long LEAD da 18,742 no stoplong LEAD da 18,742 no stop, 18pezzi, vediamo se lo spingono a 20-22eur, ci vorrà pazienza, ma prima o poi gli accaparramenti dei ricconi per le pareti dei loro bunker atomici faranno lievitare il prezzo, solo questione di tempo... Oltre l'analisi fantasiografica!Longdi nisvium0
Rally di fine anno: settore immobiliare una buona scelta?Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sul settore azionario del Real Estate, che ha mostrato una tendenza ribassista per un periodo prolungato. Cercheremo di spiegare le cause delle performance negative e perché il settore potrebbe rappresentare una buona opportunità di investimento per la fine dell’anno. Buona lettura a tutti! 1. ANALISI TECNICA ISHARES US REAL ESTATE ETF Iniziamo l’articolo analizzando l’Ishares US Real Estate ETF, un ETF americano che replica un indice di azioni immobiliari statunitensi (dal ticker IYR). Come si può vedere nel grafico sottostante, l’ETF ha mostrato una tendenza al ribasso dal 2 febbraio 2023. In particolare, da quel picco, il prezzo ha formato una figura tecnica ribassista nota come “triangolo discendente”. Dal picco del 27 luglio 2023, il prezzo ha subito una forte caduta, culminata nel minimo raggiunto il 30 ottobre, dopo aver rotto il supporto del triangolo. Tra il 27 luglio e il 30 ottobre, l’ETF ha registrato una performance negativa del -18,90%. Tuttavia, il 30 ottobre, abbiamo osservato un breve rimbalzo, con un aumento del +8,49%. Analisi tecnica IYR. Grafico giornaliero Nella figura seguente, è illustrata la ripartizione dell’esposizione dell’ETF e le prime 10 partecipazioni. Partecipazioni e ripartizioni dell’esposizione. Fonte: iShares 2. COSA SONO I REITS? Le società che fanno parte dell’ETF sono note come “REITs”, acronimo di “Real Estate Investment Trust”. Esistono tre tipi di REITs: • Equity REITs: Questi REITs acquistano e gestiscono proprietà immobiliari • REITs ipotecari: Questi REITs investono in mutui e/o titoli garantiti da mutui • REITs ibridi: Questi REITs investono sia in proprietà immobiliari che in mutui Gli Equity REITs generano i loro guadagni principalmente attraverso i canoni di locazione, mentre i REITs ipotecari traggono profitto dagli interessi derivanti dai mutui che forniscono agli operatori del settore immobiliare. Le società che fanno parte dell’ETF IYR appartengono alla categoria degli equity REITs. Questi possono investire e gestire diversi tipi di immobili: • REITs di torri di telecomunicazioni: Gestiscono strutture che supportano le antenne per le telecomunicazioni. Un esempio è American Tower (AMT) • REITs industriali: Gestiscono proprietà industriali come magazzini e centri logistici. Un esempio è Prologis (PLD) • Retail REITs: Gestiscono immobili al dettaglio come centri commerciali e outlet. Un esempio è Realty Income Corporation (O) • REITs di data center: Gestiscono centri dati che vengono generalmente affittati a società del settore tech. Un esempio è Equinix (EQIX) • REITs di self storage: Gestiscono spazi di archiviazione. Un esempio è Public Storage (PSA) • REITs residenziali: Gestiscono appartamenti e proprietà residenziali. Un esempio è Camden Property Trust (CPT) • REITs sanitari: Gestiscono strutture sanitarie, tra cui ospedali. Un esempio è Omega Healthcare (OHI) • Office REITs: Gestiscono spazi per uffici. Un esempio è Boston Properties (BXP) • Real Estate Services: Questi REITs forniscono vari servizi, tra cui la consulenza immobiliare 3. L’IMPATTO DEI TASSI DI INTERESSE SUI REITs La seguente grafica evidenzia un aspetto importante: il settore immobiliare si posiziona penultimo in termini di performance dall’inizio dell’anno. In particolare, ha registrato una performance negativa del -8.46%. Le prestazioni degli 11 settori azionari dell’S&P500 da inizio anno. Fonte: Finviz La grafica successiva rivela un dato significativo: dal gennaio 2022, il settore immobiliare ha continuamente registrato una performance inferiore rispetto al suo indice di riferimento, l’S&P500. L’ETF IYR, dal gennaio del 2022, ha registrato una performance negativa del -29.13%; meglio l’S&P500, con un -6.6%. Grafico giornaliero Il settore immobiliare ha registrato performance deludenti a causa dell’aumento dei tassi di interesse. In generale, l’ETF IYR tende a risentire di un aumento delle aspettative di inasprimento della politica monetaria, mentre ne beneficia nel caso opposto. Per illustrare questo punto, è utile creare un indice di sentiment obbligazionario che rifletta le aspettative di politica monetaria: LDQH/LQD. LQDH è un ETF che replica il movimento di obbligazioni corporate investment grade statunitensi coperte dal rischio “tasso di interesse”, mentre LQD uno che rappresenta il movimento delle stesse obbligazioni, ma senza la copertura da quel rischio. La logica suggerisce che: • Se ci sono aspettative di una politica monetaria restrittiva, i bond coperti dal rischio “tassi” realizzeranno una performance migliore rispetto a quelli non coperti. Nel caso opposto, accadrà il contrario. Questa logica è confermata dal grafico successivo, che mostra la correlazione tra LQDH/LQD e i tassi di interesse della Federal Reserve. La correlazione positiva tra LQDH/LQD e tassi di interesse. Grafico giornaliero Il grafico seguente illustra chiaramente come l’ETF sui REITs, IYR, abbia realizzato una performance negativa a seguito dell’aumento delle aspettative di politica monetaria restrittiva. Infatti, ogni volta che LQDH/LQD ha registrato un aumento, l’ETF IYR ha mostrato un calo. La correlazione negativa tra IYR e LQDH/LQD dal 2022. Grafico giornaliero Inoltre, l’ETF IYR ha continuamente sottoperformato rispetto al suo benchmark di riferimento, l’S&P500, ogni volta che le aspettative di politica monetaria hanno mostrato una tendenza al rialzo. La correlazione positiva tra LQDH/LQD e S&P500/IYR dal 2022. Grafico giornaliero Ci sono vari fattori che spiegano perché i REITs tendono a soffrire quando i tassi di interesse aumentano. È risaputo che un innalzamento dei tassi di interesse tende a frenare gli investimenti e i consumi di famiglie e aziende. Questo fenomeno ha un impatto negativo sulla crescita economica, poiché provoca un rallentamento della produzione industriale e delle vendite al dettaglio, entrambi dati importanti che impattano sul PIL. In un periodo di rallentamento economico, le aziende riducono la domanda di nuovi immobili per la produzione e di punti vendite al dettaglio a causa della contrazione della produzione dei consumi. Questo si traduce in minori profitti per i REITs industriali e retail, che sono tra i più sensibili alle variazioni del ciclo economico. Anche i REITs di data center, che sono legati alle società tecnologiche, possono risentire dell’aumento dei tassi di interesse. Infatti, con tassi più alti, queste società potrebbero essere meno inclini a indebitarsi per espandersi, riducendo così la domanda di spazi per data center. Gli office REITs potrebbero risentire di un aumento del tasso di disoccupazione correlato al rallentamento economico, e ciò potrebbe portare a una diminuzione della domanda di spazi per uffici. Anche i REITs residenziali subiscono l’impatto negativo dell’aumento dei tassi di interesse. Infatti, in un contesto di tassi più alti, molti inquilini potrebbero trovarsi inadempienti, soprattutto a causa dell’aumento del tasso di disoccupazione, che porta a una riduzione del reddito delle famiglie. Oltre agli aspetti già menzionati, c’è un altro elemento importante da considerare: il settore dei REITs offre alti dividendi agli azionisti, rendendo il settore particolarmente attraente. Tuttavia, un aumento dei tassi di interesse comporta anche un aumento dei rendimenti obbligazionari governativi. Di conseguenza, molti investitori potrebbero scegliere di investire i loro capitali in titoli di stato, che offrono cedole attraenti e sono allo stesso tempo più sicuri rispetto alle azioni. Un ulteriore aspetto da considerare è che il dividendo è una parte dell’utile societario. Pertanto, se gli utili rallentano, ci si può aspettare che anche i dividendi diminuiscano; questo fornisce un ulteriore incentivo per gli investitori a orientare i loro investimenti verso i titoli di stato. Un altro aspetto che può influenzare i REITs quando i tassi di interesse aumentano è legato al loro tipico ricorso al debito per l’acquisto di proprietà generatrici di reddito. Se i tassi di interesse salgono, il costo del debito (in particolare il debito variabile) diventa più gravoso, influenzando negativamente i bilanci delle società. Inoltre, con l’aumento degli interessi sul debito, i REITs potrebbero essere meno incentivati a espandersi, il che significa che un aumento dei tassi di interesse può avere un impatto negativo sulla crescita stessa delle società. 