BITCOIN, nuovo massimo storico a ottobre/novembre?Il peso della stagionalità sul ciclo del bitcoin 
Storicamente, settembre è stato raramente favorevole al bitcoin: maggiore volatilità, false rotture e performance spesso negative lo rendono un mese insidioso per gli investitori. Tuttavia, queste fasi di consolidamento di fine estate hanno spesso rappresentato un trampolino di lancio per la ripresa autunnale. Nell’attuale ciclo, iniziato nell’autunno 2022, i minimi di settembre assomigliano a punti di svolta significativi che, statisticamente, precedono l’inizio di una fase molto più costruttiva. Il quarto trimestre è infatti quello in cui il bitcoin registra tradizionalmente le sue migliori performance, soprattutto grazie a un ritorno dei flussi di acquisto in ottobre e novembre. Questa configurazione ciclica alimenta lo scenario di un’ultima gamba rialzista prima dell’esaurimento previsto dell’attuale ciclo rialzista e dell’avvio di una fase correttiva più lunga, attesa per il 2026. In altre parole, l’ingresso nell’ultimo trimestre rappresenta spesso il momento più favorevole per cogliere l’ultima dinamica rialzista del mercato.
 Il ruolo decisivo della liquidità globale 
Al di là della stagionalità specifica del bitcoin, il quarto trimestre del 2025 potrebbe beneficiare di un fattore macroeconomico determinante: lo spostamento del Treasury General Account (TGA), il conto del Tesoro americano presso la Federal Reserve. Questo meccanismo è essenziale per comprendere la liquidità globale: quando il Tesoro emette obbligazioni per riempire il proprio conto, sottrae liquidità ai mercati, riducendo così l’appetito per il rischio. Questo drenaggio di liquidità ha inciso negli ultimi mesi sugli attivi finanziari, incluso il bitcoin. Ma una volta completato questo riempimento, il denaro viene gradualmente reimmesso nell’economia tramite la spesa pubblica, generando l’effetto opposto: un miglioramento delle condizioni finanziarie e un ritorno dei flussi verso i mercati rischiosi. Il calendario suggerisce che questo passaggio avverrà a partire da ottobre, proprio nel cuore del periodo stagionale più favorevole per il bitcoin.
 Un allineamento raro di fattori tecnici e fondamentali 
Se si combina la ciclicità storica del bitcoin con questa dinamica di liquidità, l’ultimo trimestre del 2025 appare come una finestra strategica per gli investitori. Il mercato potrebbe beneficiare di un contesto doppiamente favorevole: da un lato, una stagionalità statisticamente positiva che attira capitali a breve termine; dall’altro, un contesto macroeconomico in cui l’abbondanza di liquidità sostiene l’appetito per il rischio. A ciò si aggiungono elementi strutturali come la riduzione dell’offerta post-halving e la crescente domanda trainata dagli ETF, che rafforzano il potenziale di questa fase del ciclo. In questo quadro, il quarto trimestre non è solo una ripetizione delle tendenze passate: potrebbe rappresentare l’apice di un ciclo rialzista iniziato tre anni prima, offrendo un’ultima opportunità di valorizzazione prima dell’avvio di un mercato ribassista più duraturo nel 2026.
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Buongiorno
Gold si trova attualmente vicino ai 3900, proprio in corrispondenza della chiusura mensile di settembre e apertura di ottobre.
Zona interessante, ma anche ad alto rischio considerando quanto siamo già alti.
In questo contesto, la strategia più sensata è attendere ritracciamenti su livelli chiave, confermati da timeframe maggiori, per valutare ingressi a favore di trend. 
Il tutto deve essere gestito con grande attenzione al money management e con un rapporto rischio/rendimento coerente.
Come dico spesso, le condizioni migliori per valutare setup arrivano nel pre-mercato e durante la sessione americana: dalle 14:00 (pre-news), passando per le news delle 14:30, fino alle 15:30.
In questa fascia oraria abbiamo spesso la possibilità di trovare occasioni più interessanti e ben strutturate.
🔶 Gold – fondamentali recenti
La spinta arriva da domanda difensiva (“safe-haven”) per l’incertezza politica/economica negli USA e nel mondo. 
Il governo USa è in “shutdown”, che alimenta l’incertezza sui dati macro e la politica monetaria. 
