BTP Valore e molto altro (parte 1)In questo contenuto, che sicuramente sarà diviso in più video, tratteremo il BTP valore III edizione e quelle che potrebbero essere le alternative d'investimento paragonabili. Ovviamente con estrema modestia cercherò di darvi le linee guida che possono sicuramente agevolarvi se volete approfondire l'argomento.
Bonds
2023-08-07 Valore Bond Italiani in Correlazione Tassi InteresseNel grafico ho voluto evidenziare la correlazione tra il valore dei bond sovrani italiani in rapporto all'andamento alle curve dei tassi d'interesse dell'area Euro e degli USA.
Innanzi tutto sono stati messi a confronto 3 BTP, con diverse caratteristiche di durata e cedola che ovviamente non hanno perso lo stesso valore, ma ho regolato la loro scala dell'asse Y, considerando 100 il valore nel mese di settembre 2021 e 0 il valore quotato in ottobre 2022.
Si può notare subito che pur non avendo perso lo stesso valore, si sono ovviamente mossi con grande sincronizzazione tra loro (segno di un mercato molto liquido).
Quindi ciascuna curva della quotazione aveva il massimo relativo tra agosto e settembre 2021 e il minimo relativo ad ottobre 2022.
Dopodiché ho aggiunto al grafico le due curve di andamento dei tassi d'interesse Europa ed USA.
A marzo 2022, quando gli USA hanno effettuato il primo incremento dei tassi d'interesse, il BTP01MZ37 aveva già perso circa 11% dai massimi di settembre 2021 sulle aspettative dell'incremento.
Quando c'è stato il primo incremento dei tassi della BCE, a luglio 2022, il BTP01MZ37 aveva perso il 26% dai massimi di settembre 2021.
Ad ottobre 2022 il BTP01MZ37 perdeva dai massimi il 38% circa.
Nei mesi successivi ha recuperato qualche punto percentuale, attestandosi al valore del -34% ad agosto 2023, sempre rispetto ai massimi di settembre 2021.
Osservando queste correlazioni, si possono fare alcune considerazioni sulla previsione dell'andamento del valore dei BTP, in rapporto al futuro andamento dei tassi d'interesse.
Occorre però tenere ben presente che siccome l'inflazione, nonostante un iniziale indebolimento, tende a perdurare, inoltre le economie USA ed EURO, pur avendo accusato qualche colpo (soprattutto banche regionali fortemente esposte ai bond sovrani) non sembrano in realtà subire più di tanto la forte pressione dovuta agli alti tassi di interesse.
Anche la disoccupazione permane a valori minimi, il che non va nella direzione di una diminuzione dell'inflazione.
Quindi, tenendo in considerazione questi aspetti, potrebbe accadere che i tassi vegano ancora ritoccati al rialzo e soprattutto potrebbero permanere a questi valori per molto tempo.
Bond globali - Potrebbero essere una nuova opportunità? Il 2022 è stato un l'annus horribilis dei bond, a causa dell'impatto dell'incremento dei tassi d'interesse e dell'effetto di compensazione del prezzo degli stessi in conto capitale.
Per capire la portata dello storno, basta andare a calcolare l'escursione massimo/minimo del 2022 e vedremo una perdita di valore superiore al 17%, osservata considerando un ETF di tipo "aggregate", che quindi cerca di diversificare sia in termini di scadenza di portafoglio, che di provenienza degli emittenti.
Dopo il minimo toccato ad ottobre 2022, proprio come nell'azionario, sembrerebbe essere avvenuta una cosa importante: l'inversione dei massimi e minimi.
Notiamo, infatti, i tentativi di fissare minimi crescenti in una fase di lateralità lievemente ascendente.
Potrebbe essere una fase di accumulazione, che sembrerebbe anche aver creato una sorta di trendline rialzista.
Nel momento in cui scrivo le borse statunitensi sono chiuse per il memorial day, ma come sappiamo gli USA hanno trovato l'accordo per lo sforamento del tetto del debito. Chissà che questa notizia nella giornata di domani non sia accolta favorevolmente anche dal mondo dei bond che potrebbero così marcare una serie di candele importanti.
Nel frattempo, visti gli attuali tassi e considerata la price action dell'ETF, ho preso in maniera più decisa posizione per una quota di portafoglio di lungo termine.
TUTTI RINGRAZIERANNO LA SILICON VALLEY BANK?!La scorsa settimana abbiamo potuto assistere ad un importante fallimento bancario, il più grande dalla crisi finanziaria del 2008.
Parliamo della SVB, Silicon Valley Bank, la 16esima banca degli stati uniti in termini di patrimonio.
Quali sono state le escalation che hanno portato al fallimento la SVB?
La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.
I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.
Questo ci ricorda in parte il caso Lehman brother, ma ai tempi l'impatto e il coinvolgimento della Lehman non sono confrontabili alla SVB.
La probabilità di un contagio con altre banche è molto basso.
Quantomeno, non ai piani alti.
Il grafico parla chiaro, Silicon Valley Bank è stata vittima della criticità delle banche medio-piccole statunitensi: riserve quasi a zero.
Problema che le grandi banche non hanno, le quali infatti, continuano a navigare nella liquidità in eccesso garantita dalla Fed.
Come si fa a continuare ad alzare i tassi, mentre il mondo trema per le banche che crollano?
Questo è il punto centrale dell'articolo.
Nei grafici precedenti possiamo evidenziare la reazione dei mercati obbligazionari (rendimenti 2-10 anni) all'insolvenza di SVB.
Perchè i bond sono stati scossi così fortemente?
La logica può essere una sola, i mercati si aspettano UNA BANCA CENTRALE MENO AGGRESSIVA.
Il prossimo grafico conferma la nostra teoria, con le aspettative di politica monetaria per settembre 2023 crollate da 5,5% a 4,7%, un taglio di 80 punti base in due giorni.
Nella giornata di ieri è stato rilasciato un report ufficiale da parte della Federal Reserve dove conferma che metterà disposizione ulteriori finanziamenti alle istituzioni.
La reazione dei mercati azionari non poteva che essere ribassista, con pressioni maggiori sul mercato europeo, -5%.
Il Vix schizza a 27, segno della forte incertezza in entrata sui mercati finanziari.
La Silicon Valley Bank potrebbe aver fatto un piccolo regalo ai mercati...era l'unico modo per rallentare l'aumento dei tassi della FED.
