REPORT Mercati Finanziari [11/05/2022]Buongiorno!
#ftsemib40: +654,42 punti (+2,84%) quota 23.724
#dax30: +293,90 punti (+2,17%) quota 13.828
#sp500: -65,87 punti (-1,65%) quota 3.935
#dowjones: -326,63 punti (-1,02%) quota 31.834
#nasdaqcomposite: -373,44 punti (-3,18%) quota 11.364
#eurostoxx50: +93,07 punti (+2,62%) quota 3.647
#Eurozona, la presidente della #BCE Christine #Lagarde ha dichiarato: “La mia aspettativa è che gli #acquisti netti dovrebbero concludersi all’inizio del terzo trimestre” e il primo rialzo dei tassi, “avverrà qualche tempo dopo la fine degli acquisti netti di attività. Non abbiamo ancora definito con precisione la nozione di qualche tempo dopo ma sono stata molto chiara che questo potrebbe significare un periodo di poche settimane”.
In #USA le scorte di greggio ammontano a 8,487M, un dato negativo per il prezzo del #petrolio rispetto alle previsioni (-0,457M).
L’indice dei principali #prezzi al #consumo (aprile) in crescita dello 0,6% supera le aspettative a +0,4%.
A domani!
Idee operative ES1!
Cot Report Mini sp500 - Continua l'indecisione Dall'analisi grafica del Cot Report relativa al future Mini Sp, rispetto ai recentissimi movimenti caratterizzati da volatilità ed indecisione, non vediamo particolari divergenze di comportamento tra le varie categorie di investitori.
In parcolare abbiamo visto durante la prima fase del ritracciamento ed in corrispondenza degli ultimi due minimi, una tendenza net long da parte degli istituzionali, con i retailers sostanzialmente neutri ed i commercials nel ridurre il posizionamento short.
Attualmente sembrerebbe essere prevalente un momentaneo atteggiamento attendista, probabilmente in valutazione dei risultati delle trimestrali e di ulteriori sviluppi sul fronte Russo-Ucraino.
Le prospettive economiche sono tutte in deterioramento e per quanto riguarda i mercati finanziari, un' importante iniezione di positività potrebbe essere data da accordi di risoluzione del conflitto, attesa la persistenza di prospettive al rialzo dei tassi, spettro della recessione, inflazione persistente.
LE POLITICHE HAWKISH SPAVENTANO I MERCATIBUONGIORNO FOREX DEL 22.04.2022
Si mantiene alta la tensione sui mercati finanziari, ieri Powell ha confermato la volontà della FED di combattere la corsa dei prezzi, e la necessità di un rialzo tassi a maggio di 50bp, dando il via ad un processo di “ normalizzazione” delle politiche monetarie. La reazione del mercato non si è fatta attendere, il comparto equity ha chiuso la giornata con pesanti ribassi, andando a segnare i nuovi minimi per questa settimana, mostrandosi sotto attacco anche dal comparto obbligazionario, che nella sua continua caduta dei prezzi, trova rendimenti decennali non lontani dal 3%, che offrono sempre più allettante prospettiva per gli investitori in fuga dal mondo azionario.
La giornata di ieri si è caratterizzata anche da una rinnovata forza del biglietto verde, che sulla prospettiva di un rialzo tassi, ha ripreso la sua corsa a rialzo, dopo il breve, quanto necessario storno visto due giorni orsono. La forza schiacciante del biglietto verde ha riportato verso i minimi tutte le altre majors, dalle oceaniche, con un dollaro neozelandese debolissimo, fino alla sterlina e all’euro.
La sterlina, che vive una fase di profonda debolezza, continua a non godere del favore degli investitori, che trovano nella stretta monetaria della BOE e nell’altissima inflazione motivi più che validi per proiettare la congiuntura macro britannica tra le peggiori del G-20, creando quindi sfiducia nella valuta di riferimento.
Non va meglio per l’euro, che ieri ha visto un nuovo record nell’IPC annuale, che balza oltre il 7%, decretando la naturale reazione della valuta unica di profondo ribasso. Ricordiamo che un’alta inflazione genera di norma, come letteretura macroeconomica vuole, un deprezzamento della divisa di riferimento, ma in una fase storica in cui i tassi di interesse sono a zero o quasi, l’aspettativa di possibili interventi futuri da parte delle banche centrali volti ad un rialzo tassi, favorisce acquisti massicci da parte degli investitori che cercano di entrare sul mercato a prezzi ancora favorevoli.
Pertanto , mentre il dollaro americano , che vive si una fase di forte inflazione, gode di aspettative di rialzi tassi da parte della banca centrale, lo stesso non si puo dire per la moneta unica, sulla quale grava l’alta inflazione non contrastata da nessuna aspettativa di imminente rialzo tassi, generando pertanto la fisiologica svalutazione dell’Euro.
Il comparto valutario risponde in pieno alle dinamiche dell’ equity,con lo yen giapponese che finalmente respira dai minimi, in conseguenza delle forti perdite del mondo azionario, dando un timido segno di riequilibrio dalle forti condizioni di ipervenduto che avevamo visto nei giorni scorsi.
Dovremo necessariamente attendere gli sviluppi delle dinamiche intermarket , nelle quali il comparto equity sembra dettare il ritmo per eventuali ulteriori storni dello yen giapponese e allunghi del biglietto verde.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Analisi IntermarketPeriodicamente cerco di metter assieme vari tasselli per migliorare la mia comprensione della macro – picture dei mercati.
Partendo in alto a sinistra, considerando il Mini Future dell’SP500 e confrontandolo con il COT report, si può notare come sulla recente discesa i Large Traders abbiano sensibilmente incrementato le loro posizioni long in sostanziale bilanciamento con i Commercials ed i Retailers. Nessuna categoria al momento sembrerebbe essere in grado di prendere il sopravvento e far partire un trend.
Continuando l’analisi e considerando la forza relativa tra un paniere di materie prime – CRB Index - il gold e l’SP500, possiamo notare come sia l’oro che le materie prime tendano ad esser più forti del mercato di riferimento azionario.
A questo si aggiunge la crescita del dollar Index. Queste informazioni ci fanno pensare all’adozione di strategie difensive.
Il Vix continua ad essere su valori alti, e l’andamento dei tassi d’interesse ci fa capire che gli operatori hanno prediletto la riduzione della duration di portafoglio.
