Trump contro la FedLunedì l'indice del dollaro è sceso a 97.6, il livello più basso da febbraio 2022, a causa delle preoccupazioni sull'indipendenza della Federal Reserve che hanno gravato sul biglietto verde.
Venerdì, il direttore del National Economic Council Kevin Hassett ha rivelato che il presidente Trump sta valutando la possibilità di licenziare il presidente della Fed Jerome Powell. Il giorno prima, Trump aveva intensificato la pressione sulla banca centrale affinché tagli i tassi di interesse.
Tali dichiarazioni hanno alimentato le preoccupazioni relative alla perdita dell’indipendenza della politica monetaria statunitense, minando potenzialmente la credibilità della Fed e indebolendo la fiducia degli investitori nel dollaro.
La tempistica è particolarmente delicata, poiché gli asset denominati in valuta americana, quindi il biglietto verde e i titoli del Tesoro, sono già sotto pressione e sempre più considerati meno affidabili a causa della crescente incertezza sulle politiche della nuova amministrazione.
Ad aprile, il biglietto verde ha perso circa il 4,6%, con i cali più significativi nei confronti di euro, yen e franco svizzero.
VALUTE
EurUsd sopra 1.1550 con massimi visti a 1.1573. Il biglietto verde si è indebolito contro Jpy e Chf soprattutto arrivando a 140.40 e 0.8040.
Anche le oceaniche si sono rinforzate e il Cad ha recuperato ancora arrivando a 1.3800 contro dollaro. Non è finita la discesa del dollaro perché le tensioni che sta creando Trump sul mercato sono significative e non di breve durata, almeno così sembra. C'è ancora spazio, soprattutto se ci fosse una perdita di fiducia nel sistema America.
ORO, NUOVI MASSIMI STORICI
Lunedì l'oro è balzato del 2%, superando i 3.424 dollari l'oncia, raggiungendo un nuovo massimo storico, sostenuto dalla domanda di beni rifugio in un contesto di crescenti tensioni commerciali globali e da un dollaro statunitense più debole.
La scorsa settimana, il presidente Donald Trump ha ordinato un'indagine su potenziali nuovi dazi su tutte le importazioni di minerali essenziali dagli Stati Uniti, un'escalation significativa nella controversia commerciale con i partner globali, in particolare la Cina.
Inoltre, il dollaro statunitense è sceso al minimo degli ultimi tre anni, poiché la fiducia degli investitori nell'economia statunitense ha subito un ulteriore colpo a causa dei piani di Trump di dare una scossa alla Federal Reserve.
Il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha dichiarato venerdì che l'amministrazione Trump sta continuando a valutare la possibilità di licenziare il presidente della Fed Jerome Powell, una mossa che avrebbe grandi conseguenze per l'indipendenza della banca centrale e per i mercati globali.
Inoltre, il recente taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea ha accresciuto l'attrattiva del metallo prezioso in un contesto di bassi rendimenti.
La Banca Popolare Cinese (PBoC) ha lasciato invariati i suoi tassi di interesse chiave sui prestiti per il sesto mese consecutivo ad aprile, in linea con le aspettative del mercato, in attesa di valutare l'impatto in evoluzione delle controversie commerciali statunitensi prima di introdurre ulteriori misure di stimolo.
Il tasso di interesse primario sui prestiti a un anno (LPR), un parametro di riferimento per la maggior parte dei prestiti a imprese e famiglie, è stato mantenuto al 3,1%, mentre l'LPR a cinque anni, un parametro di riferimento per i mutui immobiliari, è rimasto al 3,6%. Entrambi i tassi sono ai minimi storici dopo le riduzioni di ottobre e luglio dello scorso anno.
L'ultima decisione è arrivata dopo che il PIL è cresciuto più del previsto, al 5,4% su base annua nel primo trimestre del 2025, rimanendo la crescita più elevata in un anno e mezzo, nel contesto degli sforzi di stimolo in corso da parte di Pechino.
Pechino sta dando priorità alla spinta dei consumi interni, inclusi ulteriori 300 miliardi di CNY in titoli del Tesoro speciali a lunghissimo termine per un programma commerciale di beni di consumo.
I future sul greggio WTI sono scesi di oltre il 2% a circa 63,2 dollari al barile lunedì, mentre i progressi nei negoziati sul nucleare tra Stati Uniti e Iran hanno attenuato le preoccupazioni relative a potenziali limitazioni dell'approvvigionamento.
Il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato che sabato le due nazioni hanno concordato di iniziare a elaborare un quadro per un possibile accordo sul nucleare. Un funzionario statunitense ha inoltre descritto i colloqui come "molto progressivi".
Questo dopo che l'amministrazione Trump la scorsa settimana ha imposto nuove sanzioni contro gli importatori cinesi di petrolio iraniano. Un terzo round di colloqui ad alto livello si terrà sabato prossimo in Oman.
I prezzi sono diminuiti anche a causa dei timori che la guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti possa rallentare la crescita economica globale e, di conseguenza, frenare la domanda di energia.
Ad aumentare la pressione, si prevede che l'OPEC+ aumenterà la produzione di 411.000 barili al giorno a maggio, sebbene parte di tale aumento potrebbe essere compensato dai tagli dei paesi che hanno superato le proprie quote.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Idee operative EURNZD.1.MINI
Le borse americane non mollanoProseguono i colloqui tra USA e controparti sui dazi, e Trump si è detto molto fiducioso sull’accordo commerciale con l’Unione Europea e Giappone. Lo stesso Scott Bessent, segretario al tesoro, ha manifestato soddisfazione per la direzione che stanno prendendo i rapporti bilaterali, che poi è sempre quello a cui abbiamo creduto, ovvero zero dazi per tutti.
Wall Street è rimasta stabile, riuscendo a contenere le forti perdite di questa settimana prima delle festività imminenti, con i mercati che hanno già scontato utili aziendali contrastanti e rischi legati alle incerte politiche tariffarie del presidente Trump, che però sembrano prendere una piega positiva. L'S&P 500 ha chiuso in territorio positivo, e il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,16% grazie alla tregua del settore tecnologico.
Sul fronte commerciale, le minacce di dazi su rame, semiconduttori, prodotti farmaceutici e legname non sono ancora state confermate dalla Casa Bianca, sebbene le notizie indichino uno sviluppo positivo dei negoziati con il Giappone. Gli asset rischiosi sono comunque rimasti deboli dopo le pesanti critiche di Trump al presidente della Fed Powell, in seguito alle dichiarazioni del Governatore che aveva ricordato che i dazi potrebbero ostacolare la crescita e far impennare l'inflazione.
D'altro canto, UnitedHealth è crollata del 20% dopo la pubblicazione dei risultati, provocando un calo di 500 punti nel Dow Jones. Intanto Georgieva, direttrice generale del FMI, ha dichiarato che i recenti movimenti sui titoli del Tesoro USA dovrebbero essere considerati un monito. Tutti ne risentono se le condizioni finanziarie peggiorano. L'elevata incertezza aumenta il rischio di stress sui mercati finanziari. Più a lungo dura l'incertezza, maggiore sarà il costo.
BCE, ANCORA UN TAGLIO DEI TASSI
La BCE ha tagliato tutti e tre i suoi tassi di interesse chiave di 25 punti base, abbassando il tasso di rifinanziamento principale al 2,40%, il tasso sui depositi al 2,25% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,65%, come previsto. La decisione riflette la crescente fiducia che l'inflazione sia sulla buona strada per tornare stabilmente all'obiettivo del 2%.
Sia l'inflazione complessiva che quella core hanno continuato a diminuire, con un calo anche dell'inflazione dei servizi. La crescita salariale si sta moderando e le imprese stanno assorbendo parte della pressione sui costi. Tuttavia, permangono rischi per le prospettive dell'area dell'euro, soprattutto a causa delle crescenti tensioni commerciali globali, che stanno minando la fiducia e inasprendo le condizioni finanziarie.
La BCE ha riconosciuto che le prospettive di crescita si sono indebolite e ha sottolineato un approccio basato sui dati per il futuro. Non si è impegnata a effettuare ulteriori tagli, sottolineando che le decisioni future dipenderanno dai dati economici, dalle dinamiche dell'inflazione e dalla forza della trasmissione monetaria.
VALUTE
L'euro è rimasto stabile, tra 1,1340 e 1,1400, in leggero calo rispetto ai massimi di gennaio 2022, dopo che la BCE ha abbassato i tassi per la sesta volta consecutiva, come previsto. La banca centrale ha eliminato il riferimento a una politica monetaria "restrittiva", avvertendo al contempo che le prospettive di crescita sono peggiorate a causa delle crescenti tensioni commerciali.
