Idee operative EUXGBP
Equity in ripresaRecupero di Wall Street nella seduta di ieri, con il Dow Jones che ha chiuso in rialzo dello 0.8%, l'S&P 500 in aumento dell'1%, e il Nasdaq in crescita ugualmente dell’ 1% dopo che il rapporto sulle richieste di sussidi di disoccupazione è uscito migliore delle attese, allentando leggermente le pressioni verso un taglio del costo del denaro da parte della Fed nel prossimo mese.
Le richieste iniziali sono scese a 233K la scorsa settimana, il minimo in quattro settimane e ben al di sotto delle previsioni di 240K. Si tratta di un movimento contrario a quello osservato le settimane scorse, quando i sussidi, insieme a dati poco brillanti sulle buste paga (NFP), hanno provocato timori di un rapido rallentamento dell’economia a stelle e strisce, il che avrebbe spinto la Fed a implementare tagli dei tassi più aggressivi.
Tecnologia, servizi sanitari e di comunicazione sono stati i settori con le migliori prestazioni. Le megacap hanno chiuso tutte positive: Microsoft (0,9%), Apple (0,6%), Nvidia (1,6%), Amazon (0,3%), Meta (1,4%) e Alphabet (1,2%).
VALUTE
Sui cambi è tornato il sereno nel senso che il franco svizzero, principale motivo di aumento del risk off, è sceso e il cross EurChf è tornato in area 0.9460 dai minimi di 0.9210 15. Anche il UsdChf ha ripreso quota 0.8670 dopo aver visto 0.8430 con la valuta elvetica che finalmente ha lasciato spazio ad un ribasso, anche in assenza di interventi della Snb.
Sul UsdJpy siamo in mezzo al guado. Dopo il recupero del UsdJpy dai minimi di 141.75, il mercato ha congestionato e da due sedute ormai, oscilliamo tra 145.50 e 147.80, in una fase interlocutoria nella quale il mercato attende ulteriori notizie da parte della Boj sui tassi di interesse, in seguito all’ultimo rialzo. Risale il Cable e rimane stabile EurUsd con l’EurGbp scesa rapidamente di circa 60 pips da 0.8620 a 0.8560.
EurUsd ancora compresso tra 1.0890 e 1.0950 mentre la sterlina risele contro dollaro a 1.2750 dai minimi visti ieri a 1.2670. Si riprendono anche i cross risk on come NzdChf o CadChf, e scendono i cross dell’Euro contr oceaniche, come EurAud ed EurNzd. Oceaniche in ripresa, specie NzdUsd, a ridosso ormai di 0.6050, area chiave.
JOBLESS CLAIMS
Il numero di persone che hanno richiesto sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso di 17.000 a 230.000 nel periodo conclusosi il 3 agosto, al di sotto delle aspettative di mercato di 240.000. Segue un rialzo di 250.000 nella settimana precedente, il più alto del 2024. Nonostante questo calo, il numero di richieste è rimasto significativamente al di sopra della media di quest'anno, poiché il mercato del lavoro statunitense si è indebolito dal suo picco post-pandemia, sebbene rimanga storicamente rigido.
Nel frattempo, il numero di richieste continuative è aumentato di 6.000 a 1.875.000 nella settimana conclusasi il 27 luglio, il più alto da novembre 2021. La media mobile a quattro settimane per le richieste iniziali, che riduce la volatilità di settimana in settimana, è aumentata di 2.500, al livello più alto da circa un anno a questa parte. I dati non devono ingannare, nel senso che il mercato del lavoro è in deciso peggioramento. E la Fed, nonostante le dichiarazioni dei vari rappresentanti, è pronta a tagliare.
USA, IN CALO I TASSI SUI MUTUI
Il tasso medio per un mutuo fisso a 30 anni, negli Stati Uniti, è crollato di 26 punti base al 6,47% l'8 agosto, raggiungendo il livello più basso da metà maggio 2023, secondo Freddie Mac. Questo calo si è verificato parallelamente ai rendimenti dei Treasury che sono scesi ai minimi di un anno, poiché i crescenti timori di una recessione negli Stati Uniti hanno alimentato un sentimento di avversione al rischio nel mercato.
