Il miliardario invisibile che ha rivoluzionato la moda globaleAmancio Ortega è uno dei più grandi imprenditori del nostro tempo, con un patrimonio stimato superiore ai 69 miliardi di dollari. Eppure, per decenni, pochi hanno saputo come fosse fatto il volto di quest’uomo che ha costruito un impero da oltre 20 miliardi di dollari rimanendo nell’ombra.
Fondatore di Zara e della holding Inditex, Ortega ha cambiato radicalmente il mondo della moda e del retail. Prima di Zara, portare le tendenze delle passerelle nei negozi richiedeva circa sei mesi. Ortega rivoluzionò questo processo, riducendo i tempi a sole due settimane. Questa velocità senza precedenti ha reso obsolete le strategie dei brand tradizionali, che pianificavano le collezioni mesi prima. Zara, invece, osservava i trend emergenti e li metteva in vendita quasi immediatamente. Il segreto di questo successo è una gestione della supply chain senza pari. Ortega puntò sulla verticalizzazione della produzione, mantenendo internamente le fasi più critiche, a differenza dei concorrenti che esternalizzavano tutto per ridurre i costi. Questa scelta garantiva a Zara un vantaggio competitivo fondamentale: la rapidità.
Zara produce circa 11.000 articoli distinti ogni anno, contro i 2.000-4.000 dei concorrenti. Le spedizioni ai negozi avvengono due volte a settimana dal centro logistico centrale, eliminando la necessità di grandi magazzini e ritardi. Questa efficienza operativa permette a Zara di rispondere in tempo reale alle richieste del mercato, riducendo drasticamente il rischio di invenduti e sconti.
Ortega è celebre per la sua estrema riservatezza. Fino al 1999 non esisteva nessuna foto pubblica di lui. Vive ancora nella sua città natale in Galizia, senza lussi eccessivi, e dedica gran parte della sua filantropia a ospedali e ricerca sul cancro. Oltre a Zara e Inditex, Ortega possiede un vasto portafoglio immobiliare di pregio, con uffici a Londra, New York e Seattle, affittati a colossi come Apple, Amazon e Facebook. Solo questo patrimonio immobiliare è valutato oltre 6 miliardi di dollari, contribuendo a diversificare e rafforzare la sua ricchezza.
Analisi fondamentale
Il Dow Jones massimo storico a breve grazie al Giappone.Il Dow Jones si avvicina al massimo storico grazie all’accordo commerciale con il Giappone
In questo momento, ciò che il mercato desidera maggiormente sono accordi commerciali solidi e buoni risultati trimestrali. Ed è esattamente quanto si è verificato ieri: la seduta ha registrato forti guadagni, accompagnati da un paio di nuove chiusure record.
Con la scadenza degli scambi ormai a poco più di una settimana di distanza, gli investitori hanno accolto con favore l’annuncio del Presidente Trump riguardante un accordo "imponente" con il Giappone, che prevede una tariffa del 15% sulle importazioni da quel Paese. Inoltre, si intravede un possibile avvicinamento a un’intesa commerciale anche con l’Unione Europea. Tutto ciò fa seguito agli accordi raggiunti ieri con Filippine e Indonesia. Si auspica che questo slancio positivo possa proseguire.
Nel frattempo, i primi due titoli dei cosiddetti “Mag 7” hanno pubblicato i propri risultati dopo la chiusura dei mercati. Alphabet (GOOGL) ha registrato una sorprendente crescita degli utili, con un aumento di quasi il 140% nel secondo trimestre; anche i ricavi hanno superato le aspettative, grazie soprattutto allo sviluppo dei settori pubblicitario e cloud. Inoltre, l’azienda ha annunciato un aumento delle spese capitalizzate per l’anno in corso, portandole a 85 miliardi di dollari, al fine di sostenere la crescita dell’intelligenza artificiale. Al momento della stesura di questo articolo, le azioni risultano in rialzo del 2,4% nelle contrattazioni after-hours.
Passando a Tesla (TSLA), l’azienda ha mancato le aspettative in termini di fatturato nel secondo trimestre, registrando un calo del 16% nel settore automobilistico. Tuttavia, ha annunciato che il suo modello più economico entrerà in produzione nella seconda metà dell’anno. Gli investitori, desiderosi di un veicolo elettrico più accessibile, hanno accolto con favore la notizia, tanto che il titolo ha chiuso in lieve rialzo (+0,2%) nelle contrattazioni after-hours.
Con Alphabet in forte ascesa e Tesla stabile, è lecito attendersi mercati solidi fino alla fine della settimana. Se a ciò si aggiungesse anche un accordo commerciale con l’Unione Europea, potremmo assistere a un deciso rialzo.
Ieri l’S&P 500 è salito dello 0,78%, raggiungendo quota 6358,91, mentre il NASDAQ ha guadagnato lo 0,61% (circa 127 punti), toccando i 21.020,02 punti. Entrambi gli indici hanno così chiuso su nuovi massimi storici. Come l’S&P aveva superato i 6300 punti per la prima volta lunedì, oggi il NASDAQ ha chiuso oltre i 21.000 punti per la prima volta nella sua storia.
Nel frattempo, il Dow Jones è prossimo a stabilire un nuovo primato, dopo un aumento dell’1,14% (oltre 500 punti), che lo ha portato a 45.010,29. L’indice è ora a soli quattro punti da un nuovo massimo di chiusura.
I report sugli utili attesi per domani includono aziende come Honeywell (HON), Union Pacific (UNP), Intel (INTC), Newmont (NEM) e Tractor Supply Co. (TSCO), solo per citarne alcune.
Sebbene la stagione dei risultati sia ancora agli inizi, permane un cauto ottimismo circa la possibilità che i trend favorevoli riscontrati sinora vengano confermati anche dai membri dell’S&P 500 per il resto del ciclo di rendicontazione del secondo trimestre. Al momento, sia gli utili sia i ricavi risultano superiori alle medie storiche.
