Wall Street cresce in attesa della FedLA FED SI AVVICINA
Ieri Wall Street ha registrato un andamento prevalentemente positivo, in un clima di attesa per la decisione della Federal Reserve, che presumibilmente abbasserà i tassi il prossimo 17 settembre.
Prima di allora, verranno pubblicati dati significativi, come l’inflazione negli Stati Uniti, prevista per fine settimana.
L'S&P 500 è salito dello 0,4%, il Nasdaq dello 0,8%, mentre il Dow Jones si è mantenuto stabile (+0,2%).
I dati sull'inflazione saranno al centro dell'attenzione, con i prossimi report su CPI e PPI che dovrebbero chiarire le pressioni sui prezzi.
I mercati hanno quasi completamente scontato un taglio dei tassi da parte della Fed, soprattutto dopo il debole report sull'occupazione della scorsa settimana.
A livello settoriale, tecnologia e beni di consumo discrezionali hanno guidato i guadagni, mentre il settore immobiliare è rimasto indietro.
Sul fronte societario, Broadcom (+3,7%) e Oracle (+2,2%) hanno registrato forti progressi. Anche Robinhood Markets (+11,5%) e AppLovin (+11,2%) hanno segnato un’impennata, pronte a entrare nell’indice S&P 500 il 22 settembre.
Al contrario, le azioni Apple sono scese dello 0,1%, Visa dello 0,4% e T-Mobile ha perso oltre il 5%.
VALUTE
Prosegue la discesa del dollaro, che sembra non aver ancora scontato il probabile taglio dei tassi della Fed, continuando a scendere senza interruzioni.
L’EUR/USD è ormai a ridosso di 1,1790, primo livello chiave, seguito da 1,1830. Una sua eventuale violazione potrebbe spingere i prezzi sopra 1,2000.
Sale il Cable, ormai vicino a 1,3600, mentre USD/JPY scende, non lontano dal 146,80 di venerdì scorso.
Anche le valute oceaniche tentano di ripartire al rialzo: AUD/USD si avvicina al livello chiave di 0,6620–0,6630, mentre NZD/USD si avvicina alla resistenza di 0,6000.
USD/CHF è in calo a 0,7920, con possibilità di scendere fino a 0,7865, minimo dell’anno.
Resta da capire fino a quando sarà possibile assistere alla discesa del dollaro e quanto potranno reggere i Paesi le cui valute stanno salendo rapidamente, in un contesto di dazi crescenti e difficoltà nell’export.
Non è facile rispondere, ma non ci stupiremmo di sentire presto qualche banchiere centrale lamentarsi di euro, sterlina o yen eccessivamente forti.
GERMANIA: SURPLUS COMMERCIALE IN CALO
Il surplus commerciale della Germania si è ridotto a 14,9 miliardi di euro a luglio 2025, in calo rispetto ai 15,4 miliardi di giugno (dato rivisto al rialzo) e al di sotto delle attese.
È il livello più basso da ottobre 2024, a causa di un calo più marcato delle esportazioni rispetto alle importazioni.
Le esportazioni sono diminuite dello 0,6% su base mensile, attestandosi a 130,2 miliardi di euro, penalizzate da un calo del 4,5% verso i Paesi extra-UE, in particolare del 7,9% verso gli Stati Uniti, al minimo da dicembre 2021.
Al contrario, le spedizioni verso i Paesi UE sono aumentate del 2,5%, con un +2,5% verso l’area euro e +2,6% verso i Paesi extra-area euro.
Le importazioni sono diminuite dello 0,1%, attestandosi a 115,4 miliardi di euro, invertendo la tendenza rispetto al +4,1% di giugno (dato rivisto al ribasso).
Il calo è stato causato principalmente dalle minori importazioni dai Paesi extra-UE (-1,3%), mentre quelle dai Paesi UE sono aumentate dell’1,1%.
Da inizio anno, la Germania ha registrato un surplus commerciale di 119,5 miliardi di euro, con esportazioni in aumento dello 0,7% e importazioni del 4,9%.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono tornati a ridosso dei 63 dollari al barile, recuperando dopo tre giorni di calo.
La ripresa è stata favorita dall’annuncio dell’OPEC+ di un aumento della produzione inferiore alle attese e dalle preoccupazioni per nuove sanzioni statunitensi sul petrolio russo.
Il gruppo ha concordato un incremento di 137.000 barili al giorno da ottobre, ben al di sotto degli aumenti di 555.000 barili di agosto e settembre, e dei 411.000 di giugno e luglio.
Alcuni membri sono già in sovrapproduzione, il che potrebbe limitare l’impatto effettivo sul mercato.
L’aumento contenuto segnala cautela, in vista di un possibile eccesso di offerta nel mercato invernale.
Nel frattempo, i rischi geopolitici aumentano la pressione al rialzo. Domenica, la Russia ha lanciato il suo più grande attacco aereo della guerra in Ucraina, colpendo per la prima volta un edificio governativo a Kiev.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che alcuni leader europei si recheranno negli Stati Uniti oggi o martedì per discutere le modalità di risoluzione del conflitto russo-ucraino.
CINA: BILANCIA COMMERCIALE
Le esportazioni dalla Cina sono cresciute del 4,4% su base annua ad agosto 2025, raggiungendo i 321,8 miliardi di dollari.
Il dato è inferiore alle attese (+5%) e in rallentamento rispetto al +7,2% di luglio. Si tratta del rialzo meno significativo da febbraio.
Il rallentamento è dovuto a un temporaneo allentamento delle pressioni tariffarie e al calo della domanda da parte del principale mercato di consumo.
