EUR/USD: UN'IDEA SEMPLICEEUR/ USD : UN' IDEA SEMPLICE
Possiamo osservare come i prezzi stiano oscillando in area 1.1830, nei pressi della base del triangolo evidenziato in figura in time frame Weekly. Dal punto di vista operativo potrebbe essere interessante strutturare un’operazione al rialzo di medio respiro. primo target individuabile in area 1.1980/90 e uno stop loss che potrebbe essere piazzato al di sotto dei minimi registrati questa settimana. ciò ci assicura un rischio:rendimento tendente pari quasi 1:3 Per i più ambiziosi , altrimenti si può puntare a un target individuabile in area 1.1890/1.19.
La sensazione è che se non ci saranno eventi di rilievo(prese di posizione decise da parte delle Banche centrali in tema di rialzo dei tassi, dati sbalorditivi per quanto riguarda il mercato del lavoro), i prezzi potrebbero continuare ad oscillare all’interno di questo triangolo nei prossimi giorni di contrattazioni.
A volte le cose semplici possono rivelarsi le più redditizie.
BCE
ANALISI E SCENARI DEI MERCATI: IL QUADRO COMPLETOLo S&P-500 sembra orientato verso i massimi storici, registrati in area 4190, dopo che i prezzi hanno rintracciato nei pressi della mediana di Bollinger in D1.
I 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗲𝘀 𝗨𝘀𝗮 navigano al momento intorno alla parità. Negli Stati Uniti verranno rese note oggi le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, che offriranno un’istantanea della ripresa economica in corso. I timori che questa possa essere rallentata dalla recrudescenza del Covid spingono al ribasso il rendimento dei Treasury a dieci anni a 1,53%.
L’allungo di Wall street ha trascinato anche le piazze europee al rialzo, in questi ultimi due giorni di contrattazioni. Al momento della scrittura il 𝗙𝘁𝘀𝗲-𝗠𝗶𝗯 segna + 0.56 % e il 𝗗𝗮𝘅-𝟯𝟬 +0.63%.
Dal punto di vista tecnico entrambi conservano ovviamente la loro impostazione rialzista. Per quanto riguarda l’indice tedesco la prossima area di resistenza di rilievo, potrebbe essere individuata in area 15340.
L’indice italiano, invece, vede il prossimo baluardo da abbattere in area 24500, e qualora quest’area venisse violata, lo step successivo sarebbe il muro dei 25000.
Visto il quadro tecnico, specie in una giornata come questa, dobbiamo tener conto dell’aspetto macroeconomico.
Oggi è la giornata del 𝗺𝗲𝗲𝘁𝗶𝗻𝗴 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗕𝗰𝗲, dalla quale gli investitori si aspettano annunci sulla politica monetaria dell’Eurozona.
L’istituto guidato da 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝗲 𝗟𝗮𝗴𝗮𝗿𝗱𝗲 dovrebbe rinviare decisioni importanti al prossimo appuntamento, previsto per giugno, e limitarsi a mantenere i tassi d’interesse invariati.
Questo meeting, ovviamente, avrà un peso specifico di rilievo anche ai fini dei prossimi movimenti dell’𝗘𝗨𝗥.
La major , dopo l’allungo di Lunedì che ha spinto i prezzi al rialzo, ha iniziato una fase di compressione che vede oscillare i prezzi in un trading range molto stretto. Gli investitori sembrano quindi molto cauti su quelle che potrebbero essere le indicazioni che verranno fuori oggi dalla riunione Bce.
Se osserviamo 𝗲𝘂𝗿/𝘂𝘀𝗱 graficamente, possiamo notare come ci troviamo nei pressi di una resistenza dinamica settimanale importante, per questo motivo le parole che oggi proferirà la Lagarde acquisiranno ancora maggior peso ai fini dei prossimi movimenti di prezzo della valuta unica.
Concludiamo con oro e petrolio.
Il 𝗚𝗼𝗹𝗱 , dopo aver disegnato un doppio minimo interessante in area 1670, ha dato vita a uno spunto rialzista che ha spinto i prezzi fino in area 1800, dove ha incontrato un’importante resistenza dinamica. Il trend partito la scorsa estate resta ribassista , e solo alla violazione della suddetta area si potrebbe cominciare a considerare un’inversione di lungo.
Il rally poderoso del 𝗽𝗲𝘁𝗿𝗼𝗹𝗶𝗼 della prima parte di quest’anno sembra essersi esaurito, e il Wti sembra aver trovato un trading range di equilibrio compreso tra i 57 e i 64 dollari al barile. Qualora uno di questi prezzi venisse violato, potremmo assistere a nuovi movimenti decisi.
Sembra che il petrolio sia in attesa di nuovi sviluppi sul tema 𝗖𝗼𝗿𝗼𝗻𝗮𝘃𝗶𝗿𝘂𝘀, con relativi contagi e restrizioni, per capire quando ci sarà una vera ripresa e un ritorno alla normalità, che farebbe lievitare la domanda della materia prima.
Dieci passi nel Forex: Banche Centrali (1 di 4)Le Banche centrali sono le vere protagoniste del mercato valutario, esse hanno a disposizioni diversi strumenti per raggiungere i loro obiettivi, che si espletano tramite politiche monetarie e fiscali. Gli obiettivi sostanzialmente sono favorire la crescita economica, ponendo una determinata attenzione su stabilità dei prezzi e occupazione.
Quello che voglio far notare con questo post è che non tutte le banche tengono nella stessa maniera agli stessi obiettivi e di seguito vedremo in particolare il “carattere” di ognuna di queste banche, per poi discutere nello specifico quali sono gli indicatori da seguire con attenzione.
• Banca centrale europea: obiettivo primario della Bce per mandato è garantire la stabilità dei prezzi, mantenendo un tasso di inflazione poco sotto il 2%, quindi questo è il presupposto per cui la Banca può muoversi. La stabilità dei prezzi è importante per l’Europa sia per potere avere una crescita sana (che presuppone un tasso di inflazione gradualmente crescente) sia per poter tutelare gli scambi commerciali, o meglio avere il controllo per quanto possibile della forza della propria valuta. L’Unione europea dipende molto sia dalle importazioni (Cina) che dalle esportazioni (Usa), dunque i cambi contro euro specialmente per il dollaro, vengono monitorati dalle istituzioni ma ricordiamo che per mandato la Bce non ha l’obbligo di intervenire. Gli interventi della banca centrale dunque sono plausibili nel momento in cui l’IPC europeo assume valori troppo bassi o troppo alti.
