📈 US Dollar, analisi di inizio anno!Non possiamo che iniziare l'anno con una bella analisi di Price Action sulla valuta principale e, nello specifico, sul Dollar Index al fine di capire bene lo scenario che potremmo attenderci non solo su questo cfd ma su tutte le coppie principali del Forex.
Non perdetevi il video di oggi e guardate il mio profilo per ulteriori info sulla mia attività ormai decennale!
Maurizio
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LA MIA VISIONE SU USDCAD E SETTORE ENERGY: ANALISI INTERMARKETBuongiorno a tutti.
Il 23 settembre 2022 pubblicavo un’analisi dal titolo “EURUSD: il grafico guida da seguire per chi vuole speculare sul cambio valutario”, ai link:
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Nella stessa andavo a creare uno spread, “ZQZ2022-IZ2022”. Esso aveva diverse funzioni:
• Utile per trovare dei punti di entrata ed uscita a mercato sul cambio EURUSD (all’interno dell’analisi spiego come)
• Utile per confermare la tendenza della stessa copia forex
• Utile per ricercare delle divergenze che successivamente si sarebbero potute ripercuotere su EURUSD
Nell’analisi di oggi proporrò numerosi grafici utili per chi vuole investire:
• Sul tasso di cambio USDCAD (Dollaro Americano/Dollaro Canadese)
• Sul settore energetico statunitense (ETF XLE)
Illustrerò i seguenti concetti:
• La correlazione tra dollaro canadese e petrolio
• Perché il dollaro canadese è considerata una valuta risk on?
• Analisi del ciclo economico nel quale ci ritroviamo
• La correlazione tra dollaro statunitense e aggressività della Federal Reserve
• Il dollaro USA come bene rifugio
• La mia visione di breve periodo sul cambio USDCAD
• Le correlazioni del settore energetico
• La mia visione di breve periodo sul settore energetico
Buona lettura.
LA CORRELAZIONE TRA DOLLARO CANADESE E PETROLIO
Una delle correlazioni intermarket più chiacchierate nell’incrocio tra mondo valutario e quello delle materie prime è senz’altro quella tra dollaro canadese (ticker 6C1!) e petrolio (ticker CL1!):
Il grafico settimanale mostra come la valuta e la materia prima siano legati da una correlazione positiva (all’apprezzarsi di uno, si rafforza l’altro), specialmente dal 2004 ai giorni nostri.
Il motivo è presto spiegato grazie alle informazioni datate 2021 reperibili nel sito ufficiale della Energy Information Administration (EIA,https://www.eia.gov/international/analysis/country/CAN), la principale agenzia del sistema statistico federale degli Stati Uniti responsabile della racconta, analisi e diffusione delle informazioni sull’energia (carbone, petrolio, natural gas, energie elettriche, rinnovabili e nucleari):
• Il Canada è un esportatore netto della maggior parte delle materie prime energetiche. Il Paese risulta il quarto produttore mondiale di petrolio. La grafica sottostante mostra come i livelli di produzione della stessa materia prima energetica siano aumentati negli ultimi anni
• Il 97% delle esportazioni di petrolio greggio del Canada sono state inviate negli Stati Uniti, il 2% in Europa, 0.2% nell’America centrale e del sud mentre il restante 0.2% in altri paesi
• Si stima che il 10% del PIL canadese sia dipendente proprio dall’esportazione del crude oil. Da questo dovrebbe convenire il fatto che lo stesso prodotto interno lordo sia correlato ai prezzi del petrolio; questo è visualizzabile a livello grafico? Vediamolo insieme, servendoci del future sul petrolio CL1! E CAGDP (Canada gross domestic product) messi a disposizione da Tradingview:
La correlazione diretta tra i due è lampante:
• Dal 2000 al 2008 il prezzo del petrolio aumentò da 26$ circa a 146$, con il contemporaneo aumento del PIL canadese da 674B a 1.52T
• Dal 2008 al 2009, complice la recessione indotta dai mutui sub-prime, il petrolio crollò perdendo oltre il 70% del suo valore; il CAGDP arrivò a valori di 1.38T
• La successiva ripresa economica (2009-2014) fece rialzare il crude oil che oscillò a valori superiori degli 80$, con aumento del PIL canadese a 1.84T
• Dal 2014 al 2016 la successiva caduta dell’oro nero accompagnò il ribasso del pil canadese che arrivò a valori di 1.51T
• La stessa situazione si ripete negli archi 2016-2019, recessione 2020 e successiva ripresa economica 2020-2021
È doveroso sottolineare come il prezzo della materia prima energetica sia un “leading indicator” per il GDP canadese. Per chi non lo sapesse, un leading indicator non è altro che un indicatore anticipatore in grado di “predire” l’evolversi di un particolare contesto economico (in questo caso, il CAGDP).
PERCHE’ IL DOLLARO CANADESE È CONSIDERATA UNA VALUTA RISK ON?
All’interno delle mie analisi faccio spesso dei riferimenti a due climi di mercato opposti tra loro:
• Il risk on, caratterizzato dall’appetito al rischio
• Il risk off, caratterizzato da una bassa (o nulla) propensione allo stesso
L’influenza di questi due particolari scenari non impatta solamente sui mercati azionari e obbligazionari, bensì anche sul mondo del forex. Il dollaro canadese, nella fattispecie, è considerato “risk on”, ossia tende ad essere acquistato e ad apprezzarsi quando gli investitori sono propensi a “rischiare”. Il motivo è spiegato dalle correlazioni che ora vi mostrerò.
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO CANADESE E VIX
Uno degli strumenti prìncipi utilizzati per misurare l’umore sui mercati è senz’altro il VIX, l’indice di volatilità dell’S&P500, conosciuto come l’indice di “paura”; il motivo? I ribassi del benchmark azionario sono accompagnati da un contemporaneo apprezzamento del VIX stesso.
Correlando (a livello settimanale) l’indice con la currency è possibile osservare una correlazione inversa specialmente marcata dal 2008 al 2016 e dal 2018 ad oggi.
Da questo ne conviene che il dollaro canadese si apprezza in quei momenti nei quali la volatilità sull’S&P500 (e quindi la paura) tende a scendere, motivo per il quale può essere etichettata come “valuta risk on”.
• CORRELAZIONE TRA PETROLIO E INDICE DI RISCHIO XLY/XLP
Un altro motivo per il quale il CAD è considerata una valuta ad alto rischio è legato alla sua correlazione con il petrolio, osservata precedentemente. È vera l’affermazione secondo la quale anche la materia prima energetica ha carattere risk on? Dalla grafica in alto sembrerebbe di sì vista la sua correlazione positiva con l’indice di rischio XLY/XLP. Il motivo per il quale esiste quest’ultima correlazione è da ricercare nei cicli economici:
La seconda metà della fase 2, la 3, la 4 e la prima metà della fase 5 del ciclo economico sono da considerarsi risk on; all’interno delle stesse i settori ciclici, che beneficiano di uno slancio economico positivo, vanno a sovraperformare le aziende del settore dei beni di prima necessità, o difensivi. Da ciò cosa ne conviene?
• Nelle fasi “2.5”,3 ,4 e nella prima metà della 5 l’indice di rischio XLY/XLP tende ad avere carattere rialzista
All’interno dello stesso contesto economico il petrolio tende ad avere lo stesso tipo di carattere. Il motivo? Uno slancio economico positivo si traduce in un aumento di domanda da parte di imprese e consumatori e, basandosi il crude oil sulla legge della domanda e dell’offerta:
• Quanto più alta è la domanda, tanto più il prezzo del petrolio tenderà a mostrare carattere rialzista
Vista la correlazione tra il dollaro canadese e petrolio e tra petrolio e indice di rischio XLY/XLP, ne conviene che anche il CAD dimostrerà forza negli stessi contesti economici della materia prima e dell'indice di rischio, ossia in tutti quei momenti risk on del ciclo economico; spero di aver chiarito il concetto!
I MOTIVI PER IL QUALI IL DOLLARO CANADESE È RIBASSISTA
Qual è il motivo per il quale il CAD è ribassista? È senz’altro l’ambiente risk off che attanaglia i mercati e che si ripercuote in maniera diretta sul petrolio. Esso, a sua volta, ha intrapreso un trend ribassista da giugno 2022, scontando una minor domanda a causa di possibili recessioni che andrebbero a colpire varie parti del mondo. C’è un motivo ulteriore, come ho spiegato nel paragrafo precedente: la fase del ciclo economico! Infatti:
Ci ritroviamo ora all’interno della fase 6 del ciclo economico all’interno della quale le tre principali asset classes registrano cattive performance. Questo è confermato dal grafico successivo:
Azioni, obbligazioni e materie prime sono ribassiste!
LA CORRELAZIONE TRA DOLLARO STATUNITENSE E AGGRESSIVITA’ DELLA FED
Nella precedente analisi riguardante EURUSD spiegavo come il dollaro fosse strettamente dipendente dalla politica monetaria della Federal Reserve, con particolare riferimento alla sua aggressività. Questo è mostrato da due correlazioni:
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO E FUTURE FEDERAL FUND SCADENZA DICEMBRE 2022
La correlazione inversa tra il dollaro americano e il future federal fund scadenza dicembre 2022 mostra come la stessa valuta sia dipendente dalle scelte di politica monetaria della Federal Reserve; infatti, quanto più il future segnava (a partire da marzo-maggio 2021) nuovi minimi, tanto più il dollaro si rafforzava.
