#AN025: Gaza, tregua e fine delle ostilità e impatto Forex
Dopo due anni di guerra, la tregua tra Israele e Hamas ha retto per più giorni consecutivi e i leader internazionali stanno incardinando un percorso politico che, nelle parole del presidente USA Donald Trump, “segna la fine della guerra”. Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo, trader Indipendente e prop trader con attualmente 200 mila dollari di capitale in gestione e Vi ringrazio anticipatamente per il vostro tempo.
Il pacchetto comprende scambi di ostaggi e prigionieri, graduali ritiri israeliani, un summit per la ricostruzione e un’architettura di governance transitoria per Gaza. Le colonne dell’aiuto umanitario si stanno rimodulando: il Regno Unito ha annunciato nuovi fondi, l’ONU prepara un aumento dei convogli e alcune infrastrutture di distribuzione “parallele” vengono smantellate sotto l’ombrello della tregua.
La parentesi navale: che cos’era la “Sumud Flotilla” e come si è chiusa
Nel 2025 una coalizione di reti civili (Freedom Flotilla Coalition, Global Movement to Gaza e altre) ha coordinato la Global Sumud Flotilla, un tentativo su larga scala di aprire un corridoio marittimo verso Gaza e aggirare il blocco israeliano. Le imbarcazioni sono state ripetutamente intercettate in alto mare dalla marina israeliana; decine di attivisti sono stati fermati e poi trasferiti fuori dal Paese, mentre gli ultimi natanti sono stati bloccati a inizio ottobre. La campagna, battezzata “ṣumūd” (resilienza), si è quindi esaurita di fatto con l’intercettazione dell’ultimo nucleo, mentre sul terreno prendeva forma la tregua.
Perché rileva per i mercati? Perché la somma di tregua + stop alla dimensione navale “di rottura” ha compresso in pochi giorni il “risk premium Medio Oriente” prezzato in valute, azioni e petrolio—uno dei driver che negli ultimi due anni aveva alimentato fasi di avversione al rischio.
Reuters
Effetti di breve periodo sul Forex
-Shekel (USD/ILS)
La prima (e più intuitiva) reazione è arrivata sullo shekel: la notizia dell’accordo di cessate il fuoco e del percorso politico ha innescato un rafforzamento deciso dell’ILS, con contestuale rimbalzo della Borsa di Tel Aviv. La narrativa di “truce dividend”—beneficio da tregua—si è affermata rapidamente sui desk.
-Valute rifugio (JPY, CHF) e USD
Quando il rischio geopolitico si raffredda, il “parcheggio” nei rifugi tende ad alleggerirsi. In questa finestra, il quadro su JPY è complicato da fattori domestici (politica economica e BoJ) che hanno pesato più del segnale “ceasefire”, mantenendo la valuta debole/volubile nonostante un marginale calo dell’avversione al rischio. CHF ha risentito meno del tema mediorientale ed è rimasto guidato soprattutto da flussi europei e rendimenti. Il dollaro USA ha avuto una reazione mista: minore bid “safe haven”, ma supporti ciclici legati a rendimenti e dati USA.
-Petrolio e valute “oil-linked” (CAD, NOK)
La tregua ha tolto parte del premio di rischio dal Brent/WTI, spostando il focus su temi macro (domanda globale, OPEC+, trade USA-Cina). La scivolata recente del greggio—solo in parte rimbalzata—ha allentato il sostegno ciclico a CAD e NOK, con reazioni divergenti a seconda dei rendimenti locali e dei dati.
Oltre l'analisi tecnica
Trump riaccende la guerra dei dazi: i mercati sprofondanoTrump riaccende la guerra dei dazi: i mercati sprofondano in poche ore
Le tensioni tariffarie tornano e fanno crollare le azioni
Dall’euforia alla paura: un tweet che cambia tutto
Sembra che la rinnovata crisi tariffaria abbia ottenuto ciò che né la chiusura del governo né i recenti dubbi sull’intelligenza artificiale erano riusciti a provocare: una brusca inversione nei mercati, scesi dai massimi storici raggiunti nelle settimane precedenti.
Il presidente Donald Trump ha annunciato l’intenzione di introdurre un “massiccio aumento dei dazi” sui prodotti cinesi, giustificandolo con una serie di “sviluppi ostili” da parte di Pechino — in particolare l’inasprimento dei controlli sulle esportazioni di minerali di terre rare, fondamentali per l’industria tecnologica e per la produzione di semiconduttori.
Trump ha inoltre lasciato intendere che il previsto incontro con il presidente cinese Xi Jinping, in programma in Corea del Sud, potrebbe essere annullato.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere.
Crollo generalizzato a Wall Street
Il settore tecnologico, tradizionalmente più esposto alla Cina, è stato duramente colpito.
Il NASDAQ è crollato del 3,56% (circa 820 punti) a 22.204,43.
Tutti i titoli delle “Magnificent 7” hanno chiuso in rosso: Tesla -5,1%, Amazon -5%, NVIDIA -4,9%.
L’S&P 500 ha perso il 2,7% a 6.552,51.
Il Dow Jones Industrial Average ha ceduto l’1,9% (quasi 880 punti) a 45.479,60.
Tutti i principali indici hanno concluso la settimana in calo di oltre il 2%, segnalando un netto cambio di tono dopo mesi di ottimismo.
