ORA CAUTELA MA...c'è 1 segnale molto importante dalla chiusura weekly
sopra la NUVOLA
questo non vuol dire che non possa correggere
anzi è molto probabile e sarebbe bene
se, invece, continuasse ancora north
il rischio sarebbe quello di un crollo repentino stile agosto 2014
se tiene, corregge e riprende a salire...ci sono i 300
Cerca nelle idee per "2014"
HANNO MESSO LE BATTERIE A BITCOIN!Salve! Bitcoin è energia digitale.
Ti sei mai chiesto quanta energia può avere un'ondata di Bitcoin? O addirittura un ciclo intero? Sarà straordinario!
Ti faccio vedere un indicatore il quale indica un rapporto di energia direzionale correlato all'accelerazione del volume! (RedkVader)
E' come quando il tuo iPhone è carico al 100% di energia (positiva), ma piano piano, in base a quanto lo utilizzi, subentra l'energia negativa che lo scarica. Ma quanta? E in quali proporzioni?
Guarda qui:
Questo grafico del prezzo di Bitcoin dal 2014 è molto chiaro. Osserva: quando l'energia negativa (linea arancio con pallini) si inizia ad inclinare verso l'alto è l'inizio della fine.
Il tuo iPhone è al 99%. Da lì, può solo scendere. Non hai il carica batterie.
La carica positiva ovviamente si inclina immediatamente! Da 100 di carica è passato a 99 ricordalo!
A quel punto la media dell'indicatore corre sotto livello 0 e diventa rossa. Un po' come l'icona batteria del tuo iPhone.
L'indicatore a livello storico di -30/-40 è completamente scarico. Il tuo cellulare è morto. Quando l'energia negativa è più alta di quella positiva, e le stesse sono molto distanti, beh, stai raschiando il fondo del tuo iPhone!
Inizia un altro ciclo. Prendi il tuo carica batterie e lo carichi. E così via.
La bullrun è il tempo di caricamento con caricatore e...fomo!
Non sempre riesci a caricarlo e scaricarlo al 100% e infatti fai local top e local bottom.
Il bottom preciso forse non lo scoprirai mai. In effetti quando il tuo iPhone è all'1% non sai effettivamente quando si spegnerà, ma una cosa è certa: sai per certo che è scarico!
Se ti è piaciuta questa curiosità, utilizzalo a tuo vantaggio, lasciami un Boost e seguimi per altri indicatori straordinari!
Un abbraccio!
Loris
it.tradingview.com
💰 Eur-Chf: super zona BUY!!!E' innegabile che l'Eur-Chf, così come altre coppie con l'euro, si trovi all'interno di un evidente tendenza ribassista, tanto nel grafico giornaliero come in quello settimanale; è altrettanto vero che non ho una gran predilezione per le operazioni contro trend ma...davanti a certe situazioni grafiche bisogna essere pronti a sfruttare determinati possibili movimenti. Il prezzo infatti si sta avvicinando ad una zona di supporto, area 0,9650 , super importante perchè rappresenta il minimo storico dell'Eur-Chf almeno dagli ultimi 30 anni. Se osserviamo il grafico settimanale ed ampliamo "lo sguardo" vedremmo che la quotazione ha testato il livello appena menzionato solo nel 2014 senza poi farvi ritorno. Nulla esclude che la tendenza possa favorire alla fine una rottura di questo supporto ed una accelerazione short (in tal caso cambierei strategia operativa ovviamente!) ma, al momento, la possibilità di entrare in acquisto su un livello così importante e con un target ambizioso come l'area 1,0020 (rimbalzo tecnico dei quasi 2 mesi short consecutivi del settimanale) è troppo allettante. Attenderò quindi il possibile arrivo del prezzo in zona 0,9650/0,97 per poi verificare la presenza di un chiaro segnale long di Price Action che confermi il timing di entrata!!
Maurizio
ABISSO O SUPPORTO?Sul lungo periodo sembra apocalittico come scenario, ma attenzione!
Nonostante la violenza con cui ci siamo diretti sul supporto attuale (2014\2017) non abbiamo ancora chiuso al di sotto con corpo di candela settimanale.
Sarà interessante vedere a partire già da questa settimana se il mercato offrirà opportunità LONG di breve\medio periodo ad alto rischio, siccome in contro trend, ma con un R\R spettacolare.
Considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
ENI – POSSIBILITÀ RIBASSISTAAnalizziamo il titolo ENI da un punto di vista tecnico, ciclico e volume profile.
Il titolo si trova sul lato superiore del canale ribassista formatosi il 23 giugno 2014 e confermato da 3 touch il 6 agosto 2018, 1 ottobre 2018 e 8 aprile 2019.
L’ultimo contatto è da considerarsi molto importante perchè coincidente con un livello volumetrico identificato dal volume profile.
Ciclicamente, negli ultimi 7 anni si è mosso all’interno di cicli della durata di 518-693 giorni. Questo porta al prossimo minimo stimato intorno al 3 ottobre 2022.
L’operatività è al momento ribassista.
La rottura di 13.594 vedrà come target 11.290 e 8.776
WisdomTree - Tactical daily Update - 01.04.2022Il Prezzo del petrolio cala, dopo l’ok Usa al rilascio di reserve per 6 mesi.
Inflazione boom in Europa, ECB dovra’ presto intervenire?
Borse incerte, attendono svolte decisive del conflitto in Ucraina.
La locomotiva cinese rallenta, colpa del contesto globale e del nuovo lock-down.
Ieri, 31 marzo, dopo un’apertura positiva, le Borse europee si sono indebolite ed hanno chiuso con un calo medio vicino a -1%. L’entusiasmo di martedi’ scorso per un rapido progresso del dialogo tra Russia ed Ucraina verso un “cessate il fuoco” si e’ ridimensionato, anche se oggi, 1’ aprile, le negoziazioni ripartono “da remoto”.
Milano ha chiuso a -1,1%, Francoforte a -1,3%, Parigi a -1,2%, Londra -0,9%. Ultima seduta di marzo negativa anche per Wall Street a chiudere un primo trimestre pesante, il peggiore dal primo trimestre 2020. Dow Jones e S&P500 -1,6%, Nasdaq -1,5%: marzo ha comunque fatto segnare insperati recuperi nella seonda meta’.
Il Presidente Vladimir Putin insiste perche’ i compratori di gas e petrolio paghino le forniture in rubli da oggi, primo aprile, pena la sospensione dei contratti, ma i pincipali Governi, a cominciare da quello tedesco, e le compagnie petrolifere europee non intendono assggettarsi alle nuova regole, non previste nei contratti in vigore, e dalla natura chiaramente ritorsiva.
Ieri il prezzo del gas naturale sul mercato di riferimento europeo TTF di Amsterdam è salito fino a 124,5 Euro/Megawattora, +4%, ma oggi scende a 122,5. Ben diversa la dinamica del prezzo del petrolio, in forte indebilimento ieri dopo che Presidente Usa Biden ha annunciato un "rilascio record" dalle scorte di petrolio, il piu’ grande della storia, e pari un milione di barili al giorno per i prossimi 6 mesi.
L’Amministrazione Usa conta di creare una specie di “ponte” da ora e sino all’autunno, quando la produzione e l’esportazione USA aumenteranno materialmente. L’effetto dell’annuncio ha portato il prezzo del WTI (greggio di riferimento americano) a perdere oltre -4%, passando da 107,8 a 103,3 Dollari/barile. Stamattina, 1’aprile (ore 13.00 CET), è sotto i 100 dollari, in calo del -1,1% a 99,2 Dollari/barile.
Ieri il meeting Opec+ ha ancora una volta ignorato le pressioni degli Usa per aumentare l’offerta di petrolio ed ha confermato la strategia di aumenti ridotti e graduali, +432 mila barili/giorno per maggio, attenendosi al piano gia’ deciso lo scorso autunno.
Le prospettive economiche dei 2 paesi belligeranti peggiorano marcatamente: secondo le previsioni della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, l’invasione del Paese farà precipitare del 20% l'economia ucraina, il piu’ grande crollo dall’indipendenza. In uno scenario di pace, il rimbalzo nel 2023 sarebbe molto forte, e stimato attorno a +23%.
La quasi universale condanna dell'invasione e le consequanti sanzioni infliggeranno all’economia russa un crollo di circa -10% nel 2022, a cui seguirebbe un timido rimbalzo nel 2023, ostacolato dalla debolezza della domanda interna e dal prevedibile perdurare di un contesto difficile degli scambi commerciali internazionali.
A proposito di crescita attesa del GDP (Prodotto interno lordo), ieri ha piacevolmente sorpreso quella del Regno Unito nel quarto trimestre 2021, quando ha segnato +1,3% contro il +1,0% della prima stima. Nell’intero 2021 l'economia è cresciuta +6,6%, lievemente sopra il +6,5% di consensus.
L'inflazione in Italia corre come non mai, e sale per il 9’ mese consecutivo sino ad un allarmante +6,7% annuo, record dal 1991: numeri ancora peggiori sono stati pubblicati in Germania, +7,6% e Spagna, +9,8%.
La prospettiva economica cinese e’ impattata dai nuovi lock-down, che incidera’ soprattutto sull’output manufatturiero locale. In Marzo l'indice Pmi (Purchasing managers Index) manifetturiero e’ sceso a 49,5 punti dai 50,2 di febbraio, appena sotto il livello di contrazione: la componente aspettative e’ calata sotto la soglia di espansione ai minimi dallo scoppio della pandemia, da 50,4 a 48,1.
Nonostante le attese di rallentamento, stamattina, 1’ aprile, le borse cinesi continentali hanno iniziato in rialzo il nuovo trimestre: indice CSI300 di Shanghai& Shenzen +1,1%. L’Hang Seng di Hong-Kong ha perso -0,8%, rimbalzando dal -1,6% iniziale: sono state sospese dagli scambi le 33 società in ritardo con la pubblicazione del bilancio 2021, per lo piu’ del settore immobiliare. Hang Seng Tech -1,7%.
Il Nikkei giapponese ha perso -0,6%, pimpante invece la borsa Indiana, col Nifty50 a +1,2% a fine seduta. Kospi coreano -0,7%, nonostante il dato boom delle esportazioni, che a marzo hannno raggiunto 63 miliardi di Dollari, +18% annuale.
Di nuovo in tensione il comparto obbligazionario, con rendimenti in ascesa ovunque nel Mondo: il Treasury Usa 10 anni a +2,40%, + 7 punti base, e curva completamente appiattita, dato il 2 anni a +2,38%. Bund tedesco 10 anni +0,58%, ma lo Schatz a due anni è tornato a rendere minimamente positivo, +0,01%, prima volta dall'estate 2014 (ore 13,30 Cet).
Poco da segnalare sul mercato valutario, con l’Euro/Dollaro stabile a 1,105, mentre le crypto vivono una giornata di cali, in media del -4%: Bitcoin -4,4% a 45.100 Dollari.
Completano il quadro della mattinata listini europei in parziale rimonta, in media +0,6%, simile alle indicazioni dai future su Wall Street.
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ANCORA VENDITE di YENBUONGIORNO FOREX DEL 24.03.2022
Rallenta la sua corsa il mercato equity mondiale, che nella giornata di ieri ha visto una buona fase di consolidamento, con un leggero storno che trova già nelle prime ore di questo 24 marzo nuovi acquisti, l’S&P che ieri ha toccato area 4445pnt , cosi come il Nasdaq che ha trovato nei 14450pnt il suo supporto giornaliero, sembrano tuttavia necessitare di ulteriori approfondimenti ribassisti , che troveranno conferma solo nei break out dei supporti citati.
Tornano gli acquisti sul petrolio, che recupera i 116$ al barile con una nuova spinta rialzista in vista dell’accordo USA-EUROPA ,che dovrebbe essere ratificata venerdi, sulle nuove forniture di petrolio e gas americano, che consentirebbero al vecchio continente di tagliare la dipendenza dalle risorse russe.
Con il petrolio l’intero comparto energy trova nuova spinta rialzista, basti notare il Ngas, che ieri ha toccato i massimi di 5.30$ e che dopo gli storni visti in serata, sembra pronto a nuovi allunghi rialzisti.
Il gold attacca la parte alta del range che lo vede prigioniero nelle ultime sedute, compreso tra 1950$ e 1900$, il break out delle aree di resistenza potrebbe dettare ulteriori allunghi rialzisti fino alle aree di 1975$/oc.
Il vero protagonista di questi giorni sembra essere il valutario con lo yen in caduta libera.
Anche ieri, seppur la giornata di contrattazione non abbia mostrato un sentiment di risk on cosi palese , lo yen giapponese ha continuato la sua corsa a ribasso, trainando ancora una volta tutti i cross su nuovi massimi di periodo.