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO E RENDIMENTO DEL TITOLO DI STATO USA A 2 ANNI
La correlazione diretta tra la valuta e il rendimento del titolo di stato a 2 anni conferma ciò che ho espresso precedentemente. Il motivo? Il rendimento del titolo di stato a 2 anni è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della FED; più nel particolare, alla sua aggressività è associato un rialzo del rendimento e viceversa, ad un suo atteggiamento più passivo, un rendimento in calo; dunque, il rialzo del dollaro in concomitanza al rialzo del rendimento indica come la valuta sia fortemente influenzata dalla Federal Reserve.
Se qualcuno avesse dubbi sul fatto che “US02Y” sia influenzato da Jerome Powell e dalla sua “organizzazione”, osservi la seguente grafica:
Fatte tutte le dovute considerazioni, qual è il catalizzatore che al momento sta influenzando il dollaro americano? Sicuramente la Federal Reserve! Ma anche…il VIX!
IL DOLLARO USA COME BENE RIFUGIO
Non è più una novità il fatto che il dollaro sia diventato, negli ultimi mesi, il miglior bene rifugio in circolazione. Questo è dimostrato dalla sua correlazione diretta con il VIX:
• Quanto più aumentano le incertezze e le paure da parte degli investitori, tanto più sale il VIX e, vista la correlazione positiva, tanto più si rafforza il dollaro, comportandosi dunque da bene rifugio.
CONCLUSIONI SU USDCAD: LA MIA VISIONE DI BREVE PERIODO
Ci tengo a specificare che, per breve periodo, intendo da qualche settimana a pochi mesi.
Osservato il fatto che il dollaro canadese:
• È correlato positivamente al petrolio e quest’ultimo è ribassista
• È correlato inversamente al VIX ed esso si mantiene dal 2022 al di sopra dei 20 punti (spartiacque tra l’alta e la bassa volatilità)
• È correlato positivamente all’indice di rischio XLY/XLP ed esso è ribassista:
• Non dovrebbe statisticamente restituire buone prestazioni visto il ciclo economico che stiamo attraversando
Osservato il fatto che il dollaro americano:
• È dipendente dalla politica monetaria della Federal Reserve e quest’ultima si sta dimostrando di mese in mese aggressiva
• Ha una correlazione positiva con il VIX
• Si sta comportando da bene rifugio
• Ha una correlazione inversa con l’indice di rischio XLY/XLP
Sperando di avervi trasmesso tutto ciò di cui ho discusso attraverso l’analisi intermarket, quale potrà mai essere la mia visione sul cambio USDCAD con un arco temporale di qualche settimana/pochi mesi?
• Long USD
• Short CAD
Da questo ne conviene il fatto che se volessi cercare delle opportunità su USDCAD, le cercherei in long e non in short!
LE CORRELAZIONI NEL SETTORE ENERGETICO
Per fornirvi una mia visione sul settore energetico statunitense andrò a sfruttare le correlazioni che ora vi mostrerò:
• LA CORRELAZIONE DIRETTA TRA XLE E PETROLIO
Il grafico settimanale mostra la forte correlazione positiva tra petrolio e settore energetico; cosa si può dedurre da ciò?
• Le aziende che appartengono al settore energetico sono fortemente dipendenti dal prezzo del crude oil
• LA CORRELAZIONE POSITIVA TRA SETTORE ENERGETICO E ASPETTATIVE DI INFLAZIONE A 10 ANNI
Esiste una correlazione positiva tra settore energetico e aspettative di inflazione; in particolare:
• Il settore energy tende ad avere buone performance quando le aspettative di inflazione aumentano
Il motivo è da ricercare all’interno delle fasi del ciclo economico, infatti:
Le aspettative di inflazione si innalzano durante le fasi di slancio economico, identificate dall’aumento di domanda di beni e servizi da parte di aziende e consumatori; nelle stesse fasi il petrolio, per i motivi spiegati nei paragrafi precedenti, tende ad avere delle buone performance.
Per cui:
Esiste una correlazione diretta tra settore energetico e aspettative di inflazione a 10 anni perché queste ultime si muovono in maniera diretta rispetto al petrolio, al quale, come abbiamo visto, il settore energetico è correlato positivamente. Infatti:
CONCLUSIONI SUL SETTORE ENERGETICO: LA MIA VISIONE DI BREVE PERIODO
La mia visione di breve periodo sul settore è short perché:
• Se il petrolio è ribassista e il settore energy è pesantemente correlato ad esso, non potrò avere una visione rialzista su quest’ultimo
• Le aspettative di inflazione a 10 anni sono ribassiste, influenzate in negativo dal pesante rialzo dei tassi di interesse che hanno proprio lo scopo di combattere il consumer price index:
Buon weekend, Matteo Farci
EUR/USD: LO SPREAD DA SEGUIRE PER CHI VUOLE SPECULARE Buongiorno a tutti.
Qual è il motivo per il quale il dollaro statunitense si palesa molto più forte rispetto all’euro dagli inizi di giugno 2021? Quale catalizzatore seguire per avere un indicatore oggettivo di “sentiment” sul tasso di cambio EURUSD? Questo è l’obiettivo dell’analisi: cercare di fornirvi un “grafico guida” che possa indirizzarvi qualora decideste di aprire operazioni a mercato sulla stessa copia forex.
Prima di trattare l’argomento riguardante il grafico guida cercherò di trasmettere i seguenti concetti:
• Il rapporto diretto tra tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve e rendimenti dei titoli di stato americani
• Come i tassi di interesse rendono più attraenti i titoli di stato USA
• Il rapporto tra titoli di stato, U.S Dollar e tassi di interesse
• Lo spread tra i Federal Funds Futures scadenza dicembre 2022 e i Three Month Euribor Futures scadenza dicembre 2022
• Come ho utilizzato lo spread per speculare sul tasso di cambio
Buona lettura.
IL RAPPORTO DIRETTO TRA TASSI DI INTERESSE E RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO
All’interno della grafica potete osservare due linee di prezzo:
• Quella in nero rappresenta il livello dei tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve dall’estate del 1971 ad oggi (ticker “USINTR”)
• Quella in rosso mostra i rendimenti del decennale americano (ticker “US10Y”)
Ogni qualvolta la FED ha innalzato i tassi di interesse (all’interno dei rettangoli di color azzurro) i rendimenti sui titoli di stato a 10 anni sono, di pari passo, aumentati. È anche vero il contrario (all’interno dei rettangoli di color verde): ai ribassi degli stessi il rendimento del decennale ha sofferto, creando degli impulsi ribassisti.
Il coefficiente di correlazione conferma ciò appena discusso: il rapporto tra i due si mantiene dagli anni ’80 in territorio diretto, salvo qualche breve picco in territorio inverso (ognuno dei quali indicato da dei rettangolini di color verde).
Che informazione chiave bisogna trarne? Che i tassi di interesse e i rendimenti del decennale americano hanno un rapporto diretto tra loro:
• All’apprezzarsi di uno corrisponde il rafforzamento dell’altro
Prendendo in considerazione il rendimento del titolo di stato a due anni (quello che più risponde a dinamiche riguardanti le politiche monetarie), possiamo osservare una correlazione ancora più forte:
I picchi di correlazione inversa che mostra il rapporto tra “US02Y” e i tassi di interesse hanno intensità notevolmente inferiore rispetto a quelli osservati nella grafica precedente. Il motivo è semplice: come ho scritto qualche riga fa, il rendimento del titolo di stato a due anni è più correlato alle decisioni di politica monetaria.
COME IL RIALZO DEI TASSI DI INTERESSE RENDONO PIU’ ATTRAENTI I TITOLI DI STATO AMERICANI
Un titolo di Stato è un titolo di debito emesso dal governo di una particolare Paese. Per quale motivo uno Stato emette queste particolari obbligazioni? Per finanziarsi.
Il meccanismo di funzionamento degli stessi è estremamente semplice ed intuitivo.
Acquistare un titolo di stato equivale a prestare del denaro al Paese emittente, che definiremo debitore; il creditore (ossia chi acquista il titolo di debito) guadagnerà attraverso degli interessi, riconosciuti sotto forma di cedola e successivamente, alla scadenza dell’obbligazione, si vedrà restituito l’intero ammontare di denaro prestato precedentemente; a titolo di esempio:
• Immaginiamo di acquistare un titolo di stato a 100$ con scadenza a 1 anno con tasso di interesse al 2%: il nostro guadagno, dopo un anno, sarà di 102$
Negli ultimi 13 anni abbiamo avuto archi temporali con tassi di interesse americani relativamente bassi:
Dal 16 dicembre 2008 al 30 novembre 2015 gli stessi rimanevano ancorati a 25 punti base in maniera tale da permettere un più facile accesso al credito (e quindi ai prestiti) con lo scopo di rafforzare l’economia che usciva dalla pesante crisi dei mutui-subprime. Nello stesso arco temporale, l’oscillazione del rendimento del decennale è stata di 2.65 punti percentuali.
