Dopo un settembre di correzione, ottobre sembrava essere iniziato con una spinta diversa, salvo tornare di colore rosso intenso nella seconda parte del mese.

Questo soprattutto per ciò che riguarda l’Europa (Stati Uniti e Cina hanno performato decisamente meglio) a seguito dei nuovi lockdown (più o meno ampi) previsti per i singoli Paesi, tra cui l’Italia.

Il tutto condito dall’incertezza del vaccino (ad oggi ancora in via di definizione) e delle incombenti elezioni USA.

In particolare su quest’ultimo tema, va ricordato che nonostante il vantaggio di Biden sulla carta (ma era così anche per la Clinton nel 2016) questa volta lo scenario più sorprendente (e forse anche più negativo per le Borse) potrebbe essere quello di un trascinamento per vie legali almeno fino a dicembre, senza un vincitore chiaro.

Non stupisce infatti che l’attuale Presidente Trump sia riuscito nell’intento di piazzare nella Corte Suprema (organo decisivo in caso di voto contestato) una sua fedelissima ovvero Amy Barrett, probabilmente contando su un’ipotesi legata ad uno scenario che passerebbe per le vie legali.

Perciò il mondo intero aspetta di capire quali potrebbero essere gli sviluppi a seconda dell’esito delle elezioni USA.

Storicamente tuttavia, i dati dimostrano che per ciò che riguarda l’indice SP500, non è tanto importante che vinca uno o l’altro candidato, quanto piuttosto che ci sia effettivamente un vincitore.

Ma andando più a fondo...quali sono stati gli anni peggiori?

La Grande Depressione del ’29 e…il 2000, dove proprio in quelle elezioni ci fu la contestazione del voto con l’elezione solo a dicembre di Bush.

Dunque se è vero che la storia non si ripete ma fa spesso rima, attenzione al terzo scenario.
Questo senza dimenticare le altre incognite che gravitano soprattutto in Europa, tra Brexit ed erogazione dei primi soldi relativi al Recovery Fund.
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