Il sentiment retail sul basket yen resta sostenuto, long al 93%, cosi come usdjpy che vede il 94% dei traders retail in posizione short , con il cambio oramai giunto alle aree di 121.75, da qui ulteriori estensioni rialziste lo porterebbero a 124.00 figura in primis e 125.75 poi, massimi del 2014
Ancora fortissimi tutti i cross uen, che dopo un timido tentativo di storno hanno rapidamente recuperato le aree di open di ieri, e puntano gia in queste prime ore al test dei massimi di ieri, con eurjpy alle porte di 133.90, gbp jpy a160.75 prossimo ai massimi di 161.10.
I sentiment contrarian restano percentualmente sostenuti, ma i nuovi allunghi rialzisti dei prezzi, non mostrano nuovo interesse contrarian da parte dei retail, che non incrementano ulteriormente le loro posizioni short, in calo da ieri.
Sarebbe pertanto auspicabile il concretizzarsi di spike rialzisti oltre i massimi di ieri, con relativi riassorbimenti, che potrebbero confermare la fine di un trend lunghissimo contro lo yen giapponese.
Restano infine da monitorare le oceaniche con il dollaro australiano che ancora ieri ha visto ulteriori rialzi in linea con il sentiment delle mani forti espresso dal cot report, portando audusd alle porte di 0.7510, ma anche in questo caso non posiiamo non notare che il sentiment contrairo dei traders retail attualmente short all’89% inizia a vacillare, non trovando piu corrispondenza tra i nuovi massimi di prezzo e nuovi ingressi contrarian short, segno che probabilmente inizia ad essere giunto a maturazione , almeno per il breve periodo, il rally rialzista dell’Aussi.
Restiamo pertanto vigili sui mercati, che non hanno appuntamenti di estremo rilievo nel calendario economico di oggi.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Formazione Inversione Testa e Spalle BTCUSDBuongiorno,
ho notato una possibile formazione di inversione testa e spalle su BTCUSD.
Per ora ci troviamo a 2/3 della formazione senza contare la rottura della neckline.
Ho delineato la spalla destra intorno ad aprile 2021 con un massimo in chiusura a 59956 - Una testa con una chiusura a 65459 - Una Possibile spalla destra a 52300 (circa)
Analizzando gli indicatori notiamo che L'OBV delinea una LAT che si può notare anche guardando il volume che è molto diminuito dall'inizio di questa formazione. Questo ci porta a pensare che si stia "ricaricando" per partire, cosa che seguendo questa teoria non ci fa piacere. Prendendo poi in considerazione MFI notiamo una divergenza e la rottura del supporto 20, con un minimo a 16 (l'ultima volta che era sceso sotto i 20 era il 2014). Considerando anche il DMI vediamo una grossa divergenza dall'inizio della formazione. Andando a ritroso però notiamo come si sono verificate molte divergenze in passato che molte volte non sono si sono confermate con dei Crash o dei cambi di tendenza, quindi possiamo tenere presente questa divergenza ma non darle molta importanza. Concludendo il Volume ci dice che ci sono molte indicazioni per una possibile ripresa del UpTrend, però data la bassa forza del volume esercitata ritengo poco validi gli indicatori che effettuano delle oscillazioni con quantità di volume molto più basse del solito e quindi poco affidabili rispetto al solito.
Passando alle medie mobili ho usato 2 Media Mobili diverse, 100 - 200 // Notiamo come la MA 200 sia la più affidabile e funzioni molto bene da supporto (indicati sul grafico con una freccia) e si trovi esattamente dove teoricamente dove la formazione dovrebbe finire quindi ci da una conferma sulla formazione e soprattutto sul suo possibile punto di arrivo. La MA 100 invece funge da NeckLine che storicamente se rotta indica un DownTrend (conferma o continuazione) inoltre notiamo come la Bianca (100) si trovi molto vicino alle candele, un altro segnale di possibile cambio di trend o possibile ripresa. Aggiungendo altre due MA, 21 e 50 notiamo che si trovano ovviamente sopra le candele e confermano il mini Downtrend in corso ma non ci danno molte altre informazione e non le terrei in considerazione.
Per finire analizzando 3 oscillatori, MOM - RSI - MACD, notiamo una divergenza in tutti gli indicatori dall'inizio della formazione, che confermano la possibilità di un cambio di trend. Più nel dettaglio evidenziamo come ci sia una fine del mini Downtrend e come stia per iniziare un Uptrend che andrà a formare la Spala Destra per poi andare a testare la Neckline.
In conclusione notiamo come tutti gli oscillatori e le medie mobili supportano l'inversione del trend - notiamo dei segnali contrari dagli indicatori legati al volume. Possiamo però bilanciare questi segnali andando a vedere il debole volume rispetto al passato e analizzando il volume sulla formazione testa e spalle seguendo le regole canoniche, che vengono rispettate. Identifico quindi una fine della formazione in zona 20.000 / 18.000
RS
UsdJpy ha ripreso a lavorare rialzista (DTA)UsdJpy è un mercato veloce, che è in grado di sviluppare 300 pips in 4-5 giorni, rispetto ai 10/15 giorni richiesi per mercati come EurUsd e GbpUsd. Dal 2014 il mercato sta lavorando nell'area compresa, fra 103 e 122 (vedi time frame mensile). Adesso con una tendenza primaria rialzista in corso, abbiamo stabilito un obbiettivo di profitto in area 122, quindi a circa 300 partendo dalla posizione attuale. Questo per evitare di "sfidare" il massimo storico, dove solitamente si configurano ampie false rotture.
Con il metodo DTA (Day Trading di lungo termine, basato sulla Teoria di Azione Reazione di Andrews), abbiamo preso posizione in area 118.53, sfruttando lo schema DTA Veloce. Poi in base agli sviluppi, condividerò ulteriori dettagli. Lo Schema DTA Veloce fa parte di una serie di schemi di prezzo, dalla formazione appuntita (come li definiva Joe Ross nei suoi libri), che sono in grado di dare accesso ad una tendenza, velocemente, entro poche barre. Anche lo schema successivo, confermato ieri fa parte della stessa tipologia.
WTI - resistenze e fattori geopoliticiI prezzi raggiunte le resistenze in area 128$/b, che hanno contenuto i tentativi di rialzo dal 2011 al 2014, hanno iniziato a correggere visto anche la situazione di ipercomprato trovando un supporto in area 105$/b.
Dal punto di vista fondamentale la guerra sul fronte Ucraino ha permesso il rialzo dei prezzi sul timore degli operatori sulla distruzione dal punto di vista dell'offerta ma adesso si stanno chiedendo se un eventuale recessione economica possa ridurre la domanda e i consumi globali. In questo secondo scenario il prezzo che sta già mettendo in difficoltà numerose aziende in USA dovrebbe scendere e rientrare nel canale rappresentato.
SELL OFF PER L’EUROPABUONGIORNO FOREX DEL 7.03.2022
Innegabile un 2022 ad altissima volatilità, per chi sperava in un ‘uscita dalle tensioni post-pandemia, la delusione è forte. I mercati restano volatili, la paura che la guerra in Ucraina sta generando, colpisce inesorabile l’Europa e tutti gli asset ad essa connessa, trascinando gli investitori in una fuga verso le commodities, viste come unico rifugio vero dalla pesante crisi che stiamo affrontando.
Il quadro macro, per quanto articolato, non ci sembra poi cosi ignoto, la guerra in Ucraina, sta facendo scattare diverse sanzioni e ripercussioni, special modo sul comparto energy e food , dove la Russia è grande esportatrice special modo verso l’Europa, ma il colpo che si cerca di dare all’economia russa, ferisce pesantemente tutto il comparto, soprattutto dopo le ultime notizie di un fermo totale alle importazioni di petrolio russo, che in apertura di settimana ha fatto schizzare letteralmente i prezzi del WTI e del Brent verso i massimi di 130$ al barile, prezzi che non vedevamo dal 2008.
Reagisccono tutte le commodities, con il gold che tocca i 1990$ oncia, non lontano oramai dai 2000$, alle stelle anche frumento, rame, palladio , il comparto commodities è in fibrillazione, gli operatori corrono ad acquistare asset che sembrano vero rifugio in un contesto di tensioni geo politiche , che nostro malgrado on sappiamo fin dove si spigeranno.
Ovvio sell off delle borse, anche se notiamo che le perdite sono concentrate in Europa, con il dax che apre a -3.30% , deboli anche le borse americane, ma in maniera più contenuta, non andando oltre il -1.60% del nasdaq, che non è poi cosi pesante se relazionato alla scorsa settimana dove il comparto equity americano ha chiuso poco lontano dalle parità.
La chiave del sentiment a nostro avviso resta il comparto forex, che mostra pesantissime perdite special modo per l’Euro, lasciando sostenute invece le oceaniche e il dollaro, oltre alle valute rifugio classiche come il franco svizzero.
Le tensioni geopolitiche anche questa volta hanno fatto scattare la fame di dollari americani, portando il dollar index ai livelli di 98.75-99, non lontano oramai dall’approdo al valore di 100.00, visto già nel periodo pandemico 2020, la forza del biglietto verde colpisce non tutte le altre majors, ma si concentra solo su euro e sterlina, con un ovvio sentiment da parte dei traders retail short al 73%.
Pesantissimo colpo per l’Euro, che perde terreno contro tutto, come riportato nel nostro articolo del Week End, con i traders retail che non fermano la loro corsa agli acquisti e si spingono con un sentiment contrarian all’88% long , portando di fatto tutti gli asset euro in eccesso , da eurusd con l’87% long, ai più spinti eurgbp 93% long, eurjpy 88% long, eurchf 92% long euraud 90% long …. Tutti iper comprati in una fase di espansione di volatilità ribassista, che probabilmente porterà non pochi danni ai traders retail.
Come dicevamo il sell off sembra colpire special modo l’euro, e in parte la sterlina, che perde qualche punto percentuale, ma in maniera più composta, grazie anche alle politiche economiche più aggressive della BOE , ed oggi troviamo i traders retail long al 76% sul basket sterlina, e all’87% su gbpusd, segno che le perdite sono concentrate special modo contro il dollaro americano.
Salgono le valute rifugio,con lo yen che non tiene il paso contro il dollaro, ma che porta con se buona forza contro le altre majors, spingendo anche in questo caso i traders retail a mantenere posizione contrarian short al 66%, cosi come il franco svizzero, che ricordiamo aver portato sotto la parità il cambio eurchf, evento che non si vedeva dal lontano 2014, e che porta i traders retail in posizione contrarian short al 77%.
Fortissime le oceaniche, ancora a dimostrazione che il vero panico è concentrato geograficamente in Europa, con il dollaro australiano in forte salita contro tutte le altre majors, solo il dollaro a tenere testa, e con i retail che si portano al 91% corti, ancora alla ricerca di mean reverting, su un asset che da sempre è legato a doppio filo con le sorti delle commodities, che ora vivono una fase di grande forza.
Quadro similare per il dollaro neo zelandese, dove i traders retail sono short al 73% mantenendo vivo l’approccio di mean reverting, special modo per gli asset come nzdcad, con i trader retail short al 91%.
Tanti quindi gli eccessi e gli sbilanciamenti, che ci sembra poter racchiudere in debolezze estrema dell’Euro e dell’Europa, e forza di commodities, e di valute ad esse connesse come le commodities currencies , dollaro australiano e neo zelandese, mantengono alti i toni le valute rifugio, con il dollaro a fare da stella polare a tutto il comparto forex.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
CORRELAZIONE TRA MERCATO AZIONARIO E MERCATO OBBLIGAZIONARIOBuongiorno ragazzi, questa è la quarta analisi del mio blog incentrata sul mondo obbligazionario. La prossima settimana, rispettando le linee guida di tradingview, vi fornirò il link per l'accesso.
Dopo aver ricercato le correlazioni che il mercato obbligazionario presenta nei confronti del dollaro americano, oggi tratterò un altro tipo di correlazione: quella con il mercato azionario.
Per chi non l’avesse fatto consiglio caldamente lo studio delle precedenti tre analisi in maniera tale da avere una visione chiara e coincisa dell’argomento perché da questa analisi in poi gli argomenti andranno via via ad intrecciarsi.
Correlerò i due asset a partire dal 2000, in maniera da studiare la correlazione avuta negli ultimi 20 anni.
Iniziamo!
INTRODUZIONE: CLIMA DI RISK-OFF E RISK-ON
Una situazione di “risk off” altro non è che quel particolare scenario caratterizzato dalla presenza di tensioni che possono avere diverso carattere, da quello geopolitico (come sta accadendo in queste ultime settimane in Ucraina), politico (la scelta di un nuovo presidente degli Stati Uniti, ad esempio, può impattare sul sentiment degli investitori), economico o finanziario (come ad esempio le manovre di politica monetaria e la scelta dei tassi di interesse). In questa particolare condizione gli investitori spostano la loro liquidità in asset considerati a basso rischio, i cosiddetti “beni rifugio”, come oro, obbligazioni di paesi solidi economicamente e con un alto rating, dollaro USA, Franco Svizzero e Yen giapponese.
