USD/JPY: i venti di crisi stendono il DollaroLe parole di Powell circa un possibile rallentamento del ciclo economico statunitense, unite ai pessimi dati provenienti dall'economia tedesca si trasformano in un cocktail letale per le speranze di record sugli indici azionari.
A loro volta le paure degli investitori circa un brusco calo della crescita si diffondono al Forex, in crisi di volatilità, riaccendendo l'interesse sui cambi maggiori.
Infatti per quanto riguarda il recente andamento del Dollaro nei confronti della Yen, le difficoltà dei prezzi durate settimane, a superare la forte resistenza di 112.20, si sono tradotte in un progressivo deterioramento della spinta rialzista.
Evidentemente gli operatori hanno ben calcolato come fosse prematuro investire nuove risorse al fine di spingere i prezzi oltre la forte resistenza di 112.40 yen, iniziando a monetizzare il rimbalzo dai minimi di dicembre.
Il consolidarsi del rallentamento economico in Europa e la riduzione attesa degli aumenti di crescita economica negli Usa, aprono a scenari recessivi facendo prevedere possibili tagli dei tassi non prima del 2020.
Tale situazione dovrebbe ridurre bel medio termine la forza del Dollaro Usa, spingendo verso l'alto le altre valute come l'Euro che adesso cerca disperatamente di non violare il supporto sotto 1.12 dollari.
Nel breve termine le prospettive per il cambio comunque si fanno più difficili, visti i valori negativi registrati dall' i ndicatore di trend cci sul grafico giornaliero.
Infatti in corrispondenza del picco dei prezzi il 14 marzo a 111.80, la linea del cci segnalava la netta perdita di pressione rialzista assumendo valori decrescenti, culminati con l'invasione del quadrante negativo che certifica il cambio del trend.
Il possibile test del supporto a quota 109.40/20 sarà fondamentale per capire le implicazioni e le potenzialità della nuova tendenza ribassista.
Strategie operative su USD/JPY
Per le posizioni long : attendere la verifica del supporto posto a 109.40 prima di rischiare posizioni rialziste, aprendo un ordine con stop a 108.70 e target oltre 110.20 yen.
In alternativa con un profilo di rischio maggiore iniziare ad acquistare ai prezzi correnti, distribuendo piccole quantità di capitale in rapporto al totale destinato, lungo la fascia di prezzo compresa tra 110.30 e 108.30, con stop loss unico a 107.80 e target 111.20 prima e 111.80 a seguire.
Per le posizioni short : attendere con pazienza eventuali rimbalzi in prossimità di 110.90 distribuendo un secondo ordine di vendita a 111.40, con stop loss unico a 1112.10 e target sotto 110.20 yen.
Fed
Dollaro forte sull'euro dopo la FEDNelle ultime due settimana l'euro ha mostrato forza nei confronti del dollaro a tal punto da portare il cambio alla rottura al rialzo della trendline decrescente partita a settembre 2018. Rottura riassorbita immediatamente dopo la comunicazione della FED di non rialzare i tassi per il 2019. Nelle ultime due sedute della settimana le quotazioni hanno ripuntato verso il basso dimostrando una grande forza del dollaro. Il livello da monitorare è sempre il supporto a 1.1220 che pesa sulle quotazioni dal 2017.
Fed Fund la decisione del FOMCLa FEDERAL RESERVE BANK si è accorta che il dollaro in salita ed i tassi al rialzo stanno causando qualche rallentamento economico in USA.
Il FEDERAL OPEN MARKET COMMITTEE, potrebbe quindi lasciare il tasso ufficiale invariato oggi.La FEDERAL RESERVE BANK si era impegnata a non aumentare i tassi sopratutto a fronte dell'ultimo sgambetto teso a TRUMP.