4. RALLY DI FINE ANNO: PERCHE’ IL SETTORE IMMOBILIARE POTREBBE RIVELARSI UNA BUONA SCELTA Se dovesse verificarsi il tanto atteso rally di fine anno, il settore immobiliare potrebbe emergere come uno dei migliori performer. La ragione è semplice: se il rally dovesse avvenire, sarebbe probabilmente scatenato dalle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, durante l’ultimo incontro del 1° novembre, accolte positivamente dai mercati. Come si può notare nel grafico seguente, l’indice di forza LQDH/LQD ha registrato una rottura ribassista della sua trendline rialzista dopo l’ultimo meeting. Nello stesso periodo, IYR ha registrato una performance vicina al +10%. Il breakout ribassista della trendline dell’indice LQDH/LQD, accompagnato da un rialzo di IYR. Grafico giornaliero Se, nelle prossime settimane, LQDH/LQD dovesse continuare a scendere, IYR dovrebbe trarne beneficio, grazie ad aspettative di una politica monetaria meno restrittiva. Una possibile strategia, come illustrato nel grafico seguente, potrebbe considerare LQDH/LQD come un indicatore di riferimento e IYR come un asset su cui applicare la strategia: 1. Attendere un ritracciamento di LQDH/LQD sulla trendline rialzista, che potrebbe diventare una resistenza dinamica, e successivamente attendere un nuovo movimento ribassista. 2. Entrare a mercato su IYR, aspettando un rimbalzo sulla trendline ribassista, che potrebbe diventare un supporto dinamico. Tutto ciò, ovviamente, presuppone che il coefficiente di correlazione rimanga in territorio negativo. Ipotesi operativa; questo non è da intendere come un consiglio finanziario. Grafico giornaliero Concludiamo l’analisi sottolineando che il catalizzatore che ha spinto il settore immobiliare in territorio ribassista potrebbe ora diventare il motore di un possibile rialzo. Ma sarà davvero così? È importante considerare un ulteriore elemento: la riunione del 1° novembre non è stata l’ultima della FED. L’ultimo incontro dell’anno si terrà il 13 dicembre e, come illustrato nel grafico seguente, le previsioni indicano un mantenimento dei tassi tra 525 e 550 punti base (con una probabilità del 90.2%). Probabilità sui livelli dei tassi di interesse per il 13 dicembre 2023. Fonte: FedWatchTool Quest’ultima riunione potrebbe determinare il destino del mercato azionario per la fine del 2023, influenzando il famoso rally di Natale. Per qualsiasi domanda, non esitate a commentare. A presto! Longdi MatteoFarci2211
Obbligazioni statunitensi o europee? Analisi di scenario Buongiorno a tutti. Oggi, attraverso un’analisi di scenario e la creazione di un indice di sentiment obbligazionario, cercheremo di determinare quali tra le obbligazioni statunitensi o europee rappresentano la scelta migliore. 1. ANALISI TECNICA IBGM E IEF Gli ETF al centro della nostra analisi sono l’iShares € Govt Bond 7-10 yr (IBGM) e l’iShares 7-10 Year Treasury Bond (IEF). L’IBGM, come illustrato nel grafico seguente, riflette il movimento di prezzo delle obbligazioni governative dei cinque principali Paesi europei per PIL (Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi) con scadenze tra i 7 e i 10 anni e una duration di 7.79 anni. Ishares € Govt Bond 7-10yr. Grafico settimanale Ponderazione percentuale dell’ETF. Fonte: iShares L’IEF, presentato nella figura successiva, replica le variazioni di prezzo delle obbligazioni del tesoro statunitense con scadenze tra i 7 e i 10 anni e una duration di 7.32 anni. Ishares 7-10 Year Treasury Bond. Grafico settimanale Iniziamo l’analisi tecnica dei due ETF, partendo da IBGM. Dal 11 maggio 2023, l’ETF non ha registrato variazioni di prezzo significative. Tuttavia, è interessante osservare la formazione di due figure tecniche contrastanti: un triangolo discendente seguito da un triangolo ascendente, entrambi con breakout. L’ETF ha mostrato un trend rialzista dall’inizio del quarto trimestre. Analisi tecnica IBGM. Grafico giornaliero Per quanto riguarda l’IEF, la situazione è diversa. Questo ETF ha mostrato una tendenza più ribassista rispetto all’IBGM: dal 4 maggio 2023 al minimo del 19 ottobre, a 88.86$, ha registrato una performance negativa del -11.77%. Nelle ultime sessioni, il prezzo ha realizzato un impulso rialzista, catalizzato dalle dichiarazioni di Powell (interpretate positivamente dal mercato) e da un indebolimento del mercato del lavoro statunitense (tasso di disoccupazione salito al 3.9% dal 3.8% precedente e buste paga del settore non agricolo a 150K rispetto ai 297K precedenti). Analisi tecnica IEF. Grafico giornaliero Per determinare quale dei due ETF è più forte è necessario creare un indice di forza tra i due e osservare la tendenza. Otteniamo l’indice dividendo il prezzo dell’IEF per quello dell’IBGM, come mostrato nel grafico successivo. La tendenza dell’indice IBGM/IEF è fortemente rialzista da fine aprile 2023, indicando una maggiore forza dell’IBGM (dividendo) rispetto all’IEF (divisore). L’indice di forza IBGM/IEF. Grafico giornaliero Questo significa che il mercato obbligazionario governativo europeo è, da aprile 2023, più forte rispetto a quello statunitense. Perché? 2. POLITICA MONETARIA E TASSI DI INTERESSE La sovraperformance dei bond europei rispetto a quelli statunitensi è legata alle aspettative di politica monetaria della BCE e della FED. A partire da luglio, il mercato ha iniziato a prezzare una FED più restrittiva rispetto alla BCE, come dimostrano i due grafici successivi. È noto che le scadenze a 2 anni della curva dei rendimenti sono quelle più influenzate dalle aspettative di politica monetaria. Come si può vedere nel grafico seguente, il rendimento a 2 anni del titolo di stato statunitense mostra un trend rialzista (nonostante il breakout ribassista della trendline dinamica dopo le dichiarazioni di Powell), mentre il rendimento a 2 anni del titolo tedesco è in ribasso. Differenze tra aspettative di politica monetaria. Grafico giornaliero Questo suggerisce che più il rendimento a 2 anni statunitense sovraperforma quello tedesco a pari scadenza, più il mercato prezza una politica monetaria più restrittiva negli USA (e viceversa nel caso opposto). Nel grafico seguente, costruiamo uno spread tra i due rendimenti (con US02Y come minuendo e DE02Y come sottraendo) per evidenziare le differenze tra le aspettative di politica monetaria delle due banche centrali. Correlando questo spread con l’indice IBGM/IEF precedentemente creato, possiamo confermare quanto detto: l’IBGM appare più forte dell’IEF perché si prevede che la politica monetaria europea sarà più espansiva rispetto a quella statunitense. IBGM sovraperforma IEF perché il mercato prezza una BCE più espansiva rispetto alla FED. Grafico giornaliero L’indice US02Y-DE02Y si rivela un eccellente indicatore del sentiment da monitorare nel prossimo futuro, data la sua funzione di “leading indicator” sulle aspettative di politica monetaria. Ma cosa ci riserva il futuro? 