"I tassi sui mutui sono crollati questa settimana al livello più basso in oltre un anno, in seguito a quella che sembra essere una reazione eccessiva a un rapporto sull'occupazione non proprio favorevole e alle turbolenze del mercato finanziario, nonostante l'economia rimanga su solide basi", ha osservato Sam Khater, capo economista di Freddie Mac.
CINA, INFLAZIONE IN RIPRESA
Il tasso di inflazione annuale della Cina è salito allo 0,5% a luglio 2024 dallo 0,2% di giugno, superando le previsioni di mercato dello 0,3%. Si tratta del dato più alto dal febbraio scorso. È stato anche il sesto mese consecutivo di inflazione al consumo, indicando un continuo miglioramento della domanda interna mentre Pechino ha aumentato gli stimoli abbassando i tassi.
I prezzi dei prodotti alimentari sono rimasti invariati, mentre i prezzi non alimentari hanno continuato ad aumentare (0,7% rispetto allo 0,8%), segnati da aumenti sostenuti nell'abbigliamento (1,5% rispetto all'1,5%), nell'edilizia abitativa (0,1% rispetto allo 0,2%), nella sanità (1,4% rispetto all'1,5%) e nell'istruzione (1,7% rispetto all'1,7%). I prezzi al consumo di base, ovvero il dato core, deducendo i costi di cibo ed energia, è aumentato dello 0,4% anno su anno, il minimo in 6 mesi. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5%, il primo guadagno da aprile e superiore al consenso dello 0,3%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Fed nulla di fatto, come previstoLa Federal Reserve ha mantenuto, come previsto, l'intervallo obiettivo dei Fed Funds stabile tra il 5,25% e il 5,50%, per la settima riunione consecutiva. I rappresentanti del Fomc, hanno lasciato intendere che non è ancora il momento di ridurre i tassi finché non saranno certi che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il 2%. Nel frattempo, il dot plot mostra che i politici prevedono solo un taglio dei tassi quest’anno e quattro riduzioni nel 2025.
A marzo, la Fed prevedeva tre tagli nel 2024 e tre nel 2025. Per quel che riguarda le previsioni, la Fed non ha apportato revisioni alle proiezioni di crescita del PIL e vede ancora l’economia in espansione del 2,1% nel 2024, del 2% nel 2025 e nel 2026. Nel frattempo, l’inflazione PCE è stata rivista al rialzo per il 2024 e per l’anno prossimo, ma è stata mantenuta al 2% per il 2026. Anche l’inflazione core PCE è stata rivista al rialzo al 2,8% nel 2024 (rispetto al 2,6%) e nel 2025 (2,3% rispetto al 2,2%), ma è stata mantenuta al 2% per il 2026. I
l tasso di disoccupazione è previsto al 4% per il 2024, stesso come previsto a marzo, ma è atteso leggermente più alto al 4,2% nel 2025 (contro il 4,1%). Va ricordato che dopo la pubblicazione dell’inflazione, secondo lo strumento FedWatch del CME, i mercati vedono una probabilità di un taglio dei tassi di settembre superiore al 70% rispetto al 52% di un giorno fa. Inoltre, la probabilità di tagli è aumentata all’84% a novembre e al 96% a dicembre. Il mercato quindi resta ancora orientato, a differenza dei rappresentanti del board, verso più di un ribasso del costo del denaro.
AZIONARIO NO STOP
Inarrestabili, ancora una volta, le borse americane, con nuovi record storici per l'S&P 500, in rialzo dello 0,9%, per il Nasdaq che ha guadagnato l'1,2% e non è lontano dai 20 mila punti, e per il Dow Jones, in rialzo di circa 265 punti. I dati sull’inflazione inferiori alle attese per gli Stati Uniti hanno di fatto provocato un piccolo terremoto, perché aumentano decisamente le probabilità che la Fed possa tagliare i tassi di interesse quest’anno, e più di una volta.
