Wall Street top: Apple trascina i listini e gli indici volanoWall Street riparte: Apple trascina i listini e gli indici volano oltre l’1%
Le azioni balzano di oltre l’1% mentre riparte la stagione degli utili.
Ieri il mercato non solo si è calmato dopo la volatilità della scorsa settimana, ma ha anche messo a segno un robusto rialzo: i principali indici sono saliti di oltre l’1% con l’avvio della stagione degli utili che inizia a prendere piede.
Il Nasdaq è avanzato dell’1,37% (circa 310 punti) a 22.990,54. In evidenza Apple (AAPL), volata del 3,9% e su nuovi massimi storici grazie alle buone vendite di iPhone 17. Il Dow Jones è salito dell’1,12% (circa 515 punti) a 46.706,58, mentre l’S&P 500 ha guadagnato l’1,07% a 6.735,13.
I listini sono decollati fin dall’apertura e non hanno più ritracciato: un quadro opposto rispetto alla scorsa settimana, quando gli orsi avevano respinto ogni tentativo di rimbalzo mattutino. Nonostante la recente instabilità, il bilancio settimanale resta positivo: Nasdaq oltre +2%, gli altri due indici principali sopra +1,5%.
Ottobre conferma la sua fama di mese volatile, ma spesso — e finora è così — termina in territorio positivo. Il dato è ancor più significativo se si considera che lo shutdown governativo è giunto al 20º giorno, terzo più lungo di sempre, mentre tornano alla ribalta le tensioni commerciali con la Cina e l’ipotesi di dazi più elevati.
Parallelamente, la stagione degli utili entra nel vivo. I riscontri iniziali sono solidi e, storicamente, le azioni tendono a salire durante questo periodo.
Settimana cruciale per gli utili
Nei prossimi giorni pubblicheranno i conti oltre 300 aziende, tra cui 85 componenti dell’S&P 500. Entro fine settimana avremo dati di oltre il 28% dell’indice, un campione già ampio e trasversale per settori.
Con i risultati del terzo trimestre già disponibili per più dell’11% dei membri dell’S&P 500, non è prematuro trarre conclusioni incoraggianti — pur tenendo presente l’attuale prevalenza del comparto finanziario nel campione.
Tra i market mover di oggi spicca Netflix (NFLX), attesa dopo la chiusura: stime di EPS 6,89 $ su ricavi 11,52 mld $ (+27,6% e +17,3% a/a). In agenda anche GE Aerospace (GE), Coca-Cola (KO), Philip Morris Int’l (PM) e Texas Instruments (TXN).
Resistenza superata e obiettivi tecnici
Il sentiment è migliorato per vari motivi:
ottimismo su una possibile fine dello shutdown già dalla prossima settimana;
Apple in forte rialzo dopo nuovi aggiornamenti positivi;
attese costruttive per la stagione degli utili, con posizionamenti anticipati dei rialzisti.
La forza degli acquisti ha messo sotto pressione le posizioni short, con il superamento dei massimi della scorsa settimana. Sull’SPX, la resistenza di Fibonacci è stata oltrepassata, proiettando target verso l’estensione 161,8%, area 6.950 punti.
Data center: domanda record
Gli analisti di TD Cowen segnalano un record di 7,4 GW di leasing di data center negli USA nel terzo trimestre 2025, con altri 10,2 GW in pipeline.
Oltre a Oracle e OpenAI, la spinta arriva da Google (accordi da 1 GW), Meta (progetti oltre la Louisiana), Microsoft (supporto a clienti su GPU esterne), Amazon (Project Rainier) e Anthropic (roadmap da 9 GW).
Si tratta dell’aumento di domanda più forte nella storia del settore e il momentum è atteso in ulteriore accelerazione nei prossimi trimestri.
In questo contesto, in vista degli utili, nomi esposti al tema infrastrutturale come VRT o STRL restano candidati interessanti sul lato long.
Focus utili: Netflix e il tono dell’AI
Netflix potrebbe reagire positivamente ai conti: il mercato prezza un move atteso di circa +7%; un rialzo riporterebbe NFLX in prossimità dei massimi storici.
Pur essendo un titolo heavyweight, l’attenzione di fondo resta sui temi AI. Anche Tesla, pur essendo classificata come produttore di veicoli elettrici, con il suo post-earnings potrebbe dettare il tono al mercato per il resto della settimana.
Nota operativa
Sul breve, non si escludono prese di profitto: eventuali ritorni verso medie mobili chiave (21/50/200) potrebbero offrire punti d’ingresso tattici. La tendenza di fondo, alla luce di utili attesi solidi e del miglioramento tecnico, rimane costruttiva.
Un saluto,
Marco Bernasconi
Nota di trasparenza
Le analisi pubblicate su questo profilo hanno esclusivamente finalità informative ed educative.
Non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria personalizzata né sollecitazione all’investimento.
Oltre l'analisi tecnica
Wall Street in rialzo, focus su trimestrali e oroWALL STREET
Lunedì le azioni statunitensi sono salite, con l’S&P 500 in rialzo dell’1,07%, il Nasdaq Composite dell’1,37% e il Dow Jones Industrial Average dell’1,12%, tutti vicini ai massimi storici.
Il focus della settimana resta sulle trimestrali, tra cui i risultati di Tesla e il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), atteso per venerdì dopo diversi rinvii.
È cresciuto anche l’ottimismo sulla possibilità che lo shutdown governativo possa concludersi presto, dopo che il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha dichiarato alla CNBC che la chiusura dovrebbe terminare entro questa settimana.
Nel frattempo, le preoccupazioni per le banche regionali si sono attenuate grazie ai risultati trimestrali, che hanno ridato fiducia al settore. Il sentiment è migliorato ulteriormente dopo che il presidente Trump ha deciso di allentare le tensioni commerciali con la Cina, in vista di un nuovo round di colloqui in Malesia.
Secondo il Wall Street Journal, Trump ha esentato decine di prodotti dai dazi reciproci. Tutti i principali settori hanno registrato un rialzo, ad eccezione dei beni di consumo di base. Energia, finanza e industria hanno guidato i guadagni.
