LE TRIMESTRALI USA GELANO I MERCATIIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 28.10.2022
-CONTESTO
Si è conclusa l’attesa per i dati di Apple relativi al Q3 del 2022 con una gelida delusione, tale da lasciar crollare l’indice tecnologico Usa del 5.31% dai massimi di seduta degli 11541 pnt fino agli 11043 pnt.
Il titolo ha perso ieri il 3.05% portando cosi la sua performance YTD a -4.56% e trascinando a ribasso l’intero comparto. Tra i diversi dati che hanno pesato sulle trimestrali, la presentazione di un bilancio per il Q3 ricco di passività che sono giunte ai libelli record di 302 000 ml/$.
A pesare sul sentiment dei listini Usa anche i dati forniti da Meta, che non solo hanno mostrato earning in netto calo, ma preoccupa il calo di utenze, che tuttavia era prevedibile sia per la fase di rallentamento economico mondiale, che porta spesso molte aziende a tagliare i costi di marketing on line, sia per la migrazione sempre più massiccia verso nuove piattaforme che attirano le nuove generazioni, non lasciando spazio ad un rigenerarsi delle vecchie piattaforme, ma aprendo la strada al mood di scoperta di nuove forme di comunicazioni social sempre più vicine alle esigenze dei giovanissimi , che reputano alcuni canali come FB decisamente obsoleti.
Ieri giornata chiave anche per la BCE che resta sostanzialmente in liea con quanto già scontato dai mercati, ovvero un rialzo tassi di 75Bp, ma il focus ora resta la Fed del giorno 2 novembre e ancor di più le attese salgono per gli interventi di Dicembre, dove salgono le scommesse per delle banche centrali meno aggressive, che si preparano ad un 2023 misto, che si possa aprire ad un secondo semestre di ripartenza, a differenza di questo 2022 dedito esclusivamente al contenimento dell’inflazione e del rallentamento economico mondiale.
I market mover di questa settimana non sono terminati qui, perché oggi avremo appuntamento con i dati del CPE, ovvero i prezzi dei beni di uso personale, altro indicatore chiave per la misurazione dell’inflazione in USA e per determinare quanto la FED potrebbe mantenere ancora la sua linea hawkish alle prossime riunioni
-FOREX
Il mondo valutario vede ancora un dollar index tonico, che sembra voler proseguire il suo rimbalzo dai livelli di minimo di 109.50, tuttavia trova presto resistenze dinamiche poste a 111.75 con la mm21 periodi daily, che se non violata in chiusura potrebbe negare la ricostruzione di strutture rialziste chiare e lasciare il dollaro in un trading range fino all’appuntamento con la FED
Il mondo retail resta in bilico con un sentiment del 52% short, rispetto al 61% long di ieri, pronti quindi ad invertire la rotta ai primi segni di direzionalità.
La ripartenza del dollaro mette prezzo in crisi le altre majors, che diventano tentazione di acquisto per i retail a caccia dei minimi di breve periodo, tanto da portare il sentiment sull’euro al 56% short dal precedente 71%
Salgono le posizioni long anche per la sterlina con un 38% long dal 35% di ieri.
Salgono le posizioni long sul dollaro australiano dove i retail passano al 64% long dal 33% di ieri mostrando ancora voglia di comprare i minimi di Australia, ad ogni nuovo respiro del dollaro sua.
Lo stesso schema vige per il dollaro neozelandese, dove il mondo retail si porta al 51% long dal 48% di ieri, rimanendo decisamente più bilanciato, ed in attesa di allunghi di maggiore intensità.
-EQUITY
Il comparto azionario mondiale vive ora fase di potenziale respiro dai ribassi visti ieri nella sessione americana e se saranno ancora nuovi ribassi fino ai minimi di questo 2022 sembra che dovranno essere gli americani a deciderlo, dopo una sessione europea abbastanza asfittica alla ricerca di movimenti attendisti non lontano dai minimi di ieri.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
S&P 500 (SPX500)
LE BORSE IN VOLATA SOLITARIAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 25.10.2022
-CONTESTO
Terminata la fase di correlazione perfetta tra i vari comparti finanziari che ha caratterizzato il terzo trimestre del 2022 per dare vita ad una volata solitaria del mondo equity mentre il valutario rimane in attesa delle banche centrali con un dollaro in un timido laterale che da ancora il ritmo a commodities e obbligazionario.
I mercati finanziari trovano ancora un comparto obbligazionario debole nei prezzi e decisamente tonico nei rendimenti, special modo nelle scadenze più brevi come il 3 mesi e l’anno, segno che il bottom è ancora lontano il che farebbe pensare ad una prematura partenza del comparto equity, vediamo anche le commodities, special modo i metalli ,rispondere ancora alle salite del dollaro dettando un ritmo tipico delle fasi di risk off in un ciclo economico ribassista sebbene ricordiamo le commodities sarebbero secondo letteratura le ultime a ripartire a rialzo.
Il mercato equity vive ora giorni di rialzo solitario sostenuto da un lato dalla statistica stagionale di un q4 rialzista grazie anche al famoso rally natalizio , sebbene manchino 2 mesi alle festività di fine anno, riteniamo più probabile un riposizionamento sui mercati dopo un anno di ribassi, che potrebbe essere vivo grazie a prese di profitto e ribilanciamenti di portafogli in vista del nuovo anno.
Le trimestrali Usa entrano nel vivo con aziende del calibro di Microsoft, Coca cola, Visa e Apple, che daranno senza dubbio grande vitalità ai mercati azionari che fondano ora i movimenti di rialzo più su speranze ed aspettative che su dati reali, pertanto ci trovano poco concordi a prendere posizioni rialziste senza prima avere evidenze chiare nei numeri
-FOREX
Il comparto valutario è in sostanziale equilibrio , con un dollar index non lontano dai minimi di questo ottobre, in un trading range che va dai minimi di 111.80 ai massimi di 113.50, senza dare nessuna vera direzionalità all’intero comparto valutario.
Il mondo retail si adegua con una neutralità asfissiante, senza nessun sentiment deciso, con anache lo yen che ritraccia, e vede ora un 65% dei retail long, in attesa della prossima mossa della BOJ attesa per dopodomani alle decisioni di politica monetaria. In caso di un nulla di fatto e decisioni ancora dovish non possiamo dunque escludere una ripartenza di usdjpy a rialzo, non avendo una precisa area di sostegno da parte della banca centrale giapponese, la caduta dello yen potrebbe ripartire violenta.
-EQUITY
Tutti gli indici sono al test delle resistenze, con il dax a 13000 pnt, pronto per eventuali allunghi che trovano a nostro parere valide resistenze a 13450 pnt. In egual misura il nasdaq punta dritto alle aree di 11800pnt, prima vera resistenza statica in grado eventualmente di riportare l’indice tecnologico in un trend ribassista.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Il calendario macroeconomico rallenta in attesa delle banche centrali a aprtire da domani con la BOC e poi BCE ed infine BOJ.
Resta vivo il calendario delle trimestrali USA che vede oggi i dati di Microsoft , Coca Cola, Visa e Spotify che saranno senza dubbio in grado di dare volatilità ulteriore ai mercati asionari USA che restano focus di questa settimana.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
LA PAROLA ALLE BANCHE CENTRALIIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 24.10.2022
Parte oggi una nuova ottava di contrattazioni ricca di market movers, che trova ancora una volta le banche centrali protagoniste indiscusse dei mercati finanziari con gli appuntamenti previsti per il 26 ottobre con la Bank of Canada, il 27 con la BCE e il 28 con la BOJ.
