EURUSD: ho commesso un errore?Forse no.
Ho aperto un Long (idea precedente) dopo che Fiber ha ritracciato fermandosi sulla proiezione NT di Hosoda a 1,07585. Tra tutte le proiezioni di Hosoda, ritengo la NT la più importante dove i giocatori si combattono e si decide il trend. Se la NT ferma il movimento questo gira dalla parte opposta mentre se viene superata e il movimento confermato, in chiusura, dalla candela presa in considerazione (quel T.F.) il movimento accelera violentemente nella direzione da cui proviene.
L'ultima sessione ha visto, in D1, la chiusura esattamente sul livello della NT proveniente dallo swing iniziato col massimo del 18 Luglio. Ritengo valida ancora l'idea del termine del ritracciamento con un minimo di dubbio dettato dal fatto che sotto La NT, menzionata, ci sono due angoli 1X1 di Gann che potrebbero attrarre il prezzo.
Nel medio termine, se l'ipotesi del long venga confermata, vedo come obiettivi la proiezioni NT di Hosoda a 1,10 (stesso ragionamento di prima) e poi le proiezioni N e V che si trovano, entrambi, a 1,13 circa.
P.S. Se qualcuno fosse interessato alle proiezioni di Hosoda, ho realizzato un indicatore prelevabile dal mio profilo.
Auguro un buon week end.
Idee della comunità
IronCondor su JCI (Johnson Controls International) NYSECari Trader, dopo aver chiuso in profitto l'ironcondor su MDB, oggi condivido con voi un nuovo IronCondor su JCI (Johnson Controls International). Al momento in cui scrivo, il prezzo delle azioni è di 56,5 dollari.
Con l'Iron Condor, una tattica che sfrutta la previsione di un prezzo stabile o di una leggera variazione nel titolo sottostante. Nel nostro caso, vogliamo capitalizzare sulla stabilità di JCI attorno al suo prezzo attuale, considerando l'avvicinarsi della data degli utili prevista per il 12 dicembre 2023.
Dettagli della strategia Iron Condor su JCI:
Data di apertura della posizione: 7 dicembre 2023
Data di scadenza delle opzioni settimanali: 15 dicembre 2023
Dettagli delle opzioni:
Vendita di una Put Vertical Spread:
Strike Put 1: 47,5 dollari
Strike Put 2: 42,5 dollari
Vendita di una Call Vertical Spread:
Strike Call 1: 60 dollari
Strike Call 2: 65 dollari
L'obiettivo qui è sfruttare il premio derivante dalla vendita delle opzioni sia put che call, puntando sulla stabilità del prezzo delle azioni entro i due strikes venduti (47.5 e 60)
Risultato ottimale:
Se JCI chiude tra i due strike delle opzioni vendute (47.5 e 60) alla scadenza, si ottiene il massimo profitto.
I livelli di strike per le opzioni vendute sono stati determinati analizzando gli scostamenti di prezzo al momento del rilascio degli earnings con un campione di 55 trimestrali.
Rischi:
Se JCI chiude al di fuori dei range stabiliti, le perdite possono aumentare, impostiamo uno stop loss pari a 3 volte il premio incassato.
Ricordate che le opzioni comportano rischi e richiedono una buona comprensione del mercato finanziario. Prima di eseguire qualsiasi strategia, è sempre consigliabile fare una completa analisi di mercato e, se necessario, consultare un consulente finanziario. Buon trading!
WisdomTree - Tactical Daily Update - 08.12.2023Borse europee ed Usa ancora in “riskon mood”: sperano tagli dei tassi.
“Soft-landing” dell’economia Usa confermato dai dati sul lavoro.
Macro europea fiacca, ma senza crolli: favorira’ la discesa dell’inflazione
Ministri finanze europei alle prese col ripristino del Patto di stabilita’!
Il morale degli investitori resta alto, poiche’ l'inflazione e’ in rapido calo e le Banche centrali, dopo la brutale fase di “tightening”, potrebbero cominciare a pensare al percorso inverso, ovvero a tagliare i tassi di interesse, magari gia’ dalla primavera. Un sondaggio di Bloomberg prevede una discesa al 2,5% entro fine 2024.
Ieri, 7 dicembre, la mattinata era iniziata disturbata dalle chiusure deboli dei listini asiatici, afflitti dalle chiusure negative di Wall Street della sera prima, dal preoccupante calo del prezzo del petrolio, e dal taglio del rating sovrano cinese legato alla sostenibilità dei conti pubblici da parte di Moody’s.
Le Borse europee hanno chiuso contrastate: invariata Londra, Parigi e Francoforte -0,10%, piu’ pesanti Madrid -1,1%, e Milano -0,7%, complice la debolezza delle azioni bancarie, che avevano contribuito non poco a riportare gli indici europei, tra i quali lo Stoxx600, ai massimi da luglio e Milano e Francoforte ai massimi oltre 15 anni.
Wall Street ha invece chiuso in rialzo: Dow Jones +0,17%, S&P500 +0,80%, Nasdaq +1,37%, ribaltando la chiusura negativa della vigilia, grazie ai dati sulle richieste settimanali di sussidi, risultati in linea con le attese e pari a 220 mila, cioe’ mille in piu’ della settimana precedente.
Sul tema del mercato del lavoro, l'attenzione era comunque sui dati che sono stati diffusi oggi, 8 dicembre: un loro peggioramento potrebbe sperabilmente indurre la Federal Reserve a tagliare presto i tassi.
I dati macro europei confermano la stagnazione dell’economia: la produzione industriale italiana ad ottobre ha registrato un calo di -0,2%, col dato tendenziale annuo che, segnando -1,1% migliora dal -2,0% di settembre. L’omologo dato tedesco segna -0,4% mensile, e smentisce l’atteso rimbalzo atteso di +0,2%. Il GDP (Prodotto interno lordo) dell’Eurozona e’ sceso -0,1% nel 3’ trimestre.
Tuttavia, quello che veramente importa agli investitori e ‘ che in Europa il taglio del costo del denaro da parte dell’ECB pare molto prossimo: il sondaggio condotto da Reuters su 90 economisti indica che il primo “rates cut” sara’ gia’ nel 2’ trimestre 2024: il 57% degli intervistati vede almeno 1 taglio prima della riunione di luglio. E poi altri interventi “accomodanti” per un totale di -1,25-1,50% entro fine anno.
Da parte dei membri del Board dell’ECB nessun avallo alla prospettiva di tagli, ma la conferma, almeno da parte di Isabel Schnabel, che non ci sono nuovi aumenti all’orizzonte, oltre che ad un nuovo riferimento al “higher for longer”.
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Il prezzo del petrolio sembra volersi stabilizzare, col WTI (West Texas Intermediate) appena sopra i 70 Dollari/barile, dopo essere sceso mercoledi’ 6 al minimo da maggio: quello del gas naturale euroeo non fa piu’ notizia ed è relativamente stabile, attorno a 40 Eur/megawattora sulla trading venue TTF Amsterdam.
Sul mercato valutario, per una volta, si parla di rafforzamento dello Yen giapponese: l'ipotesi di un’evoluzione “restrittiva” della politica monetaria della Banca del Giappone nel meeting di dicembre ha propiziato un rimbalzo del +2% circa nel cross Dollaro/Yen, sceso da 147,2 a 144,1: trend simile anche per il cross Euro/Yen, da 158,9 a 155,5.
Giornata tranquilla per il comparto obbligazionario, con lo spread BTP/Bund in area 175 bps, ed il rendimento del BTPdecennale benchmark che conferma la discesa sotto il 4%, segnando 3,96% al fixing di ieri, 7 dicembre.
Oggi le Borse europee, a inizio pomeriggio (ore 15.00 CET) proseguono positive, in media +0,8%, in una seduta partita bene e migliorata dopo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro Usa, che battono leggermente le attese. Sul settore del lusso europeo si registra l’effetto “benefico” dell’annuncio del colosso Kering che ha annunciato un generoso acconto su un dividendo 2023 ora stimato di 4,50 Euro.
Tornando al “labour market” Usa, a novembre sono stati creati 199 mila nuovi posti di lavoro al di fuori del settore agricolo, quando gli analisti attendevano un aumento di 190 mila.
Il tasso di disoccupazione e' sceso dal 3,9% di ottobre al 3,7%, smentendo le attese di una conferma al 3,9%. La partecipazione della forza lavoro e' pari al 62,8%, solo - 0,6 punti percentuali sotto ai livelli “pre-pandemia” di febbraio 2020. I salari orari medi sono aumentati di 12 centesimi di Dollaro, +0,35%, a 34,10, contenendo la dinamica annuale a 3,96% e indicando moderazione salariale.
In Europa si torna a parlare, finalmente, del Patto di stabilità o meglio della sua “riforma” e re-introduzione. I Ministri delle Finanze riuniti nottetempo non hanno trovato un accordo ed il negoziato riprende stamane: il Commissario agli affari economici Paolo Gentiloni conta ancora di trovare un compromesso, visto che nella notte i Ministri dell’Ecofin” hanno comunque compiuto progressi sostanziali.
Secondo Gentiloni “diversi punti sono ancora aperti, compreso il chiarimento degli aspetti legali di un possibile accordo”. Francia, Germania, e Spagna invocano un compromesso che tenga conto della maggior spesa per interessi (in Italia peserebbe 3,8% del GDP) e un approccio “morbido” sugli obiettivi di Deficit/GDP.
Wall Street si prepara ad una riapertura leggermente positiva, in media +0,3%, preannunciando un’altra seduta e settimana decisamente rialziste. (ore 15.00 CET).
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Analisi continua SP500 Blog sull'indicePremessa : Questo è un blog di analisi sull'indice di borsa più importante.
L'analisi è stile blog quindi di volta in volta ci saranno tendenze flat, rialziste,ribassiste.
Solito disclaimer ossia non ci sono sollecitazioni a investimento. Nessuna responsabilità
Detto questo cominciamo con la situazione odierna. Nei prossimi giorni ci saranno ovviamente altri aggiornamenti.
La situazione ad oggi:
E' dal 1996 che investo in borsa e una fase laterale così lunga è molto tempo che non ricordavo.
Praticamente cominciata intorno al 18 aprile, è oltre un mese che siamo ingabbiati in questo trend laterale. Venerdì sembrava volesse esplodere al rialzo ma la resistenza dei 4200 ha resistito e la chiusura è stata di 4194 . Siamo di nuovo giù a metà del trading range il quale dovrebbe arrivare a toccare come base circa 4070-4061 . Una rottura confermata il giorno successivo sotto tale livello porterebbe ahimè ad una severa correzione con primo target 3924
Viceversa, una rottura di 4200 porterebbe l'indice a circa 4330 circa
C'è un nuovo crollo in arrivo per il prezzo del petrolio?Se desideri ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo articolo, basta cliccare su "SEGUI" in alto. Inoltre, se vuoi approfondire un particolare argomento o hai bisogno di qualche consiglio, ti prego di commentare sotto l'articolo e sarò felice di aiutarti.
C'è un nuovo crollo in arrivo per il prezzo del petrolio?
I futures del petrolio greggio WTI si sono stabilizzati a oltre 73 dollari al barile martedì, in un possibile rimbalzo tecnico.
Gli investitori stanno ancora valutando la situazione globale della domanda e dell'offerta di petrolio mentre i prezzi hanno registrato una perdita di oltre il 6% nelle ultime tre sessioni di trading.
Ci sono dubbi riguardo alla riduzione dell'offerta da parte dell'OPEC+ che potrebbe non avere un impatto significativo sui prezzi, e i dati economici negativi delle principali economie stanno aumentando i timori di una diminuzione della domanda di energia.
La scorsa settimana, alcuni membri dell'OPEC+ (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait, hanno annunciato volontariamente ulteriori tagli alla produzione di 2.2 milioni di barili al giorno, mentre altri non hanno ancora preso impegni.
Inoltre, il ministro dell'Energia saudita ha dichiarato a Bloomberg lunedì che i tagli possono "assolutamente" continuare oltre il primo trimestre se necessario.
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Nel frattempo, gli operatori sono rimasti preoccupati per la situazione geopolitica in Medio Oriente dopo l'escalation dei combattimenti nella Striscia di Gaza durante il fine settimana.
Il mercato sta guardando al 2024 con preoccupazione per un possibile eccesso di offerta nel primo trimestre dell'anno prossimo, a causa di una domanda stagionalmente più bassa. Tuttavia, l'OPEC+ ha recentemente preso provvedimenti per prevenire questo surplus previsto.
L'Arabia Saudita e la Russia hanno deciso di prolungare i tagli volontari alle forniture fino alla fine del primo trimestre del 2024, e altri membri hanno annunciato ulteriori riduzioni delle forniture.
Sono preoccupato per quanto sta accadendo. Per un investitore, sentir parlare di "tagli volontari" è un incubo.
