DXY evening star validaSolo per aggiornare lo studio sull'indice, la precedente analisi era su una evening star mensile, pattern che è diventato valido e quindi scomposto con il timeframe settimanale, dimostra l'intenzione di assestarsi su altri supporti, candidato numero uno è 102, in caso di assestamento in questa zona, procederò al calcolo di altre aree di supporto più basse.
Inflation
Oro a 3.000$: grafici e fondamentali potrebbero giustificarloIl punto di vista offerto dalla analisi tecnica, da quello fondamentale desumibile dalla lettura del ciclo economico e da quello geopolitico forniscono spunti sufficienti perché la quotazione spot dell’oro di 3.000 dollari risulti, quantomeno, non ridicola.
Ad inizio anno, e prima di stappare lo spumante di fine anno, immaginare una rilevazione mensile dell’inflazione italiana al 12% avrebbe suscitato, probabilmente dopo qualche comprensibile secondo di disorientamento, un senso di ilarità.
Oggi sappiamo che è avvenuto e sappiamo anche mettere insieme agevolmente le motivazioni che lo hanno reso possibile. Questo serve per comprendere come certi fenomeni sono sempre possibili seppure poco probabili. Allo stesso modo l’oro che quota intorno ai 3.000 dollari è una possibilità seppure poco probabile. Quello che propongo in questa analisi è mettere insieme le motivazioni associate a questo scenario.
L’ORO NEI PORTAFOGLI DI INVESTIMENTO
Nei portafogli di investimento sufficientemente diversificati e razionali l’oro trova facilmente il suo spazio. I gestori di portafoglio al riguardo suggeriscono una quota che possiamo dire oscilli, a seconda delle visioni, tra un 5 e un 15 percento del portafoglio. Da questo punto di vista il motivo della sua presenza nei portafogli diversificati è quello di fungere da ombrello nel caso ci sorprenda un temporale.
L’alternativa di cercare l’ombrello mentre comincia a piovere si mostra meno efficiente visto che nel frattempo che lo cerchiamo ci saremo già un po bagnati e probabilmente lo pagheremo di più se comprato ad un angolo di via. Lo so che averlo sempre dietro a volte è scomodo ma se non si volessero avere sorprese sarebbe il prezzo da pagare.
Nonostante tutto non avremmo nemmeno la garanzia che l’ombrello faccia a pieno il suo lavoro visto che può capitare che si inceppi all’apertura o addirittura nel caso in cui dopo aperto dovessimo scoprire che è rotto.
Il concetto sotteso alla metafora è che non ci sono garanzie che in casi di avversità sui mercati l’oro si apprezzi come da noi atteso. Questo è facilmente verificabile mettendo a confronto le quotazioni con i più disparati indicatori di rischio che possano essere interpretati come espressione del sentimento degli operatori di mercato (VIX, ...).
Essendo un asset molto liquido scambiato globalmente e quotidianamente sui mercati, la visione secondo cui debba apprezzarsi in un contesto di risk off ha un difetto congenito. Infatti, sulle quotazioni dell’oro agiscono costantemente e contemporaneamente variabili diverse tra loro, per cui anche se la tendenza ad apprezzarsi in inattesi scenari di rischi diffusi dovesse correttamente innescarsi, questa non è detto che si manifesti immediatamente e con un andamento lineare.
Una delle qualità più apprezzate dell’oro è quella della decorrelazione che, in tempi e misura variabili, mostra con le principali asset class.
La visione forse più diffusa e comprensibile è, come accennato prima, quella di protezione contro eventi inattesi e particolarmente avversi. Così come da un impianto antincendio ci si aspetta che quando serve entri in funzione senza se e senza ma, similmente dall’oro si pretende rendimento quando tutto crolla.
Tuttavia, un portafoglio di investimento è come le superfici totali di vendita di un supermercato. Si tratta comunque di uno spazio limitato, quindi prezioso, dove occorre scegliere con cura cosa esporre sapendo che non è possibile avere tutto. Nel minimarket sotto casa cercando olio alimentare difficilmente troveremo, oltre al classico “miscela di oli comunitari”, contemporaneamente le eccellenze regionali, quelli bio e quelli solo italiani ma più probabilmente un solo medio tipo.
Similmente in un portafoglio troppo piccolo non posso pretendere, ad esempio, di spingere la diversificazione equity inserendo con funzione satellite magari gli alternativi come hedge fund, private equity, private credit, venture capital, infrastructure, real estate, long/short, leva finanziaria, global macro, event driven o relative value che hanno dimostrato molta dispersione nei rendimenti nello straordinario 2022.
Senza considerare la possibilità di usare leve superiori ad uno, se voglio dare sprint alle possibilità di performances posso espormi molto sugli strumenti dinamici/volatili togliendo conseguente spazio ad altro, per esempio strumenti più conservativi e capaci di esprimere meno potenziale di crescita ma magari più protezione.
Si tratta dell’eterno trade-off tra desiderio e ragione che rende sempre attuale e proponibile la frustrazione del contadino che, accanto alla moglie ubriaca vorrebbe anche vedere l’uva nella sua vigna.
Ma quali sono le variabili che hanno un’influenza diretta e sufficientemente apprezzabile sulle quotazioni dell’oro?
RENDIMENTI REALI
Sappiamo che si tratta di una materia prima disponibile in quantità non infinita per cui, similmente ad altre materie, gode dell’effetto scarsità che in alcune circostanze può incidere positivamente sulle sue quotazioni.
A mio giudizio, la relazione più affidabile e sorprendente è quella che lo lega ai rendimenti reali disponibili sul mercato. Sappiamo, infatti, che l’oro non produce rendimenti e come tale è sfavorito in momenti in cui i rendimenti reali (al netto dell’inflazione) di bond e/o equity si dimostrassero generosi in relazione alla loro media storica. Da questo punto di vista notissima è la sua relazione inversa con i rendimenti reali offerti, ad esempio, dai treasury americani a 10 anni
Si tratta di una decorrelazione robusta e tuttavia non puntuale per cui non possiamo aspettarci che in ogni momento si muova in modo coerente con le aspettative. Il motivo è, come detto in precedenza, che le quotazioni sono strattonate da ogni parte da molte altre variabili e questo impedisce la decorrelazione puntuale.
DOLLARO USA
Sappiamo anche che è quotato in dollari americani per cui perde appeal nei momenti di forza della valuta visto che costa di più comprarlo
Infatti, mostra un coefficiente di correlazione pressoché negativo ma, similmente al caso precedente, ancora una volta non puntuale.
RISK OFF
Viene anche percepito come bene rifugio cui rivolgersi quando le cose non vanno bene sul piano geopolitico. Il comportamento, ad esempio, in relazione al titolo decennale del governo americano risulta coerente con questo ruolo visto che quest’ultimo rappresenta per eccellenza il porto sicuro in caso di risk off
Ed anche qui la correlazione non è massima per una serie di motivi, nell’ultimo periodo la mancata decorrelazione tra oro e rendimento del decennale è da attribuire anche al brusco rialzo dei tassi praticato dalla FED nell’ultimo anno e dalla necessità di liquidare qualunque cosa quando eravamo in piena pandemia.
Tornando al titolo dell’analisi proposta, cosa potrebbe spingere i prezzi dell’oro ad alti e nuovi livelli nei prossimi anni? Facciamo qualche considerazione sul piano tecnico e fondamentale.