Marco Bernasconi Trading
GOLD | Impressionante reazione degli orsi.Buongiorno traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Come da analisi, ieri si è risvegliato un fortissimo movimento bearish, partito dai 3435$, avevo studiato un'operazione della quale ha preso il TP in mattinata.
Anche il giornaliero è stato chiuso molto molto forte, questo darà ulteriore spinta ribassista a mio parere.
Di conseguenza sono andato a cercare 2 zone che potessero interessarmi per uno SHORT, ho evidenziato i 3400$, che oltre ad essere tondo e psicologico, è la ricerca di liquidità della supply H1, nonché dominance e fresh supply, quindi ottima per una valutazione.
Se invece il LOGN dovesse tirare più forte ho la seconda opzione ovvero sempre la fresh supply dei 3415$ per oncia, nel grafico si nota molto bene l'efficacia di quella zona per il momentum che ha creato.
Vediamo come si svilupperà e muoviamoci di conseguenza.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
CINA: Il potenziale di recupero resta interessanteMentre il mercato azionario statunitense si muove su nuovi massimi storici, tornando ai livelli di valutazione di fine 2021 (prima del bear market del 2022), può essere utile rivolgere l’attenzione al mercato azionario cinese per diversificare il proprio portafoglio.
Per quanto riguarda l’analisi dell’S&P 500, vi invito a rileggere il mio ultimo studio previsionale cliccando sull’immagine qui sotto. Non dimenticate di iscrivervi al nostro account Swissquote per ricevere ogni mattina le nostre nuove analisi.
Tornando al mercato cinese, ritengo che le azioni cinesi abbiano ancora un interessante potenziale di crescita nel medio/lungo periodo, sia dal punto di vista tecnico che fondamentale.
1) Forte potenziale di recupero sotto il profilo valutativo
Il mercato azionario cinese è interessante per la diversificazione, con un rapporto CAPE (Shiller PE) di 15 rispetto a 36 per l’S&P 500.
Le azioni cinesi sono decisamente più economiche di quelle americane e godono anche di una politica monetaria estremamente accomodante da parte della Banca Popolare Cinese e di una politica fiscale espansiva. Tutti fattori che supportano un forte potenziale di crescita fondamentale.
2) Dal punto di vista tecnico, l’ATH è un obiettivo naturale
Analizzando il grafico settimanale dell’indice principale di Shenzhen, osserviamo un chiaro range tra i 7.500 e i 16.000 punti. Una figura di inversione rialzista si è formata nella parte bassa del range, suggerendo che il target naturale sia l’estremo superiore.
3) Il rafforzamento dello Yuan è un segnale positivo per il mercato cinese
Infine, anche il fattore cambio gioca a favore delle azioni cinesi: il tasso USD/CNY ha appena respinto una resistenza tecnica di lungo periodo. Il rafforzamento dello Yuan dovrebbe dunque favorire gli investitori internazionali nei prossimi mesi.
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XAUUSD SWINGAspettativa BUY su xauusd, mi aspetto un breve movimento sell di liquidazione del minimo h4 per poi proseguire buy dopo aver chiuso la struttura come raffigurato dal disegno sul grafico.
Mi posso anche aspettare una liquidazione fino a zone piu basse segnate sotto per poi proseguire sempre con il buy swing ma questo lo andremo a vedere nella prossima trade idea qualora la proiezione non fosse rispettata e quindi andremo a condividere la seconda idea con partenza buy da un punto più basso.
Elinoil, un valore nascosto alla Borsa di Atene?Il titolo che andrò ad analizzare oggi è Elinoil ATHEX:ELIN , società greca quotata alla Borsa di Atene. Si tratta di un operatore attivo nel settore energetico, con particolare focus sulla distribuzione di carburanti e lubrificanti. L'obiettivo dell’analisi è valutare la solidità dell’azienda attraverso i fondamentali, per comprendere se, alla luce del suo attuale prezzo di mercato, il titolo possa rappresentare un’interessante opportunità di investimento nel lungo periodo.
Valutazioni e Multipli: sottovalutazione evidente
Elinoil si presenta con dei multipli che indicativamente segnalano una sottovalutazione, soprattutto se confrontati con i valori medi del settore e dell’industria di riferimento:
P/B (Price/Book Ratio): 0,66
Significativamente più basso rispetto alla media settoriale (1,23) e industriale (0,99), suggerisce che il mercato sta prezzando il titolo al di sotto del suo valore contabile.
Prezzo/Cassa (Price to Cash): 2,14
A fronte di una media settoriale pari a 14,07 e industriale a 6,88, evidenzia una forte liquidità relativa, elemento importante in tempi di incertezza economica.
EV/EBIT TTM: 6,36
Anche in questo caso, il multiplo risulta molto più basso della media di settore (18,26) e dell’industria (15,52), segnalando una possibile inefficienza del mercato nel valutare i flussi reddituali operativi.
EV/EBITDA TTM: 4,21
Ancora una volta, siamo su livelli inferiori rispetto alla media settoriale (13,73) e industriale (8,48), a favore di una valutazione più prudente che può rivelarsi vantaggiosa per chi entra ora.
La combinazione di questi multipli lascia pensare che Elinoil sia attualmente scambiata a sconto rispetto al suo valore intrinseco, potenzialmente a causa di una limitata copertura da parte degli analisti o di scarsa visibilità internazionale.
Redditività: ritorni sopra la media
Nonostante la sua bassa valutazione, Elinoil presenta indicatori di redditività superiori alla media, il che rafforza l'idea che il titolo sia sottovalutato.
ROA (Return on Assets): 3,33%
Superiore alla media settoriale (1,60%) e industriale (2,21%), indica una buona efficienza nell’utilizzo degli asset aziendali per generare utili.
ROE (Return on Equity): 11,49%
Quasi triplo rispetto alla media del settore (4,40%) e ben al di sopra dell’industria (3,83%). Il titolo dimostra di generare valore consistente per gli azionisti.
ROIC (Return on Invested Capital): 8,46%
Confrontato con la media settoriale (2,86%) e industriale (3,26%), mostra un ottimo utilizzo del capitale investito e un vantaggio competitivo operativo.
