ANALISI FONDAMENTALE EURUSD SETTIMANA DAL 27 APRILE. FX:EURUSD
Salve a tutti, la settimana si è conclusa negativamente per il cambio l'eurusd causa fallimento del test del primo farmaco contro il Covid-19. Nella giornata di venerdì cè stato un leggero recupero dovuto al piano da 2 Trillioni di euro dell'Euro Gruppo. La mia visione del pair continua ad essere Long visto l'allargarsi dei diversi spread (10Yusa-10Yde) che mi mostra come gli investitori preferiscono acquistare titoli tedeschi a rendimenti negativi piuttosto che quelli americani, di conseguenza si aspettano un apprezzamento del cambio o un taglio dei tassi della FED che questo mercoledì sarà reso noto se ci sarà. Mentre giovedì ci sarà la decisione della politica monetaria della BCE che a mio avviso rimarrà invariata e non provocherà nessun movimento nel mercato. Inoltre è stato dato il via al test di un ulteriore farmaco contro il virus che, se fallirà, potrà portare la fiducia degli investitori a crollare assieme al cambio eurusd e ai mercati azionari.
Fed
[COME STANNO AFFRONTANDO IL CORONAVIRUS LE BANCHE CENTRALI]Il CoVid-19 sta mettendo a dura prova oltre che le nostre vite in quanto cittadini Italiani, anche le nostre visioni in quanto trader e investitori, questo ormai è appurato.
Tra gli analisti e i traders c’è chi già lo paragona alla crisi del 2008, chi addirittura dice che sia molto peggio, ma prima di trarre conclusioni affrettate dovremmo iniziare a capire come stanno affrontando la questione sul piano finanziario su larga scala le maggiori banche centrali mondiali, perché sarebbe proprio da loro che dovrebbero partire gli aiuti più grandi che si rifletteranno sulla popolazione.
Negli Stati Uniti la FED (Federal Reserve) si è trovata con un buon margine di manovra a causa dei tassi a 1.75% e di fatti la scorsa settimana ha abbassato questi stessi di 0.50 bps (non si vedeva un taglio simile dal 2008) per stimolare l’economia e sostenere i mercati finanziari.
Non si può certo dire lo stesso dell’Europa, infatti la BCE del vecchio continente si trova attualmente con le spalle al muro e in una situazione più vulnerabile per effettuare una manovra simile, a causa dei tassi d’interesse già molto bassi, per via delle precedenti stimolazioni monetarie effettuate.
Il precedente intervento della BCE risale al 2 Marzo dove Christine Lagarde ha in sostanza detto che la BCE sta monitorando la situazione e le implicazioni che ne conseguono da vicino e che sono pronti a prendere misure preventive appropriate ai rischi che i vari stati stanno correndo.
Nessuna mossa ma solo tante parole rassicuranti per ora da parte della Banca Centrale Europea che, come ho precedentemente scritto, ha dei margini di manovra molto limitati per via dei tassi d’interesse più bassi tra le principali banche centrali. Da questo nasce anche il forte apprezzamento dell’Euro nelle ultime settimane.
La FED , come già anticipato, ha tagliato invece i suoi tassi improvvisamente il giorno 3 Marzo e si vocifera che si stiano preparando per un ulteriore taglio, visto che questo primo è stato interpretato nel breve termine dai mercati come un “taglio di paura” e di conseguenza non sta dando l’effetto desiderato.
Altro taglio improvviso quello di Mercoledì’ 11 Marzo, della BoE (Bank of England) che senza preavviso si è riunita e ha fatto uscire la notizia dell’abbassamento dei tassi da 0.75% a 0.50%. Anche qui 50 bps di taglio netto e questo sembrerebbe dirla tutta sulla preoccupazione dello stato d’oltremanica. Il comunicato ufficiale riassume le motivazioni di questo abbassamento improvviso con “A seguito della diffusione del Covid-19, gli asset di rischio e i prezzi delle commodities sono scesi in modo sostenuto e i tassi dei bond governativi hanno testato minimi record, a fronte di un possibile forte deterioramento verso il rischio e dell’outlook relativo sia alla crescita del Regno Unito che globale” aggiungendo poi che “gli indicatori che misurano l’incertezza presente sui mercati finanziari hanno raggiunto livelli estremi”.”
La BoC (Bank of Canada) ha anch’essa seguito i passi della FED tagliando i suoi tassi da 1,75% a 1,25% ma purtroppo il fenomeno che sta trascinando il Petrolio (Oil) sul fondo dei mercati ha fortemente deprezzato per correlazione anche la valuta Canadese.
Altra banca a seguire le orme delle due precedenti è stata la RBA (Reserve Bank of Australia) che nella prima settimana di Marzo ha prontamente tagliato i suoi tassi passando da 0,75% a 0,50% per stimolare l’economia del paese e adeguarsi alle altre Banche Centrali.
I nuovi incontri di politica monetaria sono stati oggi 12 Marzo per la BCE e saranno il 18 Marzo per la FED (non si escludono incontri a sorpresa).
AGGIORNAMENTO BCE 12 MARZO 2020 👇
L’incontro di Politica Monetaria della BCE si è concluso con la decisione di lasciare invariati i tassi già allo 0.00%. Gli organi monetari si sono organizzati per effettuare un nuovo Quantitative Easing (sai di cosa si tratta? scrivi nei commenti) al fine di combattere la pandemia che sta colpendo la quasi totalità degli stati Europei. La nuova manovra di immissione di liquidità rappresenta semplicemente un estensione della precedente, infatti la BCE continuerà a stampare Euro per tutto l’anno a ritmo di altri 120 miliardi. In tandem con questa manovra è stato varato anche un nuovo piano di TLTR (Targeted Longer-Term Refinancing Operation) mirato proprio al sostentamento delle piccole e medie imprese che soffriranno più di tutte la crisi e a cui dovrebbe aspettare il compito arduo di sostenere le economie dei paesi del vecchio continente. Tra la maggioranza degli investitori e gli analisti è subito venuto in superficie dello scetticismo, poiché si considerano manovre “non abbastanza forti” per arginare il grave fenomeno che stiamo vivendo, in ogni caso vedremo come i mercati reagiranno nel medio termine e sopratutto se la BCE dovrà mettere mano di nuovo al rapporto di politica monetaria per modificarne i provvedimenti.
Se questo articolo formativo ti è stato utile lasciami pure un like!