Durante la seduta, i commenti di Trump erano apparsi come una semplice esternazione sul suo social Truth Social, ma a mercati chiusi il presidente ha confermato l’intenzione di imporre dazi del 100% su tutte le importazioni cinesi a partire dal 1° novembre, un livello senza precedenti.
Il risultato è stato immediato: dall’euforia alla paura con un solo tweet.
“Il Tariff Man è tornato”
Per mesi, i mercati avevano interpretato la retorica commerciale di Trump come semplice pressione negoziale.
Questa volta, però, il tono e la concretezza delle minacce fanno pensare a una reale riapertura del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina, un tema che aveva dominato i mercati tra il 2018 e il 2019.
Trump ha accusato Pechino di comportamenti “molto strani” e “ostili”, denunciando le nuove restrizioni sulle esportazioni di materiali strategici.
Ha poi definito “altamente probabile” l’annullamento del suo incontro con Xi al vertice APEC di fine mese, una mossa che alimenta i timori di un raffreddamento duraturo delle relazioni economiche tra le due potenze.
Le parole del presidente hanno scosso gli investitori, già preoccupati per la crescita globale, le catene di approvvigionamento e la fragilità dei settori ad alta tecnologia.
I titoli dei semiconduttori, dei veicoli elettrici e dell’industria pesante sono precipitati, mentre i settori difensivi e il dollaro hanno ricevuto un improvviso afflusso di capitali.
Il messaggio è chiaro: la retorica può rapidamente diventare politica.
La situazione politica aggrava il contesto
Come se non bastasse, gli Stati Uniti si trovano ancora nel pieno di una chiusura governativa (government shutdown), ormai giunta al decimo giorno, superando la media storica di nove giorni dei precedenti 14 blocchi.
Senza un accordo all’orizzonte, gli operatori temono effetti crescenti sull’economia reale e sulla fiducia dei consumatori.
L’economista Mohamed El-Erian ha ammonito gli investitori sulla loro eccessiva compiacenza: se lo shutdown dovesse prolungarsi, ha spiegato, potrebbe generare licenziamenti, ritardi salariali e un rallentamento dei consumi, aggravando le disuguaglianze in un’economia “a forma di K”, dove i redditi più alti continuano a crescere mentre le fasce medio-basse restano indietro.
El-Erian ha inoltre ricordato che un blocco prolungato ritarderebbe la pubblicazione dei dati macroeconomici e complicherebbe la lettura della congiuntura da parte della Federal Reserve, aumentando la volatilità su azioni e obbligazioni.
Una settimana cruciale in arrivo
Il ritorno della guerra commerciale non poteva arrivare in un momento più delicato.
La prossima settimana segna infatti l’inizio della stagione degli utili del terzo trimestre, con i principali istituti finanziari — JPMorgan, Wells Fargo, Goldman Sachs e Citigroup — pronti a pubblicare i propri risultati, seguiti dal gigante sanitario Johnson & Johnson.
Le previsioni attuali indicano una crescita degli utili del +5,7% e dei ricavi del +6,1% rispetto allo stesso periodo del 2024.
A luglio, le attese erano inferiori (+4,2%), il che suggerisce un certo ottimismo da parte degli analisti. Tuttavia, se i risultati effettivi dovessero confermarsi solo al +5,7%, si tratterebbe del ritmo più lento degli ultimi due anni (dal terzo trimestre 2023).
Storicamente, le aziende statunitensi tendono a superare le aspettative, ma l’attuale clima di incertezza — tra dazi, shutdown e tensioni globali — potrebbe ridurre l’impatto positivo di eventuali sorprese.
Una prospettiva di breve termine
Il quadro generale è tornato improvvisamente fragile.
I mercati, che fino a pochi giorni fa si nutrivano dell’ottimismo sui tassi bassi, su un atterraggio morbido dell’economia e su un possibile accordo commerciale con la Cina, ora devono confrontarsi con l’ipotesi opposta.
Gli operatori stimano una probabilità del 90% di ulteriori vendite all’apertura di lunedì, a meno che la retorica non venga attenuata.
Con il governo ancora paralizzato e la “bolla dell’intelligenza artificiale” che si avvicina al test della stagione degli utili, gli investitori si trovano di fronte a un bivio: mantenere la fiducia nella crescita o prepararsi a una fase più difensiva.
Conclusione
Un solo messaggio, postato in rete, è bastato a ribaltare il sentiment globale dei mercati.
Il ritorno del “Tariff Man” — come i trader chiamano Trump per la sua politica protezionista — riporta in primo piano un vecchio rischio geopolitico che sembrava archiviato.
In un contesto già complesso, dominato dallo shutdown e dai dubbi sul ciclo economico, le tensioni commerciali con la Cina rappresentano un nuovo banco di prova per la resilienza dei mercati e per la tenuta dell’economia americana.
Il passaggio dall’euforia alla paura è stato improvviso, ma non imprevedibile: in un mercato così esteso, basta un tweet per cambiare la direzione del vento.
Marco Bernasconi Trading
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daje de platino con platinette fuori dall'ospedale, platano, platters, plastilina, platinorum, oltre l'analisi platinografica!
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inserito ordine condizionato su WBIT se prezzo sopra 22,02 al limite di 22,05, vediamo se può bastare, se pompano magari si entra sullo scarico intraday in qualcuno dei prossimi giorni, scadenza questo venerdì incluso, poi valuteremo il da farsi.Attacca i max e magari rompe lanciando il tudemun!!!
