HERA ha contatto con la resistenza di lungo periodo a 3,25€Hera attualmente quota il prezzo di 3,228€ e da inizio anno è in crescita dell'8,55% mentre l'anno scorso aveva chiuso a +18%.
Dal grafico weekly, si può notare che il prezzo è sulla resistenza di lungo periodo area 3,250€. Il break out di questo livello aprirebbe le porte per un'ulteriore salita con obiettivo di arrivo verso l'area tra 3,70 e 3,80€. In caso di ritracciamento dalla resistenza, il primo livello di supporto passa a 2,94€ mentre il supporto principale è a 2,85€.
Utilities
Enel e A2A, piani troppo ambiziosi?Non è stato un buon anno per le principali utilities italiane. Se confrontiamo l’andamento delle performance da inizio anno per Enel e A2A, rispetto al settore Stoxx 600 Utilities, si può vedere come addirittura Enel, nonostante i rialzi di ottobre scorso sia sotto di oltre il 16% rispetto al benchmark settoriale e A2A poco meno. In questi giorni pero entrambe le società hanno annunciato le loro strategie future che tengono conto dell’attuale contesto economico, specie per il settore energetico, e degli obiettivi di carbon-free stabiliti a livello comunitario. I mercati però sembrano non aver gradito i piani strategici delle due compagnie. Enel ha proposto un piano ambizioso che punta entro il 2025 ad una la generazione di elettricità’ da fonti rinnovabili per circa il 75% del totale, un piano di dismissioni di circa 21 miliardi di euro entro la fine del 2023 e un tasso di crescita annuale composto dell’Utile netto ordinario del 10-13% con un rapporto FFO/Net Debt del 28%. A2A invece prevede di investire 16 miliardi di euro nei prossimi 10 anni (di cui 11 miliardi per la transizione energetica), un Ebitda a 2,6 miliardi a fine piano (in crescita del 7% medio annuo) con un FFO/Net Debt superiore al 23% già a partire dal 2025 ed, infine, 13 TWh di energia verde e da recupero energetico prodotta al 2030. L’accoglienza tiepida del mercato sembrerebbe giustificata dai dubbi degli analisti. In particolare sembrerebbe troppo ambizioso il piano di Enel. Infatti A2A nel suo aggiornamento ha dovuto ridurre di circa 2 miliardi gli investimenti che aveva precedentemente previsto a causa delle incertezze economiche e del futuro contesto recessivo. Anche la nuova compagine governativa potrebbe non facilitare i piani di crescita economici delle utility italiane.
IPOTESI 2022. COS'HA SCONTATO IL MERCATO NELL'ULTIMO MESE?Buongiorno a tutti, siamo finalmente entrati in Q1 2022. Questa idea ha l’obiettivo di analizzare determinati “indicatori” e settori e i loro comportamenti in maniera tale da capire quello che potrà accadere in Q1 2022. La domanda importante da porsi è: dove i grandi investitori stanno posizionando i loro capitali?
RAPPORTO TRA AZIENDE VALUE, AZIENDE GROWTH ED S&P500
Il primo grafico che vi porto è il rapporto esistente tra aziende value e growth. Per chi ancora non lo sapesse, le aziende value sono quelle con un business molto forte che basano i loro guadagni nel presente; non hanno grandi prospettive di crescita futura e una parte dei loro guadagni sono ridistribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi; quelle growth, come dice la parola stessa, sono aziende di “crescita”, ossia basano i loro guadagni in un tempo futuro, talvolta accontentandosi di avere bassi guadagni in tempi presenti; parte dei loro guadagni sono poi rienvestiti nell’azienda in maniera tale da espanderla e di conseguenza, spesso, i dividendi forniti agli azionisti sono bassi oppure totalmente assenti.
Dal grafico possiamo notare come, da metà novembre circa, le aziende value hanno sovraperformato le aziende growth. Nella parte bassa del grafico vi ho riportato l’andamento dell’S&P500. Vediamo come la sovraperformance delle value ha conciso con un momento di perlopiù lateralizzazione da parte dell’indice di riferimento; sono così andato ad evidenziare tutti quei momenti nell’ultimo anno in cui abbiamo avuto le value più forti rispetto alle growth (momenti evidenziati da canali paralleli ascendenti) e osservato il comportamento dell’ S&P negli stessi periodi: notiamo come ad un rafforzamento delle value rispetto alle growth è coinciso un momento di lateralità o momenti di bassissimi guadagni da parte dello Standard and Poor.
Al contrario, invece, possiamo osservare come ad un rafforzamento delle growth rispetto alle value (in tutte quelle parti non evidenziate) l’S&P500 ha realizzato performance più cospicue. Come mai accade ciò?
