Mercati stabili in attesa sui nuovi dazi USAFOCUS ANCORA SUI DAZI
I tre principali indici americani sono rimasti pressoché invariati, in un contesto di mercato caratterizzato dall’attesa degli investitori per gli ultimi sviluppi commerciali.
I mercati hanno reagito alle dichiarazioni di Trump, che ha annunciato una revisione dei dazi su 14 Paesi privi di accordi commerciali con gli Stati Uniti. Alcuni rapporti indicano che gli USA hanno proposto all’UE un accordo che manterrebbe un dazio di base del 10%.
Il mercato ha reagito positivamente alla proroga dei negoziati, poiché i nuovi dazi non entreranno in vigore prima del 1° agosto, concedendo più tempo ai partner commerciali per raggiungere un’intesa.
Il settore dei servizi di pubblica utilità è stato il più debole, mentre energia e sanità hanno registrato i maggiori guadagni.
Sul fronte societario, le azioni Tesla sono salite di quasi l’1%, rimbalzando dopo un calo del 6,8% lunedì. Le altre megacap hanno avuto andamenti contrastanti: Nvidia (+0,4%), Meta (+0,2%), Broadcom (+0,6%) e Alphabet (+0,2%) in rialzo; Microsoft (-0,2%), Apple (-0,6%) e Amazon (-0,3%) in calo.
VALUTE
Come previsto, l’euro ha ritestato livelli sotto 1,1700, reagendo già dai primi supporti. Il trend rimane favorevole al dollaro, anche se una correzione tecnica sembra probabile.
USD/JPY si avvicina a 147,00, mentre EUR/JPY ha superato quota 172,00, con possibilità teorica di raggiungere il doppio massimo di 175,30, toccato esattamente un anno fa.
Le valute oceaniche restano deboli, mentre USD/CHF non riesce a superare quota 0,8000.
Il contesto generale è di “risk on”, con l’equity sui massimi, l’oro in correzione e i mercati emergenti che continuano a performare.
RENDIMENTI DEI TREASURIES IN SALITA
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito di quasi 5 punti base, raggiungendo il 4,43% martedì, il livello più alto da metà giugno. Il mercato mostra segnali di ritorno al “risk off”, seppur parziale.
Gli investitori cercano di valutare l’impatto delle dichiarazioni di Trump, traendo parziale conforto dalla nuova scadenza del 1° agosto per l’entrata in vigore dei dazi.
Trump ha annunciato aliquote tariffarie riviste per 14 nazioni, tra cui un dazio del 25% sulle importazioni dal Giappone. Inoltre, gli USA avrebbero proposto all’UE un accordo con dazio base al 10%.
Nel frattempo, le speculazioni su possibili stimoli fiscali da parte del Giappone, in vista delle elezioni della Camera alta del 20 luglio, hanno aumentato la pressione sui mercati obbligazionari globali, soprattutto sui titoli a lunga scadenza.
Il rendimento dei titoli USA a 30 anni è tornato vicino al 5%.
NFIB USA
L’indice di ottimismo per le piccole imprese (NFIB) negli Stati Uniti si è attestato a 98,6 a giugno 2025, in calo rispetto ai 98,8 di maggio e alle previsioni di 98,7, ma ancora leggermente sopra la media storica di 98.
Un aumento degli intervistati che segnalano scorte in eccesso ha contribuito al calo dell’indice. Il 19% dei titolari ha indicato le tasse come principale problema, in aumento di un punto rispetto a maggio, tornando al primo posto.
L’ultima volta che le tasse hanno raggiunto il 19% è stato a luglio 2021. Persistono preoccupazioni per la qualità della manodopera e gli elevati costi del lavoro.
La percentuale netta di titolari che prevede migliori condizioni aziendali è scesa al 22% (-3 punti), mentre quella che prevede maggiori volumi di vendita è scesa al 7% (-3 punti). Il 21% prevede investimenti in conto capitale nei prossimi sei mesi, in calo di un punto.
L’indice di incertezza è sceso di cinque punti, attestandosi a 89.
FRANCIA: DEFICIT COMMERCIALE
Il deficit commerciale della Francia si è ampliato leggermente, raggiungendo i 7,8 miliardi di euro a maggio 2025, rispetto ai 7,7 miliardi di aprile (rivisti al ribasso).
Si tratta del disavanzo più ampio da settembre scorso. Le esportazioni sono calate dello 0,3% su base mensile, attestandosi a 48,9 miliardi di euro, con diminuzioni in quasi tutte le regioni, tranne verso l’UE (+4,8%).
Le importazioni sono diminuite dello 0,2%, a 56,7 miliardi di euro. Per regione, sono calate dalle Americhe (-5,4%), Medio Oriente (-2%) e Asia (-0,1%), mentre sono aumentate da Africa (+8,6%) e UE (+1,3%).
RBNZ: TASSI FERMI
La Reserve Bank of New Zealand ha mantenuto invariato il tasso ufficiale (OCR) al 3,25% nella riunione di politica monetaria, in linea con le attese, mantenendo il livello più basso da agosto 2022.
Il Comitato ha citato l’elevata incertezza e i rischi inflazionistici a breve termine come motivi per attendere agosto prima di eventuali interventi.
L’inflazione annua ha raggiunto il 2,5% nel primo trimestre 2025, rimanendo entro l’obiettivo dell’1–3%. Si prevede un avvicinamento al limite superiore nel secondo e terzo trimestre, ma l’allentamento dell’inflazione core dovrebbe riportarla verso il 2%.
L’economia neozelandese ha registrato una contrazione dello 0,7% su base annua nel primo trimestre, migliore delle attese (-0,8%) e in miglioramento rispetto al -1,3% del quarto trimestre 2024.
Nonostante la ripresa, il Comitato ha espresso preoccupazione per il ritmo del recupero, osservando che l’incertezza potrebbe indurre famiglie e imprese a comportamenti più cauti.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Idee operative USDEUX
EUR/USD forma un bull flag malgrado i dati relativi all’NFPL'euro si mantiene stabile vicino ai recenti massimi, formando quello che sembra essere un pattern bull flag appena sopra la media mobile a 50 giorni. Nonostante il rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti pubblicato la scorsa settimana, superiore alle attese, la coppia ha mostrato una sorprendente resilienza.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82.78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Un settore occupazionale che non ha inciso sull'euro
I dati relativi all'occupazione non agricola pubblicati venerdì hanno registrato un trend positivo, con l'economia statunitense che ha creato 147.000 posti di lavoro nel mese di giugno rispetto ai 110.000 previsti. Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1% e i mesi precedenti hanno registrato revisioni positive, dando l'impressione di un mercato del lavoro ancora in buona salute. Wall Street ha festeggiato con nuovi record, i rendimenti obbligazionari sono aumentati e il dollaro ha beneficiato di una breve spinta al rialzo.
Tuttavia, i dettagli rivelano una realtà più sfumata. La crescita dell'occupazione si è concentrata in pochi settori, come quello sanitario e della pubblica amministrazione, mentre i motori tradizionali della crescita, quali l'edilizia e l'industria manifatturiera, sono rimasti deboli. La disoccupazione di lunga durata è effettivamente aumentata e il calo del tasso di disoccupazione è stato determinato dall'uscita delle persone dal mondo del lavoro piuttosto che dalla ricerca di un'occupazione. La Fed si trova ora ad affrontare un contesto più complesso. Gli operatori hanno quasi completamente scontato un taglio dei tassi a luglio e stanno iniziando a mettere in discussione la possibilità che settembre sia ancora un'opzione. Tuttavia, la coppia EUR/USD non ha battuto ciglio, suggerendo che il mercato sta già guardando oltre i dati positivi a breve termine e mantenendo gli occhi puntati sul quadro più ampio.
Il corso si sta calmando, ma il trend rimane solido.
In termini tecnici, l'euro rimane in un forte trend rialzista, cavalcando la sua media mobile semplice a 50 giorni al rialzo per tutto l'anno. Il superamento dei massimi di tre anni alla fine di giugno ha segnato un importante cambiamento di momentum e, sebbene da allora i prezzi abbiano registrato un calo, il ritracciamento è stato ordinato. L'RSI è sceso dai livelli di ipercomprato e i volumi si sono ridotti, il che è piuttosto solito durante i mesi estivi. Anche se nulla faccia pensare che i rialzisti abbiano perso il controllo.
