T-NOTE 10 ANNI USA AL 3%... COSA SUCCEDE ORA?BUONGIORNO FOREX DEL 03.05.2022
Aumenta l’attesa per l’appuntamento con la Fed di mecoledi, i segnali di preoccupazione da parte degli investitori continuano ad aumentare, con le borse usa che ieri hanno registrato nuovi minimi di questo 2022 e i rendimenti del decennale americano che toccano il 3.00%, mentre il dollaro americano consolida sulle aree di massimo.
Resta invariata la tensione sui mercati, che non vedrà allentamenti fino alle dichiarazioni di Powell attese per mercoledì, con il rialzo tassi di 50Bp e un alleggerimento di bilancio atteso per 95mld $ /mese, composto da $60mld in treasury e $35 mld in titoli garantiti da ipoteca. A questo dobbiamo aggiungere le forti vendite che il Giappone, uno dei massimi detentori di debito USA sta costantemente effettuando sul mercato, anche a causa di un fortissimo costo di protezione dal rischio cambio considerando un usdjpy a 130.25
La FED è chiamata dunque a dare un forte segnale di lotta all’inflazione, e per mantenere salda la sua credibilità non potrà tenere un costo del denaro troppo basso per questo 2022, anno nel quale si stima un adeguamento al 2.25% come “idoneo “ a contrastare l’inflazione, mentre valori più bassi potrebbero essere visti come debolezza della FED e quindi dell’economia americana.
Presto ovviamente per fare proiezioni di cosi lungo respiro con un’economia globale tanto mutevole, limitiamoci a constatare i fatti e seguire i mercati, che al momento trovano vendite pesantissime nel comparto obbligazionario, facendo volare i rendimenti, portando il decennale usa al +3% il che sembra aver dato ulteriore fardello al comparto equity, che ha visto nuovi minimi per questo 2022 con il nasdaq che ha toccato quota 12712 pnt e S&p quota 4057pnt.
Rimaniamo con una view ribassita, ma attendiamo test delle aree di resistenza di 4237pnt per tentare ulteriori ingressi short, e 13330per il nasdaq, per avere un miglior rischio /rendimento.
Il dollar index non abbandona i massimi di periodo e resta ancorato alle aree di 103.80 massimo e 103 minimo, e crediamo plausibile un consolidamento in queste aree fino a mercoledì , mantenendo pertanto invariato anche il sentiment degli operatori retail che resta fermo all’81% corto.
Di riflesso tutto il mondo forex resta in una correlazione dollaro centrica che non permette ai cambi principali contro dollaro di prendere alcun tipo di direzionalità, mantenendo di fatto stabili tutti i posizionamenti del mondo retail con eurusd fermo ad un 80% long , usdjpy con un 77% short e cable con un 82% long.
Iper esposizioni ovviamente anche sulle oceaniche, sempre contro dollaro usa, con audusd che conferma un 85% long e nzdusd che conferma un 84% long dei retail, senza dare particolari indicazioni di contro trend.
Restano pertanto di maggiore interesse i cross come nzdcad, con un 93% long, e prezzi schiacciati sui minimi di 0.8260 , area che se dovesse mostrarsi in grado di reggere potrebbe decretare interessanti ripartenze rialziste.
Di nostra attenzione anche gbpcad, che dopo i fortissimi ribassi visti nel mese di aprile, sembra trovare supporto sulle aree di 1.6075, minimo di ieri, da quale eventuali allunghi sopra 1.62 figura potrebbero decretare la nascita di trend rialzisti, pronti ad allunghi fino 0.165 figura, ma il sentiment retail resta ancora molto spinto al 90% long, e sono ancora poche le ricerche di posizionamenti short, che decreteranno la fine del ribasso. Rimaniamo pertanto vigili sui mercati, e focalizziamoci sul mondo dei cross, che potrebbero in questa fase dare maggiori soddisfazioni ed occasioni rispetto al mondo delle majors.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
S&P 500 (SPX500)
BTC & S&P500: Amici da una vitaVogliamo condividere con voi questo " fantastico " grafico rappresentante la forte correlazione che ha caratterizzato il mercato cryptovalutario ( Bitcoin ) con l'indice azionario americano S&P500 .
L'indice di correlazione " normalizzato " si attesta sulla soglia dello 0.95. Ciò significa che, in termini assoluti, BTC ha storicamente sempre presentato un andamento in linea con il mercato tradizionale visto e considerato che ciò che fa il mercato USA, spesso impatta su tutti gli altri mercati, specie quello Europeo.
Sebbene in termini percentuali i due mercati differiscono molto, in termini di direzione, sembrano andare molto d'accordo. Questa considerazione deve far riflettere in quanto, quando pensiamo a Bitcoin, lo immaginiamo come un forte antagonista dei mercati tradizionali. Quasi come un supereroe chiamato in causa dai retail per portare giustizia sui mercati finanziari.
In verità, sebbene l'andamento del prezzo sia dettato dai così detti cicli di Halving , Bitcoin non sembra affatto esterno a quello che comunemente viene chiamato ciclo economico .
Certamente potrebbe essere una casualità. Magari il ciclo da halving è quasi sempre coinciso con movimenti importanti del panorama azionario tali per cui in realtà non è stata la spinta dei mercati in generale a portare in alto il prezzo di questo asset ma la sua struttura economica deflazionistica. E' allo stesso modo vero che, non possiamo certo ignorare questa considerazione. Difatti, molti progetti PoW replicativi di BTC non ha performato affatto a conferma del fatto che il meccanismo della domanda-offerta, resta una variabile padrona nel processo di formazione del prezzo di un asset decentralizzato.
La conclusione?
Quando pensiamo ad un investimento su BTC , non possiamo quindi evitare di prendere in considerazione l'andamento del mercato tradizionale, nel bene o nel male.
Un'altra cosa che possiamo notare è che il crollo del mercato decentralizzato, spesso anticipa quello tradizionale.
Certamente, non possiamo affermare che il mercato azionario segua quello cryptovalutario perchè ciò sarebbe privo di ogni logica finanziaria. Resta però un dato di fatto che l'inizio di un trend decrescente su BTC anticipi andamenti decrescenti del mercato azionario.
Gli asset speculativi sono da sempre i primi a correggere in un contesto di bear market. Poi seguono le large cap e gli indici.
Perchè questa considerazione per noi crypto investitori dovrebbe assumere particolare rilevanza? Perchè significherebbe ammettere che Bitcoin non è un buono strumento di hedging ne tantomeno rappresenterebbe un asset indipendente al ciclo economico tradizionale.
Restiamo dell'opinione che l'introduzione della finanza decentralizzata nel contesto dei mercati finanziari, sia una svolta epocale portatrice di innovazione e benessere collettivo.
Le considerazioni sopra esposte, sono frutto semplicemente dell'evidenza empirica e non vogliono assolutamente screditare i fondamentali dietro i progetti cryptovalutari.
SALE LA PAURA, AUMENTA LA VOLATILITà E CI CERCANO COPERTURE.ANALISI COT REPORT del 31.04.2022
Bentornati alla consueta rubrica settimanale dedicata all’analisi del posizionamento dei big players sui futures , questa settimana una lettura più ampia assume un valore ancora più importante considerato l’avvicinarsi dell’intervento della FED previsto per mercoledi 4 maggio.
L’analisi del COT report , che ricordiamo non essere infallibile, offre tuttavia un’idea più chiara di quello che può essere il posizionamento degli attori che compongono i mercati e quali possono essere le aspettative e le posizioni strategiche da assumere, tanto più alla vigilia di un appuntamento cosi importante e atteso come quello di mercoledi prossimo.
La nostra rubrica si sta via via ampliando e gli asset che monitoriamo aumentano di settimana in settimana, scoprendo con un’attenta lettura, quanto le correlazioni intra-market si evidenzino in maniera chiara nel posizionamento dei non commercial che questa settimana, sembrano essersi focalizzati sulla copertura di portafogli da possibili risk off.
I primi segnali che ricerchiamo sono nel valutario, con un crollo nelle posizioni nette lunghe delle valute come Euro e Sterlina , per dare spazio al Dollaro americano e allo Yen giapponese.
I big players comprano anche indici, ma al contempo sembrano cercate copertura anche in posizionamenti sul VIX e sul mondo commodities special modo i metalli, seppur il comparto energy segue la strada degli acquisti, ma procediamo con il consueto ordine.
Calano le posizione nette lunghe sull’euro, dove i large speculators, passano dai 31301 contratti netti lunghi a 22201 non dando segnali di ritrovata fiducia nella moneta unica e nelle politiche della BCE, che continuano a rimanere attendiste pur considerando le ultime rilevazioni dell’inflazione in eurozona, al nuovo record del +7.5%. l’orizzonte temporale di un possibile trimestre di attesa, prima di possibili rialzi tassi, sembra forse troppo lungo per gli investitori, che liquidano posizioni, portando eurusd ai minimi di 1.0490, per poi chiudere la settimana in leggerissimo recupero a 1.0580. le possibilità di vedere storni sul futures euro, sono legate a nostro parere solo ad una plausibile dinamica di buy on rumors and sell on news, che porterebbe a prese di profitto sul biglietto verde e conseguenti recuperi delle altre majors.
Crollo della sterlina, che da oramai 8 settimane consecutive trova nei big players esclusivo sentiment ribassista con incrementi costanti del posizionamento netto corto, che questa settimana passa a -69621 contratti rispetto ai -58914 della scorsa settimana in un rally partito ad inizio marzo 2022.
Anche in questo caso è notevole la performance negativa del futures sul british pound, che dalle aree di 1.3142 , open di aprile, ha toccato i minimi di 1.2412, per chiudere con un respiro solo nelle ultime ore di contrattazione di venerdi a 1.26 figura. L’aspettativa nella congiuntura macro resta tra le peggiori, ma anche in questo caso si spera nei possibili storni di breve del biglietto verde, che darebbero fiato alle altre majors di recuperare qualche punto percentuale, almeno nel breve periodo, non invalidando l’idea di un mega trend per il dollaro americano.
