Oltre l'analisi tecnica
L'impennata del Brent si ferma alla Trend Line discendente.L'impennata del petrolio greggio della scorsa settimana, seguita all'escalation del conflitto in Medio Oriente, ha scatenato un'ondata di acquisti impulsivi da parte dei trader in risposta all'aumento del premio di rischio. Ma ora che i prezzi stanno testando una barriera tecnica fondamentale, vediamo se questo rialzo ha ancora margini di crescita o se sta già iniziando a esaurirsi.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 85.24% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Il rischio di escalation rimane, ma il mercato ha reagito in modo eccessivo?
La minaccia di un conflitto più ampio in Medio Oriente ha riportato l'attenzione sull'Iran e sullo Stretto di Hormuz. Circa il 20% del petrolio mondiale transita attraverso quella stretta via navigabile e il timore che possa essere interrotto è sempre presente nella mente degli operatori. Sebbene la tensione non manchi e i rischi rimangano elevati, l'offerta effettiva non ha ancora subito ripercussioni significative. Le petroliere continuano a transitare nella regione, anche se con maggiore cautela, e ci sono segnali di pressioni dietro le quinte per evitare un'ulteriore escalation.
In questo contesto, il picco iniziale potrebbe essere stato più legato alle emozioni che ai fondamentali. I mercati sono lungimiranti, ma possono anche reagire in modo eccessivo. A meno che non si verifichi un chiaro shock di offerta o un'interruzione diretta delle infrastrutture, il recente aumento potrebbe iniziare a perdere slancio man mano che l'attenzione torna a concentrarsi su fattori economici più generali. Per ora, sembra che gran parte del premio sia già stato scontato.
Aspetti tecnici: il rally incontra resistenza
Il breakout della scorsa settimana ha visto il petrolio greggio superare una fase di consolidamento prolungata, attirando l'attenzione dei trader a breve termine. Tuttavia, le tendenze forti richiedono tempo per invertirsi e il rally ha ora incontrato la linea di tendenza discendente che traccia i massimi oscillanti di aprile e gennaio. Tale linea di tendenza ha tenuto bene al primo test e lo slancio ha iniziato a vacillare.
La sessione di ieri si è aperta con un gap al rialzo, ma non è riuscita a superare il massimo di venerdì. Al contrario, i prezzi hanno spinto brevemente sulla linea di tendenza prima di invertire la rotta e chiudere in ribasso nella giornata, segno di esaurimento a breve termine. Sul grafico orario, abbiamo ora la prima forma di un pattern doppio massimo, che spesso suggerisce una perdita di convinzione rialzista alla resistenza.
Dato l'elevato rischio macroeconomico, la volatilità dovrebbe rimanere alta. I trader che intendono partecipare dovrebbero prendere in considerazione l'utilizzo dell'Average True Range per dimensionare i propri stop in modo più efficace. Con il rally che mostra segni di cedimento e la resistenza ancora intatta, l'andamento dei prezzi a breve termine sembra vulnerabile a un ulteriore raffreddamento, a meno che la linea di tendenza non venga superata in modo decisivo.
Grafico a candele giornaliero del Brent Crude (UKOIL)
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Grafico a candele orario del Brent Crude (UKOIL)
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 85.24% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Le tech guidano ripresa del mercato e le tensioni si allentano.Le tech company guidano la ripresa del mercato e le tensioni globali si allentano.
Il mercato ha recuperato buona parte del calo di venerdì, nella speranza che le recenti tensioni in Medio Oriente non si trasformino in un conflitto più ampio. I titoli tecnologici hanno guidato il rimbalzo, poiché gli investitori si sentivano più a loro agio nell'assumersi rischi all'inizio della settimana.
L'ultima volta che ho scritto, Israele e Iran si stavano lanciando missili a vicenda e i prezzi del petrolio erano in forte aumento. Tuttavia, le notizie secondo cui l'Iran potrebbe essere interessato a un cessate il fuoco e a ulteriori colloqui hanno incoraggiato gli investitori a credere che la situazione potrebbe raffreddarsi. Ed è stato certamente incoraggiante vedere i prezzi del petrolio scendere di circa il 2% dopo l'aumento dell'8% di venerdì.
