EURUSD- Si è gia formato il minimo per 1,19?Costruiamo le Onde di Hosoda ipotizzando che quello del 10 Luglio sia il minimo del nostro ABC. Le proiezioni ci indicherebbero una zona target in area 1,19 (sempre lei) posizionata tra l'Onda NT e Fibo 61,8%.
Siamo sotto la 1x1 di Gann e Fiber potrebbe voler scendere ancora verso, quella che io chiamo, la Golden Zone prima di risalire.
Sono soltanto ipotesi, vedremo.
Oltre l'analisi tecnica
Certificato Phoenix Memory Rendimento 13,44% sul Settore AereoIl settore del trasporto aereo rappresenta da sempre un comparto ciclico capace di offrire opportunità interessanti per gli investitori più attenti. In questo contesto, il certificato NLBNPIT1UX25 si distingue per una struttura che combina un rendimento annualizzato del 13,44% con una barriera capitale al 40%, offrendo un profilo di investimento particolarmente attraente per chi cerca rendimenti superiori alla media con protezione condizionata del capitale.
La scelta di tre colossi del trasporto aereo internazionale come sottostanti – Air France-KLM, American Airlines e Lufthansa – riflette una strategia di diversificazione geografica che abbraccia i principali mercati europei e americani. Con una distanza dalla barriera del 58%, il certificato offre un cuscinetto significativo rispetto ai livelli attuali di mercato.
Analisi del Certificato NLBNPIT1UX25
Il certificato NLBNPIT1UX25 appartiene alla categoria Phoenix Memory Callable, una delle strutture più apprezzate dagli investitori per la capacità di generare flussi cedolari regolari con memoria. Questa tipologia di prodotto è progettata per offrire rendimenti interessanti anche in contesti di mercato laterale o moderatamente ribassista.
La struttura Phoenix Memory implica che le cedole non pagate vengono accumulate e possono essere recuperate successivamente quando le condizioni di mercato lo permettono. Il meccanismo callable consente all’emittente di richiamare anticipatamente il certificato in caso di andamento particolarmente favorevole dei sottostanti.
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Buone opportunità a tutti!
Disclaimer: questo contenuto non rappresenta sollecitazione al pubblico risparmio, promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazione finanziaria. Le informazioni sono fornite a scopo educativo e informativo.
Economia USA solida, Fed ferma sui tassiDATI USA POSITIVI, LA FED NON PUÒ TAGLIARE
In questo momento, analizzando gli ultimi dati macroeconomici, non c’è molto da aggiungere se non che i numeri relativi all’economia americana continuano a mostrare resilienza e crescita, seppur in rallentamento rispetto al recente passato. Questa situazione, evidentemente, non consente alla Federal Reserve di ridurre il costo del denaro, nonostante le pressioni del Presidente degli Stati Uniti, che da mesi invoca a gran voce un taglio dei tassi.
Tuttavia, sia i dati sull’inflazione sia quelli relativi alla produzione e al mercato del lavoro non offrono alcuna possibilità di riduzione o cambiamento della politica monetaria.
BORSE USA
Wall Street ha registrato un recupero nella sessione di ieri, con guadagni compresi tra lo 0,4% e l’1% per i tre principali indici. La seduta è stata caratterizzata da una bassa volatilità, nonostante la pubblicazione di alcuni dati macroeconomici rilevanti.
Le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,6% il mese scorso, ben al di sopra delle aspettative che si fermavano a un modesto +0,1%, segnalando ancora una volta la resilienza dei consumi. Anche le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono diminuite, attestandosi a 221.000, a conferma della solidità del mercato del lavoro.
Nel frattempo, i timori degli investitori si sono attenuati dopo che il presidente Trump ha smentito le voci secondo cui avrebbe intenzione di licenziare il presidente della Fed, Jerome Powell. I settori dei beni di consumo di base e dei prodotti industriali hanno registrato le migliori performance, mentre il comparto sanitario ha sottoperformato.
Per quanto riguarda gli utili, le azioni di PepsiCo sono salite di oltre il 6% dopo la pubblicazione di risultati trimestrali superiori alle attese. United Airlines ha guadagnato il 5,7%, nonostante previsioni annuali deludenti, affermando però che le prospettive sono ora più prevedibili rispetto ai primi sei mesi dell’anno. Netflix, infine, è attesa alla pubblicazione dei risultati dopo la chiusura delle contrattazioni.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, l’EUR/USD non è riuscito a superare quota 1,1560, tornando sopra 1,1600 durante la notte. I movimenti sono stati più erratici nella sessione asiatica rispetto a quella europea. Il dollaro ha perso terreno anche contro la sterlina, che è risalita sopra 1,3400, ma ha mantenuto forza contro lo yen giapponese, su cui pesano i timori di un possibile cambio di regime politico dopo anni di dominio del Partito Liberale, in vista delle elezioni della Camera Alta previste per domenica.
Il cambio USD/JPY resta vicino a 149,00, mentre l’EUR/JPY si avvicina a 173,00, con possibili target oltre 175,00. Il cambio USD/CAD continua una lenta fase di accumulazione, con obiettivi potenziali in area 1,3850 e 1,4000. Le valute oceaniche restano deboli: AUD/USD e NZD/USD non riescono a superare rispettivamente 0,6600 e 0,6100. Le valute emergenti si mantengono stabili, in attesa della scadenza del primo agosto per comprendere le prossime mosse della politica commerciale statunitense nei confronti dei partner internazionali.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 7.000 unità rispetto alla settimana precedente, attestandosi a 221.000 nel secondo trimestre di luglio. Il dato è nettamente inferiore alle aspettative di mercato, che prevedevano un aumento a 235.000, e rappresenta il livello settimanale più basso da aprile.
Nel frattempo, le richieste in sospeso sono rimaste sostanzialmente invariate a 1.956.000, al di sotto delle attese di 1.970.000, e ancora lontane dai massimi del 2021 toccati a giugno. Questi risultati confermano la solidità del mercato del lavoro, in linea con le dichiarazioni della Federal Reserve, pur indicando un rallentamento nel ritmo delle assunzioni dall’inizio dell’anno.
VENDITE AL DETTAGLIO USA
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,6% su base mensile a giugno 2025, dopo due mesi consecutivi di calo. Il dato ha superato le aspettative del mercato, ferme a un modesto +0,1%.
Gli incrementi più significativi si sono registrati nelle vendite di veicoli a motore e ricambi, materiali da costruzione e attrezzature da giardino, e abbigliamento. Altri aumenti hanno interessato i servizi di ristorazione e bar, i negozi di alimentari e bevande, quelli di salute e cura della persona, e i negozi di articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e librerie.
È importante notare che le vendite al dettaglio escluse le categorie più volatili, come ristorazione, auto, materiali da costruzione e carburanti — utilizzate per il calcolo del PIL — sono aumentate dello 0,5%, dopo una revisione al ribasso dello 0,2% nel mese precedente, superando anche le attese dello 0,3%.
SVIZZERA, SURPLUS COMMERCIALE
Nonostante la forza del franco svizzero, che non mostra segni di correzione, il surplus commerciale della Svizzera è salito a 4,3 miliardi di franchi a giugno 2025, quasi il doppio rispetto ai 2,2 miliardi del mese precedente, rivisti al rialzo.