Una situazione di “risk on” è invece quella situazione in cui c’è appetito al rischio, dove gli investitori, spinti dall’ottimismo e dalla positività del momento, vanno alla ricerca di asset che offrano degli alti rendimenti. Uno di questo è il mercato azionario, il mondo delle materie prime e tutte quelle valute legate a quest’ultime (come, ad esempio, il dollaro canadese, legato in maniera forte al prezzo del petrolio).
LA CORRELAZIONE NEGLI ULTIMI 20 ANNI
Vediamo nella grafica come a marzo 2000 l’S&P500 raggiunga i massimi storici. Il top raggiunto dal mercato azionario coincide anche con dei top di periodo segnati dal rendimento del decennale americano e dal rendimento del 2 anni. Sembrerebbe quindi un tipico clima di risk-on: gli investitori, infatti, si posizionano sul mercato azionario (che, come dico sempre, è caratterizzato da alto rendimento associato però ad un altrettanto rischio alto) vendendo obbligazioni (e ciò è testimoniato dal rialzo del rendimento associato visto il rapporto inverso obbligazione/rendimento) in quanto considerate, per il clima di mercato, a rendimento troppo basso e quindi poco convenienti. Basta uno spread a capovolgere il tutto: quello tra i rendimenti a 10 anni e 2 anni: nello stesso periodo, esso scende al di sotto dello 0%, lanciando quindi il segnale di possibile recessione. Che accade quindi?
Accade che qualche tempo dopo, a circa 5 mesi di distanza, esplode la bolla di internet e l’S&P500 va a perdere oltre il 50% del suo valore. A quel punto gli investitori iniziano a comprare obbligazioni, considerandole quindi dei “beni rifugio” e la diretta conseguenza di ciò è il crollo dei rendimenti, che si correlano quindi positivamente all’azionario.
Come vediamo dalla grafica che segue, come interviene la Fed per andare a combattere la recessione? Abbassa il livello dei tassi di interesse, portandoli dal 6.5% all’1%:
Qual è lo scopo di un ribasso dei tassi di interesse? Permettere ai privati e alle aziende un più facile accesso al credito. Spiegato in termini ancora più semplici, vedetela così: una recessione colpisce qualsiasi settore all’interno di un’economia. Per permettere la ripartenza di ognuno di loro, si devono creare una serie di incentivi. Una banca centrale, così, attua le sue mosse di politica monetaria, andando in questo caso ad abbassare gli interessi sui prestiti. Le aziende e i privati, così, sono incentivati a richiederli dal momento che gli interessi poi riconosciuti alla banca saranno molto bassi (in questo caso, come ho detto, dell’1%). Questo causa una forte positività tra gli operatori, i commercianti, gli imprenditori e in generale nei cittadini, andando a riflettersi su dati macroeconomici di rilevante importanza: uno tra questi è sicuramente la fiducia dei consumatori:
Come potete osservare nella grafica soprastante in cui vi ho condiviso con la linea blu il sentiment dell’università del Michigan e in arancio i tassi di interesse sui prestiti, un aumento o un ribasso di questi ultimi ha poi sempre influito sul sentiment dei consumatori (anche se allo stesso dato impattano altri dati macroeconomici che riprenderò in un’altra analisi). In particolare, a un rialzo dei tassi segue un sentiment pessimista, mentre al ribasso uno ottimista.
Dopo questo breve sunto, torniamo a noi. Il ribasso dei tassi di interesse arrivati all’1% nel 2003 ha quindi ricostruito per i motivi spiegati un clima di risk-on, dove l’azionario tende chiaramente a performare bene. Qual è stata quindi la diretta conseguenza?
Che gli operatori hanno comprato azioni e venduto obbligazioni, spingendo al rialzo i relativi rendimenti.
Spostiamoci più avanti nel tempo:
Il clima di risk on continua e, dal 2003 al 2006, gli investitori continuano a concentrarsi sull’azionario lasciando da parte l’obbligazionario. A questo punto però cosa accade? Lo spread si muove nuovamente sotto lo 0%. Ciò è causato da un aumento dei tassi di interesse che passano dall’1% al 4.5%:
Dico questo perché le scelte di politica monetaria impattano più sui rendimenti a 2 anni che su quelli a 10 anni e quindi, dal momento in cui si parla di spread (differenza), crescendo più i 2 anni rispetto ai 10 anni, ed essendo il 2 anni il sottraendo mentre i 10 anni il minuendo della differenza, lo spread tende poi a muoversi in territorio negativo. Cosa prelude, come ho detto svariate volte, uno spread negativo? Una recessione. Ed è così che si arriva alla crisi immobiliare:
Da fine 2007 a metà 2009 gli investitori acquistano obbligazioni e vendono azioni, andando a disegnare così i trend che vedete nella grafica, tipici di periodi di risk-off.
Successivamente i tassi di interesse vengono abbassati allo 0.25% per favorire una ripresa economica. Questo cosa provoca?
Provoca nuovi massimi storici sull’azionario. Per quanto riguarda il mondo obbligazionario, invece, si hanno dei segnali contrastanti. I titoli a 10 anni, dal 2009 al 2014, vengono comprati e venduti a diversi intervalli temporali (e questo è chiaro guardando i diversi trend disegnati nei diversi archi temporali), mentre i rendimenti a 2 anni non prendono nessun tipo di trend, andando a lateralizzare.
La musica inizia a cambiare nel 2017:
Dopo anni di massimi storici, i mercati subiscono una nuova ondata di aumenti del costo dei prestiti. Come hanno reagito a tal proposito gli investitori? Vediamolo:
I mercati azionari hanno continuato la loro corsa al rialzo, però notiamo l’inversione del trend dei rendimenti: le obbligazioni iniziano ad essere vendute e ciò si riflette nell’aumento dei rendimenti, specie in quelli a 2 anni, che crescono maggiormente in valor percentuale rispetto ai 10 anni. Questo causa un’inversione della curva dei rendimenti o, più in particolare, uno spread sotto lo zero, come vediamo nel grafico:
La domanda che sorge spontanea ora è: dopo quanto si ha la recessione dal momento che l’inversione della curva dei rendimenti è sempre il preludio di un crollo economico? Si ha con la pandemia di Covid 19:
A questo punto i capitali sono stati spostati sull’obbligazionario come “protezione”. Ritroviamo, dunque, la correlazione diretta tra i rendimenti dell’obbligazionario e azionario.
Come abbiamo già visto prima, è l’intervento della banca centrale a rimettere in piedi l’economia entrata in recessione:
I tassi vengono riabbassati allo 0.25% e, come effetto diretto, l’azionario torna sui massimi storici, correlandosi in maniera diretta con i rendimenti a 10 e 2 anni.
BREVE RIEPILOGO
Studiando la correlazione obbligazionaria-azionaria degli ultimi 20 anni, quali sono i punti salienti da tenere a mente?
• Le obbligazioni sono correlate inversamente al mercato azionario in quanto uno è considerato uno strumento a basso rischio (obbligazioni) mentre l’altro ad alto rischio (azionario).
• I rendimenti delle obbligazioni, dal momento in cui si muovono in maniera inversa alle relative obbligazioni ai quali sono associati, sono correlati direttamente all’azionario.
• Ogni qualvolta si ha un’inversione della curva dei rendimenti, gli investitori spostano subito il denaro sui titoli di stato in quanto essi costituiscono un “porto sicuro” qualora ci fosse l’effettiva recessione che un’inversione della curva ha sempre anticipato.
• I tassi di interesse influiscono sia sul mercato obbligazionario che su quello azionario, andando ad impattare sul sentiment degli operatori.
• Ogni aumento dei tassi di interesse, negli ultimi 20 anni, ha preannunciato un’inversione della curva dei rendimenti che poi si è materializzata in una recessione (come la bolla di internet, quella del mercato immobiliare e successivamente, seppur evento imprevisto, la pandemia di covid 19)
UNO SGUARDO AI GIORNI NOSTRI
Basandomi su ogni concetto espresso in questa analisi e nelle 3 precedenti, è chiaro che ormai i tassi di interesse verranno alzati a marzo:
Il mondo azionario e quello obbligazionario, nel nostro presente, si stanno muovendo esattamente nello stesso modo dei precedenti 20 anni. A marzo arriverà l’aumento dei tassi di interesse. Secondo voi questo porterà, come è già accaduto, ad un’inversione della curva dei rendimenti e ad una successiva recessione contemporaneamente al crollo dei mercati azionari?
Questo per me è probabile. Non so se succederà perché non sono nè mago , tanto meno un indovino; mi piace tuttavia analizzare e capire quelle che possono essere le possibilità in un futuro non troppo lontano. E’ questo il motivo per cui il 9 dicembre 2021, su tradingview, ho condiviso un’analisi dal titolo “l'inversione dei mercati azionari giungerà nel 2022”? La stessa analisi deriva da considerazioni di questo tipo, e questo tipo di analisi intermarket mi permettono di capire in anticipo tantissime situazioni che possono venire a crearsi. E questo, chiaramente, mi permette di essere preparato ad ogni eventualità.
E’ fondamentale studiare i vari asset che compongono il mondo finanziario e la loro correlazione. Riuscendo a capire le meccaniche e la psicologia ad essi associati si può avere un vantaggio enorme.
Grazie, Matteo Farci.
Le top quattro azioni Usa che acquisterò oggi.Se seguite le mie analisi ed emulate le mie operazioni realizzerete le mie stesse performance.
I titoli su cui entrerò se verrà rotta la resistenza indicata sono i seguenti.
I titoli sono presi dal mio portafoglio Best Brands:
1. COCA COLA BOTTLING CO CONSOL (COKE) sopra 574,04 in chiusura.
2. ADVANCED MICRO DEVCS INC (AMD) sopra 117,35 in chiusura.
3. NETFLIX INC (NFLX) sopra 400,50 in chiusura.
4. NIKE INC CL B (NKE) sopra 145,05 in chiusura.
Attenzione io compro questi titoli in chiusura di sessione solo alla rottura della resistenza indicata.
Questa operatività è di breve periodo, mediamente un'operazione dura 26 giorni.
Seguo questa strategia con rigore assoluto, non compro il titolo se non dimostra la forza necessaria per rompere la resistenza perché potrebbe essere addirittura controproducente.
Presento nel mio blog quotidianamente il livello aggiornato della resistenza.
Conoscere un titolo ed una resistenza sono però solo il 50% del lavoro da fare.
L’altro 50% consiste in come gestire il trading, diversamente da altre strategie che piazzano il target solo sopra la linea del mercato, la mia strategia prevede di uscire non solo a TARGET, ma anche di alzare lo stop (o take profit) ogni giorno avvicinandomi alla linea di mercato sempre più ma sempre attendista rispetto all’uscita.
La mia strategia prevede un inseguimento del titolo con una velocità algoritmica di allineamento dello stop/take profit costantemente in aumento per catturare il massimo del rialzo cercando però di non uscire prematuramente da trade fruttuosi.
Una strategia sviluppata in 30 anni di trading che è inclusa nel mio metodo operativo e che io mostro ai followers che si abbonano al mio blog finanziario.
Chi si abbona al mio blog di trading online azionario vedrà come impostare il corretto copy trading della mia strategia
Io divido il mio capitale in 15 parti con le quali compero 15 titoli, 6,66% su ogni titolo.
Ad esempio se applico questa strategia sul portafoglio Mib 40 che è composto di 40 titoli acquistandone 15 praticamente possiedo il 37,5% dell'intero portafoglio, abbastanza per avere una rilevanza statistica che nel lungo periodo creerà le condizioni per avere le performance allineate con quelle del 100% del portafoglio.
Acquisto fino ad esaurimento del capitale i titoli mano a mano che diventano long e quindi max 15 titoli in portafoglio.
Vendo i titoli in portafoglio mano a mano che scatta il segnale di vendita e con la nuova liquidità sono pronto a ricominciare gli acquisti.
Un indicatore fondamentale per decidere quanto investire consiste nel sapere in quale fase si trova l'indice di riferimento nella giornata in cui si opera.
Se l'indice di riferimento si trova in fase long ogni acquisto che farò nei titoli sarà la totalità del mio capitale per ogni titolo (6,66%).
Se l'indice di riferimento si trova in fase short ogni acquisto che farò nei titoli sarà il 50% del mio capitale per ogni titolo (3,33%).
Naturalmente non tutte le operazioni arrivano al successo, ma statisticamente i risultati sono estremamente positivi. Alcune volte per arrivare al successo è necessario qualche giorno in più in altre l'operazione si chiude in poco tempo. Chi mi segue nel mio blog sa che che io opero con livelli molto precisi di ingresso e di uscita.
Abbonandoti al mio blog vedrai in tempo reale quali titoli scelgo e quelli sui quali entro.