Questi numeri suggeriscono una gestione efficace e una struttura economico-finanziaria ben costruita, che si traduce in ritorni superiori pur con un prezzo ancora contenuto.
Conclusioni: un'opportunità trascurata?
Il profilo di Elinoil mostra una combinazione atipica ma molto interessante: multipli di mercato bassi tipici di un titolo sottovalutato, ma indicatori di redditività robusti, spesso superiori alla concorrenza.
In un mercato dove l'efficienza non sempre è garantita, Elinoil sembra essere stata dimenticata dagli investitori istituzionali, o comunque non ancora pienamente valorizzata dal mercato. Per chi adotta una strategia di investimento value-oriented, questa potrebbe essere una rara occasione di entrare a un prezzo favorevole su una società solida e profittevole.
Domanda per gli investitori:
Se una società con multipli così contenuti e redditività superiore alla media non attira ancora l’interesse del mercato, è un segnale di rischio... o una rara occasione da cogliere prima degli altri?
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📉 Prezzo attuale
Gold luglio, spinto da tensioni geopolitiche e possibili tagli Fed
🏦 Fondamentali
Domanda Governi/Central Bank: acquisti record — 80 t al mese (prev. 70 t), anche Polonia +50 t Q1, CN +299 t ufficiali (forse reali oltre 5 000 t)
Fed e Tassi US: Dollaro debole e rendimenti Treasuries bassi rendono oro più interessante
Rischio geopolitico/inflazione: guerra Ucraina‑Russia, tensioni Medio Oriente, tariffe Trump in vigore, inflazione persistente → safe‑haven forte
🔍 Aspettative
Analisti bull: Goldman Sachs punta a $3 700 fine 2025 e $4 000 Q2 2026; JPMorgan conferma $4 000 entro Q3 2026
World Gold Council: +26 % H1, driver principali: rischio, dollaro debole, momentum ETF
Prospettiva 2° semestre: scontati scenari contrastanti – se tensioni restano su, si muove verso $3 400+; altrimenti possibile correzione
Inflazione/de‑dollari‑zzazione: oro considerato hedge da +60 % di banche centrali asiatiche e BRICS
Crash avvertiti da Kiyosaki → alta volatilità possibile
Tensioni geopolitiche/tariffe in scadenza 1 agosto → volatilità breve termine
Se conflitti si risolvono e mercato torna “risk‑on”, l’oro potrebbe ritracciare.
📌 Cosa aspettarsi a breve
Prezzo stabile o in rialzo verso $3 350–3 500/oz
da seguire: sviluppi Us‑China, Medio Oriente, dati Fed/inflazione
Se dollaro resta debole e central bank entrano ancora, potenziale rally verso $3 700+ fine anno
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
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XAUUSD | In cerca dei 3500$, ma...Buongiorno traders, come state?
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Presa la direzione dell'analisi di ieri, c'è stato un piccolo rintracciamento a ribasso per poi ripartire bullish, il problema è stato che non mi ha dato la zona che aspettavo, nessuno dei 2 imbalance, così da piano non ho potuto valutare il LONG.
Ora ci andrei cautamente, perché è vero che siamo ancora impostati a rialzo, ma è stata presa una zona SHORT cruciale, che può decidere tutto, potrebbe partire anche un movimento fortissimo (giornaliero) bearish, riportando l'oro a minimi di settimana scorsa, quindi in questo per un LONG attenderei un break confermato della resistenza dei 3440$, così da continuare fino al massimo storico, i 3500$.
In caso contrario si può prendere un movimento SHORT in direzione dei 3370$ per oncia, ma con molto rischio.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
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Contesto di mercato
-Il recente accordo commerciale USA‑Giappone ha allentato un po’ l’incertezza, riducendo la domanda di asset rifugio come l’oro
-Tasso USD in calo e rendimenti Treasuries in flessione mantengono però un sostegno al prezzo, che resta sopra i $3 400/oz
-in attesa del discorso di Powell, l’oro ha raggiunto un massimo di 5 settimane, puntando alla resistenza intorno a $3 451 e forse fino a $3 500
attendo possibili ritracci per posizionamenti LONG,
non valuto short al momento
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Quando un solo lavoro non bastaNegli ultimi mesi, sempre più americani si trovano nella necessità di dover avere più di un salario per far fronte ai costi crescenti delle necessità quotidiane. A giugno 2025, il numero di persone con più di un lavoro è salito di 282.000 unità, sfiorando la quota di 8,87 milioni. Tale livello supera di circa 800.000 persone il picco registrato durante la crisi finanziaria del 2008. Questo dato sottolinea come una fetta importante della forza lavoro americana viva oggi una realtà economica più difficile rispetto a quella di quasi vent’anni fa.
L’incidenza dei lavoratori con più impieghi sul totale dell’occupazione ha raggiunto il 5,5%, terzo valore più alto degli ultimi 16 anni. In particolare, sono aumentati in modo significativo anche i lavoratori che svolgono un lavoro full-time principale e contemporaneamente un secondo lavoro part-time. Questa categoria rappresenta il 3,1% dell’occupazione totale.
Questi numeri rivelano una realtà economica in cui molte famiglie americane non riescono più a sostenere le spese di base con un solo lavoro. L’aumento del costo della vita, inclusi affitti, beni alimentari, energia e assistenza sanitaria, spinge un numero sempre più ampio di persone a cercare anche un secondo impiego. È un segnale chiaro di come la perdita di potere d’acquisto reale stia influenzando direttamente il mercato del lavoro.
Dal punto di vista macroeconomico, questa dinamica segnala una pressione crescente sul budget delle famiglie, che può avere ripercussioni su consumi e risparmi, elementi fondamentali per la crescita economica. Sebbene il tasso di disoccupazione resta relativamente basso, il fenomeno del lavoro multiplo evidenzia che il mercato del lavoro americano soffre di una qualità dell’occupazione problematica, dove la stabilità e la sostenibilità economica non sono garantite.
