Il miliardario invisibile che ha rivoluzionato la moda globaleAmancio Ortega è uno dei più grandi imprenditori del nostro tempo, con un patrimonio stimato superiore ai 69 miliardi di dollari. Eppure, per decenni, pochi hanno saputo come fosse fatto il volto di quest’uomo che ha costruito un impero da oltre 20 miliardi di dollari rimanendo nell’ombra.
Fondatore di Zara e della holding Inditex, Ortega ha cambiato radicalmente il mondo della moda e del retail. Prima di Zara, portare le tendenze delle passerelle nei negozi richiedeva circa sei mesi. Ortega rivoluzionò questo processo, riducendo i tempi a sole due settimane. Questa velocità senza precedenti ha reso obsolete le strategie dei brand tradizionali, che pianificavano le collezioni mesi prima. Zara, invece, osservava i trend emergenti e li metteva in vendita quasi immediatamente. Il segreto di questo successo è una gestione della supply chain senza pari. Ortega puntò sulla verticalizzazione della produzione, mantenendo internamente le fasi più critiche, a differenza dei concorrenti che esternalizzavano tutto per ridurre i costi. Questa scelta garantiva a Zara un vantaggio competitivo fondamentale: la rapidità.
Zara produce circa 11.000 articoli distinti ogni anno, contro i 2.000-4.000 dei concorrenti. Le spedizioni ai negozi avvengono due volte a settimana dal centro logistico centrale, eliminando la necessità di grandi magazzini e ritardi. Questa efficienza operativa permette a Zara di rispondere in tempo reale alle richieste del mercato, riducendo drasticamente il rischio di invenduti e sconti.
Ortega è celebre per la sua estrema riservatezza. Fino al 1999 non esisteva nessuna foto pubblica di lui. Vive ancora nella sua città natale in Galizia, senza lussi eccessivi, e dedica gran parte della sua filantropia a ospedali e ricerca sul cancro. Oltre a Zara e Inditex, Ortega possiede un vasto portafoglio immobiliare di pregio, con uffici a Londra, New York e Seattle, affittati a colossi come Apple, Amazon e Facebook. Solo questo patrimonio immobiliare è valutato oltre 6 miliardi di dollari, contribuendo a diversificare e rafforzare la sua ricchezza.
Idee della comunità
Quando un solo lavoro non bastaNegli ultimi mesi, sempre più americani si trovano nella necessità di dover avere più di un salario per far fronte ai costi crescenti delle necessità quotidiane. A giugno 2025, il numero di persone con più di un lavoro è salito di 282.000 unità, sfiorando la quota di 8,87 milioni. Tale livello supera di circa 800.000 persone il picco registrato durante la crisi finanziaria del 2008. Questo dato sottolinea come una fetta importante della forza lavoro americana viva oggi una realtà economica più difficile rispetto a quella di quasi vent’anni fa.
L’incidenza dei lavoratori con più impieghi sul totale dell’occupazione ha raggiunto il 5,5%, terzo valore più alto degli ultimi 16 anni. In particolare, sono aumentati in modo significativo anche i lavoratori che svolgono un lavoro full-time principale e contemporaneamente un secondo lavoro part-time. Questa categoria rappresenta il 3,1% dell’occupazione totale.
Questi numeri rivelano una realtà economica in cui molte famiglie americane non riescono più a sostenere le spese di base con un solo lavoro. L’aumento del costo della vita, inclusi affitti, beni alimentari, energia e assistenza sanitaria, spinge un numero sempre più ampio di persone a cercare anche un secondo impiego. È un segnale chiaro di come la perdita di potere d’acquisto reale stia influenzando direttamente il mercato del lavoro.
Dal punto di vista macroeconomico, questa dinamica segnala una pressione crescente sul budget delle famiglie, che può avere ripercussioni su consumi e risparmi, elementi fondamentali per la crescita economica. Sebbene il tasso di disoccupazione resta relativamente basso, il fenomeno del lavoro multiplo evidenzia che il mercato del lavoro americano soffre di una qualità dell’occupazione problematica, dove la stabilità e la sostenibilità economica non sono garantite.
Il livello crescente di lavoratori con più occupazioni può indicare un rallentamento dei consumi dovuto alla crescente difficoltà economica, che a sua volta può influire negativamente su settori chiave come la vendita al dettaglio, i servizi e l’immobiliare.