S&P: aggiornamento ciclicoIeri l'indice USA ha violato e chiuso sotto l'ipotetica onda 1 (retta e cerchietto blu) annullando l'ipotesi che dal minimo del 24 Febbraio fosse partita un onda impulsiva come ipotizzato nell'idea precedente allegata. Il ciclo partito dalla chiusura annuale, sempre del 24, è giunto però a 32 giorni di vita e siamo quindi nei tempi consoni ad una chiusura di ciclo intermedio (mezzo trimestrale). Scomponendo questo ciclo in sotto cicli, abbiamo un settimanale che è partito il 1 Aprile ed è giunto ieri a 6 giorni, potremmo quindi vedere già un rimbalzo da oggi, sull'area della prima resistenza volumetrica posta a 4383. E' comunque possibile un ulteriore discesa poiché i tempi non sono ancora esauriti. Eventuali supporti successivi sono quelli segnalati in grafico. Molto importante è il minimo a 4101 che se violato metterebbe al ribasso il ciclo annuale escludendo possibili nuovi rinnovi del max storico.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.
Pannello volatilità L'analisi del pannello della volatilità, malgrado tutte le implicazioni e le premesse del periodo, vede il mercato azionario americano, alle prese con un rientro in valori accettabili dei vari indicatori.
In maniera particolare il VIX fa segnare una compressione dei valori del 50% circa rispetto allo scoppio del conflitto, dando quindi vita ad un rimbalzo generalizzato degli indici statunitensi.
Anche la stabilità della volatilità, misurata dal VVIX, scende del 20% circa, piazzandosi su valori che seppur alti, sono di maggior confidenza rispetto ai recentissimi high.
In attenuazione anche volatilità storica ed ATR, nonché il tentativo del sistema di medie mobili a indirizzarsi verso un riallineamento.
Sarà importante verificare nei prossimi giorni l'andamento dei mercati ed a mio avviso, tenere d'occhio i livelli di forza relativa dei vari settori, per scoprire quali proveranno a "tirare" o quantomeno a far meglio degli indici di riferimento.
S&P 500 - si va al test dei supporti?La zona di offerta individuata ha respinto il tentativo di rialzo e sul settimanale si è formata una potenziale candela di inversione. Possibile il proseguimento della discesa anche questa settimana con obiettivo il test dei supporti a 4.460 ed eventualmente 4.330. A rialzo in caso di proseguimento del trend le resistenze da testare è posta a 4.700.
S&P: aggiornamento ciclicoL'indice USA più famoso si trova in una situazione molto simile agli indici europei sebbene il minimo della chiusura biennale lo abbia colto parecchi giorni prima. Qui parto dal ciclo inverso (quello sui massimi) poiché si nota una eccezionale regolarità nella formazione dei cicli, segno di buona affidabilità come evidenziato nel grafico.
Chiusi 3 sotto cicli inversi, rimane il quarto e ultimo da completare, partito sul max a 4631.
Se applichiamo le onde di Elliot alla ripartenza del 24 febbraio si osservano le prime 3 onde anch'esse regolari alle quali dovrebbe seguire ora l'onda 4 che potrebbe coincidere con la chiusura di un ciclo intermedio di circa 32 giorni intorno all'11 Aprile in concomitanza della chiusura del ciclo mensile sugli indici europei come indicato nel grafico precedente e allegato.
Onda 4, potrebbe risolversi col più classico degli ABC, per cui penso ad un rimbalzo di 1-2 giorni a completare l'onda B che non dovrà superare i 4631. A seguire l'onda C che potrebbe avere il suo target in area 4460 e non dovrà avere una chiusura giornaliera sotto i 4414.
Se l'ipotesi sarà rispettata, seguirà l'onda 5 in concomitanza della chiusura del 4° sotto ciclo inverso citato sopra e anch'esso di circa 20 giorni.
Primi target saranno il livelli segnalati in arancio ma non sono esclusi target più importanti da valutare quando sarà in quell'area.
La view è invalidata alla violazione di 4632 senza che abbia completato l'ABC descritto o alla violazione di 4414
Questa è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.
I MERCATI AZIONARI RIVISITERANNO I MASSIMI STORICI? LA MIA IDEASalve ragazzi.
L’analisi che condivido stamani ha l’obiettivo di far chiarezza su quello che sta accadendo sul mercato azionario americano. Abbiamo assistito ad un grande rimbalzo da parte dei due bechmark di riferimento S&P500 e Nasdaq; quello da chiedersi è:” i mercati rivisiteranno i massimi storici?”
Proveremo a capirlo insieme in questa analisi.
ANALISI TECNICA S&P500
L’S&P ha avuto la capacità di risollevarsi del 9.18% in circa due settimane; questo recupero è scaturito da un doppio minimo, accompagnato da una divergenza osservabile nell’RSI. Se l’indice continuasse a salire, la prima resistenza sarebbe rappresentata dalla struttura a 4600$ (soglia anche psicologica).
Analizzando i volumi, ho applicato due medie volumetriche: una veloce a 10 periodi (che ingloba le ultime 10 sedute di contrattazioni) e una lenta a 50 periodi. Cosa si può osservare? Che i volumi a brevissimo periodo stanno diminuendo, e ciò è constatato anche dal death cross avvenuto, ossia dal passaggio della media volumetrica veloce al di sotto di quella lenta.
Analizzando l’RSI, osservate come lo stesso abbia avuto la forza di rompere al rialzo la trendline dinamica ribassista che indicava un lento indebolimento del prezzo da novembre 2021.
ANALISI TECNICA NASDAQ
Comportamento del Nasdaq simile a quello dell’S&P500; il prezzo riesce a recuperare 13 punti percentuali dopo aver rimbalzato sul supporto a 13000$, soglia psicologica. La prossima struttura, qualora volesse continuare il recupero, sarebbe costituita dalla resistenza a 15000$.
I volumi che hanno accompagnato il recupero si sono dimostrati deboli, palesati dalla “death cross volumetrica” già riscontrata nel precedente indice.
Stesso identico comportamento dell’RSI se correlato con quello dell’S&P500: rialzo del prezzo accompagnato dalla rottura della trendline dinamica ribassista che evidenziava la debolezza del prezzo da inizi novembre 2021.
INDICI DI VOLATILITA’ VIX E VXN
Andiamo ad analizzare ora gli “indici di paura” VIX (per l’S&P500) e VXN (per il Nasdaq) in maniera da capire quale possa essere l’emotività degli investitori:
Entrambi gli indici di volatilità stanno contraendo. Riescono a raggiungere dei top relativi l’8 marzo (il VIX a 37.5 punti e il VXN a 39), andando a visitare due resistenze evidenziate nelle due grafiche. Entrambi si trovano al momento in prossimità delle cosiddette “soglie di tranquillità”, per il VIX costituita dal livello dei 20 punti, mentre per il VXN dai 25; è stato lo sgonfiarsi di queste “paure” ad aver permesso ai due indici di tentare il recupero a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane? L’ipotesi può essere plausibile, dal momento che questi 4 asset sono correlati tra loro; infatti, ricordiamo che alle salite tendenziali degli indici, le volatilità si mantengono tipicamente basse; ciò invece non accade nella situazione opposta: ogni qualvolta essi crollano o ritracciano, è quasi inevitabile che gli indici di volatilità si spingano verso valori alti. Questo è dimostrato dalle prossime due grafiche:
Osservate come ogni picco da parte del VIX, che esso fosse di notevole o di poca rilevante intensità, ha accompagnato l’indice al ribasso. Da osservare come successivamente l’indice sia sempre ripartito al rialzo con lo sgonfiarsi della stessa volatilità; questo comportamento indice/volatilità si sta ripetendo anche in queste ultime settimane; vedremo la volatilità rivisitare valori inferiori di 20 punti?
