Wall Street chiude in rialzo, il Nasdaq guida la corsa.Le azioni hanno chiuso, nella giornata di ieri, per lo più in rialzo, guidate in particolare dal Nasdaq. I tre principali indici azionari — il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq — hanno terminato la seduta in territorio positivo, con quest’ultimo che ha segnato la performance migliore, salendo dell’1,17%. In controtendenza, il Russell 2000 (a piccola capitalizzazione) e l’S&P 400 (a media capitalizzazione) hanno invece registrato lievi ribassi.
A trainare il mercato sono state, ancora una volta, le grandi aziende tecnologiche. Arista Networks, ad esempio, ha registrato un’impennata di oltre il 17% dopo la pubblicazione di solidi risultati finanziari nella giornata precedente.
Tuttavia, è Apple ad aver catalizzato l’attenzione. L’azienda ha annunciato un ulteriore investimento di 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti, portando così a 600 miliardi l’impegno complessivo previsto per i prossimi quattro anni. L’annuncio è stato dato ieri alla Casa Bianca, in presenza del Presidente Trump.
Numerose imprese hanno recentemente comunicato l’intenzione di riportare la produzione sul suolo statunitense. Tra queste, Apple rappresenta uno degli sforzi più ambiziosi e significativi. Il CEO, Tim Cook, ha presentato l’iniziativa come parte dell’“American Manufacturing Program”.
Le buone notizie, però, non hanno riguardato solo il settore tecnologico.
McDonald’s ha pubblicato i propri risultati prima dell’apertura dei mercati, sorprendendo positivamente con un utile per azione (EPS) superiore dell’1,27% rispetto alle attese e un incremento delle vendite dell’1,92%. Ciò ha determinato una crescita trimestrale dell’EPS del 7,41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e un aumento delle vendite del 5,39%, con un rialzo del titolo pari al 2,96%.
Sempre prima dell’apertura, anche Shopify ha diffuso i suoi risultati: ha sorpreso con un EPS superiore del 25% rispetto alle attese e vendite in crescita del 5,47%. L’EPS trimestrale è aumentato del 34,6%, mentre le vendite sono salite del 30,7%. Il titolo ha guadagnato il 21,84%.
Dopo la chiusura, è stata la volta di DoorDash, società attiva nel settore delle consegne. L’azienda ha riportato un EPS positivo del 54,8% e un incremento del fatturato del 3,80%. Su base trimestrale, l’EPS è cresciuto del 71,1%, mentre il fatturato è salito del 24,7%. Il titolo ha registrato un aumento dell’1,12% nella sessione ordinaria, seguito da un ulteriore +5,30% nel dopo mercato.
Oggi sono attese le trimestrali di altre 495 aziende, tra cui Eli Lilly, Constellation Energy e Datadog, solo per citarne alcune.
Tra le notizie di rilievo della giornata di ieri, il Presidente Trump ha annunciato l’imposizione di un nuovo dazio del 25% sull’India per l’acquisto di petrolio russo. Questo provvedimento si aggiunge ai dazi reciproci del 25% già in vigore. Tuttavia, i nuovi dazi non entreranno in vigore prima di 21 giorni, lasciando spazio a eventuali negoziati tra i due Paesi. Vi è, dunque, la possibilità che si giunga a un accordo prima della scadenza.
Sempre ieri, è stato riferito che il Presidente Trump potrebbe incontrare il Presidente Putin già la prossima settimana. L’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, ha incontrato Putin in quello che è stato definito un incontro “altamente produttivo”. Il vertice tra i due leader si concentrerà sulla guerra tra Russia e Ucraina, ma è probabile che vengano discussi anche il regime sanzionatorio e i dazi punitivi verso i Paesi che continuano ad acquistare petrolio russo.
Dal punto di vista macroeconomico, ieri le richieste di mutui secondo i dati MBA sono aumentate del 3,1% su base settimanale, con gli acquisti in crescita dell’1,5% e i rifinanziamenti in rialzo del 5,2%.
Oggi verranno pubblicati i dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione, il rapporto su produttività e costi, le scorte all’ingrosso e il credito al consumo.
Mancano ancora due giorni alla chiusura della settimana, e tutti i principali indici si mantengono in territorio positivo.
Finora, quella in corso è stata una settimana intensa sul fronte degli utili, caratterizzata da risultati complessivamente solidi. E anche la prossima si preannuncia altrettanto densa: ben 1.347 aziende sono attese per la pubblicazione delle trimestrali.
Nel frattempo, se la stagione degli utili continuerà a mantenere un ritmo superiore alle aspettative, potremmo assistere a nuovi massimi storici per l’S&P 500 e il Nasdaq. E forse anche per il Dow Jones, che non è poi così lontano.
Oltre l'analisi tecnica
STOXX Europe 50: rotta verso i 6.000 puntiSTOXX Europe 50: rotta verso i 6.000 punti? Un'accelerazione possibile entro 44 giorni
Dopo un luglio 2025 caratterizzato da un clima di relativa calma sui mercati, ma con segnali macro sempre più interessanti, lo STOXX Europe 50 potrebbe essere pronto per una fase di accelerazione verso quota 6.000.
L’indice, che sintetizza l’andamento delle 50 principali blue chip europee, ha chiuso luglio consolidando sopra i 5.300 punti, mostrando forza relativa rispetto ad altri benchmark globali. Ma ciò che sta accadendo “dietro le quinte”, soprattutto nel settore bancario, potrebbe essere il vero driver per un prossimo strappo al rialzo.
Un'estate segnata dalla dismissione accelerata degli NPL
Luglio ha visto un’accelerazione significativa nella dismissione di crediti deteriorati (NPL) da parte delle principali banche europee. Gruppi come UniCredit, Santander e BNP Paribas hanno avviato operazioni straordinarie di pulizia bilancio, approfittando di finestre di mercato favorevoli e di una domanda istituzionale solida.
Questa dinamica, spesso sottovalutata dagli investitori retail, ha effetti immediati: riduzione del rischio sistemico percepito, miglioramento degli indici patrimoniali e una maggiore disponibilità di capitale per l’erogazione del credito. Il settore bancario europeo, storicamente zavorrato da questi asset problematici, si presenta oggi in una forma molto più reattiva e competitiva.
Con un peso rilevante all’interno dello STOXX50, il miglioramento strutturale del comparto bancario può generare una spinta trasversale sull’indice, soprattutto in un contesto in cui la ricerca di valore e qualità torna al centro delle strategie allocative.
Aspetto tecnico e prospettive a breve termine
Dal punto di vista tecnico,una rottura dei massimi di luglio in area aprirà spazio verso la fascia dei 5.900–6.000 punti.
Il pattern di consolidamento osservato durante l’estate potrebbe presto lasciare spazio a una fase direzionale, complice anche una stagionalità storicamente favorevole tra agosto e settembre per i mercati europei.
Se i flussi istituzionali continueranno a premiare il settore finanziario e industriale, e se il contesto macro rimarrà favorevole (tassi stabili, inflazione sotto controllo), il target 6.000 punti appare non solo plausibile, ma potenzialmente raggiungibile entro i prossimi 44 giorni di contrattazione.
Tipologie e significato dei Gap nei mercati finanziariUn gap è la differenza che si crea tra il prezzo di chiusura di una candela e il prezzo di apertura della successiva in un grafico a barre o a candele giapponesi. Questo fenomeno indica un salto improvviso del prezzo, senza scambi intermedi, e segnala uno squilibrio tra domanda e offerta in un dato momento.
Definizione e tipologie di gap
Gap up si verifica quando il prezzo di apertura di una candela è significativamente superiore al prezzo di chiusura della candela precedente. Questo indica un aumento improvviso del valore dell’asset, spesso dovuto a notizie positive o eventi che influenzano il sentiment del mercato.
Un gap down indica che il prezzo di apertura della nuova candela è notevolmente inferiore al prezzo di chiusura precedente, segnalando una pressione di vendita improvvisa, che può essere causata da notizie negative o eventi sfavorevoli.
Dall’esperienza e dall’analisi storica dei mercati, si osserva spesso che i gap tendono ad essere “riempiti” (fill the gap), cioè il prezzo ritorna a coprire la differenza lasciata aperta dal salto iniziale. Questo fenomeno è professato con alta probabilità, motivo per cui i trader studiano con attenzione i gap per valutare potenziali opportunità operative.
Le quattro principali categorie di gap e il loro significato
Gap comune.
Si manifesta in mercati laterali, caratterizzati da bassi volumi di scambio. Spesso questo gap non ha un significato direzionale di lungo termine e viene rapidamente colmato dal mercato, perché si verifica in fasi di indecisione o in attesa di nuovi input fondamentali. È considerato un gap “ordinario” e non segnala trend né rotture significative.
Gap di rottura.
