Giorno formativo sull'Oro.Buongiorno traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Oggi cambiamo leggermente format.
Vorrei portarvi qualcosa a livello formativo, per capire in che situazione ci troviamo sull'oro.
Vi ricordo che il GOLD è il bene rifugio per eccellenza ormai da tantissimi anni, tende ad apprezzarsi nei periodi di risk-OFF (quando gli investitori tendono a rischiare di meno e rifugiarsi in beni sicuri) e deprezzarsi o mantenersi stabile nei periodi di risk-ON (investitori propensi al rischio, specialmente si investe nell'azionario).
Come potete notare dal grafico (ed è solo degli ultimi 7/8 mesi) l'Oro ha inizio un'impennata a rialzo, dovuta a vari fattori:
- Inizialmente (più di un anno fa) un piccolo Pump dovuto ad una momentanea crisi bancaria;
- Tensioni geopolitiche come guerra Russia-Ucraina, guerra in Medio Oriente e situazione USA-Cina;
- Un'Inflazione più alta sempre presente che per tenerla sotto controllo ha portato prima ad un rialzo dei tassi e poi ad un taglio;
- Molte banche centrali hanno iniziato a comprare oro;
- Tassi reali molto bassi.
Ovviamente a questo bisogna aggiungere anche le speculazione di mercato.
Passando appunto a quest'ultimo, notato come in basso vi ho tracciato un rettangolo che ci indica una fase laterale, spesso più è duratura e più estensione ci sarà all'uscita da essa.
Successivamente al break il GOLD ha raggiunto dopo varie settimane il Target di 3358$ e potrebbe non essere finita qui.
Vedremo se Lunedì ci darà una spinta in direzione dei 3400$.
Continuate a seguirmi per altri contenuti formativi come questo.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
Analisi fondamentale
AUD E NZDVALUTE ASIATICHE
Questa settimana, l'AUD e il NZD hanno visto una performance solida grazie a diversi fattori economici e geopolitici favorevoli.
I prezzi delle materie prime, come il minerale di ferro, hanno registrato un aumento significativo, sostenendo le economie di Australia e Nuova Zelanda, entrambe fortemente dipendenti dalle esportazioni di risorse naturali.
L'Australia, in particolare, ha beneficiato di un incremento della domanda cinese, che ha contribuito ad alimentare un rally delle materie prime.
In parallelo, la RBA e la RBNZ continuano a suggerire un atteggiamento più hawkish, facendo presagire future strette monetarie.
Inoltre, i mercati globali, supportati da una certa calma nelle tensioni geopolitiche, hanno favorito il rischio, rendendo più appetibili le valute più sensibili, come l'AUD e il NZD.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 18.04.2025Trump prevede accordi rapidi con Europa e Giappone.
Cina nuovamente colpita, questa volta su cantieristica e naviglio marittimo.
BCE ha tagliato -25 bps, come previsto: prudenti le parole della Lagarde.
Il petrolio prosegue il recupero, dopo il crollo della scorsa settimana.
Mercati in bilico tra dazi, banche centrali e tensioni globali: mercoledì 17 aprile le Borse europee hanno chiuso in calo, schiacciate dall'incertezza che aleggia sul commercio internazionale. La tensione è palpabile, alimentata dalle minacce di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump e dalla percezione di un equilibrio economico globale sempre più fragile.
I listini principali europei hanno chiuso con segni negativi: Milano -0,22%, Francoforte -0,53%, Parigi -0,60%, Londra -0,04%, Amsterdam -0,16% e Madrid -0,17%.
In primo piano la riunione della Banca Centrale Europea, che ha tagliato nuovamente i tassi di interesse di 25 punti base. È il sestoo taglio consecutivo di un quarto di punto da giugno 2024 a oggi.
Una mossa attesa dai mercati, che non è bastata a tranquillizzarli. Al contrario, ha alimentato nuove speculazioni sullo stato di salute dell’economia europea.
Lo spread tra i Btp italiani decennali e i Bund tedeschi ha registrato un lieve calo: partito da 118,5 punti base, è sceso a 117,7, con il rendimento del Btp al 3,64%.
Negli Stati Uniti, Wall Street ha chiuso contrastata: Dow Jones in rosso (-1,22%), appesantito dal crollo di UnitedHealth (-17%), Nasdaq -0,13% e S&P 500 +0,13%.
Altro fulcro della giornata è stato l’incontro alla Casa Bianca tra la premier italiana Giorgia Meloni ed il Presidente Usa Donald Trump. Un faccia a faccia molto atteso, incentrato sulle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. “Sono sicuro che faremo un accordo commerciale equo con l’Ue”, ha dichiarato Trump, sottolineando poi che anche con la Cina si raggiungerà un’intesa “ottima”, pur ribadendo che “non abbiamo fretta”.
A gettare benzina sul fuoco è intervenuto il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha espresso preoccupazione per i rischi legati all’inflazione e al rallentamento della crescita economica, aggravati proprio dal ritorno dei dazi.
Secondo Powell, questo rende più complessa l’azione della politica monetaria americana. La risposta di Trump non si è fatta attendere: in un post sulla piattaforma Truth Social, ha accusato Powell di essere “troppo lento nel taglio dei tassi”.
Nel frattempo, il Fondo Monetario Internazionale prepara nuove stime di crescita che verranno diffuse la prossima settimana.
La direttrice del FMI, Kristalina Georgieva, ha anticipato che ci saranno “notevoli” revisioni al ribasso, pur escludendo un rischio imminente di recessione e lanciato un chiaro avvertimento: “I recenti movimenti dei titoli del Tesoro Usa devono essere considerati un segnale d’allarme e, se le condizioni finanziarie peggiorano, tutti ne risentiranno”.
Oggi, 18 aprile, le principali Borse occidentali – da Wall Street all’Europa – restano chiuse per la festività del Venerdì Santo. Ma l’incertezza resta protagonista anche in questa pausa: tra minacce di nuovi dazi, trattative diplomatiche e attacchi incrociati, i mercati chiudono assai nervosi una settimana complicata.
Stamane, 18 aprile, l’Asia mostra un quadro eterogeneo. Tokyo ha chiuso in positivo, col Nikkei in rialzo +1,02% e il Topix +1,14%, grazie ai colloqui ad alto livello tra Giappone e Stati Uniti. Seul ha guadagnato +0,5%, mentre Shanghai ha perso -0,11% e Shenzhen ha segnato +0,18%. Hong Kong è rimasta chiusa per festività.
Sullo sfondo ci sono anche le nuove misure adottate dall’Amministrazione Trump per colpire l’industria navale cinese. L’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (USTR) ha confermato ieri una serie di dazi specifici:
- Tasse portuali: entro 180 giorni, le navi battenti bandiera cinese pagheranno una tassa iniziale di 50 dollari/tonnellata netta, destinata a salire a 80 nei prossimi tre anni.
- Tasse su navi costruite in Cina: previste imposte di 18 dollari/tonnellata netta o 120 per container, sempre con aumenti progressivi nei tre anni successivi.
- Tasse su navi da trasporto auto costruite all’estero: 150 dollari per ogni veicolo trasportato, in vigore tra sei mesi.
Tra le esenzioni, nessuna tassa per le navi portarinfuse che arrivano vuote per caricare merci americane. Inoltre chi ordina navi costruite negli States godrà di esenzione fiscale per tre anni. Sono esclusi anche i proprietari di navi che operano nei Grandi Laghi, nei Caraibi e nei territori statunitensi.
Immediata la reazione di Pechino: “Le nuove tariffe sulle navi sono dannose per tutti”, ha dichiarato il ministero degli Esteri cinese, annunciando misure di ritorsione. “Gli Stati Uniti devono rispettare le norme internazionali e porre fine a queste pratiche scorrette”.
Nel frattempo, il petrolio rimbalza. Il Brent, greggio di riferimento europeo, ha guadagnato il 3% in mattinata, portandosi oltre 67,8 dollari/barile.
A sorpresa, una nota di cooperazione arriva dai BRICS: i ministri dell’agricoltura di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, riuniti in Brasile (detentore della presidenza di turno), hanno firmato una dichiarazione congiunta che li impegna a rafforzare un sistema commerciale multilaterale, basato su regole, equità e inclusività.