Un'organizzazione come l'OPEC non può permettersi una situazione del genere, e lo stesso vale per un CEO che deve essere cristallino quando fornisce stime aziendali.
È chiaro che il mercato ha reagito negativamente a queste notizie, e continueremo a monitorare la situazione attentamente.
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L'ultima riunione dell'OPEC+ ha evidenziato alcune problematiche importanti all'interno del gruppo.
In primo luogo, alcuni membri (in particolare l'Angola) sono insoddisfatti delle loro quote di produzione per il 2024 e hanno dichiarato che rifiuteranno il loro livello di quote per il prossimo anno.
Tuttavia, dal punto di vista dell'offerta, data la pressione che abbiamo visto sulla produzione angolana, è improbabile che questo abbia un grande impatto sul mercato.
La maggiore preoccupazione per l'OPEC+ dovrebbe essere il fatto che non sono stati in grado di concordare tagli a livello di gruppo, con alcuni membri che scelgono invece tagli volontari. Questo caos all'interno del gruppo sta rendendo sempre più difficile sopportare ulteriori tagli per alcuni membri.
Da un punto di vista tecnico, la situazione grafica non è positiva. I prezzi si mantengono al di sotto della media mobile di 100 e il trend ribassista è supportato da volumi superiori alla media.
Nella mia ricerca precedente, ho correttamente previsto il crollo dei prezzi del petrolio e ho raggiunto il mio obiettivo. Tuttavia, per il primo trimestre del 2023, aggiorno le mie stime sul prezzo del petrolio a $65.
Il mio parere negativo è influenzato dalla crescita dell'offerta di petrolio negli Stati Uniti, che ha superato le aspettative nel 2023 con una crescita prevista di un milione di barili al giorno fino a un record di 12,9 milioni di barili al giorno.
Questo abbondante aumento dell'offerta sta danneggiando i prezzi del petrolio e la situazione caotica all'interno dell'OPEC non aiuta.
ANALISI DETTAGLIATA AUD/USDEffettuando un'analisi macroeconomica sul periodo di 1 mese, è evidente che il prezzo attuale si trova in una fase di distribuzione. Ripetutamente, i venditori hanno cercato di spingere al ribasso il prezzo, ma si sono scontrati con una robusta area di domanda intorno a 0.5800, manifestando un chiaro indebolimento del trend. Questi movimenti ribassisti, accompagnati da respingimenti significativi dalla domanda sottostante, suggeriscono una potenziale inversione strutturale, accentuata dall'ampia liquidità precedentemente lasciata nel mercato dagli istituzionali.
Da un'analisi giornaliera dell'ultimo anno, emerge che il prezzo, dall'inizio del 2023, ha tentato di ritornare ai minimi storici, ma ha trovato nuovamente resistenza attorno a 0.5800. A novembre 2023, si è delineato un possibile inversione al rialzo, evidenziato dall'impulsività del prezzo che, dopo il test della domanda sottostante, ha rapidamente superato la zona 0.65200 (soglia psicologica).
Passando a un timeframe H4, si individuano tre potenziali zone di ritracciamento per un futuro movimento al rialzo:
- Zona di domanda: 0.6600-65700
- Intervallo di volume: 0.6535-0.6521
- Intervallo di volume: 0.6452-0.6392
Noi di NFA, riteniamo che il prezzo possa avvicinarsi a tali zone, respingerle, acquisire liquidità e continuare la sua ascesa verso i massimi più vicini (0.6894). L'efficacia di questa prospettiva dipenderà dalla completa o parziale saturazione di queste zone; un superamento invaliderebbe l'operazione.
Da un punto di vista fondamentale inoltre, possiamo evincere che il focus della settimana è sul dollaro statunitense, con particolare attenzione agli indicatori chiave come il rapporto sull'occupazione Non-farm Payrolls, le aperture di posti di lavoro JOLTs e l'indagine ISM Services PMI. Moody's segnala una moderazione delle varie metriche del mercato del lavoro, attribuendo la crescita dell'occupazione a novembre agli impatti degli scioperi dei United Auto Workers a ottobre, anziché a un robusto revival del mercato del lavoro. Ma come stanno reagendo i mercati ai toni molto meno dovish di Powell? Jerome ha sottolineato la necessità di un maggiore equilibrio tra il mantenimento di condizioni monetarie rigide e la promozione di un atterraggio morbido per l'economia statunitense con una previsione del 90% di stabilità dei tassi a dicembre e oltre il 60% di probabilità di taglio entro marzo 2024. La Fed si riunirà l'12-13 dicembre.
Per quanto concerne il dollaro australiano, ci si aspetta che la Banca della Riserva dell'Australia (RBA) mantenga il tasso di interesse al 4,35%, con solo il 3% di probabilità di un incremento di 25 punti base al 4,60%. Tale previsione segue la decisione della RBA di aumentare il tasso di cassa di 25 punti base nell'ultima riunione di novembre. Una mossa inaspettata da parte della RBA, o un cambiamento di prospettiva, potrebbe innescare un'apprezzamento dell'andamento del dollaro australiano, analogamente a quanto avvenuto con il dollaro neozelandese la settimana scorsa. Ulteriori conferme di una prospettiva rialzista per il dollaro australiano possono essere ricercate osservando dati preliminari deboli sull'occupazione provenienti dagli Stati Uniti.
Finalmente è arrivata la conferma della forza del trend!Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sulle prestazioni dei mercati finanziari statunitensi nel mese di novembre, con un’attenzione particolare alle ragioni che mi portano ad avere un’ottimistica previsione per il mese di dicembre. Scoprirete che il mio ottimismo è alimentato da una tanto attesa “convergenza” tra due indici di sentiment. Ora, senza ulteriori indugi, iniziamo!
Il mese di novembre ha visto un notevole rialzo per i mercati finanziari statunitensi. Come illustrato nel grafico, tutti gli indici principali hanno registrato rendimenti positivi:
• L’S&P500 ha guadagnato un +8.62%
• Il Nasdaq è cresciuto del +8.68%
• Il Russel 2000 ha visto un incremento del +11.56%
• L’iShares Microcap ha avuto un aumento del +12.60%
Le prestazioni dei principali indici statunitensi a diversa capitalizzazione. Grafico giornaliero
Il grafico seguente mette in evidenza le performance degli 11 settori dell’S&P500. I settori ciclici hanno registrato un’ottima performance, con il settore immobiliare in testa che ha guadagnato un +13.70%. Al contrario, i settori difensivi, come quello dei beni difensivi e sanitario, hanno mostrato una crescita meno significativa. Il settore energetico, influenzato dal trend ribassista del petrolio, ha registrato la performance più debole con un incremento di soli +0.18% punti percentuali.
Le prestazioni dei settori dell’S&P500. Fonte: Finviz
Le obbligazioni di diverso grado di rischio hanno anch’esse mostrato performance positive:
• TLT, che riflette il movimento dei titoli di stato a lunga duration, ha registrato un incremento del +9.27%
• LQD, che segue il movimento delle obbligazioni societarie investment grade, ha guadagnato 6.9 punti percentuali
• HYG, che riflette il movimento delle obbligazioni societarie ad alto rendimento, ha realizzato un +4.3%
Le diverse prestazioni dei bond statunitensi. Grafico giornaliero
Considerando le performance mensili, gli investitori che detengono un portafoglio classico 60/40 (60% S&P500, 40% TLT) avranno sicuramente motivo di essere entusiasti. Come illustrato nel grafico successivo, questo tipo di portafoglio ha realizzato una performance di 9.40 punti percentuali nel mese di novembre.
Rendimenti mensili (2023) di un portafoglio 60/40 classico, orientato negli Stati Uniti.
La figura successiva fornisce una spiegazione per questi acquisti. Gli investitori hanno mostrato una forte propensione al rischio durante tutto il mese di novembre, iniziando a scontare uno scenario di crescita economica. Questo ottimismo è stato alimentato da aspettative di inflazione al ribasso e da previsioni di un allentamento della politica monetaria.
Queste aspettative sono derivate dalle tendenze dei tre indici di forza SPHB/SPLV, TIP/IEF e LQDH/LQD.
(Se stai leggendo una mia analisi per la prima volta e non conosci questi tre indici, ti consiglio di guardare il video in fondo alla pagina o di approfondire l’argomento cliccando sul link seguente):
Le tendenze dei tre indici di sentiment. Grafico giornaliero
È naturale che qualcuno possa chiedersi: “Qual è la conferma della forza del trend”? La risposta è… una divergenza che si è trasformata in una convergenza!
Il grafico successivo illustra la correlazione positiva tra due indici di sentiment sulle aspettative economiche: SPHB/SPLV e IWC/SPY. Questa correlazione può essere facilmente spiegata:
• Quando le aspettative economiche sono di crescita, le società cicliche ad alta volatilità (SPHB) tendono a sovraperformare quelle difensive a bassa volatilità (SPLV). Lo stesso vale per le microcap rispetto all’S&P500: in un contesto di aspettative di crescita economica, le microcap cicliche dovrebbero offrire performance migliori rispetto alle società dell’S&P500 data la maggiore volatilità, legata alla loro sensibilità alla domanda dei consumatori statunitensi (le microcap operano a livello nazionale, non internazionale)
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e IWC/SPY. Grafico settimanale
Ho approfondito IWC/SPY in maniera fortemente dettagliata al seguente link:
Secondo la logica precedentemente citata, gli indici SPHB/SPLV e IWC/SPY dovrebbero rimanere sempre in convergenza. Tuttavia, come illustrato nel grafico successivo, questi indici sono stati in divergenza per un periodo di tempo significativo.
La divergenza tra i due indici di sentiment. Grafico giornaliero
Questo ha rappresentato per me un segnale di attenzione, per una ragione molto semplice:
• Le divergenze possono talvolta anticipare un’inversione di tendenza
Tuttavia, dal 10 novembre, anche IWC/SPY, dal minimo raggiunto, sembra aver invertito la sua tendenza di brevissimo periodo, come mostra la figura successiva.
IWC/SPY ha invertito la sua tendenza di brevissimo termine. Grafico giornaliero
Questo mi rende più ottimista per l’ultimo mese dell’anno. Ma significa che sarà necessariamente positivo? Prestate attenzione a quanto segue:
• Tasso di disoccupazione e NFP: 8 dicembre (da monitorare per le aspettative di crescita economica)
• Comunicazione sul tasso di inflazione: 12 dicembre (se fosse in aumento, potrebbe influenzare l’indice TIP/IEF, che potrebbe tornare rialzista)
• Riunione della Federal Reserve: 13 dicembre (da tenere d’occhio per le aspettative sull’allentamento della politica monetaria)
Rimaniamo sintonizzati! Un saluto a tutti.
Powell: taglio dei tassi prematuroLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi venerdì. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha respinto le crescenti aspettative di tagli dei tassi di interesse nella prima metà del prossimo anno, affermando che il FOMC si muoverà con cautela, ma manterrà la possibilità di aumentare nuovamente i tassi. Il numero uno della Fed ha indicato che i funzionari prevedono di mantenere i tassi d’interesse invariati nella riunione in agenda il 12-13 dicembre, in modo da avere più tempo per valutare l’economia. Gli ultimi dati macro avevano alimentato tra gli operatori l’attesa che la Fed potesse iniziare a tagliare i tassi già a marzo. “Il FOMC è fortemente impegnato a ridurre l’inflazione al 2% nel tempo e a mantenere la politica restrittiva fino a quando non siamo sicuri che l’inflazione sia su un sentiero verso quell’obiettivo”, ha evidenziato Powell, sottolineando che la politica è ora “ben entrata in territorio restrittivo” e che “gli effetti completi dell’inasprimento probabilmente non si sono ancora fatti sentire”. Riguardo al mercato del lavoro, Powell l’ha descritto come “molto forte”, anche se con il recente rallentamento “l’economia sta tornando a un equilibrio migliore tra la domanda e l’offerta di lavoratori”. Questa settimana il focus degli investitori sarà rivolto proprio ai dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti relativi a novembre. Il mercato si aspetta una crescita delle buste paga non agricole di 200mila unità, un tasso di disoccupazione stabile al 3,9%, mentre il salario medio orario è visto al 4% in calo dal 4,1%.