Stesso identico discorso se condividessi il Nasdaq con il VXN:
ANALISI CON LE MEDIE MOBILI VOLUMETRICHE
Analizzerò ora l’indice S&P500 attraverso le medie mobili volumetriche per capire il sentiment degli investitori. Dividerò l’indice in diversi archi temporali “colorati”, in questo modo:
Non analizzerò il Nasdaq in quanto il suo comportamento si è presentato praticamente identico all’S&P500, sia per quanto riguarda la price action che la parte volumetrica.
Iniziamo dalla zona rossa!
Osservate come l’indice abbia creato all’interno dell’area rossa un canale ribassista. Guardiamo i volumi: non appena esso ha invertito la sua tendenza di breve periodo, i volumi sono andati immediatamente a gonfiarsi, con la naturale conseguenza del “golden cross”, ossia il passaggio della media volumetrica veloce al di sopra di quella lenta, da considerarsi in questo caso un segnale ribassista (ribassista perché la media veloce è stata mossa da volumi ribassisti). Come possiamo leggere il golden cross? Visto che parliamo di volumi, come un cambio di umore! Questo perché? Perché se il prezzo di un asset è mosso da più volumi rispetto alla media (in questo caso, rispetto alla media volumetrica a 50 periodi) significa necessariamente che la volontà degli investitori di portare un prezzo al rialzo o al ribasso è più forte. Questa voglia a parer vostro era presente nella zona temporale antecedente la zona rossa? No! Possiamo affermare questo perché non abbiamo assistito ad un aumento di volumi a breve termine.
Passiamo ora alla zona nera:
Il sentiment cambia quando si verifica il “death cross”: la media mobile volumetrica veloce passa al di sotto di quella lenta, con il contemporaneo breakout rialzista della trendline ribassista. Avendo smaltito il sentiment negativo, l’indice riesce a respirare, andando a segnare una performance positiva di 8.5 punti percentuali. Il rialzo dell’indice all’interno della zona nera è stato accompagnato da bassi volumi rispetto alla media. Come possiamo definire la differenza di volumi tra la zona rossa e quella nera? In quella rossa avevamo avuto uno storno accompagnato da alti volumi (il che significa grande volontà da parte del mercato di spingere al ribasso il prezzo). Dopo, nella zona nera, la stessa voglia non si è manifestata. Perché? Perché i volumi, appunto, sono diminuiti, indicandoci il cambiamento di sentiment, ossia quella particolare condizione che ha permesso all’indice di salire. Provate ad immaginare la situazione in questo modo: nella zona rossa la voglia di portare il prezzo al ribasso era stata manifestata dagli ampi volumi ribassisti che avevano permesso il “golden cross”; successivamente la voglia degli investitori è andata a scemare (e ciò è riscontrabile nei volumi che sono diminuiti) permettendo all’indice di risalire. Sono stato chiaro? L’indice non sarebbe risalito se non avessimo visto un cambio di umore!
Arriviamo dunque alla zona viola, dove l’indice inizia a creare una distribuzione:
Quando osserviamo il breakout al ribasso? Esso è avvenuto in corrispondenza del cambio di sentiment, rappresentato nelle medie volumetriche dal golden cross! Voglio farvi osservare un qualcosa di particolare: fintanto che il sentiment rimane invariato, ossia fintanto che il golden cross rimane intatto, il prezzo non riesce a raggiungere nuovi massimi, andando tuttavia a formare la figura di analisi tecnica rialzista triangolo ascendente. Il nuovo massimo di mercato giunge nella zona verde:
Il breakout del triangolo ascendente (con il raggiungimento dell’ultimo massimo storico) non giunge in concomitanza con l’incrocio delle medie mobili volumetriche, tuttavia c’è da analizzare la distanza tra il volume della candela del breakout e la media volumetrica veloce (indicata nel grafico dalla freccia rossa): avete presente nelle mie analisi quando esprimo il concetto “più un prezzo si trova a grande distanza con la media mobile veloce a 50 periodi, tanto esso è da considerarsi forte”? Ecco, possiamo applicare lo stesso concetto anche in questo caso, cambiando però alcune variabili, ossia “più un volume si trova a grande distanza dalla media mobile volumetrica veloce a 10 periodi, tanto esso è da considerarsi un cambiamento di sentiment”; in molti vi chiederete :”in che senso cambiamento di sentiment?” Perché i volumi precedenti erano stati gonfiati specialmente da candele ribassiste e non da candele rialziste (e questo potete voi stessi osservarlo nei grafici) ragion per il quale quel breakout può essere visto come “accompagnato da un cambiamento di sentiment”.
L’incrocio tra le medie volumetriche avviene poco dopo, tuttavia non si assiste ad alcun nuovo impulso da parte dell’indice. Perché? Ne parleremo nel prossimo paragrafo.
Arriviamo dunque alla zona blu, ossia quella in cui l’indice, da inizio 2022, inizia il suo lento declino.
Vi evidenzio un testa e spalle ribassista. La rottura della neckline è accompagnata da un cambio di sentiment e dal golden cross. Dopo essere riuscito a visitare la struttura a 4300$, l’indice rintraccia e dopo qualche seduta riprende il suo trend al ribasso dal momento che il sentiment identificato dalle medie mobili volumetriche non cambia (infatti la media volumetrica veloce rimane quasi sempre al di sopra di quella lenta, evidenziando il fatto che il cambiamento di sentiment non è cambiato).
Si giunge quindi al “pavimento” a 4130$: il prezzo crea un doppio minimo.
Arriviamo infine alla zona arancio. La formazione del doppio minimo è validata dal cambio di umore da parte degli investitori: i volumi in vendita si affievoliscono, facendo riabbassare la media volumetrica veloce a 10 periodi al di sotto di quella a 50; questo permette il rimbalzo del prezzo.
Nonostante i due indici azionari di riferimento abbiano segnato rimbalzi dal +9% (S&P) e dal 13% (Nasdaq) in concomitanza con la contrazione delle volatilità (detto in altri termini, in concomitanza con una “diminuzione di paura”), ci sono dei segnali particolari che a parer mio potrebbero suggerire che stiamo assistendo sì ad un recupero, ma non tanto forte quanto si possa credere.
PERCHE’ NON MI CONVINCE L’ULTIMO RIMBALZO DEGLI INDICI?
Questi particolari segnali li ritroviamo in alcuni indici di forza relativa di cui ora vi parlerò.
