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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
sono tornato in patria!!
pronti a ripartire a cannone con le live e le idee di trading?!
come abbiamo potuto osservare negli scorsi giorni L’indice dei prezzi al consumo (CPI) di agosto è salito come previsto nella maggior parte delle stime. Il superamento delle attese è dovuto soprattutto all’energia (componenti volatili) e ad alcune voci legate ai margini; i servizi “sticky”, quelli che contano per la Fed nella sua visione core, non si sono accentuati significativamente. Il mercato ha smorzato l’effetto del dato headline “caldo” una volta che ha analizzato il paniere completo di beni e servizi nel report CPI. Scenario simile a quello del PPI.
attualmente Il mio bias rialzista resta valido.
Gold ha guadagnato strada, punta a una quarta settimana positiva consecutiva, sostenuto da dati USA deboli nel mercato del lavoro e da attese che la Fed taglierà i tassi.
Fattori che spingono gold: USD debole, rendimenti dei titoli di Stato USA in calo, attese di politiche monetarie più accomodanti.
attendiamo settimana prossima le vendite al dettaglio e i tassi di interesse. le proiezioni che faranno saranno molto importanti per il futuro.
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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-GESTITE IL RISCHIO
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Analisi fondamentale
GOLD | Giornata post inflazione americana.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Gold resta ancora molto alto, dopo il minimo creato ieri con l'inflazione, poi ha iniziato a riprendere campo verso il massimo storico, non sarà facile rompere la zona dei 3660$, infatti la useremo come zona di offerta principale, resistenza per shortare come si deve.
Penso possa ancora scendere in effetti ma non oltre la fresh demand che vi ho segnato a 3580$.
Per il mio modo di operare quindi non resta che aspettare una delle 2 zone segnate e valutare qualcosa all'interno.
Valutazione che verrà basata sull'H1 e con trigger di entrata cercato in 5/15 minuti come al solito.
Attenzione alle ore calde e al Venerdì, giornata strana della settimana.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
DAX: analisi ciclo trimestraleSul minimo del primo agosto si è chiuso il precedente ciclo trimestrale e con buona spinta è partito quello in corso che è salito a chiudere il primo ciclo mensile inverso (15 agosto).
Il consueto movimento a zigzag ha riportato il prezzo ad un soffio dalla sua partenza sul lato indice chiudendo anche qui il primo ciclo mensile M1 (2 settembre)
Ora c'è solo da aspettarsi la chiusura del secondo ciclo mensile inverso, la quale, potrebbe riportare il prezzo su livelli più elevati nonostante le ultime due settimane abbiano dimostrato una debolezza intrinseca.
I livelli da controllare sono quelli segnalati nel grafico: sopra 23.914 il movimento sarà crescente fino alla chiusura del mensile inverso. Sotto 23.494 il prezzo continuerà la discesa fino a conclusione del trimestrale indice. (sempre al netto dei rimbalzi dati dai cicli 1-2 giorni)
In questo range di circa 500 punti circa, i movimenti saranno laterali e l'operatività su base intraday.
Questa è la mia visione e non costituisce un sollecito ad operare, investire o disinvestire in qualsiasi strumento finanziario.
Perchè l'analisi ciclica?
Di seguito pubblico le principali basi di analisi e risposte alla domanda.
Wall Street festeggia, ma la Fed prepara la mossa: scopri perchéWall Street festeggia, ma la Fed prepara la mossa: scopri perché
Il mercato ha accolto con favore i dati sull’inflazione di questa settimana: tutti i principali indici hanno chiuso ieri ai massimi storici, nonostante una certa rigidità dell’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC).
Il Dow Jones è salito dell’1,36% (oltre 617 punti), chiudendo per la prima volta sopra quota 46.000, a 46.108. Il Nasdaq ha toccato un record per la quarta sessione consecutiva, con un progresso dello 0,72% (circa 157 punti) a 22.043,07, segnando la sua prima chiusura sopra i 22.000. Anche l’S&P 500 ha aggiornato la storia con un rialzo dello 0,85% a 6.587,47.
Il rapporto sull’IPC è apparso meno negativo del previsto: i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4% nel mese (contro lo 0,3% atteso e lo 0,2% di luglio), mentre il dato annuo si è attestato al 2,9%, in linea con le previsioni ma leggermente superiore al mese precedente (+0,2%). Anche il CPI di base ha rispettato le attese.
Dopo il cosiddetto “Giorno della Liberazione” del presidente Donald Trump, molti analisti temevano un’inflazione più alta, spinta dai dazi. Sebbene l’inflazione non sia ancora scesa sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, resta comunque sotto controllo. I consumatori e le imprese statunitensi subiscono un moderato aumento dei prezzi, mentre gli esportatori si trovano spesso a dover assorbire i dazi pur di non perdere l’ampio mercato americano.
Gli investitori, concentrati sull’ipotesi di un taglio dei tassi, hanno trovato ulteriore sostegno nei dati sul lavoro: le richieste di sussidi di disoccupazione sono aumentate di 27.000 unità la scorsa settimana, raggiungendo quota 263.000, il livello più alto degli ultimi quattro anni (contro le 235.000 stimate). In altre parole, un’inflazione moderata unita a un mercato del lavoro in rallentamento dovrebbe convincere la Fed a tagliare i tassi la prossima settimana, e forse ancora prima della fine dell’anno.
Il rendimento del Treasury decennale è sceso sotto il 4% per la prima volta da aprile, sostenendo i settori più sensibili ai tassi (tecnologia, edilizia, utilities). Allo stesso tempo, l’aumento delle richieste di sussidi potrebbe riportare l’interesse verso titoli difensivi e a dividendo.
Dati sul CPI di agosto
L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 2,9% su base annua, perfettamente in linea con le attese. L’indice “core” ha segnato +0,3% su base mensile e +3,1% su base annua.
Il cosiddetto “Supercore” della Fed (servizi essenziali esclusi gli affitti) ha rallentato leggermente: +0,33% mensile rispetto al +0,48% precedente, con ritmo annuo stabile al 3,21%. Questa stabilità rafforza l’idea che l’inflazione non stia accelerando, pur mostrando un rallentamento dei progressi verso il target del 2%.
Parallelamente, le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione hanno toccato 263.000 (contro 235.000 previste), massimo da ottobre 2021; la media a quattro settimane è salita a 240.500, mentre le richieste continuative si sono mantenute intorno a 1,94 milioni.
Prospettive Fed
I mercati danno ormai per certo un taglio di 25 punti base la prossima settimana. I futures sui Fed Funds prezzano altri tre tagli entro gennaio e almeno due ulteriori entro la fine del 2025.
Probabilità FedWatch:
Settembre: 100% per un taglio di 25 bps, 5% per 50 bps.
Ottobre: 87% per un taglio di 50 bps, 5% per 75 bps.
Dicembre: 82% di probabilità che i tassi siano più bassi di 75 bps rispetto ad oggi.
Il mercato attende ora il linguaggio di Powell e del FOMC: se confermeranno le attese, il rally potrà proseguire; se invece inviteranno alla cautela, gli investitori dovranno ridimensionare le proprie aspettative.
Marco Bernasconi Trading
SP500:il pessimismo dei piccoli investitori,un segnale positivo?Che cos’è l’analisi contrarian dei mercati finanziari?
L’analisi contrarian è un modo originale di osservare i mercati finanziari, basato sul sentiment del mercato, in particolare quello dei piccoli investitori, considerati spesso le “mani deboli” del mercato. Invece di seguire l’opinione dominante, si parte dal presupposto che la folla spesso si sbaglia, soprattutto i piccoli investitori. Infatti, questi reagiscono emotivamente: tendono a comprare quando tutto va bene e a vendere quando tutto va male.
Eppure il mercato raramente funziona in maniera così ovvia. Quando la maggioranza dei piccoli investitori è euforica e convinta che il rialzo continuerà, significa spesso che hanno già comprato, restando pochi acquirenti potenziali per spingere i prezzi ancora più in alto – il che segnala che il top di mercato è vicino. Al contrario, quando questi investitori sono pessimisti, è probabile che abbiano già venduto, che il potenziale di ribasso sia limitato e che il minimo di mercato sia vicino.
Applicato alle azioni statunitensi, questo ragionamento diventa particolarmente interessante. Immaginiamo un mercato in crescita costante, sostenuto da solidi utili aziendali e da un’economia robusta. Se, nonostante ciò, i piccoli investitori restano prudenti o preoccupati, ciò potrebbe indicare che il rialzo non è terminato. Il loro scetticismo lascia spazio a nuovi acquisti futuri, prolungando così la tendenza.
