spcome al solito gli americani sembrano non dare importanza aa niente se non alla loro economia ed ecco che sp sembra porto a correre nuovamente almeno per cercare un doppio massimo di LUCA.P0
Pannello volatilità L'analisi del pannello della volatilità, malgrado tutte le implicazioni e le premesse del periodo, vede il mercato azionario americano, alle prese con un rientro in valori accettabili dei vari indicatori. In maniera particolare il VIX fa segnare una compressione dei valori del 50% circa rispetto allo scoppio del conflitto, dando quindi vita ad un rimbalzo generalizzato degli indici statunitensi. Anche la stabilità della volatilità, misurata dal VVIX, scende del 20% circa, piazzandosi su valori che seppur alti, sono di maggior confidenza rispetto ai recentissimi high. In attenuazione anche volatilità storica ed ATR, nonché il tentativo del sistema di medie mobili a indirizzarsi verso un riallineamento. Sarà importante verificare nei prossimi giorni l'andamento dei mercati ed a mio avviso, tenere d'occhio i livelli di forza relativa dei vari settori, per scoprire quali proveranno a "tirare" o quantomeno a far meglio degli indici di riferimento. di DomenicoIvanPontillo4
S&P 500 - si va al test dei supporti?La zona di offerta individuata ha respinto il tentativo di rialzo e sul settimanale si è formata una potenziale candela di inversione. Possibile il proseguimento della discesa anche questa settimana con obiettivo il test dei supporti a 4.460 ed eventualmente 4.330. A rialzo in caso di proseguimento del trend le resistenze da testare è posta a 4.700.di base022
S&P: aggiornamento ciclicoL'indice USA più famoso si trova in una situazione molto simile agli indici europei sebbene il minimo della chiusura biennale lo abbia colto parecchi giorni prima. Qui parto dal ciclo inverso (quello sui massimi) poiché si nota una eccezionale regolarità nella formazione dei cicli, segno di buona affidabilità come evidenziato nel grafico. Chiusi 3 sotto cicli inversi, rimane il quarto e ultimo da completare, partito sul max a 4631. Se applichiamo le onde di Elliot alla ripartenza del 24 febbraio si osservano le prime 3 onde anch'esse regolari alle quali dovrebbe seguire ora l'onda 4 che potrebbe coincidere con la chiusura di un ciclo intermedio di circa 32 giorni intorno all'11 Aprile in concomitanza della chiusura del ciclo mensile sugli indici europei come indicato nel grafico precedente e allegato. Onda 4, potrebbe risolversi col più classico degli ABC, per cui penso ad un rimbalzo di 1-2 giorni a completare l'onda B che non dovrà superare i 4631. A seguire l'onda C che potrebbe avere il suo target in area 4460 e non dovrà avere una chiusura giornaliera sotto i 4414. Se l'ipotesi sarà rispettata, seguirà l'onda 5 in concomitanza della chiusura del 4° sotto ciclo inverso citato sopra e anch'esso di circa 20 giorni. Primi target saranno il livelli segnalati in arancio ma non sono esclusi target più importanti da valutare quando sarà in quell'area. La view è invalidata alla violazione di 4632 senza che abbia completato l'ABC descritto o alla violazione di 4414 Questa è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.di Flyflok4415
I MERCATI AZIONARI RIVISITERANNO I MASSIMI STORICI? LA MIA IDEASalve ragazzi. L’analisi che condivido stamani ha l’obiettivo di far chiarezza su quello che sta accadendo sul mercato azionario americano. Abbiamo assistito ad un grande rimbalzo da parte dei due bechmark di riferimento S&P500 e Nasdaq; quello da chiedersi è:” i mercati rivisiteranno i massimi storici?” Proveremo a capirlo insieme in questa analisi. ANALISI TECNICA S&P500 L’S&P ha avuto la capacità di risollevarsi del 9.18% in circa due settimane; questo recupero è scaturito da un doppio minimo, accompagnato da una divergenza osservabile nell’RSI. Se l’indice continuasse a salire, la prima resistenza sarebbe rappresentata dalla struttura a 4600$ (soglia anche psicologica). Analizzando i volumi, ho applicato due medie volumetriche: una veloce a 10 periodi (che ingloba le ultime 10 sedute di contrattazioni) e una lenta a 50 periodi. Cosa si può osservare? Che i volumi a brevissimo periodo stanno diminuendo, e ciò è constatato anche dal death cross avvenuto, ossia dal passaggio della media volumetrica veloce al di sotto di quella lenta. Analizzando l’RSI, osservate come lo stesso abbia avuto la forza di rompere al rialzo la trendline dinamica ribassista che indicava un lento indebolimento del prezzo da novembre 2021. ANALISI TECNICA NASDAQ Comportamento del Nasdaq simile a quello dell’S&P500; il prezzo riesce a recuperare 13 punti percentuali dopo aver rimbalzato sul supporto a 13000$, soglia psicologica. La prossima struttura, qualora volesse continuare il recupero, sarebbe costituita dalla resistenza a 15000$. I volumi che hanno accompagnato il recupero si sono dimostrati deboli, palesati dalla “death cross volumetrica” già riscontrata nel precedente indice. Stesso identico comportamento dell’RSI se correlato con quello dell’S&P500: rialzo del prezzo accompagnato dalla rottura della trendline dinamica ribassista che evidenziava la debolezza del prezzo da inizi novembre 2021. INDICI DI VOLATILITA’ VIX E VXN Andiamo ad analizzare ora gli “indici di paura” VIX (per l’S&P500) e VXN (per il Nasdaq) in maniera da capire quale possa essere l’emotività degli investitori: Entrambi gli indici di volatilità stanno contraendo. Riescono a raggiungere dei top relativi l’8 marzo (il VIX a 37.5 punti e il VXN a 39), andando a visitare due resistenze evidenziate nelle due grafiche. Entrambi si trovano al momento in prossimità delle cosiddette “soglie di tranquillità”, per il VIX costituita dal livello dei 20 punti, mentre per il VXN dai 25; è stato lo sgonfiarsi di queste “paure” ad aver permesso ai due indici di tentare il recupero a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane? L’ipotesi può essere plausibile, dal momento che questi 4 asset sono correlati tra loro; infatti, ricordiamo che alle salite tendenziali degli indici, le volatilità si mantengono tipicamente basse; ciò invece non accade nella situazione opposta: ogni qualvolta essi crollano o ritracciano, è quasi inevitabile che gli indici di volatilità si spingano verso valori alti. Questo è dimostrato dalle prossime due grafiche: Osservate come ogni picco da parte del VIX, che esso fosse di notevole o di poca rilevante intensità, ha accompagnato l’indice al ribasso. Da osservare come successivamente l’indice sia sempre ripartito al rialzo con lo sgonfiarsi della stessa volatilità; questo comportamento indice/volatilità si sta ripetendo anche in queste ultime settimane; vedremo la volatilità rivisitare valori inferiori di 20 punti? Stesso identico discorso se condividessi il Nasdaq con il VXN: ANALISI CON LE MEDIE MOBILI VOLUMETRICHE Analizzerò ora l’indice S&P500 attraverso le medie mobili volumetriche per capire il sentiment degli investitori. Dividerò l’indice in diversi archi temporali “colorati”, in questo modo: Non analizzerò il Nasdaq in quanto il suo comportamento si è presentato praticamente identico all’S&P500, sia per quanto riguarda la price action che la parte volumetrica. Iniziamo dalla zona rossa! Osservate come l’indice abbia creato all’interno dell’area rossa un canale ribassista. Guardiamo i volumi: non appena esso ha invertito la sua tendenza di breve periodo, i volumi sono andati immediatamente a gonfiarsi, con la naturale conseguenza del “golden cross”, ossia il passaggio della media volumetrica veloce al di sopra di quella lenta, da considerarsi in questo caso un segnale ribassista (ribassista perché la media veloce è stata mossa da volumi ribassisti). Come possiamo leggere il golden cross? Visto che parliamo di volumi, come un cambio di umore! Questo perché? Perché se il prezzo di un asset è mosso da più volumi rispetto alla media (in questo caso, rispetto alla media volumetrica a 50 periodi) significa necessariamente che la volontà degli investitori di portare un prezzo al rialzo o al ribasso è più forte. Questa voglia a parer vostro era presente nella zona temporale antecedente la zona rossa? No! Possiamo affermare questo perché non abbiamo assistito ad un aumento di volumi a breve termine. Passiamo ora alla zona nera: Il sentiment cambia quando si verifica il “death cross”: la media mobile volumetrica veloce passa al di sotto di quella lenta, con il contemporaneo breakout rialzista della trendline ribassista. Avendo smaltito il sentiment negativo, l’indice riesce a respirare, andando a segnare una performance positiva di 8.5 punti percentuali. Il rialzo dell’indice all’interno della zona nera è stato accompagnato da bassi volumi rispetto alla media. Come possiamo definire la differenza di volumi tra la zona rossa e quella nera? In quella rossa avevamo avuto uno storno accompagnato da alti volumi (il che significa grande volontà da parte del mercato di spingere al ribasso il prezzo). Dopo, nella zona nera, la stessa voglia non si è manifestata. Perché? Perché i volumi, appunto, sono diminuiti, indicandoci il cambiamento di sentiment, ossia quella particolare condizione che ha permesso all’indice di salire. Provate ad immaginare la situazione in questo modo: nella zona rossa la voglia di portare il prezzo al ribasso era stata manifestata dagli ampi volumi ribassisti che avevano permesso il “golden cross”; successivamente la voglia degli investitori è andata a scemare (e ciò è riscontrabile nei volumi che sono diminuiti) permettendo all’indice di risalire. Sono stato chiaro? L’indice non sarebbe risalito se non avessimo visto un cambio di umore! Arriviamo dunque alla zona viola, dove l’indice inizia a creare una distribuzione: Quando osserviamo il breakout al ribasso? Esso è avvenuto in corrispondenza del cambio di sentiment, rappresentato nelle medie volumetriche dal golden cross! Voglio farvi osservare un qualcosa di particolare: fintanto che il sentiment rimane invariato, ossia fintanto che il golden cross rimane intatto, il prezzo non riesce a raggiungere nuovi massimi, andando tuttavia a formare la figura di analisi tecnica rialzista triangolo ascendente. Il nuovo massimo di mercato giunge nella zona verde: Il breakout del triangolo ascendente (con il raggiungimento dell’ultimo massimo storico) non giunge in concomitanza con l’incrocio delle medie mobili volumetriche, tuttavia c’è da analizzare la distanza tra il volume della candela del breakout e la media volumetrica veloce (indicata nel grafico dalla freccia rossa): avete presente nelle mie analisi quando esprimo il concetto “più un prezzo si trova a grande distanza con la media mobile veloce a 50 periodi, tanto esso è da considerarsi forte”? Ecco, possiamo applicare lo stesso concetto anche in questo caso, cambiando però alcune variabili, ossia “più un volume si trova a grande distanza dalla media mobile volumetrica veloce a 10 periodi, tanto esso è da considerarsi un cambiamento di sentiment”; in molti vi chiederete :”in che senso cambiamento di sentiment?” Perché i volumi precedenti erano stati gonfiati specialmente da candele ribassiste e non da candele rialziste (e questo