Bitcoin: Prevedere l'ATH del cicloIl prezzo del bitcoin ha toccato un nuovo massimo storico questo luglio, continuando così il ciclo rialzista legato all’halving della primavera 2024. Il calo della dominance del bitcoin da inizio luglio ha dato il via a una piccola altseason. A questo proposito, ti invito a rileggere le mie ultime analisi crypto nell’archivio delle analisi di mercato Swissquote. Puoi anche abbonarti al nostro account per ricevere un avviso ogni volta che pubblico una nuova analisi dei mercati crypto per Swissquote.
Cliccando sull'immagine qui sotto, puoi leggere la mia ultima opinione sulla sovraperformance di Ether, che ora prevedo possa durare fino alla fine del ciclo.
In questo nuovo articolo affronterò un tema importante: il prezzo massimo finale del ciclo del bitcoin previsto per quest'anno 2025. Pubblicherò presto un articolo dedicato al timing. Oggi ti presento tre strumenti da combinare per identificare una zona target per il prezzo finale del bitcoin entro fine anno.
1) Analisi tecnica con onde di Elliott su scala logaritmica
Il bitcoin sta attualmente formando l’onda 5 del ciclo rialzista iniziato nell’autunno 2022 attorno ai 15.000 dollari. Per calcolare gli obiettivi teorici dell’onda 5, si usano le estensioni di Fibonacci, in particolare le proiezioni dell’onda 3 e il movimento dal minimo dell’onda 1 al massimo dell’onda 3. Questo genera un intervallo di target compreso tra 145.000 e 170.000 dollari.
2) Strumento Pi Cycle Top Prediction
Il Pi Cycle Top si basa sull’interazione tra due medie mobili: la 111 giorni e la 350 giorni moltiplicata per 2. Storicamente, un incrocio rialzista della 111 MA sopra la 2×350 MA ha preceduto di pochi giorni i massimi di mercato del 2013, 2017 e 2021. Questo strumento cattura l’eccesso speculativo nella fase finale del bull market, ma può generare falsi segnali se usato da solo. Attualmente, la 2×350 MA si trova a circa 175.000 dollari.
3) Strumento Terminal Price
Il Terminal Price, sviluppato dall’analista Willy Woo, è un modello on-chain basato su dati fondamentali della rete Bitcoin. Combina il rapporto Prezzo/Thermocap (valore di mercato rispetto ai costi cumulati di mining) con una metrica logaritmica per stimare un tetto teorico. A differenza del Pi Cycle Top, non si basa sul prezzo ma sull’attività economica della rete. Attualmente si aggira intorno ai 200.000 dollari.
Usati insieme, questi tre approcci aiutano a individuare le zone probabili del massimo di ciclo. Il Pi Cycle Top segnala eccessi di momentum tramite dinamiche di prezzo, mentre il Terminal Price fornisce un limite superiore più fondamentale. La loro convergenza con l’analisi delle onde di Elliott e le estensioni di Fibonacci rafforza la probabilità di un top di ciclo a fine 2025 in un range tra 145.000 e 200.000 dollari.
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Quattro consigli per l’uso degli indicatori tecnici Gli indicatori tecnici rappresentano una componente fondamentale dell’analisi tecnica moderna e sono strumenti ampiamente usati sia dai trader alle prime armi che dai più esperti. Tuttavia, un utilizzo scorretto di questi strumenti può facilmente portare a errori di valutazione e a decisioni operative non ottimali.
Mantenere la semplicità
Una delle trappole più comuni in cui cadono molti trader è sovraccaricare il grafico con numerosi indicatori, credendo che un maggior numero di segnali conduca a performance migliori. In realtà, questa pratica rischia di confondere la lettura del mercato e aumentare l’indecisione operativa. E’ consigliabile non usare più di uno o due indicatori per volta. L’obiettivo è mantenere il grafico pulito e comprensibile, basandosi innanzitutto sull’analisi del movimento dei prezzi (price action) e utilizzando l’indicatore solo come supporto alla decisione.