• FORZA RELATIVA TRA S&P500 E SETTORI DIFENSIVI: BENI DI PRIMA NECESSITA’ E UTILITIES
Da cosa deriva la creazione di questi due indici di forza relativa? Il settore dei beni di prima necessità (XLP) e il settore delle utilities (XLU) sono difensivi, ossia quei particolari settore che tendenzialmente non vanno a sovraperformare il loro bechmark di riferimento durante momenti di risk on ma a sovraperformarlo in momenti di risk-off. Da cosa deriva questa peculiarità? L’informazione possiamo ritrovarla nei coefficienti beta. Sapete cosa misura questo particolare coefficiente? La variazione che ha un settore (o anche una singola azienda) rispetto al mercato di riferimento. Il Beta di XLP è uguale a 0.60 mentre quello di XLU a 0.37.
Questo significa che se l’S&P500 segnasse un +2%, XLP segnerebbe un +(2 X 0.6)= +1,2% e XLU un +(2 X 0.37)= +0.74%; ecco dimostrato il motivo per cui in momenti di risk on essi non sovraperformano l’S&P.
Se invece quest’ultimo segnasse un -2%? XLP segnerebbe una performance di -1,2% e XLU di un -0.74%.
Grafichiamo il tutto:
Notate come entrambi gli indici di forza siano saliti dal recupero post-covid 19 fino ad inizi novembre 2021. Ciò è accaduto poiché l’indice di riferimento è andato a sovraperformare i due settori. Avendo capito che i due sono difensivi, che tipo di informazioni ci forniscono i due indici? Che da marzo 2020 a novembre 2021 i mercati erano in risk on! Se fosse stato il contrario (risk-off), avremmo assistito a una sovraperformance da parte dei settori difensivi, che tendono a beneficiare di più in questi particolari scenari! Questo cambio di forza è avvenuto infine con i breakout dei supporti dinamici a inizi di dicembre 2021.
Quindi, tornando al quesito di prima, perché non mi fido tanto dell’ultimo rimbalzo dei mercati azionari americani?
Perché questi indici di forza relativa mi stanno suggerendo che siamo in clima di risk-off e non in risk-on; in momenti di risk off il mercato azionario tende a performare bene? No, perché offre alti rendimenti ma ti espone a un altrettanto rischio.
C’è un altro indice di forza relativa che fa riflettere, ossia quello tra l’S&P500 e il VIX:
Mi piace definire questo indice di forza come “quanta paura c’è al rischio”; che informazioni ci fornisce? Se sale, significa che c’è avversione al rischio, se scende l’esatto contrario.
Osservandolo, cosa possiamo dedurre? Dai minimi di marzo 2020 l’indice è salito fino ad arrivare a visitare dei massimi, a inizi novembre 2021. Successivamente è iniziato il lento trend ribassista identificato dalle due trendline dinamiche ribassiste di color blu. Questa inversione di tendenza è avvenuta in concomitanza con le inversioni dei due indici visti precedentemente. E’ un caso?
Spero questa analisi possa essere utile a tutti.
Matteo Farci
S&P - livelli chiaveSu S&P le quotazioni sono arrivate a livelli di resistenza cruciali nel senso che da qui bisogna capire se il trend proseguirà verso il basso oppure punterà ai massimi precedenti. Al momento la situazione è aperta ad entrambi gli scenari e molto dipenderà dalla prossima settimana e anche da quella successiva per avere segnale e conferma di ciò che vorrà fare. Un importante segnale di recupero sarebbe ritornare sopra la media mobile rossa che ha sempre contenuto i tentativi di ribasso.
Recupero da +6% in AmericaSettimana di deciso rialzo per Standard & Poor 500 che dopo aver fatto un minimo molto vicino alla famosa area dei 4100 punti ha messo a segno tre sedute importanti riportandosi nuovamente verso area 4400 punti.
Il rialzo è stato accompagnato da un VIX che partiva da livelli alti e chiudendo la settimana in area 23.87.
Interessante notare il grafico settimanale che con l'ultima candela va a riprendersi la perdita delle 4 settimane precedenti chiudendo con un +6.23%.
Oggi il mercato si scontrarsi con la media mobile a 200 che potrebbe fungere da resistenza e respingere forse il prezzo nel breve. Sempre sul grafico giornaliero è avvenuto il famoso "death cross" ma forse è ancora troppo presto per valutare se è un falso incrocio oppure no.
Potrebbe essere questo il momento del recupero che alcuni stavano aspettando?
A mio parere forse è ancora presto. Sicuramente è stata una settimana che ha visto un rialzo che non si vedeva da tempo. Il VIX rimane ancora sopra ad un livello alto e le incertezze geopolitiche potrebbe incidere nuovamente sui prezzi.
Il mio consiglio è quello di fare poche operazioni e della durata di pochi giorni così da esporci poco al rischio di tempo a mercato. Sarà importante inoltre utilizzare una size adeguata.
Se la mia analisi ti è piaciuta lasciami un commento positivo con una donazione o un like come segno di ringraziamento.
** DISCLAIMER **
L'analisi è frutto di mie considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio.
Cot Report - Mini S&P500Come di consueto, per cercare di capire qualcosa in più durante queste fasi particolarmente difficili, può essere importante osservare il comportamento delle varie categorie di investitori.
In particolare vediamo come in corrispondenza dei nuovi minimi fatti segnare il 24 gennaio ed il 24 febbraio, siano aumentate le posizioni long degli investitori di tipo Non Commercials – fondi, istituzionali, banche- che proprio in corrispondenza di tali livelli hanno avviato un comportamento di accumulazione (linea verde).
I retailers – piccoli investitori o soggetti non classificabili - (linea rossa), durante la discesa dei mercati, hanno liquidato posizioni, comportandosi in maniera sostanzialmente opposta ai grandi investitori.
I Commercials (che in genere tendono ad operare con finalità di copertura o veloce speculazione) hanno nell’ultima settimana incrementato le posizioni nette lunghe (linea azzurra).
Queste informazioni non sono utili per l’operatività di trading, ma per costruire una visione consapevole, soprattutto ragionando in termini d’investimento o di portafoglio.
In particolare sappiamo che i minimi recenti, rivestono una certa importanza nelle scelte degli operatori.
S&P500 Sempre più vicino ai 4000 punti.Continua la forte volatilità ed incertezza sul mercato americano.
Dopo il minimo importante fatto il 24 febbraio, lo S&P500, ha ritentato un recupero ma è stato prontamente respinto dalla resistenza in area 4400 punti circa, ritornando tra la settimana scorsa e quella attuale sotto i livelli di apertura della candela del 24 febbraio.
Guardando il volume profile, ci troviamo in un'area dove i prezzi potrebbe ancora reggere. Il problema serio potrebbe forse verificarsi alla rottura del minimo del 24 febbraio ovvero alla rottura dei 4000 punti.