Il settore immobiliare è stato di gran lunga quello che ha guadagnato di più, seguito dal settore tecnologico e dai materiali. Le megacap sono salite ancora, Microsoft (0,5%), Apple (1,5%), Nvidia (2,3%), Meta (0,6%) e Alphabet (1,6%), mentre Amazon si è stabilizzata. Oracle balza di circa l'11,7% dopo che la società ha annunciato accordi cloud con Google e OpenAI. Le azioni di Home Depot sono aumentate fino al massimo di 4 settimane di 348,92 dollari.
VALUTE
Crollo inatteso del dollaro, dopo la pubblicazione del CPI Usa, uscito inferiore alle attese, con l’EurUsd che dai minimi di ieri a 1.0720, ha riguadagnato oltre 120 pip in poche ore per poi chiudere intorno a 1.0800, dove lo troviamo oggi. Anche il Cable da 1.2730 è salito fino a 1.2860 per poi perdere quasi 100 pip, quindi più di EurUsd, per effetto del recupero di EurGbp, che da 0.8420 di ieri, ha risalito la corrente fino a 0.8455 area.
A sorpresa invece il UsdJpy, dopo aver perso quasi 180 pip da 157.50 a 155.70, ha recuperato quasi tutto tornando in area 157.20. Quindi tutto il mercato, dopo la discesa del biglietto verde, ne ha visto un recupero più o meno marcato con i prezzi che si sono stabilizzati intorno al 50%, eccetto lo Jpy, dei movimenti di ieri sera. A questo punto vedremo se prevarranno le forze pro-dollaro, che riguardano la crisi politica europea, oppure quelle che vedono più tagli dei tassi negli Usa in ragione di una congiuntura che mostra evidenti crepe.
USA, CPI IN CALO
Il tasso di inflazione negli Stati Uniti è, a sorpresa, salito meno del previsto, al 3,3% a maggio 2024, il livello più basso degli ultimi tre mesi, rispetto al 3,4% di aprile e alle previsioni del 3,4%. L’inflazione è diminuita per i generi alimentari, abitazioni, trasporti e abbigliamento. Sono invece aumentati maggiormente i costi dell’energia, con in testa la benzina, il gas e l’olio combustibile.
Rispetto al mese precedente, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, e ciò rappresenta il minimo da luglio 2022, rispetto alle previsioni di un aumento dello 0,1% e dopo un aumento dello 0,3% ad aprile. Nel frattempo, l’inflazione core è scesa al 3,4% annuo, il tasso più basso da aprile 2021 e inferiore al consenso del 3,5%. Anche il tasso mensile di inflazione core è sceso dallo 0,3% allo 0,2%, migliore rispetto allo 0,3% previsto.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Today’S Trading del 11.06.2024 – DISOCCUPAZIONE, UN MALE NECESSAToday’S Trading del 11.06.2024 –
🔴 DISOCCUPAZIONE, UN MALE NECESSARIO
MACRO BACKGROUND
Sale la disoccupazione nel Regno Unito, questa mattina ai dati da UK mostrano una disoccupazione al +4.4% dal precedente +4.3%, dato che conferma un generale raffreddamento del mercato del lavoro in occidente.
Da tempo gli analisti e le banche centrali , si aspettavano un aumento dei livelli di disoccupazione, proprio come effetto delle politiche monetarie che sono state messe in campo in questi anni. I livelli attuali sono ancora ben tollerati dalle banche centrali, ed i NFP di venerdi scorso hanno dimostrato che anche i mercati hanno oramai già valutato l’idea che la disoccupazione potrà salire nei prossimi mesi, ma è un prezzo necessario da pagare per avere un’inflazione che punta ai target del 2%.
