Possibile triangolo ribassista
Attualmente la situazione euro dollaro sembra essere molto delicata anche alla luce della possibile decisione della FED sui tassi di interesse attesa per questa settimana.
Attualmente sembrano esserci un punto di controllo dei seller a 1.10835 e unoa 1.11054 la possibile rotturadi questi due punti di controllo potrebbe generare un trend rialzista con possibile supporto intorno a 1.12 dove sembrerebbe esserci un punto di controllo dei buyer.
Nel caso in cui i punti di controllo non vengano oltrepassati è possibile che si formi un trend ribassista con rottura della base del triangolo a 1.09251. Personalmente reputo questa figura di continuazione del trend come più probabile. Tuttavia per il momento il mio consiglio è di rimanere NEUTRI fino a sfondamento dei 2 POC a controllo seller o sfondamento della base del triangolo con conseguente conferma di indicatori tecnici che avvallino l'ingresso a mercato.
Fed
S&P 500 future: livelli chiave per la settimanaTorna a salire il future sull'S&P 500 rompendo positivamente lo schema laterale tra il supporto a 2822 e la resistenza a 2938 punti, facilitando per la prossima ottava l'ennesimo attacco ai massimi storici.
Gli investitori sempre più in ansia per le sorti dello scontro sui dazi tra Cina ed Usa sembrano scommettere su un definitivo accordo che sani definitivamente le rispettive pretese.
Ma sfortunatamente il tempo perso scambiandosi reciproche rappresaglie in materia di tariffe alle importazioni, non ha fatto altro che indurre le imprese a ridurre gli investimenti e per questa via i ciclo economici cinese e tedesco rallentano vistosamente.
Dunque per quanto riguarda l'indice più rappresentativo dell'azionario americano la proiezione verso quota 3000 punti è senz'altro positiva, ma aumentano concretamente i rischi di un ritorno dei venditori e della volatilità.
Entrambi capaci come è avvenuto in varie sedute d'agosto, di produrre oscillazioni notevoli e quindi di attaccare con rapidità i supporti più sensibili, quali 2930 e 2890 punti apparentemente distanti ed al sicuro.
Non è dello stesso avviso l'indicatore di trend cci che marcia spedito a 160 punti verso livelli d'ipercomprato, valutando correttamente l'ultimo minimo relativo a 2820 punti, il 26 agosto scorso, come punto d'appoggio per la ripresa degli acquisti o meglio la fine delle vendite.
Ora la prospettiva più concreta è quella di tentare il superamento almeno dei 3000 punti, che potrebbe innescare sia nuovi massimi storici che limitate prese di profitto entro la fascia di supporto compresa tra 2960 e 2930 punti.
La riconferma di questi livelli sarà fondamentale per rilanciare definitivamente l'attacco ai massimi storici anche tardando una settimana in più per convincere i compratori più scettici.
Al contrario eventuali cedimenti del blocco di supporto citato, unito al meno esposto avamposto di 2930 punti, rischiano non solo di respingere i corsi dai massimi ma soprattutto di creare le condizioni per correzioni di più ampia respiro, superando gli sbarramenti a 2887 e 2840.
Il doppio massimo decrescente che risulterebbe dall'ipotetica prospettiva ora delineate, potrebbe dunque innescare un ribasso verso il test cruciale di quota 2750 punti, scenario alternativo decisamente improbabile.
Strategie operative sul S&P 500
Per le posizioni long: nell'eventualità di un mancato ingresso a prezzi più bassi e vantaggiosi, effettuati in prossimità dei break out di 2890 e 2940 punti, acquisti ai prezzi attuali appaiono particolarmente rischiosi.
Non solo per le ridotte prospettive di profitto quanto soprattutto per i livelli di stop e le probabilità di una loro verifica, meglio collocare lungo quota 2925 pendenti con stop di massimo 20 punti e target oltre 2975 pt.
Per le posizioni short: attendere possibili conferme, usufruendo di grafici intraday, della resistenza 2990, rischiando al massimo 15 punti e target sotto quota 2938 pt.
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaAgghiacciante ed avvilente settimana per l'Euro/Dollaro che comprime la propria escursione oltre ogni immaginazione, rendendo difficile qualunque approccio operativo ad esclusione dello scalping.