Le esportazioni sono cresciute dell’8,6% su base mensile, raggiungendo i 23 miliardi di franchi, grazie alla forte domanda di veicoli, prodotti chimico-farmaceutici e strumenti di precisione. Gli aumenti più marcati si sono registrati verso Slovenia, Repubblica Ceca e Irlanda. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 26,9%, recuperando dal calo del 43,8% di maggio, dopo l’approvazione preliminare di un accordo commerciale, ancora in attesa della firma definitiva da parte del presidente Donald Trump.
Le importazioni, invece, sono diminuite dell’1,5%, attestandosi a 18,7 miliardi di franchi, a causa del calo degli arrivi di prodotti chimico-farmaceutici e fonti energetiche. I cali più significativi si sono registrati da Arabia Saudita, Corea del Sud e Slovenia.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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GameStop. La lezione della visione controcorrente La storia offre spesso esempi potenti di come la convinzione e la strategia possano prevalere anche di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili. La vicenda GameStop del gennaio 2021 illustra perfettamente questo principio.
Nel gennaio 2021, il titolo GameStop era scambiato intorno ai 17 dollari per azione, con un interesse allo short superiore al 100% delle azioni disponibili. Hedge fund e investitori istituzionali puntavano sul fallimento del “retailer in difficoltà”. Ma un trader retail, Keith Gill, noto come “Roaring Kitty”, aveva una visione diversa. Gill aveva accumulato posizioni in GameStop fin dal 2019, convinto che il mercato sottovalutasse il potenziale dell’azienda. Pubblicò analisi e operazioni su Reddit, costruendo una comunità di investitori retail. Quando il prezzo iniziò a salire rapidamente, da 17 a oltre 300 dollari in poche settimane, molti avrebbero venduto per incassare i profitti. Gill invece mantenne la posizione, esercitando anche opzioni per acquistare ulteriori azioni. La resistenza di Gill e della comunità di piccoli investitori scatenò un short squeeze che causò perdite miliardarie a hedge fund come Melvin Capital, costringendoli a chiedere fondi di emergenza.
La vicenda portò a un’attenzione senza precedenti sulle dinamiche di mercato, con broker che limitarono le negoziazioni. Nel caso GameStop, la vera battaglia non fu solo numerica o finanziaria, ma culturale e psicologica. Questi episodi mostrano come una “variant perception”, una visione differente rispetto al consenso, possa trasformare una situazione disperata in un’opportunità. Molti investitori seguono la massa. Comprano ciò che è popolare e vendono ciò che è ciò che non fà notizia. Ma le opportunità più grandi si nascondono proprio nei “gap” tra realtà futura e percezione presente, dove pochi hanno il coraggio di guardare. Oggi, questa filosofia guida molti investitori che cercano di identificare trend sottovaluta.
In definitiva, la lezione di GameStop è chiara. Quando tutti scappano, è il momento di chiedersi se si crede davvero in ciò che si possiede o se si sta solo seguendo la folla. La differenza tra questi atteggiamenti può determinare il successo o la sconfitta.
Certificato Multi Express su Ferrari, Stellantis e VolkswagenIl settore automotive europeo sta attraversando una fase di profonda trasformazione, tra elettrificazione e nuovi modelli di business. In questo contesto dinamico, il certificato che analizzerei oggi offre un’opportunità interessante per posizionarsi su tre protagonisti del mercato: Ferrari, Stellantis e Volkswagen. Con un rendimento annualizzato del 15% e una barriera capitale al 50%, questo strumento strutturato combina potenziale di rendimento e protezione condizionata del capitale.
Il certificato appartiene alla categoria Multi Express con Barriera, una struttura che tipicamente combina la possibilità di rimborso anticipato con un flusso cedolare regolare. La caratteristica principale di questo prodotto è l’attraente rendimento del 15% annualizzato, che si posiziona ben al di sopra delle alternative tradizionali a reddito fisso.
Le caratteristiche tecniche principali includono:
Barriera capitale: 50% dei valori iniziali
Buffer di protezione: 49% rispetto ai livelli attuali
Scadenza: 3 giugno 2027
Meccanismo worst-of sui tre sottostanti
La struttura Multi Express suggerisce che il certificato offra cedole periodiche con possibilità di rimborso anticipato al verificarsi di determinate condizioni. Il buffer del 49% indica che i sottostanti possono perdere quasi la metà del loro valore attuale prima che la barriera capitale venga toccata, offrendo un margine di sicurezza significativo.
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EURUSD - analisi macroeconomica e finanziariaI rendimenti dei Treasury decennali statunitensi sono saliti intorno al 4,48% nella giornata di giovedì, in un contesto di attenuazione delle tensioni sui mercati, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito “altamente improbabile” l’ipotesi di rimuovere Jerome Powell dalla guida della Federal Reserve. La dichiarazione ha contribuito a rasserenare gli investitori, dopo che nella seduta precedente erano circolate indiscrezioni su un possibile licenziamento del presidente della Fed, ipotesi che aveva innescato un calo dei rendimenti per via dei timori di un’accelerazione nei tagli dei tassi d’interesse.
L’attenzione degli operatori si concentra ora sui dati relativi alle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, attesi nel corso della giornata, che potrebbero offrire ulteriori indicazioni sullo stato di salute dell’economia americana e sulle prossime mosse della banca centrale. Il tutto si inserisce in un quadro macroeconomico caratterizzato da segnali contrastanti: da un lato, un rallentamento dei prezzi alla produzione; dall’altro, un’accelerazione dell’inflazione al consumo.
Sul fronte commerciale, Trump ha dichiarato mercoledì che gli Stati Uniti manterranno probabilmente i dazi del 25% sulle importazioni dal Giappone, e ha lasciato intendere la possibilità di un nuovo accordo commerciale con l’India, dopo l’annuncio di un’intesa con l’Indonesia avvenuto il giorno precedente.
Nel frattempo, l’indice del dollaro statunitense è risalito a quota 98,7, recuperando terreno dopo una seduta volatile che si era chiusa in ribasso a causa delle preoccupazioni sull’indipendenza della Federal Reserve. Le tensioni si sono in parte dissipate dopo la smentita ufficiale da parte di Trump, che ha definito “altamente improbabile” un intervento diretto sulla leadership della banca centrale.
La produzione industriale statunitense ha registrato un incremento dello 0,3% nel mese di giugno, superando le attese del consenso, che indicavano un aumento più contenuto dello 0,1%. Il dato segna una ripresa dopo due mesi consecutivi di stagnazione, con variazioni nulle sia ad aprile che a maggio.
All’interno del comparto, la produzione manifatturiera – che rappresenta circa il 78% del totale – è cresciuta dello 0,1%, lievemente al di sopra delle previsioni di invarianza. Particolarmente significativa è stata la performance del settore delle utilities, in rialzo del 2,8%, trainata da un aumento del 3,5% nella produzione di energia elettrica, che ha più che compensato il calo del 2,6% nella produzione di gas naturale. Di contro, il settore minerario ha registrato una contrazione dello 0,3%.
Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è salito al 77,6%, rimanendo tuttavia al di sotto della media di lungo periodo del 79,6% (riferita al periodo 1972–2024).