Analizzando il grafico orario, si può notare la struttura che sta prendendo forma. Una piccola sequenza di massimi inferiori sta delineando una linea di resistenza discendente a breve termine, appena sopra il picco della scorsa settimana. Il prezzo ha oscillato all'interno di questo intervallo ristretto, formando i classici segni distintivi di un bull flag. Se l'euro riuscisse a superare questa resistenza dinamica, potrebbe aprire la strada a un altro rialzo.
Il supporto è stabile sui minimi della scorsa settimana relativi ai dati sull'occupazione non agricola, che ora rappresentano un livello di oscillazione chiave nel breve termine. Se il mercato dovesse registrare un ulteriore calo, questo sarebbe il punto in cui gli operatori swing potrebbero iniziare a cercare pattern di inversione rialzista. Al di sotto di tale livello, l'attenzione si concentra sui massimi di giugno, una vecchia zona di resistenza che ora potrebbe fungere da supporto nel contesto del trend rialzista di lungo termine dell'EURUSD.
EUR/USD: Grafico giornaliero a candele
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
EUR/USD: Grafico a candele orarie
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
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Trump scuote i mercati: dazi e reazioni globaliTRUMP ANCORA PROTAGONISTA
I mercati azionari sono scesi in una fase di aumento dell’avversione al rischio, a seguito delle consuete dichiarazioni di Donald Trump. L’ex presidente ha annunciato che gli Stati Uniti imporranno una tariffa del 25% sulle importazioni dal Giappone e dalla Corea del Sud a partire dal mese prossimo.
Questa notizia ha causato un’immediata discesa delle valute di entrambe le nazioni, proprio alla vigilia della scadenza di mercoledì per i negoziati sulle imposte. I listini statunitensi hanno perso oltre l’1%.
Trump ha inoltre dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero presentato nuovi accordi commerciali e inviato notifiche formali ai Paesi privi di intese, confermando che i dazi reciproci entreranno in vigore il 1° agosto.
Ha anche avvertito che qualsiasi Paese che si allineasse alle “politiche antiamericane” del blocco BRICS dovrà affrontare un ulteriore dazio del 10%.
VALUTE
Il dollaro ha registrato un deciso recupero contro le principali valute, in particolare contro lo yen giapponese, tornato a quota 146,20. Il movimento è stato alimentato dalle dichiarazioni di Trump sui dazi al 25% contro il Giappone.
L’EUR/JPY è salito avvicinandosi ai livelli chiave di medio termine, toccando i massimi di aprile 2024 a 174,40. Anche l’EUR/USD è sceso fino a 1,1680, per poi correggere e risalire a 1,1720. Il cambio GBP/USD (Cable) ha perso terreno fino a 1,3590.
Il dollaro è in rimonta anche contro le valute oceaniche, che hanno sofferto maggiormente il ritorno del sentiment di “risk off”. Il clima favorevole al dollaro sembra rafforzarsi e la ripresa non appare conclusa.
RBA: TASSI INVARIATI
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento stabile al 3,85% durante la riunione di luglio, contrariamente alle previsioni di mercato che indicavano un taglio di 25 punti base.
La decisione è stata approvata a maggioranza, con sei membri favorevoli e tre contrari. La banca centrale ha osservato che le prospettive economiche appaiono più equilibrate, pur in presenza di rischi inflazionistici e di un mercato del lavoro resiliente.
Il board rimane cauto, vista l’incertezza sulla domanda aggregata. I responsabili della politica monetaria attendono ulteriori dati per confermare che l’inflazione stia tornando stabilmente verso l’obiettivo del 2,5%.
La RBA ha ribadito che la politica monetaria è ben posizionata per rispondere con decisione a eventuali sviluppi globali che possano influenzare l’attività interna o l’inflazione. Continuerà a monitorare attentamente i dati in arrivo, le condizioni finanziarie globali, la domanda interna e le prospettive del mercato del lavoro.
PETROLIO
I future sul greggio WTI hanno mostrato un aumento della volatilità intorno ai 67 dollari al barile lunedì, nonostante l’annuncio dell’OPEC+ di un incremento della produzione superiore alle attese per agosto.
Otto membri dell’OPEC+ hanno concordato un aumento della produzione di 548.000 barili al giorno per il mese prossimo, con un incremento simile previsto anche per settembre. L’Arabia Saudita ha inoltre aumentato i prezzi per l’Asia, segnale che i mercati restano tesi nonostante l’aumento dell’offerta.
Il gruppo aveva precedentemente aumentato l’offerta a un ritmo più lento (411.000 barili al giorno) da maggio a luglio. L’OPEC+ ha giustificato la decisione con prospettive economiche globali stabili e fondamentali solidi. Un ulteriore aumento sarà valutato nella riunione del 3 agosto.
Nel frattempo, i mercati osservano con attenzione la politica commerciale statunitense, in vista dell’entrata in vigore dei dazi annunciati da Trump il 1° agosto.
EUROPA: VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio nell’area euro sono diminuite dello 0,70% a maggio 2025 rispetto al mese precedente.
In media, le vendite mensili nell’area euro sono state dello 0,10% dal 1995 al 2025, con un picco storico del +19,30% a maggio 2020 e un minimo del -11,30% ad aprile 2020.
GERMANIA: PRODUZIONE INDUSTRIALE
La produzione industriale tedesca è aumentata dell’1,2% su base mensile a maggio 2025, superando le aspettative di una crescita nulla e recuperando dal calo rivisto dell’1,6% di aprile.
La ripresa è stata trainata dai settori automobilistico, farmaceutico e della produzione energetica. Tuttavia, la produzione nel settore edile è calata del 3,9% e quella nelle industrie ad alta intensità energetica dell’1,8%.
In media trimestrale, la produzione da marzo a maggio è cresciuta dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. Su base annua, l’aumento è stato dell’1,0%, invertendo il calo del 2,1% registrato ad aprile, segnalando un modesto miglioramento nel settore manifatturiero tedesco.
Saverio Berlinzani
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Trump....Ancora!Oggi il Presidente Trump ha pubblicato su Truth Social le comunicazioni ufficiali (“tariff letters”) indirizzate a Giappone e Corea del Sud, annunciate per entrare in vigore dal 1° agosto.
Le lettere stabiliscono un dazio del 25 % su tutte le importazioni da entrambi i Paesi, richiamando l’obiettivo di riequilibrare deficit commerciali e pratiche considerate “non reciproche”.
L’amministrazione americana ha inoltre avvertito che qualsiasi risposta tariffaria asiatica verrà “aggiunta” al dazio di base del 25 %.
Queste misure rientrano in un pacchetto più ampio rivolto a 12–15 partner commerciali, con l’intento di incentivare nuove intese e negoziazioni prima del termine del 9 luglio.
L’annuncio ha già suscitato preoccupazioni sui mercati, soprattutto per la sua potenziale distorsione delle catene globali e delle alleanze economiche tradizionali.
Dopo l'annuncio Tesla perde oltre il 7%.
--Chart di capital.com--
#AN016: I mercati si preparano ai dazi, Reazione Forex
Questa settimana i mercati hanno assunto un tono cauto, con gli investitori che stanno digerendo i nuovi sviluppi sul commercio globale e sulle prospettive delle banche centrali. Un mix di minacce tariffarie statunitensi, una maggiore produzione di petrolio OPEC+ e un sentiment degli investitori della zona euro sorprendentemente forte sta plasmando i flussi valutari.
Sono il Trader Forex Andrea Russo e voglio ringraziare anticipatamente il nostro Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per l'aiuto nella realizzazione di questo articolo.
La fiducia degli investitori nella zona euro è salita a luglio raggiungendo il massimo triennale. Questo sentiment positivo riduce il margine di manovra della Banca Centrale Europea per un ulteriore taglio dei tassi, nonostante l'inflazione rimanga sotto controllo.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Trump ha ordinato lettere che minacciavano dazi fino al 70% per le nazioni che non avrebbero concluso accordi commerciali entro il 1° agosto, creando nuova incertezza negli ambienti diplomatici e commerciali.
I mercati asiatici e le valute dei BRICS hanno già mostrato segni di debolezza, mentre i future statunitensi si sono indeboliti a causa della minaccia.