Molti analisti danno per scontata una riduzione dei tassi Fed nel corso di ottobre, il che favorisce asset che non pagano interessi (come l’oro). 
Altri fattori che rafforzano: tensioni geopolitiche, acquisti da parte di banche centrali, deficit dell’offerta (in certi casi per metalli come argento).
💵USD – fondamentali e prospettive
Il dollaro è debole contro molte valute in questo momento, in parte per le attese di tagli ai tassi Fed e per il rischio fiscale/di fiducia. 
Il 2 ottobre, la Corte Suprema ha permesso alla governatrice Fed Cook di mantenere il suo ruolo fino al procedimento – ciò ha dato un piccolo supporto al dollaro, attenuando la discesa. 
Rischi che possono invertire la tendenza:
Inflazione “sticky” (i prezzi nel settore servizi restano alti) che impedisce tagli rapidi dei tassi. 
Dati economici migliori del previsto: se i dati sull’occupazione risalgono, il mercato potrebbe ritardare i tagli Fed e il dollaro riprendere forza. 
Il “crowded trade” ribassista sul dollaro: se molti spingono USD short, rimbalzi tecnici sono possibili.
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Wall Street resiste allo shutdown USAWALL STREET SOLIDO 
Wall Street, nella seduta di ieri, è riuscita a chiudere in positivo dopo un avvio altalenante. Il Dow Jones ha chiuso a +0,09%, l’S&P 500 a +0,34% e il Nasdaq in rialzo dello 0,42%.
Il governo federale è entrato nel suo primo shutdown degli ultimi sette anni, poiché Repubblicani e Democratici non sono riusciti a raggiungere un accordo temporaneo sul budget. I principali servizi governativi saranno sospesi.
Nel frattempo, i dati ADP hanno mostrato che il settore privato statunitense ha inaspettatamente perso 32.000 posti di lavoro a settembre, sfidando le previsioni di un aumento di 50.000 unità. È un’ulteriore prova che il mercato del lavoro si sta raffreddando più bruscamente del previsto.
Intanto, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di lascia al suo posto, per il momento, la governatrice della Fed Lisa Cook. A gennaio ascolterà le argomentazioni dell’amministrazione Trump, che ha chiesto il suo licenziamento. Si tratta del primo tentativo in assoluto da parte di un presidente americano di rimuovere un funzionario della Fed, mettendo in discussione l’indipendenza della banca centrale.
A livello aziendale, il settore dei trasporti è sceso di oltre il 2% e anche le banche sono state sotto pressione, tra cui JPMorgan (-1,9%). D’altra parte, Pfizer ha guadagnato l’1% grazie a un accordo con l’amministrazione Trump che consente ai pazienti di acquistare farmaci da prescrizione scontati tramite un nuovo sito web federale.
 VALUTE 
Sui cambi, poco da segnalare: i principali rapporti restano nel trading range dell’ultima settimana.
EUR/USD consolida sopra area 1,1720, alimentando la possibilità che, con i probabili tagli della Fed, il dollaro possa perdere ulteriore quota, spingendo l’euro anche sopra 1,2000.
USD/JPY, dopo essersi avvicinato a 146,50, ha recuperato nella notte tornando sopra 147,00. Il Cable resta stabile a ridosso di 1,3500.
Tra le valute oceaniche, si segnala il recupero del dollaro neozelandese sopra 0,5830. Tuttavia, la divisa rimane sotto pressione a causa delle aspettative che la Reserve Bank of New Zealand possa tagliare il tasso di interesse ufficiale di 25 punti base al 2,75% nella riunione della prossima settimana. I mercati stimano una probabilità del 35% che il taglio possa arrivare addirittura a 50 punti base.
 ADP IN CALO 
Le aziende private negli Stati Uniti hanno tagliato 32.000 posti di lavoro a settembre 2025, dopo una perdita rivista di 3.000 unità ad agosto, contro le previsioni di un aumento di 50.000.
Si tratta del calo occupazionale più marcato da marzo 2023 e della prima volta dal 2020 che il settore privato registra due mesi consecutivi di tagli.
Il settore dei servizi ha perso 28.000 posti di lavoro, principalmente nei comparti del tempo libero e ospitalità, servizi professionali e alle imprese, attività finanziarie e commercio. Queste perdite hanno compensato i guadagni registrati nei servizi sanitari.
