario ed entrerà in una fase di rimbalzo rialzista se, e solo se, la FED effettuerà un vero e proprio cambio di rotta nell'ultimo trimestre del 2025
Una differenza notevole riguarda la redditività: gran parte delle società del Russell 2000 non sono ancora redditizie, mentre la maggior parte delle società dell'S&P 500 sono mature, con margini solidi e bilanci più solidi.
Per questo motivo l'indice Russell 2000 è estremamente sensibile alla politica monetaria della FED. Di conseguenza, se la FED opterà per un vero e proprio pivot a fine anno (diversi tagli consecutivi dei tassi), questo migliorerà le condizioni di credito e sosterrà le small cap sul mercato azionario. D'altro canto, se la FED opterà per l'assenza di pivot o per un semplice pivot tecnico, ciò non sarà favorevole per il Russell 2000.
Ecco perché il rapporto Russell 2000/S&P 500 può essere considerato un ottimo barometro del rischio. Per il momento, questo rapporto è in discesa, ma si sta avvicinando un supporto importante, così come l'inizio della divergenza. Il giorno in cui questo rapporto girerà verso l'alto sarà un forte segnale a favore della propensione al rischio e della sovraperformance delle small cap. Quel giorno non è ancora arrivato, ma è bene tenere d'occhio il rapporto tra le small cap statunitensi e l'S&P500.
3) Mentre l'S&P 500 è costoso come alla fine del 2021 in termini di valutazione, il Russell 2000 è a buon mercato e ancora lontano dai suoi massimi storici
Mentre l'S&P 500 è tornato al suo livello di valutazione alla fine del 2021, la valutazione delle società del Russell 2000 è ancora molto in ritardo e lontana da un'area di eccesso storico.
In termini di analisi tecnica, il supporto principale è stato identificato a 2135 punti e finché l'indice si mantiene al di sopra di questo supporto, potrebbe essere in grado di raggiungere i suoi massimi storici.
Il grafico sottostante mostra le candele giapponesi giornaliere dell'indice Russell 2000
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GOLD | Verbali e chiusura giornaliera dubbia.Salve traders, come state?
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Appena usciti i verbali di riunione del FOMC, vedremo come verranno interpretati dagli investitori.
Nel mentre mi focalizzerei sulla chiusura giornaliera di oggi, sarà importante vedere se chiuderà sopra o sotto il livello segnato dalla linea bianca, i 3342.70$, chiusura sopra potrebbe portare un po' di continuazione LONG, mentre un rifiuto sotto il livello potrebbe portare ad una ripresa ribassista.
Se dovesse shortare forte e rompere i 3315$ per oncia potremmo rivedere l'oro su minimi che non vediamo da diverse settimane come per esempio i 3300$ o addirittura i 3200$.
Vedremo domani le strutture in time frame più basso per capire come posizionarci.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
Il Nasdaq frena, Walmart e Target pronti a sorprendere?Il Nasdaq frena, Walmart e Target pronti a sorprendere?
Il settore tecnologico sotto pressione, focus sui risultati del retail
La debolezza tecnologica nella sessione di ieri ha pesato in modo significativo sull’andamento complessivo del mercato, con diversi titoli favoriti — tra cui PLTR — che hanno subito una brusca correzione. Anche altri nomi legati all’intelligenza artificiale, come AMD e NVDA, hanno rallentato dopo le brillanti performance messe a segno nel corso del 2025.
Alla chiusura delle contrattazioni ho registrato un Dow Jones stabile, uno S&P 500 in calo dello 0,6% e un Nasdaq in flessione dell’1,4%. La leggera svendita del comparto tecnologico ha favorito il ritorno di interesse verso settori più difensivi: utility, beni di consumo di base, oltre a sanità e immobiliare, hanno mostrato segnali di forza.
Per quanto riguarda la stagione degli utili, il ciclo del secondo trimestre procede verso la conclusione con il retail protagonista di questa settimana. Nella giornata di oggi Home Depot (HD) ha pubblicato i risultati, che hanno riflesso uno scenario simile ai trimestri precedenti: i consumatori restano cauti sugli acquisti di fascia alta. Nonostante ciò, HD ha superato un ostacolo importante confermando la guidance per l’intero anno, elemento che ha favorito un sentiment positivo anche verso Lowe’s (LOW).