Non vengono infatti aggiornati i minimi sotto quota 1.1040 in quanto l'atteso intervento del governatore Fed ha innescato ricoperture prudenziali, con l'effetto di ampliare il recupero oltre quota 1.1160 usd.
Rimbalzo in queste ore compromesso dall'evidente ritorno delle vendite che spingono i corsi verso un nuovo test di quota 1.1120 usd.
Infatti Il canale ribassista che domina lo scenario di medio termine tiene a bada le velleitarie spinte rialziste, che si fermano lungo la linea di tendenza che sovrasta i prezzi lungo 1.1180 usd.
Ciò consente già oggi di valorizzare con in piccolo profitto l'indicazione data la scorsa settimana di vendere il supporti a 1.1140, incrementando anche oltre 1.12 gli ordini.
Mentre per rendere più concrete le aspettative di un prolungamento della salita occorre evitare sia la rottura di quota 1.1080, che raggiungere chiusure al di sopra di 1.1140, come dimostra l'andamento dell'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero.
Infatti nonostante un solido andamento discendente il netto recupero dei valori sopra quota - 50 pt, riduce l'aspettativa di nuovi minimi durante le prime sedute di questo ottava.
Ma la prospettiva di fondo non cambia a meno che improbabili quanto improvvise notizie di ordine macroeconomico e di politica monetaria europea, non capovolgano il quadro tecnico attuale contribuendo a spingere i prezzi oltre 1.1230 usd.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long : acquistare lungo il possibile test di quota 1.1080 rischiando al massimo 60 pips ed un target sopra 1.1140 usd.
Con un profilo di rischio di rischio maggiore iniziare ad accumulare posizioni rialziste impiegando basse quantità di capitale, ampliando lungo quota 1.1040 gli ingressi al rialzo.
Lo stop loss complessivo non deve superare i 70 pips ed il target ambizioso oltre 1.1120 usd.
Per le posizioni short : continua a vendere le folate rialziste oltre 1.1150 e 1.1190 puntando al target sotto quota 1.1080 usd e rischiando al massimo 70 pips
USD/JPY: Dollaro sempre più in difficoltàNon si placano le vendite che da circa due settimane hanno spinto il Dollaro Usa verso i minimi relativi di fine 2018, in pieno flash crash a 104.65 jpy.
Le quotazioni infatti si dirigono verso l'obiettivo fino a pochi giorni fa considerato irrealistico di quota 104.40 jpy, aggiornando i minimi annuali e soprattutto conferendo al trend ribassista una tendenza inaspettata.
Dall'inizio del mese di giugno i corsi del cambio hanno gradualmente perso terreno, non riuscendo mai a recuperare i massimi relativi lasciati alle spalle come quota 112.20 o 110.80 jpy.
La sola differenza nell'alveo di questa potente dinamica discendente di lungo periodo è rappresentata dalla stabilizzazione di quota 107.80 ed il successivo "fissaggio" della resistenza a 108.90 jpy a fine luglio.
Il violento dietro front dai massimi citati si è trasformato in un autentico crollo, che ha visto andare in frantumi tutti i supporti rimasti da 106.40 a 105.80, con l'ultimo baluardo a 104.90 prossimo alla disfatta.
Infatti sebbene l'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero segnali l'inizio di una divergenza rialzista, i corsi non vengono interessati da una netto aumento della pressione in acquisto.
Permane dunque la fosca prospettiva che i ribassi non siano terminati e che la speranza di capovolgere il trend almeno nel breve termine sia quasi nulla, a meno che non venga superata entro poche sedute quota 106.40 e 107.10 jpy a seguire, scenario difficile a concretizzarsi.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long: operazioni contrarie al trend di fondo vanno valutate tenendo conto della probabilità di incorrere in stop loss.
Più in particolare attendere la stabilizzazione di un valido supporto che contenga le spinte ribassiste ancora potenti, ad esempio lungo quota 105 o più in basso a 104.70 jpy.
Per le posizioni short: collocare lungo le resistenze a 106.40 e 107.30 ordini pendenti, con stop di massimo 70 pisp e target sotto quota 105.70 jpy.