Il mio livello di acquisto, la gestione che faccio di ogni titolo ed il mio livello di stop e take profit.
Vedrai come io applico la mia strategia ed il mio metodo statistico.
La notizia di oggi:
I leader occidentali nel corso di un incontro hanno dichiarato ufficialmente che le truppe russe hanno raggiunto le zone controllate dai ribelli nell'Ucraina orientale in seguito alle dichiarazioni di indipendenza del presidente Vladimir Putin - ma alcuni hanno indicato che non si trattava ancora della tanto temuta invasione in piena regola.
Da tempo le autorità occidentali hanno messo in guardia su come Mosca avrebbe cercato una copertura per invadere - e proprio un tale pretesto sembra essere arrivato ieri, quando Putin ha riconosciuto come indipendenti due regioni separatiste dell'Ucraina orientale, dove le truppe governative hanno combattuto i ribelli sostenuti dalla Russia in un conflitto che ha ucciso oltre 14.000 persone. Il Cremlino ha poi ulteriormente alzato la posta in gioco oggi, imponendo che il riconoscimento si estenda anche alle grandi parti ora detenute dalle forze ucraine.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha riferito che la Russia ha riconosciuto l'indipendenza delle regioni ribelli "nei confini che esistevano quando hanno proclamato" la loro indipendenza nel 2014 - ampi territori che si estendono ben oltre le aree ora sotto il controllo dei ribelli e che includono il grande porto di Mariupol sul Mar Nero.
La mossa di Putin di riconoscere l'indipendenza dei territori ha aperto la porta per formalizzare la sua presa su di loro e inviare forze, anche se l'Ucraina e i suoi alleati occidentali hanno accusato le truppe russe hanno combattuto lì per anni. Mosca nega queste accuse.
La condanna da tutto il mondo è stata rapida. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha annunciato che avrebbe considerato la rottura dei legami diplomatici con la Russia e Kiev ha ritirato il suo ambasciatore a Mosca.
Ecco il rendimento completo di tutti i miei portafogli nell'ultimo anno.
Classifica dei migliori rendimenti dal 22/02/2021 al 21/02/2022:
1.Portafoglio Commodities, Bitcoin, Index + Oper. Straord. (USA) +146,65
2.Portafoglio Mib 40 (AZIONI ITALIA) +94,90%
3.Portafoglio BEST BRANDS (AZIONI USA) +84,11%
4.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - Italia (AZ. ITALIA) +35,76%
5.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - USA (AZIONI USA) +35,87%
6.Portafoglio numero 1 Oggi in USA (AZ. USA) +34,44
7.Portafoglio numero 1 Oggi in Italia (AZ. ITALIA) +13,90%
Eccezionale ad oggi ci sono ben 3 portafogli su 7 che nella classifica superano il 100% di performance nella performance ad 1 anno.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 22.02.2022✚ Il Presidente Russo Putin “riconosce” le Repubbliche ribelli del Donbas!
✚ La Russia inviera’ truppe di “pacekeepers” a Luhansk e Donetsk.
✚ Usa ed Europa pensano a sanzioni contro la Russia: opinioni difformi!
✚ Reazione preoccupata dei mercati: risk-off in corso, ma senza panico.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto le 2 repubbliche auto-proclamate di Luhansk e Donetsk nell'Ucraina orientale (Donbass) e ha deciso l’invio di truppe russe “di pacificazione” nelle stesse.
La comunita’ internazionale ha visto nella decisione russa il riconoscimento del distacco “di fatto” delle 2 piccole repubbliche dall’Ucraina, avvenuto nel 2014 dopo la cacciata da Kiew del Presidente filo-russo Janucovich e le sommosse di Piazza Maidan.
Il mood sui mercati è ovviamente preoccupato ed incline a scelte di “risk-off”, anche se senza panico: lo scenario resta magmatico e articolato e, mentre un escalation dell’offensiva russa sull’intera Ucraina resta possibile, la mossa di Putin di ieri e’ vista anche come una definitiva formale “ratifica” dello status quo che esiste dal 2015, dopo gli accordi di Minsk che avevano portato al “cessate il fuoco”.
Il Presidente Russo ha detto di aver informato Francia e Germania della decisione, e non ha parlato di prossime ulteriori azioni militari. A sua volta, ieri sera, il Presidente Ucraino Volodymyr Zalenski è apparso alla televisione nazionale invitando alla calma, dicendo che la Russia ha solo “legalizzato” la sua presenza in armi e aiuti economici alle 2 province ribelli del Donbas.
L’incontro in video-conferenza tra Putin e Biden, annunciato dal Governo francese domenica sera scorsa, e’ a questo punto in forse, al pari del summit preparatorio tra i Ministri degli Esteri delle parti interessate.
L’Amministrazione Usa ha annunciato che nelle prossime ore ci sarà una Riunione del Dipartimento di sicurezza nazionale: il Dipartimento di Stato Usa, in un comunicato, ha riaffermato la volontà di evitare un’escalation sanguinosa del conflitto.
Tornando alla reazione dei mercati di ieri sera, 21 febbraio, e di stamattina, potremmo fare una lunga lista dei danni, con mercati azionari Usa pesantemente in rosso, Nasdaq -1,2%, Borse asiatiche deboli, prezzo del petrolio e del gas natuale ancora in tensione, acquisti persistenti, come da un mese a questa parte, sull'oro, e rendimenti in calo sui bond classificati come “sicuri” sia in Usa che in Europa.
Impatto ben piu’ pesante sui listini asiatici stamattina, 22 gennaio: il Nikkei giapponese ha perso -1,7%, il CSI300 di Shanghai&Shenzen -1,3%, il Kospi coreano -1,4%, mentre l'Hang Seng di Hong-Kong, -2,7% ha vissuto la peggior seduta da ottobre, appesantito dalla componente “tech”, che col -3,2% di stamane e’ sceso ai minimi dal 2020.
Alibaba ha perso oltre -4%, poiche’ la sua partecipata al 33% Ant Group, attiva nel fintech, sarebbe oggetto di un’indagine chiarificatrice dei sui rapporti con alcune banche a controllo statale.
Sorprendentemente, a fine mattinata di oggi, osserviamo che dopo un avvio pesantissimo, i listini azionari europei hanno recuperato quasi tutte le perdite iniziali: il FtseMib italiano segna -0,2%, il Cac40 francese -0,1%, il DAX40 tedesco -0,2%, il Ftse100 britannico +0,2%, l'IBEX35 spagnolo +0,2% di Madrid (ore 12.45 CET).
Forse, a dare una mano, contribuisce il quadro macro positivo in Euo-zona dove, secondo il consueto sondaggio mensile PMI (Purchasing Managers Index), l’economia ha visto un forte recupero a febbraio, col settore dei servizi in bella evidenza, favorito dall’allentamento delle restrizioni contro il Covid.
L'indice Pmi composito (sintesi di manifattura e servizi) è risalito a febbraio ai massimi da 5 mesi a 55,8, svoltando decisamente rispetto ai 52,3 a gennaio e battendo la stima di 52,7 del consenso. L'indice PMI manifatturiero è sceso leggermente a 58,4 punti, dai 58,7 a gennaio, frutto di un mix di indicazioni che, in negativo scontano la persistente crescita dei prezzi e, in positivo la robusta domanda di beni.
Il PMI dei servizi e’ risalito a 55,8 punti, nettamente sopra il 51,1 di gennaio e alle stime di 52,0: l'ottimismo è decisamente migliorato e per il comparto dei servizi ha toccato 68,7 da 67,2 di gennaio.
A fine mattinata, anche i ribassi oltre -2% dei future sugli indici americani si ridimensionano a cali frazionali ed i rendimenti dei Treasury decennali, dopo essere scesi sotto il +1,9%, son tornati a salire: +1,94% (ore 13.00 CET).
Gli acquisti di beni rifugio, particolarmente visibili ieri sera e stamani, stanno rallentando, testimoniando una visione relativamente costruttiva sul fatto che la crisi politico-militare in Ucraina possa rimenere circoscritta alla orientale del Donbas.
Il prezzo dell’oro, dopo aver toccato i massimi da 9 mesi a 1912 Dollari/oncia, ha ripegato verso 1.900, mentre quello del petrolio ha toccato nuovi massimi da 8 anni, col Wti a 96 Dollari/barile, prima di ripiegare a 94,1, +3,2% (ore 13.30 CET) sul timore di nuove sanzioni che potrebbero colpire la Russia, il secondo produttore al mondo.
“Criptocurrencies” ancora sotto pressione, con Bitcoin sceso a 36.700 Dollari, -2,8%, per poi rimbalzare sino a 37.200 e deboli tutte le altre vaute digitali.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
CREAZIONE DI UN INDICATORE E ANALISI DEI MERCATI: COSA SUCCEDE?Buongiorno ragazzi.
L’analisi che segue è da definire come il “continuo” di un’altra analisi da me pubblicata qui su tradingview il 9 dicembre 2021 dal titolo “L’INVERSIONE DEI MERCATI AZIONARI GIUNGERA’ NEL 2022?” che trovate al link :
Vi suggerisco di leggerla!
Torniamo a noi. Quello che voglio mostrarvi oggi è un indicatore da me creato che ha lo scopo di fornirmi il sentiment del mercato. Credo che sia di estrema importanza conoscere l’economia e i vari settori che ne fanno parte in quanto la stessa permette poi la costruzione di indicatori che ti permettano di avere una visione più chiara dei mercati senza essere soggetti a pareri esterni. L’obiettivo di questo articolo è quindi quello di farvi capire come ragiono e le meccaniche che regolano questi determinati ragionamenti.
Successivamente abbinerò al mio indicatore di sentiment altri diversi indicatori, macroeconomici e non. Il motivo è da ricercare nell’attendibilità dello stesso: preso in maniera singolare, potrebbe fornire tanti falsi segnali, ma comparato ad altri, può fornire dei segnali più credibili, concreti e oggettivi.
PERCHE’ HO COSTRUITO UN INDICATORE
Chi legge il mio materiale sa quanto io sia dipendente da determinati indicatori, che sia siano essi macroeconomici, indici di forza relativa oppure spread. Ho sempre pensato che ogni individuo possa ottenere maggiori successi in determinati campi (specie in questo) soltanto avendo delle solidi basi; riagganciandomi all’ultima parte della frase, è solo avendo esse, passione e curiosità che spesso si riesce a costruire degli strumenti che ti diano la possibilità a colpo d’occhio di capire, in generale, quale possa essere la situazione presente ma soprattutto quella futura. Qualche tempo fa ho costruito uno spread tra due etf settoriali che ora vi mostrerò e vi spiegherò. Lo spread di cui parlo è quello tra il settore dei beni di prima necessità e il settore dei beni discrezionali.
PRODOTTO INTERNO LORDO, SETTORE DEI BENI DI PRIMA NECESSITA’, SETTORE DEI BENI DISCREZIONALI
E RELATIVE CORRELAZIONI
Il dato macroeconomico più importante che indica se un’economia è in salute o meno è sicuramente il prodotto interno lordo, che non è altro che la somma di beni e servizi prodotti da un Paese. Dopo aver constatato i valori del PIL, bisogna capire le relative performance che gli stessi indici che io utilizzerò per il mio spread presentano al variare del PIL stesso. Vi condivido una grafica settimanale:
Il trend definito dalla linea blu va ad identificare la forza relativa tra il settore dei beni di prima necessità (che d’ora in poi chiamerò XLP) e il settore dei beni discrezionali (XLY): più il trend è rialzista, più XLP sovraperforma XLY e viceversa.
Con il trend definito dalla linea arancio trovate invece il valore del PIL USA anno/anno. A colpo d’occhio potete notare che XLP tende ad essere più forte di XLY quando ci troviamo in fasi economiche di recessioni (come accade con la bolla di internet del 2000, con la crisi dei mutui sub-prime del 2007-2008 e con la pandemia del 2020) o di decelerazioni/rallentamenti economici. Al contrario, XLY si dimostra più forte in fasi di riprese economiche (quindi dopo le recessioni che ho elencato precedentemente) e relativa stabilità economica. Perché questi diversi andamenti nei relativi cicli economici?
Le aziende all’interno dell’etf XLP operano nei settori della vendita al dettaglio di prodotti alimentari e di base, bevande, tabacco, prodotti per la casa e prodotti personali (quindi beni di prima necessità). Viceversa, le aziende facenti parte dell’etf XLY operano nel settore della vendita al dettaglio (specialità, multilinea, Internet e marketing diretto); alberghi, ristoranti e tempo libero; tessili, abbigliamento e beni di lusso; beni durevoli per la casa; automobili; componenti per auto; distributori e prodotti per il tempo libero (ossia dei beni discrezionali, non essenziali).
