WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.11.2024Borse caute, temono escalation della guerra in Ucraina.
Asia in lieve recupero, ma incombe il rischio dei dazi Usa.
Inflazione sotto controllo in Europa: ad ottobre +2,0%, coerente col target BCE.
BCE verso un taglio di -25 bps a dicembre, più incerta la FED.
Le Borse tornano a preoccuparsi dei dazi all’import che il Presidente americano eletto Trump ha promesso di introdurre non solo sulle merci cinesi ma anche su quelle europee. Inoltre sale, come ad ogni appuntamento trimestrale, l’attesa per i conti e la domanda del nuovo chip Blackwell Al di Nvidia (mercoledì 20, in serata), l’azione nr. 1 mondiale per capitalizzazione di mercato.
Sul FtseMib milanese ha pesato lo stacco cedole di 10 azioni su 30, pari a -1,22%, che spiega gran parte del -1,27% finale, mentre gli altri listini hanno chiuso “flat”.
In attesa di sapere chi sarà il nuovo Segretario al Tesoro Americano, Wall Street ha vissuto una giornata volatile, ma alla fine positiva. Dow Jones -0,12%, Nasdaq +0,62%, S&P500 +0,39%: notevole il balzo di Tesla, +8,0%, col mercato che “fiuta” un allentamento della regolamentazione sulla guida autonoma da parte della futura Amministrazione Usa.
Lo scorso ottobre, il Ceo di Tesla Elon Musk, nominato la scorsa settimana insieme a Vivek Ramaswamy a capo di un progetto che ha l'obiettivo di «smantellare la burocrazia governativa», aveva presentato, suscitando reazioni borsistiche negative in borsa, il prototipo di veicolo autonomo Cybercab di Tesla.
Tende invece a sfumare l’interesse per le relazioni trimestrali: a ieri hanno pubblicato il 93% delle società: ¾ di esse che hanno battute attese di utile per azione, ed 3/5 quelle sul fatturato (fonte Factset).
A proposito della “squadra Trumpiana”, come accennato, ci sono diverse posizioni di rilevo ancora da coprire: per quella di Segretario al Tesoro si fanno i nomi di Kevin Warsh, ex Governatore regionale FED, Scott Bessent, fondatore dell’hedge fund Key Square, e Howard W. Lutnick, nr. 1 di Cantor Fitzgerald.
Si tratterebbe di nomi meno sorprendenti rispetto alle scelte effettuate nei giorni scorsi, nel senso che appaiono più moderatamente aderenti alla “dottrina Trump”, quasi che nell’entourage del Presidente prevalga il desiderio assecondare i mercati finanziari e la fiducia degli operatori.
Nessuna novità sui tagli dei tassi da parte del Presidente dell’ECB a una conferenza a Parigi sulle sfide sociali ed economiche: «non possiamo più considerarci un semplice club di economie indipendenti...dobbiamo vederci come un’unica grande economia con interessi prevalentemente condivisi...unendo le risorse in aree in cui le nostre priorità convergono strettamente, come la difesa e la transizione verde».
Molto più loquaci alcuni membri di rilevo del Board BCE: il governatore della Banca d'Italia Panetta sostiene sia "giunto il momento per la BCE di dare indicazioni più esplicite delle sue intenzioni sui tassi.. potendo permettersi di normalizzare la sua politica monetaria”.
Il vicepresidente dell’ECB Luis de Guindos ha dichiarato che rispetto a un anno fa la bilancia dei rischi macroeconomici si é spostata dalle preoccupazioni per l'inflazione elevata ai timori per la crescita economica. Yannis Stournaras, governatore della Banca centrale Greca ritiene ragionevole un altro taglio da 25 bps entro fine anno.
Sul fronte americano si segnale che, secondo il FedWatch Tool del Cme Group, c'è ora 55% di possibilità, in calo da 75,4% misurato prima delle attendiste parole di Powell, che la FED tagli i tassi di -25 bps alla prossima riunione pre-Natalizia del 18 dicembre.
Macro europea: l’inflazione al consumo (CPI) di ottobre della zona-Euro è stata confermata al 2,0% annuale, da +1,7% di settembre, frutto di un rialzo di +0,3% mensile: le variazioni minori sono state registrate in Slovenia (nulla), Lituania e Irlanda (+0,1%), le maggiori in Romania (+5,0%), Belgio ed Estonia (+4,5%). La prossima stima flash su novembre sarà pubblicata venerdì 29.
Oggi, 19 novembre, le Borse europee sono partite deboli, peggiorando da metà mattina (-1,0% medio alle 13.00 CET), dopo la notizia che il presidente russo Putin ha aggiornato la «dottrina nucleare»: gli investitori, temendo una possibile escalation della guerra in Ucraina, hanno iniziato a vendere azioni di banche, automobili e tech. Deboli i future su Wall Street, -0,6% medio.
I listini asiatici, in mattinata, hanno chiuso con discreti guadagni, con l’indice MSCI di riferimento a +0,5%: Tokyo +0,7%, sospinta dalle azioni bancarie/finanziarie, nutrite dalle aspettative di aumento dei tassi da parte della Bank of Japan. Hong Kong, partita in calo, ha recuperato a +0,3%. CSI300 di Shanghai&Shenzhen -0,4%, Taipei +1,2% e Sidney +0,9%, al 4’ rialzo consecutivo, Seul +0,2%, Mumbai +1,0%.
Ieri sono tornati gli acquisti sull’oro, di nuovo sopra 2.600 Dollari/oncia. Goldman Sachs ha rilzato il suo target price a 3000 US$/oz per fine 2025, in virtù dei persistenti acquisti delle banche centrali, alla confermata attitudine “dovish” della FED, alle crescenti tensioni commerciali e belliche globali, e alle preoccupazioni sulla sostenibilità sulla futura politica fiscale americana, troppo lasca.
Torna a correre bitcoin, ieri 91.700 Dollari, vicino ai massimi: il broker Usa Bernstein pensa che il traguardo dei 100.000 verrà presto raggiunto, attendendosi che le imminenti nomine “chiave” sul fronte crypo, incluso un nuovo vertice della SEC, favoriranno l'aumento del mining negli Usa, semplificheranno la registrazione dei token, attireranno nuovi investitori istituzionali e “sovrani”.
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Analisi fondamentale
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| ANALISI SU GOLD |
BUON MARTEDI A TUTTI
Ieri abbiamo individuato due zone operative per la giornata odierna. Entrambe hanno mostrato reazioni che ci hanno permesso di posizionarci in break-even, ma non hanno mantenuto il movimento previsto. Avevo anche menzionato un livello daily, evidenziato con una linea gialla, indicando che una chiusura giornaliera al di sopra di esso avrebbe potuto preludere a un rialzo più consistente.
Attualmente, le dinamiche fondamentali sono influenzate dalle tensioni geopolitiche tra Russia, Ucraina e Stati Uniti. Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente aggiornato la dottrina nucleare del paese, abbassando la soglia per un possibile utilizzo di armi nucleari. Questo ha contribuito a un aumento significativo del prezzo dell'oro, che viene spesso considerato un bene rifugio in tempi di incertezza.
Considerando questi sviluppi, è probabile che la settimana presenti volatilità. Oggi, se le condizioni lo permettono, intendo mantenere una posizione rialzista fino a raggiungere livelli settimanali significativi.
È quindi essenziale individuare i punti ottimali per operazioni intraday, considerando che l'oro è un asset altamente volatile che offre diverse opportunità di trading.
Come di consueto, evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, preferendo attendere le 14:30 e l'apertura di New York.
Come spesso sottolineo, la strategia più prudente è attendere un ritracciamento per posizionarsi a favore del trend principale.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Continueremo a inviare analisi e a tenere sessioni live su TradingView.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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-BE PATIENCE
XAUUSD BUY IDEAData la situazione geopolitica e il cambio dei volumi, dove i buyers sono diventati estremamente aggressivi, mi aspetto un piccolo ritest della zona psicologica e di supporto del 2625 per poi balzare sulla prossima zona psicologica del 2650 e magari proseguire anche oltre.
Abbiamo un importante zona di Vacuum volumetrico dal 2641 al 2651 e un importante imbalance sul 2657 da colmare.
Quanto scotta il Natural Gas?Tra le materie prime, il gas naturale mostra una volatilità ben superiore alla media.
Con le commodities in generale condivide la stagionalità e le alterne vicende della domanda e dell'offerta.
Tuttavia, ci sono alcune tendenze recenti che aggiungono ulteriore incertezza al tentativo di analizzarne il mercato nel tentativo di costruire stime sui prezzi futuri.
Disclaimer: I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82,67% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
In particolare sono tre gli aspetti che, più del solito, aggiungono incertezza allo scenario.
Da un lato abbiamo la guerra tra Russia e Ucraina che vive momenti costantemente incerti con sporadiche finestre di ottimismo.
Questa conflittualità si è resa responsabile in assoluto della volatilità più recente dei prezzi del gas naturale.
Particolarmente penalizzata è risultata l'Europa che si è scoperta improvvisamente vulnerabile di fronte alla scellerata dipendenza dal gas Russo.