potete voi stessi osservarlo nei grafici) ragion per il quale quel breakout può essere visto come “accompagnato da un cambiamento di sentiment”. L’incrocio tra le medie volumetriche avviene poco dopo, tuttavia non si assiste ad alcun nuovo impulso da parte dell’indice. Perché? Ne parleremo nel prossimo paragrafo. Arriviamo dunque alla zona blu, ossia quella in cui l’indice, da inizio 2022, inizia il suo lento declino. Vi evidenzio un testa e spalle ribassista. La rottura della neckline è accompagnata da un cambio di sentiment e dal golden cross. Dopo essere riuscito a visitare la struttura a 4300$, l’indice rintraccia e dopo qualche seduta riprende il suo trend al ribasso dal momento che il sentiment identificato dalle medie mobili volumetriche non cambia (infatti la media volumetrica veloce rimane quasi sempre al di sopra di quella lenta, evidenziando il fatto che il cambiamento di sentiment non è cambiato). Si giunge quindi al “pavimento” a 4130$: il prezzo crea un doppio minimo. Arriviamo infine alla zona arancio. La formazione del doppio minimo è validata dal cambio di umore da parte degli investitori: i volumi in vendita si affievoliscono, facendo riabbassare la media volumetrica veloce a 10 periodi al di sotto di quella a 50; questo permette il rimbalzo del prezzo. Nonostante i due indici azionari di riferimento abbiano segnato rimbalzi dal +9% (S&P) e dal 13% (Nasdaq) in concomitanza con la contrazione delle volatilità (detto in altri termini, in concomitanza con una “diminuzione di paura”), ci sono dei segnali particolari che a parer mio potrebbero suggerire che stiamo assistendo sì ad un recupero, ma non tanto forte quanto si possa credere. PERCHE’ NON MI CONVINCE L’ULTIMO RIMBALZO DEGLI INDICI? Questi particolari segnali li ritroviamo in alcuni indici di forza relativa di cui ora vi parlerò. • FORZA RELATIVA TRA S&P500 E SETTORI DIFENSIVI: BENI DI PRIMA NECESSITA’ E UTILITIES Da cosa deriva la creazione di questi due indici di forza relativa? Il settore dei beni di prima necessità (XLP) e il settore delle utilities (XLU) sono difensivi, ossia quei particolari settore che tendenzialmente non vanno a sovraperformare il loro bechmark di riferimento durante momenti di risk on ma a sovraperformarlo in momenti di risk-off. Da cosa deriva questa peculiarità? L’informazione possiamo ritrovarla nei coefficienti beta. Sapete cosa misura questo particolare coefficiente? La variazione che ha un settore (o anche una singola azienda) rispetto al mercato di riferimento. Il Beta di XLP è uguale a 0.60 mentre quello di XLU a 0.37. Questo significa che se l’S&P500 segnasse un +2%, XLP segnerebbe un +(2 X 0.6)= +1,2% e XLU un +(2 X 0.37)= +0.74%; ecco dimostrato il motivo per cui in momenti di risk on essi non sovraperformano l’S&P. Se invece quest’ultimo segnasse un -2%? XLP segnerebbe una performance di -1,2% e XLU di un -0.74%. Grafichiamo il tutto: Notate come entrambi gli indici di forza siano saliti dal recupero post-covid 19 fino ad inizi novembre 2021. Ciò è accaduto poiché l’indice di riferimento è andato a sovraperformare i due settori. Avendo capito che i due sono difensivi, che tipo di informazioni ci forniscono i due indici? Che da marzo 2020 a novembre 2021 i mercati erano in risk on! Se fosse stato il contrario (risk-off), avremmo assistito a una sovraperformance da parte dei settori difensivi, che tendono a beneficiare di più in questi particolari scenari! Questo cambio di forza è avvenuto infine con i breakout dei supporti dinamici a inizi di dicembre 2021. Quindi, tornando al quesito di prima, perché non mi fido tanto dell’ultimo rimbalzo dei mercati azionari americani? Perché questi indici di forza relativa mi stanno suggerendo che siamo in clima di risk-off e non in risk-on; in momenti di risk off il mercato azionario tende a performare bene? No, perché offre alti rendimenti ma ti espone a un altrettanto rischio. C’è un altro indice di forza relativa che fa riflettere, ossia quello tra l’S&P500 e il VIX: Mi piace definire questo indice di forza come “quanta paura c’è al rischio”; che informazioni ci fornisce? Se sale, significa che c’è avversione al rischio, se scende l’esatto contrario. Osservandolo, cosa possiamo dedurre? Dai minimi di marzo 2020 l’indice è salito fino ad arrivare a visitare dei massimi, a inizi novembre 2021. Successivamente è iniziato il lento trend ribassista identificato dalle due trendline dinamiche ribassiste di color blu. Questa inversione di tendenza è avvenuta in concomitanza con le inversioni dei due indici visti precedentemente. E’ un caso? Spero questa analisi possa essere utile a tutti. Matteo Farci Selezione editorialedi MatteoFarci101030
S&P - livelli chiaveSu S&P le quotazioni sono arrivate a livelli di resistenza cruciali nel senso che da qui bisogna capire se il trend proseguirà verso il basso oppure punterà ai massimi precedenti. Al momento la situazione è aperta ad entrambi gli scenari e molto dipenderà dalla prossima settimana e anche da quella successiva per avere segnale e conferma di ciò che vorrà fare. Un importante segnale di recupero sarebbe ritornare sopra la media mobile rossa che ha sempre contenuto i tentativi di ribasso.di base022
Recupero da +6% in AmericaSettimana di deciso rialzo per Standard & Poor 500 che dopo aver fatto un minimo molto vicino alla famosa area dei 4100 punti ha messo a segno tre sedute importanti riportandosi nuovamente verso area 4400 punti. Il rialzo è stato accompagnato da un VIX che partiva da livelli alti e chiudendo la settimana in area 23.87. Interessante notare il grafico settimanale che con l'ultima candela va a riprendersi la perdita delle 4 settimane precedenti chiudendo con un +6.23%. Oggi il mercato si scontrarsi con la media mobile a 200 che potrebbe fungere da resistenza e respingere forse il prezzo nel breve. Sempre sul grafico giornaliero è avvenuto il famoso "death cross" ma forse è ancora troppo presto per valutare se è un falso incrocio oppure no. Potrebbe essere questo il momento del recupero che alcuni stavano aspettando? A mio parere forse è ancora presto. Sicuramente è stata una settimana che ha visto un rialzo che non si vedeva da tempo. Il VIX rimane ancora sopra ad un livello alto e le incertezze geopolitiche potrebbe incidere nuovamente sui prezzi. Il mio consiglio è quello di fare poche operazioni e della durata di pochi giorni così da esporci poco al rischio di tempo a mercato. Sarà importante inoltre utilizzare una size adeguata. Se la mia analisi ti è piaciuta lasciami un commento positivo con una donazione o un like come segno di ringraziamento. ** DISCLAIMER ** L'analisi è frutto di mie considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio.di Danilo_Ruttino0
Cot Report - Mini S&P500Come di consueto, per cercare di capire qualcosa in più durante queste fasi particolarmente difficili, può essere importante osservare il comportamento delle varie categorie di investitori. In particolare vediamo come in corrispondenza dei nuovi minimi fatti segnare il 24 gennaio ed il 24 febbraio, siano aumentate le posizioni long degli investitori di tipo Non Commercials – fondi, istituzionali, banche- che proprio in corrispondenza di tali livelli hanno avviato un comportamento di accumulazione (linea verde). I retailers – piccoli investitori o soggetti non classificabili - (linea rossa), durante la discesa dei mercati, hanno liquidato posizioni, comportandosi in maniera sostanzialmente opposta ai grandi investitori. I Commercials (che in genere tendono ad operare con finalità di copertura o veloce speculazione) hanno nell’ultima settimana incrementato le posizioni nette lunghe (linea azzurra). Queste informazioni non sono utili per l’operatività di trading, ma per costruire una visione consapevole, soprattutto ragionando in termini d’investimento o di portafoglio. In particolare sappiamo che i minimi recenti, rivestono una certa importanza nelle scelte degli operatori. di DomenicoIvanPontillo226
S&P500: Analisi giornaliera e ingressi intradayLasciate un like per rimanere sempre aggiornati sull'andamento e un commento se avete dubbi o domande. Grazie e buon trading a tutti! Short05:43di Francesco_PanzittaAggiornato 13
S&P500: La mia view e i miei livelli di ingressoLasciate un like per rimanere sempre aggiornati sull'andamento e un commento se avete dubbi o domande. Grazie e buon trading a tutti!Short06:35di Francesco_Panzitta10
S&P500: Market sentiment e livelli di ingressoLasciate un like per rimanere sempre aggiornati sull'andamento e un commento se avete dubbi o domande. Grazie e buon trading a tutti!Short05:25di Francesco_PanzittaAggiornato 9
S&P500 Sempre più vicino ai 4000 punti.Continua la forte volatilità ed incertezza sul mercato americano. Dopo il minimo importante fatto il 24 febbraio, lo S&P500, ha ritentato un recupero ma è stato prontamente respinto dalla resistenza in area 4400 punti circa, ritornando tra la settimana scorsa e quella attuale sotto i livelli di apertura della candela del 24 febbraio. Guardando il volume profile, ci troviamo in un'area dove i prezzi potrebbe ancora reggere. Il problema serio potrebbe forse verificarsi alla rottura del minimo del 24 febbraio ovvero alla rottura dei 4000 punti. Il vuoto volumetrico mostrato dal volume profile, mi fa ipotizzare che qualora venisse rotto quel minimo, il mercato potrebbe scendere più rapidamente verso la prossima area supportiva interessante ovvero i 3900 punti circa. Inoltre, una discesa di questo genere confermata da una chiusura, potrebbe attivare il famoso pattern "Death Cross" o "Incrocio della morte". Questo pattern, si attiva quando una media mobile veloce incrocia al ribasso una media mobile lenta. Solitamente le medie mobili che vengono utilizzate sono quella a 50 periodi per la veloce e 200 periodi per la lenta. Il pattern viene interpretato come un segnale di probabile inizio di un bear market. Ovviamente nulla è certo ma è un qualcosa da tenere in considerazione. Se la mia analisi ti è piaciuta lasciami un commento positivo con una donazione o un like come segno di ringraziamento. ** DISCLAIMER ** L'analisi è frutto di mie considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio. di Danilo_Ruttino112
SP500 livelli prezzo per 14-18 Marzo 2022Sp500 cerca nuovi minimi e potrebbe tornare ai prezzi di Marzo 2021 a 3950Short02:58di WeTrading1