Il vuoto volumetrico mostrato dal volume profile, mi fa ipotizzare che qualora venisse rotto quel minimo, il mercato potrebbe scendere più rapidamente verso la prossima area supportiva interessante ovvero i 3900 punti circa.
Inoltre, una discesa di questo genere confermata da una chiusura, potrebbe attivare il famoso pattern "Death Cross" o "Incrocio della morte". Questo pattern, si attiva quando una media mobile veloce incrocia al ribasso una media mobile lenta. Solitamente le medie mobili che vengono utilizzate sono quella a 50 periodi per la veloce e 200 periodi per la lenta. Il pattern viene interpretato come un segnale di probabile inizio di un bear market. Ovviamente nulla è certo ma è un qualcosa da tenere in considerazione.
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** DISCLAIMER **
L'analisi è frutto di mie considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio.
Analizziamo il comportamento degli investitori professionali.Con il piccolo rimbalzo odierno, (nel momento in cui scrivo il mini future sull’S&P500 guadagna l’1% circa), il mercato americano conferma di essere una valida alternativa, con una tenuta sostanzialmente soddisfacente rispetto ad altri indici Europei o di Paesi Emergenti.
Le motivazioni sono sicuramente da ritrovarsi nella minore dipendenza degli Stati Uniti da fonti energetiche russe e nella capacità degli asset denominati in dollari di attrarre gli investitori che in qualche maniera cercano di posizionarsi su una valuta forte durante le fasi di volatilità.
Rispetto ai precedenti massimi di inizio 2022, l’indice S&P500 ha perso “solo” il 12% circa.
Come mia consuetudine, periodicamente (specialmente durante gli scossoni di mercato), amo verificare il comportamento di alcune categorie di operatori, per provare ad individuare dei livelli importanti dove poter eventualmente accumulare posizioni da detenere nel lungo periodo.
Analizzando la rappresentazione grafica del COT report, possiamo notare come, dal punto di vista comportamentale, durante i veloci ritracciamenti , gli operatori retail (individuati dalla linea rossa) tendano a ridurre la loro esposizione, magari monetizzando i guadagni o limitando le perdite psicologicamente non sopportate.
Gli investitori istituzionali e le banche, al contrario, hanno accumulato posizioni durante questa discesa delle quotazioni (linea verde).
La situazione di mercato attuale non è di certo semplice, e le prospettive future sembrano essere alquanto deteriorate o incerte. Inflazione, costo delle materie prime, fonti energetiche alle stelle e conflitto che coinvolge una super potenza mondiale, sono un mix esplosivo per la volatilità e l’insicurezza ei mercati, che potrebbero essere sensibili allo spettro di un periodo di recessione che potrebbe essere alle porte.
Personalmente, a chi ha liquidità a disposizione, consiglierei di non giocarsi tutte le cartucce “subito”, ma magari di parzializzare l’ingresso (per quanto riguarda il comparto azionario), mantenendo sempre un atteggiamento orientato alla prudenza.
ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE MERCATI MONDIALIQuesta è un'analisi in cui andrò a condividere tantissimi grafici, asset e correlazioni.
Voglio specificare che quelli che leggerete non sono consigli finanziari, bensì dei ragionamenti creati attraverso il tipo di analisi che ora andrete a leggere.
S&P500 E VIX
Nella precedente analisi avevo indicato come questo bechmark, nel premarket, fosse in territorio pesantemente negativo (alle 14:00 del 24 febbraio perdeva oltre il punto percentuale). Descrivevo tuttavia l’importanza di attendere l’apertura dei mercati delle 15:30. Essa ha sorpreso? Direi proprio di si: l’S&P 500 riesce a reagire con forza segnando alla fine della seduta un poderoso +1,47% per poi riconfermarsi il giorno dopo con una chiusura positiva del +2.24%.
I volumi hanno supportato la forza del prezzo: questo segnale è da interpretare come una chiara volontà del mercato di portare lo stesso al rialzo; ribadisco questo concetto in tante mie analisi in quanto l’analisi dei volumi scambiati ci indica sempre un determinato sentiment: se un prezzo rimbalza in una determinata soglia ma lo stesso è accompagnato da bassi volumi, significa in maniera pratica che sono stati pochi gli investitori a spingere un prezzo al rialzo; viceversa, volumi forti indicano un numero rilevante di investitori che hanno portato al rialzo un prezzo. A parer vostro, è quindi più affidabile un prezzo portato al rialzo da pochi investitori o da molteplici di essi? Credo che la seconda opzioni sia più attendibile!
Vi ho voluto condividere anche l’RSI, ossia l’indice di forza relativo: in due giorni (giovedì 24 e venerdì 25) l’indicatore è aumentato di 40 punti percentuali circa, confermandoci la forza del prezzo.
Analizzando il grafico, abbiamo quindi trovato 3 punti di forza:
• Due grandi candele rialziste di rimbalzo
• Alti volumi
• Forza del prezzo aumentata del +40%
Quali sono invece gli aspetti negativi? La volatilità! Il VIX, dopo essere salito il 24 febbraio ad un massimo di 30.31 punti, ha trovato nella sessione di venerdì un supporto a 27.57 punti. Considerando che i livelli del VIX associati ad una relativa stabilità e tranquillità sono al di sotto dei 20 punti, ciò potrebbe presagire un nuovo impulso ribassista. Dopotutto, come spesso scrivo, l’S&P500 tende ad avere performance negative quando i livelli dell’indice di volatilità si presentano alti, come dimostra questa grafica:
Vorrei aggiungere ulteriori aspetti tecnici:
Come potete osservare nella grafica, la struttura di prezzo tra i 4300$ e i 4250$ (evidenziata dalle frecce nere) ha per il momento resistito: essa è una struttura di grande importanza dal momento che la stessa è stata raggiunta dal prezzo 6/7 volte da luglio 2021 e ad oggi ma non è mai stata rotta. E’ probabile che in quei livelli di prezzo siano piazzati tanti ordini di acquisti che, per il momento, ogni qualvolta vengono “attivati”, riescono a respingere lo stesso al rialzo.
Si sta inoltre formando un testa e spalle ribassista con una neckline leggermente obliqua: il fatto il pattern di analisi tecnica si sia formato dopo un grande impulso rialzista (iniziato da marzo 2020) conferisce ad esso una determinata “credibilità”: affermo ciò perché il prezzo si dimostra molto più debole rispetto a qualche mese fa, e ciò è ben evidenziato dall’RSI che si trova in un trend discendete da novembre 2021.
La neckline era stata rotta nel premarket di giovedì, tuttavia il prezzo è stato rispinto, andando a rimandare quindi tale evento.
Quali sono le strutture che il prezzo incontrerebbe qualora volesse spingersi nuovamente vicino ai massimi storici?