ORO E DOLLARO INVERTONO LA CORRELAZIONE
A differenza di quanto osservato negli ultimi mesi, in cui l’oro saliva mentre il dollaro scendeva, ieri si è verificata una correlazione diretta: l’oro è tornato vicino ai massimi storici e il dollaro ha mostrato forza contro le principali valute concorrenti.
Sul mercato dei cambi, l’euro ha perso terreno, scendendo a 1,1630, segnalando una mancanza di slancio rialzista. Il Cable è rimasto stabile, seguendo l’euro, mentre lo yen giapponese si è indebolito fino a 151,10, in calo per la terza seduta consecutiva, in attesa del voto parlamentare che dovrebbe confermare Sanae Takaichi come prossimo primo ministro.
Il Partito Liberal Democratico ha stretto una coalizione con il Partito dell’Innovazione Giapponese, con l’obiettivo di promuovere politiche fiscali espansive e riforme della spesa pubblica. Tuttavia, permangono dubbi sulla stabilità della coalizione e sull’approccio politico di Takaichi.
Nel frattempo, Hajime Takata, membro del consiglio della Banca del Giappone, ha dichiarato che i tempi sono maturi per aumentare i tassi di interesse, offrendo un certo sostegno allo yen. Gli investitori ora guardano alla riunione della banca centrale prevista per la prossima settimana, dove si attendono tassi invariati.
Il franco svizzero resta forte, con EUR/CHF vicino a 0,9200 e USD/CHF appena sopra quota 0,7900. A livello di tendenze, l’EUR/USD rimane il principale driver: nonostante la debolezza del dollaro, la moneta unica non mostra forza sufficiente per sfondare al rialzo. Per evitare la recessione, l’Europa potrebbe dover svalutare la propria valuta.
S&P DECLASSA LA FRANCIA
Venerdì, S&P Global ha declassato di un livello il rating creditizio della Francia, avvertendo che l’instabilità politica minaccia gli sforzi del governo per risanare le finanze pubbliche.
Le agenzie di rating raramente emettono declassamenti non programmati, ma S&P ha giustificato il taglio da AA- ad A+ con outlook stabile dopo una settimana di rinnovate incertezze politiche.
Nel rapporto si legge: “Prevediamo che l’incertezza politica influenzerà l’economia francese, frenando l’attività di investimento e i consumi privati, e quindi la crescita economica”.
In risposta, il ministro Lescure ha dichiarato che è “responsabilità collettiva del governo e del parlamento” approvare un bilancio entro fine anno, per garantire che il deficit fiscale sia in linea con il tetto UE del 3% del PIL entro il 2029.
Moody’s ha confermato il rating Aa3 con outlook stabile, mentre DBRS ha mantenuto AA, anch’esso con outlook stabile. Il rating creditizio è uno strumento chiave per fondi sovrani, pensioni e altri investitori per valutare l’affidabilità finanziaria di un Paese, influenzando direttamente i costi di indebitamento.
GOLD VICINO AI MASSIMI
Martedì, l’oro è sceso a circa 4.340 dollari l’oncia, ma è rimasto vicino al record stabilito nella sessione precedente. Il rialzo è stato sostenuto più dalle aspettative di tagli dei tassi statunitensi che dalla funzione di bene rifugio, in una giornata caratterizzata dal ritorno dell’appetito al rischio.
Il blocco delle attività del governo USA continua ad alimentare l’incertezza, anche se Kevin Hassett ha suggerito che l’impasse potrebbe risolversi entro la settimana.
Sul fronte commerciale, è probabile che il Segretario al Tesoro Scott Bessent incontri il Vice Premier cinese He Lifeng in Malesia. L’incontro precede i colloqui tra il presidente Trump e il presidente Xi Jinping.
Nel frattempo, cresce l’attesa per i dati sui prezzi al consumo negli Stati Uniti, previsti per venerdì.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
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Euro-Dollaro: scenari possibili per fine 2025La Banca Centrale Europea sembra aver raggiunto la fine del ciclo di riduzione dei tassi. Alla riunione di settembre 2025 ha confermato una pausa dopo otto riduzioni consecutive, dichiarando che l’inflazione è ora “intorno all’obiettivo del 2%”. Christine Lagarde ha sottolineato che la BCE è “in una buona posizione”, opinione confermata dagli economisti: secondo un sondaggio Reuters, la maggioranza ritiene concluso il ciclo di allentamento.
Al contrario, la Fed ha appena riavviato un ciclo di taglio dei tassi sui federal funds statunitensi. Analizziamo quindi i possibili scenari per l’andamento dell’euro-dollaro in base alle politiche della Fed e della BCE nei prossimi mesi.
1) Prospettive euro-dollaro: quattro scenari secondo le politiche monetarie
L’andamento dell’EUR/USD dipenderà strettamente dal differenziale di tasso tra BCE e Fed. I mercati prevedono diverse configurazioni possibili, ciascuna con un impatto diverso sulla parità.
• Scenario 1 – BCE ferma, Fed allenta moderatamente (-75 bps)
Se la BCE mantiene i tassi al 2,25% e la Fed li riduce moderatamente al 3,50%, il differenziale scenderebbe a +1,25 punti. L’euro potrebbe apprezzarsi leggermente verso 1,18–1,19 USD, scenario considerato il più probabile dagli analisti.
• Scenario 2 – Riduzioni limitate da entrambe le parti
Una riduzione BCE a 2,00% combinata con una Fed più prudente al 3,75% lascerebbe un differenziale di +1,75 punti. La coppia EUR/USD rimarrebbe stabile intorno a 1,16–1,17, illustrando un equilibrio fragile tra due politiche leggermente accomodanti.
• Scenario 3 – Fed molto dovish (-150 bps)
Se la BCE resta al 2,25% e la Fed allenta fortemente a 2,75%, il differenziale scenderebbe a +0,50 punti. Questo scenario provocherebbe un forte apprezzamento dell’euro verso 1,20–1,23, poiché il taglio aggressivo dei tassi USA peserebbe sul dollaro.