Nel complesso, nel secondo trimestre del 2025, la produzione industriale ha evidenziato una crescita annualizzata dell’1,1%, segnalando una moderata espansione dell’attività economica nel comparto secondario.
I prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono rimasti invariati nel mese di giugno, segnando una pausa dopo l’incremento dello 0,3% registrato a maggio (dato rivisto al rialzo), e risultando inferiori alle attese del mercato, che indicavano un aumento dello 0,2%.
La componente dei servizi ha evidenziato una flessione dello 0,1%, dopo il +0,4% del mese precedente, principalmente a causa di un marcato calo (-4,1%) dei prezzi dei servizi di alloggio per i viaggiatori. Ribassi si sono osservati anche nei segmenti della vendita al dettaglio di automobili e ricambi, nei servizi di deposito, nel trasporto aereo passeggeri e nel commercio all’ingrosso di alimenti e bevande alcoliche.
Al contrario, i prezzi dei beni sono aumentati dello 0,3%, il ritmo più sostenuto da febbraio, sostenuti in particolare da un incremento dello 0,8% nel comparto delle comunicazioni e delle attrezzature correlate. Rialzi si sono registrati anche nei prezzi di benzina, energia elettrica residenziale, pollame trasformato, carni e frutta a guscio.
Su base annua, l’inflazione alla produzione è rallentata al 2,3%, il livello più basso da settembre 2024, in calo rispetto al 2,7% di maggio (dato rivisto) e al di sotto delle previsioni del 2,5%. Anche l’indice core PPI è rimasto invariato su base mensile, deludendo le attese di un +0,2%, mentre il tasso core annuo è sceso al 2,6% dal 3,2%, anch’esso inferiore al consensus del 2,7%.
Per quanto riguarda l’inflazione al consumo (USA), nel mese di giugno 2025, ha registrato un incremento dello 0,3% su base mensile, segnando la variazione più marcata degli ultimi cinque mesi. Il dato si confronta con un aumento dello 0,1% rilevato a maggio ed è risultato in linea con le attese del consenso di mercato.
Il principale contributo all’accelerazione dell’inflazione è derivato dalla componente abitativa, che ha evidenziato un incremento dello 0,2%. Parallelamente, si è osservato un rialzo dell’1,0% nei prezzi dei carburanti e dello 0,3% nel comparto alimentare.
Al contrario, alcune componenti del paniere hanno mostrato dinamiche deflazionistiche: i prezzi dei veicoli usati sono diminuiti dello 0,7%, mentre quelli dei veicoli nuovi hanno registrato una flessione dello 0,3%.
Analisi tecnica
Grafico giornaliero (Daily Chart)
Il quadro tecnico rimane impostato al rialzo, nonostante l’attuale fase di ritracciamento, attribuibile all’alternanza di tensioni sul fronte commerciale – in particolare in materia di dazi – e agli attriti istituzionali tra il Presidente Trump e il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Tali dinamiche stanno contribuendo a un contesto di crescente incertezza in merito all’orientamento futuro della politica monetaria statunitense.
Tale incertezza si è riflessa in un aumento della volatilità, particolarmente evidente nella sessione di mercoledì, caratterizzata da ampie escursioni di prezzo. Nonostante ciò, il trend di fondo si conferma rialzista, con la price action che continua a gravitare attorno al supporto dinamico rappresentato dalla Kijun Sen dell’indicatore Ichimoku.
Particolare attenzione è rivolta alla chiusura della candela odierna: una chiusura al di sotto della Kijun Sen potrebbe aprire spazi per ulteriori correzioni, con primo target tecnico individuato in area 1,144, dove il prezzo potrebbe trovare supporto sulla media mobile esponenziale a 50 periodi (EMA 50), come già osservato nella candela del 13 maggio.
Attualmente, il mercato si trova in corrispondenza di una confluenza tecnica tra la Kijun Sen e il livello di ritracciamento di Fibonacci 0,618, calcolato sull’ultimo impulso rialzista compreso tra il 23 giugno e il 1° luglio. In tale contesto, i trader orientati al trend following potrebbero valutare l’opportunità di incrementare le proprie esposizioni rialziste in prossimità di tali livelli chiave.
Grafico settimanale (Weekly Chart)
Anche su scala settimanale, il quadro tecnico conferma una chiara impostazione rialzista. Il prezzo si mantiene ben al di sopra della Tenkan Sen, evidenziando una fase di espansione direzionale. Per i trader trend follower con un approccio più conservativo, risulta rilevante osservare come la Tenkan Sen abbia agito da supporto dinamico in più occasioni, in particolare sulle candele del 7 aprile e del 12 maggio, con reazioni tecniche quasi millimetriche.
Sarà pertanto interessante monitorare l’eventuale ripetizione di tale comportamento, che potrebbe offrire ulteriori segnali di conferma per strategie di accumulo in ottica rialzista.
Il mercato sale grazie a in calo e utili banche.Il mercato sale grazie al raffreddamento del PPI e agli utili delle grandi banche.
Nonostante un momentaneo rallentamento dovuto al nuovo scontro tra il presidente Trump e la Federal Reserve, i mercati azionari sono tornati in territorio positivo nella giornata di ieri, mentre gli investitori continuano a essere sommersi da report sugli utili e dati sull’inflazione.
Il NASDAQ ha proseguito la sua corsa da record, guadagnando lo 0,25% (circa 52 punti) e toccando un nuovo massimo storico a quota 20.730,49. Anche gli altri principali indici hanno recuperato dal calo registrato martedì: il Dow Jones è salito dello 0,53% (231 punti) a 44.254,78, mentre l’S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,32%, raggiungendo i 6.263,70 punti.
A metà giornata, i listini erano passati in territorio negativo, a seguito della notizia secondo cui il presidente Trump starebbe valutando la possibilità di rimuovere Jerome Powell dalla guida della Fed. Tuttavia, i mercati si sono rapidamente ripresi dopo che lo stesso Trump ha dichiarato che tale scenario era “altamente improbabile”, pur ribadendo la sua disapprovazione nei confronti di Powell e rifiutandosi di escludere del tutto l’ipotesi.
Nella giornata odierna, tuttavia, sono arrivate notizie più concrete, tra cui un nuovo rapporto sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI), che ha contribuito a placare alcune preoccupazioni emerse dopo i dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) diffusi martedì. I prezzi all’ingrosso sono rimasti invariati su base mensile e hanno segnato un incremento del 2,3% su base annua, entrambi inferiori alle attese (rispettivamente +0,2% e +2,5%). Anche il PPI core si è rivelato inferiore alle previsioni. Questi dati si inseriscono positivamente nel contesto delineato dal CPI, che ha rispettato le stime pur risultando leggermente superiore alla rilevazione precedente.
Nel frattempo, le grandi banche statunitensi continuano a pubblicare i risultati relativi al secondo trimestre. Goldman Sachs (+0,9%), Bank of America (-0,26%) e Morgan Stanley (-1,3%) hanno tutte superato le aspettative sugli utili; ad eccezione di BAC, hanno battuto anche i risultati netti.
Al di fuori del settore finanziario, Johnson & Johnson ha registrato un balzo di oltre il 6% grazie a un trimestre positivo, dopo un periodo altalenante.