I mercati in queste ore hanno vissuto il frazionamento del titolo Nvidia, che con un rapporto di 10 a 1 ha portato le quotazioni del titolo a 120$, frazionamento che non è una novità per il mondo azionario USA, sebbene questo processo sia sempre più raro, dobbiamo notare che negli anni 90 oltre 180 titoli del Russell 1000 hanno messo in campo questo tipo di azione, mentre nel 2024 meno di 10 e sebbene questo tipo di annunci generano sempre grande interesse da parte degli investitori, notiamo che al concretizzarsi del frazionamento svanisce l’interesse degli investitori che si focalizzano più sui fondamentali.
FOREX
Il mercato FX continua a vivere una fase di rialzo del dollaro USA, con il dollaro Index che va al test di 105.50, il che genera caduta libera di quasi tutte le majors. Facciamo un distinguo con la moneta unica che perde piu terreno, causa anche il taglio tassi da parte della BCE che sta portando ad una diffusa debolezza dell’Euro. Da notare la decorrelazione con la Sterlina, che resta invece asset migliore per questo 2024 , il che porta EurGbp a nuovi minimi per questo 2024. Da monitorare a nostro parere questa decorrelazione che potrebbe essere un’interessante occasione se la BoE dovesse seguire le orme della BCE.
oltre alla forza del Dollaro Usa e della Sterlina abbinate alla debolezza dell’Euro, notiamo ancora uno Yen che tenta affondi sotto i minimi di periodo, portando usdjpy al test delle resistenze a 157.50, ma domani ci sono i dati sull’Inflazione USA e poi la FED che potrebbero dare non poca volatilità a questi asset.
EQUITY
L’azionario USA resta fermo nelle quotazioni dei principali indici, con l’SP500 che resta nel trading range compreso tra 5390 pnt e 5330 pnt, non da meno il NQ con resistenza a 19180 pnt e supporti a 18980 pnt.
Più dinamica l’Europa, con il Dax che attacca i supporti a 18320 pnt, mettendo in luce una diffusa debolezza, guidata sia dalla volonta della BCE di tagliare liquidità dal programma Pepp, che dalle elezioni politiche europee che mostrano un’Europa guidata da partiti di Destra , filone che non piace ai mercati.
Il diffuso risk off europeo si denota anche in Asia con China50 che aggiorna i minimi di periodo a 12235 pnt a seguire un trend ribassista ben delineato ora dai massimi del 20 maggio a 12950 pnt
COMMODITIES
Commodities divise in due: da un lato i metalli che seguono le sorti del valutario, in un mood ribasissta diffuso, dal gold che perde solo un 0.12% fino al rame che segna un -2.09%, ma se da un lato i metalli perdono terreno, il settore energy recupera terreno, guidato dal WTi che si riporta al test delle resistenze a 78.50$ in un rally rialzista partito dai minimi di 72.50$.Si guarda ora ai tagli alla produzione, ma solo la rottura di 78.50$ potrebbe dare il via a nuovi allunghi long.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
Segnalo testa espalle ribassista su EURGBP prossimo a rottura Su EURGBP si è formato testa e spalla ribassista visibile chiaramente sul weekly, la neckline è stata rotta ma poi la candela si è riassorbita; da monitorare per prossima settimana. La sterlina a livello macroeconomico ha mostrato dati più forti dell'euro, fattore che potrebbe contribuire all'indebolimento dell'euro nei sui confronti nel breve periodo
EUR/GBP a uno snodo cruciale: insight di tradingEUR/GBP sta ritestando una zona di supporto di lungo periodo che è rilevante su più timeframe. Analizziamo le opportunità di trading disponibili su diversi timeframe.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 80,84% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro.
Quadro generale: analisi settimanale del grafico a candele di EUR/GBP
Il grafico settimanale a candele di EUR/GBP evidenzia una serie di massimi di swing inferiori in un'area chiave di supporto orizzontale, che va a formare un pattern a triangolo discendente. Questo contesto con timeframe più elevato indica che, in caso di rottura del supporto, potrebbe verificarsi una continuazione al ribasso verso i minimi del 2022.