Avendo ora chiari i diversi settori nei quali le diverse aziende operano, è facile capire le diverse correlazioni con il PIL:
• Quando un’economia si sta rialzando e successivamente si espande, i consumatori sono più propensi a comprare dei beni durevoli come ad esempio automobili, cellulari, televisori, beni di lusso; molto spesso si viaggia e di conseguenza si è più propensi ad alloggiare in alberghi o mangiare in ristoranti: questo perché la loro fiducia nei riguardi dell’economia è relativamente alta (infatti, in riprese economiche e successive espansioni, il dato sulla fiducia dei consumatori è sempre molto apprezzabile). Questo va a riflettersi chiaramente sulle vendite al dettaglio di tutte quelle aziende facenti parte di quel settore: più alte e forti esse sono, più gli investitori saranno propensi a comprarle utilizzando i più svariati strumenti finanziari. Questa riflessione poi trova riscontro sui grafici, come vi ho mostrato poco fa.
• Quando invece un’economia è in fase di rallentamento o recessione, i consumatori tipicamente cambiano il loro “modo di spendere”; non andranno più a concentrarsi su beni durevoli (gli stessi che ho nominato prima, come le automobili) e la conseguenza più naturale viene poi riscontrata sulle vendite al dettaglio che si presentano molto più basse rispetto a cicli economici in cui un consumatore è più propenso a spendere; il fatto che le aziende presentino quindi trimestrali che spesso deludono le aspettative degli analisti si traduce spesso in dei sell-off o comunque in dei tipici risk-off dei mercati; è così che vengono vendute aziende orientate a quei tipi di business e le vengono preferite altre più difensive come quelle dell’etf XLP. Perché? Il loro modello di business si basa sulla vendita di prodotti di prima necessità, ossia quelli di cui i consumatori non possono farne a meno: la conseguenza è che le revenue delle aziende di quest’ultimo settore rimangono relativamente stabili e questo permette loro di performare meglio di altre aziende di altri settori.
Mi sono spiegato bene?
La correlazione tra la forza relativa dei due settori e il PIL è più apprezzabile a livello giornaliero. Ora vi mostrerò delle grafiche in cui saranno illustrati i punti salienti :
Spero che queste illustrazioni vi abbiano chiarito il concetto.
LO SPREAD TRA XLP E XLY
Conoscendo quindi le varie performance dei settori in questione nei diversi cicli economici ho deciso di costruirmi uno spread, ossia , e impostarlo su un grafico settimanale per avere una visione più chiara e più ampia:
Sapendo che XLP tende a performare meglio in periodi di rallentamento/recessione e XLY in periodi di ripresa/espansione come ho dimostrato prima, sono andato a ricercare tutti quei momenti in cui la forza di XLP rispetto a XLY ha fatto in modo che lo spread formasse un picco al rialzo; dopo aver far trovato tali picchi, sono andato a segnare i motivi per i quali essi si erano sviluppati:
Successivamente sono andato a consultare il grafico settimanale dell’S&P500 in maniera da osservare se i picchi relativi al grafico dello spread XLP-XLY si riflettessero su un ribasso del benchmark, e guardate un po':
Da questo si può evincere che una preferenza verso titoli difensivi rispetto a titoli ciclici si riflettono nel benchmark di riferimento con un pesante ribasso. In particolare:
• Al picco dovuto alla bolla dot-com degli anni 2000 è corrisposto un -52,5% da parte dell’S&P500
• Al picco relativo alla crisi del 2007-2009 un -57,5%
• Al picco dovuto al rialzo dei tassi di interesse dopo 10 anni di politica monetaria accomodante un -15,5%
• Al picco relativo alla guerra commerciale tra USA e CINA un -21,9%
• Al picco relativo alla pandemia un -36%
Dopo aver dato uno sguardo al passato, guardiamo al presente: nello spread si è creato qualcosa di singolare:
Notate l’ultima gamba rialzista evidenziata con il cerchio di color rosso? Ebbene, come ho spiegato nella didascalia nell’immagine, non c’era mai stata all’interno dello spread una gamba rialzista sviluppata in così poco tempo e con quel tipo di intensità. Possiamo paragonare tale picco soltanto a quello formato allo scoppio della pandemia, per quanto quest’ultimo risulti comunque inferiore in intensità.
Ho quindi utilizzato l’RSI, ossia l’indice di forza relativo, con lo scopo di vedere se la forza dell’ultimo impulso rialzista fosse paragonabile alla forza degli altri impulsi formatisi in periodi di recessioni o crisi economiche. Questo è quello che ho ottenuto:
Come possiamo notare nei quadratini rossi, ogni qualvolta si è entrati in crisi economiche (o in incertezze) l’RSI è entrato in ipercomprato, segno di una grande forza rialzista. Questa, in gergo, viene definita “convergenza”, in quanto ai cicli economici appena citati appartiene una forza maggiore di XLP rispetto a XLY (come abbiamo constatato precedentemente).
*gli altri picchi di ipercomprato sono dovuti al fatto che dal 2004 al 2008 ci fu un rallentamento economico sfociato poi in recessione e nel 2011 la crisi del debito sovrano che zavorrò l’S&P del 23% circa. Nel 2014 ciò è stato probabilmente causato da una FED che in quel periodo si dimostrò più aggressiva, riducendo il quantitative easing e anticipando un rialzo dei tassi di interesse.
Dopo aver trovato la “convergenza”, ora vi mostrerò la “divergenza”:
Come spiego nella grafica, ogni qualvolta il picco dello spread sia stato di un’intensità notevole, il benchmark ha rintracciato di almeno il 15% e oltre. Nel presente, invece, il rintracciamento è stato di appena l’11,5% circa.
Questa è una divergenza molto interessante. Le domande da porsi possono essere diverse, tra le quali:
“Il picco sullo spread si sta riassorbendo? L’impulso di forza relativa si sta indebolendo o ci aspetta ancora maggior forza? Il punto minimo dell’S&P500 di gennaio 2022 è
stato raggiunto e di conseguenza si è pronti alla risalita verso nuovi massimi storici?”
Le domande possono essere svariate. Alla fin dei conti gli indicatori hanno questo tipo di effetto, specie di questo tipo. Pensate al biennio 2020-2021 in cui tanti (giustamente) utilizzavano il Buffet Indicator, che mostrava una chiara possibilità che il mercato fosse all’interno di una bolla, e a tal proposito molti si chiedevano “ma questo indicatore funzionerà? I mercati crolleranno?”.
ABBINARE UN INDICATORE A DIVERSI ALTRI PER AVERE MAGGIOR CHIAREZZA E OGGETTIVITA’
Un indicatore non va a prevedere il futuro, bensì da un’idea di quella che potrebbe essere la prospettiva nei mesi futuri. E’ per questo che ritengo sia essenziale abbinare lo stesso ad altri parametri: per me questi ultimi sono i dati macroeconomici e il loro andamento, lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato USA a 10 e 2 anni, il rialzo dei tassi di interesse e la volatilità e, per ultimo, il PUT/CALL ratio.
Ora farò chiarezza:
Come potete osservare, i principali dati macroeconomici sono in decelerazione, e spesso queste decelerazioni hanno portato a delle recessioni, come è accaduto ad esempio nel 2008:
Lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni e quelli a 2 anni continua a contrarsi:
Come ho spiegato diverse volte nelle mie idee, uno spread allo 0% in passato ha significato una recessione qualche tempo dopo.
Per ultimi ma non meno importanti i rialzi dei tassi di interesse e la volatilità: è cosa nota che ormai la FED rialzerà gli interest rates per andare a calmierare un’inflazione che oramai, a livello statunitense e non solo, è diventata un grande problema. Questo, in linea teorica, andrà a sollevare volatilità nei mercati e, come vi ho spiegato diverse volte, tendenzialmente un mercato ad alta volatilità è un mercato che si dirige verso il basso:
Un altro indicatore che monitoro molto spesso e che, a parer mio, si trova in una situazione abbastanza preoccupante, è il PUT/CALL RATIO. Questo indicatore misura il rapporto tra il volume di opzioni put e il volume dI opzioni call scambiate dagli operatori.
Questo rapporto è al di sopra di 1 quando il volume delle opzioni put supera quello delle call e sotto ad 1 quando il volume delle opzioni call supera il volume delle opzioni di tipo put.
Come saprete, le opzioni put si acquistano essenzialmente per 2 motivi: per scommettere su un ribasso dei mercati o per scopi di copertura (ossia per avere una sorta di “assicurazione” nel caso un mercato crollasse). Spiegato questo, ora vi condividerò il PUT/CALL RATIO riferito alle opzioni scambiate sugli indici; ho scelto questi ultimi poiché, tipicamente, gli investitori acquistano PUT sugli indici come scopo di copertura, ossia per non avere ingenti perdite nel caso in cui un mercato crolli:
Ci sarebbero diverse cosa da dire:
• Il volume di PUT aumenta considerevolmente prima di ogni crollo importante da parte del benchmark
• Dal 2009 al 2015 abbiamo avuto tendenzialmente un bull market e, contemporaneamente, un aumento delle call rispetto alle put. Lo stesso è accaduto per il bull market 2016-2018. Ciò può significare che in quei bull-markets gli operatori non avevano tantissime coperture sotto forma di put perchè probabilmente credevano fortemente nel trend e avevano in generale una visione positiva sui mercati e sull’economia.
Ora guardiamo invece al presente: l’S&P500, nell’ultimo biennio, ha avuto un fortissimo bull market, forse anche inaspettato. Nonostante ciò, i livelli di opzioni put sono continuate a crescere fino ad arrivare a rompere al rialzo il massimo formato dallo stesso indice durante la crisi del 2008 (vi ho evidenziato il tutto nella grafica). Ciò non vi pare strano? Non è strano che gli operatori, nonostante il mercato salga, continuino a comprare delle assicurazioni? Sembra quasi che la loro visione non sia poi così tanto positiva come lo stesso bechmark ci suggerisce!
Cosa succederà ai mercati nel prossimo futuro? Per quanto mi riguarda, tutti gli indicatori che vi ho mostrato mi suggeriscono estrema cautela.
L’idea termina qui, spero vi sia stata utile. Come ho scritto all’inizio di essa, lo scopo era farvi capire come si costruisce un indicatore e quali studi e ragionamenti ci stanno dietro la sua costruzione; dal momento che, singolarmente, un indicatore può dir tutto e nulla, vi ho dimostrato come vado poi a combinarlo nella mia analisi con altrettanti indicatori, il tutto per avere sempre una visione chiara e limpida dei mercati finanziari.
Quello che vi ho mostrato oggi è solo uno dei tanti spread che mi costruisco da diverso tempo. Né ho costruiti diversi che mostrerò in un canale personale a cui sto lavorando da qualche tempo a questa parte. Vi comunicherò quando il progetto sarà ultimato, rispettando chiaramente le linee guida imposte da tradingview.
MATTEO FARCI
Macro e Micro Strategie: CHEVRON nella Macro Strategia Energy.Il mio sistema operativo comprende due diversi approcci per affrontare i mercati, approcci costituiti dalle Macro Strategie e dalle Micro Strategie. Ho individuato 6 Macro Strategie che mi porteranno ad implementare 30 nuove Micro Strategie che accompagneranno la mia operatività da Trader di Posizione nei prossimi 24 mesi.
Ecco le Macro Strategie definite per guidare la mia operatività nel 2022 e nel 2023:
- Strategia Equity Index
- Strategia P/E
- Strategia FX
- Strategia Energy
- Strategia Metals
- Strategia transizione Green (ESG in primo piano)
Tutte le Macro Strategia insieme alle 30 Micro Strategie verranno spiegate e descritte in dettaglio qui su TradingView, quindi non posso fare altro che invitarvi a seguire i miei post.
Oggi mettiamo le basi alla Macro Strategia Energy.
I titoli che seguiremo nella Macro Strategia Energy e con il quale costruiremo le nostre Micro Strategie sono i seguenti:
- ENI (ENI) - MIL
- CHEVRON CORPORATION (CVX) - NYSE
- EXXOL MOBIL CORPORATION (XOM) – NYSE
Di fondamentale importanza a mio parere, per avere le idee ben chiare sul settore Energy è quella di monitorare in questa fase di mercato i futures del petrolio e del gas ed è per questo che inseriremo nella strategia i seguenti futures:
- E-mini-WTI Crude Oil
- Natural GAS
- E-mini-Natural GAS
Le strategie che verranno implementate avranno aperte la possibilità di utilizzare il mercato delle opzioni per poter sfruttare a fondo il potenziale delle idee didattiche di cui discuteremo.