Recupera qualche posizione lo yen giapponese, che sui ribassi del comparto equity, e a nostro parere, sui timori di ciò che potrebbe fare la FED il 4 maggio, ha trovato acquisti da parte dei big players che si sono portati a -95535 contratti corti, con una ricopertura in una sola settimana di ben 11652 contratti.
Il futures yen mette a segno ancora un mese di aprile devastante in termini di performance che si assesta a -7.00% dall’open mensile, e ad un -12.20% da inizio marzo. Performance pesantissime per un valutario in due mesi, che trovano giustificazione solo nella politica ancora iper-espansiva della BOJ, che seppur contenta di una valuta debole, inizia a preoccuparsi della velocità con la quale lo yen perde terreno. Anche in questo caso crediamo che l’intervento della FED di mercoledi , che darà ampie indicazioni per il QT, potrebbe generare uscite dal mondo equity, e dare agli operatori motivazioni più valide per riacquistare uno yen tutto sommato a buon prezzo.
Restano sostenute le posizioni long dollari, dove i big players restano con 33879 contratti long, rispetto ai 32580 della scorsa settimana, mantenendosi pertanto in media rispetto ai valori di questo 2022.
Dollar index che trova nelle aspettative della FED una forza imponente, si è portato sui massimi di periodo area 103.25 , dopo aver testa 103.80 massimi del 2016.
Tutto ora nelle mani di Powell che dovrebbe confermare un rialzo tassi di 50BP e l’inizio del QT, che potrebbe dare vita a vendite corpose di asset obbligazionari con una conseguente risalita dei rendimenti, che hanno già testato le aree di 3% per il decennale, area che potrebbe a questo punto violata con agilità.
I big players comprano anche equity, con forti posizionamenti su S&P e Nasdaq, dove sono netti long con 15833 contratti e ben 122750 contratti netti lunghi sullìS&P, ma ad attrarre la nostra attenzione sono tuttavia i posizionamenti sul vix.
Dopo un forte scarico di posizioni nette lnghe sul vix, i large speculators sono 3 settimane, che incrementano il posizionamento long, passando da -81353 contratti a a-72225 attuali. Se consideriamo che il posizionamento su questo asset non è mai netto positivo, possiamo meglio renderci conto di come i large speculators siano di fatto non lontano dalle minimi esposizioni nette corte, viste solo ad inzio 2022 e nel marzo 2020 periodo che noi tutti ricordiamo per l’esplosione della pandemia.
Riflettiamo dunque sulla volontà dei big players di comprare asset equity, ma anche di cercare rifugio nel VIX e in asset come yen giapponese e dollari.
Andiamo verso la conclusione dando uno sguardo al comparto energy, dove troviamo forti acquisti sia di crude oil che di nGas, il che confermerebbe la paura degli investitori che preferiscono essere coperti con importanti percentuali di commodities nel loro portafoglio, special modo energy, per le vicende che noi tutti oramai conosciamo.
Approfondimento lo concediamo al Ngas, dove il posizionamento dei large speculators si riposiziona questa settimana sopra la sua media a 21 periodi, e considerando un incremento di ben 12626 contratti netti lunghi, si lasciano aperte le porte a possibili ulteriori allunghi verso i massimi di 8$
Si conclude la nostra rubrica con l’inserimento del posizionamento sui metalli preziosi come silver e gold e per ora il palladio, dove si evidenzia una netta decorrelazione tra il posizionamento netto lungo sul gold ,c he questa settimana ha trovato ulteriori 8366 contratti long, e il silver con pur sempre posizione netta lunga e 35406 contratti, ma uno scarico di ben 11023 contratti in questa sola settimana.
Rimaniamo pertanto vigili e cerchiamo posizioni di prudenza fino al 4 maggio, data in cui la FED ci darà indicazioni più chiare e potrà dettare ritmo ai mercati per i prossimi mesi.
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta
L’INIZIO DELLA FINE?BUONGIORNO FOREX DEL 29.04.2022
Vacillano le certezze di un’economia americana robusta, i dati pubblicati ieri sul Pil del Q1 2022 sono usciti ben al di sotto delle aspettative, con un -1.4% rispetto ad un già misero +1.1% atteso, se consideriamo il Q4 2021 uscito a 6.9% allora l’effetto di un possibile rallentamento si rende più evidente.
Ieri è stata anche giornata di trimestrali in USA per le grandi aziende del tech come Amazon ed Apple, e il dato che davvero dovrebbe farci riflettere, come sempre per chi opera sui mercati finanziari, sono le prospettive future. Si perché pur considerando ottimi i dati del Q1 rilasciati da Apple ad esempio, le prospettive per i prossimi trimestri sono tutte viste in notevole rallentamento, tanto da portare i titoli del big tech americano a pesanti ribassi dopo le chiusure.
Come ben sappiamo i mercati finanziari lavorano sulle prospettive, e non sui dati certi che si conoscono già, e al momento le prospettive future, al netto delle rassicurazioni dei banchieri centrali, non sembrano poi cosi incoraggianti da convincere gli investitori.
Alla luce di quanto detto, non possiamo non guardare alle performance di questo aprile 2022 che sta per concludersi, e notare le pesantissime performance degli indici azionari, con un Nasdaq che è partito da 14920pnt e ha toccato i suoi minimi a 12800pnt, per poi trovare in questi ultimi giorni di contrattazione un doveroso respiro che non si spinge per ora oltre i 13500pnt.
A trovarne giovamento per ora sembra solamente il dollaro americano, che da ottima valuta rifugio, che gode al momento anche delle aspettative di rialzi tassi , prevista per la prossima riunione del 4 maggio, ha sovraperformato contro tutte le altre majors, portando dollar index fino ai massimi visti in periodi di esplosione pandemica di 103.80, per poi iniziare a ripiegare solo da ieri sera.
Dopo aver toccato i massimi di 103.80 il dollaro inizia una doverosa fase di respiro, che trascina con se il riposizionamento dei traders retail, che dall’86% short di ieri, sono passati all’82% di oggi con forti ingressi long, segno che la voglia tardiva di entrare in un trend oramai maturo inizia a farsi sentire e che gli storni sono dietro l’angolo.
Il riequilibrio del sentiment retail si rispecchia su tutte le majors grazie al carattere fortemente dollaro centrico del mercato, con eurusd che vede i retail passare dall’87% long di eiri all’attuale 83%, con riposizionamenti corti, già ai primi storni visti dai minimi di ieri di 1.0475 all’attuale attacco dei massimi di 1.0550, che se rotto potrebbe dare il via ad allunghi interessanti atti comunque a dar solo respiro al mercato, ma che potrebbero protrarsi fino alle aree di 1.08 dove troviamo la mm21 periodi daily.
Medesimo scenario per il cable che vede il sentiment retail passare dal 91% long di ieri all’86% di oggi, anche in questo caso con forte riposizionamento short sui primi storni dai minimi di 1.2410, ma solo il breakout dei massimi di 1.2570 potrebbe dare il via a veri e propri allunghi rialzisti.
Leggero recupero anche per lo yen giapponese, che dopo il fortissimo rally ribassista visto in questo mese di aprile, sembra voler dare spazi a prese di profitto, portando usdjpy dai massimi di 131.25 agli attuali 130.30, ma ancora ben lontano dai minimi visti ieri di 128.40, che restano il vero baluardo da espugnare per parlare di ritracciamenti, seppur il sentiment retail inizi a mostrare segni di cedimento nel posizionamento short visto ieri al 79% e oggi al 77%, segno che qualcosa potrebbe cambiare.
Attese per oggi da calendario macro economico le stime del Pil tedesco del primo trimestre 2022 , per poi passare alle ore 11.00 ai dati sull’inflazione in eurozona, ancora attesi in leggero aumento al +7.5% A/A , dati che ci accompagneranno al termine di questa settimana, preludio all’appuntamento con la FED del 4 MAggio
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
SUPER DOLLARO …CHE FARE?BUONGIORNO FOREX DEL 28.04.2022
Prosegue la fame di dollari americani, che torna al pari del marzo 2020 periodo di esplosione della pandemia, che ha spinto nel panico i mercati mondiali e dove gli operatori compravano solo e soltanto dollari.
Dollaro index oramai ha superato la soglia di 103 e ha sfiorato la resistenza di 103.80, livelli chiave che dobbiamo ricercare nel lontano 2017, mostrando un rally che potrebbe essersi spinto in eccessi ora meritevoli di respiri, che non sono da intendersi come inversioni di trend, in quanto fino all’appuntamento con la FED sarà difficile trovare debolezza di dollari, ma storni costruttivi, atti a dare struttura ad un mercato rialzista di dollari usa.
Tutte le majors si sono mosse in ovvia correlazione dollaro centrica con eurusd sui minimi del 2017 a 1.0450, che potrebbe essere area target per il momento, dove vedere respiri di biglietto verde e conseguenti storni di eurusd, ma la debolezza della moneta unica, spinta a ribasso dalla politica attendista della BCE dalle incertezze legate al conflitto in Ucraina, potrebbe vedere affondi fino ai minimi di 1.0350 livelli oltre i quali la parità non sarebbe più un tabù.
Anche gbpusd in forte ribasso, sia per i timori di una congiuntura macro in forte crisi con la BOE che ha effettuato già 3 rialzi tassi, un’inflazione che non accenna a calare, e la domanda che inizia a soffrire le scelte di una politica economica aggressiva, in aggiunta alla già richiamata forza del biglietto verde che ha spinto pertanto il cable ai minimi di 1.25 figura, portando il 90% dei traders retail a cercare occasioni di mean reverting, con acquisti che sono partiti da 1.35. anche in questo caso gli eccessi sono chiari e tentativi di accodarsi alla maggioranza dei trader long, potrebbe non essere cosi sbagliata, ma creando struture di trading, che ci proteggano in caso di ulteriori ribassi che potrebbero estendersi fino alle aree di 1.24 prima e 1.21 poi.