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Trump rilancia i dazi: mercati in cadutaTRUMP VS CHINA
Crollo dei mercati venerdì sera, dopo l’annuncio di Donald Trump di nuovi dazi doganali contro la Cina. La decisione è arrivata in risposta alle restrizioni imposte da Pechino sull’export di terre rare verso gli Stati Uniti.
La nuova scadenza per l’applicazione delle tariffe è fissata per l’inizio di novembre. Trump ha parlato di dazi aggiuntivi del 100% su tutti i prodotti provenienti dalla Cina. È evidente che il Presidente stia utilizzando questa mossa come leva negoziale, ma per ora il solo annuncio ha provocato un forte calo delle borse.
Nel frattempo, ha lasciato intendere che potrebbe annullare il prossimo incontro con il presidente Xi Jinping. Il Dow Jones e l’S&P 500, i due principali listini di Wall Street, sono scesi rispettivamente dell’1,9% e del 2,7%, mentre il Nasdaq, principale indice tecnologico, ha perso il 3,6%.
I titoli tecnologici e dei semiconduttori hanno subito le perdite più consistenti: AMD ha ceduto il 7,8%, Nvidia il 5% e Qualcomm il 7,3%, quest’ultima anche a causa di un’indagine antitrust avviata in Cina.
La svendita è stata ulteriormente aggravata dallo shutdown del governo statunitense, giunto al decimo giorno, che ha ritardato la pubblicazione di dati economici e aumentato l’incertezza sui mercati.
Nell’arco della settimana, l’S&P 500 e il Nasdaq hanno perso oltre l’1%, mentre il Dow Jones ha lasciato sul terreno più del 2%.
SETTIMANA OPERATIVA
La nuova settimana si apre con un netto aumento dell’avversione al rischio, che potrebbe spingere gli investitori verso gli asset rifugio. L’oro è tornato vicino ai massimi storici di 4.059 dollari l’oncia, mentre il franco svizzero e il Bund tedesco si confermano tra i principali strumenti di protezione.
Al contrario, gli asset da investimento come le borse, il dollaro e i mercati emergenti potrebbero subire pressioni negative, almeno nelle prime sedute dell’ottava.
A complicare ulteriormente il quadro contribuiscono il prolungarsi dello shutdown negli Stati Uniti, ora all’undicesimo giorno, l’instabilità politica in Francia e la crisi della congiuntura macroeconomica in Germania.
Sul fronte geopolitico, le speranze di una fine del conflitto tra Israele e Hamas, dopo la firma della tregua, alimentano l’ottimismo per una futura ricostruzione. Con quasi 200.000 edifici da ricostruire, infrastrutture idriche ed elettriche da ripristinare e strade da rifare, la Striscia di Gaza si prepara a diventare un immenso cantiere.
La Banca Mondiale ha stimato investimenti per circa 80 miliardi di dollari. I grandi gruppi statunitensi, britannici e del Golfo sono già pronti, e anche in Italia cresce l’interesse, con la possibilità di giocare un ruolo significativo nella ricostruzione.
VALUTE
Sul mercato valutario, si registra un nuovo calo del dollaro, penalizzato come asset da investimento rispetto alle principali valute concorrenti. L’EUR/USD è risalito a 1.1620 da 1.1560, il cambio GBP/USD (Cable) è salito a 1.3350 da 1.3260, mentre il USD/JPY, che sembrava avviato verso quota 155.00, è tornato sotto 151.30.
Le valute oceaniche sono in forte calo, mentre il franco svizzero è tornato a rafforzarsi contro tutte le altre divise. Non si può ancora parlare di panic selling, ma la tensione sui mercati è in aumento. Se dovesse estendersi, la volatilità potrebbe crescere sensibilmente, poiché c’è ancora ampio margine tecnico prima di raggiungere livelli di eccesso.
La guerra commerciale prosegue e si combatte su più fronti. Da un lato, gli Stati Uniti puntano su dazi penalizzanti e su un dollaro debole, una strategia che nel medio termine diventa insostenibile per i Paesi che commerciano con Washington.
Dall’altro lato, Europa, Cina e Giappone affrontano difficoltà legate alla debolezza della domanda interna e cercano di deprezzare le rispettive valute per rilanciare le esportazioni e compensare l’impatto dei dazi.
Chi prevarrà? La sensazione è che il dollaro debole — eccezion fatta per il cambio con lo yen — possa continuare la sua discesa almeno fino alla fine dell’anno. Molto dipenderà dalle prossime mosse della Federal Reserve.
Saverio Berlinzani
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💰 Analysis Gold Scenario tecnico💰
L’oro continua a salire ormai siamo vicino all’area 4.100$, mentre i trader operano in una fase di “blackout dei dati” USA dovuta allo shutdown del governo.
Questa mancanza di dati ufficiali aumenta l’incertezza e spinge la domanda di oro come copertura.
Senza NFP e CPI, il mercato si concentra sulla comunicazione della Fed e sui titoli legati agli utili aziendali.
Le parole di Powell martedì e l’avvio della stagione delle trimestrali saranno i principali driver di breve termine.
apertura nuova settimana con spike a ribasso e subito rottura dello storico creato settimana scorsa!
rimango ancora a favore Long non valuto short fino a cambi fondamentali e di price action a TF maggiori.