In sintesi, l’approccio contrarian ci invita a vedere il pessimismo dei piccoli investitori come un’opportunità più che come un rischio. Finché dubitano, il mercato probabilmente non ha ancora raggiunto il suo picco. Solo quando l’ottimismo diventa generalizzato è necessario prestare vera attenzione.
Secondo l’AAII, il pessimismo dei piccoli investitori è vicino al massimo annuale per il mercato azionario USA
L’attuale situazione del sentiment di mercato è particolarmente interessante. Secondo l’ultimo sondaggio della American Association of Individual Investors (AAII), la percentuale di investitori con aspettative ribassiste è risalita vicino al massimo annuale ed è nettamente superiore alla media storica.
Tuttavia, l’S&P 500 si trova a contatto con il suo massimo storico. Secondo l’analisi contrarian, ciò significa che il top del ciclo rialzista non è ancora stato raggiunto, poiché i massimi si formano sempre sull’euforia dei piccoli investitori (e i minimi sul loro pessimismo).
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SHORTISTI CAMBIATE LAVORO! Questo è la mia conta Elliott semplificata, per quanto riguarda il settimanale di bitcoin.
Il mio dubbio è lasciare onda 1-2 blu, oppure considerarla spezzata, quindi con un ulteriore 1-2.
Poco importa comunque, come vi dicevo tempo fa, mancano nuovi massimi.
Siamo appena all'inizio di onda verde, che probabilmente raggiungerà il suo culmine tra novembre e dicembre di quest'anno. Solo allora potremmo eventualmente valutare l'entrata in bear market e non PRIMA, come indica qualche IMBECILLE, per esempio skitla13 per non fare nomi.
SHORTISTI CAMBIATE LAVORO O PASSIONE.
Buon investimento ragazzi
Nike 2025: Anatomia di un declinoNike 2025: Anatomia di un declino
nell’episodio precedente, avevamo suonato un primo campanello d'allarme, evidenziando una crescente deriva strategica di Nike e l'intensificarsi delle minacce competitive.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. L’82.78% dei conti di investitori al dettaglio perde denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
Nell’ottobre 2024 la guida di Nike è passata da John Donahoe a Elliott Hill , veterano con 32 anni in azienda richiamato appositamente per orchestrare un turnaround. Per comprendere la portata e l'urgenza della strategia "Win Now" di Hill , è indispensabile analizzare la grave emorragia finanziaria che ha caratterizzato la seconda metà del FY25 di Nike . Questi numeri, per quanto cupi, rappresentano la linea di base da cui partire per capire il "perché" di un cambiamento così drastico.
Q3 FY25: Le prime crepe nello Swoosh
Il Q3 conclusosi a febbraio 2025 , ha mostrato le prime crepe evidenti nella corazza del colosso di Beaverton . I ricavi sono scesi del -9% YoY , attestandosi a $11,3 Mld , un calo che ha pervaso tutti i principali mercati e segmenti operativi. Ancora più preoccupante è stata la compressione del margine lordo, sceso di 330 punti base al 41,5% , a causa di promozioni aggressive e maggiori riserve di magazzino, chiari indicatori di una difficoltà a smaltire i prodotti senza ricorrere a forti sconti.
A prima vista, l'utile per azione ( EPS ) di $0,54 potrebbe sembrare un dato di tenuta, ma un'analisi più approfondita rivela una realtà diversa. Questo risultato è stato infatti pesantemente influenzato da un beneficio fiscale una tantum e non monetario (sostanzialmente il fisco le ha dato un buono-sconto sulle tasse) seguito di un aggiornamento delle regole fiscali USA sul trattamento di plusvalenze e perdite in valuta estera ( US GAAP – ASC 740 ). Questo ha fatto sì che L’ EPS (utile per azione “al netto” delle imposte) risultasse più alto, senza però che entrasse un dollaro in più in cassa, o che il business sia migliorato. Senza questo aiuto la performance sarebbe stata notevolmente più debole. A completatare il quadro si aggiunge una performance particolarmente allarmante in Cina (ne parleremo dopo), dove si è registrato un calo a doppia cifra del traffico e vendite inferiori alle attese, in un mercato che dovrebbe essere uno dei principali motori di crescita.
Q4 FY25: Just fix it
Se il terzo trimestre aveva mostrato delle crepe, il quarto ha sancito il crollo. I ricavi hanno subito un'ulteriore e più brusca contrazione del -12% , scendendo a $11,1 Mld . Il dato più critico risiede nella composizione di questo calo: le vendite del canale digitale diretto di Nike (NIKE Brand Digital) sono precipitate del -26% , un tonfo solo marginalmente compensato da un misero +2% dei negozi fisici.
L'utile netto è crollato del -86% a soli $0,2 Mld , con un EPS diluito che ha seguito la stessa sorte, scendendo a $0,14 . Questo tracollo è stato il risultato di una "tempesta perfetta": vendite in calo combinate con una drammatica erosione del margine lordo di 440 punti base , sceso al 40,3% . Paradossalmente, il titolo ha reagito con un leggero rialzo dopo la pubblicazione di questi dati. La spiegazione risiede nelle aspettative del mercato: l' EPS di $0,14 , seppur disastroso in termini assoluti, ha battuto di poco le stime degli analisti, che erano state riviste al ribasso fino a $0,12 . Questo non indica forza, ma piuttosto quanto fosse basso il sentiment, suggerendo che l'azienda sia riuscita a fare "meno peggio" del previsto.
La grande cinese, non più cosí grande
Prima abbiamo accennato alla Cina, un mercato cruciale per Nike : rappresenta circa il 17-18% del fatturato globale. Un tempo motore di crescita a doppia cifra, oggi si è trasformata in un punto critico. Nel 2025 le vendite sono scese drasticamente: il calo del 21% registrato nel Q4 è stato uno shock , aggravato da un taglio volontario alle consegne per riequilibrare le scorte, ma anche da un calo reale della domanda.
La pressione arriva da più fronti: da un lato, la concorrenza locale che sfrutta prezzi competitivi e un forte appeal nazionalista; dall’altro, le cicatrici reputazionali lasciate dallo scandalo della filiera di Xinjiang , che ancora pesa sull’immagine del brand. Nike ha reagito con un adattamento mirato: più collezioni speciali legate alla cultura cinese, pricing calibrato, atleti e celebrity locali come testimonial, e investimenti nelle piattaforme digitali domestiche (Tmall, WeChat). Ha inoltre puntato sulle House of Innovation (HOI) a Shanghai — flagship esperienziali “phygital” con integrazione app (scan-to-try, pick-up locker, checkout istantaneo), aree di personalizzazione e installazioni dinamiche — un format rarissimo presente solo in poche capitali globali ( New York – HOI 000, Shanghai – HOI 001, Parigi – HOI 002). A Guangzhou , invece, è stato aperto un Nike Rise , uno store “di comunità” data-driven con eventi locali e forte integrazione membership. Insieme, questi formati segnalano un impegno di lungo periodo nel mercato cinese.
Il FY 2025 in breve:
L'intero anno fiscale 2025 si è chiuso con la culminazione di queste tendenze negative. I ricavi totali sono scesi del -10% a $46,3 Mld , mentre l'utile netto si è contratto del 44% a $3,2 Mld .
La domanda che aleggia tra gli investitori è cruciale: il dolore finanziario a cui stiamo assistendo è il segno di un'operazione chirurgica difficile ma necessaria per salvare il paziente, o le ferite sono più profonde di quanto si potesse temere?
Cry Now, Win Later
Di fronte a un quadro così deteriorato, la nomina di Elliott Hill ha segnato un punto di rottura. La sua strategia "Win Now" non è un semplice aggiustamento, ma una ripudiazione quasi totale dell'approccio del suo predecessore, un'ammissione implicita che la rotta precedente stava portando la nave contro gli scogli. Ogni pilastro del suo piano è una risposta diretta ai fallimenti evidenziati.
"We are a sports company"
Il primo atto di Hill è stato un reset culturale. Ha ribadito con forza un concetto fondamentale: " Nike è un'azienda sportiva". Questo mantra, apparentemente ovvio, rappresenta un netto distacco dalla precedente tendenza a posizionarsi come un brand lifestyle generico, quasi tecnologico. Per tradurre questa filosofia in azione, Hill ha introdotto la "Sport Offense", una riorganizzazione aziendale che abbandona le divisioni basate sul genere (uomo, donna, bambino) per creare team interfunzionali dedicati a ogni singolo sport chiave (running, basket, calcio, ecc.). L'obiettivo è favorire una maggiore specializzazione, un'innovazione più rapida e uno storytelling più autentico e credibile.