Questo gap appare quando il prezzo rompe una struttura tecnica importante, come un livello di supporto o resistenza. Di solito viene associato all’inizio di un nuovo trend, confermando il breakout e segnalando la forza di una nuova fase di mercato. Per esempio, un breakaway gap sopra una resistenza conferma un breakout rialzista. Questi gap difficilmente vengono colmati rapidamente.
Gap di continuazione
Compare durante una tendenza molto forte, sia di rialzo che di ribasso, e indica la dominanza di acquirenti o venditori che spingono il prezzo in modo deciso. Il Gap di continuazione conferma la prosecuzione del trend in corso, mostrando slancio e partecipazione crescente. Questi gap hanno una bassa probabilità di essere colmati nel breve termine.
Gap di esaurimento.
Si presenta solitamente verso la fine di un forte trend, vicino a livelli chiave di supporto o resistenza. Rappresenta un segnale di possibile inversione, poiché denota che l’impulso della tendenza sta perdendo forza. Un gap di esaurimento è spesso seguito da un forte movimento opposto, che tende a riempire rapidamente il gap stesso.
Come utilizzare i gap nel trading
La gestione e interpretazione corretta dei gap richiede la combinazione con altri indicatori e strumenti tecnici come volumi, analisi di trend, e livelli di supporto/resistenza. Un approccio comune è monitorare i gap per individuare potenziali punti di ingresso e uscita, specialmente quando sono confermati da segnali di prezzo o pattern specifici. La strategia di “gap filling” può essere particolarmente utile nei gap comuni, perché il prezzo tende a tornare a coprire la differenza lasciata. Tuttavia, nei gap di rottura e di continuazione è spesso più vantaggioso seguire la direzione del trend potenziato dal gap senza aspettarsi un rapido riempimento.
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🟨 GOLD:
L’oro continua a muoversi tra i $3.300 e i $3.400, range stabile da quasi 2 mesi.
È normale: tra metà luglio e fine agosto i mercati rallentano — bassa liquidità, pochi eventi macro, tanti in vacanza.
🔸 Situazione attuale:
Oro in test sulla resistenza
-NFP debole di venerdì
-un aggiustamento dovish sulle attese di tagli dei tassi
Per ora, però, nessuna rottura decisa.
Lunedì i tori non sono riusciti a superare la resistenza dei 3400 con il dollaro stabile e i mercati in attesa dei Jobless Claims di oggi.
-Powell:
“La crescita dell’occupazione si è moderata, mentre l’offerta di lavoro è aumentata (soprattutto per via dell’immigrazione), riducendo le pressioni salariali senza alzare la disoccupazione.”
📉 Macro chiave: NFP
-Luglio: solo 73.000 posti di lavoro (contro attese di circa 200K)
-Forte calo dei rendimenti 2Y → aumentano le aspettative di tagli tassi nel Q4
💬 Sentiment generale
-Bond 2Y: deboli, rendimento a 3,91%
-DXY (Dollar Index): stabile sotto quota 100
-Azioni USA: piccolo rimbalzo dopo la correzione della scorsa settimana
🔔 Focus del giorno
Unico evento rilevante oggi: decisione tassi della BoE.
e discordo presidente stasera
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
EURUSD - segnali accomodanti dalla Fed sorreggono l’euro.L’euro (EUR) ha registrato un apprezzamento nella giornata di mercoledì, proseguendo la modesta tendenza rialzista già osservata martedì nei confronti del dollaro statunitense (USD). In questo contesto, la coppia valutaria EUR/USD è riuscita a superare in modo convincente la soglia tecnica di 1,1600, raggiungendo nuovi massimi su base plurigiornaliera oltre il livello di 1,1650.
Il marcato indebolimento del biglietto verde è stato innescato da un rinnovato orientamento degli investitori verso un’ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve nella seconda metà dell’anno. Tale dinamica è stata ulteriormente rafforzata dalle dichiarazioni di Neel Kashkari, presidente della Federal Reserve Bank di Minneapolis, il quale ha ritenuto ancora “appropriate” due riduzioni dei tassi d’interesse nei prossimi mesi.
Il dollaro statunitense ha registrato un rafforzamento significativo a seguito della recente intesa commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, annunciata nei giorni scorsi. L’accordo, frutto di negoziati multilaterali prolungati, ridefinisce in modo sostanziale i termini dell’interscambio transatlantico, incidendo sia sulle politiche tariffarie che sugli impegni strategici in ambito energetico, industriale e finanziario.
Secondo le disposizioni concordate, la maggior parte delle esportazioni europee verso il mercato statunitense sarà ora soggetta a una tariffa media del 15%, in rialzo rispetto al 10% applicato ad aprile, ma sensibilmente inferiore al livello del 30% inizialmente prospettato durante le fasi preliminari del confronto bilaterale. Tuttavia, l’accordo prevede l’esenzione da dazi per settori ad alto valore aggiunto, quali l’aerospaziale, la microelettronica (in particolare i semiconduttori), l’industria chimica avanzata e alcune categorie selezionate del comparto agroalimentare.
Permangono invece a livelli elevati, pari al 50%, le tariffe sull’importazione di acciaio e alluminio europeo, settori considerati strategici per la sicurezza economica nazionale degli Stati Uniti e già soggetti a misure protezionistiche rafforzate sin dai precedenti cicli negoziali.
In contropartita, l’Unione Europea ha formalizzato una serie di impegni sostanziali a favore dell’economia statunitense, tra cui l’acquisto di forniture energetiche — principalmente gas naturale liquefatto (GNL) — per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari. A ciò si aggiunge un incremento degli appalti nel settore della difesa a beneficio delle imprese americane, nonché l’impegno a destinare oltre 600 miliardi di dollari in investimenti diretti e partecipazioni strategiche sul mercato statunitense, con l’obiettivo di rafforzare i legami industriali e tecnologici transatlantici.
Nel breve termine si profila un’intensificazione dell’attività sul fronte commerciale da parte degli Stati Uniti. Il 7 agosto, il Presidente Trump è atteso emettere un ordine esecutivo volto all’introduzione di un nuovo regime tariffario “reciproco” che interesserà le esportazioni provenienti da 69 partner commerciali. Il provvedimento prevede un incremento selettivo delle aliquote doganali, con un range compreso tra il 10% e il 41%, che entrerà in vigore a partire da sette giorni successivi alla firma. L’obiettivo dichiarato è quello di riequilibrare le condizioni di accesso ai mercati, colmando il divario tra le barriere tariffarie imposte dagli Stati Uniti e quelle applicate dai rispettivi partner.
Contestualmente, l’amministrazione statunitense ha emesso un avvertimento diretto alla Federazione Russa: qualora Mosca non dimostri progressi concreti verso la cessazione delle ostilità in Ucraina, Washington si riserva il diritto di implementare ulteriori misure economiche restrittive. Queste potrebbero includere un rafforzamento del quadro sanzionatorio esistente, nonché l’introduzione di dazi aggiuntivi su settori economici strategici per l’economia russa.
Sul versante Cina-Usa, una scadenza critica è fissata per il 12 agosto, data entro la quale la Casa Bianca dovrà decidere se prorogare l’attuale tregua commerciale con la Repubblica Popolare Cinese, la cui validità è prossima alla scadenza. In assenza di un’estensione formale dell’accordo, le tariffe attualmente sospese potrebbero automaticamente tornare a livelli elevati, potenzialmente superiori al 100%. Tale scenario comporterebbe il rischio concreto di una riaccensione delle tensioni commerciali tra le due principali economie globali, con ripercussioni significative sul commercio internazionale, sulla fiducia dei mercati e sulle prospettive di crescita economica a livello mondiale.
Nelle rispettive ultime riunioni di politica monetaria, sia la Federal Reserve (Fed) che la Banca Centrale Europea (BCE) hanno optato per un mantenimento invariato dei tassi di interesse di riferimento, segnalando un approccio prudente nel contesto di un ciclo economico ancora soggetto a elevata incertezza.
Negli Stati Uniti, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha adottato un tono moderatamente attendista, sottolineando la necessità di ulteriori evidenze sull’evoluzione dell’inflazione prima di procedere a un eventuale allentamento della politica monetaria. Nonostante il consenso generale all’interno del FOMC, i governatori Christopher Waller e Michelle Bowman hanno espresso opinioni più restrittive, indicando un orientamento meno favorevole a una riduzione anticipata dei tassi. Questa divergenza interna riflette la complessità del quadro macroeconomico e la difficoltà di calibrare una risposta coerente di fronte a segnali contrastanti provenienti dal mercato del lavoro e dall’inflazione core.