Anche i mercati petroliferi hanno reagito bruscamente all'annuncio dell'OPEC+ di un aumento della produzione superiore alle aspettative, di circa 550.000 barili al giorno a partire da agosto, che ha spinto il Brent sotto i 68 dollari e il greggio statunitense sotto i 66 dollari.
Sul fronte dell'inflazione europea, la BCE sta optando per rinviare ulteriori tagli dei tassi. Il ministro dell'Estone Madis Müller ha confermato che la BCE può permettersi di sospendere l'allentamento della politica monetaria, data l'inflazione stabile e la solida crescita.
reuters.com
Impatto sul Forex – Cosa dovrebbero monitorare i trader
La combinazione di un forte sentiment nell'eurozona e di imminenti tensioni commerciali sta determinando significative dinamiche valutarie questa settimana:
EUR/USD: L'euro ha margini di ulteriore rafforzamento. L'ottimismo del sentiment e una pausa dalla BCE rafforzano la propensione rialzista, ma le incertezze sui dazi potrebbero innescare una domanda di USD come bene rifugio.
Coppie USD/JPY e CHF: Il dollaro potrebbe trovare supporto in un contesto di avversione al rischio globale, spingendo al rialzo JPY e CHF.
Valute legate alle materie prime (CAD, AUD, NOK): Sottoposte a una doppia pressione: una maggiore offerta di petrolio e l'aumento dei rischi commerciali potrebbero gravare sui cambi legati al greggio.
Valute dei mercati emergenti: Le valute dei BRICS potrebbero rimanere sotto pressione a causa delle minacce di dazi aggiuntivi da parte degli Stati Uniti; la rupia indiana e altre valute potrebbero subire un ulteriore deprezzamento.
Trump approva maxi legge fiscale e rilancia i daziUSA, APPROVATA LA LEGGE FISCALE
Con 218 voti a favore e 214 contrari, la legge fiscale, fulcro del programma elettorale di Donald Trump, ha superato lo scoglio della Camera dei Rappresentanti ed è arrivata il 4 luglio sulla scrivania del Presidente, che l’ha ratificata. Si tratta di una delle leggi di spesa più costose della storia americana, definita dallo stesso Trump come la “big beautiful bill”.
Il provvedimento rappresenta un successo politico, soprattutto considerando che alcuni repubblicani, noti come “falchi del fisco”, avevano manifestato l’intenzione di votare contro per timore di un aumento eccessivo del debito. La legge prevede un massiccio taglio delle tasse per la classe media, un rafforzamento della sicurezza delle frontiere, ingenti finanziamenti militari e il ripristino della sanità fiscale.
Alla Camera solo due repubblicani si sono schierati con i democratici, mentre al Senato il budget è stato osteggiato da tre senatori del partito del Presidente. Il cuore della legge è l’estensione del Tax Cuts and Jobs Act del 2017, in scadenza a fine anno. La nuova misura punta a rendere permanenti i tagli fiscali introdotti da Trump nel 2017, aumentando al contempo la spesa per la sicurezza dei confini, la difesa e la produzione energetica, e riducendo invece Medicaid e i sussidi alimentari.
Secondo il Congressional Budget Office, la misura aumenterà il deficit federale di 3,3 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni e lascerà milioni di persone senza assicurazione sanitaria. L’aggravio di bilancio sarà in parte compensato dai tagli ai programmi federali di assistenza alimentare e all’assicurazione sanitaria Medicaid per i cittadini a basso reddito. Alcune stime indicano che circa 17 milioni di beneficiari perderanno la copertura assicurativa.
La spesa aggiuntiva per l’esercito e la sicurezza dei confini sarà finanziata anche attraverso la parziale revoca dei sussidi per le energie rinnovabili e i veicoli elettrici. I Democratici sperano che il malcontento generato dai tagli al welfare possa aiutarli a ribaltare gli equilibri al Congresso nelle elezioni di medio termine del 2026. I Repubblicani contestano le cifre, mentre Trump ha dichiarato che con questo provvedimento l’economia americana “crescerà come un razzo”, sottolineando che il Paese sta già battendo ogni tipo di record economico.
SCADENZA DAZI
Il Presidente Trump ha annunciato che a partire da venerdì 4 luglio invierà lettere ai partner commerciali per informarli dei nuovi dazi da pagare per esportare beni negli Stati Uniti, evitando così il consueto processo di negoziazione dei singoli accordi. La decisione arriva in vista della scadenza del 9 luglio, data in cui terminerà la sospensione di 90 giorni dei dazi generalizzati, iniziata ad aprile.
Nel frattempo, Trump ha concluso accordi con Vietnam e Regno Unito e ha delineato un’intesa quadro con la Cina. L’obiettivo è introdurre un dazio base del 10%, con aliquote più elevate per i Paesi che registrano un disavanzo commerciale con gli Stati Uniti. Il Presidente ha escluso una proroga della scadenza, citando la difficoltà di negoziare con oltre 170 Paesi.
DATI POSITIVI
L’economia statunitense ha creato 147.000 posti di lavoro nel mese di giugno, superando le aspettative di 110.000 e migliorando rispetto ai 144.000 di maggio. Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%. Questi dati hanno contribuito ad allentare i timori di una recessione imminente e a ridurre la pressione sulla Federal Reserve per un taglio dei tassi d’interesse nel breve termine. Le previsioni attuali indicano due possibili tagli a partire da ottobre.
VALUTE
L’euro si è mantenuto stabile appena sotto la soglia di 1,18 dollari, vicino ai massimi dal 2021. L’attenzione è ora rivolta agli sviluppi commerciali e ai segnali provenienti dalla Banca Centrale Europea. L’Unione Europea ha espresso la volontà di raggiungere un accordo, ma si prepara anche all’eventualità di un fallimento delle trattative.
Sul fronte monetario, i mercati prevedono un solo ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE nel corso dell’anno. I funzionari hanno indicato che i tassi probabilmente rimarranno invariati nella riunione di luglio, dopo otto tagli consecutivi iniziati a giugno 2024. Con l’inflazione che ha raggiunto l’obiettivo del 2%, la BCE procede con cautela, in un contesto di incertezza commerciale globale e rafforzamento dell’euro.
Nel frattempo, l’indice del dollaro è sceso sotto quota 97, interrompendo un rally durato due giorni. Le rinnovate preoccupazioni sulla politica commerciale hanno pesato sul sentiment degli investitori. Il dollaro resta tendenzialmente debole, anche se per ora non sembra destinato a rompere i supporti chiave di medio termine.
SVIZZERA, STABILE L’INFLAZIONE
In Svizzera, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 2,7% nel mese di giugno 2025, il livello più basso da novembre 2024. Il numero di disoccupati è diminuito di 1.100 unità, attestandosi a 126.900, il minimo degli ultimi sette mesi.
La disoccupazione giovanile, che riguarda le persone tra i 15 e i 24 anni, è rimasta invariata al 2,5%, con un lieve aumento di 70 unità, per un totale di 10.700 giovani disoccupati. Allo stesso tempo, i posti di lavoro vacanti sono aumentati di 1.600, raggiungendo quota 39.800. Al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione è salito al 2,9%, rispetto al 2,8% di maggio.
GERMANIA, ORDINI ALL’INDUSTRIA
Gli ordini alle fabbriche tedesche sono diminuiti dell’1,4% su base mensile a maggio 2025, deludendo le previsioni di un calo dello 0,1% e invertendo la crescita dell’1,6% registrata ad aprile. Si tratta del primo calo da gennaio, dovuto in gran parte a un crollo del 17,7% negli ordini di computer, prodotti elettronici e ottici, dopo un mese precedente caratterizzato da ordini su larga scala.
La domanda si è indebolita anche per le apparecchiature elettriche e i metalli di base. Gli ordini di beni strumentali e intermedi sono calati rispettivamente del 4,1% e del 3,4%, mentre i beni di consumo hanno registrato un aumento del 3,1%. Gli ordini interni sono crollati del 7,8%, compensati solo in parte da un aumento del 2,9% della domanda estera, trainata da un balzo del 9% degli ordini provenienti da fuori l’eurozona, nonostante un calo del 6,5% da parte dei Paesi dell’eurozona.