Gli operatori ora puntano principalmente ad altri tre tagli di 25 punti base entro la fine dell'anno. Tuttavia, l'euro ha guadagnato circa il 5% rispetto al biglietto verde ad aprile, poiché la moneta unica rappresenta una moneta rifugio più del dollaro in questo momento, con gli investitori che stanno ridimensionando il ruolo del dollaro nel sistema finanziario globale, riconsiderando al contempo, sempre più la moneta unica come valida alternativa.
Inoltre, le aspettative di una maggiore spesa per la difesa, in particolare in Germania, hanno dato slancio al rialzo dell'euro. Ma il dollaro, dopo settimane di discesa, è comunque rimasto stabile anche contro altre valute, come GBP, JPY, CAD, e oceaniche, in un momento di consolidamento necessario dopo tanto ribasso.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 9.000 unità rispetto alla settimana precedente, attestandosi a 215.000 nella seconda settimana di aprile, in contrasto con le aspettative del mercato che prevedevano un aumento di 1.000 unità, attestandosi a 225.000, segnando il numero più basso di nuove richieste in oltre due mesi. Il risultato ha continuato a riflettere un mercato del lavoro resiliente negli Stati Uniti, prolungando lo slancio dell'ultimo rapporto sull'occupazione.
Nel frattempo, le richieste di sussidi di disoccupazione in corso sono aumentate di 41.000 unità, passando da 1.885.000 a 1.926.000 nella settimana precedente, prolungando la loro volatilità.
TURCHIA, SALE IL COSTO DEL DENARO
La Banca Centrale di Turchia ha aumentato il tasso di riferimento di 350 punti base al 46% nella riunione di aprile 2025, in contrasto con le aspettative del mercato che prevedevano un mantenimento dei tassi e in netto contrasto con i tre tagli consecutivi dei tassi nelle tre decisioni precedenti. Il Comitato di Politica Monetaria ha inoltre osservato che la politica monetaria rimarrà restrittiva fino al raggiungimento della stabilità dei prezzi.
Il Comitato di Politica Monetaria ha osservato che gli ultimi indicatori anticipatori suggerivano un aumento della domanda interna superiore alle aspettative all'inizio dell'anno, giustificando una politica monetaria più restrittiva, nonostante il calo dell'inflazione di fondo registrato a marzo. Il Comitato ha inoltre sottolineato che il crescente protezionismo nel commercio globale rischiava di compromettere il processo di disinflazione che aveva consentito i tagli dei tassi nelle ultime riunioni.
Pur non rilasciando dichiarazioni dirette, è probabile che il Comitato di Politica Monetaria abbia anche aumentato i tassi per allentare la pressione sul mantenimento dei tassi da parte della Turchia, dopo che i conflitti politici tra il Presidente Erdogan e il sindaco di Istanbul hanno innescato un crollo della valuta nazionale.
Saverio Berlinzani
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Avversione al rischio crescenteLa settimana scorsa si è chiusa con un aumento progressivo dell’avversione al rischio, legata alle crescenti preoccupazioni sull’inflazione, tornata alla ribalta dopo gli ultimi dati, e alle incertezze relative ai dazi doganali. Gli indici USA hanno chiuso in netto ribasso venerdì, appesantiti dal risk off e dai timori di cui sopra. L'S&P 500 è scivolato del 2%, il Dow Jones è sceso dell’1,69% e il Nasdaq 100 è crollato del 2,7%.
I giganti della tecnologia hanno guidato il calo, con Alphabet, Amazon e Meta in calo di oltre il 4% ciascuno e Microsoft è scesa del 3%. Le preoccupazioni sull'inflazione si sono intensificate dopo che la lettura finale del sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan per marzo ha mostrato le aspettative di inflazione a lungo termine più elevate dal 1993.
Nel frattempo, l'indice dei prezzi PCE core, la misura dell'inflazione preferita dalla Fed, è aumentato del 2,8% a febbraio, superando le previsioni, mentre la spesa dei consumatori è cresciuta dello 0,4%. Gli investitori si sono preparati a ulteriori interruzioni delle catene di approvvigionamento, dopo le minacce di Trump sulle tariffe al settore automotive, pari al 25%, a partire dal 2 aprile prossimo.
La UE si è detta disposta a venire incontro agli USA, si legge in una nota, per cercare di ridimensionare la questione e riportarla nell’ambito di negoziati. Ma il timore di ritorsioni da parte dei principali partner commerciali sussiste. L'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente oltre l'1% e il 2%, registrando il quinto calo settimanale in sei settimane, mentre il Dow è sceso dello 0,8%.
INFLAZIONE PCE IN AUMENTO
L'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) degli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% su base mensile a febbraio 2025, mantenendo lo stesso ritmo dei due mesi precedenti e in linea con le aspettative. I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,2%, al di sotto dello 0,5% a gennaio, e i prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,4%, al di sopra dello 0,2% nel mese precedente.
Nel frattempo, l'indice PCE core, che esclude cibo ed energia, è aumentato dello 0,4%, il massimo da gennaio 2024, al di sopra dello 0,3% nel mese precedente e con previsioni dello 0,3%. I prezzi dei prodotti alimentari si sono stabilizzati (rispetto allo 0,3% di gennaio) mentre i prezzi dei beni e dei servizi energetici sono aumentati dello 0,1%, dopo un aumento dell'1,3% a gennaio.
Su base annua, i prezzi sono aumentati del 2,5%, come a gennaio e in linea con le previsioni, ma il tasso annuo core è salito al 2,8%, al di sopra di un 2,7% rivisto al rialzo e di previsioni del 2,7%.
VALUTE
Sui cambi, solito refrain: dollaro in discesa con l’equity in calo, in correlazione diretta, e indice VIX sopra quota 21.50, dopo i recenti dati inflattivi, che diminuiscono le probabilità di taglio dei tassi da parte della Fed. EUR/USD rimane sopra 1.0820, mentre il Cable non riesce a rompere le resistenze chiave per via di un EUR/GBP che è tornato sopra 0.8325, ora primo supporto chiave.
GBP/USD quindi non ha sfondato al rialzo 1.3000 e rimane inalterato, con supporti posti a 1.2870-80 area. In questa fase si ripropone lo JPY come asset rifugio, dopo che ha tenuto i supporti contro dollaro e il USD/JPY non è riuscito a violare la resistenza di 151.20-30 area. Siamo ora tornati a 149.80 e nel caso di violazione di 149.50, potremmo rivedere 148.00.
La BoJ non sembra ancora pronta al rialzo dei tassi nonostante un'inflazione al 3.7%, che però è in calo rispetto ai dati precedenti del 4%. Su base mensile è quel -0.1% che impedisce per ora alla BoJ di agire. Oceaniche ancora deboli in risk off, in attesa che la Cina allenti la politica monetaria e i tassi LPR a 1 e 5 anni, per ridare slancio ai consumi interni.
Il problema della Cina è quello infatti di rilanciare la domanda interna, che viene snobbata a favore di un mercantilismo legato a un tasso di cambio tenuto artificialmente sotto valutato. EUR/AUD ed EUR/NZD tornano verso i massimi di periodo, in piena accelerazione.
INTANTO IN EUROPA
L'indicatore del sentiment economico dell'Eurozona è sceso a 95,2 a marzo 2025, il livello più basso degli ultimi mesi, rispetto a 96,3 a febbraio e ben al di sotto delle previsioni di 97. Il calo è stato guidato dalla minore fiducia nei servizi, nel commercio al dettaglio e tra i consumatori. La fiducia nell'industria e nelle costruzioni è rimasta sostanzialmente stabile.
Per le maggiori economie dell'UE, l’indice è diminuito significativamente in Francia e in Italia, mentre è migliorato in Spagna. La fiducia è aumentata in Germania ed è rimasta invariata nei Paesi Bassi.
CANADA, PIL FERMO
Il PIL canadese è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente a febbraio 2025, con aumenti nei settori manifatturiero, finanziario e assicurativo compensati da diminuzioni nel settore immobiliare e degli affitti e leasing, nel sottosettore dell'estrazione di petrolio, gas e nel settore del commercio al dettaglio.
Va però ricordato che, al di là della rilevazione di marzo, invariata rispetto a febbraio, il PIL è cresciuto dello 0,4% rispetto al mese di gennaio, superando le stime flash dello 0,3%. Le industrie produttrici di beni sono aumentate dell'1,1% tra guadagni nei servizi di pubblica utilità e nell'estrazione mineraria, estrattiva di petrolio e gas, mentre le industrie produttrici di servizi sono aumentate dello 0,1%, con il commercio al dettaglio come principale fattore di detrazione della crescita.