• Scenario 4 – Sorpresa accomodante della BCE (-50 bps)
Se la BCE sorprendesse con un nuovo taglio a 1,75% mentre la Fed resta a 4,00%, il differenziale salirebbe a +2,25 punti. L’euro subirebbe pressione ribassista, tornando a 1,14–1,15 USD. Scenario considerato improbabile, rifletterebbe una divergenza estrema delle politiche monetarie.
2) Prospettiva tecnica: trend rialzista finché il supporto chiave a $1,1495 regge
Tecnicamente, la zona di 1,1495 USD rappresenta un supporto chiave. Finché questo livello regge, il trend rimane rialzista. Un ritorno a 1,18 USD resta possibile entro fine anno se la Fed conferma un allentamento duraturo.
L’euro-dollaro non ha ancora detto l’ultima parola: il rimbalzo è possibile, ma dipenderà da un delicato equilibrio tra politica monetaria e fiducia economica.
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Wall Street rimbalza, oro e petrolio in focusCOME SEMPRE, WALL STREET RECUPERA
Inutile continuare a parlare di bolla, di imminente crollo dei listini o di un ipotetico armageddon sull’equity. La realtà, per quanto possa sembrare manipolata e in mano a pochi, è un’altra.
Se vogliamo restare sui mercati e sopravvivere a price action talvolta illogiche e irrazionali, dobbiamo seguire i flussi, soprattutto in un momento come questo. Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale sono talmente imprevedibili da rendere impossibili previsioni affidabili sull’andamento dei mercati finanziari. Conviene quindi adattarsi, evitando di restare ancorati a posizioni ideologiche.
Venerdì, Wall Street ha chiuso in positivo dopo un avvio stentato. Gli investitori hanno reagito favorevolmente alle dichiarazioni del presidente Trump, che hanno attenuato i timori di un’ulteriore escalation commerciale con la Cina. I titoli delle banche regionali hanno registrato un rimbalzo dopo le forti perdite di giovedì.
L’S&P 500 e il Nasdaq hanno guadagnato entrambi lo 0,5%, mentre il Dow Jones è salito dello 0,52%. Trump ha dichiarato che i dazi del 100% sui prodotti cinesi non sarebbero sostenibili, pur attribuendo a Pechino la responsabilità delle recenti tensioni. Ha inoltre confermato un incontro con Xi Jinping entro fine mese.
I settori dei beni di consumo di base, energia e finanza hanno guidato i guadagni, mentre materiali e servizi di pubblica utilità sono rimasti indietro. Le banche regionali, tra cui Zions Bancorporation (+5,8%), Western Alliance (+3,1%), Truist Financial (+3,9%) e Fifth Third Bancorp (+1,3%), si sono riprese dopo aver segnalato problemi di credito isolati e aver pubblicato utili superiori alle attese.
Nel corso della settimana, l’S&P 500 e il Dow Jones hanno guadagnato l’1,7%, mentre il Nasdaq ha registrato un rialzo del 2,2%.
VALUTE
Anche il dollaro, che sembrava destinato a crollare sotto i colpi del risk off, ha reagito, mantenendo i supporti chiave e rimbalzando di almeno lo 0,50% contro le principali valute, in particolare euro, yen e franco svizzero.
L’EUR/USD è tornato sul supporto chiave a 1,1650, mentre il USD/JPY ha recuperato da 149,40 a 150,60. Il USD/CHF, dopo aver toccato 0,7870, è risalito a 0,7935. Più contenuta la discesa del Cable, che ha tenuto quota 1,3420, grazie a un EUR/GBP in calo sotto 0,8700, fino a 0,8675.
Le valute oceaniche restano deboli, penalizzate dalle tensioni commerciali tra USA e Cina, che, sebbene in fase di allentamento, continuano a influenzare il sentiment.
E ora, cosa aspettarsi sui cambi? La sensazione è che si resti in questi trading range. L’euro rimane una valuta strutturalmente fragile, mentre il dollaro è sceso — o viene fatto scendere — per riequilibrare la bilancia commerciale e favorire l’export.
L’EUR/USD resta il driver principale: se oscilla lateralmente, è ragionevole attendersi lo stesso comportamento da parte delle altre coppie correlate. La correlazione con le borse appare limitata, mentre quella con l’oro rimane valida, almeno per ora.
Il metallo giallo, venerdì, dopo una lunga salita, ha perso quasi 200 dollari, scendendo da 4.378 a 4.186, per poi recuperare fino a 4.250 in serata. Le prese di beneficio hanno certamente contribuito alla correzione.
Nonostante il rimbalzo di venerdì, il dollaro ha chiuso la settimana in calo dello 0,5%, secondo il Dollar Index, appesantito dal prolungato blocco delle attività governative, dalle preoccupazioni sulle banche regionali e dalle crescenti aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed.
Giovedì, il governatore della Fed Christopher Waller ha dichiarato di sostenere un ulteriore taglio dei tassi questo mese, alla luce dei rischi crescenti per il mercato del lavoro. Il governatore Stephen Miran ha auspicato un allentamento monetario più aggressivo per sostenere lo slancio economico.
PETROLIO
Venerdì, i future sul greggio WTI hanno recuperato leggermente in serata, attestandosi a 57,25 dollari al barile. Tuttavia, si è registrato il terzo calo settimanale consecutivo, con una perdita del 3%, a causa delle preoccupazioni per l’eccesso di offerta e dell’incertezza geopolitica.
Il mercato è stato influenzato dalla notizia dell’imminente incontro tra Trump e Putin, previsto entro due settimane, per discutere della guerra in Ucraina. L’incontro segue un cessate il fuoco temporaneo a Gaza tra Israele e Hamas.
Il presidente Zelensky ha incontrato Trump per ottenere ulteriore supporto militare, inclusi missili Tomahawk a lungo raggio. Intanto, Washington ha fatto pressioni su India e Cina affinché limitino le importazioni di petrolio russo.
Le preoccupazioni per l’eccesso di offerta sono confermate dalle previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, che stima una sovrabbondanza globale di greggio nel 2026. Le scorte statunitensi sono aumentate significativamente la scorsa settimana, mentre la produzione ha raggiunto il record di 13,636 milioni di barili al giorno.
DATI DELLA SETTIMANA
La prossima settimana sarà dominata dagli sviluppi della controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina, con l’attenzione rivolta a possibili segnali di distensione.