Riguardo il primo aspetto, quello che balza agli occhi osservando le quotazioni sul time frame mensile è la formazione pressoché completa di una figura tecnica abbastanza frequente in verità su grafici più veloci di questo
Si tratta della “tazza con manico” o in inglese “Cup and handle”, visto che chi l’ha per primo individuata e formalizzata è l’americano William J. O’Neil nel 1988. L’autore la classifica come una figura rialzista di inversione di trend per cui la si dovrebbe trovare solitamente alla fine di un down trend del quale ne decreta la fine.
Tuttavia, più spesso la si trova come figura di continuazione all’interno di un trend consolidato di cui rappresenta quindi, al pari di molti altri pattern, una semplice pausa. Infatti, fu Dave Landry ad ampliarne il concetto, nel senso qui sostenuto, di “Running cap and handle” cioè di continuazione.
In analisi tecnica, che ricordo sconta già nei prezzi tutte le informazioni di natura fondamentale, i molti pattern ad oggi noti ed i molti altri che potrebbero essere messi a punto hanno, in verità, alla base sempre gli stessi concetti tratti dal comportamento degli operatori che si esprimono attraverso i volumi, la prevedibilità/ripetitività dei comportamenti, gli ordini a mercato ed in pending.
Il running cap and handle (RC&H) si forma, come detto, all’interno di un trend consolidato e inizia, nell’ipotesi di un up trend, con la formazione di quello che si rivelerà essere un massimo relativo importante da cui partirà una lunga (relativamente al time frame di osservazione) fase di vendite che sovrastano i rialzisti producendo quella che si chiama “distribuzione”.
In questo caso importante è l’osservazione dei volumi che devono essere necessariamente in calo per poter classificare come correttivo il movimento. Questi infatti seguono l’andamento curvo del pattern che disegna il fondo della tazza per cui saranno in calo fino al fondo per poi aumentare con la risalita, confermando che il trend dominante è quello rialzista, fino a rivedere il massimo relativo precedente e completare così la tazza. Questo comportamento dei volumi, come detto, è fondamentale per potere considerare efficace la figura.
Quando i prezzi rivedono i precedenti massimi si innesca una contesa tra operatori già presenti sul mercato a quei prezzi e altri che hanno comprato soprattutto sul fondo della tazza e che da li hanno prodotto la spinta al rialzo per cui le vendite innescano un pullback su quei livelli producendo, con volumi in calo come si addice ad ogni pullback, una correzione che formerà il manico, ciò che oggi è in atto e che non deve per regola produrre un ritracciamento superiore al 50% del movimento rialzista partito dal fondo della tazza.
Il manico, dunque, non rappresenta altro se non una pausa del trend rialzista ripreso a correre dal fondo della tazza e quindi, come una qualunque flag o pennant dovrebbe preludere alla nuova esplosione dei volumi in acquisto che dovrebbe coincidere con la definitiva rottura della neckline rappresentata dalla linea che collega i due massimi relativi.
A quel punto la miccia è accesa e, se il pattern manterrà le promesse, dovremmo assistere ad una accelerazione del trend alimentata dalle ricoperture di coloro che si sono posti short al test del precedente massimo, insieme ai rialzisti che aspettavano la rottura del massimo per entrare o aumentare l’esposizione.
Riguardo al target che è possibile raggiungere, la regola ancora una volta vuole che sia collocato al livello della proiezione, a partire dalla rottura della neckline, dell’altezza del pattern e cioè l’intero movimento espresso dalla distanza tra fondo tazza e neckline per cui viene fuori il livello dei 3.000 dollari circa
Personalmente non considero mai come matematiche queste proiezioni, suggerendo piuttosto di concentrarsi sull’auspicato movimento impulsivo che origina dalla rottura della neckline cercando di sfruttarlo nel modo migliore possibile.
La RC&H si considera completa allorché i prezzi rompono con decisione, cioè con accelerazione evidente dei volumi scambiati, la linea che collega i due massimi precedenti (neckline). Cosa che non è ancora avvenuta.
Al solito esistono due modalità di ingresso. Una che prevede di acquistare tout court la rottura della neckline con stop sul minimo del manico e profit canonico alla proiezione dell’altezza della figura.
Una seconda, più conservativa, prevede di attendere che i prezzi dopo la rottura della trendline ritraccino con volumi in calo a ritestare il livello appena infranto e qui attendere un opportuno set-up per entrare long.
L’una e l’altra presentano, come spesso avviene, vantaggi e contro.
La prima ha il vantaggio di acciuffare il rialzo nel caso in cui i prezzi non dovessero tornare indietro a formare il pullback, ma hanno lo svantaggio di spuntare un prezzo di ingresso probabilmente alto nel caso la rottura fosse accompagnata da esplosione di volumi e quindi da prezzi in rapida salita.
Altro contro non trascurabile è quello di incappare eventualmente in un falso segnale per cui i prezzi dopo una veloce escursione sopra la neckline ritornano sotto di essi (bull trap) con il serio rischio di vedersi avvicinare lo stop loss.
La seconda presenta certamente il vantaggio di evitare con quasi certezza il falso segnale visto che non si apre il long immediatamente ma si attende un ritracciamento dei prezzi. Quasi certamente perché comunque non siamo al sicuro nel caso in cui acquistassimo dopo il pullback visto che il falso segnale si può materializzare anche in quella occasione.
Tuttavia, è un’evenienza meno frequente. Presenta invece il non trascurabile svantaggio di lasciarsi scappare l’occasione nel caso in cui, abbastanza frequente, i prezzi non avessero alcuna intenzione di fare la sosta per il pullback.
Ad ognuno, in base alle proprie attitudini, la propria scelta.
Tuttavia, nei mesi scorsi è avvenuta una cosa interessante
Esiste anche un tentativo di ingresso long anticipato, di solito attuato dai traders più aggressivi, che prevede di acquistare non alla canonica rottura del bordo superiore della tazza ma della trendline ribassista che ha portato alla formazione della prima parte del manico.
Se il tentativo andasse a buon fine produrrebbe due interessanti effetti che sono l’uno il riflesso dell’altro. Da una parte si riduce l’ampiezza assoluta della perdita potenziale visto che il livello di entrata è più vicino allo stop. Dall’altra, di conseguenza, migliora notevolmente il rapporto reward/risk visto che si passerebbe da 2 circa, cioè un rendimento atteso pari al doppio del rischio corso, a 6,5 volte circa.
Ovviamente, non è scontato che scegliere l’opzione che promette un reward/risk notevolmente più elevato sia la scelta più efficiente perché la probabilità di successo ad essa associata è notevolmente più bassa rispetto al caso più conservativo. Infatti, dopo l’acquisto è molto più alto il rischio che i prezzi scendano fino a toccare lo stop.
Questo per due motivi visto che lo stop è molto più vicino al prezzo corrente e perché esiste una volatilità dei prezzi che caratterizza lo strumento e che potrebbe rivelarsi inadeguata all’ampiezza assoluta dello stop.
Una prova di quanto detto è proprio contenuta nel grafico su dove si vede che chi avesse acquistato la rottura della trendline ribassista sarebbe incorso in un falso segnale ed avrebbe incassato la perdita visto che i prezzi sono tornati indietro fino a toccare lo stop loss. In verità anche i volumi non erano affatto coerenti con un ingresso long visto che dalla rottura di una tale trendline ci si aspetta molta partecipazione dal mercato per essere classificata come affidabile.
Ancora una volta una prova di come nei mercati, e nel trading, non ci siano i pasti gratuiti o le illuminazioni geniali sfuggite a tutti: qualunque comportamento tenuto in termini di posizionamento sul mercato può immediatamente essere prezzato in termini di rischio corso. Punto.