 INDICE PMI USA 
L’indice ISM PMI manifatturiero statunitense è salito a 49,1 a settembre 2025, in rialzo rispetto al 48,7 di agosto e leggermente al di sopra delle aspettative di mercato, pari a 49,0.
Il dato evidenzia una contrazione che prosegue da mesi, anche se in leggera ripresa. La produzione torna a salire, ma è compensata da un calo dei nuovi ordini, segnale di una domanda ancora debole.
Gli intervistati hanno indicato dazi, costi elevati e domanda fiacca come principali cause del rallentamento congiunturale.
 TREASURIES 
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è sceso mercoledì in area 4,1%, in seguito a nuovi segnali di rallentamento del mercato del lavoro, che alimentano le speranze di ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.
Il rapporto ADP ha indicato una diminuzione delle buste paga private, con revisione al ribasso anche per il mese precedente. Il report è stato ulteriormente esaminato a causa dell’incertezza sulla pubblicazione del rapporto BLS sull’occupazione, a fronte del blocco delle attività governative.
A sostenere i Treasuries ha contribuito anche il calo della fiducia dei consumatori, misurata dal Conference Board, e il netto calo delle dimissioni volontarie rilevato dal JOLTS.
 AUSTRALIA, CROLLA L’EXPORT 
Il surplus commerciale australiano di beni è sceso a 1,83 miliardi di dollari australiani ad agosto 2025, in netto calo rispetto ai 6,61 miliardi di luglio e ben al di sotto delle attese di mercato (6,2 miliardi).
È il surplus più basso da giugno 2018, causato da un forte calo delle esportazioni, diminuite del 7,8% su base mensile, raggiungendo il minimo trimestrale di 41,86 miliardi.
Il calo è stato determinato principalmente da una riduzione del 47,2% delle spedizioni di oro non monetario, scese a 2,95 miliardi. Anche le merci non rurali sono diminuite del 2,5%.
Tra i partner commerciali, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono crollate del 44,3% a causa dei nuovi dazi, mentre quelle verso il Regno Unito sono diminuite del 45,3%. Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono cresciute del 4,3%.
Le importazioni, invece, sono aumentate del 3,2%.
 Saverio Berlinzani 
 Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”). 
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
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Gold continua il suo rialzo, nulla attualmente lo ferma e noi?
noi continuiamo a valutare dei long in sessioni americane di continuazione seguendo anche le news che abbiamo fino agli NFP di venerdi.
ad ogni ritraccio apparte un potenziale long. state attenti e monitorate.
🚨 BREAKING NEWS
Il governo degli Stati Uniti si è fermato per la prima volta negli ultimi sette anni, mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e aprendo una nuova fase di incertezza per il secondo mandato di Donald Trump.
Lo shutdown, iniziato poco dopo la mezzanotte di Washington, è arrivato dopo il fallimento dei negoziati tra Repubblicani e Democratici per finanziare il governo federale all’inizio del nuovo anno fiscale.
Le agenzie federali si preparano a massicci tagli di personale e alla riduzione dei servizi pubblici, spingendo Washington in una delle più grandi crisi politiche dall’insediamento di Trump a gennaio.
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Shutdown USA e inflazione UE agitano i mercatiCONGESTIONE E INCERTEZZA 
Seduta debole quella di ieri, martedì 30 settembre, per i listini USA. Gli operatori restano in attesa del dato chiave di fine settimana relativo al mercato del lavoro, preoccupati per possibili ritardi nella pubblicazione dovuti al potenziale blocco delle attività governative federali, noto come shutdown.
L’interruzione dovrà essere evitata con un accordo entro la mezzanotte di oggi. I tre principali indici azionari statunitensi si sono mossi intorno alla parità, in vista del blocco che metterebbe a rischio il rapporto sulle buste paga di venerdì.
Nel frattempo, il rapporto JOLTS ha mostrato che le offerte di lavoro si sono mantenute stabili a 7,2 milioni, in linea con le previsioni, segnalando una domanda di lavoro relativamente solida.
I settori dell’energia e dei servizi di comunicazione hanno registrato le peggiori performance, mentre le utility hanno sovraperformato. Microsoft, Amazon, Alphabet, Meta e Tesla hanno chiuso tutte in rosso.