• Federal Reserve: La banca centrale americana condivide con la Bce l’obiettivo della stabilità dei prezzi ma è posto in secondo piano rispetto alla piena occupazione. I flussi import/export Usa sono rallentati negli anni con l’amministrazione Trump, a causa delle politiche protezioniste, e ciò ha permesso anche alle esportazioni di riallinearsi con le importazioni migliorando la bilancia commerciale che si presenta quasi sempre in deficit. In presenza di tassi bassi la Fed ha spesso usato l’alleggerimento quantitativo fino a quando il tasso di disoccupazione non si allineava a quello obiettivo, o viceversa ha manovrato i tassi al rialzo nel momento in cui l’occupazione raggiungeva i minimi.
Dunque mettendo a confronto queste due banche sembrerebbe che l’IPC stia molto più caro alla Bce che alla Fed, mentre il tasso di disoccupazione interesserebbe più quest’ultima. Il discorso è molto ampio e certamente i fattori che influenzano le decisioni delle Banche centrali spesso sono politici. Nei prossimi post magari cercheremo di sviscerarli.
[Le Banche Centrali possono FALLIRE?] - Scoprilo nell'articolo!Quello a cui non avevi mai pensato è che le Banche Centrali come una qualsiasi altra banca o istituzione hanno un proprio bilancio.
Questo bilancio è suddiviso in Attività e Passività che insieme danno vita al patrimonio netto della banca.
Le passività si suddividono in passività monetarie e non monetarie.
Nelle passività monetarie troviamo la semplice base monetaria della banca mentre nelle passività che non sono monetarie troviamo eventuali debiti contratti dalla banca nei confronti del governo, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale etc.
Nelle attività di una Banca Centrale possiamo trovare Titoli di debito pubblico , come i titoli di stato dei vari paesi dell’area Euro per la Banca Centrale Europea o i Treasury Bill Americani per la Federal Reserve.
Oltre a questi titoli pubblici troviamo anche Titoli di debito privato , come quelli di grandi aziende multinazionali, acquistati dalle Banche nei vari programmi di espansione liquidità per diversificare gli attivi.
Oltre a queste due tipologie di titoli fanno parte delle attività anche le riserve di liquidità in valuta estera.
La differenza tra il totale delle attività e il totale delle passività forma il Patrimonio netto della banca.
Qual ora le attività detenute dalla Banca Centrale si svalutassero al punto di diventare minori delle passività (potrebbe succedere con un default di uno stato o in caso di cancellazione del debito) la banca potrebbe avere un patrimonio negativo e risulterebbe insolvente, ma a differenza di una normale istituzione bancaria o società, a cui probabilmente nessuno presterebbe denaro se al corrente che i debiti superano le attività, la Banca Centrale può crearsi il denaro da sola senza nessun limite teorico, denaro che andrà ad utilizzare per nuovi acquisti di attività al fronte di pareggiare i conti e aumentare l’utile.
In definitiva una banca centrale può salvare se stessa, ma questa manovra ha un prezzo nascosto. Infatti qual ora avvenisse un evento simile, le manovre di salvataggio prevedono la creazione di nuova moneta con conseguente aumento della base monetaria in circolazione che potrebbe generare un’inflazione molto elevata.
La variante dell’auto-salvataggio di una Banca Centrale è l’eventuale salvataggio di essa da parte di uno stato sovrano, che inietterebbe capitale con conseguente aumento dei debiti statali (precedentemente finanziati sempre dalla Banca Centrale che creò nuova moneta per finanziarli) che andrebbe a creare così una situazione di iper-inflazione che vedrebbe la scelta finale della banca in bilico tra il salvataggio di se stessa e la stabilità dei prezzi.
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EURNZD >>>long BCE svela il recovery fund-possibilità long>>>Time frame daily: prezzi su importante supporto.Nelle ultime settimane su questa coppia supporti e resistenze funzionano alla grande.Mi aspetto un movimento al rialzo, anche in virtù delle ultimissime notizie, cioè la bce che svela il "recovery fund" , piano che sulla carta sembra estremamente positivo per la traballante economia di molti paesi europei,come l'Italia.
>>>Su tf orario imposto l'ordine con un buy limit...mi aspetto un retest dei massimi precedenti e poi dentro long
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ANALISI FONDAMENTALE EURUSD SETTIMANA DAL 27 APRILE. FX:EURUSD
Salve a tutti, la settimana si è conclusa negativamente per il cambio l'eurusd causa fallimento del test del primo farmaco contro il Covid-19. Nella giornata di venerdì cè stato un leggero recupero dovuto al piano da 2 Trillioni di euro dell'Euro Gruppo. La mia visione del pair continua ad essere Long visto l'allargarsi dei diversi spread (10Yusa-10Yde) che mi mostra come gli investitori preferiscono acquistare titoli tedeschi a rendimenti negativi piuttosto che quelli americani, di conseguenza si aspettano un apprezzamento del cambio o un taglio dei tassi della FED che questo mercoledì sarà reso noto se ci sarà. Mentre giovedì ci sarà la decisione della politica monetaria della BCE che a mio avviso rimarrà invariata e non provocherà nessun movimento nel mercato. Inoltre è stato dato il via al test di un ulteriore farmaco contro il virus che, se fallirà, potrà portare la fiducia degli investitori a crollare assieme al cambio eurusd e ai mercati azionari.
[COME STANNO AFFRONTANDO IL CORONAVIRUS LE BANCHE CENTRALI]Il CoVid-19 sta mettendo a dura prova oltre che le nostre vite in quanto cittadini Italiani, anche le nostre visioni in quanto trader e investitori, questo ormai è appurato.
Tra gli analisti e i traders c’è chi già lo paragona alla crisi del 2008, chi addirittura dice che sia molto peggio, ma prima di trarre conclusioni affrettate dovremmo iniziare a capire come stanno affrontando la questione sul piano finanziario su larga scala le maggiori banche centrali mondiali, perché sarebbe proprio da loro che dovrebbero partire gli aiuti più grandi che si rifletteranno sulla popolazione.
Negli Stati Uniti la FED (Federal Reserve) si è trovata con un buon margine di manovra a causa dei tassi a 1.75% e di fatti la scorsa settimana ha abbassato questi stessi di 0.50 bps (non si vedeva un taglio simile dal 2008) per stimolare l’economia e sostenere i mercati finanziari.
