Oltre l'analisi tecnica
Mercati globali tra recessione e inflazioneUSA IN RECESSIONE?
Martedì Wall Street ha vissuto una giornata interlocutoria, caratterizzata dall’attesa per i dati settimanali relativi a PPI e CPI. Il mercato è consapevole del fatto che il mercato del lavoro sta subendo una contrazione significativa, soprattutto dopo la revisione al ribasso dei dati sulle retribuzioni.
I tre principali indici si sono mantenuti intorno allo zero. La revisione dei dati sull’occupazione ha evidenziato un calo di ben 911.000 posti di lavoro da marzo 2024 fino allo stesso mese del 2025, segnalando che il raffreddamento del mercato del lavoro è in corso da tempo.
Questi dati confermano le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed la prossima settimana, ma alimentano anche i timori di un deterioramento della congiuntura più profondo del previsto. Una recessione, insieme a un’inflazione persistente, potrebbe rappresentare una sfida importante per l’economia nel prossimo futuro.
I dati sull’inflazione rimarranno al centro dell’attenzione, con l’arrivo dei report sull’indice dei prezzi al consumo e sulla produzione (PPI).
Il settore energetico ha guidato i guadagni, mentre i materiali sono rimasti indietro. Tra le mega-cap, Meta (+1,3%) e Alphabet (+1,1%) sono salite, mentre Apple ha perso lo 0,7% in vista del lancio del suo prodotto di punta.
VALUTE
I principali rapporti di cambio si sono inizialmente mossi contro il dollaro, sfiorandone i supporti chiave. Successivamente, il mercato ha osservato prese di beneficio e il ritorno del biglietto verde, che ha recuperato circa lo 0,50% contro le principali valute concorrenti.
L’EUR/USD, dopo il test di 1,1780, ha ripiegato a 1,1700 e ora si trova a ridosso di 1,1615. Le questioni europee, a partire dalla crisi in Francia, sollevano dubbi sulla forza dell’euro, soprattutto considerando le difficoltà macroeconomiche anche in Germania.
Il cable ha seguito un andamento simile, con circa 60 pips di correzione dai massimi. Il USD/JPY, dopo la caduta di ieri a 146,20, ha recuperato 100 pips.
Le valute oceaniche restano più forti, con AUD/USD a ridosso di 0,6625 e NZD/USD non lontano da 0,6000. Interessanti i ribassi di EUR/AUD ed EUR/NZD, anche se per ora ancora correttivi.
GOLD
Martedì l’oro ha raggiunto il massimo storico di 3.674 dollari l’oncia, sostenuto dalle crescenti aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve entro fine anno, in un contesto di raffreddamento del mercato del lavoro statunitense.
Una serie di report deboli della scorsa settimana ha spinto i mercati a scontare tre tagli dei tassi nel 2025, incluso uno da 25 punti base alla riunione della Fed della prossima settimana.
Gli investitori attendono ora i dati sull’inflazione, previsti per la fine della settimana, per ulteriori indicazioni sulla politica monetaria.
Oltre alle aspettative monetarie, l’oro è sostenuto dalla domanda di beni rifugio, in un contesto di incertezza sui dazi statunitensi e sui rischi geopolitici.
Il metallo giallo ha guadagnato il 39% da inizio anno, trainato dalla debolezza del dollaro USA, dai forti acquisti delle banche centrali, dalle politiche accomodanti e dalle elevate tensioni globali.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono rimasti stabili in area 62,60 dollari, dopo un guadagno dello 0,6% rispetto alla sessione precedente.
L’aumento è seguito alle notizie di esplosioni a Doha, in Qatar, dove Israele ha affermato di aver colpito alti dirigenti di Hamas. Il Qatar, mediatore chiave nel conflitto Israele-Hamas, è anche rifugio per funzionari del gruppo, apparentemente raggiunti da un raid israeliano nel di
stretto di Katara.
Questo nuovo shock potrebbe causare ulteriori rialzi del prezzo del petrolio.
I prezzi erano già sostenuti dall’aumento della produzione dell’OPEC+, inferiore alle aspettative (solo 137.000 barili al giorno per ottobre), rispetto agli incrementi più consistenti dei mesi precedenti.
I mercati si aspettano anche che la Cina continui ad accumulare scorte di petrolio, riducendo ulteriormente l’offerta.
Nel frattempo, i timori di nuove sanzioni occidentali contro la Russia si sono intensificati dopo il suo più grande attacco aereo contro l’Ucraina degli ultimi mesi.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha segnalato la disponibilità a misure più severe, mentre l’UE ha discusso sanzioni congiunte con Washington.
CINA, CPI IN CALO
Ad agosto 2025, i prezzi al consumo in Cina sono scesi dello 0,4% su base annua, dopo essere rimasti invariati il mese precedente. Il dato ha deluso le aspettative di un calo dello 0,2% e rappresenta il quinto calo dei CPI quest’anno.
I prezzi dei prodotti alimentari sono crollati, registrando il calo più marcato in quasi quattro anni, con discese generalizzate in tutte le categorie.
Al contrario, l’inflazione non alimentare ha accelerato, sostenuta dai continui sussidi ai beni di consumo da parte di Pechino, con aumenti nei settori immobiliare, abbigliamento, assistenza sanitaria e istruzione.
I costi dei trasporti si sono ridotti, ma a un ritmo più lento.
L’inflazione core, che esclude alimentari ed energia, è aumentata dello 0,9% su base annua, il livello più alto in 18 mesi, dopo un incremento dello 0,8% a luglio.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato, al di sotto delle previsioni dello 0,1%, dopo un aumento dello 0,4% a luglio.
Saverio Berlinzani
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Bitcoin: Qual è il timing per il top di ciclo?Bitcoin ha raggiunto il suo top di ciclo il 14 agosto scorso a 124.000 dollari USA? Alcuni analisti lo pensano. Ma questo scenario sembra ancora poco probabile se confrontato con la durata media dei tre cicli precedenti. La tabella proposta in questa analisi confronta la durata del ciclo attuale secondo diversi criteri e la paragona a quella dei due cicli precedenti, con il primo ciclo considerato un caso particolare.
L’analisi dei cicli passati del Bitcoin mette in evidenza alcune regolarità temporali, utili per tentare di anticipare la fine del ciclo in corso. L’osservazione si concentra intorno alle date degli halving, eventi chiave che dimezzano la ricompensa dei miner e che storicamente hanno influenzato la dinamica del mercato.
Nel 2012, il ciclo ha raggiunto il suo top 366 giorni dopo l’halving, ossia 902 giorni dopo il top del ciclo precedente e 775 giorni dall’inizio del ciclo.