Il livello crescente di lavoratori con più occupazioni può indicare un rallentamento dei consumi dovuto alla crescente difficoltà economica, che a sua volta può influire negativamente su settori chiave come la vendita al dettaglio, i servizi e l’immobiliare.
XAUUSD – Analisi Intraday dell’Oro (22/07) XAUUSD – Analisi Intraday dell’Oro (22/07)
Nella sessione di ieri, l’oro ha registrato un forte rally rialzista, completando la sua struttura impulsiva a breve termine. Tuttavia, avvicinandosi alla resistenza psicologica dei 3400 $, il prezzo ha mostrato segni di esaurimento con la formazione di una chiara candela di inversione. Questo potrebbe anticipare una fase correttiva nella giornata di oggi.
🔍 Analisi Tecnica
Dopo aver toccato un massimo a breve termine, il prezzo è entrato in fase di ritracciamento e sta testando una zona di supporto chiave: la FVG High Zone sul timeframe H1. Se la pressione ribassista persiste e la zona viene violata, potremmo assistere a un movimento verso aree di liquidità più profonde.
🔽 Zone di Acquisto da Monitorare Oggi
✅ Zona 1 – EL (End Liquidity all’interno della FVG): 3367 – 3350
→ Zona con alta probabilità di reazione e rimbalzo tecnico.
✅ Zona 2 – Confluenza tra FIBO 0.5 – 0.618 + VPOC (3350 – 3335)
→ Area altamente significativa per operazioni long di medio/lungo termine, grazie alla sovrapposizione di segnali tecnici forti.
📌 Setup Operativi Suggeriti
🔸 ZONA BUY: 3351 – 3349
SL: 3344
TP: 3355 – 3360 – 3365 – 3370 – 3375 – 3380 – 3390 – 3400 – ???
🔸 BUY SCALP: 3366 – 3364
SL: 3360
TP: 3370 – 3375 – 3380 – 3385 – 3390
🔻 ZONA SELL: 3420 – 3422
SL: 3427
TP: 3415 – 3410 – 3405 – 3400 – 3390 – 3385
⚠️ Rischi da Considerare
Anche se oggi non sono previsti dati macroeconomici rilevanti, è importante rimanere cauti: dichiarazioni politiche o tensioni geopolitiche potrebbero generare volatilità improvvisa. In assenza di notizie, il prezzo tende a comprimersi e poi esplodere rapidamente in una direzione.
📌 Ricorda sempre di applicare correttamente TP e SL per proteggere il tuo capitale – il mercato è imprevedibile.
📈 Strategia Operativa
Tendenza a breve termine: Scenario di correzione ancora in corso
Visione di medio/lungo termine: Se il prezzo scende verso zone chiave, possono presentarsi ottime opportunità di acquisto, considerando le attese di un taglio dei tassi da parte della Fed e la possibilità che l’oro raggiunga nuovi massimi storici.
💬 Attendi conferme prima di entrare, lavora con disciplina e gestione del rischio. La pazienza fa la differenza nel lungo periodo.
EURUSD - trend al rialzo ma attenzione alle tensioni commercialiRafforzamento dell’ottimismo sull’euro e dinamiche di mercato
L’euro (EUR) ha registrato un rinnovato slancio nella giornata di lunedì, con la coppia valutaria EUR/USD che ha effettuato un solido retest dell’area immediatamente superiore alla soglia tecnica chiave di 1,1700, toccando contestualmente i massimi degli ultimi tre giorni. Questo movimento riflette un crescente ottimismo da parte degli operatori nei confronti della moneta unica, sostenuto da una combinazione di fattori tecnici e fondamentali.
Persistenza delle tensioni commerciali e impatto sul sentiment di mercato
Nonostante il rinvio da parte di Washington della prossima decisione in materia di dazi al 1° agosto, il contesto macroeconomico globale rimane caratterizzato da un’elevata incertezza. Le minacce di imposizione di tariffe del 30% sulle esportazioni europee, dazi del 25% sulle importazioni provenienti da Giappone e Corea del Sud, nonché un potenziale sovrapprezzo del 50% sul rame, hanno alimentato i timori di un’escalation delle tensioni commerciali a livello globale. In tale contesto, gli investitori hanno mostrato una crescente propensione verso asset rifugio, tra cui il dollaro statunitense, contribuendo a una temporanea pressione al ribasso sull’euro nei giorni precedenti.
Prospettive negoziali e risposta dell’Unione Europea
Parallelamente, i negoziati commerciali hanno assunto un ruolo centrale nell’agenda diplomatica. Fonti istituzionali hanno indicato che l’Unione Europea sta valutando l’adozione di un pacchetto di misure “anticoercitive” di ampia portata. In caso di mancato accordo, tali misure potrebbero includere restrizioni mirate ai servizi statunitensi o limitazioni all’accesso delle imprese USA agli appalti pubblici europei, configurando una risposta strategica volta a tutelare gli interessi economici dell’Unione.
Prospettive protezionistiche e divergenze tra le politiche monetarie
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha paventato l’introduzione di dazi del 30% sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea, qualora non si giungesse a un’intesa commerciale entro la scadenza fissata per il 1° agosto. Tale minaccia ha riacceso le preoccupazioni circa un possibile irrigidimento delle relazioni transatlantiche e un ulteriore deterioramento del contesto commerciale globale.
Federal Reserve: orientamenti divergenti all’interno del FOMC
I verbali della riunione di giugno del Federal Open Market Committee (FOMC) hanno evidenziato una marcata spaccatura tra i membri. Da un lato, alcuni esponenti hanno espresso la necessità di un taglio tempestivo dei tassi di interesse per contrastare i potenziali effetti recessivi delle tensioni commerciali; dall’altro, una fazione più prudente ha sottolineato l’importanza di attendere ulteriori evidenze sull’impatto inflazionistico delle misure tariffarie prima di procedere con un allentamento monetario.