Analizziamo il comportamento degli investitori professionali.Con il piccolo rimbalzo odierno, (nel momento in cui scrivo il mini future sull’S&P500 guadagna l’1% circa), il mercato americano conferma di essere una valida alternativa, con una tenuta sostanzialmente soddisfacente rispetto ad altri indici Europei o di Paesi Emergenti. Le motivazioni sono sicuramente da ritrovarsi nella minore dipendenza degli Stati Uniti da fonti energetiche russe e nella capacità degli asset denominati in dollari di attrarre gli investitori che in qualche maniera cercano di posizionarsi su una valuta forte durante le fasi di volatilità. Rispetto ai precedenti massimi di inizio 2022, l’indice S&P500 ha perso “solo” il 12% circa. Come mia consuetudine, periodicamente (specialmente durante gli scossoni di mercato), amo verificare il comportamento di alcune categorie di operatori, per provare ad individuare dei livelli importanti dove poter eventualmente accumulare posizioni da detenere nel lungo periodo. Analizzando la rappresentazione grafica del COT report, possiamo notare come, dal punto di vista comportamentale, durante i veloci ritracciamenti , gli operatori retail (individuati dalla linea rossa) tendano a ridurre la loro esposizione, magari monetizzando i guadagni o limitando le perdite psicologicamente non sopportate. Gli investitori istituzionali e le banche, al contrario, hanno accumulato posizioni durante questa discesa delle quotazioni (linea verde). La situazione di mercato attuale non è di certo semplice, e le prospettive future sembrano essere alquanto deteriorate o incerte. Inflazione, costo delle materie prime, fonti energetiche alle stelle e conflitto che coinvolge una super potenza mondiale, sono un mix esplosivo per la volatilità e l’insicurezza ei mercati, che potrebbero essere sensibili allo spettro di un periodo di recessione che potrebbe essere alle porte. Personalmente, a chi ha liquidità a disposizione, consiglierei di non giocarsi tutte le cartucce “subito”, ma magari di parzializzare l’ingresso (per quanto riguarda il comparto azionario), mantenendo sempre un atteggiamento orientato alla prudenza. di DomenicoIvanPontillo557
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE MERCATI MONDIALIQuesta è un'analisi in cui andrò a condividere tantissimi grafici, asset e correlazioni. Voglio specificare che quelli che leggerete non sono consigli finanziari, bensì dei ragionamenti creati attraverso il tipo di analisi che ora andrete a leggere. S&P500 E VIX Nella precedente analisi avevo indicato come questo bechmark, nel premarket, fosse in territorio pesantemente negativo (alle 14:00 del 24 febbraio perdeva oltre il punto percentuale). Descrivevo tuttavia l’importanza di attendere l’apertura dei mercati delle 15:30. Essa ha sorpreso? Direi proprio di si: l’S&P 500 riesce a reagire con forza segnando alla fine della seduta un poderoso +1,47% per poi riconfermarsi il giorno dopo con una chiusura positiva del +2.24%. I volumi hanno supportato la forza del prezzo: questo segnale è da interpretare come una chiara volontà del mercato di portare lo stesso al rialzo; ribadisco questo concetto in tante mie analisi in quanto l’analisi dei volumi scambiati ci indica sempre un determinato sentiment: se un prezzo rimbalza in una determinata soglia ma lo stesso è accompagnato da bassi volumi, significa in maniera pratica che sono stati pochi gli investitori a spingere un prezzo al rialzo; viceversa, volumi forti indicano un numero rilevante di investitori che hanno portato al rialzo un prezzo. A parer vostro, è quindi più affidabile un prezzo portato al rialzo da pochi investitori o da molteplici di essi? Credo che la seconda opzioni sia più attendibile! Vi ho voluto condividere anche l’RSI, ossia l’indice di forza relativo: in due giorni (giovedì 24 e venerdì 25) l’indicatore è aumentato di 40 punti percentuali circa, confermandoci la forza del prezzo. Analizzando il grafico, abbiamo quindi trovato 3 punti di forza: • Due grandi candele rialziste di rimbalzo • Alti volumi • Forza del prezzo aumentata del +40% Quali sono invece gli aspetti negativi? La volatilità! Il VIX, dopo essere salito il 24 febbraio ad un massimo di 30.31 punti, ha trovato nella sessione di venerdì un supporto a 27.57 punti. Considerando che i livelli del VIX associati ad una relativa stabilità e tranquillità sono al di sotto dei 20 punti, ciò potrebbe presagire un nuovo impulso ribassista. Dopotutto, come spesso scrivo, l’S&P500 tende ad avere performance negative quando i livelli dell’indice di volatilità si presentano alti, come dimostra questa grafica: Vorrei aggiungere ulteriori aspetti tecnici: Come potete osservare nella grafica, la struttura di prezzo tra i 4300$ e i 4250$ (evidenziata dalle frecce nere) ha per il momento resistito: essa è una struttura di grande importanza dal momento che la stessa è stata raggiunta dal prezzo 6/7 volte da luglio 2021 e ad oggi ma non è mai stata rotta. E’ probabile che in quei livelli di prezzo siano piazzati tanti ordini di acquisti che, per il momento, ogni qualvolta vengono “attivati”, riescono a respingere lo stesso al rialzo. Si sta inoltre formando un testa e spalle ribassista con una neckline leggermente obliqua: il fatto il pattern di analisi tecnica si sia formato dopo un grande impulso rialzista (iniziato da marzo 2020) conferisce ad esso una determinata “credibilità”: affermo ciò perché il prezzo si dimostra molto più debole rispetto a qualche mese fa, e ciò è ben evidenziato dall’RSI che si trova in un trend discendete da novembre 2021. La neckline era stata rotta nel premarket di giovedì, tuttavia il prezzo è stato rispinto, andando a rimandare quindi tale evento. Quali sono le strutture che il prezzo incontrerebbe qualora volesse spingersi nuovamente vicino ai massimi storici? Sicuramente la media mobile a 200 periodi ma anche il point of control della figura tecnica di inversione; per chi non sapesse cosa sia, il POC (point of control, appunto) non è altro che uno strumento di analisi volumetrica ottenuto tracciando il “profilo volume ad intervallo fisso” che ci indica qual è stato il livello di prezzo in cui sono stati scambiati più volumi. In questo caso, la linea di prezzo è a valori di 4442$. Qualora il prezzo rompesse al rialzo il point of control del testa e spalle di inversione e la media a 200 periodi, il tutto condito da un VIX in decelerazione, si potrebbe pensare ad una visione dell’S&P500 più “serena”. Vedremo se il tutto accadrà. NASDAQ E VXN Il Nasdaq e il relativo indice di volatilità hanno mostrato una reazione pressochè identica all’S&P500: dopo il premarket di giovedì 24 disastroso, in cui l’indice perdeva oltre 3 punti percentuali, si è vista una grande reazione: +3.40% alla chiusura di giovedì e successiva conferma dal +1.53% venedì. I volumi si sono dimostrati consistenti, come anche l’incremento di forza del +40% da parte dell’RSI. Unica nota negativa il VXN: esso si mantiene a livelli ancora alti, sintomo che l’incertezza all’interno del Nasdaq è ancora abbastanza alta; essa svanirebbe qualora l’indice di volatilità scendesse al di sotto dei 25 punti. Ciò accadrà? Ulteriori aspetti tecnici: Di rilevante importanza la soglia di prezzo a 14000$ (anche soglia psicologica): essa si è comportata dapprima come resistenza (a febbraio e aprile 2021) e successivamente da supporto (a gennaio 2022 e qualche giorno fa). Ogni qualvolta un prezzo genera un qualche tipo di reazione a determinate soglie, come ad esempio dei rimbalzi, significa che per lo stesso prezzo quella soglia ricopre una grande importanza; e dal momento che il prezzo è governato dagli acquisti e dalle vendite degli operatori, allora da ciò ne consegue il fatto che gli stessi operatori, al momento, reputino i 14000$ un terreno di battaglia. Cerco di rappresentare questo “scontro” in questa grafica: La domanda è: chi vincerà la battaglia? Il pattern testa e spalle di inversione che ho indicato due grafiche fa ci suggerisce che potrebbero essere gli orsi ad avere la meglio: questa ipotesi è supportata dal fatto che l’RSI (e quindi la forza del prezzo) si sta via via indebolendo da novembre 2021 (è in chiaro trend ribassista). Ora la neckline, che si presenta più obliqua rispetto a quella del testa e spalle dell’S&P500, sta fungendo da supporto dinamico. Vedremo nell’immediato futuro se essa verrà rotta al ribasso, dando quindi nuova linfa agli orsi. Se invece fossero i tori a voler prendere il comando, le battaglie che dovrebbero vincere sarebbero molteplici: Il primo ostacolo che troverebbero è sicuramente il point of control del testa e spalle. Successivamente, poco sopra, le medie a 50 e 200 periodi. MERCATO OBBLIGAZIONARIO STATUNITENSE Abbiamo visto come i capitali siano nuovamente finiti sul mercato azionario. Poche analisi fa vi descrivevo come il rapporto tra mercato azionario e obbligazionario fosse inverso dal momento che uno di essi andava a performare bene in situazioni di risk-off (obbligazionario) mentre l’altro in risk-on (azionario). Capito questo concetto, come dobbiamo aspettarci abbia reagito il mercato obbligazionario? Vi condivido un grafico orario in cui vado a correlare i titoli di stato del decennale e l’S&P500: Correlazione inversa tra azionario e obbligazionario da manuale di analisi fondamentale: notate come prima dell’alba italiana di giovedì 24 gli operatori si stessero posizionando sui titoli di stato; successivamente, dopo aver digerito la notizia, essi hanno abbandonato gli stessi (che quindi hanno iniziato a disegnare un trend ribassista) per posizionarsi sull’azionario, che è salito in maniera proporzionalmente inversa all’obbligazionario. MERCATO AZIONARIO EUROPEO: STOXX600 Dopo aver analizzato accuratamente i mercati statunitensi, concentriamoci ora su quelli europei. Inizierò concentrandomi sullo Stoxx 600, indice che nelle mie analisi non ho mai menzionato; per chi non lo sapesse, è l’indice azionario composto dalle 600 aziende europee più capitalizzate; possiamo quindi considerarlo come “l’S&P500 europeo”: L’andamento dello Stoxx 600 è molto simile a quello del Nasdaq: abbiamo la struttura a 450€ (che può essere riconducibile a quella dei 14000$ dell’indice tech statunitense) di fondamentale importanza: essa è stata sentita dal prezzo diverse volte (in tutte quelle indicate dai cerchi di color rosso): questo significa che può essere interpretata come il campo di battaglia in cui si stanno affrontando compratori e venditori; questa affermazione è confermata anche dal point of control volumetrico che si trova in prossimità di quei valori (in particolare a 453€): Anche in questo caso il testa e spalle che vi ho evidenziato ha una neckline obbliqua, che per il momento sta fungendo da resistenza dinamica per il prezzo: essa è stata dapprima rotta al ribasso con la candela dal -3,27% di giovedì 24 e poi ri-oltrepassata al rialzo con il rimbalzo del giorno dopo del +3.36%, con dei volumi ben superiori alla media. L’RSI si dimostra debole, con un trend ormai ribassista da metà novembre 2021. Vi condivido ora l’indice di volatilità dello Stoxx 600, ossia il VSTOXX: Come possiamo osservare, l’indice della paura si trova ora a 28.90 punti. Considerando il fatto che l’indice al quale è associato tende a performare male ogni qualvolta la volatilità supera i 22 punti (come potete osservare nella grafica), direi che la volatilità e quindi l’incertezza facciano ancora da padrone incontrastate. Meglio Europa o America? Direi America. Considerate che sia l’S&P500 che il Nasdaq sono riusciti a chiudere entrambe le sessioni di giovedì 24 e venerdì 25 in positivo, mentre lo STOXX600 solamente l’ultimo giorno di contrattazioni. Troviamo conferma a quest’ultima frase condividendo l’indice di forza relativa tra lo STOXX 600 e l’S&P500: Un indice di forza relativo si costruisce dividendo due asset tra loro: • Se il grafico (o il prezzo) tende