L’attenzione resta ora su Walmart (WMT) e Target (TGT), i cui dati in arrivo forniranno un quadro più chiaro sul comportamento dei consumatori. Se Target mostrerà finalmente un segnale di ripresa nei beni di largo consumo e Walmart riuscirà a mantenere lo slancio, il settore retail nel suo complesso potrebbe beneficiarne in maniera significativa.
Sul fronte macroeconomico, i dati immobiliari diffusi ieri hanno evidenziato:
Housing starts (nuove costruzioni) a luglio: 1,43 milioni (tasso annuo destagionalizzato), +5,2% rispetto a giugno (1,36 milioni) e +12,9% rispetto a luglio 2024 (1,27 milioni).
Permessi di costruzione a luglio: 1,35 milioni, -2,8% rispetto a giugno (1,39 milioni) e -5,7% rispetto a luglio 2024 (1,44 milioni).
Marco Bernasconi Trading
Luglio 2025. Il mese dei record per Nasdaq e S&P 500Luglio 2025 è stato un mese storico per gli investitori, in particolare per i mercati azionari statunitensi. Il Nasdaq Composite ha raggiunto ben 14 nuovi massimi storici di chiusura durante il mese, un record senza precedenti per un luglio. Questo numero è doppio rispetto al totale registrato in tutto il 2024 e supera i precedenti record stabiliti nel luglio del 1977 e 1997. Contemporaneamente, anche l’S&P 500 ha siglato 10 nuovi massimi assoluti, un risultato di rilievo che in passato si è visto solo in due altre occasioni. L’anno in corso si distingue per la sua forza sui mercati: da inizio anno, l’S&P 500 ha chiuso a nuovi massimi storici in 15 occasioni, attestandosi come il secondo anno più positivo dal 2021, dietro al 2024 che aveva visto 57 nuovi record. La spinta al rialzo è stata supportata da vari fattori chiave. Il buon andamento della stagione degli utili societari, con molte grandi aziende che hanno superato le attese degli analisti, e segnali positivi sull’economia statunitense, come la resilienza dei consumi e aspettative di politica monetaria relativamente accomodante. Il settore tecnologico ha guidato il rally, con titoli di grandi dimensioni legati all’intelligenza artificiale e all’innovazione che hanno trainato il Nasdaq verso nuovi traguardi. Per chi opera in modo strategico e disciplinato, il contesto attuale rappresenta un’opportunità significativa, pur mantenendo sempre attenzione alla gestione del rischio.
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Pian piano il prezzo ha raggiunto l'imbalance daily, quindi ora serve attenzione.
Al momento preferisco restare con una visione ribassista, puntando alla zona di demand intorno ai 3290, che coincide con la base del range.
Siamo vicini anche al 75% di Fibonacci: il prezzo è in discount, ma potrebbe servire ancora un po’ di spazio.
Attualmente sto operando sul forex. Su gold resto in fase di analisi e monitoraggio, senza posizioni aperte.
Appena entrerò a mercato vi aggiornerò con il mio posizionamento personale.
Stiamo entrando nella seconda metà della settimana.
L’attenzione si sposta sul summit di Jackson Hole.
Il discorso di Jay Powell è un momento delicato.
Quest’anno è sotto attacco.
Donald Trump lo critica.
All’interno della Fed cresce anche un’insurrezione.
Trump lo attacca da mesi.
Lo chiama ‘mulo testardo’ e ‘stupido’. Perché? Powell non ha tagliato i tassi quest’anno.
Trump pensa che i dazi faranno salire l’inflazione, quindi vuole costi di prestito più bassi.”
Prezzo attuale basso rispetto al picco settimanale.
Trend rialzista a medio/lungo termine sostenuto da domanda istituzionale.
Possibili rischi nel breve, se il dollaro si rafforza o arriva un segnale tecnico negativo
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Dollaro USA (DXY), l'importanza di Jackson Hole questa settimanaIl simposio economico di Jackson Hole organizzato dalla Federal Reserve di Kansas City è il fattore fondamentale dominante di questa settimana. Questo evento si svolge ogni agosto ed è considerato il principale evento monetario prima della fine delle vacanze estive. Riunisce i capi delle principali banche centrali e ha un momento clou: la conferenza stampa del presidente della FED, che quest'anno si terrà venerdì 22 agosto.
