Mercati in attesa dei NFP tra dati contrastantiATTESA NFP IN UN CONTESTO INCERTO
Seduta mista ieri a Wall Street. Si segnala il forte rialzo di Alphabet, che ha guadagnato oltre il 7% dopo la decisione di un giudice di Washington: l’azienda non dovrà vendere il browser Chrome, ma sarà obbligata a condividere i dati con i concorrenti.
La notizia ha risollevato il settore dei servizi di comunicazione, mentre la pressione sui titoli di Stato si è allentata, contribuendo a migliorare il sentiment degli investitori.
Sul fronte macro, il rapporto JOLTS ha mostrato che il numero di posti di lavoro vacanti è sceso ai minimi da settembre. Gli ordini alle fabbriche sono diminuiti dell’1,3%.
Ora l’attenzione è rivolta ai dati di venerdì sui Non Farm Payrolls, che potrebbero aumentare la volatilità nel breve periodo.
VALUTE IN TRADING RANGE
I principali cambi sono rimasti pressoché invariati. L’EUR/USD ha oscillato in un range di 50 pips, in linea con le altre major.
Nonostante il peggioramento del mercato del lavoro statunitense, il dollaro ha mostrato una reazione contenuta, indebolendosi solo nel tardo pomeriggio.
Gli operatori attendono ora i dati sui NFP, oltre ai Jobless Claims di oggi, e ai report ADP e Challenger Layoffs.
La sensazione di rallentamento dell’economia USA è evidente, ma i principali aggregati restano solidi, come dimostrato dal dato sui beni durevoli, uscito quasi in linea con il consensus.
L’oro, dopo aver toccato nuovi massimi a 3.578 dollari, ha subito prese di profitto nella notte, scendendo a 3.511. Attualmente si è stabilizzato a 3.530.
Sui cambi prevale ancora una leggera forza del dollaro come asset rifugio, in un contesto di tensioni sui titoli di Stato che, seppur attenuate, non si sono del tutto esaurite.
JOLTS OPENINGS
Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono diminuite di 176.000 unità, attestandosi a 7,18 milioni a luglio 2025. Si tratta del livello più basso da settembre 2024, ben al di sotto delle attese di 7,4 milioni.
I cali maggiori si sono registrati nei settori dell’assistenza sanitaria e sociale, dell’intrattenimento e tempo libero, e nell’industria mineraria e forestale.
A livello regionale, le offerte sono diminuite nel Sud, Nord-Est e Midwest, mentre l’Ovest ha mostrato un aumento.
RENDIMENTI TREASURIES
Il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso al 4,2%, 10 punti base sotto i massimi di sessione, segnando il livello più basso in un mese.
I dati economici deboli potrebbero spingere la Fed a ridurre i tassi, riportando la politica monetaria al centro dell’attenzione.
Le offerte di lavoro JOLTS sono scese più del previsto, consolidando la flessione del mercato del lavoro. Anche gli ordini alle fabbriche hanno registrato una contrazione per il secondo mese consecutivo.
I mercati continuano a scontare un taglio dei tassi entro il mese, pur restando divisi tra due o tre interventi nel corso dell’anno.
Il rendimento del titolo trentennale è calato in modo più moderato, contribuendo a rendere più ripida la curva dei rendimenti. Questo riflette i timori di un’espansione fiscale insostenibile e di un’inflazione persistente.
ORDINI BENI DUREVOLI
I nuovi ordini di beni manifatturieri statunitensi sono diminuiti dell’1,3% a luglio 2025, attestandosi a 603,6 miliardi di dollari. Il calo estende la flessione del 4,8% registrata il mese precedente, la più marcata degli ultimi cinque anni.
La contrazione è stata trainata dal secondo forte calo consecutivo degli ordini di attrezzature per i trasporti, in particolare velivoli e componenti non destinati alla difesa.
Le compagnie aeree e le aziende estere hanno probabilmente rallentato gli ordini in seguito all’impennata di aprile, anticipando gli acquisti per evitare i dazi imposti dal governo USA.
In controtendenza, sono cresciuti gli ordini per macchinari, computer e prodotti elettronici.
VARIE
L’indice Nikkei 225 è salito dell’1,1%, superando quota 42.400. Il Topix ha guadagnato lo 0,7%, rimbalzando dalle perdite precedenti e seguendo il rally del tech a Wall Street.
Il surplus commerciale australiano è aumentato a 7,31 miliardi di dollari australiani a luglio 2025, rispetto ai 5,37 miliardi di giugno, superando le attese di 5,0 miliardi. È il surplus più ampio da febbraio 2024, grazie all’aumento delle esportazioni e al calo delle importazioni.