Hanno anche promesso di eliminare barriere commerciali “incompatibili” con gli standard internazionali e rafforzare la cooperazione interna per garantire sicurezza alimentare e stabilità dei prezzi.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
GOLD | Road to new ATH?Buongiorno traders, come state?
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Oggi festa generale, abbiamo di conseguenza il mercato chiuso per quanto riguarda l'oro, ma ciò non ci fermerà dal prepararci le analisi per la prossima apertura che di Martedì dopo Pasquetta, il 22.04.25.
Avevamo visto la zona bassa di supporto sui 3285$ che ha dato un'importante ripartenza, nonostante io non abbia valutato nulla considerata l'instabilità giornaliera del prezzo; non è ancora stato invertito nuovamente l'H1, siamo a favore SHORT, ma il break del massimo ai 3329$ ci riporterà in favore dei tori, attendiamolo perchè di conseguenza si potrà valutare (fulmine verde più vicino, 3305$) posizionamenti a rialzo fino alla ripresa del massimo storico.
Lì andremo nuovamente in Price discovery e si inizierà da zero con una nuova valutazione, ho la sensazione che inizierà a risvegliarsi anche un po' lo short, considerate delle interessanti manifestazioni di Momentum a ribasso in Timeframe inferiori.
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Fulmine VERDE: area di valutazione LONG.
Fulmine ROSSO: area di valutazione SHORT.
(Si valuta solo in caso di cambio strutturale importante, minimo in H4).
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Buona valutazione e buon trading.
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⚠️ NON cerco posizionamenti short su GOLD ⚠️
-BIAS GOLD rimane stabile rialzista,
ad ogni correzione di gold vado a cercare opportunità di posizionamento a favore bias
da oggi fino a lunedi starò flat per via delle feste.
attenderò martedi l'apertura e faremo un outlook insieme per valutare opportunità
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
Le borse americane non mollanoProseguono i colloqui tra USA e controparti sui dazi, e Trump si è detto molto fiducioso sull’accordo commerciale con l’Unione Europea e Giappone. Lo stesso Scott Bessent, segretario al tesoro, ha manifestato soddisfazione per la direzione che stanno prendendo i rapporti bilaterali, che poi è sempre quello a cui abbiamo creduto, ovvero zero dazi per tutti.
Wall Street è rimasta stabile, riuscendo a contenere le forti perdite di questa settimana prima delle festività imminenti, con i mercati che hanno già scontato utili aziendali contrastanti e rischi legati alle incerte politiche tariffarie del presidente Trump, che però sembrano prendere una piega positiva. L'S&P 500 ha chiuso in territorio positivo, e il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,16% grazie alla tregua del settore tecnologico.
Sul fronte commerciale, le minacce di dazi su rame, semiconduttori, prodotti farmaceutici e legname non sono ancora state confermate dalla Casa Bianca, sebbene le notizie indichino uno sviluppo positivo dei negoziati con il Giappone. Gli asset rischiosi sono comunque rimasti deboli dopo le pesanti critiche di Trump al presidente della Fed Powell, in seguito alle dichiarazioni del Governatore che aveva ricordato che i dazi potrebbero ostacolare la crescita e far impennare l'inflazione.
D'altro canto, UnitedHealth è crollata del 20% dopo la pubblicazione dei risultati, provocando un calo di 500 punti nel Dow Jones. Intanto Georgieva, direttrice generale del FMI, ha dichiarato che i recenti movimenti sui titoli del Tesoro USA dovrebbero essere considerati un monito. Tutti ne risentono se le condizioni finanziarie peggiorano. L'elevata incertezza aumenta il rischio di stress sui mercati finanziari. Più a lungo dura l'incertezza, maggiore sarà il costo.
BCE, ANCORA UN TAGLIO DEI TASSI
La BCE ha tagliato tutti e tre i suoi tassi di interesse chiave di 25 punti base, abbassando il tasso di rifinanziamento principale al 2,40%, il tasso sui depositi al 2,25% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,65%, come previsto. La decisione riflette la crescente fiducia che l'inflazione sia sulla buona strada per tornare stabilmente all'obiettivo del 2%.
Sia l'inflazione complessiva che quella core hanno continuato a diminuire, con un calo anche dell'inflazione dei servizi. La crescita salariale si sta moderando e le imprese stanno assorbendo parte della pressione sui costi. Tuttavia, permangono rischi per le prospettive dell'area dell'euro, soprattutto a causa delle crescenti tensioni commerciali globali, che stanno minando la fiducia e inasprendo le condizioni finanziarie.
La BCE ha riconosciuto che le prospettive di crescita si sono indebolite e ha sottolineato un approccio basato sui dati per il futuro. Non si è impegnata a effettuare ulteriori tagli, sottolineando che le decisioni future dipenderanno dai dati economici, dalle dinamiche dell'inflazione e dalla forza della trasmissione monetaria.
VALUTE
L'euro è rimasto stabile, tra 1,1340 e 1,1400, in leggero calo rispetto ai massimi di gennaio 2022, dopo che la BCE ha abbassato i tassi per la sesta volta consecutiva, come previsto. La banca centrale ha eliminato il riferimento a una politica monetaria "restrittiva", avvertendo al contempo che le prospettive di crescita sono peggiorate a causa delle crescenti tensioni commerciali.
Gli operatori ora puntano principalmente ad altri tre tagli di 25 punti base entro la fine dell'anno. Tuttavia, l'euro ha guadagnato circa il 5% rispetto al biglietto verde ad aprile, poiché la moneta unica rappresenta una moneta rifugio più del dollaro in questo momento, con gli investitori che stanno ridimensionando il ruolo del dollaro nel sistema finanziario globale, riconsiderando al contempo, sempre più la moneta unica come valida alternativa.
Inoltre, le aspettative di una maggiore spesa per la difesa, in particolare in Germania, hanno dato slancio al rialzo dell'euro. Ma il dollaro, dopo settimane di discesa, è comunque rimasto stabile anche contro altre valute, come GBP, JPY, CAD, e oceaniche, in un momento di consolidamento necessario dopo tanto ribasso.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 9.000 unità rispetto alla settimana precedente, attestandosi a 215.000 nella seconda settimana di aprile, in contrasto con le aspettative del mercato che prevedevano un aumento di 1.000 unità, attestandosi a 225.000, segnando il numero più basso di nuove richieste in oltre due mesi. Il risultato ha continuato a riflettere un mercato del lavoro resiliente negli Stati Uniti, prolungando lo slancio dell'ultimo rapporto sull'occupazione.
Nel frattempo, le richieste di sussidi di disoccupazione in corso sono aumentate di 41.000 unità, passando da 1.885.000 a 1.926.000 nella settimana precedente, prolungando la loro volatilità.
TURCHIA, SALE IL COSTO DEL DENARO
La Banca Centrale di Turchia ha aumentato il tasso di riferimento di 350 punti base al 46% nella riunione di aprile 2025, in contrasto con le aspettative del mercato che prevedevano un mantenimento dei tassi e in netto contrasto con i tre tagli consecutivi dei tassi nelle tre decisioni precedenti. Il Comitato di Politica Monetaria ha inoltre osservato che la politica monetaria rimarrà restrittiva fino al raggiungimento della stabilità dei prezzi.
Il Comitato di Politica Monetaria ha osservato che gli ultimi indicatori anticipatori suggerivano un aumento della domanda interna superiore alle aspettative all'inizio dell'anno, giustificando una politica monetaria più restrittiva, nonostante il calo dell'inflazione di fondo registrato a marzo. Il Comitato ha inoltre sottolineato che il crescente protezionismo nel commercio globale rischiava di compromettere il processo di disinflazione che aveva consentito i tagli dei tassi nelle ultime riunioni.
Pur non rilasciando dichiarazioni dirette, è probabile che il Comitato di Politica Monetaria abbia anche aumentato i tassi per allentare la pressione sul mantenimento dei tassi da parte della Turchia, dopo che i conflitti politici tra il Presidente Erdogan e il sindaco di Istanbul hanno innescato un crollo della valuta nazionale.