La forza del biglietto verde si evince in modo particolare contro lo yen, anche grazie all’intervento di stanotte della BOJ, che non solo ha lasciato invariato i tassi di interesse, ma ha anche confermato la volontà di contenere i tassi di interesse del debito sovrano entro lo 0.25%, procedendo ad acquisti illimitati di obbligazioni, e dando chiaro segnale di una politica iper accomodante, che va alla ricerca di un’inflazione che sembra appartenere esclusivamente al mondo occidentale, pertanto usdjpy vola alla soglia di 131.00 , proiettandosi verso i massimi di 135.25 con il 79% di traders retail in posizione contrarian short oramai da oltre 30 figure.
La forza del dollaro americano riflette timori chiari anche nel comparto equity, con gli indici americani che faticano a recuperare una struttura a massimi e minimi crescenti, rimanendo confinati in un trend discendente che al momento lascia poco spazio alle speranze di rivedere nuovi massimi, e che seppur supportati da discreti dati sugli earning delle maggiori aziende americane, sembra orami prezzare le prospettive future di un rallentamento economico che non da fiducia in rendimenti migliori degli attuali.
il nasdaq come l’S&P dopo aver raggiunto i minimi di questo 2022 sembrano voler prendere fiato, uno storno dovuto, dopo il pessimo mese di aprile che stanno mettendo a segno, preludio forse ad un’inversione di lungo periodo nelle prospettive degli investitori.
Attesi per oggi pomeriggio i dati del PIL usa relativo al 1°trimestre 2022 atteso ad un +1.1%, in netto rallentamento quindi rispetto al +2.3% del Q3 del 2021 e al +6.9% del Q4 del 2021, segnale che gli analisti non hanno rosse prospettive per questo 2022, che potrebbe veder reale declino nella congiuntura macro americana a partire dal Q2 di quest’anno anche a seguito delle politiche intraprese dalla FED.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
LA PAURA DIVAMPA TRA GLI OPERATORIBUONGIORNO FOREX DEL 27.04.2022
Continuano ad alzarsi i toni del conflitto tra Russia ed Ucraina, con ripercussioni per tutta Europa che combatte una guerra sia sul piano militare, seppur solo in territorio ucraino, ma fornendo comunque supporto in armi, ma soprattutto sul piano energetico.
Se è vero che i leader europei hanno implementato pesanti sanzioni alla Russia, e altrettanto vero che tenere il controllo di materie prime energetiche come gas e petrolio, bisogna ammettere essere un vantaggio strategico di non poco conto, e Putin sembra intenzionato a sfruttarlo fino a alla fine, imponendo pagamenti in rubli per le forniture di gas, pagamenti al momento negati che hanno portato alla sospensione delle forniture di gas per Polonia e Bulgaria.
Un conflitto che assume toni sempre più aspri, e se la storia ci ha insegnato qualcosa, dobbiamo tener presente quanto influenti siano le risorse energetiche nella delicata scelta tra la guerra e la pace.
In un contesto geo politico delicatissimo , le banche centrali si trovano a dover calmierare un’inflazione galoppante, che non può essere gestita in altro modo se non colpendo pesantemente la domanda cosi da ristabilire equilibrio nel mercato e calmierare i prezzi, ma questo equilibrio ha un prezzo da pagare, e il timore che il conto sia fin troppo caro mette in guardia gli operatori che dopo anni di forti acquisti nel comparto azionario iniziano ad uscirne rapidamente, portando questo mese di aprile 2022 ad essere per ora uno tra i più difficili degli ultimi anni.
Tutti i listini americani colpiti ieri duramente da forti ribassi, che hanno avuto una fortissima accelerazione subito dopo la pubblicazione degli earnings di Alphabet e Microsoft, portando l’indice tecnologico soto la soglia dei minimi di 13000 punti, con spinte fino a 12800pnt.
Anche l’S&P segue con un approdo ai minimi di 4135pnt, minimi di marzo 2022 senza per ora registrare ulteriori affondi, che detterebbero il ritmo per veri sell off.
Tornano a salire le commodities, con il crude oil che si riporta sopra l’area dei 100$ andando a testare i 104$ senza tuttavia concretizzare una vera direzionalità, mentre il ngas, riprende la sua corsa dopo i fisiologici storni e si riporta a 7$.
Continua pertanto anche la corsa del dollaro americano, che giunge a 102.50, puntando dritto alle aree target da noi richiamate di 103, che sono preludio ad ulteriori rialzi fino anche alle aree di precedente massimo di 105, ma attenzione perché l’appuntamento con la FED si avvicina, e la possibilità di dinamiche classice di buy on rumors and sell on news non sono da escludersi.
La forza schiacciante del biglietto verde, si ripercuote su tutte le altre majors, che vedono ancora forti ribassi, a partire da eurusd che sotto la soglia di 1.0625, buca i minimi del 2020, aprendo la strada verso 1.0450
Caduta libera anche per il cable, che si porta sulle aree di 1.2575, trascinando inesorabilmente ampi ingressi in mean reverting dei traders retail attualmente al 92% long, il che farebbe pensare ad allunghi ribassisti fino alle aree di 1.2475
La forza del dollaro si rispecchia anche su usdcad, che punta nuovamente ai massimi di 1.2875 con un posizionamento contrarian short dei traders retail attualmente al 78% corti.
Resta interessante gbpcad, che grazie ad una storica stabilità dei prezzi compresi tra 1.80 e 1.60 è un asset che ben si presta alla ricerca dei mean reverting, e gli attuali eccessi di ribasso che lo vedono sulle aree di minimi di 1.61, potrebbero essere ideali per seguire il 93% di traders long.
Pochi gli appuntamenti per oggi da calendario macro economico, al netto di uno speech della Lagarde previsto per le ore 13.30 che potrebbe dare indicazioni sulla moneta unica.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Mercati Finanziari nervosi sulle continue tensioni macroCon il passare delle settimane stiamo assistendo ad un continuo peggioramento dei dati macroeconomici. Il principale dato che continua a far preoccupare gli investitori è il continuo rialzo dei prezzi che si traduce in un'inflazione sempre più elevata.
Le continue dichiarazioni da parte del presidente della Federal Reserve Jerome Powell sull'innalzamento dei tassi di interesse , sembra non convincere i mercati su un ritorno alla stabilità dei prezzi nel giro di pochi mesi come invece si vorrebbe fare credere.
Nel mese di marzo gli Stati Uniti hanno registrato un tasso di inflazione pari al 8,5% , in aumento al dato di febbraio che registrava un valore di 7,9 punti percentual i. È di facile intuizione il fatto che nonostante ci troviamo di fronte ad un'inflazione record non abbiamo ancora raggiunto il picco e questo preoccupa particolarmente gli operatori finanziari.
Sul fronte europeo la situazione è analoga, nel mese di marzo l'inflazione Europea ha raggiunto quota 7,4 punti percentuali in aumento rispetto al dato di febbraio che vedeva un'inflazione al 5,9%.
I mercati finanziari che nei mesi passati avevano creduto alle parole dei banchieri centrali i quali sostenevano che si trattasse di un aumento dei prezzi temporaneo, adesso iniziano a vedere la situazione con maggior chiarezza, comprendendo che la situazione economica dell'Occidente e non solo potrebbe rivelarsi critica per gli anni avvenire.
Abbiamo visto come da inizio anno i mercati finanziari che nei due anni precedenti avevano registrato continui massimi hanno iniziato una brusca correzione la quale secondo il parere di molti esperti potrebbe continuare per diversi anni.
Le criptovalute , con Bitcoin davanti a tutte, mostrando un elevato grado di correlazione con i mercati tradizionali stanno subendo il momento negativo in cui è avvolto l'intero settore finanziario.
All'interno del settore criptovalutario è pratica diffusa incrementare l'esposizione al mercato ogni volta che viene registrato un nuovo crollo, sull'ipotesi che il mercato salirà per sempre. Naturalmente, come spiegato più volte, questa pratica non rappresenta una corretta gestione dell'investimento in quanto rischia di mandare l'operatore in forte perdita inizialmente e anche in maniera definitiva se ci siamo posizionati sull' asset sbagliato. Solitamente, questo tipo di operatività viene svolta dai grandi market mover i quali hanno il potere di indirizzare i vari asset.
Una gestione più professionale all'investimento potrebbe cogliere questa occasione per cercare di comprendere quali sono i progetti criptovalutari promettenti per il prossimo futuro e aspettare dei buoni livelli di prezzo per entrare in posizione.
Report by
Matteo Bernardi
Analisi settimanale domenica 24 aprile ForexEur usd: Trend di lungo termine che mostra ancora una debolezza di euro contro dollaro. Fino a che si sta sotto 1,0950 difficilmente si potranno vedere rialzi importanti sulla moneta unica. Strappi rialzisti sopra 1,1180 area. A ribasso possiamo vedere delle discese abbastanza importanti sotto 1,0760 fino a 1,0640/1,0570 e ulteriori break fino a 1,0340 passando per punti intermedi di figure tonde come 1,040.
Gbp Usd: cable molto debole contro il dollaro dove ha rotto supporti importanti e il livello psicologico di 1,30. Approdi di prezzo a step passanti per 1,2730/1,12650 . Per vedere ora dei ritorni a rialzo del cambio possiamo solo attendere evoluzioni del prezzo sopra 1,29 in h4 con massimi e minimi crescenti.
Aud Usd: Ribassi molto importanti sul cambio hanno portato ad approfondimenti dell’aussie. Target di questo movimento rimangono in area 0,7160/0,7080 circa. Rotto quest’ultimo supporto potremmo vedere il cambio fino a 0,6970.
Nzd Usd: nonostante il tasso di cambio favorevole il kiwi è legato a doppio filo economico all’australiano . Entrambe le economie dipendono molto dalle esportazioni anche verso la cina per la quale ora il lockdown sembra pesare. Target del movimento ribassista potrebbe portare il cambio fino a 0,6530 ultimo livello sotto la quale potremmo vedere nuovamente nuovi strappi a ribasso verso 0,6380 area. Eventuali rialzi potrebbero iniziare a crearsi sopra 0,6730 in h4.