Il ciclo successivo, quello del 2016, ha prolungato questa dinamica: 526 giorni post-halving, 1.472 giorni dopo il top precedente e 1.068 giorni dal lancio.
Infine, nel 2020, il picco di mercato è stato raggiunto 547 giorni dopo l’halving, 1.424 giorni dopo il ciclo precedente e 1.061 giorni dal suo avvio.
La media degli ultimi due cicli mette in evidenza uno schema ricorrente:
536 giorni dopo l’halving,
1.448 giorni dopo il top precedente,
1.064 giorni dall’inizio del ciclo.
Applicando questi dati comparativi al ciclo attuale, avviato con l’halving del 2024, osserviamo oggi una temporalità di 507 giorni post-halving, 1.401 giorni dopo il top del 2021 e 1.023 giorni dall’inizio del ciclo. In altre parole, il mercato si trova già molto vicino alle medie storiche, lasciando supporre che il top di questo ciclo potrebbe verificarsi in una finestra temporale relativamente ristretta, intorno alla metà di ottobre.
Ovviamente, la storia non si ripete mai perfettamente. Le condizioni macroeconomiche, la regolamentazione o l’adozione istituzionale giocano un ruolo essenziale nell’ampiezza e nella durata dei cicli. Tuttavia, i riferimenti statistici derivanti dagli halving precedenti costituiscono uno strumento prezioso per individuare le zone di attenzione e comprendere meglio le fasi critiche del mercato.
Infine, esiste la possibilità di un ciclo temporalmente esteso, giustificato da un vero pivot monetario della Federal Reserve (FED) statunitense, che potrebbe allinearsi con la media temporale storica del BTC e indicare una fine del ciclo più verso la fine di novembre o dicembre.
Da seguire!
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ingresso TIP10D da 8,761 no stopingresso TIP10D da 8,761 no stop, 230pezzi for the long term, abbiamo rimodulato la posizione CI3/EMI e pastrocchi vari fatti nel tempo e adesso proviamo questo etf inflazionistico sperando sia più stabile e non sia delistato, fuso o quant'altro qua ormai è tutto un bisca-bisca.
Pare ci sia sottovalutazione, vedremo come si comporterà di div.
Oltre l'analisi aspettografica!
long Italgas da 5,94 no stoplong Italgas da 5,94 no stop per 120pezzi.
Della serie quando butti sul mucchio qualcosa poco convinto perchè le cedole comunque bisogna reinvestirle (mica sono dollari) e il tempo ti è contro.
La conosciamo e il gas è ancora di moda, non ci stupirà, ma nemmeno forse il contrario...chissà.
Forse scatola weekly in formazione, pare.
Gold in attesa dei prossimi datiho bisogno del tuo sostegno.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
📈 Price Action GOLD
Come già sapete e potete osservare, l’oro continua la sua corsa al rialzo senza registrare ritracciamenti profondi.
Al momento sto monitorando i livelli chiave sui time frame superiori per avere maggiore conferma sulle zone operative: non scendo sotto l’H4, in quanto non opero su time frame troppo bassi.
La mia view resta long, e attendo che il prezzo raggiunga le aree di interesse per valutare nuovi ingressi rialzisti. Nel frattempo, mantengo la mia operatività attiva sul mercato Forex, in attesa del setup giusto su XAU/USD.
🎯 Fondamentale e News
L’oro aggiorna i massimi all’interno di un canale rialzista ben definito, supportato dalle aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, dalla stabilità dei tassi reali e da una domanda solida, sia ufficiale (banche centrali) che da parte degli investitori.
Nel breve termine, l’attenzione è rivolta ai prossimi dati macro:
📍PPI - Mercoledì 10 settembre
📍CPI - Giovedì 11 settembre
Entrambi verranno pubblicati nel periodo di blackout della Fed, in vista della riunione FOMC del 16–17 settembre, che potrebbe rivelarsi cruciale per le prospettive di medio periodo.
📌 Bias operativo:
Resto compratore su debolezza, in attesa di pullback significativi verso le zone chiave H4+, mantenendo una view rialzista finché il canale resta intatto e non iniziano importanti segnali ribassisti su TF DAILY
🌴 Attualmente sono in vacanza fino al 12 settembre, ma continuerò a pubblicare visioni e aggiornamenti.
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Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
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Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
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4 modi per concentrarsi meglio mentre si fa trading“Focus” è la parola chiave per ottenere risultati. Senza concentrazione, anche le strategie migliori falliscono.
I CFD/Spread Bets sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 82.78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD/Spread Bets e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro. Si prega di notare che gli Spread Bets sono disponibili solo per i residenti in UK.
“L'esecuzione è tutto.” Frase che si sente ripetere spesso nei circoli di trading, ed è comprensibile. Avere una strategia solida è importante, così come lo è rimanere concentrati per seguirla fino in fondo.
Basta un attimo di esitazione, un clic distratto, e il vantaggio che avete ottenuto con tanta fatica può sfumare in un istante.
In un mondo costantemente bombardato da grafici aggiornati in tempo reale, avvisi continui, social media e distrazioni di fondo, rimanere concentrati e mantenere il controllo non è mai stato così difficile.
Oggi vediamo insieme quattro modi per migliorare la concentrazione durante il trading;
2 concreti e pratici.
2 meno convenzionali.
1. Inizia con un piano di gioco scritto
Questa è la base. Ancor prima di aprire la piattaforma di trading, prendere nota delle proprie idee di trading, dei livelli chiave e di eventuali notizie o eventi che potrebbero influenzare il mercato. È sufficiente un semplice elenco di scenari del tipo “se accade X, allora succede Y”
Mettendo nero su bianco il vostro piano, liberate la mente e riducete le interferenze emotive. In questo modo, non reagirete più a ogni minimo movimento o candela. Rimarrete concentrati su pochi concetti chiari e attenderete che il prezzo confermi la vostra previsione. Già questo dovrebbe bastare a migliorare notevolmente la concentrazione. Se il cervello conosce il piano, non serve improvvisare.
Ma soprattutto, avere un piano scritto funge da ancora di salvezza quando la situazione si fa delicata. In caso di false breakout o tentazioni impreviste, potrete facilmente fare riferimento al vostro piano e tornare in carreggiata. I trader di maggior successo sono quelli che eseguono idee semplici con disciplina, non quelli che inseguono ogni segnale che lampeggia sullo schermo.
2. Eliminare i rumori di fondo
Il multitasking è il nemico del trading. Una scheda del browser per le notizie, un'altra per Twitter, cinque grafici aperti, notifiche che compaiono sul telefono all'improvviso: tutti questi elementi contribuiscono a creare confusione mentale. Iniziate mettendo in ordine il vostro spazio di lavoro digitale prima di iniziare a fare trading:
Chiudere tutte le schede che non sono pertinenti alla vostra sessione.