Siamo nel pieno della stagione delle trimestrali, con aziende come Tesla, P&G, GE, Coca-Cola, Netflix, IBM, AT&T, Verizon e Intel pronte a pubblicare i risultati.
Negli Stati Uniti, la chiusura del governo federale entrerà nella quarta settimana. Si spera in un accordo, anche perché devono essere pubblicati dati importanti come il rapporto sui prezzi al consumo e gli indici PMI flash di S&P Global.
In Cina, l’attenzione sarà rivolta al PIL del terzo trimestre e ad altri dati economici chiave. Attesi anche i PMI flash per Eurozona, Germania, Regno Unito, India, Giappone e Australia.
Altri indicatori rilevanti includono la fiducia dei consumatori dell’Eurozona, i dati commerciali e sull’inflazione in Giappone, l’inflazione nel Regno Unito e le decisioni di politica monetaria delle banche centrali di Turchia, Indonesia e Corea del Sud.
Saverio Berlinzani
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Perché lo yen (JPY) fatica a rimbalzare sul mercato FXLa Banca del Giappone sta attuando un inasprimento monetario dall’inizio del 2024, ma lo yen continua a faticare sul mercato dei cambi. Anche se non tocca nuovi minimi, resta piatto ai livelli più bassi. Come si può spiegare questa situazione e potrebbe cambiare nei prossimi mesi se la BoJ continuerà ad aumentare i tassi di interesse?
La nomina di una nuova prima ministra in Giappone, favorevole a una politica monetaria accomodante, invia un chiaro segnale di continuità con gli anni di espansione che hanno caratterizzato l’era post-Abe. Questo orientamento mira a sostenere la crescita ed evitare un irrigidimento improvviso delle condizioni finanziarie. In teoria, tale approccio dovrebbe indebolire lo yen: gli investitori si aspettano liquidità abbondante, tassi bassi a lungo termine e quindi una minore attrattiva degli asset denominati in yen rispetto al dollaro o all’euro.
Tuttavia, la Banca del Giappone sembra seguire una traiettoria opposta. Dopo anni di tassi negativi, ha aumentato il tasso di riferimento più volte dal febbraio 2024, avviando un processo di normalizzazione monetaria. Anche i rendimenti obbligazionari giapponesi sono saliti in modo significativo, riflettendo aspettative di un inasprimento graduale. Questo movimento aiuta a limitare la debolezza dello yen, riducendo leggermente il differenziale di rendimento con gli Stati Uniti.
Se la BoJ continuerà ad agire con prudenza ma decisione, lo yen potrebbe trovare un sostegno graduale nel medio termine.
Il grafico seguente mostra:
• La curva dell’indice dello yen (in arancione)
• Il tasso della Banca del Giappone (in rosso)
• I rendimenti obbligazionari giapponesi (in nero)
• Il bilancio della Banca del Giappone (in viola)
Un elemento è evidente: lo yen giapponese fatica a rimbalzare sul mercato FX nonostante la stretta monetaria della BoJ.
Diverse forze contrastanti limitano il potenziale di ripresa dello yen. In primo luogo, la credibilità della BoJ potrebbe essere messa alla prova se la pressione politica per mantenere una politica espansiva dovesse aumentare. I mercati monitorano attentamente ogni segnale di interferenza del governo: se la banca centrale apparirà vincolata, lo yen tornerà a indebolirsi. Inoltre, uno yen debole, aumentando i costi delle importazioni energetiche e delle materie prime, alimenta un’inflazione importata che riduce il potere d’acquisto e complica il compito del governo.
In definitiva, l’impatto sullo yen rimane bilanciato: l’aumento dei tassi tende a sostenerlo, mentre le aspettative politiche di una politica accomodante continuano a pesare. Finché i mercati dubiteranno della reale volontà della BoJ di andare oltre, la valuta giapponese resterà vulnerabile rispetto al dollaro.
Dal punto di vista tecnico, occorre monitorare attentamente la struttura triangolare del cambio USD/JPY.
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Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
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Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
Un'ottima azienda a un ottimo prezzoUn'analisi finanziaria e strategica approfondita di Comcast Corporation rivela l'immagine di un conglomerato maturo che, pur affrontando significative sfide strutturali, presenta un caso di investimento convincente basato su una profonda sottovalutazione. La società opera su un modello di business a due pilastri: da un lato, il segmento "Connectivity & Platforms", che attraverso il marchio Xfinity funge da motore di cassa, generando flussi di cassa operativi eccezionalmente robusti e stabili grazie ai servizi di connettività a banda larga forniti a milioni di clienti. Dall'altro lato, il segmento "Content & Experiences", che comprende NBCUniversal e Sky, rappresenta il braccio di crescita, con investimenti significativi in parchi a tema, produzione di contenuti e nella piattaforma di streaming Peacock. Questa dualità strategica vede i flussi di cassa prevedibili del business della connettività finanziare le iniziative di crescita più volatili ma dal potenziale più elevato del settore media. L'analisi dei bilanci dal 2020 al 2024 mostra una crescita dei ricavi modesta ma costante, offuscata da una redditività operativa volatile, in gran parte a causa di una svalutazione non-cash dell'avviamento di Sky nel 2022, che ha temporaneamente depresso l'utile netto. Tuttavia, il vero punto di forza di Comcast risiede nella sua capacità di generazione di cassa: il flusso di cassa operativo è rimasto costantemente elevato, attestandosi a 27,7 miliardi di dollari nel 2024, a dimostrazione della resilienza del suo core business basato su abbonamenti. Questi fondi vengono allocati con una chiara priorità verso il ritorno per gli azionisti, attraverso dividendi costanti e un aggressivo programma di riacquisto di azioni proprie, dopo aver coperto ingenti spese in conto capitale per l'ammodernamento della rete e per progetti di espansione come il nuovo parco a tema Epic Universe. Nonostante un bilancio caratterizzato da un'elevata leva finanziaria, con un debito totale di circa 99,1 miliardi di dollari, la società mantiene indici di copertura degli interessi sani, suggerendo che il debito è gestibile. La valutazione, condotta attraverso un modello Discounted Cash Flow (DCF) basato su un costo medio ponderato del capitale (WACC) del 6,39%, indica un valore intrinseco per azione di 94,33 dollari. Questo valore si contrappone nettamente all'ultimo prezzo di chiusura di 29,54 dollari, rivelando un margine di sicurezza eccezionale del 68,7%. Tale discrepanza suggerisce che il mercato sta prezzando in modo eccessivamente pessimistico le minacce competitive, come la concorrenza nella banda larga e il declino della TV via cavo ("cord-cutting"), sottostimando al contempo la duratura capacità dell'azienda di generare cassa. Per un investitore orientato al valore con un orizzonte a lungo termine, Comcast rappresenta quindi un'opportunità interessante, poiché il suo prezzo attuale non sembra riflettere adeguatamente il suo potere economico sottostante e la sua solida generazione di free cash flow.