Intanto il dollaro forte non ha prodotto i risultati attesi, forse causa è il rallentamento economico globale e la volatilità dei mercati finanziari.Intanto le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, a dimostrazione non ultimo la previsione ribassista di Mario DRAGHI presidente di BCE.
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Analisi dei movimenti dell'oro Dopo aver aperto una posizione long, il prezzo è partito subito al rialzo andando a testare la resistenza posta in area 1350$ l'oncia circa. Da qui è iniziata una serie di vendite che l'han riportato nuovamente al punto d'ingresso a mercato, con un retest del supporto statico situato a 1280$. Sia tecnicamente che fondamentalmente lo scenario è rimasto invariato: nel medio periodo il trend rimane rialzista e verrebbe invalidato solo nel caso in cui il supporto statico posto a 1265$ venisse violato al ribasso e ci fosse una chiusura daily al di sotto. Da un punto di vista tecnico, le EMA principali sono aperte verso l'alto (uptrend) e la nuvola di ichimoku sta facendo da supporto alla quotazione, ovviamente prendendo in considerazione tf dal daily in su. Da un punto di vista fondamentale, l'incertezza che veleggia ancora intorno alla FED e alla sua politica monetaria che adotterà nel 2019, politica che gli analisti prevedono più morbida rispetto alle attese facendo svalutare il dollaro americano nelle prossime settimane/mesi, sarà il fattore cruciale che porterà questa commodity a testare l'area dei 1400 dollari circa entro la fine del primo semestre del 2019. Noi rimaniamo posizionati al rialzo sull'oro.
NZD/USD: ora di risalire Per quanto riguarda il cambio NZDUSD, il prezzo è tornato a testare il supporto dinamico principale su tf daily, ovvero la EMA200 periodi che passa per i 0.68 circa. Qualche millimetro più su c'è un altro supporto chiave, quello statico individuato dal 61.8% del ritracciamento di Fibonacci: la non violazione di questa forte area di supporto con conseguente rimbalzo della quotazione fa propendere gli investitori a posizionarsi long su questo cambio.
Questo scenario trova conferme anche nell'analisi fondamentale, in quanto è molto probabile che fino a fine marzo/aprile il dollaro americano possa subire svalutazioni in seguito alla decisione della FED: la politica monetaria restrittiva che avevano annunciato ad inizio 2018 si fermerà fino a quando non si noterà un netto miglioramento dell'economia USA.
Il primo target che ci aspettiamo venga raggiunto è quello in area 0.695, dove è situata la resistenza individuata dal 50% del ritracciamento di Fibonacci.
Eur/Usd: Target confermato Per quanto riguarda il cambio EURUSD, lasciamo ancora aperta la posizione buy che abbiamo in portafoglio in quanto nel brevissimo periodo continuiamo a vedere un uptrend su questa coppia di valute.
Tecnicamente la zona di supporto posta a 1.127 ha tenuto facendo rimbalzare il prezzo come da aspettative. Lo scensario fondamentale non è variato e l'altro ieri, dopo la pubblicazione dei verbali FOMC, ci sono state ulteriori conferme: tutti i partecipanti hanno espresso la necessità di continuare a monitorare attentamente gli sviluppi finanziari del mercato, dato che alcuni downside risk sono incrementati. Tra le maggiori note positive, vengono ricordati il forte mercato del lavoro e l’inflazione vicina al target.
Molti partecipanti hanno detto che ulteriori aumenti dei tassi sarebbero necessari solo nel caso in cui l’inflazione si rivelasse più alta di quanto previsto. L’economia, nel 2019, continuerà a crescere ma non come nel 2018.
I partecipanti marker hanno evidenziato che i fattori determinanti, nei mesi a venire, all’elevata volatilità saranno un outlook più debole e maggiori incertezze sulle economie straniere, in particolare Europa e Cina. Viene segnalata anche la percezione di politiche a maggior rischio, e il parziale shutdown del governo federale.