Ennesima dimostrazione di quanto l'Unione Europea sia ancora una somma di individualità piuttosto che un’unione tra stati, con tutte le immaginabili conseguenze sia sul piano geopolitico che finanziario.
Solitamente l'Europa si dimostra molto lenta nell'elaborare e tradurre in pratica soluzioni a problematiche non urgentissime.
Nel caso della crisi del gas Russo tuttavia ha mostrato una insospettabile determinazione che l'ha portata ad abbandonare quasi totalmente i flussi di gas dalla Russia.
Al contempo si è aperto un nuovo scenario che ha una influenza diretta sui prezzi della materia prima.
Infatti, abbandonato il gas Russo e al netto di poco rilevanti assestamenti dei flussi provenienti da Paesi non molto distanti, la vera soluzione è stato il gas naturale liquefatto proveniente dagli Stati Uniti.
Già solo questo ha prodotto a catena una serie di eventi che hanno avuto un'influenza diretta sul prezzi producendo un ritorno a quotazioni ragionevoli sia sul mercato europeo del Dutch Title Transfer Facility (TTF) che su quello americano di Henry Hub (HH).
La componente geopolitica così come descritta continuerà a pesare sul mercato e non ci abbandonerà per i prossimi anni contribuendo ad aggiungere incertezza e quindi volatilità.
Un'altra componente importante quanto strutturale questa volta proviene dalla diffusa ormai tendenza all'abbandono delle fonti di energia di origine fossile quindi petrolio, carbone e gas naturale appunto.
Tutto ciò a vantaggio di soluzioni più green e quindi più sostenibili nel lungo periodo così come imposto, ricordiamolo, dagli impegni di Parigi per il 2050.
Questo aspetto merita qualche approfondimento perché se da un lato è facile, anche superficiale, immaginare che la tendenza alla sostituzione deve portare ad un minore impiego di gas naturale, dall'altro sappiamo come ciò non sia possibile nell'immediato. Nemmeno quello più prossimo.
Il motivo è presto detto.
Per produrre energia pulita occorre comunque bruciare combustibili fossili. Ad esempio negli Stati Uniti il 43% della produzione di energia è realizzata bruciando gas naturale (fonte: Energy Information Agency, 2023).
Questo esempio, più di molte parole, chiarisce bene il concetto.
Non ci libereremo affatto e presto del gas naturale.
Un terzo aspetto che ha sempre avuto una influenza sulla stagionalità dei prezzi del gas è quello della meteorologia.
Solitamente sappiamo che i prezzi del gas mediamente tendono a salire in occasione della stagione invernale e a diminuire in quella più calda parallelamente allo spegnimento del riscaldamento.
Questa che era una tendenza più o meno affidabile, anche se poi per l'operatività nei mercati finanziari non era certo sufficiente per generare una profittevole attività di investimento, oggi è diventato molto più difficile da interpretare.
Gli ultimi due anni come noto sono stati particolarmente caldi con temperature che, sia sull'anno che per alcune frazioni di anno, hanno segnato un top da quando esistono le misurazioni.
Sebbene al solito non ci sia unanimità nell'identificazione delle cause e anche nella stima di quanto tempo possa durare questo allontanamento dalla media, possiamo certamente affermare che l'aumento delle temperature medie probabilmente ci accompagnerà nel brevissimo.
In questo contesto se da un lato si è registrato un sensibile calo nel consumo di gas naturale per riscaldamento, dall'altro in estate si è reso necessario un uso molto più intenso dei condizionatori d'aria. Più consumo di energia, più consumo di gas.
Si dice che non ci sia due senza tre ma potrebbe rivelarsi pericoloso affidarsi al proverbio dando per scontato che il prossimo inverno il clima sarà benevolo come i due anni precedenti.
Un dato a sostegno di questa tesi possibile è ad esempio data dal calcolo delle probabilità che si verifichi quest'anno il fenomeno de "La Niña", fase fredda di un El Niño Southern Oscillation (ENSO) che di solito porta un clima più freddo per l'Europa. Ebbene la Climate Prediction della National Oceanic and Atmospheric Administration stima questa probabilità al 75% per quest'anno.
In generale l'imprevedibilità meteorologica cui abbiamo assistito negli ultimi due anni è come se aggiungesse un premio richiesto dal mercato a copertura del rischio aggiuntivo che grava sul mercato.
Un pò come nel mercato dei bond dove un'inflazione attesa più alta induce gli operatori a richiedere un premio aggiuntivo sul rendimento delle scadenze più lunghe.
In ultimo è necessario citare anche la parte di domanda di gas naturale che ovviamente proviene dai processi industriali.
Ancora una volta gli ultimi due anni sono stati non brillanti dal punto di vista della crescita industriale, fenomeno che ha portato con sé anche una minore richiesta di energia e quindi di consumo di gas naturale.
A rendere ancora più incerto lo scenario c'è anche il tentativo di capire in quale punto del ciclo economico globale ci troviamo.
Solitamente le materie prime in generale tendono ad essere sostenute nei prezzi nella parte finale del ciclo economico e addirittura continuano a mostrare un momentum positivo anche nella primissima parte di una recessione.
Da questo punto di vista non aiuta il contesto negli Stati Uniti che, ricordiamo, è la prima economia mondiale e quindi capace di una influenza diretta sui prezzi di tutte le asset class a livello globale.
IL dibattito è ancora aperto sulla possibilità che qui si assista ad un soft o hard landing e la questione non è di secondaria importanza visto che il verificarsi dell'uno o dell'altro scenario porta con diverse conseguenze sul lato crescita economica e di conseguenza del comportamento delle autorità monetarie e fiscali.
Queste ultime infatti possono implementare politiche capaci di profonde influenze, quantomeno di breve periodo, sulle dinamiche dei mercati finanziari in generale.
Ora, fatte tutte queste considerazioni, ben si capisce come rispetto al recente passato l'approccio al gas naturale sia un tantino più complicato o, se vogliamo, complesso.
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I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82,67%% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
XAUUSD Preparazione Discorso PowellReazione di resistenza contro i sellers del GOLD, visti i dati USA e la dissocupazione in leggera diminuizione, attendiamo le parole di Powell questa sera, la mia visione è che non sarà ancora chiaro se mantenere i tassi invariati o tagliarli a Dicembre, questo porterà ad un incertezza nel GOLD e quindi una sua discesa, ho evidenziato le zone chiave di OB allineate con la liquidità presente nel futures del BookMap su quei livelli.
XAUUSD SHORT IDEARimango saldo alla mia visione di ieri, stando ai volumi nel bookmap, abbiamo bisogno di liquidità per poter scendere e testare il supporto di struttura, alla news di oggi prevedo una spike in su per prendere liquidità e testare quell'OB sul 2588/2590 per poi scendere e testare il supporto.
La tecnologia si riprende in vista del report di NVIDIA.La tecnologia si riprende in vista del report di NVIDIA.
A Wall Street si dice:
"Le crisi finanziarie sono inevitabili, ma quelle che sopravvivono saranno più forti e meglio attrezzate per il futuro." Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Ieri il mercato azionario ha vissuto una sessione mista, ma prevalentemente positiva, mentre gli investitori attendono l’ultimo rapporto della stagione sugli utili del gruppo "Mag 7" e sperano in un recupero dopo la deludente svendita della scorsa settimana.
Il settore tecnologico ha registrato oggi un rimbalzo significativo, con il NASDAQ in rialzo dello 0,60% (circa 111 punti) a 18.791,81, dopo il calo del 2,2% di venerdì. Ancora una volta, Tesla (TSLA), il pioniere dei veicoli elettrici, ha guidato il rialzo con un guadagno del 5,6%, sostenuto dalle speranze di deregolamentazioni da parte della prossima amministrazione Trump.
L’S&P 500 è aumentato dello 0,39% raggiungendo 5893,62, mentre il Dow Jones ha perso lo 0,13% (circa 55 punti) scendendo a 43.389,60.
La scorsa settimana, i principali indici si trovavano su massimi record grazie alle elezioni e al secondo taglio consecutivo dei tassi d’interesse. Tuttavia, il tono cauto del presidente della Fed, Jerome Powell, sulle prospettive di ulteriori riduzioni in un’economia solida ha smorzato l’entusiasmo.
L’evento principale di questa settimana è senza dubbio il rapporto sugli utili di NVIDIA (NVDA), previsto per mercoledì. Gli investitori osservano con attenzione il leader dell’intelligenza artificiale per valutare se l’imponente investimento in questa tecnologia rivoluzionaria darà i suoi frutti. Permangono alcune preoccupazioni legate al chip Blackwell dell’azienda, che potrebbe soffrire di problemi di surriscaldamento e subire ritardi. Oggi le azioni di NVDA sono scese dell’1,3% dopo un calo di quasi il 4% registrato la scorsa settimana. Nonostante ciò, il titolo resta in rialzo di circa il 180% nell’ultimo anno.
Sebbene il report di NVIDIA attirerà gran parte dell’attenzione del mercato questa settimana, ci sono anche altri rapporti importanti in arrivo nei prossimi giorni. Ad esempio, il maggiore rivenditore statunitense, Walmart (WMT), pubblicherà i risultati prima dell’apertura del mercato oggi. Inoltre, ascolteremo i dati di Lowe’s (LOW) sempre oggi, mentre TJX Companies (TJX) e Target (TGT) presenteranno i loro numeri mercoledì.