Sicuramente la media mobile a 200 periodi ma anche il point of control della figura tecnica di inversione; per chi non sapesse cosa sia, il POC (point of control, appunto) non è altro che uno strumento di analisi volumetrica ottenuto tracciando il “profilo volume ad intervallo fisso” che ci indica qual è stato il livello di prezzo in cui sono stati scambiati più volumi. In questo caso, la linea di prezzo è a valori di 4442$.
Qualora il prezzo rompesse al rialzo il point of control del testa e spalle di inversione e la media a 200 periodi, il tutto condito da un VIX in decelerazione, si potrebbe pensare ad una visione dell’S&P500 più “serena”. Vedremo se il tutto accadrà.
NASDAQ E VXN
Il Nasdaq e il relativo indice di volatilità hanno mostrato una reazione pressochè identica all’S&P500: dopo il premarket di giovedì 24 disastroso, in cui l’indice perdeva oltre 3 punti percentuali, si è vista una grande reazione: +3.40% alla chiusura di giovedì e successiva conferma dal +1.53% venedì. I volumi si sono dimostrati consistenti, come anche l’incremento di forza del +40% da parte dell’RSI. Unica nota negativa il VXN: esso si mantiene a livelli ancora alti, sintomo che l’incertezza all’interno del Nasdaq è ancora abbastanza alta; essa svanirebbe qualora l’indice di volatilità scendesse al di sotto dei 25 punti. Ciò accadrà?
Ulteriori aspetti tecnici:
Di rilevante importanza la soglia di prezzo a 14000$ (anche soglia psicologica): essa si è comportata dapprima come resistenza (a febbraio e aprile 2021) e successivamente da supporto (a gennaio 2022 e qualche giorno fa). Ogni qualvolta un prezzo genera un qualche tipo di reazione a determinate soglie, come ad esempio dei rimbalzi, significa che per lo stesso prezzo quella soglia ricopre una grande importanza; e dal momento che il prezzo è governato dagli acquisti e dalle vendite degli operatori, allora da ciò ne consegue il fatto che gli stessi operatori, al momento, reputino i 14000$ un terreno di battaglia. Cerco di rappresentare questo “scontro” in questa grafica:
La domanda è: chi vincerà la battaglia? Il pattern testa e spalle di inversione che ho indicato due grafiche fa ci suggerisce che potrebbero essere gli orsi ad avere la meglio: questa ipotesi è supportata dal fatto che l’RSI (e quindi la forza del prezzo) si sta via via indebolendo da novembre 2021 (è in chiaro trend ribassista). Ora la neckline, che si presenta più obliqua rispetto a quella del testa e spalle dell’S&P500, sta fungendo da supporto dinamico. Vedremo nell’immediato futuro se essa verrà rotta al ribasso, dando quindi nuova linfa agli orsi. Se invece fossero i tori a voler prendere il comando, le battaglie che dovrebbero vincere sarebbero molteplici:
Il primo ostacolo che troverebbero è sicuramente il point of control del testa e spalle. Successivamente, poco sopra, le medie a 50 e 200 periodi.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO STATUNITENSE
Abbiamo visto come i capitali siano nuovamente finiti sul mercato azionario. Poche analisi fa vi descrivevo come il rapporto tra mercato azionario e obbligazionario fosse inverso dal momento che uno di essi andava a performare bene in situazioni di risk-off (obbligazionario) mentre l’altro in risk-on (azionario). Capito questo concetto, come dobbiamo aspettarci abbia reagito il mercato obbligazionario? Vi condivido un grafico orario in cui vado a correlare i titoli di stato del decennale e l’S&P500:
Correlazione inversa tra azionario e obbligazionario da manuale di analisi fondamentale: notate come prima dell’alba italiana di giovedì 24 gli operatori si stessero posizionando sui titoli di stato; successivamente, dopo aver digerito la notizia, essi hanno abbandonato gli stessi (che quindi hanno iniziato a disegnare un trend ribassista) per posizionarsi sull’azionario, che è salito in maniera proporzionalmente inversa all’obbligazionario.
MERCATO AZIONARIO EUROPEO: STOXX600
Dopo aver analizzato accuratamente i mercati statunitensi, concentriamoci ora su quelli europei. Inizierò concentrandomi sullo Stoxx 600, indice che nelle mie analisi non ho mai menzionato; per chi non lo sapesse, è l’indice azionario composto dalle 600 aziende europee più capitalizzate; possiamo quindi considerarlo come “l’S&P500 europeo”:
L’andamento dello Stoxx 600 è molto simile a quello del Nasdaq: abbiamo la struttura a 450€ (che può essere riconducibile a quella dei 14000$ dell’indice tech statunitense) di fondamentale importanza: essa è stata sentita dal prezzo diverse volte (in tutte quelle indicate dai cerchi di color rosso): questo significa che può essere interpretata come il campo di battaglia in cui si stanno affrontando compratori e venditori; questa affermazione è confermata anche dal point of control volumetrico che si trova in prossimità di quei valori (in particolare a 453€):
Anche in questo caso il testa e spalle che vi ho evidenziato ha una neckline obbliqua, che per il momento sta fungendo da resistenza dinamica per il prezzo: essa è stata dapprima rotta al ribasso con la candela dal -3,27% di giovedì 24 e poi ri-oltrepassata al rialzo con il rimbalzo del giorno dopo del +3.36%, con dei volumi ben superiori alla media. L’RSI si dimostra debole, con un trend ormai ribassista da metà novembre 2021.
Vi condivido ora l’indice di volatilità dello Stoxx 600, ossia il VSTOXX:
Come possiamo osservare, l’indice della paura si trova ora a 28.90 punti. Considerando il fatto che l’indice al quale è associato tende a performare male ogni qualvolta la volatilità supera i 22 punti (come potete osservare nella grafica), direi che la volatilità e quindi l’incertezza facciano ancora da padrone incontrastate.
Meglio Europa o America? Direi America. Considerate che sia l’S&P500 che il Nasdaq sono riusciti a chiudere entrambe le sessioni di giovedì 24 e venerdì 25 in positivo, mentre lo STOXX600 solamente l’ultimo giorno di contrattazioni. Troviamo conferma a quest’ultima frase condividendo l’indice di forza relativa tra lo STOXX 600 e l’S&P500:
Un indice di forza relativo si costruisce dividendo due asset tra loro:
• Se il grafico (o il prezzo) tende a salire verso l’alto, significa che l’asset al numeratore sta sovraperformando l’asset al denominatore; se invece tende a scendere, accade l’esatto contrario
In questo caso vediamo come il prezzo abbia formato una piccola gamba ribassista: essendo l’asset al denominatore l’S&P500, significa che esso ha sovraperformato lo STOXX 600 (al numeratore).
Possiamo quindi concludere come l’America abbia avuto performance migliori rispetto all’Europa.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO EUROPEO
Condivido ora una grafica a timeframe orario in cui vado ad analizzare il Bund tedesco (il titolo di stato tedesco con scadenza a 10 anni). Farò i paragoni con lo STOXX600.