Per provare a far luce a tutto ciò ci viene in aiuto il vix:
come potete notare, il vix si trova nella parte bassa del grafico, con la linea rappresentativa di color azzurro.
Ho tracciato una retta di color rosso nel livello 20, considerato lo spartiacque tra “paura” e “relativa tranquillità” dei mercati, ed inoltre ho utilizzato dei rettangolini azzurri per indicare tutti i picchi di volatilità avuti nel 2021:
E’ facile notare come gli investitori, in periodi prossimi o corrispondenti a picchi di volatilità, abbiano preferito comprare azioni di aziende value rispetto a quelle growth.
Notiamo infatti come il primo picco di volatilità (a febbraio circa) è stato seguito da una grande forza relativa delle value, che è continuata anche nel picco relativo a marzo. Ciò è accaduto anche a maggio e a metà luglio per arrivare a dicembre quando, a causa della scoperta di omicron, la volatilità era salita di tanto spaventando i mercati.
Abbiamo quindi spiegato il motivo per cui, ad una forza relativa maggiore delle value rispetto alle growth, l’S&P 500 talvolta ha stornato, lateralizzato o segnato bassi guadagni? Perché a questi momenti è sempre corrisposta una volatilità “preoccupante”, tale da indurre gli investitori a chiudere posizioni long sulle aziende growth e ad aprirne su azioni value, considerate quindi più “difensive”.
Quando poi invece la volatilità si riabbassava, le growth diventavano più forti delle value, segno del fatto che la stessa non spaventava più. In base a quest’ultima frase da me scritta, che insegnamento possiamo trarne per tutto il 2022? Che quando le growth vanno a sovraperformare le value, ci troviamo in un clima di risk-on dei mercati, e questo è appunto dimostrato dal fatto che le growth performano bene in periodi di bassa volatilità e perché lo Standard and Poor, negli stessi periodi, guadagna in maniera cospicua.
Questo grafico da me costruito sarà un’indicatore che guarderò molto da vicino per capire il clima di rischio sui mercati per valutare il rischio stesso di ogni investimento.
AZIONI HIGH BETA, LOW BETA ED SP500
Lo stesso discorso fatto per le aziende value e growth può essere fatto con aziende a basso beta e ad alto beta. Sapete di cosa parlo?
ll Beta è un coefficiente che misura la variazione attesa del rendimento di un certo titolo per ogni variazione di un singolo punto percentuale del mercato di riferimento.
Il valore di questo coefficiente tende a muoversi intorno a 1: nello specifico, se il Beta di un’azione è pari a 1, questa tenderà a muoversi in linea con il mercato di riferimento, senza amplificare o ridurre i movimenti dello stesso. Quando il Beta di un’azione è maggiore di 1 invece, si è davanti a un titolo “aggressivo”, che amplifica i movimenti del mercato, l’attività è considerata quindi più rischiosa. Se il Beta è compreso tra 0 e 1, si ha di fronte un’azione “difensiva”, la quale tende a muoversi in modo meno che proporzionale all’indice di riferimento. Infine, un titolo con Beta negativo tenderà a muoversi in maniera opposta al mercato.
Spiegato cos’è il coefficiente Beta, vediamo il grafico di sotto:
La linea superiore in azzurro è il rapporto tra aziende a basso beta e aziende ad alto beta, mentre in basso, identificato con una linea color arancio, abbiamo l’andamento dell’S&P500.
Ho messo i due asset a confronto, e osserviamo come l’S&P tenda a crescere quando le aziende ad alto beta sovraperformano quelle a basso beta mentre, in caso contrario, l’S&P500 tende a lateralizzare.
In quest’ultimo periodo siamo in un momento in cui quelle a basso beta rendono meglio rispetto a quelle a beta più alto.
Vi siete chiesti quali sono i settori “low beta” tra quelli che nomino sempre? Sono il settore delle utilities, dei beni di prima necessità e il settore sanitario; vi riporto ora la correlazione esistente tra le aziende a basso beta e i 3 settori nominati per farvi osservare graficamente la grande correlazione positiva:
• SETTORE UTILITIES
Nei vari rettangoli vi ho evidenziato la grande correlazione positiva.
• SETTORE BENI DI PRIMA NECESSITA’
• SETTORE SANITARIO
Riassumendo quello che vi ho detto fin’ora, abbiamo quindi capito come le aziende più “difensive” come il settore delle utilities, sanitario e dei beni di prima necessità stiano performando bene:
Ricordo a chi non lo sapesse che tipicamente i settori difensivi vanno a performare bene in tempi di incertezze o rallentamenti economici o comunque, più in generale, in periodi di risk off dei mercati: questo accade perché gli stessi settori riescono comunque a generare guadagni nonostante il particolare periodo economico.
