Tensioni geopolitiche e mercati in assestamentoLA RISPOSTA DI TEHERAN
La risposta iraniana agli attacchi americani ai siti nucleari è giunta ieri nel tardo pomeriggio, con il lancio di missili verso basi statunitensi in Iraq e Qatar.
Una guerra “fake”, forse, considerando che l’Iran avrebbe coordinato l’attacco alla base aerea USA in Qatar con funzionari locali, avvisando in anticipo anche gli americani per ridurre al minimo le vittime. Lo stesso approccio sarebbe stato adottato dagli Stati Uniti nei loro attacchi precedenti.
I mercati, ormai abituati a tutto, hanno reagito con un iniziale aumento dell’avversione al rischio, per poi tornare rapidamente alla normalità. I principali asset sono rimasti poco mossi, con variazioni meno significative rispetto a quelle osservate ad aprile.
È un segnale che stiamo vivendo una guerra finta? O c’è qualcosa che ancora non comprendiamo fino in fondo?
L’oro non è ancora vicino ai massimi, i rendimenti obbligazionari sono in calo, il petrolio WTI è sceso sotto i 65 dollari, e il dollaro è in deciso ribasso, come se fossimo in pieno appetito per il rischio.
Forse qualcuno ritiene che questo conflitto sia solo propaganda?
In serata sono emerse altre notizie interessanti: l’attacco iraniano avrebbe colpito solo la base di Al Udeid in Qatar, mentre le segnalazioni di attacchi in Bahrein, Iraq, Kuwait e Arabia Saudita sarebbero attribuibili a milizie sostenute dall’Iran o del tutto false.
Il fatto che l’amministrazione Trump fosse a conoscenza in anticipo dell’attacco iraniano rafforza l’idea che questa non sia una guerra come le altre.
WALL STREET RILANCIA
I principali indici statunitensi hanno recuperato terreno lunedì, dopo aver assorbito le notizie dal fronte geopolitico, inclusi l’attacco USA all’Iran e la ritorsione iraniana.
I mercati sembrano aver ridimensionato i timori che il conflitto possa ostacolare i flussi di petroliere dal Golfo Persico o aggravare la crisi regionale.
L’S&P 500, il Dow Jones e il Nasdaq 100 hanno tutti chiuso in rialzo.
Le forze statunitensi avevano colpito le infrastrutture nucleari iraniane nel fine settimana, nonostante Trump avesse escluso un attacco imminente. L’Iran ha risposto colpendo una base USA in Qatar e il parlamento iraniano ha sostenuto il blocco dello Stretto di Hormuz.
Tuttavia, le petroliere hanno continuato a transitare nella regione e i prezzi del greggio hanno rallentato la loro crescita, attenuando i timori di un’inflazione più elevata.
Tesla ha guadagnato oltre il 7% dopo il lancio dei suoi primi taxi senza conducente. AMD è salita di oltre il 2% grazie a un upgrade da Melius Research.
Al contrario, ExxonMobil e Chevron hanno ridotto i guadagni, con i future sul WTI tornati in netto ribasso.
VALUTE
Sul mercato valutario, dopo un avvio positivo, il dollaro ha perso terreno contro le principali valute, in particolare euro, sterlina e yen, segno che il mercato ha assorbito le notizie negative sul conflitto.
EUR/USD è salito sopra 1,1600, puntando ai massimi del 12 giugno a 1,1630, con possibilità di raggiungere l’area 1,1715–1,1730.
GBP/USD si dirige verso 1,3630, con obiettivi di medio termine intorno a 1,4200.
USD/JPY è in calo, puntando sotto quota 145,00.
Le valute oceaniche hanno recuperato quota 0,6500 (AUD) e 0,6000 (NZD).
USD/CAD è tornato vicino a 1,3700, in attesa di una spinta verso 1,3450.
Tuttavia, ogni previsione va presa con cautela. I mercati sono estremamente volatili e imprevedibili. Basti pensare che ieri sera Trump ha scritto su X: “Congratulations World! It’s time for peace”, meno di 24 ore dopo aver lanciato tre missili.