L’11 agosto, la Cina ha accettato di estendere la tregua tariffaria con gli Stati Uniti per 90 giorni, bloccando i dazi statunitensi del 30% sulle importazioni cinesi e quelli cinesi del 10% sulle merci statunitensi.
Per destinazione, le esportazioni sono aumentate verso Giappone (+6,7%), Taiwan (+17,5%), Australia (+10,1%), ASEAN (+22,5%) e UE (+10,4%).
Al contrario, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono crollate del 33,1%, mentre quelle verso la Corea del Sud sono diminuite dell’1,4%.
Nei primi otto mesi del 2025, le esportazioni cinesi sono aumentate del 5,9% su base annua, raggiungendo un totale di 2,45 trilioni di dollari.
Saverio Berlinzani
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Oltre l'analisi tecnica
Dollaro USA & Scelta Finale della FED: Tutti gli Scenari PossibiLa fine del 2025 si preannuncia decisiva per il dollaro USA. Dopo due anni segnati da un’inflazione persistente e da un rallentamento del mercato del lavoro, la Federal Reserve (Fed) si trova davanti a una scelta cruciale: mantenere l’attuale politica o avviare un pivot monetario. A seconda della traiettoria scelta, le conseguenze per il dollaro (misurato con l’indice DXY) potrebbero essere diametralmente opposte. Cinque scenari principali tracciano l’insieme degli esiti possibili.
Nessun Pivot: statu quo fino al 2026
In questo scenario, la Fed mantiene invariato il tasso di riferimento per tutto il 2025. Un’inflazione ferma intorno al 3 % impedisce qualsiasi allentamento. Le riunioni chiave di settembre, ottobre e dicembre porterebbero dunque a uno statu quo.
L’impatto sul mercato valutario sarebbe netto: un forte recupero rialzista del dollaro contro le principali valute. Dopo essere stata una delle valute più deboli, il biglietto verde ritroverebbe forza, sostenuto dal differenziale favorevole dei tassi. Tecnicamente, il superamento dei 100/101 punti confermerebbe questa ipotesi di inversione rialzista.
Pivot tecnico per aggiustare il mercato del lavoro
Qui la Fed procede a un unico taglio dei tassi a settembre o ottobre, motivata dall’indebolimento del mercato del lavoro. Tuttavia, non avvia un ciclo di riduzioni più ampio a causa di un’inflazione ancora troppo elevata.
Questo tipo di pivot, definito «hawkish», ancorerebbe il DXY intorno ai 100 punti, corrispondenti ai livelli osservati nella primavera e nell’estate del 2025. Il dollaro resterebbe dunque stabile, con forse una lieve inclinazione rialzista, ma senza una vera tendenza ribassista.
Pivot reale e sano: disinflazione confermata e mercato del lavoro sotto controllo
Uno scenario più equilibrato vedrebbe la Fed intraprendere un vero pivot, avviando una serie di tagli dei tassi dal 17 settembre. Condizioni necessarie: inflazione vicino al 2 % e mercato del lavoro stabilizzato.
In questo caso, l’impatto sarebbe ribassista per il dollaro. La tendenza discendente, avviata dall’inizio del 2025, proseguirebbe. Tuttavia, dato che questa dinamica è già avanzata, il potenziale di ribasso potrebbe limitarsi alla zona dei 94–95 punti sul DXY. Ossia, una pressione moderata ma contenuta.
Pivot reale ma malsano: inflazione rigida, occupazione in deterioramento
Questa ipotesi combina un’inflazione ancora vicina al 3 % (legata soprattutto ai dazi doganali) e un netto peggioramento del mercato del lavoro. La Fed sarebbe costretta ad avviare una serie di tagli dei tassi, non per comfort macroeconomico, ma per tentare di sostenere attività ed occupazione.
Il rischio di recessione USA si rafforzerebbe, costringendo la Fed ad agire rapidamente. L’effetto sul dollaro sarebbe marcato: discesa prolungata verso i minimi del 2021, conseguenza dei tassi in calo e della percezione crescente di debolezza economica.
Fed PUT d’emergenza: disoccupazione esplosiva e recessione confermata
Infine, nello scenario più estremo, l’economia USA entrerebbe in recessione conclamata con un forte aumento della disoccupazione. La Fed interverrebbe bruscamente con un massiccio e rapido taglio dei tassi, confermando la gravità della situazione.
Il dollaro reagirebbe con un crollo vertiginoso, fino ai minimi del 2018. Questa evoluzione rifletterebbe la perdita di fiducia degli investitori nella resilienza dell’economia americana.
Il grafico sottostante mostra le candele settimanali del dollaro USA (DXY).
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📈A livello di price action e fondamentali, la spinta rialzista sull’oro rimane solida.
Ogni correzione può offrire un'opportunità d'ingresso, purché accompagnata da una gestione del rischio adeguata e uno stop ben posizionato.
Tuttavia, il prezzo è attualmente in forte espansione e non è facile trovare punti d’entrata ottimali.
Per ora resto in attesa e, come di consueto, mi concentro sul mercato forex: sto preparando alcuni setup che vi condividerò a breve
🎯Mercato del lavoro USA (NFP di venerdì scorso)
Il dato sull’occupazione di agosto ha mostrato appena 22.000 nuovi posti di lavoro, molto al di sotto delle 75.000 attese, ma in linea con i risultati deboli dei mesi precedenti.
Gran parte del rallentamento sembra provenire dalla contrazione nell’occupazione pubblica, connessa all’incertezza generata dalle iniziative politiche di Trump (Liberation Day), e dall’offerta di lavoro in calo, che potrebbe aver aggravato la debolezza nella creazione di posti.