Dico sempre che la finanza tende sempre a scontare prima quello che poi in realtà succede, e vi ho dimostrato più di una volta che questa ipotesi è vera (vi consiglio di leggere le mie ultime idee, troverete tanti spunti sotto questo punto di vista). La domanda da farsi quindi è: come mai nell’ultimo mese sono stati i settori difensivi i veri protagonisti? Il mercato si aspetta un periodo di incertezza economica o un rallentamento?
Per spiegare questo, utilizzo un indice, il Russell 2000; quest’ultimo racchiude nel suo paniere le più importanti 2000 aziende statunitensi a piccola e media capitalizzazione. Utilizzo quest’ultimo come indicatore perché le aziende più piccole tendono ad avere la loro attività negli Stati Uniti, al contrario delle mega-cap che hanno affari in tutto il mondo; aziende come Microsoft, Amazon oppure Apple, essendo delle multinazionali, nonostante siano statunitensi, vendono i loro prodotti in tutto il mondo. Capendo quindi che le small e mid-cap hanno affari soltanto a livello nazionale, possiamo affermare che vanno a riflettere meglio lo sviluppo dell'economia statunitense. Di conseguenza, cosa possiamo aspettarci a livello grafico? Che se gli investitori vedono nel futuro un’economia forte, anche il Russell 2000 dovrebbe presentarsi forte e in trend lateral-rialzista; viceversa, ad un’aspettativa di rallentamento economico, dovremmo aspettarci un Russell debole e in trend lateral-ribassista. Vediamo come si sta comportando nella grafica:
Vediamo come, dagli inizi di novembre, l’indice abbia iniziato a disegnare una parabola discendente. Vediamo invece come da ottobre 2020 a inizi 2021,quando eravamo in ripresa economica, il Russell fosse invece salito in maniera abbastanza forte, rispettando quindi la sua funzione di “termometro dell’economia statunitense”. Questo ci deve far capire un qualcosa di importante: se gli investitori avessero avuto una visione positiva dell’economia, perché negli ultimi 2 mesi avrebbe venduto il Russell? Semplice: ciò significa che la loro visione economica non è positiva.
A tale scopo vi ho poi condiviso nella parte bassa del grafico gli stessi settori difensivi che vi ho citato prima: vedete come sono saliti a dispetto del Russell?
RUSSELL 2000 E APPIATTIMENTO DELLA CURVA DEI RENDIMENTI COME SEGNALI ANTICIPATORI
Come vi ho spiegato diverse volte, un altro termometro economico importante è il mondo obbligazionario, in particolare i titoli di stato USA a diversa scadenza e i loro rendimenti. Avevo scritto un’idea riguardo al loro comportamento, in particolare come essi variavano nelle diverse condizioni economiche; per maggiori dettagli, vi linko l’idea qua sotto:
Nel grafico sottostante abbiamo con la linea arancio il Russell 2000 mentre con la linea azzurra lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato USA a 10 anni e 2 anni. Per chi non sapesse a cosa si riferisce questo spread, è molto semplice: i 10 anni vengono considerati una scadenza lunga, mentre i 2 anni una scadenza corta; ciò significa che più lo spread tra i due titoli si restringe, più si ha l’appiattimento della curva dei rendimenti. Infatti, vedete come da aprile 2021 lo spread ha disegnato un trend ribassista? Significa semplicemente che, pian piano, la curva sta andando ad appiattirsi, segno del fatto che gli investitori si aspettano un rallentamento economico.
E’ curiosa la correlazione tra il Russell e lo spread: in ripresa ed espansione economica (ossia la parte racchiusa entro il rettangolo arancio) entrambi gli asset erano saliti (ricordo che se lo spread tra i due titoli è più pronunciato positivamente, ossia a percentuali positive, la curva è da considerarsi più “steep”).
Successivamente, da aprile 2021 ad oggi, il Russel ha iniziato una fase di lateralità mentre lo spread è andato a contrarsi; questa correlazione mi fa capire quanto entrambi gli asset siano correlati all’economia statunitense e come, in particolare, ci diano le stesse informazioni dal punto di vista del sentiment del mercato.
IL SETTORE PER ECCELLENZA IN TEMPI DI INFLAZIONE: REAL ESTATE
Un altro grande settore dalle grandi performance è sicuramente quello del Real Estate:
Come possiamo vedere dalla grafica, il settore è stato sicuramente tra i migliori, con una performance di oltre il 40%. Sapete come mai il settore immobiliare performa bene in questo periodo? Grazie all’inflazione!