Con profilo di rischio minore attendere il test della resistenze a 106.70 e cumulare nuove posizioni al ribasso nell'eventualità i prezzi raggiungano 107.30 jpy, con stop loss unico a 107.80 e target sotto 106.40 jpg.
DXY DCon i tagli dei tassi d'interesse per il dollaro c'è stato un rialzo però la quotazione si sta avvicinando alla soglia di un TRIPLO MASSIMO che... se corretto porta ad un grande rialzo da parte del DOLLARO.
Io mi aspetto fra due/tre giorni un ribasso del DXY.
E' anche vero che bisogna anche vedere di quanto è il taglio che ora.. sembrerebbe essere di 0,25 punti basici.
USDJPY: cosa nascondono i rialzi recenti? Il Dollaro continua lento ed inesorabile ad accumulare piccoli guadagni nei confronti dello Yen, in quanto da oltre una settimana il forte supporto a quota 107.25 ha ridato spinta rialzista alle depresse quotazioni del cambio.
Nella fase attuale in vista della riunione del FOMC di domani, con il taglio dei tassi d'interesse di un quarto di punto, il Dollaro troverà difficilmente nuovi acquirenti in grado di spingere oltre le resistenze i corsi.
Più in dettaglio dopo la white candle di giovedì scorso, le successive small candle e doji line sebbene contribuiscano a ritoccare i massimi relativi a 108.95 jpy, non suggeriscono ulteriori segnali di un netto salto di qualità negli acquisti.
Troppo delicata l'attuale fase sull'intero mercato Forex per rischiare posizioni rilevanti nelle due direzioni possibili.
Più facile desumere indicazioni utili dal cci che misura le difficoltà del trend rialzista di oltrepassare gli ostacoli rappresentati da 109.20 e 109.70, obiettivi strategici in vista del ripristino del trend rialzista di medio termine a 110.60 jpy.
La china discendente intrapresa in mattinata non pregiudica la struttura ascendente di breve termine, mentre quella di medio e lungo termine rimarranno quasi sicuramente ancora ribassiste, vista la distanza dei prezzi a recuperare la resistenza più importante a 111.05 jpy.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long: collocare lungo quota 108.20 un ordine pendente, con stop loss di massimo 60 pips ed un target oltre 109.30 jpy.
Con un profilo di rischio maggiore anticipare ingressi al rialzo ai prezzi correnti, intorno 108.40, impiegando piccole quote di capitale da distribuire nell'eventualità di ribassi fino quota 107.70, con stop unico a 107.30 e target oltre 108.90 jpy.
Per le posizioni short: collocare lungo la resistenza di 109.40 e 109.70 ordini pendenti in vista di un fallimento del test, con target 108.30 e stop unico a 110.20 jpy.
GBPUSD Nuovi minimi in vista? - MarketView del 30 Luglio 2019FX:GBPUSD
La sterlina continua a perdere terreno ed è proiettata verso nuovi minimi storici. Il prezzo sembra aver scontato la politica monetaria della FED.
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EUR/USD: livelli chiave per la settimanaBrutta chiusura di settimana per l'Euro/Dollaro che perde il forte supporto 1.12, in piedi da oltre un mese, avvicinandosi ai minimi di maggio scorso con la prospettiva che i ribassi non siano finiti.
I prezzi infatti si dirigono con maggiore velocità, dopo mesi di stallo, verso i supporti di medio/lungo termine sotto quota 1.1120 peggiorando una dinamica ribassista in essere da tempo.
Gli indicatori di trend come il cci sul grafico giornaliero virano in zona ipervenduto, ufficializzando il salto di qualità dei venditori, capaci nei prossimi giorni di spingere i corsi su valori ancora più bassi come ad esempio a 1.1020 usd.
Questo importante livello di sbarramento superato l'ultima volta nel lontano maggio 2017, ora non è più così distante e sarà importante valutare gli effetti sui corsi martedì dopo la riunione della FED, che espliciterà la propria politica monetaria in materia di tassi.
Il previsto taglio dei tassi d'interesse non sarà il tema principale a tenere banco, quanto le proiezioni future sulla dinamica della crescita del PIL e sul tasso d'inflazione, escludendo probabilmente di calendarizzare nuovi interventi.