1) La conferenza stampa di Jerome Powell di venerdì al simposio economico di Jackson Hole sarà decisiva per l'andamento di fine estate del dollaro USA
La conferenza stampa di Jerome Powell di venerdì 22 agosto è molto attesa, in quanto si prevede che illustrerà i piani della FED in termini di politica monetaria da qui alla fine dell'anno. Ricordiamo che il tasso sui federal funds non scende dal dicembre 2024 e che il mercato del lavoro statunitense inizia a mostrare segni di debolezza. Ma il tasso di inflazione PCE è più vicino alla soglia del 3% che al 2% e Jerome Powell è stato finora intransigente sull'obiettivo di inflazione.
Assenza di una svolta della FED? Si tratta di un perno tecnico? Il vero perno della Fed? La Fed dovrà fare una di queste tre scelte e Powell potrebbe fornire ulteriori dettagli nella conferenza stampa di venerdì.
2) La conferenza stampa di Jerome Powell avrà un impatto molto forte sulle aspettative di politica monetaria della FED, in particolare sulla probabilità di un taglio dei tassi al momento della decisione di politica monetaria di mercoledì 17 settembre
Questa conferenza stampa avrà un impatto diretto sulle aspettative delle scelte di politica monetaria della FED al momento della decisione di politica monetaria di mercoledì 17 settembre. Secondo il CME FED Watch, la probabilità di un taglio del tasso dei fondi federali statunitensi supera attualmente l'80%. Ma questa potrebbe essere un'aspettativa troppo ottimistica, vista la tenuta dell'inflazione statunitense.
L'anno scorso, a Jackson Hole, Powell ha illustrato le intenzioni della FED per la fine dell'anno, quindi in questo agosto 2025 il mercato spera ancora una volta di ricevere i dettagli di ciò che la FED farà mercoledì 17 settembre.
3) Il dollaro USA (DXY) si è stabilizzato sul mercato dei cambi (FX), ma in questa fase non ha convalidato un modello di inversione rialzista a medio termine. Il DXY rimane ribassista finché rimane al di sotto della resistenza a 100/101 punti
Nessun pivot della FED? Perno tecnico della FED? Vero perno della Fed? Le scelte monetarie della Fed avranno un impatto decisivo sull'andamento di fine anno del dollaro USA (DXY) sul mercato forex. Attualmente, il dollaro si è stabilizzato su un supporto tecnico importante, ma non ha convalidato una configurazione tecnica per un'inversione rialzista.
Il grafico seguente mostra le candele giapponesi settimanali del dollaro USA (DXY).
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Nvidia cresce, ARM rallenta: il divario nel settore dell'AIIl settore dell'intelligenza artificiale non è una marea che solleva tutte le barche.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82.78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
I diretti vincitori vengono premiati
Nvidia ha continuato a crescere, mentre ARM è tornata a una fase di consolidamento. Questa divisione ci dice qualcosa di importante su dove il mercato vede attualmente il vero valore del boom dell'AI: I mercati stanno premiando le aziende con un'esposizione diretta alle infrastrutture di IA, dove la domanda è immediata e i margini sono enormi. Nvidia è diventata il fornitore indispensabile di GPU che alimentano i data center e addestrano modelli di grandi dimensioni, e i dati finanziari lo dimostrano. I ricavi hanno superato i $100 miliardi, i margini sfiorano il 60% e gli utili stanno crescendo a un ritmo straordinario.
Certo, la valutazione sembra elevata con un PE forward superiore a 30 e un rapporto prezzo/vendite vicino a 30, ma le aspettative di crescita mantengono inalterato nel tempo il premio. Le previsioni di una crescita dell'EPS del 40% per il prossimo anno mantengono il PEG ratio appena sopra l'unità. Gli investitori non stanno pagando ciecamente per l'hype, ma per la visibilità su utili che continuano a superare le aspettative.
I titoli secondari sotto esame
Arm si trova dall'altra parte della barricata. Il modello di licenza dell'azienda l'ha resa a lungo la silenziosa spina dorsale dell'informatica globale, tuttavia la sua decisione di investire massicciamente nella progettazione di chip completi ha turbato il mercato. La competizione tra i clienti esistenti rischia di ritorcersi contro l'azienda e le previsioni più caute, insieme alle preoccupazioni commerciali, hanno accentuato l'incertezza.