Tra i numerosi report previsti per oggi, spicca anche quello del colosso dello streaming Netflix, che dovrebbe chiudere un altro trimestre solido, con una crescita del fatturato superiore al 15% e un utile per azione (EPS) in aumento del 44%. Prima dell’apertura dei mercati, sono attesi anche i risultati di Taiwan Semiconductor, GE Aerospace, Abbott Laboratories e PepsiCo.
Per il momento, i principali dati sull’inflazione sembrano essere stati diffusi; tuttavia, nel corso della giornata conosceremo nuovi dettagli sui consumi, grazie ai dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Come di consueto, giovedì sarà invece la volta delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione.
Marco Bernasconi Trading
Mercati in rialzo tra Powell, Trump e dati USATRUMP VERSUS POWELL?
Le azioni statunitensi hanno chiuso in lieve rialzo mercoledì pomeriggio, dopo che il presidente Donald Trump ha smentito l’intenzione di licenziare il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, pur lasciando aperta la possibilità. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,35%, recuperando terreno dopo le perdite iniziali, mentre il Dow Jones è salito dello 0,50% e il Nasdaq 100 dello 0,12%.
In apertura, i mercati avevano reagito negativamente alle indiscrezioni secondo cui Trump stesse valutando la rimozione di Powell, alimentando i timori già presenti riguardo ai tassi d’interesse e alle tensioni commerciali. Un elemento di sollievo è arrivato dall’indice dei prezzi alla produzione (PPI), rimasto invariato a giugno, dopo che il giorno precedente il dato sull’inflazione al consumo (CPI) aveva superato le attese.
Sul fronte societario, Bank of America ha perso lo 0,7% a seguito di ricavi inferiori alle previsioni, mentre Morgan Stanley ha ceduto il 3% nonostante risultati solidi. In controtendenza, Goldman Sachs ha registrato un incremento dello 0,6% grazie a un forte miglioramento degli utili. Johnson & Johnson ha sorpreso positivamente, balzando di quasi il 6% dopo aver superato le stime e rivisto al rialzo le previsioni per l’intero anno.
PPI USA
Nel mese di giugno, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono rimasti invariati rispetto a maggio, dopo un aumento dello 0,3% rivisto al rialzo nel mese precedente. Il dato si è rivelato inferiore alle attese degli analisti, che prevedevano un incremento dello 0,2%. I prezzi dei servizi sono diminuiti dello 0,1%, in controtendenza rispetto al +0,4% di maggio, con cali registrati nei settori della vendita al dettaglio di automobili e ricambi, dei servizi di deposito, del trasporto aereo passeggeri e del commercio all’ingrosso di alimenti e alcolici.
Al contrario, i prezzi dei beni sono aumentati dello 0,3%, il livello più alto da febbraio, trainati in particolare da un incremento dello 0,8% nel comparto delle comunicazioni. Su base annua, l’inflazione alla produzione è scesa al 2,3%, il valore più basso da settembre 2024, rispetto al 2,7% di maggio e a una previsione del 2,5%. Anche l’indice core del PPI è rimasto stabile, deludendo le attese di un aumento dello 0,2%, mentre il tasso core annuo è sceso al 2,6% dal 3,2%, anch’esso sotto le previsioni del 2,7%.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, i movimenti sono rimasti contenuti, fatta eccezione per un aumento della volatilità innescato dalle dichiarazioni di un funzionario della Casa Bianca, secondo cui Trump avrebbe preso in considerazione il licenziamento di Powell. La notizia, poi smentita dallo stesso presidente, ha temporaneamente agitato i mercati.
Dal punto di vista tecnico, l’euro-dollaro si trova in una fase distributiva, con minimi e massimi decrescenti nelle ultime due settimane. Ieri ha toccato un minimo a 1,1560, per poi rimbalzare fino a 1,1720. La sterlina continua a essere sotto pressione, avvicinandosi al supporto di 1,3360, livello oltre il quale si potrebbe assistere a un ritorno verso quota 1,3250.
Il dollaro/yen è sceso fino a 146,80, per poi recuperare terreno e risalire a 148,50 dopo la smentita di Trump. Anche gli altri principali cambi si sono mossi in modo simile. Il quadro tecnico resta interlocutorio, ma non si esclude un ulteriore rafforzamento del dollaro, soprattutto in vista di possibili prese di profitto da parte degli investitori istituzionali ancora posizionati short sulla valuta statunitense.
EUROZONA, SURPLUS COMMERCIALE
Il surplus commerciale dell’Eurozona è aumentato a 16,2 miliardi di euro nel mese di maggio 2025, rispetto ai 12,7 miliardi registrati nello stesso mese dell’anno precedente. Le esportazioni sono cresciute dello 0,9%, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,6%.
Le vendite verso i principali partner commerciali hanno mostrato un andamento positivo, con aumenti verso gli Stati Uniti (+4,4%), la Svizzera (+6,8%) e il Regno Unito (+2,5%). Sul fronte delle importazioni, l’Unione Europea ha acquistato beni per un valore di 203,8 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto all’anno precedente.
Il calo è stato determinato principalmente dalla minore domanda di energia (-18,7%) e di materie prime (-1,7%). Le importazioni dalla Cina sono aumentate del 3,4%, mentre sono diminuite in modo significativo quelle provenienti dagli Stati Uniti (-7,4%) e dal Regno Unito (-7,1%).
REGNO UNITO, INFLAZIONE
Nel Regno Unito, il tasso di inflazione annuo è salito al 3,6% nel mese di giugno 2025, il livello più alto da gennaio 2024. Il dato è in aumento rispetto al 3,4% di maggio e ha superato le aspettative del mercato. La principale spinta al rialzo è arrivata dai prezzi dei trasporti, aumentati dell’1,7%, trainati soprattutto dai costi del carburante. Anche le tariffe aeree e ferroviarie hanno contribuito all’aumento.
L’inflazione dei servizi è rimasta stabile al 4,7%, mentre si è registrato un calo nei settori dell’edilizia abitativa e dei servizi alla persona. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato dello 0,3%, superando il +0,2% di maggio. Anche l’inflazione core ha mostrato un’accelerazione, con il tasso annuo salito al 3,7% e quello mensile allo 0,4%.
USA, PRODUZIONE INDUSTRIALE
La produzione industriale negli Stati Uniti è aumentata dello 0,3% a giugno, superando le previsioni di un incremento dello 0,1%, dopo essere rimasta invariata nei mesi di aprile e maggio. La produzione manifatturiera, che rappresenta circa il 78% del totale, è cresciuta dello 0,1%, leggermente al di sopra delle attese.
Nel complesso, nel secondo trimestre del 2025, la produzione industriale statunitense ha registrato una crescita a un tasso annualizzato dell’1,1%.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Guida pratica al trading con levaIl trading nei mercati del forex, degli indici o delle materie prime si effettua per la maggior parte attraverso derivati che utilizzano la cosiddetta leva finanziaria.
Cos’è la leva finanziaria
La leva finanziaria permette a un trader di controllare una posizione più grande rispetto al capitale che ha effettivamente sul conto. È come un “moltiplicatore” che il broker mette a disposizione: ad esempio, con una leva x10, x50 o x100, puoi muovere una quantità di denaro dieci, o cinquanto o addirittura cento volte superiore rispetto al tuo deposito iniziale.