Sentiti libero di consigliarmi nei commenti l'argomento del prossimo articolo! 👇
[HAI MAI SENTITO PARLARE DI HELICOPTER MONEY?]Probabilmente lo hai visto solo nei film. Un supereroe o un Robin Hood del momento passa con un elicottero sopra la tua città e lancia soldi in strada a tutto il popolo.
Da qui nasce proprio il concetto di Helicopter Money (Lanciare i soldi da un elicottero) ma fino ad ora probabilmente non sapevi che si trattasse di una proposta anticonvenzionale di politica monetaria che è stata discussa più volte dalle Banche Centrali. Praticamente un Quantitative Easing molto alternativo.
Questo estremo tentativo di politica monetaria espansiva nasce nel 1969 da una provocazione fatta dall’economista Milton Friedman, che sostenne per la prima volta in una conferenza pubblica che se tutte le strategie convenzionali di politica monetaria non avessero funzionato, al peggio si sarebbe potuti ricorrere alla distribuzione di denaro “lanciandolo direttamente da un elicottero” in modo da aumentare l’inflazione.
Chiaramente l’ipotesi di questo economista prevede che le persone non possano tenere per sé i soldi ricevuti in regalo bensì dovranno usarli per muovere l’economia e le leggi di domanda e offerta.
Nel pratico, la Banca Centrale stampa moneta e invece di acquistare titoli e passare tramite banche istituzionali per mettere a disposizione la liquidità da dare in prestito alla popolazione, arriva direttamente al popolo distribuendo nei conti correnti il denaro precedentemente stampato.
E' bene sapere che di questa teoria ci sono molti sostenitori e altrettante persone che sono a sfavore.
Le obiezioni più discusse sono infatti la possibilità dell’insorgere di una forte inflazione, lo sconfinamento della banca centrale nelle politiche fiscali (che non sono tra i suoi compiti), la poca praticità, soprattutto Europea, in quanto il finanziamento monetario esplicito è vietato dai trattati e per ultimo, ma non per importanza, la possibilità che i governi si possano approfittare di questo strumento per scopi elettorali.
👇👇👇
In questi ultimi tempi, si è tornato a parlare dell’argomento proprio perché il CoVid-19 sta mettendo alle corde le varie economie Europee e le politiche monetarie tradizionali sembrano non fornire risposte efficaci.
L’helicopter money, come detto in precedenza, toglierebbe il lavoro al Q.E, ma c’è un punto cruciale, identificato prima, che impedisce a questi elicotteri di alzarsi in volo.
Per distribuire Euro agli europei, la BCE dovrebbe segnare sul suo bilancio una passività che andrebbe coperta con un pari ammontare di debito: in pratica dovrebbe poter emettere un bond. Un Euro-bond in questo caso. Si tratterebbe, in definitiva, di uno strumento fiscale che non è previsto nell’Eurozona e che tutte le volte che è stato proposto negli anni precedenti, è sempre stato bocciato.
Anche se in questi periodi non si possono mai dare per scontato le soluzioni che potrebbero adottare i vari enti centrali per arginare il fenomeno che sta penalizzando il vecchio continente, a Hong Kong, l’helicopter money sembra poter diventare una realtà, difatti la crisi da CoVid-19 ha spinto il governo locale a una soluzione in fase di attuazione che ha dell’eclatante: tutti i residenti maggiorenni riceveranno un assegno di 10.000 HK dollari (1.280 USD). La provenienza di questi fondi da distribuire però è ben diversa dall’ipotesi Europea, difatti non ci sarà incremento del debito pubblico con emissioni di titoli di stato, poiché la misura verrà finanziaria attingendo alle riserve nate dei surplus di bilancio degli anni passati, tradotto in parole povere: dall’eccesso di tasse.
Cosa ne pensi di questa pratica? Ne avevi già sentito parlare? 👇
L'EURUSD chiude l'anno rialzando la testa, ma quanto durerà?L'Euro trova la strada per tornare a crescere poco oltre la resistenza del momento a 1.1220$, evidenziando però fragilità tipiche dei pullback rialzisti di corto respiro, tutti inseriti in un solido contesto ribassista di medio termine.
Ad accrescere i dubbi circa la solidità di quest'ultima salita è la quantità ridotta di volumi scambiati che non consente di valutare il grado di affidabilità dei movimenti di prezzo.
Certamente la stabilizzazione della struttura crescente, data dalla successione dei minimi a 1.088 e 1.098, ha favorito l'allungo oltre la soglia di medio termine a 1.1140$, in precedenza oggetto di repentini cedimenti.
Infatti l'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero a partire dall'inizio di dicembre ha spesso occupato il quadrante negativo, valutando i tentativi di rompere le resistenze oltre 1.1180 e 1.1230$, come insufficienti a ribaltare il trend di medio termine.
Al contrario la tenuta di quota 1.1065$, lo scorso 20 dicembre, ha fornito al cci lo spunto per confermare la solidità della spinta rialzista, non perdendo mai i valori positivi fino a rasentare l'ipercomprato.
Ora è possibile valutare quali sviluppi assumerà la tendenza di breve, testando la solidità della trendline che unisce i minimi relativi a 10985 e e 1.1065$, la cui tenuta favorirà il superamento di quota 1.1240 prima e 1.1280 a seguire.
Resistenze importanti oltre le quali si aprono sfide durissime per capovolgere il trend ribassista di medio termine, con i livelli a 1.1340 e soprattutto ad 1.1420$, ancora distanti con l'attuale velocità di salita.
Gli scenari in evoluzione potrebbero dunque favorire un allungo a ridosso dei livelli non oltre 1.1290$, ma sarà fondamentale stabilizzare gli avamposti conquistati, altrimenti per gli operatori monetizzeranno i guadagni tornando a vendere l'Euro.
Strategia che appunto torna ad essere preferibile qualora venisse confermato il fallimento del breakout oltre 1.1270/90$, verificando che gli indicatori di trend più sensibili segnalino la mancanza di pressione al rialzo.
Indicazioni operative e strategie multiday su EUR/USD
Per le posizioni long: attendere la stabilizzazione della salita attuale valutando ingressi intorno quota 1.1150/70, con stop corto di 40/50 pips e target oltre 1.1235$.
Con un profilo di rischio minore attendere un prematuro storno dei prezzi fino a quota 1.1120, rischiando uno stop di massimo 50 pips ed un target oltre quota 1.1220$.