Non si può certo dire lo stesso dell’Europa, infatti la BCE del vecchio continente si trova attualmente con le spalle al muro e in una situazione più vulnerabile per effettuare una manovra simile, a causa dei tassi d’interesse già molto bassi, per via delle precedenti stimolazioni monetarie effettuate.
Il precedente intervento della BCE risale al 2 Marzo dove Christine Lagarde ha in sostanza detto che la BCE sta monitorando la situazione e le implicazioni che ne conseguono da vicino e che sono pronti a prendere misure preventive appropriate ai rischi che i vari stati stanno correndo.
Nessuna mossa ma solo tante parole rassicuranti per ora da parte della Banca Centrale Europea che, come ho precedentemente scritto, ha dei margini di manovra molto limitati per via dei tassi d’interesse più bassi tra le principali banche centrali. Da questo nasce anche il forte apprezzamento dell’Euro nelle ultime settimane.
La FED , come già anticipato, ha tagliato invece i suoi tassi improvvisamente il giorno 3 Marzo e si vocifera che si stiano preparando per un ulteriore taglio, visto che questo primo è stato interpretato nel breve termine dai mercati come un “taglio di paura” e di conseguenza non sta dando l’effetto desiderato.
Altro taglio improvviso quello di Mercoledì’ 11 Marzo, della BoE (Bank of England) che senza preavviso si è riunita e ha fatto uscire la notizia dell’abbassamento dei tassi da 0.75% a 0.50%. Anche qui 50 bps di taglio netto e questo sembrerebbe dirla tutta sulla preoccupazione dello stato d’oltremanica. Il comunicato ufficiale riassume le motivazioni di questo abbassamento improvviso con “A seguito della diffusione del Covid-19, gli asset di rischio e i prezzi delle commodities sono scesi in modo sostenuto e i tassi dei bond governativi hanno testato minimi record, a fronte di un possibile forte deterioramento verso il rischio e dell’outlook relativo sia alla crescita del Regno Unito che globale” aggiungendo poi che “gli indicatori che misurano l’incertezza presente sui mercati finanziari hanno raggiunto livelli estremi”.”
La BoC (Bank of Canada) ha anch’essa seguito i passi della FED tagliando i suoi tassi da 1,75% a 1,25% ma purtroppo il fenomeno che sta trascinando il Petrolio (Oil) sul fondo dei mercati ha fortemente deprezzato per correlazione anche la valuta Canadese.
Altra banca a seguire le orme delle due precedenti è stata la RBA (Reserve Bank of Australia) che nella prima settimana di Marzo ha prontamente tagliato i suoi tassi passando da 0,75% a 0,50% per stimolare l’economia del paese e adeguarsi alle altre Banche Centrali.
I nuovi incontri di politica monetaria sono stati oggi 12 Marzo per la BCE e saranno il 18 Marzo per la FED (non si escludono incontri a sorpresa).
AGGIORNAMENTO BCE 12 MARZO 2020 👇
L’incontro di Politica Monetaria della BCE si è concluso con la decisione di lasciare invariati i tassi già allo 0.00%. Gli organi monetari si sono organizzati per effettuare un nuovo Quantitative Easing (sai di cosa si tratta? scrivi nei commenti) al fine di combattere la pandemia che sta colpendo la quasi totalità degli stati Europei. La nuova manovra di immissione di liquidità rappresenta semplicemente un estensione della precedente, infatti la BCE continuerà a stampare Euro per tutto l’anno a ritmo di altri 120 miliardi. In tandem con questa manovra è stato varato anche un nuovo piano di TLTR (Targeted Longer-Term Refinancing Operation) mirato proprio al sostentamento delle piccole e medie imprese che soffriranno più di tutte la crisi e a cui dovrebbe aspettare il compito arduo di sostenere le economie dei paesi del vecchio continente. Tra la maggioranza degli investitori e gli analisti è subito venuto in superficie dello scetticismo, poiché si considerano manovre “non abbastanza forti” per arginare il grave fenomeno che stiamo vivendo, in ogni caso vedremo come i mercati reagiranno nel medio termine e sopratutto se la BCE dovrà mettere mano di nuovo al rapporto di politica monetaria per modificarne i provvedimenti.
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[HAI MAI SENTITO PARLARE DI HELICOPTER MONEY?]Probabilmente lo hai visto solo nei film. Un supereroe o un Robin Hood del momento passa con un elicottero sopra la tua città e lancia soldi in strada a tutto il popolo.
Da qui nasce proprio il concetto di Helicopter Money (Lanciare i soldi da un elicottero) ma fino ad ora probabilmente non sapevi che si trattasse di una proposta anticonvenzionale di politica monetaria che è stata discussa più volte dalle Banche Centrali. Praticamente un Quantitative Easing molto alternativo.
Questo estremo tentativo di politica monetaria espansiva nasce nel 1969 da una provocazione fatta dall’economista Milton Friedman, che sostenne per la prima volta in una conferenza pubblica che se tutte le strategie convenzionali di politica monetaria non avessero funzionato, al peggio si sarebbe potuti ricorrere alla distribuzione di denaro “lanciandolo direttamente da un elicottero” in modo da aumentare l’inflazione.
Chiaramente l’ipotesi di questo economista prevede che le persone non possano tenere per sé i soldi ricevuti in regalo bensì dovranno usarli per muovere l’economia e le leggi di domanda e offerta.
Nel pratico, la Banca Centrale stampa moneta e invece di acquistare titoli e passare tramite banche istituzionali per mettere a disposizione la liquidità da dare in prestito alla popolazione, arriva direttamente al popolo distribuendo nei conti correnti il denaro precedentemente stampato.
E' bene sapere che di questa teoria ci sono molti sostenitori e altrettante persone che sono a sfavore.
Le obiezioni più discusse sono infatti la possibilità dell’insorgere di una forte inflazione, lo sconfinamento della banca centrale nelle politiche fiscali (che non sono tra i suoi compiti), la poca praticità, soprattutto Europea, in quanto il finanziamento monetario esplicito è vietato dai trattati e per ultimo, ma non per importanza, la possibilità che i governi si possano approfittare di questo strumento per scopi elettorali.
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In questi ultimi tempi, si è tornato a parlare dell’argomento proprio perché il CoVid-19 sta mettendo alle corde le varie economie Europee e le politiche monetarie tradizionali sembrano non fornire risposte efficaci.