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti".
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica.
Restate sintonizzati per ulteriori dettagli sui titoli interessanti da considerare:
PennantPark Investment Corp. (PNNT)
Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Restate aggiornati per ulteriori sviluppi e analisi dettagliate.
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading.
Equity, cosa farà ora?L'S&P 500 e il Nasdaq sono saliti dello 0,2% e dello 0,4% rispettivamente nella sessione di ieri, mentre il Dow Jones è sceso di quasi 100 punti. Il settore tecnologico ha guidato la ripresa dopo una settimana difficile per i principali indici.
Tesla è salita del 3,5% in seguito alla possibilità che Trump stia valutando un allentamento normativo per i veicoli a guida autonoma. Il recupero del gigante dei veicoli elettrici ha trascinato il Nasdaq.
Apple e Netflix sono salite rispettivamente dell'1,8% e del 2%, mentre Advanced Micro Devices è balzata di quasi il 4%. Gli investitori stanno ora tenendo d'occhio il rapporto sugli utili di Nvidia, in via di pubblicazione mercoledì.
Il mercato rimane cauto dopo i commenti di Jerome Powell sul rinvio dei tagli dei tassi a causa della forte crescita economica e di un solido mercato del lavoro. Nel frattempo, Wall Street osserva le nomine di Trump, tra cui Brendan Carr in corsa per la carica di Segretario del Tesoro.
IL DOLLAR INDEX RIPIEGA DOPO IL TEST DEI MASSIMI
Lunedì l'indice del dollaro si è mantenuto stabile intorno a 106,6 nella sessione europea, per poi sgonfiarsi successivamente, con un ribasso fino a 105,80. In mattinata l’indice aveva scambiato vicino ai massimi degli ultimi due anni, tra le aspettative di un minor numero di tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve e le scommesse sulla sovraperformance economica degli Stati Uniti sotto la presidenza Trump.
Sempre il solito refrain. La scorsa settimana, il presidente della Fed Jerome Powell aveva indicato che la banca centrale non ha un programma predefinito di riduzioni del costo del denaro, in ragione della tenuta degli aggregati macro statunitensi, tra cui un solido mercato del lavoro e le continue pressioni inflazionistiche.
Dati più forti del previsto sulle vendite al dettaglio e sull'inflazione hanno ulteriormente supportato le ultime parole del Presidente. Mentre i mercati si aspettano ancora un taglio dei tassi di un quarto di punto a dicembre, le aspettative per le riduzioni dei tassi fino alla fine del 2025 sono scese a 77 punti base, in calo rispetto agli oltre 100 punti base di poche settimane fa.
ALTRE VALUTE
Dollaro in correzione nella sessione di ieri pomeriggio, con l’EurUsd tornato a ridosso di 1,0610, Cable sopra 1,2690, UsdCad tornato sui primi supporti a 1,4000 e oceaniche che hanno rimbalzato oltre l’1% tornando rispettivamente a 0,6510, 0,6440 e a 0,5900 da 0,5835.
La sensazione è che questa correzione debba proseguire almeno fino a 1,0660-70 per la moneta unica, 1,2800 per il Cable e 1,3950 per l'UsdCad, mentre sulle oceaniche testeremo la loro capacità di rompere le prossime resistenze poste a 0,6550 e 0,6040.
Discorso a parte merita l'UsdJpy, risalito nelle ultime sedute fino ad arrivare a ridosso di 157,00 jpy per dollaro, da dove è partito un sell off di UsdJpy causato dalle minacce di Katsunobu Kato che ha parlato di un possibile intervento a sostegno dello Jpy nel caso di ulteriore indebolimento della valuta. Il ribasso potrebbe anche riportare i prezzi verso livelli decisamente inferiori.
I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO USA CRESCONO ANCORA
Il rendimento del Treasury Note statunitense a 10 anni è salito leggermente al 4,45% lunedì, dopo un aumento di 13 punti base la scorsa settimana, poiché, come già ribadito poc’anzi, si ridimensionano le aspettative di taglio dei tassi negli USA.
La probabilità di una riduzione di 25 punti base del tasso dei fondi federali a dicembre è ora al 62%, un calo significativo dall'86% all'inizio della scorsa settimana. Nei prossimi 12 mesi, gli analisti stanno scontando circa tre quarti di punto percentuale di taglio dei tassi, circa la metà dell'importo previsto a settembre.
AUSTRALIA, LE MINUTE DELLA RBA
La Reserve Bank of Australia (RBA) ha mantenuto invariato il suo tasso di cassa al 4,35% durante la riunione di novembre, mantenendolo invariato e adeguandosi alle stime di mercato.
La banca centrale ha osservato che, mentre l'inflazione generale è diminuita in modo significativo e si prevede che rimarrà più bassa per un po' di tempo, l'inflazione core rimane elevata. Ciò sottolinea la necessità di rimanere vigili sui rischi al rialzo dei prezzi e il consiglio non esclude nulla.
Il consiglio ha aggiunto che la politica monetaria dovrà rimanere sufficientemente restrittiva finché non sarà certa che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso l'intervallo target. Per quanto riguarda i consumi delle famiglie, la RBA ha notato segnali di aumento della spesa durante il terzo trimestre.
Tuttavia, c'è il rischio che qualsiasi ripresa possa essere più lenta del previsto, portando a una continua crescita della produzione debole e a un più netto deterioramento del mercato del lavoro.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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ETF obbligazionari: impatti sui portafogli di investimentoBuongiorno a tutti. L'obiettivo di questa analisi è esaminare le recenti performance di alcuni ETF obbligazionari statunitensi, avvalendosi di una combinazione di indicatori proprietari e dell'analisi del ciclo economico, per valutare il loro impatto all'interno di un portafoglio di investimento specifico: il Permanent Portfolio.
ANALISI TLT
Che dire? Il 2023 era stato annunciato come l’anno dei bond, e a dirla tutta lo stesso valeva anche per il 2024. La verità, però, è che resta ancora da capire quando arriverà davvero il momento in cui questa previsione potrà concretizzarsi. Tra gli ETF obbligazionari governativi più noti e frequentemente inseriti nei portafogli d’investimento statunitensi, spicca TLT, l’iShares Treasury Bond ETF 20+ Year. Come suggerisce il nome, questo strumento si propone di replicare passivamente l’andamento di un paniere di titoli di Stato statunitensi con scadenze superiori ai 20 anni.
Sappiamo tutti quanto il mercato obbligazionario governativo statunitense sia stato messo a dura prova dall’aumento dell’inflazione e dall’inasprimento della politica monetaria durante il biennio 2022-2023. Dopo una forte caduta, l’asset class aveva toccato un minimo il 23 ottobre 2023, da cui era iniziata una ripresa decisamente incoraggiante, culminata in una brillante performance del +23,6% in poco più di due mesi. Tuttavia, dal 28 dicembre 2023, si è verificata una nuova discesa, che ha portato l’ETF a toccare nuovi minimi di periodo a maggio 2024. Successivamente, è ripartito al rialzo, sostenuto da un supporto dinamico. Il 17 settembre 2024 l’ETF ha segnato nuovi massimi di periodo, ma da quel momento la situazione è precipitata: forte discesa, rottura del supporto dinamico il 24 ottobre 2024 e ulteriore ribasso, con il precedente supporto che si è trasformato in una resistenza.
Analisi TLT. Grafico giornaliero
Perché tanto pessimismo? La risposta, almeno in parte, è semplice: I-N-F-L-A-Z-I-O-N-E. Esatto, proprio quel dato macroeconomico che si pensava ormai stabilizzato intorno al 2% (con alcuni che addirittura ipotizzavano scenari di deflazione). Ma andiamo con ordine.
La figura seguente mostra il grafico del TLT, sul quale è stato applicato il mio algoritmo proprietario di analisi e trading, il Sistema Attivo. Questo strumento ha l’obiettivo di fornire una serie di informazioni utili sia per l’analisi che per le decisioni d’investimento.
Partiamo dalla prima informazione, probabilmente la più significativa: l’ETF risulta completamente inefficiente, con un punteggio di -13,71. Per chi non fosse familiare con il concetto di “efficienza”, si tratta di uno degli aspetti fondamentali nel campo degli investimenti. Senza addentrarci troppo nei dettagli, l’efficienza misura il rendimento di un asset rispetto al rischio assunto, espresso in termini di deviazione standard.
Metaforicamente, l’efficienza risponde a una domanda cruciale: “rispetto al rischio che sto assumendo, quanto rendimento sto ottenendo”? Poiché l’efficienza è definita dal rapporto tra il rendimento prodotto e la deviazione standard espressa, ne consegue che maggiore è il rendimento rispetto al rischio, maggiore sarà l’efficienza di un asset.
Osservando la figura, emerge chiaramente come TLT, in particolare negli ultimi 60 periodi (ossia negli ultimi 3 mesi su base giornaliera), risulti completamente inefficiente.
TLT: efficienza sottoterra
Poco fa ho accennato all’inflazione, ed è proprio questa variabile a spiegare le performance di questo ETF. Tuttavia, non si tratta tanto del dato macroeconomico in sé, quanto piuttosto delle aspettative del mercato riguardo alla sua evoluzione.