In ambito europeo, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha descritto la crescita economica dell’Eurozona come “solida, seppur leggermente migliorata”, lasciando intendere una stabilizzazione della ripresa. Tuttavia, le aspettative di mercato in merito a una possibile normalizzazione dei tassi si sono spostate in avanti nel tempo. In particolare, gli operatori hanno posticipato le previsioni di ulteriori tagli dei tassi d’interesse alla primavera del 2026, riflettendo un contesto inflazionistico ancora persistentemente elevato in alcune economie chiave dell’area euro e una politica monetaria che rimane vincolata dalla necessità di ancorare le aspettative inflazionistiche.
Dal lato dei mercati valutari, i dati della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) aggiornati al 29 luglio evidenziano un netto ridimensionamento del posizionamento rialzista sull’euro. Le posizioni nette lunghe sull’EUR sono scese a circa 123.300 contratti, registrando il livello più contenuto delle ultime tre settimane. Parallelamente, le posizioni nette corte detenute da investitori istituzionali si sono ridotte a circa 175.800 contratti, segnalando un parziale disimpegno anche tra gli operatori con outlook ribassista. Inoltre, l’interesse aperto complessivo sul mercato dei futures in EUR ha mostrato una contrazione per la prima volta in sei settimane, attestandosi intorno a 828.600 contratti. Questa dinamica suggerisce una crescente incertezza tra gli operatori sul medio termine, in un contesto di forward guidance poco chiara da parte delle principali banche centrali e volatilità contenuta nei mercati valutari.
Profilo tecnico
Analisi tecnica EUR/USD – struttura di supporti, resistenze e indicatori di trend
Il cambio EUR/USD mostra attualmente una configurazione tecnica caratterizzata da una fase di consolidamento, con livelli chiave ben delineati sia sul fronte delle resistenze che dei supporti.
Resistenze principali
Il primo ostacolo al proseguimento del trend rialzista si colloca in area 1,1788, corrispondente al massimo settimanale registrato il 24 luglio. Una rottura confermata di questo livello aprirebbe la strada verso la resistenza intermedia a 1,1830, massimo relativo segnato il 1° luglio 2025, attualmente il top annuale. Oltre tale soglia, l’attenzione si sposta verso il massimo di lungo termine a 1,1909, risalente al 3 settembre 2021, che rappresenta un’importante area di congestione tecnica. Al di sopra di quest’ultimo livello, l’area psicologicamente e tecnicamente significativa di 1,2000 costituirebbe il successivo obiettivo, con implicazioni di medio-lungo periodo.
Supporti tecnici
Sul lato opposto, i livelli di supporto iniziano dal minimo mensile di 1,1391 (registrato il 1° agosto), in prossimità del quale transita anche la media mobile semplice a 100 giorni (SMA 100), attualmente in area 1,1383, fornendo così un supporto dinamico rilevante. Un cedimento sotto questo doppio livello tecnico potrebbe aprire la strada a un’estensione correttiva verso il minimo settimanale di 1,1210, segnato il 29 maggio, che costituisce un’area di supporto strutturale di medio termine.
Indicatori tecnici di momentum e trend
L’Indice di Forza Relativa (RSI), attualmente in area 55, indica una moderata pressione rialzista senza ancora segnalare condizioni di ipercomprato (soglia 70). Questo posizionamento suggerisce spazio residuo per ulteriori movimenti al rialzo, purché accompagnati da un aumento dei volumi e dalla rottura delle resistenze chiave.
L’Average Directional Index (ADX) si attesta intorno a 20, un valore che riflette un’assenza di direzionalità marcata nel trend attuale. Questo conferma l’attuale fase laterale del mercato e sottolinea la necessità di una chiara violazione dei livelli tecnici sopra menzionati per determinare una ripresa direzionale convincente.
Conclusioni operative
La struttura tecnica dell’EUR/USD suggerisce un potenziale rialzista latente, ma subordinato al superamento deciso della zona di resistenza compresa tra 1,1788 e 1,1830. Al ribasso, l’area 1,1390–1,1380 rappresenta un livello critico da monitorare per evitare un deterioramento del quadro tecnico nel breve termine. L’assenza di segnali forti dai principali indicatori di trend (es. ADX) implica che gli operatori dovrebbero mantenere un approccio cauto e attendista, in attesa di una conferma direzionale.
Weekly chart
L’analisi del grafico weekly del cambio EUR/USD evidenzia un impianto strutturale marcatamente rialzista, sebbene attualmente il mercato stia attraversando una fase di consolidamento all’interno di un range compreso tra supporti dinamici e resistenze statiche.
Le ultime candele settimanali mostrano una notevole precisione tecnica, chiudendo sistematicamente in prossimità o con appoggio diretto sulla Tenkan Sen, che sta operando con efficacia come supporto dinamico di breve termine. Questo comportamento testimonia una tenuta del momentum rialzista, anche in assenza di breakout direzionali nelle ultime settimane, e suggerisce che il mercato stia accumulando forza in attesa di un nuovo impulso direzionale.
La Kijun Sen, attualmente posizionata sensibilmente al di sotto delle quotazioni correnti, riflette la solidità della gamba rialzista in corso e funge da supporto strategico di medio periodo. La distanza tra Tenkan e Kijun segnala l’assenza di segnali di debolezza imminente nel trend primario.
Parallelamente, la Chikou Span si colloca in posizione favorevole, ben al di sopra del prezzo corrente e priva di ostacoli tecnici retrostanti nei periodi di riferimento. Questa configurazione rafforza la lettura rialzista dell’indicatore Ichimoku, indicando spazio di manovra per un’estensione del trend in assenza di barriere strutturali nei prezzi passati.
Sul fronte delle medie mobili esponenziali, sia la EMA a 50 che la EMA a 100 periodi si mantengono inclinate positivamente e sufficientemente distanti dall’azione dei prezzi, confermando la persistenza della fase rialzista su base ciclica. La EMA a 200 periodi, sebbene in posizione più neutrale e piatta, non presenta segnali di inversione e contribuisce a delineare un quadro strutturalmente sano e coerente con una tendenza ascendente di lungo termine.
Livelli di Fibonacci: aree chiave di ritracciamento e target
Tracciando i livelli di Fibonacci dal minimo significativo di gennaio 2025 (area 1,0117) fino al massimo del 2025 a 1,1830, emergono importanti livelli tecnici di ritracciamento e proiezione:
• 38,2% di ritracciamento → 1,1200: primo supporto tecnico rilevante, che si avvicina al minimo del 29 maggio (1,1065); un’eventuale rottura rafforzerebbe lo scenario correttivo.
• 50,0% di ritracciamento → 1,100: supporto psicologico e strutturale di medio periodo.
• 61,8% di ritracciamento → 1,080: supporto strategico, la cui violazione implicherebbe un potenziale cambio di trend settimanale.
Sul fronte rialzista, proiettando le estensioni di Fibonacci dal medesimo movimento, i target potenziali in caso di breakout al di sopra di 1,1830 includono:
• Estensione 127,2% → 1,229: in linea con la soglia psicologica di 1,2000.
• Estensione 161,8% → 1,2867: obiettivo tecnico di lungo periodo, che corrisponderebbe a un recupero esteso del ciclo rialzista.
Indicatori di momentum
• L’RSI settimanale si attesta in area 55–58, confermando la presenza di momentum rialzista moderato, ma ancora lontano da zone di ipercomprato.
• L’ADX, stabile sotto i 20, segnala l’assenza di una direzionalità forte nel breve termine, suggerendo che un’espansione di volatilità sarà necessaria per convalidare la prossima mossa direzionale.
Conclusioni operative
La configurazione tecnica settimanale di EUR/USD rimane positiva finché il prezzo si mantiene sopra la Tenkan Sen (attualmente in area 1,1440 circa). Una chiusura settimanale al di sotto di tale livello potrebbe attivare una fase correttiva con target intermedi lungo i livelli di Fibonacci descritti. Al contrario, il superamento deciso della zona di resistenza a 1,1830 aprirebbe lo scenario per una nuova gamba rialzista con obiettivi in area 1,2000–1,2260, coerenti con le estensioni di Fibonacci.
Trump rilancia il Re-Shoring (e i mercati festeggiano)🚨 Today’s Trading – 07.08.2025
👉🏼 MARKET BACKGROUND
Trump punta a una tariffa del 100% sui chip, ma i mercati festeggiano!
Sembra un paradosso, ma la chiave di lettura è ancora una volta nel piano di Re-Shoring del presidente Trump: le aziende USA che investono sul territorio nazionale saranno esenti.
L’annuncio, fatto dallo Studio Ovale da Trump e Tim Cook, mette in luce il piano di Apple, che investirà 100 miliardi di dollari nella produzione nazionale. E non sarà sola: seguiranno Stargate, Nvidia, TSMC, fino a una cordata di investimenti per oltre 1.000 miliardi di dollari, coinvolgendo anche GE Aerospace.
I mercati hanno ottimi motivi per festeggiare.
Ma se il pericolo sembra scongiurato per le big tech, resta la questione delle piccole imprese nel settore semiconduttori: chi produce componenti minori (come le radiosveglie) e si appoggia a fornitori esteri potrebbe subire duri colpi.