L'articolo verrà aggiornato con nuovi punti salienti nei prossimi giorni.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
Andamento 2022 principali Asset ClassBuongiorno, di seguito propongo una breve panoramica di come sono andati i mercati nel 2022.
Per quanto riguarda le principali Asset Class, l'oro supportato dalla forza del dollaro nei confronti dell'euro ha avuto una buona performance arrivando vicino al +10% (linea rossa). Si conferma quindi come buona diversificazione di un portafoglio di investimento, in un anno che ha visto invece performance negative a doppie cifre per l'azionario globale (-12% linea verde) e per il comparto obbligazionario euro medio lungo termine (-16% linea rosa).
Tuttavia, nel corso del 2022 non sono mancate le opportunità, in particolare sugli strumenti di copertura, che hanno visto performance positive importanti (sul comparto azionario +15% e sul comparto obbligazionario +19%).
Anche all'interno degli stessi indici settoriali GICS, si vede l'andamento caratterizzante del 2022, con il comparto energetico primatista (+50%), mentre i settori growth contraddistinti da un netto trend ribassista tra -25 e -30% (consumer discretionary, technology e communication services). I settori più difensivi all'opposto hanno creato un fascio di performance leggermente positivo chiudendo l'anno tra 1 e 5% (consumer staples, healthcare e utilities).
Pronti a cogliere le opportunità del 2023!
SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO: LA SUA IMPORTANZA Salve lettori! Prosegue la guida al mercato obbligazionario iniziata il 16 febbraio 2022. I temi trattati sono stati:
• Introduzione al mercato obbligazionario
• Move Index e le sue correlazioni
• Correlazione tra obbligazioni e dollaro americano in diversi scenari economici finanziari
• Correlazione tra mercato obbligazionario e mercato azionario
• Forza e debolezza di uno stato espresso dai ratings e dalle obbligazioni
• Indice di forza relativo capace di anticipare un segnale di recessione
• La correlazione tra obbligazioni e materie prime
• Obbligazioni societarie: investment grade e high yield
Spero di aver trattato i diversi argomenti in maniera chiara e semplice, in maniera da fornirvi una visione più semplice e chiara dei mercati finanziari (dopotutto, l’obiettivo primo è proprio questo).
In questa analisi mi concentrerò su un argomento riagganciandomi all’ultima analisi in cui trattavo le obbligazioni societarie: lo spread obbligazionario ad alto rendimento.
E’ un argomento che potrebbe creare qualche problema di comprensione, per cui cercherò di trattarlo in maniera semplice. Per qualsiasi dubbio, contattatemi pure.
Iniziamo!
COS’E’ UNO SPREAD OBBLIGAZIONARIO?
Come spesso ho spiegato, uno spread non è altro che una differenza; se si tratta di spread obbligazionario, sarà una differenza tra i rendimenti di due obbligazioni diverse tra loro; in particolare esse:
• Possono appartenere alla stessa classe dello stesso Paese emittente (esempio: titoli di stato del tesoro americano, come lo spread “US10Y-US02Y”)
• Possono appartenere alla stessa classe ma derivare da emittenti statali diversi (come ad esempio il famoso spread “btp-bund”)
• Possono appartenere a diversa classe, derivanti da emittenti diversi (obbligazioni statali e obbligazioni corporate).
Gli spread sono espressi in termini di punti percentuali o punti base.
SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO: CHI IL MINUENDO E CHI IL SOTTRAENDO DELLA DIFFERENZA?
Uno spread obbligazionario ad alto rendimento è la differenza tra il rendimento di un’obbligazione ad alto (minuendo) e una a basso rendimento (sottraendo).
Per l’uguaglianza di cui parlo spesso “RISCHIO = RENDIMENTO”, sarà quindi il differenziale tra un’obbligazione rischiosa ed una meno rischiosa; infatti, tenete bene a mente:
• Più è alto il rischio che un emittente non riesca ad onorare il compito di debitore (più è alta la possibilità che un emittente non riesca a ripagare l’interesse dell’obbligazione) più il creditore (un investitore, ad esempio) richiederà un alto rendimento per essersi assunto tale rischio
• Più è alta la possibilità che l’emittente riesca a onorare l’obbligazione assunta, minore sarà il rendimento richiesto dal creditore.
Ricordo brevemente:
• Le obbligazioni ad alto rendimento sono quelle che tipicamente vengono definite “junk bonds” (obbligazioni spazzatura), ai quali emittenti appartengono ratings da BB+ a D (emittenti considerati “poco capaci” di rispettare i propri doveri di debitori)
• Le obbligazioni a basso rendimento sono quelle che vengono definite “investment grade”, ai quali emittenti appartengono ratings AAA fino ad arrivare a BBB- (emittenti considerati in linea generale “capaci” di rispettare le obbligazioni assunte)
Gli emittenti di obbligazioni high yield sono rappresentati tipicamente da società o da Paesi Emergenti, mentre quelli di obbligazioni investment grade da Paesi come Stati Uniti e Germania.
In questa analisi prenderò in considerazione lo spread tra obbligazioni high yield emesse da società americane e obbligazioni del tesoro americano.
RISK ON E RISK OFF
Nella precedente analisi che trovate qui su tradingview dal titolo "obbligazioni societarie: investment grade e high yield" elencavo alcuni etf che replicavano il movimento di obbligazioni high yield a diversa scadenza.
Questi erano l’ISHARES 0-5 YEAR HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (SHYG):
e l’ISHARES IBOXX $ HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (HYG):
Avevo giustificato le recenti discese dei due etf basandomi sul concetto di risk-off dei mercati: quando l’avversione al rischio da parte degli investitori è bassa, essi tipicamente ruotano i loro capitali da asset più rischiosi ad asset meno rischiosi; era quindi piuttosto normale che si sarebbe verificato un deflusso di capitali da questi etf replicanti movimenti di obbligazioni molto rischiose, non credete?
Questo è solo uno dei tantissimi modi per capire quale sia il sentiment del mercato. Un altro è quello di paragonare tra loro i rendimenti di obbligazioni con stessa scadenza appartenenti a diversa classe, emesse da diversi emittenti, con diverso rischio, attraverso uno spread.