Il tasso di disoccupazione è rimasto basso su base storica, ma solitamente, un rallentamento della crescita occupazionale è seguito da un aumento della disoccupazione.
Conclusione: Per ora, i mercati sembrano interpretare i dati deboli sull’occupazione come un segnale in favore di imminenti tagli dei tassi, riducendo il tasso di sconto e sostenendo i prezzi degli asset rischiosi
🔑Fattori chiave che stanno influenzando i prezzi dell’oro🔑
Driver strutturali: il calo del dollaro e l’inclinazione verso una curva dei rendimenti più ripida abbassano il costo opportunità di detenere oro, mentre i timori inflazionistici mantengono viva la domanda di lungo periodo.
Cambio nella base degli acquirenti: la domanda al dettaglio sensibile al prezzo, soprattutto in Asia, è diminuita; oggi predominano i flussi attraverso ETF e diversificazione da parte delle banche centrali (soprattutto nei mercati emergenti).
Premio per il rischio: l’oro si muove in modo positivo in relazione alla volatilità azionaria (VIX), riflettendo rischi fiscali e monetari che altri asset sembrano ignorare.
Catalizzatore politico: gli attacchi di Trump alla Federal Reserve e i dubbi sull’indipendenza delle istituzioni statunitensi hanno accelerato la spinta verso una diversificazione dalle riserve in dollari verso l’oro.
Conferma dalle azioni minerarie: l’aumento delle valutazioni delle compagnie minerarie è sintomatico delle aspettative di prezzi elevati non solo temporanei.
📍Contesto di mercato e prospettive📍
L’oro si trova vicinissimo al massimo storico di $3.600 l’oncia, favorito dalle aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed, innescate dai dati deboli sull’occupazione. Il dollaro debole rende l’oro ancora più appetibile per gli investitori internazionali
È stato registrato un balzo del +37 % da inizio anno 2025, precedente +27 % nel 2024. Un rally trainato dalla domanda delle banche centrali, in particolare cinese, e dall’incertezza economica globale
Goldman Sachs ha suggerito che il prezzo dell’oro potrebbe salire fino a $5.000 l’oncia, se dovessero intensificarsi i timori sulla compromissione dell’indipendenza della Fed. Il calo della fiducia nelle istituzioni monetarie statunitensi alimenta la fuga verso asset rifugio independenti, come l’oro
In India, l’oro si mantiene vicino ai massimi: nonostante un lieve ritracciamento per presa di profitto
A Dubai, il prezzo del 24‑carati è rimasto stabile vicino al massimo storico, con il contesto dei tagli dei tassi statunitensi che mantiene elevata la domanda globale
🌴 Attualmente sono in vacanza fino al 12 settembre, ma continuerò a pubblicare visioni e aggiornamenti.
🔔 Attivate le notifiche per non perdervi nulla!
📬 Per qualsiasi dubbio o domanda, scrivetemi: sarò felice di rispondervi.
🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
Analisi EUR/USD – Timeframe 15m (08/09/2025)Questa mattina ho impostato un **ordine pendente long con ingresso da valutare tra a 1,1753 e 1,1733.
Il piano operativo prevede:
🔹 Apertura posizione: 1,1753
🎯 Primo target: 1,1691
🎯 Secondo target: 1,1662
📈 Il setup si basa sulla reazione tecnica sui livelli di resistenza e sulla possibile inversione dopo l’estensione rialzista di ieri.
La gestione del rischio rimane prioritaria: monitoraggio stretto e stop adeguato alla volatilità.
💡 Come sempre, non si tratta di un consiglio finanziario ma di un’analisi personale a fini didattici.
Taglio dei tassi all’orizzonte: perché i listini non mollano.Taglio dei tassi all’orizzonte: ecco perché i listini non mollano
NASDAQ e S&P in crescita settimanale nonostante i deboli dati sull’occupazione
Venerdì 5, un rapporto deludente sull’occupazione ha spinto al ribasso i principali indici, ma due di essi sono comunque riusciti a chiudere la settimana in positivo, dal momento che un taglio dei tassi entro la fine del mese appare ormai quasi certo.
Il mercato ha reagito in modo incerto ai dati sull’occupazione non agricola diffusi in mattinata. I 22.000 posti di lavoro creati lo scorso mese risultavano nettamente inferiori sia alle attese (75.000) sia al dato del mese precedente (73.000). In un primo momento la reazione è stata un deciso rialzo: una crescita occupazionale più debole ha infatti alimentato le probabilità di un ciclo di tagli dei tassi più ampio e prolungato. Alcuni investitori sono arrivati perfino a scontare la possibilità di un taglio di 50 punti base già nella prossima riunione.
Successivamente, tuttavia, i listini hanno ceduto terreno, per il timore che la debolezza del rapporto potesse costituire un segnale d’allarme di una recessione imminente. L’occupazione non agricola ha così completato una settimana di dati scoraggianti sul mercato del lavoro, tra cui JOLTS, ADP e richieste di sussidio di disoccupazione.
L’S&P ha perso lo 0,32% rispetto al massimo storico raggiunto nella seduta precedente, chiudendo a 6.481,50. Il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,48% (circa 220 punti) attestandosi a 45.400,86, mentre il NASDAQ ha limitato le perdite a un modesto –0,03% (circa 7 punti) a quota 21.700,39. Il recupero finale dai minimi ha comunque consentito al NASDAQ di guadagnare l’1,1% nell’arco della settimana e all’S&P di mantenersi in territorio positivo con un progresso dello 0,3%.