Esempio pratico:
Con 1.000 euro e una leva x50, puoi aprire una posizione da 50.000 euro. Se il mercato si muove in tuo favore di una piccola percentuale, il guadagno verrà “amplificato” dalla leva, moltiplicando i profitti. Ma attenzione lo stesso vale per le perdite, che possono superare facilmente il capitale investito inizialmente.
Costi della leva
Il broker chiede una “garanzia” detta margine (solitamente una piccola percentuale della posizione totale) e ti addebita una commissione o un interesse giornaliero per ogni giorno in cui tieni la posizione aperta. Questi costi possono incidere sui profitti, quindi è fondamentale tenerne conto quando decidi quanto tempo lasciare attiva una posizione.
Vantaggi e rischi
Capitale ridotto. La leva permette anche a chi ha poco capitale di accedere a posizioni di maggior valore.
Profitti amplificati. Un piccolo movimento di prezzo può generare profitti ragguardevoli, grazie alla leva.
Perdite amplificate. Anche le perdite vengono moltiplicate. Un movimento contrario può azzerare il capitale investito molto rapidamente.
Margin call. Se le perdite superano il margine depositato, il broker può chiudere automaticamente la posizione o chiederti di versare altri fondi per coprire la perdita.
Costi aggiuntivi. Gli interessi, solitamente noti come costi di swap o commissioni overnight possono incidere sul guadagno netto.
L’importanza del stop loss e della gestione del rischio
Per difendersi dalle perdite, il trading con leva richiede una gestione del rischio rigorosa.
Stop Loss. Imposta sempre uno stop loss. È un ordine automatico che chiude la posizione se il prezzo raggiunge una soglia prestabilita, limitando la perdita.
Calcolo del rischio. Prima di aprire ogni operazione, definisci quanto sei disposto a perdere. Un buon trader non rischia mai più di una piccola parte del suo capitale in una singola operazione.
Attenzione alla volatilità. In mercati molto volatili, anche uno stop loss può non proteggere completamente da slippage o perdite superiori al previsto.
Conclusioni
La leva nel trading è uno strumento potente ma va usata con consapevolezza. Amplifica sia i guadagni che le perdite. Prima di utilizzare la leva, informati, fai simulazioni, sfrutta conti demo e valuta accuratament la gestione del rischio. Solo così potrai sfruttare al meglio le opportunità dei mercati finanziari, evitando di mettere a rischio l’intero capitale
Intel tenta un faticoso e lento recuperoDa appassionato di componentistica hardware non posso per essere dispiaciuto per la situazioni di intel, ricordo ancora l'8700k sul quale fare overclock portando stabilmente sopra i 5ghz per uso quotidiano. Di fatto da allora è stata una lenta discesa, con i 10 nanometri sotto i quali non riusciva a produrre, con i 10+, 10++, 10+++, nei vari forum era diventata un meme, ma comunque riusciva a rimanere a livello di prestazioni poco dietro a AMD, ma con un brand decisamente forte e leader di mercato. Purtroppo i ritardi di quegli anni, un tecnologia big little che non si è dimostrata all'altezza (al contrario dei processori ARM, investimenti massici nelle farm che però non hanno ripagato tali investimenti, (tant' è che gli ultimi processori sono prodotti da TSMC). Per non parlare del ritardo nell'entrata nel mondo gpu con schede di tutto rispetto per la fascia bassa ma niente di straordinario.
Ora tralasciando tutte queste vicende, che è comunque bene conoscere, cosa può accadere ad intel, sicuramente il programma di ristrutturazione sta portando a buoni frutti, l'efficientamento dei processi interni è sempre da accogliere con positività.
Ma dal punto di vista tecnico?
Beh dal punto di vista tecnico l'azione attualemente sembra ben orientata per uscire dal pantano in cui si è ritrovata con un a concorrenza spietata da parte di AMD che le ha strappato quote di mercato soprattutto la consumer.
Sia la regressione lineare che il canale di regressione sono inclinati positivamente, segnale sicuramente di forza del titolo negli ultimi 2 mesi, ha però risentito della prima area di resistenza trimestrale con un tentativo di rottura non andato a buon fine, con il ritorno dei prezzi subito al di sotto.
Personalmente inizio a vedere possibilità long per questo titolo, (anche se molto dipenderà dalla bunta dell cpu che verranno rilasciate nelle prossime generazioni).
Il livello attualmente da monitorare è 23.70. In quanto per poter proseguire il rialzo deve essere rotto possibilmente con buoni volumi che ne confermino la bontà. I fake out sono all'ordine del giorno ma i vuolumi tendenzialmente non mentono.
Analisi diversa dal solitoIl mercato oggi ha mandato un chiaro segnale alla presidenza americana, Powel non si tocca. Del resto l'inflazione è sotto controllo soprattutto per merito suo, l'economia USA anche con i tassi al di sopra del 4% continua ad avere numeri positivi e il mercato del lavoro si è dimostrato più resiliente di quanto qualsiasi analista abbia mai pronosticato.
Appena la notizia di un eventuale tentativo della casa Bianca (ricordiamo che Trunp non ha il potere di licenziare Powel, altrimenti l'avrebbe già fatto), gli indici della volatilità sono saliti ed il mercato ha iniziato un veloce quanto breve rintracciamento, non appena sono arrivate le smentite. Un po' come quando ha annunciato per la prima volta i dazi (folli), costretto a rimandare e ritrattare, perché "il mercato obbligazionario un po' strano, un po' spaventato" ("a little bit yippy, a little afraid") e "un po' nauseato" ("a little queasy"). Questa dichiarazione è emersa nel contesto di un temporaneo passo indietro sulla sua politica di dazi generalizzati.
Tecnicamente il mercato inizia a dare segni di cedimento sul 4 ore. Con la regressione lineare che passa in rosso ma con il canale di regressione saldamente rialzista. Per ora non me la sentirei di prendere posizioni, sia perché già in estate ci sono storicamente pochi volumi e tanta volatilità. Sia perché fino al primo agosto ancora tutto può succedere.
Di fatto i mercati sono in balia delle decisioni o delle non decisioni di un solo uomo e parecchio incostante.
Certificato Multi Express Rendimento 12% Annuo sul Lusso EuropeoIl settore del lusso europeo attraversa una fase di trasformazione profonda, tra sfide di mercato e opportunità di rilancio. In questo contesto, il certificato CH1438099553 propone un’esposizione strutturata a tre iconici brand del fashion di alta gamma, offrendo un rendimento cedolare annualizzato del 12% con una barriera capitale al 50%. Una combinazione che merita un’analisi approfondita per comprenderne le potenzialità e i rischi.
Analisi del Certificato CH1438099553
Il certificato CH1438099553 si presenta come un Multi Express con barriera, una struttura che combina la possibilità di ottenere cedole periodiche con un meccanismo di protezione condizionata del capitale. La caratteristica più rilevante è il rendimento annualizzato del 12%, un livello particolarmente elevato che riflette sia le opportunità che i rischi del settore luxury.
La struttura prevede una barriera capitale posizionata al 50% dei valori iniziali, con una distanza attuale del 42% che offre un margine di sicurezza significativo. Questo buffer rappresenta un elemento di protezione importante, considerando la volatilità che caratterizza i titoli del lusso. La scadenza è fissata al 14 maggio 2027, offrendo un orizzonte temporale di medio termine che permette di attraversare eventuali fasi di volatilità del mercato.