Restano alte le aspettative per la BCE chiamata ad un rialzo tassi ancora di 75Bp per controllare un’inflazione che ha toccato la doppia cifra nell’intera area Euro, che sta gettando le basi per una crescente crisi energetica non trovando nel ribasso dei prezzi del comparto energy adeguato sollievo per aziende e consumatori, a causa di un tasso di cambio privo di respiro.
La forza schiacciante del biglietto verde oramai mette in crisi diverse economie, special modo per le importazioni, siano esse food o energy in maniera indistinta si manifesta un’importante inflazione importata.
Mentre gli operatori attendono le banche centrali, continuano le pubblicazioni delle trimestrali USA entrando in una settimana decisiva con i dati di alcune big come Coca cola, Microsoft, Apple e Google.
Grazie ai buoni dati che la domanda aggregata USA ha mostrato nelle sue ultime rilevazioni, salgono le aspettative di utili aziendali ancora tonici, che non risentano delle manovre delle banche centrali ne tanto meno della tanto temuta recessione, ma nostro malgrado i timori maggiori restano per la forza schiacciante del dollaro che penalizza fortemente le esportazioni di diverse aziende USA come ad esempio è stato per Testa, potremmo avere uno scenario simile per Apple.
Al momento i timori di Earings sotto le attese sembrano non impensierire gli operatori, che sebbene con un dollaro ancora forte, non sembrano rigettare l’idea di acquisti di equity USA, mettendo in luce una forte divergenza tra i due comparti che fino ad oggi hanno vissuto una fortissima correlazione dollaro centrica.
ANALISI RETAIL
Il mondo valutario che ha svolto funzione di termometro perfetto per i mercati finanziari in questa fase perfettamente dollaro centrica, si vede ora messo da parte, in una fase di incertezza ben espressa dal posizionamento dei traders retail
Il basket dollaro usa che vedeva i retail short al 70% venerdì, trova ora i commercials al 62% short, alla ricerca di un equilibrio che lascia poco spazio a fasi direzionali, ma resta chiara avvisaglia di trading range.
Trading range anche per il basket euro, dove i retail oggi sono al 55% short dal 51% long di venerdì, anche in questo caso chiara incertezza, con oscillazioni di sentiment in un’intorno del 50%, e ancora medesimo quadro per la sterlina che oggi trova il mondo retail short al 55% dal precedente 56% long di venerdì.
Dopo le mosse della BOJ di venerdì si vedono ritracciamenti nel posizionamento retail sul basket yen , che si porta al 68% long dal 72% di venerdì, rimanendo unico asset ad avere ancora uno sbilanciamento degno di nota.
Equilibrio anche per il franco svizzero con un sentiment del 52% short dal 53% di venerdì.
Per le oceaniche prosegue la pesantezza del dollaro australiano che porta i retail ad un 79% long dal 78% del giorno precedente, mentre restano invariate le posizioni sul dollaro neozelandese con un 56% long stabile da venerdi.
-EQUITY
Il mondo equity vive una fase di netta euforia, un risk on, che non trova per ora riscontri in altri asset class, motivato sia dalle aspettative degli earings USA ma anche dalle parole del presidente della FED di San Francisco che vede sufficienti rialzi da 50bp se non da 25BP alle prossime riunioni… gli investitori vogliono avere il peggio alle loro spalle e guardare fiduciosi al futuro.
Per questo avvio di ottava il dax guadagna un +0.91% il nasdaq in premarket un +0.55% e l’SP500 un +0.80%, vedremo con l’apertura di wall street e la pubblicazione dei dati aziendali di oggi pomeriggio cosa accadrà.
buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta Trader
SP500 ETF verso nuovi massimi entro fine anno?SP500 è la chiave per il futuro dell'azionario mondiale di Lorenzo Sentino Trader
L'indice Americano SP500 ha dimostrato di saper difendere i minimi annuali e ha chiuso la settimana quasi sui massimi. Tuttavia il prezzo di Venerdì non è riuscito ad essere un massimo settimanale (outside candle).
Sarà molto importante un'altra settimana di rialzo e superare il livello 3800 per poi poter proseguire verso 4000 punti entro fine anno 2022.
Anche lo SPY rispetta lo stesso principio. Difesa dei minimi e ora ricerca di un rialzo.
Il Marine Transportation è la migliore industria della settimanaL’industria del marine transportation si muove in un leggero uptrend se consideriamo i minimi del covid, senza tuttavia mai riuscire a superare con forza il livello chiave di 240.
Scorpio Tankers è uno di quei titoli che potrebbero essere presentati sui libri di testo per la qualità dei suoi movimenti tecnici.
La zona che fino a giugno era di resistenza si è trasformata in un supporto che ha tenuto per un consolidamento che dura ormai da inizio agosto.
Il titolo sembra pronto alla rottura di area 46 $ per un nuovo allungo al rialzo, da questi livelli lo stop loss risulterebbe piuttosto ampio e per questo varrebbe la pena monitorare il titolo per avere un timing più preciso.
sp500 possibili proiezioni e scenariBLACKBULL:SPX500
In questi giorni si sta vivendo un momento di grande scetticismo dovuto a:
1) inflazione non ancora domata al meglio
2) l'inizio di recessione
3) cosa più importante di cui nessuno ne parla , della guerra che comincia ad essere pericolosa per l'incognita atomica e sopratutto il comparto retail ha paura e si vende .
unica nota positiva è che nel mese di settembre i flussi azionari stanno aumentando , insomma qualcuno sotto sotto comunque acquista.
Non siamo ancora in panic selling in quanto non ci sono giornate in cui l'indice perde il 4-5-6 %.
detto questo, dal grafico (settimanale) si nota purtroppo che il triangolo è stato rotto al ribasso. Al di la che nei prossimi giorni potrebbe esserci un pulback di rialzo è molto probabile aspettarci nuovi ribassi col primo target a 3513-3500 circa corrispondente al 50% di ritracciamento di Fibonacci ma il target più tipico potrebbe invece essere la fascia 3200-3250 , in soldoni c'è la possibilità di un altro 12-14% di ribasso fino a toccare (magari in intraday) 3190 corrispondente a 0,382 di Fibonacci. E' purtroppo da notare che una discesa sotto il 50% di ritracciamente riduce non poco la possibilità di fare l'indice nuovi massimi di inizio anno (almeno per questo ciclo).
Una variabile importantissima che in questa sede non è possibile prevedere è la guerra. Un cambiamento di potere in Russia e una pace potrebbero cambiare e non di poco gli scenari.
ANCHE I BIG PLAYERS PRENDONO PROFITTOANALISI COT REPORT del 16.10.2022
-CONTESTO
Eccoci al consueto appuntamento con l’analisi dei mercati attraverso il posizionamento dei Big Players sui futures al CME di Chicago, consapevoli del fatto che una corretta lettura di questi dati non sarà cosa facile, considerata l’alta volatilità dell’ultima settimana che ha messo a dura prova tutti gli operatori dei mercati finanziari.
Dando un primo sguardo ai dati generali senza andare nel dettaglio dei singoli asset class, ci pare evidente il respiro dei trend di medio periodo, e se consideriamo che i dati analizzati sono frutto della rilevazione effettuata martedì scorso, ci sembra tutto molto più chiaro osservando poi le dinamiche che sono seguite il giorno seguente.
La settimana si è caratterizzata da un chiaro mercato bidirezionale, con una prima parte di ottava guidata dal risk on, e guardando i dati del cot report possiamo dire dalle prese di profitto dei grandi operatori, per poi girare completamente nella seconda parte della settimana per dare spazio ancora una volta al trend di medio periodo che ci proietta ancora in un bear market solido e senza motivi di inversione.