Questo perché le aziende immobiliari riescono a trasferire al consumatore l’aumento percentuale dei prezzi in quanto gli immobili, in tempi inflattivi appunto, tendono a conservare il loro valore, al contrario di altri beni. Infatti, come saprete, con un inflazione che aumenta, aumentano anche i prezzi degli affitti, delle case e degli stabilimenti, e questo significa che i guadagni delle aziende immobiliari, in particolare i REITS, non vengono erosi (proprio per la capacità degli immobili di conservare quindi il loro valore).
L’inflazione in USA è al 6,8%; si prevede che nel 2022 si abbasserà di qualche punto percentuale. Quando succederà? Questo non si sa, ma credo che guardando il prezzo degli energetici e i valori dei PMI potremmo avere in futuro qualche certezza in più.
Spero questa analisi vi possa servire. Vi auguro un felice anno nuovo! MATTEO FARCI
LE POSSIBILITA' SHORT NEL SETTORE UTILITIES. LA MIA VISIONEBuongiorno ragazzi. La scorsa settimana è stata molto tumultuosa sotto diversi aspetti a partire dalla scoperta della nuova variante di covid, dalle dichiarazioni del presidente della FED Jerome Powell che ha annunciato una probabile accelerazione del tapering (rallento degli acquisti di obbligazioni) fino al debole rapporto sul mercato del lavoro che ha visto un aumento delle buste paga (del settore non agricolo) di solo 210K.
La conseguenza è stata un aumento repentino degli indici di volatilità VIX (volatilità dell’S&P 500), VXN (del Nasdaq) e RVX (del Russel 2000), nonché dell’OVX (quella del petrolio).
Per quanto riguarda il VIX, vediamo come i valori siano aumentati nel corso della seduta di venerdì, andando a toccare valori di 35 punti (rettangolo azzurro); vi ho segnato con un rettangolo giallo l’area di “tranquillità”, ossia quei valori sotto i 20 punti che, una volta raggiunti, permettono all’S&P 500 di muoversi con relativa tranquillità.
Vediamo infatti che a valori del VIX superiori al 20 ha corrisposto uno storno del 4,70% dell’S&P500:
Vi ho parlato in maniera dettagliata degli indici di volatilità nella mia precedente idea, quindi vi condivido il link e per ora mi limito a condividervi soltanto la parte grafica degli indici di volatilità stessi associati ai relativi indici azionari per non dilungarmi troppo.
VXN E NASDAQ
RVX E RUSSEL 2000
PETROLIO E OVX
LA FIGURA PER ECCELENZA DELLE INVERSIONI DI TENDENZA: IL TESTA E SPALLE
Sabato 4 dicembre, giorno in cui ho scritto questo articolo, mi soffermavo ad osservare tutte le azioni dei relativi etf settoriali americani che utilizzo ogni giorno per le mie analisi, ossia XLE (indice energetico), XLF (indice finanziario), XLV (settore sanitario), XLC (settore delle comunicazioni), XLB ed XLI (settori materiali e industriale), XLY ed XLP (consumi discrezionali e di prima necessità), XLRE (settore real estate) ed infine il settore delle utilities, ossia XLU. E’ proprio all’interno di questo etf che ho notato la formazione di diversi testa e spalle, che considero uno dei pattern più affidabili per quanto riguarda le inversioni di tendenza. Ora ve li riporterò.
SOUTHERN COMPANY
Il testa e spalle formatosi in Southern Company non è perfetto dal punto di vista geometrico, in quanto la spalla di destra non è perfettamente sovrapponibile a quella di sinistra, ma va comunque a costituire un testa e spalle a tutti gli effetti. Come possiamo osservare, esso va a formarsi dopo un trend rialzista (seppur non troppo forte), testimoniato dalla costante separazione della media mobile a 50 periodi (sopra) rispetto alla media a 200 periodi (sotto). Voglio ricordare ai ragazzi che non hanno mai letto i miei articoli: quando una media di breve periodo (come può essere quella a 50 periodi, che può essere anche considerata di medio periodo) sta costantemente sopra una media di lungo periodo (quella a 200 periodi) significa che il trend è rialzista; viceversa, a medie mobili invertite, avremo un trend ribassista.
Interessante il segnale short che le medie mobili ci hanno concesso: il “death cross”, ossia lo “scavallamento” (scusate il termine ragazzi, credo sia il più “capibile”) delle medie mobili. Ora siamo in un momento in cui il prezzo è ritornato all’interno della neckline del testa e spalle. Starò attento in attesa di una rottura al ribasso.
EXELON CORP
Anche il testa e spalle formatosi su Exelon corp si sviluppa dopo un gran trend rialzista (grande separazione delle medie mobili). Il breakout della neckline c’è già stato, possibile vedere ora il prezzo ritornare nella struttura a 51$ che ho segnato con un segmento nero.