L’incremento dell’indice dei prezzi al consumo registrato negli Stati Uniti nel mese di giugno ha rafforzato l’approccio attendista del presidente della Fed, Jerome Powell. Tuttavia, i mercati dei futures continuano a prezzare una probabilità non trascurabile di un moderato allentamento monetario nel corso del secondo semestre.
Banca Centrale Europea: politica accomodante e prospettive di pausa
In contrasto con l’orientamento della Fed, la Banca Centrale Europea ha adottato una posizione più espansiva, riducendo il tasso sui depositi al 2,00% all’inizio di giugno. L’istituto di Francoforte ha tuttavia precisato che eventuali ulteriori misure di stimolo saranno subordinate all’emergere di segnali più evidenti di indebolimento della domanda esterna. Gli operatori di mercato si attendono che la BCE mantenga un atteggiamento attendista nella riunione di questa settimana, optando per una “pausa tecnica” nel ciclo di politica monetaria.
Analisi COT – Euro FX (15 luglio 2025)
I più recenti dati del Commitments of Traders (COT), riferiti alla settimana conclusasi il 15 luglio, confermano una marcata inclinazione rialzista da parte degli investitori istituzionali e degli hedge fund nei confronti dell’euro.
Le posizioni nette lunghe detenute dai trader non commerciali si sono attestate a 128.121 contratti, segnando il livello più elevato dal dicembre 2023. Questo incremento è stato sostenuto da un'apertura netta di 971 nuove posizioni long, accompagnata da una contestuale riduzione delle posizioni short, a testimonianza di un sentiment sempre più favorevole alla moneta unica.
A rafforzare ulteriormente questa dinamica, l’open interest complessivo ha registrato un’espansione pari a +14.593 contratti, segnalando un aumento della partecipazione al mercato e una crescente fiducia nella prosecuzione del trend rialzista.
Analisi tecnica
daily chart
Analisi Tecnica EUR/USD – Contesto di consolidamento su livelli chiave
Il recente contesto di tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa, unito a una fase di elevata stabilità macroeconomica, ha favorito una correzione della price action dai massimi annuali, culminata nel superamento della soglia tecnica di 1,1800. Attualmente, il cambio EUR/USD sta testando il livello psicologico di 1,1700, area di particolare rilevanza tecnica in quanto zona di confluenza volumetrica e livello 0,50 di ritracciamento di Fibonacci, calcolato sull’impulso rialzista compreso tra il minimo del 1° luglio e il massimo del 17 luglio.
L’indicatore Ichimoku Kinko Hyo evidenzia una fase di flessione tecnica: la Tenkan Sen si sta progressivamente avvicinando alla Kijun Sen, pur non avendo ancora generato un segnale di inversione (cross ribassista). Particolare attenzione va posta al supporto dinamico offerto dalla Kijun Sen, nonché al punto pivot situato in area 1,1640, che potrebbe fungere da base per un eventuale rimbalzo tecnico volto a ritestare i massimi precedenti.
Dal punto di vista dell’RSI (Relative Strength Index), l’indicatore si mantiene in territorio positivo, pur avendo ritracciato dal livello di ipercomprato. Attualmente si colloca al di sotto della propria media mobile, in area 57,72, suggerendo una fase di consolidamento del momentum rialzista.
In sintesi, il cambio si trova in una fase di stallo tecnico, influenzata dalle incertezze legate alla politica commerciale transatlantica. Tuttavia, il trend di fondo rimane orientato al rialzo, come evidenziato dalla distanza significativa tra le principali medie mobili e la linea di prezzo corrente.
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L’oro ormai non è più solo una copertura contro l’inflazione. È diventato una “copertura totale”: contro il ribasso dei rendimenti reali, contro le tensioni geopolitiche e contro i dubbi sull’indipendenza della Fed. Finora ogni correzione è stata superficiale, mentre cresce l’incertezza sui negoziati commerciali previsti per la prossima settimana. Un altro rischio? Powell potrebbe bloccare il taglio dei tassi, andando contro il consenso dei mercati, se dovesse uscire un dato inflazionistico forte. Non mi sorprenderebbe vederlo opporsi a Trump in quel caso.
Ultime novità rilevanti
Il dollaro debole e i rendimenti US in calo continuano a sostenere l’oro
A livello internazionale, CNB asiatici aumentano scorte, mentre tensioni geopolitiche (USA-Cina, Taiwan) mantengono alta la domanda
Prevedibile pausa della Fed: i mercati vedono possibile taglio dei tassi a settembre (~59% di probabilità)
Citi ha tagliato le previsioni: oro sotto i 3.000 $ entro fine 2025 se il contesto globale migliora
HSBC invita alla cautela: momentum in esaurimento e possibili correzioni del 5–10%
Driver: USD debole, rendimenti in discesa, tassi Fed stabili, incertezza geopolitica e crescita domanda da banche centrali.
Rischi: imminente rialzo Powell (se inflation data forte), possibili miglioramenti nei negoziati commerciali USA‑Cina che ridurrebbero l’appetito per oro.
outlook incerto su tagli Fed, politica Trump‑Powell.
Prossimi eventi da monitorare
Riunione Fed: 29–31 luglio (potenziali indicazioni su politica tassi).
NFP USA: 1° agosto
Negoziati USA‑Cina: attesi entro questa settimana – possibili driver forti.
Oro resta solido in contesto real yield negativo, Fed cauta e contesto geopolitico teso.
Attenzione alle mosse di Powell e agli sviluppi diplomatici: potrebbero scatenare una reazione veloce.
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GOLD | Che dici POWELL?Buongiorno traders, come state?
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Chiusura giornaliera fortissima che potrebbe portare ad una forte continuazione a rialzo, vedremo cosa dirà Powell oggi nel discorso, e cerchiamo di capire se potrà dare ulteriore spinta ai tori.
Ho segnato i 2 imbalance daily per valutare LONG, quindi i 3361$ e 3377$ per oncia, ovviamente non valuterò al tocco daily ma andrò a fare una valutazione in tf 15 minuti o 5, basato su un'analisi H1.