Nella figura precedente, la seconda riga della tabella riporta lo “stato dell’inflazione,” che in questo contesto specifico rappresenta il sentiment sul breve termine. Il Sistema Attivo può restituire diversi stati come output: Massima inflazione, Forte inflazione, Inflazione, Moderata inflazione, Disinflazione, e Deflazione. Attualmente, ci troviamo in una situazione di Forte inflazione, uno scenario che, insieme agli altri stati esclusa la Disinflazione e la Deflazione, tende a penalizzare le performance del mercato obbligazionario governativo.
Per tradurre questi concetti in pratica, osservate le figure successive. Simulando un approccio in cui si acquistasse TLT solo nei contesti di Disinflazione e Deflazione e lo si vendesse in tutti gli altri, è evidente come, nell’ultimo anno (prima figura), si sarebbero evitati diversi drawdown significativi. Estendendo l’analisi al periodo dal 2020, si sarebbero evitati cali importanti come quello del -16,6%, del -26,4% e del -21,5%.
Trading System
Trading System
Estendendo l’applicazione del trading system dal 2011 a oggi, i risultati ottenuti sarebbero quelli mostrati nella figura successiva: un massimo drawdown del -12,55%, decisamente più contenuto rispetto all’oltre -50% registrato con la strategia buy and hold.
Backtest Trading System su TLT
Detto questo, per chi si chiedesse perché l’aumento delle aspettative di inflazione penalizzi un ETF come TLT, la spiegazione è piuttosto semplice. Essendo un fondo che replica un paniere di obbligazioni, il suo valore è strettamente legato alla performance di queste ultime. Le obbligazioni, infatti, vengono solitamente acquistate per ottenere un ritorno tramite gli interessi delle cedole. Tuttavia, è noto come l’inflazione eroda il potere d’acquisto del denaro, impattando negativamente anche sul valore reale degli interessi percepiti dalle cedole.
In altre parole, se l’inflazione aumenta, il valore reale del denaro generato dalle cedole si riduce. Ora, vi chiedo: se gli investitori si aspettassero un aumento dell’inflazione, sarebbero incentivati a comprare obbligazioni? Probabilmente no. È più plausibile che decidano di venderle per spostarsi su investimenti più remunerativi. Maggiore è la pressione di vendita, maggiore sarà il deprezzamento delle obbligazioni, e con esse anche il valore di TLT.
ANALISI SHY E HYG
Tuttavia, non tutte le obbligazioni sono uguali. Pur condividendo gli stessi rischi principali, come nel caso dei titoli di Stato statunitensi (rischio inflazione, rischio dei tassi di interesse e, in misura minore, rischio di default), non tutte le obbligazioni subiscono tali rischi nello stesso modo. In particolare, al crescere della scadenza (o, se preferite, della duration), l’impatto di questi rischi tende a essere più significativo e negativo.
Un esempio utile per comprendere questa differenza è SHY, uno degli ETF a più basse scadenze emesso da iShares, che include titoli con maturity compresa tra 1 e 3 anni. Questo ETF è molto meno influenzato dalle dinamiche sopra descritte rispetto a TLT. Come evidenziato nella figura successiva, SHY risulta essere efficiente, con un punteggio di 4,69. Sebbene questo punteggio sia relativamente basso, resta comunque positivo, a differenza di quello negativo associato a TLT.
L’efficienza di SHY, calcolata a 60 periodi, è pari a 4.69
Un altro ETF sta dominando la scena dall’inizio del 2024. Non si tratta di un ETF sulle obbligazioni governative, ma di uno focalizzato su obbligazioni corporate (emesse da società): HYG, che replica un paniere di bond High Yield (in italiano, “ad alto rendimento”). L’efficienza mostrata da questo ETF è notevole, con un punteggio di 13,7 negli ultimi 60 periodi.
L’efficienza di HYG, calcolata a 60 periodi, è pari a 13.7 punti
I meno esperti potrebbero chiedersi cosa stia guidando questa performance. Come mai, in questo caso, l’inflazione non ostacola la crescita? La risposta è semplice e risiede nella qualità creditizia di queste obbligazioni: High Yield in questo contesto significa “obbligazioni speculative.” Questi strumenti sono tipicamente acquistati quando la propensione al rischio del mercato è elevata. È proprio in queste situazioni che gli investitori si orientano verso strumenti speculativi, capaci di offrire rendimenti elevati sia nel presente sia in prospettiva. Non a caso, oltre alle azioni, anche queste obbligazioni diventano attrattive. È quindi naturale che la correlazione tra questo ETF obbligazionario e il mercato azionario risulti fortemente positiva.
La correlazione positiva tra HYG e SPY. Grafico settimanale
L’ottima efficienza di HYG è spiegata dal fatto che, come evidenziato nella prima riga della tabella, il mio Sistema indica che, nel breve termine, il mercato si trova in una fase di Forte risk on. Analogamente al caso dell’inflazione, gli stati che il Sistema può restituire includono: Massimo risk on, Forte risk on, Risk on, Moderato risk on, Neutro, Debole risk off, Risk off, Forte risk off, e Massimo risk off. Simulando un approccio di Trading System che prevede acquisti in tutte le fasi di risk on e vendite in quelle di risk off, si ottiene la prestazione mostrata nella figura successiva.
Backtest Trading System su HYG
Molti di voi, a questo punto, potrebbero sentirsi un po’ confusi e chiedersi: dovrei vendere un ETF obbligazionario? Dovrei acquistare un ETF High Yield? La risposta è no. Il mio obiettivo è semplicemente quello di fare una chiacchierata con voi, niente di più, e magari approfondire il tema dei portafogli d’investimento, un argomento che adoro e che studio costantemente.
Oggi ho introdotto il concetto di efficienza su base intraday, un tema che, riflettendoci bene, non si sposa perfettamente con le analisi di breve termine. L’efficienza, infatti, è principalmente utilizzata per valutare quanto un portafoglio sia ben strutturato. Tuttavia, credo che questo concetto possa essere applicato in modo inverso rispetto all’approccio tradizionale.
Mi spiego meglio: solitamente si crea un portafoglio e poi si analizza la sua efficienza. Nulla, però, vieta di partire misurando l’efficienza di un singolo asset e successivamente inserirlo in un portafoglio, sia esso di trading o d’investimento attivo. Per chiarire ulteriormente: sono molto diffusi i portafogli rotazionali basati sul momentum, nei quali si crea una watchlist (di azioni o ETF) e ogni mese si acquistano quelli con il miglior momentum, effettuando ribilanciamenti mensili. Secondo me, un approccio simile potrebbe essere adottato utilizzando il fattore “efficienza”: acquistare gli asset che, in un determinato intervallo temporale, hanno mostrato la migliore efficienza.
Detto questo, basandomi su questi principi, mi sono posto una domanda: avrebbe senso oggi includere TLT in portafoglio (senza sottovalutare i lazy portfolios)? In una gestione di investimento attiva, per me la risposta è no. Generalmente, TLT è l’ETF per eccellenza utilizzato per proteggere un portafoglio durante fasi di forti drawdown del mercato azionario, ad esempio in contesti recessivi. Ma oggi queste condizioni non ci sono. Potrebbero presentarsi in futuro, ma al momento non è questa la prospettiva.
Adesso vi mostrerò perché.
ANALISI DEL CICLO ECONOMICO E DEL CICLO DELL’INFLAZIONE
Nella figura successiva sono mostrati due grafici: il primo, in nero, rappresenta il mio Ciclo Economico proprietario, progettato per misurare l’intensità del ciclo economico statunitense, integrando variabili sia macroeconomiche sia finanziarie. Il secondo, in blu, è il Composite Leading Indicator, un indicatore comunemente utilizzato per anticipare le fasi del ciclo economico. È evidente la funzione anticipatrice del mio Ciclo rispetto al Composite Leading: anche se non si verifica sempre, tale capacità di previsione emerge frequentemente.
Ciclo economico e Composite Leading Indicator
Il messaggio principale da cogliere dalla figura è chiaro: osservando attentamente, il ciclo economico si trova in una fase di espansione (fase 4, per gli appassionati del tema) e non mostra segnali di rallentamento. Considerando quanto discusso in precedenza (TLT tende a performare bene in fasi recessive), sembra difficile che ci sia spazio per una grande performance di TLT in questo contesto. Al contrario, potrebbe essere più vantaggioso esporsi al mercato obbligazionario High Yield.
La figura successiva conferma questa idea: durante le fasi di espansione economica, HYG tende a sovraperformare TLT. Questo fenomeno, dal 2008 a oggi, si è verificato con costanza.
La correlazione positiva tra Ciclo economico e HYG/TLT.
Va però sottolineato che TLT non sale esclusivamente nelle fasi recessive, ma anche in quelle caratterizzate da bassa inflazione. A tal proposito, è utile introdurre un altro ciclo economico: il ciclo leading sull’inflazione, rappresentato in nero nella figura successiva. Questo ciclo, come suggerisce il nome, è progettato per anticipare l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo, qui mostrato in blu.