I fondamentali fanno fatica ad alleviare lo scetticismo. I ricavi sono cresciuti a un ritmo costante a doppia cifra, ma i margini rimangono inferiori al 20% e il flusso di cassa libero è volatile. L'utile per azione è sceso nell'ultimo trimestre e, con un P/E forward superiore a 70 e un rapporto prezzo/vendite superiore a 35, la valutazione richiede la perfezione. Il divario tra promesse e risultati spiega perché il titolo ha subito una correzione dalla fine di luglio e ora è scambiato a oltre il 20% al di sotto dei massimi.
I grafici accentuano il divario
Anche i dati tecnici raccontano la stessa storia. Nvidia ha superato la resistenza a luglio e ha continuato a salire, scambiando comodamente al di sopra della media mobile a 50 giorni. Si nota una certa divergenza dell'RSI, che suggerisce una possibile pausa, ma il trend rimane saldamente intatto.
Arm ha seguito la direzione opposta. Il titolo ha registrato un calo dopo risultati deludenti e ora è bloccato al di sotto della media a 50 giorni, aggrappandosi al supporto vicino alla media a 200 giorni. Il consolidamento in questa fase potrebbe creare una base, ma rispetto a Nvidia la situazione appare più difensiva che rialzista.
Grafico a candele giornaliero di Nvidia
I risultati passati non sono indicativi per il futuro
Grafico a candele giornaliero di ARM
I risultati passati non sono indicativi per il futuro
Cosa ci dice la divergenza
La divisione tra Nvidia e Arm evidenzia un aspetto importante del settore dell'AI. Gli investitori stanno distinguendo tra coloro che stanno monetizzando la domanda attuale e coloro che hanno prospettive più ampie e lontane nel tempo. Per ora, il capitale sta affluendo verso i beneficiari diretti con una comprovata capacità di generare utili, mentre gli operatori secondari devono dimostrare la loro rilevanza prima di poter essere ricompensati dal mercato.
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
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Valutazione a sconto, ma debolezze strutturali pesano sul futuro17 maggio 2025 i giornali parlavano del progetto Quercus, una piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da DXC Technology Company in collaborazione con Microsoft e Ferrovial . Quercus funzionerà interamente sul cloud di Microsoft Azure , mentre la responsabilità di far crescere, commercializzare e gestire la soluzione AI spetterà a DXC.
Nonostante l’annuncio, i mercati hanno reagito in modo negativo: il titolo DXC ha perso circa il 15% in seguito alla diffusione di risultati trimestrali deludenti, che hanno messo in dubbio la capacità dell’azienda di trarre benefici immediati dal nuovo progetto. Le difficoltà finanziarie e operative evidenziate nei primi mesi del 2025 sembrano destinate a proseguire per tutto l’anno, alimentando lo scetticismo degli investitori.
Con l’avvicinarsi della pubblicazione degli utili del 31 luglio 2025 , è interessante analizzare i principali fondamentali per capire meglio le ragioni dello scoraggiamento del mercato.
Liquidità e struttura finanziaria
Current ratio (1,22 vs 1,41 settoriale) e Quick ratio (1,22 vs 1,34) → Leggermente sotto le soglie settoriali : la società ha liquidità appena inferiore allo standard del settore, quindi copre i debiti a breve, ma non in modo abbondante.
Debito/Patrimonio netto (1,41 vs max 0,44) → Molto superiore alla soglia : leva finanziaria molto alta, quindi rischio maggiore di indebitamento e oneri finanziari.
Cassa/Debito (0,39 vs 0,87) → Bassa copertura del debito con la liquidità disponibile , segnale di vulnerabilità se il cash flow operativo cala.
Liquidità/struttura: struttura patrimoniale piuttosto sbilanciata sul debito e con liquidità non eccellente . Rischio di pressione finanziaria.
Redditività e crescita
Margini:
Lordo: 14,09% (vs 37,37%) → Molto basso rispetto al settore.
Operativo: 3,81% (vs -2,11%) → Positivo, meglio della media settoriale, ma basso in termini assoluti.
Netto: 3,02% (vs -5,28%) → Positivo, sopra il settore ma non elevato.
FCF: 8,93% (vs 2,67%) → Ottimo generatore di cassa rispetto al settore.