A settembre, l’S&P 500 è salito di oltre il 3%, avviandosi verso il miglior settembre degli ultimi 15 anni. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,7% e il Nasdaq è balzato del 5,3%.
Nel terzo trimestre, l’S&P 500 è cresciuto del 7,4%, il Dow Jones dell’1,7% e il Nasdaq di quasi l’11%.
 VALUTE 
L’euro resta forte in area 1,1760, in leggera ripresa rispetto a ieri. Il Cable è tornato sopra quota 1,3450. USD/JPY è ancora debole a 147,50, incapace di superare le resistenze chiave a 148,80.
Le valute oceaniche mostrano una lieve ripresa dopo i dati positivi dalla Cina. Tuttavia, il mercato resta decorrelato in assenza di un trigger che possa riportare una dinamica dollaro-centrica.
Il contesto di price action continua a favorire una debolezza generalizzata e intenzionale del dollaro. Resta da capire quanto potrà resistere l’Europa con un euro così forte, in un quadro macro fragile e in indebolimento.
Tecnicamente, il trend ribassista del dollaro USA non sembra concluso. Manca ancora un 4–5% di discesa, che potrebbe concretizzarsi se la Fed taglierà i tassi due volte, portandoli al 3,75%, riducendo il divario con l’Europa, ferma al 2%.
  
 USA, MERCATO IMMOBILIARE 
L’indice S&P Case-Shiller negli Stati Uniti è aumentato dell’1,8% su base annua a luglio 2025, il guadagno più basso da luglio 2023, dopo un +2,2% a giugno. Il dato è leggermente superiore alle previsioni dell’1,6%.
I risultati confermano un rallentamento del mercato immobiliare. New York ha registrato il maggior incremento annuo tra le 20 città esaminate, seguita da Chicago e Cleveland. Anche Boston e Detroit hanno mostrato solidi aumenti.
La tendenza evidenzia come molti mercati del Nord-Est e del Midwest, che avevano visto una crescita modesta durante la pandemia, siano ora tra i più forti. Al contrario, diversi mercati della West Coast, un tempo molto richiesti, stanno performando peggio.
 GERMANIA, SALE L’INFLAZIONE 
Il tasso di inflazione annuo in Germania è salito per il secondo mese consecutivo al 2,4% a settembre 2025, rispetto al 2,2% di agosto, superando leggermente le previsioni del 2,3%.
L’inflazione core è aumentata al 2,8% dal 2,7%. Su base mensile, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,2%, dopo un +0,1% ad agosto.
Anche l’indice armonizzato dei prezzi al consumo a livello UE è aumentato del 2,4% su base annua e dello 0,2% su base mensile.
 JOLTS OPENINGS 
Le offerte di lavoro negli Stati Uniti sono aumentate di 19.000 unità, raggiungendo quota 7,227 milioni ad agosto 2025, rispetto ai 7,208 milioni di luglio (dato rivisto al rialzo), in linea con le attese di mercato.
I settori sanitario, del tempo libero e del commercio al dettaglio hanno registrato un aumento delle offerte. Al contrario, si è osservata una diminuzione nell’edilizia e nel governo federale.
Assunzioni e licenziamenti totali sono rimasti pressoché invariati, attestandosi a 5,1 milioni. Anche le dimissioni e i licenziamenti specifici non hanno mostrato variazioni significative.
 Saverio Berlinzani 
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”). 
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Wall Street chiude settembre con record e rialziIl mese di settembre, storicamente considerato insidioso per i mercati azionari, quest’anno si è rivelato molto meno ostile di quanto temuto. Invece di assistere al consueto arretramento, gli indici principali hanno chiuso in solido rialzo negli ultimi trenta giorni e hanno persino archiviato un terzo trimestre di tutto rispetto, con risultati che hanno sorpreso in positivo. Non solo: si è giunti a un massimo storico di chiusura, un evento che ha confermato la forza del trend rialzista.
Il Dow Jones martedì ha scritto una pagina di storia, salendo dello 0,18% (pari a circa 82 punti) e attestandosi al nuovo record di 46.397,89 punti. Nell’arco del mese l’indice ha registrato un guadagno complessivo dell’1,9%. Contestualmente, l’S&P 500 ha messo a segno un progresso dello 0,41%, chiudendo a 6.688,46, mentre il Nasdaq è avanzato dello 0,30% (+70 punti circa), raggiungendo quota 22.660,01. Nel complesso di settembre, i due listini hanno guadagnato rispettivamente il 3,5% e un notevole 5,6%.