Un euro così basso non facilita certo l'opera di aggiustamento del deficit delle partite correnti USA, che rischia di esacerbare l'escalation sui dazi da parte dell'amministrazione Trump anche nei confronti dell'Europa, continente votato ormai da un secolo alle esposizioni.
Dunque oltre a profilarsi uno scontro valutazione tra le maggiori valute mondiali, gli operatori dovranno monitorare con maggiore attenzione l'evoluzione ribassista attuale.
Ciò in quanto non sono da escludere sussulti improvvisi verso l'alto ad esempio oltre quota 1.1230 prima e 1.1280 a seguire.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: collocare lungo quota 1.1070 un ordine pendente confidando in un veloce rimbalzo verso quota 1.1210, rischiando al massimo 60 pips di stop loss.
Con un profilo di rischio maggiore anticipare ingressi al rialzo ai prezzi correnti, suddividendo il capitale totale destinato all'operazione.
Ciò consentirà di approfittare di prezzi più bassi, fino quota 1.1040, con un rischio massimo di 60 pips ed un target oltre 1.1180 prima e 1.1240 a seguire.
Per le posizioni short: ingressi al ribasso immediati appaiono ora tardivi rispetto anche alle indicazioni corrette fornite la scorsa settimana, per cui meglio optare per la classica strategia di attendere i prezzi al varco.
In tal senso distribuire più ordini pendenti lungo quota 1.1340, 1.1250 e 1.1180, rischiando al massimo 70 pips complessivi ed un target sotto 1.1020 usd.
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaChiusura di settimana negativa per l'Euro contro Dollaro che torna a testare come prassi consolidata la fascia di supporto compresa tra 1.1190 e 1.1220, perno essenziale della lunghissima quanto remunerativa fase laterale della moneta unica.
Se l'attuale struttura dei tassi tra le aree monetarie Europea e quella Statunitense non verrà modificata in senso di un restringimento del differenziale, sarà difficile aspettarsi sostanziali cambi di tendenza dei prezzi.
La resistenza di medio termine a 1.1570 è troppo distante visti gli attuali livelli di volatilità, con il range medio dell'Euro inchiodato a meno di 120 pips settimanali ed una tendenza discendente mai messa in discussione.
Inoltre continua a consolidarsi la trendline discendente che unisce i massimi relativi lungo 1.1420 e 1.1280, aumentando le prospettive ribassiste anche per questa ottava, con il supporto a 1.1140 che potrebbe tornare ad essere testato.
L'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero offre in tal senso una sintesi completa, con i valori stabilmente negativi e una struttura orizzontale della linea che non lascia dubbi sull'operatività da organizzare lungo eventuali sussulti oltre le resistenze, di 1.1280, 1.1330 e 1.1410 dollari.
Troppo fragili sono le prerogative rialziste mostrate per cambiare l'ottima strategia di vendere lungo i livelli citati, tra l'altro beneficiando ancora di un sostanzioso swap sulle posizioni contro Euro.
La prospettiva rialzista più concreta per la settimana è legata a nuovi tentativi di superare quanto meno quota 1.1380, da cui sarà interessante verificare per l'ennesima volta il probabile fallimento del break out di 1.1430 usd.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: collocare lungo il supporto consolidato a 1.1140 dollari un ordine, con stop di massimo 60 pips ed un target oltre 1.1240 usd.
Con un profilo di rischio maggiore sfruttare la fascia di supporto "pluri testata" lungo 1.1210, da cui potrebbero partire ciclicamente rimbalzi di breve intensità non oltre 1.1270 dollari, rischiando al massimo 40 pips di stop loss.
Per le posizioni short: come anticipato sfruttare possibili rimbalzi lungo le resistenze di 1.1260, 1.1330 e 1.1410 dollari, con uno stop loss poco oltre 1.14 e target sotto 1.1210 usd.
Con un profilo di rischio maggiore collocare, sfruttando il grafici orario, il tentativo di oltrepassare quota 1.1240 da cui potrebbe partire un remunerativo aggiornamento dei minimi sotto 1.1140, rischiando al massimo 40 pips.