L’helicopter money, come detto in precedenza, toglierebbe il lavoro al Q.E, ma c’è un punto cruciale, identificato prima, che impedisce a questi elicotteri di alzarsi in volo.
Per distribuire Euro agli europei, la BCE dovrebbe segnare sul suo bilancio una passività che andrebbe coperta con un pari ammontare di debito: in pratica dovrebbe poter emettere un bond. Un Euro-bond in questo caso. Si tratterebbe, in definitiva, di uno strumento fiscale che non è previsto nell’Eurozona e che tutte le volte che è stato proposto negli anni precedenti, è sempre stato bocciato.
Anche se in questi periodi non si possono mai dare per scontato le soluzioni che potrebbero adottare i vari enti centrali per arginare il fenomeno che sta penalizzando il vecchio continente, a Hong Kong, l’helicopter money sembra poter diventare una realtà, difatti la crisi da CoVid-19 ha spinto il governo locale a una soluzione in fase di attuazione che ha dell’eclatante: tutti i residenti maggiorenni riceveranno un assegno di 10.000 HK dollari (1.280 USD). La provenienza di questi fondi da distribuire però è ben diversa dall’ipotesi Europea, difatti non ci sarà incremento del debito pubblico con emissioni di titoli di stato, poiché la misura verrà finanziaria attingendo alle riserve nate dei surplus di bilancio degli anni passati, tradotto in parole povere: dall’eccesso di tasse.
Cosa ne pensi di questa pratica? Ne avevi già sentito parlare? 👇
Cosa sta accadendo ai mercati?La diffusione su larga scala del coronavirus (l'OMS ha dichiarato la pandemia) e la guerra commerciale attualmente in corso nel mercato del petrolio hanno avuto un effetto disastroso sui tutti i mercati.
Nel tentativo di frenare la caduta libera dei mercati, la Federal Reserve ha iniettato nel sistema finanziario nuovi contanti per un valore di ben 168 miliardi di dollari. La Banca Centrale Europea ha introdotto nel mercato un incentivo di 120 miliardi di euro ma non ha tagliato i tassi, il mercato si aspettava qualcosa di più e ha reagito di conseguenza...
DAX, mercati finanziari al tappetoDopo la pandemia ufficializzata ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità, durante la notte è arrivata la decisione del presidente Donald Trump di bloccare tutti i voli dall’Europa. Oggi pomeriggio, infine, la Bce decide di lasciare invariati i tassi e delude le attese. Conseguenza diretta i mercati vanno a picco (DAX in area -9%). Le vendite non risparmiano proprio nessuno.
L'EURUSD chiude l'anno rialzando la testa, ma quanto durerà?L'Euro trova la strada per tornare a crescere poco oltre la resistenza del momento a 1.1220$, evidenziando però fragilità tipiche dei pullback rialzisti di corto respiro, tutti inseriti in un solido contesto ribassista di medio termine.
Ad accrescere i dubbi circa la solidità di quest'ultima salita è la quantità ridotta di volumi scambiati che non consente di valutare il grado di affidabilità dei movimenti di prezzo.
Certamente la stabilizzazione della struttura crescente, data dalla successione dei minimi a 1.088 e 1.098, ha favorito l'allungo oltre la soglia di medio termine a 1.1140$, in precedenza oggetto di repentini cedimenti.
Infatti l'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero a partire dall'inizio di dicembre ha spesso occupato il quadrante negativo, valutando i tentativi di rompere le resistenze oltre 1.1180 e 1.1230$, come insufficienti a ribaltare il trend di medio termine.
Al contrario la tenuta di quota 1.1065$, lo scorso 20 dicembre, ha fornito al cci lo spunto per confermare la solidità della spinta rialzista, non perdendo mai i valori positivi fino a rasentare l'ipercomprato.
Ora è possibile valutare quali sviluppi assumerà la tendenza di breve, testando la solidità della trendline che unisce i minimi relativi a 10985 e e 1.1065$, la cui tenuta favorirà il superamento di quota 1.1240 prima e 1.1280 a seguire.
Resistenze importanti oltre le quali si aprono sfide durissime per capovolgere il trend ribassista di medio termine, con i livelli a 1.1340 e soprattutto ad 1.1420$, ancora distanti con l'attuale velocità di salita.
Gli scenari in evoluzione potrebbero dunque favorire un allungo a ridosso dei livelli non oltre 1.1290$, ma sarà fondamentale stabilizzare gli avamposti conquistati, altrimenti per gli operatori monetizzeranno i guadagni tornando a vendere l'Euro.
Strategia che appunto torna ad essere preferibile qualora venisse confermato il fallimento del breakout oltre 1.1270/90$, verificando che gli indicatori di trend più sensibili segnalino la mancanza di pressione al rialzo.
Indicazioni operative e strategie multiday su EUR/USD
Per le posizioni long: attendere la stabilizzazione della salita attuale valutando ingressi intorno quota 1.1150/70, con stop corto di 40/50 pips e target oltre 1.1235$.
Con un profilo di rischio minore attendere un prematuro storno dei prezzi fino a quota 1.1120, rischiando uno stop di massimo 50 pips ed un target oltre quota 1.1220$.
Per le posizioni short: attendere sui grafici più dinamici, come quello orario o a 15 minuti, il test delle resistenze a 1.1255 e 1.1285, cumulando più ordini con target a 1.1130 e stop di massimo 60 pips.
Con un profilo di rischio minor e attendere il test delle resistenze più alte come 1.2290 e 1.1330 da cui sarà interessante cumulare ordini consistenti, con target sotto 1.12$ e stop massimo di 60 pips.
Rimbalzo trappola dell'Euro. I livelli per vendere ancoraInizia a sfumare il rimbalzo dell'Euro/Dollaro che dai minimi dello scorso giovedì a 1.0988$ ha beneficiato di un balzo di quasi 100 pips e che viene già messo in discussione dal fallimento dell'atteso breakout di 1.11$.
L'eventuale superamento di questa resistenza non è sufficiente a modificare la strutturale debolezza del cambio, che vede il difficile compito di superare gli sbarramenti più ravvicinati a 1.1120 e soprattutto quota 1.1155$.
L'indicatore di trend cci in tal senso è molto chiaro assumendo un'inclinazione positiva e valori di poco oltre lo zero ed evidenziando come la resistenza posta oltre 1.11$ sia fondamentale per sancire un cambio di tendenza sostanziale.