SETTIMANA ENTRANTE
La prossima settimana sarà relativamente tranquilla sul fronte dei dati statunitensi, ma resta cruciale per molte questioni ancora aperte, a partire dalla scadenza del 9 luglio, che segna la fine della sospensione dei dazi annunciata ad aprile. Al 4 luglio, solo pochi accordi erano stati finalizzati, in particolare con Regno Unito, Vietnam e un’intesa quadro con la Cina.
L’attenzione si sposterà anche sulla pubblicazione dei verbali del FOMC, poiché gli operatori economici attendono ulteriori indicazioni sulla direzione della politica monetaria della Federal Reserve. Il presidente Powell ha mantenuto un atteggiamento cauto e attendista.
A livello globale, i mercati seguiranno con attenzione i dati sui prezzi al consumo e alla produzione della Cina, il PIL mensile del Regno Unito, la produzione industriale e il commercio della Germania, il rapporto sul mercato del lavoro del Canada e le decisioni di politica monetaria delle banche centrali di Australia, Corea del Sud, Malesia e Nuova Zelanda. Si prevede una settimana densa di eventi e con mercati ancora soggetti a forti oscillazioni.
Saverio Berlinzani
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Settimana decisiva: dazi, petrolio e fuga dal dollaro
Salve sono il trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi della settimana ricca di tensioni e opportunità nei mercati valutari globali. Le nuove minacce tariffarie dagli Stati Uniti, le mosse strategiche dell’OPEC+ e la crescente instabilità sul mercato dei titoli di stato britannici stanno scuotendo l’intero panorama Forex, con implicazioni dirette su USD, AUD, CAD, GBP e JPY. Ringrazio anticipatamente il Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per il supporto nella realizzazione di questo articolo.
La notizia più esplosiva riguarda la possibile imposizione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, con una scadenza fissata al 9 luglio. L’amministrazione americana, secondo fonti Reuters, è pronta ad attivare tariffe fino al 70% su alcune categorie di importazioni strategiche se non verranno siglati nuovi accordi bilaterali entro fine mese. Il mercato ha reagito con cautela, ma i segnali di rischio sistemico iniziano a filtrare: i future USA sono in calo, i capitali si spostano verso i beni rifugio, e il dollaro inizia a perdere terreno in modo strutturale.
Il calo del petrolio ha aggiunto ulteriore pressione. L’OPEC+ ha annunciato l’inizio di un aumento della produzione da agosto, con circa 550 mila barili al giorno in più rispetto alla soglia attuale. Questo ha colpito duramente il Brent e il WTI, che ora stazionano entrambi sotto i 68 dollari. Le valute fortemente correlate alle commodity, come CAD e NOK, stanno subendo una fase di indebolimento, soprattutto in assenza di una reazione monetaria da parte delle rispettive banche centrali.
Nel frattempo, il Regno Unito affronta un momento delicato. I rendimenti dei gilt decennali sono saliti al massimo da aprile, con un sell-off che ha costretto la Bank of England a rivedere il ritmo di dismissione dei propri asset. L’instabilità del debito britannico mette sotto pressione la sterlina, già provata da un’inflazione che fatica a rientrare e da un mercato immobiliare in stagnazione. La coppia GBP/USD resta estremamente volatile, mentre EUR/GBP si muove lateralmente in attesa di una direzionalità più netta.
Ma la protagonista della settimana è l’Australia. L’AUD ha messo a segno l’ottava settimana consecutiva di guadagni, sfruttando sia la debolezza del dollaro che le attese su un futuro taglio dei tassi più graduale da parte della RBA. Il cross AUD/USD ha rotto i massimi di novembre 2024 e punta ora ai livelli di 0.67-0.68. Lo stesso vale per NZD/USD, anch’esso in fase di consolidamento rialzista. Il dollaro americano ha invece registrato il peggior inizio d’anno dal 1973: una combinazione di incertezza politica, instabilità fiscale e calo della fiducia sta erodendo la domanda globale per l’USD, spingendo molti gestori a diversificare in valute emergenti o legate alle materie prime.
Infine, la Federal Reserve prende tempo. Powell ha dichiarato che l’andamento dei tassi sarà strettamente legato all’evoluzione delle tensioni commerciali. La Fed, quindi, appare più attendista rispetto a quanto previsto, rinviando un eventuale taglio al terzo trimestre. Questo lascia il dollaro esposto a pressioni ribassiste, in particolare se nel frattempo l’inflazione dovesse rallentare ulteriormente.
In sintesi, questa settimana offre scenari estremamente interessanti per i trader Forex. I flussi istituzionali sembrano privilegiare valute alternative al dollaro, mentre il sentiment resta fragile su GBP e CAD. AUD, NZD e JPY emergono come potenziali vincitori, almeno fino a nuovi sviluppi macro o rotture tecniche rilevanti.
La parola d’ordine è: selezione. Con la volatilità in aumento e il contesto geopolitico in rapida evoluzione, solo chi saprà leggere in anticipo i movimenti delle banche centrali e delle istituzioni potrà sfruttare appieno le occasioni offerte dai mercati.
EURUSD- Direttamente a 1,19?Le proiezioni di Hosoda vedono Fiber ,sempre, verso 1,19.Ci arriva da subito -superando, prima, la Fibo 61,8% (1,1770) o storna nelle prossime sessioni e poi risale?
Se volesse stornare dal massimo Daily attuale ( utilizzando conteggi inversi di Hosoda), dovrebbe arrivare a 1,16 circa e da li ripartire per 1,19 -superando sempre la Fibo 61,8%-.
Interessante notare H1 dove le proiezioni di Hosoda indicano -se Fiber volessi continuare, da subito, a salire, il target N a 1,1760 e la Fibo 61,8% a 1,1770, valori corrispondenti alla Fibo 61,8% di cui sopra.
EUR/USD, BCE e BNSLa Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente mostrato maggiore attenzione alla forza dell'euro, in particolare se l’EUR/USD dovesse scendere rapidamente sotto 1,20.
Sebbene la BCE non persegua un obiettivo di cambio, teme che un euro troppo forte possa comprimere l'inflazione al di sotto del target e giustificare ulteriori tagli dei tassi.
Tuttavia, è improbabile un intervento diretto per limitare l'apprezzamento.
La coppia EUR/USD dovrebbe mantenersi tra 1,1810 e 1,1720, anche se il dollaro USA resta vulnerabile a eventuali sviluppi tariffari.
Il franco svizzero continua a rafforzarsi, con la BNS riluttante a ridurre i tassi o intervenire massicciamente sui cambi, vista la pressione disinflazionistica interna e i negoziati commerciali in corso.
Un calo dell’EUR/CHF verso l’area 0,9200/0,9250 potrebbe spingere la BNS ad agire.
--Chart di Capital.Com--
RIASSUNTO DELLA SETTIMANA: 30-4 luglioRiassunto della settimana 30-4 luglio:
- Il PIL UK cresce all'1,3% su base annuale
- Il PMI manifatturiero non registra nessuna crescita nel mese di giugno
- L'inflazione europea cresce al 2%
- I prezzi ISM rimangono sui massimi del 2023
- Il tasso di disoccupazione europeo sale al 6,3%
- L'indice dei servizi sale a 50.5 dal 49.7 precedente
- L'indice Non Farm Payroll aumenta di 147.000 unità nel mese di giugno
- Il deficit commerciale USA sale a 71,5 miliardi
- I prezzi alla produzione europei calano del -0.6% nel mese di maggio
Andamento delle valute:
- CAD è stata la top perfomer della settimana
- USD è stata la valuta più debole della settimana
Approfondimento:
Otto nazioni produttrici di petrolio dell'alleanza OPEC+ hanno concordato sabato di aumentare la loro produzione collettiva di greggio di 548.000 barili al giorno, mentre continuano a ridurre una serie di tagli volontari all'offerta.
Inizialmente avevano deciso di aumentare la loro produzione di 137.000 barili al giorno ogni mese fino a settembre 2026, ma hanno mantenuto questo ritmo solo ad aprile.
--Chart di Capital.Com--
#AN015: Telefonata TRUMP-PUTIN e 4 luglio, mercati chiusi
In un’inaspettata telefonata avvenuta a margine della Festa dell’Indipendenza americana, Vladimir Putin e Donald Trump – in piena campagna per la sua potenziale rielezione – hanno avuto una conversazione riservata che ha rapidamente catturato l’attenzione dei mercati globali, pur in un giorno di chiusura per Wall Street.