⚠️ oggi è lunedi e anche festività federale negli USA quindi nn opero. attendo la chiusura e da domani inizio a posizionarmi sui ritracci.⚠️
🔑 Punti Chiave attuali 🔑
Blackout dati & Fed:
Con NFP e CPI rinviati, l’attenzione è tutta su Powell (martedì).
La Fed resta flessibile se crescita o lavoro rallentano.
Il sentiment è più dovish, fattore che sostiene l’oro.
-Geopolitica & dazi:
Le nuove tensioni USA–Cina e il rumore politico generale riaccendono la cauta avversione al rischio, storicamente positiva per l’oro.
-Trimestrali USA:
I grandi istituti bancari aprono la stagione degli utili.
Risultati forti possono favorire l’azionario (e pesare leggermente sull’oro).
Dati deludenti, invece, riporterebbero flussi verso i beni rifugio.
-Scenario geopolitico:
Hamas pronta a rilasciare ostaggi — un passo importante nel conflitto di Gaza.
-In una settimana senza dati macro ufficiali e con alto rischio legato ai titoli di stampa, il premio di copertura dell’oro resta elevato.
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S&P 500 e guerra commerciale: quali sono i danni tecnici?Il brusco ritorno delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina ha provocato venerdì scorso un’ondata di shock sui mercati finanziari globali, colpendo duramente l’indice S&P 500. L’annuncio di Pechino di nuovi controlli all’esportazione di terre rare, seguito dalla minaccia di Donald Trump di raddoppiare i dazi sui prodotti cinesi al 100 %, ha riacceso lo spettro di una guerra commerciale totale. Questa escalation ha causato una marcata correzione tecnica dell’indice statunitense, che ha appena registrato la sua peggiore seduta degli ultimi sei mesi.
Sebbene le trattative possano ancora portare a un accordo entro la fine di ottobre, gli investitori temono un impatto diretto sui margini delle grandi aziende industriali e tecnologiche, già indebolite dall’aumento dei costi d’importazione e da valutazioni record.
Quali sono quindi i danni tecnici subiti dallo S&P 500 a causa della ripresa della guerra commerciale tra le due principali potenze mondiali?
1) L’indice S&P 500 respinge dalla parte superiore del suo canale rialzista di lungo periodo
Durante la sessione di martedì 30 settembre ho presentato un’analisi tecnica sull’indice S&P 500, ponendo la domanda se fosse stato raggiunto il massimo annuale. Il primo grafico qui sotto rimanda a tale analisi:
I danni tecnici causati dal forte calo di venerdì 10 ottobre restano per ora limitati, poiché non vi è stata rottura di supporti principali. Tuttavia, l’S&P 500 ha confermato un chiaro rifiuto dalla parte alta del canale rialzista in atto dal 2020, area che potrebbe rappresentare il completamento dell’onda 5 secondo il conteggio di Elliott.
All’inizio di questa settimana è necessario monitorare attentamente la media mobile a 50 giorni, la cui rottura a febbraio scorso aveva dato il via alla forte correzione di marzo/aprile legata alla guerra commerciale.
Il grafico seguente mostra le candele giapponesi settimanali dell’S&P 500:
2) L’indice Russell 2000 respinge sotto il suo record storico
Osservando l’ampiezza del mercato, emerge un altro segnale tecnico rilevante: il rifiuto ribassista dell’indice Russell 2000 sotto il record storico di 2.460 punti. Un rifiuto sotto resistenza è una cosa, ma ora è fondamentale non rompere il supporto, in particolare quello a 2.360 punti.
3) Questo rifiuto tecnico avviene a livelli di valutazione molto elevati
La valutazione attuale dell’S&P 500 ha raggiunto livelli storicamente alti, simili a quelli osservati durante la bolla tecnologica del 2000. Il rapporto Shiller P/E si avvicina a 40, segnalando una sopravvalutazione marcata delle azioni statunitensi. Il P/E a 12 mesi supera 30, ben al di sopra della media storica, mentre l’indicatore di Buffett (capitalizzazione di mercato rapportata al PIL) supera il 200 %, un record assoluto. Un tale squilibrio aumenta il rischio di una correzione tecnica in caso di rialzo dei tassi o di calo degli utili aziendali legato alla guerra commerciale.
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🟡 Analysis Gold Scenario tecnico🟡
Ieri è stata una giornata senza news, ci aspettavamo un discorso, ma non c’è stato. Questo è uno dei blackout più lunghi degli ultimi anni.
Senza dati è difficile avere una visione chiara sul futuro, e al momento non vedo né cambi di struttura né segnali swing rilevanti per entrare in short.
👉 Quindi la mia idea è semplice: lascio sfogare lo short.
Quando il prezzo raggiungerà i miei livelli chiave su timeframe maggiori, cercherò un segnale di conferma per entrare long in direzione principale del trend
📊NEWS FONDAMENTALE📊
Il Bureau of Labor Statistics ha confermato che il report sui Non-Farm Payrolls di settembre è stato rinviato al 7 novembre, a condizione che il governo riapra entro quella data.📊
Questa decisione rappresenta uno dei periodi di blackout dei dati più lunghi degli ultimi anni, privando i mercati di un elemento chiave per le aspettative sulla politica monetaria della Fed e per la modellazione macroeconomica.