Le small cap si confermano toniche: il Russell 2000 è salito dello 0,48% a 2.391,05, registrando un rialzo settimanale dell’1%. È la quinta settimana consecutiva di performance positiva.
Sul fronte societario, le azioni di Broadcom (AVGO) hanno guadagnato il 9,4% dopo la pubblicazione dei risultati di ieri sera. Il colosso dei semiconduttori ha superato le attese sia sugli utili (+1,8%) sia sui ricavi, che hanno sfiorato i 16 miliardi di dollari, battendo il consenso dello 0,8%. Su base annua, utili e ricavi risultano in crescita rispettivamente del 33% e del 22%. Particolarmente significativa è la revisione al rialzo delle previsioni di fatturato per il quarto trimestre fiscale, sostenute dall’espansione nel settore dell’intelligenza artificiale.
Lo sguardo ora si volge alla stagione degli utili del terzo trimestre. Si prevede un incremento degli utili del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita dei ricavi del 6%. Si tratta di un ritmo inferiore a quello registrato nel secondo trimestre (+12,4%) e nel primo trimestre del 2025 (+12,3%). Sarebbe, inoltre, il tasso di crescita degli utili più basso dall’aumento del 4,4% registrato nel terzo trimestre del 2023.
Il settore tecnologico, motore di crescita nei trimestri recenti, dovrebbe mantenere un ruolo trainante anche nel terzo trimestre del 2025, con un aumento previsto degli utili dell’11,9% e dei ricavi del 12,4%. Senza il contributo determinante di questo comparto, la crescita complessiva degli utili dell’S&P 500 si fermerebbe a un modesto 2% (anziché al 5,1%).
Marco Bernasconi Trading
Mercati in tensione: lavoro USA, oro e dazi in primo pianoIL MERCATO DEL LAVORO FRENA WALL STREET?
Le azioni statunitensi hanno chiuso in ribasso venerdì, dopo che i dati sull'occupazione di agosto, inferiori alle attese, hanno sollevato preoccupazioni per un rallentamento dell'economia. Questo nonostante le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve si siano rafforzate.
L'S&P 500 ha ceduto i guadagni precedenti, chiudendo in calo dello 0,3% e al di sotto della chiusura record di giovedì. Il Dow Jones ha perso 220 punti, mentre il Nasdaq 100 è rimasto invariato.
L'economia ha creato solo 22.000 posti di lavoro, ben al di sotto delle 75.000 previste. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, evidenziando un raffreddamento del settore.
Gli operatori hanno scontato una maggiore probabilità di tagli dei tassi di interesse, con un leggero aumento delle scommesse su una potenziale riduzione di 50 punti base questo mese.
I settori bancario, energetico e industriale hanno guidato il calo, mentre il settore immobiliare ha guadagnato grazie all'ottimismo per il taglio dei tassi.
Broadcom è balzata del 9,4% grazie alle solide previsioni di fatturato basate sull'intelligenza artificiale. Nvidia ha perso il 2,7% e AMD il 6,6% dopo l'avvertimento del presidente Trump sui dazi sui semiconduttori.
Lululemon è crollata del 18,6% dopo un secondo avviso di profitto. Le principali banche, tra cui JPMorgan e Wells Fargo, sono scese di oltre il 2,5%.
VALUTE
Lunedì lo yen, dopo il recupero seguito alla pubblicazione dei NFP di venerdì, ha aperto in gap ribassista, con il cambio USD/JPY salito da 147,40 a 148,40. Il calo è legato alle dimissioni del Primo Ministro Shigeru Ishiba, annunciate nel fine settimana.
Le dimissioni sono state il risultato di crescenti contrasti all'interno del partito al governo e di settimane di pressione, seguite alla sua sconfitta alle elezioni nazionali di fine anno.
La decisione è stata presa mentre il Giappone affronta un periodo complicato, tra accordi commerciali con gli Stati Uniti e tentativi di proteggere la sua industria automobilistica.
Sul fronte delle altre coppie di valute, si segnala la salita dell’EUR/USD da 1,1680 a 1,1760, per poi correggere fino a 1,1700, dove si trova stamani.
La caduta del dollaro si è registrata contro le principali divise concorrenti, eccetto USD/CAD, che è salito dopo la pubblicazione di dati canadesi peggiori del previsto, con il biglietto verde in rialzo da 1,3760 a 1,3850.
Al momento, il mercato sembra aver inglobato nei prezzi i pessimi dati USA sul lavoro. Il dollaro appare in leggero recupero, a meno che oggi non si rivedano rapidamente i minimi di venerdì.
Se l’EUR/USD tornasse sotto 1,1660, il mercato potrebbe girarsi improvvisamente.
GIAPPONE
Il PIL giapponese è cresciuto dello 0,5% su base trimestrale nel secondo trimestre del 2025, superando le stime dello 0,3% e il dato rivisto al rialzo dello 0,1% del primo trimestre.
Su base annuale, il PIL è aumentato del 2,2%, ben oltre la stima iniziale dell'1,0% e in accelerazione rispetto allo 0,3% del trimestre precedente.
Si tratta del quinto trimestre consecutivo di crescita, trainato principalmente da consumi privati più forti (0,4% contro lo 0,2%), dopo un primo trimestre piatto.
La spesa pubblica è rimasta invariata, dopo un calo dello 0,5% registrato in precedenza. Il commercio netto ha contribuito con un incremento di 0,3 punti percentuali, grazie alla ripresa delle esportazioni, mentre le importazioni hanno rallentato (0,6% contro il 2,9%).