Salve, sono il Trader Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime notizie di queste ore. Ringrazio anticipatamente il nostro Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per il supporto nella realizzazioene di questo articolo.
📉 Wall Street chiusa, ma il Forex è sempre aperto
Mentre le borse USA restano ferme per la festività del 4 luglio, il mercato valutario – per sua natura decentralizzato e globale – non si ferma mai del tutto. Ed è proprio in questi momenti di bassa liquidità che le mosse geopolitiche possono avere un impatto amplificato.
☎️ Cosa si sono detti Putin e Trump?
Le fonti ufficiali parlano di una “discussione cordiale” sui temi della sicurezza globale, l’Ucraina, e il futuro dei rapporti energetici tra USA e Russia. Tuttavia, secondo indiscrezioni trapelate da Mosca, Putin avrebbe espresso apertura a un nuovo negoziato energetico in caso di un ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Tradotto in linguaggio Forex? Questo potrebbe significare:
Rischio geopolitico inferiore su USD nel lungo termine (Trump è visto come più favorevole al dialogo con Mosca)
Pressione sull’Euro se i negoziati con la Russia venissero dirottati su un asse Washington–Mosca
Forza momentanea del RUB in caso di spiragli di allentamento delle sanzioni energetiche
📊 Impatto sui cross valutari chiave
Confrontando i movimenti post-notizia su alcuni cross:
USD/RUB: resta piatto per ora, ma pronto a scattare nel weekend se arrivano conferme
EUR/USD: debolezza latente, anche a causa del calo dell’ISM e della resilienza dell’inflazione europea
USD/JPY: stabile, ma con sentiment pro-dollaro sullo sfondo (Trump è percepito come economicamente espansivo)
⏱️ Cosa aspettarsi nelle prossime 24 ore?
Con la liquidità in ripresa già da stanotte (Tokyo), i mercati potrebbero iniziare a prezzare la narrativa geopolitica del ritorno di Trump. Questo scenario favorisce:
USD leggermente più forte nel breve
Attenzione a breakout falsi su bassa volatilità (tipici del 4 luglio)
Wall Street spinta dai dati sul lavoro USAI DATI USA ALIMENTANO IL BULL TREND
Chi pensava che i dati sul mercato del lavoro avrebbero costretto la Fed a un taglio anticipato dei tassi a luglio è rimasto profondamente deluso. La resilienza dei numeri relativi ai JOLTS prima e ai Non-Farm Payrolls poi non sembra consentire un taglio del costo del denaro nel breve termine, posticipando l’evento a settembre.
Giovedì Wall Street ha chiuso in rialzo, grazie a nuove evidenze di un mercato del lavoro solido che hanno rafforzato la visione di un’economia in tenuta. I tre principali indici hanno registrato un rialzo compreso tra lo 0,7% e l’1%, con S&P 500 e Nasdaq che hanno toccato nuovi record.
Le buste paga non agricole sono aumentate di 147.000 unità a giugno, superando le aspettative di 110.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente al 4,1%.
I dati hanno smentito i timori secondo cui dazi e incertezza economica avrebbero ostacolato l’occupazione, sottolineando la forza dell’economia statunitense.
Nel frattempo, i rappresentanti della Camera sembrano pronti ad approvare la legge fiscale e di spesa di Trump, considerata espansiva per la politica fiscale USA.
Alcuni rapporti segnalano uno stallo nei negoziati commerciali prima della scadenza della prossima settimana, a seguito della conferma dei dazi del 20% sul Vietnam.
VALUTE
Chi sostiene che l’economia USA sia destinata alla recessione continua a essere sorpreso dalla resilienza dei dati macroeconomici.
È stato così per i NFP, per il tasso di disoccupazione (sceso dal 4,3% al 4,1%), per l’ISM dei servizi e composito, e per i JOLTS openings.
Sul fronte valutario, l’euro resta stabile contro il dollaro, oscillando nel range 1,1730–1,1830. Dopo la pubblicazione dei NFP, si è registrato un tentativo di rafforzamento del dollaro che sembrava potesse spingere l’euro sotto 1,1700.
Tuttavia, il dollaro ha poi perso terreno, complice l’appetito per il rischio. Ogni notizia, positiva o negativa, sembra alimentare una debolezza strutturale del dollaro, consolidata dal fatto che i grandi operatori sono posizionati short (come dimostrano i future sul CME).
È probabile che questa tendenza prosegua fino al raggiungimento dei target di medio termine in area 1,2350, o in caso di rottura dei supporti a 1,1050–1,1060.
Sugli altri cambi principali, poco da segnalare: il mercato resta in trading range, con un dollaro tendenzialmente debole e vicino ai supporti chiave.
NON-FARM PAYROLLS
Gli occupati non agricoli negli Stati Uniti sono aumentati di 147.000 unità a giugno 2025, dopo una revisione al rialzo del dato di maggio a 144.000 unità, superando le previsioni di 110.000.
Il dato è in linea con la media mensile degli ultimi 12 mesi (146.000 unità).
L’occupazione pubblica è cresciuta di 73.000 unità, in particolare nel settore statale e dell’istruzione. Incrementi si sono registrati anche nell’assistenza sociale.
Il rapporto di giugno conferma un mercato del lavoro resiliente. Tuttavia, alcuni analisti avvertono che l’incertezza legata a dazi, commercio e politiche migratorie potrebbe presto indurre le aziende a rallentare le assunzioni.
INDICE ISM PMI USA
L’indice ISM dei servizi è salito a 50,8 a giugno 2025, rispetto a 49,9 di maggio, superando leggermente le previsioni (50,5).
Il dato segnala una ripresa dell’attività economica nel settore dei servizi, dopo un mese di contrazione. Tutte le componenti dell’indice sono cresciute: produzione, nuovi ordini e scorte.
La pressione sui prezzi si è leggermente attenuata, anche se sono stati segnalati aumenti che incidono sui costi operativi.
Le tensioni in Medio Oriente sono emerse come nuovo tema di discussione, ma non si segnalano interruzioni nella catena di approvvigionamento. La preoccupazione principale resta l’impatto dei dazi.
USA, DEFICIT COMMERCIALE
Il disavanzo commerciale degli Stati Uniti è salito a 71,5 miliardi di dollari a maggio 2025, rispetto ai 60,3 miliardi di aprile (dato rivisto).
Le esportazioni sono diminuite del 4%, passando da un massimo storico di 290,5 a 279 miliardi di dollari. Le importazioni sono calate dello 0,1%, toccando il minimo degli ultimi sette mesi (350,5 miliardi).
Il deficit maggiore si registra con l’UE (-22,5 miliardi), in aumento rispetto ai -17,9 miliardi di aprile. Crescono anche i disavanzi con Messico (17,1 miliardi), Canada (2,8 miliardi) e Vietnam (14,9 miliardi). In controtendenza, il deficit con la Cina si è ridotto a 14 miliardi dai 19,7 precedenti.
PETROLIO IN CALO
Venerdì i future sul greggio WTI sono scesi a circa 66,8 dollari al barile, in attesa della riunione OPEC+ prevista per questa settimana.
Si prevede un aumento della produzione di 411.000 barili al giorno ad agosto, alimentando timori di eccesso di offerta.
L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Vietnam ha fornito un certo supporto ai prezzi, ma l’incertezza resta elevata, poiché UE e Giappone non hanno ancora concluso i rispettivi accordi prima della scadenza del 9 luglio per la sospensione dei dazi.
Il presidente Trump ha annunciato che le lettere con le nuove aliquote tariffarie inizieranno a essere inviate venerdì.
Intanto, gli USA hanno adottato nuove misure per limitare il commercio di petrolio iraniano, aumentando la pressione su Teheran.
Per la settimana, il WTI è in rialzo di quasi il 2%, rimbalzando dai minimi degli ultimi due anni.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
PMI SERVIZI EURO E NFPPMI SERVIZI EURO:
Dallo scorso aprile, il settore terziario è stato grossomodo stagnante.
Uno sguardo alla tendenza di lungo periodo rivela che è dall’estate 2021 che il tasso di crescita risulta inferiore alla media complessiva delle indagini PMI.
Ciò indica una crescita piuttosto debole, e con la più lunga durata nel corso di 27 anni di dati PMI.
Le due ultime recessioni del settore dei servizi, dovute alla crisi del mercato finanziario nel 2008/2009 e alla crisi dell’euro nel 2012, si sono avute dopo un rallentamento piuttosto rapido della crescita ed è difficile che queste dinamiche si ripetano.