La Federal Reserve, che si basa fortemente sui dati del mercato del lavoro per le sue decisioni sui tassi, si trova ora a “volare alla cieca” — costretta, come i trader, a interpretare l’economia attraverso indicatori meno affidabili come i sondaggi e i dati privati sull’occupazione.
oggi faremo una sessione live e vediamo un po cosa ci offre il mercato.
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Mercati in correzione, argento ai massimi storiciCORREZIONI O INVERSIONI?
Ieri, i principali indici azionari statunitensi hanno chiuso in negativo, registrando ribassi frazionali. Il Dow Jones ha perso lo 0,52%, attestandosi a 46.358 punti. L’S&P 500 è sceso dello 0,28% a 6.735 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 6.765 punti. Anche il Nasdaq ha chiuso in calo dello 0,08%, a 23.025 punti, con un nuovo massimo a 23.063 punti.
I settori dei beni di consumo e dei beni industriali hanno mostrato le performance più deboli, mentre i beni di consumo di base hanno sovraperformato. Gli investitori si stanno preparando alla prossima stagione degli utili del terzo trimestre. Apple, Amazon, Alphabet, Tesla e Walmart hanno registrato perdite superiori all’1%.
Al contrario, PepsiCo ha guadagnato il 2,5% grazie a ricavi e utili superiori alle attese. Delta Air Lines è balzata di oltre il 5% dopo aver fornito previsioni ottimistiche per la fine del 2025. Nvidia ha chiuso in rialzo del 2,4%, in seguito all’approvazione da parte degli Stati Uniti di esportazioni di chip per miliardi di dollari verso gli Emirati Arabi Uniti. Costco Wholesale è cresciuta del 2,9% grazie a vendite migliori del previsto per il mese di settembre.
Nel frattempo, il blocco delle attività governative continua a ritardare la pubblicazione di dati economici chiave. Nonostante ciò, gli operatori restano fiduciosi che la Federal Reserve taglierà i tassi almeno altre due volte entro la fine dell’anno. Per ora, i movimenti osservati sembrano indicare una semplice correzione, senza segnali evidenti di inversione. Tuttavia, osservando la price action dell’oro, forse qualcosa si sta muovendo.
VALUTE
Il dollaro ha mostrato una nuova reazione ieri, con il Dollar Index che ha superato quota 99.00 prima di correggere leggermente. L’EUR/USD si è avvicinato al supporto chiave di 1.1550. Si è trattato di un rialzo del biglietto verde di quasi il 2% nella settimana, segnando il suo incremento settimanale più forte in un anno, sostenuto dalla debolezza dello yen e dell’euro.
Lo yen ha perso quasi il 4% questa settimana, dopo la nomina all’interno del Partito Liberal Democratico di Sanae Takaichi, sostenitrice dell’Abenomics, favorevole a maggiore spesa pubblica e politica monetaria ultra-accomodante. Intanto, la moneta unica ha ceduto terreno a causa delle turbolenze politiche in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron è alla ricerca del suo sesto primo ministro in meno di due anni.
Debolezza anche per dollaro australiano e neozelandese, mentre il dollaro statunitense torna prepotentemente sulla scena. Il cambio USD/CAD è salito sopra quota 1.4000, avvicinandosi alle resistenze chiave in area 1.4025–1.4035.
Negli Stati Uniti, la chiusura delle attività governative è giunta al nono giorno, dopo il mancato accordo del Senato sui finanziamenti. Questo ha ritardato la pubblicazione di dati economici cruciali, che potrebbero influenzare le prospettive di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. I mercati ora stimano una probabilità del 95% di un taglio dei tassi di un quarto di punto questo mese, mentre le probabilità di un ulteriore taglio a dicembre sono scese all’80%, rispetto al 90% precedente.
BCE: LE MINUTE
Dalle minute della BCE di settembre emerge un orientamento di politica monetaria coerente con l’obiettivo di inflazione a medio termine del 2%. Sebbene non vi sia unanimità all’interno del board sulla direzione dell’inflazione, i banchieri centrali concordano sul fatto che l’attuale livello dei tassi sia adeguato per affrontare eventuali shock, in un contesto di rischi inflattivi bilaterali.
I partecipanti hanno inoltre osservato che la crescita economica dell’area è debole e soggetta a diversi rischi, tra cui le tensioni geopolitiche e gli effetti di una maggiore spesa per la difesa sulla politica fiscale. Tra giugno 2024 e giugno 2025, la BCE ha tagliato i tassi di 200 punti base, interrompendo la procedura a luglio, dopo che l’inflazione aveva raggiunto il target.
Gli investitori si aspettano ora che i tassi rimangano invariati nel breve termine, con una possibile ripresa della stretta monetaria solo nel 2026.
ARGENTO SUI MASSIMI STORICI
L’argento spot è salito di oltre il 4%, raggiungendo il massimo storico di 51 dollari l’oncia, superando il picco del 1980. La forte domanda di beni rifugio, unita a un’offerta insufficiente, ha spinto il metallo prezioso a guadagni superiori al 70% da inizio anno, superando l’oro.
Il rally è stato alimentato da timori sui rischi fiscali statunitensi, dal possibile calo dei tassi d’interesse, dalle incertezze sull’indipendenza della Federal Reserve e dai livelli insostenibili del debito globale. La carenza di argento disponibile sul mercato londinese ha ulteriormente sostenuto i prezzi.