E’ possibile costruirne uno prendendo in considerazione obbligazioni high yield societarie e obbligazioni investment grade emesse dal governo statunitense? Si. L’ICE BofA US High Yield
ICE BOFA US HIGH YIELD: LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO
Lo spread ICE BofA US High Yield, con ticker “BAMLH0A0HYM2”, esprime il differenziale tra i rendimenti di obbligazioni high yield di società americane e i rendimenti del tesoro americano (con tutte le obbligazioni con scadenze superiori all’anno solare). Possiamo esprimere il segno “-“ della differenza come metro di paragone tra i due termini dello spread; molti di voi si chiederanno:
”che senso avrebbe paragonare i rendimenti obbligazionari societari con quelli dei titoli di stato”?
La spiegazione è da ricercare nell’affidabilità di debitore degli Stati Uniti: i suoi titoli di stato vengono considerati dal mercato come “esenti da ogni rischio” (avendo l’USA come rating AAA) vista la forza economica dello Stato e l’inesistente possibilità di default da parte sua; il rischio praticamente assente si riflette sui rendimenti che, per l’uguaglianza RISCHIO = RENDIMENTO, saranno bassi. Ciò fa degli stessi rendimenti un ottimo strumento di riferimento, in particolare come sottraendo dello spread.
Come minuendo dello spread vengono invece utilizzati gli high yield delle società americane che, in questo modo, vengono paragonati ai rendimenti dei titoli del tesoro:
• Se lo spread sale verso l’alto (ossia si “allarga”) significa che i rendimenti delle obbligazioni societarie stanno sovraperformando i rendimenti dei titoli di stato USA
• Se lo spread scende verso il basso (ossia si “contrae”) significa che i rendimenti delle obbligazioni societarie stanno sottoperformando i rendimenti dei titoli di stato USA
Come tutti sappiamo, il rendimento di un’obbligazione è correlato inversamente al suo prezzo, per cui:
• Se lo spread si allarga significa che c’è una maggior vendita di junk bonds societari rispetto alla vendita di titoli di stato USA. Ciò è da interpretare come una preferenza del mercato verso obbligazioni più sicure (US Treasury Bonds) rispetto a quelle high yield
• Se lo spread si restringe, significa che c’è una preferenza in acquisto di junk bonds rispetto a titoli di stato USA. Gli acquisti si concentrano più su strumenti ad alto rischio che su quelli a basso rischio (dal momento che il rendimento delle obbligazioni societarie scende maggiormente rispetto a quello delle obbligazioni statali)
Capire questi ultimi 4 punti è di fondamentale importanza, in quanto:
• Se il mercato si concentra su strumenti a più alto rischio rispetto ad altri a meno rischio, possiamo affermare il fatto di essere in clima di risk-on; graficamente, tale situazione viene rappresentata dal restringimento dello spread:
• Se il mercato si concentra su strumenti a più basso rischio rispetto ad altri a più alto rischio, possiamo affermare il fatto di essere in clima di risk-off; graficamente, tale situazione viene rappresentata dall’allargamento dello spread:
Per certificare queste mie ultime due affermazioni, correlo lo spread all’andamento dell’S&P500, utilizzando come etf l’SPX:
Osservate: ogni qualvolta il mercato preferisce acquistare junk bonds societari rispetto a titoli di stato, l’S&P500 tende ad avere ottime performance: il motivo è da ricercare nel clima risk-on, ossia quella particolare condizione in cui gli investitori si concentrano su asset finanziari rischiosi che offrono alti rendimenti. E in clima di risk off?
Quando l’avversione al rischio è bassa, gli investitori preferiscono concentrarsi su strumenti a più basso rischio (come titoli di stato) lasciando da parte strumenti ad alto rischio: è cosi che, in tale situazione, lo spread si allarga, con conseguenti discese più o meno brusche da parte del benchmark azionario (fatta eccezione per il periodo 1997-2000, in cui questo evento non si è verificato).
I grafici in cui correlo lo spread e il benchmark azionario sono utili per capire un qualcosa di necessario:
• Più lo spread si allarga raggiungendo percentuali sempre più alte, più l’avversione al rischio da parte degli operatori di mercato diminuisce
• Più lo spread si restringe raggiungendo percentuali sempre più basse, più l’avversione al rischio degli investitori aumenta
Per spiegare in maniera ancora più semplice questi ultimi due concetti mi servirò di una grafica in cui andrò a ricreare quattro situazioni di rischio diverse:
1. Grafico 1
Nel piano cartesiano rendimento (asse y) e tempo (asse x) ritroviamo i rendimenti dei titoli del tesoro (1%) e gli high yields dei junk bonds (4%). Lo spread, calcolato come differenza, è:
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = RENDIMENTO JUNK BONDS – RENDIMENTO TITOLI DI STATO
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = (4 – 2)% = 2%
Il grafico 1 riporta quella particolare condizione in cui gli operatori a mercato sono più avversi al rischio, in quanto lo spread è il più ristretto di tutti i quattro che vedremo
2. Grafico 2
In questo caso lo spread si allarga, raggiungendo valori del 3.6%, infatti:
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = RENDIMENTO JUNK BONDS – RENDIMENTO TITOLI DI STATO
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = (6 – 2.4)% = 3.6%
Con uno spread in aumento di 1.6 punti percentuali rispetto al caso precedente, il mercato inizia ad avere meno appetito al rischio
3. Grafico 3
Spread al 6.4%, in aumento di 4.4 punti percentuali rispetto al caso 1 e di 2.8 rispetto al caso 2. Allargandosi lo spread, l’appetito al rischio inizia a restringersi sempre di più
4. Grafico 4
Esso descrive la situazione tra le quattro diverse in cui gli operatori sono meno propensi a concentrarsi su strumenti ad alto rischio, visto lo spread a valori di 8 punti percentuali.
Spero di essere stato ancora più chiaro con questi ultimi 4 esempi.
ALCUNE CORRELAZIONI INTERMARKET
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E PIL POCO PRIMA E IMMEDIATAMENTE DOPO UNA RECESSIONE
Sapete quanto io reputi importante l’analisi intermarket e la correlazione tra le varie asset classes.
Ragionando sul fatto che il mondo obbligazionario è strettamente legato all’economia di un Paese, ho pensato che probabilmente potesse esistere una correlazione tra lo spread discusso in questa analisi e il pil statunitense; la forte correlazione è presto ritrovata intorno alle aree ombreggiate di color celeste, che indicano le recessioni americane dal 1997 ad oggi:
• Ogni qualvolta lo spread si è mosso al di sopra dei 9 punti percentuali (tutti i punti temporali sono stati cerchiati di rosso) siamo stati protagonisti di una recessione
• Aiutato da delle frecce di color nero e arancio, vi ho indicato come il dato macroeconomico e lo spread si correlino in maniera indiretta immediatamente prima e immediatamente dopo una recessione: osservate come ai crolli del prodotto interno lordo del 2000, 2008 e 2020 lo spread si sia mosso in maniera inversa, in particolare verso l’alto; al contrario, durante le successive riprese economiche, osservate il suo restringimento; perché ciò è accaduto?