a salire verso l’alto, significa che l’asset al numeratore sta sovraperformando l’asset al denominatore; se invece tende a scendere, accade l’esatto contrario In questo caso vediamo come il prezzo abbia formato una piccola gamba ribassista: essendo l’asset al denominatore l’S&P500, significa che esso ha sovraperformato lo STOXX 600 (al numeratore). Possiamo quindi concludere come l’America abbia avuto performance migliori rispetto all’Europa. MERCATO OBBLIGAZIONARIO EUROPEO Condivido ora una grafica a timeframe orario in cui vado ad analizzare il Bund tedesco (il titolo di stato tedesco con scadenza a 10 anni). Farò i paragoni con lo STOXX600. La situazione che ora descriverò è molto simile a quella americana: dapprima gli investitori acquistavano obbligazioni per proteggersi dall’incertezza e dalla volatilità del momento, e ciò è testimoniato dalla grande candela rialzista del Bund delle 08:00 italiane di giovedì 24. Successivamente, si ha una rotazione dei capitali: il denaro viene rimosso dall’obbligazionario e immesso nell’azionario, e la conseguenza diretta è riscontrabile nei due grafici, all’interno del rettangolo giallo: l’obbligazionario crea una gamba ribassista mentre l’azionario, al contrario, una rialzista. AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO RUSSO Quali saranno state le chiusure settimanali dell’indice russo MOEX e del titolo di stato a 10 anni? Vediamolo: Situazione abbastanza drammatica nell’azionario russo: chiusura settimanale del -28.27%. Ci sono alcuni aspetti molto importanti da considerare: • Sono stati rivisitati i minimi creati dal mercato durante il crollo indotto dalla pandemia • I volumi che hanno accompagnato il mercato al ribasso sono stati altissimi (189M), addirittura superiori a quelli che avevano accompagnato il prezzo verso il crollo del 2020 • RSI a valori di 17 punti, il che suggerisce quanto forte sia stata la spinta ribassista La situazione non migliora se si va a prendere in considerazione l’obbligazionario: Giovedì 24 si registrano pesanti perdite: il titolo di stato a 10 anni segna una perdita del -9.65% con il contemporaneo rialzo del relativo rendimento; il mercato tenta un recupero il giorno dopo, con una sessione positiva del +2.65%: questo non basta per cancellare le pesanti perdite della sessione precedente. CONCLUSIONI SUL MERCATO AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO Abbiamo visto come i mercati si siano comportati in maniera abbastanza contrastante: per quanto riguarda la Russia, direi che gli investitori abbiano per il momento liquidato buona parte dei loro investimenti. Per quale motivo? Esso è da ricercare nel crash del MOEX di oltre 20 punti percentuali e nel relativo titolo di stato obbligazionario a 10 anni; come ho specificato in una delle mie ultime analisi, quando gli investitori liquidano posizioni (o più in generale investimenti) dal mercato azionario tendono poi a posizionarsi sull’obbligazionario. Questo è accaduto in Russia? Assolutamente no. Gli investitori hanno svenduto sia azioni che obbligazioni; tradotto in parole più semplici, hanno avuto una totale sfiducia nei confronti della nazione. Questi soldi poi dove son finiti? Nelle prime ore del mattino di giovedì 24 nel bund tedesco e nel decennale americano (per la loro natura di beni rifugio in quanto i paesi che li emettono, ossia USA e Germania, essendo solidi dal punto di vista economico finanziario, riuscirebbero sicuramente a restituire l’interesse riconosciuto all’acquirente al momento dell’acquisto delle obbligazioni stesse), e poi successivamente, dalle 15:30 ore italiane, nell’azionario statunitense (con il relativo rimbalzo visto a inizio analisi). Il giorno dopo, venerdì 25, i capitali hanno iniziato a spostarsi anche sull’azionario europeo con relativo rimbalzo dello STOXX 600. La domanda che vi farete ora è:” la paura degli investitori è finita dal momento che essi si stanno posizionando in strumenti ad alto rischio come le azioni?” La risposta, a parer mio, si basa su un concetto di primaria importanza: la volatilità. Essa continua a rimanere stabile a livelli alti come abbiamo visto, e quando essa staziona intorno ai valori considerati poche righe fa, può andare a creare degli squilibri abbastanza evidenti, come una candela dal -5% un giorno e una dal +6% il giorno dopo. E’ vero che tipicamente, nel breve periodo (inteso come una/due settimane) essa tende ad accompagnare il prezzo al ribasso, ma è altrettanto vero che a livello intraday può anche accompagnare una candela dal +5%. Vi faccio un piccolo esempio: Ricordate i motivi per i quali l’azionario americano è in ribasso dagli inizi del nuovo anno? Per questioni legate alla politica monetaria e ad un’alta inflazione. Nonostante ciò, dopo un primo impulso ribassista, il prezzo riesce a riprendere forza segnando quattro sedute consecutive positive al rialzo, con una volatilità che comunque si manteneva alta. Successivamente il mercato ha continuato il suo ribasso. Rende il concetto? A livelli intraday un mercato può reagire e salire, poi a livelli di breve periodo tende comunque a creare dei nuovi impulsi ribassisti. La mia analisi quindi si basa sul concetto che non è una candela rialzista o ribassista a farci capire quale sia il sentiment degli operatori, ma una serie di esse. Avrete capito leggendo l’analisi come l’azionario che l’obbligazionario si siano comportati in maniera troppo contrastante ma ricordate: guardate il breve periodo, non l’intraday. L’intraday spesso da poche informazioni riguardo quello che può essere il vero sentiment. Ora andrò ad analizzare alcuni cambi valutari: vi renderete conto che la situazione rimane pressochè identica. CAMBI VALUTARI: RUBLO, GRIVNIA, DOLLARO AMERICANO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO Ho scelto il rublo russo e la grivnia ucraina per sottolinearvi come una guerra può impattere sulla moneta nazionale di un paese, mentre le successive 3 valute per la loro natura di bene rifugio. USDRUB Il grafico giornaliero del cambio USDRUB ci indica in maniera chiara l’entità del nervosismo avuto dagli operatori all’inizio dei bombardamenti in territorio ucraino: candela di giovedì 24 che raggiunge un massimo a 89.80 punti (+10.85%). Successivamente i nervosismi iniziano a placarsi e il rublo riesce a recuperare 7 punti percentuali. UAHUSD Com’era abbastanza prevedibile, anche la Grivnia ucraina cede terreno contro il dollaro; essa si presenta debole nei confronti della moneta “universale” da ormai inizi novembre 2021, con una marcata accelerazione agli inizi delle minacce di una possibile invasione dell’Ucraina; per aver scontato ciò, giovedì 24 le perdite non sono state paragonabili a quelle appena viste sul rublo russo, ma più contenute. VALUTE RIFUGIO: DOLLARO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO Analizziamo il grafico orario delle tre valute: Comportamenti molto contrastanti: all’inizio dei bombardamenti, sono il Dollaro e lo Yen ad apprezzarsi creando impulsi rialzisti a livello orario; successivamente, dall’apertura delle contrattazioni americane di giovedì 24 fino alla chiusura delle contrattazioni settimanali gli investitori, concentrandosi sull’azionario, escono dai cambi valutari facendoli quindi perdere terreno. CONCLUSIONI SUI CAMBI VALUTARI Vi ho voluto condividere gli andamenti relativi al rublo russo e alla grivnia ucraina per farvi notare come l’andamento di una valuta sia strettamente correlata alla “credibilità” di una nazione; abbiamo notato come entrambe le valute nazionali abbiano ceduto pesantemente terreno. Queste situazioni si vengono a creare quando gli investitori hanno totale sfiducia nei confronti di una nazione. Riflettendoci bene, chi è che acquisterebbe valute di un Paese coinvolto in una guerra? Pochissimi investitori, perché tipicamente una guerra indebolisce economicamente un paese e di conseguenza la moneta (vista la correlazione). Vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione: un rialzo o un ribasso di una moneta sono legati (come le materie prime) alle leggi di domanda e offerta: la dinamica vuole che se la domanda nei confronti di una moneta è alta, essa tende ad apprezzarsi, viceversa a deprezzarsi. Come si può manifestare la domanda di moneta? Attraverso la domanda di beni che si vanno ad acquistare con la stessa. Ciò significa che se noi, ad esempio, volessimo acquistare titoli di stato russi o ucraini, dovremmo acquistarli con la valuta ad essi associata, e di conseguenza rublo o grivnia; abbiamo visto come ci siano state delle svendite sia per quanto riguarda Russia vhe Ucraina, quindi il ragionamento giunge spontaneo: senza richiesta di beni e quindi senza richiesta di moneta, per la legge della domanda e dell’offerta, le due valute nazionali sono andate a deprezzarsi pesantemente, comportandosi in maniera opposta al dollaro, che inizialmente si è apprezzato non solo per il suo ruolo di bene rifugio, ma anche per la domanda di titoli di stato americani: se infatti correliamo a livello orario il dollaro con i titoli di stato a 10 anni, troviamo una corrispondenza: Cosa c’è da dire sullo yen e sul franco? Non hanno agito da beni rifugio, anche perché abbiamo capito come gli investitori si siano poi posizionati sull’azionario americano e europeo, lasciando da parte obbligazionario e, appunto, valute. MATERIE PRIME Le materie prime più legate a questo nuovo conflitto sono sicuramente il petrolio, il natural gas e il grano: L’impulso rialzista del petrolio sembra in questo momento inarrestabile: dai minimi del 2 dicembre a 62.7$, ora ci troviamo a ridosso dei 100$ al barile (superati oltretutto giovedì 24); venerdì 25 il prezzo riesce a prendere respiro andando a perdere 1.31 punti percentuali, ma i rialzi rimangono comunque dietro l’angolo. Che dire del grano? L’ultimo impulso rialzista da me evidenziato con un rettangolo di color rosso è stato causato dalla crescente tensione geopolitica; abbiamo tuttavia assistito ad un rintracciamento venerdì, come accaduto per il crude oil. Osservando il future sul gas naturale americano non osserviamo particolari picchi, ma analizzando quello europeo, ossia il TTF, la situazione cambia drasticamente: +50.25% giovedì 24 e -29.81% venerdì 25: che dire? Volatiltà altissima, legata in maniera indissolubile al conflitto in Ucraina. Perché un rialzo così feroce delle materie prime? Perché il mercato teme che la guerra e le successive sanzioni andrebbero ad interrompere forniture di gas (con influenza successiva sul petrolio) e altre materie prime come , appunto, il grano. Infatti, come ho già specificato nella precedente analisi, si consideri che la Russia è un grande esportatore di gas naturale, di cui l’Europa è fortemente dipendente, considerando che la stessa importa il 41% dei suoi consumi di gas dai gasdotti russi. Da non dimenticare che quest’ultima e l’Ucraina sono anche grandi esportatrici di grano. ORO, ARGENTO E PLATINO I metalli preziosi hanno dapprima agito come beni rifugio andando ad apprezzarsi segnando dei massimi relativi (evidenziati dei cerchietti rossi) poi hanno immediatamente ritracciato, andando venerdì 25 a segnare una candela ribassista. Possiamo dire che essi hanno avuto un comportamento molto simile all’obbligazionario, essendo tutti beni rifugio. CONCLUSIONI MATERIE PRIME E’ abbastanza chiaro che i prezzi delle commodities appena analizzate saranno legate in maniera diretta alle notizie provenienti dal fronte Russo-Ucraino: questo, tradotto in termini tecnici, significa che probabilmente la volatilità continuerà a persistere. E più il conflitto durerà e le sanzioni saranno pesanti, più i prezzi di queste commodities saliranno verso l’alto. BITCOIN Condividendo il grafico orario della crypto per eccellenza, possiamo notare un comportamento molto simile all’azionario vista la grande correlazione che ormai lega i due asset da qualche mese a questa parte: Essendo probabilmente lo strumento più rappresentativo di un clima risk-on, sarà più facile immaginarsi un nuovo impulso rialzista o ribassista? CONCLUSIONI FINALI L’analisi termina qua. Ho cercato di analizzare gli strumenti più interessanti. Questa settimana farò una nuova diretta in cui andrò ad analizzare ulteriori strumenti per darvi una visione ancora più chiara del sentiment e dei migliori asset. Grazie, MATTEO FARCI Selezione editorialedi MatteoFarci121220