Banca Generali ....mmm.....LongOggi è domenica 03 Dicembre e avendo tempo libero mi sono recato da Arianna affinché mi spiegasse il filo logico che porterebbe Banca Generali ai 34.59 eu. Arianna dice che questo è l'anno delle Banche. Già il fatto che i tassi di interesse stiano crollando è un buon segno per ogni Banca . Poi aggiunge che si trova in un trend long che ha già fatto due onde e non si vede il motivo per cui non dovrebbe fare la terza onda. In fin dei conti questo dice anche Elliot e quindi .... Se poi aggiungiamo che lo scorso anno ha dato un dividendo complessivo del 5.5% ed si sta avvicinando Febbraio 24 dove si ha un acconto sul dividendo del 2023 .... ( io dico superiore ) cosa ancora manca ? Behhh manca da dire che nei primi 9 mesi del 2023 ha avuto un utile netto del 64% superiore al 2022 . Va bene , ed il grafico che dice ? Dice che abbiamo fatto un rintracciamento vicino al 0.618 di Fibo , che il trend è Long e quindi Lunedi si entra in apertura che dovrebbe essere inferiore alla chiusura di Venerdì . Mettiamo uno Stop Loss attorno ai 32.00eu ed un target Price di 34.58eu dove praticamente va formarsi un doppio massimo e rispetta il divario della seconda onda. Io sinceramente di andare a Delpho a parlare con l'oracolo non me la sento. Anche Arianna col suo filo ci ha sempre dato buone novelle. Cosa altro dire ? Il like e la Thailandia vi saluta.
NASDAQ100: Pronto per i 16600?Per la prossima settimana ho scelto questo INDICE che seguo e trado sia in Scalping che in multiday.
La mia idea dopo un analisi aprrofondita è la seguente: View principale assolutamente long, livello di tenuta su 15830, creazione ( guardando TF H4) di un doppio minimo tecnico, seguito da un engulfing long ( ancora da convalidare) candela madre del 01.12.23 e un Harami in posizione strategica e cioè sulla chiusura della madre. La rottura del max convaliderebbe ben due Pattern di mio utilizzo. In ultima battuta sul daily si è formata una congestione ( Pit stop) che se rotta potrebbe portare un accellerazione ( Rally di fine anno) sino a 16600, mio TP. La conferma effettiva si avrà con la rottura dei max e cioè 16166. Un inversione di tendenza potrei riscontrarla solo con una rottura in vola sotto a 15700.
Buon Trading relax e Alla prossima Onda!
Debby
Segnali di debolezza per S&P500Buongiorno a tutti, l'indice S&P500 ha recuperato circa un +10% dai minimi di fine ottobre 2023 a quota 4100 circa. In termini di pura statistica, va detto che solo recentemente è stato in grado di salire per un +20% circa senza ritracci degni di nota, dunque è vero che più sale e più le probabilità di una correzione aumentano, ma attenti a non darlo per scontato. Detto questo, è indubbio che a livello macro dunque con visione mensile, la struttura long ha generato un massimo inferiore al precedente ovvero i 4600 di agosto 2023 rispetto ai 4800 di gennaio 2022, questo in termini puramente strutturali potrebbe avviare un momento di debolezza a livello macro che manterrebbe comunque la struttura long sino al mantenimento dei livelli 3500. Questa attuale ripresa del +10% vista sul mensile potrebbe ancora essere un doppio massimo prima di una più forte ricaduta. Sono solo ipotesi dunque sempre bene analizzare il mercato giorno per giorno. Andando dunque sul giornaliero, possiamo notare come per la prima volta dai minimi 4100 , il canale long che si è formato determinando la forza di risalita più recente, è stato rotto con conferma il 24 novembre, iniziando cosi un laterale su quota 4550 protrattosi fino ad ora. Io personalmente penso che una rottura di canale giornaliero non sia trascurabile, dunque concedendo picchi sino ai 4600 ( ex resistenza ) ho deciso di chiudere le mie posizioni long aperte dai 4100 a quota 4505, e ho già piazzato alcuni short a quota 4550 e attendo conferme strutturali per aumentare tali posizioni magari anche da livelli più alti come i 4600. Al fine di non farsi trarre in inganno e avere qualche conferma in più sulla direzione di S&P500, porre attenzione al range laterale attuale fra i livelli 4540-4570 circa. Al di sopra o al di sotto con conferma oraria, si può valutare incremento short o long. Anche l'Index Dollar si è ripreso dai minimi del suo canale short giornaliero e se superasse la mediana del proprio canale short giornaliero potrebbe essere un altro segno di possibile correzione di S&P500, vista la correlazione fra i due. Attualmente il Vix si attesta su un valore di 13.71 e sono aumentate notevolmente gli acquisti di opzioni che scommettono sul rialzo dell'indice di volatilità. Dunque segno di un mercato nervoso e pronto ad un eventuale correzione. Ricordo come già detto nelle mie analisi ( presenti su youtube ) che anche in caso di correzione dai 4550 o da livelli più alti, prestare molta attenzione al livello di 4400 in quanto potrebbe essere la fine di tale correzione ( nel caso in cui la struttura abbia sufficiente spinta di mantenersi long ) o quanto meno di possibile forte rimbalzo. Perchè a livello strutturale i 4400 sono il primo punto di appoggio della struttura ( ex resistenza e ora supporto ) corrisponde anche al livello di re test del canale short giornaliero rotto proprio da questa ripresa del +10% ( rottura a 4410 circa ) e incontra allo stesso livello ( 4400 ) anche l'ema100 del giornaliero. Dunque tre validi motivi da considerare. Grazie per l'attenzione.
L’Indice Economico: Prospettive Incerte e Segnali di RecessioneIl Leading Economic Index (LEI) fornisce una prospettiva avvincente sui punti cruciali del ciclo economico e sul futuro a breve termine dell'economia. A ottobre 2023, il LEI degli Stati Uniti ha registrato una significativa contrazione dell'0,8%, lanciando l'allarme di un'imminente recessione. La Senior Manager della Conference Board attribuisce questo calo a aspettative negative dei consumatori, ordini industriali in ribasso, un crollo in borsa e condizioni creditizie più restrittive. Nonostante un breve rallentamento a settembre, il LEI ha ripreso a indicare una recessione imminente. La previsione? Una breve contrazione economica guidata da inflazione elevata, tassi d'interesse elevati e riduzione della spesa dei consumatori.
Il Coincident Economic Index (CEI) è rimasto saldo a ottobre, evidenziando un modesto incremento nell'ultimo semestre. Tra i componenti, l'occupazione e il reddito personale hanno svolto un ruolo chiave, suggerendo una resilienza nell'economia attuale.
Il Lagging Economic Index (LAG) ha mostrato un modesto miglioramento a ottobre 2023, segnando un possibile punto di svolta nella crescita annuale del LEI.
L'analisi si avvale del "3D’s rule" per anticipare recessioni, esaminando durata, profondità e diffusione della contrazione. La diffusione, misurata attraverso un indice, indica la recessione quando scende sotto il 50. La previsione si basa su aspetti come occupazione, ordini industriali, mercato azionario e condizioni di credito.
La Conference Board, utilizzando dieci componenti per costruire il Leading Economic Index, ha notato un cambio nelle aspettative sull'economia americana, evidenziando uno "sbilanciamento" con una crescita annuale del PIL dell'0,8%.
Passando alle banche centrali, la leva dei tassi è al centro del palcoscenico, decidendo fino a quando danneggiare la domanda. Negli USA, carte revolving al 22%, mutui al 7,5%, risparmi minimi e le piccole imprese finanziate al 10% secondo l'indice Russel 2000, che stagna rispetto agli altri indici(+ 0% da inizio anno). La FED crea le condizioni per un forte rallentamento economico e un possibile hard landing, nonostante i dati puntino a un soft landing.
La recessione, così ampiamente prevista, ha tardato ad arrivare grazie a un audace deficit fiscale dell'8% da parte dell'amministrazione americana, stimolando l'economia e rendendola sorprendentemente resiliente. Nel 2024, i catalizzatori chiave saranno la politica fiscale americana, influenzata dalle elezioni, e le mosse della Fed nella politica monetaria. Questi elementi delineeranno se ci dirigiamo verso un hard o soft landing, nonostante tutti i dati e i mercati suggeriscano quest'ultima ipotesi.
Infine, l'oro, come rifugio contro l'inflazione, sfida le aspettative. Valutato oltre i 2.000, il suo valore, nonostante l'assenza di dividendi, si eleva grazie alla sua unicità in scenari disinflazionistici macroeconomici.
PORTAFOGLI 50-50: METRICHE E PRESTAZIONI NEL CICLO ECONOMICOBuongiorno a tutti. Oggi, ci concentreremo nuovamente sui portafogli di investimento 50-50 (50% in azioni, 50% in obbligazioni); l’obiettivo è esaminare il loro rendimento nel lungo periodo, specificamente da gennaio 2008 ad ottobre 2023. Cercheremo di comprendere le loro caratteristiche e valutare le loro prestazioni durante le diverse fasi del ciclo economico.
Vorrei ricordare che i portafogli creati non tengono conto del rischio di cambio né delle commissioni, e sono basati su ETF quotati negli Stati Uniti. Se desiderate informazioni su ticker e ISIN degli stessi ETF quotati sulla borsa italiana, non esitate a contattarmi. Vorrei sottolineare che queste non sono raccomandazioni di investimento, ma l’analisi ha l’obiettivo di attivare le logiche di investimento. Molti concetti espressi nell’analisi precedente non saranno ripetuti nuovamente; pertanto, per una piena comprensione dei contenuti, vi consiglio di approfondire l’analisi precedente al seguente link.
Fatta questa introduzione, vi auguro una buona lettura!
1. UNA BREVE SINTESI DELL’ANALISI PRECEDENTE
L’obiettivo dell’analisi precedente era di creare due portafogli di investimento 50-50: uno ciclico e uno difensivo, e confrontarli con un portafoglio 50-50 equilibrato. Le relative ponderazioni di questi portafogli sono illustrate nelle due figure seguenti.
Il portafoglio 50-50 ciclico
Il portafoglio 50-50 difensivo
Il portafoglio 50-50 equilibrato
I due portafogli di investimento avevano obiettivi distinti:
• Il portafoglio ciclico mirava a massimizzare i guadagni durante i periodi di aspettative di crescita economica
• Il portafoglio difensivo, invece, mirava a massimizzare i guadagni (o a proteggere il capitale) durante i periodi di aspettative di rallentamento economico
L’indice di sentiment utilizzato per determinare le aspettative economiche degli investitori era SPHB/SPLV.
Si era osservato che:
• Nelle fasi di risk on, con SPHB/SPLV rialzista, il portafoglio ciclico tendeva a sovraperformare quello equilibrato. Solo nel 2014, il portafoglio equilibrato aveva avuto prestazioni migliori
• Nelle fasi di risk off, con SPHB/SPLV ribassista, il portafoglio difensivo tendeva a sovraperformare quello equilibrato. Solo nel 2019, il portafoglio equilibrato aveva avuto prestazioni migliori
2. LA CRESCITA DEI DUE PORTAFOGLI DAL 2008 AD OTTOBRE 2023
La seguente grafica illustra l’evoluzione dei due portafogli 50-50 ciclico e difensivo da gennaio 2008 fino ad ottobre 2023.
La crescita dei due portafogli di investimento
Entrambi i portafogli hanno mostrato una crescita costante nel corso del tempo. Escludendo i costi di negoziazione, le spese di transazione e le tasse effettive sui rendimenti degli investimenti, possiamo notare che:
• Il portafoglio ciclico ha generato un profitto di 377$ da un investimento iniziale di 100$ (o 257$ se si tiene conto dell’inflazione)
• Il portafoglio difensivo ha prodotto un profitto di 247$ da un investimento iniziale di 100$ (o 169$ se si tiene conto dell’inflazione)
Nella figura successiva, che rappresenta i rendimenti annuali dei due portafogli, si possono osservare ulteriori dettagli.
Rendimenti annuali dei due portafogli
• Nel corso di 16 anni, il portafoglio ciclico ha registrato tre anni di rendimento negativo, mentre il portafoglio difensivo ne ha avuti quattro (tenendo presente che il 2023 non è ancora concluso).
• In 16 anni, il portafoglio ciclico ha sovraperformato quello difensivo 11 volte.
Le due figure seguenti mostrano le performance mensili dei due portafogli dal 2008 al 2023.
Le prestazioni mensili del portafoglio ciclico da gennaio 2008 a ottobre 2023
Le prestazioni mensili del portafoglio difensivo da gennaio 2008 a ottobre 2023
3. LE METRICHE DEI DUE PORTAFOGLI
Analizzando le performance dei due portafogli, potremmo essere portati a pensare che, nel lungo termine, possano generare rendimenti interessanti. Tuttavia, quali sono i rischi associati? Quanto sono efficienti? Possiamo rispondere a queste domande esaminando le principali metriche illustrate nella figura successiva.
Le principali metriche dei due portafogli
Focalizziamoci sul CAGR, sulla deviazione standard, sul massimo drawdown e sui rapporti di Sharpe e Sortino, cercando di spiegare in modo semplice cosa rappresentano. Questi indicatori ci aiuteranno a comprendere meglio il rischio e l’efficienza dei portafogli.