Le azioni sono salite all'inizio della settimana di contrattazioni che sarà abbreviata per la festività dopo che un articolo del Wall Street Journal ha suggerito una potenziale de-escalation del conflitto internazionale tra Israele e Iran.
I mercati tendono a superare questi eventi abbastanza rapidamente. Sebbene sia ancora troppo presto per dire che il peggio di eventuali vendite correlate sia ormai alle spalle, la giornata di oggi ha sicuramente registrato una reazione positiva dopo il fine settimana.
L'S&P è tornato sopra quota 6000 ieri, salendo dello 0,94% a 6033,11. Il Dow Jones è avanzato dello 0,75% (circa 317 punti) a 42.515,09, recuperando poco meno della metà del crollo di 770 punti di venerdì.
Il NASDAQ ha decisamente sovraperformato, con un'impennata dell'1,52% (circa 294 punti) a 19.701,21, il che significa che l'indice ha recuperato tutto il calo dell'1,3% di venerdì e anche di più. Tutti i titoli del Mag 7 hanno chiuso in rialzo, in particolare Meta (META, +2,9%), Amazon (AMZN, +1,9%) e NVIDIA (NVDA, 1,9%).
Questa sarà una settimana corta, con il mercato chiuso giovedì e un po' risentito della stasi estiva, ma una riunione della Fed è ancora in calendario. Ancora una volta, c'è poca suspense in questo caso, con probabilità praticamente del 100% che rimangano fermi. Ma cosa succederà più avanti nel corso dell'anno? Ad esempio, gli investitori vogliono sapere se ci aspettiamo ancora almeno due tagli quest'anno, quindi ascolteranno attentamente ciò che dirà il Presidente Jerome Powell mercoledì.
In questo momento si sta svolgendo anche un importante incontro in Canada con il vertice del G7, a cui partecipa anche il Presidente Trump. Ma ultime notizie informano che , Trump lascia in anticipo il G7 e avverte: 'Tutti lascino Teheran'. Forti esplosioni a Tel Aviv
Dichiarazione dei leader: 'L'Iran è la principale fonte di instabilità e terrorismo della regione'. L'Idf: eliminato il comandante dell'esercito Ali Shadmani
• Khamenei in un bunker, voci di defezioni nel regime
• Colpita la tv di Stato iraniana, arriva il contrattacco iraniano. Netanyahu non esclude l'uccisione di Khamenei
gli investitori seguiranno attentamente le notizie sul mercato. Martedì riceveremo anche il rapporto mensile sulle vendite al dettaglio.
Marco Bernasconi Trading
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ci troviamo nella situazone di ieri. a livello di price action attendo queste due zone. ma stanno aspettando tutti i dati fed.
possiamo notare cmq:
-Oro in calo di oltre l’1%, dopo il picco a 8 settimane nonostante le tensioni Israele-Iran: il sentiment migliora, si prende profitto e l’attenzione torna sulla Fed.
-Dollaro debole: il DXY resta vicino ai minimi pluriennali, ma l’oro non ne approfitta—tutti gli occhi sono sulla guidance della Fed, non sulla geopolitica.
Panoramica
Il focus si è spostato dai conflitti geopolitici alle prossime mosse della Federal Reserve. Le tensioni tra Israele e Iran avevano spinto l’oro ai massimi di 8 settimane, ma segnali di distensione diplomatica e presa di profitto lo hanno riportato sotto pressione. Il dollaro resta debole, ma non abbastanza da rilanciare l’oro: segno che il mercato attende nuove indicazioni da Powell, più che dai titoli di guerra.
In questo clima di incertezza, gli investitori restano prudenti, con una volatilità incrociata ancora latente. Fino a nuove notizie dalla Fed o dal fronte geopolitico, i movimenti forti sembrano rimandati.
Driver principali
-Presi profitto dopo il picco causato dal conflitto.
-Minore domanda di beni rifugio, dato che l’Iran mostra apertura al dialogo sul nucleare.
-Rendimenti USA e dollaro restano deboli, ma l’oro non beneficia: il mercato è indeciso.
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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Mercati in ripresa tra tregua geopolitica e attese FedAPPARENTE DISGELO
Lunedì Wall Street ha chiuso in rialzo, con l’S&P 500, il Dow Jones e il Nasdaq 100 (indice ad alta concentrazione di titoli tecnologici) in crescita tra lo 0,75% e l’1,5%. Il rimbalzo è stato sostenuto dall’allentamento delle tensioni geopolitiche.