Oggi iniziando il discorso sulle Micro Strategie Energy prendiamo in considerazione il titolo CHEVRON CORPORATION (CVX) che ha riportato proprio qualche giorno fa risultati del Q4 (quarto trimestre 2021) con un utile per azione di 2,56$ (negativo rispetto alle stime) e i ricavi sono saliti a 48,129B (sorpresa positiva rispetto alle stime degli analisti). Il titolo staccherà il dividendo il 15 febbraio. Il prezzo del petrolio in queste ultime settimane si è mantenuto su valori alti, salita che non viene frenata per le limitate forniture dell’OPEC+ e che è ulteriormente appesantita dalle preoccupazioni geopolitiche in Ucraina. In USA invece, sia Chevron che Exxon Mobil hanno aumentano la produzione di shale oil facendo contenta l’amministrazione Biden che sta cercando di mitigare l’escalation dei prezzi dell’energia e nello stesso tempo aiuteranno a soddisfare la domanda mondiale di petrolio in rapida ascesa.
Il titolo Chevron è l'unico gigante energetico rimasto sul Dow Jones Industrial Average e naturalmente come tutti i produttori di petrolio, il prezzo di Chevron in borsa è fortemente influenzato dalla volatilità dei prezzi del petrolio, diventata molto più forte dall'inizio della pandemia. I prezzi del petrolio statunitense in ottobre e novembre hanno superato gli 80$ al barile per la prima volta dal 2014, e mentre scrivo il WTI continua a viaggiare ben oltre gli 85$.
In questa pubblicazione analizzo il movimento del titolo Chevron utilizzando la Teoria delle Onde di Elliott, non per fare previsioni, ma per cercare di fare una dettagliata descrizione di come si porta il titolo e per capire dove ci troviamo.
Si può vedere dal grafico che il prezzo dopo aver rotto la resistenza di 112,70$ sta completando l’onda 5 di grado Minor che ci darà il completamento di onda (3) di grado Intermediate intorno area 142$. Seguendo la teoria delle Onde di Elliott il movimento successivo sarà un’onda correttiva ABC che porterà alla formazione di onda (4) di grado Intermediate dove l’area di sviluppo del prezzo dovrebbe essere compresa tra i 120$ e i 92$. Le onde correttive sono movimenti contro trend che possono dare la possibilità di studiare eventuali entrate nel titolo per poi sfruttare la struttura dell’onda propulsiva che seguirà. Quindi completata la formazione correttiva di onda (4) seguirà la continuazione del trend rialzista con il completamento di onda (5) di grado Intermediate portando il prezzo del titolo Chevron in area 200$.
L’analisi viene invalidata, e dovrà essere fatto un nuovo conteggio, se l’onda (4) dovesse entrare in onda (1) e quindi scendere sotto i 103$.
Sul titolo Chevron l’operatività seguita con il mio “Money Management” è LONG dal 17/11/2020 da 86,40$. Il Trailing Stop con valore di partenza 65,16$ ha seguito a rialzo i rapporti Fibonacci. Oggi lo stop (ormai Profit-Loss) è posizionato a 99,53$, in attesa che il prezzo raggiunga il quarto dei cinque obiettivi previsti dalla mia operatività a 142,01$ per poi alzarlo a 113,42$ , il target finale dell’operatività è a 155,13$.
Le opzioni sulle azioni negli USA vengono quotate su diversi mercati ETO (per esempio sul mercato CBOE). Ogni opzione sul titolo Chevron rappresenta un quantitativo pari a 100 azioni, nello specifico ogni opzione controlla 100 pezzi di Chevron indipendentemente dal prezzo della singola azione. La dimensione del contratto è data dal prodotto fra il valore del prezzo di esercizio (in Dollari) ed il rispettivo lotto. Il premio del contratto è pari al valore del premio dell'opzione moltiplicato per il rispettivo lotto. Vi accenno alle opzioni perché le Micro Strategie possono essere anche ben architettate con l'operatività in opzioni sfruttando le caratteristiche dello strumento finanziario.
Concludo questa mia seconda pubblicazione del 2022 nel descrivervi chi è per me il Trader di Posizione: “Il Trader di Posizione è un Investitore Evoluto che ha un’ottima conoscenza dei mercati finanziari e di tutti gli strumenti finanziari necessari per “cavalcare la loro evoluzione”. L’operatività del Trader di Posizione è molto discrezionale e si basa su dati di fine giornata, è un investitore di breve termine capace di utilizzare nelle proprie strategie il mercato dei futures accompagnando la propria operatività con l’utilizzo delle opzioni. La durata delle strategie implementate dal mio “Trader di Posizione” può andare da un mese fino a 24 mesi e mediamente costruisce 30 strategie operative nell’arco dell’anno finanziario.”
Gianmarco Agosta
AVVERTENZE: la presente pubblicazione ha solo uno scopo scientifico/didattico, tutte le informazioni sono indirizzate ad un pubblico indistinto. L'esecuzione di investimenti, posti in essere dovranno essere fatti sotto la supervisione di un professionista di vostra fiducia iscritto all'apposito Albo, saranno quindi a vostro completo rischio, non assumendo personalmente alcuna responsabilità al riguardo. Tutte le informazioni pubblicate non costituiscono attività di consulenza e non devono essere considerate un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di valori mobiliari, e quindi non costituiscono e non intendono costituire sollecitazione al pubblico risparmio, ma vogliono svolgere una funzione di supporto per il lettore che rimane pienamente responsabile delle proprie operazioni. Ricorda sempre che il trading su azioni, futures , opzioni, valute, certificates, criptovalute o altri strumenti finanziari implica rischi sostanziali di perdite, tali da non renderlo adatto a tutti i tipi di investitore.
NZDJPY testa spalle in completamento!---MONTHLY---
Il tweezer top (non bellissimo perché i massimi delle ombre non sono perfettamente identici, ma sul mensile lo si può considerare tranquillamente un tweezer top) completato nel mese di novembre sta dando i suoi frutti short...
---WEEKLY---
Partendo dal movimento di fondo ribassista iniziato anche lì con un testa spalle nel 2014, al momento ci troviamo tra lo 0.618 e lo 0.50 di Fibonacci: potete notare la forte respinta dello 0.618 al pullback rialzista iniziato nel marzo 2020.
Molto importante il range di livelli che va da 75 a 76 e che sta cercando di sorreggere la spinta ribassista.
Forse avrete capito che ho un debole per i testa spalle: ebbene sì, l'head and shoulders è uno dei miei pattern preferiti, se non addirittura quello che mi piace di più e in quello che sta disegnando NZDJPY si avvicina alla perfezione.
Come detto sopra i livelli 75-76 sono molto importanti infatti la prima spalla ha iniziato a formarsi proprio partendo da 75 circa completandosi a 77, la testa si è formata sul livello chiave 82, la seconda spalla invece ha iniziato la propria formazione da 76 il quale al momento resiste... Il completamento della figura tecnica si avrà con sfondamento della neckline intorno ai 75-75.50.
Il target naturale del testa spalle è il livello 71.50 circa che corrisponde all'altezza della testa dal collo. Il completamento del pattern significherebbe una definitiva inversione che porterà alla prosecuzione del movimento ribassista di fondo iniziato anni fa e ancora una volta il ritracciamento 0.618 di Fibonacci farà il suo ottimo lavoro.
---DAILY---
Nulla da aggiungere a quanto detto sopra.
Operatività H4-DAILY: come ripetuto più e più volte attendiamo la prosecuzione della spinta ribassista verificando la tenuto dei livelli 75-76 indicati sopra, non tentare di anticipare il pattern poiché è meglio perdere un bel po' di pips di gain ma lavorando tranquilli, perché il testa spalle quando si completa fa quasi sempre il suo dovere.
Quindi aspettare violazione della neckline con una chiusura daily ben sotto la stessa, oppure se si cerca maggiore sicurezza, si aspetta il pullback rialzista con retest. Io personalmente attenderei la violazione definitiva del supporto a 75 e... Se son rose fioriranno...
Diamo un'occhiata anche al calendario economico: l'inflazione neozelandese è ai livelli del 1990 (5.9%): attenzione alle prossime scelte della banca centrale.
Disclaimer: tutte le analisi esposte attraverso il mio profilo non rappresentano consigli finanziari, ma la mia personale visione basata sulle strategie operative di trading che utilizzo.
Se vi piace il mio metodo di analisi, lasciate un like, grazie.
Un caro saluto a tutti.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 24.01.2021Accelera il sell-off degli asset rischiosi: tech bombardata, Nasdaq -14% dal max.
Disastro Cryptovalute, il loro valore complesivo si e’ piu’ che dimezzato.
Oro e preziosi sembrano non giovarsi del contesto di avversione al rischio.
I rendimenti dei Govies, dopo 3 settimane di salita, ripiegano…
Nell'ultima seduta della settimana passata, 21 gennaio, tutte le Borse europee hanno segnato pesanti ribassi, in parallelo alla persistente negativita’ che interessa Wall Street ormai da 3 settimane.
La convinzione che la Federal Reserve (Banca Centrale Usa) dara’ il via ad una rapida stretta monetaria per combattere l’inflazione, insieme a qualche indicazione cauta che accompagna la pubblicazione delle relazioni trimestrali delle societa’ americane, stanno alimentando un chiaro movimento di riduzione del rischio.
Domani si riunira’ il Federal Open Market Committee della FED, cioe’ il Comitato di Politica monetaria, e mercoledi’ 26, alle 20.00 CET, sara’ diffuso il Comunicato ufficiale con l’indicazione di tempi e modalita’ di rialzo dei tassi. Nei giorni scorsi e’ circolata l’ipotesi che il primo rialzo, previsto per marzo, possa essere di 50 punti base, invece dei tradizionali 25. Non resta che attendere..
Tornando alle Borse Europee, le chiusure di venerdi’ parlano da sole: FtseMib italiano -1,8%, Ftse100 britannico -1,2%, Dax tedesco -2,0%, Cac40 -1,7%.
Stessa musica per Wall Street: Dow Jones -1,3%, Nasdaq -2,7%, S&P500 -1,9%. Si e’ trattato della settimana coi maggiori cali per S&P500 e Nasdaq dal marzo 2020.
Il clima generale di risk-off ha interrotto il movimento di risalita dei rendimenti dei “governativi”, con quello del BTP decennale che scende stamani, 24 gennaio, a +1,25%, 4 bps sotto i livelli di venerdi’ e ben 15 bps meno che a meta’ gennaio. Lo spread tra Btp e Bund decennali e’ 135 bps e non segnala deterioramenti.
Il debito italiano non sembra dunque risentire del clima di incertezza che riguarda le elezioni per il Presidente della Repubblica. Il Governo Draghi, alle prese con l’impennata delle bollette energetiche per famiglie ed imprese ha varato il Decreto che stanzia Eur 5,5 miliardi di sostegni, divisi tra 1,7 alle imprese e 3,8 alle famiglie.
Bankitalia, nel frattempo, ha limato la crescita attesa 2022 per l’Italia da +4,2% a +3,8%, recependo l’effetto negativo dell’inflazione.
Le cryptovalute sono in caduta libera, negando l’attesa di essere “de-correlate” dai “risky assets”. La slavina e’ proseguita anche nel weekend e stamani, 24 gennaio.
Bitcoin è crollato del -16% solo nelle ultime 48 ore, scendendo a 33.040 Dollari (ore 12.30 CET), piu’ che dimezzato dai massimi storici di novembre e tornato ai prezzi di luglio 2021. Sorte simile anche per Ethereum, massacrate Solana e Shiba Inu.
Sempre forte ed ai massimi dal 2014 il petrolio, col prezzo del WTI (West Texas Intermediate) a 85 Dollari/barile (ore 13.00 CET). Le tensioni geopolitiche e alcune inefficienze infrastrutturali a oleodotti e gasdotti, combinate alla vivacita’ della domanda ed alla disciplina dell’Opec+ (cartello dei principali esportatori) danno un forte sostegno al prezzo, almeno per ora.
Di positivo, tra le variabili di scenario, c’e’ che di Covid-19 si parla con toni sempre meno allarmati. In Cina, le autorità sanitarie regionali hanno revocato il lockdown totale a Xi'an, la capitale dello Shaanxi, citta’ con ben 13 milioni di residenti.
In un’intervista diffusa nel weekend, il Professor Anthony Fauci, esperto designato dall’Amministrazione Usa sulla pandemia, ha affermato che il picco dei contagi delle nuove varianti e’ stato raggiunto ed e’ iniziata la fase di regresso.
Preoccupa, invece, l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Russia sulla questione Ucraina. La diplomazia e’ attivamente alla ricerca di una soluzione pacifica ed oggi e’ previsto, sul tema, un “Summit” dei ministri dell’Unione Europea.
Tuttavia gli Stati Uniti confermano l’invio di armamenti all’esercito dell’ex Repubblica sovietica e ordinano ai familiari dei membri dell’ambasciata a Kiev di lasciare il Paese, mentre la Russia ammasserebbe armi e uomini nella regione di Voronezh, al confine con l'Ucraina.