• Il CAGR (Tasso di Crescita Annuo Composto) rappresenta il rendimento medio annuale dei due portafogli. Il portafoglio ciclico ha un CAGR dell’8.75% (6.15% se si tiene conto dell’inflazione), che è superiore a quello del portafoglio difensivo, che è del 5.88% (3.36% se si tiene conto dell’inflazione)
• La deviazione standard è un indicatore della volatilità del portafoglio e, quindi, del suo rischio. Il portafoglio ciclico ha una deviazione standard del 11.56%, mentre il portafoglio difensivo una del 9.85%. Questi valori si riferiscono alla volatilità annualizzata; la volatilità mensile è del 3.34% per il portafoglio ciclico e del 2.84% per il portafoglio difensivo. È importante sottolineare che la deviazione standard misura la volatilità di un portafoglio rispetto a sé stesso, non rispetto a un benchmark come l’S&P500. Per misurare la volatilità rispetto all’S&P500, è necessario conoscere i due beta, che in questo caso sono 0.64 per il portafoglio ciclico e 0.21 per il portafoglio difensivo
Basandosi solo su questi due punti si potrebbe dedurre che, in media, investire in un portafoglio 50-50 ciclico potrebbe essere più vantaggioso. Nonostante presenti un rischio maggiore, sembra in grado di generare rendimenti superiori. Ma significa che il portafoglio ciclico si è dimostrato più efficiente dal 2008 ad oggi? Per rispondere a questa domanda, possiamo fare riferimento a due indicatori: il rapporto di Sharpe e il rapporto di Sortino. Questi ci permetteranno di valutare l’efficienza dei portafogli.
• I due rapporti servono per indicare il rendimento ottenuto da un investimento rispetto al rischio assunto. Sebbene siano simili, differiscono nella loro costruzione, in particolare nel denominatore della formula matematica con la quale essi sono calcolati; infatti:
Formule matematiche di calcolo dei due rapporti
Il rapporto di Sharpe considera sia la volatilità positiva (che accompagna i portafogli al rialzo) che quella negativa (che accompagna i portafogli al ribasso), mentre il rapporto di Sortino considera solo la volatilità negativa.
Più alti sono questi valori, più efficiente è il portafoglio. In particolare:
• Il rapporto di Sharpe del portafoglio ciclico è 0.71, mentre quello del portafoglio difensivo è 0.54
• Il rapporto di Sortino del portafoglio ciclico è 1.10, mentre quello del portafoglio difensivo è 0.82
Da tutte le osservazioni, sembra che il portafoglio ciclico possa essere più vantaggioso. Nonostante presenti un rischio maggiore (in termini di volatilità), offre un CAGR più alto e si dimostra più efficiente.
Tuttavia, c’è un altro rischio da considerare: il massimo drawdown.
• Il massimo drawdown rappresenta la differenza tra il picco più alto e quello più basso raggiunto da un portafoglio di investimento
Nella figura successiva è possibile osservare tutti i drawdown registrati dai due portafogli.
Tutti i drawdown dei due portafogli da gennaio 2008 a ottobre 2023
La figura successiva offre un’analisi più dettagliata, mostrando le caratteristiche dei 10 peggiori drawdown per entrambi i portafogli. Questi includono:
• L’inizio del drawdown (Start)
• La fine del drawdown (End)
• La durata totale del drawdown, dal picco massimo al minimo (Length)
• Il mese in cui il portafoglio si è ripreso (Recovery By)
• Il tempo necessario per la ripresa (Recovery Time)
• Il periodo in cui il valore del portafoglio è rimasto al di sotto del suo picco massimo (Underwater period)
I peggiori 10 drawdown dei due portafogli e le relative caratteristiche
Attraverso la media dei 10 peggiori drawdown è possibile ottenere un parametro che può essere approssimativamente definito come “rischio medio di peggior drawdown”. Le medie risultanti sono le seguenti:
• Il portafoglio ciclico ha un rischio medio del -9.90%
• Il portafoglio difensivo presenta un rischio poco più contenuto, del -9.8%
Nonostante questi due rischi siano praticamente equivalenti, la figura precedente dimostra che, in media, un portafoglio ciclico tende a recuperare i drawdown in un lasso di tempo significativamente più breve rispetto al portafoglio difensivo.
Per fornire un quadro più preciso, è possibile calcolare le medie dei tempi di recupero, escludendo i drawdown del 2023:
• Il portafoglio ciclico impiega in media 2.55 mesi per recuperare
• Il portafoglio difensivo impiega in media 6.88 mesi per recuperare
Il portafoglio ciclico ha raggiunto il suo massimo drawdown durante la recessione del 2008, mentre il portafoglio difensivo ha registrato il suo durante l’aumento dei tassi di interesse e l’impennata dell’inflazione nel biennio 2022-2023. Questo suggerisce che, sebbene entrambi i portafogli siano generalmente efficienti, tendono a subire perdite significative in specifici contesti: la fase 1 del ciclo economico per il portafoglio ciclico e la fase 6 per il portafoglio difensivo.
4. LE PRESTAZIONI DEI DUE PORTAFOGLI NELLE SEI FASI DEL CICLO ECONOMICO
Concludiamo l’analisi esaminando le performance previste per entrambi i portafogli nelle diverse fasi del ciclo economico, come illustrato nella figura successiva.
Le prestazioni dei due portafogli di investimento nelle sei fasi del ciclo economico
FASE 1 DI RECESSIONE
Portafoglio ciclico: Questa è la fase in cui il portafoglio ciclico realizza le peggiori prestazioni. Gli ETF sui settori tecnologici (XLK) e sui beni di consumo discrezionali (XLY) sono fortemente ribassisti. Questo accade perché durante la fase 1, gli investitori tendono a disinvestire dai settori ad alta volatilità (e quindi ad alto rischio) a causa di un forte sentimento di avversione al rischio. La debolezza di questi due settori durante la recessione può essere attribuita anche alla loro ciclicità. Le obbligazioni high yield non performano bene, poiché vengono vendute dagli investitori in quanto considerate bond ad alto rischio. Le obbligazioni societarie investment grade si comportano un po’ meglio (neutrali-rialziste in caso di lieve recessione, ribassiste nel caso opposto). L’unico ETF del portafoglio che performa bene in questa fase è IEF (obbligazioni del tesoro americano), che beneficia della domanda di beni rifugio. (Ho trattato questi argomenti “obbligazionari” in maniera molto ampia
Portafoglio difensivo: In questa fase, il portafoglio difensivo può registrare una performance neutrale-rialzista o neutrale-ribassista, ma in ogni caso, non subisce forti cadute. Il motivo è semplice: in caso di lieve recessione, TLT si apprezzerebbe a causa dell’inflazione in rallentamento e del taglio dei tassi di interesse, mentre i tre ETF difensivi XLU (settore utilities), XLV (settore sanitario) e XLP (settore dei beni di prima necessità) registrerebbero performance neutrali, essendo settori a bassa volatilità e in grado di generare utili e fornire dividendi anche in condizioni economiche avverse. In caso di forte recessione, il portafoglio dovrebbe registrare performance neutrali-ribassiste: i tre ETF azionari sarebbero ribassisti (ma sovraperformerebbero al rialzo l’S&P500 visto il loro beta inferiore ad 1), colpiti dalla svendita di azioni a causa del clima di panico. La loro prestazione negativa sarebbe comunque bilanciata dalle prestazioni molto positive di TLT, ad alta duration, favorite da un massiccio taglio dei tassi di interesse.
FASE 2 DI MASSIMA CONTRAZIONE
Portafoglio ciclico: Durante la fase 2, il portafoglio ciclico raggiunge il suo massimo drawdown, sostenuto dalle politiche monetarie espansive tipiche di questa fase. Il Quantitative Easing (QE) della banca centrale contribuisce a rafforzare il prezzo delle obbligazioni corporate investment grade (LQD) e migliora il sentiment degli investitori che, con un atteggiamento cautamente positivo, iniziano gradualmente a reinvestire in asset ad alto rischio (XLY, XLK e HYG). L’ETF IEF è rialzista in questa fase, sostenuto da politiche monetarie espansive e bassi livelli di inflazione. In generale, il portafoglio si presenta neutrale durante questa fase, tendendo al ribasso nella prima metà (della fase 2) e al rialzo nella seconda metà.
Portafoglio difensivo: Il portafoglio difensivo mostra un andamento generalmente positivo durante la fase 2, grazie alle ottime performance di TLT (che rappresenta il 50% del portafoglio) e all’andamento neutrale dei settori difensivi.
FASE 3 DI RIPRESA ECONOMICA
Portafoglio ciclico: Durante questa fase, il portafoglio ciclico passa da un andamento neutrale a un trend rialzista. Grazie al sentiment positivo degli investitori, stimolato dalla ripresa economica e dall’aumento degli utili societari, gli ETF XLK e XLY, così come le obbligazioni high yield e quelle investment grade, registrano buone performance. Anche l’ETF IEF si comporta bene, sostenuto dalle politiche monetarie espansive e da bassi livelli di inflazione.
Portafoglio difensivo: Il portafoglio difensivo mantiene un trend rialzista anche durante la fase 3. L’ETF TLT continua a essere rialzista (più di IEF, data la sua maggiore duration) e i settori difensivi mostrano una rinnovata forza, sebbene siano meno rialzisti rispetto all’indice di riferimento S&P500.
FASE 4 DI ESPANSIONE ECONOMICA
• Portafoglio ciclico: Durante la fase 4, il portafoglio ciclico registra le sue migliori performance, con XLK, XLY e HYG in forte rialzo. Gli ETF che performano peggio in questo portafoglio sono IEF, ribassista a causa dell’aumento dell’inflazione e delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse, e LQD, che è meno ribassista di IEF grazie al suo grado di rischio leggermente superiore
• Portafoglio difensivo: In questa fase, le performance del portafoglio difensivo passano da rialziste a neutrali-rialziste (o debolmente rialziste). Questo è dovuto al fatto che TLT subisce le stesse dinamiche di IEF, ma è più ribassista a causa della sua maggiore duration. I tre ETF difensivi sono rialzisti, ma in misura molto minore rispetto a XLY e XLK, poiché offrono rendimenti inferiori
FASE 5 DI MASSIMA ESPANSIONE
• Portafoglio ciclico: Durante la fase 5, il portafoglio ciclico presenta un andamento neutral-ribassista. Nella prima metà della fase, è neutral-rialzista grazie al rialzo di XLK e XLY, ma è frenato da LQD, IEF e HYG, che sono ribassisti a causa dell’inasprimento della politica monetaria. Nella seconda metà della fase diventa ribassista, principalmente a causa delle performance negative di tutti gli ETF, in particolare XLY e XLK, che iniziano a risentire dell’aumento del costo del denaro
• Portafoglio difensivo: Anche il portafoglio difensivo mostra un andamento neutral-ribassista in questa fase, ma si dimostra più resiliente rispetto al portafoglio ciclico. TLT registra prestazioni ribassiste, mentre XLV, XLP e XLU mantengono un andamento neutrale.
FASE 6 DI RALLENTAMENTO ECONOMICO
• Portafoglio ciclico: Durante questa fase, il portafoglio ciclico è ribassista, poiché tutti gli ETF che lo compongono sono in ribasso. Il sentiment degli investitori è di avversione al rischio e, di conseguenza, si verificano deflussi dai settori ad alto rischio come la tecnologia e i beni di consumo discrezionali, a causa dell’aumento dei tassi di interesse e del rallentamento degli utili societari. Tutti gli ETF obbligazionari performano male, colpiti dalla politica monetaria restrittiva. Tuttavia, il portafoglio ciclico è meno ribassista nella fase 6 rispetto alla fase 1, poiché il ribasso degli ETF ad alta volatilità (XLK e XLY) è moderato nella fase 6, mentre è più marcato nella fase 1.
• Portafoglio difensivo: La fase 6 è quella in cui si registra il massimo drawdown per il portafoglio difensivo. TLT è il principale responsabile del forte ribasso, mentre XLV, XLP e XLY sono moderatamente ribassisti, ma più forti rispetto a XLK e XLY.
Nella figura precedente, avrete notato che le prestazioni dei due portafogli sono state evidenziate con colori diversi: il rosso indica prestazioni negative, mentre il verde indica prestazioni positive. Entrambi i colori presentano diverse intensità per rappresentare l’intensità delle prestazioni rialziste o ribassiste dei due portafogli. Queste intensità sono espresse in percentuale. Questo metodo è stato utilizzato per fornirvi un ulteriore strumento capace di illustrare l’intensità delle prestazioni dei due portafogli:
• FASE 1
Ciclico: 75% rosso
Difensivo: 5% verde
• FASE 2
Ciclico: 5% verde
Difensivo: 35% verde
• FASE 3:
Ciclico: 50% verde
Difensivo: 75% verde
• FASE 4
Ciclico: 75% verde
Difensivo: 35% verde
• FASE 5
Ciclico e difensivo: 25% rosso
• FASE 6
Ciclico: 50% rosso
Difensivo: 75% rosso
A presto!
WisdomTree - Tactical Daily Update - 28.11.2023Le Borse Usa ed Europee tirano il fiato, dopo 4 settimane di rialzi.
Fiducia consumatori tedeschi e francesi in lieve recupero.