Il target iniziale è quello della liquidità sopra la resistenza ai 3410$, lì potrebbe anche correggere quindi non andrò a spremere.
Si deciderà poi il destino dell'oro dei prossimi giorni, se dovesse riuscire a rompere a rialzo potrebbe continuare anche in direzione del massimo storico, mentre un ulteriore fallimento potrebbe far ricrollare il nostro metallo giallo fino ad ulteriori minimi.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
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Ciau.
L’Euro Dollaro può mantenere la sua posizione di leader nel FX?L’Euro Dollaro è la coppia valutaria principale con la migliore performance del 2025, ma ha iniziato una fase di consolidamento a breve termine sotto 1,18 $. Questa forza dell’euro dollaro sorprende, vista la divergenza tra le politiche monetarie. Può l’euro dollaro salire ancora nel 2025? Come spiegare questa forza dal punto di vista fondamentale? In questa settimana di decisione di politica monetaria della BCE (giovedì 24 luglio), proponiamo un’analisi tecnica e fondamentale del cambio euro dollaro che ha rallentato dopo aver raggiunto la resistenza tecnica di 1,18 $.
1) Il dominio dell’euro dollaro nel 2025 sfida la logica della divergenza monetaria
Il 2025 sorprende nel mercato FX: l’euro dollaro (EUR/USD) è la coppia più performante con oltre il 12 % di rialzo da inizio anno. Una sorpresa, se ci si basa sui fondamentali monetari tradizionali.
La Fed mantiene tassi alti per contrastare inflazione e mercato del lavoro, mentre la BCE ha continuato a tagliare i tassi, segno di un’economia europea più fragile. In teoria, il dollaro avrebbe dovuto rafforzarsi. Invece è l’euro a dominare. Un paradosso spiegato da una combinazione di fattori fondamentali.
2) Fattori fondamentali inattesi spiegano la forza dell’euro dollaro nel 2025
Il trend rialzista ignora il differenziale dei tassi attuali e attesi tra Fed e BCE.
Ecco i fattori fondamentali principali:
• Politica fiscale USA (Amministrazione Trump) che mette in dubbio la sostenibilità del debito
• Guerra commerciale con impatto sulle aziende USA esportatrici
• Strategia per rendere il dollaro meno competitivo a vantaggio delle esportazioni
• Recupero delle azioni europee rispetto a quelle USA
• Diversificazione del debito da parte dei paesi emergenti
• Crescita del ruolo dell’euro come valuta di riserva globale
• Politica fiscale tedesca con massicci investimenti industriali e militari
• Stimoli fiscali dell’UE e coerenza della BCE sul piano monetario
3) È 1,18 $ il massimo annuale dell’euro dollaro? Probabilmente no.
Il cambio euro dollaro è in fase di consolidamento dopo aver raggiunto 1,18 $ a inizio luglio. È questo il massimo per il 2025? La risposta è negativa finché non rompe il supporto a 1,13/1,15 $ e finché le posizioni nette degli istituzionali restano in trend rialzista (vedi linea gialla nei dati CFTC).
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 21.07.2025Volatilità ai minimi e indici azionari ai massimi: what else?
Trump minaccia ancora dazi pesanti, ma invita a trattare.
Bitcoin vicino al massimo storico, ma il fenomeno è Ethereum, +51% a luglio.
Cina torna ad esportare terre rare negli Usa: ed è solo l’inizio.
Mercati in ripresa, tra ottimismo USA, tensioni commerciali e corsa tech. La settimana si è chiusa con mercati più sereni e un respiro collettivo di sollievo. In Europa le Borse venerdì 18 hanno chiuso “quasi ferme”, influenzate dal buon umore arrivato da Wall Street dopo la chiusura positiva di giovedì 17 luglio. Parigi si è mossa appena, +0,01%, Londra un po' più dinamica +0,22%, mentre Francoforte e Madrid hanno segnato il passo con -0,33% e -0,16% rispettivamente.
Negli Stati Uniti, il sentiment è migliorato grazie a due buone notizie: un’economia che tiene nonostante i dazi e dati macroeconomici inaspettatamente solidi. Le vendite al dettaglio sono cresciute più del previsto, mentre le richieste di sussidio di disoccupazione sono calate. In parallelo, l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan ha sorpreso in positivo. Insomma, gli americani lavorano, guadagnano e spendono.
Donald Trump è tornato a prendersela col Chairman della Federal Reserve, Jerome Powell, esortandolo ad abbassare i tassi. Ma a livello commerciale, la linea del tycoon resta dura: preme per dazi minimi tra il 15% e il 20% su tutti i beni europei, respingendo anche le ultime offerte dell’Ue, come quella di ridurre le tariffe sulle auto.
Secondo il Financial Times, l’atmosfera tra Washington e Bruxelles si è raffreddata. Il commissario europeo Maros Sefcovic ha definito “deludenti” i colloqui recenti, mentre fonti UE parlano apertamente di ritorsioni. La Commissione starebbe lavorando a una terza lista di contromisure, stavolta nel settore dei servizi digitali e pubblicitari. “Non accetteremo un 15%”, ha detto un diplomatico europeo.
Nel frattempo, a Wall Street la giornata è stata piatta: Dow Jones -0,32%, Nasdaq +0,05%, S&P 500 -0,01%.
Il vero protagonista resta Nvidia, regina del tech, che corre oltre i US$ 4.200 miliardi di capitalizzazione, superando di gran lunga l'intero valore delle Borse di Milano, Parigi e Madrid messe insieme. Sembra assurdo, ma forse non lo è. Il consenso degli analisti di Bloomberg (circa) prevede per il 2025 un utile netto di 130 miliardi di dollari, più del doppio che nel 2024, con un P/E di 32x. Per fare un paragone, le 40 aziende del FTSE MIB genereranno “solo” Eur 71 miliardi di utili netti 2025.
Stamane, 21 luglio, la settimana è partita bene in Asia. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha segnato +0,3%, toccando i massimi da novembre 2021, mentre il CSI300 è salito +0,3%. Il Kospi coreano ha guadagnato +0,6%, al record da agosto 2021, sostenuto da esportazioni in crescita.