Conoscere l’indicatore scelto
È fondamentale capire cosa misura concretamente ogni indicatore tecnico e quale algoritmo vi sia alla base. Un’errata comprensione può generare false sicurezze ed errori in fasi critiche. Solo analizzando logica e funzionamento dell’indicatore si sviluppa la fiducia necessaria per utilizzarlo anche nei momenti di drawdown o dopo una serie di perdite. Inoltre, la fiducia nell’indicatore scelto aiuta a mantenere disciplina e coerenza nel tempo, evitando il frequente abbandono prematuro delle strategie a fronte di risultati negativi temporanei.
Usare indicatori che si completano, non che si ripetono.
Molti indicatori derivano da algoritmi simili e, di conseguenza, offrono segnali sovrapposti. Ad esempio, Stochastic e RSI misurano entrambi le condizioni di ipercomprato/ipervenduto con principi matematici affini. Per ottenere un vantaggio reale, è più efficace combinare strumenti con logiche diverse, ad esempio un oscillatore insieme a un indicatore di trend. Così si evitano “segnali doppi” e si ottiene una conferma più robusta per le decisioni di trading.
Fare sempre riferimento alla price action.
Gli indicatori non dovrebbero mai sostituire l’analisi del prezzo, che resta la base di ogni strategia efficace. Trend e livelli di struttura (supporti/resistenze, massimi e minimi chiave) vanno sempre analizzati prima di applicare qualsiasi indicatore. Gli indicatori devono essere utilizzati come conferma e mai come unico criterio decisionale. La price action fornisce infatti il quadro reale della domanda e dell’offerta in corso sul mercato.
Indicatori come strumenti, non scorciatoie
Gli indicatori tecnici sono risorse preziose, ma non soluzioni magiche. Vanno integrati in una strategia solida, affiancati da una gestione del rischio consapevole e da una comprensione approfondita del mercato su cui si opera. I trader più costanti adottano pochi indicatori chiave e preferiscono strategie semplici e replicabili rispetto a configurazioni troppo complesse e confusionarie.
Berkshire Bullish Engulfing... primo step per un'inversione?Berkshire ha avuto una fase di storno piuttosto importante e in queste ultime candele sembra esserci un tentativo di inversione al rialzo.
ATTENZIONE: non è ancora sicuro di essere dentro un'inversione
La presenza di una Engulfing (seppur un po sporca) ci permette di intuire che forse il titolo è stato già abbastanza stressato.
Un bullish engulfing è un pattern di candele giapponesi che si verifica in un trend ribassista e segnala un potenziale inversione rialzista.
È composto da due candele:
Prima candela: Una candela ribassista (rossa o nera) di dimensioni relativamente piccole, che riflette la continuazione del trend al ribasso.
Seconda candela: Una candela rialzista (verde o bianca) più grande, che "ingloba" completamente il corpo della candela precedente, aprendo a un prezzo inferiore al minimo della candela ribassista e chiudendo sopra il massimo di essa.
Significato
Indica che i compratori hanno preso il controllo dopo un periodo di vendite, suggerendo un possibile cambio di tendenza verso un rialzo.
È più significativo se appare vicino a livelli di supporto chiave o dopo un forte trend ribassista.
La conferma del pattern richiede spesso ulteriori segnali, come un aumento del volume o una candela rialzista successiva.
Chart di Capital.com
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Risk Disclaimer
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Il giappone è a rischio recessione?Negli ultimi mesi, l’economia giapponese mostra segnali sempre più chiari di rallentamento, con i dati recenti che alimentano le preoccupazioni circa l’entrata in recessione del Paese.
A giugno 2025, le esportazioni giapponesi sono diminuite dello 0,5% su base annua, segnando il secondo calo mensile consecutivo. La contrazione è stata particolarmente marcata nell’export di automobili e acciaio, rispettivamente calati del 27% e del 29% su base annua. Gran parte di questa decrescita è imputabile all’introduzione di tariffe statunitensi aggressive, che hanno imposto un aumento dei costi sui prodotti esportati dal Giappone, soprattutto nel settore automobilistico.
Il calo delle esportazioni pesa gravemente su un’economia già indebolita: nel primo trimestre del 2025 il PIL giapponese si è contratto del 0,7% su base annua e dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Secondo le definizioni convenzionali, due trimestri consecutivi di crescita negativa indicano una recessione tecnica. In questo contesto, vista la probabile prosecuzione del calo delle esportazioni nel secondo trimestre a causa delle tariffe e della debole domanda globale, il rischio che il Giappone stia entrando in recessione è molto concreto.
