Lo spread nel tradingNel mondo del trading, soprattutto per i trader alle prime armi, uno degli aspetti più trascurati è lo spread. Comprendere cosa sia lo spread e come questo possa influenzare la redditività di una singola operazione è fondamentale per migliorare la gestione del rischio e aumentare la probabilità di successo sui mercati finanziari.
Cos’è lo spread.
Lo spread rappresenta la differenza tra il prezzo di acquisto (ask) e il prezzo di vendita (bid) di un determinato asset. In ogni mercato finanziario, infatti, esistono due prezzi distinti. Il prezzo ask, che è il prezzo più basso cui un venditore è disposto a cedere un asset, e il prezzo bid, il prezzo più alto a cui un compratore è disposto a comprare. Di norma, ask e bid non coincidono mai. Tale differenza si chiama spread.
Ad esempio, se il prezzo bid dell’EUR/USD è 1.0249 e quello ask è 1.0247, lo spread sarà pari a 2 pips, ossia 0,0002 punti. Se un trader apre una posizione long, comprando al prezzo ask, dovrà superare lo spread per iniziare a guadagnare; allo stesso modo, aprendo una posizione short al prezzo bid, parte già con uno svantaggio pari allo spread.
Perché lo spread varia
La dimensione dello spread è fortemente influenzata dalla liquidità del mercato in cui si opera. La liquidità è la capacità del mercato di assorbire grandi volumi di scambio senza che ciò influenzi notevolmente i prezzi. Nei mercati ad alta liquidità, come le coppie maggiori del Forex (ad es. EUR/USD o USD/JPY), vi sono tanti partecipanti e volumi elevati, il che tende a ridurre gli spread. Al contrario, nei mercati meno liquidi, in particolari orari o su asset meno scambiati, trovare una controparte per la transazione risulta più difficile. Di conseguenza, lo spread si allarga, facendo aumentare il costo implicito dell’operazione. Lo spread si allarga solitamente:
- Durante le ore notturne e fuori sessione.
Nei momenti di bassa attività di mercato, specialmente nei fusi orari fuori dalle principali sessioni di trading (come Londra, New York, Tokyo), la liquidità diminuisce e lo spread può ampliarsi significativamente.
- In concomitanza di eventi ad alto impatto.
Quando escono notizie economiche rilevanti, come i Non Farm Payroll (NFP) negli Stati Uniti, il mercato può diventare estremamente volatile. In queste situazioni, i broker spesso allargano lo spread per proteggersi dal rischio di movimenti bruschi e repentini, aumentando così il costo per i trader.
- In mercati meno liquidi o su asset meno scambiati.
Ad esempio alcune materie prime, criptovalute poco conosciute o cross valutari esotici mostrano normalmente spread più ampi.
L’impatto dello spread sulle operazioni e sulla strategia di trading.
Per un trader, la presenza di uno spread implica che il prezzo deve muoversi nella direzione desiderata oltre il valore dello stesso affinché un’operazione diventi profittevole. Ignorare questo costo può portare a sottovalutare i livelli di stop loss e take profit, alterando il rapporto rischio/rendimento. Lo spread è in particolar modo determinante per chi fa scalping o day trading, dove il margine di guadagno è spesso molto ridotto e le operazioni numerose. In tali strategie, spread più ampi possono trasformare potenziali profittevoli operazioni in perdite nette.
Conclusioni
Lo spread è un costo implicito nel trading che, se sottovalutato o ignorato, può compromettere la redditività delle operazioni, soprattutto per strategie ad alta frequenza o con margini stretti. La sua variabilità dipende principalmente dalla liquidità del mercato e dalle condizioni specifiche, come orari e eventi di rilievo.
Oltre l'analisi tecnica
Wall Street corregge, Asia e valute sotto pressioneWALL STREET, INIZIA LA CORREZIONE?
Si discute molto sull’eventualità che Wall Street sia in ipervalutazione. Onestamente, tutto può essere, ma in ogni caso la performance degli indici continua a rimanere positiva, anche se assistiamo a qualche correzione — peraltro dovuta.
Il Dow Jones ieri ha chiuso in calo dello 0,74% a 44.131 punti, mentre l’S&P 500 è sceso dello 0,37% a 6.339 punti, dopo aver fissato un nuovo massimo storico a 6.427 punti. Segno meno anche per il Nasdaq (-0,03% a 21.122 punti), che aveva toccato un nuovo massimo a 21.457 punti.
Meta è balzata dell'11% grazie ai solidi risultati trimestrali e alle prospettive positive per le vendite del terzo trimestre. Microsoft è salita di oltre l'8% dopo aver superato le aspettative sugli utili e aver annunciato che il fatturato annuo della sua divisione cloud Azure ha superato i 75 miliardi di dollari.
Anche AbbVie è cresciuta del 4,5% dopo aver superato le stime sugli utili, mentre CVS è balzata del 7% dopo aver rivisto al rialzo le sue previsioni. Al contrario, Qualcomm ha perso il 4% dopo i risultati, sfidando il forte slancio del settore dei chip.
Nel frattempo, la spesa personale e i consumi sono aumentati leggermente a giugno, mentre le richieste di sussidio di disoccupazione hanno continuato a mostrare un mercato del lavoro solido. Tuttavia, i prezzi PCE elevati hanno spinto i mercati a ridimensionare le scommesse su un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.
ASIA IN RIBASSO
I mercati azionari asiatici sono scesi bruscamente stanotte, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato un dazio globale di base del 10% e ha annunciato dazi reciproci elevati fino al 40% verso quei Paesi che non hanno trovato alcun accordo con gli USA.
In particolare, l'India si trova ad affrontare un'imposta del 25%, mentre il Canada è stato colpito da un dazio del 35%. Ciò ha alimentato le preoccupazioni degli investitori per l'escalation delle tensioni commerciali e per le interruzioni della catena di approvvigionamento, che potrebbero danneggiare la crescita economica globale.
VALUTE
Dollaro sempre sugli scudi, con movimenti che hanno spinto le valute concorrenti al ribasso. L’EUR/USD è sceso fino a quota 1,1405, mentre l’USD/JPY è salito sopra 150,50.
Il dollaro si è rafforzato anche contro la sterlina e le valute oceaniche, con la possibilità di proseguire nella sua fase di rapida risalita. Al momento, non sembrano esserci le condizioni per un ritorno del bear trend della valuta USA, specie dopo le vittorie incassate da Trump sul fronte commerciale.
PCE IN AUMENTO
L'indice dei prezzi PCE statunitense è aumentato dello 0,3% su base mensile a giugno 2025, il maggiore incremento in quattro mesi, dopo un aumento dello 0,2% (rivisto al rialzo) a maggio, in linea con le aspettative.
I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,4%, superando lo 0,1% di maggio, mentre i prezzi dei servizi sono cresciuti dello 0,2%, in linea con il mese precedente.
L'indice PCE core, che esclude alimentari ed energia, è salito dello 0,3%, segnando il maggiore incremento mensile in quattro mesi. Su base annua, l'inflazione PCE ha accelerato per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 2,6% a giugno, rispetto al 2,4% (rivisto al rialzo) di maggio, superando le aspettative del 2,5%.
L'inflazione PCE core è rimasta stabile al 2,8%, ma il dato di maggio è stato rivisto al rialzo dal 2,7%. L'indice PCE è la misura dell'inflazione preferita dalla Federal Reserve.
INFLAZIONE STABILE IN GERMANIA
Il tasso di inflazione annuo in Germania si è mantenuto stabile al 2% a luglio 2025, invariato rispetto a giugno e leggermente al di sopra delle aspettative del mercato, che prevedevano un rallentamento all'1,9%, secondo le stime preliminari.
I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati più bruscamente, mentre i costi energetici sono diminuiti leggermente meno, compensando il rallentamento dell'inflazione dei servizi, scesa al minimo triennale del 3,1% dal 3,3%.
Rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato dello 0,3%, superando le previsioni dello 0,2%.
JOBLESS CLAIMS
Le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 1.000 unità rispetto alla settimana precedente, raggiungendo quota 218.000 nella quarta settimana di luglio. Il dato è ben al di sotto delle aspettative di mercato (224.000) e rimane vicino al minimo trimestrale del mese precedente.