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri.
Disamina dettagliata della zona di inversione: analisi del grafico giornaliero a candele di EUR/GBP
Il grafico giornaliero a candele di EUR/GBP mostra la rilevanza della zona di supporto attualmente testata. Nel corso dell'ultimo anno, quest'area di supporto è stata sottoposta a diversi test, contribuendo a delineare i suoi parametri come il range tra la chiusura più bassa e il minimo più basso.
Avendo dato luogo a un minimo di swing più elevato nel mese di maggio, il recente andamento dei prezzi ha visto EUR/GBP calare nuovamente verso la zona di supporto, mettendo in stato di allerta i trader di inversione a breve termine.
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Risposta a breve termine alla zona di inversione: analisi giornaliera del grafico a candele di EUR/GBP
Il grafico orario a candele rivela che il mercato sta già reagendo alla zona di supporto. I ripetuti rimbalzi osservati la scorsa settimana dalla parte superiore della zona di supporto sono stati seguiti da un test più intenso durante le recenti fasi delle contrattazioni, dando vita a una candela a martello rialzista e issandosi oltre la media mobile esponenziale a 9 periodi (EMA).
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Disclaimer: La finalità del presente post è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio.
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EURGBPSIamo in chiusura del secondo annuale di un biennale quindi il macro trend è fortemente ribassista.
Nel breve siamo in chiusura di un settimanale di cui siamo arrivati a 10gg su massimo 11+1 quindi mi aspetto 2/3 giorni di ripartenza di ritracciamento per poi posizionarsi short.
Da domani quindi si può valutare un ingresso long con prudenza fino a ritestare le liquidità cacciate dai massimi del tracy in corso e da li cercare un ingresso short anche di medio lungo periodo.
EURGBP: Scenari possibili per la settimana del 21 aprileEURO nell'ultima sessione di venerdì ha mostrato forza relativa maggiore rispetto alla Sterlina, andando a superare una zona di vendite.
In questo momento abbiamo 2 scenari:
Ribasso da Zona 1
oppure..
probabile continuazione rialzista verso Zona 2
Una chiusura sopra Zona 1 può essere una possibile conferma della continuazione rialzista.
Un Setup di vendita su Zona 1 al contrario può essere un segnale da vendere
Trend impostato al rialzoCambio impostato al rialzo da 2 mesi o poco più.
E' un trend chiaro senza grandi ripiegamenti: siamo al test dei massimi relativi e del livello FIBO se rompe con decisione si va al successivo livello FIBO.
In ogni caso, anche per short, livelli da monitorare quelli indicati sul grafico che combaciano (conferma) con livelli FIBO, per impostare una strategia.
Ross HookIn questa analisi cerco una congestione di almeno 2 barre settimanali. Quando trovo una barra settimanale che rompe il confine della congestione mi sposto sul giornaliero alla ricerca del Ross Hook. Nel caso dell'esempio a grafico il RH ha subito dopo una barra che conferma la liquidità seguitqa da un altra barra in trend su cui faccio il setup. Dopo 35 pip pago il rischio residuo e seguo il trend
LONG EURGBPIn analisi tecnica stiamo testando un accumulo dove ci ha dato una bela schematica per ritornare long per chiuderci strutture rimaste scoperte e possibili driver fondamentali che possono influenzare questo rialzo; sforzo SELL con poco effort puo darci già un segnale per prenderci questo long.
EUR/GBP proiettata al rialzo, verso aree di liquidità internaNuova, interessante opportunità operativa su un cross valutario. Si tratta di un possibile long su EUR/GBP, evidente sul grafico settimanale il recentissimo sbilanciamento di un minimo di swing e quindi della conseguente liquidità presente in quell'area di prezzo.
La ripartenza immediata mi porta a ritenere che possa esserci un'accelerazione ulteriore, direzione liquidità interna ovvero la zona di imbalance segnalata sul grafico stesso.