Mettere il telefono in modalità silenziosa a faccia in giù, o in un cassetto.
Mantenere lo schermo di trading il più pulito possibile.
Utilizzare uno o due grafici chiave e disattivare gli indicatori non necessari.
Se si fa trading in una casa rumorosa o in un ufficio condiviso, delle cuffie con cancellazione attiva del rumore possono fare la differenza. Alcuni trader utilizzano persino app di suoni ambientali come brain.fm o semplicemente dei rumori bianchi per coprire le distrazioni e rimanere concentrati. Una mente tranquilla è una mente concentrata.
3. Ascoltate il vostro corpo prima di effettuare un'operazione
ecco un consiglio poco ortodosso, ma sorprendentemente efficace. Prima di cliccare sul pulsante “Acquista” o “Vendi”, alzatevi fisicamente in piedi.
Questo piccolo gesto fisico crea un momento di separazione tra il proprio pensiero e la propria azione. Ci costringe a fermarci, respirare e fare il punto della situazione. state agendo secondo il vostro piano o vi state lasciando trasportare dalle emozioni? Questo trade è in linea con il vostro piano o lo state eseguendo spinti dalla noia?
A tutti è capitato di effettuare operazioni impulsive, salvo pentirsene qualche istante dopo. L'atto di alzarsi aggiunge un livello di intenzionalità. Spezza il ritmo dello sguardo incollato allo schermo e restituisce al cervello il controllo della situazione.
Ritenetelo come un interruttore personale. Offre l'opportunità di riflettere sulla propria logica e impedisce di entrare in modalità pilota automatico. Alcuni trader si spingono oltre facendo stretching e ruotando le spalle prima di rimettersi davanti allo schermo. Può sembrare banale, ma i benefici psicologici sono reali.
4. Focalizzate la vostra mente con uno “stimolo”
Il nostro cervello è predisposto per le routine. È possibile sfruttare questa caratteristica a proprio vantaggio creando un semplice rituale che segnali alla mente quando è il momento di fare trading.
Non è necessario che sia qualcosa di elaborato. Ad esempio, ascoltare una canzone dedicata esclusivamente all'attività di trading o svolgere un breve esercizio di respirazione. Alcuni trader usano persino l'atto di pulire la scrivania o prepararsi una tazza di caffè fresco quale stimolo psicologico per entrare in un stato di concentrazione.
Nel corso del tempo, queste piccole abitudini diventeranno sinonimo di prontezza mentale. Esse condizionano il cervello a passare dallo scorrimento passivo o dalla conversazione alla concentrazione attiva. Il loro effetto è notevolmente efficace, in particolare nei giorni in cui ci si sente un po' confusi o distratti.
L'obiettivo non è quello di creare una scaramanzia, bensì di costruire un punto di riferimento affidabile che conduca a uno stato mentale concentrato, qualcosa che aiuti a ritrovare il proprio equilibrio e a impostare il tono della sessione.
Disclaimer: La finalità del presente articolo è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio. Qualsiasi informazione che possa essere intesa come “ricerca di investimento” non è stata preparata in conformità ai requisiti legali stabiliti per promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e dunque deve essere considerata comunicazione di marketing.
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Wall Street ai massimi: la mossa che tutti aspettano dalla FedWall Street ai massimi: la mossa che tutti aspettano dalla Fed
Il NASDAQ chiude a un livello record in attesa dei dati sull'inflazione
La seduta di ieri si è aperta in modo positivo e ha perfino scritto una pagina di storia, pur svolgendosi complessivamente in maniera piuttosto lenta, con gli investitori concentrati nell’attesa di due importanti rapporti sull’inflazione che potrebbero influenzare la decisione della Federal Reserve prevista per la prossima settimana.
Il NASDAQ è salito dello 0,45% (pari a quasi 100 punti), chiudendo a un nuovo massimo di 21.798,70. Il colosso dei semiconduttori Broadcom (AVGO) ha guadagnato un ulteriore 3,2% dopo il solido report trimestrale diffuso giovedì sera. Nel frattempo, il Dow Jones è cresciuto dello 0,25% (circa 114 punti) fino a quota 45.514,95, mentre l’S&P 500 ha registrato un aumento dello 0,21%, attestandosi a 6.495,15.
I listini stanno così recuperando da una settimana contraddittoria: il NASDAQ aveva guadagnato oltre l’1%, l’S&P un modesto 0,3%, mentre il Dow Jones aveva perso lo 0,3%. Venerdì, tuttavia, tutti gli indici erano arretrati a seguito di un debole rapporto sulle buste paga non agricole, risultato ben al di sotto delle attese. Questo dato, se da un lato ha pesato sull’umore degli investitori, dall’altro ha alimentato le aspettative di un imminente taglio dei tassi da parte della Fed.
All’orizzonte si profilano ora altri dati economici cruciali: l’indice dei prezzi alla produzione (PPI), atteso per domani, e l’indice dei prezzi al consumo (CPI), in uscita giovedì. Lo scorso mese, i due indicatori avevano mostrato un andamento divergente: il PPI leggermente superiore a quanto auspicato dal mercato, il CPI sostanzialmente in linea con le attese. In ogni caso, i dati confermano che l’inflazione non sta accelerando in modo vertiginoso nel nuovo contesto tariffario, pur restando lontana dall’obiettivo del 2%.
Quella di questa settimana sarà l’ultima fotografia sull’andamento dei prezzi disponibile per la Fed prima della riunione di due giorni del FOMC, prevista per il 16 e 17 settembre. L’indice della spesa per consumi personali (PCE), considerato la misura preferita dalla Fed per monitorare l’inflazione, verrà infatti pubblicato soltanto il 26 settembre.
Ciononostante, l’attenzione della Fed negli ultimi mesi si è spostata soprattutto sul fronte occupazionale: la Banca centrale ha più volte segnalato un aumento dei rischi per il mercato del lavoro, ritenuti attualmente più rilevanti rispetto a quelli legati all’inflazione. In quest’ottica, la revisione dei dati occupazionali prevista per martedì dovrebbe assumere un peso decisivo, pur senza sminuire l’importanza degli altri indicatori, dato il duplice mandato della Fed di assicurare sia la stabilità dei prezzi (bassa inflazione) sia la massima occupazione.