Sebbene le speranze di aver raggiunto i minimi per le borse mondiali e di aver visto un dollaro USA oramai ai suoi massimi sono molto diffuse tra gli operatori, e basta guardare la rapidità con la quale ripartono le coperture di posizioni, dobbiamo tuttavia convenire che i dati macroeconomici che stanno guidando le azioni delle banche centrali non sono cambiati e la direzione sembra la medesima, senza se e senza ma.
Sebbene il sentiment di risk off di medio periodo sia chiaro ai più oramai, è vero anche che il mercato ha bisogno di respirare, anche le mani forti hanno bisogno di prendere profiti dopo lunghi rally e di ricalibrare i portafogli, dando cosi spesse volte ampio margine di storno a diversi asset, ma sono quelle occasioni ghiotte di ingresso in trend per chi cerca di cavalcare la direzionalità cosi evidente in questo 2022.
Prima di assistere a vere e proprie inversioni di tendenza dovremo attendere chiari segnali di inversione nelle politiche delle banche centrali, che sembrano invece molto determinate a proseguire nel loro piano di lotta all’inflazione, e la BOE questa settimana ha chiaramente dimostrato quanto questo sia una priorità anche rispetto a possibili piani fiscali e politici che vadano contro la volontà mondiale.
-FOREX:
il comparto valutario continua a vivere un sostanziale dollaro centrismo , sebbene le ultime vicende legate alla BOE e al PM Truss abbiamo catalizzato l’attenzione degli operatori, che hanno preferito seguirne le dinamiche per coglierne le possibili occasioni di speculazione.
L’assetto generale sembra non essere particolarmente modificato con posizioni nette corte sulla sterlina e sulle oceaniche, ancora yen debolissimo e unici asset a trovare spazio nei portafogli dei big players sono Euro e Dollaro Usa.
EURUSD
Posizioni nette lunghe per i big players sul dollaro con ben 37499 contratti, e sebbene siano in calo si 6183 contratti questa settimana, crediamo che il posizionamento netto lungo possa in qualche modo essere un segnale di fiducia nell’operato prossimo della BCE.
Eurusd resta ancora sotto la mm21 daily in un chiaro trend ribassista con le aree di resistenza a 0.99891 e i supporti a 0.9537, solo la tenuta di detti supporti potrebbe aprire la strada a possibili storni supportati ovviamente da una BCE aggressiva che dimostri la volontà di sostenere la moneta unica e possibilmente una risoluzione alle forniture di gas all’Europa darebbe un vero input rialzista alla moneta unica.
GBPUSD
Ancora un sentiment ribassista per i big players sulla sterlina che trrova ben 39170 contratti netti corti nelle tasche delle mani forti, sebbene le dinamiche delultima settimana abbiano dato respiro con ben 10369 contratti long.
Le dinamiche dei prezzi restano compresse sotto le resistenze di 1.14 figura, livelli che se non violati al rialzo potrebbero dare nuovamente vita ad allunghi ribassisti fino alle aree di 1.10 prima e 1.05 poi. Le dinamiche della sterlina restano tuttavia legate a doppio filo a quelle che saranno le decisioni del nuovo cancelliere inglese che godendo dell’appoggio della BOE potrebbe invertire la rotta delle politiche fiscali del PM… tutto può ancora succedere pertanto raccomandiamo estreme prudenza sulla sterlina.
YEN
Sentiment decisamente ribassista ancora per lo yen giapponese che vede le mani forti ferme a -77393 contratti corti, riducendo si di 4230 contratti la loro posizione, che tuttavia non trova ancora validi motivi per nette inversioni.
Usdjpy sotto la forza rinnovata del dollaro usa allunga per nuovi massimi, portando questo 2022 ad una performance del 30% a 148.75.
Speriamo in un più deciso intervento della BOJ , in assenza del quale lo yen non può che cedere terreno contro le concorrenti majors. Rimaniamo pertanto vigili su possibili dichiarazioni esogene della BOJ.
AUDUSD
Ancora pesante il posizionamento netto corto dei big plaiers sul dollaro australiano che vede be 31271 contratti netti corti che danno ancora fiato ai ribassi.
I prezzi al test dei minimi per questo 2022 sembrano aperti a nuovi affondi ribassisti, che non trovano per ora validi motivi per delle inversioni strutturali limitandosi a brevi respiri derivanti da prese di beneficio dal posizionamento di lungo in trend.
USDCAD
Anche le posizioni sul dollaro canadese invertono e restano corte con ben 25672 contratti per le mani forti che con la discesa del wti seguitano a vendere anche dollaro canadese.
Ancora le pressioni rialziste del dollaro usa non possono che accentuale la discesa del concorrente canadese, portando le quotazioni di usdcad a 1.40 per poi chiudere l’ottava 1.3880. solo respiri importanti del biglietto verde e potenziali ripartenze del wti potrebbero dare fiato ad un asset chiaramente in trend rialzista.
USDINDEX
Ancora posizionameno netto lungo per il dollaro usa, che sebbene vede un sentiment stabile con 32786 contratti long, non trova motivazioni per degli storni importanti al netot di prese di beneficio fisiologiche al funzionamento del mercato stesso.
Le quotazioni di dolar index esprimono chiaramente le dimaniche di momentanea incertezza dei prezzi, che pur rimanendo ancorato sui massimi di periodo , resta compreso tra 114.75 e 109.50.
-EQUITY:
il comparto ewuity è stato quello maggiormente colpito dalle prese di profitto ad inizio di ottava, tanto da generare incertezza e dubbi sui motivi di questi movimenti rialzisti, che si sono verificati in concomitanza anche della pubblicazione dei dati sull’inflazione USA che sono stati tutt’altro che buoni, il che avrebbe giustificato ulteriori affondi ribassisti.
Alta volatilità dunque che ci porta ad alzare la guardia.
S&P
Ancora sentiment ribassista per le mani forti che restano con 164057 contratti short ,con i prezzi che dopo un rapido test delle aree di 3735-3750 sono tornati a vivere il loro mood bearich andando ad attaccare nuovamente i minimi di periodo.
Nasdaq
Anche i tech non sono da meno con le mani forti che oscillano attorno ad un sentiment neutrale con 8528 contratti long al momento ma con i prezzi che hanno seguto le medesime dinamiche dell’intero comparto equity.
I primi rialzi della settimana anche con i dati IPC in netto aumento per poi stornare nel concludersi dell’ottava e riportarsi a 10744pnt.
COMMODITIES
Anche il mondo commodities in preda all’alta volatilità e al susseguirsi di dati e dichiarazioni che sembrano esagitare i mercati e gli operati.
Il comparto energy tra i più dinamici questa settimana ha visto dinamiche altamente correlate al mercato equity
Wti
Con le mani forti ferme a 259229 contratti long, non lontano dalle loro esposizioni minime il sentiment sul wti continua ad oscillare tra le varie dichiarazioni dell’opec+ e delle prospettive di domanda mondiale.
Non facile dunque capire quale sarà il futuro di questo asset, che vede in prezzi forse troppo contenuti il rischio di non contribuire al contenimento della domanda e della produzione mondiale e qidni dell’inflazione.
Al momento i prezzi, dopo i respiri che lo hanno portato a 90$ torna nel suo trend principale a ribasso andando a chiudere la settimana a 85.60 $, proiettandosi cosi verso le aree di maggiore attenzione dei 82$
buon trading
Salvatore Bilotta
Usa: sale l’inflazione ma anche l’azionario. Perché?Seduta a volatilità estrema quella di ieri sui mercati azionari e non solo.
L’uscita del dato sull’inflazione Usa ha prima provocato un forte ribasso e successivamente un forte apprezzamento.