L'evoluzione rialzista di brevissimo termine dunque trova già le prime difficoltà a ridosso della resistenza citata e anche nell'ipotesi più ottimistica di una risalita, oltre i target di 1.1140 e 1.1170$, la strada per costruire un solido trend ascendente sarà lunga e difficile.
Infatti data la volatilità attuale dell'Euro/Dollaro sono molto distanti gli obiettivi posti a 1.1230 e 1.1280, primi veri banchi di prova per ribaltare la struttura di medio termine ribassista, mentre è decisamente sfidante conquistare quota 1.1360$, valore d'inversione lungo termine insieme al proibitivo 1.1430$.
La strategia di vendere gli spunti a rialzo rimane preminente, con i supporti a 1.1060 e 1.1025$ molto probabilmente obiettivi di nuovi test di solidità e con il rischio di estendere il movimento ribassista verso minimi relativi sotto quota 1.0940$, sebbene per quest'ultimo le probabilità siano ancora mediocri.
Indicazioni operative e Strategie multiday su EUR/USD
Per le posizioni long : attendere con pazienza livelli di supporto più bassi, come ad esempio 1.1030 e soprattutto 1.0980, prima di rischiare contro il trend principale nuovi acquisti, con target quota 1.1075 e 1.1120 e stop di massimo 60 pips.
Con un profilo di rischio minore attendere direttamente per la prossima settimana il test di quota 1.0990$, rischiando al massimo 60 pips e un target oltre quota 1.1070$.
Per le posizioni short: un profilo di rischio medio alto iniziare a vendere ai prezzi correnti, replicando nuove posizioni eventualmente a 1.1095, 1.1140 e 1.1185$, con un rischio massimo sul prezzo medio non superiore ai 70 pips e target a 1.1060$.
EURUSD: segnali pessimi, i target del ribassoL'EURUSD ha iniziato l'ottava ampliando la dinamica negativa, dopo una settimana orribile caratterizzata dall'annullamento di tutti i progressi registrati a partire dalla metà di ottobre.
Vengono infatti colpiti due supporti vitali, a quota 1.1070 e 1.1020 $, che avrebbero dovuto arginare almeno temporaneamente le vendite originatesi dal cedimento di quota 1.1140$.
Invece la sequenza di candele negative a partire dallo scorso 5 novembre palesa la strategia di corto respiro sposata dagli investitori, intenzionati a scaricare a breve le posizioni sull'Euro e quindi approfittando dei livelli di resistenza raggiunti a ridosso di 1.1180$.
Come evidenziato nell'analisi: " L'EUR/USD non cede i supporti e punta al target di breve... l'uscita dall'ipercomprato stia sviluppando una divergenza ribassista preoccupante.
Tale circostanza palesa il rischio che entro la seduta di oggi o di domani non verrà raggiunta una chiusura oltre 1.1147$, con le prospettive rialziste di breve che potrebbero venire compromesse respingendo i corsi nuovamente a ridosso di 1.1070 prima e 1.1020 a seguire. "
I livelli raggiunti per quanto configurassero l'interruzione della tendenza negativa di breve termine, non potevano considerarsi come sufficienti a decretare l'inversione di tendenza in senso rialzista nel medio termine.
Infatti sono da considerarsi troppo distanti le resistenze a quota 1.1280 e 1.1330$ per la "velocità di crociera" assunta dai prezzi, con il range medio fisso a non oltre i 50 pips al giorno in media.
La prospettiva attuale è bene indicata dall'indicatore di trend cci che dopo il segnale del cambio di tendenza a ridosso del cedimento dei 1.1110 il 5 novembre scorso mostra la debolezza delle pressione in acquisto.
Probabilmente il ribasso si estenderà per il resto della settimana testando quota 1.0990, mentre è meno probabile il test di 1.0940$ visto il contestuale rallentamento anche della spinta discendente.
Infine lo scenario rialzista alternativo si concretizzerà soltanto una volta ripristinata la resistenza oltre 11070 che andrà comunque consolidata, al fine di confermare un recupero più esteso e difficile oltre 1.1147 prima e 1.1185 a seguire.
Queste resistenze che rimangono ancora eccellenti livelli, come più volte rimarcato, per aprire posizione al ribasso con probabilità di rendimento elevate, in quanto anche per la prossima settimana appre improbabile il raggiungimento dei valori d'inversione del trend oltre 1.1280$.
Indicazioni operative e strategie multiday su EUR/USD
Per le posizioni long: sfruttando time freme intraday, orario o 15 minuti, coniugare a ridosso dei supporti dinamici a 1.0980 e 1.0950 ordini pendenti con target 11 050 e stop loss di Massimo 50 pips.
Con un profilo di rischio maggiore iniziare ad accumulare posizioni impiegando una piccola porzione del capitale disponibile, incrementando qualora dovesse verificarsi il test di quota 1 0960$, con un rischio sulla media delle posizioni acquisite pari a 60 pips ed un target tre 1.1040$.
Per le posizioni short: sfruttando il trend ribassista ormai dominante da mesi e che caratterizza anche le folate rialziste entro una forte fascia di resistenza 11340 è possibile posizione a ribasso o mantenere quelle assunte in precedenza valorizzando al target di 1.0940$.
Con un profilo di rischio maggiore aprire posizioni ai prezzi di quotazione attuale distribuendo vendite nell'eventualità di un test di quota 1.1070, con un rischio di massimo 60 pips rispetto alla media delle posizioni in portafoglio ed un target sotto 1.0980$.
L'EUR/USD difenderà le prospettive rialziste di breve termine?L'Euro/Dollaro finalmente consolida il movimento rialzista di breve termine che ha visto conquistare una dopo l'altra le resistenze comprese tra 1.1050 e 1.1140$.
Adesso dopo il massimo relativo a 1.1179, si avvia a stabilizzare la fascia di supporto compresa tra 1.1110 e 1.1090$.
Viene dunque spezzato definitivamente il pesante canale ribassista che dominava le quotazioni da inizio luglio e che vede la trendline negativa attraversare i massimi decrescenti rispettivamente a 1.1412 e 1.1249 e 1.1109$.
Questi livelli rappresentano tutte resistenze da superare e stabilizzare per confermare un cambio di tendenza tutt'ora ribassista nel medio termine.