I verbali FOMC confermano le ipotesi riguardanti le preoccupazioni della Federal Reserve per le questioni politico-economiche internazionali, come la debolezza della Cina e l’incertezza dei Paesi europei. Jerome Powell, nella conferenza stampa dello scorso Gennaio, aveva già dichiarato di temere le ripercussioni della Brexit e un ulteriore shutdown. Quello da poco concluso potrebbe già avere un impatto sul PIL statunitense.
Il target di questo cambio rimane in zona 1.14 circa nel brevissimo termine, mentre nel breve potrebbe spingersi anche a 1.15.
Powell Trump e il rallentamento europeoAttesa per il discorso del presidente della Federal Reserve Bank questa sera, anzi questa notte in italia.
Il presidente della FED Powell avrà il difficile compito di aggiornare la sua nazione circa la politica monetaria ed economica degli USA, e lo farà a pochi giorni di distanza dal discorso di "Trump" sullo stato dell'Unione.
Durante il discorso del presidente USA sullo stato dell'Unione, i temi toccati sono stati diversi tra cui primo fra tutti lo shutdown, l'immigrazione ed il muro messicano, proprio lo shutdown ha causato il rinvio del discorso sull'Unione, il Governo Trump e i Democratici di fatto hanno dovuto confrontarsi circa la ricerda di fondi da stanziare proprio per il muro, ed è fatto noto che i Democratici sono più numerosi dei Repubblicani di Trump e di "muri" poco vogliono sentir parlare.
Intanto il quadro tecnico economico dell'azionario USA ed in particolare dell'indice s&p500 è migliorato, di fatto l'indice azionari più capitalizzato del mondo raggiunge e si aggancia alcune resistenze che sino a poche settimane fa erano improbabili da raggiungere, parliamo dei famosi 2700 punti indice.
Di fatto i 2700 punti indice per tutto il mese di ottobre e novembre 2018 sono stati i livelli di equilibrio che hanno supportato l'indebolimento dell'indice americano, appena a dicembre il livello dei 2700 punti è stato abbandonato la volatilità dello stesso indice ovvero VIX ha iniziato a muoversi verso nuovi massimi e cioè 27 punti.
Il rimbalzo dell's&p500 può considerarsi finito? Forse no e forse sì, per ora dopo le trimestrali contrastanti delle azioni americane, i livelli di resistenza dei 2700 punti si accoppiano alal disceda del VIX che segna 16 punti e perde 11 punti di volatilità dai minimi di dicembre 2018 a 2315 punti indice.
Un passo importante che evidenzia come alcuni gestori forse forse iniziano ad accettare il rischio azionario.
I livelli tecnici per cavalcare il rialzo sono le resistenze da superare, una prima spinta rialzista potrà verificarsi al superamento dei 2750 che nel breve raggiungerà le resistenze che si trovano tra i 2760 e 2800 punti, gradito sarà se il movimento al rialzo è accompagnato da una volatilità bassa e quindi con il VIX sotto i 20 punti, se però quest'ultimo dovesse superare i 20 punti allora i livelli di supporto per cavalcare il ribasso saranno 2675 punti indice prima e 2520 punti indice dopo.
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UsdPln, fra i cambi esotici uno dei più interessantiLa Fed sembra aver messo fine al rialzo del dollaro americano sopratutto contro le valute emergenti. La stagionalità è a favore di un indebolimento di questo cambio. La Polonia vive una buona fase di espansione. Storno prezzi in arrivo con target interessanti
UsdNok, fra Fed e PetrolioMarzo ed aprile la stagionalità è nettamente ribassista. Petrolio in salita anche se la Norvegia non è vincolata solo a questo e Federal Reserve attendista, ci danno buoni spunti alla rottura e retest della trendline settimanale per un ingresso short che può spingersi fra il 50 ed il 61.8 di Fibonacci del movimento rialzista principale
Eur/Usd: tanto equilibrio grazie ad un deal tra BCE e Fed?Il colpo di reni finale salva l'EURUSD dalla capitolazione dei minimi a 1.1290, ultimo supporto insieme al più distante di 1.1210 che ancora una volta sostiene la fase laterale attuale.