Il recupero dell’S&P500 è stato il quinto più forte nella storia di Wall Street, con il mercato che è passato dal perdere oltre il 2% a guadagnare quasi il 3% in poche ore.
Il future sul principale indice americano ha infatti chiuso la seduta con un +2.60% a 3.681 punti.
I prezzi al consumo sono saliti a settembre dell'8,2%, sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +8,1%; su base mensile l'aumento è stato dello 0,4%, oltre il +0,2% previsto.
L’accelerazione dell’inflazione ha portato in un primo momento i mercati a paventare nuovi rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.
La successiva inversione dei mercati è stata difficile da spiegare in termini macroeconomici, anche se alcuni operatori sostengono che sia stata dovuta ad una condizione estrema di ipervenduto, mentre altri invece che sia il risultato di una combinazione di operazioni di short-covering.
Personalmente riteniamo che il rimbalzo sia stato causato da una concomitanza di fattori, nello specifico ecco quali:
- Guardare oltre, poiché va innanzitutto segnalato che dai dati di ieri, seppur superiori alle attese, qualcuno intravede già un rallentamento della dinamica dei prezzi, che potrebbe presto portare ad un inversione di tendenza della politica monetaria, guardando di fatto già oltre il prossimo rialzo dei tassi a novembre, previsto a 75 punti base con probabilità al 98%.
- Fattori tecnici, ovvero il test di un livello fondamentale come quota 3.500 punti; già nella scorsa analisi segnalavamo come le aspettative di recupero su tale mercato sarebbero passate dalla tenuta di area 3.650 punti ed in caso di un breakout di 3.615 sarebbe stato probabile un affondo a 3.550 punti, con il successivo rischio di vedere un ulteriore aggiornamento dei minimi annuali. Al di sotto degli attuali minimi annuali il prossimo importante supporto andava identificato proprio in area 3.500 punti, ovvero sul supporto dinamico fornito dall’estremo inferiore del canale ribassata e da una trendline congiungente i precedenti minimi di swing tra dicembre 2018 e maggio 2020. Tra l’altro tra settembre e novembre 2020 area 3.500 aveva frenato il primo recupero post covid, mentre il successivo breakout di tale livello aveva dato il là al mega up trend del 2021. Logico quindi che alcuni grossi player abbiano piazzato difese su un livello così importante, sia come target di operazioni short e sia come possibile punto di acquisto in ottica speculativa.
- In ultimo va segnalato che nonostante la situazione sull’azionario americana rimanga incerta, è in arrivo la stagione delle trimestrali ed è possibile che qualche operatore stia già scommettendo su risultati migliori delle attese; va ricordato infatti che le previsioni per il trimestre sono tutt’altro che rosse e che quindi in fondo se i big player sia del settore bancario, ma soprattutto del comparto tech riuscissero ad attutire il colpo, questo potrebbe essere inteso come un miglioramento dello stato di salute dell’economia a stelle e strisce.
Detto ciò nonostante il forte rimbalzo di ieri ora al test di quota 3.700 riteniamo che il mercato incontrerà delle difficoltà; possibile quindi uno storno almeno fino a 3.650 punti, dove andrà monitorata la dinamica di prezzo e dove cercheremo conferme sulla volontà di proseguire il rimbalzo.
In caso di difesa oggi dei 3.650 punti salirebbero le possibilità di assistere ad una prossima ottava da risk on, mentre sul fronte opposto se il mercato dovesse nuovamente mollare quota 3.580 punti dovremmo attenderci un nuovo test almeno dei 3.540 punti.
Importante sempre continuare anche a monitorare la volatilità implicita Vix, che modelliamo con bande di bollinger su time frame daily e che abbiamo visto ieri in deciso calo dall’estremo superiore del canale delle bande di volatilità e attualmente sopra area 31 punti; per supportare un ulteriore recupero sarebbe importante tornare a vedere il Vix in questa fase al di sotto dei 29.50 punti.
In caso di ulteriore allungo segnaliamo le prossime resistenze al rialzo a 3.760 e 3.810 punti, livelli dove il mercato offrirà verosimilmente nuove occasioni per operare lato short; l’impostazione tecnica di continuare comunque a vendere le salite in ottica multiday non subirà grosse variazioni fino a che il mercato non recupererà quota 3.850 punti.
Perchè bisogna conoscere il mercato in cui si opera?Buon pomeriggio traders, oggi volevo dare un contributo leggermente diverso dagli altri, principalmente per rispondere ad alcune domande che mi sono arrivate sia in privato che come commenti ad alcuni trades effettuati.
Nel titolo domando: perchè bisogna conoscere il mercato in cui si opera?
Semplice, perchè ogni mercato ha le sue regole, le sue caratteristiche tipiche, la propria volatilità, la capacità di movimento giornaliera.
Prendo ad esempio il future sul mercato per eccellenza: l'S&P500.
Sappiamo che l'S&P500 è un equity index, molto liquido, spesso, con tanti contratti sul book di negoziazione.
Un indice del genere, quindi, è difficile da manipolare e non riesce a muoversi intraday in maniera particolarmente ampia (tranne nel caso di diffusione dati macro).
La presenza di numerosi contratti sul book dovrebbe operare come "freno" ad eventuali tentativi di break di livelli rilevanti.
Prima di aprire una posizione, pertanto, dovremmo tenere presenti le caratteristiche generiche dell'indice, per poter poi decidere l' operatività da pianificare.
I libri di analisi tecnica ci insegnano che, in generale, la rottura di un supporto o una resistenza sono buoni momenti per aprire un trade. Da analista dico che, questo assunto, è troppo generico e semplicistico. Per dimostrarlo volevo condividere con voi alcuni studi che ho praticato sull'indice prima di improntare la mia operatività.
Si tratta di due approcci semplici, uno discrezionale in trend following su rottura di livelli rilevanti, così come tende a tradare il 70% di noi retail, un altro d'inversione che ha come motore le bande di bollinger, ma con uno studio del mercato con individuazione di punti ottimali d'ingresso in virtù di particolari orari di liquidità ed escludendo alcune situazioni di volatilità eccessiva. Di seguito troverete i risultati con le equity line. Vi chiedo di non focalizzarvi sui risultati in termini economici, quanto sull'andamento dell'equity line e quindi la relativa distribuzione temporale dei profitti e delle perdite.
APPROCCIO BREAKOUT TREND FOLLOWING (LONG E SHORT)
Come potete vedere, questo backtest che parte dal 2008 fino ad oggi, realizza circa 1900 trades, con un equity line particolarmente erratica, impossibile da sostenere e che, ad oggi, porterebbe dopo la bellezza di 14 anni ad una perdita sicura (Per semplicità non ho considerato slippage e commissioni, altrimenti il risultato sarebbe stato anche peggiore).
Il motore di questo trading system è molto semplice. Barre da 30 minuti, ingresso long sulla rottura del massimo del giorno precedente ed ingresso short con regola speculare.
Non c'è da stupirsi se il risultato è negativo.
La grande efficienza e la liquidità dell'S&P500 rende particolarmente difficile questa tipologia di approccio in trend following: la rottura di un livello avviene dopo diversi tentativi, il breakout non è l'approccio più efficiente. Si potrebbe provare con regole e pattern differenti, ma sarebbe davvero difficile raggiungere sia con operatività long che short un sistema in grado di guadagnare stabilmente nel tempo.