Abbandoniamo ora lo scenario tecnico e proviamo ad immaginare quale dovrebbe essere il contesto macroeconomico, ci spostiamo quindi sul piano fondamentale, capace di giustificare prezzi dell’oro a 3.000$.
Ripercorrendo le precedenti considerazioni circa i fattori che hanno diretta influenza sulle quotazioni e immaginando l’evoluzione dello scenario economico più prevedibile, cioè quello che catalizza il maggior consenso tra gli operatori qualificati (Banche Centrali, Banche d’affari, gestori di patrimoni, enti sovranazionali, …) ci accorgiamo che in fondo parliamo di qualcosa che potrebbe realmente avverarsi.
Se pensiamo ai tassi di interesse reali, che come visto sembra essere il riferimento più affidabile in termini di correlazione, il livello attuale elevato rispetto alla media storica e soprattutto quella più recente suggerisce che le possibilità che restino su questi livelli o più elevati sono minori rispetto al caso opposto.
Il ritardo con cui si manifestano le conseguenze sull’economia dell’aumento dei tassi di interesse, lo scenario di inflazione appiccicosa che non cala quanto desiderato ed i tassi che rimangono alti per lungo tempo potrebbero sostenere i rendimenti reali per qualche tempo ancora ma l’indebolimento economico atteso, come suggerito ad esempio dagli indici PMI in costante deterioramento, potrebbero rapidamente rovesciare il contesto inducendo le banche centrali ad intraprendere il sentiero del taglio dei tassi.
Questo scenario porterebbe con sé un’accelerazione dell’indebolimento degli utili aziendali e con essi dei multipli (quotazioni) mentre gli acquisti sui bond ridurranno i loro rendimenti. Tutto ciò sosterrà le quotazioni dell’oro visto che gli investimenti alternativi con cui compete saranno più deboli.
Dal lato valutario, probabilmente il dollaro americano è prossimo al suo picco di medio periodo visto che gli USA sono prossimi al picco dei tassi per cui progressivamente vedremo ridurre il divario coi tassi a breve delle altre aree valutarie.
Tassi a breve più elevati sono attrattivi per i flussi di liquidità per cui sostengono la valuta locale. Il fenomeno è ben fotografato dall’indice del dollaro che mette la valuta americana a confronto con le altre principali valute
Inoltre, la prospettiva di indebolimento dell’economia americana produce naturalmente un indebolimento della sua valuta e visto che l’oro è quotato in dollari ne trarrebbe beneficio risultando meno caro.
In ultimo, il FMI di recente ha previsto che nel 2023 un terzo delle economie mondiali sarà in recessione. In generale la debolezza economica porta con sé un peggioramento come detto della redditività delle aziende, disoccupazione in aumento e compressione degli investimenti. Un quadro che storicamente porta a preferire i cosiddetti porti sicuri tra cui l’oro.
In definitiva, il contesto recessivo o di generica debolezza economica diffusa genera un generale sentimento di cautela e di ricerca di protezione anche da eventi ostili ed inattesi sul piano geopolitico per cui l’aumento dell’allocazione della liquidità all’oro risulta più sostenuta.
BOTTOM LINE
Cercando di mixare i due piani di analisi, tecnica e fondamentale, potremmo dire che lo scenario di prezzi vicini ai 3.000 dollari sarebbe quello che mette i fila tutti i fattori esaminati, una sorta di allineamento di pianeti che potrebbe favorire il sostegno all’oro.
Anche da un punto di vista temporale, il tempo necessario al completamento della figura tecnica del RC&H esaminata risulta compatibile con i tempi degli sviluppi degli eventi illustrati sul piano fondamentale. Siamo, infatti, in attesa che possa completarsi il manico il che potrebbe richiedere qualche mese in armonia con lo sviluppo fin qui osservato dal grafico.
Non resta che attendere.
Ethereum e crypto in salita sui dati dell'inflazione americanaEthereum si è mosso, ha rotto finalmente l'area di congestione e la resistenza dove il prezzo stava tradando da 14 giorni. Questo era la situazione che segnalavo alcuni giorni fa.
Perché è successo questo rialzo?
Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che i prezzi delle cripto, sono influenzati dai dati che provengono dalla economia e finanza tradizionale. Ethereum è partito al rialzo sul rilascio dei dati sull'inflazione americana (CPI), che è in diminuzione.
Può non piacere, ma ad oggi la realtà delle cripto è così. Ad oggi non è ancora un ambiente autonomo ed indipendente. Questo non vuol dire che un domani non lo sarà, ma la fotografia attuale è questa.
Wall Street aggiornamento chiusura lunedì 12 dicembre 2022Wall Street è in salita prima del dato dell'inflazione e delle Banche Centrali, buone nuove in arrivo?
A Wall Street le azioni salgono nel lunedì 12 dicembre 2022, lunedì che apre una settimana bollente e ricca di volatilità.
Sono attesi per questa settimana molti dati tra cui:
inflazione USA martedì 13 dicembre 2022.
riunione Federal Reserve Bank mercoledì 14 dicembre 2022, ultimo aumento tassi centrali a 0.50 punti come promesso da Powell nell'ultimo incontro pubblico.
giovedì 15 dicembre 2022 attesa Lagarde per BCE che dovrà stabilire il nuovo rialzo dei tassi EU.
Si preannuncia quindi una settimana ricca di volatilità, ma è vero anche che le quotazioni potrebbero rimanere invariate sino alla scadenza tecnica dei derivati in calendario venerdì 16 dicembre 2022.
Intanto a Wall Street gli indici si avvicinano ai dati macro con una chiusura al rialzo molto molto interessante.
S&P 500 chiude in salita a +1.21% al livello di prezzo di 3982 punti indice.
Dow Jones che dà il meglio di sé con una chiusura in aumentato dell'1,45% al livello di prezzo di 33965 punti indice.
Infine il Nasdaq che avanza del'1% al livello di 11120 punti indice.
Il Nasdaq è l'indice che meno ha recuperato rialzo durante la corsa rialzista di tutti gli indici azionari, corsa rialzista partita a metà ottobre 2022.
Il Nasdaq è l'indice che ingloba la migliore volatilità al mondo e pertanto la domanda "siamo in un rialzo da rimbalzo tecnico ?" è lecita!
Intanto al Dow Jones mancano solo 2500/3000 punti per ritornare ai smarrimi storici del 2021 ovvero zona 36800/37000 punti!
SITUAZIONE EUROPEA, TROPPO OTTIMISMO?!Condivido gli aggiornamenti relativi la situazione attuale dei mercati europei, andando ad analizzare gli ultimi dati macroeconomici.
Lunedì 14 novembre sono stati rilasciati i dati relativi la produzione industriale nell'Unione Europea.
I dati hanno sorpeso gli economisti, che su base annuale si aspettavano un dato al 2,8%, dato attuale 4,9%.
Giovedì 17 novembre sono stati rilasciati i dati relativi il consumer price index (inflazione).
Il dato ha segnato un ulteriore incremento, arrivando a registrare 10,6% contro 9,9% precedente su base annuale.
Per l'Europa è un nuovo picco annuale.
Questa mattina sono stati rilasciati i dati preliminari del PMI manifatturiero e dell'indice NMI dei servizi.
Entrambe le componenti hanno segnato dei lievi rialzi.
Le pressioni sui prezzi rimangono alte.
Il tasso di disoccupazione in America e UK ha registrato un lieve aumento, mentre quello europeo continua a registrare nuovi minimi annuali.
Le banche centrali con l’aumento dei tassi d’interesse vogliono vedere diminuire l’inflazione e alzarsi il tasso di disoccupazione.
Da questi ultimi dati possiamo notare come l'economia europea, rimane ancorata a piccoli settori che trainano a rialzo i rispettivi indici.