Con il recupero messo in atto venerdì i prezzi confermano la tenuta del rigidissimo schema compreso tra 1.1290 e 1.1590 dollari, ormai in piedi da oltre tre mesi.
Sembra quasi che l'equilibrio dei corsi entro questa fascia di oscillazione, sia il frutto di un "patto di non belligeranza" tra le due più potenti banche centrali al mondo ovvero la BCE e la FED .
Ciò accadrebbe a dispetto della tanto decantata non manovrabilità del Forex e soprattutto del cambio dove avvengono in assoluto le maggiori transazioni.
Probabilmente manovre sul cambio sono molto difficili nel lungo periodo, ma nel breve le cartucce a disposizione dei governatori centrali possono efficacemente orientare le scelte d'investimento degli operatori.
Ognuna delle due infatti difficilmente tollera le fasi di eccessiva volatilità del cambio o peggio di una sua disastrosa rivalutazione, con riflessi negativi sull'esportazioni e sulla dinamica dell'inflazione.
Ulteriori svalutazioni dell'Euro ai danni del Dollaro metterebbero in seria difficoltà le istituzioni politiche americane, impegnate in una complessa trattativa con il primo paese manifatturiero del mondo(la Cina).
Istituzini orientate a ridurre il deficit commerciale che insieme a quello statale e alla crescita del debito pubblico, rischiano di minare le fondamenta della economia Usa.
Ciò a sua volta manderebbe in tilt l'economia europea storicamente votata a sostenere il proprio sviluppo economico con le esportazioni, come dimostra i decennali surplus commerciali di 2 stati dei 4 stati più importanti dell'euro zona( Germania e Italia ).
L'analisi grafica su EUR/USD
L'engulfing bullish, pattern candlestick dalla valenza positiva, di venerdì consente di sperare in una ripresa degli acquisti verso il recupero di 1.1470 prima e di 1.1530 in seguito dove probabilmente i prezzi perderanno la propria spinta.
Ciò renderà difficile il superamento di quota 1.1620 e soprattutto di 1.1725, sperando in un breakout rialzista di breve termine.
Le Strategie operative su EUR/USD
La rigidità prolungata della fascia di contenimento dei prezzi tra 1.157 e 1.1290 rende l'operatività semplice: vendere le resistenze di 1.1490 e 1.1560 con stop unico a 1.1610, target sotto 1.1350.
Specularmente acquistare i supporti a ridosso di 1 .1320 come indicato in precedenza, con stop loss sotto 1.1220 e target oltre 1.1380.
USD/JPY In questi giorni il DXY è intrappolato in un canale sempre più stretto e a breve vedremo la rottura. Le notizie di oggi riguardo la decisione dei tassi da parte della FED andranno a generare una volatilità non indifferente. Nuovi massimi sempre più laterali e minimi che stentano a crescere, danno più valenza alla discesa del dollaro nei confronti delle principali valute.
Lo yen è sempre più forte, ma questo lo si può osservare da giorni. La situazione attuale è molto interessante, infatti il canale rialzista attuale di USD/JPY con un massimo che coincide con quello creato il 1° gennaio 2018, ha diminuito la sua forza di rialzo. I supporti target interessanti nel medio/lungo periodo si trovano tra 110.500 e 110.000, zona facile da raggiungere ma anche da superare, infatti nel lungo termine mi aspetto un arrivo in zona 108.000 - 107.000. Ichimoku DAILY è ancora un pò indeciso anche se i prezzi hanno superato la kumo verso il ribasso. Il mio dubbio è riguardo la kijun , la tenkan e la chikou span, che non si trovano ancora in zona di sell. Attendiamo le notizie odierne per prendere posizione.