Secondo lo strumento FedWatch del CME, le probabilità di un taglio dei tassi la prossima settimana sono ormai date al 100%, il che toglie ogni suspense all’evento. La vera questione riguarda ora l’entità del taglio: l’88,4% degli operatori si attende una riduzione “ordinaria” di 25 punti base, mentre l’11,6% prevede un intervento più deciso, pari a 50 punti base. Resta da vedere se questi rapporti si modificheranno una volta resi noti i nuovi dati macroeconomici.
Marco Bernasconi Trading
Wall Street cresce in attesa della FedLA FED SI AVVICINA
Ieri Wall Street ha registrato un andamento prevalentemente positivo, in un clima di attesa per la decisione della Federal Reserve, che presumibilmente abbasserà i tassi il prossimo 17 settembre.
Prima di allora, verranno pubblicati dati significativi, come l’inflazione negli Stati Uniti, prevista per fine settimana.
L'S&P 500 è salito dello 0,4%, il Nasdaq dello 0,8%, mentre il Dow Jones si è mantenuto stabile (+0,2%).
I dati sull'inflazione saranno al centro dell'attenzione, con i prossimi report su CPI e PPI che dovrebbero chiarire le pressioni sui prezzi.
I mercati hanno quasi completamente scontato un taglio dei tassi da parte della Fed, soprattutto dopo il debole report sull'occupazione della scorsa settimana.
A livello settoriale, tecnologia e beni di consumo discrezionali hanno guidato i guadagni, mentre il settore immobiliare è rimasto indietro.
Sul fronte societario, Broadcom (+3,7%) e Oracle (+2,2%) hanno registrato forti progressi. Anche Robinhood Markets (+11,5%) e AppLovin (+11,2%) hanno segnato un’impennata, pronte a entrare nell’indice S&P 500 il 22 settembre.
Al contrario, le azioni Apple sono scese dello 0,1%, Visa dello 0,4% e T-Mobile ha perso oltre il 5%.
VALUTE
Prosegue la discesa del dollaro, che sembra non aver ancora scontato il probabile taglio dei tassi della Fed, continuando a scendere senza interruzioni.
L’EUR/USD è ormai a ridosso di 1,1790, primo livello chiave, seguito da 1,1830. Una sua eventuale violazione potrebbe spingere i prezzi sopra 1,2000.
Sale il Cable, ormai vicino a 1,3600, mentre USD/JPY scende, non lontano dal 146,80 di venerdì scorso.
Anche le valute oceaniche tentano di ripartire al rialzo: AUD/USD si avvicina al livello chiave di 0,6620–0,6630, mentre NZD/USD si avvicina alla resistenza di 0,6000.
USD/CHF è in calo a 0,7920, con possibilità di scendere fino a 0,7865, minimo dell’anno.
Resta da capire fino a quando sarà possibile assistere alla discesa del dollaro e quanto potranno reggere i Paesi le cui valute stanno salendo rapidamente, in un contesto di dazi crescenti e difficoltà nell’export.
Non è facile rispondere, ma non ci stupiremmo di sentire presto qualche banchiere centrale lamentarsi di euro, sterlina o yen eccessivamente forti.
GERMANIA: SURPLUS COMMERCIALE IN CALO
Il surplus commerciale della Germania si è ridotto a 14,9 miliardi di euro a luglio 2025, in calo rispetto ai 15,4 miliardi di giugno (dato rivisto al rialzo) e al di sotto delle attese.
È il livello più basso da ottobre 2024, a causa di un calo più marcato delle esportazioni rispetto alle importazioni.
Le esportazioni sono diminuite dello 0,6% su base mensile, attestandosi a 130,2 miliardi di euro, penalizzate da un calo del 4,5% verso i Paesi extra-UE, in particolare del 7,9% verso gli Stati Uniti, al minimo da dicembre 2021.
Al contrario, le spedizioni verso i Paesi UE sono aumentate del 2,5%, con un +2,5% verso l’area euro e +2,6% verso i Paesi extra-area euro.
Le importazioni sono diminuite dello 0,1%, attestandosi a 115,4 miliardi di euro, invertendo la tendenza rispetto al +4,1% di giugno (dato rivisto al ribasso).
Il calo è stato causato principalmente dalle minori importazioni dai Paesi extra-UE (-1,3%), mentre quelle dai Paesi UE sono aumentate dell’1,1%.
Da inizio anno, la Germania ha registrato un surplus commerciale di 119,5 miliardi di euro, con esportazioni in aumento dello 0,7% e importazioni del 4,9%.
PETROLIO
I future sul greggio WTI sono tornati a ridosso dei 63 dollari al barile, recuperando dopo tre giorni di calo.
La ripresa è stata favorita dall’annuncio dell’OPEC+ di un aumento della produzione inferiore alle attese e dalle preoccupazioni per nuove sanzioni statunitensi sul petrolio russo.
Il gruppo ha concordato un incremento di 137.000 barili al giorno da ottobre, ben al di sotto degli aumenti di 555.000 barili di agosto e settembre, e dei 411.000 di giugno e luglio.
Alcuni membri sono già in sovrapproduzione, il che potrebbe limitare l’impatto effettivo sul mercato.
L’aumento contenuto segnala cautela, in vista di un possibile eccesso di offerta nel mercato invernale.
Nel frattempo, i rischi geopolitici aumentano la pressione al rialzo. Domenica, la Russia ha lanciato il suo più grande attacco aereo della guerra in Ucraina, colpendo per la prima volta un edificio governativo a Kiev.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che alcuni leader europei si recheranno negli Stati Uniti oggi o martedì per discutere le modalità di risoluzione del conflitto russo-ucraino.
CINA: BILANCIA COMMERCIALE
Le esportazioni dalla Cina sono cresciute del 4,4% su base annua ad agosto 2025, raggiungendo i 321,8 miliardi di dollari.
Il dato è inferiore alle attese (+5%) e in rallentamento rispetto al +7,2% di luglio. Si tratta del rialzo meno significativo da febbraio.
Il rallentamento è dovuto a un temporaneo allentamento delle pressioni tariffarie e al calo della domanda da parte del principale mercato di consumo.
L’11 agosto, la Cina ha accettato di estendere la tregua tariffaria con gli Stati Uniti per 90 giorni, bloccando i dazi statunitensi del 30% sulle importazioni cinesi e quelli cinesi del 10% sulle merci statunitensi.
Per destinazione, le esportazioni sono aumentate verso Giappone (+6,7%), Taiwan (+17,5%), Australia (+10,1%), ASEAN (+22,5%) e UE (+10,4%).
Al contrario, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono crollate del 33,1%, mentre quelle verso la Corea del Sud sono diminuite dell’1,4%.
Nei primi otto mesi del 2025, le esportazioni cinesi sono aumentate del 5,9% su base annua, raggiungendo un totale di 2,45 trilioni di dollari.