Ancora una volta, gli indici rappresentativi delle megacap festeggiano, mentre il vero tessuto economico americano – fatto di PMI – potrebbe vivere tempi più difficili.
Gli operatori restano quindi focalizzati sulla strategia politica e commerciale di Trump, che da un lato spinge il reshoring, ma dall’altro resta indietro sugli accordi con India e Cina.
• Sull’India, restano i dazi al 50%, con grande stupore di Delhi.
• Con la Cina, proseguono strategie divergenti per ridurre la dipendenza dal mercato USA.
💡 Proprio oggi è stato pubblicato il dato sulla bilancia commerciale cinese: l’export sale del +7.2% (precedente +5.8%).
La Cina ha incrementato le esportazioni verso il resto del mondo, compensando il calo del -21% verso gli USA con:
• +16% verso l’Asia
• +9.3% verso l’UE
La macchina export cinese, aiutata da uno Yuan debole, procede a tutta velocità.
Infine, occhi puntati sulla BoE, chiamata oggi a decidere sul taglio tassi atteso da 25 bp (costo del denaro al 4%).
Il Regno Unito si trova in un contesto macro difficile:
• inflazione tornata vicino al 3% dopo aver toccato il 2%
• disoccupazione ai massimi dal 2021
• tassazione aziendale elevata
• assenza di stimoli fiscali
• QT BoE ancora attivo
Il focus sarà sulle decisioni della BoE sugli acquisti di titoli di Stato.
Uno scenario possibile: ridurre gli acquisti sulla parte lunga della curva (oltre i 20 anni) per reinvestire sulla parte breve, sostenendo così l’emergenza immediata. Il MPC è probabilmente spaccato, e la riunione odierna potrebbe essere decisiva per le sorti dell’economia UK.
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👉🏼 FOREX
Il dollaro USA resta sotto pressione, con il Dollar Index che scende verso area 98.00. Ancora intatti i minimi di fine luglio a 97.50: una rottura di questo livello potrebbe aprire spazio a nuovi cali importanti.
Le majors rispondono rapidamente:
• EUR/USD torna a 1.17, con i 1.18 nel mirino. Livelli che iniziano a preoccupare la BCE.
• Commodities currencies in ripresa, in particolare le oceaniche:
o AUD/USD raggiunge 0.6540, prima resistenza volumetrica.
o Possibili target successivi: 0.6560 e 0.66.
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👉🏼 EQUITY
Tech in gran forma:
• Il Nasdaq sale a 23.540 pt, con target su 23.600 e 23.800 pt.
• Clima di euforia globale, con i listini mondiali in forte ripresa.
• In Europa, il DAX torna a 24.180 pt e guarda al POC del monthly precedente a 24.300 pt.
• Bene anche l’Asia: il Topix aggiorna i massimi a 3.000 pt, con performance in area +0.50%.
Risk-on diffuso.
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👉🏼 COMMODITIES
⚪️ Focus ancora sui metalli preziosi:
• Silver rompe le resistenze a 37.865 $, ora punta ai 39 $.
• Gold in fase di momentum rialzista, ma ancora incastrato in un range tra:
o Resistenze a 3.480 $
o Supporti a 3.320 $
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Buon trading!
🔹 Salvatore Bilotta
Mercati globali resilienti nonostante i dazi USALA BORSA IGNORA TRUMP
I principali indici azionari statunitensi, ieri, hanno chiuso la giornata in territorio positivo.
Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,18%, attestandosi a 44.193 punti. L’S&P 500 ha registrato un rialzo dello 0,73%, raggiungendo quota 6.345 punti. Performance positiva anche per il Nasdaq, che è salito dell’1,21% a 21.169 punti.
Nella notte, il Nikkei 225 è aumentato dello 0,5%, toccando circa 41.000 punti. Il più ampio indice Topix ha guadagnato lo 0,45%, arrivando a 2.980 punti, segnando la terza sessione consecutiva di guadagni per l’equity giapponese.
Il rally ha riflesso la forza di Wall Street, sostenuta dagli ottimi risultati aziendali. Gli investitori sembrano aver ignorato le ultime decisioni sui dazi del presidente Trump, che ha annunciato un dazio del 100% sui semiconduttori importati (escluse le aziende con sede negli Stati Uniti) e ha raddoppiato i dazi sui prodotti indiani al 50%, a causa delle continue importazioni di petrolio russo.
VALUTE
A differenza delle borse, sui mercati valutari l’effetto dazi si è fatto sentire. Il dollaro ha perso terreno, rompendo i supporti chiave e accelerando nella discesa. EUR/USD ha rotto quota 1,1590, toccando stanotte 1,1676. Il cable ha raggiunto 1,3370.
Oggi è il giorno della Bank of England, attesa al taglio dei tassi. EUR/GBP ha recuperato terreno sulle previsioni di riduzione del costo del denaro, raggiungendo le prime resistenze poste a 0,8735.
USD/JPY fatica invece a scendere, rimanendo in fase di accumulazione sopra i supporti chiave di 146,90–147,10. Le valute oceaniche hanno per ora mantenuto i supporti, ma senza grande slancio.
Tutto dipende ancora dalla questione dazi e dai dati macro USA. L’attesa si sposta a settembre, in vista della prima riunione della Fed.
GERMANIA: ORDINI ALL’INDUSTRIA
Gli ordini alle fabbriche in Germania sono diminuiti dell'1,0% su base mensile a giugno 2025, deludendo le previsioni di un aumento dell'1,0%.
A maggio si era registrato un calo dello 0,8%, rivisto al ribasso.
Si tratta del secondo calo mensile consecutivo, dovuto in gran parte a una forte flessione del 23,1% negli ordini di aerei, navi, treni e veicoli militari.
La domanda si è indebolita anche per il settore automobilistico e per i prodotti in metallo lavorati.
Al contrario, gli ordini per le apparecchiature elettriche sono aumentati del 23,5%.
La domanda estera si è contratta del 3,0%, con gli ordini provenienti da fuori l’area euro in calo del 7,8%, parzialmente compensati da un aumento del 5,2% all’interno del blocco.
Escludendo gli ordini su larga scala, gli ordini alle fabbriche sono aumentati del 3,1% nel secondo trimestre del 2025, sostenuti dalla domanda anticipata in vista degli aumenti tariffari globali e da una ripresa dell’attività commerciale nell’area euro.
CINA
Il surplus commerciale della Cina si è attestato a 98,24 miliardi di dollari a luglio 2025, al di sotto delle aspettative di 105 miliardi, ma superiore agli 85,27 miliardi dello stesso mese dell’anno precedente.
Le esportazioni sono aumentate del 7,2% su base annua, superando le previsioni del 5,4% e accelerando rispetto al +5,8% di giugno.
Questo è stato favorito da un temporaneo allentamento delle pressioni tariffarie, alimentando le speranze di una possibile estensione della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Le importazioni sono aumentate inaspettatamente del 4,1%, contro attese di un calo dell’1,0%, rafforzando il +1,1% di giugno.
Il surplus commerciale con gli Stati Uniti è sceso a 23,74 miliardi di dollari, rispetto ai 26,57 miliardi di giugno, con esportazioni e importazioni in calo rispettivamente del 21,7% e del 18,9%.
Nei primi sette mesi del 2025, la Cina ha registrato un surplus commerciale totale di 683,5 miliardi di dollari, con esportazioni in aumento del 6,1% su base annua e importazioni in calo del 2,7%.
AUSTRALIA
Il surplus commerciale australiano di beni è salito a 5,37 miliardi di dollari australiani a giugno 2025, rispetto ai 1,60 miliardi di maggio (rivisti al ribasso) e ben oltre le aspettative di 2,5 miliardi.
Si tratta del surplus più ampio da marzo, con esportazioni in crescita e importazioni in calo.
Le esportazioni sono aumentate del 6,0% su base mensile, trainate da maggiori spedizioni verso Cina e Stati Uniti.
Le esportazioni verso la Cina, principale partner commerciale dell’Australia, sono aumentate del 9,0%, rimbalzando dopo il calo dello 0,4% di maggio.
Le importazioni sono diminuite del 3,1%, attestandosi a 38,95 miliardi di dollari australiani.
ITALIA
La produzione industriale in Italia è aumentata dello 0,2% su base mensile a giugno 2025, rimbalzando dal calo dello 0,8% del mese precedente (rivisto al rialzo) e superando leggermente le aspettative di un +0,1%.
La ripresa è stata trainata dagli aumenti nella maggior parte dei settori principali, in particolare beni intermedi (+0,2%), beni strumentali (+0,1%) ed energia (+0,1%).
Su base annua, la produzione industriale è diminuita dello 0,9%, attenuando il calo dell’1% del mese precedente.