Saverio Berlinzani
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La soglia tecnica cardine è 65 dollari per il prezzo del petroliIl prezzo del greggio statunitense ha rotto un importante supporto tecnico ad aprile
Il prezzo del petrolio ha dato un allarme tecnico rosso all'inizio di aprile dopo aver rotto un importante supporto di lungo periodo, il tutto in uno scenario fondamentale complicato: la cosiddetta guerra commerciale dei dazi reciproci, le tensioni geopolitiche e le divisioni interne all'OPEC+.
La conseguenza immediata: un brusco calo dei prezzi, il più forte dalla crisi sanitaria del 2020. Questo calo riflette la realtà economica o è il risultato di un eccessivo sentiment negativo?
Il WTI ha sfondato la soglia tecnica dei 65 dollari, un livello cardine che aveva rappresentato il picco di mercato prima della crisi sanitaria dell'inizio del 2020. Questo supporto pluriennale è stato infranto da un mercato spaventato dalla prospettiva di una recessione globale, anche se era stato mantenuto dallo scorso settembre. Ma qui sta la sfumatura: non è la recessione in sé ad agire, ma l'anticipazione di un rallentamento, alimentata dalla quotidiana volatilità politica e commerciale.
A livello fondamentale, il calo del prezzo del petrolio rappresenta diversi fattori:
- L'aumento della probabilità di una recessione economica globale legata all'incertezza del quadro commerciale internazionale prospettico.
- Il nuovo record assoluto di produzione di petrolio negli Stati Uniti e la politica di trivellazione intensiva dell'amministrazione Trump.
- Il forte dissenso all'interno dell'OPEC+, che alla fine ha portato a un aumento dell'offerta di petrolio di oltre 400.000 barili/giorno a partire da maggio, ovvero tre volte il volume inizialmente previsto
- L'incertezza sull'andamento della domanda globale e l'aumento della produzione. È stato questo nuovo rapporto domanda/offerta a far sì che il greggio statunitense rompesse il livello di supporto tecnico dei 65 dollari all'inizio di aprile.
Il livello dei 65 dollari è quindi il perno fondamentale e tecnico per il prezzo del petrolio
Il messaggio è duplice. Dal punto di vista tecnico, il segnale è chiarissimo: il petrolio ha rotto un supporto importante. Dal punto di vista fondamentale, lo scenario di una recessione rimane ipotetico perché i dati economici non lo hanno ancora convalidato. Il mercato sta anticipando, spesso troppo velocemente, spesso troppo duramente.
Un'analisi del prezzo storico del petrolio statunitense mostra che la soglia dei 65 dollari è una sorta di confine tra aspettative economiche ottimistiche e pessimistiche. Chiaramente, se il mercato si mantiene al di sotto di questo livello di resistenza, sarà un segnale di una guerra commerciale ancora lontana dal raggiungimento di accordi commerciali. D'altro canto, un ritorno a 65 dollari segnalerebbe il ritorno a un ambiente di trading stabile e un aumento del prezzo del petrolio verso gli 80 dollari.
Infine, da un punto di vista macro, un prezzo del petrolio inferiore a 65 dollari potrebbe accelerare il processo di disinflazione, avvicinando la FED a un pivot. Il calo del prezzo del petrolio di aprile sul mercato delle materie prime sarebbe quindi una benedizione sotto mentite spoglie.
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L’Importanza dell’analisi macroeconomica nel tradingIntroduzione
L’analisi macroeconomica è uno strumento indispensabile per chi opera nei mercati finanziari, poiché fornisce il contesto necessario per interpretare i movimenti dei prezzi e prendere decisioni informate. Spesso si tende a concentrare l’attenzione sull’analisi tecnica, sulle strategie di breve periodo e sui pattern di prezzo. Tuttavia, trascurare l’analisi macroeconomica può significare operare alla cieca, ignorando il contesto più ampio che guida i mercati.
Cos’è l’analisi macroeconomica
L’analisi macroeconomica si concentra sullo studio di variabili economiche aggregate che descrivono lo stato di salute di un’economia nazionale o globale. Tra queste variabili troviamo:
Prodotto Interno Lordo (PIL)
Inflazione
Tassi di interesse
Tasso di disoccupazione
Bilancia commerciale
Politiche fiscali e monetarie
Questi indicatori influenzano in modo diretto o indiretto i mercati finanziari, determinando i flussi di capitale, le aspettative degli investitori e la volatilità.
Perché la macroeconomia è importante per i trader
I dati macroeconomici non sono solo numeri astratti. L’analisi macroeconomica non è un optional per i trader: è una bussola che aiuta a orientarsi nei mercati finanziari sempre più complessi e interconnessi. Ignorarla significa rischiare di andare contro tendenza, di interpretare male i movimenti del mercato e, soprattutto, di perdere opportunità preziose. Integrare la macroeconomia nella propria strategia di trading non richiede di diventare economisti, ma di sviluppare una sensibilità ai dati e ai segnali del contesto. Un trader preparato è prima di tutto un osservatore attento dell’economia reale e delle sue dinamiche.
Indicatori macroeconomici da osservare
Di seguito verranno elencati alcuni dei dati più importanti da monitorare per chi fa trading:
Prodotto Interno Lordo (PIL)
Il PIL misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in un Paese. Una crescita robusta è generalmente vista come un segnale positivo per i mercati azionari, mentre una contrazione può indicare rischi di recessione.
Inflazione (CPI, PCE, ecc.)
L’inflazione è cruciale perché impatta direttamente sulle decisioni delle banche centrali. Un’inflazione fuori controllo porta a tassi più alti, che riducono la liquidità nei mercati.
Tassi di interesse
Monitorare le mosse di istituzioni come la Federal Reserve (Fed) o la Banca Centrale Europea (BCE) è fondamentale. Anche solo le aspettative di un cambiamento nei tassi possono muovere i mercati in modo significativo.
]Dati sul lavoro (Non-Farm payrolls, Tasso di disoccupazione)
Un mercato del lavoro forte è indice di un’economia in salute. Tuttavia, se la crescita dell’occupazione è troppo rapida, può aumentare la pressione inflazionistica, spingendo le banche centrali a intervenire.
Indici di fiducia (PMI, Consumer confidence)
Questi indici anticipano l’andamento economico, fornendo segnali preziosi per anticipare inversioni di tendenza o periodi di espansione.
Errori comuni da evitare
Sopravvalutare i singoli dati.
Un indicatore negativo non sempre annuncia un trend.
Ignorare il contesto globale.
Economie interconnesse richiedono un’analisi multilivello e su un’ampia area geografica.
Reagire in ritardo.
Le aspettative del mercato vengono prezzate in anticipo. Impara a anticipare le mosse, non solo a reagire.
Sottovalutare l’importanza della qualità e integrità dei dati.
Dati incompleti, incoerenti o distorti compromettono la precisione delle previsioni.
Affidarsi eccessivamente ai dati storici senza considerare fattori esterni.
I dati passati sono utili, ma non tengono conto di cambiamenti strutturali o eventi imprevisti che possono modificare radicalmente il contesto futuro.
Non considerare la stagionalità e le dinamiche specifiche del settore o dell’economia analizzata.
Trascurare fluttuazioni stagionali o caratteristiche peculiari può portare a errori sistematici nelle previsioni
UnitedHealth Group: il mercato fa un repricing!La società operante nel settore del healthcare, e in particolare delle coperture assicurative in materia di assistenza sanitaria e cure mediche per i cittadini americani, nella giornata di giovedì 17 aprile ha riportato dei dati trimestrali sotto le attese e ha anche tagliato le prospettive di crescita per l'intero anno 2025 che erano state proposte lo scorso dicembre. Il mercato ha reagito con estrema fermezza: -22,38% in una sola seduta. I prezzi si trovano solo di fronte ad un ultimo supporto in area 430$, al di sotto si tornerebbe a prezzi che non vedevamo dal 2021. Di fatto quello che è in corso a mio avviso è un repricing della società da parte del mercato, vengono elaborate queste informazioni correggendo il prezzo a cui è quotata, e come vedrete in questa video analisi, NYSE:UNH era sopravvalutata prima di questo crollo.
Senza aggiungere altro, vi lascio alla video analisi, con spunti sia tecnici che fondamentali sul titolo, sperando come al solito di offrire degli spunti di riflessione utili.