3. BOND STATUNITENSI ED EUROPEI NEL PROSSIMO FUTURO Su quali obbligazioni puntare nel prossimo futuro? Sarebbe meglio concentrarsi sui bond governativi statunitensi o europei? Partiamo da un presupposto: il prezzo dei bond tende ad aumentare quando i tassi di interesse vengono tagliati. Quindi, le domande chiave da porsi sono: “Quale delle due banche centrali taglierà per prima i tassi di interesse? Quale delle due ha più incentivi a mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo?” La risposta è semplice: dipenderà dalle condizioni macroeconomiche attuali e future dei due paesi. Considerando i dati attuali, gli Stati Uniti hanno mostrato una crescita del PIL trimestrale superiore a quella europea per il primo, secondo e terzo trimestre dell’anno in corso, come illustrato nel grafico seguente: Le due diverse crescite economiche. Grafico a tre mesi L’economia americana sembra mostrare una maggiore resilienza. Questo è evidenziato anche nel grafico seguente, che calcola l’indice di forza tra i PMI manifatturieri e dei servizi dei due paesi. I due PMI statunitensi hanno sovraperformato quelli europei dall’inizio dell’anno, indicando una maggiore resilienza dei settori. La forza dei settori manifatturiero e dei servizi statunitensi è superiore rispetto a quella degli stessi europei. Grafico mensile Esaminando più da vicino e guardando le due grafiche successive si può notare che, secondo gli ultimi dati rilasciati da Markit, i due settori statunitensi si trovano in una fase di espansione (con valori pari o superiori a 50 punti), a differenza dei settori europei, che sono in contrazione (soprattutto se si considera il settore manifatturiero). I due PMI manifatturieri delle omonime aree. Grafico mensile I due PMI sui servizi delle omonime aree. Grafico mensile Nella figura successiva, prendiamo in considerazione i dati sulle vendite al dettaglio, che sono un ottimo indicatore del livello di spesa dei consumatori sia negli Stati Uniti che in Europa (considerando oltretutto che i consumi rappresentano una parte significativa del prodotto interno lordo). I dati sulle vendite al dettaglio misurati mese/mese delle omonime aree. Fonte: TradingEconomics La situazione è positiva per gli Stati Uniti, ma molto meno promettente per l’Europa. In quest’ultimo caso, si potrebbe addirittura sostenere che i dati indicano una sorta di “recessione”, con due letture consecutive negative, e l’ultima, con un -1.2%, decisamente più negativa rispetto alla precedente. Concludiamo con l’analisi dei dati sulla produzione industriale, come illustrato nel grafico sottostante. Negli Stati Uniti, abbiamo notato una tendenza di letture progressivamente inferiori rispetto all’anno precedente, con un’unica contrazione registrata a giugno. Invece, per quanto riguarda l’Europa, abbiamo assistito a un drastico calo, con letture in contrazione da marzo fino all’ultimo dato disponibile. I dati sulle produzioni industriali misurati anno/anno delle omonime aree. Fonte: TradingEconomics “Quale delle due banche centrali taglierà per prima i tassi di interesse? Quale delle due ha più incentivi a mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo?” Dai grafici di questo paragrafo, risulta evidente che l’Europa sembra essere più vicina a una recessione rispetto agli Stati Uniti. Di conseguenza, al momento, la FED ha maggiori incentivi a mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo, mentre la BCE potrebbe essere la prima a tagliare i tassi di interesse (infatti, non dobbiamo dimenticare che la fase 1 del ciclo economico è caratterizzata da politiche monetarie espansive). Se questo scenario dovesse verificarsi, potremmo assistere a un aumento degli acquisti di bond governativi europei (in particolare quelli tedeschi, considerati beni rifugio data l’elevata valutazione di rating della Germania, AAA), superiore rispetto a quelli statunitensi. Ma sarà così nel prossimo anno? È difficile prevederlo. Il quadro macroeconomico è e sarà sempre influenzato dall’andamento dei dati macroeconomici. A tal proposito, consiglio di tenere d’occhio i dati leading, in grado di anticipare le future tendenze economiche, tra cui sicuramente i PMI, senza dimenticare US02Y-DE02Y. Ad oggi, tuttavia, sembra che i bond europei possano avere un vantaggio competitivo più alto. A presto! di MatteoFarciAggiornato 12
Analogie tra mercato dei bond e mercato azionario.Anomalia molto importante riguardo il mercato obbligazionario. Dopo la stagione dei rialzi dei tassi della FED, le obbligazioni mano scese hai minimi storici. Il mercato rischiava di implodere , ma nel fine settimana le cose sembrano essere tornate a posto. Qui vediamo l'ETF TLT che traccia i i titoli di stato americani a 20 anni, mentre sembra di aver toccato il m minimo, invertendo il trend.di GiuseppePisciuneri0
long EUS3 da 89,87 scw87,56long EUS3 da 89,87 scw87,56, rischio per10pezzi 20-25eur ca dipendente dal close, ci proviamo ma è solo un sussulto agostano, come il vento caldo dell'estate. Oltre l'analisi forexografica!Longdi nisviumAggiornato 4
tltnon è detto che raggiungeremo nuovi minimi, sicuramente è uno stromento per cassettisti ma se verranno fatti nuovi minimi potrebbe essere un'ottima occasione di'ingressodi LUCA.P0
Mercati vicini ai minimi? Ecco un indice di sentiment: HDV/NDXLa fine del periodo di avversione al rischio che ha caratterizzato i mercati finanziari dal luglio 2023 potrebbe avvenire quando l’indice HDV/NDX, illustrato nel grafico seguente, inizierà nuovamente una tendenza al ribasso. L’indice di sentiment. Grafico giornaliero Buongiorno a tutti. L’obiettivo dell’analisi di oggi è di fornirvi un indice di sentiment che può aiutarvi a valutare il livello di rischio attualmente presente sul mercato e a prendere decisioni di trading più consapevoli. Questo indice è particolarmente importante poiché le decisioni di acquisto o vendita degli investitori sono basate sulla loro propensione al rischio. L’analisi si concentrerà su: • L’indice di sentiment HDV/NDX • Le società in growth e quelle che offrono alti dividendi • Il PUT/CALL ratio sulle azioni e il VIX • Apple La prima parte dell’analisi sarà più teorica, mentre la parte finale sarà più pratica. Detto questo, vi auguro una buona lettura! 1. I COMPONENTI DELL’INDICE HDV/NDX Cominciamo la descrizione dell’indice di sentiment analizzando i suoi componenti. • HDV, che si trova al numeratore dell’indice di forza, rappresenta l’iShares Core High Dividend ETF. Questo ha lo scopo di replicare un indice di titoli statunitensi che offrono dividendi relativamente alti. Questo è illustrato nel grafico seguente: Ishares Core High Dividend ETF. Grafico settimanale Le due figure successive mostrano le principali partecipazioni dell’ETF e la distribuzione settoriale: Le prime 10 partecipazioni di HDV. Fonte: iShares La ponderazione settoriale di HDV. Fonte: iShares • NDX, che si trova al denominatore dell’indice di forza, rappresenta il Nasdaq 100, l’indice delle principali 100 società growth-tech 2. HDV/NDX COME INDICE DI SENTIMENT Dato che HDV/NDX è un rapporto, ciò implica che: • Se HDV dimostra una forza maggiore rispetto a NDX, l’indice tenderà a salire • Se HDV mostra una debolezza maggiore rispetto a NDX, l’indice tenderà a scendere Il grafico seguente aiuta a comprendere le dinamiche che influenzano il trend dell’indice: • Quando il mercato è propenso al rischio, l’indice della paura dell’S&P500 (il VIX) tende a diminuire e NDX