La situazione che ora descriverò è molto simile a quella americana: dapprima gli investitori acquistavano obbligazioni per proteggersi dall’incertezza e dalla volatilità del momento, e ciò è testimoniato dalla grande candela rialzista del Bund delle 08:00 italiane di giovedì 24. Successivamente, si ha una rotazione dei capitali: il denaro viene rimosso dall’obbligazionario e immesso nell’azionario, e la conseguenza diretta è riscontrabile nei due grafici, all’interno del rettangolo giallo: l’obbligazionario crea una gamba ribassista mentre l’azionario, al contrario, una rialzista.
AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO RUSSO
Quali saranno state le chiusure settimanali dell’indice russo MOEX e del titolo di stato a 10 anni? Vediamolo:
Situazione abbastanza drammatica nell’azionario russo: chiusura settimanale del -28.27%.
Ci sono alcuni aspetti molto importanti da considerare:
• Sono stati rivisitati i minimi creati dal mercato durante il crollo indotto dalla pandemia
• I volumi che hanno accompagnato il mercato al ribasso sono stati altissimi (189M), addirittura superiori a quelli che avevano accompagnato il prezzo verso il crollo del 2020
• RSI a valori di 17 punti, il che suggerisce quanto forte sia stata la spinta ribassista
La situazione non migliora se si va a prendere in considerazione l’obbligazionario:
Giovedì 24 si registrano pesanti perdite: il titolo di stato a 10 anni segna una perdita del -9.65% con il contemporaneo rialzo del relativo rendimento; il mercato tenta un recupero il giorno dopo, con una sessione positiva del +2.65%: questo non basta per cancellare le pesanti perdite della sessione precedente.
CONCLUSIONI SUL MERCATO AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO
Abbiamo visto come i mercati si siano comportati in maniera abbastanza contrastante: per quanto riguarda la Russia, direi che gli investitori abbiano per il momento liquidato buona parte dei loro investimenti. Per quale motivo? Esso è da ricercare nel crash del MOEX di oltre 20 punti percentuali e nel relativo titolo di stato obbligazionario a 10 anni; come ho specificato in una delle mie ultime analisi, quando gli investitori liquidano posizioni (o più in generale investimenti) dal mercato azionario tendono poi a posizionarsi sull’obbligazionario. Questo è accaduto in Russia? Assolutamente no. Gli investitori hanno svenduto sia azioni che obbligazioni; tradotto in parole più semplici, hanno avuto una totale sfiducia nei confronti della nazione.
Questi soldi poi dove son finiti? Nelle prime ore del mattino di giovedì 24 nel bund tedesco e nel decennale americano (per la loro natura di beni rifugio in quanto i paesi che li emettono, ossia USA e Germania, essendo solidi dal punto di vista economico finanziario, riuscirebbero sicuramente a restituire l’interesse riconosciuto all’acquirente al momento dell’acquisto delle obbligazioni stesse), e poi successivamente, dalle 15:30 ore italiane, nell’azionario statunitense (con il relativo rimbalzo visto a inizio analisi). Il giorno dopo, venerdì 25, i capitali hanno iniziato a spostarsi anche sull’azionario europeo con relativo rimbalzo dello STOXX 600.
La domanda che vi farete ora è:” la paura degli investitori è finita dal momento che essi si stanno posizionando in strumenti ad alto rischio come le azioni?” La risposta, a parer mio, si basa su un concetto di primaria importanza: la volatilità. Essa continua a rimanere stabile a livelli alti come abbiamo visto, e quando essa staziona intorno ai valori considerati poche righe fa, può andare a creare degli squilibri abbastanza evidenti, come una candela dal -5% un giorno e una dal +6% il giorno dopo. E’ vero che tipicamente, nel breve periodo (inteso come una/due settimane) essa tende ad accompagnare il prezzo al ribasso, ma è altrettanto vero che a livello intraday può anche accompagnare una candela dal +5%.
Vi faccio un piccolo esempio:
Ricordate i motivi per i quali l’azionario americano è in ribasso dagli inizi del nuovo anno? Per questioni legate alla politica monetaria e ad un’alta inflazione. Nonostante ciò, dopo un primo impulso ribassista, il prezzo riesce a riprendere forza segnando quattro sedute consecutive positive al rialzo, con una volatilità che comunque si manteneva alta. Successivamente il mercato ha continuato il suo ribasso.
Rende il concetto? A livelli intraday un mercato può reagire e salire, poi a livelli di breve periodo tende comunque a creare dei nuovi impulsi ribassisti.
La mia analisi quindi si basa sul concetto che non è una candela rialzista o ribassista a farci capire quale sia il sentiment degli operatori, ma una serie di esse.
Avrete capito leggendo l’analisi come l’azionario che l’obbligazionario si siano comportati in maniera troppo contrastante ma ricordate: guardate il breve periodo, non l’intraday. L’intraday spesso da poche informazioni riguardo quello che può essere il vero sentiment.
Ora andrò ad analizzare alcuni cambi valutari: vi renderete conto che la situazione rimane pressochè identica.
CAMBI VALUTARI: RUBLO, GRIVNIA, DOLLARO AMERICANO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Ho scelto il rublo russo e la grivnia ucraina per sottolinearvi come una guerra può impattere sulla moneta nazionale di un paese, mentre le successive 3 valute per la loro natura di bene rifugio.
USDRUB
Il grafico giornaliero del cambio USDRUB ci indica in maniera chiara l’entità del nervosismo avuto dagli operatori all’inizio dei bombardamenti in territorio ucraino: candela di giovedì 24 che raggiunge un massimo a 89.80 punti (+10.85%). Successivamente i nervosismi iniziano a placarsi e il rublo riesce a recuperare 7 punti percentuali.
UAHUSD
Com’era abbastanza prevedibile, anche la Grivnia ucraina cede terreno contro il dollaro; essa si presenta debole nei confronti della moneta “universale” da ormai inizi novembre 2021, con una marcata accelerazione agli inizi delle minacce di una possibile invasione dell’Ucraina; per aver scontato ciò, giovedì 24 le perdite non sono state paragonabili a quelle appena viste sul rublo russo, ma più contenute.
VALUTE RIFUGIO: DOLLARO, YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Analizziamo il grafico orario delle tre valute:
Comportamenti molto contrastanti: all’inizio dei bombardamenti, sono il Dollaro e lo Yen ad apprezzarsi creando impulsi rialzisti a livello orario; successivamente, dall’apertura delle contrattazioni americane di giovedì 24 fino alla chiusura delle contrattazioni settimanali gli investitori, concentrandosi sull’azionario, escono dai cambi valutari facendoli quindi perdere terreno.