Buona visione e buon trading!
Disclaimer: Le informazioni fornite in questo contenuto hanno esclusivamente scopo informativo e non costituiscono in alcun modo una consulenza finanziaria, d’investimento, legale o fiscale. Le analisi e le opinioni espresse riflettono esclusivamente il punto di vista dell’autore e non rappresentano raccomandazioni specifiche per l’acquisto o la vendita di strumenti finanziari. Gli investimenti nei mercati finanziari comportano rischi significativi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Prima di prendere qualsiasi decisione di investimento, è fondamentale condurre la propria analisi e, se necessario, consultare un consulente finanziario qualificato. L’autore e gli eventuali collaboratori non sono responsabili per eventuali perdite o danni derivanti dall’uso delle informazioni fornite.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 17.04.2025Ieri sono tornate le vendite sulla “tech” Usa: pesa incertezza sui dazi.
Cina pronta a discutere con gli Usa se Trump rinuncia ai toni aggressivi.
Oggi la BCE dovrebbe tagliare di -25 bps: attesa per parole di Lagarde.
Oro ancora sù, col Dollaro Usa debole che conferma minimi 2025.
Il 16 aprile si è chiuso con un recupero per le principali Borse europee, che riescono a terminare la giornata con variazioni contenute, mentre gli occhi degli investitori sono puntati sull’attesa riunione del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea di oggi, 17 aprile. L’EuroStoxx50 ha archiviato la giornata in lieve calo, -0,1%, Milano con un brillante +0,62%. Rialzi più moderati per Francoforte (+0,3%) e Madrid (+0,5%), Parigi “piatta”, -0,1%.
Il mercato si aspetta un nuovo taglio dei tassi da parte dell’ECB, per sostenere un’economia poco tonica, anche a causa dell’escalation della guerra commerciale voluta da Trump.
In questo clima teso, un barlume di ottimismo arriva dalla Cina: un portavoce del ministero degli Esteri, tramite le colonne del China Daily, ha aperto alla possibilità di negoziati, ma solo se Washington metterà fine a “pressioni estreme, minacce e ricatti”, optando per un dialogo “basato su uguaglianza, rispetto e mutuo vantaggio”.
Dall’altra parte dell’oceano, quella di ieri è stata una giornata nera per Wall Street, travolta dalle vendite sulla tecnologici: Dow Jones -1,73%, Nasdaq ha -3,04% e S&P500 -2,24%. La causa? Le nuove restrizioni imposte dall’amministrazione Trump sull’export di chip verso la Cina. A pagarne il prezzo più caro sono state Nvidia e Asml, crollate entrambe -10%.
Il settore tech Usa è dunque tornato sotto pressione e i “Magnifici Sette” hanno lasciato sul campo un secco -4%. Tra questi, spiccano Nvidia (-7%) e Tesla (-5%).
Non a caso, il VIX , l’indice della volatilità, anche detto "della paura" – è salito da 30 a 32,6 punti (+9%), pur restando lontano dal picco di 60 punti raggiunto il 4 aprile, in piena bufera.
Nel confronto con gli USA, l’Europa sembra reggere meglio. Gli analisti ritengono che i Big Seven americani continueranno a sottoperformare, mentre Piazza Affari, forte della recente promozione del rating “sovrano” da parte di S&P, frutto della maggiore stabilità politica, potrebbe diventare una destinazione interessante per i portafogli internazionali.
Sul mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli governativi dell’Eurozona sono calati in vista della riunione BCE. Lo spread BTP-Bund ha chiuso a 119 punti base, con il rendimento del BTP benchmark a 3,69% (-4 punti base da 3,73% della vigilia).
Le attese per la BCE sono elevate: si prevede un taglio di 25 bps, che porterebbe il tasso di deposito a 2,25%. Christine Lagarde sarà osservata con attenzione, soprattutto per quanto dirà riguardo la politica monetaria e il recente rafforzamento dell’euro.
Nel frattempo, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che la banca centrale americana è in attesa di maggiori chiarimenti prima di muoversi sui tassi.
Sul fronte delle materie prime, è il petrolio fa segnare un accenno di recupero: il WTI (riferimento in USA) è salito a 62,44 dollari/barile (+1,8%), spinto dalle nuove sanzioni USA all’export iraniano. Anche il gas naturale europeo è risalito: +3,3%, a 35,5 euro/MWh sul TTF Amsterdam.
Ma il vero protagonista è l’oro, in rally spettacolare: +2,8% ieri, con nuuovo record storico a 3.319 dollari/oncia. Da inizio anno, la performance è +27%, e se anche solo il livello odierno fosse confermato, il 2025 sarebbe l’anno migliore dal 2010.
Sul fronte valutario, il dollaro mostra ancora segni di debolezza. L’euro si rafforza a 1,136 (+0,7%), mentre lo yen quota 142,75 vs dollaro (-0,35%). Il rapporto euro/yen è 162,1 (+0,4%).
Oggi, 17 aprile, Trump ha annunciato “grandi progressi” nei colloqui col Giappone sui dazi. La notizia ha riportato una ventata di ottimismo: i future su Wall Street rimbalzano, +0,7%, mentre le borse europee restano “flat” alle 11:00 CET.
In Asia, segni positivi: Nikkei +0,8%, Hang Seng +1,3% e Hang Seng Tech +2,4%, con Tencent e Alibaba entrambe in crescita del +3%. Il Csi300 cinese è invece leggermente in calo, -0,1%.
Anche Pechino, secondo Bloomberg, avrebbe fatto sapere che è pronta a sedersi al tavolo delle trattative con gli Stati Uniti, ma solo dopo la fine delle dichiarazioni denigratorie da parte americana.
L’indice Bloomberg Commodity si è portato a 102,80 dollari, ai massimi da inizio aprile, grazie soprattutto all’oro e al recupero del petrolio. Il gas naturale europeo resta lontano dai livelli critici di gennaio (60 euro/MWh), attestandosi intorno ai 35,3 euro. L’UE, intanto, sembra aver accantonato l’ipotesi di blocco alle importazioni di GNL russo, frenata dalle resistenze di alcuni governi e dall’incertezza su fonti alternative.
Il Treasury decennale statunitense resta stabile intorno al 4,30% dopo una settimana difficile causata dal timore che grandi detentori come Cina e Giappone possano vendere i titoli USA in chiave ritorsiva. In Italia, il BTP decennale rende il 3,69% con uno spread a 118 punti base.
E grande successo per il nuovo BTP a 7 anni, scadenza 15 luglio 2032 e cedola 3,25%: la domanda avrebbe superato 50 miliardi contro un’offerta di 8. Wow!
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GOLD | Oggi sussidi e tassi EUR ORE 14:15/30Buongiorno traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
Ieri una performance rialzista assurda da parte del metallo giallo, un +3.53%, continuata leggermente nella notte che lo ha spinto fino ai 3357$ per oncia.
Restiamo ancora dalla parte dei tori, anche se inizio a vedere delle manifestazioni di forza interessante a favore degli orsi.
Ovviamente è presto per parlare di importanti inversione di trend però è un inizio, manca ancora un forte MOMENTUM a favore short e un'inversione in Timeframe più alti come H4/DAILY.
Vi ho lasciato una zona centrale di interesse sui cui potremmo basare sia il LONG che lo SHORT in base all'atteggiamento del prezzo, i 3305$.
Detto questo fate attenzione alle NEWS che usciranno dopo le 14:15 e aspettate gli orari migliori di sessione per operare, come le 14:30 o le 15:30/16.
Non vi consiglio di operare pre-NEWS.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Fulmine VERDE: area di valutazione LONG.
Fulmine ROSSO: area di valutazione SHORT.
(Questa zona si sfrutta solo nel caso in cui rientra molto forte della zona, nella direzione della freccia rossa).
Operate responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
oggi sussidi Per continuare a offrirti valore gratuitamente, ho bisogno del tuo sostegno.
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Per le mie analisi utilizzo:
*Chart di Capital.com*
💡🔍 Analisi Gold 🔍💡
⚠️ NON cerco posizionamenti short su GOLD ⚠️
-BIAS GOLD rimane stabile rialzista,
ad ogni correzione di gold vado a cercare opportunità di posizionamento a favore bias
📉 Settimana un po' fiacca sui mercati, anche per via dell’avvicinarsi di Pasqua.
potrei aspettarmi un sell off post pasqua per prese di profitto.
ma nel lungo termine rimango rialzista.