I future sul greggio WTI sono scesi verso i 63 dollari al barile, prolungando il calo del 2,5% della sessione precedente. I timori di un aumento dell’offerta da parte dell’OPEC+ pesano sul mercato. Secondo indiscrezioni, il cartello discuterà nuovi incrementi produttivi nella riunione di questo fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Idee operative USDEUR
Mercati globali sotto pressione: focus su USA, UK ed EuropaPRICE ACTION CONTRASTATE
Le azioni statunitensi hanno ridotto le perdite iniziali, ma sono rimaste in territorio negativo, in linea con il calo dei listini globali. Le preoccupazioni si concentrano su un settore tecnologico ritenuto sopravvalutato e su un contesto fiscale considerato insostenibile.
A ciò si aggiungono le tensioni provocate dall’aumento dei rendimenti obbligazionari nel Regno Unito e, in parte, anche negli Stati Uniti. L'S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno perso circa l'1%, mentre il Dow Jones ha ceduto circa 370 punti.
Nvidia ha registrato un calo del 3% e AMD del 3,5%, a causa del persistente scetticismo sui rendimenti futuri delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale. Questo ha spinto gli investitori a riconsiderare le loro posizioni sia nelle società di software che in quelle di hardware.
Nel frattempo, le obbligazioni a lungo termine sono crollate per via delle preoccupazioni legate a una politica fiscale eccessivamente espansiva promossa dalla Casa Bianca. Questo ha aggravato l'irripidimento della curva, mentre i future sui tassi hanno mostrato una crescente certezza di un taglio di 25 punti base da parte della Fed entro il mese.
Kraft Heinz ha mantenuto una posizione stabile dopo aver annunciato la scissione in due società. Constellation Brands, invece, ha perso il 6% dopo aver rivisto al ribasso le proprie previsioni.
Sul fronte macroeconomico, l'indice PMI manifatturiero ISM ha registrato una contrazione più marcata del previsto.
VALUTE
Sul mercato valutario, si è registrato un improvviso recupero del dollaro, alimentato dai timori legati al mercato obbligazionario e da un aumento dell’avversione al rischio.
L’EUR/USD e il Cable sono scesi rispettivamente a 1,1625 e 1,3338, toccando i minimi di giornata. Solo ieri, il primo era salito di quasi 100 pips e il secondo di oltre 200.
Il mercato, tornato in modalità "risk off", sembra privilegiare il biglietto verde, anche grazie a un differenziale di tasso ancora favorevole alla valuta statunitense, nonostante le attese di una sua riduzione.
Nel frattempo, nonostante il recupero del dollaro, l’oro ha segnato nuovi massimi a 3.547 dollari l’oncia. Questo conferma che molti investitori, pur detenendo azioni, si stanno coprendo dal rischio di una possibile correzione acquistando metallo giallo.
Al momento non ci sono target definiti: la salita sembra inarrestabile e solo la formazione di massimi e minimi decrescenti potrebbe indurre qualcuno a vendere.
EUROPA: INFLAZIONE IN RIPRESA
L'inflazione dei prezzi al consumo nell'area euro è salita al 2,1% ad agosto 2025, superando leggermente sia il dato di luglio sia le aspettative di mercato (2,0%).
I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 5,5% (rispetto al 5,4% di luglio), mentre i costi energetici sono diminuiti dell'1,9%, un calo più contenuto rispetto al -2,4% del mese precedente.
L'inflazione dei servizi è scesa al 3,1% dal 3,2%, mentre i prezzi di alcolici e tabacco sono aumentati del 2,6%, in lieve calo rispetto al 2,7%.
L'inflazione core è rimasta stabile al 2,3%, segnando il livello più basso da gennaio 2022.
UK: RENDIMENTI IN SALITA
Il rendimento dei titoli di Stato britannici a 30 anni è salito al 5,695%, il livello più alto dal maggio 1998, in un contesto di crescenti preoccupazioni fiscali.
I mercati temono un aumento delle imposte previsto dal programma del Ministro delle Finanze Rachel Reeves, volto a mantenere gli obiettivi di bilancio. Questa mossa potrebbe complicare ulteriormente gli sforzi per stimolare la crescita economica.
Nel frattempo, gli investitori seguono con attenzione le audizioni del Comitato del Tesoro con i responsabili della Banca d'Inghilterra, alla ricerca di segnali sull’andamento dei tassi di interesse e su possibili modifiche al programma di restringimento quantitativo.
USA: ISM MANIFATTURIERO
L'ISM Manufacturing PMI statunitense è salito a 48,7 ad agosto 2025, rispetto al 48,0 di luglio, ma è rimasto al di sotto delle attese (49,0).
L’indice ha segnalato il sesto mese consecutivo di contrazione. Il forte calo della produzione è stato solo parzialmente compensato da un rimbalzo dei nuovi ordini.
L’occupazione ha continuato a diminuire, sebbene a un ritmo leggermente inferiore. Le scorte dei clienti e gli ordini inevasi sono calati più rapidamente, indicando una domanda più debole.
L’indicatore dell’inflazione sui prezzi di input è sceso a 63,7 da 64,8, pur rimanendo elevato. Gli intervistati hanno indicato i dazi come principale ostacolo alle condizioni aziendali, citando costi più alti, interruzioni nella supply chain e minore competitività.