supera HDV in termini di performance • Al contrario, quando gli investitori sono avversi al rischio, il VIX aumenta e HDV sovraperforma NDX La correlazione principalmente positiva tra VIX e HDV/NDX dal 2017 ad oggi. Grafico giornaliero Perché, quando il mercato è propenso al rischio, concentra i suoi acquisti principalmente su società tech/growth mentre quando è in fase di avversione al rischio, su società che pagano alti dividendi? La risposta è semplice: • Le società tech/growth sono quelle che promettono un potenziale di crescita futura, investendo gran parte delle loro risorse in ricerca e sviluppo per sviluppare nuovi progetti e tecnologie (si pensi a Meta e al Metaverso). Queste società potrebbero non generare forti profitti nel presente, ma grazie ai loro investimenti, potrebbero farlo nel lungo termine. In altre parole, acquistare una società in crescita oggi significa scommettere sul suo potenziale futuro. Questo comporta un livello di rischio medio-alto: riusciranno queste società a realizzare il loro potenziale? Ecco perché, quando gli investitori sono più “tranquilli”, tendono a scommettere su progetti futuri. • D’altra parte, le società che offrono alti dividendi sono quelle già consolidate e in grado di generare forti profitti nel presente; per questo motivo, presentano un grado di rischio e volatilità relativamente bassi. Il fatto che offrano alti dividendi è la conferma della loro capacità di generare forti profitti: il dividendo è infatti una parte dell’utile societario distribuito agli azionisti. Quindi, quando gli investitori hanno una visione più cupa, tendono ad acquistare “progetti attuali”, capaci di fornire tutte le garanzie del caso e di pagare…lauti dividendi! Una conferma della funzionalità di HDV/NDX come indice di sentiment deriva dalla sua correlazione positiva con il PUT/CALL ratio sulle azioni, osservabile nella figura successiva: La correlazione positiva tra PUT/CALL ratio sulle azioni e HDV/NDX. Grafico giornaliero Quando gli speculatori prevedono un mercato in ribasso, tendono ad acquistare opzioni PUT e le società che offrono alti dividendi tendono a superare in termini di performance quelle in crescita; in caso opposto, è vero il contrario. Ho discusso in dettaglio il rapporto PUT/CALL sugli indici e sulle azioni in un’analisi che ho pubblicato di recente. Vi invito a cliccare sul link seguente se desiderate approfondire l’argomento. 3. COME UTILIZZARE L’INDICE DI SENTIMENT HDV/NDX DAL PUNTO DI VISTA OPERATIVO Come si può utilizzare l’indice HDV/NDX in un contesto operativo? Potrebbe essere impiegato come indicatore. Prendiamo in considerazione l’indice dall’inizio dell’anno: dal 6 gennaio al 18 luglio, il panorama finanziario è stato dominato da una forte propensione al rischio, mentre dal 18 luglio ad oggi, il contesto è piuttosto incerto. Le diverse propensioni al rischio dall’inizio dell’anno (HDV/NDX). Grafico giornaliero Per questo motivo, nel primo e secondo trimestre del 2023, si sarebbero potute ricercare opportunità long su titoli growth come Apple, che infatti ha registrato ottime performance nello stesso periodo, come illustrato nel grafico successivo. Le forti prestazioni di Apple in Q1 e Q2 2023. Grafico giornaliero Oggi, personalmente, non cercherei dei long sullo stesso titolo per un motivo: c’è una prevalente avversione al rischio che sta spingendo il prezzo della società verso il basso. Questo è evidenziato nel grafico seguente. Le deboli prestazioni di Apple in fasi di mercato incerte. Grafico giornaliero In ottica long, aspetterei prima un breakout ribassista del canale di lateralizzazione dell’indice per indicare un nuovo contesto di propensione al rischio. Successivamente, cercherei conferme rialziste sul titolo, come un breakout della trendline dinamica ribassista con un successivo re-test, come mostrato nel grafico successivo. Ipotesi operativa. Grafico giornaliero A quel punto, potrei impostare un’operazione in acquisto. Più l’indice HDV/NDX scende, più Apple, data la sua correlazione negativa e la sua natura di crescita, dovrebbe avere buone performance. Se avete dubbi o domande, non esitate a commentare. A presto! di MatteoFarci18
STOXX600 DAX FTMIB target ribassisti di breve in vista 28.10.23Gli indici azionari hanno dato seguito ai segnali bearish della scorsa settimana, soccombendo alla pressione data dal rialzo dei rendimenti. Analizziamo SP500 SPX IWM IWC DAX STOXX600 GOOG AAPL MSFT TSLA AMZN BAC MS JPM MS Petrolio Oro19:24di GiuseppeMessina16
WALL STREET: quello che realmente dovrebbe far riflettereBuongiorno a tutti. Vi siete chiesti negli ultimi giorni cosa dovrebbe veramente farci riflettere? Potrebbe essere il prezzo del Nasdaq che scende sotto la soglia dei 16200$? O i rendimenti obbligazionari che raggiungono il 5%? Questa analisi mira a rispondere a queste domande, esaminando vari argomenti: • Le performance del Nasdaq • Il crollo delle microcap • Le differenze tra le microcap e le small cap • L’S&P500 equal weigh Buona lettura a tutti! 1. LE PRESTAZIONI DEL NASDAQ La figura seguente illustra un’analisi tecnica dell’indice Nasdaq. Dopo aver raggiunto un picco di 16.000 dollari il 19 luglio, l’indice azionario ha mostrato segni di debolezza. Da allora, il prezzo ha registrato massimi progressivamente decrescenti e minimi che, ogni volta che raggiungevano il supporto critico di 14.600 dollari, venivano respinti verso l’alto. Questa tendenza ha portato alla formazione di un triangolo discendente, figura tecnica ribassista. La base del triangolo, coincidente con i 14.600 dollari, è stata infranta al ribasso il 25 ottobre. Dal 19 luglio, il Nasdaq ha perso oltre il 10% del suo valore. Analisi tecnica Nasdaq. Grafico giornaliero È motivo di preoccupazione il breakout della struttura critica di 14600 dollari, al di sotto della quale il prezzo potrebbe scendere ulteriormente? La risposta è semplice: il prezzo è attualmente in fase di ritracciamento. Per essere più precisi, se tracciamo il ritracciamento di Fibonacci dal minimo del bear market del 2022 (13 ottobre) ai massimi del 19 luglio 2023, notiamo che il prezzo non ha nemmeno toccato il livello del 38.2%. Considerando che un prezzo, per essere definito in fase di ritracciamento, deve tipicamente rimanere al di sopra del livello del 61.8%, si può concludere che le recenti prestazioni deludenti del Nasdaq non dovrebbero destare preoccupazione. È importante ricordare che i mercati non salgono sempre, ma fortunatamente ritracciano. Tutto ciò è osservabile nel grafico seguente. Il Nasdaq si trova in una fase di ritracciamento. Grafico giornaliero 2. LE PESSIME PRESTAZIONI DELLE SOCIETA’ A MICRO CAPITALIZZAZIONE Ciò che dovrebbe destare preoccupazione sono le prestazioni delle società a micro-capitalizzazione. Queste possono essere analizzate attraverso l’indice rappresentato dall’ETF iShares Micro-Cap, come mostrato nel grafico seguente. Dal 1° agosto, le prestazioni sono state estremamente negative, con una perdita di oltre il 20%. Il 2 ottobre, c’è stato un breakout del supporto a 99 dollari. Come previsto dai libri di analisi tecnica, c’è stato un re-test della resistenza seguito da un impulso ribassista. Analisi tecnica ETF “IWC”. Grafico giornaliero La situazione sembra ancora più grave se si considera un periodo di tempo più lungo. Infatti, su un timeframe settimanale, si può quantificare che la perdita totale dal picco raggiunto l’8 novembre 2021 è stata di oltre il 40%. Se il prezzo dovesse continuare a scendere, la prossima struttura significativa che potrebbe incontrare sarebbe il minimo registrato durante il crollo del mercato dovuto al COVID-19 nel 2020. Analisi tecnica ETF “IWC”. Grafico settimanale 3. MICRO-CAP E MACROECONOMIA