👀 Oggi escono i dati sui sussidi, quindi massima attenzione.
Al momento sto aspettando un ritracciamento su zone interessanti per cercare dei long.
Per ora resto flat, in attesa di setup migliori.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
Per domande, dubbi o richieste, commentate o scrivetemi!
Sarò felice di rispondervi.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
È il momento dei miner: perchè sono l'occasione del momentoNegli ultimi mesi, l’oro ha accelerato al rialzo, mentre i prezzi dell’energia – uno dei principali costi operativi per l’industria mineraria – stanno rallentando. Questo mix ha acceso i riflettori su un settore spesso sottovalutato: i minatori d’oro.
Molti si chiedono come "giocare" questa fase del mercato. Ma diciamolo chiaramente: se stai ancora pensando di comprare lingotti, potresti essere in ritardo.
La vera leva sul metallo giallo oggi passa dai produttori. I minatori rappresentano un'esposizione più dinamica all'oro perché i loro margini operativi migliorano drasticamente a ogni dollaro di rialzo del prezzo.
Prendiamo ad esempio gli ETF più rappresentativi del settore:
-GDX (per i grandi produttori)
-GDXJ (per i minatori junior, più volatili ma con maggiore potenziale di crescita)
Queste aziende non solo vendono oro, ma trasformano ogni fase di bull market in un'espansione dei profitti, dei flussi di cassa… e dei multipli.
Con i costi energetici in calo, i margini lordi sono destinati ad allargarsi. E quando il mercato fiuta questo meccanismo, i multipli forward (come P/E e EV/EBITDA) iniziano ad espandersi, spingendo i prezzi delle azioni ben oltre l’andamento del metallo stesso.
In parole povere: i minatori moltiplicano i guadagni dell’oro.
Certo, sono più volatili. Ma chi cerca rendimento (e non solo protezione) dovrebbe guardare in questa direzione. Perché mentre l’oro brilla, i cercatori iniziano a correre.
In foto HUI con un probabile parabolic advance sul mensile destinato a rompere la supply in zona 400 e che potrebbe portare ad un retest dei massimi assoluti per una mossa all'incirca del 60%.
DISCLAIMER:Le analisi e le informazioni contenute in queste idee hanno esclusiva finalità educativa. Il loro contenuto non costituisce alcuna forma di consulenza o "raccomandazione di investimento" o "incentivo all’investimento", né in forma esplicita né implicita.
In attesa di un trigger sui mercatiNelle ultime ore, pochi sono stati gli interventi verbali sulle tariffe e il mercato è rimasto ancorato a un trading range poco significativo, come se fosse in attesa di qualche spunto che possa far tornare la volatilità. Ieri, l’unica dichiarazione distensiva è arrivata dalla Cina, che si è detta disponibile e aperta ai colloqui se Trump mostrasse rispetto verso il gigante asiatico. Nessuna risposta, per il momento, dalla Casa Bianca.
Intanto, il WTO, ovvero l’Organizzazione Mondiale del Commercio, ha tagliato le prospettive del commercio mondiale di beni, prevedendo una contrazione nel 2025. Nelle condizioni attuali, è probabile che il volume degli scambi commerciali mondiali di merci diminuisca dello 0,2% nel 2025. Si prevede che il calo sarà particolarmente marcato in Nord America, dove si stima che le esportazioni diminuiranno del 12,6%. Tuttavia, sussistono gravi rischi al ribasso, tra cui l’applicazione di tariffe “reciproche” e una più ampia ricaduta dell’incertezza politica, che potrebbero portare a un calo ancora più netto dell’1,5% nel commercio globale di beni e danneggiare i paesi meno sviluppati orientati all’export.
Il rapporto contiene per la prima volta una previsione sul commercio di servizi a integrazione delle proiezioni sul commercio di merci. Si prevede che il volume del commercio di servizi crescerà del 4,0% nel 2025, circa 1 punto percentuale in meno del previsto.
VALUTE
Sui cambi c’è ancora nervosismo, anche se tutto sommato appare contenuto, considerata la fase di trading range che comprende price action di 60-70 pips giornalieri, con movimenti bilaterali. EUR/USD è compreso tra 1.1330 e 1.1410 e così gli altri cambi in una sorta di alternanza tra risk on e risk off, in cui nessuno prevale per il momento. La sospensione temporanea delle tariffe reciproche, in realtà la diminuzione al 10%, ha mitigato la contrazione degli scambi commerciali, anche se persistono forti rischi al ribasso. Il dollaro resta sotto pressione contro le principali valute, anche se si intravede qualche segnale di stabilizzazione, almeno temporanea.
SALGONO LE VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dell'1,4% su base mensile a marzo 2025, dopo un aumento dello 0,2% a febbraio e leggermente superiore alle previsioni dell'1,3%. Si è trattato del maggiore incremento delle vendite da gennaio 2023, trainato da un aumento del 5,3% delle vendite di veicoli a motore e ricambi, poiché i consumatori sembravano affrettare gli acquisti in vista dell'imminente imposizione dei dazi sulle auto. Escludendo le auto, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,5%.
Aumenti si sono registrati anche nei settori dei materiali da costruzione, articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e librerie. Ma si evidenzia una crescita anche nei settori della ristorazione e bar, elettronica ed elettrodomestici, abbigliamento e negozi di alimentari. Nel frattempo, le vendite escludendo i servizi di ristorazione, i concessionari di auto, i negozi di materiali da costruzione e le stazioni di servizio, che vengono utilizzati per calcolare il PIL, sono aumentate dello 0,4%.
CINA, CRESCE IL PIL
L'economia cinese è cresciuta del 5,4% su base annua nel primo trimestre del 2025, mantenendo lo stesso ritmo del quarto trimestre e superando le aspettative del mercato del 5,1%. Si è confermato il tasso di crescita annuale più forte dell’ultimo anno e mezzo, grazie al continuo stimolo economico di Pechino. Le ultime rilevazioni del PIL sono state inoltre sostenute dalla robusta attività di marzo: la produzione industriale cinese è aumentata del 7,7% su base annua a marzo 2025, superando le aspettative del mercato che si attestavano su un aumento del 5,6% e accelerando rispetto alla crescita del 5,9% registrata nel periodo gennaio-febbraio. Si è trattato della più forte espansione della produzione industriale da giugno 2021.
Anche le vendite al dettaglio hanno registrato il maggiore incremento in oltre un anno e il tasso di disoccupazione rilevato è sceso dal massimo biennale. Sul fronte commerciale, le esportazioni hanno registrato la crescita più forte da ottobre, poiché le aziende hanno accelerato le spedizioni in vista dell'imminente imposizione dei dazi, mentre il calo delle importazioni si è ridotto. Tuttavia, l'intensificarsi delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti ha rapidamente oscurato le prospettive, aumentando la pressione su Pechino affinché adotti ulteriori misure di sostegno.
GOLD INARRESTABILE
Mercoledì l'oro è salito verso i 3.357 dollari l'oncia, stabilendo un nuovo record, poiché la persistente incertezza sulla politica commerciale statunitense ha continuato a sostenere la domanda di beni rifugio, unitamente a un dollaro generalmente più debole. Martedì, il Presidente Trump ha chiesto un'indagine sui potenziali dazi su tutte le importazioni di minerali essenziali, una mossa che segnala una posizione più ferma sul commercio e potrebbe influenzare le relazioni con i principali fornitori, tra cui la Cina.
Questo sviluppo compensa, almeno in parte, il miglioramento nel sentiment del mercato derivante dalla recente esclusione di alcuni prodotti tecnologici dai dazi reciproci e dall'indicazione di possibili esenzioni per i ricambi auto. A rafforzare lo slancio rialzista, le principali banche rimangono positive sulle prospettive dell'oro, citando i continui afflussi negli ETF garantiti dall'oro e gli acquisti sostenuti da parte delle banche centrali. Gli investitori ora attendono i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti e un discorso del Presidente della Fed Powell più tardi oggi per ulteriori indizi sulle prospettive economiche e sulla traiettoria della politica monetaria.