Crescita:
Fatturato YoY: -5,82% (vs +7,36%) → Contrazione vendite.
EPS YoY: +478,77% (vs +10,66%) → Crescita utili straordinaria (probabilmente dovuta a fattori non ricorrenti).
Efficienza:
SG&A: 10,28% (vs max 32,05%) → Spese generali contenute.
ROA, ROE, ROIC tutti positivi e ben sopra le medie settoriali.
Redditività/crescita: azienda profittevole e ben gestita operativamente, ma margini lordi bassi e ricavi in calo. Crescita EPS forte, ma potrebbe non essere sostenibile.
Valutazione di mercato
Multipli di utili e vendite :
P/E 6,46, P/S 0,2, P/B 0,76 → Estremamente bassi, segnale di valutazione a sconto.
PEG 0,01 → crescita utile molto alta rispetto al prezzo (attenzione però a crescite “anomale”).
Multipli basati su flussi di cassa :
P/CF 1,8; P/FCF 2,19 → Molto bassi, quindi azione probabilmente sottovalutata.
Enterprise Value multipli :
EV/Fatturato 0,43; EV/EBITDA 3,04 → prezzi di mercato ben inferiori alla media.
Performance annuale: -26,94% (vs settore +6,69%) → forte underperformance del titolo.
Valutazione: titolo fortemente scontato dai multipli, probabilmente a causa della sfiducia del mercato per crescita ricavi e rischio finanziario.
Sintesi finale
Punti di forza
Buona redditività operativa e forte crescita EPS.
Costi operativi bassi.
Multipli di mercato molto bassi → potenziale sottovalutazione.
FCF margin sopra media settoriale.
Debolezze
Margini lordi bassi → possibile pressione competitiva o alti costi di produzione.
Ricavi in calo.
Struttura patrimoniale sbilanciata sul debito e cassa bassa.
Il mercato ha già penalizzato il titolo (-26% in un anno).
Conclusione
DXC Technology si presenta come un’azienda con valutazione di mercato estremamente bassa e alcuni indicatori operativi solidi, ma con criticità strutturali e di crescita che ne minano l’appeal nel breve termine.
I multipli ridotti e la buona generazione di cassa potrebbero attrarre investitori value, tuttavia il forte indebitamento, la bassa liquidità e il calo dei ricavi alimentano dubbi sulla capacità di sostenere la crescita e trasformare progetti innovativi, come Quercus, in risultati concreti.
Il titolo appare quindi un’opportunità ad alto rischio: interessante solo per chi è disposto ad assumere volatilità elevata e ha fiducia nella capacità di DXC di stabilizzare la propria struttura finanziaria e invertire il trend negativo delle vendite.
Rating complessivo: Classe D – Il titolo rientra in una fascia di valutazione bassa, riflettendo un profilo di rischio elevato dovuto a debolezze strutturali e incertezze sui risultati futuri, nonostante alcune aree di forza operativa e un prezzo di mercato scontato.
GOLD | primi giorni poveri di NEWS.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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GOLD ancora poco reattivo, siamo sopra una demand importante e dopo aver fatto un'interessante ricerca di liquidità, questo potrebbe portare l'oro su nuovi massimi, magari alla liquidità successiva dei 3380$ per oncia, zona che vorrei attendere per uno SHORT.
La zona del massimo giornaliero ha reagito molto bene a ribasso, ve l'avevo lasciata nel weekend da valutare.
Attualmente mi concentro però sul LONG dopo il rientro di ieri, vorrei valutare in zona 3335$, scenderò di timeframe e baserò l'analisi su tf 15/5 minuti, abbasserò time frame per cercare quel trigger che mi farà posizionare.
Non affrettate operazioni, aspettate l'apertura di New York alle 15:30 e vediamo se ci darà l'opportunità.
Occhi aperti e vediamo anche come chiude la candela giornaliera.
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XAUUSD;(Settimana chiave Fed & Ucraina)ho bisogno del tuo sostegno.
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Gold Headline Risk Dominates:
Gold resta guidato da headline risk e eventi macro, con un agosto che rimane relativamente calmo ma denso di appuntamenti chiave.
🔑 Driver principali
Geopolitica: l’incontro Trump–Putin sposta il focus verso negoziati di lungo termine, non un cessate il fuoco immediato. Questo mantiene viva la domanda di beni rifugio, anche se solo in modo episodico.