Il motivo potrebbe essere legato ad un aspetto strutturale della carenza di manodopera, resasi evidente dai tempi del Covid.
Questo significa che, diversamente dal passato, le aziende evitano di licenziare anche durante trimestri scarsi.
Per questo, è dal 2021 che il consumo delle famiglie, motore principale della crescita dei servizi, non crolla drasticamente.
Anzi, a giugno le aziende hanno addirittura fatto più assunzioni di maggio, con una recessione che nel prossimo futuro potrebbe addirittura essere evitata.
La questione è quanto sia lontanamente possibile una forte ripresa, dopo gli ultimi anni di debolezza del terziario.
Per l’intera eurozona sarà probabilmente difficile, ma per la sua più grande economia, la Germania, è sicuramente probabile, visto lo straordinario pacchetto di stimoli che il nuovo governo sta mettendo in atto.
In ogni caso, le aspettative dell’eurozona per i prossimi 12 mesi sono migliorate, anche se i valori restano inferiori alla media di lungo termine.
La Banca Centrale Europea non accoglierà positivamente il più aggressivo aumento dei prezzi di vendita del settore terziario di giugno e il nuovo forte incremento dei costi.
Non Farm Payroll
Le buste paga non agricole sono aumentate di 147.000 unità a giugno.
Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1%, mentre gli economisti avevano previsto un aumento al 4,3%.
Il forte rapporto sull'occupazione ha anche stimolato un'impennata dei rendimenti del Tesoro e ha ridotto le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
I trader di futures sui Fed funds stanno attualmente valutando una probabilità di circa il 95% che la banca centrale mantenga i tassi stabili alla riunione di fine mese.
--Chart di Capital.Com--
#AN014: Sfiducia Ursula von der Leyen, Crisi nel mercato?
Salve, sono Andrea Russo, trader Forex e oggi voglio concentrarmi su una notizia esplosiva che ha colpito Bruxelles nelle ultime 24 ore: la mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Ringrazio anticipatamente il Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per il supporto nella realizzazione di questa analisi.
Il fatto: mozione di sfiducia al Parlamento Europeo
Nella giornata del 1° luglio, diversi eurodeputati provenienti da gruppi sia di destra conservatrice che di estrema sinistra hanno formalmente presentato una mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen, accusandola di: Accordi non trasparenti con Emmanuel Macron, Gestione opaca del nuovo “Patto per l’Europa”, Condizionamento delle nomine chiave all’interno della Commissione e del Consiglio e soprattutto la violazione del principio democratico di equilibrio tra i poteri.
Sebbene la mozione sembri non avere i numeri per passare, rappresenta un attacco diretto alla legittimità politica della presidente uscente, proprio nel momento in cui sta cercando di ottenere un secondo mandato.
Il sospetto è che questa mossa non sia tanto per far cadere von der Leyen, quanto per: Indebolirne la posizione negoziale, Costringerla a fare concessioni politiche e riaprire la partita sulle nomine strategiche UE 2024–2029.
Questa crisi interna arriva nel peggior momento possibile. Una crisi di legittimità interna in questo contesto può minare la stabilità istituzionale e rallentare tutte le riforme economiche attese dai mercati.
Impatto sul Forex
1. EUR sotto pressione
Il rischio politico europeo è tornato al centro dell’attenzione. Anche se non c’è stato uno shock immediato sull’euro, le sale trading istituzionali stanno già pricingando una maggiore instabilità interna. Questo si traduce in:
Pressione al ribasso su EUR/USD, soprattutto se la mozione riceverà più voti del previsto (anche se non passa).
EUR/CHF a rischio ritracciamento, dato che il franco svizzero viene visto come valuta rifugio in caso di crisi istituzionali EU.
EUR/GBP con potenziale perdita di forza, specie se Londra approfitterà della crisi per rilanciare accordi bilaterali.
2. Spinta per valute rifugio
JPY, USD e CHF hanno mostrato movimenti anomali nelle ultime ore: l’incertezza politica spinge i trader a cercare porti sicuri. Anche la curva dei futures su EUR/USD mostra un leggero riprezzamento verso il basso.
3. Prossimi eventi da monitorare
La vera minaccia sarà se il numero di voti favorevoli alla sfiducia supererà il 30–35% del Parlamento → in quel caso, anche se la mozione non passa, von der Leyen ne uscirà delegittimata.
L’euro, in tal caso, potrebbe subire una correzione tecnica estesa fino a 1.0650, specie se accompagnata da dati macro deboli.
Seguitemi, se vi va, per altri aggiornamenti.
#AN013: USD e AUD sotto pressione, l’Euro avanza
1. India: nuova strategia sulla volatilità del forex
La Banca Centrale Indiana (RBI) sta permettendo una maggiore volatilità sul cambio USD/INR, spingendo molte aziende a proteggersi tramite contratti forward. È il livello di copertura più alto dal 2020.
Ringraziamo in anticipo il nostro Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE che ci ha supportato nella stesura di questo articolo.
Impatto Forex:
Potenziale indebolimento della rupia a breve termine, ma aumento della stabilità nel medio-lungo.
Volatilità su USD/INR, EUR/INR, JPY/INR ? opportunità per carry trade e short di breve se il dollaro si rafforza.
2. Australia colpita da tempeste estreme
Tempeste violente hanno investito il Nuovo Galles del Sud, il Queensland e Victoria: venti a 100 km/h, piogge torrenziali e blackout su oltre 30.000 abitazioni.
Pressione sulla fiducia economica australiana ? AUD debole.
Opportunità su AUD/USD, AUD/JPY e AUD/NZD in ottica short.
Monitorare gli sviluppi agricoli e assicurativi ? rischio di ribassi estesi.
3. Iran: danni gravi al sito nucleare di Fordow
Attacco statunitense ha colpito il sito nucleare iraniano. In risposta, l’Iran ha minacciato di minare lo Stretto di Hormuz, punto critico per il trasporto petrolifero globale.
Rialzo atteso sulla volatilità geopolitica.
Aumento di flussi su valute rifugio: JPY, CHF e USD.
Impatto anche su CAD e AUD per via del petrolio ? rischio rialzi di breve ma correzioni se lo stallo persiste.
4. Pacchetto fiscale USA da 3,3 trilioni in discussione
Il Senato sta valutando un maxi piano di stimolo. Ciò alimenta il timore di nuovo debito ? dollaro in calo ai minimi da 4 anni contro l’euro.
EUR/USD long rafforzato (break oltre 1.17 già in atto).
GBP/USD e NZD/USD potenzialmente in spinta.
Rischio taglio tassi FED ? aumento volatilità sul dollaro e sulle obbligazioni.
Conclusione Strategica
Operazioni consigliate: long su EUR/USD, short su AUD/USD, long su USD/INR (solo con conferma).
Attenzione alle prossime 48h: possibile spike su CHF, JPY e CAD.
Timing istituzionale: probabile entrata fondi su EUR e USD in caso di breakout confermati; restare pronti ma evitare front-running.
Resta aggiornato per altre notizie.
EURODOLLARO: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
Wall Street mista, inflazione Eurozona al 2%MERCATI USA
Ieri, gli indici americani hanno chiuso in modo contrastante: il Dow Jones ha guadagnato lo 0,9%, mentre il Nasdaq e l’S&P 500 hanno perso rispettivamente lo 0,82% e lo 0,12%. L’attenzione degli investitori si è concentrata sui negoziati commerciali in corso e sulle discussioni relative all'approvazione della legge di bilancio.
Nel corso della giornata è intervenuto anche Jerome Powell, che ha confermato di attendersi un impatto dei dazi nei prossimi mesi. Tuttavia, ha sottolineato che la maggioranza dei funzionari della Fed ritiene opportuno un taglio dei tassi d’interesse entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, le offerte di lavoro (JOLTS Openings) sono aumentate inaspettatamente a 7,77 milioni, il livello più alto da novembre, segnalando la persistente forza del mercato del lavoro. L’ISM Manufacturing PMI ha indicato una contrazione dell’attività manifatturiera per il quarto mese consecutivo.