Saverio Berlinzani
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Dollaro USA & Scelta Finale della FED: Tutti gli Scenari PossibiLa fine del 2025 si preannuncia decisiva per il dollaro USA. Dopo due anni segnati da un’inflazione persistente e da un rallentamento del mercato del lavoro, la Federal Reserve (Fed) si trova davanti a una scelta cruciale: mantenere l’attuale politica o avviare un pivot monetario. A seconda della traiettoria scelta, le conseguenze per il dollaro (misurato con l’indice DXY) potrebbero essere diametralmente opposte. Cinque scenari principali tracciano l’insieme degli esiti possibili.
Nessun Pivot: statu quo fino al 2026
In questo scenario, la Fed mantiene invariato il tasso di riferimento per tutto il 2025. Un’inflazione ferma intorno al 3 % impedisce qualsiasi allentamento. Le riunioni chiave di settembre, ottobre e dicembre porterebbero dunque a uno statu quo.
L’impatto sul mercato valutario sarebbe netto: un forte recupero rialzista del dollaro contro le principali valute. Dopo essere stata una delle valute più deboli, il biglietto verde ritroverebbe forza, sostenuto dal differenziale favorevole dei tassi. Tecnicamente, il superamento dei 100/101 punti confermerebbe questa ipotesi di inversione rialzista.
Pivot tecnico per aggiustare il mercato del lavoro
Qui la Fed procede a un unico taglio dei tassi a settembre o ottobre, motivata dall’indebolimento del mercato del lavoro. Tuttavia, non avvia un ciclo di riduzioni più ampio a causa di un’inflazione ancora troppo elevata.
Questo tipo di pivot, definito «hawkish», ancorerebbe il DXY intorno ai 100 punti, corrispondenti ai livelli osservati nella primavera e nell’estate del 2025. Il dollaro resterebbe dunque stabile, con forse una lieve inclinazione rialzista, ma senza una vera tendenza ribassista.
Pivot reale e sano: disinflazione confermata e mercato del lavoro sotto controllo
Uno scenario più equilibrato vedrebbe la Fed intraprendere un vero pivot, avviando una serie di tagli dei tassi dal 17 settembre. Condizioni necessarie: inflazione vicino al 2 % e mercato del lavoro stabilizzato.
In questo caso, l’impatto sarebbe ribassista per il dollaro. La tendenza discendente, avviata dall’inizio del 2025, proseguirebbe. Tuttavia, dato che questa dinamica è già avanzata, il potenziale di ribasso potrebbe limitarsi alla zona dei 94–95 punti sul DXY. Ossia, una pressione moderata ma contenuta.
Pivot reale ma malsano: inflazione rigida, occupazione in deterioramento
Questa ipotesi combina un’inflazione ancora vicina al 3 % (legata soprattutto ai dazi doganali) e un netto peggioramento del mercato del lavoro. La Fed sarebbe costretta ad avviare una serie di tagli dei tassi, non per comfort macroeconomico, ma per tentare di sostenere attività ed occupazione.
Il rischio di recessione USA si rafforzerebbe, costringendo la Fed ad agire rapidamente. L’effetto sul dollaro sarebbe marcato: discesa prolungata verso i minimi del 2021, conseguenza dei tassi in calo e della percezione crescente di debolezza economica.
Fed PUT d’emergenza: disoccupazione esplosiva e recessione confermata
Infine, nello scenario più estremo, l’economia USA entrerebbe in recessione conclamata con un forte aumento della disoccupazione. La Fed interverrebbe bruscamente con un massiccio e rapido taglio dei tassi, confermando la gravità della situazione.
Il dollaro reagirebbe con un crollo vertiginoso, fino ai minimi del 2018. Questa evoluzione rifletterebbe la perdita di fiducia degli investitori nella resilienza dell’economia americana.
Il grafico sottostante mostra le candele settimanali del dollaro USA (DXY).
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🧠 3 Concetti fondamentali della price action (con esempi pratici)
1. Supporti e resistenze (Zone, non linee)
Il prezzo tende a reagire su aree chiave già testate in passato.
✔️Es: Euro/Dollaro reagisce 3 volte su un'area tra 1.0850 - 1.0870 = zona chiave!
2. Pattern di candela (Pin Bar, Engulfing)
Le Pin Bar mostrano il rifiuto del prezzo.
✔️Es: Sterlina/Dollaro forma una Pin Bar ribassista su resistenza → possibile short.
3. Breakout e Fakeout
Non tutti i breakout sono reali.
✔️Es: Dollaro/Yen Giapponese rome una resistenza, ma poi chiude sotto → fakeout = setup short.
Mini Strategia di Price Action (Semplice e Replicabile)
1. Individua una zona chiave (supporto o resistenza)
2. Aspetta una candela di conferma (Pin Bar, Engulfing)
3. Entra al retest della zona, con stop loss SOTTO la candela di setup (in caso di Buy).
Entra al retest della zona, con stop loss SOPRA la candela di setup (in caso di Sell).
4. Rapporto Rischio/Rendimento minimo: 1:2.
✔️ Funziona bene su H1 o H4, soprattutto su coppie volatili come:
Sterlina/Yen Giapponese (GBP/JPY), o Euro/Dollaro (EUR/USD).
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
📈A livello di price action e fondamentali, la spinta rialzista sull’oro rimane solida.
Ogni correzione può offrire un'opportunità d'ingresso, purché accompagnata da una gestione del rischio adeguata e uno stop ben posizionato.
Tuttavia, il prezzo è attualmente in forte espansione e non è facile trovare punti d’entrata ottimali.
Per ora resto in attesa e, come di consueto, mi concentro sul mercato forex: sto preparando alcuni setup che vi condividerò a breve
🎯Mercato del lavoro USA (NFP di venerdì scorso)
Il dato sull’occupazione di agosto ha mostrato appena 22.000 nuovi posti di lavoro, molto al di sotto delle 75.000 attese, ma in linea con i risultati deboli dei mesi precedenti.
Gran parte del rallentamento sembra provenire dalla contrazione nell’occupazione pubblica, connessa all’incertezza generata dalle iniziative politiche di Trump (Liberation Day), e dall’offerta di lavoro in calo, che potrebbe aver aggravato la debolezza nella creazione di posti.
Il tasso di disoccupazione è rimasto basso su base storica, ma solitamente, un rallentamento della crescita occupazionale è seguito da un aumento della disoccupazione.