EUROZONA
Le vendite al dettaglio nell’Eurozona sono aumentate dello 0,3% su base mensile a giugno 2025, rimbalzando dopo il calo dello 0,3% di maggio, ma leggermente al di sotto delle attese di un +0,4%.
Tra le principali economie del blocco, le vendite al dettaglio sono aumentate in Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Irlanda, mentre sono diminuite in Francia.
Su base annua, le vendite al dettaglio nell’area euro sono cresciute del 3,1%, il valore più alto da settembre 2024, rispetto al +1,9% del mese precedente e alle previsioni del 2,6%.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
entrata long a questo livelloC'è un importante supporto a 6325 , le opzioni mi danno questa indicazioni perchè studiando dove sono posizionati gli istituzionali
altro livello di supporto importante legato alle opzioni e 6305 , adnrò long con stop 15 punti
se dovesse essere bucato entrerò sul secondo livello indicato
Il debito delle famiglie AmericaneNegli Stati Uniti, il secondo trimestre del 2025 segna un nuovo record storico sul fronte del debito delle famiglie. Secondo i dati della Federal Reserve Bank di New York, a giugno la somma totale dei debiti detenuti dalle famiglie americane ha raggiunto 18.390 miliardi di dollari, un incremento di 185 miliardi rispetto al trimestre precedente e di 592 miliardi rispetto a un anno fa. È un segnale chiaro di quanto gli americani stanno accumulando debiti a ritmi sempre più sostenuti, soprattutto per affrontare le spese della vita quotidiana.
Composizione del debito.
Mutui immobiliari.
Il debito per le case è cresciuto di 131 miliardi nel trimestre, toccando il massimo storico di 12.940 miliardi di dollari. Il mercato immobiliare resta sostenuto nonostante prezzi elevati e costi dei mutui in aumento.
Carte di credito.
Il debito su carte è salito di 27 miliardi e ora si avvicina nuovamente al record di 1.210 miliardi di dollari. In media, ogni americano con debiti su carta di credito ha un saldo superiore a 10.000 dollari. Si segnala inoltre un incremento dei limiti concessi dalle banche, segnale che gli istituti di credito rimangono "generosi" nonostante i rischi.
Prestiti auto.
Anche i finanziamenti per l’acquisto di veicoli sono aumentati (+13 miliardi nel trimestre), raggiungendo anch’essi un record di 1.660 miliardi di dollari. I prezzi elevati delle auto nuove e usate spingono molti consumatori a finanziarsi per periodi sempre più lunghi.
Prestiti degli studenti.
I prestiti per l’istruzione sono saliti di 7 miliardi, toccando i 1.640 miliardi di dollari. Dopo la ripresa dei pagamenti, si osserva una crescita significativa dei casi di morosità e ritardi nei pagamenti.
Cosa significa tutto questo per l’economia
L’ondata di debito ha effetti diretti sulla salute finanziaria delle famiglie. Per molti, il peso delle rate e degli interessi si traduce in minori risparmi e consumi più prudenti. Si segnala una crescita nei tassi di morosità, soprattutto su prestiti studenteschi e automobili. Questo aumento del rischio, unito all’erosione della capacità di spesa da parte delle famiglie, può influenzare negativamente il PIL e il mercato del lavoro nei prossimi trimestri. Settori sensibili al consumo interno (retail, auto, banche) potrebbero registrare maggiore volatilità in caso di peggioramento degli indicatori di credito e consumo. Se il debito dovesse limitare la spesa, la Fed potrebbe rallentare o sospendere rialzi futuri, con ricadute su tassi, dollaro e obbligazioni. Attenzione ai dati sulle insolvenze. Il monitoraggio dei tassi di default (soprattutto su carte di credito e prestiti auto/studenti) può offrire preziosi segnali anticipatori su possibili correzioni di mercato o stress bancari.
In attesa dell'apertura: Borse miste, brillano le small-capLe azioni hanno chiuso ieri prevalentemente in ribasso, seppur in misura moderata. In controtendenza, l’indice Russell 2000, che rappresenta i titoli a piccola capitalizzazione, ha registrato un incremento dello 0,60%.
Dopo le vendite di venerdì e la ripresa di lunedì, i mercati hanno iniziato a metabolizzare le più recenti mosse, le notizie e, non da ultimo, i risultati trimestrali delle aziende.
I conti di Palantir, pubblicati lunedì sera e superiori alle previsioni, non hanno deluso le attese. L’azienda ha registrato un utile per azione (EPS) superiore del 14,3% rispetto alle stime, e un fatturato maggiore del 6,97% rispetto alle previsioni, con un incremento trimestrale dell’EPS del 77,8% e una crescita del fatturato del 47,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, ha rivisto al rialzo le previsioni di ricavi per l’intero anno. Il titolo, ieri, è salito del 7,85%.
Dopo la chiusura di ieri, Advanced Micro Devices ha comunicato una sorpresa positiva per l’EPS del 2,13% e per le vendite del 3,74%. Ciò corrisponde, tuttavia, a un calo trimestrale dell’EPS del 30,4%, a fronte di una crescita delle vendite del 31,7%. L’azienda prevede per il terzo trimestre ricavi pari, nel valore mediano, a 8,7 miliardi di dollari, superiori alle stime di consenso di 8,3 miliardi. Prima della pubblicazione degli utili, il titolo aveva chiuso in calo dell’1,40%, registrando poi un’ulteriore flessione del 3% nelle contrattazioni after-hours.
Sempre dopo la chiusura, Arista Networks ha annunciato un EPS superiore alle attese del 12,3% e vendite oltre le previsioni del 4,34%, con una crescita trimestrale dell’EPS del 40,4% e un incremento del fatturato del 30,2%. Anche in questo caso, la società ha alzato le previsioni per il terzo trimestre del 6,13% rispetto alle stime di mercato. Negli scambi after-hours, il titolo è balzato di oltre il 14%.
Oggi sono attesi i risultati di 548 aziende. Tra queste, nomi di rilievo come McDonald’s, Disney e Uber prima dell’apertura dei mercati, e AppLovin e DoorDash dopo la chiusura.
Sul fronte commerciale, si attendono sviluppi nei negoziati con il Canada, ripresi di recente. Ottawa appare fiduciosa in un prossimo accordo, ma al momento non vi è ancora nulla di definito. Il Canada è il terzo partner commerciale degli Stati Uniti, dopo l’Unione Europea e il Messico, entrambi già coperti da accordi o proroghe. Soltanto i beni esclusi dall’accordo USMCA saranno soggetti a dazi più elevati: il Canada rappresenta circa il 12% delle importazioni statunitensi, ma l’86% di tali beni rientra già nell’USMCA, lasciando solo il 14% potenzialmente colpito dai dazi durante le trattative.
Escludendo il Canada, gli Stati Uniti dispongono di accordi con l’UE (primo partner), il Messico (secondo, con una proroga di 90 giorni), la Cina (quarto, con un’intesa operativa in scadenza e probabile proroga il 12 agosto) e il Giappone (quinto partner). Sono inoltre in vigore accordi con Regno Unito, Corea del Sud, Indonesia, Vietnam e altri Paesi: insieme, questi rappresentano quasi il 65% delle importazioni statunitensi; includendo i beni canadesi coperti dall’USMCA, la percentuale sale al 75%.
Resta invece incerta la situazione con l’India, con dazi reciproci previsti tra il 20% e il 25%. Il presidente Trump ha minacciato tariffe “sostanzialmente” più alte, a causa della compravendita di petrolio russo da parte di Nuova Delhi. La questione potrebbe essere affrontata nel contesto delle trattative commerciali in corso.
Sul fronte macroeconomico, l’indice PMI composito di ieri è salito a 55,1, rispetto al 52,9 del mese precedente e alle stime di 54,6. Anche l’indice dei servizi è aumentato, raggiungendo quota 55,7 (contro il 52,9 del mese precedente e il consenso di 55,2). Viceversa, l’indice ISM dei servizi è sceso a 50,1, rispetto al 50,8 del mese scorso e alla stima di 51,5.
Finora, l’andamento settimanale delle borse resta nettamente positivo. Alcune notizie incoraggianti e risultati societari superiori alle attese potrebbero contribuire a mantenere questa tendenza.
[APPROCCIA IL TRADING CON PIÙ DECISIONE ABBASSANDO L'EMOTIVITÀ]+APPROCCIO DECISO -EMOTIVITÀ NEGATIVA
Avere un approccio più deciso al trading e diminuire l’influenza dell’emotività è una
delle chiavi per diventare un trader più disciplinato e, potenzialmente, profittevole.
Ecco alcune strategie pratiche:
1. Crea e segui un piano di trading
Contenuto del piano:
• Quando entrare/uscire (regole di entry/exit)
• Quanto capitale rischiare per operazione
• Strumenti finanziari da tradare
• Orari in cui operare
| Vantaggio: Ti toglie dalla decisione impulsiva. Hai già deciso prima come e quando agire.