Lo spread si è allargato durante i crolli economici in quanto, come ho detto prima, gli investitori in risk-off preferiscono strumenti meno rischiosi che più rischiosi; una massiccia vendita di obbligazioni high yield si riflette sui relativi rendimenti che “esplodono” verso l’alto, con effetto diretto sullo spread, che va ad allargarsi. Caso contrario per quanto riguarda le successive riprese economiche, in cui abbiamo assistito ad un restringimento visti gli acquisti di strumenti rischiosi ai danni di quelli meno rischiosi.
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI VOLATILITA’ DEL MERCATO AZIONARIO VIX
A metà analisi analizzavo la correlazione tra lo spread e l’S&P500, sottolineando come l’allargamento dello spread trascinasse al ribasso il benchmark e il suo restringimento lo riaccompagnasse al rialzo; la stessa correlazione appare molto più chiara correlando allo stesso spread il VIX, ossia l’”indice di paura” dell’S&P500. La correlazione tra i due appare diretta, per cui possiamo affermare che:
• Una preferenza di obbligazioni meno rischiose rispetto ad altre più rischiose coincide con un momento di incertezza e “paura” degli operatori: ciò si riflette sul VIX che in questo modo aumenta in valor percentuale, con la conseguente discesa del benchmark azionario
• Una preferenza di obbligazioni più rischiose rispetto ad altre meno rischiose coincide con un momento di “tranquillità” degli operatori: ciò si riflette in un ribasso del VIX con conseguente salita del benchmark
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI FORZA TRA SETTORE DEI BENI DI PRIMA NECESSITA’ E DEI BENI DISCREZIONALI
Possiamo ritrovare un’ulteriore correlazione diretta se paragoniamo lo stesso asset protagonista dell’analisi all’indice di forza relativa tra il settore dei beni di prima necessità e quello dei beni discrezionali:
Il motivo sta nella diversa natura dei due settori azionari:
• Quello dei beni di prima necessità ha natura difensiva e tipicamente sovraperforma quello dei beni discrezionali in momenti di risk-off, ossia quando si verifica l’allargamento dello spread. Al contrario, quello dei beni discrezionali, avendo natura ciclica (ossia essendo più dipende dal corso economico) ha la meglio in risk-on, ossia quando il rischio percepito dal mercato diminuisce, testimoniato dal restringimento dell’Ice BofA US High Yield
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI FORZA TRA ORO ED S&P500
Applicando gli stessi concetti espressi nella precedente correlazione, ritroviamo un’altra correlazione diretta, stavolta utilizzando come metro di paragone l’indice di forza tra oro ed S&P500:
Questa correlazione positiva nasce dal momento che l'oro, essendo un asset risk-off, va ad apprezzarsi all'allargamento dello spread obbligazionario, spingendo l'indice di forza al rialzo; contraria la situazione per l'S&P500 che, essendo un asset risk-on, va ad apprezzarsi invece al restringimento dello stesso spread, spingendo al ribasso l'indice di forza.
IL RAPPORTO TRA LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E LO SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO DEL TESORO AMERICANO A 10 E 2 ANNI
Esiste un modo per anticipare l’allargamento dello spread obbligazionario con successiva recessione? Osservando la grafica che segue, sembrerebbe di si. E’ necessario utilizzare come metro di riferimento lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato del tesoro americano a 10 e 2 anni. Perché?
La discesa dello spread US10Y-US02Y al di sotto dello 0% (ossia quando la curva dei rendimenti ha invertito) è stata sempre seguita dall’allargamento dell’ICE BofA US High Yield , culminata poi con periodi di recessione evidenziati nella grafica con dei rettangoli di color azzurro.
Si dimostra quindi utile il paragone tra i due spread, in quanto sembra che l’uno possa anticipare le successive mosse dell’altro.
L’analisi termina qua. E’ abbastanza lunga, ma volevo essere preciso in tutti i diversi paragrafi discussi.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
Rendimenti reali positivi sul decennale americanoDopo più di due anni tornano positivi i tassi reali del bond decennale americano. Ciò significa che diventa un asset appetibile per gli investitori, con potenziali conseguenze anche sulle altre asset class in termini di flussi. Ora il rendimento del T-Note è sul 3%, cifra tonda, con resistenza statica importante anche a 3,18/3,20%.
Andamento principali Asset ClassVediamo in questo articolo come si sono mosse le principali asset class da inizio anno. Il mercato azionario globale (linea azzurra) ha messo a segno una performance negativa dopo un 2021 da incorniciare, dovuta anche alle tensioni geopolitiche attuali, con un recupero nelle ultime sedute. Con la linea rosa possiamo vedere la performance data dall'obbligazionario governativo europeo, che dato il rialzo dei tassi degli ultimi mesi, non ha potuto reagire diversamente se non scendendo, infatti i bond sono tornati a scendere negli ultimi giorni, dato il ritorno dei tassi verso livelli precedenti che erano stati riassorbiti e dovuti alle ultime considerazione espresse dalla BCE. In colore rosso vediamo l'Oro, che si è mosso decisamente bene da inizio anno con una performance positiva a doppia cifra, in questo caso in dollari, aiutato quindi anche dal rafforzamento del dollaro.
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE ARGENTO (SI1!)Buongiorno a tutti, oggi vado ad analizzare dopo qualche mese una materia prima, l’argento, con un’analisi del prezzo e una fondamentale, avvalendomi del report dello Silver Institute e del COT report.
SILVER INSTITUTE
Per chi non lo sapesse, Il Silver Institute è un'associazione internazionale senza scopo di lucro che trae i suoi dati dall'industria dell'argento; ciò include le principali case minerarie d'argento, raffinerie, fornitori di lingotti, produttori di prodotti in argento e grossisti di prodotti di investimento in argento. Fondato nel 1971, l'Istituto funge da voce dell'industria per aumentare la comprensione da parte del pubblico dei numerosi usi e valori dell'argento.