AMERICAN ELETRIC POWER COMPANY
Questa azienda, al contrario delle precedenti, presenta un testa e spalle di continuazione e non di inversione. Dal punto di vista geometrico è abbastanza preciso. Da notare due aspetti tecnici che possono anticipare la rottura della neckline al ribasso: il primo aspetto è la death cross, avvenuto 2 settimane fa. Il secondo è da ricercare nell’RSI: nel rettangolo azzurro vi ho indicato il periodo dell’RSI relativo alla formazione del testa e spalle, mentre con i rettangoli gialli vi voglio far osservare come i massimi formati dall’indicatore siano via via decrescenti: ciò significa debolezza del trend.
PUBLIC SERVICE ENTERPRISE GROUP INC
Questo testa e spalle, ancora non formato, mi piace particolarmente perché va a formarsi sui massimi storici. Se continuasse la debolezza sui mercati, potremo assistere alla sua formazione; inoltre non è ancora avvenuto il death cross, stiamo a vedere cosa succederà.
AMEREN CORP
Anche il testa e spalle in Ameren corporation si sviluppa sui massimi storici. Interessante l’RSI con i massimi decrescenti e la quasi avvenuta “death cross”.
ENTERGY CORP
Questo testa e spalle somiglia a quello in American Eletric Power. I segnali short sono 2 come in alcuni casi precedenti: death cross e massimi decrescenti nell’RSI.
ALLIANT ENERGY CORP
Questo è probabilmente il mio preferito tra quelli che vi ho condiviso: si sviluppa sui massimi storici, la death cross è appena avvenuta e l’rsi mostra massimi via via decrescenti. Attendo il breakout della neckline al ribasso
USARE L’ANALISI FONDAMENTALE E LA VOLATILITA’ PER CAPIRE MEGLIO LA SITUAZIONE INCERTA
Quelle che vi ho condiviso sono tutte figure di inversione, che potrebbero preludere il fatto che, a breakout avvenuti, il settore “utilities” soffrirà più di altri nelle prossime settimane; questo è quello che l’analisi tecnica e i suoi pattern potrebbero farci pensare, tuttavia se ci aggiungessi aspetti di altro carattere, la visione potrebbe cambiare. Vediamo insieme:
Le performance dei vari etf americani, nel corso dell’ultima settimana, sono state:
- XLF: -1,91%
- XLE: -0,79%
- XLV: -1,21%
- XLB: -1,26%
- XLI: -0,98%
- XLC: -3,21%
- XLY: -2,17%
- XLP: -0,54%
- XLK: -0,52%
- XLRE: +0,02%
E il settore utilities XLU come ha performato? Ha segnato un +0,96%, approssimando un +1%. Curioso, no? Questo mi ha fatto riflettere, in quanto le utilities sono state le uniche aziende a “sopravvivere” ad una settimana di alta volatiltà e paura sui mercati. Mi vien da pensare quindi che se la volatilità nei mercati continuasse, forse le utilities, essendo a tal proposito aziende difensive (ossia quelle che perdono poco/performano relativamente bene in tempi di incertezze), potrebbero continuare a performare bene, invalidando quindi tutti i testa e spalle che vi ho condiviso.
Questa è quindi una provocazione, forse la più grande nei mercati finanziari: di chi vi fidate di più? Dell’analisi tecnica o di quella fondamentale?
Io, per quanto riguarda la mia operatività, studierò molto da vicino gli indici di volatilità perché (come si evince da questa e dalla precentente idea da me condivise) in questa ultima settimana hanno fatto da padroni.
MATTEO FARCI
Dentro il FTSE MIB : "Terna verso la transizione ecologica "Terna brillante in queste ultime sedute, ho già analizzato come la rotazione settoriale stia favorendo alcuni settori, e con questo post voglio mettere in evidenza anche questa azienda che ho puntato già da qualche mese.
Ieri il corporate rating dell’azienda è stato alzato a “investment grade” da Standard Etichs, sinonimo della fiducia crescente che l’impresa sta riuscendo ad attirare a sé. In particolare gli investimenti degli ultimi tempi stanno confermando l’impegno nel favorire la transizione ecologica in maniera sostenibile. L’interesse nei progetti nazionali è focalizzato sul Tyrrhenian Link, l’elettrodotto presentato in questi giorni da 3,7 mld di euro che collegherà varie reti tra Sardegna, Campania e Sicilia. Facendo qualche ricerca scopriamo come Sicilia e Campania siano rispettivamente seconde e terze per produzione di energia elettrica derivante da impianti eolici, e con questo cavo sottomarino si favorirà maggiormente lo scambio elettrico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Tra l’altro molti investimenti del 2020 sono stati destinati ad interventi su impianti presso queste regioni.