2. Usa una Strategia Backtestata
• Scegli strategie che hai testato su dati storici.
• Sapere che la strategia “funziona” nel lungo
periodo aumenta la tua fiducia e riduce il panico nelle perdite.
3. Gestione del rischio ferrea
• Rischia solo una piccola percentuale del tuo capitale per operazione (es. 0.5-1%).
• Avere stop loss sempre impostato.
• Evita il “revenge trading” dopo una perdita.
4. Allenamento Psicologico
Tecniche utili:
• Journaling (scrivi i pensieri e le emozioni post-trade).
• Mindfulness o meditazione prima di iniziare la giornata.
• Tecniche di respirazione per gestire lo stress.
• Impara a riconoscere quando l’emozione ti spinge a cliccare “compra” o “vendi” senza motivo.
5. Mantieni un diario di Trading
• Registra ogni trade, con motivazione, risultato, emozioni provate.
• Rileggilo: noterai schemi comportamentali e potrai correggerli.
6. Sii realista con le aspettative
• Non cercare di “fare soldi veloci”.
• Accetta le perdite come parte naturale del processo.
• L’obiettivo è essere coerente, non perfetto.
7. Segnali di emozione eccessiva
Se noti questi comportamenti è ora di fermarti:
• Operazioni compulsive.
• Aumenti improvvisi della size dopo una perdita.
• Trading notturno o fuori piano.
• Euforia o disperazione dopo un trade.
Tipica Settimana Estiva Goldho bisogno del tuo sostegno.
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🌞 Buongiorno a tutti 🌞
🟨 GOLD:
la nostra zona di resistenza ha reagito bene. Ora aspetto una candela di conferma short nella giornata di oggi per valutare un possibile ingresso ribassista.
Il ciclo settimanale si sta facendo interessante:
-Lunedì siamo arrivati in zona.
-Martedì ha rotto i livelli del lunedì ma non ha chiuso in modo chiaro a favore dello short.
-Oggi (mercoledì) stiamo ritestando l’interno della spike di ieri e iniziano ad arrivare le prime spinte ribassiste.
Ora voglio vedere una chiusura short oggi.
Se accade,, domani cercherò entrate su timeframe inferiori.
Se invece il prezzo tiene e non chiude short, domani non valuterò operazioni ribassiste.
Nel frattempo, opero su altri asset come GBPJPY.
il dollar index è risalita, riducendo l’appeal dell’oro per investitori esteri
🧠 Contesto macro
Il Dollar Index è salito, e questo ha ridotto l’interesse per l’oro da parte degli investitori esteri.
-I trader attendono con attenzione le nomine alla Fed, annunciate da Trump: nuova presidente e sostituto per Kroger, influenzando le aspettative su tagli dei tassi in settembre (probabilità al 87%)
-Le parole sull’imposizione di nuove tasse sull’India (sui beni da petrolio russo) aumentano l’incertezza globale e spingono verso asset sicuri come l’oro
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
Dazi USA e mercati in tensione: UE sotto pressioneBORSE IN CONGESTIONE
I principali indici azionari statunitensi hanno registrato ribassi frazionali. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,14% a 44.112 punti, mentre l’S&P 500 ha chiuso in flessione dello 0,49% a 6.299 punti. Performance negativa anche per il Nasdaq (-0,65% a 20.917 punti), dopo i forti guadagni di oltre l'1% registrati ieri.
Il sentiment degli investitori rimane incerto: da un lato è sostenuto dagli utili aziendali e dalle crescenti aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, dall’altro è appesantito dai timori legati ai nuovi dazi imposti da Trump.
Le azioni di Palantir sono balzate di quasi il 6% nelle contrattazioni pre-mercato, dopo che l'azienda ha rivisto al rialzo le previsioni di fatturato annuo per la seconda volta quest'anno. Pfizer è salita del 2,4%, superando le stime sia di utili che di fatturato.
Al contrario, Caterpillar ha perso il 3,6% a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi di utile. Vertex Pharmaceuticals ha ceduto il 13,8% dopo aver annunciato l’interruzione delle sperimentazioni in fase avanzata per il suo antidolorifico di nuova generazione.
Nel frattempo, i titoli tecnologici a grande capitalizzazione erano per lo più in rialzo prima dell'apertura delle contrattazioni: Nvidia, Microsoft e Apple hanno mostrato segnali positivi. Leggermente in crescita anche Amazon, Meta, Broadcom e Tesla, mentre Alphabet è rimasta pressoché invariata.
ANCORA CAOS DAZI
L’entrata in vigore dei dazi del 15% imposti dall’amministrazione Trump, prevista per giovedì 7 agosto, rappresenta un punto di svolta nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. Le ripercussioni potrebbero essere significative per il mercato comunitario nel suo complesso, e per l’Italia in particolare.
Il fatto che alcuni Paesi membri dell’UE trattino separatamente con gli USA rischia di generare una frammentazione del mercato unico. Deroghe selettive, come quelle concesse alla Francia per il settore aerospaziale o al Regno Unito tramite accordi bilaterali, potrebbero minare la coesione economica tra gli Stati membri.
Questa situazione potrebbe portare a distorsioni competitive, con imprese francesi o britanniche avvantaggiate rispetto a quelle italiane, spagnole o tedesche nei mercati USA. Il mancato ottenimento di deroghe per il vino italiano colpisce un settore strategico per l’export nazionale.
I dazi al 15% rischiano di ridurre la competitività dei produttori italiani, favorendo vini francesi o di altri Paesi. Anche altri settori, come la meccanica di precisione, l’agroalimentare e la ceramica, potrebbero subire danni indiretti da eventuali ritorsioni o da un minore accesso al mercato statunitense.
L’esenzione selettiva e gli accordi bilaterali creano un pericoloso precedente, che potrebbe spingere altri Paesi UE a negoziare autonomamente, indebolendo la politica commerciale comune. C’è ancora molta strada da fare per costruire una vera Europa unita.
USA, CALA IL DEFICIT COMMERCIALE
Il deficit commerciale degli Stati Uniti si è ridotto a giugno, a causa del forte calo delle importazioni di beni di consumo. È l’ennesima prova dell’impatto che i dazi di Donald Trump stanno avendo sul commercio globale.
Il disavanzo complessivo si è ridotto del 16,0%, attestandosi a 60,2 miliardi di dollari, il livello più basso da settembre 2023. A maggio, il deficit era stato rivisto a 71,7 miliardi, mentre le previsioni indicavano 61,6 miliardi.
Le importazioni sono diminuite del 3,7%, scendendo a 337,5 miliardi di dollari, il livello più basso da marzo 2024. Il calo è stato trainato da prodotti farmaceutici, automobili, petrolio greggio e materiali per combustibili nucleari.
Le esportazioni sono diminuite dello 0,5%, attestandosi a 277,3 miliardi di dollari, il livello più basso da gennaio. I principali cali hanno riguardato prodotti finiti in metallo, oro non monetario e accessori per computer.
Il deficit maggiore è stato con il Messico, sebbene si sia leggermente ridotto a 16,3 miliardi di dollari. Il disavanzo con la Cina è sceso a 9,4 miliardi, mentre quello con l’UE si è ridotto significativamente a 9,5 miliardi da 22,5 miliardi.
Al contrario, i deficit si sono ampliati con Vietnam (16,2 miliardi), Taiwan (12,9 miliardi) e India (5,3 miliardi). La bilancia commerciale con la Svizzera è passata a un leggero deficit, inferiore a 0,1 miliardi di dollari.
DAZI E PRODOTTI FARMACEUTICI
I dazi sui prodotti farmaceutici importati negli USA potrebbero arrivare fino al 250%. Lo ha dichiarato il presidente Donald Trump: «Inizialmente applicheremo dazi ridotti, ma tra un anno, un anno e mezzo al massimo, saliranno al 150% e poi al 250%, perché vogliamo che i prodotti farmaceutici siano prodotti nel nostro Paese».
Trump si è detto ottimista su un’intesa commerciale a breve con Pechino: «Siamo vicini a un accordo con la Cina» e «penso che sarà un buon accordo». Ha inoltre riferito che il presidente cinese Xi Jinping «ha chiesto un incontro» e si è detto pronto a volare a Pechino, anche se è «un volo lungo», una volta trovata l’intesa.
USA, DAZI ALL’INDIA
Donald Trump sta considerando di aumentare «in modo sostanziale» i dazi contro l’India nelle prossime 24 ore, per punirla per i continui acquisti di petrolio dalla Russia. Lo ha anticipato in un’intervista a CNBC: «L’India non è stato un buon partner commerciale. Fanno molti affari con noi, ma noi non facciamo affari con loro. Così abbiamo fissato dazi al 25%, ma penso che li aumenterò in modo molto sostanziale».