Perché dovremmo preoccuparci del crollo delle società a micro-capitalizzazione? La risposta si trova nelle tre grafiche seguenti. Queste società di piccolissime dimensioni sono fortemente influenzate dall’andamento economico. Di conseguenza, mostrano una correlazione positiva con indicatori macroeconomici fondamentali come la fiducia dei consumatori e i due indici dei direttori degli acquisti (PMI), quello manifatturiero e quello dei servizi. La correlazione positiva tra micro-cap e fiducia dei consumatori. Grafico mensile La correlazione positiva tra micro-cap e PMI manifatturiero. Grafico mensile La correlazione positiva tra micro-cap e PMI sui servizi. Grafico mensile Le correlazioni positive osservate si spiegano facilmente: • Le società a micro-capitalizzazione, essendo le più ‘piccole’ della classe, presentano dimensioni ridotte. La loro attività commerciale è solitamente concentrata a livello nazionale o regionale, rendendole fortemente dipendenti dalla domanda dei consumatori e quindi molto sensibili alle condizioni economiche statunitensi (queste sono le cosiddette società cicliche) Molti potrebbero chiedersi perché non ho menzionato il Russell 2000, noto come l’indice azionario statunitense più strettamente legato all’economia americana. Come illustrato nella figura seguente, le società a micro-capitalizzazione tendono ad avere una correlazione positiva più forte con i due PMI rispetto alle società del Russell, le cosiddette small cap. Le diverse correlazioni delle micro e small cap con i due PMI statunitensi. È importante notare che un settore (o indice) ciclico tende ad avere una volatilità maggiore rispetto a uno meno ciclico; più un settore è ciclico, maggiori saranno le fluttuazioni dei suoi utili nel tempo. Di conseguenza, le società cicliche sono più volatili poiché sono più rischiose. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, nel lungo termine, la forza di un settore è direttamente proporzionale alla sua capacità di generare utili. La maggiore ciclicità delle microcap rispetto al Russell 2000 è evidenziata, ad esempio, nei due grafici seguenti: con l’aumento dell’intensità economica (e quindi dei due PMI), le microcap, essendo più rischiose, volatili e cicliche delle small cap, tendono a registrare performance migliori. Al contrario, quando l’intensità economica diminuisce, la performance delle microcap peggiora. La correlazione positiva tra PMI manifatturiero e indice di forza IWC/RUT. Grafico mensile La correlazione positiva tra PMI sui servizi e indice di forza IWC/RUT. Grafico mensile 4. ATTENZIONE! Forse dovremmo chiederci non tanto perché il Nasdaq o l’S&P500 stiano scendendo, ma perché le microcap stiano subendo vendite dalla fine del 2021. Potrebbe essere (e sottolineo, potrebbe) che gli investitori stiano anticipando un inizio del 2024 piuttosto cupo. Dopotutto, con tassi d’interesse al 5.25% e rendimenti obbligazionari a lungo termine superiori al 5%, non c’è molto da essere ottimisti. E attenzione a non commettere l’errore di monitorare solo l’S&P500, per un motivo molto semplice: se si considera l’indice equi pesato, esso registra performance negative dall’inizio dell’anno. L’S&P500 Equal Weight, da inizio anno, registra una performance negativa del -4.6%. Grafico giornaliero E voi, cosa ne pensate di tutto questo? A presto! di MatteoFarci3326
LONG UPRODopo un periodo di vendite, vedo la ripresa degli acquisti per le S&P 500 e in previsione del famoso rally di Natale, punto long sull'ETF UPROLongdi Kyazachi0
long LCOR da 2,3155 stop 2,18long LCOR da 2,3155 stop 2,18, rischio per 200pezzi circa 30eur, ci proviamo ancora, guerra sterssa commodity, ferro azzurro ama... Credici ancora uomo!Longdi nisviumAggiornato 1
Long XSSX da 8,063 no stopLong XSSX da 8,063 no stop, 50pezzi con rischio non preventivabile, incrementiamo le coperture short con altro strumento per non mediare quelli in loss già presenti in portafoglio, perchè le caxxate vanno fatte una alla volta e non tutte insieme.;-) Oltre l'analisi coperturografica!Longdi nisvium0
Analisi forza relativa - Parte 2Continuo l'analisi di forza relativa, in calce troverete la prima parte. - Settore Healthcare: Molto interessante l'impostazione di forza relativa. Dopo un periodo di sottoperformance dell'indice, sembrerebbe aver trovato un punto d'inversione di forza a luglio 2023 ed al momento ha una forza relativa migliore dell'S&P500, confermata anche dalla rottura della media mobile del rapporto; - Settore Real Estate: Lasciamo perdere. Tassi in incremento, economia in rallentamento, maggior difficoltà all'accesso al debito, portano il settore ad essere da diverso tempo uno dei peggiori performer rispetto al mercato. - I beni di consumo stabili, generalmente difensivi, tendono in questa fase a cercare di rialzarsi e anche se da poco tempo, stanno performando lievemente meglio dell'indice; - Settore Energetico: Anche in questo caso, l'incremento del prezzo del petrolio, la domanda costante e le frizioni internazionali, portano ad una crescita del costo della materia prima, nonché una crescita dei fatturati delle aziende che si occupano di estrazione e vendita. Buona l'impostazione della forza relativa; - Utilities: Anche in questo caso si tratta di un settore abbastanza difensivo. A dire il vero la forza relativa è negativa, anche se sta provando a risalire il rapporto. In questo caso sono necessarie conferme. - Rapporto tra titoli growth e value: Decisamente in vantaggio i titoli value, generalmente preferiti durante periodi difficili.di DomenicoIvanPontillo4
Analisi di forza relativa - Parte 1Gli ultimi tre mesi, dal punto di vista del mercato azionario, sono stati particolarmente difficili, soprattutto dopo che l'inizio del 2023 ha un po' illuso tutti con un super S&P500 che ha fatto segnare importanti performance. L'ultimo trimestre mostra invece per tutti i settori andamenti negativi.In questi casi, può essere interessante isolare l'andamento dei vari macro settori per valutarli confrontandoli rispetto al loro benchmark. L'analisi di forza relativa costruisce pertanto in ogni grafico il rapporto tra i rendimenti del singolo settore rispetto all'S&P500 e possiamo avere almeno 4 diverse ipotesi: - Rapporto crescente: 1) Può significare che l'industria settoriale cresca più dell'S&P500; 2) Può significare che l'industria settoriale decresca meno dell'S&P500 ; - Rapporto decrescente: 3) Può significare che l'S&P 500 cresca più dell'industria settoriale; 4) Può significare che l'S&P500 decresca meno rispetto all'industria settoriale. In questa prima analisi andremo a studiare una prima parte di industrie. - Beni ciclici: Si tratta di una tipologia di mercato che tende a performare meglio durante periodi di "serenità". Non stupisce pertanto dopo una prima fase di anno positiva, vedere il rapporto decrescere. Beni Ciclici peggio dell'S&P500; - Tecnologici: Dopo aver tirato fino ad agosto 23, i beni tecnologici sembrerebbero non riuscire a portarsi al di sopra di determinati livelli tecnici, l'attuale impostazione dell'ETF fa pensare al perdurare di un periodo di pausa. Malgrado tutto, il rapporto è crescente ed al di sopra della media, pertanto Tecnologici meno peggio dell'S&P500; - Materie prime peggio dell'S&P500. Ovviamente il grafico dice tutto, nel mondo quasi dappertutto ci sono politiche anti inflazionistiche, le materie prime non possono non soffrirne; - Settore Comunicazioni: E' stato uno dei settori che lo scorso anno ha maggiormente sofferto, e che sta continuando a tenere, probabilmente per la presenza nell'indice di singoli titoli che rivestono una capitalizzazione particolare e che mantengono la performance. Settore comunicazioni meglio dell'S&P500; - Settore finanziario: Dopo aver tirato tra il 2021 e il 2022 per la prospettiva di rialzo dei tassi e di maggiori utili, l'indebolimento di alcune banche causate dalle perdite su titoli di stato, da deterioramento della qualità del credito nonchè previsioni di maggiori defaul dovuti proprio all'incapacità dei debitori di far fronte ad una quota importante di debito a tasso variabile, ha portato il settore a fare per lunghi periodi peggio del mercato; - Settore Industriale: Uno dei settori che potrebbe sentire in pieno le politiche anti inflazionistiche è proprio quello industriale. La riduzione dell'inflazione passa anche per una riduzione della domanda e l'incremento delle scorte dei magazzini, nonchè la relativa vendita a prezzi ridotti delle scorte. Utili ridotti, prezzi più bassi, domanda inferiore, in questa maniera si riduce l'inflazione. In questa prima fase dell'analisi abbiamo quindi visto come sostanzialmente tutti i settori siano in affanno, dopo una buona fase di inizio anno, ennesima conferma che il mercato è stato troppo ottimista circa un eventuale riduzione dei tassi d'interesse. di DomenicoIvanPontillo5