Infatti la reazione misurata anche dal indicatore di trend cci sul grafico giornaliero, in corrispondenza del superamento in chiusura di 1.1020$, può essere classificata soltanto come un breakout rialzista di breve termine.
Questo recupero non ha le caratteristiche per parlare di inversione strutturale dei prezzi verso nuovi obiettivi come ad esempio 1.1260$.
Tanto è vero che se si confrontasse l'andamento del indicatore di trend sul grafico settimanale, i valori rimangono al di sotto dello zero in contrasto con ciò che accade sul grafico giornaliero, che raggiunta quota d'ipervenduto a 200 ora stenta a difendere i 100 punti.
La prospettiva in chiusura di questa settimana e in preparazione della prossima, è quella di consolidare livelli di prezzo prima citati e valutare se ci saranno gli acquisti necessari a rompere definitivamente il blocco più importante, ovvero la fascia di resistenza compresa fra 1.1184 e 1.1265$.
Questi livelli di prezzo rappresentano dunque ottime opportunità per vendere ancora la moneta unica ad esempio con l'obiettivo di concretizzare discreti rendimenti al ridosso di 1.1070.
Quota che rischia di essere raggiunta in chiusura di questa settimana se la tendenza di brevissimo non dovesse cambiare.
In alternativa è possibile sfruttare questa iniziale fase di ritracciamento verso il supporto prima citato, acquistando con prospettive di costo relativamente ridotte a 1.1030 e di ricavo oltre 1 1160$.
Infine occorre non perdere di vista lo scenario ribassista latente, che ora riveste il ruolo di prospettiva alternativa rispetto alla tendenza dominante, che si concretizzerà con la rottura della trendline che unisce i minimi crescenti a 1.0880, 1.0945 e 1.0995$.
Strategie operative su Euro/Dollaro
Per le posizioni long: collocare ordini pendenti più in basso a 1.1090 e 1.1070, con stop di massimo 60 pips e target oltre 1.1150$.
Con un profilo di rischio maggiore acquistare ai prezzi correnti, sfruttando la presenza di una tendenza ancora rialzista nel breve, con uno stop a 1.1080 ed target a 1.1140$.
Per le posizioni short : poiché la strategia ribassista gode ancora del favore delle probabilità, iniziare o continuare ad accumulare piccole posizione al ribasso ai prezzi correnti e nell'eventualità di una ripresa della salita oltre 1.1170€, con stop unico a 1.1240 e target 1.1030$.
Con un profilo di rischio maggiore attendere chiusure al di sotto di quota 1.1090, rischiando al massimo uno stop di 60 pips ed un target sotto 1.1020 prima e 1.0970 a seguire, con un rapporto rischio/rendimento non esaltante.
Nuovi livelli per sfruttare il rimbalzo di EUR/USDDopo circa due settimane di ribassi vissute pericolosamente fino a testare il nuovo minimo a 1.0880$, l'Euro/Dollaro rimbalza efficacemente nell'ultima ottava, raggiungendo la parte superiore del canale discendente che domina le quotazioni da luglio scorso.
Più precisamente la trendline ribassista che sovrasta le quotazioni passando lungo le resistenze rispettivamente a 1.1210, 1.1140 e attualmente giacente a 1.1020$ circa, sintetizza in maniera inequivocabile il dominio ribassista.
A sostegno delle difficoltà di attrarre compratori i prezzi hanno disegnato una serie di doji line denominate tweezer, ovvero caratterizzate da massimi concentrati nell'intorno di prezzo tra 1.0990 e 1.1007$.
Questi livelli insieme ai pivot più alti oltre 1.1040, rappresentano delle buone opportunità per aprire posizione al ribasso dopo la buona valorizzazione di quelle precedenti, scaturite dal massimo relativo il 13 settembre scorso a 1.11$.
Conferme in tal senso arrivano anche dall'indicatore di trend cci che sul grafico giornaliero misura una pressione in acquisto già declinante e valori assoluti a -79 punti, con un picco più basso della linea rispetto ai top dello scorso settembre.
La prospettiva più concreta anche supponendo rialzi oltre i livelli indicati dalle resistenza più immediate a 1.1120, ad esempio è data dal fatto che il trend ribassista è troppo forte, alimentato dalle politiche ultra espansive della BCE e dalle prospettive sul ciclo economico europeo stagnanti se non addirittura recessive.
L'unico modo per potere parlare di inversione del trend di breve e medio termine è raggiungere e consolidare quota 1.1220$ , vero spartiacque tra le due tendenze contrapposte.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: attendere la conferma di tutta la struttura reattiva di brevissimo termine estesa adesso ai supporti crescenti da 1.0880 a 1.1020 passando per i livelli chiave di 1.0940 e 1.0980$, configurazione che verrà confermata soltanto con il superamento di quota 1.1080$.
Mentre per gli amanti del rischio (contrarian) acquistare direttamente al test di quota 1.0940/920 con target oltre 1.1040 e stop a 1.0870$.
Per le posizioni short: continuare a privilegiare la strategia di vendere gli spunti fugaci ed instabili al rialzo dell'Euro le cui probabilità di discesa sono ancora elevate.
Più un dettaglio distribuire lungo quota 1.1020, 1.1060 e 1.1120$, ordini pendenti con stop loss unico a 1.1170 e target a 1.0940 prima e 1.0890 a seguire.
EUR/USD: opportunità short dal rimbalzo attualeL'EUR/USD chiude un'altra settimana difficile caratterizzata dal grave aggiornamento dei minimi relativi a 1.0925$ e da cui il momentaneo rimbalzo, verso la resistenza a 1.1080, non ha ridotto d'importanza.
Infatti a causa del prossimo energico intervento monetario della BCE, chiamata ad evitare la spirale recessiva proveniente dalla Germania, le vendite sul cambio non sono praticamente mai terminate ad eccezione delle recenti prese di profitto.
Sarà senza dubbio interessante valutare le probabilità che le resistenze a 1.1085 e 1.1120$ tengano all'onda d'urto delle ricoperture.
Nell'eventualità di un fallimento del test oltre 1.1130$, verrà confermata la trendline ribassista che tiene in scacco le quotazioni dal top relativo del 25 giugno scorso a 1.1412$.
I livelli citati consolidano un canale ribassista di medio termine che vede nei livelli di 1.1030 e 1.1240$, i punti d'appoggio terminali delle rispettive linee di tendenza.