Il cartello Opec+ si riunisce giovedi’ 30, forse per nuovi tagli.
L’economia cinese e’ tornata a crescere, dice la Banca centrale!
La scorsa settimana per le Borse mondiali, e’ stata la 3’ positiva delle ultime 4, ma ieri, lunedi’ 27 novembre, gli operatori non hanno preso iniziative “direzionali”, attendendo probabilmente i dati sull’inflazione al consumo (Cpi) dell’Euro-Zona e quelli dell’inflazione PCE (Personal consumer expenditure) negli Usa di giovedì.
Tutti i listini azionari europei hanno registrato perdite minime nel giorno in cui il Presidente della BCE (Banca centrale europea-ECB) Christine Lagarde, intervenendo al Parlamento europeo, ha espresso cautela sulle prospettive a medio termine dell’inflazione e, implicitamente, su quella di tagli al costo del denaro.
Anche Wall Street ha vissuto una giornata scialba, con pochi spunti operativi: Dow Jones e S&P500 -0,2%, Nasdaq -0,1%. L’indice Vix che misura la volatilità (detto anche “termometro della paura”) e’ sceso di nuovo ai minimi dal gennaio del 2020.
Gli operatori non hanno ancora potuto tirare le somme della settimana dello “shopping scontato” quello della settimana del “thanksgiving”, e che comprende sia il Black Friday che il succesivo Cyber Monday: Adobe Analitycs stima vendite a +5,4% sul 2022.
Sul mercato obbligazionario ieri, 27 novembre, si sono registrati lievi rialzi dei rendimenti, sia in Europa che negli Usa.
Negli Stati Uniti, tra ieri ed oggi martedì 28, sono previste nuove emissioni di Treasury bonds con scadenza 2-5-7 anni per un totale di quasi 150 miliardi di Dollari, che, almeno nelle aste di ieri hanno riscontrato una domanda robusta (la domanda ha superato l;offerta di 2,4 volte) e “tranquillizzante” per la stabilita’ dei mercati.
In Europa, intanto, e’ stabile, attorno 175 bps, lo spread di rendimento tra BTP decennali italiano ed omologhi Bund tedeschi, col decennale “benchmark” italiano che paga circa 4,3%, ben sotto l’allarmante 5,0% di inizio ottobre.
Rallenta il prezzo del petrolio, nell’attesa della riunione dell’OPEC+ (cartello dei maggiori produttori/esportatori), rinviata dal 26 a giovedi’ 30 novembre: il WTI (West Texas Intermediate) e’ sceso ieri a 75,2 Dollari/barile, -0,5%.
Molto volatile, ma lontano dal preoccupare come un anno fa, il prezzo del gas europeo sulla piattaforma TTF-Amsterdam, che ieri ha perso -5,9% a 43,9 Eur/mgwh.
Sul mercato valutario il Dollaro prosegue la fase di debolezza dovuta alla diffusa convinzione che la Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED) abbia concluso la fase di “tightening” monetario, cioe’ non alzera’ piu’ i tassi d’interesse. Il cross Eur/US$ ha superato 1,093, e il “Dollar Index” registra -3,5% dai recenti massimi di ottobre.
In Asia hanno deluso le stime dei profitti industriali dell’aziende cinesi, che crescono meno delle attese, sebbene la Banca centrale di Pechino descriva come “deisamente buona la ripresa in atto”.
Ieri, 27 novembre, giornata “gloriosa” per l'oro, il cui prezzo e’ salito sopra 2.000 Dollari/oncia, al massimo da 6 mesi, ed in ideale prosecuzione del trend rialzista osservato da fine ottobre in avanti: l’indebolimento del Dollaro ed uno scenario piu benigno sui tassi potrebbero essere tra i fattori determinanti.
Dal fronte macro europeo emergono segnali incoraggianti dai dati sulla fiducia dei consumatori tedeschi, salita a -27,8 per dicembre da -28,3 di novembre: in Germania migliora la propensione agli acquisti e l’aspettativa di inflazione, pur confermandosi un clima economico “moderato”.
In Francia la fiducia dei consumatori di novembre, salita a 87punti, ha battuto gli 84 di ottobre e superato le stime di consenso.
In Italia l'interscambio commerciale con i paesi extra-UE ad ottobre 2023 e’ cresciuto in entrambi i sensi: esportazioni +6,3% annuale ed importazioni +3,1% (dati Istat, Istituto nazionale di statistica). Il deficit energetico, -5,39 miliardi è inferiore a quello dello stesso mese 2022 (-9.38 miliardi) mentre il surplus nell'interscambio di prodotti “non energetici”, brilla con 10,76 miliardi, in ascesa dai +7.20 di ottobre 2022.
L’economia cinese e’ tornata a crescere in linea coi Piani del Governo, ed e’ ben posizionata per centrare l'obiettivo ufficiale di crescita “intorno +5%”. La crescita "sarà più sana e sostenibile nel 2024" afferma il governatore della Banca centrale (PboC) Pan Gongsheng, spiegando che "nell'ultimo anno molti banchieri centrali nel mondo si sono preoccupati dell'alta inflazione, che per la Cina non e’ un problema”.
Alla chiusura di stamane si osservano variazioni minime sui listini dell’Asia-Pacifico: Nikkei -0,15%, alla 2’ seconda seduta consecutiva povera di idee. Un po’ meglio le Borse cinesi: Shanghai +0,23%, Shenzhen +0,60%, cedente Hong Kong -0.81%, positiva Seoul +1,19%.
Mattinata apatica per le Borse europee, con indici attorno alla parita’, in attesa dei dati americani sulla fiducia dei consumatori di novembre, prevista a 101,0 da 102.60 di ottobre: se risultasse in calo, sarebbe un dato positivo per Wall Street poiche’ nutrirebbe l’aspettativa che la Fed non occhi i tassi a dicembre.
I future sulle Borse Usa anticipano riaperture poco variate, in una settimana dove i “dati chiave” usciranno giovedi’, con l’inflazione PCE (la piu’ osservata dalla FED), e venerdi’, con l’Indice ISM manifatturiero, previsto in lieve recupero a 47,8 da 46.7.
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Possibile guadagno del 1000% con un titolo EV?
Fisker ha annunciato ieri risultati finanziari inferiori alle aspettative per il terzo trimestre e la presentazione del rapporto è stata ritardata dopo che il Chief Accounting Officer ha lasciato l'azienda. Secondo le cifre preliminari, Fisker ha registrato un aumento dei ricavi e delle perdite nel settore dei veicoli elettrici durante il Q3'23.
L'azienda di veicoli elettrici ha rivisto le sue stime di produzione, prevedendo di produrre tra i 13.000 e i 17.000 veicoli elettrici quest'anno. Inizialmente, Fisker aveva previsto di produrre tra i 20.000 e i 23.000 veicoli, il che significa che hanno ridotto la loro stima del 30%. Nonostante la revisione al ribasso della guida per il 2023, credo che Fisker sia ancora un'opportunità di investimento a lungo termine per gli investitori.
Ci sono due motivi principali per cui la mia tesi è sostenuta da fatti concreti. In primo luogo, l'azienda sta registrando un aumento significativo delle consegne, il che si traduce in un maggiore guadagno di entrate. In secondo luogo, l'azienda non ha bisogno di un drastico aumento di capitale a breve termine, poiché recentemente ha ottenuto con successo fondi attraverso un'offerta di obbligazioni senior convertibili.
Con la recente inizio delle consegne su larga scala, l'azienda sta crescendo rapidamente. Nel terzo trimestre del 2023, Fisker ha registrato ricavi di $71,8 milioni rispetto ai soli $825.000 del trimestre precedente. Tuttavia, questo aumento della produzione e dei ricavi ha portato anche a un notevole aumento dei costi delle merci vendute, con un margine lordo negativo di $12,1 milioni. Inoltre, la perdita operativa dell'azienda è aumentata da $88,2 milioni nel secondo trimestre del 2023 a $99,6 milioni nel terzo trimestre dello stesso anno. Ci si aspetta che Fisker continui a generare perdite durante i prossimi due anni in quanto l'azienda si trova ancora nella fase di start-up. Questo è comune per molte aziende emergenti, come visto anche con Tesla nel passato.
Secondo quanto rivelato da Fisker nel terzo trimestre del 2023, la start-up di veicoli elettrici ha consegnato 1.097 veicoli ai suoi clienti. Nel trimestre precedente, l'azienda aveva appena iniziato a effettuare consegne e aveva consegnato solo 11 veicoli elettrici. Tuttavia, alla fine del trimestre, Fisker è riuscita a consegnare ben 1.200 Ocean ai clienti, cioè un volume di consegne tre volte superiore rispetto al terzo trimestre del 2023.
Sono sempre molto attento quando scelgo di investire in una società e questa volta non è diverso. Da venerdì sto acquistando azioni di Fisker, un'azienda che seguo da due anni. So che si tratta di un investimento ad alto rischio, ma ho fiducia nel fondatore Henrik Fisker, che è già stato coinvolto in un fallimento passato. Tuttavia, sono convinto che questa volta l'esito sarà diverso e la società avrà successo.
Il 22 novembre è stata pubblicata la MODULO 10-Q, che rivela i cambiamenti strategici apportati dal CEO alla struttura.
Con una grande esperienza nel settore, Eric Sand è diventato il nuovo Controller della nostra azienda. Inoltre, Dan Quirk si è unito al nostro team come Vice Presidente delle finanze e contabilità, portando con sé una vasta esperienza come Partner di Audit presso Ernst & Young.
Inoltre, hanno rinnovato la strategia di vendita aprendo nuove strutture in posizioni strategiche negli Stati Uniti per migliorare la logistica delle consegne dalla nostra base produttiva in Austria. Questa mossa ha già dato i suoi frutti, con un record di 107 veicoli consegnati in un solo giorno.
Considerando il potenziale di crescita che vedo nel titolo e il fatto che FISKER sia una delle azioni più shortate al mondo, con uno short interest di quasi il 50%, ritengo possibile un aumento fino a 20$ nei prossimi anni. Ciò potrebbe portare a un ritorno del 1000% sulla mia operazione.
📊 DAX40 28/11/2023Respiro per l’equity europea che torva in avvio di settimana tutte performance negative, certo non possiamo parlare di inversioni di trend, ma di semplici respiri anche propizi per una prosecuzione del trend rialzista di fondo.
Il dax abbandona le aree di massimo viste sopra i 16000 pnt, per dare respiro agli shortisti che da tempo attendono movimenti di storno, ma la fase down non va oltre i primi supporti di medio periodo a 15950 pnt, con area supportiva a 15925-15900pnt.
L’ingresso nel fascio di medie su h1 lascia il mercato in una fase momentanee di indecisione, con le quotazioni che restano sotto la mm21 periodi che ora svolge funzione di resistenza dinamica con la confluenza delle resistenze statiche a 16000 pnt.
Lo scenario rialzista potrebbe trovare nuova linfa solo alla violazione rialzista dei 16013 punti, con close orarie sopra la mm21 periodi che darebbe motivi per sperare in raggiungimenti dei massimi precedenti a 16100 pnt.
Tuttavia la mancanza di market movers potrebbe generare ancora ore di attesa, con una congestione delle quotazioni che non trovano spai oltre i 16000pnt a rialzo ne sotto i 15925 pnt a ribasso.
La violazione dei supporti chiave sopra citati potrebbero aprire a scenari ribassisti più profondi che tuttavia sarebbero soggetti alla nascita di esplosioni di volatilità dato l’attuale raggiungimento dei valori medi a 15978 per la settimana in corso, e movimenti ribassisti fino 15850 pnt vorrebbero dire volatilità doppia rispetto ai valori medi.
Attendiamo le evoluzioni dei dati sull’inflazione europea dei prossimi giorni per definire le dinamiche di price action.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
INVESTIMENTI 2024: I PORTAFOGLI ADATTI PER I POSSIBILI SCENARIBuongiorno.
L’analisi di oggi si propone di utilizzare l’approccio intermarket per creare due portafogli di investimento 50-50 (50% in azioni, 50% in obbligazioni). Questi portafogli sono pensati per due possibili scenari che potrebbero verificarsi nei primi mesi del 2024 negli Stati Uniti: un atterraggio morbido dell’economia o, al contrario, una recessione. I portafogli, che saranno illustrati di seguito, non considerano il rischio di cambio né le commissioni, e sono basati su ETF quotati negli Stati Uniti. Se desiderate informazioni su ticker e ISIN degli stessi ETF quotati sulla borsa italiana, non esitate a contattarmi. Vorrei sottolineare che queste non sono raccomandazioni di investimento, ma piuttosto un’applicazione pratica dei concetti che solitamente esprimo nelle mie analisi, stavolta applicati alla gestione di un portafoglio di investimento.
Buona lettura a tutti.