LA LOGICA DIETRO AL CROLLO DEL SETTORE UTILITIESLe società che forniscono servizi di pubblica utilità (come elettricità, gas e acqua) appartengono a quello definito “settore delle utilities”. Come mostra la figura successiva, aggiornata al 16 ottobre, esso è il peggiore degli 11 settori dell’S&P500 da inizio anno. Prestazioni da inizio anno degli 11 settori dell’S&P500 (al 16 ottobre). Fonte: Finviz.com Qual è il motivo? Buongiorno a tutti. L’obiettivo di questa analisi è di concentrarci sul settore delle utilities, allo scopo di esaminare le ragioni delle sue scarse performance. Gli argomenti principali che affronterò sono: • Il settore delle utilities • L’indice di forza XLU/SPY • L’indice di forza TLT/IEI e il concetto di duration • D/E, ovvero il rapporto debito/patrimonio netto Buona lettura! 1. ANALISI TECNICA SETTORE DELLE UTILITIES Analisi tecnica del settore delle utilities (aggiornata al 16 ottobre); l’ETF in questione è l’utilities select sector SPRD. Grafico giornaliero La grafica in questione analizza l’andamento giornaliero del prezzo dell’ETF “XLU”. Il 12 settembre 2022, il prezzo ha toccato un massimo storico a 78.22$, per poi subire un calo del 22.61% che ha raggiunto il suo punto più basso il 13 ottobre 2022, a 60.35$. Nei due mesi successivi, il settore ha mostrato segni di ripresa, culminando con un massimo relativo registrato il 13 dicembre 2022. Da allora, l’andamento del prezzo tra una trendline dinamica ribassista e un supporto statico ha delineato una tendenza al ribasso, con entrambe le strutture di prezzo che sono state testate più volte (come evidenziato nella grafica precedente dai piccoli cerchi rossi e gialli). A partire dal 26 luglio, dopo un falso breakout il 15 agosto e un successivo breakout effettivo il 21 settembre, il prezzo ha subito un altro calo del 20.7%. Nelle ultime sessioni, sembra che il prezzo stia cercando di ritestare la resistenza tratteggiata in rosso, che coincide con il minimo del 13 ottobre 2022. 2. SETTORE UTILITIES VS S&P500 L’analisi tecnica evidenzia una notevole fragilità nel settore delle utilities. Un metodo alternativo per valutare la forza o debolezza di un settore azionario consiste nel confrontarlo con il suo benchmark di riferimento (S&P500) utilizzando un rapporto o indice di forza, come illustrato nel grafico seguente: L’indice di forza tra settore utilities ed S&P500 (XLU/SPY). Grafico giornaliero Nel rapporto, il settore è al numeratore e il benchmark al denominatore: • Se il settore sovraperforma il benchmark, l’indice di forza sale; al contrario, scende Dal 23 settembre 2022, il benchmark ha dimostrato una forza superiore rispetto al settore. Nella grafica è interessante notare tre trendline dinamiche ribassiste di colori e pendenze diverse. Queste indicano che: • Il benchmark ha iniziato a mostrare una forza superiore a partire dal 23 settembre; questa forza è aumentata il 28 dicembre 2022 e ha avuto un ulteriore incremento il 25 aprile 2023 Tuttavia, questo non dovrebbe sorprendere: dopo tutto, l’S&P500 ha iniziato un trend rialzista dall’inizio del quarto trimestre del 2022. Ciò che invece merita una riflessione è l’ultimo periodo, illustrato nel grafico successivo, a partire dal 27 luglio. Dal 27 luglio 2023 l’S&P500 sovraperforma il settore delle utilities nonostante la condizione di risk-off sui mercati. Grafico giornaliero Cercherò ora di essere più chiaro. Si osservi la grafica successiva: La correlazione positiva tra XLU/SPY e VIX. Grafico settimanale In genere, nei periodi di “risk off” dei mercati, quando il VIX (e quindi la paura degli investitori) aumenta, il settore delle utilities tende a sovraperformare l’S&P500. Questo perché è un settore difensivo, capace di generare profitti anche in condizioni economiche e finanziarie avverse. Al contrario, nelle fasi di “risk on”, quando gli investitori sono più propensi al rischio, l’S&P500 tende a superare il settore delle utilities, con il VIX in calo. Per riassumere quanto detto in precedenza: nel periodo che va dal quarto trimestre del 2022 al 28 luglio 2023, come illustrato nel grafico seguente, era prevedibile che l’S&P500 mostrasse una forza superiore, considerando il contesto generale di ‘risk on’. La forza superiore dell’S&P500 rispetto al settore delle utilities da Q4 2022 al 27 luglio 2023. Grafico giornaliero Lo stesso però non è vero dal 27 luglio ad oggi, con il benchmark al ribasso ma non “sovraperformato” dal settore. Perché dunque, nonostante la fase attuale di “risk off”, il settore utilities non sta agendo da “difensivo”? 3. SETTORE UTILITIES, OBBLIGAZIONI, DURATION E…TASSI DI INTERESSE! La figura successiva mostra un’interessante correlazione positiva: quella tra il settore delle utilities e un indice di forza obbligazionario: TLT/IEI. La correlazione positiva tra XLU e TLT/IEI. Grafico settimanale Per coloro che non sono familiari con i componenti dell’indice di forza obbligazionario: • TLT è l’ETF che riflette i risultati di un indice costituito da titoli di stato americani con scadenze superiori ai 20 anni (con una duration di 16.45 anni) • IEI, invece, riflette i risultati di un indice di titoli di stato americani con scadenze tra i 3 e i 7 anni (con una duration di 4.34 anni) La correlazione positiva, che raggiunge un valore elevato di +0.90, può spiegare le performance negative del settore dall’inizio dell’anno. Come si può vedere nel grafico precedente, IEI sta sovraperformando TLT a causa della sua duration inferiore. • La duration misura la sensibilità del prezzo di un’obbligazione (o di un ETF obbligazionario) all’aumento dei tassi di interesse: più è alta, più il prezzo del bond sarà negativamente influenzato. Ci troviamo in un contesto di aumento dei tassi di interesse da più di un anno e IEI ha sovraperformato (e continua a farlo) TLT grazie alla sua duration notevolmente inferiore. L’indice TLT/IEI continua a registrare minimi decrescenti, indicando un’aspettativa rialzista del mercato sui tassi di interesse. Dato la correlazione positiva osservata nel grafico precedente, è plausibile affermare che anche il settore delle utilities stia risentendo della stessa dinamica. Infatti, il settore delle utilities è uno dei più indebitati tra gli 11 settori dell’S&P 500. Questo è dovuto al fatto che le società in questo settore forniscono servizi pubblici come elettricità, gas e acqua, che richiedono la costruzione di infrastrutture di grandi dimensioni come centrali elettriche, gasdotti e reti di distribuzione dell’acqua; esse sono tipicamente finanziate tramite debito. In un periodo di rialzo dei tassi di