I mercati globali sono tornati a una relativa calma: le azioni sono risalite, mentre petrolio e oro sono scesi, in concomitanza con l’affievolirsi dei timori che la guerra tra Israele e Iran possa trasformarsi in un conflitto più ampio in Medio Oriente.
Secondo il Wall Street Journal, l’Iran starebbe cercando di ridurre la tensione con Israele, con l’obiettivo di riprendere i negoziati sul proprio programma nucleare. Le intenzioni sarebbero state comunicate tramite intermediari arabi sia a Israele che agli Stati Uniti.
Sul fronte delle banche centrali, si prevede che la Federal Reserve manterrà stabili i tassi d’interesse questa settimana. I mercati monitorano con attenzione l’aggiornamento del Riepilogo delle Proiezioni Economiche, per valutare l’impatto dell’incertezza fiscale e dei potenziali dazi sulle prospettive politiche.
I titoli tecnologici hanno guidato il rally: Meta, Palantir e Tesla sono salite di oltre il 3%, spinte dal crescente interesse degli investitori per le attività legate al settore militare.
US Steel è balzata fino al 5% dopo che il Presidente Trump ha formalmente approvato l’acquisizione dell’azienda da parte di Nippon Steel per 14,1 miliardi di dollari.
VALUTE
Lunedì l’indice del dollaro ha esteso le perdite, scendendo a 97,8 e tornando ai minimi del 2022, dopo una seduta correttiva in cui il biglietto verde era stato temporaneamente visto come asset rifugio.
Successivamente, le valute concorrenti hanno ripreso forza, poiché il mercato ha iniziato a prezzare gli sviluppi del conflitto tra Israele e Iran. Il sentiment è migliorato ulteriormente dopo le notizie secondo cui l’Iran sarebbe disposto a riprendere i negoziati sul nucleare.
Il Wall Street Journal ha riportato che Teheran ha informato funzionari arabi della propria disponibilità a trattare, a condizione che gli Stati Uniti si astengano dal partecipare agli attacchi.
Nel frattempo, l’attenzione si concentra su una settimana intensa di decisioni di politica monetaria, con particolare focus sulla Fed, attesa mercoledì. Si prevede che i tassi sui Fed Funds rimangano invariati, ma i mercati attendono con ansia le nuove proiezioni economiche, soprattutto per valutare l’impatto delle politiche del Presidente Trump.
Sui principali rapporti di cambio si osserva lateralità, con oscillazioni giornaliere entro i 50-60 pips. I cross restano stabili, in un mercato fortemente dollaro-centrico.
BOJ, TASSI INVARIATI
La Banca del Giappone ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento a breve termine allo 0,5% durante la riunione di giugno, confermando il livello più alto dal 2008, in linea con le attese del mercato.
La decisione, presa all’unanimità, riflette la cautela dovuta all’incertezza sulle politiche tariffarie statunitensi, che potrebbero rappresentare un rischio per la crescita globale.
Tokyo e Washington hanno concordato di estendere i negoziati commerciali, dopo il mancato raggiungimento di un accordo durante i colloqui a margine del G7 in Canada.
Nel frattempo, la BoJ ha ribadito il piano di ridurre gradualmente gli acquisti di titoli di Stato giapponesi (JGB): 400 miliardi di yen in meno a trimestre fino a marzo 2026, con un’ulteriore riduzione di 200 miliardi a trimestre da aprile 2026.
Con questo approccio graduale, si prevede che gli acquisti mensili scendano a 2.000 miliardi di yen entro il primo trimestre del 2027, segnando un percorso cauto ma costante verso la normalizzazione.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono scesi di oltre il 4%, attestandosi a 69,5 dollari al barile lunedì, dopo l’impennata del 7% registrata venerdì. Il calo riflette l’attenuarsi dei timori di un conflitto più ampio tra Israele e Iran.
Le ultime notizie indicano che l’Iran sarebbe disposto a riprendere i colloqui sul nucleare, a condizione che gli Stati Uniti restino fuori dal conflitto. Questo tono più morbido ha contribuito a rasserenare i mercati, spingendo gli investitori a liquidare alcune posizioni di copertura.