Stessa situazione tra il 2020 e il 2022:
Dal 15 marzo 2020 al 28 febbraio 2022 i tassi di interesse presentavano un valore tradotto in 25 punti base (tanto bassi per permettere all’economia americana di riprendersi dopo la terribile pandemia che tutto il mondo ha vissuto); nello stesso arco temporale, il rendimento del decennale ha avuto un’escursione media di 1.38 punti percentuali.
Consideriamo ora archi temporali coincidenti con degli aumenti dei tassi:
Tra il 2015 e il 2019 essi vennero aumentati da 25 a 250 punti base.
I rendimenti del decennale oscillarono tra valori percentuali di 1.5 e 3.2, con oscillazione media del 2.37%.
Consideriamo ora il ciclo dei rialzi 2004-2006, quando essi passarono da 100 a 525 punti base:
In quei due anni il rendimento del decennale oscillò tra il 3.9% e il 5.2%, con oscillazione media intorno ai 4.5 punti percentuali.
Guardando ai giorni nostri? Da marzo 2022 al 21 settembre la Fed traduce la sua aggressività in un innalzamento dei tassi da 25 a 325 punti base:
In quei pochi mesi l’oscillazione media si è attestata a 2.65 punti percentuali.
Arriviamo ora al vero concetto da estrapolare da questo paragrafo: perché il rialzo dei tassi di interesse rende più attraenti i titoli di stato per gli investitori? Perché gli stessi, acquistando i titoli di debito a rendimenti più alti, guadagnerebbero di più dalle cedole!
Infatti:
• Acquistando titoli di stato dal 2008 al 2015 (quando i tassi stagnavano a 25 punti base) avrebbero guadagnato attraverso interessi di circa 2.65 punti percentuali
• Acquistando titoli di stato dal 2020 al 2022 (con tassi stagnanti a 25 punti base) avrebbero guadagnato attraverso cedole di circa 1.38 punti percentuali
• Durante il ciclo di rialzi da 25 a 250 punti base del 2015-2019 il guadagno medio si sarebbe attestato intorno al 2.37%
• Tra il 2004 e il 2006, prima della bolla immobiliare, gli interessi pagati sarebbero stati intorno a valori del 4.5% (con rialzi dai 100 ai 525 punti base)
• Da marzo 2022 al 21 settembre 2022 gli interessi medi pagati avrebbero sfiorato il 3%
È quindi scontato come i titoli di stato siano più convenienti quando forniscono interessi più elevati.
Tuttavia...attenzione!
Ho spesso espresso il concetto del “RISCHIO=RENDIMENTO”:
• Quanto maggiore è l’interesse o il rendimento riconosciuto su un’obbligazione, tanto più è grande il rischio al quale ci si espone acquistandola
Questa eguaglianza non vale se si parla di titoli di stato governativi americani. Il motivo?
Il Paese America presenta rating AAA, giudizio che indica la quasi totale impossibilità che la stessa nazione registri un default e non riesca a rispettare le obbligazioni con i creditori. Gli USA sono considerati talmente tanto stabili dal punto di vista creditizio tanto che i titoli di stato emessi dal tesoro, in particolare proprio il decennale preso in considerazione negli esempi, rappresentano un bene rifugio, ossia un asset che tende ad apprezzarsi durante momenti di crisi finanziarie/economiche/geopolitiche (come, ad esempio, l’oro).
L’eguaglianza “RISCHIO=RENDIMENTO” vale per tutte quelle obbligazioni che presentano rating inferiore alla “tripla A”, ossia per quelli emittenti che non garantiscono una credibilità finanziaria tanto forte quanto quella americana.
IL RAPPORTO TRA IL DOLLARO AMERICANO, TITOLI DI STATO E TASSI DI INTERESSE
È probabile che dagli inizi del 2022 sentiate o leggiate la frase:
“L’aumento dei tassi di interesse impatta positivamente su una valuta, rafforzandola”
Che significato ha questa frase? Provo a spiegarlo.
Abbiamo visto come il rialzo dei tassi di interesse impatti “positivamente” sui titoli di stato, aumentandone il relativo rendimento e rendendoli più appetibili; quanto più essi saranno attraenti, tanto la domanda degli investitori aumenterà; non parlo propriamente di investitori americani, bensì di investitori provenienti da ogni angolo del globo.
Dipingiamo ora uno scenario: immaginiamo che diversi investitori europei, inglesi e giapponesi vogliano acquistare titoli di stato del tesoro americano ad alti rendimenti; le loro valute di riferimento saranno l’euro, la sterlina britannica e lo yen giapponese, mentre la valuta di riferimento per i titoli di debito desiderati è senza dubbio il dollaro americano; questo cosa vuol dire? Gli stessi investitori dovranno cambiare le loro valute di riferimento (euro, yen e sterline) in dollari americani, in quanto le stesse obbligazioni sono commercializzate attraverso quest’ultima valuta. Questo a cosa equivale? Ad un aumento di domanda di valuta statunitense. Basandosi essa (anche) sulla legge della domanda e dell’offerta, quanto più essa viene richiesta, tanto più il suo valore, in linea teorica, dovrebbe incrementare.
Da ciò si può dedurre dunque che un aumento dei tassi di interesse impatti positivamente sui titoli di stato, apprezzandone i relativi rendimenti che, come conseguenza, andrebbero a valorizzare a loro volta il dollaro americano. Questo è vero? Proviamo a spiegarlo attraverso una grafica che metta in rapporto l’aumento degli interest rates con il US Dollar:
Ho utilizzato dei rettangoli di color azzurro per indicare tutti i cicli di rialzi dei tassi di interesse e le relative correlazioni con il dollaro.
La correlazione tra loro appare “mista”, ossia a tratti diretta e ad altri inversa; questo significa che è vero che i tassi di interesse impattano su una valuta, ma non sono l’unico “catalizzatore” da considerare, dal momento in cui la currency stessa risente dell’influenza di altri fattori, tra i quali, ad esempio, il suo ruolo di bene rifugio.
IL “GRAFICO GUIDA” DA SEGUIRE QUALORA SI VOLESSERO APRIRE POSIZIONI SUL CAMBIO EURO/DOLLARO
Quali sono i motivi per i quali il dollaro statunitense si palesa molto più forte rispetto all’euro dagli inizi di giugno 2021? A parer mio sono tre:
• Decisioni di politica monetaria
• Dollaro come bene rifugio
• Conflitto Russia-Ucraina
Per quanto riguarda il primo punto, possiamo affermare con certezza che la Federal Reserve sia sempre stata, nell’ultimo anno, più “aggressiva” della Banca Centrale Europea; ciò in cosa si è tradotto? In un aumento dei tassi di interesse più aggressivo in America (325 punti base) che in Europa (125 punti base).
Per quanto riguarda il secondo punto, è risaputo come il dollaro americano sia un bene rifugio, ossia un asset acquistato in momenti di turbolenza sui mercati; a conferma di questa ipotesi giunge in aiuto la correlazione diretta tra la stessa
valuta e il VIX:
Dall’estate del 2021 la valuta e l’indice di volatilità dell’S&P500 sono correlati positivamente, per cui:
• Al salire delle turbolenze, il dollaro si apprezza
Per quanto riguarda il terzo punto, è scontato che l’Europa sia più esposta al conflitto di quanto non lo sia l’America viste le diverse dipendenze dal gas, motivo per il quale è lecito aspettarsi una debolezza maggiore sull’euro rispetto al dollaro (dal momento che la forza espressa da una valuta è chiaramente dipendente dalla stabilità dello Stato che la emette).
Quando ho deciso di creare un grafico guida ho pensato essenzialmente a questi tre punti, in particolare:
“Come posso crearmi una guida che possa inglobare al suo interno questi tre “market movers”?
La risposta è stata:
Lo spread tra i Federal Funds Futures scadenza dicembre 2022 e i Three Month Euribor Futures scadenza dicembre 2022 (ZQZ2022-IZ2022)
I due futures appena citati sono contratti finanziari che rappresentano l’opinione del mercato su dove si troverà il tasso di interesse applicato dalla banca centrale al momento della scadenza del contratto (in questo caso, a dicembre). In particolare:
• Il tasso sui Fed Funds è il tasso sui prestiti interbancari overnight per le riserve in eccesso delle banche commerciali
• Il tasso di interesse Euribor a 3 mesi è l’interesse al quale le banche europee si prestano in maniera reciproca fondi in euro con scadenza a 3 mesi
Perché ho il parere che questi due futures abbiano inglobato i tre punti trattati precedentemente?