Struttura discendente che trova perfetta conferma dall'andamento dell'indicatore di trend cci, che da fine giugno non ha mai abbandonato i valori negativi, invitando gli operatori a vendere i massimi relativi confermato sui grafici più dinamici.
La prospettiva per la settimana si mantiene dunque ribassista e soltanto il superamento di quota 1.1140 prima e 1.1190$ potrà spezzare il dominio ribassista di breve termine.
Al riguardo l'unico l'elemento a dare manforte alla componente acquirente, è il completamento del potente pattern candlestick denominato three morning star, dalla valenza positiva.
Se fosse consolidato confermando definitivamente quota 1.1080$, garantirebbe una adeguata spinta, oltre la resistenza cruciale del momento ovvero a 1.1210$.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: come si evince facilmente dal grafico gli acquisti contro il trend di fondo vanno tendenzialmente evitati.
Mentre per gli amanti del rischio (contrarian) acquistare lungo il supporto, non del tutto consolidato, di 1.1015 rischiando 60 pips di stop ed un target oltre 1.1080$.
Con un profilo di rischio minore collocare lungo quota 1.0970$ ordini pendenti, con stop di massimo 60 pips e target oltre 1.1040 usd.
Per le posizioni short: continuare sempre nella strategia regina e decisamente più remunerativa ovvero di vendere le folate al rialzo dell'Euro.
Più un dettaglio distribuire lungo quota 1.1040, 1.1080 e 1.1130$, ordini pendenti con stop loss unico a 1.1180 e target parziale sotto 1.0960 e finale a 1.0930$.
Ubi Banca: segnali incoraggianti dal rimbalzoMigliora sensibilmente il quadro tecnico di UBI Banca che trova sufficiente forza in acquisto per evitare non solo un pericoloso avvitamento sotto quota 2.07€, ma soprattutto rilanciare oltre 2.29€ le prospettive del trend di medio termine.
Più precisamente con i rialzi d'inizio settimana viene confermata il supporto a 2.17 e l'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero può finalmente riportare valori di poco oltre lo zero, segnalando la fase cruciale vissuta dalle quotazioni.
Infatti un'eventuale chiusura oltre la resistenza di 2.34€ sancirebbe la fine del trend ribassista di breve termine e ciò faciliterebbe un'ulteriore allungo oltre la soglia psicologica di 2.40€.
Tale livello è considerato dagli analisti più pessimisti il giusto target, mentre il resto degli esperti indica quota 2.90€ come più rispondente ai fondamentali.
Invece dal punto di vista strettamente tecnico non è possibile sperare. date le condizioni attuali, in un rapido recupero verso i target indicati, in quanto il fragile rimbalzo appena iniziato deve consolidare prima la resistenza a 2.47€.
La prospettiva appare dunque decisamente improbabile a verificarsi almeno nel breve periodo (orizzonte temporale di 2/4 settimane) e permane ancora il rischio di un'avvitamento dei corsi sotto quota 2.18€ ,da cui sarà interessante accumulare il titolo in ottica d'investimento a medio-lungo termine.
Perché acquistare azioni Ubi Banca
Per chi ha il titolo in portafoglio: accumulare il titolo soltanto nell'eventualità i corsi dovessero tornare ad interessare i supporti sotto 2.23€.
Inoltre tutelare l'investimento acquistando opzioni Put , strike 2.40€, scadenza dicembre 2019, con rendimenti extra in caso di ribassi a fronte di costi contenuti.
Per le nuove posizioni: distribuire più ordini d'acquisto ai prezzi di quotazione e lungo i supporti di 2.25, 2.18, 2.08€, rischiando uno stop unico a 1.98 ed un target oltre 2.38€ nel medio termine.
Per lo short selling: attendere un pullback dei prezzi verso la resistenza di 2.40€, con stop loss a 2.52 e target sotto quota 2.23€.
In alternativa e con un rischio inferiore e pari al premio pagato acquistare opzioni Put, strike 2.4€, scadenza dicembre 2019, qualora i prezzi dovessero testare il supporto a 2.47€ entro fine ottobre.
EURGBP: hai rotto!!!E' il caso di dirlo: EURGBP, HAI ROTTO!!!
Finalmente ci siamo, il ribasso che in molti si attendevano ormai da tempo, ha finalmente preso il via.
Una situazione che andava avanti ormai da diversi giorni, che ha visto i prezzi portarsi oltre il limite estremo della zona di resistenza statica e dopo aver creato ben 11 candele rialziste sul grafico settimanale, di cui l'ultima, con chiara conformazione Shooting Star.
A questo punto, ci spostiamo su timeframe H4 e lo analizziamo:
dopo un piccolo ritracciamento, ho individuato sul grafico una formazione Testa-Spalle, con neckline situata attorno al livello 0.8960, il quale è stato violato a partire dalle prime candele del 24/7.
La rottura ha confermato il pattern, generando un movimento che ha portato inizialmente i prezzi fin zona 23,6 di Fibonacci (in data odierna).
Le successive notizie BCE ed il discorso di Mario Draghi, hanno generato molta volatilità nel pomeriggio, riportando i prezzi fin zona 0,8950.
A questo punto, mi aspetto una continua del movimento ribassista iniziato nelle scorse ore, facendo forza sul fatto che, chi aveva posizioni long nelle scorse settimane, abbia iniziato a liquidarle lasciando spazio a chi vuole piazzare i suoi ordini di vendita.
L'idea è, come da illustrazione grafica, di vedere un movimento ribassista alternato ad una serie di ritracciamenti che potrebbero portare i prezzi sul livello 50,0 prima, e 61,8 poi, di Fibonacci.
EUR/USD: livelli chiave per la settimanaNetto salto di qualità della "storica" fare ribassista dell'Euro che vede l'evidente deterioramento della struttura tecnica dei prezzi verso obiettivi considerati qualche settimana fa ambiziosi.
Probabilmente i corsi sono destinati a violare in settimana il supporto fondamentale a 1.1055 prima e 1.1015 a seguire, prolungando il canale discendente la cui linea di tendenza superiore attualmente sovrasta i prezzi a 1.1190 usd.
Ciò perché gli operatori scontano un ulteriore intervento della BCE a sostegno del ciclo economico Europeo, destinato altrimenti ad avvitarsi lungo sentieri recessivi pericolosi.