Meno Hype, più Performance = più Successo?
Hill ha avviato un ridimensionamento aggressivo con massicce svendite promozionali per smaltire l’eccesso di inventory delle "franchise classiche" come Air Force 1, Dunk e Air Jordan 1 , che avevano saturato il mercato. la riduzione pianificata per queste linee si avvicinava al 40% , con l'intenzione di proseguire con un calo a doppia cifra delle unità anche nell'anno fiscale 2026 . Questa mossa è la causa principale delle difficoltà a breve termine sui ricavi.
Parallelamente, l'azienda sta spingendo con forza su nuovi motori di crescita. I primi risultati sono incoraggianti: il modello Vomero 5 ha raddoppiato i ricavi nel Q3 , mentre le Nike Shox sono cresciute di 10 volte in tre trimestri . Il segmento running, guidato dalla Vomero 18 (diventata una franchise da oltre $100 Mln ), e il basket femminile (cresciuto di oltre il 50% ) sono le prime prove concrete che la strategia di diversificazione sta iniziando a dare i suoi frutti.
Il Rilancio dei ponti: meno D2C, più B2B
Forse il cambiamento più radicale riguarda la strategia di distribuzione. La precedente gestione aveva privilegiato il canale diretto al consumatore (DTC), alienando molti partner wholesale storici. Hill ha invertito la rotta, implementando un approccio di "mercato integrato". Questo significa, da un lato, riposizionare Nike.com come una destinazione premium a prezzo pieno e, dall'altro, ricostruire attivamente le relazioni con i principali rivenditori.
Hill si è impegnato personalmente, incontrando i partner per riaffermare l'impegno di Nike . L'azienda sta anche espandendo la sua presenza in nuovi canali di vendita al dettaglio, come Urban Outfitters e Aritzia , per raggiungere specifici segmenti demografici.
Mary Dillon , CEO di Foot Locker , ha dichiarato di vedere “le giuste azioni intraprese dal team di Elliott Hill” per riallineare Nike al mercato. L’obiettivo comune è tornare a crescere insieme, giocando ciascuno il proprio ruolo: Nike come fornitore di prodotto innovativo e desiderabile, Foot Locker come vetrina esperienziale sul territorio e tramite la propria clientela fidelizzata.
In questo contesto si inserisce la mossa più audace: la nuova partnership con Amazon , che debutterà nell'autunno del 2025 . Nike aveva abbandonato Amazon nel 2019 per timore di diluizione del brand e contraffazioni. Tuttavia ha riconosciuto che oltre il 60% dei consumatori USA inizia le ricerche prodotto su Amazon . Ritornare su quella piattaforma significa riconquistare visibilità e intercettare domanda incrementale, anziché lasciar spazio a rivenditori terzi non autorizzati. Inoltre, Nike potrà attingere ai dati sulle vendite Amazon, integrandoli con quelli dei propri canali, per avere una visione più completa del comportamento omnicanale dei clienti, quest’integrazione di dati aiuterà Nike a misurare meglio il ROI del marketing e ottimizzare la spesa pubblicitaria durante un periodo di contrazione delle vendite.
No Pain, No Gains?
Il management di Nike è pienamente consapevole che queste azioni stanno causando il dolore finanziario attuale. Tuttavia, indica alcuni segnali positivi che suggeriscono che la cura stia funzionando. Tra questi, un miglior sell-through dei nuovi prodotti, una quota maggiore di domanda a prezzo pieno sui canali digitali e, soprattutto, un portafoglio ordini wholesale per le festività natalizie in crescita anno su anno. Quest'ultimo dato è l'indicatore più concreto e importante: suggerisce che i partner commerciali, scottati in passato, stanno ricominciando a credere nella visione di Hill e nella nuova pipeline di prodotti.
I soldi non dormono: Adidas & New Balance
Le difficoltà di Nike non si verificano in un vuoto di mercato. Al contrario, i suoi principali rivali stanno capitalizzando aggressivamente sulla sua debolezza, guadagnando quote di mercato e slancio culturale.
Adidas vince il pallone d’oro
Mentre Nike annaspava , Adidas ha messo a segno una performance stellare nella prima metà del 2025 . Il marchio Adidas è cresciuto del 12% nel secondo trimestre, l'utile netto è aumentato del 77% e il margine lordo si è espanso, raggiungendo un solido 51,7% . Il successo del CEO Bjørn Gulden si basa su una strategia chiara: un "marchio globale con una mentalità locale", la straordinaria risonanza culturale delle sue franchise lifestyle ( Samba , Gazelle , Superstar ) che hanno riempito il vuoto lasciato da Nike , e una forte innovazione nelle categorie performance. Diversi report indicano che Adidas continuerà a sottrarre quote di mercato a Nike nel corso del 2025 , con una traiettoria di crescita nettamente superiore.
L'ascesa di New Balance: l’underdog
New Balance, pur essendo un'azienda privata, sta vivendo una fase di crescita esplosiva. Ha chiuso il 2024 con un fatturato record di $7,8 Mld , segnando il quarto anno consecutivo di crescita superiore al 20%. La sua strategia si è rivelata vincente: posizionamento premium, distribuzione selettiva e un forte accento sulla qualità e l'artigianalità (con le linee "Made in USA/UK"). Questo approccio le ha permesso di aumentare significativamente il prezzo medio di vendita e di costruire una base di consumatori estremamente fedele.
Nuove minacce: Hoka e On Running riscrivono le regole
A completare il quadro competitivo ci sono nuovi attori come Hoka e On Running . Sebbene molto più piccoli, rappresentano una minaccia crescente perché sono agili, innovano rapidamente e, soprattutto, hanno costruito community forti e autentiche attraverso running club e marketing dal basso, un'area in cui Nike , un tempo maestra, sembra aver ridotto gli investimenti.
Outlook Q1 FY26: Nike è prudente o preoccupata?
Con la pubblicazione dei risultati del Q1 FY26 , prevista il 30 settembre il mercato non attende un semplice resoconto finanziario, piuttosto la prima vera resa dei conti per i problemi strutturali che Elliott Hill è stato chiamato a risolvere. La pressione su Hill per mostrare segnali tangibili di progresso è immensa. Il mercato ha già prezzato risultati negativi; la vera partita si giocherà sulla narrativa e sulle prospettive future.
La stessa dirigenza di Nike ha preparato il terreno per numeri deludenti. La guidance ufficiale per il Q1 dell'anno fiscale 2026 prevede un calo dei ricavi "mid-single digit" (intorno al 5%). Ancora più severa è la previsione sul margine lordo, atteso in contrazione di 350-425 punti base . È fondamentale scomporre questo dato: circa 100 punti base di questa pressione derivano dall'impatto di nuove tariffe doganali, un fattore esterno che complica ulteriormente il quadro. Il resto del calo è attribuibile direttamente alle azioni "Win Now" , come la liquidazione delle scorte in eccesso. La società ha comunque fissato una scadenza, prevedendo di "ripulire" il mercato entro la fine del primo semestre fiscale, ovvero entro la prossima trimestrale.
Il consenso di Wall Street
Le previsioni degli analisti sono allineate a questa visione pessimistica. Il consenso per il Q1 FY26 si attesta su un EPS di circa $0,27 e ricavi intorno a $10,96 Mld . Tuttavia, dietro a questa media si cela una forte incertezza. Il rating complessivo è un "Moderate Buy", ma i target di prezzo degli analisti spaziano da un ribassista $58 a un ottimista $120 , con una media intorno ai $78 . Questa ampia forbice riflette i dubbi sulla tempistica e sul successo finale della svolta strategica.
Punti chiave da monitorare nella trimestrale del 30 settembre
L'attenzione del mercato si concentrerà su elementi qualitativi e prospettici. Ecco i punti cruciali da monitorare:
Guidance vs. Risultati: I dati effettivi saranno in linea con le cupe previsioni o ci sarà una sorpresa, in positivo o in negativo?
Stato delle Scorte: La società confermerà l'obiettivo di un inventario "pulito" entro la fine del semestre?
Portafoglio Ordini Wholesale: Qualsiasi aggiornamento sullo stato degli ordini per la primavera 2026 sarà l'indicatore anticipatore più importante per valutare la fiducia del canale distributivo.