CONCLUSIONI SUI CAMBI VALUTARI
Vi ho voluto condividere gli andamenti relativi al rublo russo e alla grivnia ucraina per farvi notare come l’andamento di una valuta sia strettamente correlata alla “credibilità” di una nazione; abbiamo notato come entrambe le valute nazionali abbiano ceduto pesantemente terreno. Queste situazioni si vengono a creare quando gli investitori hanno totale sfiducia nei confronti di una nazione. Riflettendoci bene, chi è che acquisterebbe valute di un Paese coinvolto in una guerra? Pochissimi investitori, perché tipicamente una guerra indebolisce economicamente un paese e di conseguenza la moneta (vista la correlazione). Vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione: un rialzo o un ribasso di una moneta sono legati (come le materie prime) alle leggi di domanda e offerta: la dinamica vuole che se la domanda nei confronti di una moneta è alta, essa tende ad apprezzarsi, viceversa a deprezzarsi. Come si può manifestare la domanda di moneta? Attraverso la domanda di beni che si vanno ad acquistare con la stessa. Ciò significa che se noi, ad esempio, volessimo acquistare titoli di stato russi o ucraini, dovremmo acquistarli con la valuta ad essi associata, e di conseguenza rublo o grivnia; abbiamo visto come ci siano state delle svendite sia per quanto riguarda Russia vhe Ucraina, quindi il ragionamento giunge spontaneo: senza richiesta di beni e quindi senza richiesta di moneta, per la legge della domanda e dell’offerta, le due valute nazionali sono andate a deprezzarsi pesantemente, comportandosi in maniera opposta al dollaro, che inizialmente si è apprezzato non solo per il suo ruolo di bene rifugio, ma anche per la domanda di titoli di stato americani: se infatti correliamo a livello orario il dollaro con i titoli di stato a 10 anni, troviamo una corrispondenza:
Cosa c’è da dire sullo yen e sul franco? Non hanno agito da beni rifugio, anche perché abbiamo capito come gli investitori si siano poi posizionati sull’azionario americano e europeo, lasciando da parte obbligazionario e, appunto, valute.
MATERIE PRIME
Le materie prime più legate a questo nuovo conflitto sono sicuramente il petrolio, il natural gas e il grano:
L’impulso rialzista del petrolio sembra in questo momento inarrestabile: dai minimi del 2 dicembre a 62.7$, ora ci troviamo a ridosso dei 100$ al barile (superati oltretutto giovedì 24); venerdì 25 il prezzo riesce a prendere respiro andando a perdere 1.31 punti percentuali, ma i rialzi rimangono comunque dietro l’angolo.
Che dire del grano? L’ultimo impulso rialzista da me evidenziato con un rettangolo di color rosso è stato causato dalla crescente tensione geopolitica; abbiamo tuttavia assistito ad un rintracciamento venerdì, come accaduto per il crude oil.
Osservando il future sul gas naturale americano non osserviamo particolari picchi, ma analizzando quello europeo, ossia il TTF, la situazione cambia drasticamente:
+50.25% giovedì 24 e -29.81% venerdì 25: che dire? Volatiltà altissima, legata in maniera indissolubile al conflitto in Ucraina.
Perché un rialzo così feroce delle materie prime? Perché il mercato teme che la guerra e le successive sanzioni andrebbero ad interrompere forniture di gas (con influenza successiva sul petrolio) e altre materie prime come , appunto, il grano. Infatti, come ho già specificato nella precedente analisi, si consideri che la Russia è un grande esportatore di gas naturale, di cui l’Europa è fortemente dipendente, considerando che la stessa importa il 41% dei suoi consumi di gas dai gasdotti russi. Da non dimenticare che quest’ultima e l’Ucraina sono anche grandi esportatrici di grano.
ORO, ARGENTO E PLATINO
I metalli preziosi hanno dapprima agito come beni rifugio andando ad apprezzarsi segnando dei massimi relativi (evidenziati dei cerchietti rossi) poi hanno immediatamente ritracciato, andando venerdì 25 a segnare una candela ribassista. Possiamo dire che essi hanno avuto un comportamento molto simile all’obbligazionario, essendo tutti beni rifugio.
CONCLUSIONI MATERIE PRIME
E’ abbastanza chiaro che i prezzi delle commodities appena analizzate saranno legate in maniera diretta alle notizie provenienti dal fronte Russo-Ucraino: questo, tradotto in termini tecnici, significa che probabilmente la volatilità continuerà a persistere. E più il conflitto durerà e le sanzioni saranno pesanti, più i prezzi di queste commodities saliranno verso l’alto.
BITCOIN
Condividendo il grafico orario della crypto per eccellenza, possiamo notare un comportamento molto simile all’azionario vista la grande correlazione che ormai lega i due asset da qualche mese a questa parte:
Essendo probabilmente lo strumento più rappresentativo di un clima risk-on, sarà più facile immaginarsi un nuovo impulso rialzista o ribassista?
CONCLUSIONI FINALI
L’analisi termina qua. Ho cercato di analizzare gli strumenti più interessanti. Questa settimana farò una nuova diretta in cui andrò ad analizzare ulteriori strumenti per darvi una visione ancora più chiara del sentiment e dei migliori asset.
Grazie, MATTEO FARCI
Scenari per lo S&P500Fare analisi di scenari con le forti tensioni geopolitiche attuali rende il tutto ancora più complesso.
Oggi vorrei comunque ipotizzare dei livelli chiave da monitorare nei prossimi giorni di borsa.
Come vediamo dal grafico giornaliero è ormai evidente quanto sia forte e importante area 4200 punti. I prezzi sia nell'attuale correzione sia nella precedente hanno trovato un supporto importante riuscendo a recuperare e chiudere sopra. Deduciamo quindi che una chiusura sotto questo livello potrebbe far scivolare lo S&P500 verso il basso fino al raggiungimento del minimo fatto in area 4100 punti.
Per un ritorno a situazione probabilmente più positiva vorrei vedere l'indice chiudere sopra i 4600 punti accompagnato da una volatilità bassa sotto i 20.
Nella situazione attuale tutto può essere il contrario di tutto e l'analisi tecnica che dovrebbe portarci ad avere delle probabilità in più a nostro favore, in questi casi di tensioni geopolitiche, fallisce pienamente. A mio parere le uniche scappatoie che abbiamo se vogliamo fare trading sui mercati sono: diminuire le size, rimanere liquidi e attendere momenti migliori oppure fare uno scalping.
Lato investing è un discorso diverso perchè potrebbero presentarsi delle buone opportunità.
Se la mia analisi ti è piaciuta lasciami un commento positivo con una donazione o un like come segno di ringraziamento.
** DISCLAIMER **
L'analisi è frutto di mie considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio.
SP500 alla ricerca di 4000 punti?24/02
Il break del supporto che avevo individuato ci costringe a modificare lo schema.
Abbandono quasiasi idea di rialzi e mi concentro sulla ricerca di ribassi.
Il primo supporto pscologico è a 4000 punti... e poi 3900.
In questi giorni è meglio navigare a vista in intraday.