Trump raddrizza Wall Street tra volatilità e sollievoTrump raddrizza il mercato: Wall Street chiude la settimana tra volatilità e sollievo
Un percorso accidentato porta a robusti rialzi settimanali
La calma dopo la tempesta
Dopo una settimana di forti oscillazioni e nervosismo, i mercati hanno chiuso venerdì con un recupero convincente, che ha permesso a tutti i principali indici di archiviare guadagni robusti.
Dow Jones Industrial Average: +0,52% (+288 pt) a 46.190,61
S&P 500: +0,53% a 6.664,01
NASDAQ: +0,52% (+117 pt) a 22.679,97
Epílogo positivo per una settimana iniziata nel caos, tra timori per il credito delle banche regionali e il riemergere delle tensioni commerciali con la Cina.
Gli “scarafaggi” di Dimon e la paura delle banche regionali
Giovedì 16 i listini sono stati travolti dai timori sui prestiti delle banche regionali, innescati dal commento di Jamie Dimon (“se vedi uno scarafaggio, ce ne sono altri”).
Le trimestrali delle big bank, però, sono state eccellenti: il mercato ha distinto problemi locali da rischi sistemici. Venerdì il rimbalzo lo ha confermato: Zions (ZION) +5,8%, Western Alliance (WAL) +3%.
Crisi scongiurate… per ora
Sul fronte geopolitico, tono più disteso: l’incontro Trump–Xi resta in calendario a fine mese e il Presidente ha definito i dazi al 100% “non sostenibili”. Due potenziali crisi si sono attenuate in 48 ore.
NASDAQ: +2,1% nella settimana
S&P 500: +1,7%
Dow Jones: +1,6%
Ottobre: il mese più volatile, ma spesso positivo
Ottobre è storicamente il mese più volatile, ma spesso chiude in rialzo e apre un 4° trimestre statisticamente favorevole. Nonostante lo shutdown (17° giorno) e i dati macro in arrivo, la resilienza resta sorprendente.
Settimana cruciale in arrivo:
Venerdì: CPI (rinviato per aggiornare il COLA della Social Security)
28–29 ottobre: riunione della Federal Reserve
In arrivo la parte calda della stagione degli utili
Martedì: Netflix (NFLX), Coca-Cola (KO), Texas Instruments (TXN)
Mercoledì: Tesla (TSLA), IBM (IBM)
Giovedì: Intel (INTC)
Venerdì: Procter & Gamble (PG)
Le big bank offrono una lettura rassicurante: consumi stabili, lavoro solido, insolvenze in calo; persino i capital markets mostrano una timida ripresa pipeline.
L’effetto TACO: la volatilità secondo Trump
Future S&P 500 in caduta di oltre 80 pt al mattino, poi commenti concilianti di Trump (“dazi elevati non sostenibili”, “incontro con Xi andrà bene”) hanno ribaltato il mercato: recupero di oltre 140 pt dai minimi.
Schema “TACO — Trade Against Consensus Opinion”: provocazione → reazione impulsiva → cambio di tono → inversione violenta.
Lettura tecnica del mercato
Media 21 giorni (resistenza): area 6.675
Media 50 giorni (supporto): area 6.555
Fibonacci 61,8%: 6.700 (resistenza cruciale)
Sotto 6.555–6.650 rischio di estensione verso 6.430–6.480; breakout sopra 6.700 aprirebbe spazio ai massimi storici (6.950–7.000) prima di nuovo consolidamento.
Conclusione: in equilibrio tra paura e speranza
Settimana-emblema del 2025: paura, volatilità e politica, ma anche fondamentali solidi e rimbalzi improvvisi. La rotta resta accidentata, ma ancora orientata verso l’alto finché utili e macro tengono.
Un saluto,
Marco Bernasconi
Nota di trasparenza
Le analisi pubblicate su questo profilo hanno esclusivamente finalità informative ed educative.
Non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria personalizzata né sollecitazione all’investimento.
Solana (SOL) – Aggiornamento Ottobre 2025Dopo il recente ritracciamento dai massimi di 250 $, SOL si sta consolidando nell’area
185-200 $.
Il trend principale rimane rialzista finché il supporto a 180-185 $ tiene.
Livelli chiave:
Supporto: 185 $ / 200 $
Resistenza: 230 $ / 260 $
Scenari possibili:
📉 Breve termine: laterale 185-210 $
📈 Medio termine: verso 250-300 $ se rompe la resistenza 230 $ con volumi
🚀 Lungo termine (fine anno): 350 $+ in caso di ETF o flussi istituzionali forti
Questa analisi non è un consiglio finanziario ma una proiezione basata su trend tecnici e fondamentali.
Ethereum (ETH): in fase di consolidamento Analisi tecnica aggiornata (ottobre 2025)
Ethereum si trova attualmente in una fase di consolidamento intorno ai $4.050–$4.200, dopo il ritracciamento dalle aree di massimo. Il trend di medio periodo rimane rialzista, ma la struttura di breve mostra un indebolimento del momentum.