Scenari per lo S&P500Fare analisi di scenari con le forti tensioni geopolitiche attuali rende il tutto ancora più complesso. Oggi vorrei comunque ipotizzare dei livelli chiave da monitorare nei prossimi giorni di borsa. Come vediamo dal grafico giornaliero è ormai evidente quanto sia forte e importante area 4200 punti. I prezzi sia nell'attuale correzione sia nella precedente hanno trovato un supporto importante riuscendo a recuperare e chiudere sopra. Deduciamo quindi che una chiusura sotto questo livello potrebbe far scivolare lo S&P500 verso il basso fino al raggiungimento del minimo fatto in area 4100 punti. Per un ritorno a situazione probabilmente più positiva vorrei vedere l'indice chiudere sopra i 4600 punti accompagnato da una volatilità bassa sotto i 20. Nella situazione attuale tutto può essere il contrario di tutto e l'analisi tecnica che dovrebbe portarci ad avere delle probabilità in più a nostro favore, in questi casi di tensioni geopolitiche, fallisce pienamente. A mio parere le uniche scappatoie che abbiamo se vogliamo fare trading sui mercati sono: diminuire le size, rimanere liquidi e attendere momenti migliori oppure fare uno scalping. Lato investing è un discorso diverso perchè potrebbero presentarsi delle buone opportunità. Se la mia analisi ti è piaciuta lasciami un commento positivo con una donazione o un like come segno di ringraziamento. ** DISCLAIMER ** L'analisi è frutto di mie considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio. di Danilo_Ruttino0
SP500 alla ricerca di 4000 punti?24/02 Il break del supporto che avevo individuato ci costringe a modificare lo schema. Abbandono quasiasi idea di rialzi e mi concentro sulla ricerca di ribassi. Il primo supporto pscologico è a 4000 punti... e poi 3900. In questi giorni è meglio navigare a vista in intraday.Shortdi WeTrading0
SP500 21-25 Feb | livelli di supporto e resistenzeSP500 supporto 4290 Res 4400 - 4480 - 4580 Il movimento attuale per me deve prima toccare il supporto e poi potrebbe cercare il rimbalzo. Per la settimana 21-25 Feb 2022 valuterò un BUY sul Supporto Ulteriori aggiornamenti saranno pubblicati in base allo studio dell'orderflow durante gli open americani. Shortdi WeTradingAggiornato 116
Guerre e Mercati Finanziari: come comportarsi?Data la situazione fondamentale attuale - conflitto Russo-Ukraino - vogliamo ricordare alcune buone prassi per il piccolo investitore e retail trader predendo spunto dall’ottimo libro di Cosimo Natoli e Stefano Natoli “Terrorismo, Guerra e Mercati Finanziari” edito da Trading Library. In questo interessante volume gli autori analizzano come i mercati finanziari hanno reagito a eventi importanti come attacchi terroristici e guerre. Come sappiamo uno dei principi dell’analisi tecnica descritto nel celeberrimo "Analisi tecnica dei mercati finanziari" di John J. Murphy e’ che: “il mercato sconta tutto” e cioe’ che il movimento dei prezzi gia’ incorpora tutti quei fattori di tipo fondamentale, politico, psicologico ecc…. Torniamo ai consigli di cui sopra per il trader e l’investitore retail - presupponendo che il trader professionista ha gia’ strategie e procedure per gestire questo tipo di situazioni (una su tutta la copertura con derivati): Cose da NON fare: - Non lasciarsi prendere dal panico, normalmente i mercati poi rimbalzano e quindi non chiudere subito la posizione come effetto nel panico - Non lasciarsi influenzare dalle news - che tendono ad amplificare gli eventi - da “esperti” che non si conoscono o da amici - Non operare intraday se non si possono seguire le posizioni real-time (questo vale sempre) e se non si ha esperienza, in generale non prendere posizioni in momenti di incertezza e non mediare in perdita non sapendo quanto e’ profondo il dip - Non avvilirsi per le perdite ed eventuali stop-loss Cose da fare: - Mantenere la calma e un atteggiamento positivo - Informarsi in modo appropriato da diverse fonti sulla situazione, mantenendo uno spirito critico su quello che di legge e ascolta - Continuare a seguire il proprio piano e la propria strategia - Mantenere una nota delle lezioni apprese e delle emozioni e sensazioni che si hanno, compresi gli insegnamenti che si hanno dalle perdite, cogliere l’occasione per studiare e imparare qualcosa di nuovo Selezione editorialedi TheSocialCryptoClub2229
SP500 futures condizione BUY verificataLo studio della price action intraday mi conferma una view rialzista ... ecco il mio commento per supporti e resistenzeLong02:20di WeTrading0
LE AZIENDE CHE BENEFICIANO DAL RISCHIO GEOPOLITICO RUSSIA-NATOBuongiorno ragazzi. Questa è ufficialmente la prima analisi scritta nel mio blog. Appena sarà possibile, rispettando le linee guida imposte da tradingview, renderò noto il link. Detto ciò, passiamo subito a noi. Da qualche tempo siamo invasi dalle notizie di cronaca secondo le quali la possibilità di guerra tra Stati Uniti (più in particolare, la NATO) e Russia, con la contemporanea invasione dell'Ucraina, sia molto concreta. Ciò ha scosso non solo la popolazione mondiale ma anche i mercati finanziari. Infatti, a causa di ciò e alla possibilità di una Federal Reserve più aggressiva nelle sue manovre di politica monetaria, i maggiori indici americani hanno iniziato a stornare dagli inizi del 2022: E' accettato il fatto che un rischio geopolitico di questa entità andrebbe a danneggiare anche i mercati finanziari mondiali. Ieri, tuttavia, mi chiedevo :"ci sarà mai un settore che potrebbe beneficiare di una possibile guerra?" Ho così cercato le maggiori aziende produttrici di armi. Tra queste ne elenco tre. Lockeed Martin Essa è un'impresa statunitense attiva nei settori dell'ingegneria aerospaziale e della difesa; si pensi che parte del suo fatturato proviene dai contratti con il ministero della difesa o con altre agenzie federali. Essa è la più grande azienda in ambito militare al mondo. Guardiamo ora il suo grafico giornaliero: Il prezzo, da inizi novembre a fine dicembre, ha formato una figura tecnica rialzista: un triangolo ascendente. Esso ha visto la sua rottura con la candela del 27 dicembre 2021. A ciò è seguito un grande impulso rialzista, tale da permettere all'azienda di segnare un +22,8% nel giro di pochi mesi. Ci sono ulteriori aspetti tecnici da notare: notate come il prezzo si trovi al di sopra di entrambe le medie mobili a 50 e 200 periodi: questo è sintomo di grande forza, in quanto la stra gran maggioranza delle aziende quotate nelle principali borse statunitensi si trovano al di sotto di entrambe (al di sotto anche di diversi punti percentuali). Notate ancora come l'RSI (indice di forza relativa) si trovi da inizi 2022 a valori piuttosto alti (tra i 60 e i 77 punti): anche questo è un gran segnale di forza. Prestate ora attenzione all'ultima candela giornaliera dell'11 febbraio: all'annuncio di Biden di una possibile guerra, l'azienda ha segnato un +2.8%. Questo è un caso? Non credo. Molto spesso ci chiediamo: se gli investitori tolgono i loro capitali da determinati mercati, dove vanno poi a riposizionarli? Credo che la risposta ve l'abbia appena data. Come ultima cosa, vi mostro la forza relativa tra l'industria e il bechmark di riferimento, ossia l'S&P500: Notate come l'S&P 500, a lungo, abbia sovraperformato Lockheed Martin. Dopo, agli inizi di novembre 2021, abbiamo avuto un'inversione di tendenza, nella quale l'industria delle armi ha iniziato ad essere ben più forte (per chi non lo sapesse, essendo nella formula aritmetica l'S&P al numeratore e LMT al denominatore, più il bechmark è più forte rispetto all'industria, più il grafico sale a valori più alti; in caso contrario, il grafico tenderà a scendere a valori via via più bassi). NORTHROP GRUMMAN Questa è una multinazionale che, come quella precedente, opera nel campo dell'ingegneria aerospaziale e della difesa. E' una multinazionale nata con lo scopo di fronteggiare l'esigenza di investire nella difesa militare come conseguenza della guerra fredda. Andiamo ad analizzare il grafico giornaliero: Anche quest'azienda sta avendo delle performance strabilianti (+17.5% da inizi novembre 2021). Notiamo innanzitutto come dal doppio minimo formato tra settembre e novembre 2021 il prezzo sia esploso verso l'alto, andando a rivisitare i massimi storici. In quel livello si ha avuta la formazione di un doppio massimo, figura tecnica ribassista, che si è comportata da manuale: quando il prezzo forma questo tipo di pattern, tende poi a scendere, ed è ciò che è accaduto. Il prezzo ha quindi rintracciato fino alla struttura di prezzo da me tratteggiata a 365$ (soglia anche psicologica) per poi ripartire al rialzo, dimostrando la sua forza dopo esser riuscito a passare al di sopra di entrambe le medie a 50 e 200 periodi. Ultima cosa da notare: la candela dell'11 febbraio, coincidente, come ho già spiegato, con le parole del presidente Biden, ha un'intensità di 4.53 punti percentuali; possiamo quindi dire come anche questa multinazionale abbia risentito piuttosto bene del possibile conflitto mondiale. Per quanto riguarda la forza relativa rispetto al benchmark di riferimento, possiamo osservare nel grafico sottostante come, negli ultimi mesi, Northrop Grumman sia stato ben più forte: GENERAL DYNAMICS Questa è l'ultima azienda che analizzerò. Anche essa, come le precedenti due, è una società conglomerata statunitense specializzata in forniture militari formata in seguito a diverse fusioni e dismissioni che dal 2008 l'hanno fatta diventare il quinto più grande defense contractor del mondo. Il suo grafico ci dà le stesse informazioni ricavate dalle altre due aziende: Grande forza del prezzo (+14.5% da inizi dicembre 2021) dimostrabile dalla lontananza di esso da entrambe le medie mobili. Dopo il rimbalzo sulla media mobile a 200 periodi di inizi dicembre 2021, il prezzo ha creato un impulso rialzista. Esso, dopo essersi esaurito, ha rintracciato fornendoci anche un segnale di entrata a mercato intorno al 26 gennaio: rimbalzo sulla media mobile a 50 periodi, coincidente anche con il rintracciamento di Fibonacci 0.5%. Successivamente, accompagnato da ottimi volumi, il prezzo ha ri-superato i massimi relativi a 214$. Considerando anche per quest'ultima azienda la forza relativa rispetto all'S&P 500, possiamo notare come General Dynamics stia sovraperformando in maniera molto forte. Ciò è dimostrato dal trend ribassista fortemente inclinato: CONCLUSIONI L'obiettivo di questa analisi è quello di farvi capire che ogni situazione economica, macroeconomica o geopolitica può sempre tornarci a favore. Tutto il mondo parla di questa possibile guerra e del terrore dei mercati finanziari che, probabilmente, "andranno a crollare". Con queste 3 aziende vi dimostro che non è così. Si tratta di saper cercare sempre il miglior asset, e questo accade con relativa facilità quando si è ben preparati sui mercati finanziari. Spero di avervi dato degli spunti interessanti, Matteo Farci.Selezione editorialeLongdi MatteoFarci2225