APPROCCIO IN MEAN REVERSION (LONG E SHORT)
Il grafico sopra riporta, per lo stesso periodo di tempo, l'equity line relativa ad una strategia che ha come motore un approccio in mean reversion: si valuta l'ingresso controtrend a mercato dopo che l'indice ha dimostrato una forza direzionale. Per fare ciò si utilizzano le bande di bollinger che tendono ad individuare gli eccessi "statistici" del prezzo rispetto alla media. Al verificarsi di alcune condizioni e con il prezzo che incrocia le bande, si entra long o short in direzione opposta al movimento attuale. Grazie allo studio ed alla conoscenza del mercato, il motore è stato "ottimizzato" per alcuni parametri (liquidità, orario, volatilità).
Come potete vedere, la strategia genera profitti, ma sopra tutto in maniera costante nel tempo. L'equity line non è immune da momenti difficili, tuttavia nessuna strategia è infallibile o adatta ad ogni condizione del mercato.
Anche gli stop sono stati parametrati al movimento medio del mercato.
In questa maniera volevo dare una visione d'insieme ed una risposta a tutti i vs. graditi commenti circa la mia operatività intraday. E' vero che opero in maniera discrezionale, ma cerco comunque di basarmi su uno studio solido sui comportamenti del mercato. Quando imposto alcuni valori di take profit o stoploss oppure la decisione o meno di aprire o chiudere una posizione è delegata ad alcune regole che, in alcune fasi funzionano meglio degli altri, ma che nel lungo periodo, fino ad un cambiamento dei fondamentali del mercato, tendono a performare meglio.
Il Consumer Sentiment Index non è mai stato così basso dal 1980"Abbi paura quando gli altri sono avidi e diventa avido quando gli altri hanno paura" - disse una volta Warren Buffett
SP:SPX
Se dovessimo seguire alla lettera quello che ha detto uno dei migliori investitori del mondo potremmo essere di fronte ad una buona opportunità di acquisto.
Capitolazione definitiva?La continua volatilità e assenza di acquirenti precede i seguenti appuntamenti:
il rapporto PPI di domani
il rilascio dei verbali dell'ultimo incontro del FOMC.
CPI giovedì
vendite al dettaglio venerdì.
È garantito che i risultati dei rapporti imminenti e dei verbali della Fed avranno un impatto importante sul trading a breve termine.
Potremmo vedere nuovi minimi da 52 settimane o potremmo assistere a un importante rally, tutto dipende da come i trader interpretano i dati.
Quindi, per coloro che sono avversi al rischio, non è un brutto momento per sdraiarsi e rimanere liquidi.
Per i più temerari, il livello sotto osservazione è 3635.
Aperture o chiusure dell’initial balance sotto 3635 ci porterà a un test di 3540
Aperture o chiusure dell’initial balance sotto 3635 ci sarà la tendenza verso 3685
Operazione intraday - Micro S&P500 11.10.2022La giornata odierna, sin dalle prime ore del mattino, sembra voler confermare il trend ribassista degli ultimi giorni, con un'apertura delle contrattazioni debole.
L'indice nel corso della mattinata europea, ha cercato di attaccare l'area 3580/3570, segnalata come un livello di supporto dove "dovrebbe essere presente" un eccesso di domanda.
Il prezzo ha lateralizzato in area 3580 per diverse ore: a primo impatto non ho trovato un setup d'ingresso.
Verso le ore 12 una reazione: l'indice si porta in area 3628 con un tentativo di recupero che, tuttavia, si avvicina ai massimi di giornata senza mai superarli. A questo punto inizia un nuovo movimento di reazione che riporta l'indice a testare nuovamente l'area 3580.
LS&P500 si ritrova nuovamente in una zona di supporto, dove è presente una confluenza tra: i minimi di giornata, un'area di eccesso di domanda e il canale inferiore delle bande di bollinger.
Decido di pianificare il trade:
- Buy limit a 3580 eseguito alle ore 16:00
- Stoploss a 3570
- Take Profit a 3600
L'ingresso sembra essere particolarmente fortunato, il trend prende la direzionalità del mio trade ed alle 16:39 viene toccato il mio take profit.
Venti punti di gain.
Nel momento in cui scrivo (17:35) l'indice continua al rialzo. La zona 3630/3635 potrebbe essere interessante per provare un'ulteriore operazione d'inversione.
ACQUISTI DI VIX E VENDITE DI EQUITY… IL QUADRO PEGGIORAANALISI COT REPORT del 09.10.2022
-CONTESTO
Termina rapidamente l’euforia sui mercati, la voglia di comprare asset rischio, la scommessa di un mercato del lavoro in rallentamento è già svanita.
Una settimana, quella trascorsa, che sembrava dominata dal risk on , dalla voglia di comprare equity a tutti i prezzi e sebbene i volumi fossero particolarmente ridotti, la bull trap è scattata, lasciando ancora una volta delusi gli operatori che speravano in dati del lavoro deboli, che avessero permesso alla FED di valutare un rallentamento nel suo piano di attacco all’economia, ed invece no!
Ancora venerdì i mercati sono rimasti scottati, da un’economia a stelle e strisce robusta come non mai, con la disoccupazione in netto calo dritta ai minimi, con tanti posti di lavoro creati e nulla di peggio per una FED che prova a tutti i costi a veder salire la disoccupazione, passo necessario per il rientro dell’inflazione.
Nessuna speranza, dunque, ci si proietta all’appuntamento con FED di inizio novembre aspettandosi già rialzi tassi senza freni, si parla oramai di un altro 0.75%, guardando con simpatia ad un +4.50% finale, che sembra oramai il target più ovvio da ricercare nelle azioni della banca centrale per raggiungere il tasso di equilibrio.
Non cede il mercato del lavoro, e la paura torna a cavalcare i listini mondiali che ripiegano pesantemente e si riportano non lontano dai minimi di questo 2022, e a condire ancora di più il piatto, la salita del vix, che trova le mani forti grandi acquirenti per la settimana appena trascorsa, segno che il peggio potrebbe essere solo iniziato.
-FOREX:
DOLLAR INDEX:
inesorabile la risalita del dollaro usa, che torna ad aggredire i massimi di periodi, con le mani forti che tornano agli acquisti e si riportano a 31679 contratti netti long, trascinando cosi dollar index a 112.75, pronto a balzare a 114.80 nuovamente.
Eurusd
Vero campanello di allarme questa settimana sono le posizioni nette lunghe che le mani forti stanno prendendo sul futures euro, portandosi a 43682 contratti netti lunghi, con un incremento di ben 9895 contratti nella sola settimana appena trascorsa.
Il dato di venerdi dei NFP ha decretato tuttavia la nuova caduta di eurusd a 0.9725 , aprendo la strada a nuovi affondi ribassisti fino 0.9537 minimo per questo 2022. Dobbiamo tuttavia ricordare che la Lagarde parlerà prima della FED, e potrebbe questo portare a speranze per interventi maggiormente aggressivi da parte della BCE per contenere un’inflazione a doppia cifra, mai vista prima per l’unione europea.
GbpUSd
Torna la sfiducia sulla sterlina, ancora in balia del nuovo PM e dei piani fiscali da mettere in atto, creando un mercato estremamente volatile e instabile, sia sul valutario che sull’equity e sul debito sovrano inglese, il che porta le mani forti a vendere ancora sterline con 49539 contratti netti corti.
I prezzi tornano a balzare verso i minimi, a 1.1090-75 dopo il test delle resistenze a 1.14-1.1425.
AUDUSD
Debolezza strutturale per le oceaniche, che seguono le sorti dei mercati equity, con ribassi importanti anche nel posizionamento delle mani forti, che si portano a +27764 contratti netti corti per il dollaro australiano trascinando i prezzi a 0.6365 aprendo cosi la strada a nuovi minimi per questo 2022.