US PMI IN LEGGERO RIBASSO
L’indice PMI composito statunitense di S&P Global è sceso a 52,8 a giugno, rispetto ai 53 di maggio, segnalando un lieve rallentamento della crescita del settore privato. Si tratta comunque del 29° mese consecutivo di espansione.
Il settore dei servizi ha rallentato leggermente (53,1 contro 53,7), pur restando solido. Il manifatturiero è rimasto stabile al massimo degli ultimi 15 mesi (52,0).
L’attività economica e i nuovi ordini sono cresciuti, ma con minore slancio, a causa del calo delle esportazioni legato all’aumento dei dazi commerciali.
Le pressioni sui prezzi si sono intensificate, spinte da tariffe, costi di finanziamento, salari e carburante. Tuttavia, nel settore dei servizi, i costi di input e i prezzi di vendita sono aumentati più lentamente rispetto a maggio, anche grazie alla maggiore concorrenza.
La fiducia delle imprese, infine, ha mostrato un leggero indebolimento.
PETROLIO IN CALO
I future sul greggio WTI sono scesi a circa 65 dollari al barile, complice l’affievolirsi dei timori iniziali legati a possibili interruzioni dell’approvvigionamento dal Medio Oriente. La ritorsione iraniana, infatti, è apparsa più come propaganda che come reale minaccia.
Gli investitori non hanno riscontrato alcun impatto immediato sui flussi fisici di petrolio dopo gli attacchi statunitensi agli impianti nucleari iraniani. Mentre Israele intensificava i suoi attacchi e l’Iran prometteva ritorsioni, l’intensità delle risposte iraniane sembra essersi attenuata.
Nonostante la regione rappresenti circa un terzo della produzione globale di greggio, le spedizioni — comprese quelle attraverso lo Stretto di Hormuz — sono rimaste inalterate. Anzi, le esportazioni di petrolio iraniano hanno mostrato segnali di aumento dall’inizio del conflitto.
In precedenza, il WTI era salito fino a 75,5 dollari, toccando il livello più alto da gennaio. Tuttavia, quel rally si è esaurito, soprattutto dopo le dichiarazioni di Trump, secondo cui i movimenti del prezzo del petrolio sarebbero dettati principalmente dalla speculazione.
RENDIMENTI IN CALO, A SORPRESA
Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso ulteriormente al 4,32% lunedì, il livello più basso da inizio maggio. Questo movimento ha invertito i guadagni precedenti, poiché i timori di una ritorsione immediata da parte dell’Iran e di un’interruzione delle spedizioni di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz si sono attenuati.
L’allentamento delle tensioni geopolitiche ha contribuito al calo dei prezzi del petrolio, riducendo così alcune preoccupazioni legate all’inflazione.
Nel frattempo, la governatrice della Fed, Michelle Bowman, ha segnalato la possibilità di sostenere un taglio dei tassi già a luglio, qualora l’inflazione continuasse a raffreddarsi. Le sue parole hanno rafforzato le dichiarazioni accomodanti rilasciate venerdì scorso dalla governatrice Waller.
In risposta, i mercati hanno aumentato le scommesse su un allentamento monetario, stimando ora circa 55 punti base di tagli dei tassi entro la fine dell’anno.
Gli investitori attendono con attenzione la prossima testimonianza semestrale del presidente della Fed, Jerome Powell, davanti al Congresso, per ottenere ulteriori indicazioni sulla direzione della politica monetaria.
Sul fronte macroeconomico, gli indici PMI flash si sono attestati al di sopra delle aspettative, anche se le pressioni inflazionistiche sembrano in aumento.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Idee operative USDEUR
EUR/USD – Operazione completata con precisione chirurgicaUpdate sul trade aperto ieri da 1,1495 → TP 1,1539.
Tutti i target sono stati raggiunti, con spinta ulteriore fino a 1,1595.