Sono dei futures e, come tali, è possibile specularci. Gli investitori che hanno mosso gli stessi contratti alla stessa scadenza a determinati valori (95.9 per i federal fund e 97.7 per gli euribor) avranno sicuramente tenuto conto delle diverse influenze che il mondo economico/finanziario/geopolitico ha nei riguardi dell’America e dell’Europa, ragion per cui:
• Nelle speculazioni sugli Euribor avranno sicuramente tenuto conto del conflitto Russia-Ucraina al quale si collega il relativo prezzo del gas europeo, della probabile pesante recessione che potrebbe avvolgere la stessa nazione e ciò, tradotto, si materializza in un prezzo del contratto scadenza dicembre 2022 a 97.7
• Nelle speculazioni sui Federal Funds avranno tenuto conto di altri fattori come, ad esempio, l’aggressività della FED, trascinando il prezzo del contratto scadenza dicembre 2022 a 95.9
È doveroso considerare un ulteriore aspetto: la libertà di rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve è ben più ampia rispetto a quella della Banca Centrale Europea. Il motivo è legato al fatto che, al momento, è più probabile una pesante recessione in Europa che non in America; se nutriste dei dubbi, pensate al fatto che l’America, al contrario dell’Europa, non sta combattendo una crisi energetica.
Esprimo questa considerazione per un semplice motivo: sappiamo che il rialzo dei tassi di interesse ha lo scopo di rallentare un’economia con la funziona di abbassare l’inflazione. Se è vero ciò, come potrebbe la BCE alzare in maniera pesante il costo del denaro dal momento in cui si potrebbe prospettare una pesante recessione? È improbabile lo faccia.
In cosa si traduce questo? In quello che stiamo vivendo da inizi 2022: tassi di interesse americani ben più alti rispetto a quelli Europei.
Nel terzo paragrafo dell’articolo spiegavo come il valore di una valuta è legata al tasso di interesse applicato dalla sua banca centrale di riferimento per la serie dei motivi che voi stessi avete osservato.
Se è vera questa informazione e se fosse vero il fatto che i futures mostrati inglobano all’interno di essi tutte le informazioni precedentemente descritte, uno spread tra questi ultimi potrebbe essere correlato al cambio Euro/Dollaro?
Direi di sì. La correlazione tra lo spread ed EURUSD è positiva, tranne qualche picco di correlazione negativa episodico.
Alcune informazioni sullo spread:
• Quanto più esso registra dei ribassi, tanto più il mercato sconta una FED più aggressiva rispetto alla BCE
• Quanto più esso registra dei rialzi, tanto più il mercato sconta una FED meno aggressiva rispetto alla BCE
• Lo spread ingloba al suo interno le aspettative sulle politiche monetarie americane ed europee, influenzate a loro volta dal conflitto Russia-Ucraina, dai livelli di inflazione e dalle probabilità di recessione
I primi due punti possono essere spiegati dalla grande correlazione diretta tra lo stesso spread e lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi a due anni e gli stessi americani alla stessa scadenza (DE02Y-US02Y):
Come spesso sottolineo, sono i titoli di stato a scadenza due anni che subiscono più di altri l'influenza delle politiche monetarie, infatti:
• Quanto più lo spread registra dei ribassi, tanto più il mercato sconta una FED più aggressiva della BCE, tanto più il rendimento del titolo di stato USA a 2 anni sovraperforma quello tedesco alla stessa scadenza
• Quanto più lo spread sale, tanto più il mercato sconta una BCE più aggressiva della FED, tanto più il rendimento del titolo di stato tedesco a 2 anni sovraperforma quello americano alla stessa scadenza
Lo spread potrebbe essere utilizzato per diversi scopi, tra i quali:
• Come conferma della tendenza del cambio Euro/Dollaro
• Per ricercare delle divergenze che potrebbero ripercuotersi successivamente sul cambio valutario
Cosa voglio intendere con questi ultimi due punti? Avendo capito ciò che lo spread ingloba al suo interno, è lecito pensare che se EURUSD dovesse continuare a rimanere correlato allo stesso, continuerebbe a seguire lo stesso “binario”; se dovessero iniziare a crearsi delle divergenze tra i due? A quel punto sarebbe lecito pensare che, a titolo di esempio, esista la possibilità che il cambio valutario stia iniziando a seguire nuovi “sentiment”, non più necessariamente legati alle diverse aggressività della FED e della BCE o legati a tutti i diversi punti trattati in precedenza.
COME HO UTILIZZATO LO SPREAD PER SPECULARE SUL TASSO DI CAMBIO
Arriviamo dunque all’ultimo paragrafo, dove descriverò passo passo una strategia di trading basata proprio sullo spread descritto, in cui ho impostato dal 2021 delle operazioni al ribasso sulla copia forex.
La stessa è simile ad una che avevo pubblicato sul Bitcoin, che potete trovare al link:
•
1. Ho selezionato lo spread "ZQZ2022-IZ2022" e ho applicato allo stesso due medie mobili:
• Una a 15 periodi (in blu)
• Una a 30 periodi (in verde)
2. Ho calcolato il coefficiente di correlazione tra lo spread ed EURUSD in maniera tale da intercettare i “momenti” di correlazione positiva tra i due. Essi iniziano il 3 marzo 2021:
Il passaggio della media veloce al di sotto di quella lenta (death cross) mi forniva il punto di entrata a mercato su EURUSD (in short); il successivo passaggio della media veloce al di sopra di quella lenta (golden cross) mi forniva il punto di chiusura della posizione precedentemente aperta.
Il mio obiettivo era quello di intercettare una forte tendenza al ribasso su EURUSD dal momento in cui la moneta statunitense avrebbe offerto tassi di interesse ben più alti di quelli che avrebbe offerto, da lì a qualche mese, l’euro. L’operazione potrebbe essere ricondotta ad una di “carry trade”:
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
“IL FOREX CREDE NEL RISK ON…DURERÀ?”ANALISI COT REPORT del 13.08.2022
-CONTESTO
Ferie terminate e siamo nuovamente qui con la consueta rubrica settimanale dedicata alla lettura dei dati offerti dal COT report.
I dati che ci fornisce questa settimana la CFCT (commodity futures trading commission) sono dati contrastati , special modo nel loro quadro iter market. Il mondo valutario sembra dirigersi con maggiore decisione verso un chiaro sentiment di risk on , con prese di profitto sul dollaro americano, e qulche nuovo ingresso long su euro e sterlina. Si ricoprono le posizioni yen , mentre il comparto equity on trova la necessaria fiducia nei big plaiers, che restano ancora netti corri su S&P. il mondo metalli cambia strada, e dopo i fortissimi rally discendenti visti nelle scorse settimane, sembrano accompagnare l’euforia del risk on, con buoni respiri e posizionamenti long da parte dei big plaiers. Perdono quoto invece gli energetici, con le mani forti che spingono a ribasso e incrementano le loro posizioni nette corte.
Ci lasciamo alle spalle 2 settimane contrastate sul fronte dati, special modo per gli USA, con i dati sul mercato del lavoro ottimi, NFP in grande tiro venerdi 5 agosto, con circa 528 mila nuovi posti di lavoro creati e un tasso di disoccupazione in calo al 3.5%. Un dato che lascia intendere forti redditi e forti consumi, non certo un contesto ottimo per il rientro della corsa a rialzo dei prezzi. I mercati hanno rapidamente immaginato una FED aggressiva nella prossima riunione di fine settembre 2022, generando ancora incertezza e frenando la corsa agli acquisti.
Lunga tuttavia la strada che ci porterà alla riunione della FED e ancora molti i market mover che potrebbero influenzare la scelta di JP e del board, cosi come il sentiment degli investitori, che hanno difatti trovato nuova linfa rialzista nel dato sull’inflazione pubblicato mercoledì scorso, che ha visto un’IPC in calo, dal +9.1% A/A al +8.5% A/A, mentre il dato mensile si è assestato allo 0% mostrano un’ottima frenata dei prezzi, specialmente del comparto energy , che da fine 2021 stava trainando a rialzo i prezzi al consumo mondiali.
Nuovo risk on, dunque, si spera che il peggio sia oramai alle spalle, già 4 delle 6 riunione annue della FED sono trascorse, e i maggiori rialzi tassi da 75BP sembrano ora difficili da concretizzarsi nei prossimi appuntamenti se si considera un’inflazione oramai al giro di boa, ma sarà davvero cosi?
Diverse le considerazioni che DOBBIAMO fare:
punto primo, non è sufficiente un solo dato per invertire una tendenza, e questo banale concetto è ancora più valido se rapportato alle decisioni di una banca centrale, che dovrà attendere ancora i dati di agosto e settembre prima della sua riunione. Difficile dunque pensare e credere che l’assetto hawkis sia già terminato, per quanto una serie consecutiva di dati positivi potrebbe favorire ammorbidimenti della FED per il Q4 o per il 2023.
Secondo punto, la tipologia del dato in questione: tutti sappiamo che la FED non osserva il dato generale IPC, ma valuta con maggiore attenzione il dato core, cioè epurato da energy e food ( che è uscito ugualmente in calo, questo è da dire) e ancora di più i prezzi per i beni di spesa personale, dato che sarà pubblicato la settimana prossima, e che determina con maggior influenza le decisioni della FED, quindi ancor presto per cantar vittoria.
Terzo ed ultimo punto di riflessione: il tempo!