AUSTRALIA: PIL IN CRESCITA
L’economia australiana è cresciuta dello 0,6% su base trimestrale nel secondo trimestre del 2025, accelerando rispetto allo 0,3% del primo trimestre (dato rivisto al rialzo) e superando le attese dello 0,5%.
Si tratta del quindicesimo trimestre consecutivo di crescita, trainata dalla domanda interna. I consumi delle famiglie sono aumentati, grazie alla maggiore spesa per beni discrezionali ed essenziali.
Anche la spesa pubblica è cresciuta, sostenuta da maggiori prestazioni sociali e investimenti nella difesa nazionale. Il commercio netto ha contribuito positivamente, con esportazioni superiori alle importazioni.
Al contrario, gli investimenti pubblici sono crollati nel terzo trimestre, registrando il calo più netto dal 2017, a causa della riduzione della spesa statale per trasporti, sanità e difesa.
Su base annua, il PIL è cresciuto dell’1,8%, superando le previsioni dell’1,6% e segnando il ritmo più rapido dal terzo trimestre del 2023.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
[COME E QUANDO DICHIARARE I REDDITI DA FOREX TRADING]In Italia i profitti da forex trading vanno dichiarati come redditi diversi di natura finanziaria (art. 67 TUIR). Ecco un riassunto su come funziona:
1. Quando dichiarare
• Devi dichiarare i profitti nell’anno fiscale
successivo a quello in cui li hai realizzati.
• Esesmpio: se hai guadagnato nel 2024, dichiari nel 2025.
• Anche le perdite vanno indicate, perché possono essere portate
in compensazione con futuri guadagni (entro 4 anni).
2. Come dichiarare
Dipende dal tipo di broker che usi:
Caso A: Broker italiano con regime amministrato
• È il broker a fare da sostituto d’imposta.
• Ti trattiene direttamente il 26% di imposta sostitutiva sui guadagni.
• Tu non devi fare nulla in dichiarazione.
Caso B: Broker estero o broker italiano con regime dichiarativo
• Devi dichiarare tu i profitti nel Quadro RT del Modello Redditi PF (ex Unico).
• Le imposte sono: 26% sul capital gain netto (differenza tra guadagni e perdite).
• Eventuali imposte su interessi/dividendi, sempre al 26%.
3. Quadro RW – Monitoraggio fiscale
• Se hai un conto trading presso un broker estero, devi anche compilare
il Quadro RW per dichiarare le attività finanziarie all’estero.
• Su questi importi si paga anche l’IVAFE (imposta sul valore delle attività
finanziarie detenute all’estero), che è lo 0,2% annuo.
4. Documenti utili
• Estratti conto e rendicontazioni annuali del broker.
• Report delle operazioni chiuse (profit/loss realizzati).
In poche parole :
• Se usi un broker italiano con regime amministrato → zero pensieri.
• Se usi un broker estero (tipo eToro, IC Markets, ecc.) → devi compilare
RT + RW, pagare 26% sui profitti netti + IVAFE 0,2%.
Mercati stabili, oro ai massimi e tensioni in FranciaWall Street chiusa, mercati fermi
La giornata di ieri, chiusa negli Stati Uniti per la festività del Labour Day, non ha evidenziato particolari movimenti né price action degne di nota. I principali asset hanno mostrato oscillazioni laterali, e neppure le notizie macroeconomiche provenienti dall’Europa sono riuscite a movimentare la dinamica dei prezzi.
Sul fronte dei dati, il tasso di disoccupazione dell’area euro è sceso al 6,2% a luglio 2025, in calo rispetto al 6,3% di giugno e in linea con le aspettative del mercato. Il livello raggiunto rappresenta un minimo storico, evidenziando un mercato del lavoro solido, con il numero di disoccupati in calo di 170.000 unità, attestandosi a 10,805 milioni.
Anche la disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni) è migliorata, scendendo al minimo storico del 13,9% dal 14,3% di giugno. Tra le maggiori economie dell’eurozona, Germania (3,7%) e Paesi Bassi (3,8%) hanno registrato i tassi di disoccupazione più bassi, seguiti da Italia (6,0%), Francia (7,6%) e Spagna (10,4%).
Valute
Cambi poco mossi, con EUR/USD che ha oscillato tra 1,1690 e 1,1740. Per correlazione, tutti gli altri cambi principali contro dollaro hanno mostrato andamenti simili.
Va ricordato che prevale ancora una generale debolezza del dollaro, ma per ora i supporti chiave di medio termine hanno retto. Si avvicinano però appuntamenti importanti, sia in termini di notizie che di decisioni delle banche centrali, che potrebbero aumentare la volatilità e provocare la rottura di livelli cruciali.
Rimaniamo favorevoli a un dollaro debole, che tuttavia potrebbe reggere, soprattutto per la difficoltà delle altre aree economiche nel sostenere una moneta locale eccessivamente forte.