Questi risultati indicano come la consueta stagionalità ribassista di fine settembre sia stata ignorata dagli investitori. A fare da traino sono stati soprattutto due fattori: da un lato la rivoluzione tecnologica legata all’intelligenza artificiale, dall’altro le attese in merito ai tassi di interesse.
Lo spettro dello shutdown
Sul fronte politico, non si sono registrate novità significative a Capitol Hill nelle ultime ventiquattr’ore, ma si fa sempre più concreta la possibilità che il governo statunitense sospenda le proprie attività con l’inizio di ottobre. Gli investitori, per il momento, non sembrano agitati, sebbene preferirebbero poter ricevere regolarmente il rapporto sulle buste paga non agricole di venerdì, documento atteso come indicatore fondamentale per valutare un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve il mese prossimo.
Se lo shutdown dovesse concretizzarsi, quel rapporto, insieme a molti altri dati ufficiali, verrebbe rimandato. Storicamente, tuttavia, le chiusure governative si sono rivelate di durata limitata e con impatti relativamente modesti — in taluni casi persino positivi — sulle azioni. Va inoltre ricordato che il quarto trimestre è, statisticamente, il migliore dell’anno, con una ripresa che di solito si manifesta nella seconda metà di ottobre.
Il governo, al momento, resta operativo, e ciò ha permesso di pubblicare stamane il rapporto sulle offerte di lavoro (JOLTS): 7,23 milioni ad agosto, con un incremento di 19.000 unità rispetto al mese precedente e superiore alle aspettative del mercato. Domani, nonostante l’incertezza, saranno diffusi anche i dati sulle buste paga private di ADP. Tuttavia, questi ultimi non hanno lo stesso peso del rapporto ufficiale sulle buste paga non agricole, che rischia di slittare proprio quando l’attenzione della Fed è particolarmente rivolta al mercato del lavoro.
Rally serale e comportamento del mercato
Nella giornata di ieri, le azioni avevano aperto il pre-mercato con una certa debolezza, salvo poi innescare un nuovo rally serale, dinamica ormai frequente quando gli indici si avvicinano ai massimi storici. Anche in questa circostanza, i ribassisti — i cosiddetti “orsi” — non sono riusciti ad avere la meglio, e la settimana sembra destinata a chiudersi con ulteriori record. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,41%, mentre il Nasdaq ha aggiunto lo 0,28%.
Sul finire del mese, il mercato ha conosciuto una seduta più cauta: le azioni hanno chiuso il periodo in lieve calo, con le small cap in maggiore difficoltà, mentre l’attenzione degli operatori restava focalizzata sull’imminente chiusura del governo. Tuttavia, la solidità complessiva dell’offerta ha garantito un altro mese favorevole per i compratori.
Altri mercati: petrolio e Treasury
Sul fronte delle materie prime, il greggio è rimasto sotto pressione, in seguito alle indiscrezioni secondo cui l’OPEC+ potrebbe aumentare l’offerta già a novembre. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno mostrato un andamento sostanzialmente stabile, con leggere flessioni.
Aggiornamento politico e possibili conseguenze
La chiusura parziale del governo sembra ormai quasi inevitabile, con la scadenza fissata per le ore 00:01 del 1° ottobre. La riunione di lunedì alla Casa Bianca non ha portato a un accordo: il nodo centrale resta il finanziamento dei sussidi all’ACA. A differenza del 2018, l’Office of Management and Budget ha chiesto alle agenzie federali di prepararsi a licenziamenti reali piuttosto che a semplici congedi temporanei.
I piani di emergenza variano da un dipartimento all’altro. Il Dipartimento del Commercio, ad esempio, continuerà a portare avanti le proprie indagini commerciali di sicurezza nazionale. Alcune attività fondamentali, come previdenza sociale, Medicare, TSA, controllo del traffico aereo e operatività della Fed, resteranno in funzione. Invece, i dati economici cruciali diffusi da BLS e BEA — tra cui occupazione, inflazione, PIL e vendite al dettaglio — non verrebbero pubblicati, costringendo gli operatori a basarsi su fonti private e rapporti interni della Federal Reserve.