INFLAZIONE: LA REAZIONE DEI MERCATI AL DATO PIU' CALDO DAL 1982Buongiorno ragazzi. L’obiettivo di questa idea è analizzare la reazione avuta dai mercati prima, durante e dopo la lettura del dato inflazionistico più alto dal 1982: +7,5% anno/anno. L’analisi è lunga e molto ricca di contenuti e opinioni per cui vi dividerò la stessa in 3 parti in maniera tale da permettervi di leggere quella che più vi interessa: 1. La reazione dei mercati prima della lettura del dato 2. La reazione dei mercati durante la lettura del dato 3. La reazione dei mercati il giorno dopo la lettura del dato Vi suggerisco di leggere tutto perché è fondamentale capire in giornate simili quali siano i posizionamenti degli investitori. Capirlo aiuta a prendere decisioni sulla nostra operatività per massimizzare i profitti. Prima di iniziare l’analisi vi comunico il fatto che sto ultimando un blog dal titolo “macrofinance” in cui condividerò tante altre idee. Pochi giorni e quando sarà ultimato, vi avviserò rispettando le linee guida imposte da tradingview. IL DATO SULL’INFLAZIONE Gli analisti si attendevano un dato dal +7,3% (in accelerazione rispetto al precedente) ma, come spesso è accaduto negli ultimi due anni, sono stati smentiti: +7,5% anno su anno, +0,6% mese/mese. Entriamo nel sito ufficiale del US Bureau Labor of Statistic (ente che rilascia il dato) ed esaminiamo l’aumento dei prezzi categoria per categoria: www.bls.gov Vi riporto i punti salienti: • I prezzi dell'energia sono aumentati del 29,3%; i prezzi della benzina sono aumentati del 49,6% dopo essere scesi del 15,2% nel 2020; quelli del gas naturale sono aumentati del 24,1% nel 2021, molto più dell'aumento del 4,1% nel 2020. Il prezzo dell’elettricità è aumentata del 6,3% nel 2021. • I prezzi dei veicoli nuovi sono aumentati dell'11,8% dopo un aumento del 2,0% nel 2020. I prezzi delle auto e degli autocarri usati sono aumentati del 37,3% dopo essere aumentati del 10,0% nel 2020. Il recente aumento di 12 mesi è stato il più grande cambiamento da dicembre a dicembre nella storia di questo indice. • I prezzi di carne, pollame, pesce e uova sono aumentati del 12,5% dal 2020 al 2021, quasi il triplo dell'aumento del 4,6% nel 2020. I prezzi delle bevande analcoliche sono aumentati del 5,2%. • Aumentano i prezzi dell’abbigliamento con un +5,8%. A tal proposito vi invito a leggere l’idea pubblicata da me il 27 ottobre 2021 riguardo questo argomento, in cui analizzavo l’azienda “Ralph Lauren” descrivendo come i prezzi di cotone, petrolio e fibre sintetiche avrebbero successivamente impattato sull’inflazione e sulle revenue dell’azienda: • Non si riscontrano aumenti nei farmaci da prescrizione PARTE 1: LA REAZIONE DEI MERCATI PRIMA DELLA LETTURA DEL DATO Riscontrato tutto ciò, possiamo quindi capire come il picco inflazionistico non sia ancora arrivato. Detto ciò, cosa si aspettava il mercato qualche giorno prima? Una lettura del dato superiore o inferiore alle stime? Cerchiamo di capirlo attraverso l’analisi degli asset che più rispondono a questa tematica: mondo obbligazionario, Fed Funds, Dollaro Americano e Oro. MONDO OBBLIGAZIONARIO RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI Vi condivido un grafico orario per maggior concretezza. Prendiamo in analisi tutta la settimana iniziata il 7 febbraio fino ad arrivare alla candela antecedente la pubblicazione del dato: Come potete osservare, i rendimenti sul decennale si sono mossi poco e niente. Questo a parer mio significa che gli investitori stavano aspettando la lettura del dato, incerti su quale potesse essere. Perché vi ho condiviso i rendimenti sul decennale? Perché, come dico sempre, un rialzo di esso è legato a prospettive di crescita economica e prospettive inflazionistiche alte. Dal momento che l’economia è in fase di rallentamento, il rialzo è unicamente causato dalla spirale inflazionistica. Come possiamo però osservare, il decennale non ha anticipato nulla, né un dato superiore alle attese tantomeno il contrario; ipotizzando che il mercato si aspettasse un dato superiore alle attese, probabilmente avremmo visto un decennale aumentare il rendimento i giorni prima, viceversa decrementare. Invece non si è mosso. Questo è chiaramente solo uno dei diversi indicatori da considerare quando si esaminano questo tipo di dinamiche. Vediamo gli altri. RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 2 ANNI Anche in questo caso condivido un grafico orario. La stessa analisi compiuta per il decennale può essere applicata anche al due anni in quanto i grafici sono tra loro molto simili: candele molto ristrette e volatilità tanto bassa. Ricordiamo che il rendimento del titolo di stato a 2 anni risponde però a diverse dinamiche: esso è fortemente dipendente dalle mosse di politica monetaria. La logica quindi dice che se gli investitori stessero scontando i giorni prima un dato al di sopra o al di sotto delle aspettative, il rendimento sarebbe aumentato o diminuito gli stessi giorni (questo perché un dato superiore alle aspettative avrebbe probabilmente reso la FED ancora più aggressiva visto anche il dato sul mercato del lavoro molto positivo; lo stesso vale per l’esatto contrario). Questo non è accaduto, segno del fatto che gli operatori fossero incerti. Concludendo, posso affermare che il mercato obbligazionario ci ha trasmesso un messaggio di “incertezza” nei riguardi del possibile valore del dato. I FED FUNDS Ricordo che i Fed Funds sono dei future scambiabili sul CME che rappresentano l’opinione che gli investitori hanno riguardo il valore che i tassi di interesse potrebbero avere ad una determinata data. E’ un future molto utile per diversi motivi: • Dà una visione riguardante il sentiment che gli operatori di mercato hanno riguardo le scelte di politica monetaria futura e ciò assume particolare rilevanza dal momento che i mercati finanziari sono influenzati direttamente e indirettamente da essa . • Permette la possibilità a noi traders di assumere posizioni speculative sulle future mosse da parte della Federal Reserve. Ho parlato di questo argomento in maniera più approfondita in una precedente idea, vi consiglio di leggerla per capirne di più: Tornando a noi, condividiamo il grafico (ancora orario) e studiamo i posizionamenti degli investitori: Come nei precedenti casi, anche qui gli investitori ci hanno fatto capire come fossero incerti: il grafico ha lateralizzato per tutta la settimana, indicazione del fatto che essi, appunto, fossero abbastanza incerti. Perché dico ciò? Considerate il fatto che se si fossero aspettati una lettura più alta delle stime probabilmente avremmo visto i giorni prima un grafico scendere verso il basso (perché un’inflazione più alta delle attese avrebbe sicuramente rinforzato l’idea di un aumento più massiccio dei tassi a marzo, probabilmente di oltre 25 punti base) in caso contrario salire verso l’alto se il CPI fosse stato più basso delle aspettative. Abbiamo invece visto una lateralizzazione. Ricordate sempre che una lateralizzazione, in analisi tecnica, non è altro che un momento incerto in cui gli investitori attendono prima di prendere una posizione, al rialzo o al ribasso che sia; viceversa, può anche essere considerato come quel momento temporale in cui gli investitori caricano il prezzo aggiungendo delle posizioni, prima di farlo esplodere o verso l’alto o verso il basso; per chi non lo sapesse, il “caricare” le posizioni è una strategia atta a massimizzare un profitto. DOLLARO AMERICANO Vediamo se il dollaro statunitense poteva fornirci un’indicazione diversa rispetto agli altri asset. Utilizziamo gli stessi parametri temporali: Stessa identica situazione: lateralizzazione. Quali potevano essere gli scenari? Se gli operatori si aspettavano in anticipo un dato eccessivamente caldo il valore del dollaro sarebbe salito (in quanto, come ho descritto in precedenza, un dato superiore alle attese avrebbe probabilmente reso la Fed più aggressiva con una diretta conseguenza sul rialzo dei tassi che sarebbe andato a rafforzare il rendimento del dollaro), viceversa sarebbe sceso. Invece il grafico non ha preso una vera e propria direzionalità. ORO Nel grafico orario del future sull’oro possiamo notare una direzionalità, in particolare verso l’alto: A parer mio ciò non è dovuto al fatto che gli investitori stessero scontando un dato positivo o negativo. Contestualizzo questo rialzo facendo riferimento alla crisi geopolitica creatasi da ormai qualche tempo tra Stati Uniti e Russia. L’oro, essendo bene rifugio, è lecito che si apprezzi in situazioni come quella appena descritta. Proprio a causa di questo “rumore di fondo”, non reputo quindi questo rialzo attendibile ai fini dell’anticipazione del CPI. S&P500 E NASDAQ Gli indici più importanti come hanno reagito nella settimana presa in esame fin’ora? Dalle analisi credo che gli investitori avessero già scontato un aumento dei tassi a marzo e una lettura dell’inflazione non più alta delle stime. Vediamo perché: I grafici sono molto simili tra loro: i primi giorni della settimana continuavano a scrollarsi di dosso il rapporto sul non farm-payrolls che è stato importante ai fini della future scelte di politica monetaria, come spiego nell’idea pubblicata qualche giorno fa: in contemporanea, i livelli del VIX per l’S&P e del VXN per il Nasdaq continuavano a salire, sintomo del fatto che gli investitori fossero “impauriti” (ricordate che gli indici di volatilità sono conosciuti come gli “indici di paura”). Dopo tutto è cambiato: dal 9 febbraio (giorno prima dell’uscita del CPI), entrambi i bechmark sono saliti e, in contemporanea, entrambi gli indici di paura sono scesi, arrivando a toccare valori di relativa tranquillità (20 punti per il VIX e 25 per il VXN). La domanda è: se gli investitori si aspettavano un dato che superava le aspettative, avremmo visto questo comportamento da parte degli indici? Assolutamente no, specie per il Nasdaq, essendo fortemente growth (e quindi molto più penalizzato in quanto le aziende growth facenti parte dell’indice avrebbero avuto