NUOVE MINACCE USA ALLA UE
Gli Stati Uniti imporranno dazi del 35% all’Unione Europea se l’UE non rispetterà l’impegno di investire in beni americani. Lo ha dichiarato Donald Trump in un’intervista a CNBC.
Alla domanda sui criteri degli accordi, Trump ha inizialmente affermato che l’UE avrebbe pagato 650 miliardi di dollari, poi ha arrotondato la cifra a 600 miliardi. «Siamo di nuovo un Paese ricco», ha detto, aggiungendo che l’investimento può essere utilizzato «per qualsiasi cosa io voglia».
Trump ha inoltre annunciato che la prossima settimana, o poco dopo, comunicherà le percentuali dei dazi su chip e semiconduttori. Quanto ai farmaci, ha precisato che inizialmente imporrà dazi bassi.
Saverio Berlinzani
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S&P 500: Il trend di fondo resta rialzistaLa scorsa settimana, l’indice S&P 500 ha attraversato una fase di consolidamento in un contesto ricco di notizie fondamentali: decisione della Fed, inflazione PCE, report NFP, negoziati commerciali. Tutti questi elementi hanno portato a prese di profitto a breve termine. Tuttavia, il movimento è rimasto tecnicamente solido, con i supporti rispettati.
Il trend di fondo resta quindi rialzista. Facciamo un’analisi tecnica in una settimana influenzata dalla geopolitica, con l’ultimatum alla Russia fissato per venerdì 8 agosto.
1. Il trend rialzista dell’S&P 500 resta valido sopra il supporto chiave 6050/6150 punti
Analizziamo i diversi orizzonti temporali del future sull’S&P 500: il trittico mostra candele mensili, settimanali e giornaliere. Tutti e tre i timeframe confermano che il trend resta rialzista finché il supporto 6050/6150 tiene in chiusura settimanale. Questa zona corrisponde al massimo storico registrato lo scorso inverno. A breve termine, non si può escludere un nuovo test del supporto prima della ripresa del trend.
2. L’analisi quantitativa non mostra ipercomprato: la percentuale di azioni sopra la media a 50 giorni è rientrata
La recente fase di consolidamento ha ridotto l’ipercomprato. La percentuale di azioni sopra la media mobile a 50 giorni era vicina a livelli estremi, ma ora è tornata al 50%, dando spazio a una nuova spinta rialzista dell’indice.
3. Il Dow Jones è in fase di accumulo sotto i massimi storici
Anche il Dow Jones mostra una configurazione promettente, con una possibile formazione a spalla-testa-spalla rialzista. Per confermare la continuazione, deve superare i 45.000 punti. Anche l’S&P 500 equiponderato ha una struttura tecnica simile.
4. Il sentiment degli investitori retail è ancora lontano dall’euforia
I massimi di mercato nascono sempre in fasi di euforia, soprattutto tra i piccoli investitori. Secondo i dati più recenti dell’associazione americana degli investitori individuali, la propensione all’acquisto è aumentata, ma resta lontana dai livelli di surriscaldamento. Questo conferma che il trend rialzista dell’S&P 500 resta valido sopra i 6050/6150 punti.
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Tori vs Orsi: il mercato si spacca sulle trimestrali USA🚨 Today’s Trading – 05.08.2025
⚔️ Tori vs Orsi: il mercato si spacca sulle trimestrali USA
👉🏼 MARKET BACKGROUND
È lotta senza quartiere tra tori e orsi: da un lato la breve fase ribassista innescata dai pessimi dati sul mercato del lavoro USA, dall’altro le ottime trimestrali che continuano ad arrivare dalle aziende americane.
I sempre-rialzisti trovano motivazioni per incrementare le posizioni: ogni pausa, storno o respiro viene visto come occasione per rientrare. Poco importa se i multipli sono stratosferici, se ci sia o meno recessione, o se il lavoro stia andando a rotoli… meglio!
"La FED taglierà i tassi e le aziende guadagneranno di più con prestiti meno costosi".
Non la pensano così gli orsi, che nei dati negativi sul lavoro vedono i primi segnali di rallentamento della domanda aggregata e, quindi, dei consumi e degli utili aziendali.
“Perché pagare così tanto aziende che potrebbero trovarsi a fare i conti con una domanda asfittica nel prossimo trimestre?”
Secondo i dati finora pubblicati, circa l’86% delle aziende USA ha battuto le attese su utili e ricavi. Tuttavia, quelle poche che deludono vengono scaricate con forza: basti guardare a Intel, che ha perso fino all’-11%.
Se da un lato quindi l’ottimismo regna sovrano, con i listini mondiali che hanno recuperato velocemente le perdite di venerdì, dall’altro cresce il rischio che qualsiasi delusione possa innescare crolli improvvisi.
Che i tagli FED arriveranno ormai è una quasi certezza. Ma la vera domanda è: arriveranno prima che l’economia USA freni bruscamente?
Se la FED è davvero in ritardo sul ciclo di allentamento, Trump potrà dire di avere avuto ragione e scaricare la colpa su Powell.
Ci aspetta un agosto molto caldo.
👉🏼 FOREX
Tutti attendono i tagli della FED, con una probabilità dell’80% stimata per la riunione di settembre.
Il Dollar Index, che venerdì era sceso da 100.25 a 98.55, ha recuperato leggermente posizionandosi oggi intorno a 99.00.
Quotazioni ancora lontane dai minimi di 96.00, ma incapaci di costruire un trend rialzista solido. Il livello chiave per un’inversione è 101.90–102.00.
Attenzione anche allo Yen giapponese: dopo il ruolo da asset rifugio nei giorni scorsi (+1.11% medio contro le majors), è tornato sotto pressione, segnando un -0.22%.
Non cambia il quadro macro giapponese, e la BoJ resta impossibilitata ad agire con forza, rendendo ancora interessanti le posizioni short sullo Yen dopo i recenti rimbalzi.
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Rimbalzo deciso per i listini mondiali:
In Europa, il DAX riconquista 24.000 pt, recuperando completamente la caduta di venerdì. Manca però ancora uno slancio verso i massimi di periodo a 24.800 pt, traguardo ancora incerto dopo gli accordi USA–UE sui dazi.
Va ricordato che il DAX è un indice total return, quindi potrebbe beneficiare delle buone trimestrali europee.
Negli USA, bene l’S&P 500, che torna sopra quota 6.370 pt, sostenuto dalle ottime Q2 e dall’ottimismo (forse eccessivo) per il Q3. Tuttavia, molte aziende hanno fornito guidance poco brillanti per i mesi futuri.
L’equity resta tonico ma altamente volatile, con occhi puntati sui prossimi report societari.
👉🏼 COMMODITIES
Focus sul WTI:
Dopo le minacce di ritorsioni all’India da parte di Trump per gli acquisti di petrolio russo
E con OPEC+ pronta a aumentare la produzione,il quadro domanda/offerta potrebbe cambiare rapidamente, riflettendosi sui prezzi.
Al momento il WTI segna la quarta giornata consecutiva in rosso, portandosi a 65.48 $, che corrisponde al POC del composito annuale.
Sembra che il petrolio abbia trovato una zona di comfort senza direzionalità definita.
Ancora interessante il silver, che testa le resistenze a 37.865 $. Una rottura aprirebbe spazio a nuovi allunghi verso i massimi a 39.90 $.
In caso contrario, potremmo rivedere i supporti a 35.90–36.00 $.
Buon trading!
🔹 Salvatore Bilotta
PLTR e l’hype dell’AI: i fondamentali reggono ancora?Palantir Technologies (PLTR) è diventato un nome caldo nel panorama tecnologico, Ma questo entusiasmo, si fonda sui numeri o su false credenze? scopriamolo insieme!
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82.78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
L’origine dell’ascesa: perché Palantir oggi fa parlare di sé?
Palantir Technologies si è affermata come uno dei Player chiave nell'analisi dei dati e nel campo dei software, con una forte presenza sia nel settore governativo che in quello commerciale. La sua popolarità è stata trainata da un modello di business unico articolato attraverso tre piattaforme principali:
Gotham : progettata per clienti governativi e di difesa, supporta operazioni di sicurezza nazionale complesse.
Foundry : orientata al settore commerciale, offre strumenti per l'integrazione, la gestione e l'analisi di dati aziendali su vasta scala.
Apollo : funge da sistema di controllo della missione per la distribuzione di software autonomo, garantendo che le applicazioni Palantir possano operare in qualsiasi ambiente. Queste piattaforme consentono alle organizzazioni di sfruttare enormi volumi di dati per processi decisionali critici.
Ma anche la spinta verso l'intelligenza artificiale (AI) è stato un fattore determinante per la crescente popolarità di Palantir, lo stesso CEO, Alex Karp ha enfatizzato come il boom dell'AI rappresenti un'opportunità di crescita e Palantir sembra stia capitalizzando questa tendenza in modo significativo.