Usd Cad: nonostante il rialzo dei tassi della BOC il cambio continua a mantere una certa direzionalità. Toccati i minimi in area 1,2410 circa ha ripreso la rizalita in maniera abbastanza decisa. Target rialzisti area 1,2790 con fallimento di nuovi massimi sopra 1,30 potrebbero riportare il cambio in area 1,25 portando quindi a un periodo di lateralità compressa.
Yen : Cambi molto stirati ma ottime opportunità.
Usd Jpy: resistenze 129,40/130,40/132,25/133,80. Potremmo anche rivedere i massimi assoluti intorno area 137,25 a questo punto prima di rivedere eventuali discese.
Gbp Jpy: la sterlina rientra tra i cross yen che potrebbero essere più interessanti. Dopo il fallimento di chiusura sopra 167 potrebbe indicare una debolezza del cross più per debolezza di sterlina che non di yen. Possibili approdi verso area 163,80/161 e 158 poi. Strappi rialzisti a step sopra 168 fino a 170,40/174,90/180
Eur Jpy: Cross orientato a rialzo. Resistenze verso 140,90/142,10/144,10/147,20. Eventuali ribassi verso area 136 prima e 134 poi potrebbero invece indicare un giro del tren a ribasso.
cad jpy: interessante movimento anche di questo cross che potrebbe non aver terminato la spinta rialzista verso 103,20/104/106,40. A ribasso sotto 101 fino a 99. Eventuali accelerazioni fino a 96,80/95,90 fino a 94,20. Sotto questo livello potremmo rivedere riprese ribassiste di lungo termine.
Oceaniche Deboli
Aud jpy: fallimento dei massimi sopra 96 ha portato il cambio a un giro abbastanza importante di quasi 300 punti. A Step a ribasso potremmo vedere i supporti di 90,75/89/87,80 fino anche a 86.
Nzd Jpy: analoga situazione dell’aussie.La chiusura del prezzo sul valore di 85,20 è un segnale abbastanza importante. Rappresenta infatti la settimana di rialzo del 19\03. Da qui il cross ha stentato a salire verso massimi oltre 87,50. Resistenze 85,70/86,40/87,50. Supporti 84,25/83,70/82,50
Eur nzd: il trend di lungo periodo rimane ribassista anche se i prezzi hanno toccato dei minimi importanti in area 1,5640. resistenze in area 1,6325/1,6525/1,6650. Supporti 1,6220/1,6160/1,6060/1,59
Eur aud: il trend di lungo periodo è ribassista. Il rimbalzo di 1,4225 ha riportato i prezzi sopra 1,45. Resistenze 1,516/1,526,/1,5360 fino a 1,55. Supporti 1,4890/1,48/1,4750/1,4560.
Gbp aud: dopo il rimbalzo a 1,7175 il cross ha tentato di girare a rialzo senza ancora confermare. Supporti 1,7390/1,75/17650. Resistenze:1,7930/1,8070/1,8170 Sopra questo potremmo vedere accelerazioni di prezzo verso 1,8380 e 1,85.
Gbp nzd: supporti: 1,9360/1,9180/1,9110/1,9050/1,8940/1,8850/,1,88. Eventuali riprese rialziste sopra l’ultimo massimo a 1,9360 verso 1,9560/9680/1,9790/1,9840 da qui i prezzzi potrebbero essere attratti verso 2,0
Sp500: indice girato a ribasso con target di movimento nel breve di 4222 verso i minimi visti in area 4141 e 4106. Ulteriori strappi potrebbero portare il prezzo su 4000.
Usoil: il trend rimane rialzista sopra i 100 dollari soglia molto importante. Supporti in area di 94 dollari. Livelli chiave 102,15/104/107,10/112,80/117/129,40.
Oro/$: rimango dell’idea che fino a che oro rimane sopra 1914/1888,30/1877,97 il trend rimanre rialzista per vedere ulteriori rialzi del metallo prezioso.
Buon trading a tutti
OBBLIGAZIONI SOCIETARIE: INVESTMENT GRADE E HIGH YIELDDopo aver trattato argomenti riguardanti le obbligazioni statali, relativi rendimenti e le diverse correlazioni con le asset classes, oggi tratterò un altro genere di obbligazioni, quelle societarie.
Ebbene si lettori, non sono solo i diversi Paesi ad autofinanziarsi attraverso l’emissione di obbligazioni, bensì anche le diverse società appartenenti ai diversi settori. Lo studio delle stesse ci permetterà di capire quale possa essere il sentiment degli attori del mercato.
Le obbligazioni societarie (o corporate bonds) sono una classe di debito emesse dalle aziende con lo scopo di finanziare le proprie attività; come per le obbligazioni statali, esse hanno delle particolari scadenze, che oscillano intorno a valori tra gli 1 e i 30 anni.
Come per tutte le obbligazioni, il rendimento (o l’interesse) atteso dagli investitori è tanto più grande quanto più lunga è la scadenza dell’obbligazione stessa; ho spiegato diverse volte quanto sia più pericoloso “prestare dei capitali” ad un emittente sul lungo periodo (10, 20 o 30 anni) rispetto al breve periodo (dagli 1 ai 10 anni): ci si espone ad un rischio inferiore qualora si acquisti un obbligazione di breve durata in quanto è più facile prevedere se la stessa società emittente riesca a ripagare l’interesse riconosciuto in un arco di tempo relativamente breve rispetto a quanto riuscirebbe a farlo in un arco di tempo molto più lungo; è così che le obbligazioni a lunga durata hanno un rendimento ben più alto rispetto a quelle a breve durata.
Ricordate:
RENDIMENTO = RISCHIO
Maggiore è il rischio a cui un investitore si espone, maggiore sarà il rendimento riconosciuto.
DIFFERENZA TRA OBBLIGAZIONI STATALI E OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
In linea generale, la sostanziale differenza tra i due tipi di bond è da ricercare nel differente emittente che le emette; in condizioni normali, uno Stato fornisce più garanzie rispetto ad un’azienda in quanto le sue disponibilità di credito (e quindi di liquidità) sono ben più concrete e robuste rispetto a quelle delle aziende stesse.
Esempio: alcune nazioni sono considerate tanto stabili dal punto di vista creditizio che i titoli di stato emessi dai loro governi sono considerati beni rifugio, come ad esempio il decennale americano (il famoso “T-note”) o il decennale tedesco (il “Bund”). Conoscete per caso obbligazioni corporate che ricoprano lo stesso ruolo? Direi di no, nemmeno quelle di Amazon, che è considerata un’azienda affidabilissima dal punto di vista creditizio.
Da questo ne deriva che le statali sono considerate a più basso rischio rispetto a quelle corporate, in quanto la capacità di onorare le obbligazioni assunte è maggiore per uno Stato rispetto ad un’azienda; per l’equazione RISCHIO = RENDIMENTO, avremmo quindi un interesse riconosciuto più alto per quelle corporate che non per quelle statali.
COME CLASSIFICARE IL RISCHIO DI UN’OBBLIGAZIONE CORPORATE: LE AGENZIE DI RATINGS
Un modo per valutare il rischio associato ad un’obbligazione è quello di affidarsi alle agenzie di ratings.
Le più conosciute sono Moody’s, Standard and Poor’s e Fitch.
Il compito di queste agenzie internazionali è quello di esprime un giudizio (o una valutazione) basandosi sulla capacità di un’azienda di onorare le obbligazioni assunte, e quindi di ripagare i propri debiti. Maggiore sarà la credibilità di un’azienda, più alto sarà il suo rating; viceversa, a una minor credibilità apparterrà un rating inferiore.
Vi faccio un semplice esempio: se prestassimo dei soldi ad un’azienda acquistando una sua obbligazione ad una scadenza generica X, quanto quella stessa azienda sarà capace di adempiere al proprio ruolo di debitore? Ecco, in base a ciò le diverse aziende ricevono un rating; spero di essere stato chiaro.
Ho discusso in maniera dettagliata questo argomento anche in un’altra analisi, al link:
Vi consiglio di darci un’occhiata!
I ratings sono assegnati in termini di lettere e in segni + o – utilizzati per affinare il giudizio; esistono giudizi a lungo termine e a breve termine; in questa analisi mi baserò su quelli a lungo.
OBBLIGAZIONI INVESTMENT GRADE E AD ALTO RENDIMENTO (HIGH YIELD)
La lettura e comprensione dei vari ratings ci permette di fare un’ulteriore distinzione: le obbligazioni investment grade e high yield (ad alto rendimento).
Obbligazioni Investment Grade
Sono quelle a più basso rischio e di conseguenza, per l’equazione RISCHIO = RENDIMENTO, anche quelle che offriranno una cedola più bassa.
I ratings affidati alle aziende che offrono obbligazioni di questo tipo sono:
• AAA: indica un rating di affidabilità massima: qualsiasi azienda con un tale giudizio ha capacità eccellenti di rispettare le obbligazioni assunte, presentando un rischio quasi nullo
• AA+ : indica un rating eccellente: il rischio che un’azienda con questo rating non riesca ad onorare le obbligazioni assunte è minimo
• AA: indica un rating ottimo: il rischio associato è molto basso
• AA- : indica un giudizio molto buono: il rischio associato è basso
• A+ : valutazione molto valida; il rischio che le aziende non riescano ad onorare le obbligazioni assunte è debole
• A: valutazione buona, rischio molto modesto
• A-: è un giudizio medio con un rischio associato equilibrato
• BBB+ : rating soddisfacente. Il rischio che le aziende non ripaghino i propri debiti è moderato
• BBB: giudizio positivo, con rischio controllato
• BBB- : giudizio discreto, con rischio misurato
Alcuni esempi di aziende che emettono obbligazioni investment grade a basso rischio sono:
• Microsoft (AAA)
• Amazon (AA-)
• Goldman Sachs (A+)
• Coca Cola (A-)
• CVS Health Corp (BBB)
• Western Digital (BBB-)
• T-mobile US (BBB-)
Come ho spiegato prima, è chiaro che, a parità di scadenze, le obbligazioni corporate emesse dalla società di Bill Gates pagheranno una cedola più bassa avendo Microsoft un rating di massima affidabilità; lo stesso esempio può essere ripreso anche per quanto riguarda Coca Cola (A-), le cui obbligazioni pagheranno una cedola più bassa rispetto a quelle di CVS Health Corp (BBB), in quanto il rischio a cui un investitore si espone acquistando obbligazioni di quest’ultima (rischio controllato) è maggiore rispetto all’altra (rischio equilibrato).