Una domanda sorge spontanea, é positivo vedere dati a rialzo nella situazione attuale?
Analizzando i diversi dati, lo scenario pare simile a quello americano.
Con questo voglio dire che la BCE si trova in una situazione scomoda, dove potrebbe prendere una posizione più aggressiva per mandare forti segnali all'economia Europea.
Come se non bastasse, gli indici azionari in questo periodo stanno avendo performance positive anomale, ovvero senza una motivazione concreta.
Nessun dato analizzato fino ad ora giustifica i movimenti attuali, da inizio ottobre le prinicipali borse europee hanno performato di oltre 15-20%.
Nei giorni nostri le borse europee stanno scommettendo sul fatto che il peggio sia passato e questo sta spingendo a rialzo il prezzo in maniera euforica.
La BCE non ha ancora toccato il target sui rialzi dei tassi fissato per settembre 2023.
Tutte le principali borse europee in passato, come in America, hanno toccato il minimo quando la banca centrale europea aveva concluso il rialzo dei tassi d’interesse e iniziato con i tagli.
La strada da qui a settembre 2023 è ancora lunga.
All'interno dei mercati forex l'euro ha recuperato terreno nei confronti delle principali valute, conseguenza anche del deprezzamento del dollaro avvenuto in queste settimane.
Di questo parlerò meglio nel prossimo articolo.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
I MERCATI STANNO MENTENDO?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi alle ultime due settimane "caldissime", con l'inflazione e la FED che ancora una volta fanno da protagonisti in una storia che difficilmente vedrà un lieto fine.
Con l'ultimo intervento del 2 novembre la FED ha confermato un ulteriore rialzo di 75 punti base, portando il tasso d'interesse al 4%.
I mercati subito dopo la conferma di un rialzo di 75 pb, ampiamente scontati in anticipo, hanno tirato un sospiro di sollievo, viste le forti preoccupazioni derivate dalla possibile finestra dei 100 punti base.
Powell, mezz'ora dopo dall'uscita dei dati, ha smorzato ogni ottimismo, parlando di un possibile atterraggio scomodo, fuori dai piani della Banca Centrale.
Il dollaro durante la scorsa settimana ha continuato a galoppare a rialzo, fino a quando i dati sull'inflazione non si sono presentati alle porte.
Le previsioni sul CPI americano di questo giovedì 10 novembre, vedevano un'inflazione scendere all'8,0% dall'8,2% precedente.
Con grande sorpresa il dato ha rotto le aspettative a ribasso, registrando un'inflazione headline al 7,7%.
All'interno dei mercati si sono generate grandissime volatilità, con gli indici azionari che hanno chiuso la giornata di giovedì con performance superiori al 5%.
I mercati obbligazionari sono esplosi a rialzo, con i rendimenti a 2 anni che sono scesi di oltre il 6%.
Le materie prime hanno registrato rialzi di oltre il 2%, così come il mercato valutario.
Nell'ultima giornata di contrattazioni, venerdì 11 novembre, i mercati spinti dall'ottimismo della giornata precedente, hanno continuato a rialzo, nonostante le banche americane fossero chiuse per il "veterans day".
La domanda sorge spontanea, gli investitori pensano che il peggio sia passato?
Andando ad analizzare diverse correlazioni e andamenti passati(1970-2022) qualcosa non torna, sia dal punto di vista dell'inflazione sia dal punto di vista delle performance dei mercati.
Analizzando il comportamento degli indici azionari rispetto all'aumento dei tassi d'interesse passati, possiamo evidenziare qualcosa di interessante.
Nel 1970, l'SP500 ha toccato il "fondo" nel momento in cui la banca centrale americana aveva già incominciato a tagliare i tassi, portati oltre l'8% per quasi un anno.
Nel 1974 si ripropone la stessa situazione, così come nel 1982, 2000, 2008 e 2020.
Attualmente la banca centrale americana, con il rialzo dei tassi d'interesse non ha ancora raggiunto il target finale e i primi tagli sono previsti a settembre del 2023.
Questo ci può indicare che la fase attuale dei mercati azionari sia esclusivamente un ritracciamento in cerca di ulteriori investitori euforici pronti a comprare.
Continuiamo la nostra analisi andando a prendere la correlazione tra il tasso di disoccupazione e gli indici azionari.
Nel 1970 mentre i mercati stavano registrando i minimi annuali, il tasso di disoccupazione stava salendo velocemente, arrivando a toccare il 6,2%.
Nel 1974 lo scenario è lo stesso, mercato azionario che registra i minimi di oltre 20 anni e tasso di disoccupazione che segna il 9%.
Nel 1982,2000, 2008 e 2020 la situazione è sempre la stessa.
Andiamo ora a prendere lo scenario dei giorni nostri.
Il tasso di disoccupazione si trova ai minimi storici, quindi una situazione completamente disallineata da quello che i dati storici ci hanno mostrato.
Non dimentichiamo che durante la scorsa settimana si sono tenute le votazioni di midterm in America, dove sappiamo, sempre dalle fonti passate, che i mercati in questo periodo tendono ad avere dei ritorni positivi.
Un'altra correlazione che sicuramente non dobbiamo dimenticare è quella tra inflation rate e andamento delle materie prime.
Le materie prime influiscono sul calcolo del CPI finale in quanto portando pressioni inflazionistiche sui prezzi alla produzione, di conseguenza portano un aumento dei prezzi per il consumatore.
Nelle ultime settimane il DJP ha recuperato terreno a rialzo, questo potrebbe comportare ulteriori pressioni inflazionistiche nelle prossime letture.
L'idea che mi posso creare da queste analisi è che la FED, probabilmente, non avrà intenzione di essere più accomodante finchè le materie prime e il tasso di disoccupazione non cambieranno rotta.
Una FED aggressiva potrebbe smorzare ogni tipo di ottimismo sui mercati, e questo potrebbe far scattare una forte vendita da parte degli investitori.
La fase euforica rialzista, a dicembre, con la riunione della banca centrale potrebbe avere fine.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
Recessione in arrivo Petrolio in caloIl WTI è il petrolio prodotto in Texas e utilizzato come benchmark del prezzo del petrolio sul mercato dei futures del NYMEX. Il WTI da inizio anno viaggia in territorio positivo con un +14.06% mentre dai massimi di Marzo 2022 è in calo del -34.29%. Da queste osservazioni possiamo notare come il trend di lungo termine, nato con lo swing di Novembre 2020, sia positivo mentre nel breve termine osserviamo un trend ribassista partito con la rottura del doppio massimo annuo (Marzo-Giugno) avvenuto tra Luglio e Agosto 2022. Il calo del prezzo del petrolio osservato da Marzo 2022 è stato influenzato dai timori, per molti Paesi, di entrare in recessione nel 2023. Man mano che le probabilità di uno scenario recessionìstico aumenteranno diminuirà la domanda di petrolio spingendo al ribasso i prezzi del petrolio. Inoltre, il 19 Ottobre Biden ha affermato che gli Stati Uniti venderanno 15 milioni di barili di greggio delle riserve strategiche con l'obiettivo di abbassare il valore dell'inflazione facendo leva sul prezzo della benzina. In ottica di Price Action il prezzo del petrolio nelle ultime settimane ha formato un swing su grafico settimanale a favore del trend ribassista di breve periodo. Un eventuale rottura dei minimi della scorsa settimana potrebbe spingere il prezzo prima verso l'intorno di 75.28$ e poi verso l'area successiva posta con intorno di 63.98$. Solo un eventuale rottura dei massimi di swing delle scorse settimane (93.59$) indebolirebbe il trend ribassista.