Prima che le decisioni dalla FED che hanno portato il costo del denaro al 2.50% in cosi breve tempo, possano riversarsi nell’economia reale, in genere passano dai 3 ai 6 mesi almeno, pertanto il vero effetto su aziende , industrie famiglie ecce cc ancora non lo si può valutare, e sebbene le ultime trimestrali in America siano state positive nelle prospettive future, dobbiamo far i conti ancora con la possibilità che il rallentamento economico americano non si limiti al PIL ma entri nel tessuto sociale rallentando la capacità delle aziende di creare ricchezza.
Ma procediamo con il consueto ordine:
-FOREX:
EURUSD
Ancora netti corti i big plaiers sulla moneta unica con 34536 contratti short, tuttavia non possiamo non considerare che è la terza settimana consecutiva che le mani forti riducono la loro esposizione passando di fatto dai 42745 contratti corti agli attuali 34536. Presto per gridare all’inversione, ma certo è che il vento potrebbe girare.
Per ora la spinta rialzista di eurusd si è limitata al test delle resistenze poste a 1.0340-50 minimi di maggio-giugno 2022, senza per ora trovare la forza per ulteriori allunghi. Solo la rottura delle resistenze ora citate porterebbe a tentativi rialzisti fono le aree di 1.0650 prima e 1.0780-90 poi.
Il quadro resta per ora ribassista, nel medio e affondi sotto la mm21 periodi daily aprirebbero la strada verso i minimi di questo 2022 a 0.9950.
GBPUSD
Settimane di prese di profitto anche sulla sterlina, che vede i big plaiers ancora netti corti, con 34468 contratti, ma in drastica riduzione a fronte dei 57250 contratti short visti 4 settimane fa. Solo nell’ultima settimana le mani forti hanno ridotto di ben 21940 contratti la loro posizione, volumi settimanali che si sono visti solo 2 volte negli ultimi 3 anni.
Il quadro tecnico vede per ora un buon recupero dai minimi di 1.1758, ma ancora in questo caso non c’è spinta sufficiente a superare le prime resistenze poste a 1.2290-1.23 figura.
Se non dovesse riuscire a superare le resistenze ora richiamate, si confermerebbe il quadro ribassista che porta al test dei minimi di 1.20 prima e 1.1750 poi.
AUDUSD
Difficile situazione per le mani forti sul dollaro australiano, che riparte dai minimi 2022 e 2019 posti a 0.6675 con gran vigore, lasciando i big plaiers fermi su posizioni nette corte pari a 57588 contratti.
Alta probabilità che i non commercial possano rivedere la loro posizione e girarsi con forza, accelerando la spinta rialzista del dollaro australiano.
Dopo il break out dei massimi a 0.7050 siamo al test della mm200 periodi daily oltre la quale sembra plausibile cercare approdi a 0.7244-50 area di precedente massimo. La struttura resta su base daily chiaramente a massimi e minimi crescenti sostenuta da un sentiment di risk on anche sui mercati azionari e dalla ripresa dei metalli preziosi, con i quali le valute oceaniche vivono correlazioni posizitive di lunga durata.
USDJPY
Rientrano gli eccessi sul posizionamento dei big plaiers sullo yen giapponese, che ha toccato picchi di 110454 contratti corti in questo 2022, per portarsi ora a -25032 contratti. un graduale ma importante recupero di posizioni, che lasciano presagire una qualche inversione, ma attendiamo posizionamenti netti lunghi per decretare la fine di un sentiment.
Lo yen recupera punti percentuali un po’ su tutte le majors, seppur in maniera timida, mostrando per ora prese di profitto più che veri e propri indirizzi rialzisti. Usdjpy dopo aver toccato i suoi massimi a 139.40 ripiega a 131.50, ma l’influenza del dollaro americano rende la lettura dello yen poco chiara, bilanciandone la forza / debolezza.
Attendiamo eventuali break out dei supporti a 131.50-40 per sperare in allunghi ribassisti che portino il cambio ai successivi supporti posti a 125.90-126 figura.
-EQUITY:
S&p
Come detto in precedenza , il sentiment dei mercati sembra contrastato, e il posizionamento dei non commercial questa volta sembra essere tardivo nel girarsi a favore di trend. Le mani forti restano nette corte sull’indice con 244261 contratti, incrementando lungo la salita delle quotazioni le loro posizioni corte.
Se le mani forti sono in errore, sarà un duro colpo, ma se dovessero aver ragione e l’attuale salita dei prezzi è solo una correzione prima di ulteriori affondi, ci saranno molte difficoltà per il mondo retail.
Per il momento i prezzi spingono a rialzo, su base daily c’è un chiaro trend rialzista che ha rotto le resistenze poste a 4160-4200pnt, e si punta a 4300, con possibili proiezioni a 4490-4500pnt.
Solo un rientro sotto i livelli di 4200 potrebbe decretare la fine del mood rialzista, e riaprire la porta a scenari bearish
NASDAQ
Compansano il loro posizionamento su S&P short, con posizioni nette lunghe su nasdaq, dove le mani forti sono long con 21075 contratti, che pur non esendo molti, tengono la media dell’esposizione degli ultimi 2 anni.
Anche qui i prezzi continuano a salire in un mood di risk on che ha portato al break out delle resistenze poste a 12950-13000 pnt, per dirigersi ora a 13700pnt. Il break out di questa resistenza potrebbe aprire la strada ai 14382 pnt prima e 15000 pnt poi.
Tuttavia, come già detto in precedenza, dobbiamo constatare che il mercato sta ora scontando un’euforia non del tutto giustificata dai dati, che portebbe rivelarsi falsa, nel qual caso un rientro dei prezzi sotto i 13000 pnt, potrebbe riaprire scenari bearish, che si proiettano ai minimi di 12000 pnt prima e11000 pnt poi.
-METALLI
GOLD
Riprendono gli acquisti di oro da parte dei big plaiers che dopo essere giunti alle minimi esposizioni long con 92690 contratti, si riportano a 142851 contratti netti lunghi.
Ancora sotto i valori medi, ma il segnale di voler tentare una ripartenza ci sono tutti, e si ritrovano chiaramente nei prezzi che dai minimi di 1679$ vedono un rally rialzista senza storni fino agli attuali 1800$.
Ancora lunga la strada prima di poter parlare di inversione, ma un approdo a 1867.50$ non ci sembra poi un cosi difficile traguardo.
Solo un ritorno sotto i 1786$ potrebbe decretare nuovamente un trend ribassista, che si proietta verso i minimi di 1722$ prima e 1679$ poi.
-ENERGY
WTI
Continuano a ridursi le posizioni sul petrolio, con i big plaiers che passano a 210651 contratti netti lunghi, proseguendo il trend di riduzione nella loro esposizione partita a metà 2021 con 429594 contratti long.
Anche i prezzi del wti iniziano a ripiegare e in un chiaro trend discendente passano da 123.80$ a 91.90$ passando dai minimi di 85.30$.
Al momento il trend discendente resta ben delineato e un ulteriore approdo a 85.30$ potrebbe quiesta volta decretarne la rottura, che porterebbe i prezzi a 77$.
Tuttavia la tenuta degli ultimi minimi non è da escludere, e fasi di congestione che vedano i prezzi ritestare le ultime resistenze a 104$ sono scenari plausibili a nostro avviso.
EVENTI DA CALENDARIO MACROECONOMICO
La settimana che ci attende vedrà la pubblicazione del PIL giapponese lunedi 15 insieme ai dati sulla produzione industriale cinese.
Ancora martedì attenzione ai dati sul mercato del lavoro in UK, mentre mercoledi ci sarà l’RBNZ chiamata alla decisione sui tassi di interesse. Ancora mercoledi dati sull’inflazione in UK… insomma una settimana ricca di dati che potrebbero aprire scenari di alta volatilità.
buon trading
Salvatore Bilotta
AUD-NZD: UN SEGNALE E...LONG!!Il cross neozelandese è senz'altro uno di quelli che ci mostra lo scenario più lineare e continuo nel mercato Forex. A partire infatti dal novembre dello scorso anno il prezzo ha iniziato una tendenza rialzista, con una correzione un po' più marcata tra febbraio e marzo di quest'anno, mantenendosi quasi sempre al di sopra della Ema21 e violando da poco l'importante area di resistenza 1,1030.
Lo scenario è rialzista anche nel time frame settimanale, per cui si potrebbe approfittare dell'attuale correzione di breve periodo in essere per cercare nuovi segnali di Price Action long nella zona precedentemente menzionata (da un punto di vista "giornaliero") o, meglio ancora, in avvicinamento alla media mobile in area 1,0980 (più interessante da un punto di vista "settimanale"). Il target di prezzo, guardando il canale rialzista, potrebbe essere collocato anche sul livello chiave 1,1270.
Attendiamo ovviamente segnali di prezzo nei prossimi giorni e vedremo che strategia utilizzare.
Maurizio
Analisi domenica 1 maggio Forex, Eur usd : Trend di lungo termine che mostra ancora una debolezza di euro contro dollaro. Dopo aver rotto a ribasso diversi supporti il prezzo sembra orientato ad andare verso 1,0340 supporto che risale ai minimi del 2016. L’attuale minimo di 1,0470 è il minimo battuto nel 2015. Destinazione del prezzo se vengono rotti tutti i minimi? Potenzialmente potremmo vedere l’euro verso 1,0150 prima, la parità poi e sotto il $. Questo dipenderà tutto dalla BCE se la Lagarde prenderà iniziative per correggere questo trend oppure no. Eventuali riprese di ripreso a rialzo dell’euro potremmo iniziare a vederle in area 1,0640 circa, valutando quindi minimi e massimi crescenti in h4\daily.