Il 29 ottobre è uscito il report in cui si osserva quali sono le previsioni di utilizzo della materia prima per i prossimi anni. In particolare, esso dice che:
“L'uso dell'argento nell'elettronica e nelle applicazioni elettriche (escluso il fotovoltaico) è previsto in aumento da 224 milioni di once (Moz) nel 2020 a 246 Moz nel 2025, riflettendo un aumento del 10%”. "Oggi, l'argento si trova in quasi tutti i dispositivi elettronici", il rapporto ha osservato. “Con la massima conduttività elettrica di tutti i metalli, l'argento sta svolgendo un ruolo fondamentale negli ultimi progressi tecnologici; la conducibilità è una risorsa importante nella miniaturizzazione di elettronica, permettendo alle correnti elettriche di fluire anche nei semiconduttori e chip per computer più piccoli”. Il report, continuando, dice che “l'argento è parte integrante di applicazioni come l'espansione della tecnologia delle comunicazioni 5G”.
Detto questo, vi ho riportato solo alcuni punti salienti del report, potete trovarlo nel sito del Silver Institute. Considerando quindi il fatto che il suo utilizzo negli anni a venire aumenterà, non solo per i motivi citati dal report ma anche perché esso è un metallo che verrà utilizzato per la transizione verde (ricordiamo, ad esempio, il suo impiego nei pannelli fotovoltaici), è possibile che l’argento possa essere un buon investimento a lungo termine (basandoci sulla legge della domanda e dell’offerta).
COT REPORT
Ora riporto sotto i dati riguardo le posizioni nette speculative sull’Argento dei non commercials (ossia gli speculatori).
29.10.2021 37,5K
22.10.2021 30,4K
15.10.2021 18,0K
08.10.2021 16,4K
01.10.2021 16,7K
Come possiamo notare, le posizioni long (rispetto alle short) sono in un trend rialzista dall’8 ottobre; in particolare esse, nel giro di 20 giorni, sono più che raddoppiate, facendo intendere il fatto che, nel breve termine, gli speculatori stanno pian piano aumentando le loro posizioni long. Dobbiamo però contestualizzare il tutto infatti, nonostante le posizioni in acquisto stiano pian piano aumentando, ci troviamo ancora lontani da valori di 52,8K toccati il 14 maggio (ciò significa che in quel periodo i rialzisti attivi nel mercato erano molti di più). Tuttavia, in una possibile ottica long, è importante a parer mio leggere questi dati, che quindi ci stanno riferendo il fatto che i non commercials si stanno pian piano esponendo di più.
ANALISI TECNICA
Dal punto di vista tecnico possiamo affermare che il prezzo si muove senza una tendenza da circa un anno e tre mesi, con il prezzo che ha toccato un massimo a 29,91$ il 7 agosto 2020, rivisitato e poi superato il 1 febbraio 2021 (quel massimo ricordiamo essere stato causato dallo short squeeze dei Wall Street Bets); grazie a questi due massimi ho tracciato una resistenza nera.
Nella parte bassa del grafico, invece, notiamo come il prezzo abbia sentito per 3 volte la struttura a 21,9 $/21,4$, ogni volta rimbalzandoci; questa zona è a parer mio molto importante, dove vengono piazzati tanti ordini long che superano quelli short; è quindi quella struttura dove si esaurisce la forza ribassista e dove si riaccende quella rialzista.
Ho individuato altre importanti strutture di prezzo nel Point of Control di tutto il periodo di lateralizzazione, dove il prezzo ha reagito ogni volta che è stato in corrispondenza o in prossimità, e nella media a 200 periodi, che il prezzo ha utilizzato determinate volte come resistenza e altre come supporto; il tutto è ben evidenziato nel grafico, spero di essere stato abbastanza chiaro.
Ultimamente si è avuta la formazione di un doppio massimo; il prezzo, nonostante fosse più forte rispetto al periodo precedente in cui era stato formato il massimo precedente (e ciò possiamo osservarlo grazie all’rsi) ,non è riuscito a salire oltre, come evidenzio nel grafico; la figura di doppio massimo verrà validata se il prezzo riuscirà a rompere al ribasso con decisione e buoni volumi la media a 50 periodi, viceversa rimbalzerà e vedremo cosa andrà a fare; le visioni possono essere 2:
1. Rompe al ribasso la media a 50 periodi e và a rivisitare i minimi a 21,5$
2. Rimbalza sulla media a 50 periodi, infrange al rialzo i massimi del “doppio massimo” e rivisita la media a 200 periodi; dal momento che quest’ultima è stata sentita dal prezzo diverse volte, sarà interessante vedere cosa (e se) succederà. Per un’ottica long, personalmente, aspetterei che il prezzo rompa al rialzo la resistenza indicata nel grafico in tratteggiato, a 28,5$.
Non dimentichiamo che l’argento è scambiato in dollari e quindi, per la relazione inversa che esiste tra materie prime e dollaro, più è debole quest’ultimo, più forti dovrebbero essere le altre; questa settimana la FED annuncerà probabilmente e ufficialmente il tapering (ossia la riduzione dell’acquisto di obbligazioni mensili): se ciò dovesse accadere, il dollaro dovrebbe in linea teorica andare a rinforzarsi sempre per una dinamica simile alla legge della domanda dell’offerta: più moneta circolante c’è, sotto forma di acquisto di obbligazioni, meno forte sarà essa; viceversa, con meno moneta circolante, essa dovrebbe rinforzarsi. Se il dollaro andasse a rinforzarsi, la mia visione diventerebbe quindi più short che long.
Spero che questa analisi vi aiuti dal punto di vista didattico.
Matteo Farci
L'IMPORTANZA DELL'ANALISI INTERMARKET NELLE MIE OPERAZIONIBuongiorno a tutti, più volte ho scritto in questa community che mi piace aprire delle posizioni in long o in short avendo piu’ di un vantaggio statistico. Oggi vi riporterò un’operazione dal rischio rendimento 1,9 spiegando i motivi sia tecnici che fondamentali che mi hanno portato a prendere la decisione di entrare long.