Vi illustro ora 3 etf che investono in obbligazioni societarie investment grade.
VANGUARD SHORT-TERM CORPORATE BOND ETF (VCSH)
L’etf investe in obbligazioni con durata media tra gli 1 e i 5 anni; nella grafica potete osservare le ponderazioni:
• AAA: 1.2%
• AA: 6.9%
• A: 46%
• BBB: 46%
VANGUARD INTERMEDIATE-TERM CORPORATE BOND ETF (VCIT)
L’etf investe in obbligazioni con durata media tra i 5 e i 10 anni; ponderazioni:
• U.S GOVERNMENT: 0.3%
• AAA: 0.4%
• AA: 4.7%
• A: 39.3%
• BBB: 55.3%
VANGUARD LONG-TERM CORPORATE BOND (VCLT)
L’etf investe in obbligazioni con durata tra i 10 e i 25 anni; le ponderazioni sono:
• AAA: 2.4%
• AA: 8.6%
• A: 38%
• BBB: 51.1%
Questi tre appena illustrati sono i tre etf che investono in obbligazioni investment grade a breve, media e lunga durata che io monitoro.
Grazie alla creazione di tre indici di forza vi spiegherò ora il significato della frase :” le obbligazioni a scadenza più lunga hanno dei rendimenti più alti in quanto sono considerate più rischiose”:
Nella grafica troviamo:
• Con la linea di prezzo di color nero l’indice di forza relativa tra obbligazioni a breve e lunga durata
• Con la linea di prezzo di color blu l’indice di forza relativa tra obbligazioni a breve e media durata
• Con la linea di color arancio l’indice di forza relativa tra obbligazioni a media e lunga durata
Concentriamoci ora sul rettangolo di color rosa: osservate come i bond di breve durata stiano sovraperformando quelli di media e lunga durata, così come quelli di media si dimostrino più forti di quelli a scadenza 10-25 anni. Perché accade ciò? E’ semplicissimo.
Constatato il fatto che tutti e tre i grafici di prezzo degli etf sono ribassisti, significa che se i bond a durata 1-5 anni stanno sovraperformando gli altri, sono appunto venduti “di meno”. Questo perché accade? Perché i bond a scadenza 1-5 anni sono meno rischiosi rispetto a quelli a 5-10 anni o 10-25 anni. A titolo di esempio, osserviamo come la sovraperformace dei bond a breve durata rispetto agli altri due sia iniziata a inizi dicembre 2021; vediamo quanti punti percentuali i 3 etf, da quel periodo ad oggi, hanno perso:
Obbligazioni a 10-25 anni: -21.24%
Obbligazioni a 5-10 anni: -11.56%
Obbligazioni a 1-5 anni: -5.57%
Notate come i bond a breve termine abbiano perso diversi punti percentuali in meno rispetto alle altre durate?
In particolare, quelle a media durata hanno perso il doppio mentre quelle a lunga durata il triplo!
Perché? Trovandoci in clima di risk-off, gli investitori vanno a liquidare maggiormente le obbligazioni più rischiose rispetto a quelle meno rischiose!
Spero di aver chiarito questo concetto.
In definitiva, come possono quindi essere utilizzati gli indici di forza relativa tra questi 3 etf? Come grado di rischio del mercato! Se esso preferisce acquistare obbligazioni a lunga durata (ma con un rendimento più alto e quindi con margini di guadagno più alti) rispetto a quelle a breve durata (con basso rendimento e con margini di guadagno più bassi) potremmo dire di trovarci in un periodo di risk-on; viceversa, come sta accadendo in questi ultimi mesi, in uno scenario di risk-off! Se infatti correliamo l’indice di forza relativa tra bond societari a breve e lunga durata ed S&P500, notiamo che:
Quando i bond a breve termine esprimono una forza maggiore rispetto a quelli a lungo termine, il bechmark S&P500 tende ad avere performance negative, evidenziate nelle due grafiche soprastanti. Possiamo notare anche come l’indice di forza relativa sia stato spesso anticipatore si pesanti ritracciamenti: ciò è accaduto tra il 2010 e il 2012, a metà 2015 e tra il 2018 e il 2019.
Se invece sono i bond a lungo termine ad essere preferiti rispetto a quelli a breve, allora:
l’S&P500 tende ad avere delle ottime prestazioni.
Gli ultimi paragrafi descritti appartengono alla categoria “obbligazioni investment grade”. Ora analizzeremo quelle high yield, ossia ad alto rendimento.
Obbligazioni high yield
Sono quelle a più alto rischio e di conseguenza, per l’equazione RISCHIO = RENDIMENTO, anche quelle che offriranno una cedola più alta. Sono spesso indentificate come “junk bonds”, in italiano “obbligazioni spazzatura”.
I ratings affidati alle aziende che offrono obbligazioni di questo tipo sono:
• BB+ : indica un rating equilibrato: il rischio misurato sulla capacità di un’azienda di adempiere al proprio compito di debitore è proporzionato
• BB: rating sufficiente, associato ad un rischio accettabile
• BB- : è il rating spartiacque; con esso iniziano quelle che io definisco “obbligazioni pericolose”. Infatti, il rating è limitato e il rischio associato prudente
• B+: rating associato ad una società vulnerabile; il rischio di acquistare obbligazioni emesse è definito con la parola “cautela”
• B- : rating associato ad aziende esposte, con un rischio sbilanciato
• CCC+ : rating che denota la possibilità di rischio di default (di fallimento) di un’azienda. E’ considerato “incauto” investire in obbligazioni emesse da società di questo tipo
• CCC: rating che denota una possibilità di default più alta con un rischio superiore rispetto al rating precedente CCC+
• CCC- : possibilità di default e rischio associato alla probabilità di non riuscire a ripagare il proprio debito ancora superiori rispetto al rating precedente CCC
• CC: rating “sconsigliabile” che indica un rischio di default probabile; rischio molto elevato
• C: rating “estremamente negativo” che indica un rischio di default imminente; rischio massimo
• D: il rating indica un’azienda “insolvente”, ossia non capace di ripagare i propri debiti. E’ il peggior rating che si possa assegnare.
Alcuni esempi di aziende che emettono obbligazioni high yield ad alto rischio sono:
• Sprint Corporation (BB+)
• Carnival Corporation (B+)
• Caesar Entertainment (B)
• Transdigm (B-)
• American Airlines (B-)
Vi illustro ora 2 etf che investono in obbligazioni societarie high yield.
ISHARES 0-5 YEAR HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (SHYG)
Come illustrato nella grafica, l’ETF mira a replicare un indice composto da obbligazioni societarie “high yield” con scadenze comprese tra i 0-5 anni. Le ponderazioni sono:
• BBB: 1.06%
• BB: 47.2%
• B: 39.47%
• CCC: 10.45%
• C: 0.4%
I principali emittenti dell’etf sono:
• Ford Motor: 2.69%
• Sprint Corp: 2.11%
• Dish Corp: 1.99%
• Transdigm Inc: 1.42%
• Occidental Petroleum Inc: 1.22%
ISHARES IBOXX $ HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (HYG)
l’ETF mira a replicare un indice composto da obbligazioni societarie ad alto rendimento con scadenze comprese tra 1-15 anni. Le ponderazioni sono:
• BBB: 0.71%
• BB: 54.35%
• B: 33.79%
• CCC: 9.94%
• CC: 0.25%
I principali emittenti sono gli stessi citati per il precedente etf.
Calcolando le performance negative dei due etf di questo periodo risk-off, noteremo come HYG abbia performato peggio rispetto a SHYG. Questo è dovuto al fatto che HYG contiene nel suo paniere obbligazioni a scadenza più lunga che, come spiegato prima, sono più rischiose; da qui ne deriva una vendita più accentuata per i motivi già trattati precedentemente:
HYG: -8.41%
SHYG: -4.72%
Anche in questo caso è possibile creare un indice di forza relativa tra i bond high yield a breve scadenza e a lunga scadenza per poterli paragonare con l’S&P500:
Le informazioni che ricaviamo sono le medesime osservate nel paragrafo precedente: maggiore è la forza dei bond a breve scadenza rispetto a quelli a lunga scadenza, negative saranno le performance del benchmark di riferimento S&P500. Viceversa, a una sovraperformance da parte di HYG seguono delle grandi performance da parte del benchmark.
OBBLIGAZIONI SOCIETARIE COME BAROMETRO ECONOMICO
Le obbligazioni corporate sono un ottimo strumento per capire quali siano le aspettative degli investitori nei riguardi dell’economia. Il motivo risiede nelle holdings degli etf analizzati: ognuno di essi, infatti, ingloba al suo interno una grande componente di obbligazioni di aziende cicliche, ossia quelle che tendono a performare bene quando l’economia di un Paese è robusta e solida e male quando le aspettative di un’economia non sono rosee. E’ quindi importante monitorarle di tanto in tanto.
Riprenderò questo argomento in quanto lo ritengo di fondamentale importanza. Con la speranza che questa analisi possa esservi utile, vi saluto.
Matteo Farci
LE POLITICHE HAWKISH SPAVENTANO I MERCATIBUONGIORNO FOREX DEL 22.04.2022
Si mantiene alta la tensione sui mercati finanziari, ieri Powell ha confermato la volontà della FED di combattere la corsa dei prezzi, e la necessità di un rialzo tassi a maggio di 50bp, dando il via ad un processo di “ normalizzazione” delle politiche monetarie. La reazione del mercato non si è fatta attendere, il comparto equity ha chiuso la giornata con pesanti ribassi, andando a segnare i nuovi minimi per questa settimana, mostrandosi sotto attacco anche dal comparto obbligazionario, che nella sua continua caduta dei prezzi, trova rendimenti decennali non lontani dal 3%, che offrono sempre più allettante prospettiva per gli investitori in fuga dal mondo azionario.