Il ciclo dell’inflazione, in nero, tende ad anticipare le fasi di alta e bassa inflazione, in blu.
Un aspetto interessante emerge dall’analisi: il ciclo dell’inflazione si trova attualmente in territorio di espansione. Questo significa che l’indice dei prezzi al consumo potrebbe nuovamente invertire la traiettoria al rialzo? È difficile dirlo con certezza, poiché nessuno può prevedere il futuro, ma è un dato che invita sicuramente alla riflessione.
Proseguendo con il ragionamento, risulta utile calcolare la correlazione tra l’indice di forza HYG/TLT e il ciclo dell’inflazione. La figura successiva evidenzia che, durante le fasi di rialzo del ciclo dell’inflazione, HYG tende a crescere più di TLT. È innegabile che, se il contesto attuale dovesse persistere, ci sarebbe poco spazio per una significativa ripresa di TLT, considerando l’intensità sia del ciclo economico che di quello relativo all’inflazione.
La correlazione positiva tra ciclo dell’inflazione e HYG/TLT
I DUE PERMANENT PORTFOLIO
In ogni caso, i due cicli economici, insieme al Sistema Attivo che si concentra sul breve termine, spiegano l’inefficienza di TLT e l’alta efficienza di HYG. E questo, ovviamente, si riflette anche sui portafogli d’investimento. Per esempio, prendiamo in considerazione il Permanent Portfolio, noto per il suo basso rischio e alta efficienza, composto per il 25% ciascuno da SPY, TLT, SHY e GLD (ETC sull’oro). Ipotizzando di aver investito 50.000 dollari nel portafoglio all'inizio dell’anno, chiediamoci come sarebbe andata, ma soprattutto, se sarebbe andata meglio investendo il 25% non su TLT, ma su HYG.
La figura successiva evidenzia come entrambi i portafogli siano in profitto: il Permanent Portfolio con HYG ha registrato un +15,7%, mentre quello con TLT si ferma al +12,3%.
Le prestazioni dei due Permanent da inizio anno
Le due figure successive riportano invece le metriche dettagliate. Analizzando gli ultimi 222 periodi giornalieri, ovvero dal 2 gennaio 2024 a oggi, emerge chiaramente come il Permanent Portfolio con HYG sia stato più performante rispetto a quello con TLT, non solo in termini di rendimento ma anche di efficienza (15,35 punti contro 10,71 punti). Tuttavia, il Permanent Portfolio con l’ETF High Yield risulta leggermente più rischioso, come dimostrano una deviazione standard leggermente superiore (4,91% contro 4,72%) e un beta marginalmente più alto (0,39 contro 0,35, dove il beta misura la volatilità di un portafoglio rispetto all’S&P500).
Metriche del Permanent con TLT
Metriche del Permanent con HYG
Questa maggiore esposizione al rischio del Permanent Portfolio con HYG è ulteriormente confermata dall’analisi dei drawdown intra-annuali. Sebbene il portafoglio con TLT abbia registrato la peggior perdita assoluta (-3,15%), comunque piuttosto modesta), in media è quello con HYG a segnare drawdown leggermente più profondi.
Analisi dei drawdown intra annuali
L'analisi è stata condotta su ETF non UCITS, ma ciò non preclude la possibilità di replicarla utilizzando ETF armonizzati. Fatemi sapere se desiderate un'analisi basata su questi ultimi.
Buona giornata!
Analisi dell'oro il 19 novembreAnalisi fondamentale
I prezzi dell’oro hanno attirato alcuni flussi rifugio dopo aver registrato il calo settimanale più netto in più di tre anni la scorsa settimana e aver posto fine a una serie di perdite di sei giorni lunedì in mezzo alle crescenti tensioni geopolitiche. Inoltre, il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA ha indotto alcune prese di profitto sul dollaro statunitense (USD) dopo il rally post-elettorale statunitense a nuovi livelli per l'anno, che si sono rivelati un altro fattore negativo a favore del metallo giallo non redditizio.
I tori dell'USD sono rimasti sulla difensiva durante la sessione asiatica di martedì e hanno sostenuto i prezzi dell'oro per recuperare ulteriormente dai minimi di due mesi toccati giovedì scorso. Nel frattempo, ci si aspetta che le politiche del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump riaccenderanno le pressioni inflazionistiche e limiteranno la portata della Federal Reserve (Fed) per ulteriori tagli dei tassi di interesse. Ciò dovrebbe mantenere elevati i rendimenti obbligazionari statunitensi e avvantaggiare gli speculatori in USD, il che potrebbe limitare la coppia XAU/USD
Analisi tecnica
Il livello di resistenza tecnica di 2624 che l'oro sta affrontando sarà molto importante nella sessione di negoziazione europea di oggi, il trend rialzista è relativamente forte e non ci sono stati molti recuperi dei prezzi. L'area 2595 è oggi considerata il bersaglio di tutte le onde ribassate. La zona 2648-2650 è oggi la principale resistenza. In un forte trend rialzista, dovresti dare la priorità ai segnali ACQUISTA 2615 ai vecchi punti di breakout per avere la migliore strategia per te.
XAU USD | Aggiornamento di scenario [Chart & Talks]Ciao a tutti traders!
Vi ho lasciato l'ultima volta con l'aggiornamento sul Gold dove analizzavo il rally passato e la sua forza rialzista...
Ma, nel trading ciò che vince è la capacità di flessibilità sui mercati, perchè l'analisi è una cosa, l'esecuzione ed il timing sono un'altra... e non credo che nessuno di voi voglia trovarsi con 1.000 o più pips di drawdown sul trade da gestire e tenere aperto "sapendo che un giorno..."
Dunque, guardiamo gli aspetti di mercato principali, poco a livello tecnico e più trading talks sullo scenario attuale
Potrei aver saltato diversi punti ed aver considerato "scontato" determinate altre, ma ho cercato di mettere in meno tempo possibile la mia overview generale sulla situazione toccando più temi, su un argomento dove si potrebbe andare avanti ancora per ore...
Mi auguro che questo video aggiornamento possa esserci d'aiuto, fatemi sapere anche la vostra idea o visione sui commenti e ci aggiorniamo al prossimo video!
Ogni analisi, idea o grafico condiviso non vogliono intendersi come una sollecitazione all'investimento. Non sono consigli finanziari ed ogni operatore ha il pieno controllo e responsabilità sulle proprie scelte.
"SDF: Piccoli Segnali di RipresaSDF - K+S AG è una società che opera nel settore chimico, specializzandosi nella produzione di soluzioni industriali innovative. Nonostante la sua lunga presenza nel mercato, l'azienda sta affrontando sfide significative, evidenziate da una performance azionaria negativa e margini di redditività molto bassi. L'analisi dei suoi dati recenti mostra alcuni segnali di recupero, ma la crescita sostenibile rimane una sfida da vincere.
🔍 Performance di mercato
Il titolo SDF ha registrato un calo del 30,51% nell'ultimo anno, un risultato decisamente negativo rispetto alla media del settore (+3,26%) e alla mediana delle società comparabili (+3,64%). Questo calo è accompagnato da un P/E estremamente alto (304,38), segnalando una possibile sopravvalutazione o attese future irrealizzabili.
📊 Valutazioni finanziarie
P/B: Con un valore di 0,31, il titolo si posiziona sotto la media e mediana sia del settore che delle società comparabili, suggerendo un potenziale sottovalutato relativo agli asset.
P/FCF: Il rapporto è di 11,7, in linea con la media del settore (11,53) ma superiore alla mediana (9,06).
EV/EBIT: A 13,87, il valore supera la media di settore (9,70) e le società comparabili, indicando costi operativi significativi.
💡 Margini e redditività
Margine lordo: Solo 8,62%, contro il 22,75% del settore e il 22,33% delle società comparabili.
Margine operativo: 3,64%, al di sotto delle medie di settore (6,70%).
ROA e ROE: Rispettivamente 0,04% e 0,07%, ben lontani dai valori medi del settore (2,90% e 6,03%).
📈 Crescita
Crescita del fatturato YoY: Calo significativo (-25,25%), molto peggiore rispetto alla media del settore (7,98%).
Crescita EPS diluito YoY: -99,33%, una performance disastrosa che evidenzia gravi problemi di profittabilità.
🏦 Indicatori di liquidità e leva
Quick ratio: Buono a 1,94, superiore alla media del settore (1,34).
Debito/Patrimonio Netto: Solo 0,12, molto positivo rispetto alla media (0,74).
Le frecce di colore rosso e blu, indicano rispettivamente le probabili crescite future, in merito al 3° e 4° trimestre
Confronto tra il terzo e quarto trimestre
🔍 Performance di mercato e multipli di valutazione:
Miglioramento della performance di mercato: Il calo della capitalizzazione si è ridotto (da -36,13% a -30,51%), segno di un recupero parziale, ma la performance rimane negativa.
P/E e P/FCF: Piccoli aumenti, ma i valori restano estremamente elevati rispetto ai benchmark, indicando una pressione sulle prospettive future.
💡 Margini e redditività
I margini e gli indicatori di redditività non mostrano alcun miglioramento, confermando che la redditività resta estremamente bassa e in linea con i valori precedenti.