Performance Nuovi Prodotti: Verranno forniti ulteriori dati sulla crescita delle nuove linee come Vomero e sulla categoria femminile?
Situazione in Cina: Ci sono segnali di stabilizzazione o di aver toccato il fondo in questo mercato critico?
Outlook per il Q2: La dirigenza vedrà una moderazione delle difficoltà nel prossimo trimestre, come anticipato in precedenza, o il dolore è destinato a continuare?
Nike rischia di rimanere un colosso con i piedi d’argilla, la vera domanda è: Hill riuscirà a trasformare questo dolore a breve termine in una cura duratura?
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IDEA SELL PER XAUUSDSecondo la mia visione del mercato, leggendo in grafico con la schematica di Wyckoff siamo ad una probabile inizio di distribuzione, il prezzo dopo avere effettuato le prime fasi delle schematiche, sembra abbia completato le fasi di UT, UTAD e Test.
Adesso ha manifestato il secondo segno di forza, mi aspetto una notizia dell'IPC che vada a creare il BTI per poi proseguire la sua discesa.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
QUA SOTTO SPIEGATO passo per passo PPI e CPI come ci dobbiamo comportare e cosa mi aspetto in base alla uscita dei dati.
📉Fondamentale con possibili scenari di oggi:
-Perché l'oro è sceso nonostante un PPI più debole del previsto?
Ieri il PPI USA di agosto è uscito più debole del previsto:
Dato attuale: -0,1% 🔻
Atteso: +0,3%
Precedente: +0,7%
Ma nonostante il dato "soft", i mercati non hanno reagito come ci si aspettava. Perché?
➡️ La debolezza nel PPI è arrivata quasi esclusivamente dall’energia (benzina, diesel, jet fuel).
➡️ I prezzi energetici sono molto volatili e tendono a rimbalzare: quindi non vengono visti come un segnale di disinflazione strutturale.
➡️ Al contrario, i servizi – la parte "sticky" che guida l’inflazione core – non hanno mostrato segnali di raffreddamento.
🟡 E l’oro? Perché è sceso?
Nonostante il PPI debole, l’oro ha corretto leggermente. Ma non ha rotto al ribasso, nonostante 4 CPI consecutivi sopra le attese.
Perché?
📉 Il mercato sta scommettendo che la Fed ha finito con i rialzi.
👉 Questo è molto importante: il sentiment sta cambiando.
🧊 Cresce il rischio recessione → asset difensivi come l'oro diventano attraenti.
🌍 L’oro è usato come hedge contro dazi, instabilità fiscale e geopolitica.
🧨 Per questo il breakout sopra i $3.650 è stato violento:
Oggi l’inflazione non è più automaticamente ribassista per l’oro, perché il mix tra crescita, politica monetaria e geopolitica cambia completamente la narrativa.
📊 Oggi focus sul CPI
Possibili scenari:
CPI sotto le attese →
🔸 Rischio recessione + Fed dovish = l’oro potrebbe ripartire al rialzo, soprattutto se il dollaro corregge.
CPI in linea o leggermente sopra →
🔸 Possibile reazione “neutra” o leggero sell-off iniziale → seguito da acquisti su debolezza (“buy the dip”)
CPI ben sopra le attese →
🔸 Flash drop possibile , ma occhio: come successo nei CPI precedenti, l’oro potrebbe recuperare rapidamente.
🔸 Perché? Mercati iniziano a prezzare “stagflazione”, non solo inflazione → e lì l’oro storicamente performa bene.
✍️ Conclusione personale:
Il mio bias resta long su oro, ma preferisco entrare su debolezza. Il contesto macro non è chiaro, ma l’oro ha mostrato forza relativa anche con dati inflattivi alti.
Questo ci dice molto su come i grandi investitori stanno leggendo il quadro.
🌴 Attualmente sono in vacanza fino al 12 settembre, ma continuerò a pubblicare visioni e aggiornamenti.
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Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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Oracle top a Wall Street: numeri e un futuro da mille miliardiOracle travolge Wall Street: numeri da rock star e un futuro da mille miliardi
L’intelligenza artificiale accelera, l’inflazione rallenta e arrivano nuove chiusure record
Le azioni hanno perso slancio ieri, nonostante il calo dei dati sull’inflazione e il rinnovato entusiasmo per l’IA. Due dei principali indici, tuttavia, hanno comunque archiviato la sessione con una nuova chiusura record.
L’S&P 500 è salito dello 0,30% a quota 6532,04, mentre il Nasdaq ha guadagnato un modesto 0,03% (circa sei punti) portandosi a 21.886,06. In controtendenza, il Dow Jones è scivolato dello 0,48% (circa 220 punti) fermandosi a 45.490,92. Per il Nasdaq si tratta della terza chiusura record consecutiva, mentre l’S&P 500 ha segnato nuovi massimi storici per due sedute di fila.
Con la probabilità di un taglio dei tassi nella prossima settimana fissata al 100% secondo il CME FedWatch Tool, non servivano ulteriori stimoli. Eppure sono arrivati dall’indice dei prezzi alla produzione (PPI). I prezzi all’ingrosso, infatti, sono diminuiti dello 0,1% nel mese, a fronte di un aumento previsto dello 0,3%. Anche la variazione annua, +2,6%, è risultata inferiore alle attese (+3,3%).
Molto più spettacolare è stata però la vicenda di Oracle (ORCL), che ieri ha messo a segno un balzo del 36% dopo quello che considero “il rapporto sugli utili dell’anno”. Nonostante dati inferiori alle stime per fatturato e utile, l’azienda ha comunicato che i suoi obblighi di performance rimanenti (RPO) per il primo trimestre sono cresciuti del 359%, raggiungendo i 455 miliardi di dollari. Inoltre ha annunciato quattro contratti multimiliardari e un incremento straordinario dei ricavi da database multi-cloud con Amazon (AMZN), Alphabet (GOOGL) e Microsoft (MSFT), cresciuti addirittura del 1529%.
Tutto ciò lascia intuire che il boom dell’intelligenza artificiale sia soltanto agli inizi.
Il rapporto Oracle ha acceso anche altri titoli del settore semiconduttori: Broadcom (+9,8%), NVIDIA (+3,9%), Taiwan Semiconductor (+3,8%) e AMD (+2,4%).
Oggi uscirà l’indice dei prezzi al consumo (CPI), che solitamente suscita maggiore attenzione del PPI. Nell’ultima rilevazione, l’inflazione mensile era cresciuta dello 0,2% (in linea con le attese), mentre quella annua si era attestata al 2,7%, leggermente sotto il previsto 2,8%. Pur non diminuendo più rapidamente come un tempo, l’inflazione continua comunque a non mostrare impennate dovute ai dazi.
Le stime per l’uscita odierna indicano un +0,3% mensile e un +2,9% annuo; anche il “core” dovrebbe crescere dello 0,3%. Se i dati saranno in linea, il mercato potrebbe reagire con entusiasmo; al contrario, un’inflazione più alta potrebbe riaccendere i timori di stagflazione.
Personalmente mi aspettavo forti movimenti anche dopo le precedenti pubblicazioni del CPI, ma la reazione era stata piuttosto contenuta. Vedremo cosa accadrà domani: l’adattamento resta la chiave.
In definitiva, le azioni avevano tutte le ragioni per salire ieri: il sorprendente outlook di Oracle ha trascinato il settore tecnologico e il PPI positivo ha dato nuovo slancio alla narrativa di un’inflazione sotto controllo. Eppure i listini hanno subito vendite sui massimi, colmando un gap, prima di rimbalzare in chiusura.
Non è il tipo di price action che tranquillizza, e la pubblicazione del CPI renderà ancora più interessante osservare la reazione del mercato.
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Oracle e il “cool PPI”
Oracle mercoledì sera ha mostrato i numeri di una vera “rock star”, con un balzo del titolo del 35%. Alcuni analisti iniziano a ipotizzare che possa diventare la prossima azienda da mille miliardi di dollari, data la solidità delle prospettive.
Il dato più sorprendente riguarda il cloud backlog (RPO), cresciuto del 359% su base annua fino a 455 miliardi di dollari. Il management prevede che possa presto superare i 500 miliardi. Inoltre stima che il fatturato OCI crescerà del 77% quest’anno, raggiungendo i 18 miliardi di dollari, per arrivare a 144 miliardi entro quattro anni.
Numeri impressionanti, che mutano profondamente la capitalizzazione di mercato e non invogliano certo a posizionarsi “short” sul Nasdaq.