OPERARE o RIMANERE A GUARDARE?Condivido con voi gli aggiornamenti relativi i dati degli indici di fiducia all'interno dell'area Euro.
Le ultime letture dei sentiment da parte dei consumatori hanno segnato nuovi minimi, storici e annuali, e questo non è un segnale positivo per i mercati azionari.
I mercati azionari sono tornati sui minimi annuali creati a giugno, confermando che l'onda rialzista vista a luglio e ad agosto era solo un ritracciamento.
Dopo le parole di POWELL i mercati hanno preso una direzionalità ben decisa.
I rialzi dei tassi d'interesse hanno come conseguenza di rendere difficile l'accesso al credito per i cittadini, spingendoli a ridurre i propri consumi.
Tornando a parlare dell'area euro, i dati macroecnomici continuano a deteriorarsi, confermando la situazione difficile in cui stiamo andando in contro.
Come se non bastasse, notizia di questi giorni, ulteriori probelmi al gasdotto Nord Strem 2 stanno spingendo ulteriormente a rialzo i prezzi del gas europeo.
Rappresentato a grafico l'indice di fiducia Francese, rilasciato questa mattina con una lettura ai minimi storici, 79 contro 82 precedente.
Rappresentato a grafico l'indice di fiducia Spagnolo, arrivato a toccare i minimi di 10 anni.
Rappresentato a grafico l'indice di fiducia Italiano, in continuo calo rispetto i dati precedenti.
L'indice IFO sta tornando sui livelli pre pandemia.
Secondo un sondaggio mensile pubblicato questo mercoledì, la fiducia dei consumatori in Germania potrebbe crollare a un nuovo minimo storico ad ottobre, per via del timore che l’aumento dell’inflazione derivante dalla diminuzione delle forniture di gas russo possa intaccare i redditi reali.
GfK, Growth from Knowledge, ha previsto che il suo indice di fiducia dei consumatori scenderà a -42,5 il mese prossimo, rispetto alla lettura rivista al ribasso di 36,8 di settembre.
Guardando fuori dalla parte Europea anche l'indice di fiducia della Gran Bretagna è sceso ai minimi storici.
L'unico indice di fiducia che ha registrato dati in territorio positivo è stato quello Americano rilasciato dalla Conference Board.
Questo per l'economia americana non è positivo, poichè potrebbe spingere la FED a ulteriori alzi aggressivi.
Attualmente il mercato sta scontando a fine anno ancora 100-125 punti base di rialzo, quindi vale a dire 50-50 o 75-50.
In questi giorni le volatilità sono tornate in territori di estrema incertezza (32) e i movimenti dei prezzi parlano chiaro.
XAU/USD, EUR/USD, GBP/USD hanno registrato nuovi minimi annuali ad inizio settimana, con le performance peggiori segnate dalla sterlina.
In uno scenario dove le condizioni economiche stanno peggiorando, i mercati continuano a correre a ribasso con forza, è meglio rimanere a guardare o cercare di salire su un treno in corsa?
Per quanto mi riguarda questa settimana rimango in attesa di riassorbimenti di volatilità e strutture cicliche chiare, quindi non andrò a posizionarmi su nessun asset.
Dalle letture dei posizionamenti istituzionali qualcosa sembra muoversi, ma ancora non è il momento di esporsi.
TORNA LA PAURA SUI MERCATI?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi ai dati sull'inflazione americana pubblicati ieri e i movimenti relativi dei diversi asset finanziari.
Il dato pubblicato ieri dalla U.S Bureau of Labor Statistics mostra dei dati chiari, l'inflazione in America non si sta abbassando velocemente quanto si aspettavano gli economisti.
I dati mostrano un lieve calo per la lettura dell'inflazione annuale, 8,3% contro 8,5% precedente ma superiore rispetto le attese (8,1%).
Quello che ha sorpreso a rialzo gli economisti sono state le letture delle componenti CORE, dove sia su base annuale che su base mensile hanno registrato dei dati superiori a quelli precedenti.
Le reazioni dei diversi asset sono state forti e volatili.
Analizziamo le probabilità dei prossimi rialzi dei tassi d'interesse americani rilasciate sul sito CME group.
La scorsa settimana le carte sul tavolo mostravano due possibili scenari, un rialzo di 50 punti base o un rialzo di 75 punti base.
Dopo l'uscita dei dati di ieri le carte in gioco sono cambiate, i 50 punti base sono stati spazzati via e si è aperta la possibilità di un prossimo rialzo di 100 punti base.
La reazione dell'indice del dollaro è stata rialzista, con un movimento forte in direzione dei massimi annuali.
In vista di una FED più aggressiva il movimento rialzista del dollaro era prevedibile.
Ricordo come i mercati finanziari tendono a scontare prima gli effettivi dati; In linea con le previsioni i mercati si aspettavano delle letture sull'inflazione in ulteriore calo, infatti i movimenti visti nei giorni precedenti al CPI sono stati in territorio negativo per il dollaro.
La reazione dei mercati obbligazionari è stata chiara, sell-off di obbligazioni di breve termine.
Lo spread tra i rendimenti a 10 anni e quelli a 2 anni è sceso, rimanendo in territorio negativo, sotto lo 0.
Movimento del VIX rialzista, tornando sui livelli di 27.
Le incertezze sui mercati e le paure si riflettono in questo indice, dove vediamo chiaramente che da diversi mesi a questa parte non riesce a rimanere per diverso tempo sotto la soglia dei 20 (zona di tranquillità).
Questa incertezza si riflette sui mercati azionari che ieri segnano delle grosse perdite.
Il deprezzamento giornaliero avuto dai mercati azionari nella giornata del 13 settembre è il più grande dal 2020.
Dal mio processo personale questa settimana, come quella passata, sto cercando posizionamenti short su EUR/USD, GBP/USD e XAU/USD.
Le uniche zone interessanti sono state trovate su EUR/USD e lavorate lunedì in vista del dato di martedì.
Come confluenza alla mia visione ribassista ho utilizzato i posizionamenti istituzionali .
Operazione su EUR/USD attualmente in running in vista dei dati sui prezzi alla produzione americani di oggi pomeriggio.
Una parte dei profitti sono stati presi e lascio correre a rischio zero.
Inflazione USA ed andamento mercato dei BondLa prima pubblicazione di questo setup sul grafico dell'andamento dell'inflazione USA e tasso di sconto della FED, risale a Febbraio'22 e l'allego qui di seguito.
In questi 7 mesi, che è successo un po' di tutto: dalla invasione Russa ai danni dell'Ucraina che continua ed è stata tutt'altro che una guerra lampo, alla risalita dei rendimenti obbligazionari, con relativa caduta del valore del bond, all'impennata delle materie prime, conseguenza prima della crescita dell'inflazione.
I dati sull'inflazione rilasciati poco fa, è risultato ancora in crescita, arrivando ad un tasso annuo di 8,3% rispetto al consenso previsto dal mercato del 8,1%. Va detto in diminuzione rispetto all'andamento annuale di Luglio che viaggiava a 8,5% ma il dato mensile però è aumentato dello +0,1 rispetto al nullo di Luglio. Così come sono aumentati i generi alimentari passando da 5,9% a 6,3%.
Guardando il grafico aggiornato ad oggi , possiamo notare che comunque l'inflazione sta ancora viaggiando a contatto con la diagonal trend centenaria, che sta facendo da resistenza. Se pur rotta il mese scorso, non abbiamo avuto questo mese un accelerazione oltre il livello precedente.