Oro: nuovo massimo storico
Questa notte, i prezzi dell’oro sono saliti oltre i 3.500 dollari l’oncia, raggiungendo un nuovo massimo storico a 3.508. Il rialzo è stato supportato dalle crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve questo mese e da un dollaro statunitense più debole.
Il rapporto sull’inflazione statunitense della scorsa settimana ha rafforzato le speranze di un allentamento monetario, con i mercati che ora scontano una probabilità del 90% circa di un taglio di 25 punti base alla prossima riunione della Fed.
L’attenzione si sta ora spostando sul rapporto relativo al mercato del lavoro statunitense di fine settimana, che potrebbe influenzare l’entità del taglio dei tassi previsto dalla Fed.
La domanda di oro come bene rifugio è inoltre sostenuta dalle persistenti preoccupazioni sull’indipendenza della banca centrale statunitense e dall’incertezza legata ai dazi imposti dal presidente Donald Trump.
La legalità del licenziamento del governatore della Fed, Cook, da parte di Trump rimane controversa, dopo che un’udienza in tribunale tenutasi venerdì si è conclusa senza una decisione sull’opportunità di bloccare temporaneamente il provvedimento.
Nel frattempo, una corte d’appello statunitense ha stabilito che la maggior parte dei dazi di Trump sono illegali, pur consentendone la permanenza in vigore fino al 14 ottobre per permettere ulteriori ricorsi.
Francia: rendimenti in rialzo
Il rendimento dei titoli di Stato francesi è salito oltre il 3,5% all’inizio di settembre, il livello più alto da metà marzo, mentre si aggravano le turbolenze politiche sui piani di bilancio del Paese.
Il Primo Ministro François Bayrou, nominato dal Presidente Macron appena nove mesi fa, ha sorpreso la nazione la scorsa settimana convocando un voto di fiducia all’Assemblea Nazionale previsto per l’8 settembre.
Le sue possibilità di successo appaiono scarse, se non impossibili, a causa dell’opposizione crescente verso le proposte di congelamento del bilancio per il 2026 e di abolizione di due giorni festivi. Le misure hanno suscitato critiche trasversali da tutto lo spettro politico, dalla destra estrema alla sinistra.
Nel frattempo, la Presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato lunedì di monitorare “con molta attenzione” gli spread dei titoli di Stato francesi, ma ha sottolineato che la Francia non si trova in una situazione tale da giustificare l’intervento del FMI.
Turchia: PIL in crescita
L’economia turca è cresciuta del 4,8% su base annua nel secondo trimestre del 2025, il ritmo più rapido dal primo trimestre del 2024. Il dato ha superato le aspettative di mercato del 4,1%, accelerando rispetto al 2,3% rivisto del trimestre precedente.
L’espansione è stata trainata da un aumento dei consumi delle famiglie, un’impennata degli investimenti e un incremento delle esportazioni. Al contrario, la spesa pubblica ha subito una forte contrazione, frenando la crescita complessiva.
Dal lato della produzione, la crescita è stata generalizzata, trainata da edilizia e industria. Tuttavia, agricoltura e servizi pubblici hanno registrato contrazioni più marcate (-1,2%).
Su base trimestrale, il PIL è aumentato dell’1,6%, rispetto allo 0,7% rivisto del trimestre precedente.
Italia: disoccupazione in calo
Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 6,0% a luglio 2025, rispetto al 6,2% rivisto al ribasso del mese precedente. Il dato è ben al di sotto delle aspettative di mercato e rappresenta il livello più basso dal minimo storico del 5,8% toccato nel 2007.
Il risultato consolida la tendenza di un mercato del lavoro storicamente teso in Italia, che in questo momento diverge leggermente da quello delle principali economie dell’Eurozona.
Il numero di disoccupati è diminuito del 4,6% rispetto al mese precedente, attestandosi a 1,532 milioni, anch’esso il livello più basso dal 2007. A sua volta, il numero netto di posti di lavoro nell’economia italiana è aumentato dello 0,1%, raggiungendo i 24,217 milioni.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
EUR/USD: Analisi mese di settembreAnalisi Tecnica
Il mese di Agosto è stato avaro di indicazioni grafiche e sostanzialmente il cross, dopo una piccola spinta al rialzo, si trova ora in una situazione di lateralità.
Restano quindi valide le indicazioni date nell'analisi precedente e allegata.
Bisogna però annotare un lieve cambiamento nei livelli. 1.1622 si è abbassato a 1.1573 e sul lato massimi si sono sviluppati i nuovi livelli intermedi segnalati con le frecce.
Il minimo di 1.14 e il massimo di 1.1829 restano invariati come nell'interpretazione di agosto.
Analisi Macro
Sponda USA
Il discorso di Powell a Jackson Hole è stato chiaramente più morbido rispetto alle attese:
ha aperto la porta a un taglio già a settembrene stimato in 25 punti base.