Sul piano politico, la prospettiva è di uno stallo prolungato. Il sito Punchbowl ha richiamato l’attenzione su un tweet definito “squilibrato e offensivo” dell’ex presidente Trump, segnalando come i democratici stiano cercando di ampliare le divisioni tra lui e i repubblicani di Capitol Hill. Per contro, gli stessi legislatori repubblicani dichiarano che non è ancora chiaro quali concessioni i democratici considerino necessarie per evitare o interrompere lo shutdown.
Reazione dei mercati
Al momento, il mercato appare in attesa: prevalgono contrattazioni laterali e un certo nervosismo, senza che si sia ancora manifestata una reazione netta ai titoli di giornale. La verità è che, finché non si saprà se verrà trovato un accordo dell’ultimo minuto per prorogare i finanziamenti federali, gli operatori resteranno cauti.
Bilancio del trimestre e prospettive
Nonostante le incertezze politiche, i numeri parlano chiaro: settembre ha offerto un esito sorprendentemente positivo e ha spalancato la strada a un terzo trimestre robusto. Il Nasdaq ha guadagnato oltre l’11% nei tre mesi, l’S&P 500 il 7,8% e il Dow Jones il 5,2%. Considerando che il quarto trimestre è storicamente il migliore dell’anno, le prospettive per la parte finale del 2025 appaiono incoraggianti.
Finora l’anno è stato straordinario, e vi sono motivi per credere che possa concludersi in maniera ancora più brillante.
Marco Bernasconi Trading
AUD/USD: Confermata l'inversione, target rispettatiL’analisi pubblicata ieri ha trovato piena conferma: i prezzi hanno rispettato la dinamica segnalata e si sono fermati con precisione chirurgica sui due livelli tracciati a 0,6593 e 0,6600.
Ora l’attenzione resta puntata sulla capacità del cambio di consolidare sopra questi livelli: una conferma rialzista potrebbe aprire la strada a nuovi massimi, mentre eventuali prese di profitto riporterebbero i prezzi verso i supporti precedenti.
Un setup pulito e ben rispettato dal mercato, a dimostrazione dell’importanza di saper combinare trendline e livelli statici.
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🔑 Fattori chiave da monitorare
Politica Fed & Tassi d’Interesse
Il mercato si aspetta possibili tagli dei tassi entro fine anno, con crescita economica in rallentamento e inflazione più morbida.
Un tono “dovish” della Fed o dati inflattivi deboli potrebbero sostenere l’oro.
Al contrario, segnali “hawkish” (dati forti o dichiarazioni restrittive) rischiano di frenare il rialzo.
Forza/Debolezza del Dollaro USA
L’oro tende a beneficiare da un dollaro debole.
Un ritorno di forza del biglietto verde, spinto da dati solidi o flussi “safe-haven”, potrebbe invece pesare sulle quotazioni.
Domanda Rifugio & Rischi Geopolitici
Incertezze globali e tensioni politiche continuano a sostenere la domanda rifugio.
Un aumento dell’appetito per il rischio potrebbe portare prese di profitto, ma nuove tensioni riaccenderebbero gli acquisti.
Accumulo di Banche Centrali & ETF
Le banche centrali continuano ad accumulare oro indipendentemente dalle oscillazioni di breve.
Anche flussi positivi negli ETF restano un fattore di supporto.
📅 Outlook di Breve Periodo
L’oro resta vicino ai massimi storici, mostrando consolidamento e leggere pressioni correttive.
Probabile fase laterale o pullback tattico, salvo catalizzatori forti.
Sentiment “dovish” della Fed o dati macro deboli → possibilità di nuovi massimi.
Dollaro forte o segnali “hawkish” → rischio correzione con ritorno su aree di supporto.
⚠️ Nota politica: il vicepresidente USA JD Vance ha avvertito che il governo rischia lo shutdown, dopo il mancato accordo tra Donald Trump e i leader del Congresso in un vertice alla Casa Bianca.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
Come fare trading durante gli eventi del calendario economicoI mercati possono muoversi in modo impulsivo durante le grandi notizie economiche, aumentando notevolmente la volatilità. Ecco come affrontare il trading durante le principali pubblicazioni di dati economici e come proteggersi dalla volatilità che ne deriva. 