Gli esportatori hanno accelerato le spedizioni in vista dei dazi statunitensi. Le case automobilistiche hanno attutito l'impatto dei dazi tagliando i prezzi per sostenere la produzione.
Le dimissioni improvvise del Primo Ministro Ishiba hanno generato incertezza politica, sollevando timori su possibili ritardi nel sostegno fiscale e nelle riforme, con impatti sul sentiment delle imprese e sulla fiducia delle famiglie.
ORO
I future sull'oro si sono mantenuti stabili intorno ai 3.590 dollari l'oncia lunedì, vicino ai massimi storici, dopo il debole rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti.
Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed entro fine mese sono aumentate, con una probabilità del 90% di una riduzione di 25 punti base alla prossima riunione.
L'attrattiva del metallo prezioso è rafforzata dalle preoccupazioni sull'indipendenza della Fed, mentre il presidente Trump continua a interferire con la banca centrale.
La Banca Popolare Cinese ha aumentato le sue riserve auree per il decimo mese consecutivo ad agosto, diversificando rispetto al dollaro statunitense.
Gli acquisti di oro sono alimentati anche dalle coperture di rischio degli investitori, che continuano ad acquistare equity sui massimi storici.
Inoltre, l'amministrazione Trump ha deciso di esentare l'oro, insieme ad alcuni metalli, dai dazi doganali nazionali, aggiungendo valore agli acquisti della materia prima.
TRUMP MINACCIA ANCORA LA UE
Il presidente Donald Trump ha nuovamente minacciato l'Unione Europea in risposta alla multa di 3,5 miliardi di dollari inflitta a Google per violazione delle norme sulla concorrenza digitale.
In un post sui social media, Trump ha definito le sanzioni "molto ingiuste", aggiungendo che "il contribuente americano non le tollererà" e promettendo che la sua amministrazione "non permetterà che queste azioni discriminatorie continuino".
BESSENT E I TIMORI SUI DAZI
Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha dichiarato domenica di essere "fiducioso" che il piano tariffario del presidente Trump "vincerà" alla Corte Suprema.
Ha però avvertito che, in caso di sconfitta, il Tesoro andrebbe incontro a gravi conseguenze. Se i dazi venissero aboliti, l’amministrazione dovrebbe restituire circa la metà degli importi riscossi, con un impatto pesante sul bilancio federale.
La scorsa settimana, l'amministrazione ha chiesto alla Corte una decisione accelerata, dopo che una corte d'appello ha dichiarato illegale la maggior parte dei dazi imposti da Trump.
Normalmente, una decisione potrebbe arrivare entro l'estate del 2026, ma Bessent ha avvertito che un rinvio rischia di causare gravi disagi. Se si arrivasse a quella data, l’amministrazione dovrebbe restituire tra 750 e 1.000 miliardi di dollari.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Trading Algo C&F PROE dopo il BUY Bitcoin H1 andato a Tp , Il C&F PRO individua uno scarico m15 su cross ciclico anticipato prima della chiusura candela come da metodo C&F PRO . Anch'esso a target di Profitto TP. Questo vuol dire uno strumento sensibile al tick che lavora su fld semplificate e pivot line adattive!
Amplifon: punto della situazioneDopo un periodo di forte crescita durato diversi anni il vento è cambiato per il titolo Amplifon , in calo di quasi il 50% dai massimi di dicembre 2021.
Trattandosi di un'ottima società, profittevole e leader di mercato nel proprio settore, è giusto chiedersi se questo sia il momento giusto per aprire una posizione di lungo termine sul titolo.
Partendo dal punto di vista tecnico , il titolo è chiaramente in trend ribassista nel breve, medio e lungo termine. Se non è il proverbiale "coltello che cade" ci va molto vicino.
Nel tempo si sono formati una serie di minimi via via decrescenti (frecce blu) e il tentativo di reazione iniziato a ottobre 2022 appare oggi, a due anni di distanza, appunto solo un tentativo; un elaborato pattern di reazione A-B-C del mercato orso in essere.
Dal punto di vista fondamentale non c'è dubbio che Amplifon sia una società di successo e una vera "eccellenza italiana" ma ci sono comunque alcune considerazioni da fare:
- gli utili per azione sono stabili/in calo;
- i margini operativi, pur buoni, faticano ad espandersi e anzi sembrano essere in contrazione;
- si tratta di una società con un livello di debito non indifferente. Non c'è alcuna sofferenza economica ad oggi ma si tratta comunque di un elemento da tenere a mente;
- Apple ha dichiarato di voler aggredire il mercato healthcare e si è parlato anche di un possibile utilizzo degli airpods come strumento di aiuto per chi ha problemi di udito. Questo restringe, potenzialmente anche di molto, le possibilità di Amplifon.
Infine la valutazione :
Il mercato ha sempre dato grande fiducia al titolo, con valutazioni anche molto generose ed "esuberanti". Si vedano a questo proposito i livelli storici di P/E del titolo. Tutt'oggi, dopo un calo del 50%, il titolo scambia ancora a 35 volte gli utili, abbondantemente al di sopra della media del mercato italiano ma anche di quello statunitense.
Sulla base di tutti gli elementi sopra indicati l'indicazione è di sell short , con un target a 16,60. Si noti che a tale livello il titolo scambierebbe ancora a circa 24 volte gli utili.
APPLE pronta al lancio dei nuovi iPhone, è ora di comprare?Il titolo Apple (AAPL) sta rivivendo un nuovo slancio da quando il prezzo ha ripreso la corsa dopo i minimi di aprile 25. In quella data, la price action aveva ridotto sensibilmente il suo valore, lasciando al mercato il 34% dopo i massimi storici di dicembre.