La sua Piattaforma di Intelligenza Artificiale (AIP) mira a diventare un vero e proprio "sistema operativo dell'AI", collegando l'AI generativa direttamente alle operazioni. Questo approccio rende l'AI più azionabile e applicabile in una vasta gamma di settori, dalla gestione dell'intelligence sul campo di battaglia all'ottimizzazione delle operazioni ospedaliere.
Palantir contro tutti: c’è davvero concorrenza?
La "fossa" competitiva di Palantir non risiede nell'assenza di altri Player, ma piuttosto nella sua profonda specializzazione e integrazione. Il panorama dell'analisi dei dati e dell'AI è tutt'altro che privo di competizione, benché la posizione di Palantir sia indubbiamente distintiva, l’azienda deve affrontare la concorrenza diretta di aziende come BigBear.ai , ma anche indiretta da parte di giganti del cloud come Microsoft e Amazon.
Ma allora perché si pensa che Palantir abbia il monopolio?
Nonostante la presenza di questi concorrenti, Palantir detiene un vantaggio competitivo significativo. Le sue piattaforme, in particolare Foundry e Gotham , sono profondamente integrate nei processi decisionali dei clienti, soprattutto dove vi è la gestione di dati altamente sensibili e complessi, come nel settore governativo come la difesa e l'intelligence, ove i requisiti di sicurezza e fiducia sono elevatissimi. Questa integrazione crea elevati costi di switching e un "effetto lock-in" per i clienti, rendendo difficile il passaggio a soluzioni alternative, creando una barriera d’ingresso significativa che i concorrenti generalisti dell'AI faticano a superare. Ciò rende la sua concorrenza meno diretta e più di nicchia , consolidando la sua posizione in segmenti di mercato ad alto valore.
I contratti a lungo termine con il governo degli Stati Uniti, inclusi accordi per lo sviluppo di sistemi di comando per l'esercito e l'espansione del contratto Maven del Dipartimento della Difesa a oltre $1 bln , rafforzano ulteriormente la sua posizione di leader in settori critici.
Ombre sulla reputazione: il lato oscuro dell’efficienza AI?
Palantir ha affrontato sfide e critiche significative, ed è stata oggetto di numerose controversie etiche e legali, come accuse di violazione di copyright, per l'aggregazione di dati sensibili e il potenziale impatto sulla privacy e le libertà civili , nonchè di discriminazione razziale , come Il suo ruolo nella sorveglianza governativa e nei contratti con agenzie come l' ICE (Immigration and Customs Enforcement)
Sebbene Palantir abbia risposto a queste accuse, esse rappresentano rischi reputazionali e operativi che potrebbero influenzare la percezione pubblica compromettendo la sua capacità di espandersi, limitando l'espansione in settori commerciali o paesi che valorizzano fortemente la privacy e la trasparenza. di conseguenza, mentre la tecnologia di Palantir è all'avanguardia, il suo "costo sociale" percepito può agire come un freno indiretto alla crescita, distinguendosi da altre aziende AI con un profilo etico meno controverso.
Risultati solidi, multipli tirati: il paradosso Palantir
L’offerta AI, in particolare la piattaforma AIP ha guadagnato trazione nel mercato enterprise, contribuendo a una diversificazione che rende il modello di business più solido e scalabile. Il segmento commerciale negli Stati Uniti è cresciuto del +93% YoY . Gli analisti stanno iniziando a guardare anche alla qualità della crescita , e questo dato potrebbe segnare una svolta nella percezione del business, tradizionalmente visto come fortemente dipendente dai contratti governativi,
I risultati finanziari di Palantir nel secondo trimestre del 2025 hanno dato nuova forza alla narrativa di crescita che accompagna il titolo. La società ha registrato un fatturato di $1,004 miliardi , segnando un incremento del +48% YoY e superando le attese del consensus: $940 milioni . Per la prima volta, Palantir ha oltrepassato la soglia del $ bln in un singolo trimestre. L’ EPS si è attestato a $0,17 , battendo leggermente le stime, ed anche le prospettive per il 2025 sono state migliorate: la società prevede ora una crescita del +45% YoY per l’intero anno fiscale, con aspettative di ulteriore espansione sequenziale nel terzo trimestre.
Tuttavia, è proprio sul terreno della valutazione che emergono le principali tensioni. Dopo aver più che raddoppiato il proprio valore nel 2025 ( +500% YoY ), il titolo viene scambiato a multipli estremamente elevati. Ed è qui che il mercato si divide. Alcuni analisti, come Piper Sandler, vedono Palantir arrivare a $170 nel medio termine. Altri, come Jefferies, fissano un target a $60 , preoccupati da una capitalizzazione considerata troppo avanzata rispetto ai fondamentali.
A offrire una lettura alternativa vi è Dan Ives (Wedbush) , che stima una possibile capitalizzazione di $1 trilione tra il 2027 e il 2028 . Secondo Ives, il mercato sta sottovalutando la capacità dell’azienda di affermarsi come infrastruttura AI di riferimento , e ricorda come in passato i titoli più trasformativi siano stati penalizzati proprio per valutazioni considerate “scomode” .
Questa polarizzazione di visioni riflette una tensione di fondo: il valore di Palantir non è solo nei numeri attuali, ma nella fiducia che il mercato ripone sulla sua capacità di mantenere il passo — o addirittura di guidare — la corsa all’AI .
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
Il prossimo trimestre dirà molto. La domanda è sempre la stessa: stiamo pagando per la realtà, o per una promessa?
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82.78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Breakout TradingIl breakout trading è una delle strategie più diffuse tra i trader di tutti i livelli di esperienza. La teoria alla base appare semplice: bisogna individuare un livello chiave di supporto o resistenza e posizionare un trade nel momento in cui avviene la rottura (breakout) di quel livello, con l’aspettativa di un movimento impulsivo del prezzo nella direzione della rottura. Tuttavia, mettere in pratica questa tattica è ben più complesso e richiede disciplina, analisi e pazienza. Di seguito vengono illustrati sette passi fondamentali per affrontare il breakout trading in modo efficace.
1. Identificazione dei livelli chiave
La prima e più importante sfida per un breakout trader è riconoscere livelli chiave di supporto e resistenza o linee di tendenza significative. È fondamentale utilizzare timeframe maggiori come il daily o il weekly per garantire la rilevanza del livello. Questi livelli rappresentano barriere psicologiche che, una volta rotte, possono innescare movimenti significativi.
2. Attendere il breakout confermato
Non basta vedere il prezzo oltrepassare un livello per considerare valido un breakout. Occorre una conferma, che tipicamente si basa sulla chiusura della candela oltre (o sotto) il livello di riferimento, sempre sul timeframe principale in cui è stato definito. Tale criterio riduce i falsi segnali, comuni nelle fasi di mercato volatile. Ad esempio, una chiusura decisa sopra una resistenza su timeframe settimanale è un segnale molto più affidabile rispetto a un tentativo di rottura su timeframe intraday.
3. Attendere il retest del livello rotto
Dopo il breakout, è frequente che il prezzo torni a testare il livello appena rotto, trasformato in supporto o resistenza (a seconda della direzione della rottura). Questo retest rappresenta un’ottima opportunità di ingresso con un rischio più contenuto, grazie a un miglior rapporto rischio/rendimento. Sebbene non tutti i breakout vengano retestati, rinunciare a questa fase può compromettere la redditività a lungo termine.
4. Definire con precisione il target
Al momento di aprire la posizione sul retest, è essenziale stabilire obiettivi realistici di profitto basati su livelli strutturali rilevanti, quali supporti/resistenze successivi o aree di consolidamento precedenti. Evitare di impostare target eccessivamente ambiziosi o basati su desideri personali è cruciale per mantenere una strategia sostenibile nel tempo.
5. Impostare uno stop loss efficace
La gestione del rischio è altrettanto importante dei potenziali guadagni. Lo stop loss deve essere posto in modo logico, generalmente sotto (o sopra) un livello minore di struttura che possa fungere da ultima linea di difesa (“last line of defense”). In questo modo si evita lo stop hunting, ovvero quei movimenti artificiali del prezzo volti a far scattare gli stop, e si protegge il capitale da perdite ingiustificate.
6. Avere pazienza nel trade
Dopo aver aperto il trade con target e stop loss prefissati, il trader deve mantenere la calma e la disciplina, evitando di interferire con la posizione. Spesso il mercato può consolidare o muoversi lateralmente prima di partire in maniera impulsiva. La pazienza è una delle qualità fondamentali per il successo nel breakout trading.
7. Uscire solo ai livelli prestabiliti
La tentazione di modificare stop loss e take profit per tentare di salvare un trade o aumentare i guadagni può essere allettante, ma spesso è controproducente. Rispettare i livelli originari e non lasciarsi guidare dall’emotività aiuta a costruire una strategia sostenibile e ad aum