Saverio Berlinzani
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Il NASDAQ oltre -3% e NVIDIA innesca il crollo tecnologico. Il NASDAQ crolla di oltre il 3% mentre NVIDIA innesca il crollo tecnologico.
Marco Bernasconi – 17 aprile 2025
Negli ultimi tre giorni, abbiamo assistito a una pausa rinfrescante dall'intensa volatilità che ha caratterizzato i mercati recentemente. Tuttavia, la crisi tariffaria è riemersa ieri, coinvolgendo forse l'azienda tecnologica più influente del momento.
NVIDIA (NVDA), leader nell'intelligenza artificiale e superstar del mercato, ha annunciato che le nuove restrizioni sulle esportazioni di chip verso la Cina comporteranno oneri per 5,5 miliardi di dollari. Le azioni sono crollate del 6,9%, innescando una forte svendita tecnologica che ha colpito tutti i titoli dei "Magnifici 7" e la maggior parte dei titoli del settore dei semiconduttori.
Sebbene 5,5 miliardi di dollari non siano decisivi per il successo o il fallimento di un'azienda come NVIDIA, non rappresentano certo un vento favorevole. Questa notizia aggiunge ulteriore incertezza non solo al mercato in generale, ma anche al titolo stesso. L'indecisione dell'Amministrazione non sta certo aiutando. Al mercato non piace questo tipo di nebbia.
Il NASDAQ ha perso ieri il 3,07% (circa 516 punti) chiudendo a 16.307,16
L'S&P 500 è sceso del 2,24% a 5.275,70
Il Dow Jones ha perso l'1,73% (quasi 700 punti) chiudendo a 39.669,39
Il Russell 2000 ha perso "solo" l'1,03% chiudendo a 1.863,48
I principali indici sono riusciti a rimbalzare dai minimi di sessione, ma i bruschi ribassi hanno comunque interrotto un periodo di relativa calma durato tre giorni dopo il "Giorno della Liberazione". Con guadagni in due di quelle sessioni e solo un modesto calo ieri, gli investitori avevano iniziato a sperare che il mercato si stesse stabilizzando. Questo ottimismo sembra essere stato prematuro .
Il pessimo umore del mercato non è stato certo aiutato dal cauto presidente della Fed, Jerome Powell, che ha ribadito ieri che non c'è fretta di tagliare i tassi e che i dazi stanno creando un contesto difficile, con un'inflazione più elevata e una crescita più lenta.
La combinazione delle dichiarazioni di Powell e delle notizie su NVIDIA ha messo in ombra sviluppi altrimenti incoraggianti:
Le vendite al dettaglio in aumento dell'1,4% a marzo, il miglior risultato in oltre due anni
Diverse società hanno riportato risultati positivi a sorpresa:
ASML Holding (ASML)
Abbott Labs (ABT)
US Bancorp (USB)
Non ci sono state grandi sorprese nei risultati delle grandi banche, con tutti i principali operatori che hanno superato le stime e fornito una visione cauta del contesto macroeconomico. L'incertezza sul quadro generale è un fattore negativo per le prospettive degli utili, poiché si prevede che la mancanza di visibilità inciderà sulle aspettative, anche in assenza di indicazioni esplicite da parte del management.
Il principale report sugli utili di questa settimana arriverà domani dopo la chiusura di Netflix (NFLX), pioniere dello streaming. Anche se non sapremo esattamente come reagirà il mercato fino alla prossima settimana a causa della festività del Venerdì Santo.
Netflix ha superato la stima di consenso negli ultimi quattro trimestri consecutivi
Si prevede un utile trimestrale di 5,74 $ per azione (+8% rispetto all’anno precedente)
Si prevede un aumento dei ricavi del 12,5% a 10,5 miliardi di dollari
Mentre la maggior parte dei titoli dei "Magnifici 7" ha subito cali significativi nel contesto della volatilità di Wall Street all'inizio del 2025, Netflix si distingue per la sua resilienza 🛡️ in vista del suo prossimo report sugli utili del primo trimestre, previsto per il 17 aprile.
Questa solidità è dovuta a diversi fattori:
Isolamento dai dazi
Tasso di crescita più elevato
Valutazione storicamente bassa
Forza relativa dei prezzi
Costante track record di sorprese sugli utili
Auguro a tutti buon trading
L'oro raggiunge un livello di forte ipercompratoNuovo record di tutti i tempi per l'ORO
L'oro ha sfondato i 3300 dollari l'oncia, con una capitalizzazione di mercato che ora è di 22.000 miliardi di dollari, vale a dire più del PIL della Cina (18.000 miliardi di dollari) e vicino al PIL degli Stati Uniti (27.700 miliardi di dollari). È ora l'asset principale che ha registrato la migliore performance tra tutte le asset class dall'inizio dell'anno, con un aumento di oltre il 20%. Questo enorme trend rialzista è stato innescato da un segnale tecnico dato nel febbraio 2024, quando è stato rotto il precedente massimo storico di 2075 dollari.
Ma la vera domanda ora è: dobbiamo prendere profitto? Gli obiettivi tecnici più ambiziosi sono stati quasi tutti raggiunti, e l'oro non ha fatto una pausa rispetto al mercato azionario dall'autunno 2024.
L'oro è stato sostenuto dal 2022 da una combinazione di fattori fondamentali
- L'incertezza geopolitica e macroeconomica globale, che ha attivato l'aspetto di bene rifugio dell'oro a scapito degli asset rischiosi sul mercato azionario, come le azioni
- La domanda di oro da parte delle Banche Centrali, che è stata un supporto costante negli ultimi anni
- La caduta del dollaro USA sul mercato azionario . Il calo del dollaro USA sul mercato dei cambi (si veda l'analisi di Swissquote sul dollaro USA, collegata a questo aggiornamento sull'ORO)
- Il calo dei tassi d'interesse da parte delle principali banche centrali
- Il solido slancio verso l'alto della domanda di oro fisico in India e Cina
- La forte domanda finanziaria di oro, con afflussi sostanziali negli ETF sull'oro negli Stati Uniti, Asia ed Europa
A livello tecnico, gli indicatori mensili di momentum mostrano condizioni di estremo ipercomprato, che possono sembrare eccessive, ma non è ancora apparsa una divergenza ribassista.
Dobbiamo quindi rimanere vigili, ma non saltare alle conclusioni sulla fine del ciclo toro. Al prezzo attuale, l'oro si trova chiaramente in una fase di elevata maturità rialzista ed è più vicino alla fine del ciclo toro che all'inizio.
Un'analisi della storia del prezzo dell'oro sul mercato azionario mostra che si alternano cicli toro decennali e pause di alcuni anni. Non ha senso anticipare la fine dell'attuale ciclo toro; occorre attendere un chiaro segnale tecnico di presa di profitto.
In altre parole: nessun segnale di vendita, ma la vigilanza tecnica è necessaria a questi livelli.
C'è anche la questione del Bitcoin, un asset spesso percepito come “oro digitale”. In questo contesto di inflazione e incertezza monetaria, il trade-off tra BTC e ORO rimane un fattore importante da considerare. I movimenti delle criptovalute possono rafforzare (o indebolire) l'attrattiva dell'oro, a seconda del posizionamento dei portafogli istituzionali. Non si tratta di un semplice scontro, ma di un gioco di equilibri che può influenzare la tendenza a medio termine dell'ORO.
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Dazi su EURUSD... situazione incerta ma tecnicamente rialzista.L'idea che mi sono fatto su EUR/USD è piuttosto chiara anche se un po' prematura... ovvero aspetterei lunedì.
Comunque, mi aspetto una discesa verso il primo o secondo fair value gap non ancora colmato, un movimento che servirebbe a riequilibrare il flusso di liquidità prima di un possibile rimbalzo. A quel punto il prezzo potrebbe allinearsi con la pitchfork tracciata dai massimi recenti, uno scenario che rafforzerebbe l’ipotesi di un trend strutturato e non solo di una correzione isolata.