📊 Livelli chiave
Supporti: $4.000 (principale), $3.850–$3.900 (critico)
Resistenze: $4.300 → $4.500 → $4.850–$5.000
RSI: neutro (47–50) dopo la discesa dall’ipercomprato
MACD: in fase di stabilizzazione, potenziale segnale di rimbalzo
📈 Scenari principali
Scenario base (più probabile): consolidamento tra $3.950 e $4.300, possibile rimbalzo tecnico → target $4.400–$4.500
Scenario bullish: breakout sopra $4.500 → possibile spinta verso $5.000–$5.200, con estensione fino a $5.500–$6.000
Scenario bearish: chiusura settimanale sotto $3.900 → rischio di discesa verso $3.600–$3.750
🧭 Interpretazione
Finché ETH resta sopra i $4.000, il trend rialzista di fondo rimane intatto.
Una rottura sopra $4.500 con volumi confermerebbe la ripartenza del ciclo rialzista.
Una chiusura sotto $3.900 invaliderebbe il setup e aprirebbe spazio a una correzione più profonda.
ingresso valsoia a 9,60 no stopingresso valsoia a 9,60 no stop, 60pezzi, importante calo dai massimi con sosta su interessante fibonacci, numeri a posto e dividendo discreto, mercato in moderata crescita sui sostituti della carne, gelati non malvagi, olio di soia a prezzi competitivi e finchè l'evo mi sta rialzista in questo modo anche qui ampi spazi potenziali di crescita.
Oltre l'analisi veganuariografica!
long XDER da 24,11 no stoplong XDER da 24,11 no stop, presi 22pezzi perchè ben seduto su medie settimanali e mensili e in un contesto di tassi in ribasso e di necessaria rotazione da altri asset potrebbe parzialmente beneficiarne, posizione tattica perchè abbiamo già rewld e questo non distribuisce div, target ambizioso, ma la buona notizia è che sono entrambi zero commissioni su fineco.
Oltre l'analisi figliadiunarotazioneminoregrafica!
Olè!
Volatilità e utili: i mercati resistono tra scosse e speranzeVolatilità e ansia da utili: i mercati resistono tra scosse e speranze
I mercati lottano mentre la volatilità si intensifica
Un equilibrio precario tra rally e incertezza
La volatilità è tornata a dominare la scena dei mercati finanziari.
Dopo un lunedì euforico che aveva alimentato speranze di un recupero strutturale, la settimana si è invece trasformata in un’altalena di nervosismo e correzioni, con gli indici principali nuovamente in rosso nella seduta di ieri.
Il Dow Jones Industrial Average ha perso lo 0,65% (circa 300 punti) chiudendo a 45.952,24,
l’S&P 500 ha ceduto lo 0,63% fermandosi a 6.629,07,
mentre il NASDAQ ha limitato le perdite allo 0,47%, attestandosi a 22.562,54.
Ancor più pronunciato il ribasso del Russell 2000, in calo del 2,1% a 2.467,01, pur restando in positivo di circa il 3% nella performance settimanale complessiva.
Gli investitori si trovano a gestire una molteplicità di fattori di incertezza:
le nuove tensioni commerciali con la Cina, una chiusura del governo USA ormai al suo sedicesimo giorno e, sullo sfondo, un ciclo di utili societari estremamente disomogeneo.
Segnali contrastanti dal settore bancario
Se le grandi banche statunitensi hanno aperto la stagione degli utili con risultati brillanti, il comparto delle banche regionali ha dipinto un quadro decisamente più cupo.
Titoli come Zions Bancorporation (ZION, 13%) e Western Alliance (WAL, 10,8%) sono stati duramente penalizzati dalle preoccupazioni legate a un possibile incremento dei crediti deteriorati, riaccendendo i timori di fragilità nel sistema finanziario minore.
A peggiorare il sentiment è arrivato il dato del Philadelphia Fed Manufacturing Index, sceso a 12,8 contro attese di +10, segnalando un netto peggioramento delle condizioni industriali.
Numeri negativi come questi indicano una contrazione dell’attività economica, e se si aggiunge lo stallo del governo federale, l’immagine che emerge è quella di un’economia che inizia a mostrare sintomi di affaticamento strutturale.
Stagione degli utili: un inizio solido, ma non uniforme
Sul fronte aziendale, la stagione degli utili è partita con il piede giusto: i grandi istituti finanziari hanno superato le attese, fornendo guidance incoraggianti per i prossimi trimestri.
Tuttavia, la volatilità rimane elevata, e il mercato sembra oscillare tra ottimismo e prudenza.
Tra i protagonisti della giornata spicca Taiwan Semiconductor (TSM), pilastro dell’industria dei semiconduttori e componente chiave dell’ecosistema dell’intelligenza artificiale.
La società ha battuto le stime di consenso di quasi il 13%, alzando contestualmente le previsioni per l’intero esercizio.
Nonostante ciò, il titolo ha chiuso in ribasso dell’1,6%, segno di un mercato incapace di premiare anche le notizie positive in un contesto di elevata incertezza macro.
Le stime complessive per il terzo trimestre 2025 indicano una crescita media degli utili del +5,7% e dei ricavi del +6,1% rispetto all’anno precedente.
Ma se queste previsioni dovessero realizzarsi alla lettera, si tratterebbe comunque del ritmo di crescita più lento degli ultimi due anni, dal terzo trimestre 2023.
Una settimana schizofrenica: rally e ribassi in sequenza
Il comportamento tecnico degli indici riflette perfettamente questo stato di confusione.
L’S&P 500 (SPX) ha aperto la sessione in rialzo di circa 40 punti, ma ha poi invertito bruscamente, perdendo quasi 120 punti prima di recuperare parte del terreno nel finale.
I minimi di giornata non erano lontani dai livelli più bassi di giovedì, ma la ricomparsa di acquirenti istituzionali ha permesso un parziale rimbalzo.
L’impressione generale è quella di un mercato instabile ma ancora resiliente: nonostante le correzioni violente, i livelli tecnici chiave continuano a reggere.
Il supporto da monitorare resta l’area 6.650 dell’S&P 500: una rottura sotto tale livello potrebbe innescare vendite più estese e spingere molti operatori a passare sul lato short.
Il petrolio scende sotto i 60 dollari [/b
Sul fronte delle materie prime, il petrolio ha rotto una soglia psicologica importante, scendendo di un ulteriore 1,1% e portandosi ben al di sotto dei 60 dollari al barile.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha avvertito che, entro il 2026, il mercato potrebbe trovarsi di fronte a un surplus globale di 4 milioni di barili al giorno, alimentato dall’aumento della produzione sia OPEC che nonOPEC e da una domanda in rallentamento.