Fed & Policy Week:
Mercoledì – FOMC Minutes → attesa per capire divisioni interne alla Fed.
Venerdì – Powell a Jackson Hole (14:00 GMT) → catalizzatore principale della settimana.
Inflazione USA: il PPI a +0.9% m/m raffredda le aspettative di tagli aggressivi. Scenario base: -25 bps a settembre, niente di più.
Tariffe: la discussione sui dazi è un rischio re-inflazionistico da monitorare nei commenti delle aziende retail.
Volatilità: non mi aspetto esplosioni esagerate. ,ma probabili spike
🎯 Strategia
Buy side: dip buying supportato dal rischio geopolitico (Ucraina/Trump–Zelenskiy meetings).
Sell side: PPI forte limita i tagli Fed → vendite su resistenze hanno più senso che inseguire i rialzi.
attualmente flat visto che stiamo in mezzo al range, mi muovo su altri asset
📌 Conclusione: Agosto rimane un mese di attesa. Oro in range con movimenti guidati da news geopolitiche e dalle parole della Fed. Mi aspetto acquisti sui ribassi e vendite sui massimi fino a che non avremo chiarezza su tagli e scenari di pace.
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Occhi su Walmart e Powell: la settimana decisiva per Wall StreetTutti gli occhi su Walmart e Powell: la settimana decisiva per Wall Street
Le azioni rallentano in vista dei guadagni delle grandi aziende al dettaglio e del discorso di Powell
Il NASDAQ è riuscito a registrare un lieve rialzo ieri, ma nel complesso i titoli azionari hanno iniziato la nuova settimana in una condizione di torpore, in attesa sia dei risultati del settore retail, sia delle notizie dal simposio di Jackson Hole.
L’indice tecnologico è avanzato dello 0,03% (meno di sette punti) a quota 21.629,77, mentre l’S&P 500 è sceso dello 0,01% a 6.449,15 e il Dow Jones ha perso lo 0,08% (circa 34 punti), chiudendo a 44.911,82. Tutti i principali indici restano comunque diretti verso la terza settimana consecutiva di guadagni.
Questa settimana, tuttavia, non mancheranno ostacoli da superare per mantenere lo slancio, a cominciare dai report sugli utili di alcuni dei maggiori rivenditori statunitensi. Domani sarà la volta di Home Depot (HD), mercoledì toccherà a Target (TGT) e Lowe’s (LOW), mentre giovedì arriveranno i risultati del colosso Walmart (WMT).
Nelle più recenti trimestrali, Walmart ha mostrato una costante crescita della propria quota di mercato in tutte le fasce di reddito, con un particolare rafforzamento tra i consumatori ad alto reddito. Anche per questa trimestrale ci si attendono ulteriori progressi su tale fronte.
Le attese indicano utili per azione (EPS) pari a 0,73 dollari su ricavi per 175,51 miliardi di dollari, in crescita annua rispettivamente dell’8,9% e del 3,6%. Le stime sono rimaste sostanzialmente stabili, pur registrando un lieve incremento dall’inizio del trimestre.
Dopo la pubblicazione dei conti del settore retail, l’attenzione si sposterà su venerdì, quando ascolteremo il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al Simposio di Jackson Hole. Gli investitori seguiranno con estrema attenzione ogni parola del presidente, nel tentativo di interpretare la probabilità di un taglio dei tassi nella riunione del mese prossimo. Secondo il CME FedWatch Tool, le probabilità sono ancora fortemente a favore di un taglio, superiore all’80%.
Tuttavia, le attese hanno subito oscillazioni in funzione dei dati macroeconomici e di altri eventi: ad esempio, martedì scorso, dopo il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), le probabilità erano salite fino al 95%, per poi ridimensionarsi a seguito dei dati sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI) e sulle vendite al dettaglio.
I commenti di Powell potrebbero dunque rappresentare il prossimo catalizzatore per i mercati. Se da un lato gli operatori sembrano soddisfatti di mantenere le quotazioni vicine ai massimi, dall’altro sarà interessante ascoltare le osservazioni sul recente CPI, sul PPI e sui sondaggi dell’Università del Michigan. Powell dovrebbe rassicurare i mercati confermando un taglio entro la fine dell’anno, ma resta aperta la questione di cosa accadrà successivamente.