Nel frattempo, le richieste continuative sono rimaste invariate rispetto al conteggio rivisto al ribasso della settimana precedente, attestandosi a 1.946.000, in leggero calo rispetto ai massimi del 2021 (oltre 1.960.000) registrati il mese scorso.
I dati riflettono ulteriori prove di un contesto occupazionale relativamente solido negli Stati Uniti, mentre il rallentamento delle assunzioni si è mantenuto costante nell'ultimo mese.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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[PER FARE TRADING SERVE LA PARTITA IVA?]Quando NON serve la Partita IVA per fare trading Forex ❌
Se fai trading:
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Pagherai le tasse sui redditi diversi di natura finanziaria (quadro RT della
dichiarazione dei redditi). L’aliquota è del 26% sulle plusvalenze.
Quando serve la Partita IVA per il trading Forex ✅
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• Fare la dichiarazione dei redditi annuale con i quadri giusti (RT e RW se ci sono capitali all’estero).
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Ieri mercati USA giù, ma oggi PCE e utili in arrivo.Ieri le azioni hanno chiuso per lo più in ribasso, in attesa dei dati sull’inflazione PCE e di altri risultati aziendali attesi per la giornata odierna.
Le azioni erano salite per gran parte della seduta, mantenendosi in rialzo anche dopo che la Federal Reserve aveva annunciato il mantenimento dei tassi di interesse invariati. Tuttavia, hanno invertito la rotta durante la conferenza stampa del presidente Jerome Powell, nel corso della quale è stato dichiarato che non è stata ancora presa alcuna decisione in merito a un eventuale taglio dei tassi nel mese di settembre, in occasione della prossima riunione.
Le vendite seguite a tali dichiarazioni risultano peculiari, considerando che la Fed non si impegna mai in anticipo a dichiarare con certezza le proprie decisioni. Nulla di quanto detto avrebbe quindi dovuto sorprendere gli operatori. Forse una delusione, ma non certo una sorpresa. È probabilmente per questo motivo che il mercato è rimbalzato dai minimi toccati durante la giornata, recuperando gran parte — se non la totalità — delle perdite entro la chiusura.
Con ogni probabilità, si è trattato di una reazione prudente e ragionevole, specialmente alla luce dei risultati positivi di Microsoft e Meta.
Microsoft ha pubblicato i propri risultati dopo la chiusura dei mercati, registrando una sorpresa positiva dell’8,96% sull’utile per azione (EPS) e del 3,70% sulle vendite. Ciò ha determinato una crescita trimestrale dell’EPS del 23,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un incremento delle vendite pari al 18,1%. Il titolo ha registrato un modesto aumento dello 0,13% durante la sessione ordinaria, ma è salito di oltre il 7% nelle contrattazioni after-hours.
Anche Meta ha comunicato i risultati dopo la chiusura, con una sorpresa positiva del 22,5% sull’EPS e del 5,96% sulle vendite. L’azienda ha riportato una crescita trimestrale dell’EPS del 38,4% e un aumento delle vendite del 21,6%. Il titolo ha chiuso in ribasso dello 0,68% prima degli utili, per poi registrare un rialzo di oltre il 9% nel dopoborsa.
Nel corso della giornata odierna sono attesi ulteriori risultati aziendali, tra cui quelli di due importanti membri del gruppo “Magnifici 7”: Apple e Amazon.
Inoltre, la stima preliminare del PIL statunitense per il secondo trimestre, pubblicata ieri, ha superato le attese, attestandosi al 3,0% rispetto al consenso del 2,5%. Questo dato dovrebbe contribuire a dissipare le infondate preoccupazioni di recessione, sorte dopo i risultati distorti del primo trimestre, che avevano evidenziato un calo dello 0,5%. Quel dato negativo era stato influenzato in modo significativo da un'ondata di importazioni, finalizzata ad anticipare l’introduzione di nuovi dazi. (Un incremento delle importazioni rispetto alle esportazioni incide negativamente sul PIL.)
Per completezza, va detto che anche il secondo trimestre ha risentito di un effetto analogo, ma in senso opposto: la riduzione delle importazioni, dovuta all'utilizzo delle scorte, ha avuto un effetto positivo sul PIL, grazie all’inversione del rapporto tra esportazioni e importazioni. I dati finali mostrano, comunque, un aumento della spesa al consumo dell’1,4% e una crescita dell’1,2% delle vendite finali agli acquirenti privati nazionali (indicatore che esclude commercio estero e spesa pubblica, e viene considerato un barometro affidabile dello stato di salute di imprese e consumatori).
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato: «Penso che assisteremo a un’accelerazione nel terzo e quarto trimestre, e credo che potremo tornare ai livelli degli anni ’90, quando abbiamo avuto una crescita molto forte e non inflazionistica per un intero decennio...». Ha poi aggiunto: «Non avete ancora visto nulla».
Nel corso della giornata sono emerse anche nuove indicazioni sui dazi che entreranno in vigore dal 1° agosto. L’India rischia un aumento dei dazi del 25% in assenza di un accordo, anche se le trattative sono ancora in corso. Il Brasile vedrà un incremento dei dazi fino al 90%, rispetto al precedente 50%, mentre la Corea del Sud potrebbe subire un rialzo del 25%.
Nel frattempo, oggi verranno pubblicati i dati relativi all’inflazione, in particolare l’indice PCE (Personal Consumption Expenditures), considerato il principale indicatore dell’inflazione per la Federal Reserve.
Domani, infine, sarà diffuso il consueto e attesissimo rapporto mensile sull’occupazione.
I solidi risultati finanziari di Microsoft e Meta dovrebbero contribuire a sostenere il mercato azionario nella giornata odierna. E se anche Apple e Amazon dovessero riportare dati positivi nel pomeriggio, è probabile che le azioni continuino a salire.
Marco Bernasconi Trading
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ES-Spunti dopo i tassi FED.
Un trend fortemente positivo su ES, i prezzi segnano nuovi massimi storici trovando un supporto in area 6410,00 dalla media mobile blu a 100 periodi, come si può vedere dal grafico.
Attenzione al KST che sembra dare segnali meno favorevoli dando forza allo skew ribassista analizzato dai cerchi arancioni. I prezzi sono momentaneamente oltre le bande verdi segnando un ipercomprato; analizzando i vari volume profile da notare diversi POC tutti concentrati tra 6410/6425.
Inoltre analizzando la liquidation heatmap si possono notare due aree di liquidazione rispettivamente a 6575,00 e 6250,00.
Supporti di breve termine a 6410,00 e 6250,00.
Multiplo di breve termine a 6575,00.
Analisi conferenza stampa di POWELL del 30 Luglio 2025Il discorso di Jerome Powell del 30 luglio 2025 rappresenta un passaggio cruciale per comprendere lo stato attuale e le prospettive della politica monetaria degli Stati Uniti.
Le parole chiave di Powell.
Powell ha ribadito che l’attuale politica monetaria “ci lascia in una posizione ben bilanciata”. In altre parole, la Federal Reserve non è intenzionata a muovere i tassi in tempi brevi. La FED preferisce attendere nuovi dati, valutare il quadro economico ed essere pronti a reagire solo in caso di necessità. Il tasso sui fed funds resta invariato tra il 4,25% e il 4,5%. L’obiettivo è mantenere la massima occupazione e riportare l’inflazione al target del 2% nel lungo periodo.
Crescita più lenta e consumi deboli.
Il centro dell’analisi risiede nel rallentamento della crescita. Il PIL nella prima metà dell’anno è cresciuto del 1,2%, contro il 2,5% del 2024. Questo calo riflette soprattutto una frenata della spesa dei consumatori, che rimane il principale motore dell’economia statunitense.
Settori in sofferenza e rischio inflazione.
Il settore immobiliare continua a essere debole. Al tempo stesso, l’inflazione resta “piuttosto elevata”, con l’indice PCE totale al 2,5% e quello “core” al 2,7% su base annua. Nonostante questo, la componente dei servizi sta lentamente rallentando mentre i dazi imposti dal governo stanno spingendo al rialzo i prezzi di alcune categorie di beni. Powell ha sottolineato come l’impatto dei dazi potrebbe essere temporaneo o trasformarsi in pressione inflazionistica persistente. In questo scenario, la Fed preferisce essere prudente.
Fed spaccata, mercato incerto.