Altro elemento a corredo è la stagionalità a favore, difatti da questo momento sino a metà marzo nel periodo 15-20 il cross ha avuto un forte andamento rialzista.
Per sfruttare l'opportunità utilizzerò un'opzione vanilla messa a disposizione da easymarkets, scadenza metà marzo.
Tornano a salire le borseTornano a salire i listini americani, in una giornata di recupero nel quale il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0.91%, l’S&P dello 0.58% e il Nasdaq dello 0.30% con ben dieci dei settori dell’S&P che hanno chiuso in positivo. Contemporaneamente i titoli di stato decennale americani hanno stornato, per il secondo giorno consecutivo.
Nel mentre prosegue la pubblicazione delle trimestrali con i produttori di energia e le banche, che sono stati tra i migliori titoli del listino, con ExxonMobil e Wells Fargo che hanno guadagnato rispettivamente il 2% e il 5%. Su altri fronti, Cisco è scesa di circa il 2,5% dopo che le previsioni della società per l'intero anno non sono state all'altezza delle aspettative, mentre Deere & Company è scesa di circa il 4,3% dopo aver fornito prospettive pessimistiche per l'intero anno.
Sul fronte dati, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono diminuite dello 0,8% su base mensile nel gennaio 2024, invertendo la rotta rispetto all’aumento dello 0,4% rivisto al ribasso di dicembre e peggiore delle previsioni di mercato di un calo dello 0,1%.
Si è trattato della discesa più importante da un anno a questa parte, causato principalmente dal clima freddo. Le vendite nei settori dei materiali da costruzione e delle attrezzature da giardino (-4,1%), dei negozi al dettaglio vari (-3%), delle stazioni di servizio (-1,7%), degli autoveicoli e dei ricambi (-1,7%) hanno registrato i cali maggiori.
La reazione del mercato è stata blanda, onestamente ci aspettavamo qualcosa di più ed invece, specie nel nostro mercato, le valute, i movimenti e le price action sono risultati comunque limitati. C’è chiaramente bisogno di qualcosa di più, soprattutto a livello di dichiarazioni o movimenti legati alle politiche monetarie, che in questo momento, sembrano cristallizzate, in un equilibrio apparentemente precario, ma che per il momento regge.
GRAN BRETAGNA IN RECESSIONE
Intanto aumentano i segnali di un peggioramento delle congiunture macro, legate ovviamente agli effetti dei tassi elevati, e dopo il Giappone in recessione tecnica, ora tocca all’economia britannica, che si è contratta dello 0,3% nel quarto trimestre del 2023, in seguito ad un calo dello 0,1% nel trimestre precedente, un dato peggiore delle previsioni di mercato, secondo le stime preliminari.
Le ragioni sono da ricercare nella discesa generalizzata della produzione, in particolare nei servizi (-0,2%, come nel terzo trimestre), e nel commercio sia all’ingrosso, sia al dettaglio (-0,6%), mentre hanno ceduto anche la produzione industriale (-1% contro 0,1%), e soprattutto la produzione di macchinari e attrezzature (-7%). Sul fronte della bilancia commerciale, si è registrato un calo dell’export (-2,9% contro -0,8%), ma anche delle importazioni (-0,8% contro -1,8%).
DATI USA
l numero di persone che hanno richiesto l'indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso di 8.000 unità rispetto al valore rivisto al rialzo della settimana precedente a 212.000 nel periodo terminato il 9 febbraio, nettamente al di sotto delle stime di mercato di 220.000.
Si è trattato del dato più basso in quasi un mese, che si aggiunge all'ultimo rapporto sull'occupazione che indicava un mercato del lavoro decisamente resiliente, il che ha allontanato evidentemente le possibilità di un taglio del costo del denaro da parte della Fed.