La previsione di eccesso di offerta, più ampia rispetto al mese scorso, ha accentuato la pressione ribassista sul mercato dell’energia.
Le tensioni geopolitiche aggiungono ulteriori elementi di complessità: il presidente Trump ha dichiarato che il primo ministro indiano Narendra Modi si è impegnato a bloccare gli acquisti di petrolio russo, una mossa che potrebbe ridefinire i flussi energetici globali e creare nuove turbolenze nei mercati delle commodities.
Conclusione: un mercato sospeso tra euforia e cautela
In sintesi, il mercato statunitense appare diviso tra la forza degli utili e la fragilità del contesto macroeconomico.
La volatilità crescente è il riflesso di questa tensione irrisolta: da un lato i fondamentali restano solidi in diversi settori (tecnologia, finanza, energia), dall’altro il timore di un rallentamento economico e l’incertezza politica continuano a pesare sulla fiducia degli investitori.
La settimana, pur ancora positiva nel complesso, potrebbe chiudersi in modo altalenante, con gli operatori divisi tra chi sceglie di consolidare i profitti e chi, invece, si prepara ad approfittare dei ribassi per entrare a prezzi più convenienti.
La stagione degli utili determinerà, nelle prossime due settimane, se la resilienza del mercato potrà prevalere sulla paura.
Un saluto,
Marco Bernasconi
Nota di trasparenza
Le analisi pubblicate su questo profilo hanno esclusivamente finalità informative ed educative.
Non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria personalizzata né sollecitazione all’investimento.
EUR/USD: 142 pip di progresso — strategia in azioneDall’analisi alla performance: chiusura positiva da 1,1552 a 1,1693 conferma la solidità del metodo operativo.
Nella seduta odierna ho chiuso la posizione long aperta da 1,1552 a 1,1693, realizzando un guadagno di 142 pip su un lotto.
Un movimento che conferma l’efficacia delle analisi pubblicate nei giorni precedenti e la validità dei livelli tecnici tracciati.
L’obiettivo di questa condivisione non è solo mostrare un risultato, ma dare evidenza del percorso di crescita e della coerenza tra analisi e operatività reale.
📈 Da oggi inizio a documentare in modo trasparente i progressi e i risultati operativi, così da fornire a chi mi segue un punto di riferimento concreto su come interpretare i mercati con metodo e disciplina.
Livelli chiave ancora da monitorare:
* 1,1670 – 1,1693 area di possibile consolidamento
* 1,1724 in caso di proseguimento del trend
* 1,1606 come eventuale livello di supporto
#EURUSD #ForexAnalysis #TradingStrategy #PriceAction
Oro record, petrolio giù: torna il risk offRITORNA IL RISK OFF
Ieri, Wall Street ha chiuso in rosso dopo un avvio positivo. L’S&P 500 ha perso lo 0,63%, il Nasdaq lo 0,47% e il Dow Jones lo 0,65%, in un contesto contrastato in cui le tensioni geopolitiche, politiche e macroeconomiche (dazi, shutdown) hanno fatto da contraltare all’ottimismo sugli utili aziendali e sul settore dell’intelligenza artificiale.
Nel frattempo, Trump ha avuto un colloquio con il presidente russo Putin, definendolo “lungo”, alimentando ulteriore incertezza.
I principali titoli tecnologici e legati all’intelligenza artificiale hanno mostrato andamenti contrastanti: Apple ha perso lo 0,9%, Meta lo 0,5%, Tesla oltre l’1%, mentre Nvidia è salita dello 0,8%, Amazon dello 0,2% e Alphabet dello 0,9%.
VALUTE
Sul mercato valutario è evidente che qualcosa si sta muovendo. Il franco svizzero si mostra estremamente forte, schiacciando le valute concorrenti, mentre il dollaro perde terreno contro euro, sterlina, yen e, in misura minore, contro AUD, NZD e CAD.
Si parla sempre più spesso di un possibile “grande reset finanziario”, con riferimenti a dollaro digitale, stablecoin e alla svalutazione del debito USA tramite una sua distribuzione globale. Sebbene ancora lontano, questo scenario alimenta il sentiment di risk off.
L’EUR/USD è salito sopra 1,1700, con target a 1,1780 e 1,1820. Il dollaro cede anche contro la sterlina, con obiettivi possibili a 1,3520, mentre il USD/JPY è sceso sotto quota 150,00.
Le valute oceaniche restano poco mosse, ma i cross EUR/AUD ed EUR/NZD sono ai massimi, in pieno clima di avversione al rischio. La tensione è particolarmente evidente sui cross contro il franco svizzero, molti dei quali si trovano su minimi storici.
ORO: QUASI 100 DOLLARI AL GIORNO
Stanotte, nei mercati asiatici, l’oro ha toccato un nuovo record storico a circa 4.380 dollari l’oncia, proseguendo un impressionante rally settimanale.
Nelle ultime nove settimane, il metallo giallo ha guadagnato oltre 1.000 dollari, pari a circa 50 dollari al giorno. Solo nelle ultime quattro sedute, l’incremento è stato di quasi 380 dollari, ovvero quasi 100 dollari al giorno.
Gli investitori cercano sicurezza in un contesto di crescenti incertezze economiche. I prezzi sono stati spinti dalle rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e dalle preoccupazioni per il blocco del governo statunitense.
La Cina ha accusato gli Stati Uniti di fomentare il “panico” per i controlli sui minerali delle terre rare, mentre Washington ha avvertito che tali misure minacciano le catene di approvvigionamento globali.
L’oro è stato ulteriormente sostenuto dalle aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed. Le recenti dichiarazioni di Jerome Powell hanno evidenziato segnali di indebolimento del mercato del lavoro, portando gli investitori a scontare quasi completamente un taglio di 25 punti base questo mese, con un altro probabile a dicembre.
Dall’inizio dell’anno, l’oro ha registrato un’impennata di oltre il 60%, sostenuto dagli acquisti delle banche centrali, dagli afflussi negli ETF e dalla forte domanda di asset rifugio.