Per la prima volta da oltre trent’anni, due membri (Bowman e Waller) hanno votato contro la decisione di mantenere i tassi fermi, chiedendo invece un taglio. Questo segnala una crescente spaccatura interna nella Fed, sintomo dell’elevata incertezza che domina la politica monetaria.
Nuovi dazi e tensioni geopolitiche
Nel giorno della decisione, nuovi dazi sono stati annunciati dal Presidente Trump, ovvero 40% sul Brasile e 50% sull’import di prodotti in rame. Queste mosse accentuano la pressione sui costi di produzione e lasciano prevedere che la trasmissione dei rincari ai consumatori possa continuare nei prossimi mesi, mantenendo alta l’inflazione e rinviando ogni eventuale taglio dei tassi.
In conclusione, Powell mantiene una posizione attendista e la Fed non appare pronta a tagliare i tassi a breve. Per i mercati e per i trader ciò implica maggiore selettività, attenzione alla volatilità e all’esposizione ai diversi rischi macro e geopolitici. È un periodo in cui la prudenza, la gestione del rischio e la capacità di adattarsi rapidamente al mutare delle condizioni saranno fattori chiave di successo sui mercat
Mercati globali: Fed, Euro e PIL USA sotto i riflettoriFED, nulla di fatto
La Fed ha mantenuto i tassi stabili al 4,25%-4,50% per la quinta riunione consecutiva, come previsto. Tuttavia, due membri del Consiglio si sono dichiarati contrari, auspicando un taglio del costo del denaro. Si tratterebbe del primo doppio dissenso addirittura dal 1993.
I responsabili di politica monetaria hanno osservato che, sebbene le fluttuazioni delle esportazioni nette continuino a influenzare i dati, gli indicatori recenti segnalano una moderazione dell'attività economica nel primo semestre. Questo contrasta con le precedenti valutazioni, secondo cui la crescita stava procedendo "a un ritmo solido".
La Fed ha inoltre affermato che il tasso di disoccupazione rimane basso, mentre l'inflazione resta elevata e persiste l'incertezza sulle prospettive economiche. È stato ribadito che eventuali aggiustamenti futuri dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dall’evoluzione delle prospettive e dall’equilibrio dei rischi.
La banca centrale mantiene quindi un approccio attendista, in un contesto di crescenti preoccupazioni per l’impatto della guerra commerciale in corso, che potrebbe compromettere i progressi verso l’obiettivo di inflazione al 2%.
Euro, che crollo!
Discesa impulsiva dell’euro, che nelle ultime tre sedute ha perso 350 pips. Il calo è legato alle preoccupazioni sull’accordo commerciale USA-UE, che rappresenta un serio rischio per la ripresa del Vecchio Continente.
Le posizioni sul mercato dei futures a Chicago (CME) indicano una significativa esposizione long sull’euro. Questo suggerisce che, in caso di sell-off da parte degli investitori istituzionali, la discesa della moneta unica potrebbe accelerare ulteriormente, con il rischio di un’inversione del trend di medio termine.
Anche gli altri dollari si sono rafforzati, in particolare contro sterlina e yen, in un cambiamento della price action che appare significativo. Le prossime ore saranno decisive, soprattutto se il momentum dovesse intensificarsi.
BoC rimane ferma sui tassi
La Banca del Canada ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al 2,75% nella decisione di luglio 2025, come previsto dai mercati. Si tratta del terzo mantenimento consecutivo, dopo 2,25 punti percentuali di tagli in sette riunioni.
Il Consiglio direttivo ha sottolineato che l’imprevedibilità dei dazi ha impedito di fornire indicazioni chiare sull’economia, mantenendo alta la volatilità del commercio globale. Tuttavia, l’economia canadese ha mostrato resilienza, con un mercato del lavoro stabile e previsioni di crescita ottimistiche per il secondo semestre.
Il PIL del secondo trimestre è però destinato a contrarsi, a causa della riduzione degli ordini agli esportatori dopo l’anticipo delle consegne nel primo trimestre. Sul fronte dei prezzi, la BoC prevede che l’inflazione CPI rimarrà vicina all’obiettivo del 2% nel medio termine.
PIL USA in crescita
L’economia statunitense è cresciuta del 3% annualizzato nel secondo trimestre del 2025, recuperando dalla contrazione dello 0,5% del primo trimestre e superando le attese di un +2,4%, secondo le stime preliminari.
L’espansione è stata trainata principalmente da un calo del 30,3% delle importazioni, dopo l’impennata del 37,9% nel trimestre precedente, quando imprese e consumatori avevano anticipato gli acquisti in vista dei dazi. Anche la spesa dei consumatori è aumentata, soprattutto per i beni, pur segnando la crescita più contenuta in trimestri consecutivi dalla pandemia.
La spesa pubblica è rimbalzata, mentre gli investimenti fissi hanno rallentato. Le esportazioni sono diminuite dell’1,8%, il calo maggiore dal secondo trimestre del 2023. Le scorte private hanno sottratto 3,17 punti percentuali alla crescita.
ADP in ripresa
Le imprese private statunitensi hanno aggiunto 104.000 posti di lavoro a luglio 2025, il dato più alto da marzo e ben oltre le attese di +75.000. Il dato segue una revisione al ribasso di giugno, con una perdita di 23.000 posti.
Il settore dei servizi ha contribuito con 74.000 nuovi impieghi, trainato da tempo libero e ospitalità, attività finanziarie, commercio, trasporti e servizi pubblici. Il settore della produzione di beni ha aggiunto 31.000 posti, grazie alla crescita nell’edilizia e nella manifattura.
L’indagine mostra anche una crescita salariale annua solida: +4,4% per chi ha mantenuto il lavoro e +7,0% per chi lo ha cambiato, invariata per il quarto mese consecutivo.
Saverio Berlinzani
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Wall Street molto cara: spazio per Europa e Cina?1) La valutazione dell’indice S&P 500 ha raggiunto il suo massimo di fine 2021
Nel secondo trimestre del 2025, la valutazione del mercato americano, rappresentata dall’S&P 500, è tornata ai livelli record di fine 2021. L’indice S&P 500 continua a segnare nuovi massimi storici da inizio luglio. Al contrario, i mercati europei e cinesi appaiono sottovalutati. In Europa, indici come lo Stoxx 600 e l’Eurostoxx 50 restano sotto i loro massimi storici. Esiste un potenziale di recupero, anche perché le valutazioni sono ancora ragionevoli.
Dal punto di vista tecnico, questi mercati presentano configurazioni interessanti. In Cina, il potenziale è ancora più evidente. I mercati cinesi sono molto indietro sia dal punto di vista tecnico che fondamentale. Si tratterebbe semplicemente di tornare ai precedenti massimi.
Nonostante i risultati delle imprese americane siano solidi, la valutazione attuale dell’S&P 500 ne limita il potenziale di crescita nel breve termine. Al contrario, Europa e soprattutto Cina offrono oggi un rapporto rendimento/rischio più interessante, sia in termini di valutazione borsistica che di analisi tecnica. Pur restando rialzista il trend di fondo dell’S&P 500, può quindi essere utile ribilanciare leggermente a favore delle azioni europee e cinesi.
Il primo grafico mostra le candele giapponesi mensili dell’indice principale della Borsa di Shenzhen.
Il secondo grafico mostra le candele giapponesi mensili del contratto future sull’EuroStoxx 50, che non ha ancora superato il proprio record storico, a differenza dell’S&P 500.
2) Il PE di Shiller (o CAPE Ratio) è la migliore opzione per confrontare le valutazioni dei mercati azionari USA, europei e cinesi
Il CAPE ratio (Cyclically Adjusted Price-to-Earnings ratio), detto anche PE di Shiller, è un indicatore finanziario che misura la valutazione del mercato azionario. Confronta il prezzo attuale di un indice, come l’S&P 500, con la media degli utili reali degli ultimi dieci anni, corretti per l’inflazione. A differenza del classico P/E, basato sugli utili di un singolo anno, il CAPE ratio attenua le fluttuazioni cicliche per fornire una visione più stabile e di lungo periodo della valutazione. Mentre il PE di Shiller dell’S&P 500 ha raggiunto il record del 2021, quello dei mercati azionari europei e soprattutto cinesi resta nettamente più basso. C’è quindi un ampio potenziale di recupero per le azioni cinesi ed europee rispetto a quelle americane secondo questo criterio di valutazione fondamentale.