In tema di occupazione (NFP): i dati di luglio mostrano +73.000 posti (bassa crescita), confermando un raffreddamento del mercato del lavoro. L’uscita di agosto (5 settembre) è da osservare con attenzione.
Implicazione pratica: la Fed è diventata (relativamente) più accomodante — questo è il fattore che può indebolire il dollaro e sostenere l’euro nel breve. La narrativa “dollaro dominante” si è indebolita, ma resta sensibile a notizie politiche, interferenze sulla Fed e/o discutibili mosse politiche USA che possono riaccendere volatilità.
Sponda UE
La governatrice della BCE Lagarde ha recentemente posto il focus sul mercato del lavoro mentre i dati dell'inflazione restano sostanzialmente invariati al pari di quelli sulla crescita del secondo trimestre, confermando di fatto una fase di stagnazione.
Da non sottovalutare la crisi politica ed economica francese, è un fattore di rischio per mercati e spread sovrani. Lagarde l’ha sottolineato pubblicamente.
Conclusione rapida
Mantenere i livelli operativi segnalati sopra.
Monitorare i dati NFP del 5 settembre.
Se il mercato prezzerà il taglio dei tassi della FED (riunione il 17 settembre) il ciclo annuale inverso avrà i giusti supporti per andare a chiudersi con un nuovo massimo.
Se i dati NFP + Tassi fossero avversi, lo scenario ribassista almeno fino a quota 1.14 tornerà dominante. Sotto 1.14 considereremo chiuso il ciclo annuale inverso sul massimo di marzo e l'avvio di una fase debole per alcuni mesi.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire.
Possbile short di breve periodo: Eur/Usd ritorno a 1.14720$Buongiorno a tutti,
oggi volevo sottoporvi questa analisi con relativo setup operativo, in linea con una visione short di breve periodo.
La zona di supply che abbiamo sui massimi di fine luglio riflette un gap di valore (FVG), che decreta un ottimo punto di contatto con il ritracciamento di medio periodo, confluente con il 78% di Fibonacci dell'ultimo impulso ribassista di luglio.
Il volume maggiore (POC) si trova proprio su una zona di valore importante, 1.16489$, che potrebbe spingere i prezzi nella zona di vuoto volumetrico fino a 1.14939$.
Ponendo l'estensione di Fibonacci sull'ultimo impulso rialzista di breve periodo, possiamo notare come il 161% corrisponda esattamente a 1.14711$, livello che rappresenta un supporto molto forte.
La possibile operatività potrebbe prevedere un entrata sul timeframe a 15 minuti, dopo il ritracciamento nella FVG zone e la rottura definitiva del cambio di carattere della struttura di breve periodo, come illustrato nell’immagine sottostante, e un possibile TP di breve a 1.16864 e più di lungo 1.14720
Christian Ciuffa
Movimenti contenuti per ora su Euro-DollaroBuon pomeriggio, analisi molto più basica oggi rispetto agli ultimi tempi; devo cambiare tipologia di indicatori allora sto cercando la giusta combinazione di questi tra quelli presenti in libreria.
Sto provando a questo proposito le trendline automatiche, ancora in modalità beta, tuttavia mi sembra diano spunti interessanti.
Come dicevo scorsa settimana livello 1,16/1,158 rappresenta un buon livello di supporto cui poter tentare un long, in effetti le quotazioni mercoledì hanno immediatamente reagito da quel livello e si sono riportate, in chiusura di settimana, a ridosso del livello 1,17 (cui, come si può vedere, passa anche la trendline discendente dai massimi precedenti).
Cosa possiamo aspettarci quindi dalla prossima settimana?
Il cambio sembra sia impostato per il momento in modalità mean reverting, con le quotazioni che non stanno prendendo una direzione ben definita, basti pensare che , escluso i 10 giorni a cavallo tra fine Luglio ed inizio Agosto, il cambio ha oscillato sempre tra il livello 1,158/1,16 ed il livello di resistenza dinamica 1,175/1,18 (da notare a livello di resistenza che i massimi sono decrescenti); di conseguenza, per chi avesse posizioni long aperte da mercoledì, sarebbe saggio prendere profitto a ridosso di livello 1,17, al contrario, in caso di reazione dal livello indicato (1,17 appunto) si potrebbe tentare una chips short per target 1,16 prima ed 1,155 poi, rottura di livello 1,17 invaliderebbe il pattern ed il trade ad esso connesso.
Occhio Martedì al dato dell'inflazione Europea alle 11,00 ed a ISM manufatturiero delle 16,00 negli USA.
EURUSD-Riusciranno i Verdi a prevalere su Rossi?Ritornando sull'analisi 1D , vediamo Fiber aver concluso l'ultima settimana in grande spolvero. L'ultima giornata l'ha visto andare giù, fermarsi sulla Kijun Sen (del sistema Ichimoku), da li ripartire e riuscire dalla Kumo, mangiarsi 7 candele e superare il massimo precedente. E' partito? E' molto probabile. Da notare, però, che ha superato la proiezione NT (di Hosoda) a 1,17179 (li ci sono i Rossi che contrastano i Verdi) ma ha chiuso sotto, ad un niente ma sotto.