📈 Crescita e debito
Crescita fatturato ed EPS: Rimangono invariati, indicando che non ci sono stati progressi sul fronte della crescita.
Debito e liquidità: Stabili e superiori alla media del settore, segno che l'azienda non ha aumentato l'indebitamento nel periodo.
Considerazioni chiave
Leggero miglioramento della performance di mercato: Il calo della capitalizzazione si è ridotto di circa 5,6 punti percentuali, ma la situazione rimane critica.
Margini e redditività stagnanti: Nessuna variazione significativa nei margini operativi, netti o nei ritorni (ROA/ROE), segnalando difficoltà strutturali.
Stabilità finanziaria: Gli indicatori di liquidità e debito rimangono solidi, ma senza una ripresa della crescita (fatturato e EPS), questi fattori da soli non garantiscono il successo a lungo termine.
📌 Conclusione
Il titolo SDF mostra forti segnali di debolezza finanziaria e operativa rispetto ai benchmark di settore. Nonostante alcuni indicatori di liquidità e debito rassicuranti, la mancanza di crescita, i margini bassi e il pessimo rendimento azionario mettono in discussione la sostenibilità a lungo termine dell’azienda.
👉 Cosa ne pensate di questa analisi? Quali altre metriche utilizzereste per valutare un titolo in difficoltà? 💬
#Finanza #Investimenti #AnalisiAzionaria #MercatiFinanziari
WisdomTree - Tactical Daily Update - 18.11.2024L’euphoria post rielezione di Trump l’hanno spenta le caute parole di Powell.
Le Borse asiatiche temono le ricadute di un nuovo Governo Usa ostile.
L’economia Usa è forte, in forse i prossimi tagli della FED.
Commissione Europea conferma crescita debole nel 2024 e 2025.
I mercati soffrono le dichiarazioni caute ed attendiste di Jerome Powell, Chairman della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa): l'economia statunitense è "solida", e pertanto non "c'è alcuna fretta" per tagliare ancora i tassi d’interesse, una scelta che richiederà "cautela": l’effetto, venerdì 15, è stata la risalita dei rendimenti dei Treasury a breve scadenza ed il calo dei maggiori indici di Wall Street.
Dow Jones ha perso -0,7%, S&P500-1,3%, Nasdaq -2,2%. Seduta negativa, venerdì scorso, anche in Europa: Dax -0,3%, Cac -0,6%, Ftsemib, -0,5%, Eurostoxx50 - 0,8%.
Venerdì hanno sofferto in maggior misura le azioni farmaceutiche, dopo la notizia della nomina a capo del Dipartimento della Salute Usa di Robert F. Kennedy Jr, noto per le sue posizioni “no vax”: in ribasso tutte le major del settore, come Moderna, Pfizer, Johnson&Johnson.
Il “contagio di negatività” si è rapidamente propagato all’Europa, con ampi cali per Merck, Sanofi, GSK, Astrazeneca e Valneva.
Tornando al quadro macro, l’economia Usa mostra notevole resistenza e cresce tra 2,5 e +3,0%, cioè almeno 1,5 punti sopra quella europea. A novembre, l’Indice manifatturiero dello Stato di New York si è impennato a 31,2 punti, dal precedente 11,9, quando il consenso lo vedeva invariato.
Le vendile al dettaglio, ad ottobre, sono cresciute +0,4% mensile, poco meglio del +0,3% previsto, sebbene in rallentamento rispetto al +0,8%, rivisto, di settembre.
In Europa le cose vanno meno bene: secondo la Commissione Europea il GDP tedesco, -0,1% atteso nel 2024, conferma la recessione, -0,3%, del 2023. La Germania tornerebbe a crescere dal 2025, con +0,7%: previsioni in ribasso anche per l'Italia, ora +0,7% nel 2024 e +1,0% nel 2025.
Notizie più incoraggianti sul fronte del debito italiano: il rapporto deficit/Pil 2024 é stato rivisto a 3,8%, dal 4,4% stimato a maggio, e quello del 2025 a 3,4%, da 4.7%, per poi scendere sotto la soglia del 3,0% definita dall’UE, solo nel 2026, allineandosi alle ultime previsioni del Governo.
I BTP (Buoni Poliennali del Tesoro) testimoniano buona fiducia: lo spread, cioè il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi è torna sotto 120 bps per la 1’ volta dal 18 ottobre, ai minimi da 2 anni. Si attende, il 22 novembre, la decisione di Moody's (l’agenzia più severa tra le “big”) sul rating, sperando migliori l'outlook come ha già fatto Fitch.
Come già detto, sul valutario l'elezione di Trump continua a rafforzare il Dollaro: il cross Eur/US$ è vicino a 1,057, il Dollaro/Yen a 155,5 e quello Euro/Yen a 164,4, confermando l’endemica debolezza della divisa nipponica.
In generale, i mercati guardano con apprensione alla politica monetaria delle Banche centrali Usa (FED) ed Europea (ECB): massima attenzione, stasera, 18 novembre, all'intervento della Presidente dell’ECB Christine Lagarde, a Parigi.
Negli Usa registriamo il commento di Susan Collins, Presidente della FED di Boston: “un altro taglio dei tassi alla prossima riunione di dicembre è senza dubbio sul tavolo, ma non è cosa fatta».
Il Presidente eletto Donald Trump ha intanto dichiarato che Chris Wright, dirigente del settore petrolifero e convinto difensore dell'uso dei combustibili fossili, sarà la sua scelta per guidare il Dipartimento dell'Energia. Wright è atteso sostenere il target di Trump di massimizzare la produzione di petrolio, gas ed elettricità.
Wright ha recentemente definito allarmisti quelli che denunciano il cambiamento climatico ed è probabile che supporti l'opposizione di Trump alla cooperazione globale nel contrasto al cambiamento stesso.
Le tensioni diplomatiche sul riscaldamento globale emergeranno quasi certamente al vertice G20 in Brasile di questa settimana: i Capi di Stato si riuniscono oggi, lunedì, e martedì su questioni legate a povertà, nutrizione a riforma delle istituzioni.
Spettera’ ai Governi dei rispettivi Paesi, responsabili di oltre l’80% delle emissioni dannose per l’ambiente, trovare i soldi per migliorare il trend climatico, secondo quanto è in discussione al vertice COP29 a Baku. La prospettiva non è la migliore, secondo gli esperti, visto che il Presidente Usa eletto Donald Trump vorrebbe annullare la legislazione sul clima approvata dall’Amministrazione Biden.
Oggi, 18 novembre, le Borse europee chiudono la mattina incerte, in media -0,3% alle 13.30 CET, segnalando che i toni “hawkish” di Powell hanno avuto l’effetto di sedare il rally post-elettorale, mentre su quelle asiatiche incombono le incognite legate al ritorno di Trump alla Casa Bianca.
La Cina è pronta a lavorare con la nuova Amministrazione americana per mantenere e migliorare la comunicazione e gestire le differenze, ha detto il Presidente Xi-Jinping, ma le Borse cinesi hanno perso lo smalto di ottobre: stamattina Shanghai -0,21%, Shenzhen -1,9%. Tra le atre Borse asiatiche Tokio -1,1%, Hong Kong +0,8%.
Le azioni di Hong Kong e Shenzhen non hanno goduto dell’invito delle rispettive autorità di regolamentazione dei mercati ad aumentare i rendimenti delle loro azioni. Nonostante uno Yen più debole, Tokyo è scesa al traino delle azioni “pharma”, come negli States ed in Europa.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Operazione Long su SRTS Sensus Healthcare IncIl titolo SRTS ha recentemente completato il breakout di un triangolo ascendente, accompagnato da un'esplosione dei volumi. Durante la fase di formazione del triangolo, si è osservata una compressione sia nei volumi che nella volatilità, segnale di accumulazione. Questo movimento tecnico si inserisce in un contesto favorevole, con il titolo che vanta quattro trimestri consecutivi di risultati superiori, in alcuni casi nettamente, alle aspettative degli analisti.
Sul piano fondamentale, SRTS appartiene al segmento small-cap, caratterizzato da un potenziale di crescita significativo. Il rapporto P/E (13.37) e il Forward P/E (12.08) evidenziano una valutazione ragionevole, con prospettive di miglioramento degli utili futuri. La solidità finanziaria dell'azienda è sottolineata da un indebitamento estremamente basso, un elemento distintivo di forza. Inoltre, la società dimostra un'eccellente efficienza nell'impiego del capitale proprio e degli asset, come confermano il ROE e il ROA.
I margini operativi e di profitto elevati indicano una gestione ottimale dei costi e un modello di business solido, mentre l'impressionante crescita delle vendite nell'ultimo anno riflette una forte espansione della domanda e delle capacità operative. Gli analisti indicano un target price di **14$**, evidenziando una potenziale crescita del titolo rispetto agli attuali livelli. Questi elementi rendono SRTS un titolo interessante sia dal punto di vista tecnico che fondamentale, con ottime prospettive per il medio-lungo termine.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 15.11.2024Le Borse chiudono una settimana volatile e incerta.
L’inflazione Usa non scende abbastanza, anche nei prezzi alla produzione.
Le Borse asiatiche calano, temendo i dazi Usa chiesti da Trump.
Petrolio: l’offerta è in surplus, la Cina ne consuma meno del previsto.