Aggiornamenti seguiranno nei prossimi giorni.
#eur o #ftsemib #panicselling?Non si è ben compreso se sia stato il rialzo dei tassi usa o il #def italiano a far invertire la tendenza di breve per l'euro, ma anche per gli indici azionari.
Spread a 280 con un più 20% in un solo giorno, e tutti a scappare...
In realtà sono diversi i pattern che hanno influenzato la volatilità dell'eur, il primo pattern è quello dei tassi usa, il rialzo a 2.25% rafforzano la posizione del dollaro, un controsenso ed un auto rete quello della #fed, sopratutto post #dazi tanto amati da #trump, secondo il mio modestissimo parere questo innesto porterà ad un leggero rallentamento degli export made in usa.
Un assist formidabile per l'eur, che a prezzi bassi potrebbe incuriosire gli investitori internazionali, a fronte del ripensamento brexit sopratutto, ma di sicuro come #draghi ha detto si rafforza il passo inflazionistico.
Il secondo pattern è quello dell'approvazione del decreto economico finanziario italiano, detto #def, una manovra che aiuta il popolo italiano, ma che forse non è di buon gradimento agli #hedgefund, sicuro gli #hedgers devono trovare altri clienti.....nel senso di insider!
Per ultimo il pattern tecnico, ovvero il #gap di #rollover poco frequente sulle currencies aperto il giorno del cambio di contratto futures euro dollaro a 1,1630.
Quindi per questo mercato così volatile servono solo i coraggiosi!
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#fed e la scelta dei tassiDomani tocca alla Federal Reserve Bank decidere se aumentare o meno i tassi d'interesse.
Il FOMC dovrà affrontare questa delicata decisione, infatti ogni volta che i tassi sono stati ritoccati al rialzo, il dollaro ha guadagnato terreno rispetto all'euro, tutto questo a dispetto della scelta espressa più volte da Trump, ovvero indebolire il dollaro per rafforzare l'export...anche se questo atteggiamento è di per sè un controsenso, sopratutto all'indomani dell'applicazione dei dazi, voluti proprio dallo stesso Trump, vedremo il suo amico Powell comke se la caverà.
I livelli delicatissimi per il cambio euro dollaro sono i supporti a 1.18125 molto sostenuto ed il successivo a 1.1750, il quale potrebbe spingere alla chiusura del gap di 1.16 situazione "gap" abbastanza ambigua ed inusuale per il mercato del forex.
Al contrario un allungo sopra area 1.19 farebbe tornare in accelerazione l'euro in zoan 1.2050, ci sono"cup & heandle" (tazza con manico) e "head & shoulder reverse" (testa e spalla rovesciato) abbastanza significativi, commercialmente parlando in realtà alle banche centrali ed ai continenti eur e usa, non conviene far muoveri di qui il cambio!
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USDJPY, stagionalità interessanteI rialzi recenti del dollaro yen stanno sbattendo sempre sulla solita trendline. A livello stagionale il dollaro ha sempre perso terreno in estate contro lo yen anche se abbiamo avuto un Powell ottimista sull'economia americana e sui rialzi dei tassi al contrario del collega Kuroda e di una BoJ sempre più espansiva. Però il discorso dazi e le guerre commerciali alla lunga potrebbero pesare e quindi aspetto un segnale short a breve, almeno correttivo.
NZDUSD, supporto settimanale molto forteI grafici settimanali sono molto precisi e sul forex in particolare essendo limitata la volatilità. Il dollaro neozelandese ha parecchio da stornare dopo la recente debolezza mentre quello americano pare, fra Fed e Trump, destinato ha lasciare qualcosa sul terreno. Interessante sarà cercare un ingresso in h4 sul ritracciamento della recente spinta del kiwi.