Tra i settori, i servizi di pubblica utilità hanno registrato la performance peggiore, mentre il comparto dei materiali ha sovraperformato. Sul fronte societario, le azioni di Tesla hanno perso oltre il 3% a causa delle crescenti tensioni tra il presidente Trump ed Elon Musk.
VALUTE
Mercoledì, l’indice del dollaro statunitense si è attestato intorno a 96,4, toccando il livello più basso degli ultimi tre anni e mezzo. La debolezza del biglietto verde è attribuibile alle aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed, che ridurrebbe il differenziale con le altre valute, ma anche alle preoccupazioni legate alle politiche fiscali del presidente Trump, che rendono incerte le coperture finanziarie dell’aumento di spesa.
Jerome Powell ha ribadito che la banca centrale rimane paziente riguardo a ulteriori tagli, pur non escludendo una riduzione già nella riunione di questo mese. Ha inoltre osservato che la Fed avrebbe già agito se non fosse stato per l’impatto inflazionistico dei dazi imposti da Trump.
Nel frattempo, il Senato ha approvato a stretta maggioranza il disegno di legge di Trump su tasse e spesa pubblica, che dovrebbe aggiungere 3,3 trilioni di dollari al debito nazionale. La misura è ora attesa alla Camera per l’approvazione finale.
Gli investitori sono in attesa del rapporto ADP sulle buste paga private, previsto per mercoledì, e del rapporto sull’occupazione di giugno, atteso per giovedì, per ottenere ulteriori indicazioni sulla solidità del mercato del lavoro e sulla direzione della politica monetaria.
Sul mercato valutario, l’euro/dollaro si avvicina a quota 1,1830, mentre la sterlina si mantiene sopra 1,3720, puntando anche a 1,3800. Il dollaro/yen scende meno, in assenza di aspettative di rialzo dei tassi da parte della BoJ.
Il franco svizzero resta molto forte, con tutti i suoi cross sotto pressione. Il cambio dollaro/franco, dopo un tentativo di discesa fino a 0,7873, è risalito sopra quota 0,7900, dove sembra stabilizzarsi. Le valute oceaniche restano più deboli rispetto a euro e sterlina e non riescono a superare le resistenze chiave.
EUROZONA: INFLAZIONE IN RIPRESA
L’inflazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona è leggermente aumentata al 2,0% su base annua a giugno 2025, in rialzo rispetto all’1,9% di maggio e in linea con le aspettative del mercato. Il dato è coerente con l’obiettivo ufficiale della Banca Centrale Europea.
Tra le principali economie, l’inflazione in Germania è calata inaspettatamente, mentre Francia e Spagna hanno registrato modesti aumenti. In Italia, il tasso è rimasto stabile. L’inflazione dei servizi è salita al 3,3%, in aumento rispetto al minimo triennale del 3,2% registrato a maggio. Il calo dei prezzi dell’energia si è attenuato al 2,7% dal precedente 3,6%. L’inflazione core è rimasta invariata al 2,3%, segnando il livello più basso da gennaio 2022.
USA: ISM IN CONTRAZIONE
L’ISM Manufacturing PMI è salito a 49 a giugno 2025, rispetto a 48,5 di maggio e alle previsioni di 48,8. Nonostante il miglioramento, il dato segnala una contrazione dell’attività economica nel settore manifatturiero per il quarto mese consecutivo.
Il ritmo della contrazione è rallentato grazie a una ripresa della produzione e a un miglioramento delle scorte. Tuttavia, i nuovi ordini e l’occupazione hanno continuato a calare a un ritmo più sostenuto. Le pressioni inflazionistiche sono leggermente aumentate, con una crescita dei prezzi indotta dai dazi.
JOLTS OPENINGS
Il numero di posti di lavoro vacanti negli Stati Uniti è aumentato di 374.000 unità, raggiungendo quota 7,769 milioni a maggio 2025. Si tratta del livello più alto da novembre 2024 e di un dato nettamente superiore alle aspettative di mercato, fissate a 7,3 milioni.
I maggiori incrementi si sono registrati nel settore della ristorazione, con 314.000 posti vacanti aggiunti, seguiti da finanza e assicurazioni, con un aumento di 91.000. Al contrario, le posizioni vacanti nel settore pubblico federale sono diminuite di 39.000 unità.
GIAPPONE: SCENDE IL NIKKEI
Il Nikkei ha chiuso in calo per la seconda seduta consecutiva, dopo che il presidente Trump ha minacciato di imporre un dazio del 35% sulle importazioni dal Giappone. La mossa mira a fare pressione su Tokyo affinché conceda maggiori aperture nei negoziati commerciali.
Trump ha definito i colloqui con il Giappone “molto difficili”, criticando la riluttanza del Paese ad accettare auto e riso prodotti negli Stati Uniti. Il Nikkei ha perso l’1%, mentre il Topix ha chiuso in calo dello 0,5%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Euro Dollaro, continua la rialzista istituzionale Quest'anno c'è una costante sul mercato dei cambi fluttuanti (Forex): il dollaro USA è di gran lunga la valuta più debole. È lo stesso scenario dei primi mesi del primo mandato di Donald Trump nel 2017. L'obiettivo dichiarato del Presidente degli Stati Uniti è quello di offrire agli esportatori statunitensi un tasso di cambio competitivo.
Il tasso di cambio dell'euro è sostenuto anche da una combinazione di fattori fondamentali, in particolare il relativo recupero degli asset europei rispetto alle azioni statunitensi. È la combinazione di questi fattori fondamentali che sta consentendo un trend rialzista ben costruito del cambio EUR/USD su FX quest'anno 2025. Nella serata di lunedì 30 giugno è stata registrata una nuova chiusura tecnica mensile e, con la violazione delle resistenze tecniche, sembra che il cambio euro/dollaro sia in procinto di raggiungere 1,20 dollari quest'estate.
1) Una nuova chiusura tecnica mensile (chiusura tecnica di giugno) continua a sostenere il trend rialzista annuale dell'euro dollaro
La chiusura tecnica di giugno è quindi in atto per l'euro dollaro dall'inizio della settimana, fornendo un'ulteriore conferma del trend rialzista sui grafici. Il cambio euro-dollaro ha confermato di aver sfondato la linea di resistenza discendente in vigore dalla crisi finanziaria del 2008. Il prezzo sta convergendo con il suo momentum (rappresentato qui dagli indicatori tecnici RSI e LMACD) e il prossimo obiettivo tecnico naturale è a 1,20 dollari. Si tratta di un obiettivo tecnico per l'estate, tenendo presente che nel breve termine rimane possibile un ritorno verso il supporto a 1,15 e 1,17 dollari.
Il grafico sottostante mostra le candele giapponesi mensili per il cambio EUR/USD con gli indicatori tecnici Ichimoku, RSI e LMACD
2) Gli operatori istituzionali sono ancora rialzisti sul cambio euro-dollaro secondo il rapporto COT della CFTC
L'aspetto più interessante dell'approccio analitico complessivo è la convergenza tra i segnali dell'analisi tecnica e quelli del posizionamento istituzionale sul cambio EUR/USD.
Secondo il rapporto COT (Commitment Of Traders) della CFTC, i trader istituzionali (hedge fund e gestori patrimoniali) sono diventati acquirenti netti di euro dollaro all'inizio del 2025 e gli aggiornamenti settimanali di questi dati di posizionamento mostrano che la loro esposizione all'acquisto aumenta con l'aumento del prezzo del cambio EUR/USD.
Questa convergenza rialzista tra i grafici e il posizionamento degli investitori istituzionali conferisce credibilità a uno scenario in cui l'euro/dollaro raggiunge la resistenza a 1,20 dollari quest'estate. Questa visione di mercato verrebbe invalidata se venisse rotto il supporto a 1,14 dollari.
I due grafici sottostanti mostrano le posizioni degli operatori istituzionali sui futures sull'euro dollaro. La maggior parte degli operatori istituzionali era rialzista all'inizio dell'anno e, mese dopo mese, sta aumentando la propria esposizione all'acquisto.
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EURUSD - Analisi flash sul crossIl cross valutario EURUSD continua a registrare nuovi massimi, raggiungendo quota 1.1830 nella giornata odierna.