Strategia: breakout failure + supporto tecnico
Esecuzione su TF 3m → conferma poi anche su H1
Gestione: parziale al primo target, trailing sul resto
Ottimo setup anche per swing breve → contesto macro favorevole (debolezza USD).
🎯 In analisi nuovi livelli: 1,1605 – 1,1630
Resto in osservazione per eventuali nuove opportunità intraday.
#trading #EURUSD #forex #priceaction #analisi
PMI SERVIZI EUROZONAL'economia dell'eurozona sta faticando a prendere vigore, infatti da sei mesi la crescita è minima, con un'attività stagnante nel settore dei servizi e un aumento della produzione manifatturiera solo moderato.
In Germania ci sono segnali di un cauto miglioramento della situazione, ma la Francia continua a restare indietro.
È improbabile che l’evidente slancio nel dato ufficiale di crescita dello 0,6% del primo trimestre si protragga anche nel secondo, soprattutto alla luce di fattori straordinari come l'insolito balzo di crescita in Irlanda che ne ha gonfiato la portata.
Non bisogna tuttavia rassegnarsi, secondo l’indagine infatti le prospettive sono migliorate e le aziende mantengono l'occupazione più o meno costante.
A giugno, i tempi di consegna si sono allungati.
Considerata la debolezza dei nuovi ordini ed una crescita solo moderata della produzione, lo si può collegare, tra l'altro, alle nuove crisi geopolitiche e alla politica tariffaria degli Stati Uniti in continuo cambiamento.
Entrambi i fattori stanno rendendo più difficile la gestione della catena di distribuzione, ma nel complesso, l'indice dei tempi medi di consegna mostra che la maggior parte delle aziende è relativamente in grado di adattarsi all'incertezza e che finora non si sono verificate gravi interruzioni.
Per la BCE, lo scenario dei prezzi dei servizi continua a mostrare lievi tensioni.
Le aziende stanno ancora facendo i conti con il significativo aumento dei costi che a giugno ha di nuovo generato un lieve rialzo dei prezzi di vendita rispetto al mese
scorso.
La maggiore inflazione nel settore dei servizi è in parte compensata dalla deflazione del manifatturiero.
In tutto ciò, i prezzi energetici assumono un ruolo importante.
Fino a poco tempo fa, erano ancora in calo, ma dopo il conflitto tra Israele e
Iran sono aumentati notevolmente.
Queste informazioni sono state solo parzialmente evidenti nei sondaggi.
Nel complesso, tuttavia, la BCE può rimanere relativamente tranquilla, poiché l'euro forte e l'effetto deflazionistico dei dazi statunitensi si oppongono ad un aumento dell’inflazione a breve termine.
--Chart di Capital.Com--
EUR/USD – Analisi intraday (TF 3m)Entrato long su EUR/USD a 1,1495, in area di reazione e struttura precedente.
Primo target: 1,1539
Setup basato su:
Rimbalzo su supporto microstrutturale
Breakout failure + spike volume
Confluenza con area tecnica precedente
Gestione attiva del trade: monitoro price action e volumi in prossimità dei livelli 1,1539 e 1,1549.
Osservazioni: se il momentum si conferma, valuto estensione a 1,1549. In caso contrario, chiusura parziale/stop breakeven.
TF: 3m | Approccio: scalping/swing breve
23 Giugno 2025 – Mattina
Crisi Iran-USA: mercati in allerta e tensioni globaliESCALATION MILITARE?
L’America è ufficialmente entrata in guerra con l’Iran. Durante il fine settimana, gli Stati Uniti hanno bombardato tre siti nucleari iraniani, utilizzando le ormai note bombe “bunker buster”, ordigni progettati per penetrare bersagli nascosti in profondità nel sottosuolo, come i bunker militari.
Dopo l’attacco, Trump ha dichiarato di volere la pace, ma solo a condizione che l’Iran accetti la resa. In risposta, il nuovo capo dei Pasdaran iraniani ha affermato che le operazioni contro Israele proseguiranno senza sosta.