Fino a quando le sue dichiarazioni non saranno rese note, attese per venerdì mattina, è probabile che si registri un contesto di scambi ridotti e oscillazioni contenute. In altre parole, ci aspetta una settimana lenta e priva di grandi sorprese.
Infine, le stime sugli utili dovrebbero contribuire a creare una “base” in grado di sostenere il mercato in caso di ribassi improvvisi o inattesi.
Marco Bernasconi Trading
Chi sarà il prossimo presidente della Fed dopo Powell?Il mandato di Jerome Powell alla guida della Federal Reserve (FED) scade nel maggio 2026. La questione della sua successione è già in corso ed è attivamente perseguita dall'attuale amministrazione Trump, che sta cercando di modificare la governance della Fed al fine di abbassare nuovamente il tasso dei federal funds statunitensi.
1) Il FOMC (Federal Open Market Committee) stabilisce la politica monetaria della FED
La FED è la principale istituzione di politica monetaria della più grande economia del mondo. Il suo presidente è la figura di riferimento (ma si noti che il suo voto conta solo per 1, come per gli altri 11 membri votanti del FOMC) di un'istituzione che agisce in modo indipendente come garante della stabilità finanziaria, della lotta all'inflazione e della gestione dei cicli economici. In un contesto di debito pubblico massiccio, tensioni geopolitiche persistenti e guerra commerciale, sarà decisiva la scelta del successore di Powell, che sta resistendo alle pressioni “dovish” del Presidente Trump, che vuole che la Fed riprenda il taglio dei tassi, fermi dal dicembre 2024.
Il Federal Open Market Committee (FOMC) ha 12 membri votanti:
- 7 membri del Consiglio dei Governatori della FED:
o Sono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato.
o Il loro mandato è lungo (14 anni al massimo) per garantire l'indipendenza della banca centrale.
o Tra questi, il Presidente della FED (attualmente Jerome Powell) e il Vicepresidente partecipano automaticamente al FOMC.
- 5 Presidenti regionali della Federal Reserve (dei 12 esistenti):
o Il Presidente della Fed di New York ha un seggio permanente.
o Gli altri 4 seggi ruotano ogni anno tra le altre 11 banche regionali.
o I Presidenti regionali sono nominati dal Consiglio di amministrazione di ciascuna Federal Reserve regionale, ma la loro nomina deve essere approvata dal Consiglio dei governatori.
Per prendere la decisione di riprendere a tagliare il tasso dei federal funds è necessaria la maggioranza, ossia 7 voti su 12. Il Presidente della FED ha un solo voto e non ha diritto di veto. D'altra parte, ha una forte influenza sugli altri membri del FOMC, ed è qui che il suo impatto è decisivo.
Cliccando sull'immagine sottostante, potete accedere al nostro articolo sull'attuale equilibrio di potere tra i 12 membri votanti del FOMC.
La procedura è quindi chiara: il Presidente degli Stati Uniti nomina il futuro Presidente della FED, che è poi soggetto a conferma da parte del Senato. Il mandato è di quattro anni, rinnovabile, e spesso si basa sulla continuità istituzionale piuttosto che sulla rottura con il passato. Poiché il mandato di Powell scade nel maggio 2026, l'amministrazione Trump ha avviato il processo di sostituzione, esercitando al contempo una forte pressione sulla Fed affinché tagli i tassi di interesse più volte da qui alla fine dell'anno.
2) Christopher Waller è attualmente il candidato favorito per sostituire Jerome Powell a partire dalla primavera del 2026
Il sito Polymarket ci permette di seguire in tempo reale le aspettative del mercato sul futuro presidente della Fed. C'è una probabilità non trascurabile che Trump annunci la sua scelta prima della fine del 2025, un altro modo per mettere pressione a Jerome Powell, che dovrebbe lasciare il suo incarico nel maggio 2026.
Sembra che Christopher Waller sia attualmente il candidato favorito a succedere a Jerome Powell, essendo attualmente uno dei membri più dovish del FOMC. Naturalmente, queste probabilità possono cambiare molto rapidamente e noi le seguiremo regolarmente su TradingView, quindi non esitate a seguire il nostro account per essere avvisati delle nostre prossime analisi.