Sembrerà di poca consolazione, ma al momento va interpretato come di buon auspicio per il contenimento dei prezzi.
Nella parte bassa dei grafici abbiamo il tesso interesse Fed ed andamento rendimenti che sono ovviamente in ascesa.
Attenzione che il rendimento dei Bond ha ancora ampio spazio di crescita.
XAU/USD, semplice ritracciamento?Buongiorno,
Vi lascio una piccola analisi riguardo all'andamento dell'oro di queste settimane.
Oro che dal massimo annuale ha perso oltre il 18%.
Mi collego all'ultima analisi pubblicata diverse settimane fa.
Settimane caratterizzate da un oro molto forte e volatile, la scorsa settimana ha registrato un movimento di oltre 630 pips, da 1711 circa a 1768.
Mercati che hanno agevolato di un dollaro più debole dopo le dichiarazioni della FED.
La FED ha annunciato di abbandonare la forward guidance, linea guida che avrebbe portato la banca centrale ad essere più aggressiva con i rialzi dei tassi d'interesse, questo ha portato una liquidazione delle posizioni sull'indice Americano.
Questa settimana verranno rilasciati i dati del Non Farm Payroll, attenzione alle volatilità che si potrebbero generare.
Continua la correlazione inversa con il dollaro americano da Aprile 2022, grafico da utilizzare come possibile confluenza per analizzare i movimenti di questo trimestre del Gold .
Un altro grafico che dobbiamo monitorare per l'andamento di XAU è quello del DJP , bloomberg commodity index.
Questo grafico l'ho commentato diverse volte nelle live sui diversi social.
In 4 settimane il DJP ha registrato perdite oltre il 15%, ma nell'ultimo periodo abbiamo visto una fase di ritracciamento importante che ha risollevato anche l'oro.
Correlazione diretta da febbraio 2022, anche se in realtà seguiamo correlazioni che hanno un ritorno superiore allo 0,50, ovvero correlazioni molto forti.
Infatti possiamo notare che quando la correlazione si trova sopra 0,50 (linea rossa) il movimento dei due asset è pressochè simile.
Altro grafico da monitorare è quello dell'inflazione a 5 e 10 anni.
Correlazioni molto interessanti con i tassi di pareggio.
Il tasso di inflazione di pareggio rappresenta una misura dell'inflazione attesa derivata dai titoli a scadenza costante del Tesoro a 5 anni e 10.
L'ultimo valore implica ciò che i partecipanti al mercato si aspettano che l'inflazione sia nei prossimi 5-10 anni, in media.
Segnale anticipatorio rispetto all'andamento dell'oro, vediamo come i due grafici mostravano già evidence rialziste mentre l'oro segnava ulteriori minimi a ribasso.
Infine l'ultimo grafico che condivido in questa piccola analisi è il posizionamento dei money manager all'interno del COT REPORT.
Da diverse settimane i money manager stanno puntando a ribasso, ma abbiamo notato una divergenza con la price action.
All'interno dell'analisi del COT abbiamo visto una rottura a ribasso di un livello importante, mentre nell'oro non vi è stata nessuna rottura.
Cosa farà il GOLD nelle prossime settimane?
La recessione tecnica sembrerebbe raggiunta in America dopo le due letture consecutive negative del Prodotto interno Lordo, nonostante questo il mercato del lavoro sta segnalando ancora una certa forza.
Attenzione a tenere in considerazione che i dati del lavoro sono in ritardo con le condizioni economiche attuali.
Concludo analizzando la situazione del Natural gas Europeo, da seguire attentamente il futures TTF1 che dopo le ultime notizie riguardo la diminuzione del flusso di gas da parte della Russia ha registrato quotazioni ai massimi annuali.
L'Europa avrà problemi di approvvigionamento questo inverno?
ORO, primi segnali di debolezza? C'è lo zampino della FED?Buonasera,
Vi lascio una piccola analisi riguardo all'andamento dell'oro di queste settimane.
Oro che dal massimo annuale ha perso oltre il 15%.
Inizio settimana partito con forti volumi ribassisti.
In realtà i primi volumi interessanti visti a mercato sono stati martedì, dovuti dalla chiusura delle Borse Americane lunedì 4 luglio, per la festa dell'indipendenza.
Mercati che hanno subito delle forti perdite da inizio settimana, XAU/USD -3,9%, EUR/USD -2,3%, GBP/USD -1-4%.
Il forte apprezzamento del dollaro sta mettendo sotto pressione i diversi asset.
Movimenti che si possono ricollegare nel "scontare" i prossimi rialzi dei tassi d'interesse Americani da parte della FED.
Sappiamo come i mercati finanziari sono soggetti a muoversi prima dell'effettiva uscita dei dati macroeconomici.
Dal grafico mostrato nell'immagine precedente notiamo come da Aprile 2022 è tornata la correlazione inversa con il dollaro Americano, altro grafico da utilizzare come possibile confluenza per analizzare i movimenti di questo trimestre del gold.
Un altro grafico che dobbiamo monitorare per l'andamento di XAU è quello del DJP, bloomberg commodity index.
Questo grafico l'ho commentato diverse volte nelle live all'interno del canale telegram.
In 4 settimane il DJP ha registrato perdite oltre il 15%, spingendo a ribasso anche l'oro.
Correlazione diretta da febbraio 2022, anche se in realtà seguiamo correlazioni che hanno un ritorno superiore allo 0,50, ovvero correlazioni molto forti.
Infatti possiamo notare che quando la correlazione si trova sopra 0,50 (linea rossa) il movimento dei due asset è pressochè simile.
Altro grafico da monitorare è quello dell'inflazione a 5 e 10 anni.
Correlazioni molto interessanti con i tassi reali.
Infine l'ultimo grafico che condivido in questa piccola analisi è il posizionamento dei money manager all'interno del COT REPORT.
Da diverse settimane i money manager stanno puntando a ribasso, portando i volumi del gold in territorio ribassista.
Sempre di più i mercati si stanno rendendo conto che ci stiamo spostando in un territorio non tanto comodo per le banche centrali, la recessione.
Settimana dopo settimana i dati macroeconomici stanno confermando il deterioramento delle economie mondiali.
Siamo sicuri che abbiamo toccato il fondo?
Mercati tradizionali e crypto: A che punto siamo?Nuovo conferma da parte del settore delle criptovalute per quanto riguarda la correlazione con il mercato azionario.
La scorsa settimana sulla notizia dell'aumento del tasso di interesse da parte della Banca Centrale Europea, i mercati azionari europei seguiti da quelli americani hanno subìto una forte correzione al ribasso. Lo stoxx 600 infatti ha perso oltre 5 punti percentuali nel giro delle due sedute successive all'annuncio.
Anche l'S&p 500 e il Nasdaq hanno subìto forti vendite nelle ultime giornate di mercato, questo perché, come sappiamo molto bene, mercati azionari europei e americani sono strettamente correlati.
Quello che ormai non fa più notizia è il fatto che tutto il settore cryptovalutario, Bitcoin in primis abbiano perso oltre 15 punti percentuali sull' annuncio dell' aumento del tasso di interesse da parte della presidente della BCE Christine lagarde. Naturalmente, non esiste nessun legame (almeno troppo evidente) per cui una restrizione della politica monetaria influisca su un asset criptovalutario.
Il mercato ha sempre ragione. Questo è il grande Must a cui ogni operatore finanziario deve far fede. Abbiamo visto come nel corso di questi mesi questo comparto si sia mosso su delle logiche non molto chiare dal punto di vista strutturale.