Il grafico sottostante, realizzato da Barclays Research, rappresenta il confronto tra le valutazioni di Cina, USA ed Europa secondo il CAPE ratio.
L’indicatore di Warren Buffett propone invece un confronto basato sul rapporto tra capitalizzazione di borsa e PIL. Anche in questo caso, il messaggio è chiaro: il mercato azionario cinese è molto meno caro rispetto a quello statunitense. La tabella seguente è tratta dal sito Gurufocus.
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Marco Bernasconi Trading
30 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
BTC MASTERPLAN
l'idea che vedete si basa su un T+1i chiuso sul top del 28 LUG
ergo siamo a caccia della chiusura dell'ultimo ciclo T di indice , quello partito il 25 LUG (in giallo) che potrà chiudere rapidamente CORTO col T-2 C in corso, o come sapete, con una struttura superiore BASE o LUNGA
ENG
BTC MASTERPLAN
The scenario you see is based on a T+1i that closed on the July 28 top.
Therefore, we are now hunting for the closure of the last T cycle on the index side — the one that started on July 25 (in yellow).
This could close quickly with a SHORT structure through the ongoing T-2 C, or, as you know, evolve into a BASE or LONG structure
Pausa mercati in attesa delle decisioni della Fed e dei BigTechI mercati si fermano in attesa delle decisioni della Fed e dei risultati .
Il resto della settimana si preannuncia ricco di eventi in grado di influenzare l’andamento del mercato in entrambe le direzioni. Di conseguenza, i principali indici hanno interrotto il rally di ieri, in preparazione all’imminente ondata di contrattazioni.
L’S&P è sceso dello 0,30% ieri, attestandosi a 6.370,86 punti, chiudendo così una straordinaria serie di sei sedute consecutive con nuovi record. Il NASDAQ ha posto fine a quattro giorni consecutivi di massimi, registrando una flessione dello 0,38% (circa 80 punti), chiudendo a 21.098,29: è solo il secondo giorno in calo nelle ultime dodici sessioni. Il Dow Jones ha perso lo 0,46% (circa 204 punti), chiudendo a 44.632,99.
È stato pubblicato ieri il primo dei dati settimanali sul mercato del lavoro: le offerte di impiego sono diminuite a 7,44 milioni a fine giugno, contro i 7,71 milioni di maggio. Il tasso di dimissioni è leggermente calato al 2%, segnale di una minore fiducia dei lavoratori nella possibilità di trovare nuove opportunità. Tuttavia, la fiducia dei consumatori è aumentata, passando da 95,2 a 97,2 nel mese di luglio.
I report sugli utili pubblicati ieri non hanno avuto un impatto significativo sui mercati. Boeing (BA, -4,4%), UnitedHealth (UNH, -7,5%), Procter & Gamble (PG, -0,3%), UPS (UPS, -10,6%) e Spotify (SPOT, -11,6%) hanno tutti chiuso in ribasso, a prescindere dal fatto che abbiano superato o meno le aspettative trimestrali. Gli investitori sembrano avere lo sguardo altrove.
Nonostante segnali di cautela a breve termine, saranno probabilmente gli utili a determinare la direzione del mercato nelle prossime sedute, mentre gli operatori si preparano alla fase più intensa della stagione dei risultati. Si attendono importanti report da parte di colossi tecnologici come Meta Platforms (META), Microsoft (MSFT), Apple (AAPL), Arm Holdings (ARM) e Amazon (AMZN). Gli investitori presteranno particolare attenzione a questi titoli, osservando se la crescita dell’intelligenza artificiale e gli investimenti in conto capitale (CAPEX) continueranno a trainare il mercato.
Lo sguardo sarà puntato anche sui commenti del presidente della Fed, Jerome Powell, attesi per domani pomeriggio, al termine della riunione del comitato. Salvo sorprese, i tassi d’interesse dovrebbero rimanere invariati. Tuttavia, l’appuntamento di settembre si profila come decisivo: la maggioranza degli operatori si aspetta un taglio. Il presidente Powell rafforzerà queste speranze o le raffredderà?
Tra i dati economici in uscita domani figura anche il rapporto ADP sull’occupazione, spesso trascurato perché poco predittivo rispetto ai dati ufficiali sulle buste paga non agricole, attesi pochi giorni dopo. L’ultima volta, il dato ADP ha deluso (in calo di 33.000 unità a giugno, contro un atteso aumento di 100.000), mentre il report successivo ha evidenziato una creazione di 147.000 posti di lavoro, superando le aspettative. Gli investitori lo considereranno, ma la vera attenzione sarà rivolta ai commenti del presidente Powell.
Domani usciranno anche i dati del FOMC e altri risultati aziendali rilevanti. Questi elementi saranno determinanti per l’andamento di fine settimana e di fine mese. Personalmente, non mi aspetto sorprese dalla Fed: ritengo che i tassi resteranno fermi e che si userà un linguaggio volto a preparare il mercato a un possibile taglio a settembre. È questa l’aspettativa generale, e un atteggiamento più aggressivo potrebbe destabilizzare i mercati.
Quanto agli utili, mi aspetto risultati positivi. Resta da capire se gli investitori approfitteranno dei guadagni per realizzare profitti, o se cercheranno di spingere ancora più in alto.
#AN022: Tensioni geopolitiche e pressione Forex
Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime tensione geopolitiche di questa settimana.
1. Il rublo russo in crisi, cedimento su USD e CNY
Il rublo ha registrato un calo del 1,5% contro il dollaro e 0,8% rispetto allo yuan, dopo un ultimatum degli Stati Uniti a Mosca per una tregua immediata in Ucraina.
Impatto FX: il rublo resta vulnerabile, favorendo la domanda per valute rifugio come USD, EUR e CHF. I cross con RUB mostrano potenziali inversioni short tecniche.
2. Petrolio in rialzo: prime conseguenze sul costo dell’energia
I prezzi del Brent sono saliti del 3.5% fino a 72.5 $ al barile, dopo l’annuncio di possibili sanzioni USA sugli acquirenti di petrolio russo.
Impatto FX: valute legate al petrolio come CAD e NOK beneficiano; USD rischia debolezza se i Paesi importatori subiscono pressioni inflazionistiche.
3. Euro in calo mensile per la prima volta, rafforzo del dollaro
L’euro è in rosso su base mensile per la prima volta nel 2025, mentre il dollaro beneficia delle attese prudenti sui tassi Fed e dell’accordo commerciale EU‑USA percepito come sbilanciato verso Washington.
Impatto Forex: EUR/USD è in pressione strutturale. Correlati euro-commodity (EUR/CAD, EUR/AUD) mostrano segnali di debolezza.
4. FMI avverte su tariffe USA e rialzo dell’inflazione globale
Nel suo ultimo rapporto, l’FMI ha sottolineato che le tariffe statunitensi stanno rallentando la crescita mondiale e alimentando pressioni inflazionistiche persistenti.
Impatto FX: La maggiore incertezza favorisce USD e CHF. Le economie emergenti e commodity‑linked (MXN, ZAR, BRL) potrebbero indebolirsi ulteriormente.
5. India si rafforza: export in crescita e riserve solide
L’India ha registrato un +7.2% nell’export di merci e mantiene riserve valutarie stabili, a dimostrazione di tenuta macro e resilienza del rupia.
Impatto Forex: Il INR potrebbe rinforzarsi o consolidare su livelli robusti, mentre coppie USD/INR segnano potenziale supporto.
6. Progetti digitali globali e frammentazione dei sistemi di pagamento
L’adozione di sistemi alternativi a SWIFT come mBridge o Project Agorá riflette una spinta verso l’indipendenza finanziaria globale.
Impatto Forex: Euro e dollaro restano dominanti, ma RMB guadagna terreno nei paesi dell’Asia‑Pacific. Cross RMB (USD/CNH, EUR/CNH) richiedono attenzione, specialmente in ottica di lungo termine.
Fed, mercati globali e valute sotto osservazioneIL GIORNO DELLA FED
E così siamo arrivati al fatidico giorno in cui la Fed dovrà decidere sui tassi. Le probabilità di un taglio sembrano quasi nulle, soprattutto alla luce del fatto che le incognite sulle tariffe e sugli accordi con la Cina e altri Paesi sono ancora ampiamente presenti.