Per le posizioni short: attendere sui grafici più dinamici, come quello orario o a 15 minuti, il test delle resistenze a 1.1255 e 1.1285, cumulando più ordini con target a 1.1130 e stop di massimo 60 pips.
Con un profilo di rischio minor e attendere il test delle resistenze più alte come 1.2290 e 1.1330 da cui sarà interessante cumulare ordini consistenti, con target sotto 1.12$ e stop massimo di 60 pips.
L'EUR/USD difenderà le prospettive rialziste di breve termine?L'Euro/Dollaro finalmente consolida il movimento rialzista di breve termine che ha visto conquistare una dopo l'altra le resistenze comprese tra 1.1050 e 1.1140$.
Adesso dopo il massimo relativo a 1.1179, si avvia a stabilizzare la fascia di supporto compresa tra 1.1110 e 1.1090$.
Viene dunque spezzato definitivamente il pesante canale ribassista che dominava le quotazioni da inizio luglio e che vede la trendline negativa attraversare i massimi decrescenti rispettivamente a 1.1412 e 1.1249 e 1.1109$.
Questi livelli rappresentano tutte resistenze da superare e stabilizzare per confermare un cambio di tendenza tutt'ora ribassista nel medio termine.
Infatti la reazione misurata anche dal indicatore di trend cci sul grafico giornaliero, in corrispondenza del superamento in chiusura di 1.1020$, può essere classificata soltanto come un breakout rialzista di breve termine.
Questo recupero non ha le caratteristiche per parlare di inversione strutturale dei prezzi verso nuovi obiettivi come ad esempio 1.1260$.
Tanto è vero che se si confrontasse l'andamento del indicatore di trend sul grafico settimanale, i valori rimangono al di sotto dello zero in contrasto con ciò che accade sul grafico giornaliero, che raggiunta quota d'ipervenduto a 200 ora stenta a difendere i 100 punti.
La prospettiva in chiusura di questa settimana e in preparazione della prossima, è quella di consolidare livelli di prezzo prima citati e valutare se ci saranno gli acquisti necessari a rompere definitivamente il blocco più importante, ovvero la fascia di resistenza compresa fra 1.1184 e 1.1265$.
Questi livelli di prezzo rappresentano dunque ottime opportunità per vendere ancora la moneta unica ad esempio con l'obiettivo di concretizzare discreti rendimenti al ridosso di 1.1070.
Quota che rischia di essere raggiunta in chiusura di questa settimana se la tendenza di brevissimo non dovesse cambiare.
In alternativa è possibile sfruttare questa iniziale fase di ritracciamento verso il supporto prima citato, acquistando con prospettive di costo relativamente ridotte a 1.1030 e di ricavo oltre 1 1160$.
Infine occorre non perdere di vista lo scenario ribassista latente, che ora riveste il ruolo di prospettiva alternativa rispetto alla tendenza dominante, che si concretizzerà con la rottura della trendline che unisce i minimi crescenti a 1.0880, 1.0945 e 1.0995$.
Strategie operative su Euro/Dollaro
Per le posizioni long: collocare ordini pendenti più in basso a 1.1090 e 1.1070, con stop di massimo 60 pips e target oltre 1.1150$.
Con un profilo di rischio maggiore acquistare ai prezzi correnti, sfruttando la presenza di una tendenza ancora rialzista nel breve, con uno stop a 1.1080 ed target a 1.1140$.
Per le posizioni short : poiché la strategia ribassista gode ancora del favore delle probabilità, iniziare o continuare ad accumulare piccole posizione al ribasso ai prezzi correnti e nell'eventualità di una ripresa della salita oltre 1.1170€, con stop unico a 1.1240 e target 1.1030$.
Con un profilo di rischio maggiore attendere chiusure al di sotto di quota 1.1090, rischiando al massimo uno stop di 60 pips ed un target sotto 1.1020 prima e 1.0970 a seguire, con un rapporto rischio/rendimento non esaltante.
L'EUR/USD si risveglia, i livelli chiave per l'ottavaInteressante fase di breve termine per il cambio Euro/Dollaro che dopo aver sperimentato un massimo relativo a 1.1062 non perde ulteriore terreno, intensificando anzi la solidità della fascia di supporto compresa tra 1.0990 e 1.0960$.
Ciò a sua volta conferma l'assenza di sostanziali vendite, almeno per il momento.
Infatti grazie alla formazione di un folto gruppo di doji e hammer della valenza neutrale, che seguono la formazione di un interessante piercing pattern completato il primo ottobre, i prezzi ci sono portati oltre la linea di tendenza che sovrasta il forte supporto a 1.1040$.
Questo interessante formazione è coadiuvata dall'andamento del cci sul grafico giornaliero, che disegna un interessante divergenza classica, assumendo una chiara tendenza rialzista e valori positivi.
Questo netto cambio di prospettiva nella struttura dei prezzi dell'Euro/Dollaro non deve però far credere che le difficoltà siano superate e che siamo di fronte ad un consistente cambio di tendenza, ad esempio aspettandosi una violenta salita oltre 1.1230$ .
Occorre sottolineare come rimanga molta strada da fare per convincere la maggioranza degli operatori sulla solidità della spinta rialzista, che vede la propria giustificazione nella prudenza dei venditori dopo l'improvviso annuncio di un quantitative easing da 60 miliardi di dollari al mese della Fed.
Dunque la prospettiva è di valutare correttamente se le probabilità che il nascente trend rialzista di breve termine si trasformi in un consistente movimento ascendente di medio termine, ad esempio aggredendo rispettivamente le resistenze più immediate a 1.1120 e 1.1180$.
Questi livelli di prezzo saranno fondamentali per giudicare come sano il breakout del canale ribassista che tiene in scacco le quotazioni del cambio dagli inizi di luglio.
Infatti la fase dal punto di vista speculativo appare estremamente interessante perché adesso nuove posizioni ribassiste partiranno da livelli di prezzo più alti, prospettando rendimenti maggiori nell'eventualità riprenda il forte trend al ribasso, con l'obiettivo di aggiornare i minimi relativi sotto 1.0870$.
Strategie operative su Euro/Dollaro
Per le posizioni long: collocare entro le prossime due sedute di mercoledì e giovedì ordini pendenti a ridosso di 1.1029 e 1.0960, rischiando al massimo 60 pips rispetto al prezzo medio ed un target oltre 1.1080.