Nel frattempo, l’Iran, attraverso i suoi portavoce, ha fatto sapere che quanto accaduto “avrà conseguenze eterne”.
La Cina ha condannato l'attacco americano, sottolineando che gli impianti colpiti erano sotto la supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Secondo Pechino, l’azione degli Stati Uniti viola gravemente i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, aggravando le tensioni in Medio Oriente.
Il governo cinese ha inoltre invitato tutte le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare il fuoco il prima possibile, a garantire la sicurezza dei civili e ad avviare un dialogo costruttivo.
Anche Mosca ha espresso forte preoccupazione, affermando che gli attacchi rappresentano un durissimo colpo alla credibilità del Trattato di non proliferazione nucleare e al sistema di verifica dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
Infine, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato che Trump era stato eletto con la promessa di porre fine alle guerre degli Stati Uniti nel mondo, ma ha finito per tradire i suoi elettori.
MERCATI
In un contesto così delicato, ci sembra poco logico soffermarci, come di consueto, sui dati economici o sulle questioni ancora aperte, come il piano fiscale USA o i dazi, la cui proroga al 10% scadrà entro 15-20 giorni.
Quel che sta accadendo è troppo rilevante per non essere commentato. Quali saranno, al di là degli aspetti militari, le conseguenze sui mercati?
Una delle prime preoccupazioni riguarda le possibili reazioni dell’Iran, che minaccia la chiusura dello stretto di Hormuz, da cui transita circa il 20% del petrolio e gas mondiale. Se ciò accadesse, cosa succederebbe al prezzo del petrolio?
Alcuni analisti si sono spinti a ipotizzare un barile a 200 dollari. Un simile scenario avrebbe effetti devastanti sull’inflazione in Occidente.
Storicamente, l’inflazione era considerata una variabile dipendente dai cicli di politica monetaria. Tuttavia, la storia recente ha mostrato che anche fattori esogeni possono influenzarla. I dati dell’Università del Michigan indicano aspettative d’inflazione negli USA oltre il 4,5% a uno e cinque anni.
Questo significa che l’inflazione, inclusa quella energetica, tornerà a salire, trascinando con sé anche l’inflazione “core”, che non era ancora stata completamente domata.
In un contesto in cui si è eretto un muro a est e si guarda solo a ovest, l’Europa dovrebbe interrogarsi su quali contromisure siano state adottate per evitare una nuova ondata inflattiva, come quella post-Covid importata dagli Stati Uniti.
La manifattura europea, motore dell’export, ha il suo centro in Germania, ancora in fase di ripresa.
Tra gli asset da monitorare, oltre al petrolio, sarà interessante osservare l’andamento di oro, dollaro ed equity. I bond restano alla finestra, con la speranza che le banche centrali non siano costrette a rialzare nuovamente i tassi a causa della crisi mediorientale.
L’oro potrebbe toccare nuovi massimi, mentre il dollaro, grazie al suo status di valuta rifugio, potrebbe rafforzarsi contro le principali valute. Questo potrebbe temporaneamente invertire la consueta correlazione inversa tra oro e dollaro.
Venerdì, l’S&P 500 ha perso lo 0,2%, segnando la terza perdita consecutiva. Il Nasdaq è sceso dello 0,5%, mentre il Dow Jones ha guadagnato 35 punti. Tuttavia, gli investitori erano ancora ignari dell’intervento USA in Iran e speravano in tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, alla luce dei dati macroeconomici negativi.
Ora, dopo quanto accaduto, aumentano i timori di un’apertura in gap ribassista domattina, generando disagio tra gli operatori.
Sui mercati obbligazionari, molto dipenderà dalle aspettative sui tassi, che a loro volta saranno influenzate non solo dai dati macro, ma soprattutto dalle risposte iraniane, che non tarderanno ad arrivare.
Ci apprestiamo a vivere una settimana di passione, senza dimenticare le altre questioni ancora aperte. Trump sembra stretto in una morsa. Cosa farà ora?