le loro revenue future erose dall’inflazione). Avremmo visto probabilmente gli indici della paura salire e contemporaneamente i benchmark scendere. La loro tranquillità è dimostrata dalla volatilità in contrazione. Riassumendo il tutto, abbiamo quindi avuto dei segnali contrastanti: • Gli investitori obbligazionari erano incerti • Gli investitori sul dollaro erano incerti • Quelli sull’oro avevano la loro attenzione non solo sull’uscita del dato, bensì più sul fronte geopolitico • Quelli sugli indici scontavano un dato relativamente “tranquillo” (dico relativamente perché un’inflazione intorno al 7% è eccessivamente dannoso per un sistema economico). Posso concludere questa prima parte dicendo che il mercato, in generale, era abbastanza incerto. Affermo ciò in quanto le mie analisi sono state contrastanti tra loro. PARTE 2: LA REAZIONE DEI MERCATI DURANTE LA LETTURA DEL DATO Vediamo ora la reazione alla lettura del dato: condividerò per ognuno degli asset un grafico orario, cercando di commentare i perché e i per come delle reazioni: S&P500 E NASDAQ Come era prevedibile, il +7,5% anno/anno ha scosso i due bechmark, che hanno tuttavia riportato perdite diverse: • All’uscita del dato e per la mezz’ora successiva (ossia il momento della giornata con più volatilità) l’S&P ha perso il -0,9% mentre il Nasdaq il -1,47%. Questa differenza è da ricercare nella diversa asset class degli indici: il Nasdaq essendo pesantemente tecnologico ne ha logicamente risentito di più dal momento che le revenue delle sue aziende, essendo orientate nel futuro, sono minacciate dalla stessa inflazione; l’S&P invece, avendo maggiormente aziende value, ne ha risentito di meno. • Alle 22, alla fine delle contrattazioni, quello a perdere di più (per gli stessi motivi sopracitati) e il Nasdaq, che segna un -2,16% (l’S&P chiude con un -1,78%) • Notate i volumi: come è normale che sia, all’uscita di un dato del genere si crea il caos in cui alcuni investitori (o retail) aprono e chiudono posizioni (per speculazione o per copertura), e ciò si riflette poi nella quantità di volumi scambiati • Il dato ha creato paura ed emotività: questo è dimostrato dagli indici di volatilità. Il VIX segna un +19% mentre il VXN un +9% In conclusione, come possiamo riassumere il tutto? La notizia non è stata presa affatto bene. MONDO OBBLIGAZIONARIO Sul mondo obbligazionario c’è ben poco da dire; esso si è comportato da manuale: • Il rendimento sul decennale è esploso al rialzo, spinto da paure inflazionistiche persistenti (e infatti, come dico ormai a sfinimento, tale rendimento risponde proprio a quel tipo di dinamica): +3,42% all’uscita della notizia e un +6,5% dall’uscita del dato alla chiusura delle contrattazioni. Superato il 2% di rendimento. • Stesso discorso per il 2 anni. Un aumento sopra le attese avrebbe significato una Fed più aggressiva (con tassi di interesse applicati più alti). Gli investitori hanno rispettato le attese? Direi di si: +7,33% all’uscita del dato e un +21,5% dall’uscita del dato alla chiusura delle contrattazioni. DOLLARO AMERICANO Nel dollaro possiamo notare tanto nervosismo. Come era normale che fosse, la lettura del dato ha portato tanta volatilità, permettendo al prezzo dapprima di aumentare del +0,47%, per poi rimangiarsi tutto con le candele delle 16:00 e delle 17:00. Verso fine sessione abbiamo poi riassistito a un nuovo impulso rialzista. Da notare anche i volumi: sono aumentati vertiginosamente alle 14:30, per poi diminuire via via che ci si avvicinava alla fine della sessione di contrattazioni. Per quanto riguarda la mia opinione, esso non si è proprio comportato da manuale. Come ho spiegato nella parte 1, una lettura del dato sopra le stime avrebbe significato sicuramente una FED ancora più aggressiva nella quantità e nell’entità dei rialzi dei tassi di interesse (visto anche l’ottimo rapporto sul mercato del lavoro) che avrebbe dovuto quindi rinforzare la valuta (una valuta con tassi di interesse più alti è più attraente per gli investitori esteri). Questo però non è accaduto; la valuta ha sicuramente chiuso la giornata in positivo, ma non come mi aspettavo. E’ forse cresciuta di valore il giorno dopo? Se volete saperlo, leggete anche la parte 3! ORO Stessa sorte è toccata all’oro. Eccessivo nervosismo dalle 14:30 alle 15:00, e ciò è dimostrabile dalle grandi upper e lower shadows della candela oraria delle 14:00. Nelle ore dopo il metallo prezioso ha provato ad apprezzarsi riuscendoci, per poi tuttavia chiudere la giornata in negativo. Da notare i volumi superiori alla media: più si avvicinava la fine della seduta delle contrattazioni, più diminuivano. I volumi si sono comportati in maniera quasi speculare a quelli visti sul dollaro americano. Sapete cosa significa questo loro decremento graduale? Che gli operatori su questi due asset avevano assorbito la notizia e si stavano semplicemente “calmando”; come ho spiegato prima, la lettura di questi dati macroeconomici porta a mercato tanto nervosismo ed emotività: un modo efficace per capire se queste sono in fase di diminuzione è studiare i volumi: essi, in questo senso, non mentono mai! FED FUNDS Comportamento da manuale dei Fed Funds. Come vi ho illustrato nella grafica, alla lettura del dato il future ha perso il -0,15%. Ciò in termini più pratici cosa significa? Come ho scritto in un’idea pubblicata qualche settimana fa, per capire l’entità dei tassi di interesse scontati dagli operatori, bisogna applicare la semplice differenza: 100 (TASSI DI INTERESSE ALLO 0%) – VALORE DEL FUTURE Sottraiamo ora alla quantità 100 la differenza tra 100 e il -0,15% (cioè quello scontato dal mercato alla lettura del dato): 100 – (100 -0,15%) = 0,15 PUNTI BASE Quindi, in conclusione, cosa ci ha riferito il grafico sui Fed Funds? Che, dopo la lettura del dato sull’inflazione più alta dal 1982, il mercato si aspetta un ulteriore rincaro dei tassi di interesse di 15 punti base. Tutto chiaro? Se non lo fosse, vi invito a leggere l’idea riguardante i Fed Funds: oppure cercarmi in privato! BITCOIN Essendo la crypto uno degli asset più volatiliti del mercato, non deve stupire la sua escursione di 3 punti percentuali, al rialzo e al ribasso. L’asset si è comportato in maniera simile all’oro, andando a perdere alla lettura del dato un -2.7%, recuperando dopo con tre candele rialziste dal +4,1% per poi rimangiarsi tutto a fine seduta. Grande aumento dei volumi, seguentemente diminuiti all’avvicinarsi della chiusura delle contrattazioni. PARTE 3: LA REAZIONE DEI MERCATI IL GIORNO DOPO LA LETTURA DEL DATO In quest’ultima parte andrò ad esaminare essenzialmente la chiusura di tutti i principali mercati, per capire quale sia stata la reazione finale al dato sul CPI. Partiamo dai due benchmark di riferimento. S&P500 E NASDAQ Direi che dalla lettura del dato alla chiusura della settimana entrambi abbiano performato molto male, soprattutto il Nasdaq con un -5,06% (S&P500 un -3,5% circa). Interessanti gli indici di paura, incrementati in maniera preoccupante: +44,3% per il VIX e un +27% per il VXN. Questi valori potrebbero significare alta volatilità e paura anche la prossima settimana e questa mia ipotesi è rafforzata da un fatto particolare: focalizzate la vostra attenzione sui volumi. Notate come essi siano andati in crescendo verso la fine della sessione di venerdì? Ecco, questo significa grande volontà da parte degli investitori di portare il prezzo a valori ancora più bassi. Vedremo la prossima settimana in cosa si tradurrà questa loro azione. ANALISI SETTORIALE: QUALI SONO STATI I MIGLIORI SETTORI DOPO LA LETTURA DEL CPI? In basso vi riporto le performance settore per settore dopo il comunicato del US Bureau of Labor Statistics. Mi vorrei soffermare in particolare su 3 settori: 1. Settore dei beni discrezionali 2. Settore dei beni di prima necessità 3. Settore tecnologico • Riferendomi a chi utilizza l’analisi intermarket come me, vi siete chiesti il motivo per il quale il settore dei beni discrezionali abbia registrato delle performance inferiori al 4%? Perché è il settore più vicino all’economia essendo esso fortemente ciclico. Come spiegavo in una mia precedente idea, le aziende facenti parte dell’etf di questo settore operano nel campo della vendita al dettaglio (specialità, multilinea, Internet e marketing diretto); alberghi, ristoranti e tempo libero; tessili, abbigliamento e beni di lusso; beni durevoli per la casa; automobili; componenti per auto; distributori e prodotti per il tempo libero (ossia dei beni discrezionali, non essenziali); tutti questi settori vanno a performare bene in periodi economici stabili e forti, mentre vanno a soffrire quando un’economia inizia a vacillare. Come vi ho detto precedentemente, un’alta inflazione va a danneggiare un sistema economico e quindi appare piuttosto normale ai miei occhi vedere il settore XLY performare peggio di altri. Tutto chiaro? • Continuando il senso del discorso, appare quindi piuttosto scontato il fatto che il settore dei beni di prima necessità sia stato quello a soffrire di meno. Esso è il settore difensivo per eccellenza: le aziende all’interno dell’etf operano nei settori della vendita al dettaglio di prodotti alimentari e di base, bevande, tabacco, prodotti per la casa e prodotti personali (quindi beni di prima necessità); le performance di questo settore vanno a “difendersi” piuttosto bene in periodi economici di rallentamento o comunque incerti in quanto le loro revenue rimangono piuttosto “stabili” dal momento che il loro modello di business si basa sulla vendita di prodotti di cui la popolazione non può farne a meno; ed ecco quindi che la lettura caldissima del CPI non è andato troppo ad intaccare le sue performance, in quanto se esso in un futuro andrà a far vacillare l’economia statunitense (come sta tutt’oggi facendo), queste aziende non soffriranno troppo (o per lo meno, soffriranno meno di altre). • Per quanto riguarda il settore tecnologico, applichiamo lo stesso ragionamento fatto fin’ora riferendoci al Nasdaq: tutte le aziende facenti parte del settore tech sono per lo più growth, ossia non basano i loro guadagni nel presente ma, avendo una visione di crescita nel lungo periodo, basano i loro fatturati in periodi spostati nel tempo. Un’alta inflazione, per definizione, và ad erodere i guadagni. Per cui: se le prospettive di inflazione (anche per il futuro) rimangono alte, è abbastanza normale che gli investitori non acquistino azioni (o comunque derivati di azioni) per speculare sulla loro crescita futura, in quanto l’inflazione limiterebbe fortemente la loro crescita. Ecco quindi che il settore tecnologico perde più rispetto agli altri settori. Attenzione però: con questo non voglio dire che il settore tecnologico non crescerà più fin tanto che i dati sul CPI rimarranno alti, dico solo che sarà più penalizzato se confrontato ad altri settori (come, ad esempio, il settore dei beni di prima necessità). Come ultimo settore da analizzare ritroviamo quello energetico, l’unico in territorio positivo. Che dire? La fortissima correlazione con il petrolio sta permettendo performance che ad ora, per altri