NZDUSD
Non da meno il dollaro neozelandese, dove le mani forti si spingono a -13978 contratti rispetto ai precedenti 11471 contratti short, con i prezzi che si portano al test dei minimi precedenti a 0.5604-0.5575 pronto per eventuali nuovi allunghi ribassisti, solo la tenuta dei minimi potrebbe dettare inversioni di rotta nel breve , che non avrebbero comunque supporto dalla congiuntura macroeconomica attuale. La forza schiacciante del biglietto verde non è ancora al suo termine.
Usdcad
Il dollaro canadese trova nuove posizioni nette corte per le mani forti con ben 21407 contratti short, il che aiuta la salita di usdcad che torna al test dei massimi a 1.3733 , non lontano da 1.3840 prima vera resistenza, oltre la quale si aprono nuove prospettive di allunghi rialzisti.
Usdjpy
Nulla da fare per lo yen, che torna a crollare, anche dopo la dichiarazione della BOJ di sostenere la divisa direttamente sul mercato fx. Dop un primo netto movimento di reazione dai minimi, la caduta è stata Altrettando valida e le mani forti continuano a tenere posizioni per ben 81623 contratti netti corti.
Usdjpy non trova quindi le condizioni per delle nuove discese e va a testare le resistenze chiave a 145.90 prossimo all’eventuale break out che aprirebbe nuovi scenari rialzisti e nuovi massimi per questo 2022.
-EQUITY:
ben poco da fare per il ondo equity che torna ad aggredire i minimi, dando conferma del sentiment espresso dai dati del cot report e dal posizionamento netto corto che permane sui principali listini. a pesare ancora di più questa settimana sono le posizioni long in netto incremento sul VIX che aprono a scenari di panic selling forse peggiori degli attuali.
SP500
Torniamo a -209297 contratti netti corti per l’indice americano, che trova ora supporto nei dati del lavoro usa, e nella paura di una FED iperaggressiva, e torna cosi ad aggredire i minimi di periodo, portandosi a 3656 pnt, non lontano dai 3580 minimo del 2022, con la prospettiva di eventuali break out ribassisti.
Nasdaq
Non meglio il comparto tech, che peggiora di gran lunga la sua condizione con posizionamenti netti da parte delle mani forti che passano a -3761 contratti, decretando la svolta netta anche per i tech.
Inesorabile la discesa, si torna a 11 100 pnt, senza possibilità di superare le resistenze, ma aprendo la strada nuovi allunghi ribassisti che potrebbero portare i prezzi anche oltre la soglia dei 11 000 pnt
COMMODITIES
Per le commodities attenzione al Ngas, che no trova ancora prese di profitto convincenti nelle mani forti, che insistono il loro posizionamento netto short, portandosi a 159096 contratti netti corti. Pur fermando i prezzi a 6.75$, lasciando tuttavia la possibilità di ulteriori affondi ribassisti.
Ci proiettiamo dunque all’appuntamento con la FED del prossimo mese avendo ben presente l’aggressività che potrebbe essere espressa nelle politiche monetarie pur di contenere la corsa a rialzo dei prezzi, e ponendoci in condizione di massima allerta e cautela per un risk off che potrebbe tradursi rapidamente in panic selling.
buon trading
Salvatore Bilotta
I grafici parlano più di quanto si possa pensareOggi non tratteremo i rendimenti del decennale americano, ne abbiamo parlato già nel Market Recap, Week 26 Sept-30 Sept 2022.
Molte persone sono preoccupate per i tassi d’interesse che spingono sempre più in alto. Tuttavia, molti dei grafici di forza relativa che seguiamo non sono d’accordo.
Se davvero i mercati fossero veramente preoccupati da un aumento futuro dei tassi, NON vi sarebbe alcun motivo (NESSUNO!) per comprare titoli Growth a bassa capitalizzazione..in quanto si comprerebbero titoli Value.
Cosa dicono i nostri amati grafici?
Dal minimo di maggio, i successivi minimi di giugno e settembre dell'S&P 500 sono stati accompagnati da una rotazione dei capitali verso le società a piccola capitalizzazione Growth.
Il PPO nel pannello in alto del grafico è quasi sempre rimasto sopra la linea dello zero e ora sta tornando al rialzo sottolineando lo slancio rialzista della crescita delle small cap.
Sì ma..i prezzi sono comunque scesi!
Sì. L'azione sui prezzi dell'S&P 500 di breve periodo è diventata ribassista a settembre, stabilendo un nuovo minimo di cui si ha comunque bisogno della conferma dei prezzi.
Semplicemente, la rotazione settoriale al momento non supporta l'argomento ribassista.
Solo 9 mesi fa, e chi ci segue da tanto tempo se lo ricorda, si stava verificando l'esatto contrario. L'S&P 500 registrava un massimo storico, ma i capitali stavano ruotando verso le aree più difensive e Value.
Sappiamo tutti come è andata a finire, vero?
SE L'AZIONARIO RIMBALZASSE? DELLE BUONE SCELTE: ORO ED ETF "XME"IL DOLLARO COME BENE RIFUGIO E L’INDICE DI FORZA SPX/DXY
Dall’inizio del 2022, ogni qualvolta si sono registrati dei ribassi sul benchmark di riferimento S&P500 (nell’immagine seguente evidenziati da dei rettangoli di color rosso), le incertezze (o paure) degli investitori sono aumentate, con relativo incremento del VIX che, negli stessi momenti, si è correlato inversamente all’S&P500 stesso. Nell’immagine possiamo osservare la forte correlazione inversa tra i due.
Chi si poteva comportare da bene rifugio? Sicuramente un asset correlato positivamente all’indice di volatilità, che andava dunque ad apprezzarsi all’aumentare delle incertezze. Quest’ultimo è stato il dollaro americano:
La sua forte correlazione diretta con l’indice di volatilità è testimoniata dal coefficiente di correlazione stesso che si attesta negli ultimi 20 giorni a valori di +0.91 (correlazione diretta quasi perfetta).
Il suo ottimo comportamento da bene rifugio è ben evidenziato dalla grafica che segue, dove vado a correlare la stessa currency con l’S&P500:
Ogni qualvolta il riferimento azionario ha registrato dei ribassi (all’interno delle zone evidenziate dai rettangoli di color rosso) il dollaro si è apprezzato; viceversa, all’interno delle zone evidenziate dai rettangoli di color azzurro (corrispondenti ai ritracciamenti dell’S&P all’interno del bear market) possiamo osservare come il dollaro abbia registrato prestazioni più deboli (perché veniva meno la forza derivata dalla sua qualità di safe heaven). Da quest’ultimo piccolo ragionamento, cosa ne deriva? Una correlazione inversa tra questi ultimi due!
Per concludere il paragrafo, possiamo creare un indice di forza tra S&P500 e US Dollar (SPX/DXY):
• Quanto più l’indice di forza registra dei ribassi, tanto più il dollaro sovraperforma l’SPX (etf del benchmark)
• Quanto più l’indice di forza registra dei rialzi, tanto più SPX sovraperforma il US Dollar
Come potrà mai essere il coefficiente di correlazione tra l’indice di forza e il VIX? In territorio negativo, come mostra l’immagine. Negli ultimi 20 giorni, essa si attesta addirittura a -0.96 (ancora più forte della correlazione positiva tra US Dollar e VIX che, come abbiamo visto precedentemente, si attesta a +0.91).
Com’è da leggere questa informazione?
• Se il dollaro registra delle sedute di contrattazioni migliori dell’S&P500 (con l’indice di rischio che registra allo stesso tempo dei ribassi) siamo in clima di risk off; viceversa, di risk on!