Ci sono ottime probabilità che salga andando a cercare il massimo del 24 Luglio, eventualmente quello del 1 Luglio che se superato darà lo slancio per arrivare alla fibo 61,8% (1,20 circa) e magari alla proiezione N (il punto -più probabile- di arrivo delle Onde di Hosoda) posta a 1,216 circa. In alto a destra c'è l'angolo 1X1 discendente di Gann (quello rosso) che potrebbe rovinare la festa.
Per avere ancora più dettagli, sono andato a vedere 1M. Il grafico mensile ci dice le stesse cose? Ni. Siamo vicini all'angolo 1X1 (ci potremmo arrivare la settimana che viene o a Settembre) angolo che ha gia fermato Fiber più volte. Siamo inoltre vicini all'angolo 2X1. Il tutto in prossimità della proiezione N di Hosoda che è il target principe di questo indicatore e ad un RSI (io uso 65/35) che è in ipercomprato.
Se tutto questo viene superato andiamo verso l'infinito e oltre :)
EUR\USD: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
Euro in ribasso, in avvicinamento al supportoL'EUR/USD si aggira intorno a 1,1618 in un chiaro canale discendente. La pressione di vendita persiste poiché il prezzo è ripetutamente bloccato sulla trendline superiore, puntando alla zona di supporto di 1,1556, che coincide con la linea di supporto principale nel timeframe H1.
L'indicatore MACD fornisce un segnale negativo: l'istogramma è inferiore a 0, la linea di segnale segue da vicino, a dimostrazione del fatto che il trend ribassista non ha mostrato segni di indebolimento. Se il prezzo rompe la zona di 1,1556, il trend ribassista si estenderà fino a 1,1500.
Scenario principale: dare priorità alla vendita quando il prezzo ritesta la trendline superiore (zona 1,1640-1,1660), obiettivo 1,1556.
📊 Il mercato è influenzato dalle aspettative della politica monetaria della BCE di mantenere elevati i tassi di interesse e dai recenti dati sul dollaro USA, che rafforzano il trend ribassista dell'EUR/USD.
👉 Cosa ne pensi, la zona 1.1556 può reggere? Lascia un commento e discutiamone!
Mercati divisi: sterlina sostenuta o fragilità in vista?
ANALISI MACROECONOMICA
Nelle ultime ore il tema più discusso sui mercati non riguarda tanto i dati macro, quanto la questione politica legata alla Federal Reserve. Donald Trump ha infatti deciso di rimuovere Lisa Cook, attuale governatrice della Fed, accusandola di aver falsificato documenti legati a mutui.
La mossa, oltre a essere clamorosa sul piano politico, rischia di ridisegnare gli equilibri all’interno del board della banca centrale. Se la decisione dovesse avere seguito, Trump avrebbe la possibilità di guadagnare una maggioranza nel consiglio della Fed, rafforzando così il suo controllo sull’istituto.
Cook, prima donna afroamericana a ricoprire questa carica, ha però risposto senza mezzi termini: ha dichiarato che il presidente non ha alcun potere di licenziarla e che non ha intenzione di dimettersi. La questione, quindi, è tutt’altro che chiusa e apre uno scenario delicato sull’indipendenza della banca centrale americana.
Trump spinge da tempo per accelerare i tagli ai tassi, nel tentativo di stimolare l’economia in vista delle elezioni. Ma l’indipendenza della Fed, difesa a più riprese da Jerome Powell, sembra scricchiolare. Anche Christine Lagarde, presidente della BCE, è intervenuta in difesa dell’autonomia delle banche centrali, sottolineando come sia vitale tenerle separate dalle pressioni della politica.
Se negli Stati Uniti il dibattito si concentra sulla Fed, in Europa le tensioni restano principalmente politiche. Tutti gli occhi sono puntati sulla Francia, dove il governo guidato da François Bayrou è appeso a un filo: l’8 settembre si voterà una mozione di fiducia che potrebbe sancirne la fine.
L’opposizione, sia a destra con il Rassemblement National, sia a sinistra con France Unbowed, ha già annunciato il voto contrario. Se Bayrou dovesse cadere, la presidenza di Macron si troverebbe ulteriormente indebolita, con ripercussioni dirette sulla stabilità economica del Paese.
Il clima non è dei migliori: i rendimenti sul debito francese sono saliti, segnale che gli investitori stanno iniziando a preoccuparsi.
Coppie Valutarie
Sul mercato valutario, il dollaro sta respirando dopo un agosto debole. La resistenza mostrata da Lisa Cook, ha ridato fiducia alla valuta americana. Dopo l’intervento di Powell a Jackson Hole, in cui aveva aperto alla possibilità di ulteriori tagli dei tassi, il dollaro era scivolato fino a toccare i minimi del mese a quota 97.60 sull’indice del biglietto verde, il DXY.