Il traffico attraverso lo Stretto di Hormuz ha mostrato solo un lieve calo: 111 navi transitate il 15 giugno contro le 116 del 12 giugno. Ciò suggerisce che non ci saranno interruzioni significative nei flussi di petrolio.
Tuttavia, lo stretto resta un punto di strozzatura critico, gestendo circa il 20% del commercio globale di greggio.
USA, DATI IN CALO
L’indice manifatturiero Empire State di New York è sceso a -16 a giugno 2025, rispetto a -9,2 di maggio, ben al di sotto delle attese di -5,5. Si tratta del valore più debole dal minimo biennale di -20 registrato a marzo.
Gli indicatori chiave mostrano una debolezza diffusa: nuovi ordini e spedizioni in calo, peggioramento della disponibilità di forniture e tempi di consegna sostanzialmente invariati.
Sul fronte occupazionale, l’impiego è leggermente aumentato per la prima volta da mesi, mentre la settimana lavorativa media è rimasta stabile.
Le pressioni sui costi di input si sono attenuate, pur restando elevate, mentre i prezzi di vendita sono aumentati più rapidamente. Nonostante la debolezza attuale, le aziende hanno espresso maggiore fiducia nel futuro: l’indice delle condizioni aziendali generali è tornato positivo per la prima volta da marzo.
CINA, VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio in Cina sono aumentate del 6,4% su base annua a maggio 2025, in accelerazione rispetto al 5,1% di aprile e oltre le attese del 5%. È il ritmo più sostenuto da dicembre 2023.
L’aumento è stato trainato dalla spesa per le festività del Labor Day e della Festa delle Barche Drago, oltre che dagli sforzi di Pechino per contrastare le pressioni tariffarie statunitensi e dai sussidi governativi sui prodotti elettronici.
Le vendite sono cresciute in quasi tutte le categorie: alimentari, tabacco, alcolici, abbigliamento, calzature, sport e intrattenimento. In controtendenza, le vendite di prodotti petroliferi sono diminuite in modo marcato.
Nei primi cinque mesi dell’anno, il fatturato al dettaglio è aumentato del 5,0%.
Saverio Berlinzani
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Geopolitica (Iran/Israele), i 6 migliori barometri del rischioLa geopolitica è sotto i riflettori questa settimana, così come la decisione di politica monetaria della FED. Le notizie geopolitiche sono coperte dai media, quindi non ha senso ripetere informazioni accessibili a tutti. Proponiamo quindi di rivedere la nostra selezione di barometri del mercato azionario che, a nostro avviso, misurano al meglio l'intensità del rischio geopolitico.
1) Il prezzo del petrolio e del gas naturale
Naturalmente, l'andamento del prezzo del petrolio è il principale barometro del rischio geopolitico dell'attuale confronto tra Israele e Iran. Sebbene l'Iran rappresenti solo il 3% dell'offerta mondiale di petrolio, la regione ne rappresenta il 20% e soprattutto c'è il rischio di chiusura dello Stretto di Hormuz, attraverso il quale passa il 25% dell'offerta mondiale di petrolio. L'analisi tecnica del prezzo del petrolio è quindi lo strumento principale per misurare l'intensità delle attuali tensioni geopolitiche. Il prezzo del petrolio è recentemente tornato al precedente supporto tecnico di 65 dollari, ma non vi è alcun segnale tecnico rialzista di rilievo finché il prezzo del greggio statunitense rimane al di sotto della resistenza a 80 dollari. Dobbiamo quindi tenere d'occhio la soglia degli 80 dollari per un barile di petrolio statunitense.
2) L'andamento dell'indice S&P 500, l'indice di riferimento della finanza occidentale
Il mercato azionario è il secondo barometro del rischio geopolitico che suggeriamo. La cosa più importante è selezionare gli indici di borsa che meglio rappresentano la percezione delle tensioni geopolitiche. Riteniamo che il contratto future sull'S&P 500 svolga bene questo compito, in quanto è l'indice borsistico più scambiato in termini di volume dalle principali istituzioni finanziarie del mondo.
Qualche giorno fa vi abbiamo fornito un'analisi grafica dettagliata dell'indice S&P500, che potete consultare cliccando sull'immagine sottostante.
3) Andamento dei principali mercati azionari del Vicino e Medio Oriente
I mercati azionari del Vicino e Medio Oriente sono ottimi indicatori dell'attuale percezione delle tensioni geopolitiche tra Iran e Israele. Suggeriamo di dare un'occhiata alla Borsa dell'Arabia Saudita (Tadawul), la più grande della regione in termini di capitalizzazione di mercato. Naturalmente, è bene seguire anche l'andamento dell'indice di riferimento della Borsa di Tel Aviv, il TA 35, e l'andamento del mercato azionario egiziano. Questi mercati hanno il vantaggio di essere aperti la domenica e sono spesso un buon indicatore anticipato delle tendenze in Asia e in Europa il lunedì mattina.
4) L'andamento del dollaro USA (DXY) sul mercato dei cambi (Forex) e dell'oro sul mercato delle materie prime
Sul mercato fluttuante dei cambi (FX), il dollaro USA sta sfruttando al meglio il suo status di bene rifugio. In caso di tensioni geopolitiche fuori controllo, il dollaro potrebbe invertire la tendenza rialzista. Questa settimana, tuttavia, il dollaro USA sarà sotto l'influenza della FED.
Quindi è meglio fidarsi dell'andamento dell'oro come barometro del rischio geopolitico. La geopolitica non è necessariamente il fattore fondamentale dominante, ma piuttosto la dinamica dei tassi di interesse e del dollaro USA.
5) L'andamento della TRUFFAZIONE
Se le attuali tensioni geopolitiche dovessero trasformarsi in un forte shock globale, il commercio internazionale subirebbe un'interruzione e le difficoltà di trasporto porterebbero a un forte aumento dei prezzi, in particolare delle materie prime e dei beni industriali. Questo possibile aumento dei prezzi si rifletterebbe rapidamente nella TRUFLATION, il parametro di riferimento per la dinamica dei prezzi in tempo reale negli Stati Uniti.
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Attenzione a STMTitolo da monitorare, dopo i recenti rialzi che hanno spinto le quotazioni sui massimi di inizio anno, in quanto i rumor di un possibile spin off non sembrano essere ne possibili ne tantomeno porterebbero bene alla società.
Al momento resta un rialzo da giustificare con qualcosa di più concreto come un aumento degli utili attesi e delle vendite, cosa che avremo modo di approfondire nella prossima trimestrale del 24 luglio.
Da segnalare una riduzione delle pnc che passano da 1,71 circa di fine maggio a 1,37 aggiornate al 13 giugno.
Cambi al vertice : KeringLuca De Meo lascia la guida del Gruppo Renault dopo 5 anni, diventando ceo del gruppo Kering, le dimissioni avranno effetto dal 15 luglio.
Notizia inaspettata che può portare il titolo ad una rottura dei €193,5/194 che potrebbe innescare una fase positiva sul titolo sulla scia della ritrovata fiducia del consensus del gruppo, ricordiamo che il titolo quota 25,4 volte gli utili attesi per quest'anno e 18 volte circa quelli attesi per il 2026 ma con l'entrata del nuovo Ceo andrebbero rivisti consensus e target price da parte degli analisti.
Focus su EniTitolo che chiude la settimana con un rialzo del 5,20% e che sembra voler continuare la fase positiva spinto dai recenti rialzi del petrolio, possibili obiettivi €14,42 e a seguire €14,50.
Titolo da monitorare seguendo gli sviluppi del recente conflitto che potrebbe fornire interessanti spunti in entrambe le direzioni.
Maggiori incrementi e decrementi PNCDi seguito i maggiori incrementi e i maggiori decrementi di posizioni nette corte* nel periodo che va dal 29/05/2025 al 13/06/2025:
Maggiori incrementi :
1. Italgas 1,98 (nuova)
2. Esprinet 0,66 --> 2,21
3.. Banca Ifis 0,80 --> 1,44
4. Diasorin 1,30 --> 0,68
5. Bper 2,02 --> 2,76
6. Digital Value 1,93 --> 2,70
Maggiori decrementi :
1. Saipem 7 --> 6,29
2. Brunello Cucinelli 0,55 --> 0 ( chiusa o sotto 0,50 )
3. Moncler 0,50 --> 0 ( chiusa o sotto 0,50 )
4. Stellantis 1,21 --> 0,71
5. STM 1,71 --> 1,37
6. Geox 1 --> 0,76
* Le PNC sono un indicatore sintetico che riassume le posizioni corte (ossia le vendite allo scoperto sulle azioni e le posizioni corte in strumenti finanziari derivati e altri strumenti simili) al netto delle posizioni lunghe (ossia gli acquisti di azioni e le posizioni lunghe in strumenti finanziari derivati e altri strumenti simili).
Sono oggetto di pubblicazione le PNC che:
- sono di entità pari o superiore allo 0,5% del capitale sociale della società quotata considerata; oppure
- hanno raggiunto la soglia dello 0,5% e sono state quindi pubblicate, ma successivamente sono diminuite al di sotto della soglia dello 0,5%. Queste PNC sono pubblicate un'ultima volta con l'indicazione dell'ultimo valore disponibile (sotto lo 0,5%).
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Oro in forte rialzo all’apertura, come previsto.
📍 Ultimi aggiornamenti sul conflitto Israele-Iran:
-Iran lancia una nuova ondata di missili
-L’aviazione israeliana colpisce siti missilistici in Iran centrale
-3 morti a causa dei bombardamenti
-Petrolio e oro in salita, rendimenti obbligazionari in rialzo per timori inflattivi
Se il conflitto prosegue, ci aspettiamo un forte aumento dei prezzi dell’oro.
Tensioni di questo tipo hanno un impatto diretto su oro, petrolio e gas, ma possono toccare tutti i mercati.
attualmente rimango FLAT visto che è lunedi.
ci vediamo oggi in live per outlook settimanale e vi auguro una buona giornata
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long SOIL da 16,726 scw 16,20 da valutarelong SOIL da 16,726 scw 16,20 da valutare, presi 40pezzi con rischio 25-30 eur con quello scw, ma che valuteremo a ridosso del valore sul comportamento settimanale, se sforato di poco forse sposteremo lo stop sullo spike di quella candela settimanale.
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Tensioni Iran-Israele: mercati in cadutaÈ GUERRA, GIÙ LE BORSE
Torna prepotentemente il risk off sui mercati, dopo le ritorsioni dell’Iran su Israele. Decine di missili hanno colpito le città israeliane, costringendo i civili a rifugiarsi nei bunker. Il bilancio, per ora, è di 11 morti. Israele promette ulteriori ritorsioni.
I mercati sono entrati in modalità di avversione al rischio, con un crollo delle borse e investitori alla ricerca di asset rifugio. L’Occidente, almeno per il momento, cerca di non esasperare ulteriormente gli animi già tesi e tenta qualche azione diplomatica, attraverso dichiarazioni ufficiali, per ridurre la tensione.
Trump è intervenuto sui social affermando che la pace tra Israele e Iran arriverà presto, ricordando che sono in corso incontri diplomatici.
WALL STREET RIPIEGA
Wall Street ha chiuso in netto ribasso venerdì, con la propensione al rischio in calo dopo che l'Iran ha definito gli attacchi aerei israeliani una "dichiarazione di guerra", rispondendo con attacchi missilistici nella serata di venerdì (ora locale).
Gli attacchi israeliani avevano preso di mira strutture nucleari e militari iraniane, aumentando le tensioni geopolitiche e destabilizzando i mercati globali. L'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente l'1,1% e l'1,3%, mentre il Dow Jones è crollato di 769 punti.
I settori finanziario e tecnologico hanno guidato le perdite: Nvidia ha perso il 2,1%, Apple l'1,4%, mentre Visa e Mastercard sono scese di oltre il 4%. Anche i titoli delle compagnie aeree sono crollati: American, Delta e United hanno perso tra il 4,5% e il 5%.
Al contrario, i titoli energetici e della difesa hanno sovraperformato. I prezzi del petrolio sono aumentati di quasi il 7% per timori legati all’offerta. Exxon è salita del 2%, mentre Lockheed Martin, RTX e Northrop Grumman hanno guadagnato oltre il 3%.
Nel corso della settimana, l'S&P 500 è salito dello 0,5%, mentre il Dow e il Nasdaq sono destinati a perdere rispettivamente l'1,5% e lo 0,8%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, l’EUR/USD ha corretto al ribasso poiché il dollaro, in tempi di conflitto, torna a essere considerato un asset rifugio. Il Dollar Index, dopo aver toccato minimi venerdì mattina, è risalito fino a 98,15 per poi chiudere comunque positivo a 97,70.
All’apertura dei mercati di domani, potremmo assistere a dei gap che evidenzieranno un ulteriore rafforzamento del dollaro, specie se dovessero proseguire gli attacchi reciproci.
Interessante sarà anche il movimento dell’USD/JPY, che per ora ha corretto al rialzo, in assenza di prospettive di aumento dei tassi da parte della BoJ.
EUROZONA: CALO DEL SURPLUS COMMERCIALE
Il surplus commerciale dell'Eurozona si è ridotto a 9,9 miliardi di euro ad aprile 2025, in calo rispetto ai 13,6 miliardi dell’anno precedente e ben al di sotto delle aspettative di 18,2 miliardi.
Il calo è in gran parte dovuto ai dazi statunitensi. Le esportazioni totali sono diminuite dell'1,4% su base annua, trainate da forti cali nei settori dei combustibili, dei macchinari e dei mezzi di trasporto.
Le esportazioni di prodotti chimici sono aumentate del 6%, ma in netto rallentamento rispetto al +50,5% di marzo. Anche la crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti è rallentata (3,9% contro 63,9%), mentre quelle verso Cina e Regno Unito sono diminuite rispettivamente del 14,9% e del 6,0%.
Le importazioni sono aumentate dello 0,1%, raggiungendo i 233 miliardi di euro, sostenute soprattutto dai prodotti chimici (+6,2%). Le importazioni da Stati Uniti e Cina sono cresciute a un ritmo più lento.
USA: RISALE LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
L'indice di fiducia dei consumatori statunitensi, redatto dall'Università del Michigan, è salito a 60,5 a giugno 2025, in netto rialzo rispetto al minimo quasi record di 52,2 registrato ad aprile e maggio, e ben oltre le attese di 53,5.
È il primo aumento del sentiment in sei mesi, trainato da un miglioramento delle valutazioni delle condizioni attuali (63,7 contro 58,9) e delle aspettative future (58,4 contro 47,9).
Nonostante la ripresa, il sentiment resta circa il 20% al di sotto del livello di dicembre 2024, quando la fiducia aveva ricevuto una spinta post-elettorale. Il calo riflette le preoccupazioni per i rischi economici legati alle politiche tariffarie statunitensi.
Le aspettative di inflazione sono migliorate: per l’anno successivo sono scese al 5,1% (dal 6,6% di maggio), mentre quelle a lungo termine sono calate al 4,1% (dal 4,2%).
IL PETROLIO CONSOLIDA
Venerdì i future sul greggio WTI sono balzati del 7,2%, attestandosi appena sotto i 73 dollari al barile, dopo aver toccato i massimi da febbraio, in un contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente.
L’impennata è seguita all’attacco israeliano contro l’Iran, che ha generato ritorsioni e timori di un’escalation. Sebbene gli attacchi non abbiano colpito direttamente infrastrutture petrolifere, gli investitori restano cauti, soprattutto per il ruolo strategico dell’Iran nello Stretto di Hormuz.
La produzione iraniana di aprile è stata di 3,305 milioni di barili al giorno, sottolineando l’importanza della regione per l’approvvigionamento globale.
A sostenere i prezzi anche i dati dell’AIE, che hanno mostrato un calo maggiore del previsto delle scorte statunitensi, segnalando una domanda solida. L’AIE ha rassicurato i mercati dichiarando di disporre di 1,2 miliardi di barili di riserve di emergenza, pronte all’uso se necessario.
SETTIMANA ENTRANTE
Le tensioni in Medio Oriente continuano a dominare l’agenda, insieme ai negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner.
L’attenzione si sposta anche sul vertice del G7 in Canada, dove i leader delle maggiori economie discuteranno delle principali sfide globali.
Sarà una settimana intensa per la politica monetaria: sono attese decisioni sui tassi da parte di FED, PBOC, BOJ e BOE, anche se le previsioni indicano tassi invariati. Tuttavia, altre banche centrali potrebbero muoversi: tra queste, la SNB, la Riksbank (Svezia), la banca centrale norvegese, turca, brasiliana, indonesiana, delle Filippine e di Taiwan.
Sul fronte macroeconomico, i dati più attesi includono: vendite al dettaglio e produzione industriale negli USA, inflazione nel Regno Unito, indice ZEW in Germania, produzione industriale e vendite al dettaglio in Cina, e dati commerciali dal Giappone. Buona settimana.
Saverio Berlinzani
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La FED del 18 giugno sarà decisiva per il mercato azionario!Questa settimana i mercati azionari saranno influenzati da diversi fattori fondamentali, tra cui la diplomazia commerciale, le tensioni geopolitiche e la decisione di politica monetaria della FED di mercoledì 18 giugno.
1) La FED il 18 giugno, l'evento fondamentale della settimana
La settimana borsistica sarà dominata da un evento fondamentale: la decisione di politica monetaria della Federal Reserve statunitense (FED) di mercoledì 18 giugno. Questa riunione si preannuncia cruciale per la direzione estiva dei mercati finanziari, in un contesto di incertezza legato alla guerra commerciale e a un ciclo economico che si avvicina alla fine della sua maturità. Sebbene il consenso sia per un tasso di federal funds statunitense invariato, con una probabilità del 99% secondo il CME FedWatch Tool, l'attenzione degli investitori si concentrerà sulle proiezioni macroeconomiche aggiornate della Fed.
L'andamento previsto dell'inflazione, dell'occupazione e del tasso dei Fed Funds sarà al centro del dibattito, così come il tono utilizzato da Jerôme Powell nella sua conferenza stampa. Il mercato, ormai caro sia dal punto di vista tecnico che da quello fondamentale, chiede segnali più accomodanti per prolungare il suo rialzo.
2) Il mercato vuole la conferma di due tagli dei tassi entro la fine del 2025
Ciò che gli investitori si aspettano ora dalla Fed non è tanto un'azione immediata sui tassi quanto una tabella di marcia più chiara per la fine dell'anno. La conferma esplicita di due tagli dei tassi da qui a dicembre 2025 sarebbe il minimo richiesto per sostenere gli attuali livelli del mercato azionario, in particolare l'S&P 500, che sta scambiando vicino ai massimi storici.
Tuttavia, la banca centrale rimane sotto pressione, combattuta tra le richieste di allentamento monetario e la cautela di fronte a un possibile rimbalzo dell'inflazione, in particolare a causa delle tensioni doganali. Se Jerome Powell riafferma la posizione attendista della Banca, i mercati potrebbero consolidarsi. Al contrario, una revisione al ribasso delle previsioni sull'inflazione e una curva dei Fed Funds che punta verso un ulteriore calo potrebbero essere interpretati come un chiaro segnale di svolta.
Dovremo inoltre tenere d'occhio gli sviluppi annunciati in merito alla riduzione del programma di Quantitative Tightening.
Infine, al di là dei fondamentali, il timing tecnico rafforza l'importanza di questa riunione. Il mercato obbligazionario sta già fornendo indizi, con una configurazione tecnica che potrebbe preannunciare un allentamento dei rendimenti se la Fed adotterà un tono più conciliante. Nell'azionario, l'analisi tecnica settimanale dell'S&P 500 mostra aree di ipercomprato, rafforzando la necessità di un sostegno monetario per evitare un'inversione di tendenza. In questo contesto, la riunione di mercoledì è più di una semplice decisione di politica monetaria: è un indicatore strategico per il resto del 2025.
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[EURUSD - Entry Short +5%] - Spiegazione ⭣Sessione asiatica molto direzionale con massimi e minimi sempre più bassi.
In Francoforte (quindi nella sessione "pre-london") che va dalle 08:00 alle 09:00 il prezzo va a creare liquidità, con un induzione che di conseguenza genera una SMT.
Infine con l'apertura della London Session alle ore 09:00, sbilancia anche l'ultimo massimo fuori orario che ha permesso la formazione del minimo (anche questo fuori dai miei orari di interesse).
Con tutte queste informazioni, ho atteso conferme nei time frame inferiori e sono entrato short con target pre impostato sotto la SMT.
Operazione che mi ha permesso di generare più del 5% (con esattezza il 5.6%) basandomi semplicemente sulla liquidità e sulla struttura di mercato .
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