Sul fronte macro, i prezzi alla produzione USA sono diminuiti inaspettatamente in agosto: il PPI primario è sceso dello 0,1% rispetto al mese precedente, contro attese di +0,3%, segnando il primo calo mensile da aprile. Su base annua è cresciuto del 2,6% (attese: +3,3%). Anche il PPI “core” ha sorpreso al ribasso, attestandosi al 2,8%.
L’ex presidente Trump non ha perso l’occasione per commentare, scrivendo che “non c’è inflazione!!!” e sollecitando la Fed a tagliare aggressivamente i tassi, non senza definire nuovamente Powell un “disastro totale”.
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In attesa del CPI
Il mercato ora guarda al CPI: stime a +0,3% mensile e +2,9% annuo, con il “core” atteso anch’esso a +0,3%. Se il dato ricalcherà la sorpresa positiva del PPI, l’ottimismo potrebbe alimentare nuovi rialzi. In caso contrario, il timore di stagflazione tornerà a dominare.
Secondo il FedWatch, le probabilità attuali sono:
• Settembre – 100% di taglio da 25 bps la prossima settimana; 8% di possibilità per un taglio da 50 bps.
• Ottobre – 75% di probabilità di un allentamento complessivo di 50 bps; 6% per 75 bps.
• Dicembre – 62% di probabilità di essere 75 bps più in basso rispetto a oggi; 5% per un taglio complessivo da 100 bps.
Ora non resta che attendere la pubblicazione del CPI e verificare la reazione del mercato.
Marco Bernasconi Trading
S&P 500: Quale impatto grafico dalla Fed del 17/09?La decisione di politica monetaria della Federal Reserve di mercoledì 17 settembre sarà determinante per la traiettoria dei mercati azionari statunitensi alla fine del 2025. A seconda della scelta di Jerome Powell, gli scenari vanno dal crollo borsistico a un nuovo record storico, passando per fasi più neutre di consolidamento.
Si delineano cinque opzioni, ciascuna con implicazioni specifiche per l’S&P 500 e il Russell 2000, che descrivo di seguito.
Primo caso: assenza di pivot.
Se la Fed decidesse di mantenere i tassi invariati per tutto il 2025, a causa di un’inflazione troppo resiliente, lo scenario sarebbe chiaramente ribassista. La mancanza di sostegno monetario soffocherebbe la dinamica del mercato, provocando un crollo del 20–30 % dell’S&P 500, che scenderebbe tra 4.800 e 5.000 punti. Il Russell 2000, più fragile e sensibile all’ambiente macroeconomico, arretrerebbe verso la sua zona di supporto critica di 1.600–1.700 punti.
Secondo caso: un pivot tecnico limitato.
La Fed potrebbe accontentarsi di un unico taglio dei tassi a settembre o ottobre, giustificato da un aggiustamento puntuale al mercato del lavoro. In questo caso, il mercato non lo vedrebbe come un segnale forte di allentamento monetario, ma piuttosto come un gesto circostanziale. Risultato: un calo dell’S&P 500 verso l’area di 6.000–6.100 punti e una correzione parallela del Russell 2000 intorno ai 2.000 punti.
Terzo caso: il pivot reale e sano.
Questo è lo scenario più favorevole per Wall Street. La disinflazione si conferma verso il 2 %, l’occupazione resta sotto controllo e la Fed avvia un vero ciclo di tagli dei tassi a partire da settembre o ottobre. In questo contesto, la tendenza rialzista di fondo riprenderebbe tutta la sua forza: l’S&P 500 si dirigerebbe verso 6.700–7.000 punti, mentre il Russell 2000 uscirebbe dalla fase di consolidamento e supererebbe il record di novembre 2021.
Quarto caso: il pivot malsano.
Qui la Fed abbassa i tassi in un contesto più fragile: l’inflazione rimane intorno al 3 %, ma è soprattutto il deterioramento del mercato del lavoro a dettare la decisione. Il mercato potrebbe comunque trovare sostegno grazie alla riduzione del costo del credito. L’S&P 500 manterrebbe il suo precedente record di 6.200 punti e probabilmente punterebbe ai 6.700 punti. Il Russell 2000, più sensibile alle condizioni di finanziamento, trarrebbe pieno beneficio da questo allentamento, superando anch’esso il suo massimo storico del 2021.
Quinto caso: il Fed Put in situazione di emergenza.
Infine, nello scenario più cupo, uno shock occupazionale provocherebbe un intervento brutale della Fed, con un «jumbo cut» e una serie di rapidi tagli. Sebbene questo sostegno potrebbe contenere la recessione, la reazione immediata sarebbe un calo marcato: l’S&P 500 entrerebbe in bear market prima di una possibile ripresa legata all’allentamento monetario. Il Russell 2000 seguirebbe lo stesso percorso.
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[Analisi Fondamentale vs Analisi Tecnica nel Forex]Analisi Fondamentale vs Analisi Tecnica nel Forex
Nel Forex trading, la scelta tra analisi fondamentale e analisi tecnica è una delle prime decisioni che ogni trader deve affrontare. Ma la verità è che non sono in conflitto: si completano a vicenda.
Analisi Fondamentale 🔍
L'analisi fondamentale nel mercato valutario
si basa sullo studio di:
• Dati macroeconomici (PIL, inflazione, tassi
d'interesse).
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(FED, BCE, BOE, ecc.).
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lungo periodo di una coppia valutaria.
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macro dietro movimenti importanti.
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chiave (come i Non-Farm Payrolls o le
decisioni sui tassi).
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Analisi Tecnica 📈
L'analisi tecnica è lo strumento principale per la maggior parte dei trader
retail. Si basa su grafici, price action, pattern e indicatori tecnici come RSI,
MACD, medie mobili, ecc.
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improvvisi (es. comunicati stampa).
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laterali o poco liquidi.
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Nel Forex, l'approccio ibrido è spesso il più efficacie:
• Usa la fondamentale per capire dove si muove il mercato.
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📌 Esempio :
Se la Fed annuncia un rialzo dei tassi, potresti aspettarti un USD più forte. Ma per entrare long su USD/JPY, aspetti un segnale tecnico chiaro (breakout, pullback, ecc.).
Wall Street riscrive la storia...Wall Street riscrive la storia: cosa c’è dietro i nuovi record degli indici
Tutti e tre i principali indici chiudono a livelli record
Nonostante una revisione negativa dei dati sull’occupazione e il nervosismo legato ai prossimi dati sull’inflazione, i principali indici sono riusciti non solo a progredire ieri, ma anche a chiudere su nuovi massimi storici.
Il NASDAQ è salito dello 0,37% (quasi 81 punti) a quota 21.879,49, segnando la sua seconda seduta consecutiva ai massimi di sempre. Questa volta anche gli altri indici si sono uniti al rialzo: l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,27% chiudendo a 6.512,61, mentre il Dow Jones è avanzato dello 0,43% (circa 196 punti) attestandosi a 45.711,34. Si tratta della prima chiusura record per l’S&P 500 dal giovedì precedente e per il Dow Jones dal 28 agosto.
Era prevedibile che le revisioni annuali del benchmark sul mercato del lavoro mostrassero un calo, ma l’entità della flessione ha comunque colto gli operatori di sorpresa: i dati sulle buste paga sono stati infatti rivisti al ribasso di ben 911.000 unità. I listini hanno inizialmente ceduto terreno in mattinata, per poi recuperare nel corso della seduta, poiché i dati – relativi al periodo marzo-marzo – sono ormai piuttosto datati. Inoltre, una revisione così debole potrebbe dare ulteriore slancio a un taglio dei tassi già la prossima settimana e forse a un altro paio entro la fine dell’anno.
Gli investitori guardano ora soprattutto ai prossimi appuntamenti macroeconomici: il rapporto sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI), atteso questa mattina, e quello sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), previsto per giovedì. La Federal Reserve è attualmente più concentrata sul mercato del lavoro, ma non può trascurare l’altra metà del proprio mandato, ossia la stabilità dei prezzi. L’ultimo rapporto aveva mostrato un incremento dei prezzi all’ingrosso pari allo 0,9% a luglio e al 3,3% su base annua, valori ben superiori alle attese (0,2% e 2,5%). Anche il PPI “core” era risultato più forte del previsto. Gli investitori temono qualsiasi segnale che possa compromettere le prospettive di un ulteriore allentamento monetario entro la fine dell’anno. Il CME FedWatch Tool assegna al momento una probabilità del 100% a un taglio dei tassi nella prossima riunione, ma il mercato auspica almeno una stabilizzazione dei prezzi.