Il meccanismo Multi Express tipicamente prevede la possibilità di rimborso anticipato del certificato qualora i sottostanti raggiungano determinati livelli, oltre al pagamento delle cedole periodiche. La struttura worst-of implica che le performance dipendono dal titolo che registra l’andamento peggiore tra i tre selezionati.
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Disclaimer: questo contenuto non rappresenta sollecitazione al pubblico risparmio, promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazione finanziaria. Le informazioni sono fornite a scopo educativo e informativo.
16 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
La partenza del Ti dal top locale è fondamentale per individuare partenze di cicli superiori
Il rimbalzo su T-2i in corso ci porterà con altissima probabilità a chiudere il ciclo bigiornaliero di indice su F-2
a quel punto quel rimbalzo decreterà la reale entità dei cicli inversi, se il B-C sarà debole, continueremo la salita aggiornando il massimo e chiudendo il T+3i
Buon slow trading a tutti
ENG
The start of the Ti from the local top is crucial for identifying the beginning of higher-degree cycles.
The ongoing rebound on T-2i will most likely lead us to the closure of the two-day index cycle on F-2.
At that point, the strength of the rebound will determine the actual structure of the inverse cycles —
if the B-C leg is weak, the upward move will likely continue, pushing to a new high and closing the T+3i.
Wishing everyone steady and disciplined slow trading.
Trading journalI purchased a protective LEAPS put and sold a short put with a strike at 60. If it expires worthless, I keep the full premium. If KO drops to 60, I’ll be assigned and buy 100 shares. With the current setup, even if KO drops by 50%, I won’t reach my maximum loss thanks to the long LEAPS protection. If assigned at that price, I’ll consider managing the position using covered calls and collecting dividends.
BAMI OPERATIONInitial Trade:
Bought 200 shares of the underlying stock
Purchased 2 LEAPS put options as protection
Risk Management Logic:
If the stock drops significantly, I close everything with a net gain (thanks to the LEAPS) and re-enter at a lower price, potentially buying more shares.
If the stock goes up, I simply hold the shares, let the LEAPS expire worthless, and collect dividends while managing gains based on stock appreciation.
This creates a long-term, low-risk strategy with a defined maximum loss and asymmetric upside, protected by long-dated puts and supported by dividend income.
Mercati in attesa della Fed tra dazi e inflazioneWALL STREET ASPETTA LA FED
Le borse statunitensi hanno annullato i guadagni del giorno precedente, poiché i mercati continuano a temere l'entità dei dazi che potrebbero essere approvati dagli Stati Uniti e le prospettive di politica monetaria della Federal Reserve.
L'S&P 500 ha chiuso in calo dello 0,41% dopo aver toccato un nuovo record all'inizio della sessione, mentre il Dow Jones è sceso dello 0,98%. Il Nasdaq ha invece tenuto, chiudendo in rialzo dello 0,8%.
L'inflazione è aumentata come previsto a giugno, sebbene il tasso core sia rimasto leggermente al di sotto delle aspettative. Tuttavia, i mercati si aspettano una Fed cauta e conservatrice, con i tassi fermi alla fine del mese, poiché il FOMC potrebbe ancora vedere rischi di inflazione al rialzo derivanti dai dazi.
Funzionari della Casa Bianca hanno riferito che sono in corso negoziati commerciali con UE, Giappone e Corea, dopo che questi tre paesi sono stati colpiti da imposte aggressive, con il rischio di forti aumenti dei prezzi ad agosto.
JPMorgan e Wells Fargo hanno registrato forti cali dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, mentre Citi ha sovraperformato le altre banche. Nvidia è salita del 4% dopo che gli Stati Uniti hanno allentato alcune restrizioni alle esportazioni verso la Cina, sostenendo il Nasdaq 100, che ha chiuso in rialzo dello 0,6%.
PETROLIO
Martedì, i future sul greggio WTI si sono attestati al di sotto dei 66 dollari al barile, dopo una perdita del 2,2% nella sessione precedente. Il calo è dovuto ai timori legati alle nuove decisioni del presidente Trump sulla Russia, che potrebbero causare un'interruzione delle esportazioni di petrolio.
Trump ha aumentato gli aiuti militari all'Ucraina e ha minacciato tariffe del 100% se non si raggiungerà un accordo di pace entro 50 giorni, una mossa vista come una minaccia di sanzioni secondarie verso i principali acquirenti di petrolio russo, come India e Cina. Tuttavia, il rinvio di 50 giorni è stato interpretato dai mercati come un segnale positivo.
Un certo sostegno è arrivato dalla Cina, dove l'attività di raffinazione ha raggiunto i 15,2 milioni di barili al giorno a giugno, il livello più alto da settembre 2023. Anche un indicatore chiave della domanda ha mostrato segnali di miglioramento.
VALUTE
L’EUR/USD ha finalmente rotto i primi supporti chiave, che aveva mantenuto fino a ieri, violando quota 1,1650 e raggiungendo i primi target a 1,1580.
Il USD/JPY è salito ancora di più in termini percentuali, a causa dei timori che l’economia giapponese possa subire contraccolpi sull’export, dopo la decisione di Trump di applicare tariffe del 35% ai prodotti giapponesi. Lo yen ha perso l’1% nella giornata, dopo aver già ceduto un ulteriore 3% nei giorni precedenti. Il cambio USD/JPY si trova ora a ridosso di 149,00, con possibilità di salire fino a 150,00 nel breve termine.
Il cambio GBP/USD è sceso sotto 1,3400, con obiettivi che sembrano avvicinarsi all’area compresa tra 1,3150 e 1,3200. Anche le valute oceaniche sono in ribasso, pur rimanendo sopra i supporti chiave.
Tecnicamente, la fase attuale sembra favorire il dollaro, ma si tratta ancora di un movimento correttivo all’interno di un trend ribassista di medio termine.
CPI USA
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 2,7% a giugno 2025, il livello più alto da febbraio. L’aumento è in linea con le aspettative, dopo il 2,4% registrato a maggio.
I prezzi sono aumentati soprattutto per generi alimentari, servizi di trasporto, auto e camion usati. Il costo dell’energia è diminuito in misura minore: i prezzi della benzina e dell’olio combustibile sono scesi, mentre il gas naturale è rimasto elevato.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,3%, il maggiore incremento in cinque mesi, in linea con le attese. L’inflazione core annua è salita al 2,9% dal 2,8%, ma è rimasta al di sotto delle previsioni del 3%. Anche il CPI mensile core è aumentato meno del previsto: +0,2% contro lo 0,3% atteso.
CPI CANADA
Il tasso di inflazione annuo in Canada è salito all’1,9% a giugno 2025, rispetto all’1,7% del mese precedente, in linea con le aspettative del mercato.
Nonostante la ripresa, il tasso è rimasto al di sotto dell’obiettivo intermedio del 2% fissato dalla Banca del Canada, per il terzo mese consecutivo. I prezzi dei beni durevoli, in particolare nel settore automobilistico, hanno registrato un’accelerazione.
L’inflazione ha invece rallentato per i prodotti alimentari, con una crescita più debole dei prezzi per generi alimentari e alloggi. L’indice core CPI, utilizzato dalla Banca del Canada come principale indicatore dell’inflazione di fondo, è rimasto invariato al 3%, come previsto.