settori, sono proibitive. Sarà di estrema importanza studiare le prossime mosse della OPEC (organizzazione mondiale dei paesi produttori di petrolio) per poter avere una visione più chiara delle performance che l’energy sector potrà offrirci nelle prossime settimane. Come opinione personale posso affermare che in tempi di alta inflazione il settore energy performa piuttosto bene grazie al fatto che il petrolio, in cicli economici di questo tipo, tende a sovraperformare. Da non dimenticare il fatto che esso è value, caratteristica settoriale che sta tendendo a sovraperformare da dicembre 2021 il suo “rivale” growth, come è possibile osservare nella grafica che segue: MONDO OBBLIGAZIONARIO Vi condivido come ho fatto fin’ora i due rendimenti dei titoli di stato USA più conosciuti: il 2 anni e il 10 anni. Successivamente analizzo il loro spread: Dopo il grande impulso rialzista segnato alla lettura dell’inflazione (se lo aveste fatto vi consiglio di leggere anche la parte 1 e 2 in cui spiego tutto), entrambi i rendimenti l’ultimo giorno di contrattazioni della settimana hanno rintracciato brevemente. Mi aspetto un ulteriore incremento da parte dei due in quanto le tensioni inflazionistiche continuano a permanere (il picco inflazionistico non è stato ancora raggiunto) e perché confido in una FED ancora più aggressiva che in un modo o nell’altro, attraverso la politica monetaria, cercherà di calmierare una situazione macroeconomica oramai sfuggita di mano. Ricordate ancora una volta: 1. Le decisioni di politica monetaria vanno ad impattare sui rendimenti dei titoli a 2 anni 2. Le tensioni inflazionistiche sui rendimenti del decennale Per quanto riguarda lo spread, esso continua a contrarsi. Per chi non conoscesse questo spread e volesse capirne di più, consiglio la lettura di questa idea da me pubblicata in cui parlo dell’argomento: Tornando a noi, esso ora si attesta al 0.41%. Ricordo che lo 0% sarebbe il segnale di una possibile recessione. Ragionando in maniera logica, cosa dovrebbe succedere affinchè lo spread arrivi a livelli dello zero? Essendo una sottrazione, i rendimenti del 2 anni dovrebbero crescere maggiormente rispetto a quelli a 10 anni. Perché accada ciò, dovremmo vedere quindi una FED più aggressiva, tanto da far esplodere i rendimenti a 2 anni ,appunto. Questo potrebbe accadere nel caso in cui la banca centrale sorprendesse gli investitori con una politica monetaria ancora più aggressiva (ciò con rialzi di tassi di interesse più aggressivi sia in quantità che in intensità). Allora, a quel punto, potremmo vedere uno spread contrarsi ancora di più. E se fosse, spiegato in termini più pratici, cosa potrebbe accadere all’economia? Un rialzo molto aggressivo dei tassi di interesse potrebbe bloccare pesantemente essa in quanto i privati e le imprese non avrebbero più facilità di accesso al credito, e questo si rifletterebbe in maniera diretta sulla fiducia dei consumatori, che andrebbe a calare ulteriormente. A cosa si andrebbe incontro se le condizioni diventassero tali? Un rallentamento delle vendite al dettaglio che, successivamente, porterebbero chiaramente ad un ulteriore rallentamento economico che sfocerebbe poi in una recessione. Avete capito ora il motivo per cui è importante dare sempre un’occhiata a questo spread? Le dinamiche che ci stanno dietro sono simili a quelle da me descritte. MATERIE PRIME Cercate il miglior asset in assoluto di questi ultimi mesi? Guardate l’ETN di Bloomberg sulle materie prime, che racchiude un paniere di tutte le commodities (in cui una parte rilevante è riservata alle energetiche): L’ultimo impulso rialzista, ancora non terminato, è nato agli inizi di dicembre 2021 circa. Nella grafica spiego come sia ancora conveniente, a parer mio, investire in materie prime; il motivo è da ricercare nel rapporto tra le performance delle varie asset class e i cicli economici. Mi spiego meglio. Un cambio di ciclo economico non è anticipato unicamente dai dati macroeconomici e dal mercato obbligazionario, bensì anche dal trend delle principali asset classes, ossia azioni, obbligazioni e materie prime. Quando ci avviciniamo a un cambio di ciclo economico (come sta accadendo ora, da espansione economica a rallentamento economico) i primi asset ad invertire la loro tendenza sono le obbligazioni, che passano da essere rialziste ad essere ribassiste (e infatti, se andate a vedere i grafici dei titoli di stato, essi sono tutti ribassisti): Successivamente è il mercato azionario ad invertire il suo trend; è quello che sta succedendo dal momento che i mercati americani (e non solo) stanno soffrendo pesantemente? E’ probabile. Dopo l’inversione del mercato azionario, arriva quello delle materie prime. Credo che esse abbiano ancora spazio per correre al rialzo dal momento che non si ha ancora la certezza schiacciante che il ribasso dei mercati azionari degli ultimi tempi siano imputabili proprio al cambio di ciclo economico. Staremo a vedere. Continuando il nostro discorso sulle materie prime, come ha chiuso infine la settimana il Gold? Direi piuttosto bene: Riesce a raggiungere i 1860$, impresa da non poco vista l’eccessiva difficoltà riscontrata in tutto il 2021 (considerate che il metallo prezioso è riuscito a raggiungere tale prezzo soltanto 4 volte dagli inizi del 2021). C’è da contestualizzare il tutto. La candela dal +1,77% di venerdì trova origini probabilmente dalle parole di Powell di venerdì, parlando di una possibile guerra mondiale se la Russia fosse arrivata alle armi. E l’oro che fa? Si comporta da manuale. Essendo bene rifugio anche per quanto riguarda le crisi geopolitiche, mette a segno una performance giornaliera strabiliante. Sarà necessario monitorare da vicino il susseguirsi della vicenda USA-Russia-Ucraina, perché l’oro sta rispondendo alla crisi in maniera abbastanza diretta. DOLLARO AMERICANO Dopo il nervosismo di giovedì 10, gli investitori hanno ripreso coscienza e, da manuale, hanno fatto apprezzare il biglietto verde. Come altre tante situazioni che vi ho già mostrato nell’idea, anche questa è degna di un manuale di analisi fondamentale: abbiamo già detto che un’alta inflazione probabilmente rafforza l’idea della FED di una politica ancora più aggressiva, con tassi di interesse più aggressivi sia in quantità che in entità: a ciò corrisponde il rafforzamento del dollaro, che aumenterebbe di conseguenza il suo tasso di rendimento e quindi il suo appeal nei riguardi degli investitori esteri. La domanda che tutti si pongono è: il trend rialzista riprenderà con forza? Questo lo vedremo, ma la mia visione è long. FED FUNDS Nella parte 2 avevamo visto come l’emotività degli operatori avesse scontato all’uscita del dato sull’inflazione un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 15 punti base per la riunione di marzo. Ebbene, il giorno dopo parte dell’emotività è stata rimangiata dal momento che i Fed Funds hanno segnato un rialzo dello 0,11%. In termini prettamente pratici ciò significa che se il prezzo del future scadenza marzo 2022 si attesta a 99.71, possiamo utilizzare la differenza di cui ho parlato precedentemente per verificare, ad oggi, quale sia il tasso di interesse che il mercato si aspetta: 100 (tasso di interesse allo 0%) – 99.70 (prezzo del future scadenza marzo 2022) = 0.30 punti base Ad oggi, quindi, il mercato si aspetta (a marzo 2022) un tasso di interesse allo 0.30% BITCOIN Come ultimo asset analizzo il Bitcoin. Anche esso sembra aver risentito del dato sull’inflazione vista la candela rossa dal -4,05% di venerdì alla chiusura della settimana. Ad ora siamo in un trend ribassista dal momento che lo stesso prezzo si ritrova sotto entrambe le medie mobili da me utilizzate (quella veloce, a 50 periodi, e quella lenta, a 200 periodi). Ci sono alcuni aspetti tecnici che voglio mostrarvi: 1. Il prezzo potrebbe continuare la sua salita fino ad arrivare a livelli di prezzo coincidenti con i rintracciamenti di Fibonacci di 0.38%, 0.5% e 61.8% per poi riprendere la sua discesa. Tuttavia troverebbe diversi ostacoli: entrambe le medie mobili ma soprattutto il point of control volumetrico, coincidente proprio con gli stessi rintracciamenti. 2. Abbiamo avuto un segnale rialzista dato dal golden cross, ossia lo scavallamento della media mobile a 50 periodi a danni di quella a 200 periodi 3. Si è parlato tanto della correlazione tra la crypto e il Nasdaq: in basso, utilizzando il coefficiente di correlazione, vi mostro come essa stia svanendo. Basterà questo per far risalire la crypto? Insomma, gli ostacoli che Bitcoin incontrerà qualora volesse rivisitare valori di 50K dollari o 60K dollari sono tanti. Vi ho mostrato alcuni accorgimenti a cui prestare attenzione. LE PAROLE DI BIDEN SU UNA POSSIBILE GUERRA MONDIALE HANNO SCOSSO I MERCATI? Il venerdì pomeriggio è giunta a noi attraverso i media una notizia alquanto raccapricciante: Biden ipotizza una clamorosa guerra mondiale nel caso la Russia puntasse le armi. C’è effettivamente stata una reazione dei mercati a questa notizia? Proviamo a capirlo studiando i prezzi dei beni rifugio Oro, Yen giapponese, Franco Svizzero e Dollaro Usa (bene rifugio di breve termine) confrontandoli con l’S&P500 in un timeframe a 30 minuti. L’idea termina qua. E’ lunghissima (24 pagine) ma credo che sia fondamentale capire l’impatto che un dato macroeconomico come quello dell’inflazione può avere prima, durante e dopo la sua uscita. Ho fatto uno sforzo non indifferente per poter contribuire in questa community con un’analisi del genere, quindi spero possiate apprezzare. MATTEO FARCI Selezione editorialedi MatteoFarci191926
Pannello volatilità - Siamo ancora su valori alti.Prima di valutare l’ingresso in qualsiasi posizione, un’attenta analisi che svolgo con una cadenza di ogni 15 giorni circa, fa riferimento agli indicatori del mio pannello della volatilità. Per quanto riguarda la selezione di singole azioni, continua la bassa propensione al rischio. Non riesco a far combaciare strategie di trend following di medio periodo con i setup tecnici su aziende valutate attentamente dal punto di vista dei fondamentali. Questo significa, per la mia operatività, rimanere flat e non aprire nuove posizioni. Come indicai in una recente idea, cerco di non restare bloccato nel loop del revenge trading (solo per il gusto di provare a recuperare il drawdown), pertanto negli ultimi 15 giorni sul mercato americano non ho effettuato nuove operazioni, ma continuo nella gestione delle operazioni al momento aperte. L’indice Vix è in fase di risalita su valori alti, così come il VVIX mostra una “instabilità della volatilità”. Le condizioni del mercato caratterizzate da volatilità elevata ed instabile, sono decisamente inadatte ad un’operatività di tipo trend following su segnali di breakout, considerato il rischio elevatissimo di falsi segnali. In risalita anche il put call ratio, probabile segnale di un incremento delle opzioni aperte di tipo Put (visione non rialzista del mercato). Per quanto mi riguarda, altra settimana di studio e di monitoraggio delle aziende e dei mercati che potrebbero dare dei “segnali”. di DomenicoIvanPontillo7