Sebbene il PPI eserciterà con ogni probabilità l’influenza maggiore sulla seduta odierna, va segnalato che le azioni di Oracle (ORCL) sono balzate di un sorprendente 26% nel dopo-borsa. I risultati del primo trimestre sono stati inferiori alle attese, ma le prospettive di crescita presentate dal gruppo hanno entusiasmato gli investitori. Forse, dunque, il NASDAQ potrebbe spingersi oggi a un nuovo record, il terzo consecutivo.
Marco Bernasconi Trading
Crescita forte, dividendi generosi, ma liquidità sotto pressioneRiprendendo quanto discusso nell’articolo precedente (clicca qui ), analizziamo i fondamentali per comprendere l’evoluzione di Lenovo HKEX:992 nell’ultimo trimestre.
Liquidità e struttura finanziaria
Current ratio: 0,95 < 1,32 (settoriale) → liquidità insufficiente per coprire il breve termine.
Quick ratio: 0,67 < 1,01 → conferma tensioni di liquidità, dipendenza dalle scorte.
Debito/Patrimonio Netto: 0,71 > 0,42 → leva finanziaria superiore alla media del settore.
Cassa/Debito: 0,95 < 1,12 → buffer di liquidità sotto le attese.
Sezione debole, Lenovo mostra una struttura finanziaria più fragile della media di settore, con indebitamento relativamente alto e liquidità sotto soglia.
Redditività e crescita
Margine lordo: 14,9% < 16,8% → margini di prodotto leggermente compressi.
Margine operativo: 3,34% > 1,97% → gestione operativa sopra la media, efficienza buona.
Margine ante imposte: 2,49% > 1,63% e Margine netto: 2,27% > 1,41% → redditività superiore al settore nonostante i margini lordi ridotti.
Margine FCF: 1,32% = soglia → borderline, generazione di cassa positiva ma non abbondante.
Crescita fatturato: +21,5% YoY > 9,5% → crescita molto superiore al settore.
EPS diluito crescita: +44,6% YoY > 4,3% → crescita utili eccezionale.
R&D ratio: 3,22% < 6,8% → spesa in ricerca inferiore alla media, possibile rischio nel lungo termine.
SG&A ratio: 8,35% < 12,86% → spese amministrative contenute, segnale di efficienza.
ROA: 3,77% > 2,09% → utilizzo asset buono.
ROE: 26,5% >> 5,3% → redditività sul capitale proprio molto elevata.
ROIC: 16,5% > 5,3% → capacità di creare valore sugli investimenti alta.
Area molto positiva, Lenovo cresce ben più del settore e genera redditività consistente, anche se investe meno in R&D rispetto ai competitor.
Valutazione di mercato
Performance 1Y: +13,1% < +23,7% → rendimento borsistico inferiore al settore.
P/E: 11,3 < 14,9 → valutazione più bassa del settore (buona).
PEG: 0,25 > 0,14 → leggermente sopra la soglia, ma ancora attraente dato l’alto EPS growth.
P/S: 0,28 < 0,58 → molto conveniente sui ricavi.
P/B: 2,51 > 1,74 → leggermente sopravvalutata rispetto al patrimonio netto.
P/CF: 12,4 > 11,5 → costo su cash flow un po’ elevato.
P/FCF: 21,4 > 11,6 → cara rispetto al free cash flow, segnale di tensioni nella generazione di cassa.
Prezzo/Cassa: 4,43 > 3,59 → sopra la media, cara rispetto alla liquidità.
EV/Sales: 0,25 < 0,80 → molto conveniente sul fatturato.
EV/EBITDA: 4,7 < 5,96 e EV/EBIT: 7,5 < 12,4 → valutazione contenuta sugli utili operativi.
Il titolo appare interessante in ottica multipli EV, meno attraente su cassa e FCF. Nel complesso Lenovo non è cara sul mercato, ma la qualità della cassa resta un punto debole.
Politica dei dividendi
Yield TTM: 3,6% > 1,8% → ottimo rendimento.
Yield indicato: 3,6% > 3,55% → in linea.
Payout ratio TTM: 0% (non significativo, ma indica prudenza).
Crescita dividendo YoY: +2,63% > 1,87% → incremento regolare.
Payout div. continuo: 2000% >> 500% → anomalia, probabilmente da leggere come storico (può indicare distribuzioni straordinarie).
Crescita div. continuo: 100% > 50% → ottima stabilità storica.
Politica di dividendi interessante, yield elevato e sostenuto da crescita regolare. Tuttavia il payout “continuo” sembra gonfiato da eventi passati.
Punti di forza:
Crescita di fatturato ed EPS nettamente sopra il settore.
Redditività elevata (ROE e ROIC molto forti).
Multipli EV/EBIT e EV/EBITDA convenienti.
Dividendo generoso e in crescita.
Debolezze:
Liquidità e struttura finanziaria deboli (current e quick ratio sotto soglia).
R&D sotto la media, rischio di competitività futura.
Free cash flow limitato, valutazione alta su P/FCF.
Performance azionaria 1Y sotto il settore.
Conclusione:
Lenovo mostra ottima crescita e redditività, ma con fragilità finanziarie e di liquidità che il mercato già prezza con multipli contrastanti (economica sugli utili, cara sulla cassa). Titolo interessante per il rendimento e la crescita, ma con un profilo rischio/rendimento medio-alto.
Rating complessivo: Classe A – Lenovo si conferma un titolo solido, caratterizzato da una crescita sostenuta e da multipli di mercato interessanti, pur presentando alcune criticità sul fronte della liquidità e degli investimenti in R&D.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
📈 Price Action GOLD
Gold continua la sua spinta rialzista.
Resto concentrato sul monitoraggio delle aree chiave H4 e daily precedentemente segnate, seguendo l'evoluzione del prezzo giorno per giorno per capire come si comporta nelle prossime sessioni.
Oggi sono attesi i dati IPP, mentre domani usciranno gli IPC, entrambi fondamentali per il sentiment del mercato e la direzionalità dell’oro.
Per questo motivo, attendo dalle 14:00 in poi prima di prendere eventuali decisioni operative, in modo da posizionarmi con maggiore consapevolezza e in linea con la reazione del mercato ai dati macro.
🎯 Fondamentale e News
Nel breve termine, l’attenzione è rivolta ai prossimi dati macro:
📍PPI - OGGI 10 settembre
📍CPI - DOMANI 11 settembre
Previsioni PPI (oggi):
La lettura dell'inflazione dei prezzi alla produzione (PPI) di agosto è attesa in calo a +3,3% YoY, in linea col mese precedente
Dati deludenti potrebbero indebolire ulteriormente il dollaro e aumentare la pressione rialzista su Gold.
Aspettative CPI (domani):
Il report dell'inflazione al consumo (IPC) è molto atteso; le aspettative di un CPI "sticky" (riferendosi a un'inflazione persistente) potrebbero frenare i rialzi dell’oro, mentre letture più soffici potrebbero proiettarlo verso nuovi massimi
🎯-come possiamo muoverci?
-Se PPI deludente → Dollaro debole, aumento della propensione al long su Gold.
-Se CPI domani sarà contenuto → Potrebbe rafforzare l'oro, sostenendo possibili nuovi breakout verso l’alto.
In caso contrario (inflazione più alta del previsto), potremmo assistere a una correzione, soprattutto se accompagnata da un rimbalzo del USD o dei rendimenti obbligazionari.
📌 Bias operativo:
Resto compratore su debolezza, in attesa di pullback significativi verso le zone chiave H4, mantenendo una view rialzista finché il canale resta intatto e non iniziano importanti segnali ribassisti su TF DAILY
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GOLD | Oggi prime news della settimana, IPP!Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Finalmente il primo giorno interessante della settimana, dovuto all'uscita delle news delle 14:30, l'IPP americano.
Sarà molto interessante tradare di conseguenza la sessione americana.
Parlando ora del metallo giallo, siamo in continua price discovery, andando a creare sempre nuovi massimi storici, ieri c'è stata una prima interessante reazione a ribasso, ma è presto per dire che scenderà, sicuramente si è creata un'interessante zona di liquidita da ricercare, ed è ciò che mi aspetterei per oggi ma con l'idea che si resti comunque a rialzo, vedremo se con l'Inflazione di domani si riuscirà ad invertire un po', serviranno delle news negative per il GOLD, inflazione a rialzo.