LA SETTIMANA DELLA RBA
La prossima settimana, gli investitori monitoreranno attentamente gli sviluppi della guerra commerciale, poiché le tariffe reciproche sulle importazioni negli Stati Uniti entreranno in vigore il 2 aprile, inclusa una tassa del 25% sul settore auto. Dagli USA attenzione agli ISM PMI, che forniranno approfondimenti sul mercato del lavoro e sulle performance del settore privato.
Inoltre, dalla Cina, si attendono i dati sui Caixin PMI, mentre dal Giappone, occhio al Tankan, che misura le performance delle grandi aziende. Dalla Germania, dati sull’inflazione e sugli ordinativi all’industria. Non dimentichiamo i PMI per l’Eurozona. Attesa, per quel che riguarda le oceaniche, alla decisione sui tassi della RBA, che secondo le stime, dovrebbe lasciare i tassi fermi, al 4.1%.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
L'incertezza frena l'azionarioAncora una seduta interlocutoria delle borse, che non sanno la direzione da prendere per via delle persistenti preoccupazioni sui dazi e delle prospettive economiche che ancora pesano sul sentiment degli investitori. Il settore dei beni di consumo discrezionali è stato il migliore, mentre la tecnologia e l'energia hanno registrato le perdite maggiori. Le megacap Tesla (+5,5%) e Amazon (+0,8%) hanno guadagnato, mentre Nvidia è scesa dell'1,5%.
Nel frattempo, la General Motors è crollata di oltre il 7% dopo che l'amministrazione Trump ha annunciato un dazio del 25% su "tutte le auto non prodotte negli Stati Uniti", che entrerà in vigore il 2 aprile. Il presidente ha anche messo in guardia da dazi "molto più importanti", l’Unione Europea, e il Canada se decidessero di applicare ritorsioni per contrastare le misure commerciali degli Stati Uniti.
VALUTE
L’Euro, nonostante i buoni dati Usa, non molla la presa e si riporta a ridosso di 1.0800 anche se per ora, non sfonda. Resta però forte, il biglietto verde contro Jpy, Aud, Nzd, L'indice del dollaro USA si è stabilizzato intorno a 104,3, in attesa dei dati di oggi pomeriggio, relativi al PCE, l'indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve. La Fed ha recentemente alzato le sue previsioni di inflazione in ragione delle preoccupazioni sull'impatto dei dazi, e ha ridotto le probabilità che vi possano essere ulteriori tagli dei tassi di interesse.
Nel frattempo, il presidente della Fed di Richmond Tom Barkin ha dichiarato che la posizione "moderatamente restrittiva" della banca centrale rimane appropriata, dato l'elevato livello di incertezza economica e i rapidi cambiamenti di politica. Tecnicamente l’EurUsd rimane sotto le resistenze chiave di 1.0850 e 1.0950 ma tiene l’area di supporto di 1.0720 30 . Il Cable tiene meglio ma a breve usciranno i dati sul Pil e sulle vendite al dettaglio.
UsdJpy verso 151.50, l’rea chiave di resistenza di medio termine. Deboli le oceaniche, con AudUsd che rimane tra 0.6260 e 0.6380 mentre NzdUsd, non è riuscito a rompere 0.5820 e ripiega verso 0.5680. L’avversione al rischio ripropone poi a salita di EurAud ed EurNzd che risalgono sopra 1.7150 e 1.8850.
PIL USA
L'economia statunitense è cresciuta del 2,4% annualizzato nel quarto trimestre del 2024, leggermente al di sopra del 2,3% precedente, Le esportazioni sono diminuite leggermente mentre le importazioni sono diminuite più di quanto inizialmente previsto. Anche la spesa pubblica è aumentata e gli investimenti fissi si sono contratti meno del previsto, mentre gli investimenti residenziali sono aumentati a un ritmo più veloce di quanto inizialmente previsto.
Nel frattempo, i consumi personali sono rimasti il principale motore della crescita, con un aumento del 4%, leggermente inferiore al 4,2% della stima precedente, ma restando il guadagno maggiore dal primo trimestre del 2023. La spesa è aumentata sia per i beni, sia per i servizi.
USA, DEFICIT COMMERCIALE
Il deficit commerciale degli Stati Uniti in beni si è ridotto a 147,91 miliardi di dollari a febbraio 2025, superando le aspettative di mercato di 134,5 miliardi ma inferiore rispetto al record rivisto di 155,6 miliardi del mese precedente.
Le importazioni sono aumentate del 22,5% a 326,51 miliardi, trainate principalmente da forti aumenti negli acquisti di forniture industriali, beni di consumo e beni strumentali. Nel frattempo, le esportazioni sono aumentate del 2,5% a 178,6 miliardi, spinte da maggiori vendite di beni strumentali e beni di consumo.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 1.000 a 224.000 nella settimana conclusasi il 22 marzo, al di sotto delle aspettative di mercato di 225.000, per rimanere su livelli storicamente bassi. Nel frattempo, le richieste continuative sono diminuite di 25.000 nella settimana precedente.
I risultati hanno continuato a indicare la resilienza del mercato del lavoro, nonostante il prolungato periodo di politica monetaria restrittiva e i dati deboli pubblicati durante il primo trimestre dell'anno. Nel frattempo, le richieste di disoccupazione presentate nell'ambito dei programmi per i dipendenti del governo federale, che sono stati sottoposti a un attento esame a causa dei licenziamenti da parte del Department of Government Efficiency (DOGE), sono diminuite di 245 a 821.
BUND IN RIPRESA
Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è sceso sotto il 2,8% giovedì dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una tariffa del 25% sui veicoli importati, un duro colpo per l'economia tedesca incentrata sulle automotive. Quasi un quarto delle esportazioni di veicoli dell'UE è destinato agli Stati Uniti, che sono anche il mercato di esportazione più importante della Germania.
La decisione accresce l'incertezza economica, aggiungendo pressione sulla crescita europea mentre i costi più elevati si propagano attraverso le catene di approvvigionamento. In risposta, l'UE sta preparando contromisure. Timori di un aumento delle tensioni commerciali hanno spinto la BCE a tagliare i tassi, che potranno scendere anche sotto al 2%, dal 2.5% attuale.
Buona giornata.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Cresce l'incertezza sull'equityBorsa Usa invariata ieri, in un contesto sempre caratterizzato da incertezza, tra i rischi dei dazi e riduzione della spesa da parte del governo degli Stati Uniti. I tre principali indici hanno chiuso intorno allo zero, Il Presidente Powell, due giorni orsono, in occasione della decisione sui tassi Fed, non era andato allo scontro istituzionale con l’amministrazione Trump, minimizzando le preoccupazioni che i dazi potessero riaccendere l'inflazione, definendone l'impatto come transitorio, anche se le proiezioni del FOMC avessero mostrato revisioni al ribasso della crescita e una maggiore disoccupazione, spingendo i mercati a credere a tre tagli dei tassi entro fine anno.
Ciò contrasta leggermente con le proiezioni dei banchieri centrali Usa, che sembra orientato a soli due tagli dei tassi. Tra i titoli, Meta è stata tra i migliori con un balzo del 2,7%, mentre Eli Lilly, Nvidia e Amazon sono aumentate di oltre l'1%. D'altro canto, le azioni PDD quotate negli Stati Uniti sono state scambiate in rosso dopo che la società ha mancato gli obiettivi di vendita. Micron e Nike avrebbero dovuto comunicare i risultati dopo la chiusura.
VALUTE
L'euro è sceso sotto 1,085, ritirandosi rispetto ai massimi degli ultimi cinque mesi registrati a 1,09547 toccato il 18 marzo, dopo che la presidente della BCE Lagarde ha messo in guardia i mercati rispetto ad una crescita più debole, pur minimizzando i rischi di inflazione se l'Unione Europea reagisse ai dazi statunitensi.
Parlando al Parlamento Europeo, ha avvertito che un dazio del 25% sull’export europeo negli Usa potrebbe ridurre la crescita dell'area dell'euro di 0,3 punti percentuali nel primo anno, aggiungendo che una eventuale ritorsione peggiorerebbe ulteriormente la crescita di un altro 0.2%. L'impatto più netto si verificherebbe nel primo anno, con effetti persistenti sulla produzione, sebbene le pressioni inflazionistiche svanirebbero nel tempo, segnalando che la BCE non risponderebbe con tassi più elevati.