Il fatto che la price action delle crypto sia in continuo ribasso da qualche mese a questa parte non deve far distogliere lo sguardo dall'elevato tasso di innovazione presente all'interno di questi asset e dalla tecnologia sulla quale questi si basano.
Il settore crypto vedrà nuovamente momenti di forte espansione con nuovi massimi che saranno raggiunti in maniera ancora più violenta. Si tratta di avere pazienza e di individuare in questi mesi i progetti che inglobano un elevato potenziale.
A cura di:
Matteo Bernardi
Aumento del tasso di interesse: Cosa è successo sui mercati? Ieri giovedì 5 maggio la Banca Centrale Americana ha confermato le aspettative di rialzo del tasso di interesse da 0,5 punti percentuali ad un punto percentuale. Non solo, nella conferenza stampa che si è tenuta a seguito del rilascio del dato, il presidente della Federal reserve Jerome Powell ha dichiarato che vi saranno ulteriori aumenti del tasso di interesse nel 2022 in favore di una prosecuzione di restrizione della politica monetaria.
Durante tutta la settimana i mercati finanziari sono rimasti in attesa di questo dato, registrando bassi volumi di contrattazione a causa dell'incertezza che ha avvolto gli operatori nelle ultime ore borsistiche.
Il fatto curioso è stato che nonostante la Banca Centrale Americana abbia confermato l'aumento del tasso di interesse tutti gli asset finanziari hanno registrato un'importante oscillazione al rialzo.
I mercati azionari, obbligazionari, materie prime e criptovalute dopo alcune ore di lateralità e incertezza hanno invertito al rialzo in maniera molto violenta andando contro le aspettative di molti operatori che di fronte ad un aumento dei tassi si aspettavano un mercato ribassista.
L'S&P 500 ha chiuso una tra le migliori sessioni intraday degli ultimi anni, proprio in un contesto così delicato. Le motivazioni possono essere varie, una tra queste potrebbe trovare risposta nel fatto che molti istituzionali avevano paura che il rialzo dei tassi fosse addirittura superiore alle aspettative.
Come tutti gli altri mercati anche il settore delle criptovalute ha registrato un'importante oscillazione al rialzo, con Bitcoin che è tornato a toccare i quarantamila dollari per poi riscendere.
Nonostante il primo movimento sia stato rialzista, non dobbiamo dimenticare che cosa significa un aumento dei tassi di interesse a livello fondamentale per il sistema economico. Per quanto possano esserci dei forti ritracciamenti, il trend è al ribasso e pertanto potrebbe essere saggio aspettarsi oscillazioni in tal senso.
La dichiarazione di Powell di un continuo aumento dei tassi di interesse nel 2022 si traduce nel fatto che la Banca Centrale Americana stia cercando in ogni modo di combattere l'alta inflazione che caratterizza questo periodo storico.
Report by
Matteo Bernardi
Rendimenti reali positivi sul decennale americanoDopo più di due anni tornano positivi i tassi reali del bond decennale americano. Ciò significa che diventa un asset appetibile per gli investitori, con potenziali conseguenze anche sulle altre asset class in termini di flussi. Ora il rendimento del T-Note è sul 3%, cifra tonda, con resistenza statica importante anche a 3,18/3,20%.
AUDUSD: RBA decisione tassi d'interesse del 5 Aprile 2022Buongiorno a tutti,
martedi' prossimo la Royal Bank of Australia (RBA) decidera' se aumentare o lasciare invariati i tassi d'interesse. Da notare la crescente divergenza fra la politica monetaria adottata dalla RBA e dalla RBNZ (Royal Bank of New Zealand) trattata nel precedente post sull'argomento condiviso il 2 Novembre 2021 (link sotto). La questione che deve porsi la Banca Centrale e' se aumentare i tassi d'interesse per contrastare l'aumento dei prezzi. A prima vista sembra che non ci siano dubbi. E' opinione diffusa che questo sia cio' che la RBA fa meccanicamente quando l'inflazione sale al di sopra del 3% (attualmente e' del 3,5% ) per riportare i tassi all'interno della fascia obiettivo del 2-3%.
Il problema e' che la domanda non e' certamente la cosa principale che spinge i prezzo al rialzo in questo momento. Le cose principali sono al di la' del controllo della RBA. I prezzi della benzina sono saliti alle stelle a causa della guerra Russia-Ukraina. E' anche il motivo per cui i prezzi globali di grano, orzo e olio di girasole stanno salendo. Le aziende di trasformazione alimentare affermano che l'aumento dei prezzi del petrolio e degli alimenti combinati minaccia di aumentare il prezzo di una lattina di fagioli di oltre il 20%. Tutto cio' che viene spedito e trasportato su camion utilizzando petrolio e' destinato a costare di piu'. Il costo degli stessi camion e delle automobili sta aumentando a causa della carenza globale di chip per computer. E' facile capire perche' i prezzi aumentino ed e' facile capire perche' potrebbero non scendere per un po'. Quello che e' piu' difficile da vedere e' come spingere al rialzo i tassi d'interesse per frenare la domanda, per costringere i consumatori a spendere meno, possa servire a qualcosa.
Comunque, al di la' delle decisioni che la RBA prendera' martedi' prossimo, bisognoa notare come l'AUD, da inizio Febbraio 2022, abbia beneficiato dell'aumento delle materie prime in quanto "commodity currency". Infatti i traders e gli investitori che cercano di ottenere esposizione alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime spesso assumono posizioni nelle "commodity currencies" come investimento proxy per l'acquisto delle stesse materie prime. Queste coppie sono altamente correlate alle variazioni dei prezzi delle commodities poiche' le producono e le esportano. L'Australia e' una delle nazioni piu' ricche di risorse al mondo ed e' il piu' abbondante esportatore mondiale di carbone e minerale di ferro. Il paese esporta anche petrolio e oro e la sua valuta e' quindi fortemente dipendente da questi prezzi. Da non dimenticare anche che la Cina e' il piu' grande cliente dell'export australiano.
CONCLUSIONI TECNICHE:
AUDUSD ha iniziato il 2022 trovando supporto sul livello 0,70000 su cui ha sviluppato un pullback che ha superato la pressione ribassista del 2021 e si e' fermato sulla resistenza a 0,7600. Analizzando l'area cerchiata con il timeframe H1 si potra' apprezzare una fase di accumulo/distribuzione che segue la schematica Wyckoff.
Va be', per il momento mi sembra di aver detto e condiviso abbastanza. Spero che le informazioni di cui sopra vi possano essere d'aiuto per il vostro trading. Se avete dubbi o domande non esitate a scrivere nei commenti qui sotto. Grazie a tutti per il supporto e se avete voglia lasciate un like e passate a trovarmi nella live. Grazie soprattutto a TradingView per la possibilita' che ci da di condividere le nostre idee e di stare insieme (grazie AlbertoBobbons per gli spunti su questa coppia).
Un abbraccio e buon trading a tutti
Cozzamara
PS: Attenzione alla possibilita' che i Giapponesi possano intraprendere (se non l'hanno gia' iniziato su NZDJPY) un'operativita' di Carry Trade su AUDJPY.
Non sono un analista ne un trader professionista. Sono semplicemente un appassionato che condivide le sue idee e le sue riflessioni che potrebbero benissimo essere sbagliate. Nulla di cio' che dico dev'essere inteso come sollecitazione a fare Trading. Se pensate che guadagnare con il Trading sia facile lasciate perdere perche' l'80% delle persone che ci provano perdono i loro soldi.