Gbp usd: trend ancora ribassista per la sterlina che dopo aver toccato il minimo a 1,2410 ha rimbalzato di oltre 150 punti chiudendo a 1,2570 circa. Questo forse perché il mercato sconta in anticipo eventuali rialzi dei tassi della BOE previsti a rialzo tra 1% punto e 0,75 %. Questo però potrebbe non essere sufficiente nel breve a vedere un rialzo del cambio, ricordando che l’attuale differenziale di rendimento dei tassi tra £ e $ è a favore del primo. Tornando quindi all’analisi di base sulla price action eventuali ripartenze e strappi rialzisti sono possibili sopra 1,2580 seguendo con cautela l’evoluzione del prezzo e un fallimento del superamento di 1,2670 potrebbe far tornare il cambio sotto pressione. A rialzo le resistenze sono 1,2670\1,12770 con strappi a rialzo su 1,2850 . Continuazioni a ribasso sotto 1,2480/1,2370/1,2245.
Usdj Jpy: sembra non voler terminare la fase rialzista di usd jpy che dopo aver piazzato un massimo a 131,20 ha iniziato una importante correzione verso 126,90 andando nuovamente a rialzo e chiudendo sopra 129,50 livello settimanale. Il cambio sembra orientato a rialzo verso 131,90\133,80\136. A ribasso potremmo vedere riprese e giro di trend sotto 126,90 verso 125,60\123,20\120,90.
Aud Nzd Cad seguono la price action di SP500: livello chiave 4450 sotto questo livello mercato risk off carry trade vendute.
Aud Usd: dopo essersi mosso in maniera precisa verso area 0,7060/0,7080 circa bisogna attendere evoluzioni del prezzo per capire dove va il mercato.. Rotto quest’ultimo supporto potremmo vedere il cambio fino a 0,6970. A rialzo invece per rivedere riprese del cambio sopra 0,7090 circa potrebbe riportare il prezzo con tendenze rialziste ma il fallimento del superamento di 0,7140 potrebbe rigettare il cambio a ribasso.
Nzd Usd: Trend del cambio sembra essere orientato decisamente a ribasso. Dopo ave rotto il supporto di 0,6530 importante livello chiave che aveva visto il cambio salire si è fermato sopra un supporto importante a 0,6450. Supporti chiave a ribasso sono 0,6380 I livelli tondi di 0,63/0,62 e a step fino a 0,6160. A rialzo solo chiusure giornaliere sopra 0,6530 potrebbero portare il cambio a rialzo.
Aud Jpy: la chiusura sotto 91,90 del cross potrebbe iniziare a indicare un cambio di trend che potrebbe portare il prezzo verso 90,20\89\ fino ad area 87,80\87,20. Personalmente vedo rialzista soltanto una price action che ci porta le chiusure sopra 92.
Nzd Jpy: chiusura del prezzo sopra 83,30 area dove si è battuto un minimo settimanale può indicare una momentanea pausa della fase ribassista del cross. Il mancato superamento nel breve termine di 84,30 potrebbe indicare ulteriori aprofondimenti del cross verso 91,90/80,50/79,10. A rialzo riprese dopo la resistenza di breve di 84,30 verso 85,80\87,30\91,80\94.
Cad Jpy: dopo la cavalcata con strappo rialzista da 91,20 il cross si è fermato in area 102,50 dove ha iniziato a mostrare debolezza. Eventuali retest a ribasso di 101 area potrebbero riportare il cross verso i minimi di 99 fino anche ad area 96,70\95\90. A rialzo abbiamo 102,10\103,60\105,30\106,40.
Eur nzd: il trend di lungo periodo rimane decisamente ribassista. Livelli chiave resistenze in area 1,6325/1,6525/1,6650. Supporti 1,6220/1,6160/1,6060/1,5880.
Eur Aud: il trend di lungo periodo è ribassista ma con la chiusura dei presi sopra 1,45 il trend di medio breve termine ha girato a rialzo. Supporti chiave in area 1,4890\1,48 dove si potrebbero vedere strappi ribassisti fino ai minimi di 1,4690 fino a 1,4590 da qui ulteriori discese potrerebbero a rotture ribassiste oltre 1,43. A rialzo se l’area di presso di 1,48 dovesse tenere potremmo vedere importanti rialzi verso 1,5050\1,5160\1,5320.
Gbp aud: dopo il rimbalzo a 1,7175 il cross ha tentato di girare a rialzo senza ancora confermare. Supporti 1,7390/1,75/1,7650. Resistenze:1,7930/1,8070/1,8170 Sopra questo potremmo vedere accelerazioni di prezzo verso 1,8380 e 1,85. Livello chiave per giro di trend a rialzo di lungo termine rimane 1,7930.
Gbp nzd: supporti: 1,9360/1,9180/1,9110/1,9050/1,8940/1,8850/,1,88. Eventuali riprese rialziste sopra l’ultimo massimo a 1,9360 verso 1,9560/9680/1,9790/1,9840 da qui i prezzzi potrebbero essere attratti verso 2,0
Sp500: Dopo aver toccato i target di breve sp (4222\4140) si è mosso in maniera abbastanza precisa a ribasso dove sembra orientato verso una price action ribassista su 4126\4106\4063\4039 e target di 4000 tondo. Fino a che rimarremo sotto i 4450 potrebbe rimanere uno scenario da risk Off.
Copio incollo i livelli di oro e Petrolio americano fin’ora rispettati dal mercato.
Usoil: il trend rimane rialzista sopra i 100 dollari soglia molto importante. Supporti in area di 94 dollari. Livelli chiave 102,15/104/107,10/112,80/117/129,40.
Oro/$: rimango dell’idea che fino a che oro rimane sopra 1914/1888,30/1877,97 il trend rimanre rialzista per vedere ulteriori rialzi del metallo prezioso.
Analisi settimanale domenica 24 aprile ForexEur usd: Trend di lungo termine che mostra ancora una debolezza di euro contro dollaro. Fino a che si sta sotto 1,0950 difficilmente si potranno vedere rialzi importanti sulla moneta unica. Strappi rialzisti sopra 1,1180 area. A ribasso possiamo vedere delle discese abbastanza importanti sotto 1,0760 fino a 1,0640/1,0570 e ulteriori break fino a 1,0340 passando per punti intermedi di figure tonde come 1,040.
Gbp Usd: cable molto debole contro il dollaro dove ha rotto supporti importanti e il livello psicologico di 1,30. Approdi di prezzo a step passanti per 1,2730/1,12650 . Per vedere ora dei ritorni a rialzo del cambio possiamo solo attendere evoluzioni del prezzo sopra 1,29 in h4 con massimi e minimi crescenti.
Aud Usd: Ribassi molto importanti sul cambio hanno portato ad approfondimenti dell’aussie. Target di questo movimento rimangono in area 0,7160/0,7080 circa. Rotto quest’ultimo supporto potremmo vedere il cambio fino a 0,6970.
Nzd Usd: nonostante il tasso di cambio favorevole il kiwi è legato a doppio filo economico all’australiano . Entrambe le economie dipendono molto dalle esportazioni anche verso la cina per la quale ora il lockdown sembra pesare. Target del movimento ribassista potrebbe portare il cambio fino a 0,6530 ultimo livello sotto la quale potremmo vedere nuovamente nuovi strappi a ribasso verso 0,6380 area. Eventuali rialzi potrebbero iniziare a crearsi sopra 0,6730 in h4.
Usd Cad: nonostante il rialzo dei tassi della BOC il cambio continua a mantere una certa direzionalità. Toccati i minimi in area 1,2410 circa ha ripreso la rizalita in maniera abbastanza decisa. Target rialzisti area 1,2790 con fallimento di nuovi massimi sopra 1,30 potrebbero riportare il cambio in area 1,25 portando quindi a un periodo di lateralità compressa.
Yen : Cambi molto stirati ma ottime opportunità.
Usd Jpy: resistenze 129,40/130,40/132,25/133,80. Potremmo anche rivedere i massimi assoluti intorno area 137,25 a questo punto prima di rivedere eventuali discese.
Gbp Jpy: la sterlina rientra tra i cross yen che potrebbero essere più interessanti. Dopo il fallimento di chiusura sopra 167 potrebbe indicare una debolezza del cross più per debolezza di sterlina che non di yen. Possibili approdi verso area 163,80/161 e 158 poi. Strappi rialzisti a step sopra 168 fino a 170,40/174,90/180
Eur Jpy: Cross orientato a rialzo. Resistenze verso 140,90/142,10/144,10/147,20. Eventuali ribassi verso area 136 prima e 134 poi potrebbero invece indicare un giro del tren a ribasso.
cad jpy: interessante movimento anche di questo cross che potrebbe non aver terminato la spinta rialzista verso 103,20/104/106,40. A ribasso sotto 101 fino a 99. Eventuali accelerazioni fino a 96,80/95,90 fino a 94,20. Sotto questo livello potremmo rivedere riprese ribassiste di lungo termine.