Inoltre, la BCE ha spazio per abbassare ulteriormente il costo del denaro, poiché l'inflazione rappresenta una preoccupazione minore nell'eurozona rispetto agli Stati Uniti. I trader hanno recentemente ridimensionato le aspettative per i tagli della BCE, ora stimando solo due riduzioni quest'anno. Da parte sua, la Federal Reserve statunitense ha mantenuto stabili i tassi e ha ribadito il piano di effettuare due tagli quest'anno.
USA, DEFICIT PARTITE CORRENTI
Il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti si è ridotto di 6,3 miliardi di dollari, o del 2,0%, a 303,9 miliardi nel quarto trimestre del 2024, in calo rispetto al deficit rivisto del terzo trimestre di 310,3 miliardi e migliore delle aspettative di mercato di un divario di 325,5 miliardi. Il saldo del reddito primario è passato a un surplus di 2,3 miliardi dollari da un deficit di 13,8 miliardi nel trimestre precedente, guidato da un reddito da investimenti diretti più elevato, principalmente dagli utili.
Inoltre, il divario del reddito secondario è sceso a 56,2 miliardi di dollari da 60,1 miliardi, mentre il surplus dei servizi è salito a 76,1 miliardi da 73,2 miliardi. Al contrario, il deficit dei beni si è ampliato a 326,1 miliardi da 309,6 miliardi, poiché le esportazioni sono diminuite di 10,8 miliardi, guidate da cali nei beni strumentali, principalmente aerei civili; accessori per computer; semiconduttori e beni di consumo, in particolare prodotti medicinali, dentali e farmaceutici. Considerando l'intero anno 2024, il deficit delle partite correnti è aumentato del 25,2% a 1,13 trilioni di dollari, pari al 3,9% del PIL.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 2.000 unità, arrivando a 223.000 nella seconda settimana di marzo, marginalmente al di sotto delle aspettative di mercato di 224.000, rimanendo a livelli storicamente bassi. Nel frattempo, le richieste continuative sono aumentate di 33.000 nella prima settimana del mese, sempre in linea con le aspettative di mercato. I risultati hanno continuato a indicare che gli Stati Uniti ospitano un mercato del lavoro robusto nonostante il prolungato periodo di politica monetaria restrittiva e i dati deboli pubblicati durante il primo trimestre dell'anno.
BOE, TASSI INVARIATI
La Banca d'Inghilterra ha mantenuto i tassi invariati al 4,5% durante la riunione di marzo, con una percentuale di voti quasi unanime, 8 a 1, tenendo un approccio conservativo in un contesto di un'inflazione ostinatamente elevata e di incertezze economiche globali. Un membro, Swati Dhingra, ha suggerito una riduzione di 25 punti base al 4,25%.
L’istituto centrale ha sottolineato che, date le prospettive di inflazione a medio termine, un approccio graduale e cauto rimane appropriato. L'inflazione CPI è aumentata al 3,0% a gennaio e, mentre i prezzi globali dell'energia sono diminuiti, si prevede che l'inflazione salirà al 3¾% entro il terzo trimestre del 2025. Inoltre, l'MPC ha osservato che le incertezze sulla politica commerciale globale e i rischi geopolitici sono aumentati, con un aumento della volatilità del mercato finanziario.
Buona giornata.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Il risk on acceleraAncora una sessione positiva a Wall Street con i tre indici principali in positivo tra lo 0,50% e l’1%, nel tentativo di riprendersi dalle perdite della settimana precedente, che ha visto il Dow registrare il ribasso settimanale più significativo dal 2023. A livello macro si osserva un calo delle vendite al dettaglio, o meglio un aumento inferiore alle attese, +0,2%, al di sotto delle aspettative.
Allo stesso modo, il sentiment degli investitori è rimasto negativo in seguito alle osservazioni del Segretario al Tesoro Scott Bessent, che ha affermato di non essere preoccupato per il recente ribasso del mercato azionario e che "le correzioni sono salutari". I suoi commenti, tuttavia, hanno sollevato preoccupazioni sull'impatto delle attuali politiche sotto l'amministrazione Trump. Gli investitori sono anche concentrati sulla decisione della Fed questa settimana, con la banca centrale che dovrebbe mantenere invariato il tasso dei fondi federali e fornire proiezioni economiche aggiornate. Tra i settori, l'energia e il settore immobiliare hanno sovraperformato mentre i servizi di pubblica utilità sono scesi.
VALUTE
Sui cambi, il risk on ha visto muoversi i cross Eur/Aud, Eur/Nzd ed Eur/Cad, i tipici cambi risk on - risk off che, dopo l’impennata delle ultime settimane, hanno ceduto posizioni, scendendo in modo deciso, grazie alla ripresa dei dati positivi in Cina, che hanno alimentato la ripartenza delle oceaniche. Aud/Usd e Nzd/Usd hanno vissuto una giornata di gloria, con rialzi intorno all’1% in una fase di accumulazione che ha fatto seguito ai breakout delle prime resistenze chiave poste rispettivamente a 0,6360 e 0,5780.
Sulle majors non c’è molto da dire nel senso che Eur/Usd è rimasto sotto 1,0940 anche se ha superato 1,0900, mentre il Cable si avvicina a 1,3000. Usd/Jpy è sopra 149,00 in una fase che abbiamo richiamato di possibile correzione dopo i recenti ribassi, e target anche intorno a 150,00-151,00 prossimamente.
USA, VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,2% mese su mese a febbraio 2025, rimbalzando da un calo rivisto al ribasso dell'1,2% a gennaio, ma ben al di sotto delle previsioni di un aumento dello 0,6%. Sette delle 13 categorie del rapporto hanno registrato cali mentre le restanti sono cresciute come da attese. Nel frattempo, le vendite escludendo i servizi di ristorazione, i concessionari di auto, i negozi di materiali edili e le stazioni di servizio, che vengono utilizzati per calcolare il PIL, sono balzate dell'1%, invertendo una caduta dell'1% rivista al ribasso a gennaio e molto meglio delle previsioni di un aumento dello 0,2%.
CINA, AUMENTA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
La produzione industriale cinese è aumentata del 5,9% anno su anno nel periodo gennaio-febbraio 2025, più delle previsioni di mercato che erano per un aumento del 5,3%, ma in rallentamento rispetto alla crescita del 6,2% di dicembre 2024. Nel settore manifatturiero, 36 dei 41 settori principali hanno mostrato una crescita, in particolare computer e comunicazioni, automobili, prodotti chimici, petrolio e gas naturale. Su base mensile, la produzione industriale si è ridotta dello 0,51% a febbraio. Nel 2024, la produzione industriale è cresciuta del 5,8%.
OCSE, PREVISIONI
L'OCSE ha abbassato le sue previsioni di crescita del G20 per il 2025 dal 3,3% al 3,1% e per il 2026 dal 3,2% al 2,9%, citando le maggiori barriere commerciali e l'incertezza politica che frenano gli investimenti e la spesa. Si prevede ora che l'economia statunitense crescerà del 2,2% nel 2025 (rispetto al 2,4% stimato a dicembre) e dell'1,6% nel 2026 (rispetto al 2,1%).
Le prospettive di crescita del Canada sono state drasticamente ridotte allo 0,7% per entrambi gli anni, mentre si prevede ora che il Messico si contrarrà dell'1,3% nel 2025 e dello 0,6% nel 2026, invertendo le precedenti previsioni di crescita. In Europa, si prevede che l'Eurozona crescerà dell'1,0% nel 2025 (contro l'1,3%) e dell'1,2% nel 2026 (contro l'1,5%), con declassamenti per Germania, Francia e Italia parzialmente compensati da una revisione al rialzo per la Spagna.
Anche le previsioni di crescita del Regno Unito sono state ridotte all'1,4% nel 2025 (contro l'1,7%) e all'1,2% nel 2026 (contro l'1,3%). Nel frattempo, si prevede che l'economia cinese si espanderà del 4,8% quest'anno (contro il 4,7%) prima di rallentare al 4,4% nel 2026.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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EUR NZD BUY 4HSalve, sono il Trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi di una strategia promettente per il cross valutario EURNZD.
Il cambio EURNZD sta mostrando segnali interessanti per un movimento al rialzo. Ho deciso di aprire una posizione long al valore di 1.87460, con uno stop loss (SL) a 1.861, che rappresenta una perdita potenziale dello 0,50%. L'obiettivo di profitto (TP) è fissato a 1.913, puntando su un trend rialzista consistente.