La giornata di ieri si è caratterizzata anche da una rinnovata forza del biglietto verde, che sulla prospettiva di un rialzo tassi, ha ripreso la sua corsa a rialzo, dopo il breve, quanto necessario storno visto due giorni orsono. La forza schiacciante del biglietto verde ha riportato verso i minimi tutte le altre majors, dalle oceaniche, con un dollaro neozelandese debolissimo, fino alla sterlina e all’euro.
La sterlina, che vive una fase di profonda debolezza, continua a non godere del favore degli investitori, che trovano nella stretta monetaria della BOE e nell’altissima inflazione motivi più che validi per proiettare la congiuntura macro britannica tra le peggiori del G-20, creando quindi sfiducia nella valuta di riferimento.
Non va meglio per l’euro, che ieri ha visto un nuovo record nell’IPC annuale, che balza oltre il 7%, decretando la naturale reazione della valuta unica di profondo ribasso. Ricordiamo che un’alta inflazione genera di norma, come letteretura macroeconomica vuole, un deprezzamento della divisa di riferimento, ma in una fase storica in cui i tassi di interesse sono a zero o quasi, l’aspettativa di possibili interventi futuri da parte delle banche centrali volti ad un rialzo tassi, favorisce acquisti massicci da parte degli investitori che cercano di entrare sul mercato a prezzi ancora favorevoli.
Pertanto , mentre il dollaro americano , che vive si una fase di forte inflazione, gode di aspettative di rialzi tassi da parte della banca centrale, lo stesso non si puo dire per la moneta unica, sulla quale grava l’alta inflazione non contrastata da nessuna aspettativa di imminente rialzo tassi, generando pertanto la fisiologica svalutazione dell’Euro.
Il comparto valutario risponde in pieno alle dinamiche dell’ equity,con lo yen giapponese che finalmente respira dai minimi, in conseguenza delle forti perdite del mondo azionario, dando un timido segno di riequilibrio dalle forti condizioni di ipervenduto che avevamo visto nei giorni scorsi.
Dovremo necessariamente attendere gli sviluppi delle dinamiche intermarket , nelle quali il comparto equity sembra dettare il ritmo per eventuali ulteriori storni dello yen giapponese e allunghi del biglietto verde.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
COLPIRE LA DOMANDA PER ABBATTERE L’INFLAZIONEBUONGIORNO FOREX DEL 11.04.2022
Parte una settimana decisiva sui mercati finanziari , che si apprestano a vivere una nuova stagione di trimestrali indubbiamente importante, anche se riteniamo maggiormente decisivi i dati che saranno pubblicati nel Q2, in quanto cartina tornasole delle politiche hawkish che la FED sta implementando da marzo 2022, e che con buona probabilità vedranno inasprimento nelle riunioni del decondo trimestre di quest’anno, dove già si parla di un rialzo tassi di 50Bp, e soprattutto di QT, ovvero quantitative tightening, ovvero quell’insieme di azioni volte raffreddare l’economia, e che vedrà non solo l’aumento dei tassi di interesse, ma anche la riduzione del bilancio federale.
La necessità di contenere l’inflazione si fa pressante con i nuovi record storici che si susseguono special modo nel mondo occidentale, e seppur una crescita dei prezzi era tanto auspicata nell’era pre-pandemica, ora la corsa dei prezzi di materie prime ed energetici, sembra aver fatto sfuggire di mano il controllo dei prezzi, innescando un’inflazione da costi, che malamente può essere gestita dalle banche centrali, che non riscono a calmierare i costi di energia, soprattutto in seguito al conflitto Russia Ucraina, pertanto sembra inevitabile la necessità di colpire la domanda, e rallentare cosi l’economia e di conseguenza i prezzi.
Se questo sarà davvero lo scenario che ci attende, allora ci pare più chiara la salita dei rendimenti obbligazionari, e la discesa del comparto equity, che teme la probabile recessione, o per meglio dire la stagflazione, ma seguiremo i dati macroeconomici che saranno pubblicati, per analizzare le dinamiche che via via si andranno sviluppando.
Le aperture di settimana sembrano focalizzare l’attenzione sulle elezioni in Francia, con gap importanti sulla moneta unica, mentre il comparto equity ripiega in pre-market sui minimi della scorsa settimana,l’S&P ritesta i 4452pnt, il Nasdaq resta debole, ma ancora inside ai prezzi di venerdi a 14246pnt, l’asia con il Nikkei debole anche lui a 26835 pnt.
Gli energetici divergono, con il wti in calo la scorsa settimana sotto i 100$, attualmente a 96.11$ a ridosso dei minimi della scorsa settimana, ma solo il breakout di 92.30$ potrebbe decretare un vero rally ribassista e portare i prezzi al loro real value sito nell’intorno dei 70$, ma la corsa all’approvvigionamento di materie prime energetiche unito alla più classica speculazione, lotta per mantenere alti i prezzi e sostenuta la volatilità, che sta concedento ai paesi produttori di petrolio, ottimi profitti in questa fase di iper valutazione del greggio.
Si ferma il Ngas, dopo aver ragiunto i 6.50$ , massimo del 2020 ora ritestato che potrebbe dare fine al rally davvero impressionante di questo asset che ha percorso un rally a doppia cifra in questi primi mesi del 2022.
Ancora stazionario il gold a 1944$ , dopo un tentativo di attaccare i 1955$ area di resistenza chiave, che per ora non vede la luce di un rally rialzista degno di una fase recessiva o di vero timore sui mercati finanziari, che potrebbe svilupparsi solo nel secondo trimestre 2022.
Il valutario vede l’approdo del dollar index alle aree di 100, tanto richiamate nei nostri articoli, segno che i timori di una FED aggressiva e le speranze di un dollaro forte si materializzano come sempre in aticipo sui mercati finanziari, valorizzando le attese più del dato finale.
La fora del biglietto verde si rispecchia ovviamente su tutte le altre majors, con l’eurusd che , pur vivendo momenti dfi alto interesse per le elezioni in Francia, rimane schiacciato sui supporti di 1.0875 con l’80% dei traders retail in posizione rialzista.
Sembra cambiare il vento su usdcad, con attacchi a 1.26 figura,e un sentiment in equilibrio al 50% pronto a sbilanciamenti pro o contro dollaro, anche considerando l’attesa di questa settimana per la BOC chiamata aa un ulteriore rialzo dei tassi di interesse.
Soffrono le oceaniche con audusd a ridosso dei supporti a 0.7425 e un cambio di sentiment attualmente long al 64% che farebbe pensare ad ulteriori allunghi ribassisti, fino alle aree di 0.7375.
Prosegue la debolezza dello yen giapponese, causata sia dalle politiche iper accomodanti della BOJ, che dalla chiara volontà degli operatori, di non cercare ancora rifugio dai mercati finanziari, ma di essere alla ricerca dei migliori investimenti per proteggersi dall’iper inflazione attuale.
Seguiremo pertanto gli sviluppi sui mercati finanziari mondiali di questo interessante 2022.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
DOLLARO FORTE PRIMA DELLA BCEBUONGIORNO FOREX DEL 07.04.2022
Conferme da parte del FOMC, che nell’appuntamento di ieri sera ha ribadito la necessità di politiche economiche meno accomodanti e più neutrali, che rimandano pertanto ad un possibile rialzo di 50Bp alla prossima riunione di fine aprile.
Attese le linee guida per la riduzione di bilancio, che sembra oramai una necessità espressa a chiare lettere anche dai membri del board della FED, secondo i quali già da maggio si renderà necessario iniziare la vendita di asset.
Siamo dunque al giro di boa, la FED è indirizzata chiaramente a politiche aggressive, e i timori e le incertezze relative al contesto geo politico mondiale, seppur presenti nelle osservazioni del FOMC, sembrano non intaccare la linea guida aggressiva decisa dai membri del board.
La reazione dei mercati è stata tutto sommato modesta, i prezzi inglobavano già ampiamente quanto espresso dal FOMC, e forse le intenzioni erano proprio queste di evitare shock ai mercati, facendo lentamente metabolizzare l’idea di un cambio di rotta.
I mercati equity hanno risposto con un po di volatilità bidirezionale, di brevissimo, lasciando di fatto i prezzi nel range di giornata, con S&P ancora fermo a 4460 pnt, cosi come il Nasdaq a 14500pnt, senza esprimere alcuna direzionalità, ma solo consolidando gli ultimi giorni di ribasso , che come detto, scontavano le parole del Fomc di ieri sera.
Il settore energy si divide, con un petrolio che inizia la sua discesa sotto i 100$, grazie alle dichiarazioni dell IEA, che ha pianificato l’immissione di 120 mln di barili con l’aiuto degli stati uniti, e un Ngas che ieri ha visto i suoi massimi a 6.40$ segnando una performance per il primo trimestre 2022 a doppia cifra.
Il valutario vede la spinta rialzista del dollar index oramai alla soglia della resistenza chiave di 100, che ha permesso la spinta a ribasso di tute le altre majors, e la nascita di un interesse short da aprte dei traders retail che sono al momento al 71% corti.
La forza ,seppur non esplosiva ,del biglietto verde pone sotto pressione tutte le majors, con eurusd a ridosso dei supporti di 1.0875-1.09 e un sentiment contrarian long all’83% che potrebbe però vedere sollievo se oggi le minute della BCE dessero speranze di politiche più aggressive portando eurusd sulle reisitenze di 1.0945-50.
Interessanti le oceaniche, che con la forza del dollaro espressa ieri sera, hanno stornato dai massimi di periodo, dopo il rally a rialzo visto ad inizio settimana, che aveva portato audusd a 0.7675, e che si ritrova oggi a ridosso dei supporti a 0.7475, con un riequilibrio del sentiment netto, che vede i traders retail short al 62%, e che non esclude a questo punto possibili ulteriori allunghi ribassisti se violati i supporti di 0.7475.
Ovviamente anche usdcad, ha mostrato interessanti movimenti rialzisti grazie alla forza del biglietto verde, portandosi dai minimi di 1.24 figura a 1.2575, e riequilibrando il sentiment retail che dagli eccessi long dei giorni scorsi, si porta ad un 72% long, con potenziali ulteriori allunghi al BreakOut eventuale dei massimi della notte.