Con un profilo di rischio minore su time frame a 4 ore e orario valutare ingressi all'interno della fascia di supporto compresa tra 1.0970 e 1.0920, rischiando complessivamente 60 pips di stop ed un target oltre 1.1040$.
Per le posizioni short: iniziare a collocare a ridosso di 1.1040 nuovi ordini al ribasso utilizzando una liquidità questa volta minore, con la prospettiva di incrementare le posizioni ribassiste lungo l'ampio cuscinetto di resistenze a cavallo tra 1.1120 e 1.1190$.
Con un profilo di rischio minore ed una prospettiva di medio termine, attendere il test di quota 1.1080 incrementando le vendite a 1.1140 e 1.12, con stop unico 1.1260 e target sotto 1.0940$.
S&P 500 future: livelli chiave per la settimanaIl future sul S&P 500 chiude la settimana con un'importante balzo in avanti verso il superamento della forte resistenza a 2990 punti, ma poi conclude la seduta di venerdì troppo distante dai massimi.
Oggi il future prosegue con una flessione verso il supporto a quota 2940 punti, palesando una crescente incertezza sulle reali possibilità di consolidare e superare le resistenze più alte, quali 2980 e 3005 pt.
Infatti sebbene il mercato mostri un certo entusiasmo per gli sviluppi positivi in merito ad un possibile accordo sui dazi tra Usa e Cina e sia rimasto favorevolmente colpito dall'improvvisa decisione della Fed di sostenere il mercato monetario, vi sono segnali di incertezza nell'aggiornare i massimi storici, rappresentati da una scarsa pressione in acquisto che sostenga l'allungo recente.
Infatti in gergo candlestick l'ampia shadow sviluppata venerdì, ovvero un eccessiva distanza tra i massimi e la chiusura e l'incerta apertura di oggi dei mercati europei, non convincono tutti gli operatori ad unirsi al rialzo.
Evidentemente gli operatori pretendono maggiori certezze circa le buone notizie arrivate a fine settimana.
In tal senso è chiaro l'andamento del indicatore di trend cci che mostra un andamento ancora decrescente, sebbene nell'ultimo tratto rialzista con valori prossimi allo zero ma ugualmente negativi, dunque senza confermare il cambio di trend di brevissimo termine.
Dunque le prospettive rialziste sono tutte legate alla capacità del future di difendere rispettivamente i supporti sotto 2940 e 2905 punti, livelli ancora una volta fondamentali per evitare che la struttura ribassista di breve termine che si è consolidata il primo ottobre torni a minacciare il forte supporto a 2860 pt.
Quest'ultimo livello insieme ai minimi registrati ad agosto intorno quota 2820/2780 punti, rappresentano gli ultimi baluardi per conservare una struttura di medio termine rialzista.
Inoltre il doppio massimo decrescente formato dal top di fine agosto e di metà settembre rischia di prendere in contropiede la maggioranza degli operatori, che con il balzo di venerdì si aspettano un prolungamento in settimana dei rialzi aggiornando ancora una volta i massimi storici.
Aggiornamento assolutamente non scontato come dimostra l'apertura incerta, per cui gli scenari contrapposti hanno medesimi probabilità di verifica una volta che verrà violato uno degli estremi del cuscinetto, compreso tra 2990 e 2940 punti.
Strategie operative sul S&P 500
Per le posizioni long: diffidare da ingressi troppo ravvicinati ai prezzi di quotazione del momento, ma attendere la conferma dei livelli di sostegno compresi tra 2960 e 2947, sfruttando eventualmente un rischio limitato a 13 punti ed una prospettiva di target superiore ai 2985 pt.
Con un profilo di rischio più basso attendere la stabilizzazione di livelli di supporto ancora malfermi, come 2932 e 2922, da cui poter meglio sfruttare eventuali rimbalzi oltre 2960, con un profilo di rischio limitato a 10 punti di stop.
Per le posizioni short: attendere un nuova verifica della fascia di supporto di estremi 2980/2994 da cui valutare ingressi al ribasso, con un rischio massimo di 12 punti e prospettive di target sotto quota 2960 punti.
Con un profilo di rischio minore attendere la verifica della resistenza oltre 3005, rischiando 12 punti di stop e prospettive di target sotto 2977 punti.
Dax future: livelli chiave per la settimanaChiusura di settimana festosa e spumeggiante sui mercati azionari internazionali con il Dax future che riconquista dopo sole sette sedute i massimi relativi a 12.485 punti.
Il ritorno di fiducia sui mercati azionari è giustificato dalla possibilità concreta di nuovi accordi non soltanto in materia di dazi, ma anche sul fronte di hard brexit, con la speranza infine che il nuovo piano annunciato da Powell di acquisti per 60 miliardi di dollari al mese, il ciclo economico americano possa riprendere il percorso di crescita.
Dal punto di vista strettamente tecnico i corsi recuperano in una sola giornata ben tre livelli di resistenza 12.280 12.390 12.470, allungando la spirale rialzista a 12.554 punti, massimo relativo dal 4 luglio scorso.
Adesso mancano una manciata di punti per aggredire il livello fondamentale di 12600/650, (a seconda delle scadenze considerate) puntando ad obiettivi che non si vedevano da agosto 2018 ad oltre i 12.730 punti.
Grazie alla formazione tra mercoledì e giovedì di una piercing pattern e alla una long white di venerdì sì completa una fase di stabilizzazione dei supporti crescenti che ha reso possibile l'exploit rialzista.
A questo si aggiunge il doppio minimo crescente dell' indicatore di trend cci che già in chiusura di giovedì a -43 punti, segnalava un'impennata della pressione rialzista confermata sul grafico orario dalla stabilizzazione dei supporti a 12.080 e 12.150 punti.
Ciò a sua ha riportato l'indicatore su valori quasi d'ipercomprato e le prospettive per la prossima settimana dunque si fanno decisamente positive, nonostante lo strappo dei prezzi verso l'alto verificatosi un'apertura di venerdì.
Infatti anche se dovesse verificarsi la stabilizzazione di livelli di supporto intraday come 12.340 e 12.420, la struttura rialzista di insieme risulterà comunque consolidata e intatta e la probabilità di raggiungere nuovi massimi oltre 12.560 punti rimane molto alta.