Vi ho lasciato una zona di valutazione per il LONG in 15 minuti, per lo short vi suggerisco di non valutarlo proprio per ora.
Ci aggiorniamo in caso dopo.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
CAMPARI: rally finito o nuova occasione d’acquisto sui minimi?CAMPARI MIL:CPR – Analisi Fondamentale e Tecnica
📊 ANALISI FONDAMENTALE
Nel 1° semestre 2025 l’utile netto si è attestato a 206,4 mln € (-6% a/a).
Ricavi consolidati pari a 1.528 mln € (+0,3% totale, +0,1% organico).
Ebitda rettificato a 426,6 mln € (+1,9%).
⚠️ Attenzione a:
- possibili impatti dai dazi ancora non pienamente assorbiti
- effetto cambio EUR/USD: un dollaro debole potrebbe pesare sul 2° semestre.
Valutazioni:
P/E = 38
Dividend Yield = 1%
📉 ANALISI TECNICA
Dai minimi di aprile in area 5 €, il titolo ha recuperato +34%, salvo poi perdere il 16% nelle ultime sedute, ritracciando fino al 61,8% di Fibonacci e avvicinandosi al POC volumetrico.
Su TF Weekly i prezzi non hanno superato con decisione la EMA 50, segnale di debolezza strutturale.
Operatività complessa e rischiosa, dato l’alto grado di volatilità e le scarse soddisfazioni degli ultimi 2 anni.
🎯 Possibile strategia:
- acquisti solo su debolezza in area 5,10 – 5,15 €; STOP LOSS obbligatorio sotto i minimi (ad esempio ipotizzerei a 4,98 euro limitando la perdita al 3%)
in alternativa
- attendere segnali di stabilizzazione e inversione su TF Daily.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
📈 Price Action GOLD
Come già sapete e potete osservare, l’oro continua la sua corsa al rialzo senza registrare ritracciamenti profondi.
Al momento sto monitorando i livelli chiave sui time frame superiori per avere maggiore conferma sulle zone operative: non scendo sotto l’H4, in quanto non opero su time frame troppo bassi.
La mia view resta long, e attendo che il prezzo raggiunga le aree di interesse per valutare nuovi ingressi rialzisti. Nel frattempo, mantengo la mia operatività attiva sul mercato Forex, in attesa del setup giusto su XAU/USD.
🎯 Fondamentale e News
L’oro aggiorna i massimi all’interno di un canale rialzista ben definito, supportato dalle aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, dalla stabilità dei tassi reali e da una domanda solida, sia ufficiale (banche centrali) che da parte degli investitori.
Nel breve termine, l’attenzione è rivolta ai prossimi dati macro:
📍PPI - Mercoledì 10 settembre
📍CPI - Giovedì 11 settembre
Entrambi verranno pubblicati nel periodo di blackout della Fed, in vista della riunione FOMC del 16–17 settembre, che potrebbe rivelarsi cruciale per le prospettive di medio periodo.
📌 Bias operativo:
Resto compratore su debolezza, in attesa di pullback significativi verso le zone chiave H4+, mantenendo una view rialzista finché il canale resta intatto e non iniziano importanti segnali ribassisti su TF DAILY
🌴 Attualmente sono in vacanza fino al 12 settembre, ma continuerò a pubblicare visioni e aggiornamenti.
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📬 Per qualsiasi dubbio o domanda, scrivetemi: sarò felice di rispondervi.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
4 modi per concentrarsi meglio mentre si fa trading“Focus” è la parola chiave per ottenere risultati. Senza concentrazione, anche le strategie migliori falliscono.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82.78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
“L'esecuzione è tutto.” Frase che si sente ripetere spesso nei circoli di trading, ed è comprensibile. Avere una strategia solida è importante, così come lo è rimanere concentrati per seguirla fino in fondo.
Basta un attimo di esitazione, un clic distratto, e il vantaggio che avete ottenuto con tanta fatica può sfumare in un istante.
In un mondo costantemente bombardato da grafici aggiornati in tempo reale, avvisi continui, social media e distrazioni di fondo, rimanere concentrati e mantenere il controllo non è mai stato così difficile.
Oggi vediamo insieme quattro modi per migliorare la concentrazione durante il trading;
2 concreti e pratici.
2 meno convenzionali.
1. Inizia con un piano di gioco scritto
Questa è la base. Ancor prima di aprire la piattaforma di trading, prendere nota delle proprie idee di trading, dei livelli chiave e di eventuali notizie o eventi che potrebbero influenzare il mercato. È sufficiente un semplice elenco di scenari del tipo “se accade X, allora succede Y”
Mettendo nero su bianco il vostro piano, liberate la mente e riducete le interferenze emotive. In questo modo, non reagirete più a ogni minimo movimento o candela. Rimarrete concentrati su pochi concetti chiari e attenderete che il prezzo confermi la vostra previsione. Già questo dovrebbe bastare a migliorare notevolmente la concentrazione. Se il cervello conosce il piano, non serve improvvisare.
Ma soprattutto, avere un piano scritto funge da ancora di salvezza quando la situazione si fa delicata. In caso di false breakout o tentazioni impreviste, potrete facilmente fare riferimento al vostro piano e tornare in carreggiata. I trader di maggior successo sono quelli che eseguono idee semplici con disciplina, non quelli che inseguono ogni segnale che lampeggia sullo schermo.
2. Eliminare i rumori di fondo
Il multitasking è il nemico del trading. Una scheda del browser per le notizie, un'altra per Twitter, cinque grafici aperti, notifiche che compaiono sul telefono all'improvviso: tutti questi elementi contribuiscono a creare confusione mentale. Iniziate mettendo in ordine il vostro spazio di lavoro digitale prima di iniziare a fare trading:
Chiudere tutte le schede che non sono pertinenti alla vostra sessione.
Mettere il telefono in modalità silenziosa a faccia in giù, o in un cassetto.
Mantenere lo schermo di trading il più pulito possibile.
Utilizzare uno o due grafici chiave e disattivare gli indicatori non necessari.
Se si fa trading in una casa rumorosa o in un ufficio condiviso, delle cuffie con cancellazione attiva del rumore possono fare la differenza. Alcuni trader utilizzano persino app di suoni ambientali come brain.fm o semplicemente dei rumori bianchi per coprire le distrazioni e rimanere concentrati. Una mente tranquilla è una mente concentrata.
3. Ascoltate il vostro corpo prima di effettuare un'operazione
ecco un consiglio poco ortodosso, ma sorprendentemente efficace. Prima di cliccare sul pulsante “Acquista” o “Vendi”, alzatevi fisicamente in piedi.
Questo piccolo gesto fisico crea un momento di separazione tra il proprio pensiero e la propria azione. Ci costringe a fermarci, respirare e fare il punto della situazione. state agendo secondo il vostro piano o vi state lasciando trasportare dalle emozioni? Questo trade è in linea con il vostro piano o lo state eseguendo spinti dalla noia?
A tutti è capitato di effettuare operazioni impulsive, salvo pentirsene qualche istante dopo. L'atto di alzarsi aggiunge un livello di intenzionalità. Spezza il ritmo dello sguardo incollato allo schermo e restituisce al cervello il controllo della situazione.
Ritenetelo come un interruttore personale. Offre l'opportunità di riflettere sulla propria logica e impedisce di entrare in modalità pilota automatico. Alcuni trader si spingono oltre facendo stretching e ruotando le spalle prima di rimettersi davanti allo schermo. Può sembrare banale, ma i benefici psicologici sono reali.
4. Focalizzate la vostra mente con uno “stimolo”
Il nostro cervello è predisposto per le routine. È possibile sfruttare questa caratteristica a proprio vantaggio creando un semplice rituale che segnali alla mente quando è il momento di fare trading.
Non è necessario che sia qualcosa di elaborato. Ad esempio, ascoltare una canzone dedicata esclusivamente all'attività di trading o svolgere un breve esercizio di respirazione. Alcuni trader usano persino l'atto di pulire la scrivania o prepararsi una tazza di caffè fresco quale stimolo psicologico per entrare in un stato di concentrazione.
Nel corso del tempo, queste piccole abitudini diventeranno sinonimo di prontezza mentale. Esse condizionano il cervello a passare dallo scorrimento passivo o dalla conversazione alla concentrazione attiva. Il loro effetto è notevolmente efficace, in particolare nei giorni in cui ci si sente un po' confusi o distratti.
L'obiettivo non è quello di creare una scaramanzia, bensì di costruire un punto di riferimento affidabile che conduca a uno stato mentale concentrato, qualcosa che aiuti a ritrovare il proprio equilibrio e a impostare il tono della sessione.