Questo significa che l’indice di forza SPX/DXY può essere considerato un ottimo indicatore risk on/risk off per il contesto di mercato che viviamo da inizio anno. A conferma di ciò arriva la sua correlazione diretta con un altro indicatore di rischio che utilizzo sempre, quello tra il settore azionario dei beni ciclici rispetto a quello dei beni difensivi (o di prima necessità):
Ci tengo a ricordare un concetto fondamentale: l’indice di forza tra XLY (beni ciclici)/ XLP (beni di prima necessità) costituisce un ottimo indicatore di rischio perché:
• Quando gli investitori concentrano i loro acquisti maggiormente su aziende cicliche (ossia tutte quelle che sono fortemente influenzate dai cicli economici, come il settore automobilistico) rispetto a quelle difensive (ossia tutte quelle che non sono influenzate dai cicli economici come, ad esempio, Procter & Gamble), l’indice di forza tende ad apprezzarsi segnalando il “risk on nei mercati”
• Quando gli investitori concentrano maggiormente i loro acquisti su aziende difensive rispetto a quelle cicliche, l’indice di forza tende a deprezzarsi segnalando il “risk off nei mercati”
SE L’AZIONARIO AMERICANO RIMBALZASSE FORTEMENTE, QUALI POTREBBE ALCUNI TRA I MIGLIORI ASSET? ORO ED ETF “XME” METALS & MINING
Il 3 e il 4 ottobre abbiamo assistito a due forti sedute di rimbalzo dell’azionario americano. La domanda che molti si porranno è:
“Se il rimbalzo continuasse per qualche tempo, quali potrebbero essere gli asset migliori?”
Facciamo dunque un’ipotesi:
Ipotizziamo che l’S&P500 rimbalzi di 15 punti percentuali e vada a rivisitare la struttura di prezzo dei 4150$ evidenziata nella grafica da un rettangolo di color grigio.
Bisogna chiedersi a questo punto che comportamento dovrebbe mostrare l’indice di rischio SPX/DXY se le stesse condizioni di mercato mostrate nel paragrafo 1 dovessero persistere:
• Vista la correlazione inversa tra S&P500 e VIX, se il benchmark dovesse apprezzarsi, il VIX dovrebbe deprezzarsi
• Vista la correlazione diretta tra dollaro americano e VIX e quella inversa tra S&P500 e lo stesso dollaro, se il benchmark dovesse apprezzarsi e il VIX deprezzarsi, allora la currency dovrebbe a sua volta “svalutarsi”
Da questo ne conviene che:
• Se le condizioni di mercato persistessero e l’S&P500 rimbalzasse di 15 punti percentuali, allora l’indice di forza SPX/DXY dovrebbe sicuramente apprezzarsi
Avendo capito che gli antagonisti del risk-on sono il dollaro e il VIX (con i loro relativi apprezzamenti), nasce dunque la necessità di ricercare un asset che si muova in controtendenza rispetto ad essi che è rappresentato, in questa analisi, dall’oro!
Infatti:
• Esso, dal mese di maggio, è correlato in maniera fortemente inversa al dollaro (coefficiente di correlazione negli ultimi 20 giorni pari a -0.82)
• Esso, da inizi agosto 2022, è correlato inversamente all’indice di volatilità; il coefficiente di correlazione presenta un valore di -0.73 per i 20 giorni precedenti
Dopo queste due grafiche vien da chiedersi: quale può essere la correlazione tra oro e indice di rischio SPX/DXY?
Da inizi maggio 2022 la correlazione appare diretta, con l’indice di correlazione che ad oggi segna un +0.78, simboleggiando una correlazione forte.
Prima ho ipotizzato che nell’eventualità in cui il benchmark rimbalzasse oltre di 15 punti percentuali, l’indice SPX/DXY dovrebbe muoversi al rialzo.
Chiediamoci: che prestazioni ha dimostrato l’oro da inizi maggio ad oggi ogni qualvolta lo stesso indice di forza si è apprezzato?
Sono state buone prestazioni. Osservate i rettangoli di color rosso:
• Dal 18 maggio al 7 giugno ha realizzato una performance del +2.04%
• Dal 14 luglio al 15 agosto un +5.04%
• Dal 26 settembre al momento della scrittura dell’analisi (4 ottobre, ore 18:40) un +6.3%
Spero di essere stato chiaro sul fatto che se le condizioni di mercato dovessero persistere, l’oro potrebbe essere tra i migliori asset. Ma…non solo! Una delle correlazioni che sto osservando attentamente da qualche tempo è quella esistente tra lo stesso metallo prezioso e l’ETF SPDR S&P METALS & MINING.
Esso presenta ticker “XME” e fornisce esposizione al segmento “metalli ed estrazione mineraria” che comprende le seguenti sotto industrie:
• Alluminio
• Carbone e combustibili di consumo
• Rame
• Metalli diversificati ed estrazione mineraria
• Oro
• Metalli preziosi e minerali
• Argento e acciaio
Le prime 5 partecipazioni nel paniere sono:
• Peabody Energy Corp: 4.63%
• Consol Energy Inc: 4.26%
• Hecla Mining Corp: 4.23%
• Newmont Corp: 4.16%
• Royal Gold Inc: 4.13%
Che correlazione esiste tra esso e l’oro?
Fortemente positiva. Il coefficiente di correlazione a 20 periodi si attesta a valori di +0.91. La grafica mostra come ad un apprezzamento dell’oro corrisponda il rafforzarsi di XME (idem se si tratta del deprezzarsi dello stesso metallo prezioso e dello stesso indebolirsi dell’etf metals & mining).
Quali potranno dunque essere le prestazioni di XME all’interno delle fasi rialziste dell’indice di forza SPX/DXY?
• Dal 18 maggio al 7 giugno ha realizzato una performance del +13.4%
• Dal 14 luglio al 15 agosto si è apprezzato di 22.8 punti percentuali
• Dal 26 settembre al momento della scrittura dell’articolo (4 ottobre ore 19:45) un +14.2%
Perché queste forti prestazioni? Per la grande correlazione diretta tra lo stesso ETF e SPX/DXY:
Si pensi che, ad oggi, la forte correlazione positiva tra i due si attesta al +0.94, ben superiore a quella che aveva mostrato l’oro, di +0.78.
Spero di non avervi ubriacato troppo con queste correlazioni, purtroppo sono appassionato.
Se l'azionario rimbalzasse del 15%? i migliori asset: oro e..etf metals & mining
Matteo Farci
Inversione del rendimento del tesoro a 10 anniUn sviluppo interessante della settimana è la candela d’inversione sul grafico settimanale del rendimento del tesoro a 10 anni ($TNX).
Una candela molto simile si è presentata a giugno e unita con una divergenza sul PPO settimanale (frecce blu)
Ora si sta presentando la stessa situazione con una divergenza ancora più accentuata rappresentata dalle frecce rosse, che ingloba quindi la precedente e con i rendimenti che hanno toccato il 4%.
La divergenza negativa aumenta le probabilità di un test SMA a 20 settimane e successivamente 50 (meno probabile della prima, ma andiamo per gradi) almeno nel breve periodo.
Se ciò dovesse accadere, i titoli più orientati al growth sul NASDAQ 100 avranno una buona performance.
IL MONDO RALLENTA, E LE BORSE FESTEGGIANO!IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 04.10.2022
-CONTESTO
Chiaro a tutti gli operatori oramai la determinazione con la quale le banche centrali rimarranno con toni hawkish per frenare la corsa dell’inflazione e colpire pesantemente la domanda, ma la scorsa settimana, una breccia è stata aperta nel muro di fermezza delle banche centrali occidentali, con la BOE che ha fatto una piccola marcia indietro, ritardando la partenza del programma di QT e apprendosi ad ulteiori acquisto di Gilt!