USD/JPY La coppia dollaro yen ha oltrepassato, e sta attualmente ritestando l'importante support/resistenza al livello di prezzo 108.000. A testimoniare l'importanza di questo livello, sul grafico settimanale si può notare che esso coincide con il rintracciamento di fibonacci 0.618, più volte testato
durante egli ultimi due anni.
Da un punto di vista fondamentale, ciò che rafforza la mia idea di andare short è la previsione che la FED decida effettivamente di abbassare i tassi d'interesse, da cui un possibile deprezzamento del dollaro.
FTSEMIB - la volatilità è ormai sovranaBuongiorno a tutti cari traders
Cosa succede adesso al nostro indice?
Se sul fronte rialzista, si punta ai 21.300/21.400 prima e 21.600 poi, mentre sul fronte ribassista, nuove vendite potrebbero arrivare soltanto con lo scivolamento al di sotto dei 21.100, c'è una sola certezza.
Viviamo periodi di elevata volatilità. Personalmente spero questa si riduca, con un assestamento delle quotazioni su questi livelli, prima di riprendere la corsa verso i 22.000
Voi cosa ne pensate? scrivetelo nei commenti o contattatemi in privato
TradingCoach
Wall Street ad un soffio dai massimi storiciNon si arresta la corsa al "rialzo" dell'indice USA SP500, che recupera quasi quasi i massimi 2018.Complice del rimbalzo di Wall Street sono gli ottimi risultati economici a partire dal PIL per finire all'occupazione passando per i tassi di interesse.In realtà per i tassi la Federal Reserve Bank ha tagliato le stime di rialzo, un'azione che sembra segnalare la forte circolazione di dollari, a conferma i minimi battuti da EUR VS USD che ancora insistono sul supporto di 1.11/1.12 .Ma torniamo all'indice azionario, che ancora mantiene una impostazione di RISK ON.I massimi di resistenza per l'indice SP500 sono da individuarsi ai livelli degli storici del 2018 e cioè 2915 / 2940 punti indice.Il superamento di questi massimi di resistenza proietteranno l'indice verso i 3000 punti indice e saranno i nuovi massimi storici, oltre a creare un nuovo campione di stagionalità.Mentre i minimi supportivi sono 2850 / 2815 punti indice, e successivamente i livelli supportivi sono 2775 / 2730 punti.Rimarranno sempre vivi i livelli di supporto psicologico tra cui a tutto tondo 2800 punti, ultimo supporto ad essere testato al rialzo/rimbalzo.
Buon Trading
SantePTrader
USD/JPY: i venti di crisi stendono il DollaroLe parole di Powell circa un possibile rallentamento del ciclo economico statunitense, unite ai pessimi dati provenienti dall'economia tedesca si trasformano in un cocktail letale per le speranze di record sugli indici azionari.
A loro volta le paure degli investitori circa un brusco calo della crescita si diffondono al Forex, in crisi di volatilità, riaccendendo l'interesse sui cambi maggiori.
Infatti per quanto riguarda il recente andamento del Dollaro nei confronti della Yen, le difficoltà dei prezzi durate settimane, a superare la forte resistenza di 112.20, si sono tradotte in un progressivo deterioramento della spinta rialzista.
Evidentemente gli operatori hanno ben calcolato come fosse prematuro investire nuove risorse al fine di spingere i prezzi oltre la forte resistenza di 112.40 yen, iniziando a monetizzare il rimbalzo dai minimi di dicembre.
Il consolidarsi del rallentamento economico in Europa e la riduzione attesa degli aumenti di crescita economica negli Usa, aprono a scenari recessivi facendo prevedere possibili tagli dei tassi non prima del 2020.
Tale situazione dovrebbe ridurre bel medio termine la forza del Dollaro Usa, spingendo verso l'alto le altre valute come l'Euro che adesso cerca disperatamente di non violare il supporto sotto 1.12 dollari.
Nel breve termine le prospettive per il cambio comunque si fanno più difficili, visti i valori negativi registrati dall' i ndicatore di trend cci sul grafico giornaliero.
Infatti in corrispondenza del picco dei prezzi il 14 marzo a 111.80, la linea del cci segnalava la netta perdita di pressione rialzista assumendo valori decrescenti, culminati con l'invasione del quadrante negativo che certifica il cambio del trend.