Le previsioni indicano una domanda in crescita, che dovrebbe superare l’offerta per il quinto anno consecutivo nel 2025.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Il “Debasement Trade”: di cosa si tratta?Nel 2025, gli asset più performanti non sono le azioni tecnologiche né i titoli di Stato, ma oro, argento, Bitcoin ed Ethereum. Un dato significativo che riflette una dinamica molto più profonda: il ritorno in forza del “debasement trade”, ovvero la scommessa sulla svalutazione delle principali valute.
In un contesto di deficit pubblici esplosivi, debiti record e politiche monetarie più accomodanti, un numero crescente di investitori dubita della capacità delle grandi economie di preservare il valore della propria moneta. Il termine “debasement” deriva dal periodo in cui i sovrani riducevano il contenuto di metallo prezioso delle loro monete: un antico modo di creare moneta… a scapito di chi la possedeva.
Oggi il meccanismo è diverso, ma la logica è identica: gli Stati finanziano la spesa pubblica tramite debito, che le banche centrali finiscono per assorbire indirettamente. Il risultato è un aumento della massa monetaria, una perdita di potere d’acquisto e un indebolimento della fiducia.
In questo contesto si sviluppa la strategia di vendere valute fiat (o allontanarsene) per acquistare asset reali e scarsi. Bitcoin ed Ethereum beneficiano della loro scarsità algoritmica; oro e argento del loro ruolo storico di riserva di valore.
Questo movimento non è soltanto difensivo: rappresenta un cambiamento di paradigma. Gli investitori cercano strumenti non correlati al debito sovrano, capaci di preservare la ricchezza in un mondo di bilanci pubblici sempre più pesanti. In altre parole, non si tratta tanto di speculazione quanto di una forma di assicurazione contro l’erosione monetaria.
Nel breve termine, questo “debasement trade” sostiene i metalli preziosi e le criptovalute. Ma nel medio periodo trasmette un messaggio più preoccupante: una perdita strutturale di fiducia nella moneta fiat. Finché i governi continueranno a rimandare gli aggiustamenti fiscali, la domanda per questi asset alternativi resterà elevata.
In sintesi, il 2025 conferma una realtà che molti preferivano ignorare: quando la moneta si indebolisce, gli investitori si rifugiano in ciò che non può essere stampato.
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Giovedì di Analisi — FTSE MIB Grafico 4H
🔹 FTSE MIB (TVC:FTMIB)
L’indice italiano prosegue la sua crescita sostenuta da una solida trendline rialzista.
Attualmente si trova in prossimità di un’area chiave compresa tra 43.400 e 43.800, zona che, se rotta al rialzo, potrebbe proiettare i prezzi verso i target successivi:
➡️ 44.317
➡️ 45.109
Tuttavia, un eventuale rifiuto su questi livelli potrebbe aprire un breve ritracciamento tecnico verso la trendline di supporto dinamico.
Xau, Oggi 14.30 discordo POWELLho bisogno del tuo sostegno.
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🌞 BUON GIORNO A TUTTI 🌞
🟡 Analysis Gold Scenario tecnico🟡
short post fomc e notturno come potevamo aspettarci, ottimo rientro ora mi piacerebbe continuare il long dalla zona
attenzione oggi 14.30 powell parla.
lo vediamo insieme live!
📊Le minute del FOMC sono state pubblicate ieri📊
Punti chiave:
Rischio crescente di deterioramento del mercato del lavoro.
L’inflazione resta “lievemente elevata” e continua a preoccupare.
I rischi tra occupazione e stabilità dei prezzi sono ora più bilanciati.
L’attenzione si sta spostando verso i rischi al ribasso per l’occupazione.
🔴 Conclusione:
Il tono generale è stato cauto e leggermente hawkish, come ci aspettavamo. La Fed sottolinea la necessità di procedere riunione per riunione, evitando di esagerare con l’allentamento monetario e mantenendo l’equilibrio tra i due obiettivi principali: inflazione e occupazione.
Nonostante ciò, le parole dei membri del FOMC non sono bastate a spingere l’oro sotto i 4K, e allo stesso tempo i compratori non sono riusciti a spingere il prezzo più in alto.
Dopo settimane di forte momentum rialzista, il mercato sta iniziando a consolidare: la spinta si sta esaurendo.
Al momento si può ancora tradare e sfruttare la volatilità, ma personalmente preferisco aspettare il discorso di Powell alle 14:30.
Niente nuove entrate per ora
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🔍PROSSIMI APPUNTAMENTI🔍
Come di consueto, ci vediamo in live alle 14:00 per seguire l’andamento del mercato in tempo reale.
🔍Promemoria🔍
Evito di operare durante le sessioni asiatica e londinese, focalizzandomi sulle notizie delle 14:30, e sull'apertura di New York ore 15:30.
Nel frattempo, vi auguro una buona giornata.
-BUON TRADING
-GESTITE IL RISCHIO
-BE PATIENCE
EUR/USD idea di trading per ottobre 2025Analisi dell'asset EUR/USD di ottobre 2025. Ovviamente si tratta di una analisi macro dove ho individuato una probabile demand dalla quale potrebbe ripartire la fase rialzista di EUR/USD e un probabile target, una supply alla quale potrebbe arrivare.