Ieri, 14 novembre, spinte anche dalle trimestrali positive di alcune società, ad esempio l’olandese ASML e la tedesca Siemens, le Borse europee hanno chiuso in rialzo, noncuranti del dato americano sui prezzi alla produzione, saliti +2,4% annuo, sopra le attese.
Milano è stata la migliore, +1,93%, tirata dalle azioni bancarie: bene anche Parigi, +1,32%, Francoforte +1,37%, e Londra, +0,51%. Il movimento recente dei listini europei resta comunque di consolidamento, ed il sentiment verso la prossima Amministrazione Trum negli Usa è “misto”.
Di positivo, senza dubbio, c’è l’attitudine pro-business del Presidente eletto, di negativo ci sono le sue politiche commerciali potenzialmente punitive verso il commercio con Cina ed Europa, e quelle di spesa pubblica che potrebbero peggiorare il trend dell’inflazione e dei conti pubblici americani.
A ottobre, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati +0,2% mese su mese (fonte dipartimento del Lavoro), e +2,4% annuale, contro il +2,3% atteso, in trend peggiorativo rispetto al +1,9% di settembre.
Ieri sera nell'intervento alla Dallas Regional Chamber il Chairman della Federal Reserve Jerome Powell ha fornito qualche indicazione sulle future mosse della Banca centrale, dichiarando che non c’è fretta di tagliare i tassi, visto il robusto andamento dell’economia.
Forse anche a causa dei toni “hawkish” di Powell, Wall Street ha chiuso in calo: Dow Jones -0,47%, Nasdaq -0,64% e S&P500 -0,60%.
Jerome Powell ha anche sottolineato che le decisioni sui tassi della Federal Reserve possono essere contestate solo dal Congresso, rispondendo implicitamente a chi teme che Trump possa mettere a rischio l’indipendenza della FED.
Sempre sul versante “macro” americano, le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono calate di 4 mila unità a 217.000, contro previsioni per 220 mila, sintetizzando come il mercato del lavoro sia ancora assai florido.
Sul fronte macro europeo, il dato aggiornato sul GDP (Pil) del 3’ trimestre indica una crescita di +0,4% su quello precedente e +di 0,9% sul 3’ trimestre 2023.
Sul mercato obbligazionario prosegue la fase di leggera flessione dei rendimenti dei Govies europei, in parallelo alla “chiusura” dello spread tra Btp e Bund decennali, sceso a 121 punti base dai 124 della chiusura di mercoledì 13. Il rendimento del Btp decennale benchmark è sceso a 3,55%, dal 3,63% della vigilia.
Poche novità sul mercato valutario: cross Euro/Dollaro piatto attorno 1,057, mentre prosegue la fragilità dello Yen giapponese: cross Eur/Yen a 164,8 da 164, e Dollar/Yen a 156,0 da 155,2.
Fa una pausa dalla lunga corsa rialzista anche bitcoin, ritornato sotto la soglia dei 90 mila Dollari, attorno a 88 mila. Mercoledì registravamo un prepotente strappo in area 94 mila favorito dall’aspettativa di una regolamentazione Usa più amichevole dopo ri-elezione di Trump.
Oggi, 15 novembre, le Borse asiatiche archiviano una settimana debole con chiusure contrastate: Tokyo +0,74%, nonostante l'economia giapponese confermi un 3’ trimestre in rallentamento: solo +0,2% trimestrale, combinato alla revisione da +0,8% a +0,5% per il 2’ trimestre. L'economia cresce solo +0,9% annuale.
Le stime di consenso erano già calibrate su questo rallentamento, e i deboli dati potrebbero suggerire al Primo Ministro Ishiba un pacchetto di stimoli già nella prossima settimana.
Borse cinesi incerte: Shanghai -0,7% ( -2,0% nella settimana) e CSI300 -0,8%. Hong Kong in lieve rialzo, +0,1% (ma -5,9% nella settimana).
Dal fronte macro cinese giungono segnali contrastati: a ottobre la produzione industriale è aumentata meno delle stime: deludono anche gli investimenti in beni fissi e la discesa dei prezzi medi delle case. Tuttavia le vendite al dettaglio sono cresciute oltre le attese: +4,8% annuale, favorite dallo shopping nella Golden Week.
In generale manca un vero “trigger” per ridare slancio ai mercati asiatici, mente sono aumentati, in numero ed in “peso”, i fattori di preoccupazione, a cominciare dalle dichiarazioni “da falco” di Powell sui tassi e all’incertezza delle future decisioni sui dazi attese nei primi “100 giorni” dell’Amministrazione Trump.
Il prezzo del petrolio (WTI attorno 68 Dollari/barile), costantemente sotto pressione nelle ultime 3 settimane, sintetizza efficacemente la paura di un eccesso di offerta, specie alla luce della confermata debolezza della domanda cinese e delle stime dell'IEA che indicano la possibilità di un surplus di produzione.
Le Borse europee chiudono la mattinata in frazionale calo, in media -0,4% (ore 13.30 CET), nel giorno in cui avremo le stime aggiornate della Commissione Europea sulla crescita ed i dati ufficiali sull’inflazione ad ottobre in diversi Paesi europei.
Le materie prime si apprestano a chiudere una settimana decisamente negativa, a largo spettro: oltre alla debolezza di oro e petrolio, soffrono anche i metalli industriali, senza apparenti ragioni fondamentali.
Gli investimenti globali in impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili e quelli per la rapida diffusione di veicoli elettrici stanno alimentando una forte domanda di metalli industriali come rame, zinco, alluminio ed argento, difficile da fronteggiare con l’attuale capacità estrattiva e da riciclo del rottame. Watch-out!
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| ANALISI SU GOLD |
BUON LUNEDI A TUTTI
facendo un resoconto della ultima settimana , possiamo notare che abbiamo avuto:
🪙 Crollo significativo: La scorsa settimana l'oro ha registrato una caduta del 4,52%, chiudendo a $2.563,22, segnando la peggiore performance settimanale degli ultimi tre anni.
📉 Supporto critico: I trader osservano con attenzione il livello di supporto chiave a $2.530/2.500.
Una rottura potrebbe innescare un ulteriore ribasso verso zone piu profonde.
📈 Rendimenti in salita: I Treasury statunitensi hanno raggiunto il 4,505%, aumentando il costo-opportunità di detenere oro, spingendo i prezzi verso il basso.
💵 Dollaro forte: Il dollaro USA è salito ai massimi di un anno (107,064), riducendo l'attrattiva dell'oro come bene rifugio.
📊 Inflazione sopra il target: Il CPI core ha registrato un +3,3%, ben al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve.
🔥 Tensioni geopolitiche: L'amministrazione Biden ha autorizzato l'Ucraina a colpire la Russia con missili a lungo raggio di fabbricazione americana.
Le prospettive a breve termine per l'oro rimangono ribassiste. La forza persistente del dollaro e i rendimenti elevati continuano a esercitare pressione sui prezzi.
I trader monitoreranno da vicino i prossimi interventi della Fed e i dati economici per individuare segnali di una possibile inversione di tendenza.
È quindi essenziale individuare i punti ottimali per operazioni intraday, considerando che l'oro è un asset altamente volatile che offre diverse opportunità di trading.
Come di consueto, evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, preferendo attendere le 14:30 e l'apertura di New York.
Come spesso sottolineo, la strategia più prudente è attendere un ritracciamento per posizionarsi a favore del trend principale.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Continueremo a inviare analisi e a tenere sessioni live su TradingView.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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Euro ancora a ridosso dei supporti chiaveNon molla invece il dollaro, ad eccezione dell'USD/JPY che venerdì ha perso sorprendentemente, con una price action molto strana, quasi 300 punti. Una discesa non veloce, nel senso che possiamo tranquillamente escludere l’intervento della BoJ, che di solito, quando compra JPY, fa crollare i prezzi di centinaia di pips in pochi minuti. Ciò che è accaduto forse si spiega con una liquidazione di posizioni di carry trades per liberare liquidità da parte di investitori di un certo peso, che probabilmente potrebbero voler uscire dall’equity e dai carry simultaneamente, in una fase delicata come quella attuale, caratterizzata da incertezza futura e da problematiche di cui abbiamo spesso fatto cenno, ovvero dei rapporti geopolitici tra gli USA della nuova amministrazione Trump e il resto del mondo, unitamente ai problemi interni legati alle promesse elettorali in contrasto con la necessità di dare un occhio anche al debito pubblico. In ogni caso, USD/JPY in discesa con possibili target prossimi in area 153.00.
Diversamente, sugli altri cambi contro dollaro la pressione del biglietto verde rimane fortissima, con la moneta unica a ridosso di 1.0500, così come il Cable a 1.2620. Non vi è cenno di grandi correzioni fino ad ora, in ragione del fatto che, dopo gli ultimi dati, Eurozona e UK hanno bisogno di stimolare il rilancio economico attraverso una riduzione dei tassi. L’inflazione infatti è ormai stabilmente al di sotto del 2%, target fissato dalle due banche centrali delle due aree. Cable sembra avere più strada da percorrere al ribasso rispetto alla moneta unica, dato che EUR/GBP sembrerebbe aver violato le prime resistenze rilevanti a 0.8335-0.8340 area. Target appare lontano, sopra 0.8450.