Stamattina, 24 gennaio, alcune borse dell’Asia-Pacifico hanno tentato il rimbalzo, divergendo dalla tendenza franosa di Wall Street. Il CSI 300 di Shanghai&Shenzen ha guadagnato +0,2%, confermando il ritrovato favore degli investitori istituzionali esteri verso l’azionario cinese “in valuta forte”.
Segno positivo anche per il Nikkei giapponese, +0,2% e per il Taiex di Taipei +0,5%. Giu’ il Kospi coreano, -1,5% e l’Hang Seng di Hong Kong ,-1,2%.
L’azionario europeo e’ invece partiro pesante ed e’ andato via via peggiorando: a meta’ seduta perde in media il -2,1% (ore 13.30 CET). I futures su Wall Street sembravano anticipare un rimbalzo stamattina, ma a due ore dalla riapertura hanno girato in negativo, in media -1,1% (ore 14.00 CET).
La rotazione settoriale in corso negli Usa, è sempre più visibile ed il Nasdaq si prepara ai numeri trimestrali di Microsoft , Apple e Tesla, con una perdita che, alla chiusura di venerdi 21, e’ oltre il -14% dai massimi, contro il -7% del Dow Jones.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
COME SI FA ?come si fa a dire SHORT con la Bisca per antonomasia ?
una delle sue caratteristiche è che quando prende un trend
contraddice tutti gli indicatori grafici
ora è vero che nella salita del 2014 ci sono state fprti correzioni
ma in questa proprio non si vedono
prima o poi ci saranno
il problema è capire quando
certo il grafico non è da Long
WisdomTree - Tactical daily Update - 19.01.2022Franano i titoli ed i listini tecnologici: Nasdaq oltre il -10% sotto i massimi.
Petrolio alle stelle: Biden invita produttori ad adeguare offerta.
Salgono, ma senza strappi eccessivi, i rendimenti dei Govies Usa ed EU.
Governo e Banca Centrale cinesi promettono supporto all’economia.
Il rendimento del Treasury bond 10 anni (titolo governativo Usa benchmark) è salito ieri a +1,87%, nuovo massimo da gennaio 2020. Combinato all’ulteriore accelerazione del prezzo del petrolio, +1,8% a 85,4 Dollari/barile per il WTI (West Texas Intermedate) che ieri ha segnato nuovi massimi dal 2014, non c’e’ da sorprenderci se ieri, 18 gennaio, sia stata una giornata negativa per i mercati azionari.
Le Borse europee hanno chiuso in rosso al pari di Wall Street, dove le azioni tecnologiche sono state pesantemente vendute, stanti le loro valutazioni ritenute eccessive in uno scenario di rialzo dei rendimenti e dei tassi di interesse. La prospettiva di plurimi ritocchi all’insu’ dei tassi ufficiali da parte della Federal Reserve (Banca Centrale Usa) prevede ormai 4 rialzi da 0,25% già a partire da marzo.
E cosi’, alla chiusura dell’azionario europeo, troviamo il Dax tedesco a -1,0%, il Cac40 parigino a -0,9%, il Ftse100 britannico a -0,6% ed il FtseMib italiano a -0,7%. Forte ribasso a Wall Street, che soffriva anche dalla chiusura di lunedi’ 17 per il Martin Luther King Day: Dow Jones -1,5%, S&P500 -1,8% e Nasdaq -2,6%.
Il sell-off generalizzato sulla componente “growth” (crescita) dei listini azionari ha spinto l‘indice Nasdaq sotto la sua media mobile a 200 giorni, un parametro molto osservato dai “graficisti” (analisti tecnici), ed oltre il -10% dai massimi registrati due mesi fa.
Che sia in atto una significativa rotazione di temi e’ evidente: lo spaccato settoriale dello S&P 500 rivela che a perdere sono stati soprattutto i comparti finanziario, -2,3% ed IT (infomation technology), -2,5%. Sulla scorta del nuovo balzo del petrolio, si e’ mosso solitario al rialzo il sub-indice dell’”energy”, +0,4%.
Gli investitori Usa accolgono con freddezza i numeri trimestrali delle grandi banche americane: Goldman Sachs ha riportato utili netti sotto le attese nel quarto trimestre: -3% a $ 3,8 miliardi contro 4,36 miliardi del 4’ trimestre 2020. Tuttavia i ricavi lordi sono cresciuti del +8% a $ 12,6 miliardi, sopra le stime: soprattutto, l'utile consolidato del 2021 è quasi raddoppiato, a 21,2 miliardi rispetto a quello 2020.
Jumboo take-over nel comparto dei videogiochi. Microsoft che annunciato l'intenzione di acquisire Activision-Blizzard per $ 68,7 miliardi, convinta delle formidabili sinergie tra il gaming sofware di A.C. e l’apporto hardware e di infrastruttura digitale di Microsoft.
L’inflazione tedesca e’ la piu’ osservata in Europa, anche perche’ e’ la piu’ alta tra i grandi paesi europei: la stima finale ha confermato +5,3% a dicembre, da +5,2% di novembre, ma quella “armonizzata” è scesa da +6,0% a +5,7%, un piccolo incoraggiante segnale, da confermare nei mesi prossimi “petrolio permettendo”.
La Cina e’ tornata alla ribalta del mondo economico globale per il supporto che la sua Banca Centrale ha prospettato, anche e non solo attraverso un calo dei tassi ufficiali, dopo che nel 2021, a causa dei problemi del settore immobiliare e del riaffiorare della pandemia, l’economia ha mostrato segni di rallentamento.
Il mercato azionario continentale cinese attendeva una benefica boccata di ottimismo. L’indice MSCI China ha perso oltre il -30% da febbraio 2021, ma mostra uno dei rari segni positivi da inizio anno.
Il Governo di Pechino sembra aver alleggerito la pressione regolatoria su molti business tecnologici e cio’, combinato con una svolta espansiva della politica monetaria, potrebbe giovare anche alla performance del “China equity universe” (Cina piu’ Hong-Kong, Taiwan).
Sul fronte valutario poche novita’, con l'Euro un filo piu’ debole e 1,134 Dollari e appena sotto quota 130 verso Yen. Cryptovalute ancora trascurate e per lo piu’ vendute: Bitcoin -1% a 41.900 Dollari (ore 13.00 CET).
La tendenza alla risalita dei rendimenti continua ad interessare anche l’Europa; il rendimento del BTP decennale italiano e’ +1,33%, ma lo spread verso quello dell’omologo bund tedesco e’ stabile a 134 punti base.
Pessimo risveglio stamattina per le borse dell’Asia-Pacifico: il Nikkei giapponese ha perso -2,8%, col colosso dell’elettoronica Sony -9%. Gli analisti vedono nell’acquisto di Activision da parte di Microsoft una minaccia considerevole, su volumi e margini, per l’ecosistema Playstation di Sony. Kospi coreano -0,8%, ASX200 australiano -0,7%.
Il CSI 300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,7%, mentre ha difeso la parità l’Hang Seng di Hong-Kong, +0,06%, aiutato dal rimbalzo di alcuni operatori dell’immobiliare e dell’high-tech cinese.
Il petrolio e’ ancora in rialzo del +1,2% a 86,4 Dollari/barile (ore 12.00 CET), in attesa del nuovo dato sulle scorte Usa nel pomeriggio di oggi, e del ripristino del principale oleodotto Iraq-Turchia, danneggiato da un’esplosione.
Intanto, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale ha comunicato che l’Amministrazione Usa sta chiedendo ai Paesi produttori/produttori di impegnarsi ad adeguati livelli di offerta.
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Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
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Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Quante probabilità ci sono che nel 2022 il Nasdaq chiuderà in...Quante probabilità ci sono che nel 2022 il Nasdaq chiuderà in negativo? Leggi qui.
A Wall Street si dice:
"La prima regola è non perdere. La seconda è non scordare la prima."
Warren Buffett
Nell’ultima sessione a Wall Street, l’SP 500 è variato del -1,84%. Nel momento in cui scrivo questa analisi i futures statunitensi sono negativi: S&P 500 -0,66%, per il Nasdaq -0,81% e per il Dow Jones -0,58% circa.
La prestazione ad 1 anno dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• Dow Jones +13,40%
• S&P 500 +18,83%
• Nasdaq +7,80%
• FTSE MIB +21,33%
La prestazione dal 1° gennaio dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• Dow Jones 2,67%
• S&P 500 -3,96%
• Nasdaq -7,27
• FTSE MIB +0,50%
Perché il mercato ha chiuso in maniera negativa l’ultima sessione a Wall Street?
• Sono circa due settimane, e stiamo per concludere la terza che il mercato sta vivendo appieno il paradosso della Legge di Murphy: «Se qualcosa può andare storto, lo farà». L'assioma di Murphy, spiega che per quanto sia improbabile che si verifichi un certo evento, questo finirà molto probabilmente per verificarsi. In effetti la stessa teoria della probabilità afferma che il fatto che un evento sia improbabile non vuol dire che esso non possa verificarsi. Mi sono divertito a calcolare la statistica di performance del Nasdaq dal 2001 al 2021.
• 2021 +21,39%
• 2020 +44,78%%
• 2019 +37,29%
• 2018 -2,79%
• 2017 +30,24%
• 2016 +8,46%
• 2015 +8,58%
• 2014 +18,88%
• 2013 +30,79%
• 2012 +14,60%
• 2011 +1,05%
• 2010 +17,55%
• 2009 +47,21%
• 2008 -40,89%
• 2007 +18,50%/li>
• 2006 +4,58%
• 2005 +2,60%
• 2004 +10,76%
• 2003 +42,81%
• 2002 -37,58%
• 2001 -32,65%
• In 21 anni se ne contano solo 4 con performance negativa. Tre di questi quattro hanno avuto una performance negativa di oltre il -30% e tutti questi anni negativi sono poi stati seguiti da rialzi straordinari. Ma come dice la teoria della probabilità “il fatto che un evento sia improbabile non vuol dire che se non possa verificarsi”. Molti followers che mi scrivono visto la ripetitività dei rialzi hanno preso l'abitudine in passato di investire il loro capitale su un ETF long sul Nasdaq, perché dicono che il Nasdaq cresce sempre. Dopo aver visto questa statistica diciamo “quasi sempre”
• Ieri abbiamo avuto un'altra giornata nella quale avresti voluto trovarti da un'altra parte. L'aumento dei rendimenti obbligazionari e il rapporto deludente sugli utili di Goldman Sachs (NYSE:GS) hanno lasciato gli indici negativi di oltre il -1,5%.
• Negli Stati Uniti il weekend allungato dalla festività per il Martin Luther King day, ha chiuso la borsa per tre giorni ma questo poco è servito a calmare le preoccupazioni degli investitori sulla politica monetaria più falco della Fed nel 2022. Il mercato è convinto che questo porterà a quattro aumenti dei tassi di interesse.
• Ricordo che tutto è iniziato dopo la pubblicazione dei verbali della Fed e dal 4 gennaio in qua stiamo collezionando due settimane consecutive di perdite. Queste settimane possono arrivare a tre considerando anche che la settimana in corso sara di quattro sessioni e non delle abituali cinque.
• Il NASDAQ (Murphy docet) ha avuto il crollo più grande arrivando al -2,6%, scendendo di pari passo con il rendimento del Tesoro a 10 anni che saliva all'1,87%. Il rendimento dell'1,87% rappresenta il massimo degli ultimi due anni e ieri ha ulteriormente diminuito l'interesse già sui minimi sui nomi tech/growth. L'indice continua a rompere tutti gli argini (trend line biennali, Fibonacci, media mobile a 200 giorni).
• I giganti tecnologici a mega-capitalizzazione sono crollati, specialmente Meta Platforms (FB (NASDAQ:FB), -4.1%), NVIDIA (-3.9%) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL) (GOOG, 2.5%). Microsoft (NASDAQ:MSFT) ha perso il -2,4% nel giorno in cui ha annunciato il più grande accordo della sua storia. Bill Gates prevede di acquistare il produttore di Call of Duty Activision Blizzard per 68,7 miliardi di dollari, o 95 dollari per azione. Activision Blizzard completamente in controtendenza ieri è riuscito a salire di quasi il +26% sulla notizia.
• L’ S&P, che in buona parte è comunque esposto alla tecnologia, è sceso del -1,84%. Il Dow Jones è sceso del -1,5%.
• Vediamo adesso insieme, cosa hanno fatto nell'ultima sessione alcuni titoli rappresentativi per l'intero mercato.
Ecco i titoli che sono attualmente nei miei 4 portafogli azionari.