Conclusione: Per ora, i mercati sembrano interpretare i dati deboli sull’occupazione come un segnale in favore di imminenti tagli dei tassi, riducendo il tasso di sconto e sostenendo i prezzi degli asset rischiosi
🔑Fattori chiave che stanno influenzando i prezzi dell’oro🔑
Driver strutturali: il calo del dollaro e l’inclinazione verso una curva dei rendimenti più ripida abbassano il costo opportunità di detenere oro, mentre i timori inflazionistici mantengono viva la domanda di lungo periodo.
Cambio nella base degli acquirenti: la domanda al dettaglio sensibile al prezzo, soprattutto in Asia, è diminuita; oggi predominano i flussi attraverso ETF e diversificazione da parte delle banche centrali (soprattutto nei mercati emergenti).
Premio per il rischio: l’oro si muove in modo positivo in relazione alla volatilità azionaria (VIX), riflettendo rischi fiscali e monetari che altri asset sembrano ignorare.
Catalizzatore politico: gli attacchi di Trump alla Federal Reserve e i dubbi sull’indipendenza delle istituzioni statunitensi hanno accelerato la spinta verso una diversificazione dalle riserve in dollari verso l’oro.
Conferma dalle azioni minerarie: l’aumento delle valutazioni delle compagnie minerarie è sintomatico delle aspettative di prezzi elevati non solo temporanei.
📍Contesto di mercato e prospettive📍
L’oro si trova vicinissimo al massimo storico di $3.600 l’oncia, favorito dalle aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed, innescate dai dati deboli sull’occupazione. Il dollaro debole rende l’oro ancora più appetibile per gli investitori internazionali
È stato registrato un balzo del +37 % da inizio anno 2025, precedente +27 % nel 2024. Un rally trainato dalla domanda delle banche centrali, in particolare cinese, e dall’incertezza economica globale
Goldman Sachs ha suggerito che il prezzo dell’oro potrebbe salire fino a $5.000 l’oncia, se dovessero intensificarsi i timori sulla compromissione dell’indipendenza della Fed. Il calo della fiducia nelle istituzioni monetarie statunitensi alimenta la fuga verso asset rifugio independenti, come l’oro
In India, l’oro si mantiene vicino ai massimi: nonostante un lieve ritracciamento per presa di profitto
A Dubai, il prezzo del 24‑carati è rimasto stabile vicino al massimo storico, con il contesto dei tagli dei tassi statunitensi che mantiene elevata la domanda globale
🌴 Attualmente sono in vacanza fino al 12 settembre, ma continuerò a pubblicare visioni e aggiornamenti.
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🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
Analisi EUR/USD – Timeframe 15m (08/09/2025)Questa mattina ho impostato un **ordine pendente long con ingresso da valutare tra a 1,1753 e 1,1733.
Il piano operativo prevede:
🔹 Apertura posizione: 1,1753
🎯 Primo target: 1,1691
🎯 Secondo target: 1,1662
📈 Il setup si basa sulla reazione tecnica sui livelli di resistenza e sulla possibile inversione dopo l’estensione rialzista di ieri.
La gestione del rischio rimane prioritaria: monitoraggio stretto e stop adeguato alla volatilità.
💡 Come sempre, non si tratta di un consiglio finanziario ma di un’analisi personale a fini didattici.
Taglio dei tassi all’orizzonte: perché i listini non mollano.Taglio dei tassi all’orizzonte: ecco perché i listini non mollano
NASDAQ e S&P in crescita settimanale nonostante i deboli dati sull’occupazione
Venerdì 5, un rapporto deludente sull’occupazione ha spinto al ribasso i principali indici, ma due di essi sono comunque riusciti a chiudere la settimana in positivo, dal momento che un taglio dei tassi entro la fine del mese appare ormai quasi certo.
Il mercato ha reagito in modo incerto ai dati sull’occupazione non agricola diffusi in mattinata. I 22.000 posti di lavoro creati lo scorso mese risultavano nettamente inferiori sia alle attese (75.000) sia al dato del mese precedente (73.000). In un primo momento la reazione è stata un deciso rialzo: una crescita occupazionale più debole ha infatti alimentato le probabilità di un ciclo di tagli dei tassi più ampio e prolungato. Alcuni investitori sono arrivati perfino a scontare la possibilità di un taglio di 50 punti base già nella prossima riunione.
Successivamente, tuttavia, i listini hanno ceduto terreno, per il timore che la debolezza del rapporto potesse costituire un segnale d’allarme di una recessione imminente. L’occupazione non agricola ha così completato una settimana di dati scoraggianti sul mercato del lavoro, tra cui JOLTS, ADP e richieste di sussidio di disoccupazione.
L’S&P ha perso lo 0,32% rispetto al massimo storico raggiunto nella seduta precedente, chiudendo a 6.481,50. Il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,48% (circa 220 punti) attestandosi a 45.400,86, mentre il NASDAQ ha limitato le perdite a un modesto –0,03% (circa 7 punti) a quota 21.700,39. Il recupero finale dai minimi ha comunque consentito al NASDAQ di guadagnare l’1,1% nell’arco della settimana e all’S&P di mantenersi in territorio positivo con un progresso dello 0,3%.
Le small cap si confermano toniche: il Russell 2000 è salito dello 0,48% a 2.391,05, registrando un rialzo settimanale dell’1%. È la quinta settimana consecutiva di performance positiva.
Sul fronte societario, le azioni di Broadcom (AVGO) hanno guadagnato il 9,4% dopo la pubblicazione dei risultati di ieri sera. Il colosso dei semiconduttori ha superato le attese sia sugli utili (+1,8%) sia sui ricavi, che hanno sfiorato i 16 miliardi di dollari, battendo il consenso dello 0,8%. Su base annua, utili e ricavi risultano in crescita rispettivamente del 33% e del 22%. Particolarmente significativa è la revisione al rialzo delle previsioni di fatturato per il quarto trimestre fiscale, sostenute dall’espansione nel settore dell’intelligenza artificiale.
Lo sguardo ora si volge alla stagione degli utili del terzo trimestre. Si prevede un incremento degli utili del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita dei ricavi del 6%. Si tratta di un ritmo inferiore a quello registrato nel secondo trimestre (+12,4%) e nel primo trimestre del 2025 (+12,3%). Sarebbe, inoltre, il tasso di crescita degli utili più basso dall’aumento del 4,4% registrato nel terzo trimestre del 2023.
Il settore tecnologico, motore di crescita nei trimestri recenti, dovrebbe mantenere un ruolo trainante anche nel terzo trimestre del 2025, con un aumento previsto degli utili dell’11,9% e dei ricavi del 12,4%. Senza il contributo determinante di questo comparto, la crescita complessiva degli utili dell’S&P 500 si fermerebbe a un modesto 2% (anziché al 5,1%).