PETROLIO: ANCORA UN CALO
Venerdì, i future sul greggio WTI si sono attestati intorno ai 57 dollari al barile, il minimo degli ultimi cinque mesi. È la terza settimana consecutiva di calo, la serie più lunga da marzo, con gli investitori concentrati sulle prospettive di offerta in vista dei colloqui tra Stati Uniti e Russia.
Il presidente Trump ha annunciato l’intenzione di incontrare Putin nelle prossime settimane per discutere una possibile risoluzione del conflitto in Ucraina. Questo ha alimentato le speculazioni su un possibile allentamento delle restrizioni alla produzione di petrolio russo, che potrebbe contribuire a un surplus globale.
A pesare ulteriormente sono stati i segnali contrastanti provenienti dall’India: le raffinerie indiane hanno dichiarato di voler ridurre, ma non interrompere, le importazioni di greggio russo.
Nel frattempo, l’EIA statunitense ha riferito che le aziende energetiche hanno aggiunto 3,5 milioni di barili di greggio agli stoccaggi la scorsa settimana, sollevando preoccupazioni sulla debolezza dei consumi e incidendo negativamente sulle prospettive della domanda, in un contesto di persistenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Saverio Berlinzani
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Gold - La bolla finanziaria
OANDA:XAUUSD
COMEX:GC1!
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### **🗺️ La Mappa del Prossimo Ciclo: La Bolla dell'Oro sta per Innescare la Grande Rotazione**
*Un'analisi di Serghei Istrati (Patience Pays)*
Stiamo per assistere a uno dei più importanti punti di svolta ciclici degli ultimi anni. La maggior parte degli operatori, concentrata sulla narrativa dominante, sta guardando nella direzione sbagliata. Il vero segnale non è nelle notizie, ma nella struttura del mercato stesso.
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### **⏳ 1. Il Conto alla Rovescia: Indici Asiatici e Correzione Semestrale**
È raro vedere qualcuno dare importanza a **NIKKEI** o **HSI**. Peccato, perché spesso anticipano il mercato. Ho smesso da tempo di inseguire i fondamentali proprio perché ho capito che questi indici sono un indicatore molto più onesto dello stato dell'economia globale.
⚠️ **Attenzione:** a differenza di quanto si potrebbe pensare, non siamo ancora alla fine del grande rialzo azionario. Il crollo finale **non è in questa fase**. Stiamo solo per assistere a una importante **chiusura semestrale**. Gli azionari hanno ancora strada da fare, con nuovi massimi da raggiungere nella seconda parte del 2026.
Ma per iniziare la nuova fase rialzista, prima deve chiudersi il ciclo semestrale in corso. Il mio segnale di allarme è sul NIKKEI: anche se dovesse aggiornare il suo massimo, l'inversione correttiva è inevitabile e la mia finestra temporale la colloca **tra il 23 e il 28 di Ottobre**.
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### **🥇 2. Il Crollo dell'Oro e la Nascita di una Nuova Narrativa**
Contemporaneamente, l'**Oro** si trova nella fase acuta di una bolla finanziaria. È fondamentale capire che non ha nulla a che fare con il mito del "bene rifugio". Quella è solo una narrazione usata per giustificare movimenti che vanno in totale disaccordo con la realtà fondamentale (che è in grave decadenza).
Mi aspetto un'inversione ribassista imminente sull'Oro. La domanda è: come la giustificheranno?
La risposta è già scritta. Appena l'Oro crollerà, la narrazione mediatica si capovolgerà:
> *"I mercati si sono ripresi! C'è un ritorno della fiducia, la crisi è scampata."*
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### 🔄 3. La Grande Rotazione: Il Nuovo Ordine degli Asset
Questo falso pretesto ("la ripresa") sarà usato per orchestrare una massiccia rotazione di capitali:
🛢️ **WTI, Grano e Gas (Il Commercio della "Reflazione"):** Proprio mentre l'Oro crolla, il WTI inizierà il suo rimbalzo verso l'area `$82-$130`, e il **Grano** e il **Gas** inizieranno i loro rally, che stimo tra il `+46%` e il `+62%`. La narrativa: *"La ripresa economica è reale, la domanda di energia e materie prime sta esplodendo!"*
💱 **Forex (Il Flusso Risk-On):** Durante la discesa dell'Oro, assisteremo alla rotazione valutaria. Il capitale abbandonerà i porti sicuri (prevedo un crollo del **CHF**) e si riverserà su **EUR** e **GBP**. Il Dollaro (**USD**) dovrà prezzarsi a causa del rialzo del WTI, ma sottoperformerà rispetto a EUR e GBP, confermando che la sua egemonia assoluta sta perdendo campo.
💎 **Cripto (Il Nuovo Rifugio):** E qui sta il colpo di genio. Cosa succederà al capitale in fuga dalla bolla dell'Oro? Non andrà tutto sull'azionario. Per giustificare la caduta dell'Oro, **BTC** ed **ETH** saranno dipinti come i **"nuovi asset di rifugio"** digitali, catturando una parte enorme di quella liquidità.
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### **📜 4. La Sequenza Completa**
In sintesi, la roadmap per i prossimi mesi è questa:
**1️⃣ Pivot (`20-28 Ottobre`):** L'Oro e gli indici asiatici toccano un massimo. Inizia la correzione semestrale.
**2️⃣ Crollo dell'Oro:** Il metallo scende e si stabilizza in una fase laterale (forse per un trimestre).
**3️⃣ Rialzo delle Commodity:** Inizia il rally di WTI, Grano e Gas.
**4️⃣ Rotazione Forex:** Il capitale si sposta da CHF/USD a EUR/GBP.
**5️⃣ Nuova Narrativa:** Le Cripto vengono promosse a "nuovo bene rifugio" al posto dell'Oro.
**6️⃣ Fase Finale (da `Gennaio '26`):** Una volta chiusa la correzione semestrale, l'azionario ripartirà per la sua ultima, grande gamba rialzista verso i massimi del 2026.
Non stiamo assistendo a un crollo finale. Stiamo assistendo a una **complessa e orchestrata rotazione di capitale** per preparare l'ultima fase del ciclo rialzista.
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Nota di trasparenza
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