Lo scenario più avverso per questa settimana sarà probabilmente legato alla sostenibilità di due supporti fondamentali quali 12.370 e 12.250 punti, che rappresentano lo spartiacque tra una tendenza rialzista di brevissimo termine e la ripresa delle vendite a medio termine.
I venditori cercheranno a tutti i costi di ampliare la controffensiva spingendo i corsi al di sotto di 12.000 punti, rinnovando prospettive assolutamente deleterie di ulteriori ribassi sotto quota 11.800, scenario al momento decisamente improbabile.
Strategie operative sul DAX future
Per le posizioni long: attendere con pazienza il consolidamento dei supporti intraday a 12.320 e 12.280 che rappresentano buoni punti di ingresso al rialzo, con un rischio contenuto a 12.195 e prospettive di target superiori ai 12.470 punti.
Con un profilo di rischio maggiore attendere già per lunedì o martedì il test di quota 12.370, che potrebbe rivelarsi un buon punto di ingresso, con target immediato 12.530, stop a 12.305 punti, con un rapporto rischio/rendimento più sbilanciato.
Per le posizioni short: attendere la conferma della resistenza più alta a 12.560, inoltre verificare la sostenibilità del livello apparentemente consolidato come 12.470 punti.
Questo cuscinetto di 100 pt è l'ideale per effettuare ingressi a basso rischio su grafici più dinamici a 15 e 5 minuti, con prospettive di target sotto 12.340 pt.
Mentre vendita al ribasso a prezzi più bassi espongono a rischi di stop loss elevati ed in questo caso è meglio usufruire di strumenti complementari al future come ETF, opzioni sul Dax30 e turbo certificates.
C'è attesa in USA per i dati sul PIL finale.Settimana di fuoco per WALL STREET
C'è attesa in USA per i dati sul PIL finale.
Il PIL in USA è uno degli appuntamenti più attesi dai TRADER PROFESSIONAL .
Il PIL USA finale sarà il risultato sulla crescita economica del 2019 e sopratutto un sunto sullo stato di salute della stessa economia USA.
Le attesa sul PIL sono per un calo al 2%, rispetto al 3.1% ultimo dato.
Se il PIL venisse confermato in discesa al 2% sarà una reale dimostrazione del rallentamento economico in corso, il ché giustificherebbe la recente manovra sui Federal Funds Rate (Tassi di Interesse) della Federal Reserve Bank.
A confermare tale ipotesi, l'annuncio del nuovo Quantitative Easing da parte di POWELL, Presidente Federal Reserve Bank, avvenuo nell'ultimo FOMC (Federal Open Market Committee)
Quali le attese per l'indice S&P500
Il movimento del super indice S&P500 rimane tuttavia rialzista sino alla tenuta della zona supportiva di area 2950 prima e 2900 punti indice.
In questi minuti S&P500 ha gli indicatori di momentum in ipercomprato ed il primo test dei 2950 & 2900 punti indice se eseguito merita una osservazione approfondita.
In caso di tenuta della zona supportiva il probabile rimbalzo chiama la zona resistenziale di area 3040 e 3102 punti indice.
Un eventuale aumento della volatilità ed abbandono della zona supportiva porta come obiettivo 2825 & 2775 punti indice S&P500.
Buon Trading
SantePTrader
Possibile triangolo ribassista
Attualmente la situazione euro dollaro sembra essere molto delicata anche alla luce della possibile decisione della FED sui tassi di interesse attesa per questa settimana.
Attualmente sembrano esserci un punto di controllo dei seller a 1.10835 e unoa 1.11054 la possibile rotturadi questi due punti di controllo potrebbe generare un trend rialzista con possibile supporto intorno a 1.12 dove sembrerebbe esserci un punto di controllo dei buyer.
Nel caso in cui i punti di controllo non vengano oltrepassati è possibile che si formi un trend ribassista con rottura della base del triangolo a 1.09251. Personalmente reputo questa figura di continuazione del trend come più probabile. Tuttavia per il momento il mio consiglio è di rimanere NEUTRI fino a sfondamento dei 2 POC a controllo seller o sfondamento della base del triangolo con conseguente conferma di indicatori tecnici che avvallino l'ingresso a mercato.
S&P 500 future: livelli chiave per la settimanaTorna a salire il future sull'S&P 500 rompendo positivamente lo schema laterale tra il supporto a 2822 e la resistenza a 2938 punti, facilitando per la prossima ottava l'ennesimo attacco ai massimi storici.
Gli investitori sempre più in ansia per le sorti dello scontro sui dazi tra Cina ed Usa sembrano scommettere su un definitivo accordo che sani definitivamente le rispettive pretese.
Ma sfortunatamente il tempo perso scambiandosi reciproche rappresaglie in materia di tariffe alle importazioni, non ha fatto altro che indurre le imprese a ridurre gli investimenti e per questa via i ciclo economici cinese e tedesco rallentano vistosamente.
Dunque per quanto riguarda l'indice più rappresentativo dell'azionario americano la proiezione verso quota 3000 punti è senz'altro positiva, ma aumentano concretamente i rischi di un ritorno dei venditori e della volatilità.
Entrambi capaci come è avvenuto in varie sedute d'agosto, di produrre oscillazioni notevoli e quindi di attaccare con rapidità i supporti più sensibili, quali 2930 e 2890 punti apparentemente distanti ed al sicuro.
Non è dello stesso avviso l'indicatore di trend cci che marcia spedito a 160 punti verso livelli d'ipercomprato, valutando correttamente l'ultimo minimo relativo a 2820 punti, il 26 agosto scorso, come punto d'appoggio per la ripresa degli acquisti o meglio la fine delle vendite.
Ora la prospettiva più concreta è quella di tentare il superamento almeno dei 3000 punti, che potrebbe innescare sia nuovi massimi storici che limitate prese di profitto entro la fascia di supporto compresa tra 2960 e 2930 punti.
La riconferma di questi livelli sarà fondamentale per rilanciare definitivamente l'attacco ai massimi storici anche tardando una settimana in più per convincere i compratori più scettici.
Al contrario eventuali cedimenti del blocco di supporto citato, unito al meno esposto avamposto di 2930 punti, rischiano non solo di respingere i corsi dai massimi ma soprattutto di creare le condizioni per correzioni di più ampia respiro, superando gli sbarramenti a 2887 e 2840.