Dal punto di vista volumetrico, la distribuzione che si sta formando mi ricorda molto una classica “P” di accumulazione, ma ancora incompleta. Questo significa che il mercato non ha del tutto accettato i nuovi livelli di prezzo: manca ancora una fase di consolidamento convincente, magari proprio in corrispondenza ad un rimbalzo di uno dei gap citati.
In parallelo, la dinamica politico-economica globale va monitorata da vicino. I nuovi dazi USA sulle importazioni europee hanno avuto un effetto molto negativo su indici e titoli di stato americani. Così, almeno nel breve, invece di indebolire l'euro, hanno spinto un flusso di capitale sull’area EUR in quanto alternativa credibile in un contesto di tensioni geopolitiche e protezionismo. Questo, unito a un dollaro meno dominante rispetto a qualche mese fa, sta offrendo spazio per un'inversione strutturale.
Il trading è principalmente istituzionale in questo periodo, non penso ci siano stati molti retail in gioco vista la pressione economico mondiale alla quale assisteremo.
Comunque, a livello tecnico, la media a 200 periodi resta un punto di controllo fondamentale. Se il prezzo non rimbalza lì, lo farà probabilmente poco dopo, su livelli leggermente inferiori ma strategici. In ogni caso, i volumi e la forza del movimento lasciano aperta la possibilità di un mercato rialzista più ampio che potrebbe partire proprio da queste settimane.
Lascio un solo target long (x) e i due target short (-) ma... non incito nessuno a fare investimenti o quant'altro. E' esclusivamente il mio parere personale.
GOLD | Uscite le vendite al dettaglio.Buongiorno traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
Troviamo ancora l'oro su massimi mai registrati, continua imperterrito a creare massimi storici nuovi, da questo cosa ne deduciamo?
Che è ancora presto per cercare posizionamenti SHORT, ma non che non possa ritracciare, questo perchè risulta molto rischioso considerando che non riusciamo a trovare delle buone zone di resistenza, per 2 motivi:
1: Non avendo uno storico non abbiamo zone passate;
2: il TREND è molto forte a rialzo e quindi abbiamo solo zone LONG.
Conviene quindi continuare sulla scia dei tori, è il movimento meno rischioso da tentare.
Vi ho lasciato le mie fasce di valutazione, non sono molto vicine ma considerando la volatilità dell'oro in questi giorni è probabile che le raggiunga in poco tempo.
Non vi consiglio di cercare degli SWING perchè siamo molto alti, andrei su movimenti intraday.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Fulmine VERDE: area di valutazione LONG.
Fulmine ROSSO: area di valutazione SHORT.
(Questa zona si sfrutta solo nel caso in cui rientra molto forte della zona, nella direzione della freccia rossa).
Operate responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 16.04.2025Ieri Borse europee positive, ma Wall Street frena l’entusiasmo.
Le trattative sui dazi tra Usa ed Europa procedono, ma a rilento..
Nvidia investirà negli Stati Uniti, ma il settore tech soffirà per il dazi.
Oro a nuovi massimi storici, si conferma il miglior asset nei tempi incerti.
Ieri, 15 aprile le Borse europee si sono messe il vestito della festa, con chiusure tutte in verde acceso. Milano ha sfoggiato un bel +2,39%, Madrid +2,45%, Amsterdam +2,12%, Francoforte +1,49%, Londra +1,44% e Parigi un più modesto +0,86%. Il motivo? La speranza che il presidente USA riduca i dazi del 25% sulle auto. Il settore automobilistico ha quindi fatto un bel rombo di motori!
Tuttavia, John Elkann, Presidente di Stellantis ha voluto ricordare che in Europa l'elettrificazione dell’auto è una corsa a ostacoli: emissioni stringenti, incentivi ritirati senza preavviso e infrastrutture di ricarica ancora poco convincenti. Il risultato? I consumatori guardano le auto elettriche, ma non le acquistano.
Intanto a Bruxelles le trattative tra l’Ue e gli USA sembrano già in stallo. Il commissario Sefcovic non riesce a far breccia nella Casa Bianca: secondo Bloomberg, Washington ha rifiutato la proposta europea di sospendere i dazi sui beni industriali in cambio di più investimenti.
Oltreoceano invece, Wall Street ha perso smalto sul finale: niente terzo rialzo consecutivo, col Dow Jones che ha chiuso a -0,39%, l’S&P500 a -0,20% e il Nasdaq a -0,05%. Tutto questo a causa dell’altalena della guerra commerciale, tra gli "stop and go" di Trump di difficile interpretazione.
Ricordiamo che lunedì la sospensione dei dazi su smartphone e computer “made in China” era stata ben accolta, ma i mercati restano disorientati ogni volta che Trump si pronucia.
Parlando di tecnologia, i famosi "Magnifici Sette" (i big del tech) hanno chiuso in calo: il loro indice ha perso -0,55%: da inizio anno sono giù del -18%, e ieri ci ha messo lo zampino anche Nvidia, che nell'after hours ha perso il -6% dopo aver dichiarato che subirà oneri fino a 5,5 miliardi di dollari nel primo trimestre, a causa dei nuovi controlli USA sull’esportazione dei chip verso la Cina (inclusi Hong Kong, Macao e vari altri Paesi).
Non aiuta neppure la notizia che le “Silicon Six” (Amazon, Meta, Alphabet, Netflix, Apple e Microsoft) – avrebbero eluso 278 miliardi di dollari di tasse in 10 anni, secondo la Fair Tax Foundation. Con 11.000 miliardi di dollari di ricavi e 2.500 miliardi di utili, avrebbero dovuto pagare tasse al 29,7%, ma se la sono cavata con un 18,8%. Da approfondire....
Intanto il famoso indice Vix della volatilità è sceso a 30 punti, dopo aver toccato quota 60 il 4 aprile. Bene, ma per dire addio all’instabilità dovremmo vederlo sotto i 20.
Tornando alle trattative sui dazi, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha detto che ci sono 15 proposte sul tavolo, e che qualche annuncio è vicino. Ma ha anche avvertito: “Ora tocca alla Cina”, ricordando che l'accordo non è obbligatorio e che Trump, ovviamente, vuole firmare tutto di persona.
Giorgia Meloni vola a Washington per incontrare Trump e discutere di tariffe,nell’interesse italiano, ma anche europeo.
Boeing finisce nel mirino di Ryanair. Il ceo Michael O'Leary ha minacciato di ritardare la consegna di 25 aerei, prevista da agosto, se i dazi faranno salire i prezzi. Se la logica non torna, le consegne si spostano a “marzo o aprile 2026”.
Anche la Cina si accoda: ha bloccato l’acquisto di nuovi Boeing e attrezzature aeronautiche made in USA. E sul versante usa, Delta Air Lines sta pensando di ritardare gli ordini ad Airbus, per evitare le ritorsioni europee.
Sul fronte energetico, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha tagliato le stime di crescita della domanda di petrolio per il 2025. Colpa, ancora una volta, delle tensioni commerciali. I prezzi del greggio sono ai minimi degli ultimi quattro anni, al pari dell’umore del mercato del greggio.
Cina: il GDP (Pil) del primo trimestre ha fatto segnare un +5,4% su base annua (meglio del previsto +5,2%), mentre il dato trimestrale è salito dell’1,2% (leggermente sotto l’1,4% atteso). Il boom è frutto delle misure pro-crescita di Pechino, ma gli analisti restano dubbiosi si chiedono se tale ritmo possa reggere.
Borse asiatiche non hanno celebrato il dato cinese: Hong Kong -2,7%, tech in calo -5%, con Baidu, Alibaba e Tencent tra -2% e -5%. Giù anche il Nikkei225, -1,5%, il Kospi coreano, -0,7%, Taiwan, -1,7%, e Sensex indiano, -0,2%.
Il prezzo dell’oro stamattina, 16 aprile, ha toccato il nuovo record storico: 3.300 dollari/oncia, +1,8%. In dollari è salito del +25% da inizio anno, in euro del +14%. Incertezza globale = corsa ai beni rifugio.
Nel mercato obbligazionario USA, terzo giorno di risalita per il Treasury decennale, col rendimento in calo al 4,32%, da 4,50% di venerdì. In Europa, il BTP italiano decennale rende 3,71%, con uno spread a 118 bps sul Bund tedesco, mentre si aspetta un taglio di 0,25% da parte della BCE nella riunione di domani.