Scegliere le notizie da seguire
Non tutte le notizie economiche hanno lo stesso impatto sui mercati. Per orientarti, utilizza un calendario economico affidabile che classifica gli eventi in base alla loro importanza: bassa, media o alta. Ad esempio, un annuncio sui tassi di interesse della Federal Reserve (FED) ha un impatto molto più ampio rispetto ai dati sull’occupazione di un singolo paese minore. Concentrati quindi solo sulle notizie ad alta importanza.
Conoscere gli strumenti coinvolti
Non tutte le notizie influenzano tutti i mercati allo stesso modo. Un aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti può influenzare molte valute e asset globali, mentre una decisione della banca centrale australiana impatterà principalmente sul dollaro australiano e strumenti correlati. Quindi, prima di operare, identifica quali coppie valutarie o strumenti finanziari saranno maggiormente coinvolti dall’evento in arrivo.
Proteggere le posizioni aperte
Se hai già delle posizioni aperte su strumenti sensibili all’evento, sposta lo stop loss a break even prima della pubblicazione. In questo modo, eliminerai il rischio di perdita e potrai lasciare che il mercato si muova liberamente senza preoccupazioni eccessive.
Comprendere il contesto macroeconomico
Il trading sulle notizie non si limita a reagire ai dati. È importante capire perché un dato può influenzare il mercato. Ad esempio, un aumento dell’inflazione può spingere la banca centrale ad alzare i tassi, rafforzando la valuta nazionale. Un PIL in crescita indica un’economia sana, favorendo asset rischiosi come azioni e valute di paesi emergenti.
L’analisi fondamentale ti aiuta a interpretare questi segnali e a prevedere le possibili reazioni del mercato.
Gestire l’emotività
Il trading durante le notizie può essere stressante a causa dell’elevata volatilità. Mantieni la calma, rispetta il tuo piano di trading e non lasciarti guidare dall’emotività o dalla fretta di entrare o uscire dal mercato.
Conclusione
Fare trading durante grandi eventi economici può offrire grandi opportunità, ma anche rischi elevati. Prepararsi con un calendario economico, conoscere gli strumenti coinvolti e adottare strategie di gestione del rischio sono passi fondamentali per navigare con successo in questi momenti di alta volatilità. Con disciplina e conoscenza, potrai sfruttare le notizie a tuo vantaggio e proteggere il tuo capitale.
Accordo su Gaza, oro ai massimi storiciPALESTINA, ACCORDO USA–ISRAELE E LEGA ARABA 
Ieri sera, Donald Trump ha tenuto una conferenza stampa congiunta con il premier israeliano, in visita alla Casa Bianca. Il presidente americano ha annunciato che Netanyahu ha accolto il suo “piano in 20 punti” per la fine delle ostilità a Gaza.
Il piano, che mira a porre fine alla guerra, prevede l’immediata cessazione delle ostilità e il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Hamas dovrà liberarli in un’unica soluzione entro 48 ore dall’accordo con Israele, che in cambio interromperà le operazioni militari e inizierà un graduale ritiro delle truppe dall’enclave.
Nella Striscia saranno introdotti aiuti umanitari massicci, distribuiti da Nazioni Unite e Mezzaluna Rossa. Per Hamas, il piano prevede un compromesso: disarmo totale e nessun ruolo futuro nel governo della Striscia, in cambio dell’amnistia per i militanti e dell’esilio per i leader.
Resta aperta la questione su chi governerà provvisoriamente l’area: tra i candidati si parla di Tony Blair. L’incognita principale è Hamas, che difficilmente accetterà di perdere il controllo su Gaza.
A differenza del passato, questa volta è coinvolta anche la Lega Araba, che avrebbe garantito il proprio impegno per far rispettare l’accordo.
I mercati, per ora, non hanno reagito, ad eccezione dell’oro, che ha registrato nuovi massimi storici a 3.870 dollari l’oncia.
 DATI SUL MERCATO DEL LAVORO SOTTO LA LENTE 
Wall Street ha consolidato nella sessione di ieri, in attesa dei dati sul mercato del lavoro in uscita da oggi a venerdì.
L’S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,27%, il Nasdaq dello 0,54% e il Dow Jones dello 0,13%, in una seduta poco movimentata.