USDMXN, si torna al ribassoAccordo Nafta molto importante nelle dinamiche di questo cambio che sembra di nuovo pronto ad una discesa, si per la zona di resistenza già testata che per la serie di massimi decrescenti sullo stocastico rispetto alla price action. Anche le medie mobili stanno incrociando al ribasso ed in generale pare debole il dollaro americano dopo i verbali di ieri della Fed
NonFarmPayrolls & FED mettono il turbo ad EU e non ad USA Il dato macroeconomico delle buste paga non agricole ovvero "non farm payrolls", dato che occupa la maggior parte del PIL in america è migliore del previsto ma leggermente inferiore al precedente.
Sempre in USA per stasera è attesa l'audizione del FOMC, il neo eletto presidente della Federeal Reserve Bank Jerome POWELL, già sottosegretario all'economia con BUSH, ora sponsorizzato da TRUMP, dirà la sua circa i tassi di interesse, e così dopo stasera potremo capire meglio se è falco o colomba, e sopratutto individuare eventuali difficoltà espansionistiche di politica economica americana, che si avvertono per via dei tanto acclamati dazi commerciali.
Notizia di oggi è che JUNKER, presidente di turno EU, a margine del nuovo consiglio/bilancio UE, per la prima volta post BREXIT senza gli UK, ha dichiarato che TRUMP deve decidere cosa vuol fare rispetto ai dazi, ma consiglia vivamente di rinunciare agli stessi.
In realtà l'incontro della FED di stasera avviene all'indomani del meeting della Banca Centrale Europea, dal quale meeting DRAGHI, lasciando invariati i tassi ed escludendo ancora una volta l'anticipo del tapering, lascia intendere che l'economia europea vive in una "tiepida" ripresa.
In Europa l'inflazione mantiene una lentissima ed estenuante ripresa, senza picchi di entusiasmo, necessari a far ravvivare la stessa economia, situazione di attesa quindi per DRAGHI, situazione di calma che crea un effetto doppia corsia sui mercati, in EUROPA la calma di DRAGHI ha fatto segnare al FTSEMIB italiano un ulteriore massimo, che andrà a completarsi con l'obiettivo del raggiungimento del target del "TESTA & SPALLA" rovesciato, già segnalato più volte a 24400 punti indice circa e qui siamo in corsia di accelerazione, mentre in USA l'indice S&P500 non riesce ancora a superare le resistenze tra i 2650 e 2700 punti.
Intanto sull'indice d'Italia molti titoli segnano nuovi massimi tra cui ENI al massimo storico di 16,30 circa, calamitato dal recupero del crude oil che sfiora i 67 dollari per barile, bene molti altri titoli tra cui STM, TENARIS etc... tutto sembra impossibile all'indomani della volatilità e dei minimi cavalcati tra gennaio, febbraio e marzo.
Così è il mercato azionario, è il prezzo a comandare e sino alla fine di questo ciclo il rialzo continuerà a mantenere i suoi standard ... il ciclo di rialzo si concluderà il 5 maggio, perciò attendiamo siano ad allora eventuali pattern o di inversione, o di prosecuzione o di accumulazione della volatilità.
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USD/CHF, in attesa della FED possibile fase rialzistaSiamo giunti al termine di una settimana piuttosto vivace, sicuramente non per deboli di cuore. Il mercato valutario stenta nel proporci trend degni di tal nome, gli unici movimenti rilevanti registrati riguardano il Canadese e in particolare ulteriori pressioni di vendita verso quella divisa che da circa 2-3 settimane perde costantemente quota. Perde anche sul Dollaro USA, il ché è tutto dire vista la cronica apatia del biglietto verde. E' da mesi che assistiamo, ostinatamente, a svariati tentativi dei tori poi puntualmente disattesi. E' da mesi che il Titolo di Stato USA con scadenza 10 anni gravita in quell'area di rendimento compresa tra il 2,80% e il 3%.