Come per le altre utility che ho già segnalato bisogna monitorare costantemente l’andamento del nostro BTP10Y (sta crescendo in modo rapido in questi giorni) per non rischiare di trasformare i profitti in perdite, dato che le utilities sono sensibili ai tassi di interesse visto il loro alto indebitamento (per Terna in leggero aumento con gli ultimi conti). Uno sguardo ai conti 2020 ci mostra ricavi in aumento e un utile netto in crescita del +3,7%.
A livello settoriale e ciclico le utilities europee da inizio anno cominciano a soffrire un pochino dato l’aumento dei titoli a 10Y europei (-1,16%) nonostante il trend di medio periodo resta moderatamente positivo. L’Italia anche rimane in questa prospettiva con un -1,24% settoriale.
Dal punto di vista tecnico ci sono i presupposti per un'entrata long con target zona 6.78 a +4,96%; un valore al di sotto zona 6.086 cambierebbe lo scenario di investimento. Da seguire gli sviluppi per ulteriori allunghi del titolo
INDICATORI DI RISK OFF O NUOVO RIMBALZO?Dopo il calo (una piccola correzione, ad eccezione del Nasdaq e dei titoli tech più accentuata) dell'ultimo periodo, sul finire della settimana i mercati sembrano aver ripreso vigore, spinti soprattutto dalla messa in moto del forte piano di stimoli di Biden (1.9 Trilioni di Dollari, con un assegno da 1400 USD a cittadino arrivato giusto in tempo per riportare i listini sui massimi storici). Ora, stabilire se questo porterà a nuovi ulteriori massimi (in un mercato che sfugge ad ogni logica razionale o di valutazioni) è impossibile saperlo. Ad ogni modo, una quota di cash in portafoglio (non eccessiva certo) può aiutare a ragionare con la mente più serena. Lato indicatori infatti, ci sono sempre alcuni spunti da monitorare, come ad esempio il rapporto lumber (legno) oro, dove a seguito di un vero e proprio boom sul mercato immobiliare USA (le agenzie immobiliari hanno superato la quota di abitazioni in vendita) stiamo assistendo ad un indebolimento di quest'ultimo nei confronti dell' oro (e considerando come sta andando l'oro, cioè non benissimo, qualche domanda me la farei). Oltre a questo, il settore utilities, storicamente difensivo, pare si stia rafforzando VS SP500, segno che forse anche qui bisogna quantomeno mantenere un approccio di base prudente. Questo non significa come dico sempre non investire, ma farlo con intelligenza, anche perchè se andiamo a vedere le performance dai massimi a 52 settimane dei titoli più caldi (Tesla, Nio, Snowflake & Co.) bisogna dire che è arrivata qualche bella botta, e purtroppo come sempre succede, tanti investitori certo non sono entrati nella fase iniziale ma ahimè si trovavano belli che investiti proprio a storno iniziato. Quindi il buon senso resta padrone, sempre e comunque per evitare che imprevisti di mercato si trasformino in perdita che vi mettono fuori gioco, e se i vostri portafogli ma sopportano una piccola correzione, al prossimo bear market che succederà? Alla prossima!
Rotazione settoriale, come si struttura? (seconda parte)Si è parlato molto di rotazione settoriale nelle ultime settimane e questo è un argomento che interessa tutti i protagonisti dei mercati finanziari, che puntualmente registrano la loro asset allocation o ribilanciano i portafogli a seconda di come si muovono i mercati. Essendo la rotazione settoriale una sorte di ponte tra economia reale e mercati finanziari in questo post voglio analizzare dove ci troviamo ora in Italia, in modo da poter riconoscere il contesto economico e i settori che trainano e traineranno(?) il nostro Ftse Mib.
Cominciamo analizzando un punto preciso di partenza ovvero lo shock economico 2020 con la pandemia Covid19, che ha affossato il nostro listino facendogli perdere dall’ultima settimana di febbraio 2020 in tre settimane circa il 37%. Possiamo dunque affermare che lo shock possa essere un punto di partenza da cui i mercati si sono mossi nella ripartenza. C’è da precisare che all’interno dei cicli settoriali si sviluppano altri cicli di breve-medio termine dettati da altri fattori non prettamente legati all’economia reale.
Essendo ad inizio ciclo teoricamente avremmo dovuto vedere come già spiegato il settore bancario, assicurativo, servizi energetici e telecomunicazioni guidare la prima fase di ripresa, e infatti per i primi due è stato proprio così.
Come da previsione il settore bancario grazie anche alla grandissima mole di liquidità parcheggiata nei conti ha registrato un +87% tornando quasi ai livelli pre-pandemici (prendo in considerazione etf settore bancario ITLB). Probabilmente questo è stato il settore migliore assieme a quello assicurativo, ma se vediamo i recuperi delle aziende sul nostro listino principale noteremo come gli unici ad avere ancora spazio per arrivare ai livelli pre-covid siano le utilities e il settore telecomunicazioni. Nella mia visione è propri in questi settori che troveremo opportunità.