1. GLI INVESTITORI HANNO ASPETTATIVE DI ESPANSIONE ECONOMICA, RALLENTAMENTO DELL’INFLAZIONE E TAGLIO DEI TASSI DI INTERESSE
Il primo paragrafo dell’analisi sarà utile a comprendere le attuali aspettative degli investitori per i mesi a venire. Questo può essere fatto studiando tre diversi indici di sentiment: SPHB/SPLV, TIP/IEF e LQDH/LQD.
SPHB/SPLV è un indice che riflette le aspettative economiche. È composto dal numeratore “SPHB”, che replica il movimento dell’ETF Invesco S&P500 High Beta, e dal denominatore “SPLV”, che replica il movimento dell’ETF Invesco S&P500 Low Volatility.
L’interpretazione dell’indice di sentiment è la seguente:
• Quando le società ad alta volatilità sovraperformano quelle a bassa volatilità, l’indice sale, indicando che gli investitori hanno aspettative di crescita economica. Al contrario, quando le società a bassa volatilità sovraperformano quelle ad alta volatilità, gli investitori prevedono un rallentamento economico.
La figura successiva mostra l’andamento dell’indice dal 2020 ad oggi.
Le diverse tendenze dell’indice SPHB/SPLV. Grafico giornaliero
Ecco una descrizione della figura:
• Tra la fine del 2019 e marzo 2020, il mercato ha scontato una fase di recessione (fase 1), culminata con la massima contrazione di marzo 2020
• Tra marzo 2020 e l’anno successivo, il mercato ha scontato una fase di ripresa economica (fase 3), seguita da un’espansione (fase 4)
• Il periodo tra marzo 2021 e novembre 2021 è stato caratterizzato da incertezza, con l’indice in una fase di distribuzione, a causa delle aspettative di massima espansione economica (fase 5)
• Per tutto il 2022, le aspettative erano di un rallentamento economico, con SPLV che sovraperformava SPHB
• Dal 27 dicembre 2022, con alti e bassi, gli investitori scontano un’espansione economica o, se preferite, un soft landing
SPHB/SPLV è un ottimo indice di sentiment economico per i seguenti motivi:
• Quando gli investitori hanno aspettative di crescita economica, tendono a concentrare i loro capitali su asset ad alto rischio, tra cui le azioni delle società comprese all’interno di SPHB. Queste società sono considerate rischiose a causa della loro elevata volatilità, superiore a quella dell’S&P500. L’alto beta che presentano deriva da un rischio al quale esse sono soggette: la ciclicità dell’economia. Esse, infatti, tendono a registrare utili robusti in fase di espansione economica e utili in rallentamento in fasi economiche sfavorevoli
• Al contrario, quando gli investitori hanno aspettative di rallentamento economico, tendono a privilegiare asset a rischio più basso, tra cui le società a bassa volatilità, meno volatili rispetto all’S&P500. A differenza delle società cicliche, queste società non presentano il rischio ciclico dell’economia o, almeno, il loro rischio è più contenuto. Infatti, tendono a registrare utili costanti nel tempo, sia in fasi economiche favorevoli che sfavorevoli
Per questo motivo, quando la propensione al rischio degli investitori è guidata da aspettative di crescita economica, le società cicliche di SPHB sovraperformano quelle difensive di SPLV. Al contrario, quando il risk off è guidato da aspettative di rallentamento economico, le società difensive (che offrono anche alti dividendi) sovraperformano quelle cicliche.
Alcune figure rafforzano l’idea che SPHB/SPLV può essere utilizzato per misurare le aspettative economiche; infatti, come mostra la figura successiva, l’indice è positivamente correlato a un dato macroeconomico chiave: il PMI composito.
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e PMI composito statunitense. Grafico mensile
L’indice è anche positivamente correlato agli utili dell’S&P500.
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e utili dell’S&P500. Grafico mensile
La grafica precedente conferma che, quando gli utili sono in aumento, gli investitori tendono a favorire le società cicliche, che sono in grado di offrire rendimenti più alti rispetto alle società difensive. Gli utili del mercato azionario, a loro volta, sono direttamente correlati al ciclo economico, come mostrato nelle figure successive.
Il ciclo economico e quello degli utili societari
La correlazione positiva tra utili dell’S&P500 e PIL USA anno/anno. Grafico a 3 mesi
È importante notare che le società tendono a registrare profitti maggiori quando un altro indicatore macroeconomico chiave, la fiducia dei consumatori, mostra letture positive. Infatti, esiste una correlazione positiva tra questi due dati, come mostrato nella figura successiva.
La correlazione positiva tra utili dell’S&P500 e fiducia dei consumatori. Grafico mensile
Riassumendo tutti i concetti espressi fino a questo punto, possiamo affermare che:
• Più i consumatori sono fiduciosi, più è probabile che investano e spendano denaro in beni durevoli, non durevoli e servizi. Questo rafforza due variabili chiave del PIL: i consumi e gli investimenti. Queste spese e investimenti rafforzerebbero l’economia e gli utili delle società quotate, innescando una propensione al rischio da parte degli investitori che, di conseguenza, concentrerebbero i loro capitali su società cicliche. Al contrario, se la fiducia dei consumatori diminuisce, gli investitori tenderebbero a favorire le società difensive
TIP/IEF è l’indice sulle aspettative di inflazione, che misura la forza relativa tra due ETF obbligazionari:
• TIP, l’iShares TIPS Bond ETF, che replica il movimento di prezzo di obbligazioni del tesoro americano indicizzate al tasso di inflazione con scadenza media ponderata di 7.4 anni
• IEF, l’iShares 7-10 Year Treasury Bond ETF, che replica il prezzo di obbligazioni del tesoro americano con scadenze tra i 7 e i 10 anni
Il movimento dell’indice TIP/IEF riflette le aspettative degli investitori, che, attraverso l’acquisto e la vendita dei due ETF, esprimono il loro sentiment. In particolare:
• Se TIP sovraperforma IEF, il mercato ha aspettative di crescita dell’inflazione
• Al contrario, se IEF sovraperforma TIP, il mercato ha aspettative di disinflazione (rallentamento dell’inflazione)
Come illustrato nell’immagine successiva, l’indice di sentiment è positivamente correlato al consumer price index misurato anno su anno e tende spesso ad anticiparlo.
La correlazione positiva tra TIP/IEF e tasso di inflazione USA anno/anno. Grafico mensile
Osservando la figura successiva, vediamo che l’indice è in ribasso dal 19 ottobre 2023. Questo suggerisce che gli investitori prevedono che il tasso di inflazione continuerà a diminuire nei prossimi mesi, avvicinandosi alla soglia del 2%.
Gli investitori prevedono un rallentamento del tasso di inflazione. Grafico giornaliero
LQDH/LQD è un indice che riflette le aspettative sui tassi di interesse, misurando la forza relativa tra due ETF obbligazionari:
• LQDH, l’iShares Interest Rate Hedged Corporate Bond ETF, che replica il movimento di prezzo di obbligazioni societarie investment grade coperte dal rischio “tassi di interesse”
• LQD, l’iShares Investment Grade Corporate Bond ETF, che replica il prezzo delle stesse obbligazioni in LQDH, ma non coperte dal rischio tassi di interesse.
La lettura dell’indice è simile a quella di TIP/IEF:
• Se gli investitori prevedono una politica monetaria restrittiva, LQDH sovraperforma LQD e l’indice sale; al contrario, se gli stessi prevedono una politica monetaria espansiva, LQD sovraperforma LQDH e l’indice scende
Come mostrato nell’immagine successiva, l’indice di sentiment è positivamente correlato ai tassi di interesse della Federal Reserve.
La correlazione positiva tra LQDH/LQD e tassi di interesse della Federal Reserve. Grafico mensile
Dal 19 ottobre 2023, le aspettative degli investitori sono per un taglio dei tassi di interesse.
Gli investitori prevedono un taglio dei tassi di interesse. Grafico giornaliero
Scendendo più nel particolare, gli investitori prevedono tre tagli dei tassi di interesse di 25 punti base per il 2024 (per un totale di 75 punti base), rispettivamente a maggio, luglio e novembre.
Gli investitori prevedono il primo taglio di 25 bps il 1° maggio 2024. Fonte: FedWatchTool
Gli investitori prevedono il secondo taglio di 25 bps il 31 luglio 2024. Fonte: FedWatchTool
Gli investitori prevedono il terzo taglio di 25 bps il 7 novembre 2024. Fonte: FedWatchTool
Quindi, è stato evidenziato che gli investitori stanno anticipando un ritorno alla fase 4 del ciclo economico, caratterizzata da crescita economica, disinflazione e riduzioni dei tassi di interesse.
2. DUE PORTAFOGLI DI INVESTIMENTO 50-50: UNO CICLICO ED UNO DIFENSIVO
In questo paragrafo, cerchiamo di raggiungere l’obiettivo dell’analisi: creare due portafogli di investimento per i primi mesi del 2024 (primi 3-6 mesi) che dovrebbero offrire buone performance in due scenari economici diversi. Il primo scenario, un’espansione economica, è stato descritto nel paragrafo precedente. Il secondo scenario, una recessione, rappresenta l’esatto opposto del primo e, al momento, non è affatto previsto dal mercato.
Nel caso di un’espansione economica, il portafoglio mostrato nella figura successiva potrebbe essere una buona scelta: un portafoglio 50-50 ciclico.
Il portafoglio 50-50 ciclico
Ecco la ponderazione percentuale:
• 25% XLK (ETF sul settore tecnologico)
• 25% XLY (ETF sul settore dei beni ciclici)
• 16.6% IEF (ETF sui titoli di stato USA con scadenza tra i 7 e i 10 anni)
• 16.6% LQD (ETF sulle obbligazioni societarie investment grade)
• 16.6% HYG (ETF sulle obbligazioni societarie ad alto grado di rischio)
Ora esamineremo i motivi per cui sono stati selezionati gli ETF sopra menzionati:
• Come abbiamo visto, quando il mercato anticipa un’espansione economica, l’indice SPHB/SPLV tende ad essere rialzista. Come illustrato nella figura successiva, l’ETF SPHB è principalmente influenzato dal settore tecnologico e dal settore dei beni ciclici, che insieme rappresentano il 55.06% di questo ETF
La ponderazione settoriale dell’ETF SPHB. Fonte: Invesco
Pertanto, è ragionevole prevedere che questi due ETF possano registrare buone performance quando gli investitori anticipano una crescita economica, come dimostrato nelle due grafiche seguenti.
Le prestazioni del settore tecnologico quando SPHB sovraperforma SPLV. Grafico settimanale
Le prestazioni del settore dei beni ciclici quando SPHB sovraperforma SPLV. Grafico settimanale
Ora esaminiamo la parte rimanente del portafoglio, quella obbligazionaria. Potreste chiedervi perché non sono stati inclusi ETF obbligazionari governativi a lunga scadenza, come il noto “TLT”. Il motivo è illustrato nelle grafiche successive.
Partiamo dal presupposto che una crescita economica è tipicamente accompagnata da un aumento della fiducia dei consumatori. La loro domanda di beni e servizi è legata al tasso di inflazione: se aumenta, è ragionevole aspettarsi un aumento delle aspettative di inflazione.
Questo è dimostrato nella grafica successiva: le aspettative di crescita o decrescita economica sono sempre accompagnate da aspettative di aumento o rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo.
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e TIP/IEF. Grafico settimanale
Ciò significa che, se gli investitori continuano a prevedere una crescita economica, a un certo punto (probabilmente) inizieranno a prevedere un aumento del tasso di inflazione. Se ciò dovesse accadere, TLT presenterebbe una performance negativa: il tasso di inflazione, infatti, rappresenta un rischio per le obbligazioni. Più esso aumenta, più gli interessi cedolari reali vengono erosi.
La correlazione negativa tra TIP/IEF e TLT. Grafico settimanale
Il motivo per cui sono stati inclusi due ETF su obbligazioni societarie è illustrato nelle due grafiche successive.
Quando gli investitori sono propensi al rischio, le obbligazioni societarie investment grade sovraperformano i titoli di stato. Grafico settimanale
Quando gli investitori sono propensi al rischio, le obbligazioni societarie high yield sovraperformano i titoli di stato. Grafico settimanale
Quando gli investitori sono propensi al rischio, tendono a investire i loro capitali in asset più rischiosi, tra cui le obbligazioni societarie, sia investment grade (leggermente più rischiose dei titoli di stato) che high yield (ancora più rischiose). Infatti, HYG e LQD sovraperformano i titoli di stato quando SPHB supera SPLV!
Un altro aspetto da considerare è che se ci si aspetta una crescita economica, ci si aspetta anche un aumento degli utili societari. Quando gli utili societari tendono ad aumentare, diminuisce la probabilità di default delle società e, per questo motivo, HYG e LQD tendono a performare bene. Questo è illustrato nella grafica successiva.