Oceaniche Deboli
Aud jpy: fallimento dei massimi sopra 96 ha portato il cambio a un giro abbastanza importante di quasi 300 punti. A Step a ribasso potremmo vedere i supporti di 90,75/89/87,80 fino anche a 86.
Nzd Jpy: analoga situazione dell’aussie.La chiusura del prezzo sul valore di 85,20 è un segnale abbastanza importante. Rappresenta infatti la settimana di rialzo del 19\03. Da qui il cross ha stentato a salire verso massimi oltre 87,50. Resistenze 85,70/86,40/87,50. Supporti 84,25/83,70/82,50
Eur nzd: il trend di lungo periodo rimane ribassista anche se i prezzi hanno toccato dei minimi importanti in area 1,5640. resistenze in area 1,6325/1,6525/1,6650. Supporti 1,6220/1,6160/1,6060/1,59
Eur aud: il trend di lungo periodo è ribassista. Il rimbalzo di 1,4225 ha riportato i prezzi sopra 1,45. Resistenze 1,516/1,526,/1,5360 fino a 1,55. Supporti 1,4890/1,48/1,4750/1,4560.
Gbp aud: dopo il rimbalzo a 1,7175 il cross ha tentato di girare a rialzo senza ancora confermare. Supporti 1,7390/1,75/17650. Resistenze:1,7930/1,8070/1,8170 Sopra questo potremmo vedere accelerazioni di prezzo verso 1,8380 e 1,85.
Gbp nzd: supporti: 1,9360/1,9180/1,9110/1,9050/1,8940/1,8850/,1,88. Eventuali riprese rialziste sopra l’ultimo massimo a 1,9360 verso 1,9560/9680/1,9790/1,9840 da qui i prezzzi potrebbero essere attratti verso 2,0
Sp500: indice girato a ribasso con target di movimento nel breve di 4222 verso i minimi visti in area 4141 e 4106. Ulteriori strappi potrebbero portare il prezzo su 4000.
Usoil: il trend rimane rialzista sopra i 100 dollari soglia molto importante. Supporti in area di 94 dollari. Livelli chiave 102,15/104/107,10/112,80/117/129,40.
Oro/$: rimango dell’idea che fino a che oro rimane sopra 1914/1888,30/1877,97 il trend rimanre rialzista per vedere ulteriori rialzi del metallo prezioso.
Buon trading a tutti
Eur/Usd: Rottura al ribasso di 1,1280 Nelle scorse settimane non ci sono mai state conferme operative su daily ( in ottica long ) della rottura avvenuta al rialzo di 1,1400 area, discussa qui nelle analisi precedenti.
La settimana appena passata ha visto un chiaro sell off del cambio correlato ad una forza di USD su tutte le divise maggiori ma anche su Gold e Silver che sappiamo essere molto importanti per una visione più chiara anche del mercato forex.
Visto il break del range sulla parte bassa a 1,1280 che teneva il mercato compresso da un paio di mesi si è tornati al trend di medio termine ovvero short.
A questo punto in ottica operativa il mio trading sul cambio sarà solo in ottica sell per la prossima settimana cercando chiari trigger di conferma su daily ( come faccio sempre ).
Area buona per questi possibili segnali di trading diventa 1,1200/1,1300.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un buon trading SIMPLE!
SELL OFF SUI MERCATI?BUONGIORNO FOREX DEL 25.01.2022
SELL OFF SUI MERCATI
Giorni ad alta volatilità questi che stiamo vivendo sui mercati ,siamo oramai alla vigilia dell’appuntamento con la FED e gli umori si alternano tra le incertezze generate dalla dubbia congiuntura macro USA , le prospettive di trimestrali non cosi brillanti come si poteva immaginare, e i timori di una possibile recessione che non sembrano scongiurati.
Il comparto equity ieri ha mostrato ancora price action degne di un panic selling in piena regola, portando indici come il NASDAQ a toccare le soglie del -4.50% in intraday, cosi come l’ SP500 alle porte del -4%, e anche in Europa il dax non è stato da meno.
Siamo all’ultima settimana di gennaio 2022 e i listini mondiali si presentano cosi: nasdaq -13.25% , sp500 -9.14% , dj -6.71% , dax -4.60% , italy40 -4.11% .
Il valutario in tutta risposta, mostra un brillante yen giapponese, che con un +13.85% totale contro le altre majors, ha svolto egregiamente il suo lavoro di ricopertura nella fase di risk off, seguito dal dollaro americano, che con un +5.15% totale sembra voler tenere il passo come valuta rifugio.
Male ovviamente le valute cosiddette da investimento , o anche commodities currencies, come il dollaro neozelandese, che segna un disastroso -13.57% totale seguito dal dollaro australiano con un -10.35%.
Ovvia la risposta dei retail, che oggi si trovano in posizione short dollari con un 69% corto , rispetto al 58% visto ieri mattino, anche la caduta della sterlina, vede ingressi long da parte dei trader retail che stamattina si trovano al 64% long rispetto al 59% short di ieri.
Restano ancora sostenuti gli acquisti di dollaro neozelandese, che vede oggi i retail long al 86% in scia con l’87% visto ieri.
Sul fronte dati, stanotte sono stati pubblicati i dati sull’inflazione in Australia, che ha mostrato un +3.5% su base annuale, rispetto al +3.0% precedente e un +1.3% su base mensile, lasciando i paesi oceanici ancora molto indietro sul fronte inflazione rispetto al mondo occidentale, dando giustificazione alle banche centrali per non intervenire nel cambio di politica economica.
Seguiremo come sempre insieme le dinamiche dei mercati che ci porteranno all’appuntamento chiave di domani sera con la FED
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
EUR-NZD ANALISI MULTI TIMEFRAME Questa e la mia analisi sulla coppia ,inseriscila nella tua watch list per seguirla in base alle zone che ho evidenziato!
Mi raccomando entra a mercato solo quando si crea il set up della tua strategia.
Per domande e informazioni puoi scrivermi in privato.
Il contenuto che vedrete nel video
E di solo scopo didattico,non Si intende quindi come da
Consigli su investimenti.
Tutto cio e frutto della mia esperienza
Nel mercato forex , quindi Innanzitutto cerca di capire se
Questo approccio e idoneo a te.
AUD-JPY ANALISI MULTI TIMEFRAME Questa e la mia analisi sulla coppia ,inseriscila nella tua watch list per seguirla in base alle zone che ho evidenziato!
Mi raccomando entra a mercato solo quando si crea il set up della tua strategia.
Per domande e informazioni puoi scrivermi in privato.
Il contenuto che vedrete nel video
E di solo scopo didattico,non Si intende quindi come da
Consigli su investimenti.
Tutto cio e frutto della mia esperienza
Nel mercato forex , quindi Innanzitutto cerca di capire se
Questo approccio e idoneo a te.
USD-CHF ANALISI MULTI TIMEFRAME Questa e la mia analisi sulla coppia ,inseriscila nella tua watch list per seguirla in base alle zone che ho evidenziato!
Mi raccomando entra a mercato solo quando si crea il set up della tua strategia.
Per domande e informazioni puoi scrivermi in privato.
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E di solo scopo didattico,non Si intende quindi come da
Consigli su investimenti.
Tutto cio e frutto della mia esperienza
Nel mercato forex , quindi Innanzitutto cerca di capire se
Questo approccio e idoneo a te.
GBP-JPY ANALISI MULTI TIMEFRAME Questa e la mia analisi sulla coppia ,inseriscila nella tua watch list per seguirla in base alle zone che ho evidenziato!
Mi raccomando entra a mercato solo quando si crea il set up della tua strategia.
Per domande e informazioni puoi scrivermi in privato.
Il contenuto che vedrete nel video
E di solo scopo didattico,non Si intende quindi come da
Consigli su investimenti.
Tutto cio e frutto della mia esperienza
Nel mercato forex , quindi Innanzitutto cerca di capire se
Questo approccio e idoneo a te.
ANALISI MENSILE FOREX: Dollaro Debole per Fine Anno?In questa video analisi troviamo le prospettive mensili per EURUSD, GBPUSD, USDJPY.
EURUSD: Dinamica di brevissimo ancora ribassista ma possibile un ritorno al rialzo nel corso del mese di novembre. L'area al di sopra di 1,15 potrebbe essere l'area chiave dalla quale poter far ripartire un rialzo di lungo periodo.