A Seoul si lavora a un accordo con gli USA per evitare nuovi dazi a partire dal 1° agosto. In Giappone invece, occhi puntati sulla politica: il premier Shigeru Ishiba ha subito una storica debacle elettorale, non riuscendo a mantenere la maggioranza al Senato per il suo Partito. Non accadeva dal 1955.
La Cina torna a esportare magneti in terre rare verso gli USA dopo mesi di blocchi. A giugno sono partite 353 tonnellate, un aumento del 660% su maggio. Globalmente, la Cina ha esportato 3.188 tonnellate, +157,5% sul mese precedente, cominque ancora sotto al livello di giugno 2024 (-38,1%).
Il ritorno dei flussi è legato agli accordi commerciali con gli Usa firmati a giugno, che hanno sbloccato licenze e permessi. Nvidia, intanto, si prepara a tornare a vendere i suoi chip AI H2O in Cina, pur con alcune restrizioni.
Sul fronte “materie prime”, il petrolio Brent si mantiene poco mosso a 69,4 Dollari/barile, dopo il -1,5% della scorsa settimana. L’UE ha appena approvato il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, colpendo il settore energetico. Intanto, le scorte USA sono diminuite di 3,9 milioni/barili, contro attese di -1,8 milioni: segnale di mercato più teso del previsto.
Sul fronte monetario, l’euro si è rafforzato venerdì: +0,5% sul dollaro a 1,165 e +0,4% sullo yen a 172,97. Il cambio dollaro/yen resta stabile (-0,1%) a 148,5. La Fed si trova ora sotto pressione politica: il governatore Christopher Waller e la governatrice Michelle Bowman hanno aperto a un possibile taglio dei tassi, mentre altri restano prudenti per timore di un’inflazione persistente. Powell, il presidente della Fed, è sempre nel mirino di Trump, con numerose voci di successione.
Il Bitcoin apre la settimana poco mosso, attorno ai 118.000 dollari, dopo aver perso leggermente nell’ultima settimana ma guadagnato un +10% in quella precedente. A spingere la fiducia, l’attesa di nuove mosse “pro-crypto” da parte di Trump. Gli ETF su Bitcoin hanno raccolto circa US$ 150 miliardi di dollari a giugno, contribuendo a spingere l’intero mercato cripto sopra i 4 trilioni di dollari. In evidenza anche Ethereum, che da inizio luglio ha segnato un impressionante +50%.
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Situazione della settimana
L’oro ha iniziato la settimana in rialzo, tornando verso l’area 3.385 $. Dopo i dati CPI più alti del previsto e le vendite al dettaglio deboli della scorsa settimana, l’oro era sceso, ma venerdì i compratori sono tornati forti. Questo grazie al calo dei rendimenti USA e alle tensioni politiche su dazi e Fed. Le borse continuano la salita lenta, mentre il dollaro resta sotto pressione. I mercati vedono segnali di rallentamento economico e iniziano a scommettere su possibili tagli dei tassi USA nel quarto trimestre.
📊 Dati USA e obbligazioni
-CPI di giugno: +0,4% headline, +0,3% core. Più alto del previsto → oro e borse giù subito dopo il dato.
-Vendite al dettaglio: Deboli su tutti i fronti. Settore core fermo. Aumentano i timori di rallentamento economico.
-Rendimenti 2 anni USA: Tornati al 3,86% dopo il rialzo post-CPI. Il mercato obbligazionario ora teme di più il rallentamento che l’inflazione.
-Fed: Scenario ancora morbido. Il mercato sconta 1 o 2 tagli dei tassi entro fine anno (~43 punti base di riduzione).
💬 Politica e geopolitica
-Dazi USA: Rinvio delle tariffe del 30% su UE e Messico al 1° agosto. L’incertezza però resta alta.
-Tensioni Trump–Powell: Rumors di pressioni di Trump per far dimettere Powell. Aumenta il rischio politico.
-Cina: I negoziati commerciali proseguono, ma lentamente. Pechino non sembra voler decidere nulla di importante prima delle elezioni USA di novembre.
Settimana calma a livello di dati, con focus sul giovedì, quando la BCE deciderà la direzione della politica monetaria europea. I mercati restano mossi da sentiment e notizie sui dazi, quindi resta concentrato su questi temi.
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Il giappone è a rischio recessione?Negli ultimi mesi, l’economia giapponese mostra segnali sempre più chiari di rallentamento, con i dati recenti che alimentano le preoccupazioni circa l’entrata in recessione del Paese.
A giugno 2025, le esportazioni giapponesi sono diminuite dello 0,5% su base annua, segnando il secondo calo mensile consecutivo. La contrazione è stata particolarmente marcata nell’export di automobili e acciaio, rispettivamente calati del 27% e del 29% su base annua. Gran parte di questa decrescita è imputabile all’introduzione di tariffe statunitensi aggressive, che hanno imposto un aumento dei costi sui prodotti esportati dal Giappone, soprattutto nel settore automobilistico.
Il calo delle esportazioni pesa gravemente su un’economia già indebolita: nel primo trimestre del 2025 il PIL giapponese si è contratto del 0,7% su base annua e dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Secondo le definizioni convenzionali, due trimestri consecutivi di crescita negativa indicano una recessione tecnica. In questo contesto, vista la probabile prosecuzione del calo delle esportazioni nel secondo trimestre a causa delle tariffe e della debole domanda globale, il rischio che il Giappone stia entrando in recessione è molto concreto.
Ulteriori segnali di rallentamento arrivano dagli indicatori economici anticipatori. Il Leading Economic Index (LEI) giapponese, che rappresenta un indicatore predittivo del ciclo economico, è ulteriormente sceso a maggio 2025, dietro soprattutto a un calo delle nuove costruzioni e a pressioni inflazionistiche che riducono il potere d’acquisto reale. Anche la fiducia dei consumatori si è indebolita, complice l’inflazione persistente che erode i salari reali e frena la domanda interna.