Ora il titolo si appresta a vivere una nuova fase, dopo aver rotto al rialzo il livello della mediana della pitchfork in figura:
La domanda alla quale proverò a dare un mio parere personale è se ora sia il momento giusto per comprare le azioni Apple.
La mia risposta da investitore di medio/lungo termine è NO, ed il motivo è molto semplice:
Gli investitori istituzionali hanno acquistato pesantemente azioni Apple, al raggiungimento dei minimi di aprile. Quella data ha coinciso con il raggiungimento dei volumi medi di scambio definiti dal POC in figura:
Da allora il prezzo ha invertito ed ha ripreso a salire.
Successivamente vi è stato un secondo punto di ingresso, ad agosto 25, a seguito del re-test del livello dinamico qui evidenziato:
Il prezzo ha continuato a salire fino al raggiungimento della mediana di pitchfork, dopodiché ci sono avute le prime prese di beneficio.
Ora il prezzo, spinto dai rumors di probabili vendite record dei nuovi iPhone 17, soprattutto per il comparto PRO, ha avuto un nuovo piccolo slancio e potrebbe continuare a crescere.
Ma la vera domanda è: di quanto?
Dai dati analizzati in rete (fonte: marketscreener) si stimano crescite nei ricavi per i prossimi due anni di circa un punto e mezzo percentuale; mentre, stando agli attuali valori, si ritiene che il titolo sia sovrastimato del 14,6% (fonte: gurufocus).
Ritengo che il prezzo possa raggiungere i precedenti massimi storici ( 260$), spinto dall'HYPE del momento, appoggiandosi sulla resistenza dinamica di primo livello della pitchfork (0,5) e poi cedere qualche punto al mercato. Meno probabile, ma mai da escludere una estensione del prezzo fino a 280$:
Ma perché, se ipotizzo un possibile aumento di prezzo, la mia risposta è NO?
Perché chi doveva fare i soldi, quelli veri, li ha già fatti entrando a mercato ad aprile.
Ora si tratta di entrare a mercato comprando azioni sovraprezzate, che hanno sicuramente possibilità di aumentare, ma che sono associate ad un valore di rischio che io non sono disposto a correre.
La domanda che mi sono fatto, per giungere a questa conclusione è: cosa accadrebbe al prezzo delle azioni se, nonostante l'hype, le vendite degli iPhone 17 non dovessero superare le attese? Cosa accadrebbe al prezzo se la Cina decidesse, dopo l'uscita di scena delle factories di Apple dal paese, di non confermare il 17% di vendite totali dello scorso anno?
Fammi sapere cosa ne pensi!
Un saluto,
Silvio
San Lorenzo: buy opportunityBuon segnale sul titolo San Lorenzo ( MIL:SL ) , che offre finalmente una possibilità di ingresso dopo il calo che l'ha portata a -20% dai massimi.
Prima la rottura al rialzo della trend line ribassista posta a 30€ (aprile), poi il superamento dell’importante resistenza a 32€(agosto) ed ora il segnale double top buy con la rottura del massimo relativo a 33,5€ e della bullish trend line partita dal minimo aprile.
La società è un' eccellenza del proprio settore, scambia a multipli ragionevoli e ha buone prospettive di redditività future, rappresentando inoltre una buona diversificazione di portafoglio.
Al di là di possibili ingressi di lungo termine, Il target di prezzo è posto a 42€ mentre lo stop loss è a 29€ .
Ethereum – Sta per partire il Grande Ribasso? Metodo Ciclico 3.0Ethereum ha segnato un massimo il 24 agosto e ora emergono segnali di un possibile ciclo inverso importante.
⚠️ Scenari possibili:
Partenza di un T+7 inverso (quadriennale).
Oppure di un T+3 inverso, che si vincolerà al ribasso per completare un T+5 inverso.
📉 Livelli da seguire:
3680,80 → supporto vitale per mantenere scenario contenuto.
3354,56 → swing critico: sotto conferma ciclo inverso importante.
4062,24 → livello chiave per rendere ribassista il T+1 nato il 20 agosto → condizione per chiusura semestrale lato indice.
⏳ Tempistiche: il T+1 può durare fino al 17 settembre, data Fed → coincidenza tra tempo ciclico e tempo macro.
👉 Con il Metodo Ciclico 3.0 puoi anticipare i movimenti e sfruttarli prima degli altri.
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Merck: opportunità di ingresso longDopo un lungo declino da $134 a $74 Merck ( NYSE:MRK ) sembra essere entrata in una nuova fase , con un possibile inizio di bull trend primario.
Il titolo ha rotto al rialzo la bearish trend line a 45° che segnava il ritmo della discesa dal giugno 2024 dando al contempo un segnale di acquisto tramite rottura dei recenti massimi relativi in area $85.
In tale scenario il periodo aprile 25-luglio25 si configurerebbe come un’importante fase di accumulazione, con obiettivo di prezzo a $104 e stop loss a $75.