Ancora tanti i cross di interesse, che vedono eccessi importanti nel sentiment come gbpnzd ,gbpaud, cadjpy, meritevoli di storni, ma oggi il focus sarà la moneta unica con le minute della BCE, pertanto occhi puntati sull’euro.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
INFLAZIONE E BANCHE CENTRALIBUONGIORNO FOREX DEL 04.04.2022
Ancora tema centrale per questo 2022 l’inflazione, che anche a causa del conflitto Russia-Ucraina, vede i costi dell’energia salire senza sosta, riversando sui consumatori rialzi dei prezzi al consumo che difficilmente lasceranno invariata la domanda aggregata.
Questa settimana vedrà due importanti appuntamenti, il primo con il FOMC, che potrebbe dare linee guida per quello che sarà il piano di riduzione del bilancio della FED, pertanto grande attesa e soprattutto timore, da parte degli investitori, che nelle ultime battute della scorsa settimana sembrano essere tornati agli acquisti di debito sovrano, ma se il FOMC dovesse dimostrarsi particolarmente aggressivo sul tema, potremmo assistere a nuove vendite del comparto obbligazionario e relative salite nei rendimenti.
Avremo poi le minute della BCE, chiamata ancora una volta a rispondere ad un’inflazione che segna record dopo record, una strada di difficoltà per i consumatori europei, special modo i tedeschi che mai hanno visto livelli cosi alti di inflazione all’interno dell’UE, e che sembrano pertanto intenzionati ad ammorbidire le loro posizioni sulle importazioni di energia dalla Russia.
Stamattina il petrolio apre leggermente sopra i 100$ , mostrando ancora la tenuta della trend line che congiunge i minimi di periodo dagli inizi di marzo 2022 e che vede i prezzi del greggio chiudersi in un ampio triangolo di cmpressione. Solo eventuali rotture a ribasso della trend line supportiva che passa per i 97$ potrebbe decretare allunghi ribassisti fino alle aree di 92$ prima e 88$ poi.
Persiste la corsa a rialzo del Ngas, che non abbandona le aree di 5.70$, mantenendo ampia distanza con la mm21 periodi giornaliera che passa ancora a 5.20$, persiste uno stato di ipercomprato, che difficilmente vedrà storni fintanto che il contesto geo politico rimarrà cosi teso.
Recupera dalle brutte chiusure di venerdi , il comparto equity, che apre in territorio positivo, le borse americane sembrano voler attaccare i massimi di venerdi scorso, ma le prime aree di resistenza a 4550 per l’s&p e 14950 per il Nasdaq non saranno facili da abbattere.
Il valutario non vede particolari movimenti direzionali, con le majors che restano in un ampio trading range e sentiment poco sbilanciati , segno di sostanziale equilibrio preludio forse a ritorni di volatilità.
Per questa mattina unici sentiment degni di nota sembrano essere ancora audusd, con un 89% short dei retail, che persiste oramai da giorni, mantenendo i prezzi in un range chiaro compreso tra 0.7550 e 0.7475.
Interessante anche usdcad, che pur mantenendo i prezzi tra i massimi di 1.2550 e i minimi di 1.2475, sembra costruire un lento rounding bottom, con un sentiment retail al momento all’84% llong, in lento calo, via via che la configurazione tecnica si concretizza nei prezzi.
Di maggiore interesse i cross, come gbpcad, dove il 93% dei traders al dettaglio ha posizione long, mantenendo un chiaro eccesso meritevole di essere monitorato, seppur al momento non sembrano sussistere le condizioni ideali per un mean reverting, i livelli di 1.6450 e 1.6475 sono porta di ingresso a possibili allunghi rialzisti fino alle aree target di 1.67-1.6725
Seguiremo gli sviluppi del mercato in questa nuova settimana di contrattazione, non certo priva di market mover.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
S&P 500 - si va al test dei supporti?La zona di offerta individuata ha respinto il tentativo di rialzo e sul settimanale si è formata una potenziale candela di inversione. Possibile il proseguimento della discesa anche questa settimana con obiettivo il test dei supporti a 4.460 ed eventualmente 4.330. A rialzo in caso di proseguimento del trend le resistenze da testare è posta a 4.700.
S&P: aggiornamento ciclicoL'indice USA più famoso si trova in una situazione molto simile agli indici europei sebbene il minimo della chiusura biennale lo abbia colto parecchi giorni prima. Qui parto dal ciclo inverso (quello sui massimi) poiché si nota una eccezionale regolarità nella formazione dei cicli, segno di buona affidabilità come evidenziato nel grafico.
Chiusi 3 sotto cicli inversi, rimane il quarto e ultimo da completare, partito sul max a 4631.
Se applichiamo le onde di Elliot alla ripartenza del 24 febbraio si osservano le prime 3 onde anch'esse regolari alle quali dovrebbe seguire ora l'onda 4 che potrebbe coincidere con la chiusura di un ciclo intermedio di circa 32 giorni intorno all'11 Aprile in concomitanza della chiusura del ciclo mensile sugli indici europei come indicato nel grafico precedente e allegato.
Onda 4, potrebbe risolversi col più classico degli ABC, per cui penso ad un rimbalzo di 1-2 giorni a completare l'onda B che non dovrà superare i 4631. A seguire l'onda C che potrebbe avere il suo target in area 4460 e non dovrà avere una chiusura giornaliera sotto i 4414.
Se l'ipotesi sarà rispettata, seguirà l'onda 5 in concomitanza della chiusura del 4° sotto ciclo inverso citato sopra e anch'esso di circa 20 giorni.
Primi target saranno il livelli segnalati in arancio ma non sono esclusi target più importanti da valutare quando sarà in quell'area.
La view è invalidata alla violazione di 4632 senza che abbia completato l'ABC descritto o alla violazione di 4414
Questa è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.
il trend è ancora rialzista almeno fino a....OANDA:SPX500USD
come già scrissi il 22 marzo il trend ha proseguito il suo rialzo fino a 3 giorni fa , il target rimane 4730.
Oggi è il terzo giorno di correzione che dovrebbe arrivare fino a 4520 ottimo livello per incrementare acquisti. Solo una chiusura sotto i 4510 potrebbe portare a un peggioramento del trend. Da lunedì molto probabilmente si dovrebbe assistere in caso di tenuta del supporto ad un nuovo rialzo con prima resistenza del max precedente 4636 e finalmente una volta superato raggiungere l'obbiettivo di 4730.
I MERCATI AZIONARI RIVISITERANNO I MASSIMI STORICI? LA MIA IDEASalve ragazzi.
L’analisi che condivido stamani ha l’obiettivo di far chiarezza su quello che sta accadendo sul mercato azionario americano. Abbiamo assistito ad un grande rimbalzo da parte dei due bechmark di riferimento S&P500 e Nasdaq; quello da chiedersi è:” i mercati rivisiteranno i massimi storici?”
Proveremo a capirlo insieme in questa analisi.
ANALISI TECNICA S&P500
L’S&P ha avuto la capacità di risollevarsi del 9.18% in circa due settimane; questo recupero è scaturito da un doppio minimo, accompagnato da una divergenza osservabile nell’RSI. Se l’indice continuasse a salire, la prima resistenza sarebbe rappresentata dalla struttura a 4600$ (soglia anche psicologica).
Analizzando i volumi, ho applicato due medie volumetriche: una veloce a 10 periodi (che ingloba le ultime 10 sedute di contrattazioni) e una lenta a 50 periodi. Cosa si può osservare? Che i volumi a brevissimo periodo stanno diminuendo, e ciò è constatato anche dal death cross avvenuto, ossia dal passaggio della media volumetrica veloce al di sotto di quella lenta.
Analizzando l’RSI, osservate come lo stesso abbia avuto la forza di rompere al rialzo la trendline dinamica ribassista che indicava un lento indebolimento del prezzo da novembre 2021.
ANALISI TECNICA NASDAQ
Comportamento del Nasdaq simile a quello dell’S&P500; il prezzo riesce a recuperare 13 punti percentuali dopo aver rimbalzato sul supporto a 13000$, soglia psicologica. La prossima struttura, qualora volesse continuare il recupero, sarebbe costituita dalla resistenza a 15000$.
I volumi che hanno accompagnato il recupero si sono dimostrati deboli, palesati dalla “death cross volumetrica” già riscontrata nel precedente indice.
Stesso identico comportamento dell’RSI se correlato con quello dell’S&P500: rialzo del prezzo accompagnato dalla rottura della trendline dinamica ribassista che evidenziava la debolezza del prezzo da inizi novembre 2021.
INDICI DI VOLATILITA’ VIX E VXN
Andiamo ad analizzare ora gli “indici di paura” VIX (per l’S&P500) e VXN (per il Nasdaq) in maniera da capire quale possa essere l’emotività degli investitori:
Entrambi gli indici di volatilità stanno contraendo. Riescono a raggiungere dei top relativi l’8 marzo (il VIX a 37.5 punti e il VXN a 39), andando a visitare due resistenze evidenziate nelle due grafiche. Entrambi si trovano al momento in prossimità delle cosiddette “soglie di tranquillità”, per il VIX costituita dal livello dei 20 punti, mentre per il VXN dai 25; è stato lo sgonfiarsi di queste “paure” ad aver permesso ai due indici di tentare il recupero a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane? L’ipotesi può essere plausibile, dal momento che questi 4 asset sono correlati tra loro; infatti, ricordiamo che alle salite tendenziali degli indici, le volatilità si mantengono tipicamente basse; ciò invece non accade nella situazione opposta: ogni qualvolta essi crollano o ritracciano, è quasi inevitabile che gli indici di volatilità si spingano verso valori alti. Questo è dimostrato dalle prossime due grafiche:
Osservate come ogni picco da parte del VIX, che esso fosse di notevole o di poca rilevante intensità, ha accompagnato l’indice al ribasso. Da osservare come successivamente l’indice sia sempre ripartito al rialzo con lo sgonfiarsi della stessa volatilità; questo comportamento indice/volatilità si sta ripetendo anche in queste ultime settimane; vedremo la volatilità rivisitare valori inferiori di 20 punti?