Perché citare l'obbligazionario? Semplice, perché le correlazioni intermarket sono fondamentali per poter operare sui mercati con cognizione di causa. Se il rendimento sale, teoricamente dovremmo assistere a vendite d'equity e acquisti di Dollaro. E' quanto sta accadendo proprio in questi minuti, probabilmente sulla scia del dato rilasciato dall'Università del Michigan circa la fiducia dei consumatori. Dato che è balzato sopra 100, un valore altissimo che va ben oltre le aspettative e che certifica il sentiment - assolutamente positivo - dei consumatori americani. L'importanza di questo dato è altrettanto semplice: se c'è fiducia tra i consumatori probabilmente ci saranno spese e quindi vendite al dettaglio (l'ultimo dato in tal senso a dir poco negativo), non scordiamoci che i consumi privati incidono per circa il 70% sul PIL americano.
Tale premessa, evidentemente di matrice fondamentale, ci serve per giustificare l'ingresso long sul cambio USD/CHF. Un ingresso che su grafico daily, considerando la media a 200 periodi lo spartiacque tra rialzisti e ribassisti, potrebbe risultare azzardato in quanto contro trend. Tuttavia, anche scalando di time frame, è possibile notare la ripartenza del prezzo dalle medie di riferimento e questo potrebbe far sì che la quotazione salga ancora. Operazione eventualmente da tenere in portafoglio sino a mercoledì, giornata cruciale perché avremo il probabile primo rialzo dei tassi e la successiva conferenza stampa di J.Powell. Ovviamente stiamo parlando della FED.
L'obbiettivo dell'operazione, in termini di rapporto rischio rendimento, sarebbe rappresentato proprio dalla media 200 periodi su grafico daily. Vediamo come le candele Heikin Ashi abbiano rimbalzato dalle medie a più corto raggio, ovvero 10 e 21 periodi. Infine il Trend Trigger Factor, in questo momento sta puntando con decisione verso il livello +100, si trova sopra la linea dello zero e questo ricordiamoci che certifica l'entità del trend in corso. Nello specifico, ovviamente, stiamo parlando di possibile fase rialzista. Che poi sia correzione o vera e propria inversione lo vedremo cammin facendo.
GBPUSD, tante incognite, una certezzaDa una parte Brexit che sta alleggerendo il proprio peso grazie agli accordi con l'EU, dall'altra la Fed con il primo rialzo tassi del 2018 e la prima conferenza stampa di Powell. La trendline ribassista rotta è però un'ottima opportunità in fase di re test per un nuovo rimbalzo verso l'alto ma occorre monitorare i dati britannici di giornata dopo quelli negativi su inflazione e abitazioni.
Euro BTP & countdown to politics election in ITALYMancano 4 giorni al voto in italia, e tutto il comparto obbligazionario, ed in particolare il long therm futures sul BTP quotato all'eurex, sembra non essere interessato ai risultati elettorali.
Segnali tecnici di preludio a chissà che, che o cosa vincerà alle urne non se ne vedono, ed i prezzi sembrano inchiodati con scarssissima volatilità, quasi a indicare che il prossimo governo sarà una fotocopia dell'attuale, quindi un gentiloni bis.
Solo lo Short Therm BTP oggi ha accellerato verso il recupero di resistenze interessanti, e tenicamente c'è un motivo, é vero però che anche lo Short Therm BTP assieme al Long Therm BTP, da subito dopo il rialzo dei tassi da parte della federal reserv a dicembre, che ha visto il decennale (spread) usa passare dal 2% al 2,50%, ha semplicemente cercato di rimbalzare dai minimi delle forti vendite che a dicembre si sono scatenate su tutti i futures degli interest rate fixed mondiali.
Il BTP di lungo periodo è così passato da 141 euro di quotazione a 135 in un solo mese, e dal minimo di dicembre non si è poi molto schiodato.