Quando gli utili societari tendono al rialzo, le probabilità di default delle società ad alto e basso grado di rischio (rappresentate dai due spread obbligazionari) tendono al ribasso. Grafico mensile
Non sono state scelte solo obbligazioni ad alto grado di rischio per una questione di diversificazione. Infatti, una diversificazione consapevole può contribuire a ridurre il rischio.
Ora, come mostrato nella figura seguente, presentiamo un portafoglio 50-50 difensivo, progettato per proteggere il capitale in contesti economico-finanziari caratterizzati da un atteggiamento di avversione al rischio, come una recessione.
Il portafoglio 50-50 difensivo
Ecco la ponderazione percentuale:
• 16.6% XLU (ETF sul settore delle utilities)
• 16.6% XLV (ETF sul settore sanitario)
• 16.6% XLP (ETF sul settore dei beni di prima necessità)
• 50% TLT (ETF su obbligazioni del tesoro americano a lunghe scadenze)
La scelta di XLU, XLV e XLP è semplice: come illustrato nella figura successiva, questi ETF sono i principali driver dell’ETF SPLV, contribuendo per il 60% al suo movimento.
La ponderazione settoriale dell’ETF SPLV. Fonte: Invesco
Il portafoglio dovrebbe comportarsi nel seguente modo:
• In caso di recessione, il mercato azionario avrebbe una performance negativa a causa della contrazione degli utili. Tuttavia, le società incluse negli ETF XLU, XLV e XLP, essendo difensive, dovrebbero avere una performance migliore del benchmark in quanto meno volatili (o, per l’appunto, a basso beta). D’altra parte, TLT dovrebbe avere un’ottima performance, essendo l’ETF tra quelli obbligazionari governativi con la più alta duration e, per lo stesso motivo, sarebbe quello a performare meglio in caso di taglio dei tassi
Le figure seguenti mostrano le prestazioni di tutti i componenti del portafoglio durante periodi di aspettative di rallentamento economico.
Le prestazioni del settore dei beni di prima necessità quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Le prestazioni del settore delle utilities quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Le prestazioni del settore sanitario quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Le prestazioni di TLT quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Nel prossimo paragrafo, esamineremo le prestazioni dei due portafogli dal 2012 ad oggi nelle fasi di risk on e risk off. Queste prestazioni saranno confrontate con quelle di un portafoglio 50-50 equilibrato, illustrato nella figura successiva, che è allocato con un 50% su SPY (ETF dell’S&P500) e un 50% su TLT.
Il portafoglio 50-50 equilibrato
Non ho presentato le metriche dei tre portafogli nel lungo periodo poiché l’obiettivo è capire come si comportano nelle fasi economiche favorevoli e non favorevoli, quindi in periodi di tempo più ristretti. Se desiderate vedere il loro comportamento dal 2008 ad oggi, potete commentare l’analisi nella sezione commenti in fondo alla pagina.
3. LE PRESTAZIONI DEL PORTAFOGLIO 50-50 CICLICO NELLE FASI DI RISK ON
Nelle figure successive, esamineremo le prestazioni del portafoglio ciclico rispetto a quelle del portafoglio equilibrato nelle fasi di risk on (quando SPHB/SPLV è rialzista) nei seguenti periodi:
• Giugno 2012 - Agosto 2014
• Febbraio 2016 - Giugno 2018
• Aprile 2020 - Novembre 2021
• Luglio 2022 - Ottobre 2023
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo giugno 2012-agosto 2014
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo giugno 2012-agosto 2014
Rendimenti annualizzati
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo febbraio 2016-giugno 2018
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo febbraio 2016-giugno 2018
Rendimenti annualizzati
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo aprile 2020-novembre 2021
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo aprile 2020-novembre 2021
Rendimenti annualizzati
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo luglio 2022-ottobre 2023
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo luglio 2022-ottobre 2023
Rendimenti annualizzati
È interessante notare come, nelle fasi di risk on, il portafoglio ciclico tenda a sovraperformare quello equilibrato. Se osserviamo i rendimenti annualizzati, c’è stato solo un anno (il 2014) in cui il portafoglio equilibrato ha registrato prestazioni migliori.
4. LE PRESTAZIONI DEL PORTAFOGLIO 50-50 DIFENSIVO NELLE FASI DI RISK OFF
Nelle figure successive, esamineremo le prestazioni del portafoglio difensivo rispetto a quelle del portafoglio equilibrato nelle fasi di risk off (quando SPHB/SPLV è ribassista) nei seguenti periodi:
• Settembre 2014 - Febbraio 2016
• Maggio 2018 – Marzo 2020
• Novembre 2021 – Giugno 2022
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo settembre 2014-febbraio 2016
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo settembre 2014-febbraio 2016
Rendimenti annualizzati
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo maggio 2018-marzo 2020
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo maggio 2018-marzo 2020
Rendimenti annualizzati
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo novembre 2021-giugno 2022
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo novembre 2021-giugno 2022
Rendimenti annualizzati
Nelle fasi di risk off, il portafoglio difensivo tenda a sovraperformare quello equilibrato. Se osserviamo i rendimenti annualizzati, c’è stato solo un anno (il 2019) in cui il portafoglio equilibrato ha registrato prestazioni migliori.
5. CONSIDERAZIONI FINALI
Per concludere l’analisi, vorrei fare alcune considerazioni finali:
• I due portafogli presentati sono poco diversificati e adatti solo a specifici contesti.
• Il portafoglio ciclico, in particolare, presenta un livello di rischio significativamente più alto rispetto al portafoglio difensivo. L’unico asset che fornisce una certa protezione è l’IEF, che però rappresenta solo il 16,6% del peso totale del portafoglio.
• Entrambi i portafogli potrebbero essere ottimizzati sostituendo alcuni ETF con altri.
A presto!
USDJPY punta i 154?Qui un riepilogo di analisi macro e analisi tecnica su USDJPY, un cambio molto sensibile ora ai fattori macroeconomici fondamentali che guidano l'operato della Bank of Japan.
MACRO
1. YCC (Yield Curve Control): La Bank of Japan è costretta a mantenere il più possibile i tassi di interesse sui livelli attuali onde evitare una catastrofe finanziaria con conseguenze impattanti l'economia reale del Giappone, una delle più importanti in termini di grandezza a livello globale. La BoJ non vuole toccare i tassi, bensì preferisce agire prima sul mercato obbligazionario e poi, in casi estremi, direttamente sul mercato valutario andando a comprare Yen in caso di una svalutazione massiccia contro il dollaro, cosa già avvenuta a fine 2022 e che potrebbe ripresentarsi a breve.
2. DIFFERENZIALE TASSI SUL MERCATO VALUTARIO: Comprare Dollari americani con tassi oltre il 5% mentre si vendono Yen con tassi negativi sul mercato monetario, spinge gli operatori a detenere UsdJpy nelle operazioni overnight, forti della debolezza che la Bank of Japan ha proprio sul mercato monetario. La "festa" della BoJ non può durare a lungo e gli operatori hanno sfruttato (e probabilmente sfrutteranno) questa debolezza della banca centrale giapponese. Lo Yen è strutturalmente debole
3. POSSIBILE INTERVENTO DELLA BOJ SUL FOREX: Data la debolezza strutturale dello Yen, è possibile, anzi quasi scontato, un intervento sul Forex da parte della Bank of Japan direttamente sul mercato valutario, pertanto la BOJ potrebbe sfruttare questa dinamica rialzista del cambio UsdJpy a proprio favore per trovare molte controparti a prezzi vantaggiosi proprio per la Bank of Japan stessa.
4. INFLAZIONE OLTRE I TARGET L'inflazione quest'anno ha toccato i massimi che non vedevamo dal 2014 e dal 1991, livelli che costringerebbero la BOJ ad una stretta che non farebbero mai se non tramite un acquisto mirato sul Forex direttamente su UsdJpy.
TECNICA
Unico appiglio tecnico è il rimbalzo visto questa settimana a ridosso dei 147,20/147,30 livelli che potrebbero fa ripartire le quotazioni al rialzo, stavolta non solo verso i livelli massimi dei 152, bensì verso i 154 e oltre. Volendo proiettare l'ultimo discesa dai 152 fino ai 147,50, ossia 450 punti, potremmo arrivare anche verso i 156.
EUR/USD. Breve storno del prezzo è auspicabilela price action rispetta in tutti i time frames gli entusiasmi dei mercati di questo periodo. Con gli indici azionari bullish e un dollaro che perde forza. Ma nei mercati niente può essere mai considerato scontato. Infatti, i rendimenti nelle breve distanze rimangono pressoché alti e il mercato del lavoro inizia a scricchiolare. D'altro canto abbiamo un'inflazione che, a detta di tutte le banche centrali, non è ancora da considerarsi un problema del passato, anzi. Il mercato sconta già tagli dei tassi e metà dell'anno prossimo, sia in America che in Europa, ma sarà davvero così? E se gli eccessivi entusiasmi portassero ad un rimbalzo dell'inflazione portato da una domanda che rinasce senza troppe fondamenta? Beh, in quel caso le banche dovranno tornare alla riscossa e, a quel punto, tutto questo entusiasmo potrebbe dimostrarsi una grossa bolla. Ma nessuno sa cosa davvero accadrà, come sempre. ;)
P.S. Scusatemi per come termina il video, non mi ero accordo che stavano scadendo i venti minuti!
Quando si parla di finanza, il tempo vola ;)
Cad/Jpy: Pin Bar con falsi minimiBuongiorno a tutti,
eccoci come di consueto per il classico appuntamento del fine settimana.
Quest'oggi il mercato prescelto è Cad/Jpy, cross valutario che vede come protagonisti i cambi Usd/Cad e Cad/Jpy.
Se andiamo infatti a dividere il prezzo di Usd/Jpy ( in questo momento a 149,447 ) e quello di Usd/Cad ( ora a 1,36393 ) ne risulterà il prezzo di cambio attuale di Cad/Jpy.
L'importanza della correlazione nel mercato forex è sempre in primo piano quando si vuole lavorare sugli incroci senza il dollaro USA e, più in generale, se si vuole diventare dei forex trader.
La price action di Cad/Jpy rispecchia la forza dell'ultimo periodo di cad e la debolezza di lungo termine di yen giappo e, in questa ultima settimana, si è creata una Pin Bar con falsi minimi del mini range precedente che mi offre l'opportunità per la prossima settimana di operare long su questo mercato.
Inoltre si avrebbe a favore anche lo swap overnight visto l'acquisto di valuta "forte" contro valuta "debole" da un punto di vista dei tassi di interesse delle due differenti banche centrali.
Nei prossimi giorni quindi valuterò una entry long su questo mercato in base alla price action che vedrò durante le sessioni daily e 6H.
Il fallimento della mia view si avrebbe con la rottura ribassista dei zona 107,00 in chiusura settimanale.
Anche per oggi è tutto, vi auguro una buona domenica e un buon TRADING SIMPLE!
EUR/GBP LONGCosa sta accadendo nel lungo periodo su OANDA:EURGBP
La coppia ha una tendenza di lungo periodo decisamente rialzista. Il prezzo ha rotto il massimo precedente ed ha avviato una fase di ritracciamento che potrebbe essere quasi terminata. La fase di ritracciamento è stata molto lunga ed è arrivata fino alla zona di demand generata dal precedente impulso. Se andiamo a misurare la lunghezza dell'ultimo impulso che ha provocato accettazione strutturale, ci si può rendere conto che il prezzo ha ritracciato in un area compresa tra l'origine dell'impulso e la zona del 75%, e quindi è all'interno della zona "discount", ovvero sottoprezzato.
Scenario nel timeframe operativo M15
Come ogni volta, vado a ceracre delle confluenze alla mia analisi di lungo periodo, scendendo nel M15, ovvero nel timeframe che io definisco operativo. Si può notare una chiara schematica di accumulazione di Wyckoff, quasi completata. La schematica ha fornito una fase di SPRING all'interno della demand di cui parlavo prima (rettangolo giallo nel grafico) e in concomitanza di un importante numero tondo ovvero lo 0.87000 che in precedenza ha svolto in modo impeccabile la funzione di supporto. Pertanto. anche nel breve periodo prevedo uno scenario long.
Entrata long
L'entrata long, che in questo caso è un entrata trend-following, andrà effettuata come ogni volta, sul JTC, ovvero dopo che il prezzo ha violato la resistenza superiore della schematica (trendline rossa) ed abbia effettuato un ritracciamento sulla stessa.
Impostazione di TP e SL
Per quanto riguarda lo SL, si può impostare aggressivo sotto l'ultima LPS, oppure conservativo sotto la fase di SPRING, in modo da evitare che un retest dello spring possa buttarci fuori dal trade in modo prematuro. Consiglio sempre quello conservativo, ma dipende dallo stile di trading. Per quanto riguarda TP1, lo imposterei poco sotto il massimo precedente, ovvero a 0.87600.