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
RIASSUNTO DELLA SETTIMANA 16-20 giugnoRiassunto della settimana 16-20 giugno:
- LA BOJ mantiene i tassi d'interesse allo 0,5%
- La fiducia dell'indice ZEW sale a 35, i massimi del 2024
- Le vendite al dettaglio USA calano più delle aspettative, -0.9% su base mensile
- L'inflazione UK scende al 3,4%, dal 3,5% precedente
- L'inflazione Euro scende all'1,9%, dal 2,2% precedente
- La FED mantiene i tassi invariati al 4,5%
- La BNS taglia i tassi di 25 punti base
- La Bank of England mantiene i tassi al 4,25%
Andamento delle valute:
- USD è stata la top perfomer della settimana
- JPY è stata la valuta più debole della settimana
--Chart di Capital.Com--
Qualche scarico su Euro/DollaroQualche lieve scarico questa settimana dopo la prova di forza della scorsa settimana.
Lunedì siamo partiti con un nuovo test dei massimi della scorsa settimana, ci siamo fermati sugli 1,1615 per poi iniziare a ripiegare ed effettuare qualche salutare scarico fino a Giovedì in area 1,145, prima di un lieve recupero per poi chiudere la settimana intorno ad 1,15 (momento in cui sto scrivendo).
Teniamo presente che il movimento avuto negli ultimi 6 mesi (10,43%, mentre 11% ed oltre da inizio anno) è decisamente importante per una valuta come questa e qualche lieve ritracciamento può solo essere salutare, ed un ottima occasione per tentare un ingresso long in ottica di breve.
Viste le premesse e visto il range di questa settimana, prendo il timeframe 1H per fare analisi:
- La dashboard mostra entrambe le valute forti con un euro maggiormente carico nei timeframe di breve/medio
- L'oscillatore in basso mostra, coerentemente con gli ultimi giorni, un uscita dall'ipercomprato ed un tentativo di scarico del cambio
- A livello volumetrico abbiamo: Una prima area di supporto in zona 1,15 ed una seconda verso i 1,145; al contrario al rialzo abbiamo due resistenze in area 1,157 prima ed 1,161 poi.
N.B. Visto il ristretto range settimanale ho deciso di fare un analisi su timeframe 1H per un precisione più capillare dei livelli, va da sè che essendo basso il timeframe, anche l'operatività sarà più celere.
A livello personale, vista la forza del trend, continuo a prediligere un operatività long, sui livelli menzionati, magari con pattern a conferma.
Buon weekend.
EURUSD H4 | Inversione rialzistaIn base all'analisi del grafico H4, il prezzo si sta avvicinando al nostro livello di ingresso di acquisto a 1,2265, un supporto di pullback allineato con il ritracciamento di Fibonacci del 38,2%.
Il nostro take profit è fissato a 1,1426, una resistenza di sovrapposizione.
Lo stop loss è posizionato a 1,1193, una resistenza di pullback.
LA FED NON TAGLIA!La Federal Reserve mantiene invariato il tasso d'interesse al 4,50%.
"Sebbene le oscillazioni delle esportazioni nette abbiano influenzato i dati, gli indicatori recenti suggeriscono che l'attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo solido.
Il tasso di disoccupazione rimane basso e le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide. L'inflazione rimane piuttosto elevata".
Osservando il dot plot chart si può notare una significativa divergenza di sensibilità tra i membri, a sottolineare la grande incertezza che domina alla Fed in questa fase di incertezza e turbolenza economica.
Sette votanti del Fomc hanno indicato di non volere tagli di tassi quest’anno, mentre in marzo erano stati solo in quattro di questa opinione.
Per quanto riguarda i prossimi due anni e il lungo periodo, previsioni ancora più incerte, si registra una forbice di opinioni ancora più ampia, con un outlook che punta ai tassi al 3,4% nel 2027.
Dal SEP, Summary of Economic Predictions, è arrivato anche un abbassamento delle previsioni sul pil americano per quest’anno, l’outlook mediano è all’1,4%, in ribasso di 0,3 punti percentuali rispetto alla previsione diffusa dopo l’incontro di marzo.