Analisi Tecnica
L'EURNZD sta attraversando una fase di consolidamento, offrendo un'opportunità di breakout al rialzo. Gli indicatori tecnici come il MACD e l'RSI indicano un crescente momentum rialzista. Inoltre, il prezzo si sta posizionando sopra le medie mobili chiave, un segnale di forza che supporta la mia strategia di acquisto.
Analisi Fondamentale
Sul fronte fondamentale, l'euro sta beneficiando di un contesto economico migliorato nell'Eurozona, insieme a una politica monetaria relativamente stabile da parte della BCE. Al contrario, il dollaro neozelandese potrebbe essere influenzato negativamente dalla recente volatilità nei mercati delle materie prime, dato il legame dell'economia neozelandese con questo settore.
Strategia di Trading
Ingresso: 1.87460
Stop Loss: 1.861 (-0,50%)
Take Profit: 1.913
Questa configurazione offre un rapporto rischio/rendimento favorevole e si allinea con il contesto tecnico e fondamentale attuale. Consiglio di monitorare attentamente eventuali cambiamenti nei fondamentali o nei livelli tecnici chiave che potrebbero influire sul trade.
Dazi caos o strategia?Ancora una giornata apparentemente caotica sul fronte delle comunicazioni dei responsabili della nuova amministrazione USA, i quali si sono lasciati andare, per bocca del Presidente, a nuove esternazioni che hanno generato volatilità sui mercati.
Poche decine di minuti dopo le dichiarazioni di Trump, che ha deciso di applicare da oggi un altro 25% alle importazioni di acciaio e alluminio dal Canada, un portavoce del Governo ha ammesso che la documentazione per l’aumento delle tariffe, in realtà, non è stata firmata.
Immaginatevi le "price action", che ogni due per tre cambiano repentinamente, spesso con movimenti opposti. Volatilità, incertezza, nervosismo e "risk off" che la fa da padrone.
In serata, poi, Trump ha affermato di valutare la possibile riduzione dei dazi al Canada, facendo marcia indietro rispetto alla dichiarazione del pomeriggio.
Il Presidente ha poi ricordato che i mercati salgono e scendono, ma in questo momento è più importante ricostruire il paese. Ma tutto ciò è caos o è strategia? Noi propendiamo per la seconda ipotesi.
Gli effetti ad oggi sono un indebolimento del dollaro, borse in correzione e un'inflazione in calo. Il dollaro che perde valore aggiusta il disavanzo commerciale e di bilancia dei pagamenti, mentre le borse in ribasso, insieme ad un eventuale "soft landing", inducono la Fed ad abbassare i tassi senza provocare uno scontro istituzionale.
Inoltre, i tassi in calo riducono gli interessi sui "bonds" governativi e pertanto causano una diminuzione del debito eccessivamente alto. Tagliare "US Aid", l'Ucraina e le spese federali è il terzo pilastro della strategia per rimettere in carreggiata un deficit impazzito.
LE BORSE RESPIRANO
Wall Street ha ridotto le perdite nella seconda parte della sessione USA, quando Trump, che in mattinata aveva dichiarato di voler alzare le tariffe su acciaio e alluminio provenienti dal Canada al 50% dal 25% precedente, è tornato sui suoi passi dichiarando di voler fare marcia indietro.
L'S&P 500 è scivolato dello 0,3%, mentre il Dow ha perso lo 0,75%. Solo il Nasdaq ha chiuso leggermente positivo (+0,35%), recuperando oltre l'1% dell’apertura di sessione. Tra i titoli, Delta ha perso il 5% a causa delle deboli previsioni sugli utili, mentre Oracle è scesa del 3% in seguito a risultati deludenti.
Le azioni tecnologiche hanno rimbalzato, riducendo le perdite precedenti, mentre la volatilità è aumentata dopo il declassamento delle azioni statunitensi da parte di Citigroup. Gli investori ora attendono con interesse il rapporto CPI di mercoledì, decisivo per comprendere le prossime mosse della Fed.
VALUTE
Euro sopra 1.0900 contro dollaro, con il mercato che ha testato l’area di resistenza posta a 1.0946, in un trend ancora orientato verso la debolezza del biglietto verde. È forse questa la volontà di Trump, che minaccia continuamente nuovi dazi per poi toglierli?
Il deprezzamento del dollaro consentirebbe un miglioramento, nel medio termine, di parte, almeno, degli squilibri commerciali, mentre il dazio rappresenta un aumento dei costi immediato. Detto ciò, le esternazioni del Presidente creano incertezze e caos tra gli investitori, che diversificano ed escono dalle posizioni "growth", cercando alternative a basso rischio, cioè "value".
Oltre all’Euro, in generale tutte le valute hanno recuperato qualcosa sulla divisa USA, eccezion fatta per lo JPY, che però aveva guadagnato terreno nelle ultime settimane e ha quindi semplicemente corretto. Spazio di ribasso, ad osservare il "dollar index", ne esiste ancora, con possibili target posti a 101.90, e anche fino a 100.00.
JOLTS OPENINGS
Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono aumentate di 232.000 unità, arrivando a 7,74 milioni a gennaio 2025, rispetto ai 7,51 milioni rivisti di dicembre e superando le aspettative di mercato di 7,63 milioni.
Aumenti notevoli si sono verificati nel commercio al dettaglio, finanza e assicurazioni e assistenza sanitaria e sociale. Al contrario, le offerte di lavoro sono diminuite nei servizi professionali e aziendali.
Nello stesso periodo, le assunzioni sono aumentate di 19.000 unità, arrivando a 5,39 milioni, mentre le separazioni totali sono aumentate di 170.000 unità, arrivando a 5,25 milioni.
GIAPPONE, RENDIMENTI IN SALITA
Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito sopra l'1,5% mercoledì, attestandosi vicino ai livelli più alti dalla crisi finanziaria globale del 2008, poiché le aziende giapponesi hanno concordato sostanziali aumenti salariali per il terzo anno consecutivo, con l'obiettivo di aiutare i lavoratori a far fronte all'inflazione e alla carenza di manodopera.
Le annuali trattative primaverili sul lavoro hanno ora prodotto significativi aumenti salariali per tre anni consecutivi, senza precedenti da quando il Giappone è entrato nel suo prolungato periodo deflazionistico negli anni '90.
Si prevede che salari più alti stimoleranno la spesa dei consumatori, alimentando l'inflazione, potenzialmente offrendo alla BOJ più spazio per ulteriori aumenti dei tassi.
Nel frattempo, il governatore della BOJ Kazuo Ueda ha segnalato che non hanno piani immediati per intervenire nel mercato obbligazionario, sottolineando che i rendimenti riflettono le aspettative del mercato sulle condizioni economiche, l'inflazione e le variazioni dei tassi di interesse globali.
Mentre è ampiamente previsto che la BOJ mantenga stabili i tassi nella sua riunione di marzo, i responsabili politici rimangono sulla buona strada per un ulteriore inasprimento prossimamente.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Equity, che cadutaAncora una discesa impulsiva dei listini USA, con l'S&P 500 in perdita del 2.6%, il Dow Jones in calo del 2% e il Nasdaq in ribasso del 3.8%. Questa estensione delle perdite della scorsa settimana coincide con preoccupazioni sulle prospettive di rallentamento della congiuntura degli Stati Uniti, che diventano sempre più significative.
Il presidente Trump non ha escluso l’eventualità di una recessione, parlando di periodo transitorio, mentre il Segretario al Tesoro Bessent lo ha categoricamente escluso. In ogni caso, l’avversione al rischio rimane importante, con l’indice VIX a 28 punti e il Fear and Greed a 15, in zona di estrema paura. Questa notte, i mercati asiatici sono crollati a causa dei medesimi timori di recessione negli USA.
VALUTE
Il mercato dei cambi è incerto e indeciso, con oscillazioni ridotte e prevalente trading range in 50-60 pips di oscillazione massima per i rapporti di cambio principali. Il mercato aspetta notizie relative alle decisioni sui dazi e sulle questioni geopolitiche, in una sorta di precario equilibrio, ma in condizione di risk off prevalente. I legami con gli altri mercati sembrano saltati, specie con l’azionario, considerata una correlazione prevalente diretta tra equity e dollaro, che però ora sembra svanita.
La discesa delle borse sta rafforzando il biglietto verde, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, ma solo parzialmente. Euro, sterlina, CAD, AUD e NZD stanno ripiegando mentre lo JPY ha corretto l’eccesso di forza visto ieri. Soprattutto le valute oceaniche hanno perso quota questa notte con un rialzo impulsivo dei cross risk off come EUR/AUD ed EUR/NZD, saliti a 1.73 e 1.9080.