Hanno fatto molto bene alcuni titoli legati alla tecnologia, che come sappiamo hanno beneficiato nel 2020 dello stay-at-home lavorativo e studentesco ma ora questi titoli sono vittime di prese di beneficio, dato che il loro P/B è schizzato alle stelle superando spesso il fair value di queste aziende.
Altro fenomeno interessante è l’ottima performance di alcuni titoli ciclici che scontano le riaperture future e sono stati acquistati “ a sconto” a partire da novembre in previsione della ripresa dei consumi.
Altro settore che si è cominciato a muovere in ritardo rispetto ai ciclici è quello industriale che avevo sotto controllo già da gennaio, è che anch'esso si è mosso scontando le riaperture e l'arrivo dei vaccini.
Ricapitolando:
Bancario e assicurativo: mi aspetto ulteriori crescite ma dopo una pausa, consiglio di aspettare per entrare eventualmente su ritracciamententi (investire ora è come prendere un coltello mentre cade).
Utilities: tanti motivi (già spiegati nelle mie analisi) per credere nella loro crescita, da seguire con attenzione.
Telecomunicazioni: anche qui il supporto dato allo sviluppo tecnologico non può che vedere un loro rialzo, ma essendo titoli solitamente molto volatili occorre prudenza.
Ciclici e industriali: da acquistare in debolezza, avranno il loro riscontro nell'economia reale ma i mercati hanno già scontato questo facendo salire i prezzi di non poco.
Tecnologia: per ora short di breve termine, da acquistare una volta passata l'euforia sul tech e con condizioni di ripresa reale economica.
Dentro il FTSE MIB : "Hera, i risultati sbloccano il rialzo "Ho atteso qualche giorno prima di pubblicare questo post, infatti il mio primo target è già stato colpito ma volevo altre conferme prima di fare una piccola analisi. In particolare il prezzo del titolo era arrivato ad un punto cruciale, e il mercato era in attesa dei risultati 2020, che hanno premiato l'azienda bolognese.
Nonostante l'anno pandemico Hera si mostra in linea con la forza settoriale delle utilities, e riesce a portarsi a casa ricavi per un +2,4% rispetto al 2019. Sono state molte le operazioni intraprese dal management nel 2020, la più importante è la partership con Ascopiave che ha creato un grande volume di clienti nel nord-est Italia per le forniture energetiche. Bisogna segnalare che i flussi di cassa generati l'anno scorso saranno in grado molto probabilmente di sostenere l'aumento del dividendo per i prossimi anni. Ho già spiegato i motivi della forza del settore servizi energetici italiani nelle mie analisi su Snam, Italgas e A2A.
A livello settoriale e ciclico le utilities europee da inizio anno viaggiano in terreno moderatamente positivo (0,53%) e anche il trend di medio periodo sembrerebbe confermare questa direzione. L'Italia è in linea con la media europe con +0,46% YTD, perdendo qualche decimo di punto ma senza segni debolezza.
Dal punto di vista tecnico ci sono i presupposti per un'entrata long con un target zona 3.35 a +2,12%; un valore al di sotto zona 3.1 cambierebbe lo scenario di investimento. Da seguire gli sviluppi per ulteriori allunghi del titolo.
Dentro il FTSE MIB : "A2A consacra la stagione delle utilities"Continua in modo molto positivo la ripresa del settore utilities italiano che registra ormai performance importanti da inizio autunno 2020. Avevo già fatto delle analisi su Snam e Italgas, ed oggi sono qui a parlarvi di A2A, altra utilities che a mio parere registrerà delle variazioni positive nelle prossime settimane. C'è da dire che il settore italiano servizi energetici probabilmente è stato uno degli ultimi a riprendersi dallo shock di marzo 2020, ma ora i numeri sembrano parlare chiaro, anche se siamo lontani dai livelli pre-pandemici. Vorrei partire con il bilancio 2020 di A2A, che sembra avere dei risultati piuttosto buoni considerando il contesto, con dei volumi di investimenti notevoli. Il primo semestre è stato fortemente penalizzato dalle chiusure, ma i conti non si discostano molto da quelli del 2019. Bene anche l'attenzione che la società pone nei confronti delle start-up, che finanzia attraverso il suo fondo corporate venture. Il futuro di questa multiutility è legato a doppio filo con gli incentivi europei e il piano di transizione ecologica, che sta favorendo molte fornitrici di servizi italiane.