La ripresa del dollaro sembra legata alle preoccupazioni verso l’Europa, dopo che UE e USA hanno firmato un accordo commerciale che, onestamente, appare come una netta vittoria statunitense. Questo potrebbe complicare la ripresa europea.
Pertanto, la discesa dell’euro sembra avere ancora spazio, specie se le posizioni long dei grandi investitori istituzionali dovessero cominciare a essere, anche solo in parte, liquidate.
WALL STREET RIPIEGA LEGGERMENTE
Ieri Wall Street ha registrato ribassi frazionali. Il Dow Jones ha perso lo 0,46%, chiudendo a 44.633 punti, mentre l’S&P 500 è sceso dello 0,3% a 6.371 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 6.409 punti. Segno negativo anche per il Nasdaq, in calo dello 0,38% a 21.098 punti, dopo il massimo a 21.304 punti.
I comunicati sugli utili e le previsioni delle principali aziende, diffusi prima dell’apertura, sono stati improntati al pessimismo. United Health ha perso oltre il 5% a causa di un alert sugli utili annuali, probabilmente inferiori alle attese. Merck ha ceduto il 3%, nonostante utili superiori alle aspettative.
UPS è crollata del 10% a causa dei dazi che potrebbero compromettere le sue prospettive, mentre Boeing ha perso il 3% dopo un accordo commerciale.
Sul fronte macroeconomico, le offerte di lavoro sono risultate leggermente inferiori alle attese, dando il via a una settimana ricca di aggiornamenti sul mercato del lavoro. L’indice di fiducia dei consumatori, invece, è salito leggermente.
Gli Stati Uniti hanno esteso la tregua tariffaria con la Cina, ma l’accordo definitivo sembra ancora lontano. Questo ha impedito una reazione positiva dei mercati azionari.
VALUTE: IL DOLLARO CONSOLIDA I GUADAGNI
Nel giorno della Fed, il dollaro consolida i guadagni. L’EUR/USD si è stabilizzato a 1,1550, con obiettivi che restano in area 1,1450.
L’Europa continua a rappresentare l’anello debole della catena commerciale, e questo potrebbe spingere la moneta unica sotto i supporti, soprattutto se i grandi investitori inizieranno a liquidare le loro posizioni long costruite nel 2025.
Anche il Cable consolida vicino ai supporti chiave di medio termine a 1,3175. L’EUR/GBP, dopo aver testato quota 0,8740, ha perso oltre l’1,20%.
L’USD/JPY è tornato sotto quota 148,00, mentre l’EUR/JPY ha perso oltre il 2% nelle ultime due sedute, confermando una fase distributiva con possibili target in area 169,50.
Le valute oceaniche restano deboli, soprattutto dopo la pubblicazione del tasso d’inflazione in Australia, sceso al 2,1% dal 2,4% nel secondo trimestre del 2025.
FMI: PREVISIONI DI CRESCITA
Il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita economica globale del 3,0% nel 2025 e del 3,1% nel 2026, leggermente superiore alle stime di aprile.
La revisione al rialzo (+0,2 punti per il 2025 e +0,1 per il 2026) riflette un’attività economica iniziale più forte del previsto, dazi meno elevati del previsto, condizioni finanziarie più favorevoli (anche grazie a un dollaro più debole) e un’espansione fiscale in diverse economie chiave.
Nonostante il miglioramento, il FMI avverte che i rischi restano orientati al ribasso. Un ritorno dei dazi o il mancato raggiungimento di accordi commerciali duraturi potrebbero frenare la crescita.
Le previsioni per le principali economie sono:
USA: 1,9% nel 2025 e 2,0% nel 2026
Eurozona: 1,0% e 1,2%
Regno Unito: 1,2% e 1,4%
Cina: 4,8% e 4,2%
Giappone: 0,7% e 0,5%
L’inflazione globale dovrebbe rallentare al 4,2% nel 2025 e al 3,6% nel 2026, pur restando sopra l’obiettivo negli Stati Uniti.
AUSTRALIA: INFLAZIONE IN CALO
Nel secondo trimestre del 2025, l’inflazione annua in Australia è scesa al 2,1%, dal 2,4% dei due trimestri precedenti. Si tratta del valore più basso dal primo trimestre del 2021, inferiore anche alle attese del 2,2%.
L’inflazione dei servizi ha toccato il minimo triennale, complice il rallentamento dei costi di assicurazione e affitto. Anche l’inflazione dei beni è diminuita, trainata da un calo del 10% dei prezzi del carburante e da una moderazione dei costi delle nuove abitazioni.
Prezzi in calo anche per alimentari, alcolici, tabacco, abbigliamento, servizi finanziari e istruzione. I costi dei trasporti sono ulteriormente diminuiti.
Al contrario, l’inflazione è rimasta stabile per edilizia abitativa, sanità e tempo libero, ma è aumentata per i servizi alla famiglia.
La media troncata della RBA è cresciuta del 2,7% su base annua, in linea con le attese ma in rallentamento rispetto al 2,9% del primo trimestre. È il valore più basso dal quarto trimestre del 2021.
USA: DEFICIT COMMERCIALE IN CALO
A giugno 2025, il deficit commerciale statunitense di beni si è ridotto di 10,4 miliardi di dollari rispetto al mese precedente, attestandosi a 86 miliardi. Il dato è nettamente migliore rispetto alle attese di un calo più moderato a 98,4 miliardi.
Il deficit si avvicina al minimo degli ultimi 20 mesi (aprile), grazie alla riduzione degli ordini esteri da parte degli importatori, che avevano anticipato le scorte per timore di dazi aggressivi. A marzo, il deficit aveva toccato un record di 162 miliardi.
Le importazioni sono crollate del 4,2%, a 264 miliardi di dollari, il livello più basso da marzo 2024, con forti cali nei beni di consumo e nelle forniture industriali. Le esportazioni sono diminuite dello 0,6%, a 178,2 miliardi.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
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Un S&P 500 valutato quanto alla fine del 2021!Due settimane fa ho proposto un’analisi tecnica dell’indice S&P 500 su tutti gli orizzonti temporali. Questa analisi presenta obiettivi di prezzo per la fine del 2025 basati su criteri tecnici e fondamentali. Potete rileggere questa analisi cliccando sul primo grafico qui sotto.
ATTENZIONE: Un primo importante target rialzista che avevo segnalato – 6.475 punti sul contratto future S&P 500 – è quasi stato raggiunto. Il mercato potrebbe presto entrare in una fase di consolidamento.
Questa settimana è densa di eventi fondamentali: è il momento di mettere al sicuro i guadagni, alzando gli stop, soprattutto perché l’S&P 500 ha appena raggiunto il suo massimo livello di valutazione dalla fine del 2021.
Cliccate sulla tabella qui sotto per i dettagli fondamentali della settimana:
1. Attenzione: l’S&P 500 ha raggiunto il suo record di valutazione del 2021!
L’analisi tecnica è importante, ma la valutazione fondamentale lo è ancora di più. Il livello attuale corrisponde a quello che ha preceduto il mercato ribassista del 2022. Il contesto oggi è diverso, ma il ritorno a tale livello potrebbe causare una pausa a breve termine.
Grafico del CAPE Ratio (Shiller PE) per l’S&P 500:
2. La stagionalità dell’S&P 500 è meno favorevole in agosto e ribassista in settembre
Altro fattore prudenziale: la stagionalità. I dati storici mostrano che agosto è debole e settembre tipicamente negativo.
In sintesi, approcci tecnico, fondamentale e stagionale suggeriscono di proteggere i profitti prima di agosto/settembre, senza mettere in discussione la tendenza rialzista di fondo.
Tabella stagionale dell’S&P 500 dal 1960:
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Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
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Accordo USA-UE: vantaggi sbilanciati e reazioni dei mercatiUN ACCORDO CHE FAVORISCE GLI USA
Wall Street, ieri, ha mantenuto un tono positivo: l’S&P 500 ha chiuso appena sopra lo 0,1%, segnando comunque l’ennesimo record storico. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,4%, mentre il Dow Jones ha oscillato intorno allo zero.