Il doppio massimo decrescente che risulterebbe dall'ipotetica prospettiva ora delineate, potrebbe dunque innescare un ribasso verso il test cruciale di quota 2750 punti, scenario alternativo decisamente improbabile.
Strategie operative sul S&P 500
Per le posizioni long: nell'eventualità di un mancato ingresso a prezzi più bassi e vantaggiosi, effettuati in prossimità dei break out di 2890 e 2940 punti, acquisti ai prezzi attuali appaiono particolarmente rischiosi.
Non solo per le ridotte prospettive di profitto quanto soprattutto per i livelli di stop e le probabilità di una loro verifica, meglio collocare lungo quota 2925 pendenti con stop di massimo 20 punti e target oltre 2975 pt.
Per le posizioni short: attendere possibili conferme, usufruendo di grafici intraday, della resistenza 2990, rischiando al massimo 15 punti e target sotto quota 2938 pt.
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaAgghiacciante ed avvilente settimana per l'Euro/Dollaro che comprime la propria escursione oltre ogni immaginazione, rendendo difficile qualunque approccio operativo ad esclusione dello scalping.
Non vengono infatti aggiornati i minimi sotto quota 1.1040 in quanto l'atteso intervento del governatore Fed ha innescato ricoperture prudenziali, con l'effetto di ampliare il recupero oltre quota 1.1160 usd.
Rimbalzo in queste ore compromesso dall'evidente ritorno delle vendite che spingono i corsi verso un nuovo test di quota 1.1120 usd.
Infatti Il canale ribassista che domina lo scenario di medio termine tiene a bada le velleitarie spinte rialziste, che si fermano lungo la linea di tendenza che sovrasta i prezzi lungo 1.1180 usd.
Ciò consente già oggi di valorizzare con in piccolo profitto l'indicazione data la scorsa settimana di vendere il supporti a 1.1140, incrementando anche oltre 1.12 gli ordini.
Mentre per rendere più concrete le aspettative di un prolungamento della salita occorre evitare sia la rottura di quota 1.1080, che raggiungere chiusure al di sopra di 1.1140, come dimostra l'andamento dell'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero.
Infatti nonostante un solido andamento discendente il netto recupero dei valori sopra quota - 50 pt, riduce l'aspettativa di nuovi minimi durante le prime sedute di questo ottava.
Ma la prospettiva di fondo non cambia a meno che improbabili quanto improvvise notizie di ordine macroeconomico e di politica monetaria europea, non capovolgano il quadro tecnico attuale contribuendo a spingere i prezzi oltre 1.1230 usd.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long : acquistare lungo il possibile test di quota 1.1080 rischiando al massimo 60 pips ed un target sopra 1.1140 usd.
Con un profilo di rischio di rischio maggiore iniziare ad accumulare posizioni rialziste impiegando basse quantità di capitale, ampliando lungo quota 1.1040 gli ingressi al rialzo.
Lo stop loss complessivo non deve superare i 70 pips ed il target ambizioso oltre 1.1120 usd.
Per le posizioni short : continua a vendere le folate rialziste oltre 1.1150 e 1.1190 puntando al target sotto quota 1.1080 usd e rischiando al massimo 70 pips
USD/JPY: Dollaro sempre più in difficoltàNon si placano le vendite che da circa due settimane hanno spinto il Dollaro Usa verso i minimi relativi di fine 2018, in pieno flash crash a 104.65 jpy.
Le quotazioni infatti si dirigono verso l'obiettivo fino a pochi giorni fa considerato irrealistico di quota 104.40 jpy, aggiornando i minimi annuali e soprattutto conferendo al trend ribassista una tendenza inaspettata.
Dall'inizio del mese di giugno i corsi del cambio hanno gradualmente perso terreno, non riuscendo mai a recuperare i massimi relativi lasciati alle spalle come quota 112.20 o 110.80 jpy.
La sola differenza nell'alveo di questa potente dinamica discendente di lungo periodo è rappresentata dalla stabilizzazione di quota 107.80 ed il successivo "fissaggio" della resistenza a 108.90 jpy a fine luglio.
Il violento dietro front dai massimi citati si è trasformato in un autentico crollo, che ha visto andare in frantumi tutti i supporti rimasti da 106.40 a 105.80, con l'ultimo baluardo a 104.90 prossimo alla disfatta.
Infatti sebbene l'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero segnali l'inizio di una divergenza rialzista, i corsi non vengono interessati da una netto aumento della pressione in acquisto.
Permane dunque la fosca prospettiva che i ribassi non siano terminati e che la speranza di capovolgere il trend almeno nel breve termine sia quasi nulla, a meno che non venga superata entro poche sedute quota 106.40 e 107.10 jpy a seguire, scenario difficile a concretizzarsi.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long: operazioni contrarie al trend di fondo vanno valutate tenendo conto della probabilità di incorrere in stop loss.
Più in particolare attendere la stabilizzazione di un valido supporto che contenga le spinte ribassiste ancora potenti, ad esempio lungo quota 105 o più in basso a 104.70 jpy.
Per le posizioni short: collocare lungo le resistenze a 106.40 e 107.30 ordini pendenti, con stop di massimo 70 pisp e target sotto quota 105.70 jpy.
Con profilo di rischio minore attendere il test della resistenze a 106.70 e cumulare nuove posizioni al ribasso nell'eventualità i prezzi raggiungano 107.30 jpy, con stop loss unico a 107.80 e target sotto 106.40 jpg.
DXY DCon i tagli dei tassi d'interesse per il dollaro c'è stato un rialzo però la quotazione si sta avvicinando alla soglia di un TRIPLO MASSIMO che... se corretto porta ad un grande rialzo da parte del DOLLARO.
Io mi aspetto fra due/tre giorni un ribasso del DXY.
E' anche vero che bisogna anche vedere di quanto è il taglio che ora.. sembrerebbe essere di 0,25 punti basici.
USDJPY: cosa nascondono i rialzi recenti? Il Dollaro continua lento ed inesorabile ad accumulare piccoli guadagni nei confronti dello Yen, in quanto da oltre una settimana il forte supporto a quota 107.25 ha ridato spinta rialzista alle depresse quotazioni del cambio.
Nella fase attuale in vista della riunione del FOMC di domani, con il taglio dei tassi d'interesse di un quarto di punto, il Dollaro troverà difficilmente nuovi acquirenti in grado di spingere oltre le resistenze i corsi.