Oggi sono attesi i dati sui Jolts Openings, ovvero i posti vacanti nelle aree industriali e commerciali degli Stati Uniti, stimati a 78,18 milioni. In arrivo anche la fiducia dei consumatori e il Chicago PMI.
L’attenzione resta alta anche sui negoziati per evitare uno shutdown governativo prima di mercoledì.
 ORO, SALITA INFINITA 
Il prezzo dell’oro ha superato questa notte, per la prima volta in assoluto, i 3.870 dollari l’oncia. Il rialzo è stato trainato da un dollaro più debole e dalle crescenti aspettative di ulteriori tagli dei tassi negli Stati Uniti.
Non vi sono livelli tecnici al rialzo, poiché non esistono aree significative testate in precedenza. Si ipotizza un test della soglia psicologica dei 4.000 dollari l’oncia, che potrebbe essere raggiunta in tempi brevi.
Venerdì, i dati sull’inflazione PCE statunitense hanno mostrato una stabilità in linea con le attese, rafforzando l’ipotesi che la Fed possa continuare ad allentare la politica monetaria entro fine anno.
I mercati stimano attualmente una probabilità del 90% di un taglio dei tassi a ottobre e del 65% circa per un ulteriore intervento a dicembre.
Sul fronte commerciale, il presidente Trump ha annunciato una nuova tornata di dazi su farmaci, camion e mobili importati, in vigore dal 1° ottobre, aumentando l’incertezza sulle prospettive economiche.
 PETROLIO 
I future sul greggio WTI sono scesi di oltre il 3%, attestandosi a 63 dollari al barile, dopo la ripresa delle esportazioni di petrolio dalla regione del Kurdistan iracheno, interrotte da oltre due anni e mezzo.
L’accordo tra il governo federale iracheno, il governo regionale del Kurdistan e le compagnie petrolifere internazionali consentirà inizialmente l’esportazione di 180.000–190.000 barili al giorno verso il porto turco di Ceyhan. I volumi dovrebbero salire fino a 230.000 barili al giorno.
Il ritorno del petrolio curdo coincide con gli sforzi dell’OPEC+ per aumentare la produzione e guadagnare quote di mercato. Secondo indiscrezioni, il gruppo potrebbe approvare un incremento di almeno 137.000 barili al giorno per novembre.
La scorsa settimana, il greggio ha guadagnato oltre il 5%, il miglior risultato settimanale da giugno, mentre gli attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe hanno ridotto le esportazioni di carburante.
 EUROZONA 
L’indicatore del sentiment economico nell’Eurozona è salito a 95,5 a settembre 2025, rispetto al 95,3 rivisto al rialzo di agosto, superando leggermente le attese di 95,2.
Il sentiment dei consumatori e la fiducia tra i costruttori sono migliorati, mentre si sono registrati lievi cali nei settori industriale, dei servizi e del commercio al dettaglio.
Tra le principali economie, l’ESI è sceso nei Paesi Bassi e in Germania, mentre è migliorato in Spagna, Italia e Francia.
 RBA, TASSI INVARIATI 
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al 3,6% nella riunione di settembre 2025, in linea con le attese di mercato, dopo una riduzione di 25 punti base nel mese precedente.
I tassi restano ai minimi da aprile 2023. Il board ha confermato che l’inflazione complessiva è in linea con le aspettative, oscillando tra il 2% e il 3%, anche se i dati indicano una crescita nel terzo trimestre.
Persistono incertezze sulla congiuntura economica, aggravate da rischi globali elevati. Sul fronte esterno, le tensioni geopolitiche potrebbero frenare la domanda aggregata e indebolire le condizioni del mercato del lavoro interno.
AUD/USD tenta un recupero verso quota 0,6620, prima area di resistenza di breve periodo.
 Saverio Berlinzani 
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long UNH da 343,39 no stoplong UNH da 343,39 no stop, ingresso con 3pezzi con usd a 1,17, buona reazione settimanale con ancora abbondante sottovaultazione, titolo tutto sommato difensivo con numeri accettabili e discreti.Seguiamo il pensierino di Burry, anche se probabilmente ce la terremo un po' di più comunque vadano le cose.
Oltre l'analisi invecchiografica!






