Dopo un inizio caratterizzato da ottimismo, l'entusiasmo iniziale per l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea ha iniziato a scemare, poiché è emerso che i termini dell’intesa sono tutt’altro che vantaggiosi per l’UE. Le esportazioni europee verso gli Stati Uniti saranno soggette a dazi del 15%, la metà del 30% inizialmente minacciato dal presidente Trump, ma accompagnati da una serie di obblighi che appaiono penalizzanti per il Vecchio Continente.
Sul fronte dei singoli titoli, il settore energetico è stato di gran lunga il migliore, con Exxon Mobil in rialzo dell’1,2% e Chevron dello 0,8%. Anche i titoli della difesa e del gas naturale liquefatto hanno registrato rialzi, tra cui Lockheed Martin (+1,5%) e GE Aerospace (+0,5%). Al contrario, il comparto dei materiali ha registrato la perdita maggiore.
Nel frattempo, gli investitori si stanno preparando per la settimana di utili più intensa della stagione, con Microsoft, Apple, Amazon e Meta pronte a pubblicare i risultati trimestrali. Saranno inoltre al centro dell’attenzione la decisione di politica monetaria della Fed e i dati chiave sul mercato del lavoro.
EURO, INIZIA LA DISCESA?
Lunedì l’indice del dollaro statunitense è salito a 98,3, il livello più alto in quasi una settimana, sostenuto dalla crescente consapevolezza che l’accordo tra UE e USA non è così favorevole come inizialmente lasciato intendere.
Ciò che è emerso è che l’Europa dovrà affrontare una tariffa del 15%, accompagnata dall’obbligo di acquistare 750 miliardi di dollari di gas liquefatto, investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti e acquistare un vasto ammontare di armamenti americani. La tariffa su alluminio e acciaio resta al 50%. Sono previste tariffe separate, da concordare entro due o tre settimane, su semiconduttori e farmaceutica. Inoltre, è stato abbandonato l’accordo sulla Global Minimum Tax, già precedentemente concordato.
Non si tratta di un vero compromesso, ma di un accordo a senso unico. L’Europa ha cercato un’intesa, ma ciò che ne è uscito non può essere definito tale. Il Vecchio Continente si dimostra, purtroppo, disunito e fragile.
Sul fronte valutario, l’euro ha cominciato a perdere terreno non appena sono stati compresi i veri termini dell’accordo, scendendo per tutta la sessione e perdendo quasi 200 punti dai massimi di inizio giornata. A questo punto non si possono escludere ulteriori ribassi, con obiettivi fissati a 1,1440. Anche altre valute, come lo yen, la sterlina e in parte le valute oceaniche, hanno perso terreno contro il dollaro.
Cambierà quindi il trend di fondo dell’euro, finora profondamente rialzista, trascinando al ribasso anche le valute concorrenti? Difficile dare una risposta certa oggi, ma se i grandi investitori attualmente posizionati long sull’euro dovessero invertire la rotta, le montagne russe sarebbero assicurate.
FED IN VISTA
Va ricordato che, sul piano commerciale, l’accordo tra Cina e Stati Uniti è ancora in fase di discussione. Un’estensione dell’attuale tregua commerciale, in scadenza il 12 agosto, è ampiamente prevista.
L’attenzione del mercato si sta ora spostando sulla decisione di politica monetaria della Federal Reserve, attesa entro la fine della settimana. Non è previsto alcun taglio dei tassi, ma nei prossimi giorni saranno pubblicati diversi indicatori economici chiave che offriranno ulteriori spunti sull’andamento dell’economia statunitense. Tra questi, i dati sulla crescita del PIL, sull’occupazione non agricola, sull’inflazione PCE e l’ISM Manufacturing PMI, in un momento in cui le preoccupazioni sull’impatto economico dei dazi sembrano attenuarsi.
UK, VENDITE AL DETTAGLIO
L’indicatore mensile delle vendite al dettaglio nel Regno Unito è salito a -34 a luglio 2025, in miglioramento rispetto al minimo di 17 mesi registrato a giugno (-46). Sebbene il dato rappresenti un progresso, resta comunque al di sotto delle aspettative del mercato, fissate a -26.
L’ultima lettura indica che i volumi delle vendite al dettaglio sono diminuiti per il decimo mese consecutivo, a causa dell’aumento dei prezzi e della persistente incertezza economica che continuano a pesare sulla spesa dei consumatori. L’indicatore delle vendite previste per agosto è migliorato a -31, rispetto a -49 del mese precedente.
ORO
Martedì l’oro si è attestato intorno ai 3.310 dollari l’oncia, vicino ai minimi delle ultime tre settimane. I segnali di allentamento delle tensioni commerciali e un dollaro USA più forte hanno ridotto l’attrattiva del metallo prezioso.
Gli investitori stanno monitorando attentamente i colloqui in corso tra Stati Uniti e Cina, in attesa di una proroga di 90 giorni della scadenza del 12 agosto per la sospensione dei dazi. Questo avviene in una settimana cruciale per l’agenda commerciale del presidente Donald Trump, con una scadenza separata imminente questo venerdì per altri paesi, chiamati a raggiungere un accordo.
Sono ancora in corso colloqui con altri importanti partner commerciali, tra cui Canada e Corea del Sud. Nel frattempo, la Federal Reserve statunitense si riunirà questa settimana e si prevede che manterrà invariati i tassi di interesse, sebbene i mercati continuino a scontare un potenziale taglio a settembre. Gli investitori attendono anche una serie di dati economici statunitensi, tra cui l’indice dei prezzi PCE e il rapporto sulle buste paga non agricole.
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L’ARGENTO PUÒ TORNARE AL SUO RECORD STORICO DI 50 DOLLARI?Nel mondo dei metalli preziosi, l’oro ha già superato i suoi massimi storici negli ultimi mesi, spinto da fondamentali solidi. Un altro metallo sta recuperando terreno: l’argento. A differenza di platino e palladio, l’argento oggi riunisce tutte le condizioni per tornare ai suoi massimi. Il suo potenziale rialzista deriva da una combinazione unica di volume di mercato, correlazione con l’oro, contesto macro favorevole e impostazione tecnica costruttiva. L’argento non è solo il "fratello minore dell’oro": al momento è l’unico metallo prezioso che presenta le condizioni tecniche e strutturali per puntare nuovamente alla soglia simbolica dei 50 dollari, toccata l’ultima volta nel 2011.
1) Dopo l’ORO, l’argento è il metallo più liquido e più correlato positivamente
Il primo elemento chiave è la liquidità. Sul mercato dei metalli preziosi, l’oro domina con centinaia di miliardi di dollari scambiati ogni giorno. L’argento è secondo, ben davanti a platino e palladio, con circa 5 miliardi al giorno. Questo volume è fondamentale: una liquidità adeguata permette ai flussi speculativi e istituzionali di esprimersi pienamente. Al contrario, i bassi volumi di platino e palladio limitano il loro potenziale, in quanto i mercati sono troppo ristretti.
La seconda forza dell’argento è la sua correlazione con l’oro. Storicamente, i due metalli si muovono insieme, con un coefficiente di correlazione vicino a 1. Platino e palladio seguono dinamiche industriali specifiche, soprattutto nel settore automobilistico. L’argento combina invece un impiego industriale (gioielleria, elettronica, fotovoltaico, ecc.) con una funzione monetaria e di riserva simile a quella dell’oro. Questa doppia natura lo rende un asset ibrido con domanda sia finanziaria (ETF) che industriale.
2) Dal punto di vista tecnico, il rapporto ARGENTO/ORO resta rialzista da un supporto chiave
L’analisi tecnica conferma questa lettura. Mentre l’oro sembra in fase di esaurimento dopo aver toccato i 3.500 dollari, l’argento mantiene una struttura ancora positiva nel medio periodo. Il rapporto oro/argento, utile per individuare le fasi di sovraperformance dell’argento, supporta questa ipotesi. La tendenza resta rialzista finché tiene il supporto tecnico a 34/35 dollari. L’obiettivo naturale di questa struttura resta il ritorno a 50 dollari.