Più in dettaglio dopo la white candle di giovedì scorso, le successive small candle e doji line sebbene contribuiscano a ritoccare i massimi relativi a 108.95 jpy, non suggeriscono ulteriori segnali di un netto salto di qualità negli acquisti.
Troppo delicata l'attuale fase sull'intero mercato Forex per rischiare posizioni rilevanti nelle due direzioni possibili.
Più facile desumere indicazioni utili dal cci che misura le difficoltà del trend rialzista di oltrepassare gli ostacoli rappresentati da 109.20 e 109.70, obiettivi strategici in vista del ripristino del trend rialzista di medio termine a 110.60 jpy.
La china discendente intrapresa in mattinata non pregiudica la struttura ascendente di breve termine, mentre quella di medio e lungo termine rimarranno quasi sicuramente ancora ribassiste, vista la distanza dei prezzi a recuperare la resistenza più importante a 111.05 jpy.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long: collocare lungo quota 108.20 un ordine pendente, con stop loss di massimo 60 pips ed un target oltre 109.30 jpy.
Con un profilo di rischio maggiore anticipare ingressi al rialzo ai prezzi correnti, intorno 108.40, impiegando piccole quote di capitale da distribuire nell'eventualità di ribassi fino quota 107.70, con stop unico a 107.30 e target oltre 108.90 jpy.
Per le posizioni short: collocare lungo la resistenza di 109.40 e 109.70 ordini pendenti in vista di un fallimento del test, con target 108.30 e stop unico a 110.20 jpy.
GBPUSD Nuovi minimi in vista? - MarketView del 30 Luglio 2019FX:GBPUSD
La sterlina continua a perdere terreno ed è proiettata verso nuovi minimi storici. Il prezzo sembra aver scontato la politica monetaria della FED.
DISCLAIMER
L’attività pubblicata nella presente e nelle prossime comunicazioni non costituisce consulenza personalizzata così come indicato dall’articolo 1 comma 5 septies del decreto legislativo 58/98, così come modificato dal decreto legislativo 167/2007. Pertanto le analisi ed ogni altra informazione o articolo pubblicato hanno carattere puramente informativo e non costituiscono in alcun modo consulenza finanziaria, né costituiscono sollecitazione del pubblico risparmio, di conseguenza tutti i contenuti sopra riportati e di seguito segnalati vanno intesi come pure e semplici opinioni personali dell’Autore
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaBrutta chiusura di settimana per l'Euro/Dollaro che perde il forte supporto 1.12, in piedi da oltre un mese, avvicinandosi ai minimi di maggio scorso con la prospettiva che i ribassi non siano finiti.
I prezzi infatti si dirigono con maggiore velocità, dopo mesi di stallo, verso i supporti di medio/lungo termine sotto quota 1.1120 peggiorando una dinamica ribassista in essere da tempo.
Gli indicatori di trend come il cci sul grafico giornaliero virano in zona ipervenduto, ufficializzando il salto di qualità dei venditori, capaci nei prossimi giorni di spingere i corsi su valori ancora più bassi come ad esempio a 1.1020 usd.
Questo importante livello di sbarramento superato l'ultima volta nel lontano maggio 2017, ora non è più così distante e sarà importante valutare gli effetti sui corsi martedì dopo la riunione della FED, che espliciterà la propria politica monetaria in materia di tassi.
Il previsto taglio dei tassi d'interesse non sarà il tema principale a tenere banco, quanto le proiezioni future sulla dinamica della crescita del PIL e sul tasso d'inflazione, escludendo probabilmente di calendarizzare nuovi interventi.
Un euro così basso non facilita certo l'opera di aggiustamento del deficit delle partite correnti USA, che rischia di esacerbare l'escalation sui dazi da parte dell'amministrazione Trump anche nei confronti dell'Europa, continente votato ormai da un secolo alle esposizioni.
Dunque oltre a profilarsi uno scontro valutazione tra le maggiori valute mondiali, gli operatori dovranno monitorare con maggiore attenzione l'evoluzione ribassista attuale.
Ciò in quanto non sono da escludere sussulti improvvisi verso l'alto ad esempio oltre quota 1.1230 prima e 1.1280 a seguire.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: collocare lungo quota 1.1070 un ordine pendente confidando in un veloce rimbalzo verso quota 1.1210, rischiando al massimo 60 pips di stop loss.
Con un profilo di rischio maggiore anticipare ingressi al rialzo ai prezzi correnti, suddividendo il capitale totale destinato all'operazione.
Ciò consentirà di approfittare di prezzi più bassi, fino quota 1.1040, con un rischio massimo di 60 pips ed un target oltre 1.1180 prima e 1.1240 a seguire.
Per le posizioni short: ingressi al ribasso immediati appaiono ora tardivi rispetto anche alle indicazioni corrette fornite la scorsa settimana, per cui meglio optare per la classica strategia di attendere i prezzi al varco.
In tal senso distribuire più ordini pendenti lungo quota 1.1340, 1.1250 e 1.1180, rischiando al massimo 70 pips complessivi ed un target sotto 1.1020 usd.
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaChiusura di settimana negativa per l'Euro contro Dollaro che torna a testare come prassi consolidata la fascia di supporto compresa tra 1.1190 e 1.1220, perno essenziale della lunghissima quanto remunerativa fase laterale della moneta unica.
Se l'attuale struttura dei tassi tra le aree monetarie Europea e quella Statunitense non verrà modificata in senso di un restringimento del differenziale, sarà difficile aspettarsi sostanziali cambi di tendenza dei prezzi.
La resistenza di medio termine a 1.1570 è troppo distante visti gli attuali livelli di volatilità, con il range medio dell'Euro inchiodato a meno di 120 pips settimanali ed una tendenza discendente mai messa in discussione.
Inoltre continua a consolidarsi la trendline discendente che unisce i massimi relativi lungo 1.1420 e 1.1280, aumentando le prospettive ribassiste anche per questa ottava, con il supporto a 1.1140 che potrebbe tornare ad essere testato.
L'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero offre in tal senso una sintesi completa, con i valori stabilmente negativi e una struttura orizzontale della linea che non lascia dubbi sull'operatività da organizzare lungo eventuali sussulti oltre le resistenze, di 1.1280, 1.1330 e 1.1410 dollari.