Nonostante questi dati preoccupanti, alcune parti dell’economia mostrano resilienza o segnali di investimento: la spesa privata per investimenti è cresciuta nel primo trimestre, indicativa di un certo ottimismo in settori legati alla tecnologia e all’automazione. La politica monetaria è al centro dell’attenzione. La Banca del Giappone, dopo anni di tassi ultra-bassi, ha iniziato a considerare aumenti graduali per contenere l’inflazione e rafforzare la valuta. Si attende che i tassi a breve termine salgano allo 0,75% entro fine 2025, con ulteriori rialzi semestrali nel biennio successivo.
Per chi opera sui mercati finanziari e nel trading, questa situazione implica un quadro di crescente incertezza e volatilità. La potenziale recessione in Giappone può pesare su asset legati al paese, come yen, azioni e titoli di stato, e influenzare le dinamiche di catene globali del valore soprattutto in settori chiave come l’automotive e l’acciaio. È cruciale monitorare da vicino i dati sui prossimi trimestri, le mosse della Banca del Giappone e l’evoluzione delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
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Analizziamo la chiusura settimanale del GOLD.
L'operazione LONG continua senza problemi e il nostro metallo giallo, in questa ascesa in direzione dei 3375$, sta creando delle ondate interne che potremmo seguire per il raggiungimento del nostro target, guardate come vi ho segnato per bene le waves che sta creando, sono molto chiare, semplici e lineari, vediamo se continua a seguirle perché si potrebbe valutare un semplice trade (da dove partono le frecce) finale LONG, per chiudere il movimento.
Vi ho segnato le zone che osservo, vedrò se prendere il movimento Lunedì, ci sarà ovviamente la valutazione da farà.
Raggiunti i 3375$ per oncia potrebbe fare ricerca di liquidità sopra e riscendere un po', teniamoci pronti a qualsiasi evenienza.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Ciau.
INFLAZIONE UKA giugno 2025, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) nel Regno Unito è aumentato del 3,6% su base annua, in rialzo rispetto al 3,4% di maggio, segnando il livello più alto da gennaio 2024.
Su base mensile, l’inflazione è cresciuta dello 0,3%, rispetto allo 0,1% registrato nello stesso mese dell’anno precedente.
Considerando anche i costi abitativi (CPIH), l’inflazione annua ha raggiunto il 4,1%, con una variazione mensile dello 0,3%.
L’inflazione core, che esclude energia, alimentari, alcol e tabacco, è salita al 3,7%
I trasporti, in particolare veicoli a motore e carburanti, hanno contribuito in modo rilevante all’aumento complessivo, con un’inflazione annuale dell’1,7%.
Anche i servizi abitativi e domestici restano su livelli elevati, al 6,7%, pur mostrando un lieve rallentamento rispetto al mese precedente.
--Chart di Capital.Com--
INDICE DI FIDUCIA DEL MICHIGANIl sentiment dei consumatori è rimasto invariato rispetto a giugno, salendo di circa un punto indice a 61,8.
Sebbene il sentiment abbia raggiunto il valore più alto degli ultimi cinque mesi, rimane sostanzialmente inferiore del 16% rispetto a dicembre 2024 ed è ben al di sotto della media storica.
Le condizioni economiche a breve termine sono migliorate di circa l'8%, mentre le finanze personali attese sono scese di circa il 4%.
È improbabile che i consumatori riacquistino la loro fiducia nell'economia a meno che non si sentano sicuri che è improbabile che l'inflazione peggiori, ad esempio se la politica commerciale si stabilizza nel prossimo futuro.
In questo momento, le interviste rivelano poche prove che altri sviluppi politici, tra cui la recente approvazione della legge sulle tasse e sulla spesa, abbiano spostato molto l'ago della bilancia sul sentiment dei consumatori.
Le aspettative di inflazione a termine sono scese per il secondo mese consecutivo, precipitando dal 5,0% del mese scorso al 4,4% di questo mese.
Le aspettative di inflazione a lungo termine sono diminuite per il terzo mese consecutivo, scendendo dal 4,0% di giugno al 3,6% di luglio.
Entrambe le letture sono le più basse da febbraio 2025, ma rimangono al di sopra di dicembre 2024, indicando che i consumatori percepiscono ancora un rischio sostanziale che l'inflazione aumenti in futuro.
--Chart di Capital.Com--
RIASSUNTO DELLA SETTIMANA: 14-18 luglioRiassunto della settimana 14-18 luglio:
- La produzione industriale annuale europea sale al 3,7%
- L'inflazione USA aumenta più delle aspettative al 2,7%
- L'inflazione UK aumenta più delle aspettative al 3,6%
- Il surplus commerciale europeo aumenta a 16 miliardi
- I prezzi alla produzione USA diminuiscono al 2,3%, rispetto il 2,7% precedente
- Il tasso di disoccupazione australiano aumenta al 4,3%
- Le vendite al dettaglio USA aumentano dello 0.6% su base mensile
- Indice di fiducia del Michigan sale alle al 61,8
Andamento delle valute:
- USD è stata la top perfomer della settimana
- AUD è stata la valuta più debole della settimana
--Chart di Capital.Com--
PRUDENZA!A giugno, la redditività delle piccole imprese è cresciuta dell’1,8% su base annua, il miglior livello dell’anno grazie ai ricavi robusti.
Tuttavia, emergono segnali di raffreddamento: i pagamenti alle agenzie di assunzione sono diminuiti del 3,4% annuo, mentre anche le assunzioni stagionali in ristorazione risultano in calo tra il primo e il secondo trimestre.
La cautela è palpabile: molte aziende rimandano l’assunzione in attesa di maggiore certezza economica.
Sul fronte del credito, le banche irrigidiscono gli standard e le imprese ricorrono maggiormente alle carte di credito, con tassi di utilizzo in aumento; tuttavia, è diminuita la quota di conti con pagamenti minimi
In sintesi, pur restando redditizie, le piccole imprese adottano un approccio prudente su occupazione e spese.
--Chart di Capital.Com--