Marco Bernasconi Trading
Mercati in tensione: lavoro USA, oro e dazi in primo pianoIL MERCATO DEL LAVORO FRENA WALL STREET?
Le azioni statunitensi hanno chiuso in ribasso venerdì, dopo che i dati sull'occupazione di agosto, inferiori alle attese, hanno sollevato preoccupazioni per un rallentamento dell'economia. Questo nonostante le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve si siano rafforzate.
L'S&P 500 ha ceduto i guadagni precedenti, chiudendo in calo dello 0,3% e al di sotto della chiusura record di giovedì. Il Dow Jones ha perso 220 punti, mentre il Nasdaq 100 è rimasto invariato.
L'economia ha creato solo 22.000 posti di lavoro, ben al di sotto delle 75.000 previste. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, evidenziando un raffreddamento del settore.
Gli operatori hanno scontato una maggiore probabilità di tagli dei tassi di interesse, con un leggero aumento delle scommesse su una potenziale riduzione di 50 punti base questo mese.
I settori bancario, energetico e industriale hanno guidato il calo, mentre il settore immobiliare ha guadagnato grazie all'ottimismo per il taglio dei tassi.
Broadcom è balzata del 9,4% grazie alle solide previsioni di fatturato basate sull'intelligenza artificiale. Nvidia ha perso il 2,7% e AMD il 6,6% dopo l'avvertimento del presidente Trump sui dazi sui semiconduttori.
Lululemon è crollata del 18,6% dopo un secondo avviso di profitto. Le principali banche, tra cui JPMorgan e Wells Fargo, sono scese di oltre il 2,5%.
VALUTE
Lunedì lo yen, dopo il recupero seguito alla pubblicazione dei NFP di venerdì, ha aperto in gap ribassista, con il cambio USD/JPY salito da 147,40 a 148,40. Il calo è legato alle dimissioni del Primo Ministro Shigeru Ishiba, annunciate nel fine settimana.
Le dimissioni sono state il risultato di crescenti contrasti all'interno del partito al governo e di settimane di pressione, seguite alla sua sconfitta alle elezioni nazionali di fine anno.
La decisione è stata presa mentre il Giappone affronta un periodo complicato, tra accordi commerciali con gli Stati Uniti e tentativi di proteggere la sua industria automobilistica.
Sul fronte delle altre coppie di valute, si segnala la salita dell’EUR/USD da 1,1680 a 1,1760, per poi correggere fino a 1,1700, dove si trova stamani.
La caduta del dollaro si è registrata contro le principali divise concorrenti, eccetto USD/CAD, che è salito dopo la pubblicazione di dati canadesi peggiori del previsto, con il biglietto verde in rialzo da 1,3760 a 1,3850.
Al momento, il mercato sembra aver inglobato nei prezzi i pessimi dati USA sul lavoro. Il dollaro appare in leggero recupero, a meno che oggi non si rivedano rapidamente i minimi di venerdì.
Se l’EUR/USD tornasse sotto 1,1660, il mercato potrebbe girarsi improvvisamente.
GIAPPONE
Il PIL giapponese è cresciuto dello 0,5% su base trimestrale nel secondo trimestre del 2025, superando le stime dello 0,3% e il dato rivisto al rialzo dello 0,1% del primo trimestre.
Su base annuale, il PIL è aumentato del 2,2%, ben oltre la stima iniziale dell'1,0% e in accelerazione rispetto allo 0,3% del trimestre precedente.
Si tratta del quinto trimestre consecutivo di crescita, trainato principalmente da consumi privati più forti (0,4% contro lo 0,2%), dopo un primo trimestre piatto.
La spesa pubblica è rimasta invariata, dopo un calo dello 0,5% registrato in precedenza. Il commercio netto ha contribuito con un incremento di 0,3 punti percentuali, grazie alla ripresa delle esportazioni, mentre le importazioni hanno rallentato (0,6% contro il 2,9%).
Gli esportatori hanno accelerato le spedizioni in vista dei dazi statunitensi. Le case automobilistiche hanno attutito l'impatto dei dazi tagliando i prezzi per sostenere la produzione.
Le dimissioni improvvise del Primo Ministro Ishiba hanno generato incertezza politica, sollevando timori su possibili ritardi nel sostegno fiscale e nelle riforme, con impatti sul sentiment delle imprese e sulla fiducia delle famiglie.
ORO
I future sull'oro si sono mantenuti stabili intorno ai 3.590 dollari l'oncia lunedì, vicino ai massimi storici, dopo il debole rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti.
Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed entro fine mese sono aumentate, con una probabilità del 90% di una riduzione di 25 punti base alla prossima riunione.
L'attrattiva del metallo prezioso è rafforzata dalle preoccupazioni sull'indipendenza della Fed, mentre il presidente Trump continua a interferire con la banca centrale.
La Banca Popolare Cinese ha aumentato le sue riserve auree per il decimo mese consecutivo ad agosto, diversificando rispetto al dollaro statunitense.
Gli acquisti di oro sono alimentati anche dalle coperture di rischio degli investitori, che continuano ad acquistare equity sui massimi storici.
Inoltre, l'amministrazione Trump ha deciso di esentare l'oro, insieme ad alcuni metalli, dai dazi doganali nazionali, aggiungendo valore agli acquisti della materia prima.
TRUMP MINACCIA ANCORA LA UE
Il presidente Donald Trump ha nuovamente minacciato l'Unione Europea in risposta alla multa di 3,5 miliardi di dollari inflitta a Google per violazione delle norme sulla concorrenza digitale.
In un post sui social media, Trump ha definito le sanzioni "molto ingiuste", aggiungendo che "il contribuente americano non le tollererà" e promettendo che la sua amministrazione "non permetterà che queste azioni discriminatorie continuino".
BESSENT E I TIMORI SUI DAZI
Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha dichiarato domenica di essere "fiducioso" che il piano tariffario del presidente Trump "vincerà" alla Corte Suprema.
Ha però avvertito che, in caso di sconfitta, il Tesoro andrebbe incontro a gravi conseguenze. Se i dazi venissero aboliti, l’amministrazione dovrebbe restituire circa la metà degli importi riscossi, con un impatto pesante sul bilancio federale.
La scorsa settimana, l'amministrazione ha chiesto alla Corte una decisione accelerata, dopo che una corte d'appello ha dichiarato illegale la maggior parte dei dazi imposti da Trump.
Normalmente, una decisione potrebbe arrivare entro l'estate del 2026, ma Bessent ha avvertito che un rinvio rischia di causare gravi disagi. Se si arrivasse a quella data, l’amministrazione dovrebbe restituire tra 750 e 1.000 miliardi di dollari.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Amplifon: punto della situazioneDopo un periodo di forte crescita durato diversi anni il vento è cambiato per il titolo Amplifon , in calo di quasi il 50% dai massimi di dicembre 2021.