Ulteriori segnali di rallentamento arrivano dagli indicatori economici anticipatori. Il Leading Economic Index (LEI) giapponese, che rappresenta un indicatore predittivo del ciclo economico, è ulteriormente sceso a maggio 2025, dietro soprattutto a un calo delle nuove costruzioni e a pressioni inflazionistiche che riducono il potere d’acquisto reale. Anche la fiducia dei consumatori si è indebolita, complice l’inflazione persistente che erode i salari reali e frena la domanda interna.
Nonostante questi dati preoccupanti, alcune parti dell’economia mostrano resilienza o segnali di investimento: la spesa privata per investimenti è cresciuta nel primo trimestre, indicativa di un certo ottimismo in settori legati alla tecnologia e all’automazione. La politica monetaria è al centro dell’attenzione. La Banca del Giappone, dopo anni di tassi ultra-bassi, ha iniziato a considerare aumenti graduali per contenere l’inflazione e rafforzare la valuta. Si attende che i tassi a breve termine salgano allo 0,75% entro fine 2025, con ulteriori rialzi semestrali nel biennio successivo.
Per chi opera sui mercati finanziari e nel trading, questa situazione implica un quadro di crescente incertezza e volatilità. La potenziale recessione in Giappone può pesare su asset legati al paese, come yen, azioni e titoli di stato, e influenzare le dinamiche di catene globali del valore soprattutto in settori chiave come l’automotive e l’acciaio. È cruciale monitorare da vicino i dati sui prossimi trimestri, le mosse della Banca del Giappone e l’evoluzione delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
1° Step - Introduzione all'analisi graficaBuon sabato a tutti i trader in questo nuovo video di formazione, voglio portare il metodo, che ho studiato anch'io, nell'analisi grafica, per capire e leggere i grafici che vedo sullo schermo.
Quindi oggi iniziamo un viaggio affascinante nel mondo del trading, e lo facciamo partendo dalle basi, da quello che è il vero cuore pulsante di ogni decisione informata: l'analisi grafica.
Molti pensano che il trading sia solo numeri e calcoli complessi, ma in realtà, gran parte del lavoro si basa sulla capacità di 'leggere' il mercato attraverso le immagini, i grafici. È un po' come imparare un nuovo linguaggio, il linguaggio dei prezzi, che ci racconta storie di domanda e offerta, di paura e avidità, di opportunità e rischi.
In questo primo step, voglio spiegarvi proprio questo: come approcciare l'analisi grafica. Vedremo insieme cosa sono quei 'bastoncini' colorati che vedete sui grafici, come si muovono i prezzi e quali sono i primi segnali da cercare per capire cosa sta succedendo.
Non preoccupatevi se vi sembra tutto nuovo, lo renderemo semplice e intuitivo. L'obiettivo è darvi gli strumenti per iniziare a interpretare autonomamente i movimenti del mercato.
Fibbonacci i livelli chiave e come leggerli:
Nel caso di un mercato rialzista, si misurano i ritracciamenti dal minimo al massimo del movimento in questione. I livelli di ritracciamento di Fibonacci più comuni e osservati sono:
23.6%: Questo è un ritracciamento relativamente superficiale. Se il mercato ritraccia solo fino a questo livello, spesso indica una tendenza rialzista molto forte, dove i compratori sono ansiosi di intervenire anche dopo un piccolo pullback.
38.2%: Questo è un livello di ritracciamento più comune e significativo. Molti trader considerano questa zona come una potenziale opportunità di "buy the dip" (comprare sul ribasso) in una tendenza rialzista sana.
50%: Anche se non è un numero derivato direttamente dalla sequenza di Fibonacci, il livello del 50% è ampiamente utilizzato e rispettato dai trader per la sua importanza psicologica. Un ritracciamento a questo livello indica una correzione moderata.
61.8%: Questo è considerato il "Golden Ratio" (rapporto aureo) ed è uno dei livelli di Fibonacci più importanti. Un ritracciamento a questo livello è ancora considerato un pullback sano all'interno di una tendenza rialzista forte. Spesso, se il prezzo regge questo livello e inverte, la tendenza è probabile che continui.
78.6% (o 76.4%): Questo è un ritracciamento più profondo. Se il mercato ritraccia fino a questo livello, potrebbe indicare una debolezza della tendenza rialzista e una maggiore probabilità di una potenziale inversione di trend, sebbene possa ancora essere considerata una correzione all'interno della tendenza principale.