Ora, però, ha recuperato terreno tornando sopra 98.50, anche se non si intravede ancora un trend definito.
L’unica valuta che mostra una direzione chiara è il dollaro neozelandese, che continua a indebolirsi. Gli operatori restano convinti che la RBNZ procederà con nuovi tagli ai tassi, e questo mantiene la pressione sulla divisa.
Materie Prime
Sul fronte delle materie prime prevale la stabilità. L’oro continua a muoversi in un range compreso tra i 3.330 e i 3.540 dollari, senza particolari scossoni. Il petrolio WTI ha invece ripiegato dopo il recente rally: dai 65 dollari si è riportato in area 64, primo livello di supporto da monitorare. Più interessante appare però il gas naturale, che prosegue la sua discesa fino a 2,60 dollari.
L’arrivo di nuova offerta sul mercato mantiene la pressione ribassista e, al momento, non emergono segnali di inversione.
Indici azionari
Sul fronte azionario il clima resta instabile, complice anche la stagionalità: settembre è storicamente il mese più difficile dell’anno per i listini. Finita l’euforia iniziale per la prospettiva di tagli dei tassi, gli investitori guardano ora ai market movers veri e propri. Da un lato i dati macro, in particolare il PCE, che dovranno confermare le condizioni per un allentamento della Fed nella prossima riunione. Dall’altro lato, le trimestrali di Nvidia, attese come un vero test di fiducia per il settore tech.
Al momento il Nasdaq ha corretto dai 23.700 ai 23.400 punti, con i supporti chiave a quota 23.050. Anche l’S&P 500 non riesce a superare i massimi precedenti a 6.500 punti, arretrando verso i primi livelli di supporto a 6.425.
Questa si tratta di una semplice analisi macroeconomica e non fornisce alcun consiglio finanziario.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, in questo inizio di settimana andremo ad analizzare la situazione su EURUSD. Se andiamo a vedere il time frame in 4 ore, possiamo notare come venerdi il forte impulso rialzista abbia chiuso una struttura ribassista, andando a chiudere perfettamente un’inefficienza lasciata intorno ai 1.17500.
Difatti la zona ha dato una forte reazione, ed è combaciata perfettamente con la “fuoriscita” del prezzo dalla VALUE AREA HIGH, scatenando un ritorno nella zona in cui ci sono stati maggiori scambi di contratti.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi giorni da questo asset? Sicuramente sarà interessante monitorare le zone al di sotto, ovvero 1.16000 e 1.15500, zone che potrebbero dare nuovamente un movimento rialzista.
Nulla è scontato e non è detto che ciò avvenga, motivo per cui è importante che ci siano le dovute conferme anche in base alla propria strategia.
Potremmo anche trovarci dinanzi ad una spinta rialzista fino a 1.17000 che potrebbe portare successivamente ad una possibile vendita.
Queste sono solo ipotesi e non si tratta di alcun consiglio finanziario. Inoltre ricordiamo che tradare CFD può comportare la perdita di denaro.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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Il dollaro rimbalza, mercati in tensioneIMPROVVISAMENTE IL DOLLARO
Il rally che aveva spinto i titoli azionari vicino ai massimi storici sembra essersi arrestato. I rendimenti obbligazionari sono saliti, complice l’attenuazione del sentiment verso i possibili tagli della Fed, in attesa dei dati chiave del PCE.
Ieri Wall Street ha chiuso in rosso, tornando a essere scambiata in modo contrastato. Permane la disconnessione tra i diversi settori, mentre i mercati sembrano aver già prezzato l'entità dei tagli dei tassi e l’impatto dei dazi sui produttori di beni.
Il Dow Jones ha perso lo 0,77% a 45.282,47 punti, il Nasdaq lo 0,22% a 21.449,29 punti e l’S&P 500 lo 0,43% a 6.439,32 punti.
Venerdì, il presidente della Fed Powell ha osservato che un indebolimento del mercato del lavoro potrebbe giustificare un taglio dei tassi nella riunione di settembre, se i dati sull'occupazione e sui prezzi non riserveranno sorprese.
Tuttavia, i timori di un'inflazione elevata espressi da altri membri del FOMC hanno frenato un rally più deciso.
Nvidia è salita dell'1,5% in vista della pubblicazione degli utili di mercoledì, mentre i timori di valutazioni esorbitanti nel settore tech hanno mantenuto alta la tensione tra i titoli a grande capitalizzazione.
Intel è balzata dell'1% dopo che il governo statunitense ha acquisito una quota del 10% per 8,9 miliardi di dollari.
Keurig Dr Pepper è invece crollata dell'8% dopo l’acquisizione della società olandese JDE Peet's per 18 miliardi di dollari.
VALUTE
Il dollaro torna prepotentemente in auge, con un forte recupero contro le principali valute concorrenti, in particolare euro e sterlina.