L’inflazione, letta attraverso l’indice dei prezzi PCE (Personal Consumption Expenditure) Core, è vista al 3,1%, anch’essa in rialzo dello 0,3% rispetto a marzo.
--Chart di Capital.com--
EUR\USD 📉 Analisi Tecnica su EUR/USD – Scenario Short
Attualmente, l’EUR/USD sta mostrando segnali di debolezza dopo aver toccato l’area resistenziale di 1,1618, una zona di confluenza prezzo-tempo particolarmente significativa. Da quel livello, il prezzo ha formato una struttura simile a un triplo massimo, completata attorno al 16 giugno, e da lì è iniziata una fase discendente caratterizzata da massimi e minimi decrescenti.
A confermare la pressione ribassista ci sono anche le rotture al ribasso di strutture laterali, indice di una perdita di momentum rialzista.
🔍 Situazione Attuale (19 giugno)
Il prezzo si trova ora in prossimità della zona di supporto 1,1475, che è stata violata durante la candela delle ore 03:00 del 19 giugno. Successivamente, si è verificato un ritest tecnico della zona 1,1478, ovvero l’area dove attualmente il prezzo sta reagendo.
Questa dinamica potrebbe suggerire una continuazione short, vista la conferma della zona come resistenza da supporto precedente.
🎯 Target di Discesa (Short Scenario)
Primo target: zona 1,1421, in prossimità di un supporto intermedio già testato in passato.
Secondo target: zona 1,1354, che corrisponde a un’area di supporto più solida, difesa più volte.
🧭 Contesto Macro e Considerazioni Operative
Oggi, 19 giugno, il mercato statunitense è chiuso per festività, quindi i volumi potrebbero essere stati limitati.
Il comportamento dei prezzi suggerisce che il dollaro possa ancora guadagnare terreno, con l’EUR/USD che continua a rispettare dinamiche tecniche ribassiste, nel breve periodo.
#AN008: Israele, Iran e il prezzo della paura
GEOPOLITICA – Israele, Iran e il prezzo della paura
Mentre le borse provano a reggere, la realtà geopolitica è ben diversa. Nelle ultime 72 ore, Israele ha colpito una struttura ritenuta strategica nel sud dell’Iran. Teheran ha risposto con testate balistiche mirate su postazioni NATO, e ha minacciato una chiusura militare dello Stretto di Hormuz. In poche ore, il Brent è schizzato sopra i 100$, mentre il WTI ha toccato quota 94.20$, riportando in vita uno spettro che sembrava archiviato: l’inflazione energetica.
DOLLARO E FED – Hawkish sotto pressione
La Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati, ma Powell ha lanciato un segnale chiaro: “non ci sarà alcun taglio se il contesto geopolitico continua a generare pressione rialzista sui prezzi”.
In altre parole: la FED rimane hawkish, il dollaro continua a dominare, e il sentiment globale vira al risk-off.
CROSS IN OSSERVAZIONE – Opportunità SwipeUP FX
EUR/USD
Macro debole in EU + inflazione USA sostenuta + guerra → Target realistico 1.0630 – se rompe 1.0675 H8.
USD/JPY
Istituzionali indecisi: se lo yen non si rafforza e la BOJ resta neutrale, si può tornare sopra 158. Target: 158.60-159.2 in caso di nuova gamba USD.
CAD/JPY & Oil-Linked
Il Canada beneficia dell’aumento petrolifero, ma attenzione: il risk-off può penalizzare. Valutare solo con conferma ciclica e volumi reali.