Il possibile test del supporto a quota 109.40/20 sarà fondamentale per capire le implicazioni e le potenzialità della nuova tendenza ribassista.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long : attendere la verifica del supporto posto a 109.40 prima di rischiare posizioni rialziste, aprendo un ordine con stop a 108.70 e target oltre 110.20 yen.
In alternativa con un profilo di rischio maggiore iniziare ad acquistare ai prezzi correnti, distribuendo piccole quantità di capitale in rapporto al totale destinato, lungo la fascia di prezzo compresa tra 110.30 e 108.30, con stop loss unico a 107.80 e target 111.20 prima e 111.80 a seguire.
Per le posizioni short : attendere con pazienza eventuali rimbalzi in prossimità di 110.90 distribuendo un secondo ordine di vendita a 111.40, con stop loss unico a 1112.10 e target sotto 110.20 yen.
Dollaro forte sull'euro dopo la FEDNelle ultime due settimana l'euro ha mostrato forza nei confronti del dollaro a tal punto da portare il cambio alla rottura al rialzo della trendline decrescente partita a settembre 2018. Rottura riassorbita immediatamente dopo la comunicazione della FED di non rialzare i tassi per il 2019. Nelle ultime due sedute della settimana le quotazioni hanno ripuntato verso il basso dimostrando una grande forza del dollaro. Il livello da monitorare è sempre il supporto a 1.1220 che pesa sulle quotazioni dal 2017.
Fed Fund la decisione del FOMCLa FEDERAL RESERVE BANK si è accorta che il dollaro in salita ed i tassi al rialzo stanno causando qualche rallentamento economico in USA.
Il FEDERAL OPEN MARKET COMMITTEE, potrebbe quindi lasciare il tasso ufficiale invariato oggi.La FEDERAL RESERVE BANK si era impegnata a non aumentare i tassi sopratutto a fronte dell'ultimo sgambetto teso a TRUMP.
Intanto il dollaro forte non ha prodotto i risultati attesi, forse causa è il rallentamento economico globale e la volatilità dei mercati finanziari.Intanto le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, a dimostrazione non ultimo la previsione ribassista di Mario DRAGHI presidente di BCE.
Buon Trading
SantePTrader
Analisi dei movimenti dell'oro Dopo aver aperto una posizione long, il prezzo è partito subito al rialzo andando a testare la resistenza posta in area 1350$ l'oncia circa. Da qui è iniziata una serie di vendite che l'han riportato nuovamente al punto d'ingresso a mercato, con un retest del supporto statico situato a 1280$. Sia tecnicamente che fondamentalmente lo scenario è rimasto invariato: nel medio periodo il trend rimane rialzista e verrebbe invalidato solo nel caso in cui il supporto statico posto a 1265$ venisse violato al ribasso e ci fosse una chiusura daily al di sotto. Da un punto di vista tecnico, le EMA principali sono aperte verso l'alto (uptrend) e la nuvola di ichimoku sta facendo da supporto alla quotazione, ovviamente prendendo in considerazione tf dal daily in su. Da un punto di vista fondamentale, l'incertezza che veleggia ancora intorno alla FED e alla sua politica monetaria che adotterà nel 2019, politica che gli analisti prevedono più morbida rispetto alle attese facendo svalutare il dollaro americano nelle prossime settimane/mesi, sarà il fattore cruciale che porterà questa commodity a testare l'area dei 1400 dollari circa entro la fine del primo semestre del 2019. Noi rimaniamo posizionati al rialzo sull'oro.
NZD/USD: ora di risalire Per quanto riguarda il cambio NZDUSD, il prezzo è tornato a testare il supporto dinamico principale su tf daily, ovvero la EMA200 periodi che passa per i 0.68 circa. Qualche millimetro più su c'è un altro supporto chiave, quello statico individuato dal 61.8% del ritracciamento di Fibonacci: la non violazione di questa forte area di supporto con conseguente rimbalzo della quotazione fa propendere gli investitori a posizionarsi long su questo cambio.