Ricordiano che Standard & Poor’s ha migliorato il rating sovrano italiano da BBB a BBB+, un upgrade che premia la stabilità e aumenta l'appeal del debito italiano.
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-BIAS GOLD rimane stabile rialzista,
ad ogni correzione di gold vado a cercare opportunità di posizionamento a favore bias
Ieri in live abbiamo individuato una zona aggressiva per un bel long su Gold, che ha rotto i 3.300 e continua a salire.
Oggi è molto più esteso, senza strutture chiare su H4. V
vediamo se ci dà qualche spunto operativo.
Alle 14:30 ci sono le news.
Le seguiamo insieme e, se c’è occasione, cerchiamo un nuovo ingresso
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30. Questa strategia mi consente di agire in modo più efficace, sfruttando la maggiore volatilità e liquidità di tale sessione.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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Sarò felice di rispondervi.
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Dollaro a rischio?Il biglietto verde, colpito duramente nelle settimane scorse in concomitanza con l’applicazione dei dazi da parte dell’amministrazione USA, potrebbe rimanere sotto pressione, specialmente se la questione delle tariffe non si risolvesse in un negoziato tra le parti che le riducesse in modo significativo o addirittura le cancellasse.
La ragione è legata soprattutto all’andamento dei rendimenti dei titoli di Stato USA, colpiti dalla perdita di fiducia degli investitori verso il sistema America. Molti ci hanno visto anche lo zampino della Cina, che detiene circa il 3% del debito USA (1000 miliardi di USD), che potrebbe essere intervenuta a vendere titoli di stato come ritorsione all’applicazione del 145% di tariffe USA verso beni cinesi.
L’effetto è stato una salita dei rendimenti (oltre il 4.5%) che costringerà la Fed a rimanere ferma sui tassi di interesse, almeno nel breve termine, nell’impossibilità eventuale di osservare l’inflazione scendere, aumentando per contro e inevitabilmente gli interessi che gli USA dovranno rimborsare ai creditori detentori di titoli USA (approssimativamente un 30% dei 7 trilioni di USD in scadenza nel 2025).
La perdita di fiducia verso i bonds è la principale ragione della caduta del dollaro (per la rotazione di portafogli dal dollaro all’euro, che hanno visto i rendimenti dei Treasuries salire e quelli del bund scendere). Se da un lato aiuta gli Stati Uniti ad esportare di più e a ridurre, a tendere, il deficit commerciale, dall’altro è pericoloso se continuativo e non temporaneo, perché in un momento storico e geopolitico come quello attuale, l’ascesa dei BRICS e la possibile de-dolarizzazione rappresenterebbero un rischio significativo per gli Stati Uniti.
MA È PROPRIO COSÌ?
Noi spesso, in queste pagine, abbiamo spiegato che i dazi rappresentano un grimaldello a favore del vero target di questa amministrazione americana, ovvero ridurre sì il valore della moneta, ma non troppo, per non generare il rischio di perdita di fiducia nel valore simbolico che il dollaro rappresenta, ovvero un porto sicuro per gli investitori.
Proprio per questa ragione riteniamo che quella di Trump possa rappresentare una strategia, che è quella di arrivare a negoziare dazi zero per tutti, e un biglietto verde che potrebbe perdere un ulteriore 10-15 per cento contro le principali divise concorrenti, il che sarebbe nella logica delle cose, in un regime di cambi flessibili che consentirebbe almeno un parziale riaggiustamento della bilancia commerciale USA, ancora in deficit di 125 miliardi di dollari al mese.
L’altro aspetto da sottolineare è legato all’idea di Trump di “make America great again”, un motto accattivante, non c’è che dire, ma per ottenere il rientro delle aziende produttrici, occorre innanzitutto tempo, e poi serve che vi sia un rallentamento economico, specialmente un calo dell’occupazione. Altrimenti, le aziende che rientrano in patria a produrre, dove troverebbero i lavoratori, considerato che l’occupazione è ai massimi storici?
Insomma, il programma Trumpiano è di non facile soluzione, anche perché le controparti globali oggi sono in grado di adottare misure di ritorsione efficaci, che colpiscono al cuore l’economia USA vendendo debito USA, dollaro e azioni, con conseguenze che potrebbero divenire preoccupanti. A questo punto, la mossa di Trump dovrebbe essere quella di spingere a negoziare tutti i paesi per tornare a un commercio globale senza tariffe, cioè dazi zero per tutti, il che sarebbe una vittoria significativa di questa amministrazione.
PER GLI INVESTITORI CHE SIGNIFICA
A nostro parere, il ritorno dell’appetito al rischio sui mercati, ancora possibile, potrebbe favorire (il condizionale è sempre d’obbligo con questi mercati) l’acquisto di asset, che siano attraverso il valutario o l’obbligazionario, denominati in dollari australiani e neozelandesi, che hanno toccato dei minimi contro euro assai significativi, oltre ad offrire rendimenti importanti.
Escluderemmo per ora il franco svizzero, già vicino ai massimi contro moneta unica, a meno di un ritorno dell’avversione al rischio, che causerebbe una recrudescenza della crisi attuale, ma successivamente tornerebbe il sereno perché alla fine, sui dazi, conviene a tutti negoziare e tornare al libero scambio senza preclusioni di sorta.
Altra valuta da osservare è lo JPY, che potrebbe recuperare sulla moneta unica, anche se offre rendimenti decisamente inferiori ad asset come le valute oceaniche.
Saverio Berlinzani
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NZD/JPY - POSSIBILE MOVIMENTO RIBASSISTA Cosa sta succedendo?
La coppia NZD/JPY mostra segnali di indebolimento dopo il recente taglio dei tassi della RBNZ, con un potenziale movimento verso i 81.50. L'analisi tecnica e fondamentale converge su uno scenario ribassista a breve-medio termine.
1️⃣ Analisi Tecnica
La zona 84.50 - 85.25 sembra offrire una forte resistenza alla prosecuzione rialzista. In passato tale zona è stata testata più volte sia come supporto che come resistenza rafforzando la validità della stessa.
Divergenza RSI. L'indicatore ha registrato massimi crescenti nonostante il prezzo abbia mostrato un trend ribassista. Tale segnale è spesso collegato ad un movimento ribassista del prezzo.
Sul time frame giornaliero tutte le medie mobili sono ribassiste con il prezzo che si muove al di sotto di esse.
2️⃣ Analisi Fondamentale
I driver macroeconomici supportano lo scenario ribassista:
Politica monetaria divergente. La Bank of Japan mantiene una politica ultra-accomodante (-0.1% tasso interesse), mentre la RBNZ ha avviato un ciclo di tagli (ultimo -25bps l'8/04).
Il calo dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari (-4.2% negli ultimi 7 giorni) pesa sulla valuta neozelandese che è storicamente legata esportazioni agricole.
Piano Operativo
📉 Ingresso short
L’ingresso per questa posizione di breve - medio termine è la fascia 84.00 - 84,5
🎯 Obiettivi
Target 1: 83,5 - Target 2: 82.00 - Target esteso: sotto 80.00
⛔ Stop Loss
Una chiusura sul time frame 4h sopra 85.25 invaliderebbe l’ipotesi ribassista.
Fate le vostre opportune ricerche e tradate con responsabilità
INFLAZIONE CANADESEINFLAZIONE CANADESE
Il report di Statistics Canada del 15 aprile evidenzia un aumento del 2,3% dell'Indice dei Prezzi al Consumo su base annua a marzo, rispetto al 2,6% di febbraio.
Questo rallentamento è attribuito principalmente alla diminuzione dei prezzi dei tour di viaggio e della benzina. Escludendo la benzina, l'inflazione è aumentata del 2,5%.
Su base mensile, l'indice è salito dello 0,3%, mentre l'indice mensile stagionalmente aggiustato è rimasto invariato.
I prezzi dei tour di viaggio e dei trasporti aerei sono diminuiti rispettivamente del 4,7% e del 12,0% su base annua.
Anche i prezzi della benzina sono scesi dell'1,6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
L'indice ZEW europeo è crollato ai minimi di novembre 2023, scendendo dal 39.8 al -18.5.
Buon trading a tutti