GBPUSD: Idea in Allegato qui Sotto
USDJPY: Idea in Allegato qui Sotto
📉Gbp-Yen, un segnale long forse oggi?Benché il grafico settimanale non sia fra i più direzionali del Forex, per usare un eufemismo, bisogna ammettere che il time frame giornaliero soprattutto nel brevissimo periodo ci mostra un quadro sicuramente rialzista, con il movimento iniziato a fine ottobre al rialzo che ha portato alla violazione della media mobile ed al breakout di tutta la zona di resistenza 137,70 . Dopo tale rottura, la mia idea era quella di cercare una momentanea correzione tecnica (effettivamente verificatasi negli ultimi due giorni!) per poi riscontrare la presenza di un chiaro segnale Long tra oggi e lunedì nella zona precedentemente menzionata e con una media mobile in arrivo dal basso. Attendo quindi una conferma in questo senso per valutare un' entrata in acquisto con target sotto i 142. Ovviamente qualora il prezzo non dovesse mostrarmi segnali di Price Action rialzisti ma, al contrario, rompesse di nuovo il supporto ritornando nella "confusione"weekly, abbandonerei qualsiasi strategia long ed attenderei maggior chiarezza.
Come sempre tutti i dettagli nel video di oggi.
Maurizio
CHECK-POINT MAJOR AL 25/04/2020View su livelli tecnici di Major e Dollar index
Il dollaro la fa da padrone e si conferma per l'ennesima volta l'artefice dei movimenti principali nel mercato forex.
Evidenza del mercato dollarocentrico rimane il fatto che le major con il dollaro al denominatore chiudono sotto la linea mediana lenta a 240 periodi ed in quelle con dollaro al numeratore si posizionano al di sopra della stessa... ma con un'eccezione, l'AUD! Benché con il Dollaro al denominatore della frazione, riesce a chiudere la settimana sopra la mediana lenta, reazione alla politica monetaria e forse anche dalla correlazione (attenzione perché poco affidabile e spesso assente) con un oro particolarmente forte in questi frangenti.
LIVELLI TECNICI
EUR/USD
Resistenza 1.1496
Resistenza 1.1141
Quotazione 1.0823
Supporto 1.0727
Supporto 1.0636
AUD/USD
Resistenza 0.7032
Resistenza 0.6685
Resistenza 0.6441
Quotazione 0.6391
Supporto 0.6253
Supporto 0.5980
Supporto 0.5508
NZD/USD
Resistenza 0.6755
Resistenza 0.6448
Resistenza 0.6130
Quotazione 0.6016
Supporto 0.5843
Supporto 0.5469
GBP/USD
Resistenza 1.3515
Resistenza 1.3200
Resistenza 1.2647
Quotazione 1.2365
Supporto 1.2165
Supporto 1.1411
USD/CAD
Resistenza 1.4668
Resistenza 1.4261
Quotazione 1.4099
Supporto 1.3856
Supporto 1.2957
USD/JPY
Resistenza 112.22
Resistenza 111.71
Quotazione 107.50
Supporto 106.91
Supporto 101.18
USD/CHF
Resistenza 0.9902
Resistenza 0.9797
Quotazione 0.9729
Supporto 0.9596
Supporto 0.9502
Supporto 0.9181
DOLLAR INDEX
Resistenza 102.99
Resistenza 100.93
Quotazione 100.29
Supporto 98.83
Supporto 98.27
Supporto 94.65
Buon lavoro!
Eur/Usd: Area 1.1180 in FocusLa coppia forex più scambiata è nei pressi di 1.1160/80, zona di possibile offerta euro.
Per quanto riguarda la mia operatività su questo cambio, sto attendendo di capire cosa mi mostrerà nei prossimi giorni se il mercato dovesse avvicinarsi alla zona detta sopra visto che potrebbero venire a crearsi dei "trigger" interessanti per vendere euro.
Resto a seguire in "end of day" l'evolversi e programmerò un deal solo su conferma di price action.
Buon TRADING SIMPLE!
Arduino
EURUSD Ingresso short di breveBuongiorno,
inizia la settimana e ci sono già alcune buone opportunità da segnalare sul forex.
Eurusd ha sentito la trend line ribassista in colore magenta sul grafico e si appresta a testare la Kijun Sen h4.
Buona occasione per entrare short con stop sopra la trend line ribassista.
Per il trend di lungo periodo sto ricercando posizioni long come enunciato nelle analisi precedenti
Good Gain
Davide Samuelli
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaFinale di settimana pesante ma nelle aspettative per l'Euro/Dollaro che chiude in ribasso a 1.12 dal top di 1.1345 dollari, accelerando una dinamica discendente di medio termine per nulla affievolita dal rimbalzo precedente.
Non sorprende la dinamica contrapposta caratterizzata da una prima falsa salita verso la resistenza più ravvicinata e da cui è seguita una reazione ribassista in perfetta coerenza con il trend ribassista di fondo.
Il supporto testato in chiusura di ottava a 1.1210 è il giusto livello di equilibrio per temperare l'exploit discendente verificatosi venerdì, in quanto un suo immediato cedimento avrebbe aumentato le probabilità di assistere ad un recupero entro oggi, ad esempio a partire da 1.1170 USD.
Adesso il target non ancora raggiunto rappresenta insieme al valore più basso di 1.1140 la fascia di supporto e l'obiettivo principale di questa ritrovata fase ribassista.
In tal senso l'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero dopo aver perso la tendenza ascendente, con la violazione dei 100 punti mercoledì scorso, prospetta per questa settimana l'invasione del quadrante negativo in grande stile, grazie ad una pressione di vendita che dovrebbe mantenersi stabile.
Conferma dell'inizio del ribasso viene offerta dalla configurazione candlestick denominata engulfing bullish, il più classico dei pattern, che ha aumentato le probabilità mercoledì scorso di un ritorno delle vendite approfittando di prezzi più alti.
Adesso le prospettive si fanno ovviamente negative ma occorre fare, come tradizione sul Forex, i conti con possibili rimbalzi entro la resistenza di 1.1260 da cui tornare ad accumulare posizioni ribassiste.
Naturalmente lo scenario alternativo rialzista per poter essere giudicato importante deve fare i conti con il complesso consolidamento delle resistenze oltre 1.1280 e soprattutto oltre 1.1320 la cui rottura non sarebbe comunque sufficiente a modificare il trend.
Soltanto la rottura con forza del forte sbarramento ribassista oltre 1.1440 può ribaltare il quadro tecnico attuale con il ripristino di obiettivi adesso distanti come 1.1530 e 1.1670 usd.
Cosa che può avvenire in tempi rapidi solo nell'eventualità di sostanziali modifiche delle politiche monetarie seguite dalle rispettive banche centrali, scenario immediato alquanto improbabile.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long : attendere la stabilizzazione dei corsi lungo quota 1.1160 prima di rischiare ingressi a rialzo, con elevate probabilità di stop loss a fronte di mediocri prospettive di profitto.
Meglio catturare eventuali rimbalzi con un profilo di rischio minore, aspettando un poco probabile test di 1.1090, la cui tenuta se confermata offrirà un recupero oltre 1.1180 ed un rischio confinato entro i 60 pips di stop.
Per le posizioni short: come suggerito nella precedente analisi settimanale la distribuzione di più ordini di vendita lungo le resistenze di 1.1280 e 1.1320/40 di è rivelata una strategia profittevole, a fronte di probabilità di stop decrescenti lungo i massimi raggiunti.
Dunque mantenere le posizioni short eventualmente aperte riducendone l'ammontare solo al test 1.1255 usd.
Per le nuove posizioni attendere rimbalzi lungo quota 1.1240 e 1.1280 da cui cumulare nuovi ingressi al ribasso, con target sotto 1.1140 usd ed uno stop unico di massimo 50 pips.
#EURUSD - La forza del dollaro sta finendo? #forex $EURUSDSiamo in fondo alla salita del dollaro? Penso che la risposta non arriverà tardi.
Sul grafico mensile il supporto più importante è nell'area 1,118 vicino a Fibonacci 0.618. Questa è un'area molto importante.
In questo momento il MM7 giornaliero e settimanale sono più alti e fino a quando non vengono superati sono una resistenza importante.
Il grafico quotidiano segna una debolezza, il primo supporto è nell'area 1.1288.
Fino a quando non avremo una chiusura settimanale e giornaliera simultaneamente superiore a MM7, la tendenza rimane debole.
Il settimanale mm7 passa attraverso l'area 1.138. La rottura decisiva spingerà lo scambio verso l'area 1.145.
Buona settimana a tutti.
Analisi Forex 10 minuti. #1Vorrei proporvi questo nuovo format nel quale analizzo tutti e 10 i cross major che trado sul forex. Essendo la durata massima di 10 minuti ho giusto 1 minuto per dirvi cosa mi aspetto dal mercato per valutare un'entrata in posizione. Inoltre andrei a pubblicare durante la settimana le analisi delle coppie migliori, nelle quali abbiamo possibilità di operare ovviamente quelle portate in forma scritta.
Fatemi sapere se vi piace questo format o cosa cambiereste! Buon Trading!
EURUSD - 29 ottobre - #forexAccelerazione ascendente dell'euro venerdì pomeriggio. Il livello di resistenza di 1.142 ha funzionato perfettamente, ma credo che in questa nuova settimana verrà superato con l'obiettivo di 1.155 area dove passa anche il MM settimanale. Siamo in rialzo per rompere la media mobile giornaliera e 1.142 aree in chiusura giornaliera con l'obiettivo di 1.155. Fino a quando tale resistenza non sarà superata, potrebbe ancora esserci qualche debolezza, anche se credo che la doppia area minima a 1,13 sia improbabile.