RENDIMENTI DELLE OBBLIGAZIONI USA A 10 ANNI
Per prima cosa, parliamo dei rendimenti del decennale americano a 10 anni, di cui si fa un gran parlare già di diversi mesi. I rendimenti sono correlati negativamente alle obbligazioni dei titoli di stato americano (in questo caso, a 10 anni): ciò significa che se c’è un sell off sull’obbligazionario, i rendimenti andranno a crescere; nel caso opposto, invece, andranno chiaramente a decrescere. Sentiamo oramai ogni giorno parlare di inflazione e, da come vi sarete resi conto tutti, più si ha la “paura” di inflazione (dal momento che diminuisce il nostro potere di acquisto), più i rendimenti delle obbligazioni salgono. Perché questo avviene? Come abbiamo detto, i rendimenti salgono quando vengono scaricate le obbligazioni, ed esse vengono scaricate semplicemente perché, essendo soldi che noi andremo a ritirare in futuro (in questo caso, dopo 10 anni), il nostro premio sarebbe notevolmente decrementato dall’inflazione che, come ho detto, diminuisce il potere di un possibile guadagno; per spiegare ancora meglio il concetto, se noi acquistiamo un obbligazione con un rendimento X, dopo 10 anni andremo a ritirare il premio che avrà valore X – INFLAZIONE, il che fa capire che il valore al momento dell’acquisto e al momento del ritiro del premio è ben diverso (è più basso).
Quindi, abbiamo capito il motivo per cui i rendimenti stanno salendo? Perché gli investitori vendono le obbligazioni per paura di alta inflazione.
RELAZIONE TRA RENDIMENTI US10Y E SETTORE FINANZIARIO (XLF)
Capiti cosa sono i rendimenti, vi chiedo: c’è un settore americano che ci guadagna dal rialzo dei rendimenti, quando si ha paura dell’inflazione? La risposta è si, ed è evidenziata nel grafico di destra che vi ho condiviso: il settore finanziario, nel grafico XLF (un etf, che è un indice di circa 64 aziende che operano in quel settore).
Sapete perché questo settore, a differenza di altri (come il settore tecnologico/growth) ci guadagna? Perché i rendimenti delle obbligazioni sono legati intrinsecamente alle decisioni delle banche centrali. Più aumentano i rendimenti, più c’è paura di inflazione; cosa fanno le banche centrali per combattere l’inflazione? Aumentano i tassi di interesse. E se i tassi di interesse sui prestiti aumentano, chi va chiaramente a guadagnarci? Il settore finanziario, nella fattispecie XLF.
Dal grafico di destra, infatti, vediamo che da luglio 2020 a marzo 2021 i due andamenti erano correlati positivamente: salivano i rendimenti, e saliva anche XLF. Da maggio 2021 ad agosto 2021, invece, sono scesi entrambi, in maniera sempre molto lineare, per risalire poi da agosto ad oggi. Come si evince, quindi, gli US10Y influenzano in maniera lampante il settore finanziario.
OPERAZIONE SU PNC FINANCIAL SERVICES GROUP
Individuato il settore più performante secondo i miei ragionamenti (il secondo più performante in verità, il settore energetico in questo periodo performa ancora meglio), ho cercato un’azienda all’interno di quel settore con aspetti tecnici tali da permettermi un’entrata long: ho trovato Pnc Financial Services Group.
Vediamo come da fine febbraio a fine aprile il prezzo abbia creato una fase di accumulo, terminata poi con il breakout del rettangolo, seguito poi da un impulso rialzista terminato il 10 maggio. Successivamente il prezzo ha formato un “falso” rounding bottom, falso nel senso che la figura, geometricamente parlando, non è perfetta. Forte dei miei pensieri fondamentali, ho aspettato il breakout del massimo del 10 maggio, che e’ avvenuto, come ho evidenziato nel grafico, con grandi volumi (segnale importante di trend forte). Ho quindi impostato lo stop loss sotto la candela di breakout e il take profit in maniera tale da portare a casa un’operazione dal rischio/rendimento 1,9.
Spero che questa idea vi dia spunti, vi auguro una buona giornata.
Matteo Farci
Gold Vs Treasury 10 yearCome possiamo notare dal grafico abbiamo un correlazione inversa tra
IL GOLD e i TREASURY a 10 anni americani .., cosa può indicare questo ?
che potrebbe dire che coloro che usavano il gold come bene di rifugio
spostavano i proprio soldi sui TRAESURY quando era in flessione e viceversa
quando il GOLD saliva . in questa ultima fase il GOLD sembra aver girato la testa
quindi staremo a vedere se anche i TREASURY invertiranno la corsa
anche con l aiuto della FED
CHI CI GUADAGNA CON LA CURVA DEI RENDIMENTI ALTA?Buongiorno ragazzi, oggi non parlerò di materie prime come sono solito fare, per due motivi: il primo è sicuramente il fatto che il loro movimento al rialzo si è un pò esaurito a causa della forza che il dollaro sta ormai mostrando dall'inizio della salita dei rendimenti delle obbligazioni USA; il secondo è che, in periodi in cui ciò che più prediligiamo non mostra delle opportunità, bisogna impegnarsi in delle ricerche nei mercati finanziari e più propriamente nelle correlazioni che esistono tra essi; quello che mi sono chiesto nei giorni scorsi è la domanda che, credo, in tanti si saranno chiesti :"Qual'è il settore che più beneficia di questo periodo, con i rendimenti alti, un'inflazione che ci aspetta alle porte e un dollaro forte"? Ebbene, come vedrete nei due grafici che ho condiviso, due dei settori che più di tutti stanno performando meglio di altri sono quello finanziario e quello energetico. XLE e XLF non sono altro che ETF, ossia indici dei settori energetici e finanziari.
Vi chiederete il motivo per cui questi due settori performano meglio di altri: il finanziario (a cui chiaramente appartengono le banche) gode chiaramente di tassi di interesse alti, in quanto il loro guadagno, a tassi di interesse alti, è molto più grande, e questo è anche il motivo per cui, a tassi di interesse bassi, i guadagni erano alcuni mesi fa molto inferiori (prestare soldi con un interesse alto ti fa guadagnare di più, no?). Il settore energetico, invece, rientra nella categoria delle "value stocks", ossia grandi aziende che tipicamente forniscono alti dividendi e la cui attività è già capace di generare una buona redditività nel presente, a differenza dei titoli "growth", ossia titoli di "crescita", i cui alti guadagni sono spostati nel futuro e non nel presente a causa dei grandi reinvestimenti dei capitali e degli utili prodotti nel presente; non a caso diverse aziende growth non forniscono dividendi agli azionisti.
Nei due grafici ho correlato l'XLE e l'XLF con la curva dei rendimenti: vedete la grande correlazione positiva che c'è?
Credo che finchè la curva rimarrà a questi livelli (o anche più in salita) questi due settori potrebbero performare bene.