GIAPPONE, BOJ AL RIALZO TASSI?
Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito verso l'1,6% lunedì, raggiungendo i livelli più alti in oltre 16 anni, mentre gli investitori scommettono sul fatto che la Banca del Giappone continuerà ad aumentare i tassi di interesse quest'anno per normalizzare le impostazioni monetarie. La scorsa settimana, il vice governatore della BOJ Shinichi Uchida ha segnalato che la banca centrale potrebbe aumentare ulteriormente i tassi se le previsioni economiche saranno in linea con le aspettative, sottolineando che l'uscita del Giappone dalla politica monetaria del QQE è solo all'inizio.
Uchida ha anche evidenziato che le condizioni monetarie rimangono ampiamente accomodanti, con la riduzione delle partecipazioni JGB da parte della BOJ ancora limitata. Nel frattempo, i dati recenti hanno mostrato che il Giappone ha registrato un deficit delle partite correnti a gennaio per la prima volta in due anni, poiché le importazioni hanno superato le esportazioni. Inoltre, i salari reali aggiustati per l'inflazione, una misura chiave del potere d'acquisto dei consumatori, sono scesi dell'1,8% anno su anno, segnando il primo calo in tre mesi.
USA, RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO
Il rendimento del Treasury Note statunitense a 10 anni è sceso di circa 7 punti base al 4,23% lunedì, avvicinandosi ai minimi di dicembre, mentre si intensificano le preoccupazioni sull'impatto delle politiche commerciali di Trump sull'economia statunitense. In un'intervista alla Fox News, il presidente Trump ha rifiutato di escludere una recessione in seguito ai cambiamenti della politica tariffaria della sua amministrazione, descrivendo l'attuale fase economica come un "periodo di transizione". Nel frattempo, il presidente della Fed Powell ha riconosciuto la crescente incertezza economica la scorsa settimana.
Gli investitori ora rivolgono la loro attenzione ai prossimi dati CPI e PPI, in vista della riunione del FOMC della prossima settimana, in cui la Fed pubblicherà proiezioni economiche aggiornate. I recenti dati economici hanno sollevato alcuni segnali d'allarme, con l'ultimo rapporto sull'occupazione che segnala un mercato del lavoro in indebolimento, mentre gli effetti completi dei tagli DOGE devono ancora materializzarsi. L'ISM Manufacturing PMI ha indicato che le aziende stanno già sperimentando le prime interruzioni operative dalla politica tariffaria della nuova amministrazione.
GERMANIA, PRODUZIONE INDUSTRIALE
La produzione industriale in Germania è aumentata del 2% su base mensile a gennaio 2025, rimbalzando rispetto al calo dell'1,5% a dicembre 2024 e superando le aspettative del mercato di un aumento dell'1,5%.
La spinta più forte è arrivata dal settore automobilistico (+6,4%), mentre anche l'industria alimentare (+7,5%), la manutenzione e l'assemblaggio di macchine (+15,6%) hanno contribuito positivamente. Il confronto meno volatile su tre mesi ha mostrato che la produzione industriale è stagnante nel periodo da novembre 2024 a gennaio 2025. Su base annua, la produzione industriale è diminuita dell'1,6%.
CAD IN DISCESA
Il dollaro canadese si è indebolito con il USD/CAD nuovamente sopra 1.4440, avvicinandosi al minimo dell’ultimo mese di 1.4500 raggiunto il 3 marzo, tra drammatici cambiamenti politici, crescenti minacce tariffarie statunitensi e dati economici deludenti. In un'elezione storica, l'ex banchiere centrale Mark Carney è stato votato, nel rimpasto di Governo dopo le dimissioni di Trudeau, come nuovo Primo Ministro del Canada.
Fin da subito, ha assunto una posizione dura, promettendo di mantenere le tariffe sui beni statunitensi finché "gli americani non ci mostreranno rispetto", il che, unito alla sua relativa inesperienza, ha alimentato l'incertezza sui futuri negoziati commerciali e sulla direzione della politica interna. Inoltre, il rapporto sui posti di lavoro di febbraio ha mostrato che l'economia canadese ha aggiunto solo circa 1.000 posizioni rispetto alle aspettative di circa 20.000, alimentando preoccupazioni sulla ripresa economica.
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Saverio Berlinzani
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Eur/Nzd: IFO su livelloSe queste mie analisi ti sono utili ti prego di mettere un LIKE/BOOST all' articolo e seguire questo profilo.
Questo mi permetterà di continuare a fare questo lavoro gratuito.
Buongiorno a tutti,
eccomi qui come sempre per l'analisi settimanale.
Quest'oggi andiamo sul cross valutario Eur/Nzd.
Se prendiamo un grafico con candele settimanali troviamo un'interessante price action: abbassamento di volatilità dopo una leg rialzista che ha riportato il prezzo del cambio sui massimi degli ultimi anni.
Possiamo anche facilmente segnare una linea di trend che congiunge i minimi di fine settembre con i minimi dei primi di dicembre allineata con la media mobile che richiama una tendenza a salire nei prezzi.
Oltre a questa struttura di volatilità troviamo uno dei miei trigger: INSIDE BAR dopo IFO/PIN BAR in cui è importante attendere il breakout di 1,8470 per operare.
Personalmente cercherò di tenere monitorato questo cross nei prossimi giorni su time frame daily e 4H per possibili spunti di conferma long.
L'obiettivo primario di medio termine è area 1,9000 mentre il fallimento della mia view si avrebbe con il ritorno aldi sotto di area 1,8000.
Ovviamente in ottica di trading di breve termine ci sono obiettivi raggiungibili più rapidamente e su cui andrò a focalizzare la mia attenzione qualora facessi un trade su questo mercato.
Anche per oggi è tutto, vi aguro un buon week end e un buon TRADING SIMPLE!
L'equity aspetta TrumpI tre principali indici USA hanno chiuso intorno allo zero nella sessione di ieri, giovedì, dopo i guadagni del giorno precedente. Gli operatori mantengono un certo ottimismo relativamente alle decisioni della Fed, specie dopo i dati sulle vendite al dettaglio pubblicati ieri, risultati inferiori al consensus. Il fatto che siano salite meno del previsto induce ottimismo tra gli operatori, che sperano in un ammorbidimento della Fed sui tassi rispetto alle ultime dichiarazioni hawkish.
Le azioni tecnologiche come Nvidia (+1,5%) e Super Micro Computer (+2,7%) hanno guadagnato, supportate da una prospettiva positiva da Taiwan Semiconductor Manufacturing. Nel frattempo, la stagione degli utili continua con le azioni della Bank of America in rialzo dello 0,1% dopo aver superato le aspettative di utili e ricavi. Morgan Stanley è salita del 2,1% dopo buoni risultati nel quarto trimestre. Al contrario, UnitedHealth è scesa dello 0,9% poiché i suoi ricavi non hanno raggiunto le previsioni.
VALUTE
Giornata interlocutoria sui cambi con trading range ristretti e scarsi interessi, a dimostrazione che il mercato attende con trepidazione l’insediamento di Trump. Scott Bessent, imprenditore statunitense e gestore di Hedge Fund, ha dichiarato che teoricamente un aumento dei dazi del 10% significherebbe un guadagno valutario del 4% per il dollaro, in ragione del fatto che chi li subisce tende a deprezzare il proprio tasso di cambio per compensare il maggior costo delle esportazioni verso chi le ha imposte.
Ciò dovrebbe aiutare a comprendere che i dazi non sono un buon affare in genere per chiunque, perché rappresentano un rischio di aumento dell’inflazione globale, non solo per chi li subisce fuori dai confini nazionali, ma anche per gli importatori, costretti a scaricare l’aumento dei prezzi sul consumatore finale.
Tornando ai principali rapporti valutari, c’è poco da segnalare con i principali rapporti in 50 pips di oscillazione e sempre dentro i trading range dell’ultima settimana. Nel breve termine, siamo sempre dell’idea che il dollaro non abbia terminato la sua corsa al rialzo, ma crediamo di non essere lontani dalla verità quando pensiamo che la fine della salita del biglietto verde non sia poi così lontana.
UK, PIL IN CALO
L'economia britannica è cresciuta dello 0,1% mese su mese a novembre 2024, riprendendosi da una contrazione dello 0,1% sia a ottobre che a settembre, ma non raggiungendo le aspettative di un aumento dello 0,2%. Il settore dei servizi è stato il maggiore contributore, trainato dalle attività di alloggio e ristorazione, programmazione informatica, consulenza e telecomunicazioni. Anche il settore delle costruzioni è cresciuto (+0,4%).