La quattro black candle che caratterizzano l'ottava appena trascorsa si contrappongono al movimento rialzista avvenuto durante la prima settimana di agosto che ha consolidato un fascia di resistenza a 1.1250 usd essenziale.
L'ottimo spunto operativo in senso ribassista che ne è scaturito esalta ancora una volta l'utilità dell'indicatore di trend cci sul grafico giornaliero, che lo scorso 13 agosto in chiusura a 1.1170 certifica il ritorno dei venditori.
La divergenza inversa che ne è scaturita ha poi confermato la debolezza di fondo e qualificato il rimbalzo ancora una volta come un' opportunità per ingressi al ribasso a prezzi vantaggiosi in termini di rischio.
La prospettiva adesso si capovolge in quanto i valori assunti sempre negativi, rallentano il tratto discendente della linea di trend che riprende leggermente a salire configurando una classica divergenza rialzista ancora da confermare.
Servono infatti chiusure oltre la resistenza a 1.1148 per confermare l'interruzione della fase discendente di breve termine e soltanto la conquista di quota 1.1190 prima e 1.1240 ne decreteranno la fine.
Al contrario lo scenario ribassista prevalente continuerà ad esplicare i propri effetti impedendo l'aggiornamento dei massimi relativi fermi a 1.1250 USD.
Ma soprattutto consentirà di sfruttare ancora una volta la comoda strategia di vendere le folate al rialzo dell'Euro e da cui sarà interessante conservare quantitativi per valorizzare il raggiungimento dei target indicati sotto quota 1.1020 usd.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long : acquistare solo dopo la stabilizzazione dei supporti sotto quota 1.1055, anche grazie all'utilizzo di grafici orari, al fine di stimare il giusto livello di rischio.
Con un profilo di rischio maggiore invece iniziare ad accumulare posizioni al rialzo non appena verrà centrato l'obiettivo di quota 1.1040 prima e 1.10 a seguire, con stop loss di massimo 60 pips e target oltre 1.1130 USD.
Per le posizioni short: confermando l'idea operativa ormai classica di attendere i prezzi al varco delle resistenze di 1.1140, 1.1180 e 1.1230 usd, con stop loss unico a 1.1280 e target sotto quota 1.1080 usd.
Mediobanca: Re Mida pronto a combattere il ribassoIn coerenza a quanto successo al Ftse Mib i prezzi di Mediobanca non accennano a rallentare la discesa, che dai massimi del 25 luglio scorso a 9.56 lasciano sul terreno una perdita di valore pari al 12%.
L'inclinazione della linea di tendenza che si ottiene tracciando i massimi relativi a 9.20 e 8.87€, delineano uno scenario negativo travolgente e senza appello, azzerando i guadagni dei mesi precedenti.
Le valutazioni espresse dagli analisti basate sui numeri di bilancio raccontano ovviamente una storia diversa, tanto da soprannominare la società Re Mida, che a fine 2018 ha chiuso con un bilancio semestrale considerato il migliore della sua storia.
Solidità patrimoniale, redditività ai massimi livelli storici e prospettive ottime di miglioramento dei ricavi nel futuro, fanno del gruppo bancario uno dei migliori titoli da inserire in portafoglio approfittando del vistoso calo di questi giorni.
Perché acquistare azioni Mediobanca
L'ultima semestrale chiusa a l30 giungo(espone numeri importanti con un margine d'intermediazione cresciuto del 2.52 a milioni ed un utile netto pari a 890 milioni (+8% vs 2018), infine il Common Equity Tier 1 è sceso dal 14,24 al 14,09%.
Il target price medio espresso dalla maggioranza degli analisti supera i 10€, con un upside rispetto alle quotazioni attuali di oltre il 25%.
Invece dal punto di vista dell'analisi grafica il trend ribassista potente minaccia in coerenza con l'indebolimento generale degli indici di centrare nuovi minimi, sotto quota 8.20 e soprattutto sotto 7.90 puntando a colpire valori di lungo periodo come 7.75 e 7.35€.
L'indicatore di trend cci sul giornaliero ha correttamente indicato, in corrispondenza del cedimento del supporto a 9.17€ l'inizio della fase discendente assume valori negativi ed una chiara inclinazione negativa verso valori da ipervenduto.
Il rimbalzo effettuato ieri grazie all'exploit rialzista degli indici americani non ha minimamente scalfito il solido canale ribassista di breve termine destinato ad allungare la propria traiettoria verso 8.18 prima e 7.90 a seguire.
Rischi sulle posizioni di Mediobanca
Applicando un corretto profilo di rischio e una logica di portafoglio di medio termine (3/6 mesi) è conveniente iniziare a cumulare posizioni a prezzi decrescenti, sapendo bene che il fair value si aggira intorno ai 10.50/11€.
Per chi ha il titolo in portafoglio: cumulare ulteriori posizioni sfruttando la tendenza dei prezzi a testare l'area di supporto lungo quota 8.20€, non superando la soglia del 10% della propria disponibilità liquida totale.
In aggiunta difendere il valore dell'investimento acquistando opzioni Put strike 8€, scadenza dicembre qualora il titolo dovesse colpire quota 7.90€ entro la fine di settembre.
Per le nuove posizioni: attendere il test del supporto a quota 8.10€ per iniziare ad accumulare il titolo in portafoglio, replicando l'operazione più in basso a 7.70€.
Per lo short selling : attendere un pullback dei prezzi verso la resistenza a 8.60 e 9.20€, con stop loss a 9.70 e target sotto 7.80€.
FTSEMIB - la volatilità è ormai sovranaBuongiorno a tutti cari traders
Cosa succede adesso al nostro indice?
Se sul fronte rialzista, si punta ai 21.300/21.400 prima e 21.600 poi, mentre sul fronte ribassista, nuove vendite potrebbero arrivare soltanto con lo scivolamento al di sotto dei 21.100, c'è una sola certezza.
Viviamo periodi di elevata volatilità. Personalmente spero questa si riduca, con un assestamento delle quotazioni su questi livelli, prima di riprendere la corsa verso i 22.000
Voi cosa ne pensate? scrivetelo nei commenti o contattatemi in privato
TradingCoach
EurUsd, rialzo imminenteSia dal punto di vista tecnico, price action ed indicatori, che dal lato stagionale-statistico e dalla lettura del Cot Report, l'impostazione di EurUsd sta diventando rialzista per i prossimi mesi, proprio partendo da una base di 1,12 come rifermento. Un ritorno sopra 1,145 è molto probabile