Questo scenario trova conferme anche nell'analisi fondamentale, in quanto è molto probabile che fino a fine marzo/aprile il dollaro americano possa subire svalutazioni in seguito alla decisione della FED: la politica monetaria restrittiva che avevano annunciato ad inizio 2018 si fermerà fino a quando non si noterà un netto miglioramento dell'economia USA.
Il primo target che ci aspettiamo venga raggiunto è quello in area 0.695, dove è situata la resistenza individuata dal 50% del ritracciamento di Fibonacci.
Eur/Usd: Target confermato Per quanto riguarda il cambio EURUSD, lasciamo ancora aperta la posizione buy che abbiamo in portafoglio in quanto nel brevissimo periodo continuiamo a vedere un uptrend su questa coppia di valute.
Tecnicamente la zona di supporto posta a 1.127 ha tenuto facendo rimbalzare il prezzo come da aspettative. Lo scensario fondamentale non è variato e l'altro ieri, dopo la pubblicazione dei verbali FOMC, ci sono state ulteriori conferme: tutti i partecipanti hanno espresso la necessità di continuare a monitorare attentamente gli sviluppi finanziari del mercato, dato che alcuni downside risk sono incrementati. Tra le maggiori note positive, vengono ricordati il forte mercato del lavoro e l’inflazione vicina al target.
Molti partecipanti hanno detto che ulteriori aumenti dei tassi sarebbero necessari solo nel caso in cui l’inflazione si rivelasse più alta di quanto previsto. L’economia, nel 2019, continuerà a crescere ma non come nel 2018.
I partecipanti marker hanno evidenziato che i fattori determinanti, nei mesi a venire, all’elevata volatilità saranno un outlook più debole e maggiori incertezze sulle economie straniere, in particolare Europa e Cina. Viene segnalata anche la percezione di politiche a maggior rischio, e il parziale shutdown del governo federale.
I verbali FOMC confermano le ipotesi riguardanti le preoccupazioni della Federal Reserve per le questioni politico-economiche internazionali, come la debolezza della Cina e l’incertezza dei Paesi europei. Jerome Powell, nella conferenza stampa dello scorso Gennaio, aveva già dichiarato di temere le ripercussioni della Brexit e un ulteriore shutdown. Quello da poco concluso potrebbe già avere un impatto sul PIL statunitense.
Il target di questo cambio rimane in zona 1.14 circa nel brevissimo termine, mentre nel breve potrebbe spingersi anche a 1.15.
Powell Trump e il rallentamento europeoAttesa per il discorso del presidente della Federal Reserve Bank questa sera, anzi questa notte in italia.
Il presidente della FED Powell avrà il difficile compito di aggiornare la sua nazione circa la politica monetaria ed economica degli USA, e lo farà a pochi giorni di distanza dal discorso di "Trump" sullo stato dell'Unione.
Durante il discorso del presidente USA sullo stato dell'Unione, i temi toccati sono stati diversi tra cui primo fra tutti lo shutdown, l'immigrazione ed il muro messicano, proprio lo shutdown ha causato il rinvio del discorso sull'Unione, il Governo Trump e i Democratici di fatto hanno dovuto confrontarsi circa la ricerda di fondi da stanziare proprio per il muro, ed è fatto noto che i Democratici sono più numerosi dei Repubblicani di Trump e di "muri" poco vogliono sentir parlare.
Intanto il quadro tecnico economico dell'azionario USA ed in particolare dell'indice s&p500 è migliorato, di fatto l'indice azionari più capitalizzato del mondo raggiunge e si aggancia alcune resistenze che sino a poche settimane fa erano improbabili da raggiungere, parliamo dei famosi 2700 punti indice.
Di fatto i 2700 punti indice per tutto il mese di ottobre e novembre 2018 sono stati i livelli di equilibrio che hanno supportato l'indebolimento dell'indice americano, appena a dicembre il livello dei 2700 punti è stato abbandonato la volatilità dello stesso indice ovvero VIX ha iniziato a muoversi verso nuovi massimi e cioè 27 punti.
Il rimbalzo dell's&p500 può considerarsi finito? Forse no e forse sì, per ora dopo le trimestrali contrastanti delle azioni americane, i livelli di resistenza dei 2700 punti si accoppiano alal disceda del VIX che segna 16 punti e perde 11 punti di volatilità dai minimi di dicembre 2018 a 2315 punti indice.