Tra gli altri numeri pubblicati ieri, segnaliamo la discesa della produzione industriale, che ha perso lo 0,1% rispetto al mese precedente di gennaio 2024, deludendo le aspettative del mercato di una crescita dello 0,3%. La produzione manifatturiera è diminuita dello 0,5%, rispetto alle previsioni di una lettura invariata e la produzione mineraria è scesa del 2,3% a causa del clima invernale.
L’utilizzo della capacità produttiva nel settore industriale è sceso di 0,2 punti percentuali a gennaio al 78,5%, un tasso che è di 1,1 punti percentuali inferiore alla media di lungo periodo (1972-2023).
EUROZONA
La Commissione Europea ha affermato che l’economia dell’UE è entrata nel 2024 in una fase di debolezza maggiore del previsto e ha abbassato le prospettive di crescita per quest’anno di 0,4 punti percentuali, portandole allo 0,8%.
Dopo aver evitato per poco la recessione tecnica nella seconda metà dello scorso anno, le prospettive per il primo trimestre del 2024 rimangono deboli, come mostrano le previsioni economiche. Tutti i paesi dell’Eurozona sono destinati però a crescere nel 2024, con la Germania che dovrebbe crescere dello 0,3%, la Francia dello 0,9% e l’Italia dello 0,7%.
Nel frattempo, la previsione sull'inflazione è stata rivista al ribasso rispetto all'autunno. Si prevede che l’inflazione complessiva scenda al 2,7% nel 2024, dal 3,2% nel 2023 al 2,2% nel 2025. Il forte calo dei prezzi dell’energia è stato seguito da un ribasso generalizzato e più rapido del previsto dell’inflazione. L’economia dell’Area Euro è comunque cresciuta dello 0,5% nel 2023, anche se meno dell’anno precedente (+3,4% nel 2022).
VALUTE
Sui cambi, ancora una giornata in cui i prezzi sono rimasti ancorati ad oscillazioni laterali, in una compressione di volatilità che si restringe e che sarà il preludio a interessanti breakout nel giro di qualche tempo. Occorre solo aspettare il trigger, ovvero l’innesco, come già ribadito, di qualche news o dichiarazione che sposterà nuovamente gli equilibri. Per il momento si va avanti in 40-50 pip, in una settimana che è stata poco significativa dal punto di vista delle price action.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Il giorno della FedE così siamo arrivati anche alla prima decisione sui tassi da parte della Federal Reserve, prevista per questa sera alle ore 20:00, mentre alle 20:30 sarà la volta della conferenza stampa del Presidente Jerome Powell. Ma come ci arriviamo a questo appuntamento?
La prima questione sul tavolo, ovvero l’inflazione, continua, negli Stati Uniti (ma non solo oltreoceano), a scendere, anche se lentamente e forse non al ritmo sperato dai banchieri centrali. Ma è un fatto che l’indice con cui la Fed misura l’andamento dei prezzi, il PCE, ovvero il Price Consumption Expenditure, è sceso finalmente sotto il 3% su base annua, al 2.9% per la precisione. Pur utilizzando diversi indici, per monitorare l’andamento dell’inflazione la Federal Reserve Bank preferisce l’indice PCE al più famoso CPI.
È dal 2012 che la Fed ha scelto questo indicatore come punto di riferimento per le sue politiche di controllo dell’inflazione, e in particolare la sua versione “core”, quella che esclude i prezzi dei prodotti alimentari e di quelli energetici. La prima differenza è che il PCE è solitamente più basso del CPI, e cioè che l’inflazione misurata dal primo risulta più bassa di quella misurata dal secondo. Evidentemente la Fed ritiene che, per come è costruito, l’indice CPI sovrastimi l’andamento dell’inflazione.
Il CPI è calcolato in base ai risultati di un’indagine svolta tra 14 mila famiglie e 23 mila aziende, e considera circa 80 mila prodotti. Il calcolo del PCE, invece, prende come base i prezzi al livello della produzione, e li trasforma in prezzi al consumo aggiungendovi il margine di profitto, i costi di trasporto e le tasse. Inoltre, nel sistema di elaborazione del PCE vengono considerati anche altri dati, come ad esempio quelli del rapporto mensile sulle vendite al dettaglio.