Ovviamente è sempre bene contestualizzare il tutto scendendo in time frame minori per aspettare eventuali rotture una volta raggiunta la demand evidenziata.
EUR/USD Daily Pulse – Il prezzo colpisce il target con precisionMercoledì, nuovo aggiornamento sull’EUR/USD.
Come previsto nei giorni scorsi, il prezzo ha seguito con grande precisione la struttura ribassista segnalata, andando a toccare 1,1606, livello già indicato come obiettivo principale.
Dopo la forte spinta verso il basso, si osserva ora un leggero rimbalzo tecnico verso i livelli di 1,1652 e 1,1642, che potrebbero rappresentare aree di breve consolidamento prima di nuove decisioni direzionali.
L’impostazione generale rimane coerente con il quadro multiday, mentre il contesto macro continua a sostenere la debolezza dell’euro nel breve periodo.
📊 Ancora una volta, la lettura dei livelli tecnici si è rivelata accurata e funzionale a una gestione precisa delle operazioni.
#EURUSD #Forex #AnalisiTecnica
Gold sfonda i 4k, e ora? che si fa?ho bisogno del tuo sostegno.
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🟡 Analysis Gold Scenario tecnico🟡
poco da dire direi, sono mesi che vediamo giorno per giorno gold e l'andamento tecnico fondamenta è tutto propenso per il long, il target era 4000 e ci siamo.
ora vediamo: 4500? 5000? meno?
stiamo attenti, attualmente mi muovo sempre su livellil chiave daily settimanali,ad ogni pullback rilevante seguo.
📰 Notizie 📰
L’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico (ATH).
Il quadro macroeconomico resta invariato, ma ora sono euforia e isteria del mercato a guidare il sentiment.
Di conseguenza, ci si può aspettare ulteriori movimenti al rialzo.
Bias: moderatamente rialzista.
Al momento, i buy sembrano più sicuri dei sell, ma serve prudenza sui possibili pullback.
🔥ULTIMA ORA🔥
L’oro spot ha sfondato i 4.000 $ l’oncia per la prima volta, spinto dai timori sull’economia americana e da un possibile shutdown del governo.
È un traguardo storico per il metallo giallo, che solo due anni fa era sotto i 2.000 $.
Da inizio anno, l’oro è salito di oltre 50%, superando di gran lunga i rendimenti azionari di questo secolo.
Il rally è alimentato dalle incertezze su commercio globale, indipendenza della Fed
stasera ore 21:00 FOMC la seguiamo insieme live
🔴 Ci vediamo in live stasere per l'outlook di mercato
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EURUSDTrade contro tendenza, BIAS Short sia PA che volumetrica, non mi convince il movimento fatto durante la notte, movimento non sostenuto dal mio punto di vista. Mi valuto questo riaccumulo, attendo una conferma in M1 dentro la zona discount per arrivare per lo meno fino al massimo di liquidity segnato..Nel caso accettasse al di sopra di quella zona continuerei a cercare Buy fino alla chiusura del single print o del minimo rotto ieri da li tornerei ad allinearmi all BIAS ideale che è lo short
Oro record, dollaro forte e borse in caloCHIUSURE AZIONARIE IN ROSSO
I principali indici azionari statunitensi hanno chiuso la seduta in territorio negativo. Il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,2%, attestandosi a 46.603 punti, mentre l’S&P 500 ha perso lo 0,38%, scendendo a 6.715 punti, al di sotto del nuovo massimo storico di 6.754.
Segno meno anche per il Nasdaq, che ha ceduto lo 0,67% a 22.788 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo a 23.006. Gli operatori attendono nuovi trigger, ovvero elementi in grado di innescare volatilità, tra cui i commenti di diversi funzionari della Fed attesi per oggi.
Nel frattempo, continua lo stallo politico a Washington. Le proposte di accordo tra Democratici e Repubblicani non hanno ancora avuto esito positivo, prolungando la chiusura del governo federale, giunta ormai all’ottavo giorno.
VALUTE, IL RITORNO DEL DOLLARO
Le principali valute concorrenti del dollaro hanno registrato un ripiegamento, dovuto a diverse cause concomitanti. Il biglietto verde torna a essere considerato un asset rifugio in un momento difficile per Europa, Regno Unito e Giappone, tutti alle prese con pressioni macroeconomiche che spingono verso il deprezzamento del cambio.
La Francia è in pieno caos politico, la Germania mostra segnali di rallentamento, e i dazi USA sull’Europa, seppur al 15%, alimentano l’ipotesi di un euro più debole. In Giappone, il nuovo Primo Ministro Sanae Takaichi, sostenitrice dell’Abenomics, favorisce uno yen debole per stimolare la domanda interna e rilanciare l’economia attraverso l’export.
Tra le valute emergenti, si segnala la discesa del NZD/USD dopo il taglio dei tassi da parte della RBNZ, avvenuto questa notte, pari a 50 punti base. Il dollaro si rafforza anche contro AUD e CAD.
GOLD ALLE STELLE
Nuovo record storico per l’oro, che ha superato la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, raggiungendo un nuovo traguardo a 4.024. Gli investitori continuano a cercare asset rifugio in un contesto di incertezze economiche globali e prospettive accomodanti da parte della Federal Reserve.
La chiusura del governo statunitense, giunta alla seconda settimana, ha ritardato la pubblicazione di dati economici chiave, complicando le valutazioni sulla salute dell’economia. Nonostante ciò, gli operatori scontano due tagli dei tassi da 25 punti base, previsti per ottobre e dicembre.