Le ragioni sembrano legate alla presenza di importanti posizioni short ormai consolidate, mentre il mercato ha già assorbito le notizie positive relative al possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.
L’Eur/Usd è tornato ieri sera in area 1,1600, per poi risalire nella notte a 1,1660 e consolidare a 1,1630.
L’Usd/Jpy si muove nel range consolidato tra 147,00 e 148,00, con un recupero di quasi 100 pips dai minimi di 146,985.
Il Cable è sceso di circa 100 pips fino a 1,3440. Le valute oceaniche sono stabili o in leggera discesa, ma tendenzialmente deboli contro il dollaro.
Correzioni in corso anche su diversi cambi risk-on/risk-off, come Nzd/Chf, Eur/Nzd ed Eur/Aud.
IFO IN RECUPERO
L’indice tedesco Ifo Business Climate è salito ad agosto a 89, da 88,6 di luglio, il livello più alto da maggio 2024 e superiore alle previsioni.
Le aspettative delle aziende per i prossimi mesi sono migliorate (91,6 contro 90,7), mentre le valutazioni sulla situazione attuale sono leggermente diminuite (86,4 contro 86,5), segnalando una ripresa economica ancora debole.
Nel manifatturiero, il sentiment è sceso marginalmente (-12,2 contro -11,9), con preoccupazioni per le condizioni attuali e la bassa crescita degli ordini.
Il settore dei servizi ha registrato un lieve calo, nonostante condizioni attuali migliori (2,6 contro 2,8), a causa di aspettative più caute. Gli studi di architettura e ingegneria, però, si sono mostrati più ottimisti.
Il sentiment commerciale si è indebolito (-21,4 contro -20,3) per via di performance più deboli, anche se le aspettative future sono leggermente meno pessimistiche.
L’edilizia ha registrato un lieve calo dopo mesi di stabilità (-15,3 contro -14,3), con minore soddisfazione attuale ma prospettive migliori per i mesi a venire.
INDICE FED DI CHICAGO
L’indice CFNAI della Fed di Chicago è sceso a -0,19 a luglio, rispetto al -0,18 rivisto di giugno, segnalando che l’attività economica statunitense è rimasta sotto il trend storico per il quarto mese consecutivo.
Solo una delle quattro categorie generali ha registrato un peggioramento rispetto a giugno, ma tre hanno comunque contribuito negativamente all’indice.
Gli indicatori sulla produzione hanno invertito la tendenza rispetto al +0,01 di giugno. Quelli sull’occupazione hanno contribuito con -0,06, leggermente meglio rispetto al -0,08 precedente.
Le categorie relative a vendite, ordini e scorte hanno contribuito con -0,02, in miglioramento rispetto al -0,10. I consumi personali e le abitazioni hanno fornito un contributo neutrale, rispetto al -0,01 di giugno.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono saliti di oltre l’1,5% a 64,7 dollari al barile lunedì, il massimo da quasi tre settimane, prolungando un rally di quattro giorni.
I prezzi sono sostenuti dai rischi geopolitici e dalle aspettative di politica monetaria. I timori di interruzioni dell’approvvigionamento russo sono aumentati dopo nuovi attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche, tra cui incendi al terminal di Ust’-Luga e alla raffineria di Novoshakhtinsk.
L’incertezza sui colloqui di pace, le minacce di nuove sanzioni da parte di Trump e dazi più elevati sulle importazioni indiane hanno alimentato le preoccupazioni sull’offerta.
Powell ha segnalato possibili tagli dei tassi già a settembre, rafforzando il sentiment che una crescita più forte negli USA possa aumentare la domanda di petrolio.
Tuttavia, i venti contrari economici restano un freno, con operatori cauti sul fatto che una crescita debole possa limitare i consumi a lungo termine.
Dal lato dell’offerta, il piano dell’OPEC+ di ripristinare parte della produzione ha riacceso i timori di eccesso, mantenendo i future circa il 9% sotto i livelli di gennaio.
GIAPPONE: RENDIMENTI IN SALITA
Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito martedì oltre l’1,62%, il livello più alto dal 2008. Gli investitori aumentano le scommesse su ulteriori rialzi dei tassi da parte della BoJ.
A Jackson Hole, il governatore Kazuo Ueda ha affermato che si prevede un ulteriore aumento dei salari in Giappone, a fronte di un mercato del lavoro in contrazione. Questo rafforza la fiducia che le condizioni per un rialzo dei tassi si stiano concretizzando.
La BoJ ha sospeso il ciclo di rialzi negli ultimi mesi, preoccupata per l’impatto dei dazi statunitensi sull’economia giapponese, fortemente dipendente dalle esportazioni.
Nella riunione di luglio, la banca centrale ha lasciato i tassi invariati, ma ha alzato le previsioni di inflazione e fornito prospettive economiche più ottimistiche.
Saverio Berlinzani
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