EURUSD: laterale ma attenzione all'UkrainaBuonasera a tutti,
dopo il movimento innescato il 10 Novembre dal soprendente dato sull'inflazione americana, la coppia EURUSD ha lateralizzato durante tutto il mese di Dicembre per poi effettuare un imponente "shakeout" nel mese di Gennaio per "scollarsi di dosso" sia Bulls che Bears e poi rientrare nel range a Febbraio come se nulla fosse cambiato.
E' vero che la FED aveva gia' anticipato una certa aggressivita' riguardo all'aumento dei tassi d'interesse nel meeting del 2-3 Novembre ma la "goccia che ha fatto traboccare il vaso" e' stato il dato dell'inflazione che confermava la necessita' da parte della FED di agire al piu' presto.
In 10 giorni il cambio e' crollato da 1.15 a 1.12 e questa caduta ha creato uno squilibrio. In Italia questo squilibrio viene chiamato "vuoto" ma gli anglosassoni lo chiamano "imbalance" o "fair value gap (FVG)". E' importante sapere cosa sono e dove si trovano perche' sono punti che il mercato puo' andare a ritoccare quando e' alla ricerca di liquidita' come ha fatto nelle due aree cerchiate al di sopra della linea orizzontale viola superiore (prima che avesse inizio The Davos Agenda e prima che venisse rilasciato il dato NFP di Gennaio).
Per il resto mi sembra che la struttura parli da sola. Ci troviamo all'interno di un range orizzontale in cui la FED sta sopra e cerca di spingere verso il basso mentre la ECB sta sotto e cerca di spingere verso l'alto. Ha iniziato Powell il 30 Novembre (A) respingendo l'indebolimento del dollaro dopo lo spavento Omicron il 24 Novembre. Ha continuato la Lagarde il 3 Febbraio quando con i suoi commenti "hawkish" ha ammesso di essere preoccupata per l'inflazione aprendo cosi' le porte al QT (Quantitative Tightening) anche in Europa.
I fattori che muovono i mercati sono moltissimi ma concludo invitandovi a fare attenzione alle notizie "sorpresa" e soprattutto alla crisi Russo-Ukraina che potrebbero generare volatilita'.
Verificate sempre il calendario economico, controllate il vostro bias e cercato sempre di avere ben chiare le strutture intraday in modo tale da essere pronti a cogliere le opportunita' che sono giuste per voi. Le operazioni a volte vanno bene e a volte vanno male ma l'importante e' fare le cose fatte bene e con logica per essere sempre preparati e prendere le decisioni con serenita'.
Un abbraccio a tutti e buona fortuna,
Con affetto e simpatia
il vostro
Cozzamara
Non sono un analista ne un trader professionista. Sono semplicemente un appassionato che condivide le sue idee e le sue riflessioni che potrebbero benissimo essere sbagliate. Nulla di cio' che dico dev'essere inteso come sollecitazione a fare Trading. Se pensate che guadagnare con il Trading sia facile lasciate perdere perche' l'80% delle persone che ci provano perdono i loro soldi.
BUY USDCAD📈Forte chiusura rialzista lo scorso Venerdì, possibile pattern rialzista da formare se chiusura giornaliera tiene e rompe i massimi dell'area.
📌Ci saranno un paio di dati legati all'inflazione US Martedì, e Giovedì, tuttavia gli occhi sono sul report della Fed di Venerdì
👉Interessante acquisti sulle reazioni intraday.(❗️ usare stocastico essendo i prezzi ancora in area di congestione ❗️)
INFLAZIONE TEMPORANEA O PERMANENTE. LO SLOGAN DEI TASSI
<" L'inflazione è sempre e dovunque un fenomeno monetario ." Le distorsioni economiche e politiche generati dalla teoria monetaria dell'inflazione sono stati anche guasti intellettuali, è entrata nel sistema delle credenze degli accademici cosi come in quello dell'uomo della strada grazie soprattutto alla semplicità dello slogan. Oggi, dopo innumerevoli, e sempre ignorati, fallimenti di quella teoria, si ricomincia a parlare di inflazione come si faceva prima del disastro monetarista: l'inflazione, si torna a dire, ha cause reali>. (F. Sdogati)
SDOGATI-LANGIU per chi volesse approfondire . tratto da
Inflazione: temporanea o permanente? O, forse meglio: da offerta o da domanda? bit.ly
Andamento inflazione e rendimenti Bond in USASul grafico di Sinistra possiamo vedere l'andamento della inflazione degli ultimi 100 anni. La trend line è con evidenza discendente e fa supporre che l'inflazione usa possa arrivare ad un massimo di 8.5 punit per poi scendere. Se rompesse al rialzo questa trend sarebbe veramente grave per le tasche della maggior parte dei singoli cittadini.
Sul grtafico di Destra invece possiamo vedere l'andamento dei rendimenti del decennale americano, con questi livelli di inflazione i rendimenti attuali rispetto al passato sono ancora schiacciati verso il basso.
INFLAZIONE USA MAI COSI ALTA DAL 1982Continua a salire l’inflazione in America, i prezzi al consumo sembrano orami senza freni e aggiornano ancora i loro record, raggiungendo livelli che non si vedevano da 40 anni, aumentando le pressioni sulla FED per le decisioni sui tassi di interesse di Marzo 2022.
L’indice dei prezzi al consumo è salito del +7.5% rispetto all’anno precedente, dopo un rialzo a dicembre del 7%, e anche su base mensile, la curva on sembra rallentare, con un aumento dello 0.6% a gennaio, ancora trainato a rialzo dalle componenti food, energy e housing.
Come sappiamo il dato comprende le componenti più volatili, come cibo ed energia, ma nostro malgrado anche epurando il dato sopracitato e andando a valutare il solo core, gli aumenti sono stati del 6& su base annua, toccando i massimi dal 1982.
I dati pubblicati oggi pesano sulle decisioni della FED attese per il 16 Marzo di alzare il costo del denaro al fine di arginare la corsa a rialzo dei prezzi, che all’attuale ritmo di crescita erode rapidamente gli attuali aumenti salariali, inficiando sui consumi e sulla ripresa economica post pandemica.
Il mercato del lavoro viaggia a pieno ritmo, con una disoccupazione al 4% e salari in aumento, ma non abbastanza da tenere il passo con l’inflazione, infatti il salario orario medio corretto all’inflazione è calato dell’1.7% a gennaio rispetto allo scorso anno, segnando il decimo calo consecutivo.
L’attuale rilevazione dei prezzi al consumo vede un incremento dei prezzi degli affitti, che sono da sempre considerati una componente strutturale dell’indice, insieme ai prezzi delle case , che sono meno volatili rispetto al food ed energy, e pertanto più difficili da ridimensionare diventando una chiara minaccia per l’obiettivo di contenimento che si propone la banca centrale.
Su base annua i costi di beni sono aumentati del 12.3% a gennaio , mentre i servizi del 4.6%, toccando il massimo da 31 anni.
Il tasso di inflazione che vivono gli Stati Uniti, rappresentano una forte minaccia ai piani di Biden , che vede ridurre i margini di manovre per l’attuazione del suo piano di stimoli, che potrebbe fomentare ulteriormente la salita dei prezzi e pertanto essere ridimensionato dal Congresso.
La reazione del dollaro americano è stata prima di esplosione a rialzo, portando il dollar index alle aree di 96.00 per poi ripiegare con violenza fino ai supporti di 95.15, per stabilizzarsi ai valori medi delle ultime 6 giornate di contrattazione.
Marzo si avvicina a grandi passi e le aspettative degli operatori, non tarderanno a farsi notare sul mercato, rimaniamo pertanto vigili perché la fase di alta volatilità sui mercati potrebbe essere solo agli inizi.
Buona serata e buon trading
Salvatore Bilotta