📌 COSA GUARDARE ORA – Checklist SwipeUP
📆 Venerdì 21 giugno: Dati PMI USA + speech Powell
⚠️ VIX sopra 20: segnala vera tensione
📉 JPY e CHF in divergenza? → attenzione alle rotture manipolative
🗓️ Earning Season: può deviare i flussi nel breve, ma resta in secondo piano
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Durata media
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Obbiettivi raggiunti
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Livello
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Durata media
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Obbiettivi raggiunti
Test di strategie, gestione rischio, errori ripetuti
Livello
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Durata media
12-24 mesi
Obbiettivi raggiunti
Evita grosse perdite, inizia a chiudere mesi in pari o leggeri profitti
Livello
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Durata media
2-3 anni (o più)
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⚠️ Attenzione ai falsi miti
• "Ci vogliono 3 mesi per vivere di Trading"
⭢ Irrealistico per il 99% delle persone. ❌
• "Basta una strategia vincente"
⭢ Anche una buona strategia può fallire se non gestita
bene o se il trader non ha controllo emotivo. ❌
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📌 In sintesi
Per diventare realmente profittevole nel trading, serve:
• Studio costante
• Disciplina ferrea
• Tanto tempo in demo
• Gestione del rischio impeccabile
• Mente lucida
• Pazienza
EUR/USD forma un Inside Day su una resistenza chiaveCon il dollaro sotto pressione, diamo un'occhiata all'EUR/USD, che ha appena formato un pattern Inside Day su una resistenza chiave. Con l'avvicinarsi di fattori macroeconomici sfavorevoli e dati di grande impatto, il prossimo breakout o fakeout potrebbe dare il tono alla settimana che ci aspetta.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 85.24% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Dollaro sotto pressione in vista di una settimana cruciale
Il dollaro è in difficoltà dopo che Donald Trump ha riacceso le tensioni commerciali globali, spingendo la valuta al livello più basso degli ultimi tre anni. Le sue dichiarazioni sulla reintroduzione di dazi reciproci entro poche settimane hanno giocato un ruolo significativo nel forte calo del dollaro, che ha perso oltre lo 0,8% rispetto a un paniere delle principali valute. Inoltre, le tensioni geopolitiche sull'Iran e le notizie secondo cui gli Stati Uniti potrebbero rivalutare il patto di difesa Aukus hanno ulteriormente smorzato il sentiment, con gli operatori che mettono sempre più in discussione la forza delle alleanze internazionali americane.
L'indebolimento del dollaro è stato aggravato da un'inflazione inferiore alle attese, che potrebbe aver incoraggiato gli operatori di mercato ad attendere con grande attenzione un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Fed nel corso dell'anno. I futures ora scontano due tagli di un quarto di punto, minando il vantaggio del dollaro in termini di rendimento. Nel frattempo, la BCE potrebbe essere vicina alla fine del suo ciclo di tagli, il che potrebbe aggiungere forza relativa alla moneta unica. Tutti gli occhi sono ora puntati sui dati sulla produzione industriale statunitense di martedì, seguiti dai dati sull'inflazione dell'UE e dalla decisione sui tassi di interesse della Fed di mercoledì, poiché gli operatori stanno ora aspettando di capire quale sarà la direzione futura.
Compressione alla resistenza: tutti gli occhi puntati sul range di giovedì
Il rally della scorsa settimana ha visto l'EUR/USD spingersi verso un possibile livello chiave, con il prezzo che ha ritestato una resistenza che è stata modellata dai massimi di aprile. Sebbene la coppia abbia brevemente superato il livello giovedì con una chiusura al di sopra di esso, la sessione di venerdì è stata molto più cauta. L'andamento dei prezzi è rimasto interamente all'interno del range di giovedì, formando un pattern inside day che ora funge da punto di pressione per il prossimo movimento direzionale.
Questa configurazione riflette una temporanea situazione di stallo tra il momentum rialzista e la resistenza a lungo termine. Gli inside day spesso precedono i breakout, ma possono anche attirare i trader solo per poi invertire violentemente la tendenza. La chiave ora sta nel modo in cui il prezzo reagisce ai confini del range di giovedì. Una chiusura al di sopra di esso, in particolare con volumi elevati, sarebbe un chiaro segnale di continuazione e probabilmente invoglierebbe ulteriori acquisti. Una chiusura al di sotto di esso con volumi elevati segnerebbe un breakout fallito e aprirebbe la porta a una configurazione short.