Spero la mia idea e il mio spunto vi possa essere pìù d'aiuto per inquadrare bene il periodo economico che oggi stiamo vivendo.
Buon trading!
T.I.N.A - There is no AlternativeT.I.N.A acronimo di There is no Alternative è una delle cause che ha portato i mercati azionari alle attuali valutazioni e al continuo aggiornamento dei massimi storici (in particolare USA). Lo stesso governatore della FED ha affermato recentemente, a chi gli chiedeva un opinione sulle attuali valutazioni dei mercati azionari USA se quest'ultime fossero a rischio "bolla", che non essendoci alternativa (mercati obbligazionari a rendimenti a zero o addirittura negativi - es. Paesi Nord Europa e Giappone) le attuali quotazioni, seppur molto elevate, in questo contesto fossero giustificate.
In parole molto semplici: chi presterebbe denaro (investitore a governo) se il tasso di interesse che ricevo in cambio è prossimo a zero? che incentivo avrei a prestarti i miei soldi? .... nessuno e quindi compro stocks !!!
Il governo USA però ha sempre più necessita di finanziarsi e quindi emettere debito per sostenere l'economia in sofferenza e far fronte alle promesse elettorali del presidente entrante Biden che comporteranno un inevitabile aumento di spesa pubblica e conseguentemente del livello di debito già elevato). Ma come posso finanziare tutto questo debito? Come posso prendere in prestito soldi?
Una prima soluzione è quella di ricreare appeal verso il mondo obbligazionario, strumento che gli Stati usano per finanziarsi. Aumento il tasso l'interesse che ripagherò agli investitori cercando comunque di non alzarlo troppo visto l'enorme quantità di debito in circolazione (sia pubblico e privato) così da evitare effetti economici devastanti (controllo della curva dei Tassi) mantenendo la fiducia degli investitori verso la Banca Centrale, driver principale del rialzo dei mercati azionari. L'aumento del Tasso US 10y rappresentato nel grafico può essere letto in questo modo, cosa importante da monitorare che l'aumento sia "controllato" e che non sfugga => le conseguenze sarebbero devastanti, si innescherebbe una catena di default.
Una seconda soluzione è fornita dalla teoria economica moderna secondo cui la Banca Centrale, a servizio del governo e non organo indipendente, può stampare soldi senza limiti senza avere necessariamente conseguenze sul sistema economico se questi soldi fossero destinati a misure che favoriscano la crescita economica (es. misure di politica fiscale accomodanti -> Yellen a capo del dipartimento del Tesoro USA non è un caso).
Tutto questo secondo questa teoria è possibile solo per gli Stati con sovranità monetaria che non ha quindi un debito soggetto a variazioni sul tasso di cambio. (non si indebitano convertendo in valuta estera poi da riconvertire in valuta nazionale). Questo concetto viene definito come "monetizzazione del debito" ed è possibile se oltre a quanto appena descritto si riesce a controllare il tasso d'interesse e la quantità di acquisto e vendita di debito. (il Venezuela è un esempio in cui la monetizzazione del debito non ha funzionato andando fuori controllo e portando iperinflazione).
Questa seconda opzione ha il rischio se non governata di portare alla svalutazione della moneta e situazioni di iperinflazione. Il dollaro USA gode tra gli investitori di una reputazione di asset sicuro e di rifugio (pensiamo ai cambi Oil/USD, XAU/USD, ai debiti dei Paesi Emergenti espressi in dollari, alle riserve detenute dalle Banche Centrali di ogni Paese) ed è di fondamentale importanza al fine di evitare shock economici a livello globale preservare questo concetto. Se si riuscisse a rendere pratica questa azione verrebbe sfatato il concetto che non si può stampare soldi all'infinito ma solo alcuni possono farlo trovando il sacro gral della crescita economica. ( Il Giappone potrebbe essere un case - study su questo aspetto)
Una terza possibile soluzione è quella di creare nuove entrate per lo Stato: puntare ad esempio allo sviluppo di nuovi settori che potrebbero portare nuovi gettiti fiscali ed incrementare così da una parte le capacità di spesa di uno stato e dall'altra creare occupazione. Da qui considerare quindi i settori che potrebbero soddisfare questi requisiti e su cui l'investitore dovrebbe inserire in portafoglio: per alcuni in realtà il 2020 ha già dato prova di quelli che sono i settori in voga (per usare un eufemismo di euforia): Green Economy, Cannabis, Idrogeno, Cybersecurity, Robotica).
Concludo dicendo che l'analisi ha l'obiettivo di trasmettere i concetti principali su quelli che sono i driver economici che dovrebbero essere almeno conosciuti da ogni investitore.
Azionario americano, il sistema dice ancora long.Uso questo sistema da un qualche anno, sia come indicatore di tendenza del mercato, sia per qualche operazione. Come spesso opero io è un ratio, tra S&P500 e mondo obbligazionario.
I box in verde indicano quando si è long sull’azionario, mentre il box rosso indica quando si è long di bond. La rotazione si fa alla fine di ogni mese. Il sistema ci indica ancora una volta che è long di azionario.
Devo dire che sul finire del mese ha dato segnali di debolezza, ricordatevi che è long da inizio dicembre, per cui non è il momento di entrare perché il segnale era già scattato.
Analisi sul Rendimento del BundContinua la discesa dopo il break out della trend line inferiore del triangolo simmetrico su grafico giornaliero. Scenario principale secondo la teoria delle onde di Elliott: ultimo impulso ribassista di lungo termine, verso i minimi precedenti di marzo. Un ultimo impulso ribassista che andrebbe a chiudere non solo la struttura iniziata a febbraio 2018, ma anche quella iniziata 10 anni prima, a luglio 2007.
10Y Grecia rende quanto quelli USA.I tassi dei titoli di Stato 10Y della Grecia rendono quanto quelli USA, al lordo delle considerazioni sul cambio . Questo è il risultato degli esperimenti monetari delle Banche Centrali.
L’obiettivo silente è di spingere lentamente l’intera comunità mondiale verso una cashless society presa nella sua accezione più negativa, cioè rendere il denaro accantonato a titolo di risparmio come un costo di gestione per chi lo detiene.
Gold: un chiaro e affidabile pattern rialzista fa sognare i toriNell'attuale fase del ciclo economico globale l'oro finisce inevitabilmente per attrarre l'attenzione ed il desiderio di molte categorie di operatori, dai governi agli asset managers per le loro strategie fino, a ruota in senso temporale, i piccoli operatori.