Al contrario, il settore della produzione si è contratto dello 0,4%, appesantito da un calo dello 0,3% nel settore manifatturiero. Altri cali sono stati osservati nell'attività estrattiva e nelle attività di approvvigionamento idrico. Considerando i tre mesi fino a novembre, il PIL non ha mostrato alcuna crescita rispetto al periodo precedente.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate rispetto alla settimana precedente, raggiungendo quota 217.000, ben al di sopra delle aspettative di mercato di 210.000, segnando un netto rimbalzo dal minimo di 11 mesi rivisto al rialzo, toccato nella prima settimana di gennaio. Nonostante l'aumento, le richieste settimanali sono rimaste al di sotto della media della seconda metà del 2024, confermando la resilienza del mercato del lavoro.
USA, VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,4% su base mensile a dicembre 2024, il minimo degli ultimi quattro mesi, rispetto a un aumento rivisto al rialzo dello 0,8% a novembre e al di sotto delle previsioni dello 0,6%. Nonostante il rallentamento, i dati continuano a indicare una solida spesa dei consumatori.
Gli aumenti maggiori sono stati osservati nelle vendite di articoli sportivi, strumenti musicali, libri e mobili. Altri aumenti sono stati osservati anche nelle vendite di abbigliamento, alimentari e bevande, ma anche concessionari di veicoli a motore e ricambi. Al contrario, le vendite sono diminuite presso rivenditori di materiali edili e forniture per il giardinaggio, oltre a servizi di ristorazione e bar.
CINA, PIL COME DA ATTESE
L'economia cinese è cresciuta del 5,4% anno su anno nel quarto trimestre del 2024, accelerando dal 4,6% del terzo trimestre e superando le stime di mercato del 5,0%. Si tratta del tasso di crescita annuale più alto da un anno e mezzo a questa parte, sostenuto da una serie di misure di stimolo avviate da settembre per stimolare la ripresa e riacquistare fiducia. A dicembre, la crescita della produzione industriale ha accelerato fino a raggiungere il massimo degli ultimi 8 mesi, mentre le vendite al dettaglio correggono al rialzo.
Sul fronte commerciale, le esportazioni hanno registrato un aumento a due cifre a dicembre, segnando il nono guadagno mensile consecutivo e raggiungendo l'importo più elevato degli ultimi tre anni, poiché le aziende si sono affrettate a completare le spedizioni prima di potenziali aumenti tariffari sotto l'amministrazione Trump. Per tutto il 2024, il PIL è cresciuto del 5,0%, allineandosi agli obiettivi di Governo. Le vendite al dettaglio, come ribadito poc’anzi, sono aumentate del 3,7% su base annua a dicembre 2024, accelerando dal minimo degli ultimi tre mesi di novembre del 3,0% e superando il consenso di mercato del 3,5%. Considerando l'intero anno, il fatturato al dettaglio è aumentato del 3,5%.
BCE, LE MINUTE
Nelle minute della BCE, presentate ieri, è emerso che Francoforte ha deciso di tagliare i tassi di 25 punti base nel dicembre 2024. Questa mossa è dipesa da dati sull’inflazione migliori del previsto, ovvero in discesa graduale, e anche le previsioni per il prossimo futuro sembrerebbero confermarlo, con un +2,4% nel 2024, 2,1% nel 2025 e 1,9% nel 2026. Anche l'inflazione core, escludendo energia e cibo, dovrebbe scendere, con un obiettivo del 2% nel medio termine.
Nonostante il taglio, i tassi e la politica monetaria rimangono rigidi a causa dei precedenti aumenti che influenzano ancora i prestiti esistenti. Si prevede che la ripresa economica sarà più lenta però, con una crescita prevista allo 0,7% nel 2024, all'1,1% nel 2025 e all'1,4% nel 2026. La BCE rimane concentrata sul garantire che l'inflazione ritorni nel suo alveo naturale del 2% e adeguerà le sue politiche in base ai dati uscenti.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Short di breve termine su EUR/NZDsto valutando un possibile short di breve periodo su questo cross fino alla pin candle in quanto ha rotto al ribasso più volte diverse strutture come in figura e anche per la formazione di due doppi massimi discendenti. Di solito per mi esperienza il prezzo tende a rintracciare verso la pin candle che è l'origine del movimento impulsivo.
Fare attenzione perché è un movimento contro trend rialzista di lungo periodo.
EUR/NZD ANALISI TECNICA 4HEUR/NZD si è rafforzato venerdì, poiché i dati sull'occupazione negli Stati Uniti più forti del previsto hanno rafforzato le aspettative che la Federal Reserve potrebbe non tagliare i tassi di interesse in modo così aggressivo quest'anno.
• Un rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che l'economia degli Stati Uniti ha aggiunto 256.000 posti di lavoro a dicembre, molto più delle previsioni degli economisti per un aumento di 160.000.
• I segnali tecnici sono rialzisti poiché l'RSI è a 59, gli studi giornalieri sullo slancio 5,9 e 10 DMA sono in tendenza al rialzo.
• La resistenza immediata è situata a 1,8518 (23,6% fib), qualsiasi chiusura sopra spingerà la coppia verso 1,8589 (BB più alto)
• Un forte supporto è visto a 1,8366 (38,2% fib) e una rottura sotto potrebbe portare la coppia verso 1,8248 (50% fib).
Raccomandazione: è bene acquistare intorno a 1,8400, con stop loss a 1,8350 e prezzo obiettivo a 1,8520
La Fed alla prova dei mercatiDagli ultimi verbali di novembre, presentati dalla Fed, si evince come i funzionari della banca centrale abbiano espresso recentemente ottimismo sul fatto che l'inflazione si stia attenuando in un contesto di mercato del lavoro ancora resiliente. Questo conferma l’eventualità di ulteriori tagli dei tassi di interesse, sebbene a un ritmo misurato, nel prossimo futuro, a cominciare dalla decisione in programma questa settimana.
I rappresentanti del board hanno poi ricordato che le decisioni di politica monetaria sono subordinate alle tendenze economiche, mettendo in guardia gli operatori da tagli prematuri del costo del denaro. La volatilità dei recenti dati e l'incertezza sull'impatto di questi ultimi sull'attività economica si sono rivelati di difficile interpretazione.
Alcuni membri del board hanno suggerito di mantenere i tassi a livelli restrittivi se l'inflazione persistesse, mentre altri hanno sostenuto tagli accelerati se il mercato del lavoro si indebolisse. La riunione ha evitato di affrontare le implicazioni economiche della recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali, ma ha riconosciuto la necessità di mantenere flessibilità.
EQUITY
Venerdì scorso, l'S&P 500 ha chiuso invariato, mentre il Nasdaq ha guadagnato lo 0,1%. Il Dow Jones, tuttavia, è sceso di 86 punti, estendendo la sua serie di perdite a sette sessioni consecutive, il periodo più lungo dal 2020.
Le perdite nei principali titoli tecnologici come Nvidia, Meta e Amazon hanno pesato sul mercato, mentre Tesla ha guadagnato il 4,3%, chiudendo a un massimo storico di 436,23 dollari. Broadcom è salita del 24,4%, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 1 trilione di dollari dopo aver riportato un aumento del 220% dei ricavi correlati all'intelligenza artificiale, superando le aspettative.
Questa spinta ha sollevato i titoli dei semiconduttori, tra cui Marvell e Taiwan Semiconductor, che hanno registrato forti guadagni. Il mercato però sembra nutrire preoccupazioni per l'imminente decisione politica della Federal Reserve e le condizioni economiche, che hanno limitato ulteriori guadagni. Nel corso della settimana, l'indice S&P 500 ha perso lo 0,7%, il Dow l'1,8%, mentre il Nasdaq è riuscito a guadagnare lo 0,3%.
VALUTE
Sui cambi la settimana è apparsa ugualmente contrastante, con l’EurUsd che ha tenuto due volte l’area di 1.0460 rimbalzando sopra 1.0500, anche se non è stato in grado di rompere le resistenze chiave di 1.0550 e 1.0590. Il trend è ancora chiaramente ribassista, ma si intravedono segnali di tenuta dei supporti chiave.
Il Cable ha perso quota dopo la pubblicazione del PIL, scendendo a ridosso di 1.2600, con un bel rimbalzo di EurGbp sopra 0.8300. I target possibili di questo ribasso sembrerebbero in area 1.2500. Il UsdJpy, in concomitanza con il silenzio della BoJ che non pare voler alzare i tassi, sale verso 154.00 con possibili target a 156.75, massimo del 15 novembre.