Per chi opera con questa configurazione, il massimo e il minimo di giovedì costituiscono ora livelli essenziali. Non solo fungono da trigger di breakout, ma offrono anche zone logiche per il posizionamento degli stop. In breve, il mercato è in fase di stallo, i fondamentali sono volatili e il prezzo è in equilibrio. La prossima mossa potrebbe essere decisiva.
Grafico a Candele Giornaliero EUR/USD
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Grafico a Candele Orario EUR/USD
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
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EURUSD ha SWEEP atto tutto.Il prezzo dell'EURUSD, su time frame mensile (MONTHLY), ha SWEEPatto la liquidità dei massimi ed è arrivato a livello dell'IFVG, dove al momento sta reagendo al ribasso, probabilmente a causa della tendenza ribassista di fondo di questo mercato. Entro la fine del mese, il prezzo ha buone probabilità di chiudere al di sotto dell'IFVG e di iniziare un nuovo lungo movimento ribassista.
EUR/USD – Long da supporto H1 con target su zona di resistenza mTrade long su EUR/USD – 16 giugno 2025
Setup: rimbalzo su supporto daily 1.15070 con conferma di prezzo e volumi
⏱ Timeframe: 15 min
TP raggiunto: 1.16020 (resistenza testata più volte in precedenza)
SL (non colpito): sotto 1.14900
Motivazione tecnica:
Rimbalzo su supporto storico (1.15070)
Forte spike volumetrico in zona di entrata → conferma della pressione buy
Sviluppo del movimento verso zona di congestione precedente (1.15870 → 1.16020)
Riflessione: trade gestito secondo piano. Con un’esposizione controllata e rischio <1%, sono soddisfatto della precisione del livello e dell’uscita.
NOTIZIE DELLA SETTIMANAPrincipali notizie della settimana:
MARTEDI'
- Decisione tasso d'interesse (05:00) (JPY)
- Vendite al dettaglio (14:30) (USD)
- Produzione industriale (15:15) (USD)
- Indice NAHB (16:00) (USD)
MERCOLEDI'
- CPI UK (08:00) (GBP)
- CPI EURO (11:00) (EUR)
- Jobless claims (14:30) (USD)
- Decisione sul tasso d'interesse (20:00) (USD)
GIOVEDI'
- FESTA USD
- Decisione sul tasso d'interesse (09:30) (CHF)
- Decisione sul tasso d'interesse (13:00) (GBP)
VENERDI'
- FESTA NZD
- Decisione sul tasso d'interesse (03:15) (CNY)
- Vendite al dettaglio (08:00) (GBP)
- Fiducia dei consumatori (16:00) (EUR)
--Chart di Capital.com--
Caso pratico: Long EUR/USD da 1,1507 – Analisi e gestione posiziSetup operativo
Il 13/06, ho individuato una configurazione long su EUR/USD in area 1,1500–1,1510, zona di supporto tecnica su H1 e in linea con livelli chiave del mercato.
🟢 Ingresso long: 1,1507
Motivazioni:
Supporto statico importante + rimbalzo tecnico
Momentum rialzista in costruzione sul breve termine
Analisi tecnica post-ingresso
Lunedì 16/06, il prezzo ha rotto la prima resistenza a 1,1566 con aumento di volumi, consolidando poi sotto 1,1587, resistenza cruciale e potenziale doppio massimo sul breve (vedi grafico allegato).
Livelli attuali:
Resistenza superata: 1,1566
In test: 1,1587
Target esteso: 1,1602 e in proiezione 1,1640–1,1690 (se breakout confermato)
Gestione attiva della posizione
Strategia adottata:
Take profit parziale: 50% posizione chiusa a 1,1587
Trailing stop sul restante posizionato a 1,1540 (in profitto)
Obiettivo di estensione per il restante: 1,1602 – 1,1640
🧠 Obiettivo: lasciare correre la posizione finché il momentum resta positivo, proteggendo al tempo stesso il capitale già guadagnato.