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
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Wall Street ai massimi: la mossa che tutti aspettano dalla FedWall Street ai massimi: la mossa che tutti aspettano dalla Fed
Il NASDAQ chiude a un livello record in attesa dei dati sull'inflazione
La seduta di ieri si è aperta in modo positivo e ha perfino scritto una pagina di storia, pur svolgendosi complessivamente in maniera piuttosto lenta, con gli investitori concentrati nell’attesa di due importanti rapporti sull’inflazione che potrebbero influenzare la decisione della Federal Reserve prevista per la prossima settimana.
Il NASDAQ è salito dello 0,45% (pari a quasi 100 punti), chiudendo a un nuovo massimo di 21.798,70. Il colosso dei semiconduttori Broadcom (AVGO) ha guadagnato un ulteriore 3,2% dopo il solido report trimestrale diffuso giovedì sera. Nel frattempo, il Dow Jones è cresciuto dello 0,25% (circa 114 punti) fino a quota 45.514,95, mentre l’S&P 500 ha registrato un aumento dello 0,21%, attestandosi a 6.495,15.
I listini stanno così recuperando da una settimana contraddittoria: il NASDAQ aveva guadagnato oltre l’1%, l’S&P un modesto 0,3%, mentre il Dow Jones aveva perso lo 0,3%. Venerdì, tuttavia, tutti gli indici erano arretrati a seguito di un debole rapporto sulle buste paga non agricole, risultato ben al di sotto delle attese. Questo dato, se da un lato ha pesato sull’umore degli investitori, dall’altro ha alimentato le aspettative di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed.
All’orizzonte si profilano ora altri dati economici cruciali: l’indice dei prezzi alla produzione (PPI), atteso per domani, e l’indice dei prezzi al consumo (CPI), in uscita giovedì. Lo scorso mese, i due indicatori avevano mostrato un andamento divergente: il PPI leggermente superiore a quanto auspicato dal mercato, il CPI sostanzialmente in linea con le attese. In ogni caso, i dati confermano che l’inflazione non sta accelerando in modo vertiginoso nel nuovo contesto tariffario, pur restando lontana dall’obiettivo del 2%.
Quella di questa settimana sarà l’ultima fotografia sull’andamento dei prezzi disponibile per la Fed prima della riunione di due giorni del FOMC, prevista per il 16 e 17 settembre. L’indice della spesa per consumi personali (PCE), considerato la misura preferita dalla Fed per monitorare l’inflazione, verrà infatti pubblicato soltanto il 26 settembre.
Ciononostante, l’attenzione della Fed negli ultimi mesi si è spostata soprattutto sul fronte occupazionale: la Banca centrale ha più volte segnalato un aumento dei rischi per il mercato del lavoro, ritenuti attualmente più rilevanti rispetto a quelli legati all’inflazione. In quest’ottica, la revisione dei dati occupazionali prevista per martedì dovrebbe assumere un peso decisivo, pur senza sminuire l’importanza degli altri indicatori, dato il duplice mandato della Fed di assicurare sia la stabilità dei prezzi (bassa inflazione) sia la massima occupazione.
Secondo lo strumento FedWatch del CME, le probabilità di un taglio dei tassi la prossima settimana sono ormai date al 100%, il che toglie ogni suspense all’evento. La vera questione riguarda ora l’entità del taglio: l’88,4% degli operatori si attende una riduzione “ordinaria” di 25 punti base, mentre l’11,6% prevede un intervento più deciso, pari a 50 punti base. Resta da vedere se questi rapporti si modificheranno una volta resi noti i nuovi dati macroeconomici.
Marco Bernasconi Trading
Dollaro USA & Scelta Finale della FED: Tutti gli Scenari PossibiLa fine del 2025 si preannuncia decisiva per il dollaro USA. Dopo due anni segnati da un’inflazione persistente e da un rallentamento del mercato del lavoro, la Federal Reserve (Fed) si trova davanti a una scelta cruciale: mantenere l’attuale politica o avviare un pivot monetario. A seconda della traiettoria scelta, le conseguenze per il dollaro (misurato con l’indice DXY) potrebbero essere diametralmente opposte. Cinque scenari principali tracciano l’insieme degli esiti possibili.
Nessun Pivot: statu quo fino al 2026
In questo scenario, la Fed mantiene invariato il tasso di riferimento per tutto il 2025. Un’inflazione ferma intorno al 3 % impedisce qualsiasi allentamento. Le riunioni chiave di settembre, ottobre e dicembre porterebbero dunque a uno statu quo.
L’impatto sul mercato valutario sarebbe netto: un forte recupero rialzista del dollaro contro le principali valute. Dopo essere stata una delle valute più deboli, il biglietto verde ritroverebbe forza, sostenuto dal differenziale favorevole dei tassi. Tecnicamente, il superamento dei 100/101 punti confermerebbe questa ipotesi di inversione rialzista.
Pivot tecnico per aggiustare il mercato del lavoro
Qui la Fed procede a un unico taglio dei tassi a settembre o ottobre, motivata dall’indebolimento del mercato del lavoro. Tuttavia, non avvia un ciclo di riduzioni più ampio a causa di un’inflazione ancora troppo elevata.
Questo tipo di pivot, definito «hawkish», ancorerebbe il DXY intorno ai 100 punti, corrispondenti ai livelli osservati nella primavera e nell’estate del 2025. Il dollaro resterebbe dunque stabile, con forse una lieve inclinazione rialzista, ma senza una vera tendenza ribassista.
Pivot reale e sano: disinflazione confermata e mercato del lavoro sotto controllo
Uno scenario più equilibrato vedrebbe la Fed intraprendere un vero pivot, avviando una serie di tagli dei tassi dal 17 settembre. Condizioni necessarie: inflazione vicino al 2 % e mercato del lavoro stabilizzato.
In questo caso, l’impatto sarebbe ribassista per il dollaro. La tendenza discendente, avviata dall’inizio del 2025, proseguirebbe. Tuttavia, dato che questa dinamica è già avanzata, il potenziale di ribasso potrebbe limitarsi alla zona dei 94–95 punti sul DXY. Ossia, una pressione moderata ma contenuta.
Pivot reale ma malsano: inflazione rigida, occupazione in deterioramento
Questa ipotesi combina un’inflazione ancora vicina al 3 % (legata soprattutto ai dazi doganali) e un netto peggioramento del mercato del lavoro. La Fed sarebbe costretta ad avviare una serie di tagli dei tassi, non per comfort macroeconomico, ma per tentare di sostenere attività ed occupazione.
Il rischio di recessione USA si rafforzerebbe, costringendo la Fed ad agire rapidamente. L’effetto sul dollaro sarebbe marcato: discesa prolungata verso i minimi del 2021, conseguenza dei tassi in calo e della percezione crescente di debolezza economica.
Fed PUT d’emergenza: disoccupazione esplosiva e recessione confermata
Infine, nello scenario più estremo, l’economia USA entrerebbe in recessione conclamata con un forte aumento della disoccupazione. La Fed interverrebbe bruscamente con un massiccio e rapido taglio dei tassi, confermando la gravità della situazione.
Il dollaro reagirebbe con un crollo vertiginoso, fino ai minimi del 2018. Questa evoluzione rifletterebbe la perdita di fiducia degli investitori nella resilienza dell’economia americana.
Il grafico sottostante mostra le candele settimanali del dollaro USA (DXY).
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I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
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L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
L'euro si rafforza nonostante il crollo del governo franceseL'EURUSD sta raggiungendo i massimi plurimensili e si sta avvicinando al prossimo obiettivo al rialzo a 1,1769 (massimo del 27 luglio).
Anche gli indicatori di momentum sostengono questo movimento. L'RSI sul grafico orario è entrato in territorio rialzista senza essere ancora sovraesteso, lasciando spazio a ulteriori guadagni. Una sequenza di minimi più elevati che si stanno formando rafforza potenzialmente la tendenza rialzista.
Il prezzo è anche scambiato saldamente al di sopra delle medie mobili a breve termine, con la media a 20 ore che funge da potenziale supporto dinamico dal breakout del 7 settembre.
Tutto questo sta avvenendo mentre il primo ministro francese François Bayrou e il suo governo di minoranza centrista sono stati destituiti lunedì con un voto di sfiducia all'Assemblea nazionale francese. La Francia è la seconda economia più grande dell'Eurozona dopo la Germania.