Il dato scelto è il core, ovvero i prezzi esclusi alimentari ed energia, in ragione del fatto che la Fed ritiene che i prezzi degli alimentari e dell’energia siano componenti molto volatili, mentre il dato core sia più stabile nel tempo. Detto ciò, e considerati gli altri aggregati, quel che è sotto gli occhi di tutti, è il fatto che i dati macro americani, sembrano ancora tenere, nonostante i tassi siano ancora ai massimi di periodo, tra il 5.25% e il 5.50%.
Questo influenzerà di certo le prossime mosse della banca centrale USA, che potrebbe far slittare il primo taglio nel secondo semestre, anche se una buona parte di analisti e commentatori ritiene che già a marzo possa esserci una riduzione dei tassi.
Vedremo stasera, quel che ci racconterà Jerome Powell, in un contesto di mercati azionari che ogni giorno, imperterriti, fanno registrare nuovi massimi da molte settimane, sorprendendo gli operatori che in questo 2024 si sarebbero attesi più di qualche correzione.
La sensazione è che JP continuerà a reiterare la medesima narrativa, ovvero che l’inflazione non è ancora sconfitta e occorre ancora tempo affinché torni ai livelli stabiliti dalla Fed per il raggiungimento della stabilità dei prezzi.
VALUTE
Sui cambi ancora trading range per le principali coppie valutarie, in un contesto di price action poco volatili e in attesa di qualcosa che possa smuoverle. Per il momento le oscillazioni dei principali rapporti di cambio sono limitate a 50-60 pip sulle majors, e non sembrano esserci i presupposti per qualcosa di più. Supporti che sono stati testati con l’uscita dei JOLTS Openings, usciti migliori delle attese e della fiducia dei consumatori, altrettanto positiva e migliore del consensus.
Ma poi il dollaro ha ripiegato leggermente, tornando sui livelli del primo pomeriggio. La sfida è tra risk on e risk off con il biglietto verde che nel primo caso potrebbe scivolare mentre nel secondo, potrebbe rompere le resistenze, anche se molto dipenderà dalle parole di Powell. Sarà hawkish o dovish?
Secondo noi potrebbe essere piuttosto hawkish, ma ciò potrebbe essere già inglobato nei prezzi di mercato, per cui potremmo attenderci un ribasso correttivo della divisa americana. Appuntamento a stasera quindi, quando si scateneranno le danze.
EUROZONA, SCONGIURATA LA RECESSIONE?
L’economia del vecchio continente si è inaspettatamente arrestata nell’ultimo trimestre del 2023, dopo il -0.1% del trimestre precedente, anche se leggermente meglio del consensus che era per un -0.1%. Il vecchio continente comunque evita la recessione, in un contesto di crescita in ripresa per Spagna e Italia, mentre i due big Francia e Germania rallentano con la Germania che ha fatto registrare un preoccupante -0.3%. Considerando l’intera Eurozona, il Pil è cresciuto dello 0.5% con prospettive di leggero peggioramento per l’anno in corso.
DATI
Scende in Australia l’inflazione con un +4.1% su base annua nel quarto trimestre, inferiore rispetto al +5.4 del terzo trimestre, ovvero il livello più basso dal 2021 e inferiore alle aspettative di mercato del 4.3%. AudUsd sempre in trading range compreso tra 0.6520 e 0.6620.
Contestualmente in Cina è uscito il Pmi del settore manifatturiero, uscito a 49.2, in linea con il consensus. Si tratta comunque ancora del quarto mese consecutivo di contrazione dell’attività industriale, a causa di una domanda debole e persistente debolezza del mercato immobiliare. La PBoC si è detta pronta recentemente a tagliare ancora la riserva obbligatoria per fornire uno stimolo in più alla ripresa. UsdCnh stabile tra 7.17 e 7.20 per il momento.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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