A questo punto è palese l'accumulazione di volatilità che sta interessando il movimento del BTP Long Therm, quindi in un laterale compreso tra 134 euro e 138 euro un movimento minimo di 4 euro di volatilità bisogna quantomeno aspettarselo.
A seconda del probabile risultato elettorale, che avverrà solo lunedì, c'è da aspettarsi un brekout e la fuoriuscita di questo canale, anche perchè tecnicamente il ritono sotto 0,7% di rendimento del Bund accompagnato dagli acquisti sullo stesso obbligazionario tedesco hanno innescato per il BTP un aumento del rendimento in salita sino al 1,5%
Dollar Index, la svolta sui cambi principali arriva da quiL'impostazione grafica dell'indice del dollaro americano si fa interessante. La Fed restringe i tempi per rialzare i tassi d'interesse, i dati economici Usa sono buoni mentre le altre valute ancora non riescono ad uscire dalle proprie paure in termini d'inflazione, vedi su tutti Australia e Giappone.
#fed #interestrateRialzo graduale dei tassi, questa la lettura delle minute della FED.
Siamo ad un punto di svolta cruciale per i mercati di tutto il mondo?
non per tutti i mercati però ...
Il massimo storico dell'indice azionario, costante e continuo è stato cavalcato per mesi solo dagli indici americani, il post trump è stato favorevole al trend di lungo periodo facendo segnare nuovi massimi su massimi, per dow jones nasdaq e s&p500, mentre per gli altri mercati ed in particolare per i mercati europei, dax, ftsemib ed eurostoxx le reazioni sono state diverse rispetto ai massimi made in usa.
Mentre l's&p500 volava verso i 2800 punti l'eurostoxx si ritrovava a ridosso dei massimi storici del 2015....ma sempre sotto i massimi del 2005 e del 2000;
Mentre l's&p500 volava verso i 2800 punti il dax si ritrovava a ridosso dei massimi storici del 2015 ed ha segnato un record di soli 1000 punti sopra il massimo del 2015 e cioè da 12000 a 13000 punti.
Mentre l's&p500 volava verso i 2800 punti il ftsemib si ritrovava a ridosso dei massimi storici del 2015....ma sempre sotto i massimi del 2006 e del 2000;
A questo punto possiamo attenderci una volatilità rialzista su eurostoxx e ftsemib, per completare il turnover dei mercati ma ... tutto certamente dipende da cosa farà l's&p500 a questi livelli.
Il quadro tecnico/grafico, dopo la discesa del 5 febbraio ha complicato il mood usa, a questi livelli ovvero 2700 punti circa la volatilità è ai massimi storici ed ha creato uno "squeeze" che man man verrà assorbito, anche se allo stesso tempo il trend/percorso della volatilità è ormai cambiato.
Mentre per gli oscillatori di prezzo l'inidicatazione del momentum rimane tendenziamente di ipervenduto.
Dipenderà molto dalla price action, perchè un ritorno sotto 2520 punti apre ad una grande figura grafica ovvero il pattern "1 2 3" ribassista con break di 2520 punti che spingerebbe l's&p500 verso i 2250 punti con stop sullo swing a 2750 punti.
Caso contrario il supermento dei 2750 punti guiderà il prezzo verso la resistenza storica dei 2800 punti .
C'è da dire che dopo aver perso in poche settimane il 12% dai massimi, in usa sarà difficile veder scendere ancora a -9% l'indice s&p500, certo tutto sempre può accadere, ma a questo punto la considerazione è quella che dopo l'aumento "graduale dei tassi" l'inflazione sarà bella e ben stabilizzata al 2% circa, il chè rappresenterà il "caldo" benessere economico che contagierà i più "financial mood" continenti mondiale.
Unica incognita rimane l'europa, ma se tanto mi da tanto con l'uscita trionfale di draghi e l'inserimento dei falchetti tedeschi il mood economico EU dovrà riscattarsi e forse arriverà la volatilità su eurostoxx e ftsemiib.