Stesso identico discorso se condividessi il Nasdaq con il VXN:
ANALISI CON LE MEDIE MOBILI VOLUMETRICHE
Analizzerò ora l’indice S&P500 attraverso le medie mobili volumetriche per capire il sentiment degli investitori. Dividerò l’indice in diversi archi temporali “colorati”, in questo modo:
Non analizzerò il Nasdaq in quanto il suo comportamento si è presentato praticamente identico all’S&P500, sia per quanto riguarda la price action che la parte volumetrica.
Iniziamo dalla zona rossa!
Osservate come l’indice abbia creato all’interno dell’area rossa un canale ribassista. Guardiamo i volumi: non appena esso ha invertito la sua tendenza di breve periodo, i volumi sono andati immediatamente a gonfiarsi, con la naturale conseguenza del “golden cross”, ossia il passaggio della media volumetrica veloce al di sopra di quella lenta, da considerarsi in questo caso un segnale ribassista (ribassista perché la media veloce è stata mossa da volumi ribassisti). Come possiamo leggere il golden cross? Visto che parliamo di volumi, come un cambio di umore! Questo perché? Perché se il prezzo di un asset è mosso da più volumi rispetto alla media (in questo caso, rispetto alla media volumetrica a 50 periodi) significa necessariamente che la volontà degli investitori di portare un prezzo al rialzo o al ribasso è più forte. Questa voglia a parer vostro era presente nella zona temporale antecedente la zona rossa? No! Possiamo affermare questo perché non abbiamo assistito ad un aumento di volumi a breve termine.
Passiamo ora alla zona nera:
Il sentiment cambia quando si verifica il “death cross”: la media mobile volumetrica veloce passa al di sotto di quella lenta, con il contemporaneo breakout rialzista della trendline ribassista. Avendo smaltito il sentiment negativo, l’indice riesce a respirare, andando a segnare una performance positiva di 8.5 punti percentuali. Il rialzo dell’indice all’interno della zona nera è stato accompagnato da bassi volumi rispetto alla media. Come possiamo definire la differenza di volumi tra la zona rossa e quella nera? In quella rossa avevamo avuto uno storno accompagnato da alti volumi (il che significa grande volontà da parte del mercato di spingere al ribasso il prezzo). Dopo, nella zona nera, la stessa voglia non si è manifestata. Perché? Perché i volumi, appunto, sono diminuiti, indicandoci il cambiamento di sentiment, ossia quella particolare condizione che ha permesso all’indice di salire. Provate ad immaginare la situazione in questo modo: nella zona rossa la voglia di portare il prezzo al ribasso era stata manifestata dagli ampi volumi ribassisti che avevano permesso il “golden cross”; successivamente la voglia degli investitori è andata a scemare (e ciò è riscontrabile nei volumi che sono diminuiti) permettendo all’indice di risalire. Sono stato chiaro? L’indice non sarebbe risalito se non avessimo visto un cambio di umore!
Arriviamo dunque alla zona viola, dove l’indice inizia a creare una distribuzione:
Quando osserviamo il breakout al ribasso? Esso è avvenuto in corrispondenza del cambio di sentiment, rappresentato nelle medie volumetriche dal golden cross! Voglio farvi osservare un qualcosa di particolare: fintanto che il sentiment rimane invariato, ossia fintanto che il golden cross rimane intatto, il prezzo non riesce a raggiungere nuovi massimi, andando tuttavia a formare la figura di analisi tecnica rialzista triangolo ascendente. Il nuovo massimo di mercato giunge nella zona verde:
Il breakout del triangolo ascendente (con il raggiungimento dell’ultimo massimo storico) non giunge in concomitanza con l’incrocio delle medie mobili volumetriche, tuttavia c’è da analizzare la distanza tra il volume della candela del breakout e la media volumetrica veloce (indicata nel grafico dalla freccia rossa): avete presente nelle mie analisi quando esprimo il concetto “più un prezzo si trova a grande distanza con la media mobile veloce a 50 periodi, tanto esso è da considerarsi forte”? Ecco, possiamo applicare lo stesso concetto anche in questo caso, cambiando però alcune variabili, ossia “più un volume si trova a grande distanza dalla media mobile volumetrica veloce a 10 periodi, tanto esso è da considerarsi un cambiamento di sentiment”; in molti vi chiederete :”in che senso cambiamento di sentiment?” Perché i volumi precedenti erano stati gonfiati specialmente da candele ribassiste e non da candele rialziste (e questo potete voi stessi osservarlo nei grafici) ragion per il quale quel breakout può essere visto come “accompagnato da un cambiamento di sentiment”.
L’incrocio tra le medie volumetriche avviene poco dopo, tuttavia non si assiste ad alcun nuovo impulso da parte dell’indice. Perché? Ne parleremo nel prossimo paragrafo.
Arriviamo dunque alla zona blu, ossia quella in cui l’indice, da inizio 2022, inizia il suo lento declino.
Vi evidenzio un testa e spalle ribassista. La rottura della neckline è accompagnata da un cambio di sentiment e dal golden cross. Dopo essere riuscito a visitare la struttura a 4300$, l’indice rintraccia e dopo qualche seduta riprende il suo trend al ribasso dal momento che il sentiment identificato dalle medie mobili volumetriche non cambia (infatti la media volumetrica veloce rimane quasi sempre al di sopra di quella lenta, evidenziando il fatto che il cambiamento di sentiment non è cambiato).
Si giunge quindi al “pavimento” a 4130$: il prezzo crea un doppio minimo.
Arriviamo infine alla zona arancio. La formazione del doppio minimo è validata dal cambio di umore da parte degli investitori: i volumi in vendita si affievoliscono, facendo riabbassare la media volumetrica veloce a 10 periodi al di sotto di quella a 50; questo permette il rimbalzo del prezzo.
Nonostante i due indici azionari di riferimento abbiano segnato rimbalzi dal +9% (S&P) e dal 13% (Nasdaq) in concomitanza con la contrazione delle volatilità (detto in altri termini, in concomitanza con una “diminuzione di paura”), ci sono dei segnali particolari che a parer mio potrebbero suggerire che stiamo assistendo sì ad un recupero, ma non tanto forte quanto si possa credere.
PERCHE’ NON MI CONVINCE L’ULTIMO RIMBALZO DEGLI INDICI?
Questi particolari segnali li ritroviamo in alcuni indici di forza relativa di cui ora vi parlerò.
• FORZA RELATIVA TRA S&P500 E SETTORI DIFENSIVI: BENI DI PRIMA NECESSITA’ E UTILITIES
Da cosa deriva la creazione di questi due indici di forza relativa? Il settore dei beni di prima necessità (XLP) e il settore delle utilities (XLU) sono difensivi, ossia quei particolari settore che tendenzialmente non vanno a sovraperformare il loro bechmark di riferimento durante momenti di risk on ma a sovraperformarlo in momenti di risk-off. Da cosa deriva questa peculiarità? L’informazione possiamo ritrovarla nei coefficienti beta. Sapete cosa misura questo particolare coefficiente? La variazione che ha un settore (o anche una singola azienda) rispetto al mercato di riferimento. Il Beta di XLP è uguale a 0.60 mentre quello di XLU a 0.37.
Questo significa che se l’S&P500 segnasse un +2%, XLP segnerebbe un +(2 X 0.6)= +1,2% e XLU un +(2 X 0.37)= +0.74%; ecco dimostrato il motivo per cui in momenti di risk on essi non sovraperformano l’S&P.
Se invece quest’ultimo segnasse un -2%? XLP segnerebbe una performance di -1,2% e XLU di un -0.74%.
Grafichiamo il tutto:
Notate come entrambi gli indici di forza siano saliti dal recupero post-covid 19 fino ad inizi novembre 2021. Ciò è accaduto poiché l’indice di riferimento è andato a sovraperformare i due settori. Avendo capito che i due sono difensivi, che tipo di informazioni ci forniscono i due indici? Che da marzo 2020 a novembre 2021 i mercati erano in risk on! Se fosse stato il contrario (risk-off), avremmo assistito a una sovraperformance da parte dei settori difensivi, che tendono a beneficiare di più in questi particolari scenari! Questo cambio di forza è avvenuto infine con i breakout dei supporti dinamici a inizi di dicembre 2021.
Quindi, tornando al quesito di prima, perché non mi fido tanto dell’ultimo rimbalzo dei mercati azionari americani?
Perché questi indici di forza relativa mi stanno suggerendo che siamo in clima di risk-off e non in risk-on; in momenti di risk off il mercato azionario tende a performare bene? No, perché offre alti rendimenti ma ti espone a un altrettanto rischio.
C’è un altro indice di forza relativa che fa riflettere, ossia quello tra l’S&P500 e il VIX:
Mi piace definire questo indice di forza come “quanta paura c’è al rischio”; che informazioni ci fornisce? Se sale, significa che c’è avversione al rischio, se scende l’esatto contrario.
Osservandolo, cosa possiamo dedurre? Dai minimi di marzo 2020 l’indice è salito fino ad arrivare a visitare dei massimi, a inizi novembre 2021. Successivamente è iniziato il lento trend ribassista identificato dalle due trendline dinamiche ribassiste di color blu. Questa inversione di tendenza è avvenuta in concomitanza con le inversioni dei due indici visti precedentemente. E’ un caso?
Spero questa analisi possa essere utile a tutti.
Matteo Farci
S&P - livelli chiaveSu S&P le quotazioni sono arrivate a livelli di resistenza cruciali nel senso che da qui bisogna capire se il trend proseguirà verso il basso oppure punterà ai massimi precedenti. Al momento la situazione è aperta ad entrambi gli scenari e molto dipenderà dalla prossima settimana e anche da quella successiva per avere segnale e conferma di ciò che vorrà fare. Un importante segnale di recupero sarebbe ritornare sopra la media mobile rossa che ha sempre contenuto i tentativi di ribasso.
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