Gestione della posizione
Una volta che il trade avrà raggiunto TP1, è possibile chiudere metà della posizione, spostando lo Stop Loss a breakeaven e quindi azzerando il rischio associato all'operazione. L'altra parte di trade che viene lasciata aperta, pertanto, avrà un rischio pari a zero. Il livello del TP2 può essere impostato secondo la vostra scelta, a seconda delle vostre preferenze e delle vostre valutazioni.
Se volete, possiamo parlarne qui sotto nei commenti.
Grazie per l'attenzione e per il supporto.
Marco
NVIDIA: RISULTATI TRMESTRALI DA APPLAUSI, OMBRE CINESINvidia ha conquistato il podio delle performance azionarie con un rendimento annuale del 210%, trainato dalla sua leadership nel campo dei chip per l'intelligenza artificiale. L'azienda ha recentemente introdotto il chip H200, successore dell'H100, promettendo capacità e larghezza di banda della memoria superiori, contribuendo a consolidare ulteriormente la sua supremazia nel settore.
Le prospettive di crescita, secondo Standard & Poor’s, proiettano ricavi stimati di 54 miliardi nel 2024 e 79 miliardi nel 2025. Questi numeri evidenziano un notevole spazio di sviluppo nel settore, alimentato da costanti innovazioni e scoperte, come indicato nell'analisi macroeconomica precedente.
Tuttavia, una variabile geopolitica entra in gioco, poiché il governo americano stringe le maglie sulle esportazioni di chip in Cina, un attore rilevante nella competizione tecnologica. La buona notizia è che Nvidia ha saputo navigare in questa situazione, consentendo la vendita di chip non legati all'IA ma solo ai data center in Cina, un passo importante considerando che il 25% delle entrate di Nvidia nel settore dei chip per i data center proviene dalla Cina.
Nonostante il successo attuale, nel 2024 AMD entrerà nel mercato dell'IA, prospettando una sfida significativa per Nvidia. Sebbene ciò possa minacciare i margini, l'anticipata crescita della domanda potrebbe mitigare l'impatto. Gli analisti saranno in agguato per monitorare da vicino i ricavi dei data center, fondamentali per Nvidia, e terranno conto della situazione di OpenAI e delle condizioni economiche favorevoli al settore tecnologico.
Il rilascio del nuovo chip AI H200 da parte di Nvidia solleva interrogativi sulla competitività con AMD, mentre la valutazione attuale del titolo, circa 30 volte gli utili attesi, suggerisce un approccio prudente, eliminando il rischio di una bolla.
Nvidia ha letteralmente brillato nelle trimestrali appena divulgate. Il terzo trimestre ha visto l'azienda superare le aspettative degli analisti, registrando un EPS di 4,02 dollari su un impressionante fatturato di 18,12 miliardi di dollari. Un vero trionfo per l'azienda, che ha visto i data center segnare un record straordinario con un aumento del 279%, raggiungendo la cifra monumentale di 14,51 miliardi di dollari. Questo boom è stato guidato dalla crescente richiesta di chip per l'intelligenza artificiale, dimostrando la centralità di Nvidia in questo settore.
Il margine lordo rettificato ha raggiunto un sorprendente 75%, sottolineando la solidità finanziaria dell'azienda. Nel comparto dei giochi, Nvidia ha visto un aumento dell'81%, portando il fatturato a 2,86 miliardi di dollari. Questi risultati sono ancor più notevoli considerando le restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip in Cina.
Nonostante questo contesto sfidante, Nvidia ha sorpassato le stime degli analisti anche per il quarto trimestre, prevedendo un fatturato di 20,00 miliardi di dollari. Un punto da tenere d'occhio è la prevista diminuzione delle vendite in Cina, rappresentanti il 25% delle entrate nel settore dei chip per i data center. Tuttavia, Nvidia è fiduciosa nella robusta crescita in altre regioni, sottolineando la resilienza e la diversificazione dell'azienda di fronte alle sfide geopolitiche.
In sintesi, i risultati trimestrali confermano la posizione di Nvidia come leader indiscusso nel settore, con prospettive di crescita che entusiasmano gli analisti finanziari.
L'analisi evidenzia prospettive positive per il settore tecnologico, specialmente per le "big 7". Nvidia sembra promettente con ampi margini di miglioramento nel settore dell'Intelligenza Artificiale, prevedendo un possibile raggiungimento di nuovi massimi storici per il titolo.
Un indice di sentiment da monitorare attentamente: IEUS/EUNBuongiorno a tutti. Questa analisi ha l’obiettivo di presentare l’indice IEUS/EUN, che riflette le aspettative economiche dell’Unione Europea, e a esplorare le sue potenzialità.
Buona lettura!
1. ANALISI DELL’ETF “IEUS”
Iniziamo l’analisi introducendo il primo componente dell’indice di sentiment: IEUS. Esso è il ticker dell’iShares MSCI Europe Small-Cap che, come illustrato nella figura successiva, mira a replicare un indice composto da azioni di società europee a piccola capitalizzazione.
Ishares MSCI Europe Small-Cap. Grafico settimanale
Le due grafiche seguenti mostrano i primi 10 elementi del paniere dell’ETF e la distribuzione settoriale.
I primi 10 componenti dell’ETF. Fonte: iShares
La ponderazione settoriale dell’ETF. Fonte: iShares
Dal punto di vista tecnico, il prezzo ha mostrato un trend positivo a partire dal doppio minimo registrato tra il 28 settembre e il 13 ottobre 2022; dopo questa data, si è verificata una rottura della neckline. Dopo un re-test di questa struttura di prezzo, che è diventata un supporto, il prezzo ha ripreso a salire, creando un impulso rialzista che si è concluso il 2 febbraio 2023. Da allora, il prezzo ha mostrato un periodo di debolezza di 8 mesi, durante il quale ha formato un triangolo discendente, che ha avuto un breakout il 22 settembre. L’ETF ha mostrato un’elevata volatilità: infatti, ha registrato una performance negativa del -18.3% dai massimi del 19 luglio ai minimi del 27 ottobre. Tuttavia, l’ultimo periodo è stato positivo: grazie alla forte propensione al rischio degli investitori, il prezzo ha registrato un aumento del 15%.
Analisi tecnica MSCI Europe Small-Cap ETF. Grafico giornaliero
Possiamo concludere che, nel medio termine, il prezzo dell’ETF mostra una tendenza al ribasso. Tuttavia, nel brevissimo termine, si osserva una tendenza al rialzo.
2. ANALISI DELL’ETF “EUN”
Introduciamo ora il secondo componente dell’indice di forza, dal ticker “EUN”: esso è l’ETF iShares STOXX Europe 50, omonimo dello STOXX 50, che ha l’obiettivo di replicare un indice composto da azioni delle 50 principali società europee; esso è rappresentato nella figura successiva.
IShares STOXX Europe 50. Grafico settimanale
Le due grafiche seguenti mostrano i primi 10 elementi del paniere dell’ETF e la distribuzione settoriale.
I primi 10 componenti dell’ETF. Fonte: iShares
La ponderazione settoriale dell’ETF. Fonte: iShares
La configurazione tecnica del prezzo dell’ETF presenta un quadro diverso rispetto a quello osservato in precedenza per l’IEUS:
• Dai minimi del mercato ribassista del 2022, il prezzo ha registrato un forte aumento di oltre il 40%, raggiungendo il picco il 23 aprile 2023
• Dal 23 aprile 2023 e per i successivi sei mesi (fino al 27 ottobre 2023), il prezzo ha mostrato una tendenza al ribasso, con una perdita di circa il 12%.
• Nell’ultimo mese, si è osservato un nuovo aumento del 7.55%
Possiamo concludere che la tendenza a medio termine è al rialzo, con un incremento del 25.4% rispetto ai minimi del 27 settembre 2022.
Analisi tecnica iShares STOXX Europe 50 ETF. Grafico giornaliero
3. LA CORRELAZIONE TRA I DUE ETF E GLI INDICI DEI DIRETTORI AGLI ACQUISTI EUROPEI
È noto che l’andamento del mercato azionario è strettamente correlato all’intensità economica. In particolare, il mercato azionario tende a crescere con l’aumento dell’intensità economica e a diminuire con il suo indebolimento. Questo fenomeno può essere spiegato come segue:
• Nel medio periodo, le aziende incluse in un indice azionario diventano attraenti quando registrano forti utili. Un indice azionario, come illustrato nella figura successiva, tende ad essere ribassista dalla fase 1 alla prima metà della fase 2, rialzista dalla seconda metà della fase 2 alla prima metà della fase 5 e nuovamente ribassista dalla seconda metà della fase 5 alla fase 6
Il ciclo economico e le diverse tendenze del mercato azionario
Tuttavia, non tutti gli indici azionari di una specifica area, come l’Europa, sono correlati allo stesso modo con l’intensità economica. Un esempio è mostrato nelle due grafiche successive, che illustrano le correlazioni tra i due ETF, IEUS e EUN, e due indicatori chiave dell’economia europea: i PMI manifatturiero e dei servizi.
L’ETF IEUS è correlato positivamente ai due PMI dell’UE. Grafico mensile
L’ETF EUN è correlato positivamente ai due PMI dell’UE. Grafico mensile
È importante notare che entrambi gli indici azionari sono positivamente correlati ai due PMI. Tuttavia, la correlazione tra i due dati e le società small cap è più forte rispetto a quella con le società large cap.
Le diverse intensità dei coefficienti di correlazione
Questo fenomeno può essere spiegato dal fatto che le small cap sono più sensibili all’intensità economica rispetto alle large cap. Le prime, infatti, concentrano principalmente il loro business a livello nazionale ed europeo e sono quindi più sensibili alla domanda dei consumatori di queste aree. Al contrario le seconde, essendo multinazionali, dipendono dalla domanda nazionale, europea e globale, presentando quindi una maggiore diversificazione.
Questa maggiore diversificazione rende gli utili delle large cap meno volatili rispetto a quelli delle small cap. Di conseguenza, le small cap tendono ad essere più volatili e quindi più rischiose rispetto alle large cap. Per questo motivo, in periodi economici favorevoli, le società comprese in IEUS sovraperformano quelle comprese in EUN, mentre in periodi economici sfavorevoli accade il contrario.
Infine, costruendo un indice di forza tra i due ETF, IEUS/EUN, si ottiene un indice sulle aspettative economiche europee, che misura il sentiment degli investitori riguardo l’intensità economica nell’Unione Europea.
Come si può vedere nelle grafiche seguenti, l’indice di sentiment mostra una forte correlazione positiva con numerosi dati macroeconomici significativi dell’Unione Europea, incluso il PIL misurato su base annua.
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e PMI manifatturiero europeo. Grafico mensile
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e PMI sui servizi europeo. Grafico mensile
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e business confidence europeo. Grafico mensile
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e consumer confidence europeo. Grafico mensile
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e produzione industriale europea anno/anno. Grafico mensile
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e ZEW economic sentiment index. Grafico mensile
La correlazione positiva tra IEUS/EUN e PIL europeo anno/anno. Grafico a 3 mesi
4. LE ASPETTATIVE ECONOMICHE DEGLI INVESTITORI
Nella prossima grafica, si possono osservare le varie aspettative degli investitori dell’ultimo triennio:
• Un periodo di crescita economica dal 20 marzo 2020 al 5 gennaio 2021
• Una fase di incertezza dal 5 gennaio 2021 al 6 ottobre 2021
• Un rallentamento economico dal 6 ottobre 2021 al 10 ottobre 2022
• Un’altra fase di incertezza dal 10 ottobre 2022 fino ad oggi
Le diverse tendenze dell’indice IEUS/EUN dal 2020 ad oggi. Grafico giornaliero
La grafica successiva, invece, rappresenta lo stesso scenario, ma è espressa in termini di “ciclo economico”.
Le diverse fasi del ciclo economico prezzate dagli investitori dal 2020 ad oggi. Grafico giornaliero
Qual sarà la prossima fase del ciclo economico dell’Unione Europea? Ci troveremo in una fase 1 di recessione o in una fase 4 di espansione? Al momento, è difficile fare previsioni. Tuttavia, se l’indice di forza dovesse rompere al ribasso i minimi registrati il 18 ottobre 2022, la fase 1 di recessione sarebbe lo scenario più probabile. Al contrario, una rottura al rialzo del massimo relativo registrato il 2 febbraio 2023 potrebbe essere interpretata come un segnale positivo.
La grafica successiva evidenzia che, nel brevissimo periodo (a partire dal 25 ottobre), le small cap stanno sovraperformando le large cap. Questa sovraperformance coincide con la lettura positiva dell’ultimo comunicato dello ZEW Economic Sentiment Index, che misura la fiducia degli investitori e degli analisti europei su un orizzonte temporale di sei mesi.
IEUS/EUN è rialzista nel brevissimo periodo. Grafico giornaliero
Monitorerò nelle prossime settimane questo indice di sentiment e, nel caso di significative variazioni, realizzerò un’analisi di aggiornamento.
A presto!