L'inizio della settimana ha visto un aumento del valore del dollaro statunitense (USD) dovuto all'escalation del conflitto in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno colpito i siti di uranio iraniani e Teheran ha risposto lanciando missili contro basi statunitensi in Qatar. Lunedì sera, il presidente Trump ha annunciato un cessate il fuoco tra Iran e Israele dopo due settimane di attacchi. I mercati finanziari hanno mostrato un rinnovato ottimismo, nonostante le iniziali incertezze sulla tregua. Con la diminuzione delle tensioni, il rischio percepito è diminuito, i prezzi del petrolio sono crollati, i mercati azionari globali si sono ripresi e il valore del dollaro è sceso.
Il dollaro ha continuato a mostrare debolezza in seguito alla testimonianza del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, davanti al Congresso. Powell ha moderato le aspettative di una riduzione dei tassi di interesse nel mese di luglio, citando l'incertezza relativa ai dazi e all'inflazione. Ha confermato che l'economia è solida e non vi è alcun rischio di recessione. Inoltre, ha precisato che le richieste di abbassamento dei tassi da parte del presidente Trump non avranno alcuna influenza sulla politica della Federal Reserve.
I dati economici degli Stati Uniti della settimana scorsa hanno evidenziato un calo del Prodotto Interno Lordo del primo trimestre pari al -0,5% e un deficit commerciale di 96,6 miliardi di dollari nel mese di maggio. L'indice PMI composito di giugno è diminuito a 52,8 rispetto a 53 del mese di maggio.
In Europa, i PMI dell'Eurozona di giugno, pubblicati dalla Banca Commerciale di Amburgo, indicano una produzione manifatturiera stabile a 49,4 e un PMI dei servizi cresciuto a 50,0 rispetto a 49,7. L'indice PMI composito rimane invariato a 50,2.
In questa settimana i dati dell’Europa hanno mostrato una variazione in diminuzione delle vendite al dettaglio in Germania, con il dato che si è stampato al -1.6%, al di sotto delle aspettative dello 0.5% e inferiore al dato precedente rivisto al rialzo al -0.6%.
Al ribasso è stato anche il dato relativo al CPI tedesco che non ha subito alcuna variazione su base mensile e si è portato al 2% su base annuale, contro le aspettative rispettivamente del +0.2% e +2.2%.
Nella giornata odierna è stata data lettura del PMI in Europa, che ha visto il dato in Francia il lieve rialzo, in Germania invariato e in Italia al ribasso. Si rimane, comunque, sempre al di sotto della linea d’espansione dei 50 punti.
Sempre sul fronte Europa è stata data lettura del dato preliminare del CPI che ha visto il dato YoY invariato al 2% e quello mensile al + 0.3%.
Migliori sono stati i dati sul fronte opposto dell’oceano, con il PMI manifatturielo S&P che si è stampato al 52.9 su stime che lo davano al 52 e il dato ISM che si è stampato al 49, con stime del 48.8.
Anche i dati sul lavoro rimangono resilienti (dando ragione a Powell) con il dato Jolts che ha registrato ulteriori 7.769 milioni di contratti, rispetto alle stime di 7.320.
La BCE e la FED continuano a divergere nelle loro politiche. La FED, infatti, ha mantenuto i tassi al 4,25%-4,50% a giugno, ma ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e disoccupazione a causa dei dazi. Il dot plot suggerisce ancora un allentamento di 50 punti base quest'anno. Il presidente Powell ha avvertito che l'aumento dei dazi potrebbe riaccendere l'inflazione.
Al contrario, la BCE ha ridotto il tasso sui depositi al 2,00% questo mese. La Presidente Lagarde ha indicato che ulteriori allentamenti dipenderanno dal peggioramento della domanda esterna, evidenziando la differenza politica con Washington.
I dati CFTC relativi al COT, alla settimana del 24 giugno mostrano che le posizioni lunghe nette sulla valuta europea hanno superato i 111.100 contratti, il livello più alto da gennaio 2024. Gli operatori non commerciali hanno aumentato le posizioni lunghe nette a 111.135 contratti, il massimo da dicembre 2023. L'open interest è salito al massimo delle ultime due settimane, con circa 6.746 contratti, mostrando una netta forza al rialzo dell’euro.
A livello tecnico .
Daily chart
Il prezzo è fortemente al rialzo con le medie mobili dirette tutte in posizione ascendente lontane dalla linea di prezzo.
Per quanto riguarda l’indicatore Ichimoku, il prezzo si tiene a distanza anche dalla Tenkan Sen, con la Chikou Span che ha superato in maniera netta la linea del prezzo e non ha alcun ostacolo al rialzo. La Kumo è scollata dal prezzo e in posizione rialzista.
Unico segnale di possibile rallentamento è dato dall’RSI in posizione di ipercomprato a livello 74,47 lontano dalla media mobile. Quindi attualmente sarebbe altamente esposta a rischio un’entrata al rialzo sebbene il trend abbia tale tendenza.
#AN012: Notizie inizio Luglio e impatto Forex
1. Debito USA e svalutazione del dollaro
Il Senato statunitense sta discutendo un ambizioso pacchetto fiscale da 3,3 trilioni, alimentando preoccupazioni sull’aumento del debito. Il dollaro ha perso terreno rispetto all’euro, toccando il livello più basso da quasi quattro anni .
Impatto Forex: Debolezza del dollaro favorisce cross come EUR/USD e GBP/USD. Possibili speculazioni su tassi, con prospettive di tagli Fed.
2. Summit NATO e aumento della spesa difensiva
Al summit della NATO all’Aia, l'impegno è salire al 5 % del PIL entro il 2035 . Questo rinforza i titoli di stato europei e il dollaro, in ottica di safe-haven e nuovi flussi su USD .
Impatto Forex: Supporto a USD, aumento volatilità sui cross legati a euro e sterlina, potenziale trade su EUR/USD e GBP/USD.
3. Apprezzamento del dollaro taiwanese
Il Taiwan dollar è balzato del 2,5 % mentre le compagnie assicurative locali si proteggono dal calo del dollaro .
Impatto Forex: Rallenta la svalutazione del dollaro; pressione sui cross asiatici come USD/SGD e USD/KRW.
4. Debolezza del dollaro globale
Rimbalzo dell’euro sopra 1,17 e USD/CHF sotto 0,80 dopo dati macro deboli e speculazioni su tagli Fed .
Impatto Forex: Apertura a strategie long su EUR/USD, short su USD/CHF, con potenziali carry trade.
5. Ceasefire tra Israele e Iran & rischio geopolitico
Stop ai combattimenti tra Israele e Iran, ma la tensione resta. I mercati stanno monitorando i riflessi sul petrolio e asset sicuri .
Impatto Forex: Possibile aumento della volatilità geo-politica, con riparo su USD, JPY, CHF; volatilità su petrolio influenza cross che contengono commodity (AUD/USD, CAD/USD).
Salve, sono Andrea Russo, trader forex, e oggi voglio parlarvi dell’impatto delle più recenti novità globali sui mercati valutari.
🏛️ Debito USA e tensioni fiscali
Il pacchetto fiscale da 3,3 trilioni in discussione negli Stati Uniti ha indebolito il dollaro. Questa debolezza alimenta opportunità su EUR/USD e GBP/USD, con potenziale rialzo su posizioni long, ma attenzione a futuri interventi Fed.
⚔️ NATO verso il 5% del PIL per la difesa
Il NATO Summit all’Aia ha segnato un cambio di paradigma: più spesa difensiva significa emissioni obbligazionarie e flussi su USD come grazie safe-haven. Questo supporta il greenback, rendendo volatili i cross europei.
💱 Forex Asia: il caso del dollaro taiwanese
Il rialzo del Taiwan dollar di ieri è un chiaro segnale di protezione contro la debolezza del USD. Unicorno da monitorare per chi punta su cross emergenti in Asia.
💶 Cross eur/chi e euro in recupero
EUR/USD sale sopra 1,17 e USD/CHF scende sotto 0,80: perfetto timing per long strategici. Il mercato sta scontando tassi Fed in discesa, amplificando il momentum sull’euro.
🛡️ Geopolitica: tregua fragile e rischio geopolitico
La tregua tra Israele e Iran limita al momento l’impatto ma non elimina il rischio: asset rifugio come USD, JPY e CHF restano sotto pressione per eventualità future.
🎯 Conclusione e opportunità trading
Long EUR/USD su momentum euro e reflusso USD
Monitoraggio GBP/USD per sentiment macro
Attenzione a USD/CAD, AUD/USD per shock petroliferi
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