GERMANIA, INDICE ZEW
L’indice ZEW del sentiment economico tedesco è aumentato per il terzo mese consecutivo, raggiungendo quota 52,7 a luglio 2025, il livello più alto da febbraio 2022. A giugno era a 47,5, e le attese erano per 50,3.
"Nonostante la persistente incertezza legata ai conflitti commerciali globali, quasi due terzi degli esperti si aspettano un miglioramento dell’economia tedesca", ha dichiarato il presidente dello ZEW, Prof. Achim Wambach.
Le speranze di una rapida risoluzione della disputa tariffaria tra Stati Uniti e UE, insieme al potenziale stimolo economico derivante dal programma di investimenti di emergenza del governo tedesco, sembrano dominare il sentiment.
L’ottimismo si riflette soprattutto nelle aspettative in forte aumento per l’ingegneria meccanica e la produzione di metalli, seguite dal settore dell’ingegneria elettrica.
Nel frattempo, l’indice ZEW delle condizioni attuali è migliorato a -59,5, il livello più alto da giugno 2023, rispetto al -72 del mese precedente.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
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#AN021: Minacce TRUMP sui Dazi e le tensioni FOREX
I mercati globali si svegliano in un clima da guerra fredda valutaria. Salve sono il Trader Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime notizie.
A incendiare la giornata è Donald Trump, che da un comizio in Ohio ha lanciato una raffica di minacce:
“Se sarò rieletto, metterò dazi del 60% su tutta la Cina, del 20% sul Messico e del 10% sull’Unione Europea. E a Putin dico chiaro: se continuerai ad aiutare la Cina a eludere i nostri embarghi, colpiremo anche la Russia.”
Le parole sono rimbalzate sui desk delle banche d’investimento globali, scatenando una reazione immediata sul dollaro e sulle valute emergenti.
I mercati reagiscono: USD vola, GBP e NOK in allerta
Il dollaro USA ha guadagnato terreno contro quasi tutte le principali valute, mentre il GBP crolla sotto pressione per i timori di un taglio BoE e un mercato del lavoro in rallentamento.
La coppia GBP/NOK, in particolare, mostra segnali di breakout ribassista strutturato: la sterlina è sotto pressione doppia (politica interna + guerra dei dazi), mentre la corona norvegese beneficia indirettamente dell’aumento dei prezzi energetici e del sentiment pro-commodity.
CPI USA alle 14:30: il vero detonatore
Alle 14:30 italiane uscirà il dato sull’inflazione core USA. Il consensus è al +3.4%, ma un dato superiore potrebbe spingere la Fed a rimanere più hawkish a lungo. Questo rafforzerebbe il dollaro e creerebbe nuove onde d’urto sulle valute deboli e sulle emergenti.
In particolare:
USD/JPY potrebbe rompere sopra 162.00 con forza.
GBP/USD rischia una rottura sotto 1.29.
USD/SEK e USD/MXN sono le coppie chiave da osservare per movimenti esplosivi.
Trump vs Powell: resa dei conti
Nel frattempo, cresce il timore di un attacco diretto di Trump alla Fed. Secondo Deutsche Bank, i mercati stanno sottovalutando la possibilità che Trump tenti di rimuovere Jerome Powell se tornasse alla Casa Bianca.
“Il mercato sta ignorando la variabile Trump-Powell. Se ci prova davvero, il dollaro potrebbe crollare del 4% in una settimana,” – Deutsche Bank
Stiamo per entrare nel miglior momento del mese per il Forex. Chi sbaglia tempo oggi, brucia capitale. Chi aspetta il segnale giusto, può cavalcare il trend che nasce da una crisi globale annunciata.
Certificato su Maersk Rendimento 12% Annuo con Protezione al 50%Il settore del trasporto marittimo globale rappresenta uno dei pilastri fondamentali del commercio internazionale, e per gli investitori che desiderano esporsi a questo comparto con una struttura di protezione condizionata, il certificato CH1453356284 offre un’opportunità particolarmente interessante. Con un rendimento cedolare annualizzato del 12% e una barriera capitale posizionata al 50%, questo strumento combina potenziale di rendimento elevato e meccanismi di protezione in un unico prodotto strutturato.
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La morosità sulle carte di credito negli USANegli Stati Uniti, il fenomeno delle morosità sulle carte di credito sta attirando crescente attenzione per il suo impatto sull’economia e sulle famiglie. Nel primo trimestre del 2025, la quota di saldi delle carte di credito presso le grandi banche con pagamenti in ritardo di oltre 30 giorni ha raggiunto il 3,40%, uno dei livelli più alti degli ultimi 13 anni. Questo dato segnala un aumento significativo delle difficoltà finanziarie per molti consumatori americani.
Cosa significa la crescita delle morosità
La morosità indica il ritardo nei pagamenti rispetto alla scadenza prevista. Nel caso delle carte di credito, un saldo con 30 giorni di ritardo significa che il titolare non ha effettuato almeno il pagamento minimo entro un mese dalla data dovuta. Nel primo trimestre 2025, anche i ritardi più gravi, come quelli oltre 60 e 90 giorni, hanno raggiunto livelli prossimi ai massimi storici, rispettivamente al 2,47% e 1,77%.
Parallelamente, il tasso di charge-off netto, cioè la quota di debiti considerati irrecuperabili e quindi cancellati dai bilanci delle banche, è salito al 5,99%, il più alto dal 2012. Questo indica che non solo i ritardi nei pagamenti sono aumentati, ma anche le perdite effettive per gli istituti di credito.
Le cause dietro l’aumento delle morosità
Aumento dei tassi di interesse: Il tasso medio sulle carte di credito ha raggiunto il 24,62%, un record storico. Questo rende più costoso il credito e aumenta la difficoltà nel ripagare i debiti.
Pressioni economiche sui consumatori: L’inflazione persistente, l’aumento dei prezzi di beni essenziali e l’incertezza economica hanno ridotto il potere d’acquisto e la capacità di risparmio delle famiglie.
Ripresa della spesa post-pandemia: Molti consumatori hanno accumulato debiti durante la pandemia e ora faticano a rientrare nei pagamenti regolari.
Implicazioni per l’economia e per i trader
L’aumento delle morosità sulle carte di credito è un indicatore importante di stress finanziario tra i consumatori. Storicamente, un incremento significativo di questi dati può anticipare rallentamenti economici o recessioni, poiché la domanda dei consumatori tende a ridursi quando aumenta il peso del debito.
I possibili impatti sui mercati finanziari.
Settore bancario e finanziario. Un aumento dei charge-off può influenzare negativamente i titoli bancari.
Settore dei consumi. Se i consumatori riducono la spesa per far fronte ai debiti, le aziende del settore potrebbero vedere cali di fatturato.
Politica monetaria. Dati di morosità in crescita possono spingere le banche centrali a rivedere i tassi di interesse o adottare misure di stimolo.
In sintesi, l’aumento delle morosità sulle carte di credito negli USA rappresenta un segnale di allarme sulla salute finanziaria delle famiglie e sull’andamento dell’economia, con importanti implicazioni per chi opera nei mercati finanziari.