Un passo importante che evidenzia come alcuni gestori forse forse iniziano ad accettare il rischio azionario.
I livelli tecnici per cavalcare il rialzo sono le resistenze da superare, una prima spinta rialzista potrà verificarsi al superamento dei 2750 che nel breve raggiungerà le resistenze che si trovano tra i 2760 e 2800 punti, gradito sarà se il movimento al rialzo è accompagnato da una volatilità bassa e quindi con il VIX sotto i 20 punti, se però quest'ultimo dovesse superare i 20 punti allora i livelli di supporto per cavalcare il ribasso saranno 2675 punti indice prima e 2520 punti indice dopo.
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SantePTrader
UsdPln, fra i cambi esotici uno dei più interessantiLa Fed sembra aver messo fine al rialzo del dollaro americano sopratutto contro le valute emergenti. La stagionalità è a favore di un indebolimento di questo cambio. La Polonia vive una buona fase di espansione. Storno prezzi in arrivo con target interessanti
UsdNok, fra Fed e PetrolioMarzo ed aprile la stagionalità è nettamente ribassista. Petrolio in salita anche se la Norvegia non è vincolata solo a questo e Federal Reserve attendista, ci danno buoni spunti alla rottura e retest della trendline settimanale per un ingresso short che può spingersi fra il 50 ed il 61.8 di Fibonacci del movimento rialzista principale
Eur/Usd: tanto equilibrio grazie ad un deal tra BCE e Fed?Il colpo di reni finale salva l'EURUSD dalla capitolazione dei minimi a 1.1290, ultimo supporto insieme al più distante di 1.1210 che ancora una volta sostiene la fase laterale attuale.
Con il recupero messo in atto venerdì i prezzi confermano la tenuta del rigidissimo schema compreso tra 1.1290 e 1.1590 dollari, ormai in piedi da oltre tre mesi.
Sembra quasi che l'equilibrio dei corsi entro questa fascia di oscillazione, sia il frutto di un "patto di non belligeranza" tra le due più potenti banche centrali al mondo ovvero la BCE e la FED .
Ciò accadrebbe a dispetto della tanto decantata non manovrabilità del Forex e soprattutto del cambio dove avvengono in assoluto le maggiori transazioni.
Probabilmente manovre sul cambio sono molto difficili nel lungo periodo, ma nel breve le cartucce a disposizione dei governatori centrali possono efficacemente orientare le scelte d'investimento degli operatori.
Ognuna delle due infatti difficilmente tollera le fasi di eccessiva volatilità del cambio o peggio di una sua disastrosa rivalutazione, con riflessi negativi sull'esportazioni e sulla dinamica dell'inflazione.
Ulteriori svalutazioni dell'Euro ai danni del Dollaro metterebbero in seria difficoltà le istituzioni politiche americane, impegnate in una complessa trattativa con il primo paese manifatturiero del mondo(la Cina).
Istituzini orientate a ridurre il deficit commerciale che insieme a quello statale e alla crescita del debito pubblico, rischiano di minare le fondamenta della economia Usa.
Ciò a sua volta manderebbe in tilt l'economia europea storicamente votata a sostenere il proprio sviluppo economico con le esportazioni, come dimostra i decennali surplus commerciali di 2 stati dei 4 stati più importanti dell'euro zona( Germania e Italia ).
L'analisi grafica su EUR/USD
L'engulfing bullish, pattern candlestick dalla valenza positiva, di venerdì consente di sperare in una ripresa degli acquisti verso il recupero di 1.1470 prima e di 1.1530 in seguito dove probabilmente i prezzi perderanno la propria spinta.
Ciò renderà difficile il superamento di quota 1.1620 e soprattutto di 1.1725, sperando in un breakout rialzista di breve termine.
Le Strategie operative su EUR/USD
La rigidità prolungata della fascia di contenimento dei prezzi tra 1.157 e 1.1290 rende l'operatività semplice: vendere le resistenze di 1.1490 e 1.1560 con stop unico a 1.1610, target sotto 1.1350.
Specularmente acquistare i supporti a ridosso di 1 .1320 come indicato in precedenza, con stop loss sotto 1.1220 e target oltre 1.1380.