Il grafico seguente mostra il rapporto tra argento e oro, indicando un possibile rafforzamento dell’argento fino a fine anno:
Ed ecco il grafico mensile a candele giapponesi del prezzo spot dell’argento:
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Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
28 LUG | SUPPOSTA DEL GIORNOITA
buon pomeriggio. Update su BTC ed F+2
F+2 è la FLD che vedete a grafico
individua la gaussiana di tempo e prezzo relativa al ciclo di grado MENSILE (T+2)
in questo momento siamo su questa FLD il che indica un momento estremamente delicato
Qualora il T+2 avesse già chiuso al 25 luglio, allora prenderemo lo swing ai 121.000 $ per realizzare nuovi ATH
in caso contrario, nei prossimi due giorni crosseremo dall'alto verso il basso cF+2i andando sicuramente ad aggiornare i minimi del 25 luglio e probabilmente arrivando fino a cF+3i
la stessa cosa vale per tutte le altcoin al momento
buon slow trading a tutti
ENG
Good afternoon. Update on BTC and F+2.
F+2 is the FLD you see on the chart.
It represents the time-price Gaussian related to the MONTHLY cycle (T+2).
At the moment, we are right on this FLD, which marks an extremely delicate phase.
If the T+2 already closed on July 25, then we will take the swing toward $121,000 to aim for new ATHs.
Otherwise, in the next two days we will cross cF+2i from top to bottom, which will likely lead to a break of the July 25 lows and potentially extend down to cF+3i.
The same logic currently applies to all altcoins.
Wishing everyone steady and disciplined slow trading.
L’analisi Top-DownL’analisi Top-Down rappresenta una delle strategie più efficaci per analizzare e operare nei mercati finanziari, permettendo al trader di orientarsi partendo da una visione macro per arrivare a decisioni dettagliate e precise. Questo approccio consiste nell’esaminare diverse scale temporali in modo sequenziale, al fine di individuare le zone di prezzo più significative e di decidere quando e come entrare in posizione.
Time frame settimanale
Il primo passaggio dell’analisi Top-Down riguarda il time frame settimanale. Su questa scala temporale, il trader osserva l’azione di prezzo degli ultimi anni, individuando le principali zone di domanda e offerta e tracciando la direzione di lungo termine del mercato. Questi livelli rappresentano, infatti, le aree dalle quali spesso partono i movimenti più forti e definitivi. Tuttavia, va ricordato che su questo time frame la dinamica è molto lenta, con il prezzo che rimane spesso lontano da queste zone chiave per settimane o mesi. L’obiettivo principale è quindi mappare questi livelli, che fungono da punti di riferimento fondamentali per le successive analisi.
Time frame giornaliero
Successivamente, si passa al time frame giornaliero, che offre una prospettiva a medio termine, mostrando l’andamento del prezzo nell’ultimo anno circa. Anche a questo livello la priorità è riconoscere trend e livelli chiave. In questa fase, il trader inizia a focalizzarsi su livelli di supporto e resistenza più attuali, impostando alert su almeno due cluster di prezzo vicini per anticipare i potenziali punti di ingresso o di inversione.
Time frame 4 ore (4H) e 1 ora (1H)
L’ultimo stadio riguarda l’analisi su time frame intraday, in particolare quelli a 4 ore (4H) e 1 ora (1H). Qui il trader osserva l’azione di prezzo più dettagliata, concentrandosi sui pattern candlestick e sulle figure di analisi tecniche che possono segnalare la reazione del mercato ai livelli precedentemente individuati. L’obiettivo è trovare segnali di conferma che attestino la validità di un livello di supporto o resistenza, come breakout di trend line o di necklines orizzontali. Questi segnali sono fondamentali per decidere il momento esatto di apertura di una posizione, poiché indicano la reale volontà degli attori di mercato di comprare o vendere in quelle zone.
Questa metodologia combinata permette di bilanciare il quadro complessivo con le dinamiche a breve termine, minimizzando il rischio di false entrate e massimizzando le possibilità di operare in accordo con la direzione prevalente del mercato, sia per seguire trend sia per cogliere inversioni. L’uso di alert e una gestione attenta del timing, unita a un’accurata identificazione delle zone chiave e dei pattern intraday, rappresentano i pilastri di una corretta strategia Top-Down.
GNO/USD pronto per l’onda 5 finaleLa coppia GNO/USD sta sviluppando un pattern impulsivo di Elliott Wave netto sul grafico a 4 ore. Il rally è iniziato con l'Onda (1) che ha raggiunto quota 113,50, seguita da un'Onda correttiva (2) che ha toccato il fondo vicino a 105,28. Questo ha preparato il terreno per una potente Onda (3) che è salita a 156,59, allineandosi bene con la teoria delle Onde di Elliott, secondo cui l'Onda 3 è in genere la fase più forte e ripida della sequenza.
L'Onda (4) è ora in corso, assumendo la forma di una correzione A-B-C all'interno di un canale discendente. Il supporto temporaneo è stato trovato a 138,95 durante l'Onda A, e l'Onda C potrebbe estendersi verso il livello di ritracciamento di Fibonacci 0,382 a 136,79 o verso la zona di supporto più profonda vicino a 129,5. Questi livelli sono cruciali, poiché spesso segnano la fine di una fase correttiva e l'inizio dell'impulso successivo. Una rottura confermata sopra 147,4 segnalerebbe l'inizio dell'Onda (5) e il ritorno dello slancio rialzista.
Gli obiettivi a breve termine hanno il potenziale di raggiungere 135-128 , mentre 125,22 rimane il livello di invalidazione per questo setup rialzista. Dopo il completamento dell'Onda (4), i trader possono cercare opportunità di lungo termine puntando a 147-154-172 . Finché la struttura regge e il prezzo rispetta i supporti chiave, le prospettive rimangono favorevoli per una nuova spinta al rialzo nell'Onda (5).
Borse record, dollaro in ripresa, Fed in vistaWALL STREET MACINA RECORD
Venerdì, l'S&P 500 è salito dello 0,4%, registrando la quinta chiusura record consecutiva — la striscia più lunga in oltre un anno — mentre il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,2% dopo aver toccato un massimo intraday. Il Dow Jones è avanzato di 208 punti, in un mercato ancora caratterizzato dall’attesa per gli sviluppi in ambito commerciale.
L'ottimismo intorno ai colloqui ha alimentato il rally, con il Presidente Trump che oggi incontrerà la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, tra le speranze di un accordo tra Stati Uniti e UE. Accordi sono stati raggiunti anche con Giappone, Indonesia e Filippine prima della scadenza dei dazi del 1° agosto, sebbene i negoziati con il Canada siano in stallo.
I solidi utili di Alphabet e Verizon hanno sostenuto il sentiment, mentre Intel ha frenato il settore tecnologico dopo aver annunciato perdite e licenziamenti. Gli operatori guardano ora alla riunione della Federal Reserve della prossima settimana e a un fitto calendario di utili, con Apple, Meta e Microsoft in primo piano.
Il Dow Jones ha chiuso la settimana con un guadagno dell'1,3%, mentre il Nasdaq e l'S&P 500 sono saliti rispettivamente dell'1,2% e dell'1,6%.
VALUTE
Sul mercato valutario, l’EUR/USD mantiene ancora i primi supporti chiave a quota 1,1700, mentre altri cambi come GBP/USD e USD/JPY vedono un deciso ritorno della forza del dollaro USA.
La reazione del biglietto verde sembra più legata a una correzione da livelli di eccesso che a un cambiamento strutturale, soprattutto contro la sterlina. Diverso il discorso per lo yen giapponese, che deve fronteggiare dazi del 15% imposti dagli Stati Uniti: per compensarli, è necessario un deprezzamento dello JPY. Ogni 10% di aumento delle tariffe richiede un calo del 3% della valuta; ergo, lo yen dovrebbe perdere circa il 4,5% per attutire gli effetti dell’accordo commerciale.
In generale, il dollaro resta strutturalmente debole, al di là della correzione in atto, e potrebbe proseguire la sua corsa verso i target di medio termine: EUR/USD a 1,2350, GBP/USD a 1,4200 e USD/JPY a 140,00. Le valute oceaniche restano miste, ma tendono ancora a una certa debolezza contro il dollaro.
USA – ORDINI DI BENI DUREVOLI
Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono diminuiti del 9,3% su base mensile, attestandosi a 311,84 miliardi di dollari a giugno 2025, invertendo il +16,5% registrato a maggio. Il dato, sebbene migliore delle attese, riflette un calo marcato negli ordini di mezzi di trasporto, in particolare aeromobili, componenti non destinati alla difesa e beni strumentali.
Escludendo i trasporti, i nuovi ordini sono aumentati dello 0,2%, mentre al netto della difesa l’incremento è stato solo dello 0,1%.