Troppo fragili sono le prerogative rialziste mostrate per cambiare l'ottima strategia di vendere lungo i livelli citati, tra l'altro beneficiando ancora di un sostanzioso swap sulle posizioni contro Euro.
La prospettiva rialzista più concreta per la settimana è legata a nuovi tentativi di superare quanto meno quota 1.1380, da cui sarà interessante verificare per l'ennesima volta il probabile fallimento del break out di 1.1430 usd.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: collocare lungo il supporto consolidato a 1.1140 dollari un ordine, con stop di massimo 60 pips ed un target oltre 1.1240 usd.
Con un profilo di rischio maggiore sfruttare la fascia di supporto "pluri testata" lungo 1.1210, da cui potrebbero partire ciclicamente rimbalzi di breve intensità non oltre 1.1270 dollari, rischiando al massimo 40 pips di stop loss.
Per le posizioni short: come anticipato sfruttare possibili rimbalzi lungo le resistenze di 1.1260, 1.1330 e 1.1410 dollari, con uno stop loss poco oltre 1.14 e target sotto 1.1210 usd.
Con un profilo di rischio maggiore collocare, sfruttando il grafici orario, il tentativo di oltrepassare quota 1.1240 da cui potrebbe partire un remunerativo aggiornamento dei minimi sotto 1.1140, rischiando al massimo 40 pips.
USD/JPY La coppia dollaro yen ha oltrepassato, e sta attualmente ritestando l'importante support/resistenza al livello di prezzo 108.000. A testimoniare l'importanza di questo livello, sul grafico settimanale si può notare che esso coincide con il rintracciamento di fibonacci 0.618, più volte testato
durante egli ultimi due anni.
Da un punto di vista fondamentale, ciò che rafforza la mia idea di andare short è la previsione che la FED decida effettivamente di abbassare i tassi d'interesse, da cui un possibile deprezzamento del dollaro.
FTSEMIB - la volatilità è ormai sovranaBuongiorno a tutti cari traders
Cosa succede adesso al nostro indice?
Se sul fronte rialzista, si punta ai 21.300/21.400 prima e 21.600 poi, mentre sul fronte ribassista, nuove vendite potrebbero arrivare soltanto con lo scivolamento al di sotto dei 21.100, c'è una sola certezza.
Viviamo periodi di elevata volatilità. Personalmente spero questa si riduca, con un assestamento delle quotazioni su questi livelli, prima di riprendere la corsa verso i 22.000
Voi cosa ne pensate? scrivetelo nei commenti o contattatemi in privato
TradingCoach
Wall Street ad un soffio dai massimi storiciNon si arresta la corsa al "rialzo" dell'indice USA SP500, che recupera quasi quasi i massimi 2018.Complice del rimbalzo di Wall Street sono gli ottimi risultati economici a partire dal PIL per finire all'occupazione passando per i tassi di interesse.In realtà per i tassi la Federal Reserve Bank ha tagliato le stime di rialzo, un'azione che sembra segnalare la forte circolazione di dollari, a conferma i minimi battuti da EUR VS USD che ancora insistono sul supporto di 1.11/1.12 .Ma torniamo all'indice azionario, che ancora mantiene una impostazione di RISK ON.I massimi di resistenza per l'indice SP500 sono da individuarsi ai livelli degli storici del 2018 e cioè 2915 / 2940 punti indice.Il superamento di questi massimi di resistenza proietteranno l'indice verso i 3000 punti indice e saranno i nuovi massimi storici, oltre a creare un nuovo campione di stagionalità.Mentre i minimi supportivi sono 2850 / 2815 punti indice, e successivamente i livelli supportivi sono 2775 / 2730 punti.Rimarranno sempre vivi i livelli di supporto psicologico tra cui a tutto tondo 2800 punti, ultimo supporto ad essere testato al rialzo/rimbalzo.
Buon Trading
SantePTrader
USD/JPY: i venti di crisi stendono il DollaroLe parole di Powell circa un possibile rallentamento del ciclo economico statunitense, unite ai pessimi dati provenienti dall'economia tedesca si trasformano in un cocktail letale per le speranze di record sugli indici azionari.
A loro volta le paure degli investitori circa un brusco calo della crescita si diffondono al Forex, in crisi di volatilità, riaccendendo l'interesse sui cambi maggiori.
Infatti per quanto riguarda il recente andamento del Dollaro nei confronti della Yen, le difficoltà dei prezzi durate settimane, a superare la forte resistenza di 112.20, si sono tradotte in un progressivo deterioramento della spinta rialzista.
Evidentemente gli operatori hanno ben calcolato come fosse prematuro investire nuove risorse al fine di spingere i prezzi oltre la forte resistenza di 112.40 yen, iniziando a monetizzare il rimbalzo dai minimi di dicembre.
Il consolidarsi del rallentamento economico in Europa e la riduzione attesa degli aumenti di crescita economica negli Usa, aprono a scenari recessivi facendo prevedere possibili tagli dei tassi non prima del 2020.
Tale situazione dovrebbe ridurre bel medio termine la forza del Dollaro Usa, spingendo verso l'alto le altre valute come l'Euro che adesso cerca disperatamente di non violare il supporto sotto 1.12 dollari.
Nel breve termine le prospettive per il cambio comunque si fanno più difficili, visti i valori negativi registrati dall' i ndicatore di trend cci sul grafico giornaliero.
Infatti in corrispondenza del picco dei prezzi il 14 marzo a 111.80, la linea del cci segnalava la netta perdita di pressione rialzista assumendo valori decrescenti, culminati con l'invasione del quadrante negativo che certifica il cambio del trend.
Il possibile test del supporto a quota 109.40/20 sarà fondamentale per capire le implicazioni e le potenzialità della nuova tendenza ribassista.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long : attendere la verifica del supporto posto a 109.40 prima di rischiare posizioni rialziste, aprendo un ordine con stop a 108.70 e target oltre 110.20 yen.
In alternativa con un profilo di rischio maggiore iniziare ad acquistare ai prezzi correnti, distribuendo piccole quantità di capitale in rapporto al totale destinato, lungo la fascia di prezzo compresa tra 110.30 e 108.30, con stop loss unico a 107.80 e target 111.20 prima e 111.80 a seguire.
Per le posizioni short : attendere con pazienza eventuali rimbalzi in prossimità di 110.90 distribuendo un secondo ordine di vendita a 111.40, con stop loss unico a 1112.10 e target sotto 110.20 yen.