interesse, il costo del debito aumenta. Di conseguenza, le società potrebbero dover destinare una quota maggiore dei loro profitti per coprire questi costi, il che potrebbe avere un impatto negativo sui loro bilanci trimestrali; inoltre, l’incremento del costo del debito rende più gravoso per le aziende accedere a nuovi finanziamenti, restringendo di conseguenza le loro possibilità di espansione. Questo è particolarmente significativo per le società del settore delle utilities, che necessitano di infrastrutture per le loro operazioni. Per valutare il grado di indebitamento di un’azienda o di un settore, si può ricorrere a un indicatore finanziario noto come rapporto debito/patrimonio netto (D/E). Questo indicatore può assumere valori maggiori, minori o uguali a 1. Un valore superiore a 1 indica un livello di indebitamento più o meno alto, mentre un valore inferiore a 1 suggerisce un livello di indebitamento più basso. La grafica che segue illustra il rapporto debito/patrimonio netto (D/E) del settore delle utilities, che nel primo trimestre del 2023 è risultato pari a 1.69. Questo valore è stato calcolato sulla base dei dati finanziari più recenti, raccolti nell’arco degli ultimi 12 mesi. Fonte: csimarket.com Per determinare se un rapporto D/E di 1.69 è alto o basso, possiamo fare riferimento alla sezione evidenziata in giallo nella figura, dove è indicato un ranking di 13. Tenendo conto che il sito analizza non 11, ma 13 settori, ciò indica che il settore delle utilities è il più indebitato. In termini più specifici, per ogni dollaro di patrimonio netto, il settore delle utilities ha un debito di 1.69 dollari. Dopo aver ottenuto queste informazioni, diventa interessante esaminare le ultime due grafiche. Queste mostrano la correlazione settimanale tra TLT/IEI e tutti i settori azionari dell’S&P500. Correlazione tra TLT/IEI e settori azionari su timeframe settimanale Correlazione tra TLT/IEI e settori azionari su timeframe settimanale Da questa analisi, possiamo trarre la conclusione che il settore delle utilities, che nel primo trimestre del 2023 era il più indebitato, è oggi probabilmente il settore più correlato alle aspettative di politica monetaria proprio a causa del suo elevato livello di indebitamento. Concludiamo qui l’analisi. Nella prossima, utilizzeremo le informazioni raccolte in questa analisi per sviluppare degli indici di forza basati sul… sentiment economico. A presto! di MatteoFarci12
TLT: BUONI DEL TESORO AMERICANO A 20 ANNI: SHARK rilevato.BUONI DEL TESORO AMERICANO A 20 ANNI: SQUALO rilevato. Siamo in una potenziale zona di inversione di tendenza. EMA.200 e EMA.50 sono possibili obiettivi, così come il PRZ rosso sopra. Da guardare, così come i livelli ICHIMOKU/Bollinger/FibonacciLongdi Le-Loup-de-Zurich1
QQQ: sul lato superiore del canale correttivol'Indice Nasdaq100, qui rappresentato dal sul ETF, si trova proprio in questi minuti al test del lato superiore del canale correttivo. Solo un break al rialzo dello stesso, configurando una classica "flag", sarebbe segnale di prosecuzione rialzista verso il ritest dei massimi storici. Viceversa, rimarrebbe nel canale con un ribasso naturale fino al lato inferiore dello stesso. Tranne per short speculativi, in questi casi si rimane in attesa del segnale (break rialzista o di prosecuzione ribassista).di UnknownUnicorn258629121
long 3SAM da 0,1656 scw 0,115long 3SAM da 0,1656 scw 0,115, molto rischioso short amd con etf inverso in microsize, rischio per 800pezzi di 45-50 eur, ma dipendente da close, il sottostante sembra ricercare gli 80usd in decisa discesa, vedremo... shortindeflò! oltre l'analisi cacciaottobrerossografica!Longdi nisviumAggiornato 0
long AIGI da 13,64 scw 13,10long AIGI da 13,64 scw 13,10, rischio per 40pezzi dipendente dal close per circa 30eur, mistura long industriali con la speranza che qualcuno tenga su le quotazioni, setteimanale ben impostato, provaci uomo!Longdi nisviumAggiornato 0
MERCATI EMERGENTI: tre indicatori da seguire attentamente Quali sono le prospettive attuali per i mercati emergenti? Rappresentano un’opportunità per il medio termine? Buongiorno. L’analisi si concentrerà sui mercati emergenti, esaminati da una prospettiva macroeconomica e intermarket, utilizzando l’ETF iShares MSCI Emerging Markets e altri indicatori chiave, tra i quali: • PMI composito globale • Dollaro americano • Indice di sentiment economico SPHB/SPLV • Spread obbligazionario ad alto rendimento dei mercati emergenti Buona lettura. 1. ANALISI TECNICA “EEM” La figura successiva ha lo scopo di analizzare dal punto di vista tecnico il prezzo dell’ETF “EEM”, che mira a replicare i risultati di investimento di un indice composto da azioni di società dei mercati emergenti a grande e media capitalizzazione. Il prezzo, dopo aver toccato il minimo del mercato ribassista raggiunto a fine ottobre 2022, ha registrato un significativo impulso rialzista che si è concluso il 26 gennaio del 2023; da quella data in poi, tuttavia, esso ha mostrato segni di debolezza: • Le strutture di prezzo più significative includono una resistenza dinamica ribassista, testata due volte (fine gennaio e fine luglio), e il supporto situato a 37.5$/36.5$ La figura di analisi tecnica caratterizzata da una resistenza dinamica ribassista e un supporto statico è comunemente nota come “triangolo discendente” che effettivamente indica una debolezza del prezzo; quest’ultima si è accentuata a partire dall’ultimo massimo del 31 luglio, portando ad una performance negativa del -11.4% da quel giorno in avanti. A scopo informativo rilascio le successive due grafiche che mostrano i principali componenti dell’ETF, l’esposizione settoriale e quella geografica. 2. I FATTORI CHE INFLUENZANO I MERCATI EMERGENTI Prima di acquistare (o vendere) un asset finanziario è necessario sapere (e poi capire) quali sono le dinamiche che vanno ad influenzarlo. Per quanto riguarda i mercati emergenti, le due più importanti sono: • L’intensità economica • Il dollaro americano Le dinamiche sopra descritte sono confermate dalle due grafiche successive: • La correlazione diretta EEM – PMI composito globale • La correlazione inversa EEM – indice del dollaro americano Le due grafiche precedenti sottintendono che i mercati azionari dei Paesi emergenti realizzano buone performance al crescere dell’intensità economica e all’indebolirsi del dollaro americano. Perché? I motivi sono presto spiegati. Lato economia: • Durante i periodi di crescita economica si verificano sentiment positivi tra i consumatori, che si traducono in una maggior domanda per beni e servizi. L’aumento delle vendite da parte delle società si traduce in utili in crescita e, di conseguenza, in buone performance nei mercati azionari Lato dollaro americano: • Una caratteristica comune della maggior parte delle valute emergenti è la loro elevata volatilità rispetto alle valute delle principali potenze economiche mondiali. Le società, come gli Stati, ricorrono a diversi mezzi per ottenere fondi, tra i quali l’emissione di obbligazioni. Tuttavia, per i Paesi emergenti, non è sempre facile reperire denaro attraverso l’emissione di debito denominato nella loro valuta locale poiché potenziali obbligazionisti potrebbero essere riluttanti a sopportare un rischio di cambio elevato; quest’ultimo rischio afferma che: “Quanto più la valuta nella quale è denominato un bond si deprezza rispetto alla valuta detenuta dal creditore, tanto più il rischio di cambio è alto” È così che i Paesi emergenti, insieme alle loro società, emettono obbligazioni in valuta estera (o valuta forte) per assumersi il rischio di cambio, rendendo così il debito più attraente per i mercati. Tuttavia, sorge un problema nell’emissione in valuta estera quando quella valuta stessa (la valuta forte) inizia a rafforzarsi rispetto alla valuta emergente. In questo caso, per pagare gli interessi, sarà necessario utilizzare una maggiore quantità di denaro a causa della svalutazione. Questo significa che il debito diventa più oneroso da rimborsare in termini di valuta locale. È interessante notare un aspetto importante: come mostrato nella grafica successiva, il dollaro americano tende ad indebolirsi al crescere dell’intensità economica. 