A livello settoriale e ciclico le utilities europee da inizio anno viaggiano in terreno moderatamente positivo (1,35%) e anche il trend di medio periodo sembrerebbe confermare questa direzione. Tuttavia l'Italia fa un'eccezione e ribalta il risultato in positivo portandosi per ora a casa un 1,11% YTD sul comparto servizi energetici, con un +0,89% da ieri!
Ci tengo a precisare come questo comparto stia beneficiando in europa di tassi bassi e rincaro dei prezzi delle materie prime; inoltre questo settore è in perfetta sintonia con
Dal punto di vista tecnico ci sono i presupposti per un'entrata long con un momentaneo target zona 1.54 a +2,21%; un valore al di sotto zona 1.441 cambierebbe lo scenario di investimento. Da seguire gli sviluppi per ulteriori allunghi del titolo.
Dentro il FTSE MIB : "Snam, ancora una utility nel mirino long"Buone notizie per gli investitori di Snam dopo la notizia di oggi in merito al raggiungimento di un accordo con Mubdala Investment Company per la collaborazione allo sviluppo di impianti alimentati a idrogeno negli Emirati Arabi. L'impegno delle utility italiane alla decarbonizzazione sembra essere premiato dai buyers, che hanno già spinto alcuni titoli oggetto di mie analisi a target, come Italgas (post del 15 marzo che allego qui in basso). Adesso gli occhi sono puntati su Snam, ed avvalorare l'ipotesi di una crescita delle aziende è anche la pressione sociale sulla transizione ecologica nonché i circa 3mld di euro del recovery fund che sembrerebbe siano destinati all'idrogeno, i quali indicano come ci sia attenzione sugli sviluppi in materia da parte delle istituzioni governative europee.
A livello settoriale e ciclico le utilities europee da inizio anno viaggiano in terreno moderatamente negativo (-0,22%) e anche il trend di medio periodo sembrerebbe confermare questa direzione. Tuttavia l'Italia fa un'eccezione e ribalta il risultato in positivo portandosi per ora a casa un 0,27% YTD sul comparto servizi energetici.
Dal punto di vista tecnico ci sono i presupposti per un'entrata long con un momentaneo target molto corto zona 4.671 a +1,13%; un valore al di sotto zona 4.402 cambierebbe lo scenario di investimento. Da seguire gli sviluppi per ulteriori allunghi del titolo.
Falck, prudenzaTeniamo bene a mente i due livelli di resistenza: una prima a 4,33 euro, una seconda a 4,72 euro. Occorre segnalare però che la media mobile veloce sta per incrociare al ribasso la lenta, segnale che potrebbe portare il titolo a ritracciare verso quota 3,8 euro. In generale le utilities, dopo il rimbalzo conclusosi a metà aprile stanno avviandosi verso una nuova fase di incertezza, con possibile test di minimi. Occorre prudenza fino a che il titolo non tornerà al di sopra del livello dei 4,70 euro.
FALCK RENEWABLESContinua la corsa della società che opera nel settore delle rinnovabili. dopo il brusco arresto a seguito dello stop sull'accordo Brexit di Ottobre si è ripresa e mostra segnali assolutamente positivi. dopo aver sfondato quota 3.9, spinta da un triangolo rialzista, potrebbe ritracciare leggermente (occasione per un Entry Point) per poi tornare sui livelli pre Stop Brexit..
ItalGas sfida importanteItalGas si trova a combattere con una resistenza importante in area 5.40 che potrebbe essere da spartiacque per i mesi a venire. Sto notando che tutte le Utilities stanno fornendo segni di resilienza importanti, situazione compatibile con quella attuale, ovvero una fase matura del ciclo economico generale Europeo ed addirittura un ambiente recessivo in Italia.
View sul titolo ENELIl titolo ENEL ha accelerato nell'ultima settimana dopo che la BCE ha rivelato di non rivedere i tassi fino a fine anno. La notizia agevola molto un settore difensivo ed altamente indebitato come quello delle utilities. ENEL dopo il rialzo da ottobre 2018, si trova al momento vicino ai massimi degli ultimi 10 anni. La candela (gravestone doji) disegnata in chiusura di settimana però potrebbe presagire una presa di profitto che potrebbe riportare i prezzi, anche visto l'ipercomprato degli indicatori, in area 5,3/5,4 con conseguente accumulo su tali livelli. La view sul settore resta comunque positiva.
Spread up, warning su Banche ed UtilitiesBrutte notizie, lo spread continua a non dare cenni di rientro. Al momento si trova a 275, ed ha già toccato 280 in intraday.
Finchè non farà una chiusura sotto i 260 si resterà in situazione di tensione.
Ovviamente con spread in salita ne risentiranno le banche ed le utilities, in particolare tutte quelle che hanno una grossa esposizione debitoria. Per cui occhi ad Enel e Unicredit.
#spread