Tensioni globali e mercati stabili: focus su Wall StreetWALL STREET STABILE
Lunedì, i tre principali indici azionari degli Stati Uniti hanno oscillato intorno allo zero, a seguito dell’intensificarsi delle tensioni commerciali. Questo dopo l’annuncio del Presidente Trump, nel fine settimana, di una tariffa del 30% sulle importazioni dall’UE e dal Messico, che entrerà in vigore il 1° agosto.
Lo stesso Presidente ha inoltre minacciato tariffe del 100% alla Russia, dopo l’ennesimo vano tentativo di spingere Mosca a un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina.
Gli operatori di Wall Street sono quindi rimasti alla finestra, in attesa dei risultati delle grandi banche e dei dati sull’inflazione. I rendimenti obbligazionari e il dollaro hanno registrato un leggero rialzo.
Il petrolio è sceso, poiché il piano di Trump per costringere la Russia a un cessate il fuoco non ha incluso nuove misure volte a ostacolare direttamente le esportazioni energetiche di Mosca.
Per quanto riguarda le tariffe verso UE e Messico, i leader di entrambi i partner commerciali si sono impegnati a proseguire i negoziati con gli Stati Uniti, nella speranza di raggiungere un accordo che possa ridurre l’aumento delle tariffe.
Nel frattempo, gli investitori si preparano ai dati sull’inflazione di oggi, relativi ai prezzi al consumo, che dovrebbero confermare una ripresa dell’inflazione, con le aziende che iniziano a trasferire i maggiori costi di importazione.
I settori salute ed energia hanno registrato le peggiori performance, mentre i servizi di comunicazione hanno sovraperformato.
Sul fronte societario, le megacap hanno mostrato andamenti contrastanti: in calo Nvidia (-0,7%), Microsoft (-0,3%), Apple (-0,7%) e Broadcom (-0,3%), mentre Meta (+0,4%) e Alphabet (+0,8%) erano in positivo. Amazon è rimasta stabile.
Tesla ha guadagnato circa il 2,1% dopo che Elon Musk ha suggerito un possibile voto degli azionisti sull’investimento in AI della società.
VALUTE
Il dollaro è rimasto in un trading range rispetto alle principali valute concorrenti, anche se durante la sessione americana si è osservata una lieve tendenza rialzista.
Manca un vero e proprio catalizzatore che possa spostare gli equilibri, ma appare evidente l’incapacità della valuta statunitense di rompere le resistenze, in un contesto di incertezza globale persistente.
Il trend ribassista potrebbe presto riprendere, con obiettivi invariati che indicano una possibile discesa di un ulteriore 5-6%.
Oggi è attesa la pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo, il dato più rilevante della giornata, che potrebbe finalmente modificare gli equilibri.
IL PESO MESSICANO PERDE QUOTA
Il peso messicano si è indebolito oltre quota 18,70 per dollaro, toccando il minimo di luglio, dopo aver raggiunto in precedenza un massimo di quasi un anno.
La minaccia del Presidente Trump di imporre dazi del 30% sui prodotti messicani e dell’UE, in aggiunta ai dazi del 35% già previsti per il Canada, ha riacceso i timori per l’export messicano, che destina oltre l’80% della produzione verso nord.
Contemporaneamente, un dollaro più forte — sostenuto dalla domanda nelle aste dei titoli del Tesoro a 10 e 30 anni e dalle speculazioni sul mandato del Presidente della Fed Powell — ha spinto gli investitori verso la valuta statunitense, aumentando la pressione sulle valute emergenti.
A livello nazionale, i verbali della riunione di giugno della Banca del Messico hanno indicato un margine limitato per ulteriori tagli aggressivi dei tassi, dopo una riduzione complessiva di 325 punti base dall’inizio del 2024. Il consiglio preferisce ora interventi più cauti, da un quarto di punto, poiché l’inflazione resta ostinatamente sopra l’obiettivo.
INDIA, INFLAZIONE IN CALO
L’inflazione dei prezzi al consumo in India è diminuita per l’ottavo mese consecutivo, scendendo al 2,1% a giugno 2025, il livello più basso da gennaio 2019. A maggio era al 2,82%, e le aspettative di mercato erano del 2,5%.
Il calo è stato trainato da una diminuzione dell’1,06% dei prezzi alimentari, il primo calo annuale dal 2019. Anche l’inflazione nella categoria carburante e luce è scesa al 2,55% dal 2,78% del mese precedente.
Tuttavia, in altri settori la pressione sui prezzi è rimasta stabile o leggermente aumentata. Su base mensile, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,62% rispetto a maggio.
PETROLIO
I future sul greggio WTI si sono mantenuti sopra i 68 dollari al barile lunedì, dopo un guadagno del 2,8% venerdì, in attesa di possibili nuove sanzioni statunitensi contro la Russia.
Il Presidente Trump ha annunciato una “dichiarazione importante” sulla Russia, alimentando speculazioni su misure che potrebbero ridurre l’offerta globale di petrolio.
Nel fine settimana, Trump ha promesso l’invio di missili Patriot in Ucraina e ha criticato Putin per il rifiuto dei colloqui di pace.
L’UE sarebbe inoltre vicina a finalizzare un nuovo pacchetto di sanzioni, che potrebbe includere un tetto massimo al prezzo del petrolio russo.
Dal lato della domanda, l’economia cinese ha mostrato resilienza, con un surplus commerciale record nel primo semestre e un aumento delle importazioni di greggio, soprattutto dall’Iran.
Tuttavia, le preoccupazioni per la crescita globale hanno limitato i rialzi del prezzo del petrolio, anche a causa dei nuovi dazi del 30% annunciati da Trump su prodotti UE e messicani.
GIAPPONE, SALGONO I RENDIMENTI
Il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito oltre l’1,59% martedì, raggiungendo il livello più alto dal 2008.
L’aumento è legato alle aspettative di maggiore spesa pubblica in vista delle elezioni della Camera Alta del 20 luglio, con ipotesi di nuove misure di stimolo, tra cui un possibile taglio dell’imposta sui consumi.
L’aumento dei rendimenti è avvenuto nonostante la decisione del Ministero delle Finanze di ridurre le emissioni di obbligazioni a lunghissimo termine, che avrebbe dovuto spingere la domanda e quindi abbassare i rendimenti.
La BoJ resta ferma, mentre lo yen giapponese continua a muoversi in un trading range contro il dollaro.
PIL CINA
L’economia cinese è cresciuta del 5,2% su base annua nel secondo trimestre del 2025, in calo rispetto al 5,4% dei due trimestri precedenti. Si tratta del ritmo più debole dal terzo trimestre del 2024, ma leggermente superiore al consenso del mercato (5,1%).
La crescita è stata sostenuta in parte dalle misure politiche di Pechino, nel contesto di una fragile tregua commerciale.
A giugno, la produzione industriale ha accelerato inaspettatamente, raggiungendo il massimo da tre mesi, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto al minimo da sei mesi.
Le vendite al dettaglio, invece, hanno registrato la crescita più bassa degli ultimi quattro mesi, nonostante i sussidi governativi per i prodotti elettronici.
Sul fronte commerciale, le esportazioni sono aumentate e le importazioni sono cresciute per la prima volta nel 2025. Nel primo semestre, l’economia è cresciuta del 5,3%.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.






