RUSSIA – GIÙ I TASSI
La Banca Centrale Russa ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 200 punti base, portandolo al 18% nella riunione di luglio 2025, in linea con le aspettative del mercato. L’istituto ha segnalato la possibilità di un ulteriore taglio entro l’anno.
Le pressioni disinflazionistiche si sono rivelate più forti del previsto, giustificando condizioni finanziarie più accomodanti per sostenere la crescita. L’inflazione annua si è attestata al 9,4% a giugno.
La banca ha inoltre evidenziato l’impatto crescente dei costi di indebitamento restrittivi, aggravato dall’apprezzamento del rublo e dal rallentamento dei consumi. Prosegue anche il rallentamento del mercato del lavoro, nonostante la contrazione della forza lavoro, dovuta in gran parte alla mobilitazione militare e alla conseguente diaspora di uomini in età lavorativa.
GERMANIA – IFO IN RIPRESA
L’indice Ifo sul clima aziendale in Germania è salito a 88,6 a luglio 2025, rispetto a 88,4 di giugno, segnando il valore più alto da maggio 2024. Tuttavia, il dato è leggermente inferiore alle attese del mercato (89,0), segnalando che il sentiment resta cauto e la ripresa economica procede a rilento.
Il miglioramento è stato trainato da un lieve aumento sia delle valutazioni correnti che delle aspettative. Il sentiment è migliorato tra produttori e costruttori, ma si è indebolito tra fornitori di servizi e commercianti.
SETTIMANA ENTRANTE – FED SOTTO LA LENTE
La prossima settimana sarà cruciale per i mercati. Gli investitori seguiranno da vicino i negoziati commerciali tra gli Stati Uniti e i partner chiave, in particolare l’UE, con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto per l’introduzione di dazi reciproci.
Sarà anche la settimana più intensa per gli utili: Microsoft, Apple, Amazon e Meta pubblicheranno i risultati, insieme a Boeing, PayPal, Visa e Mastercard.
Tuttavia, il vero market mover sarà la decisione della Federal Reserve. Anche la Bank of Japan, la Bank of Canada e la Banca Centrale del Brasile prenderanno decisioni in materia di politica monetaria.
Sul fronte macro, il calendario statunitense è ricco: stima anticipata del PIL del secondo trimestre, rapporto sull’occupazione (NFP), PCE e ISM manifatturiero. In Europa, riflettori puntati su PIL e inflazione di Eurozona, Germania, Francia, Italia e Spagna. Attesi anche i PMI della Cina e i dati sul PIL di Messico, Taiwan, Hong Kong e Canada.
Saverio Berlinzani
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Un BNB/USD a 1000 $ in questo ciclo?Il trend rialzista di fondo del token BNB/USD rappresenta un importante barometro della salute generale del mercato crypto e, più in particolare, dell’interesse per gli altcoin. Nel ciclo precedente, a gennaio 2021, il breakout rialzista dell’ATH su BNB/USD è stato un segnale precoce dell’inizio dell’altseason. Nel ciclo attuale, il BNB/USD è molto vicino a superare di nuovo il suo massimo storico. Se ciò accadesse, sarebbe un segnale positivo per gli altcoin.
1) Perché seguire il trend di fondo di BNB/USD è essenziale per valutare la salute del mercato crypto
Nel mondo delle criptovalute, alcuni asset fungono da barometro globale. Il token BNB, emesso da Binance, è uno di questi. Monitorare il BNB/USD è importante non solo per chi detiene questo token, ma per qualsiasi investitore che voglia valutare lo stato generale del mercato crypto e degli altcoin.
Perché? Perché Binance è di gran lunga la piattaforma con il maggior volume di scambi al mondo, sia sul mercato spot che su quello dei derivati. Il token BNB riflette quindi direttamente la dinamica dell’ecosistema Binance e, per estensione, di una parte fondamentale dell’intero settore.
Quando BNB mostra una tendenza rialzista sostenuta, ciò indica di solito un aumento dell’attività, dei volumi e della fiducia. Al contrario, una tendenza ribassista prolungata può segnalare un progressivo disimpegno degli operatori e una pressione negativa sugli altcoin.
Inoltre, l’espansione o la contrazione dell’attività su Binance influisce quasi automaticamente sulla domanda di BNB, utilizzato per le commissioni, i servizi di launchpad e la DeFi. Questo rende BNB un indicatore precoce della liquidità e della vitalità del settore.
Includere l’analisi tecnica del BNB/USD nella propria strategia di mercato equivale a monitorare il battito cardiaco dell’intero ecosistema crypto.
2) Dal punto di vista tecnico, un breakout rialzista dell’ATH del BNB/USD sarebbe un segnale forte per gli altcoin
Il grafico qui sotto mostra le candele settimanali del BNB/USD. Nell’inverno del 2021, la rottura del precedente massimo storico coincise con l’inizio della stagione degli altcoin.
Attualmente sto osservando con particolare attenzione il livello di 794 dollari. Se il BNB/USD riuscisse a superare questa resistenza, sarebbe un segnale tecnico molto favorevole, con un obiettivo a 1.000 dollari.
Tuttavia, al momento questo segnale non si è verificato. Una rottura al di sotto del supporto chiave a 690 dollari invaliderebbe completamente lo scenario rialzista.
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Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
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Valsoia Analisi Wyckoff – Conferma di Accumulo completatoDopo un lungo periodo di debolezza, il titolo Valsoia (VLS) ha completato uno schema classico di accumulo secondo il Metodo Wyckoff. L’attuale rottura dei massimi del trading range rappresenta un segnale di forza coerente con l’entrata in Fase E e l’inizio di un trend rialzista strutturato.
Sul grafico abbiamo disegnato la struttura fondamentale di accumulo
📍Selling Climax (SC):→ minimo assoluto in area 8,12 EUR, con spike di volume (climax di vendita).
📍Automatic Rally (AR): → rimbalzo tecnico fino a 11,20 EUR, che definisce la resistenza superiore del range.
📍Secondary Test (ST): → test dei minimi con volumi inferiori, conferma di esaurimento dell’offerta.
📍Spring (Fase C): → falsa rottura ribassista del range, bear trap classica, recupero rapido sopra 9 EUR.
📍Last Point of Support (LPS): → pullback su supporto ex-resistenza a 11,00 EUR, con minimi crescenti.
📍Segnale di Forza (SOS): breakout confermato sopra 11,20 EUR con volumi elevati il 13 maggio 2025.
Con Prezzi che stazionano sopra l'area 11,20–11,30 EUR il quadro tecnico di wickoff è confermato per i classici
🎯 Target 1: 13,30 EUR
🎯 Target 2: 15,25 EUR
Occorre rivalutare il quadro tecnico se i prezzi andranno sotto 10,80 EUR (ritorno nel range invalida lo scenario)
eBay Inc. ( EBAY ), Strategia rialzista di lungo periodoeBay Inc. ( EBAY ), Strategia rialzista di lungo periodo
DESCRIZIONE TITOLO:
L'azienda è stata fondata nel 1995 e ha sede a San Jose, in California. eBay Inc. gestisce piattaforme di mercato che mettono in contatto acquirenti e venditori negli Stati Uniti e a livello internazionale. La piattaforma Marketplace dell'azienda comprende il mercato online ebay.com e la suite di applicazioni mobili eBay. Le sue piattaforme consentono agli utenti di elencare, acquistare, vendere e pagare oggetti attraverso vari canali online, mobili e offline che includono rivenditori, distributori, liquidatori, società di importazione ed esportazione, case d'asta, società di cataloghi e vendite per corrispondenza, elenchi, motori di ricerca, partecipanti al commercio, canali di acquisto e reti.
DATI: 08/ 02 /2023
Prezzo = 48.90 Dollari
Capitalizzazione = 26,531B
Beta (5 anni mensile) = 1,33
Rapporto PE ( ttm ) = 2,64
EPS ( ttm ) = 18,50
Target Price eBay Inc. di lungo periodo:
1° Target Price: 63.91 Dollari
2° Target Price: 81.19 Dollari
3° Target Price: 131.08 Dollari
4° Target Price: 211.82 Dollari
5° Target Price: 292.55 Dollari
6° Target Price: 342.46 Dollari






