Nel mio portafoglio Best Brands nel mercato USA attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente sono presenti:
• TOYOTA MOTOR CORP ADR +15,03%
• BOEING CO +11,65%
• GENERAL ELECTRIC CO +10,85%
• INTEL (NASDAQ:INTC) CORP +9,71%
• HONDA MOTOR CO ADR-SPONS +8,03%
Nel mio portafoglio Tutte le recenti numero 1 nel mercato USA attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente sono presenti:
• Sm Energy Company +26,43%
• Marathon Petroleum Corp (NYSE:MPC) +18,02%
• Weatherford International Plc +15,43%
• Republic First Bcp +13,71%
• Blue Apron Holdings Inc +9,02%
Nel mio portafoglio MIB 40 nel mercato Italia attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente sono presenti:
• INTESA SANPAOLO (MI:ISP) +20,02%
• STELLANTIS +17,48%
• TENARIS (MI:TENR) +16,46%
• SAIPEM (MI:SPMI) +12,20%
• BANCO BPM (MI:BAMI) +10,57%
Nel mio portafoglio Tutte le recenti numero 1 nel mercato Italia attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente sono presenti:
• Deutsche Lufthansa +21,25%
• MAIRE TECNIMONT 17,31%
• AUTOGRILL SPA 15,77%
• BMW +11,54%
• Credito Emiliano (MI:EMBI) Spa +6,13%
Questi portafogli fanno parte del mio abbonamento: Portafoglio Azioni Italia e Usa.
• Questo portafoglio è diviso in 6 sotto-portafogli. Tre di questi sono dedicati all'area geografica Italia. • Mib 40. • Numero 1 oggi in Italia (Ogni giorno indico il titolo che secondo me è il migliore acquisto che faccio sul mercato italiano). • Tutte le recenti numero 1 Italia.
• Tre di questi sono dedicati all'area geografica Italia. • Best Brands. • Numero 1 oggi in USA (Ogni giorno indico il titolo che secondo me è il migliore acquisto che faccio sul mercato USA). • Tutte le recenti numero 1 USA.
• Come impostare la strategia corretta per il copy trading della mia strategia sul canale 1 Mib 40 e canale 4 Best Brands.
Premesse :
• La crescita di questi portafogli è stata molto lineare durante tutto il corso dell'anno e quindi si sono prestati bene ad essere seguiti durante tutto il corso del 2021.
• Strategia per applicare il copy trading statistico:
• Divido il mio capitale in 15 parti con le quali compero 15 titoli, 6,66% su ogni titolo.
• Il portafoglio Best Brands è composto di 34 titoli e quindi acquistandone 15 praticamente possiedo il 44,11% (il Mib 40 di 40 titoli e quindi il 37,5%) dell'intero portafoglio, abbastanza per avere una rilevanza statistica che nel lungo periodo creerà le condizioni per avere le performance allineate con quelle del 100% del portafoglio.
• Acquisto fino ad esaurimento del capitale i titoli mano a mano che diventano long e quindi max 15 titoli in portafoglio.
• Vendo i titoli in portafoglio mano a mano che scatta il segnale di vendita e con la nuova liquidità sono pronto a ricominciare gli acquisti.
Conclusioni :
• I portafogli Mib 40 e Best Brands nel corso del 2021 sono stati molto lineari nella loro crescita ed in ogni momento dell'anno hanno dato performance in crescita e quindi ritengo siano stati un perfetto esempio per copiare il mio trading con il metodo statistico sopra descritto.
Quante probabilità ci sono che nel 2022 il Nasdaq chiuderà in negativo? Leggi qui.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
• Il report poco brillante del gigante finanziario Goldman Sachs è stato un altro grande ostacolo per il mercato azionario ieri. La società ha mancato la stima di consenso e invece le stime sui ricavi sono state battute. Nonostante questo, le azioni sono crollate di quasi il -7%.
• Il risultato del colosso bancario continua nella linea dei risultati delle altre grandi banche. Venerdì, JPMorgan e Citigroup (NYSE:C) hanno dato il via alla stagione anche loro battendo le aspettative sugli utili, ma deludendo sulle aspettative di consenso. Entrambe queste banche hanno perso dopo i loro report rispettivamente -4,2% e -2,4%. Wells Fargo (NYSE:WFC), che era riuscito a guadagnare dopo il suo rapporto venerdì, ieri è sceso del -2,4%.
• Decisamente avremmo bisogno invertire la rotta con qualche notizia positiva ma non mi sembra che siamo arrivati a questo punto ancora. Mi aspetto ancora vendite, anche se il mercato ha mostrato così tanta resilienza in passato che non mi sorprenderebbe una repentina inversione prima della fine della settimana.
• La prestazione settimanale dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• Dow Jones -2,54%
• S&P 500 -3,15%
• Nasdaq -4,49%
• FTSE MIB -0,83%
Concludo con la mia solita domanda riflessione ai miei lettori:
Avete chiaro come muovervi adesso nel mercato azionario?
Quali settori privilegerete nei vostri acquisti?
La mia posizione sugli indici per mezzo della quale opero sui Futures è la seguente:
o Nasdaq 100 Flat,
o Dow Jones Industrial Flat,
o S&P 500 Flat,
o Euro Stoxx 50 Flat,
o Dax Flat,
o Ftse Mib Flat,
La mia operatività è rivista ogni 24 ore: gli abbonati al mio blog finaziario ricevono i miei livelli operativi esatti in tempo reale per copiare esattamente il mio trading.
Mi piacerebbe leggere sotto la mia analisi le vostre opinioni.
I livelli dei 3 maggiori indici americani dopo l’ultima sessione di borsa sono:
o L’S&P 500 è variato di -85,74 punti a 4.577,10 per un -1,84%. Ultimo record il 3 gennaio.
o Il Dow Jones è variato di -543,34 punti a 35.368,48 per un -1,51%. Ultimo record il 4 gennaio.
o Il Nasdaq 100 è variato di -400,84 punti a 15.210,76 per un -2,57%. Ultimo record il 19 novembre.
L’indice Russell 2000 rappresentativo delle small-cap è variato di -3,04% ed adesso vale 2.096,62.
Il rendimento del Treasury a 10 anni, che influenza direttamente i tassi di interesse sui mutui e altri prestiti al consumo, ha chiuso a 1,884% dall’1,836% del giorno precedente.
Il valore dell’oro dal minimo di marzo di 1.680$ dollari l’oncia ha guadagnato 134$ ed adesso si attesta sui $1.814 dollari.
Il prezzo del Future greggio americano WTI è variato di +10,53 dollari questa mattina e in questo momento quota 85,31 dollari al barile.
L'indice di volatilità VIX S&P 500 ha chiuso a 22,79. Minimo e massimo delle ultime 52 settimane 14,10 e 37,51.
Ecco il rendimento completo di tutti i miei portafogli nell'ultimo anno.
Classifica dei migliori rendimenti dal 14/01/2021 al 13/01/2022:
o 1.Portafoglio Commodities, Bitcoin, Index + Oper. Straord. (USA) +156,13
o 2.Portafoglio Mib 40 (AZIONI ITALIA) +110,10%
o 3.Portafoglio BEST BRANDS (AZIONI USA) +105,50%
o 4.Portafoglio numero 1 Oggi in Italia (AZ. ITALIA) +104,71%
o 5.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - Italia (AZ. ITALIA) +95,83%
o 6.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - USA (AZIONI USA) +81,96%
o 7.Portafoglio numero 1 Oggi in USA (AZIONI USA)45,01%
Eccezionale ad oggi ci sono ben 4 portafogli su 7 che nella classifica superano il 100% di performance nella performance ad 1 anno.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 18.01.2022Corrono i rendinenti dei Governativi Usa: soffrono I listini tecnologici.
Trimestrali Usa entrano nel vivo: attenzione per le indicazionisul 2022.
Massimi dal 2014 del petrolio: strette monetarie anti-inflazione in vista.
Il Presidente cinese promette sostegno della politica monetaria alla crescita.
Lo scenario economico sta mutando rapidamente. Cresce infatti la convinzione che i tassi ufficiali di interesse saliranno rapidamente, a partire da marzo, negli Usa, ma anche in Europa, forse gia’ nella parte finale dell’anno.
La seduta di ieri, 17 gennaio, e’ stata a ranghi ridotti, poiche’ Wall Street era chiusa nella giornata dedicata a Martin Luther King, ma i listini azionari europei sono timidamente saliti: Milano +0,49%, Francoforte +0,34%, Parigi +0,82% e Londra +0,91%.
L'aumento dei rendimenti dei Treasury Usa, col 10 anni al +1,83%, testimonia la convinzione degli investitori in un rialzo dei tassi da parte della FED (Banca Centrale Americana) già nel prossimo mese, seguito da altre 3 mosse restrittive da 0,25% ciascuna entro la fine dell’anno: insomma, almeno +100 bps in meno di un anno.
Partendo da un contesto di “tassi 0” puo’ sembrare poca cosa, ma sul mercato dei Govies l’effetto “aspettative” e’ molto chiaro: il rendimento dei Treasury bill con scadenza 2 anni è salito da 0,20% di settembre 2021 fino a superare il +1,0% stamane (ore 12.30 CET), incorporando implicitamente l’attesa di altri rialzi nel 2023.
Le curve dei rendimenti tendono inoltre ad appiattirsi: lo spread tra 2 e 10 anni e’ solo 80 bps.
I rendimenti salgono ed i prezzi delle obbligazioni scendono in tutto il Mondo, compreso in Giappone, Paese in cui inflazione e rendimenti erano parole dimenticate da oltre 20 anni: il rendimento del bond decennale giapponese e’ salito a +0,13%, il picco massimo degli ultimi dodici mesi.
Se questa tendenza alla rapida risalita dei tassi si confermasse, e’ abbastanza prevedibile che si verifichi una significativa rotazione di preferenze nell’universo azionario, con un’ovvia penalizzazione dei titoli tech/growth, le cui valutazioni elevate soffrono dell’aumento dei tassi, ed una riscoperta e ri-valutazione dei temi di investimento piu’ ciclici, come industriali di base, banche, ed “energy realated”.
La Cina spiazza una volta ancora l’Occidente, dando sostegno alla propria crescita economica con una politica monetaria nuovamente espansiva. Nel proprio intervento via video-messaggio alla Conferenza di Davos, anche quest’anno virtuale, il Presidente Xi-Jinping ha sottolineato la minaccia alla crescita che la corsa all’aumento dei tassi (ovvio riferimento agli Usa) potrebbe rappresentare.
La svolta verso politiche monetarie piu’ restrittive riguarda molte Banche Centrali in tutto il Mondo ma, evidentemente, molto meno quella cinese, poiche’ nel Paese i prezzi al consumo stanno salendo piu’ lentamente (in Dicembre sono addirittura scesi rispetto a novembre) e l’attuale struttura dei tassi lascia spazio per misurati tagli.
La musica cambia anche se si guarda al Giappone. Nel meeting appena concluso, la Bank of Japan (BoJ), ha deciso di lasciare invariata la politica monetaria, ed apportato un marginale al rialzo delle previsioni di inflazione, comunque largamente al di sotto del target del 2%. Un po’ di ottimismo in piu’ anche con riguardo ai rischi di scenario, ora definiti come "generalmente bilanciati".
La Borsa di Tokyo, contagiata dal mood generale molto cauto, ha chiuso in leggera flessione, Nikkei -0,3%, nonostante la BoJ abbia rivisto al ribasso le stime di crescita del GDP (prodotto interno lordo) per l'anno finanziario 2021/2022, a +2,8% dal +3,4% precedente, ed al rialzo quelle per il prossimo 2022/23, a +3,8% dal +2,9%.
L’Hang Seng di Hong-Kong ha perso il -0,4%, il Kospi coreano il -0,9%.
Sul fronte macroeconomico europeo ha sorpreso positivamente l’indice sull’ottimismo economico Zew tedesco di gennaio, che a fronte di un lieve peggiramento delle “condizioni correnti”, ha invece registrato un balzo a 51,7 (da 29,9 di dicembre) delle “aspettative”.
Oggi pomeriggio, 18 gennaio, negli Stati Uniti, e’ atteso l'indice sull’attivita’ manufatturiera Empire della Fed di New York, relativo a gennaio: è previsto in calo, pur segnalando il perdurare della fase espansiva. Il forte continuo rialzo dei prezzi delle materie prime e le strozzature sulla loro disponibilita’ continuano a pesare sulla prospettiva del comparto.
Il continuo aumento del prezzo del petrolio e’ la piu’ grande minaccia alla normalizzazione dei prezzi alla produzione (PPI) ed al consumo (CPI) nel corso di quest’anno. Anche stamattina, il WTI (greggio di riferiemento nord americano) guadagna il +1,2% a 84,9 Dollari/barile, replicando il recente record di ottobre 2021.
Goldman Sachs, in un recentissomo studio, ha rivisto al rialzo le previsioni sul prezzo del petrolio, prevedendo il superamento della soglia di 100 Dollari/barile per il Brent (greggio del mare del nord europeo) entro il 2022 ed il suo stazionare sopra “quota 100” per il 2023. Speriamo che non sia cosi’...
A fine mattinata le Borse Europee perdono in media il -1% ed il future sul Nasdaq indica un’apertura pesante, oltre il -1%.
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