Da notare infine che il titolo scambia a valori di P/E storicamente bassi pur conservando una buona redditività e discrete prospettive future.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
Il Gold continua a mantenersi rialzista seguendo la price action e noi come gia indicato e ribadito continuiamo a cercare posizionamenti a favore trend,
perchè, come disse Buddha:
Trend Is Your Friend. (🤣)
🎯Dettagli sul report rilasciato oggi:
Crescita occupazionale (NFP): +22.000 posti di lavoro, ben inferiore ai +75.000 previsti
Tasso di disoccupazione: in aumento al 4,3% (da 4,2%)
📈Reazione del mercato:
Acquisto di azioni: i futures su S&P 500 e Nasdaq sono saliti
Rendimenti obbligazionari in calo, dollaro in flessione, aumentano le aspettative per un imminente taglio dei tassi da parte della Fed
📍Aspettative di taglio dei tassi: la debolezza del mercato del lavoro di agosto ha alimentato le attese di una stretta monetaria accomodante da parte della Fed, supportando l’oro come asset rifugio
Preferenza istituzionale per l’oro: i dati più deboli, insieme a un clima geopolitico incerto, stanno spingendo le banche centrali ad aumentare la quota di riserve in oro rispetto ai Treasury, con quest’ultimo che perde terreno per la prima volta dal 1996
Domanda rifugio crescente: analisi di Kitco evidenziano una domanda robusta per l’oro come bene sicuro in una fase di rallentamento del mercato del lavoro USA
🔑Prospettive tecniche e rischio di eccesso
Il momentum attuale favorisce un’ulteriore salita, ma i prezzi elevati stanno già scoraggiando la domanda fisica in mercati chiave come Cina e India, portando i dealer a offrire sconti
🌴 Attualmente sono in vacanza fino al 12 settembre, ma continuerò a pubblicare visioni e aggiornamenti.
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Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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-BE PATIENCE
EURUSD: sell limit inseritoHo inserito un sell limit su di EURUSD: tra qualche ora ci sarà l’uscita dei NFP e la volatilità dei mercati aumenterà significativamente.
La mia idea di trade è per un possibile movimento short in continuazione con il trend macro di breve ribassista e il prezzo potrebbe andare a prendere tutta la liquidità buy side.
Occhi sul mercato del lavoro UsaOCCHI SUL MERCATO DEL LAVORO USA
Il mercato del lavoro statunitense sta rallentando in modo evidente, come confermato dai dati pubblicati negli ultimi due giorni. Sono emersi segnali di peggioramento dai Jolts, dai Challenger layoffs, dall’ADP e dai sussidi di disoccupazione, tutti inferior alle attese e in deterioramento. Questo contribuisce ad aumentare le probabilità di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed, previsto per il 17 settembre.
A ulteriore conferma, i rendimenti del decennale USA sono scesi dal 4,3% di due giorni fa al 4,179% di ieri. Nel frattempo, le borse statunitensi restano solide, anche se da alcune sedute non registrano nuovi massimi. Ieri Wall Street ha oscillato tra piccoli guadagni e perdite, mentre i dati macroeconomici confermavano le attese.
Il settore privato ha creato solo 54.000 posti di lavoro ad agosto, rafforzando i segnali di perdita di slancio. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono salite a 237.000, il livello più alto in quasi due mesi, dopo il rapporto JOLTS di mercoledì, risultato più debole del previsto.
D’altra parte, l’indice PMI dei servizi ISM è salito oltre le attese, raggiungendo il massimo degli ultimi sei mesi. Gli investitori attendono ora i dati chiave sulle buste paga non agricole (Non-Farm Payrolls) previsti per oggi.
Sul fronte settoriale, i beni di consumo discrezionali hanno registrato le migliori performance, mentre materiali e tecnologia hanno chiuso in calo. Amazon (+3,1%) e Meta (+1,6%) hanno ottenuto forti guadagni. Broadcom ha guadagnato lo 0,4% in vista della pubblicazione degli utili trimestrali. Al contrario, Alphabet ha perso l’1,4% e Salesforce è crollata dell’8%, a causa di prospettive aziendali deludenti.
VALUTE
Le valute hanno mostrato pochi scambi e oscillazioni contenute, restando all’interno dei consueti trading range delle ultime settimane. L’EUR/USD si muove tra 1,1560 e 1,1740, con una price action poco volatile e priva di direzionalità. Stessa situazione per il Cable, che oscilla tra 1,3330 e 1,3550 da circa un mese. Anche l’USD/JPY è rimasto tra 146,70 e 149,00 sin da inizio agosto.
Da segnalare che ieri Trump ha annunciato la riduzione dei dazi sull’automotive giapponese, dal 27,5% al 15%, in cambio di investimenti giapponesi negli Stati Uniti per 550 miliardi di dollari.
Tra i cross, l’EUR/JPY resta vicino ai massimi in area 173,40–80, mentre l’EUR/NZD si mantiene a ridosso del doppio massimo di periodo a 2,00. L’USD/CAD è ancora in fase di accumulazione dopo i dati negativi sul PIL canadese, con obiettivi in area 1,3900. Il franco svizzero resta stabile, nonostante l’arrivo della deflazione: i prezzi al consumo sono calati dello 0,1% su base mensile, mentre su base annua l’incremento è stato solo dello 0,7%.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 8.000 unità rispetto alla settimana precedente, raggiungendo quota 237.000 nell’ultima settimana di agosto. Si tratta del livello più alto in oltre due mesi, ben al di sopra delle attese di 230.000.
Le richieste continuative sono invece diminuite per la seconda settimana consecutiva, attestandosi a 1.940.000, il livello più basso in cinque mesi e inferiore alle stime di 1.960.000. Nonostante l’arresto del calo delle richieste in corso, il report continua a riflettere un mercato del lavoro in flessione, coerente con la narrativa della Fed secondo cui un deterioramento occupazionale potrebbe giustificare tassi più bassi.
ADP IN CALO
Le imprese private statunitensi hanno creato 54.000 posti di lavoro ad agosto 2025, contro i 106.000 di luglio (dato rivisto al rialzo) e sotto le stime di 65.000. Il settore dei servizi ha generato 42.000 nuovi posti, trainato da tempo libero, ospitalità e attività professionali e commerciali. Si sono invece registrate perdite nei settori commercio, trasporti, servizi pubblici, istruzione, sanità e finanza.