3. I GRAFICI CHE INFLUENZANO I MERCATI EMERGENTI Per creare i grafici da seguire per ottenere un vantaggio sui mercati emergenti è necessario rappresentare graficamente le informazioni contenute nel paragrafo precedente, sviluppando degli indicatori a cadenza giornaliera. Mentre l’indice del dollaro americano fornisce risultati giornalieri, il PMI composito globale viene comunicato mensilmente. Per risolvere questo problema, è necessario creare un indice “a cadenza giornaliera” che sia correlato positivamente al dato macroeconomico stesso. Tale indice è rappresentato da SPHB/SPLV, che misura la forza relativa tra l’ETF delle società dell’S&P500 ad alta volatilità (SPHB) e l’ETF delle società dello stesso benchmark a bassa volatilità (SPLV). Non tratterò dettagliatamente questo indice in questo contesto; per ulteriori informazioni, è possibile consultare una descrizione all’interno di altre analisi da me scritte; una di queste al link: Calcoliamo ora la correlazione tra SPHB/SPLV e PMI composito globale: Essa è fortemente positiva. In breve: • Durante una crescita economica, le società ad alta volatilità tendono a sovraperformare quelle a bassa volatilità, mentre durante un rallentamento economico si verifica il contrario Avendo costruito l’indice a cadenza giornaliera, passiamo allo step successivo: che prestazioni realizza l’ETF “EEM” quando si verificano ribassi del dollaro e rialzi dell’indice? Osserviamolo nella figura successiva: In quei particolari contesti, indicati all’interno della figura dai rettangoli di color verde, sono sempre positive. Per questo motivo, dollaro americano e SPHB/SPLV sono degli “indicatori” da conoscere se si vuole investire sui mercati emergenti. Questi ultimi, ad oggi, rappresentano un’opportunità? Per rispondere alla domanda in modo soggettivo (non è un consiglio finanziario), si osservi la figura successiva: L’indice relativo ai settori ad alta e bassa volatilità mostra un trend ribassista, mentre il dollaro americano sta registrando un trend rialzista. A causa delle forti correlazioni osservate, la mia visione attuale sull’ETF “EEM” è short. Cambierò idea solo nel caso in cui le condizioni economiche subiscano un cambiamento significativo. 4. LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO DEI MERCATI EMERGENTI Ci tengo a fornirvi un ulteriore strumento di studio: lo spread obbligazionario ad alto rendimento dei mercati emergenti. Esso è il risultato di una sottrazione (spread) tra i rendimenti di obbligazioni societarie dei mercati emergenti ad alto grado di rischio (high yield, o junk bonds) e i rendimenti dei titoli di stato americani (considerati privi di rischio). SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO DEI MERCATI EMERGENTI = RENDIMENTI DEI BOND SOCIETARI HIGH YIELD EMERGENTI – RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO USA Nella sua costruzione è simile allo spread obbligazionario ad alto rendimento statunitense, descritto in maniera approfondita nell’analisi al link: Gli spread obbligazionari sono utilizzati per misurare il rischio di credito delle società appartenenti ad una determinata classe di rating: • Il rischio aumenta all’espandersi dello spread • Il rischio diminuisce nel caso opposto La figura successiva mostra come il rischio sia legato all’intensità economica. La chiave di lettura della figura è la seguente: • Durante i periodi di crescita economica le società tendono a registrare maggiori vendite, il che si traduce in utili in crescita. La presenza di maggior liquidità disponibile riduce il rischio di default, in quanto le società hanno la capacità di pagare gli interessi sul debito senza troppi problemi • In un periodo di rallentamento economico accade l’opposto: una minore liquidità disponibile può causare difficoltà nel ripagare i debiti, aumentando di fatto la probabilità di insolvenza Contestualizzando lo spread con i due indicatori, possiamo ottenere ulteriori informazioni: • Il rischio di default non è unicamente correlato all’intensità economica, ma anche alle prestazioni del dollaro americano. La figura seguente dimostra che un indebolimento del dollaro può effettivamente ridurre il rischio di default delle società emergenti (queste ultime avranno un onere sul debito inferiore perché sarà meno costoso ripagare gli interessi in termini di valuta locale) Per i motivi discussi, lo spread high yield rappresenta il terzo indicatore da seguire se si vuole investire con successo nei mercati emergenti. Risponderò alle vostre domande (qualora ci fossero dei dubbi) nella sezione commenti. Un saluto, a presto. di MatteoFarci11
Idea portafoglio SWDA post -crolloNel grafico sono evidenziate le zone di prezzo rudimentali in cui operare in caso di presenza di SWDA in portafoglio. Nella zona rosso scuro, all'interno o intorno ai fasci di medie del grafico weekly l'area dei prezzi in cui liberarsi della posizione ipotizzando che quella vista sia già la gamba A intera del ribasso, doji settimanale finale, quindi sempre teorica ripartenza di onda B (gli elliottiani portino pazienza...:-)) che dovrebbe assestarsi intorno o all'interno dell'intervallo di prezzo rosso scuro. Le linee tratteggiate azzurro sarebbero i ritracci fibo dello strumento dalla sua nascita, potenziale zona di arrivo dello scarico finale di onda C. Vista la durata del crollo del 2000 che riguardava chiacchere su gente che fa cose online e la vita non era in gioco, essendo cominciato tutto in marzo 2020, prevedo atterraggio non prima di fine '21 o addirittura nel '22, la conta la faranno gli stop su etf inversi di copertura portafoglio e la ripartenza alla Darvas del titolo (quindi superamento dell'ultimo max utile negli ultimi 8 mesi almeno e cross sma 200 gg, circa). Ovviamente il futuro non lo conosce nessuno, il titolo è presente nel portafoglio, ma il suo size permette anche l'azzeramento (chi ha in carico Tiscali da 0,017 sa di cosa parlo, la sensazione è più o meno quella anche se qui il prodotto è migliore) e non sono presenti stop. Il sottostante dal punto di vista azionario è buono e sarà molto reattivo alla ripartenza, ma tendo a escludere si possa verificare almeno prima di 24-36 mesi e spero di sbagliarmi. Più Shong o Lort di così non riesco a essere, spero sia tutto corrispondente al grafico e chiedo perdono sempre ai puristi elliottiani...:-) Fate vobis, la liquidità sembra tornare principessa se non proprio regina...e i saldi continuano nella prossima stagione se hanno già chiuso quelli invernali!di nisviumAggiornato 11
long 3SUL da 20,30 scw 18,26long 3SUL da 20,30 scw 18,26, rischio per 16pezzi circa 35eur, ci proviamo anche se il caffè non lo zuccheriamo. Oltre l'analisi diabetografica!Longdi nisviumAggiornato 224
Analisi Settoriale mese di settembre C'è poco da dire o analizzare per il mese di settembre, l'analisi settoriale ci mostra tutti i settori con una marcata tendenza al ribasso. Sappiamo che settembre è sempre un mese un po difficile e probabilmente anche quest'anno, con i mercati che probabilmente hanno sottovalutato la FED, non potevamo che vedere uno storno importante. Staremo a vedere cosa accadrà nell'ultimo trimestre, se magari i mercati tentaranno una ripresa.di DomenicoIvanPontillo3