Trattandosi di un'ottima società, profittevole e leader di mercato nel proprio settore, è giusto chiedersi se questo sia il momento giusto per aprire una posizione di lungo termine sul titolo.
Partendo dal punto di vista tecnico , il titolo è chiaramente in trend ribassista nel breve, medio e lungo termine. Se non è il proverbiale "coltello che cade" ci va molto vicino.
Nel tempo si sono formati una serie di minimi via via decrescenti (frecce blu) e il tentativo di reazione iniziato a ottobre 2022 appare oggi, a due anni di distanza, appunto solo un tentativo; un elaborato pattern di reazione A-B-C del mercato orso in essere.
Dal punto di vista fondamentale non c'è dubbio che Amplifon sia una società di successo e una vera "eccellenza italiana" ma ci sono comunque alcune considerazioni da fare:
- gli utili per azione sono stabili/in calo;
- i margini operativi, pur buoni, faticano ad espandersi e anzi sembrano essere in contrazione;
- si tratta di una società con un livello di debito non indifferente. Non c'è alcuna sofferenza economica ad oggi ma si tratta comunque di un elemento da tenere a mente;
- Apple ha dichiarato di voler aggredire il mercato healthcare e si è parlato anche di un possibile utilizzo degli airpods come strumento di aiuto per chi ha problemi di udito. Questo restringe, potenzialmente anche di molto, le possibilità di Amplifon.
Infine la valutazione :
Il mercato ha sempre dato grande fiducia al titolo, con valutazioni anche molto generose ed "esuberanti". Si vedano a questo proposito i livelli storici di P/E del titolo. Tutt'oggi, dopo un calo del 50%, il titolo scambia ancora a 35 volte gli utili, abbondantemente al di sopra della media del mercato italiano ma anche di quello statunitense.
Sulla base di tutti gli elementi sopra indicati l'indicazione è di sell short , con un target a 16,60. Si noti che a tale livello il titolo scambierebbe ancora a circa 24 volte gli utili.
APPLE pronta al lancio dei nuovi iPhone, è ora di comprare?Il titolo Apple (AAPL) sta rivivendo un nuovo slancio da quando il prezzo ha ripreso la corsa dopo i minimi di aprile 25. In quella data, la price action aveva ridotto sensibilmente il suo valore, lasciando al mercato il 34% dopo i massimi storici di dicembre.
Ora il titolo si appresta a vivere una nuova fase, dopo aver rotto al rialzo il livello della mediana della pitchfork in figura:
La domanda alla quale proverò a dare un mio parere personale è se ora sia il momento giusto per comprare le azioni Apple.
La mia risposta da investitore di medio/lungo termine è NO, ed il motivo è molto semplice:
Gli investitori istituzionali hanno acquistato pesantemente azioni Apple, al raggiungimento dei minimi di aprile. Quella data ha coinciso con il raggiungimento dei volumi medi di scambio definiti dal POC in figura:
Da allora il prezzo ha invertito ed ha ripreso a salire.
Successivamente vi è stato un secondo punto di ingresso, ad agosto 25, a seguito del re-test del livello dinamico qui evidenziato:
Il prezzo ha continuato a salire fino al raggiungimento della mediana di pitchfork, dopodiché ci sono avute le prime prese di beneficio.
Ora il prezzo, spinto dai rumors di probabili vendite record dei nuovi iPhone 17, soprattutto per il comparto PRO, ha avuto un nuovo piccolo slancio e potrebbe continuare a crescere.
Ma la vera domanda è: di quanto?
Dai dati analizzati in rete (fonte: marketscreener) si stimano crescite nei ricavi per i prossimi due anni di circa un punto e mezzo percentuale; mentre, stando agli attuali valori, si ritiene che il titolo sia sovrastimato del 14,6% (fonte: gurufocus).
Ritengo che il prezzo possa raggiungere i precedenti massimi storici ( 260$), spinto dall'HYPE del momento, appoggiandosi sulla resistenza dinamica di primo livello della pitchfork (0,5) e poi cedere qualche punto al mercato. Meno probabile, ma mai da escludere una estensione del prezzo fino a 280$:
Ma perché, se ipotizzo un possibile aumento di prezzo, la mia risposta è NO?
Perché chi doveva fare i soldi, quelli veri, li ha già fatti entrando a mercato ad aprile.
Ora si tratta di entrare a mercato comprando azioni sovraprezzate, che hanno sicuramente possibilità di aumentare, ma che sono associate ad un valore di rischio che io non sono disposto a correre.
La domanda che mi sono fatto, per giungere a questa conclusione è: cosa accadrebbe al prezzo delle azioni se, nonostante l'hype, le vendite degli iPhone 17 non dovessero superare le attese? Cosa accadrebbe al prezzo se la Cina decidesse, dopo l'uscita di scena delle factories di Apple dal paese, di non confermare il 17% di vendite totali dello scorso anno?
Fammi sapere cosa ne pensi!
Un saluto,
Silvio
San Lorenzo: buy opportunityBuon segnale sul titolo San Lorenzo ( MIL:SL ) , che offre finalmente una possibilità di ingresso dopo il calo che l'ha portata a -20% dai massimi.
Prima la rottura al rialzo della trend line ribassista posta a 30€ (aprile), poi il superamento dell’importante resistenza a 32€(agosto) ed ora il segnale double top buy con la rottura del massimo relativo a 33,5€ e della bullish trend line partita dal minimo aprile.
La società è un' eccellenza del proprio settore, scambia a multipli ragionevoli e ha buone prospettive di redditività future, rappresentando inoltre una buona diversificazione di portafoglio.
Al di là di possibili ingressi di lungo termine, Il target di prezzo è posto a 42€ mentre lo stop loss è a 29€ .
Merck: opportunità di ingresso longDopo un lungo declino da $134 a $74 Merck ( NYSE:MRK ) sembra essere entrata in una nuova fase , con un possibile inizio di bull trend primario.
Il titolo ha rotto al rialzo la bearish trend line a 45° che segnava il ritmo della discesa dal giugno 2024 dando al contempo un segnale di acquisto tramite rottura dei recenti massimi relativi in area $85.
In tale scenario il periodo aprile 25-luglio25 si configurerebbe come un’importante fase di accumulazione, con obiettivo di prezzo a $104 e stop loss a $75.
Da notare infine che il titolo scambia a valori di P/E storicamente bassi pur conservando una buona redditività e discrete prospettive future.