Il settore della produzione di beni ha creato 13.000 posti, grazie all’edilizia, mentre il manifatturiero ha perso 7.000 posti. Secondo la Dott.ssa Nela Richardson, capo economista di ADP, “L’anno è iniziato con una forte crescita dell’occupazione, ma questo slancio è stato ostacolato dall’incertezza. Diversi fattori potrebbero spiegare il rallentamento delle assunzioni, tra cui la carenza di manodopera, il nervosismo dei consumatori e le interruzioni legate all’intelligenza artificiale.”
Gli incrementi salariali sono rimasti stabili: +4,4% annuo per chi ha mantenuto il lavoro e +7,1% per chi lo ha cambiato.
BILANCIA COMMERCIALE USA
Il disavanzo commerciale statunitense si è ampliato bruscamente a 78,3 miliardi di dollari a luglio 2025, il livello più alto in quattro mesi. A giugno il deficit era stato rivisto a 59,1 miliardi, mentre le previsioni indicavano 75,7 miliardi.
Le esportazioni sono aumentate solo dello 0,3%, raggiungendo 280,5 miliardi di dollari, spinte da accessori per computer, aerei civili, camion, autobus e beni governativi. Le importazioni sono balzate del 5,9%, toccando 358,8 miliardi di dollari, trainate da acquisti di computer, apparecchiature per telecomunicazioni, gioielli e mezzi di trasporto.
I maggiori deficit commerciali sono stati registrati con Messico (16,6 miliardi di dollari), Vietnam (16,1 miliardi), Cina (14,7 miliardi) e Taiwan (13,5 miliardi). Gli Stati Uniti hanno inoltre registrato deficit di 8,6 miliardi con l’Unione Europea, 5,5 miliardi con l’India e 5,4 miliardi con il Canada.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Cosa aspettarsi dal jobs report di settembre 2025Le attese degli analisti indicano che le nuove occupazioni (Non-Farm Payrolls, NFP) cresceranno di circa 75.000 unità, un dato simile ai 73.000 posti aggiunti di luglio, ma ben al di sotto delle cifre più robuste viste nei mesi precedenti. Il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare leggermente al 4,3%, il livello più alto dagli ultimi anni, mentre per il dato della crescita salariale media è previsto un rallentamento a circa il 3,7% su base annua. Questi numeri indicano un mercato del lavoro che sta progressivamente rallentando, in linea con i segnali di una crescita economica più contenuta e una lieve riduzione della pressione inflazionistica sui salari.
Tre scenari possibili per i mercati
La reazione dei mercati dipenderà fortemente dall’esito del report, che può dare luogo a uno di tre scenari distinti, con implicazioni diverse:
1. Scenario con dati superiori alle aspettative:
Se le nuove occupazioni supereranno le 250.000, il tasso di disoccupazione rimarrà sotto il 4% e la crescita salariale oltre il 4,2%, i mercati interpreteranno questo come un segnale di surriscaldamento dell’economia. Ciò potrebbe far sfumare le aspettative di un taglio dei tassi Fed a settembre e frenare i rialzi futuri. Conseguenze tipiche sono il ribasso, short term, degli indici azionari principali (S&P 500 sotto pressione), il rialzo dei rendimenti a 10 anni, il rafforzamento del dollaro e un tono di risk-off sui mercati.
2. Scenario con dati in linea con le aspettative:
Con un aumento dei posti di lavoro tra 25.000 e 250.000, disoccupazione tra 4.0%–4.3% e crescita salariale stabile sotto il 4,1%, si avrà una conferma di una crescita stabile ma non eccessiva. Questo scenario crea condizioni favorevoli per un taglio dei tassi a settembre, sostenendo una ripresa degli indici azionari, soprattutto quelli ciclici e tecnologici, mentre i rendimenti e il dollaro restano stabili o moderatamente in rialzo. È lo scenario migliore per chi fa trading ed investe nel medio termine in quanto i mercati si orientano alla crescita, sopratutto i settori sensibili ai tassi.
3. Scenario con dati inferiori alle aspettative:
Se l’occupazione crescerà di meno di 25.000 posizioni e la disoccupazione supererà il 4.4%, la preoccupazione principale sarà una possibile recessione non ancora scontata dai mercati. Nel breve termine si potrebbe assistere a un “rimbalzo” degli asset risk-on sulla speranza di tagli aggressivi dei tassi, ma nel medio termine l’incertezza e la paura di rallentamento peseranno su azioni e rendimenti a lungo. Dollaro debole e rally dell’oro sono tipici.
Cosa significa per chi fa trading
Il jobs report di oggi sarà lo snodo fondamentale per definire le aspettative sulla politica monetaria della Fed. Una lettura nel range delle aspettative rafforzerà il trend rialzista degli indici, favorirà settori ciclici e tecnologici e stabilizzerà i tassi di interesse. Uno scenario con dati superiori alle aspettative aumenterà la volatilità e spingerà i mercati verso un atteggiamento difensivo, mentre dati inferiori alle aspettative potrebbe generare un rally speculativo nel breve ma aumentare il rischio di correzioni.
Conclusione
Il jobs report USA di settembre 2025 non è solo un dato statistico, ma una bussola cruciale per capire verso quale direzione si muoverà l’economia americana e i mercati globali. Per i trader, la capacità di interpretarne correttamente le sfumature e di reagire rapidamente sarà decisiva per cogliere opportunità e limitare rischi in un contesto di crescente complessità economica.