Le turbolenze politiche in Francia e il recente cambio di leadership in Giappone aggiungono ulteriori elementi di incertezza per i mercati globali. L’oro è salito di oltre il 50% da inizio anno, sostenuto da tensioni commerciali, disordini geopolitici e da un dollaro statunitense più debole, che però sta tornando in auge come bene rifugio.
Anche le banche centrali continuano ad acquistare metallo giallo. Il taglio dei tassi della Fed del mese scorso ha ulteriormente incrementato gli afflussi verso gli ETF garantiti dall’oro, che a settembre hanno registrato il maggiore afflusso mensile degli ultimi tre anni.
RBNZ TAGLIA A SORPRESA DI 0,50%
La Reserve Bank of New Zealand ha abbassato il tasso di interesse ufficiale di 50 punti base, portandolo al 2,5% nella riunione di ottobre 2025. La mossa è stata più ampia del previsto, rispetto al taglio atteso di 25 punti base, e ha riportato i tassi al livello più basso da metà 2022.
I membri del Board hanno evidenziato la debole congiuntura macroeconomica e i rischi al ribasso derivanti da un comportamento cauto di famiglie e imprese, che potrebbero rallentare la ripresa e giustificare un allentamento più deciso.
L’inflazione resta vicina al limite superiore della fascia obiettivo dell’1–3%, ma si prevede un ritorno al punto medio del 2% entro metà 2026. L’inflazione complessiva è stimata al 3% nel terzo trimestre, trainata dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari, sebbene il dato core continui a moderarsi.
L’attività economica rimane debole a causa dell’incertezza politica globale, mentre i consumi mostrano una ripresa graduale. Il Comitato si dichiara aperto a ulteriori misure di allentamento per mantenere l’inflazione ancorata all’obiettivo del 2%.
Saverio Berlinzani
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Consigli per prevenire la Margin CallNel trading, una delle paure maggiori tra gli operatori, soprattutto tra i meno esperti, è quella di trovarsi di fronte a una margin call e di conseguenza rischiare di perdere gran parte o tutto il capitale investito. La margin call è una situazione in cui il conto di trading scende sotto una soglia minima di margine richiesta dal broker a copertura delle posizioni aperte, con la possibilità che le posizioni vengano chiuse automaticamente per evitare ulteriori perdite. Per evitare di arrivare a questa spiacevole situazione, ecco cinque consigli pratici e fondamentali.
Utilizza sempre lo stop loss
Il primo e più importante strumento per limitare le perdite è l’ordine di stop loss. Questo ordine prevede la chiusura automatica di una posizione una volta raggiunto un determinato livello di perdita predefinito. Anteporre lo stop loss ad ogni apertura di posizione aiuta a mantenere il controllo sul rischio e a evitare che una singola operazione diventi catastrofica per il conto. Rimuovere o ignorare lo stop loss espone il trader a perdite illimitate e quindi alla margin call.
Gestisci correttamente le dimensioni delle posizioni
Molti trader commettono l’errore di operare sempre con la stessa dimensione di lotto, senza considerare il rischio specifico di ogni singola operazione. È fondamentale calcolare in anticipo la percentuale di rischio accettabile, ad esempio 1-2% del capitale per trade, e dimensionare le posizioni di conseguenza. Questo consente di limitare l’impatto negativo di ogni singola operazione e di preservare il conto da forti drawdown che possono scatenare la margin call.
Evita di aprire troppe posizioni contemporaneamente
Aprire molte posizioni contemporaneamente aumenta la complessità della gestione del rischio. Ogni posizione aperta richiede attenzione, monitoraggio e capacità di reagire rapidamente a movimenti di mercato sfavorevoli. Limitare il numero di operazioni aperte simultaneamente (ad esempio non più di 8) e il numero giornaliero di nuovi trade (non più di 5) aiuta a contenere il rischio complessivo e quindi a evitare situazioni di margine insufficiente.
Concentra il tuo trading su pochi mercati
Avere un watchlist eccessivamente ampia può portare a una dispersione di attenzione e a un’analisi meno accurata. Concentrandosi su pochi strumenti finanziari preferiti, il trader può approfondire meglio la comprensione dei movimenti di quei mercati, migliorare la qualità delle decisioni e gestire meglio le posizioni aperte, riducendo così il rischio di errori che possono innescare la margin call.
Ricorda che la volatilità è un’arma a doppio taglio
I mercati volatili offrono grandi opportunità di profitto, ma allo stesso tempo aumentano il rischio di movimenti bruschi che possono rapidamente erodere il capitale. Quando si opera in mercati ad alta volatilità, è necessario impostare stop loss più ampi per evitare chiusure premature, ma questo aumenta anche il rischio monetario per operazione. Pertanto, è essenziale bilanciare dimensione della posizione e livelli di stop loss in relazione alla volatilità per proteggere il conto.
Conclusione
Seguendo questi cinque principi i trader possono proteggere il proprio conto, evitare la margin call e migliorare le probabilità di successo nel lungo periodo. La disciplina e la pianificazione preventiva sono le armi più efficaci per non bruciare il proprio capitale e navigare con sicurezza nei mercati finanziari.






