Alla necessità di un’economia in difficoltà, le politiche fiscali ricorrono ancora alla richiesta di liquidità e le banche centrali sembrano disposte a rispondere!
La domanda ora resta: quando sorgerà nuovamente la necessità di liquidità?
Come già più volte da noi richiamato nelle nostre analisi , il dollaro ripiegherà solo quando l’economia Usa mostrrerà chiari segnli di rallentamento, cosi da fare strada alla possibilità di banche centrali nemo aggressive, e la fame di dollari potrebbe essere cosi placata da nuovi linfa!.
Ieri i primi segnali di rallentamento mondiale i PMI pubblicati da Jp Morgan e ovviamente i dati ISM per l’America, che segnano il passo ad una forte frenata dell aprodzione industriale, con le aziende manifatturiere che portano il dato al +50.9% , ad un soffio dalla fase di recessione della produzione!
Ovvio che un dato conclusivo sotto il 50% sarebbe indiscutibilmente negativo, ma l’attuale trend di ribasso delle rilevazione di questi dati sono già sufficienti ad esplicitare la tendenza in atto!
Calano i nuovi ordini, calano la nuove assuzioni, salgono le scorte nei magazzini, insomma tutto lascia pensare ad imprese che si preparano ad un lungo fermo delle attività, il che crea nubi di profonda incertezza per il futuro più lontano.
Ma il motto per gli operatori resta lo stesso: BRUTTI DATI, SONO OTTIMI DATI!
Si perché la chiara difficoltà dell’economia mondiale, pone un passo più vicino la fine delle politiche hawkis della Fed e delle altre banche centrali mondiali e per questo le borse festeggiano, con i primi rialzi di questo inizio di trimestre.
-FOREX
Il comparto valutario trova respiro dal super dollaro, che come anticipato, inizia aconfermare i suoi ribassi al confermarsi di una congiuntura economica in rallentamento, che tuttavia dovrà trovare conferma nei dati sull’occupazione in pubblicazione il giorno 7 ottobre.
Dollar index passa dai massimi di 114.80 al test dei primi supporti a 111.60, ponendo le condizioni base per ulteriori affondi ribassisti fino 109.40 prima e 107.50 poi, senza tuttavia ancora invalidare il trend di lungo periodo nettamente rialzista.
Se vacilla il dollaro , ecco che le altre majors trovano spazio per interessanti recuperi a partire dalle oceaniche, che hanno abbondanti spazi di recupero dai minimi battuti in queste ultime settimane, ed è cosi che il dollaro neozelandese di porta al test delle resistenze a 0.5740 oltre le quali si potrebe assistere ad allunghi rialzisti fino le aree di 0.5880-0.59 figura.
Anche il dollaro australiano va al test delle resistenze poste a 0.65 e ¼ livello da rompere per parlare di possibili allunghi riazlisti degni di questo nome, e che porterebbero il test dei minimi a 0.6350 ad essere un ricordo lontano.
Non da meno eurusd, che consolida al momento nelle aree tra 0.9740 e 0.9850, con le medie mobili veloci che iniziano ad incrociare le medie mobili lente a rialzo per dare possibile struttura rialzista ad uno dei cambi attualmente ancora più penalizzati dal super dollaro.
-EQUITY
Se il comparto fx festeggia la debolezza del dollaro, fanno tanto meglio le borse mondiali, che partono in questo q4 con un vero e proprio boom rialzista, segnando ieri rialzi che vanno dal 2.50di s&p al 2.79 del nostro indice italiano al +2.80del nikkey al 2.31 del Nasdaq!
Rispondono alla grande i supporti di nasdaq posti a 11000pnt, e non sembra impossibile rivedere i test delle mm21 poeriodi daily a 11790 pnt, che ancora non invaliderebbe il mercato bearish in atto.
Recupera anche il dax che dai minimi di 11850 pnt si porta 12220pnt, ma resta resistenza chiave da rompere i 12440 pnt per parlare di potenziale inversione di tendenza, che resta tuttavia ancora senza nessun vero supporto nella congiuntura macroeconomica europea che ricordiamo essere ancora alle prese con una profonda crisi energetica.
-COMMODITIES
Recupera anche il gold, che mantiene viva la correlazione iversa con il mondo dei rendimenti sovrani , che ieri hanno visto ancora debolezza, offrendo sponda alla debolezza del dollaro usa, per trovare un gold decisamente tonico, che recupera dai minimi di 1610$ e balza in 4 sedute a 1699$, aprendo la strada a possibili allunghi rialzisti fino 1723$ prima e 1746$ poi.
Ancora una settimana ricca di eventi e dati macroeconomici che possono stravolgere il mood in atto, pertanto continuiamo a raccomandare la massima prudenza per un 2022 decisamente volatile!
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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BTC inizia a decorrelarsi?Bitcoin sta attraversando una fase alquanto piatta in termini di volumi e di prezzo.
Motivo per il quale oggi andiamo ad analizzare la correlazione di BTC con la finanza tradizionale.
In alto ci sono i grafici dell'S&P500 e del Nasdaq100.
Come si può vedere dalle linee sul grafico nell'ultima settimana c'è stata una, seppur piccola, divergenza tra la direzione dei due indici e BTC.
Era da molto tempo che BTC dimostrava una forte correlazione con i mercati tradizionali, questo dovuto dall'ingresso di molti istituzionali in BTC. Infatti, ha reagito allo stesso identico modo, (seppur con più volatilità) a tutte le notizie/manovre della FED.
Il prossimo dato importante sarà il CPI che ci sarà il 13 Ottobre. Sarà interessante vedere come BTC reagirà.
S&P verso i 3200 punti?L'indice S&P 500 (SPX) rompe il supporto dei 3600 punti - importante livello psicologico della figura di doppio minimo - e si dirige verso nuovi minimi.
Mi chiedo se la forza al ribasso possa spingere la Price Action ai livelli di 3200 punti entro l'inizio del prossimo anno, convalidando l'ABCD pattern con una armonicità, tra i due impulsi ribassisti, del 94%.
D'altra parte non si può nemmeno escludere una trappola, con possibile ritorno ai livelli di 3800 punti, essendo stata la rottura al ribasso accompagnata da pochi volumi ampiamente sotto la media mobile dei 20 periodi. Tenderei ad escludere questa possibilità, visto il momento storico in cui ci troviamo, ma sappiamo bene che il mercato può rimanere irrazionale più di quanto noi possiamo rimanere solvibili.
Buona domenica,
Silvio
Mid e Small Cap Growth nel mirinoL’indice S&P 500 ha fissato un altro minimo di mercato per questo 2022 solo pochi punti sotto il minimo precedente stabilito martedì.
Anche la lettura del rapporto put-call equity-only ha raggiunto un altro massimo a 0.84.
Questa è una lettura ESTREMA e sottolinea il sentimento ribassista che permea il mercato azionario.
Se osserviamo un grafico H4 dell'S&P 500 per noi è chiaro, almeno a breve termine, di cosa abbiamo bisogno per invertire l'attuale momentum ribassista; rompere questo canale ribassista e successivamente area 3900 punti.
Nei due pannelli in basso del grafico vediamo che in queste ultime due settimane, nonostante l’indice faceva sempre nuovi minimi, le Small e Mid cap Growth hanno registrato una sovra performance degna di nota su base relativa.
Ed è questa l’area del mercato dove si deve concentrare la nostra attenzione, poiché se e quando il mercato ripartirà, queste aree del mercato probabilisticamente saranno avvantaggiate!
E’ opportuno cogliere queste società (e non solo) vicino ai supporti poiché la possibilità di falsi break long aumenta considerevolmente in questo contesto di mercato