Almeno due motivi sostengono le sue quotazioni in questo periodo. La prima e più comprensibile a tutti riguarda la redditività. Sarà anche bello da vedere ma l'oro non assicura alcun beneficio tangilbile. Non è fruttifero, non stacca cedole ed è anche un tantino complicato da custodire fisicamente. La circostanza che sia infruttifero gli conferisce una naturale e comprensibile relazione inversa con il generale livello dei tassi di interesse. Tanto più i tassi sono bassi tanto più il peccato di investire in oro risulta veniale. Come si dice, l'operazione presenta un basso costo opportunità.
Oggi con circa 13.000.000.000.000 di euro di bond globali con rendimento negativo e circa il 25% di quelli investment grade (i più sicuri), investendo in oro (senza considerare le motivazioni della scelta) risulta un'operazione accettabile perchè sarebbe scarso il rendimento con poco rischio cui si rinuncia.
Il rinnovato atteggiamento accomodante delle banche centrali e le previsioni di un prossimo taglio dei tassi da parte della Fed, garanzia di ulteriori bassi tassi, è pacificamente considerato il motivo predominante del recente rally del metallo.
Un'altra motivazione è di carattere geopolitico. E' noto che in occasioni di incertezza ci si cauteli dirottando parte degli investimenti in un “porto sicuro” come l'oro. Ma anche la prospettiva concreta, e non vaga, di una possibile recessione globale di fine ciclo economico ha lo stesso effetto.
Quest'ultimo comportamento, a mio avviso, distingue l'oro per esempio dallo Yen come bene rifugio: l'oro mostra una correlazione incerta con semplici incidenti di percorso sulla strada della crecita economica mentre si muove con una certa affidabilità in occasione, come detto, di eventi di maggiore spessore e di più lunga durata. Lo yen per converso mostra una reattività decisamente superiore.
Ora considerando la fase finale del ciclo economico in ci troviamo e sommandoci i vari motivi di tensioni geopolitiche, un sostegno alle quotazioni dell'oro arriva anche da questo fronte.
Questo è lo scenario di fondo su cui possono essere costruite strategie operative sull'oro.
Andando all'attualità, non sarà sfuggito a nessuno il recente movimento dei prezzi che sul grafico daily rende ben leggibile un pennant costruito con tutti i crismi voluti dal disciplinare del pattern.
Il pennant risulta una delle figure più facili da incontrare ed anche tra le più affidabili. Questo dicono le statistiche.
A beneficio dei trader meno esperti e chiedendo pazienza agli altri spendo qualche considerazione in più su questa figura.
Si tratta di un pattern di continuazione, cioè rappresenta una pausa dei prezzi all'interno di un chiaro trend (rialzista in questo caso) che preannuncia una “probabile” ripresa del trend. La logica che sta dietro è che la pausa dei prezzi sia innescata da due tipi di operatori: coloro che decidono di prendere profitto del precedente rialzo e coloro che in ottica contrarian aprono posizioni short puntando su un'inverione. Alla lunga. se la convinzione dei rialzisti è abbastanza forte, riprende il trend iniziale spazzando via i contrarian.
La figura si presenta coerente anche sotto il profilo dei volumi che debbono essere in crescita nella formazione dell'asta ed in contrazione durante la definizione del pennant.
La proiezione del target dovrebbe essere esattametne (come indicato nel grafico) la lunghezza dell'asta a partire dal puntio di breakout. Per lo stop, questo dovrebbe essere posizionato sotto la trend line ascendente che delimita il pennant.
In questo caso è più frequente una accelerazione dei prezzi successiva al breakout rendendo poco produttivo attendere un pull back, si rischia di vedersi sfuggire il trade lasciandoci lo sgradevole sapore, da tutti più o meno sperimentato, della frustrazione.
Gli inneschi per l'eventuale breakout a mio avviso possono essere due.
Il primo potrebbe essere la stagione di pubblicazione degli utili in America, stagione che si è aperta questa settimana. Le attese sono per un calo complessivo del 2,8% per cui se dovesse a mano a mano emergere un generalizzato calo superiore alle attese potrebbe rafforzarsi negli operatori l'idea di una più prossima recessione, degli utili aziendali prima e dell'economia complessiva successivamente.
In verità occorre dire che di maggiore impatto non è tanto il livello degli utili conseguiti nel 2° trimestre quanto la forward guidance, cioè le dichiarazioni del management circa il futuro livello degli utili. In caso di deludenti, più del previsto ovviamente, indicazioni al riguardo questo potrebbe dare il la al rafforzamento delle quotazioni dell'oro.
Un secondo innesco potrebbe essere rappresentato da un taglio dei tassi maggiore del previsto a fine luglio oppure, a fronte di un taglio in linea con le attese e già scontato nei prezzi delle varie asset class compreso l'oro, dichiarazioni a contorno da parte di Powell che facessero riferimento ad un peggioramento delle prospettive economiche.
t-notes 5 anni rialzistal'obbligazione sovrana statunitense con scadenza a 5 anni sta per finire il rally ribassista iniziato il 17 maggio 2018,una volta toccata la resistenza da me disegnata,il titolo potrebbe tornare a guadagnare punti se non si palesano notizie che muovono eccessivamente i mercati
t-notes 2 anni rialzistal'obbligazione sovrana statunitense con scadenza a 2 anni sta per finire il rally ribassista iniziato il 14 giugno ,una volta toccata la resistenza da me disegnata,il titolo potrebbe tornare a guadagnare punti se non si palesano notizie che muovono eccessivamente i mercati
Decennale del Tesoro USA resistenza chiaveIl decennale USA su chart settimanale ha testato con successo il supporto pluriennale dinamico generato 18 anni fa. Una rottura al ribasso (per conferma meglio attendere sotto area 117'38) potrebbe essere il catalizzatore tecnico per ulteriori ribassi del derivato a reddito fisso ed il primo supporto rilevante potrebbe essere in area 114.5.
In caso pressioni rialziste avrebbero la meglio il superamento di area 122'27 e conseguente consolidamento potrebbe dare la fiducia giusta per un rally.
Abbiamo visto un top per i BTP? #bonds #tradingRetromarcia per il futures sui titoli a 10y una volta raggiunta l'area di 0,382 di Fibonacci. Indicatore al top. Potremmo vedere un periodo di vendite riportando i prezzi leggermente più in basso.