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Cos’è la volatilità dei mercatiLa volatilità di mercato è una delle caratteristiche essenziali che spiegano perché alcuni strumenti finanziari si muovono rapidamente e in modo imprevedibile, mentre altri appaiono lenti e poco mossi.
Cos’è la volatilità di mercato
La volatilità è definita come il grado di variazione del prezzo di un asset finanziario in un dato intervallo di tempo. In pratica, misura quanto rapidamente e quanto ampiamente il prezzo di uno strumento può salire o scendere. Un’alta volatilità indica grosse oscillazioni di prezzo in brevi periodi, con ritmi rapidi e movimenti spesso imprevedibili. Al contrario, una bassa volatilità si traduce in movimenti più lenti e regolari, con variazioni contenute. Questo spiega perché alcuni mercati o strumenti sembrano più "veloci" o "dinamici", mentre altri risultano più stabili e "lenti" nel loro andamento.
Cause della volatilità
Le principali cause di volatilità sono eventi economici e geopolitici. Fattori come instabilità politica, conflitti, disastri naturali e pubblicazioni di dati economici influenti possono scatenare reazioni forti e spesso caotiche nei mercati, aumentando così la volatilità. Ad esempio, durante la pandemia di Covid-19, si sono viste variazioni rapide e intense, come nel caso della coppia GBP/USD che ha subito grosse cadute guidate da paura e panico. Al contrario, la mancanza di notizie rilevanti o periodi di relativa stabilità generalmente portano a mercati meno volatili.
Come misurare la volatilità
Il più diffuso tra i trader è l’indicatore ATR (Average True Range), che calcola la media delle variazioni di prezzo su un determinato periodo, mostrando quanto un asset tende a muoversi quotidianamente. Tuttavia, per i principianti, interpretare indicatori complessi può risultare difficile. Un modo semplice per valutare la volatilità è osservare l’azione del prezzo e in particolare le candele sul grafico. Barre di grandezza significativa, ben più ampie della media delle candele usuali, indica forte volatilità. Movimenti repentini e alternati verso l’alto e il basso, testimoniano un mercato altamente volatile, con pressioni di domanda e offerta molto dinamiche.
Opportunità o rischio
Un mercato altamente volatile è una sfida da gestire. Per i trader alle prime armi, la forte variabilità è spesso un segnale di allarme. Movimenti rapidi possono far scattare stop loss prematuramente e richiedono un monitoraggio costante e un’adeguata esperienza nella gestione del rischio. D’altra parte, mercati con scarsa volatilità sono spesso percepiti come "noiosi" e portano guadagni modesti, poiché i prezzi si muovono lentamente e offrono meno spunti per operazioni profittevoli. La soluzione migliore per molti è cercare mercati o strumenti con volatilità media, dove il movimento dei prezzi è sufficiente per creare opportunità ma non così estremo da sfuggire al controllo e alla gestione del rischio.
Conclusioni
Conoscere la propria tolleranza alla volatilità è un passo fondamentale per costruire una strategia di trading efficace e sostenibile. Valutare preventivamente il grado di volatilità di uno strumento aiuta a evitare mercati troppo rischiosi o troppo fermi, adattare la dimensione delle posizioni e scegliere correttamente le tecniche di gestione del rischio.
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🌞 BUON GIORNO a tutti 🌞
e
buon inizio settimana.
Gold chiude la settimana in rottura della linea verde segnata.
In base alla posizione e alla chiusura, al momento preferisco valutare una possibile continuazione short, prima di considerare scenari long.
Aspetto la giornata di lunedì per capire meglio i movimenti da impostare i prossimi giorni.
Ci vediamo alle 18 in live per l’outlook di mercato: analizzeremo insieme i principali mercati e le occasioni della settimana.
SPINTE RIALZISTE?
Goldman Sachs e UBS hanno alzato le previsioni fino a 3 650-3 950 USD, con scenario più estremo fino a 4 500 USD in caso di recessione
ASPETTATIVE MEDIO TERMINE?
possibili cali sotto i 3 000 USD entro fine 2025 / inizio 2026, se la domanda di investimento rallenta e l’economia USA migliora.
Se i dazi e le tensioni geopolitiche restano elevate, possibili movimenti verso l’alto; in tal caso, un long può tornare interessante
prudenza a medio termine: attenzione a segnali di indebolimento della domanda o miglioramento della macro USA.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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