Oceaniche in difficoltà, soprattutto AUD/USD che non è lontano dai supporti chiave di 0.6350-0.6400 area. NZD/USD è già quasi sui supporti analoghi posti a 0.5790-0.5840. CHF stabile anche se sembra ci sia del fuoco che cova sotto la cenere per quel che riguarda la lotta tra risk on e risk off, con quest’ultimo che sembra riemergere. Infine, la salita inarrestabile di USD/CAD, non lontano da 1.4150, prossima resistenza.
EQUITY, SVANISCE L’EFFETTO TRUMP?
Chiusura in netto ribasso per Wall Street venerdì, con l'S&P 500 in calo dell'1,3%, il Dow in perdita di 305 punti (-0.70%) e il Nasdaq in ribasso del 2,4%. Gli investitori hanno reagito alle dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell, il quale ha messo in evidenza la forza dell'economia, un mercato del lavoro resiliente in un contesto di inflazione persistente, che inevitabilmente portano ad abbassare le aspettative di molteplici riduzioni del costo del denaro. Le vendite al dettaglio di ottobre hanno infatti superato le previsioni, salendo dello 0,4%.
La borsa ne esce con ribassi inevitabili, anche perché l’euforia post-elettorale legata alle promesse di futuri stimoli all’economia da parte della nuova amministrazione sembra perdere di slancio, dopo aver illuso analisti e investitori sul fatto che le borse potessero continuare a crescere ad oltranza. E invece non è così, ma è anche normale che non lo sia. Meraviglia semmai l’euforia generalizzata post-elezioni, anche perché comunque eventuali stimoli alimenterebbero ulteriormente l’inflazione e la Fed, a maggior ragione, si troverebbe costretta a combatterla alzando i tassi.
E così le borse sono scese, il settore tecnologico ha registrato perdite significative, con grandi aziende come Nvidia (-3,2%), Amazon (-4,2%), Meta (-4%) e Alphabet (-1,7%) che hanno chiuso pesantemente in rosso. Anche le azioni farmaceutiche hanno perso quota dopo la notizia che Trump potrebbe nominare Robert F. Kennedy Jr. a capo del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, che viene definito scettico sulla questione dei vaccini. Nel corso della settimana, l'S&P 500 ha perso il 2,2%, il Dow è sceso del 2,3% e il Nasdaq è sceso del 2,9%, invertendo la tendenza al rialzo post-elettorale guidata dall'ottimismo per le politiche del presidente eletto Trump.
EUROZONA, PREVISIONI DI MIGLIORAMENTO
Le previsioni della Commissione europea per l'autunno 2024 prevedono una crescita dello 0,8% nell'area dell'euro per quest'anno, la stessa delle precedenti previsioni rilasciate nel secondo trimestre di quest’anno. Mentre l'inflazione continua a diminuire e i consumi privati e la crescita degli investimenti riprendono, con la disoccupazione ai minimi storici, la crescita è destinata ad accelerare gradualmente nei prossimi due anni, ha affermato il commissario europeo per l'economia Paolo Gentiloni.
Per il 2025, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso all'1,3% dall'1,4% e per il 2026, l'economia dell'eurozona è prevista in crescita dell'1,6%. L'economia tedesca è ora prevista in contrazione dello 0,1% quest'anno, un'inversione rispetto alla crescita dello 0,1% prevista in precedenza. Guardando al futuro, si prevede che l'economia tedesca si espanderà dello 0,7% nel 2025 e dell'1,3% nel 2026.
Sul fronte dell'inflazione, nonostante una leggera ripresa a ottobre, in gran parte guidata dai prezzi dell'energia, l'inflazione complessiva nell'area dell'euro è destinata a più che dimezzarsi al 2,4% nel 2024, dal 5,4% nel 2023, prima di attenuarsi più gradualmente al 2,1% nel 2025 e all'1,9% nel 2026.
USA VENDITE AL DETTAGLIO ROBUSTE
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,4% su base mensile a ottobre 2024, dopo un aumento rivisto al rialzo dello 0,8% a settembre e al di sopra delle previsioni di mercato dello 0,3%. Escludendo il settore automobilistico, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,1%. Nel frattempo, le vendite escludendo i servizi di ristorazione, i concessionari di auto, i negozi di materiali edili e le stazioni di servizio, che vengono utilizzati per calcolare il PIL, sono diminuite dello 0,1%. I dati sulle vendite al dettaglio non sono adeguati all'inflazione e includono principalmente beni.
SETTIMANA ENTRANTE
Sarà una settimana relativamente tranquilla negli Stati Uniti, con i riflettori puntati sui dati PMI manifatturieri e dei servizi, insieme agli aggiornamenti del mercato immobiliare come permessi di costruzione, inizio lavori edilizi e vendite di case esistenti. Sul fronte della politica monetaria, i discorsi dei funzionari della Federal Reserve e del presidente della BCE Christine Lagarde attireranno l'attenzione di tutti noi, ovviamente, così come le decisioni sui tassi di interesse da Cina, Turchia e Sudafrica e i verbali delle riunioni della RBA.
Ma non dimentichiamo che usciranno i dati sull’inflazione in Canada, Regno Unito, Sudafrica e Giappone, mentre la Germania pubblicherà i dati sui prezzi alla produzione. Sono previsti anche i PMI flash di novembre per Australia, Giappone, India, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito. Nel frattempo, saranno pubblicati i dati sulla bilancia commerciale per Spagna, Eurozona, Svizzera e Giappone. Infine, Canada e Regno Unito pubblicheranno i dati sulle vendite al dettaglio unitamente all’indice di fiducia dei consumatori GfK in Inghilterra. Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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Analisi del prezzo dell'oro, 18 novembreAnalisi fondamentale
L'oro ha esteso la sua ripresa fino a testare i 2.600 dollari, mentre le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina hanno posto fine a una serie di perdite di sei giorni. L’ultimo aumento dei prezzi dell’oro potrebbe essere dovuto all’aumento delle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina dopo che gli Stati Uniti hanno consentito all’Ucraina di utilizzare armi a lungo raggio statunitensi per attaccare la Russia.
Il rally del biglietto verde dopo la vittoria elettorale di Donald Trump potrebbe creare una certa pressione di vendita sui prezzi dell'oro denominati in USD. Le aspettative di inflazione più elevate per il prossimo anno a causa delle politiche di Donald Trump hanno portato a un minor numero di tagli dei tassi di interesse attesi.
Inoltre, i trader hanno attenuato le aspettative di tassi di interesse più bassi a dicembre, dopo che il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che la banca centrale americana non avrebbe avuto fretta di tagliare, citando una "economia attiva" notevole". Tassi di interesse più elevati in genere trascinano i prezzi dell’oro al ribasso, poiché rendono meno attraente detenere asset non redditizi come l’oro.
Analisi tecnica.
Il prezzo dell'oro ha reagito nell'area EMA 34, che è anche un'importante area di resistenza dinamica durante la sessione asiatica. La fascia di prezzo degna di nota oggi è 2617-2615 al limite superiore e la zona di supporto per il breakout nella mattinata della sessione asiatica viene notata intorno a 2575. In base ai dati tecnici è stata stabilita anche la possibilità di un trend rialzista e della formazione dell'onda 3. grafico, quindi oggi verrà data priorità ai segnali ACQUISTA.
GBPUSD OUTLOOKHo evidenziato in azzurro una zona weekly dove il trend potrebbe invertire. Tuttavia, attualmente non ci sono conformazioni strutturali long per cui la bias resta ribassista. Su tf più alti siamo molto discount per cui non traderei quest asset per le prossime settimane.
Ho riportato un analisi in 1h perchè è l'unico tf che mostra un po di chiarezza per cui mi aspetterei una continuazione short dalle zone evidenziate.
N.B non sono consigli finanziari
BUZZI UNICEM ( BZU ) Strategia rialzista di lungo periodoBUZZI UNICEM ( BZU ) Strategia rialzista di lungo periodo
DESCRIZIONE TITOLO:
Buzzi Unicem S.p.A. è stata fondata nel 1872 e ha sede a Casale Monferrato, Italia. Buzzi Unicem S.p.A. opera come consociata di Fimedi - S.P.A. Buzzi Unicem S.p.A., insieme alle sue controllate, produce, distribuisce e vende cemento, calcestruzzo preconfezionato e aggregati. Offre inoltre leganti speciali, fogli di sicurezza e clinker, nonché leganti idraulici per l'edilizia per la realizzazione di intonaci e opere murarie in cantiere. L'azienda è presente in Italia, Stati Uniti, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Russia, Messico e Brasile.
DATI: 01 / 04 /2023
Prezzo = 22.36 Euro
Capitalizzazione = 4,14B
Beta (5 anni mensile) = 1,06
Rapporto PE ( ttm )= 10,35
EPS ( ttm ) = 2,16
Target Price BUZZI UNICEM di lungo periodo:
1° Target Price: 26.81 Euro
2° Target Price: 40.52 Euro
3° Target Price: 62.82 Euro
4° Target Price: 85 Euro
5° Target Price: 98.86 Euro