Rimane forte anche il UsdCad con livelli di resistenza a 1.4260, al di sopra del quale non c’è mo lto fino a 1.4650. Solo sotto 1.3930 il trend si potrebbe invertire. Oceaniche deboli anche se su eccessi interessanti, ma occorrono conferme di divergenze e la creazione di una fase di accumulazione. Mercato ancora dollaro-centrico, per cui sui cross c’è interessante volatilità bilaterale. Franco svizzero che perde qualcosa sull’Euro portandosi a ridosso di 0.9400.
UK, PIL IN CALO
L'economia britannica si è contratta dello 0,1% mese su mese a ottobre, dopo un calo analogo a settembre e non raggiungendo le previsioni di mercato, che indicavano +0,1%. Il maggiore contributo al ribasso è venuto dalla produzione, che è scesa dello 0,6%, a causa della manifattura, principalmente prodotti farmaceutici, macchinari e prodotti chimici.
Inoltre, il settore minerario è sceso del 3,1%, mentre i servizi sono cresciuti dell'1,4%. L'edilizia è scesa dello 0,4% e i servizi non hanno mostrato alcuna crescita. La sterlina è in calo contro tutte le concorrenti, specie l’Euro, con prospettive di ribassi ulteriori, specialmente se i dati su inflazione e disoccupazione, previsti per questa settimana, dovessero rivelarsi anch’essi in peggioramento.
CINA, PREVISTI NUOVI TAGLI DEI TASSI
La Cina taglierà ancora i tassi di interesse e i requisiti di riserva obbligatoria durante il prossimo anno, secondo quanto riportato da Bloomberg. Il direttore dell'ufficio di ricerca della Banca Popolare Cinese, Wang Xin, ha affermato che c'è spazio per ridurre ulteriormente l'RRR (la riserva obbligatoria che il sistema bancario deve detenere come liquidità presso l’Istituto Centrale), dall'attuale livello medio del 6,6%.
I dati di venerdì hanno mostrato che le banche cinesi hanno erogato 580 miliardi di CNY in nuovi prestiti a novembre 2024, pari a circa 79 miliardi di dollari, ben al di sotto delle aspettative di mercato di 950 miliardi di CNY (130 miliardi di dollari) e meno della metà dei 1.170 trilioni di CNY (160 miliardi di dollari) del corrispondente periodo dell'anno precedente, evidenziando la debole domanda di credito.
Giovedì scorso, il governo ha affermato che avrebbe aumentato il deficit di bilancio, emesso più debito e allentato la politica monetaria per mantenere un tasso di crescita economica stabile. Come riportato da Reuters, si prevede che l'economia cinese crescerà di circa il 5% quest'anno, citando Han Wenxiu, vicedirettore della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici del paese.
SETTIMANA ENTRANTE
La prossima settimana, il centro della scena sarà tutto della Fed, che mercoledì 18 deciderà sui tassi di interesse. Quasi scontato un taglio di 25 punti base, anche se vi sarà enorme interesse per le parole di Jerome Powell nella conferenza stampa che seguirà la decisione.
Altri dati salienti e cruciali, sempre in settimana e sempre negli Stati Uniti, saranno le vendite al dettaglio, i prezzi PCE, reddito e spesa personali, la stima finale della crescita del PIL, la produzione industriale, i PMI manifatturieri e dei servizi, e i dati sul mercato immobiliare.
A livello globale, la Cina pubblicherà la produzione industriale, le vendite al dettaglio, il tasso di disoccupazione, i prezzi delle case e i tassi di interesse principali sui prestiti. In UK, interesse significativo per la decisione sui tassi della BoE, i dati sull'inflazione, le vendite al dettaglio e il rapporto sui posti di lavoro.
Anche in Giappone la BoJ sarà chiamata a decidere sulla politica monetaria (atteso un nulla di fatto), mentre sul fronte dati occhio a inflazione e bilancia commerciale. Nel frattempo, sono previste decisioni sui tassi di interesse anche in Messico, Filippine, Svezia, Norvegia, Indonesia e Thailandia.
Il Canada pubblicherà i dati sull'inflazione, la Germania pubblicherà l'indice Ifo sul sentiment del settore industriale oltre allo Zew che misura invece quello del settore istituzionale. Per quel che riguarda l’Eurozona, un occhio di riguardo verso i dati sui PMI e sul commercio.
Buona settimana.
Saverio Berlinzani
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L’INSOLITA NORMALITàToday’S Trading del 30.08.2024
MACRO BACKGROUND
Fai un lungo viaggio, visiti paesi e culture diverse, conosci persone nuove e idee nuove, poi torni a casa e pur restando sempre la stessa ti sembra del tutto cambiata!
Il nostro è stato un lungo viaggio partito dalla pandemia, passando per l’iper inflazione ed i tassi alti, per tornare ora pian piano alla precedente normalità che è diventata tuttavia un qualcosa di insolito , da guardare oggi con occhi diversi da ieri.
La FED trova i parametri inflazionistici più vicini ai target e vive con maggiore fiducia la traiettoria intrapresa, tuttavia il mercato del lavoro meno teso inizia a preoccupare e cosi i prossimi dati sull’occupazione tornano ad assumere il ruolo di protagonisti, come nel passato non recente, rendendo i dati sull’inflazione secondari se non di terzo ordine se consideriamo il PIL.
Il GDP Usa stupisce, ieri nella seconda lettura del dato Q2 2024 l’America cresce al ritmo del 3%, superando la precedente lettura del 1.4% e superando le attese già rosee del +2.8% portandoci alla domanda: Dove è finita la recessione?
Innegabile che i continui rifinanziamenti del debito USA e le continue immissioni di liquidità rendono difficile credere in un tracollo della domanda aggregata, che tuttavia resta minacciata da un mercato del lavoro non cosi brillante.
In Europa l’inflazione oramai vicinissima ai target, con un +2.2% nella lettura odierna, rispetto al precedente 2.6% yoY, porta sempre più vicini ulteriori tagli tassi da parte della BCE, che tuttavia non subisce le medesime pressioni della FED sulle condizioni del mercato del lavoro, avendo ancora una disoccupazione al 6.4% in calo rispetto al precedente 6.5%
Si attendono oggi i dati sul PCE in America, misura tra le preferite della FED per valutare la crescita dei prezzi, metrica attesa stabile al +0.2% MoM
FOREX
Il valutario trova i primi timidi tentativi del dollaro di recuperare terreno dai minimi.
Usdchf , riparte dai minimi di 0.84 per approdare al test di 0.8490-0.85 , resistenza che se violata potrebbe aprire le porte a 0.8540 resistenza di medio periodo. Perde quota anche il cable che lascia i massimi di 1.3270 per testare i primi supporti a 1.3150 , area che se violata aprirebbe la strada a piu profondi storni fino 1.31 figura.
Piu toniche le oceaniche, che restano pertanto bisognose di respiri tecnici. Nzdusd resta sui primi supporti a 0.6250 senza riuscire a generere i primi minimi decrescenti necessari a giustificare liquidazioni di posizioni long. Restano supporti chiave ancora 0.6220 -0.62.
La divergenza tra il dollaro neozelandese e la moneta unica porta ad interessanti condizioni di pervenduto per eurnzd che perde dai massimi di 1.8396-1.84 visto il 15 di agosto, circa un 5% portandosi a 1.7675-50, non si escude pertanto il bisogno di una ricorrelazione tra i due asset che potrebbe portare il cross al test delle resistenze a 1.7750 e 1.7825
EQUITY
Azionario europeo senza freni! Il dax segna nuovi massimi storici a 18970pnt lasciando ancora aperto il grande rally rialzista che ha portato al recupero dai minimi di agosto a 17000 pnt. la necessità di respiri tecnici è evidente, tuttavia la grande euforia sul mercato europeo, non trova sosta. Dalla sua anche la sua funzione Proxy dei mercati asiatici che vivono ancora una forte fase di rallentamento , considerati i declassamenti dei target cinesi di diversi istituti. I target di crescita della Cina al 5% sembrano impossibili da raggiungere, in America la forza dell’Ai inizia a vacillare ed ecco che si aprono importanti occasioni per l’Europa.
COMMODITY
Poco da aggiungere sulle commodity, con il gold ancora fermo sotto le resistenze di 2560$ in una lenta fase di congestione che daràà prima o poi slancio ad una nuova direzionalità.
Incertezza anche per il WTI che resta in piena compressione tra i massimi di 78$ ed i minimi di 74$ in attesa che sviluppi sulle tensioni in medio oriente diano maggior chiarezza sulla direzionalità di questi ultimi due trimestri 2024
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA