BAMI OPERATIONInitial Trade:
Bought 200 shares of the underlying stock
Purchased 2 LEAPS put options as protection
Risk Management Logic:
If the stock drops significantly, I close everything with a net gain (thanks to the LEAPS) and re-enter at a lower price, potentially buying more shares.
If the stock goes up, I simply hold the shares, let the LEAPS expire worthless, and collect dividends while managing gains based on stock appreciation.
This creates a long-term, low-risk strategy with a defined maximum loss and asymmetric upside, protected by long-dated puts and supported by dividend income.
Oltre l'analisi tecnica
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📊 Mercati USA – Dollar Index, Treasury
U.S. Dollar (DXY)
Il Dollar Index ha avuto un forte rialzo grazie a dati economici solidi e rendimenti obbligazionari in aumento, in particolare il 2 anni vicino al 4.00%. Il mercato sconta una politica monetaria restrittiva più a lungo, spinto da NFP forti e dati sull'inflazione alti.
Treasury Yields
I rendimenti, soprattutto il 2 anni, stanno salendo rapidamente verso il 4.00%. Il movimento è guidato da dati CPI e occupazionali solidi. Oggi il focus è sul PPI:
-Se sopra le attese → rendimenti in ulteriore rialzo
-Se sotto le attese → possibile ritracciamento
Attenzione agli asset sensibili ai tassi.
Aggiornamento Geopolitico
Le tensioni sui dazi restano, ma sono posticipate al 1° agosto. Resta un rischio sul sentiment di mercato.
Gold: bias ribassista. Se il PPI sarà forte,
DXY: rialzista se i rendimenti reggono.
⚠️ Focus su dati PPI di oggi, aggiornamenti sui dazi e movimenti dei rendimenti.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
Mercati in attesa della Fed tra dazi e inflazioneWALL STREET ASPETTA LA FED
Le borse statunitensi hanno annullato i guadagni del giorno precedente, poiché i mercati continuano a temere l'entità dei dazi che potrebbero essere approvati dagli Stati Uniti e le prospettive di politica monetaria della Federal Reserve.
L'S&P 500 ha chiuso in calo dello 0,41% dopo aver toccato un nuovo record all'inizio della sessione, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,98%. Il Nasdaq ha invece tenuto, chiudendo in rialzo dello 0,8%.
L'inflazione è aumentata come previsto a giugno, sebbene il tasso core sia rimasto leggermente al di sotto delle aspettative. Tuttavia, i mercati si aspettano una Fed cauta e conservatrice, con i tassi fermi alla fine del mese, poiché il FOMC potrebbe ancora vedere rischi di inflazione al rialzo derivanti dai dazi.
Funzionari della Casa Bianca hanno riferito che sono in corso negoziati commerciali con UE, Giappone e Corea, dopo che questi tre paesi sono stati colpiti da imposte aggressive, con il rischio di forti aumenti dei prezzi ad agosto.
JPMorgan e Wells Fargo hanno registrato forti cali dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, mentre Citi ha sovraperformato le altre banche. Nvidia è salita del 4% dopo che gli Stati Uniti hanno allentato alcune restrizioni alle esportazioni verso la Cina, sostenendo il Nasdaq 100, che ha chiuso in rialzo dello 0,6%.
PETROLIO
Martedì, i future sul greggio WTI si sono attestati al di sotto dei 66 dollari al barile, dopo una perdita del 2,2% nella sessione precedente. Il calo è dovuto ai timori legati alle nuove decisioni del presidente Trump sulla Russia, che potrebbero causare un'interruzione delle esportazioni di petrolio.
Trump ha aumentato gli aiuti militari all'Ucraina e ha minacciato tariffe del 100% se non si raggiungerà un accordo di pace entro 50 giorni, una mossa vista come una minaccia di sanzioni secondarie verso i principali acquirenti di petrolio russo, come India e Cina. Tuttavia, il rinvio di 50 giorni è stato interpretato dai mercati come un segnale positivo.
Un certo sostegno è arrivato dalla Cina, dove l'attività di raffinazione ha raggiunto i 15,2 milioni di barili al giorno a giugno, il livello più alto da settembre 2023. Anche un indicatore chiave della domanda ha mostrato segnali di miglioramento.
VALUTE
L’EUR/USD ha finalmente rotto i primi supporti chiave, che aveva mantenuto fino a ieri, violando quota 1,1650 e raggiungendo i primi target a 1,1580.
Il USD/JPY è salito ancora di più in termini percentuali, a causa dei timori che l’economia giapponese possa subire contraccolpi sull’export, dopo la decisione di Trump di applicare tariffe del 35% ai prodotti giapponesi. Lo yen ha perso l’1% nella giornata, dopo aver già ceduto un ulteriore 3% nei giorni precedenti. Il cambio USD/JPY si trova ora a ridosso di 149,00, con possibilità di salire fino a 150,00 nel breve termine.
Il cambio GBP/USD è sceso sotto 1,3400, con obiettivi che sembrano avvicinarsi all’area compresa tra 1,3150 e 1,3200. Anche le valute oceaniche sono in ribasso, pur rimanendo sopra i supporti chiave.
Tecnicamente, la fase attuale sembra favorire il dollaro, ma si tratta ancora di un movimento correttivo all’interno di un trend ribassista di medio termine.
CPI USA
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 2,7% a giugno 2025, il livello più alto da febbraio. L’aumento è in linea con le aspettative, dopo il 2,4% registrato a maggio.
I prezzi sono aumentati soprattutto per generi alimentari, servizi di trasporto, auto e camion usati. Il costo dell’energia è diminuito in misura minore: i prezzi della benzina e dell’olio combustibile sono scesi, mentre il gas naturale è rimasto elevato.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,3%, il maggiore incremento in cinque mesi, in linea con le attese. L’inflazione core annua è salita al 2,9% dal 2,8%, ma è rimasta al di sotto delle previsioni del 3%. Anche il CPI mensile core è aumentato meno del previsto: +0,2% contro lo 0,3% atteso.
CPI CANADA
Il tasso di inflazione annuo in Canada è salito all’1,9% a giugno 2025, rispetto all’1,7% del mese precedente, in linea con le aspettative del mercato.
Nonostante la ripresa, il tasso è rimasto al di sotto dell’obiettivo intermedio del 2% fissato dalla Banca del Canada, per il terzo mese consecutivo. I prezzi dei beni durevoli, in particolare nel settore automobilistico, hanno registrato un’accelerazione.
L’inflazione ha invece rallentato per i prodotti alimentari, con una crescita più debole dei prezzi per generi alimentari e alloggi. L’indice core CPI, utilizzato dalla Banca del Canada come principale indicatore dell’inflazione di fondo, è rimasto invariato al 3%, come previsto.
GERMANIA, INDICE ZEW
L’indice ZEW del sentiment economico tedesco è aumentato per il terzo mese consecutivo, raggiungendo quota 52,7 a luglio 2025, il livello più alto da febbraio 2022. A giugno era a 47,5, e le attese erano per 50,3.
"Nonostante la persistente incertezza legata ai conflitti commerciali globali, quasi due terzi degli esperti si aspettano un miglioramento dell’economia tedesca", ha dichiarato il presidente dello ZEW, Prof. Achim Wambach.
Le speranze di una rapida risoluzione della disputa tariffaria tra Stati Uniti e UE, insieme al potenziale stimolo economico derivante dal programma di investimenti di emergenza del governo tedesco, sembrano dominare il sentiment.
L’ottimismo si riflette soprattutto nelle aspettative in forte aumento per l’ingegneria meccanica e la produzione di metalli, seguite dal settore dell’ingegneria elettrica.
Nel frattempo, l’indice ZEW delle condizioni attuali è migliorato a -59,5, il livello più alto da giugno 2023, rispetto al -72 del mese precedente.
Saverio Berlinzani
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Alphabet: il mercato sposa la prudenzaAlphabet, con la trimestrale che incombe il mercato sposa la prudenza
Cosa fa
L'azienda rappresenta un conglomerato di eccellenze con soluzioni che vanno dalla pubblicità al cloud computing e alle auto a guida autonoma.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. L’82.78% dei conti di investitori al dettaglio perde denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Alphabet è nota soprattutto per possedere interamente il gigante di internet Google, fonte di quasi il 90% del fatturato complessivo, precursore nel campo dell’intelligenza artificiale dove si concentrano importanti investimenti avendo presente il suo prodotto principale che resta Google Search.
Un business diversificato
Oltre ai suoi sforzi pubblicitari e di intelligenza artificiale, Alphabet ha ampliato la sua presenza in altri settori.
In America ha recentemente firmato un accordo storico con Commonwealth Fusion Systems per l’acquisto di 200 megawatt di energia dal progetto di energia da fusione ARC.
Quali strategie
Tra le aziende legate al boom dell’intelligenza artificiale, il potenziale va ricercato non soltanto tra quelle che stanno sviluppando la tecnologia, ma c’è tutto un mondo tra quelle meglio attrezzate e posizionate per metterla in pratica.
Google sta utilizzando l’IA per migliorare l’esperienza di ricerca con una nuova funzionalità che integra la tradizionale ricerca basata su parole chiave con risposte conversazionali in stile chatbot.
Inoltre, sta lavorando all’integrazione della sua piattaforma di IA, Gemini, in altri prodotti e servizi.
È parere diffuso che, nel settore, una importante fonte di fatturato arriverà proprio da questa estensione dei modelli di business per ampliare e rafforzare i margini operativi a lungo termine.
Il servizio di cloud e le applicazioni di intelligenza artificiale si integrano a vicenda nel processo di generazione di fatturato.
I ricavi dal cloud sono in decisa crescita, i servizi premium di intelligenza artificiale, in questo momento, stanno incrementando i margini mentre la crescita dei robotaxi di Waymo è attesa come catalizzatrice per il futuro soprattutto.
Assediata dai competitors
Il contesto in cui si muove Alphabet è naturalmente molto competitivo, popolato da aziende in rapida crescita grazie a continue intuizioni ed innovazioni che si nutrono, soprattutto, di tutte le possibili declinazioni della AI
Reuters ci informa che OpenAI, proprietà della piattaforma ChatGpt, ad esempio sta per lanciare un proprio browser basato sull’intelligenza artificiale con cui insidiare il dominio incontrastato di Google Chrome.
Il bottino cui mira, naturalmente, sono i preziosi dati degli utenti.
Infatti, considerando i circa 500 milioni di utenti attivi settimanali di ChatGpt, si potrebbe intaccare la fonte di introiti pubblicitari di Google.
Gli sforzi di innovazione, dunque, risultano essenziali dato l’emergere di nuovi sfidanti, tra i quali occorre annoverare anche Perplexity che con Comet, il suo browser basato sull’intelligenza artificiale, secondo alcuni analisti potrebbe rappresentare una potenziale minaccia per la leadership di mercato di Google.
La conferma che le applicazioni legate all’AI saranno il futuro, ma anche il presente, da un punto di vista reddituale, lo dimostrano le aggressive mosse di acquisizioni di alti profili professionali con offerte di pacchetti retributivi multimilionari per attrarre i migliori talenti nella corsa a guidare la prossima ondata di AI.
In tale contesto si inserisce il “saccheggio” di Windsurf da cui Google “preleva” l'amministratore delegato insieme ad altre selezionate risorse, i quali si concentreranno in Google DeepMind lavorando soprattutto al progetto Gemini.
Qualità del business
Come accennato prima, all'interno di Alphabet, Chrome è un pilastro importante del business pubblicitario responsabile di quasi i tre quarti del suo fatturato, grazie alle preziose informazioni sugli utenti che aiutano la società nella migliore targetizzazione degli annunci.
Secondo Morningstar, la società gode di fondamenta solide visto che oltre il 70% dei competitors presenta dati peggiori in termini di crescita, redditività, indebitamento e visibilità.
Su questo si basa il concetto con cui classifica le aziende in base al loro "fossato" economico, ovvero la robustezza e la durata con cui si manifesta il vantaggio competitivo.
Al netto di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti, i margini dell'azienda risultano particolarmente elevati.
La situazione finanziaria della società appare eccellente, il ché le conferisce una notevole capacità di investimento.
Gli analisti hanno sostenuto l'evoluzione positiva delle attività del gruppo con un cambio al rialzo delle previsioni di utile netto per azione.
Nonostante il titolo da inizio anno non brilli in borsa e nei confronti dei competitors, sulla base delle quotazioni attuali il valore complessivo risulta particolarmente elevato secondo diversi analisti.
Morningstar riconosce il valore competitivo dell'azienda, economic moat wide, grazie agli asset intangibili, all’effetto rete e al vantaggio di costo.
Quest'ultima caratteristica conferisce un interessante vantaggio permettendo di implementare strategie con cui praticare prezzi inferiori a quelli dei concorrenti, ottenendo margini simili, oppure in linea con quelli di mercato, ottenendo margini relativamente elevati.
A parere degli analisti Alphabet possiede un portafoglio di attività molto competitivo in ricerca, intelligenza artificiale, video e cloud computing.
Solidità finanziaria
La posizione finanziaria di Alphabet risulta molto solida visto che ha chiuso il 2024 con liquidità per 96 miliardi di dollari, più che compensando il debito di 11 miliardi di dollari
L’attività pubblicitaria dell’azienda è la principale fonte di liquidità, con decine di miliardi di dollari di free cash flow all’anno.
Oltre alla pubblicità, diversificano le fonti di cassa gli abbonamenti al Cloud e YouTube.
Rischio e incertezza
Nonostante tutto il buono che si è visto, Alphabet continua ad affrontare sfide normative soprattutto.
Riguardo alle cause antitrust, gli analisti di Morningstar tendono a ridimensionare il problema poiché sembrano esserci, a loro dire, diversi possibili esiti che Alphabet dovrebbe essere in grado di affrontare senza grossi sacrifici di valore o che, addirittura, il problema potrebbe essere già prezzato nelle quotazioni.
Sebbene resti difficile che la leadership di mercato dell’azienda possa diminuire, questo problema aggiunge certamente incertezza all’attività ed alle quotazioni quantomeno nel breve periodo.
Infatti, l'AI Act europeo e le indagini antitrust statunitensi potrebbero, potenzialmente, creare rallentamenti nei flussi di dati o imporre requisiti di verifica ritardando le integrazioni.
Inoltre, è corretto tenere in considerazione il caso in cui ingenti spese per investimenti e forti ammortamenti possano erodere i flussi di cassa liberi, soprattutto se i margini del cloud non dovessero posizionarsi ai livelli attesi mentre le "altre scommesse", come Waymo, dovessero contribuire al fatturato e ai margini oltre i tempi attesi.
Valutazioni
Guardando al futuro, Simplywall prevede che il mercato globale della pubblicità digitale crescerà dal 9% al 15% annuo, ciò che rappresenterebbe utile carburante per far fronte agli importanti investimenti per la ricerca.
Secondo Morningstar, nel tentativo di immaginare una plausibile valutazione del titolo nel futuro prossimo, occorre da una parte tener presente che comunque l'azienda deve affrontare sfide legate alla monetizzazione di alcuni servizi, alla possibile interruzione della ricerca ed alle richieste delle autorità antitrust.
D'altra parte, il titolo viene scambiato con un prezzo/utile simile a quello osservato nel 2012, comunque inferiore sia al mercato in generale che al ristretto gruppo delle cosiddette Mag 7.
Anche il confronto con i competitors nel campo dei motori di ricerca colloca Alphabet in coda, insieme a Last Minute, come rivalutazione da inizio anno
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Tuttavia, sempre secondo Morningstar, il 2025 potrebbe essere l’anno della svolta, con gli investitori che potrebbero cogliere i frutti delle strategie dell’azienda e della risoluzione delle controversie legali in corso.
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Al riguardo gli analisti mediamente indicano un prezzo obiettivo ad un anno di circa 200 dollari con una evidente concentrazione al rialzo delle previsioni
Con utili attesi pari a soli 17,7 volte Alphabet risulta attualmente il titolo più economico tra i Magnificent 7, notevolmente al di sotto di quelli di Microsoft (32,97 volte) e Nvidia (27,64 volte).
A ulteriore riprova, un basso rapporto PEG (rapporto prezzo utili dove si tiene conto anche del tasso di crescita degli utili) pari a 0,53 è significativamente inferiore a quello di titoli simili, tra cui Meta a 0,59, Tesla a 2,79 o Microsoft a 3,18, il che implica che, a parità di altre condizioni, le sue prospettive di crescita restano sottovalutate.
Secondo Morningstar, questo “sconto“ non rende giustizia al motore di intelligenza artificiale che Google sta sviluppando e al suo dominio nella ricerca e nella pubblicità.
Questo, potenzialmente, potrebbe offrire un importante valore per investitori che adottassero approcci di lungo o lunghissimo termine.
Infatti, nella misura in cui si tenesse conto delle valutazioni di Morningstar sulla qualità dell'azienda, nel lungo termine un'azienda di alta qualità probabilmente permetterà di realizzare performance migliori rispetto a quelle conseguibili con strategie che rincorrono i movimenti di mercato in generale o rialzi temporanei di aziende di bassa qualità.
Le aziende che nel tempo hanno saputo ritagliarsi vantaggi significativi rispetto ai concorrenti probabilmente produrranno rendimenti superiori ai costi nel lungo periodo, pur continuando a investire nella propria crescita.
Aziende con flussi di cassa prevedibili che sono molto di aiuto per gli analisti nel loro tentativo di stimare con maggiore precisione il valore delle attività.
Ma ovviamente, come Buffett insegna, anche la migliore azienda può rivelarsi un pessimo investimento se pagata troppo per cui fondamentale è anche la capacità di capire quando possedere un titolo.
Tornando al caso in esame, anche l'attuale indebolimento del dollaro statunitense dovrebbe essere di sostegno per i risultati finanziari dell’azienda.
La maggior parte degli analisti che si occupano del caso raccomandano Buy o Overweight sul titolo.
Inoltre, con un valore di mercato di Google pari a 6,1 volte le vendite TTM (cioè, non puntuali ma rolling su 12 mesi), è il più economico tra i Mag 7, offrendo un possibile margine di valutazione rispetto ai suoi concorrenti.
Gli analisti prevedono un aumento dell'utile per azione da 9,60 dollari nel 2025 a 19,80 dollari entro il 2030, un importante tasso di crescita del 21,8%, supportato da 55 stime attuali e cinque a lungo termine.
Sulla base di queste stime di crescita degli utili, conseguentemente ne esce ridotto il rapporto P/E atteso che da 18,8 volte quest'anno passerebbe a solo 9,1 volte entro il 2030, indicando una profonda, ma anche teorica, sottovalutazione. Tuttavia, alcuni analisti avvertono che nuove regolamentazioni o una monetizzazione più lenta dell’AI potrebbero frenare la crescita prevista.
…e il mercato cosa pensa?
Il titolo sul lungo periodo è in evidente trend rialzista
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Tuttavia, come comune a moltissimi titoli in conseguenza alla volatilità indotta dalla guerra sui dazi, il titolo mostra una possibile neo-tendenza ribassista con minimi e massimi potenzialmente decrescenti
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
I prezzi hanno in verità piuttosto interagito con il sensibile livello di support/resistenza dei 155$
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
rispetto al minimo di settembre scorso, i prezzi hanno fatto una falsa rottura con i minimi segnati in occasione di inizio aprile 2025.
Questo dovrebbe, tecnicamente, portare a depotenziare di significato la nuova tendenza ribassista segnalata in precedenza.
Il movimento tecnico lo possiamo meglio leggere affacciandoci sul time frame settimanale
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
qui i prezzi hanno rimbalzato con decisione (volumi sostenuti) con un pattern di bullish engulfing.
Da allora i prezzi sono inseriti in un evidente e solido, per ora, trend rialzista di cui francamente non si scorgono crepe.
Piuttosto quello che salta agli occhi, come visto in precedente grafico, la perdita di forza del movimento se si fa un confronto con l’indice tecnologico americano US 100.
Le motivazioni molto probabilmente vanno lette nelle preoccupazioni che attorniano la società riguardo alle possibili controverse legali (antitrust) e alla possibilità ventilata da qualche analista sulla effettiva capacità dell’azienda di cavalcare e monetizzare adeguatamente il fenomeno della AI
I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
il titolo non mostra eccessi tecnici, l’angolazione del trend rialzista è sostenibile (34°) per cui la possibilità di considerare buy o meno il titolo è tutta racchiusa nella modalità con cui si vogliono interpretare le possibili debolezze su esposte per il resto l’azienda, per quanto ci spiegano gli analisti, risulta sana da ogni punto di vista.
Ad ognuno l’onere della scelta!
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
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#AN021: Minacce TRUMP sui Dazi e le tensioni FOREX
I mercati globali si svegliano in un clima da guerra fredda valutaria. Salve sono il Trader Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime notizie.
A incendiare la giornata è Donald Trump, che da un comizio in Ohio ha lanciato una raffica di minacce:
“Se sarò rieletto, metterò dazi del 60% su tutta la Cina, del 20% sul Messico e del 10% sull’Unione Europea. E a Putin dico chiaro: se continuerai ad aiutare la Cina a eludere i nostri embarghi, colpiremo anche la Russia.”
Le parole sono rimbalzate sui desk delle banche d’investimento globali, scatenando una reazione immediata sul dollaro e sulle valute emergenti.
I mercati reagiscono: USD vola, GBP e NOK in allerta
Il dollaro USA ha guadagnato terreno contro quasi tutte le principali valute, mentre il GBP crolla sotto pressione per i timori di un taglio BoE e un mercato del lavoro in rallentamento.
La coppia GBP/NOK, in particolare, mostra segnali di breakout ribassista strutturato: la sterlina è sotto pressione doppia (politica interna + guerra dei dazi), mentre la corona norvegese beneficia indirettamente dell’aumento dei prezzi energetici e del sentiment pro-commodity.
CPI USA alle 14:30: il vero detonatore
Alle 14:30 italiane uscirà il dato sull’inflazione core USA. Il consensus è al +3.4%, ma un dato superiore potrebbe spingere la Fed a rimanere più hawkish a lungo. Questo rafforzerebbe il dollaro e creerebbe nuove onde d’urto sulle valute deboli e sulle emergenti.
In particolare:
USD/JPY potrebbe rompere sopra 162.00 con forza.
GBP/USD rischia una rottura sotto 1.29.
USD/SEK e USD/MXN sono le coppie chiave da osservare per movimenti esplosivi.
Trump vs Powell: resa dei conti
Nel frattempo, cresce il timore di un attacco diretto di Trump alla Fed. Secondo Deutsche Bank, i mercati stanno sottovalutando la possibilità che Trump tenti di rimuovere Jerome Powell se tornasse alla Casa Bianca.
“Il mercato sta ignorando la variabile Trump-Powell. Se ci prova davvero, il dollaro potrebbe crollare del 4% in una settimana,” – Deutsche Bank
Stiamo per entrare nel miglior momento del mese per il Forex. Chi sbaglia tempo oggi, brucia capitale. Chi aspetta il segnale giusto, può cavalcare il trend che nasce da una crisi globale annunciata.
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La morosità sulle carte di credito negli USANegli Stati Uniti, il fenomeno delle morosità sulle carte di credito sta attirando crescente attenzione per il suo impatto sull’economia e sulle famiglie. Nel primo trimestre del 2025, la quota di saldi delle carte di credito presso le grandi banche con pagamenti in ritardo di oltre 30 giorni ha raggiunto il 3,40%, uno dei livelli più alti degli ultimi 13 anni. Questo dato segnala un aumento significativo delle difficoltà finanziarie per molti consumatori americani.
Cosa significa la crescita delle morosità
La morosità indica il ritardo nei pagamenti rispetto alla scadenza prevista. Nel caso delle carte di credito, un saldo con 30 giorni di ritardo significa che il titolare non ha effettuato almeno il pagamento minimo entro un mese dalla data dovuta. Nel primo trimestre 2025, anche i ritardi più gravi, come quelli oltre 60 e 90 giorni, hanno raggiunto livelli prossimi ai massimi storici, rispettivamente al 2,47% e 1,77%.
Parallelamente, il tasso di charge-off netto, cioè la quota di debiti considerati irrecuperabili e quindi cancellati dai bilanci delle banche, è salito al 5,99%, il più alto dal 2012. Questo indica che non solo i ritardi nei pagamenti sono aumentati, ma anche le perdite effettive per gli istituti di credito.
Le cause dietro l’aumento delle morosità
Aumento dei tassi di interesse: Il tasso medio sulle carte di credito ha raggiunto il 24,62%, un record storico. Questo rende più costoso il credito e aumenta la difficoltà nel ripagare i debiti.
Pressioni economiche sui consumatori: L’inflazione persistente, l’aumento dei prezzi di beni essenziali e l’incertezza economica hanno ridotto il potere d’acquisto e la capacità di risparmio delle famiglie.
Ripresa della spesa post-pandemia: Molti consumatori hanno accumulato debiti durante la pandemia e ora faticano a rientrare nei pagamenti regolari.
Implicazioni per l’economia e per i trader
L’aumento delle morosità sulle carte di credito è un indicatore importante di stress finanziario tra i consumatori. Storicamente, un incremento significativo di questi dati può anticipare rallentamenti economici o recessioni, poiché la domanda dei consumatori tende a ridursi quando aumenta il peso del debito.
I possibili impatti sui mercati finanziari.
Settore bancario e finanziario. Un aumento dei charge-off può influenzare negativamente i titoli bancari.
Settore dei consumi. Se i consumatori riducono la spesa per far fronte ai debiti, le aziende del settore potrebbero vedere cali di fatturato.
Politica monetaria. Dati di morosità in crescita possono spingere le banche centrali a rivedere i tassi di interesse o adottare misure di stimolo.
In sintesi, l’aumento delle morosità sulle carte di credito negli USA rappresenta un segnale di allarme sulla salute finanziaria delle famiglie e sull’andamento dell’economia, con importanti implicazioni per chi opera nei mercati finanziari.
Tensioni globali e mercati stabili: focus su Wall StreetWALL STREET STABILE
Lunedì, i tre principali indici azionari degli Stati Uniti hanno oscillato intorno allo zero, a seguito dell’intensificarsi delle tensioni commerciali. Questo dopo l’annuncio del Presidente Trump, nel fine settimana, di una tariffa del 30% sulle importazioni dall’UE e dal Messico, che entrerà in vigore il 1° agosto.
Lo stesso Presidente ha inoltre minacciato tariffe del 100% alla Russia, dopo l’ennesimo vano tentativo di spingere Mosca a un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina.
Gli operatori di Wall Street sono quindi rimasti alla finestra, in attesa dei risultati delle grandi banche e dei dati sull’inflazione. I rendimenti obbligazionari e il dollaro hanno registrato un leggero rialzo.
Il petrolio è sceso, poiché il piano di Trump per costringere la Russia a un cessate il fuoco non ha incluso nuove misure volte a ostacolare direttamente le esportazioni energetiche di Mosca.
Per quanto riguarda le tariffe verso UE e Messico, i leader di entrambi i partner commerciali si sono impegnati a proseguire i negoziati con gli Stati Uniti, nella speranza di raggiungere un accordo che possa ridurre l’aumento delle tariffe.
Nel frattempo, gli investitori si preparano ai dati sull’inflazione di oggi, relativi ai prezzi al consumo, che dovrebbero confermare una ripresa dell’inflazione, con le aziende che iniziano a trasferire i maggiori costi di importazione.
I settori salute ed energia hanno registrato le peggiori performance, mentre i servizi di comunicazione hanno sovraperformato.
Sul fronte societario, le megacap hanno mostrato andamenti contrastanti: in calo Nvidia (-0,7%), Microsoft (-0,3%), Apple (-0,7%) e Broadcom (-0,3%), mentre Meta (+0,4%) e Alphabet (+0,8%) erano in positivo. Amazon è rimasta stabile.
Tesla ha guadagnato circa il 2,1% dopo che Elon Musk ha suggerito un possibile voto degli azionisti sull’investimento in AI della società.
VALUTE
Il dollaro è rimasto in un trading range rispetto alle principali valute concorrenti, anche se durante la sessione americana si è osservata una lieve tendenza rialzista.
Manca un vero e proprio catalizzatore che possa spostare gli equilibri, ma appare evidente l’incapacità della valuta statunitense di rompere le resistenze, in un contesto di incertezza globale persistente.
Il trend ribassista potrebbe presto riprendere, con obiettivi invariati che indicano una possibile discesa di un ulteriore 5-6%.
Oggi è attesa la pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo, il dato più rilevante della giornata, che potrebbe finalmente modificare gli equilibri.
IL PESO MESSICANO PERDE QUOTA
Il peso messicano si è indebolito oltre quota 18,70 per dollaro, toccando il minimo di luglio, dopo aver raggiunto in precedenza un massimo di quasi un anno.
La minaccia del Presidente Trump di imporre dazi del 30% sui prodotti messicani e dell’UE, in aggiunta ai dazi del 35% già previsti per il Canada, ha riacceso i timori per l’export messicano, che destina oltre l’80% della produzione verso nord.
Contemporaneamente, un dollaro più forte — sostenuto dalla domanda nelle aste dei titoli del Tesoro a 10 e 30 anni e dalle speculazioni sul mandato del Presidente della Fed Powell — ha spinto gli investitori verso la valuta statunitense, aumentando la pressione sulle valute emergenti.
A livello nazionale, i verbali della riunione di giugno della Banca del Messico hanno indicato un margine limitato per ulteriori tagli aggressivi dei tassi, dopo una riduzione complessiva di 325 punti base dall’inizio del 2024. Il consiglio preferisce ora interventi più cauti, da un quarto di punto, poiché l’inflazione resta ostinatamente sopra l’obiettivo.
INDIA, INFLAZIONE IN CALO
L’inflazione dei prezzi al consumo in India è diminuita per l’ottavo mese consecutivo, scendendo al 2,1% a giugno 2025, il livello più basso da gennaio 2019. A maggio era al 2,82%, e le aspettative di mercato erano del 2,5%.
Il calo è stato trainato da una diminuzione dell’1,06% dei prezzi alimentari, il primo calo annuale dal 2019. Anche l’inflazione nella categoria carburante e luce è scesa al 2,55% dal 2,78% del mese precedente.
Tuttavia, in altri settori la pressione sui prezzi è rimasta stabile o leggermente aumentata. Su base mensile, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,62% rispetto a maggio.
PETROLIO
I future sul greggio WTI si sono mantenuti sopra i 68 dollari al barile lunedì, dopo un guadagno del 2,8% venerdì, in attesa di possibili nuove sanzioni statunitensi contro la Russia.
Il Presidente Trump ha annunciato una “dichiarazione importante” sulla Russia, alimentando speculazioni su misure che potrebbero ridurre l’offerta globale di petrolio.
Nel fine settimana, Trump ha promesso l’invio di missili Patriot in Ucraina e ha criticato Putin per il rifiuto dei colloqui di pace.
L’UE sarebbe inoltre vicina a finalizzare un nuovo pacchetto di sanzioni, che potrebbe includere un tetto massimo al prezzo del petrolio russo.
Dal lato della domanda, l’economia cinese ha mostrato resilienza, con un surplus commerciale record nel primo semestre e un aumento delle importazioni di greggio, soprattutto dall’Iran.
Tuttavia, le preoccupazioni per la crescita globale hanno limitato i rialzi del prezzo del petrolio, anche a causa dei nuovi dazi del 30% annunciati da Trump su prodotti UE e messicani.
GIAPPONE, SALGONO I RENDIMENTI
Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito oltre l’1,59% martedì, raggiungendo il livello più alto dal 2008.
L’aumento è legato alle aspettative di maggiore spesa pubblica in vista delle elezioni della Camera Alta del 20 luglio, con ipotesi di nuove misure di stimolo, tra cui un possibile taglio dell’imposta sui consumi.
L’aumento dei rendimenti è avvenuto nonostante la decisione del Ministero delle Finanze di ridurre le emissioni di obbligazioni a lunghissimo termine, che avrebbe dovuto spingere la domanda e quindi abbassare i rendimenti.
La BoJ resta ferma, mentre lo yen giapponese continua a muoversi in un trading range contro il dollaro.
PIL CINA
L’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre del 2025, in calo rispetto al 5,4% dei due trimestri precedenti. Si tratta del ritmo più debole dal terzo trimestre del 2024, ma leggermente superiore al consenso del mercato (5,1%).
La crescita è stata sostenuta in parte dalle misure politiche di Pechino, nel contesto di una fragile tregua commerciale.
A giugno, la produzione industriale ha accelerato inaspettatamente, raggiungendo il massimo da tre mesi, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto al minimo da sei mesi.
Le vendite al dettaglio, invece, hanno registrato la crescita più bassa degli ultimi quattro mesi, nonostante i sussidi governativi per i prodotti elettronici.
Sul fronte commerciale, le esportazioni sono aumentate e le importazioni sono cresciute per la prima volta nel 2025. Nel primo semestre, l’economia è cresciuta del 5,3%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
CPI USA: Oggi si decide il futuro dell’oroho bisogno del tuo sostegno.
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Dopo 8 mesi consecutivi di disinflazione, il dato CPI USA di oggi è l’unico vero market mover per il gold.
Il metallo ha rotto la fase di discesa durata due mesi, spinto da un mix di retorica più soft della Fed e timori di inflazione legati ai dazi.
La salita si è però fermata sul massimo di maggio
Ora il mercato è davanti a un bivio chiaro:
-CPI freddo = oro in breakout, nuovi massimi
-CPI caldo = correzione verso la zona di breakout
📌 Playbook CPI
CPI superiore alle attese (inflazione in ripresa)
👉 Fed più aggressiva, tassi alti più a lungo
🟡 Oro in discesa
💵 USD in rialzo
📉 Indici in calo
CPI in linea alle attese
👉 Pausa della disinflazione, nessuna novità di rilievo
🟡 Oro laterale
💵 USD stabile
📈 Indici leggermente positivi o piatti
CPI inferiore alle attese (inflazione cala ancora)
👉 Possibili tagli tassi più vicini
🟡 Oro in in salita
💵 USD debole
📈 Indici in salita
oggi il CPI decide se questa gamba rialzista dell’oro è un vero trend o solo un altro falso segnale.
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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14 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
BTC centratura Daily sull'inverso
oggi abbiamo toccato un target di tempo e prezzo delicatissimo
price: tF+5 (target ciclo annuale)
time: box del Ti lungo (ciclo settimanale inverso)
a questo scenario si sovrappone l'analisi fatta con il CycleSic
il CS è il nostro software per costruire la composita ciclica partendo dall'analisi DFT
il CS individua nelle candela weekly partita oggi ( o al più nelle successive 2) la chiusura di strutture importanti
(probabilmente annuale inverso corto)
Ergo mantenendo aperta la posizione long n.47 siamo comunque in costruzione di setup short ed in attesa del TP dello stesso a 117.200 dollari
buon slow trading a tutti
ENG
*BTC Daily alignment on the inverse chart.
Today we’ve hit a very delicate time and price target:
• Price: tF+5 (annual cycle target)
• Time: long Ti box (inverse weekly cycle)
This scenario overlaps with the analysis generated by CycleSic —
our proprietary software for building the composite cycle based on DFT analysis.
According to CS, the weekly candle starting today (or within the next two) is expected to mark the closure of significant structures —
most likely the short inverse annual cycle.
Therefore, while keeping long position no.47 open, we are simultaneously building a short setup and awaiting its TP at $117,200.
Wishing everyone steady and disciplined slow trading.
Analisi EURUSD sulla scia dei daziLa coppia valutaria EUR/USD ha evidenziato una moderata flessione nel corso della scorsa settimana, stabilizzandosi appena al di sotto della soglia tecnica di 1,1700, in ulteriore distanziamento dal massimo pluriennale di 1,1830 registrato agli inizi di luglio.
L’andamento dei mercati finanziari continua a essere influenzato dalle dinamiche politiche statunitensi, in particolare dagli obiettivi strategici delineati dal Presidente Donald Trump. Con il progressivo ridimensionamento delle tensioni geopolitiche, l’attenzione dell’amministrazione statunitense si è nuovamente focalizzata sulle politiche commerciali, in particolare sull’imposizione dei dazi, nonché sull’orientamento prudente adottato dalla Federal Reserve in materia di politica monetaria.
Sin dall’inizio della settimana, l’attenzione degli operatori speculativi si è concentrata sulla scadenza del 9 luglio, data chiave per l’entrata in vigore dei nuovi dazi commerciali. Nel mese di maggio, il Presidente Donald Trump aveva annunciato l’introduzione di misure tariffarie di ritorsione su oltre 180 partner commerciali, accompagnando tale decisione con un periodo di grazia di 90 giorni, finalizzato a favorire la negoziazione di accordi più favorevoli per gli Stati Uniti.
Tuttavia, con l’avvicinarsi della scadenza, i progressi sul fronte negoziale si sono rivelati limitati. Gli Stati Uniti sono riusciti a concludere intese commerciali solo con alcune economie minori, come il Vietnam, mentre non sono stati raggiunti accordi significativi con le principali controparti commerciali, inclusa – prevedibilmente – la Cina.
Il Presidente degli Stati Uniti ha successivamente provveduto all’invio di comunicazioni ufficiali a circa 40 Paesi, notificando l’introduzione di dazi doganali compresi tra il 20% e il 40%, contestualmente all’estensione del periodo di grazia fino al 1° agosto.
In un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali, è stata annunciata un’imposta del 50% sulle importazioni dal Brasile, motivata da presunte pratiche commerciali scorrette e da accuse politicamente motivate nei confronti dell’ex Presidente Jair Bolsonaro.
Contestualmente, l’amministrazione ha imposto un dazio del 50% su tutte le importazioni di rame e una tariffa del 35% sui beni provenienti dal Canada. Infine, in un’intervista rilasciata alla NBC lo scorso venerdì, il Presidente ha anticipato che i restanti partner commerciali potrebbero essere soggetti a dazi compresi tra il 15% e il 20%.
Il Presidente degli Stati Uniti ha rinnovato le sue critiche nei confronti del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, intensificando la pressione affinché l’istituto centrale adotti una politica monetaria più accomodante. In particolare, Trump ha ribadito la propria convinzione che il tasso di riferimento della Fed sia attualmente superiore di almeno 300 punti base rispetto a un livello ritenuto adeguato per sostenere la crescita economica.
Attraverso un post pubblicato su Truth Social, Trump ha accusato Powell di mantenere i tassi “artificialmente elevati” e di ignorare l’assenza di pressioni inflazionistiche, arrivando a definirlo nuovamente “Too Late” e a chiederne pubblicamente le dimissioni. Il Presidente ha inoltre espresso l’intenzione di nominare un successore più allineato alla sua visione, qualora Powell decidesse di lasciare l’incarico.
Tra i nomi circolati come potenziali sostituti figurano il Segretario al Tesoro Scott Bessent, il Direttore del National Economic Council Kevin Hassett, la Vicepresidente della Fed Michelle Bowman e il Governatore Christopher Waller.
Le dichiarazioni di Trump hanno alimentato un clima di incertezza sui mercati finanziari, contribuendo a un temporaneo rafforzamento del dollaro statunitense (USD), sostenuto dal suo ruolo di valuta rifugio. Tuttavia, i timori legati alla stabilità della governance economica e alle prospettive macroeconomiche degli Stati Uniti hanno limitato l’ampiezza di tale apprezzamento.
Nel corso della settimana, l’attenzione degli operatori si è concentrata sulla pubblicazione dei verbali della riunione di giugno del Federal Open Market Committee (FOMC). Dai documenti è emersa una sostanziale coesione tra i funzionari della Federal Reserve e il Presidente Jerome Powell, con una valutazione condivisa secondo cui, sebbene l’incertezza legata alle politiche commerciali si sia parzialmente attenuata, essa permane su livelli elevati.
La maggioranza dei membri del Comitato ha ritenuto probabile e appropriata una riduzione del tasso sui federal funds entro la fine dell’anno, mentre una minoranza ha espresso preferenza per il mantenimento dell’attuale orientamento monetario nel corso del 2025.
Parallelamente, i dati macroeconomici provenienti dall’Eurozona hanno fornito segnali contrastanti. L’indice Sentix Investor Confidence relativo al mese di luglio ha registrato un miglioramento, attestandosi a 4,5 punti rispetto al valore negativo di -0,2 di giugno. Tuttavia, le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione dello 0,7% su base mensile a maggio, peggiorando rispetto al precedente calo dello 0,3%. In Germania, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è stato confermato al 2% su base annua per il mese di luglio.
Nonostante la pubblicazione di tali dati, l’euro (EUR) non ha mostrato reazioni significative, in quanto il sentiment di mercato continua a rappresentare il principale driver delle dinamiche valutarie.
Appuntamenti sul calendario economico di questa settimana
Nel corso dei prossimi giorni, l’attenzione degli operatori sarà rivolta a una serie di dati macroeconomici di rilievo provenienti dagli Stati Uniti. In particolare, martedì è attesa la pubblicazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) relativo al mese di giugno, seguita giovedì dai dati sulle vendite al dettaglio, anch’essi riferiti allo stesso periodo. A completare il quadro settimanale, venerdì verrà diffusa la stima preliminare dell’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan per il mese di luglio.
Sul fronte europeo, il calendario macroeconomico si presenta più contenuto. In evidenza, la Germania pubblicherà l’indagine ZEW di luglio sul sentiment economico, mentre a livello di area euro è attesa la lettura finale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) di giugno.
Nel frattempo, diversi esponenti della Federal Reserve interverranno pubblicamente nel corso della settimana. Tuttavia, non sono attese indicazioni di rilievo, con le dichiarazioni che dovrebbero risultare coerenti con l’attuale orientamento attendista espresso dal Presidente Jerome Powell.
ANALISI TECNICA SUL CROSS
WEEKLY CHART
L’analisi tecnica su base settimanale della coppia EUR/USD evidenzia l’avvio di una fase correttiva, successiva a condizioni di ipercomprato. Gli indicatori tecnici si sono progressivamente allontanati dai massimi recenti, orientandosi al ribasso, pur mantenendosi ancora in prossimità di livelli estremi. Questo comportamento suggerisce un raffreddamento del momentum rialzista, senza tuttavia indicare un completo disimpegno da parte dei compratori.
La media mobile semplice (SMA) a 20 periodi conserva una pendenza marcatamente positiva, posizionandosi ben al di sopra delle SMA a 100 e 200 periodi, che risultano in fase di convergenza, confermando la persistenza di un bias strutturalmente rialzista.
Dal punto di vista dei livelli tecnici, il cambio EUR/USD si mantiene al di sopra del ritracciamento di Fibonacci del 23,6% del rally compreso tra maggio e luglio, situato in area 1,1650, che rappresenta il primo supporto dinamico di rilievo. Un’eventuale estensione della correzione troverebbe un supporto più significativo in prossimità del ritracciamento del 38,2%, localizzato attorno a 1,1540.
L'indicatore Ichimoku ci rappresenta un chiaro trend al rialzo con la Tenkan e la Kijun Sen distanti entrambe dal prezzo. Per adesso la Tenkan Sen sta fungendo da supporto dinamico e quindi è auspicabile un ulteriore rimbalzo sulla stessa prima di un'ulteriore spinta al rialzo.
La Chiku Span non ha alcun ostacolo al rialzo e la Kumo ha una perfetta fisonomia rialzista.
DAILY CHART
Le letture tecniche su base giornaliera confermano un’impostazione coerente con il quadro settimanale. La coppia EUR/USD sta attirando nuovamente l’interesse degli acquirenti per il secondo giorno consecutivo, trovando supporto dinamico in prossimità della media mobile semplice (EMA) a 21 periodi (linea viola), lievemente inclinata al rialzo e situata appena al di sopra del ritracciamento di Fibonacci del 38,2% del movimento 19 giugno - 01 luglio (rettangolo verde).
Parallelamente, la EMA a 100 (linea gialla) periodi mostra una pendenza decisamente positiva, posizionandosi a oltre 400 pip al di sotto dei livelli correnti, rafforzando la struttura tecnica di medio termine. Gli indicatori di momentum, pur muovendosi in territorio positivo, evidenziano un’inclinazione ribassista, segnalando un aumento della pressione in vendita, ma senza fornire ancora segnali chiari di un’estensione della fase correttiva.
Sul fronte delle resistenze, la coppia incontra un primo ostacolo tecnico in area 1,1720, mentre una barriera più significativa si colloca in prossimità di 1,1770. Un superamento deciso di quest’ultima soglia potrebbe rappresentare un segnale di esaurimento della correzione e aprire la strada a un nuovo impulso rialzista, con target potenziale oltre il massimo annuale a 1,1830.
Da notare come il prezzo ha corretto la sua proiezione al rialzo al livello 1,27% dell'inversione di FIbonacci calcolata sull'impulso 21 aprile - 27 marzo.
Ichimoku ci descrive un possibile rimbalzo sulla Kijun Sen prima di una forte ripartenza in ascesa, zona di confluenza con il ritracciamento di Fibonacci 0,618%.
I volumi sulla time-line ci suggeriscono una rinnovata ripresa e questo rafforza la continua la propensione al rialzo.
BITCOIN IN RALLY- Nuovo record storico di 120.000$.
Il prezzo del Bitcoin è in forte rialzo dopo una decisa rottura dei 110k dove il prezzo lateralizzava da settimane, questo nuovo rally ha portato il prezzo a raggiungere un nuovo record storico di 120k.
Nel grafico si può notare un KST confortante che da forza al trend rialzista analizzato dal canale di regressione di breve termine. Analizzando il volume profile possiamo notare un POC ben al di sotto del prezzo in area 95k e volumi bassi per il nuovo rally in evidenza area 120k.
Dalla liquidation heatmap si può osservare abbastanza poco visto lo slancio, il prezzo è ben oltre i livelli indicati .
Al momento supporti del trend di breve termine rispettivamente a 120k (bassi volumi) e 113k (supporto heatmap)
Trump impone dazi su importazioni da UE e CanadaTRUMP COLPISCE MESSICO E UNIONE EUROPEA
Sabato, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che la sua amministrazione imporrà una tariffa del 30% sui beni provenienti dal Messico e dall'Unione Europea a 27 nazioni, a partire dal 1° agosto. La decisione prende di mira due dei principali partner commerciali di Washington, dopo settimane di tentativi per raggiungere un accordo più ampio.
L’ultima serie di lettere inviate da Trump, indirizzate alla presidente messicana Claudia Sheinbaum e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, potrebbe avere un impatto su oltre 1.000 miliardi di dollari di importazioni annuali e aumentare il rischio di una guerra commerciale globale. Queste lettere concludono una settimana in cui più di due dozzine di Paesi hanno ricevuto comunicazioni simili, con l’annuncio di dazi statunitensi compresi tra il 20% e il 50%.
Non è chiaro quali criteri Trump abbia utilizzato per determinare i livelli tariffari, anche se potrebbe aver fatto riferimento alla tabella draconiana presentata il 2 aprile scorso. Il presidente considera le tasse sulle importazioni uno strumento efficace per rilanciare il settore manifatturiero statunitense, favorire i surplus commerciali e contrastare l’uso illegale di droghe.
Entrambi i partner hanno comunque dichiarato la disponibilità ad avviare ulteriori trattative prima della scadenza. Inizialmente, la Casa Bianca era fiduciosa di poter concludere 90 accordi in 90 giorni. Tuttavia, la complessità dei negoziati ha reso più conveniente concentrarsi su pochi accordi rilevanti, comunicando ai Paesi più piccoli o più riluttanti i dazi previsti, senza troppe consultazioni.
La partita resta aperta e ci vorranno settimane prima di osservare le reazioni dei Paesi coinvolti.
RISK ON, RISK OFF: ETERNO DILEMMA
La borsa americana ha chiuso in ribasso venerdì, dopo che il presidente Trump ha annunciato un dazio del 35% sulle importazioni canadesi e ha avvertito di un possibile aumento generalizzato dei dazi a livello globale. L’S&P 500 ha perso lo 0,3% dopo aver toccato un massimo storico il giorno precedente, interrompendo una serie positiva alimentata dall’appetito per il rischio.
La lettera inviata al Canada ha destato preoccupazione, poiché minaccia ulteriori azioni in caso di ritorsioni e accenna a misure simili contro l’Unione Europea, previste a breve. La maggior parte dei settori ha chiuso in territorio negativo, con sanità e finanza in testa alle perdite, mentre energia e beni di consumo discrezionali hanno registrato un rialzo.
Le grandi capitalizzazioni hanno mostrato andamenti contrastanti: Apple (-0,6%), Meta (-1,3%) e Broadcom (-0,4%) sono scese, mentre Microsoft (+0,4%), Tesla (+0,1%), Nvidia (+1%), Alphabet (+1,4%) e Amazon (+1,2%) hanno chiuso in rialzo.
Nel corso della settimana, l’S&P 500 e il Dow Jones hanno perso l’1,1%, mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,1%. La settimana entrante si preannuncia intensa, con l’inizio della stagione degli utili del secondo trimestre e la pubblicazione dei principali report sull’inflazione.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, il dollaro mostra difficoltà nel superare le resistenze chiave nel breve periodo, mentre le valute concorrenti mantengono i supporti e sembrano pronte a ripartire al rialzo. L’EUR/USD mantiene per ora quota 1,1660 e non rompe al ribasso, a meno di aperture in gap alla riapertura dei mercati, dovute alle minacce di dazi all’Unione Europea.
Il cambio GBP/USD si trova vicino ai supporti chiave tra 1,3440 e 1,3350, complice anche la debolezza dei dati britannici della scorsa settimana, che hanno rilanciato il cross EUR/GBP verso quota 0,8690, primo obiettivo di breve termine. Il cambio USD/JPY si avvicina alle resistenze di medio termine a 148,00 e 148,50, la cui rottura potrebbe rilanciare il trend rialzista.
Le valute oceaniche restano in una fase di stallo: non salgono, ma mantengono i supporti in attesa di notizie positive dalla Cina sul fronte dei dazi con gli Stati Uniti. Il dollaro canadese si è indebolito, con il cambio USD/CAD salito verso 1,37, dopo l’annuncio di una tariffa del 35% su tutti i prodotti canadesi non appartenenti all’USMCA, con entrata in vigore il 1° agosto.
L’escalation ha riacceso le preoccupazioni sull’accesso del Canada alle esportazioni e ha aumentato l’incertezza sulla politica commerciale. Trump ha invocato i dazi di ritorsione di Ottawa e una presunta mancanza di “spirito cooperativo”, aumentando la pressione sul Canada affinché concluda un nuovo accordo prima della scadenza. I nuovi dazi si aggiungono a quelli esistenti del 50% su acciaio e alluminio, di cui il Canada è il principale fornitore degli Stati Uniti.
Tuttavia, l’economia canadese mostra segnali di ripresa. Il rapporto sul lavoro di giugno ha sorpreso positivamente, con 83.100 nuovi posti di lavoro e un tasso di disoccupazione sceso al 6,9%. Questi dati hanno ridotto le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Banca del Canada nella riunione del 30 luglio, offrendo sostegno al dollaro canadese nonostante le tensioni commerciali.
CANADA: DISOCCUPAZIONE IN CALO
Il tasso di disoccupazione in Canada è sceso al 6,9% a giugno 2025, rispetto al 7% del mese precedente, in controtendenza rispetto alle aspettative di un aumento al 7,1%. Si tratta del primo miglioramento da gennaio, che attenua i timori legati all’incertezza economica e ai dazi statunitensi.
Il numero di disoccupati è diminuito di 22.100 unità, attestandosi a 1.552.500. L’occupazione totale è aumentata di 83.100 unità, raggiungendo quota 22.613.700, il maggior incremento da dicembre. La crescita è stata trainata dal più forte aumento dell’occupazione part-time degli ultimi tre anni, concentrato soprattutto nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.
Nel frattempo, il tasso di partecipazione è salito di 0,1 punti percentuali, attestandosi al 65,4%.
SETTIMANA ENTRANTE
Gli sviluppi nella politica commerciale statunitense continueranno a rappresentare il principale market mover, dopo che il presidente Trump ha minacciato di imporre dazi del 30% sulle importazioni da Messico e Unione Europea a partire dal 1° agosto.
Martedì inizierà la stagione degli utili con i risultati delle principali banche statunitensi. Tra i dati economici più attesi figurano l’indice dei prezzi al consumo (CPI), l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) e le vendite al dettaglio negli Stati Uniti. A livello internazionale, saranno pubblicati il PIL e la bilancia commerciale della Cina, i tassi di inflazione di Giappone, Canada e Regno Unito, oltre alla riunione del G20 in Sudafrica.
Buona settimana.
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OPEC+ annuncia un aumento della produzioneNelle ultime settimane, l’OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione petrolifera di 548.000 barili al giorno (kbd), una cifra superiore alle attese degli analisti. Questo incremento fa presagire un possibile annullamento completo dei tagli produttivi pari a 2,2 milioni di barili al giorno (mbd), più un’aggiunta di 0,3 mbd derivante dall’aumento della quota degli Emirati Arabi Uniti, entro settembre 2025. Contemporaneamente, Saudi Aramco ha rialzato il prezzo ufficiale di vendita (OSP), ma il mercato sembra mantenersi stabile, con quotazioni simili a quelle della settimana precedente.
Produzione e domanda
A dicembre 2024, pochi avrebbero scommesso che il mercato potesse avvicinarsi all’equilibrio con un parziale smantellamento dei tagli produttivi. Oggi, la situazione appare più complicata: la domanda globale sembra in leggero calo, mentre la produzione statunitense, pur inferiore alle aspettative, ha mostrato dati robusti fino ad aprile 2025, secondo i dati dell’EIA. Le previsioni sul futuro della produzione Usa, restano incerte.
Le incognite e le prospettive future
L’aumento di produzione da parte dell’Arabia Saudita è considerato reale e sostenibile.
La Russia potrebbe incrementare la produzione, anche se la tempistica resta incerta.
Gli Emirati Arabi Uniti e l’Iraq rappresentano ulteriori variabili, con dati di produzione e esportazione non sempre chiari, complicati dalla possibile miscelazione di condensati e prodotti raffinati.
Sul fronte non-OPEC, la produzione è relativamente certa, con nuovi progetti come Mero-4 in Sudan che hanno iniziato a produrre a maggio 2025.
Conclusioni
Il mercato petrolifero globale si trova in una fase di grande incertezza, con modelli previsionali che si sono dimostrati meno affidabili del previsto. La complessità delle dinamiche di offerta e domanda, unita a fattori geopolitici e tecnici, rende difficile formulare previsioni certe. Monitorare costantemente i dati reali di produzione e scorte rimane la strategia migliore per navigare un mercato ancora molto volatile.
Powell dimissioni???? ho bisogno del tuo sostegno.
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Come sempre, Trump ha lanciato notizie pesanti nel weekend.
Minaccia di dazi al 30% verso UE, Messico e altri paesi, più attacchi diretti a Powell (che starebbe valutando le dimissioni).
Queste notizie peseranno sui mercati.
Mi aspetto al mercato aperto, o se queste notizie verranno confermate:
Gold: forte spinta rialzista 🚀
Indici: situazione mista – ribasso per effetto dazi, possibile rialzo se Powell lascia
DXY: short
I mercati cambiano velocemente, quindi restate vigili.
Quadro macro bullish: dazi e crisi FED supportano l'oro come bene rifugio.
monitoro il livello che vi ho segnato settimana scorsa 3370/3400 e vediamo cosa ci combina
questa settimana abbiamo dati importanti :
Dati inflazione USA:
CPI e PPI attesi in settimana.
Se l'inflazione scende, il dollaro può indebolirsi → favorevole all’oro.
Tensioni geopolitiche:
Situazione ancora calda tra Cina e Taiwan.
Ogni escalation può rafforzare l’oro.
Acquisti banche centrali:
Diversi report confermano acquisti continui di oro da parte di Cina e Russia.
È un fattore bullish sul lungo periodo.
Rischio recessione USA:
Alcuni analisti parlano di rischio recessione entro fine anno.
Se il tema torna forte, oro può essere comprato come copertura.
Tassi reali:
I rendimenti reali USA restano elevati, ma se Powell lascia e la FED diventa più “colomba”, l’oro può beneficiarne.
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#AN020: Dazi USA, Euro Debole, USD Forte, Forex a Rischio?
1. Nuove minacce di dazi USA contro UE e Canada
Durante il fine settimana, il Presidente Trump ha annunciato l’invio di lettere formali che introducono nuovi dazi: 35 % sulle merci canadesi e potenziali tariffe anche per l’UE (15‑20 %)
Contesto: il ritorno del protezionismo alimenta l’incertezza.
Effetto sui mercati: spostamento verso valute rifugio — il dollaro americano guadagna terreno, mentre EUR/USD e USD/CAD restano sotto pressione.
2. EUR/USD sotto 1.1700
La coppia EUR/USD ha chiuso la settimana al di sotto di 1,1700, senza riuscire a recuperare.
3. GBP/USD perde terreno
Il cross GBP/USD è sceso sotto 1,3500, toccando i minimi di tre settimane.
Fattori: dati del PIL UK deludenti + rafforzamento USD.
Impatto: pressione sulla sterlina, possibile continuazione della tendenza ribassista fino a 1,3420 se non emergono dati migliori.
4. USD/JPY vicino a 147,50
Il dollaro ha raggiunto nuovi massimi di due settimane nei confronti dello yen, toccando 147,50.
Cause: fuga dal rischio e riduzione delle attese di intervento BoJ.
Prospettive: se il sentiment globale resta avverso, l’USD/JPY potrebbe puntare verso i 148,00.
5. Oro e asset rifugio in ripresa
L’incertezza commerciale sostiene l’oro, risalito vicino a 3 360 $/oncia .
Prospettiva: aumenta la volatilità e la preferenza per USD e JPY; l’Oro agirà come sentinella della paura sui mercati.
🔍 Sintesi impatti sui mercati Forex
EUR/USD Più debole: spinta verso 1,1600 a causa dei timori commerciali e del rafforzamento USD
GBP/USD In ribasso: sotto pressione dati UK + avversione al rischio
USD/JPY In salita: rifugio in USD e possibile break sopra 148
USD/CAD Volatile: dazi Canada penalizzano CAD, ma prezzi petrolio e reazioni BoC da monitorare
Oro & XM ORO rafforzato, segnale di rischiosità, supporto USD; JPY e USD beneficiano
Dow relativamente più deboleMentre, NQ ed ES, relativamente il future sul Nasdaq e l'SP500, hanno segnato nuovi massimi superando R1 di dei livelli pivot calcolati secondo la metodologia Fibonacci, il Dow rimane indietro faticando a raggiungere e superare i precedenti massimi.
Per cui se dovessi scegliere un mercato su cui posizionarmi short per all'apertura di questa notte sarebbe proprio il Dow, questo per cercare di approfittare di un possibile rintracciamento dei mercato sulla notizia di dazi al 30% verso l'UE.
Tecnicamente anche il YM è posizionato a rialzo per cui sarebbe un contro trend, effettuato su basi "MACRO" o meglio un Trump trade. Probabilmente ci sarà un aumento di volatilità, il che mi fa preferire operazioni sul micro o sui CFD per poter ridurre l'esposizione.
BITCOIN ( BTCUSD ), Strategia rialzistaBITCOIN ( BTCUSD ), Strategia rialzista
DESCRIZIONE CRYPTO:
Il bitcoin è una criptovaluta decentralizzata originariamente descritta nel 2008 guida da una persona, o gruppo di persone, che utilizza lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. È stato lanciato poco dopo, nel gennaio 2009.
Bitcoin è una valuta online peer-to-peer, il che significa che tutte le transazioni avvengono direttamente in maniera uguale e indipendente tra i partecipanti alla rete, senza la necessità di alcun intermediario per consentirle o facilitarle. Bitcoin è stato creato, secondo le stesse parole di Nakamoto, per consentire «l'invio di pagamenti online direttamente da una parte all'altra senza utilizzare un istituto finanziario».
DATI: 15 / 03 /2025
Prezzo = 84300 Dollari
Capitalizzazione = $1,53T
Circulating supply = 119,83M BTC
Max Supply = 21M BTC
Link Sito Web = bitcoin.org
Target Price BITCOIN (BTCUSD):
1° Target Price: 111638.6 Dollari
2° Target Price: 180636.11 Dollari
3° Target Price: 249634 Dollari
4° Target Price: 292274.47 Dollari
Azimut Holding ( AZM ), Strategia rialzista di lungo periodAzimut Holding ( AZM ), Strategia rialzista di lungo periodo
DESCRIZIONE TITOLO:
Azimut Holding S.p.A. è stata costituita nel 1989 e ha sede a Milano, Italia. Azimut Holding S.p.A. opera nel settore del risparmio gestito. Distribuisce, gestisce e promuove prodotti finanziari e assicurativi in Italia, Lussemburgo, Irlanda, Cina, Principato di Monaco, Svizzera, Singapore, Brasile, Messico, Taiwan, Cile, Stati Uniti, Australia, Turchia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto. Commercializza e gestisce fondi comuni di investimento italiani e fondi di investimento alternativi italiani, nonché portafogli di investimento individuali; distribuisce prodotti del gruppo e di terzi in Italia attraverso una rete di consulenti finanziari. La società gestisce anche fondi multi strategia e offre prodotti di assicurazione sulla vita.
DATI: 16/ 01 /2023
Prezzo = 22.70 Euro
Capitalizzazione = 3,164B
Beta (5 anni mensile) = 1,64
Rapporto PE ( ttm ) = 5,38
EPS ( ttm ) = 4,21
Target Price Azimut Holding di lungo periodo:
1° Target Price: 27.76 Euro
2° Target Price: 43.33 Euro
3° Target Price: 68.41 Euro
4° Target Price: 93.49 Euro
5° Target Price: 109 Euro
LUVE ( LUVE ), Strategia rialzistaLUVE ( LUVE ), Strategia rialzista
DESCRIZIONE TITOLO:
LU-VE S.p.A. è stata fondata nel 1985 e ha sede a Uboldo, in Italia. LU-VE S.p.A. è una controllata di Finami S.R.L. LU-VE S.p.A. è impegnata nella produzione e commercializzazione di scambiatori di calore e apparecchiature per il raffreddamento ad aria in Italia e a livello internazionale. Opera attraverso i sistemi SBU Cooling Systems e SBU Components. L'azienda offre scambiatori di calore, tra cui raffreddatori commerciali e industriali, raffreddatori ad aria, condensatori in acciaio senza tubo, condensatori ad aria e a gas, raffreddatori a secco, accessori e prodotti speciali. Fornisce anche bobine, porte in vetro e prodotti IOT. L'azienda offre i suoi prodotti per applicazioni di refrigerazione, condizionamento, raffreddamento industriale, energia e potenza, raffreddamento di data center e big data e soluzioni di digital signage.
DATI: 07 / 07 / 2024
Prezzo = 26.55 Euro
Capitalizzazione = 589,577M
Beta (5 anni mensile) = 0,86
Rapporto PE (ttm) = 17,24
EPS (ttm) = 1,54
Target Price LUVE di lungo periodo:
1° Target Price: 32.40 Euro
2° Target Price: 47.30 Euro
3° Target Price: 71.50 Euro
4° Target Price: 95.60 Euro
5° Target Price: 110.60 Euro
Uno sguardo a STMNonostante il calo di venerdi al momento nulla di grave ma la seduta di ieri rimette in discussione il breakout sopra €26,87.
Al momento trading range valido compreso tra €26,915 e €28,275 un possibile ulteriore breakout rialzista potrebbe spingere il titolo fino a €28,875 e €28,98.
Al momento da segnalare una posizione netta corta da parte del fondo D.E. Shaw pari a 1,10% della azioni in circolazione.
Uno sguardo a StellantisNonostante il forte calo di venerdi non cambia molto a livello tecnico su Stellantis in quanto rimane ancora valido il trading range compreso tra €8,287 e €9,017.
Al momento sembra ancora posibile un ritorno a €9,25 a seguire €9,349 e €9,372 fermorestando non perda area €8,30.
Probabili pnc presenti sul titolo al di sotto dello 0,50 e quindi al momento poco rilevanti.