Pronti? Iniziamo a decifrare il linguaggio dei grafici!"
Un abbraccio a tutti
Grazie ciao Mauro
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
Traders, quanto avete guadagnato nel 2024?Chart di Capital.Com
È una provocazione, per carità non rispondete.
I numeri del trading
I broker che ci dànno la possibilità di fare trading con i cfd, hanno l'obbligo di comunicare in modo ben visibile nei loro siti la percentuale dei conti di trading che risultano in perdita.
Seppure con qualche differenza tra un broker e l'altro, i numeri mediamente dicono che tra il 75% e l'80% di chi si cimenta con questa attività perde soldi.
Operazioni suggerite
Il 17 gennaio del 2024 ho iniziato ad introdurre alcune tipologie di analisi che contengono indicazioni operative ben precise.
Intendo ipotesi di trade con chiare indicazioni di:
ivello di entrata
stop loss
take profit
A scanso di equivoci, non offro alcun servizio di trading a pagamento: segnali, formazione e quant'altro.
Tutto ciò che comunico su questa piattaforma è esclusivamente a scopo didattico e informativo.
Essendo un consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede, la normativa mi consente di dare raccomandazioni di investimento.
Tuttavia non di tipo generico.
Posso fornire consulenza e consigli di investimento solo personalizzati, cioè previo consenso e sulla base di precise raccolta di informazioni che la legge prescrive puntualmente (Mifid e altro).
Ciò che faccio quotidianamente nel mio lavoro.
Questo è il motivo per cui nel contesto di TradingView non è possibile, anzi è vietatissimo, fornire consigli di investimento.
Ciò chiarito, tenuto conto della natura puramente informativa dei contenuti delle analisi proposte, a titolo puramente statistico ho elaborato un report delle indicazioni operative fornite in questi mesi.
Emergono, come vedremo, risultati interessanti che mi auguro siano da stimolo per un approccio più asciutto, semplicistico ed essenziale a questa meravigliosa attività.
Il mio approccio al trading è, per scelta, di tipo “tradizionale”, discrezionale e fatto da un consumo responsabile (minimo possibile) di indicatori privilegiando piuttosto la price action.
Tuttavia, è una scelta personale e non ha pretese di essere migliore rispetto ad altre.
Come dico sempre: se funziona tutto va bene.
Non amo la complessità sui grafici, mi affido piuttosto all'esperienza che da sola e volentieri, per quel che mi riguarda, riesce a farmi rinunciare ad una selva di indicatori.
Report operatività
Con piacere condivido il mio pensiero ed il mio approccio al trading, ciò detto andiamo al sodo.
In sintesi questi sono i risultati dal 17/1/24 al 31/3/25:
107 operazioni suggerite, 74% a target
Il money management prevede di mettere a rischio in ogni operazione 1% non del capitale versato ma dell'equity. Quando una strategia risulta profittevole, questo garantisce un formidabile effetto di capitalizzazione composta (compounding effect).
list]Tra i vari possibili take profit suggeriti ho scelto sempre quello più conservativo, cioè più vicino al livello di entry.
Non si tiene conto di:
spread
allargamento spread
imposte
slippage
swap
Il risultato è, come detto, che il 74% dei trades è andato a target con un reward/risk medio di circa 1:1.
Una performance tripla rispetto, ad esempio, allo S&P500.
Performance migliore anche del Ftse-mib, e dei BTP.
Non avendo personalmente fatto tutte le operazioni suggerite, non posso fornire il report analitico della piattaforma di trading poiché parziale.
Invece, ho elaborato con un software di analisi che uso per lavoro le singole operazioni suggerite.
Per chi fosse curioso, volentieri fornisco l'analisi completa.
GameStop. La lezione della visione controcorrente La storia offre spesso esempi potenti di come la convinzione e la strategia possano prevalere anche di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili. La vicenda GameStop del gennaio 2021 illustra perfettamente questo principio.
Nel gennaio 2021, il titolo GameStop era scambiato intorno ai 17 dollari per azione, con un interesse allo short superiore al 100% delle azioni disponibili. Hedge fund e investitori istituzionali puntavano sul fallimento del “retailer in difficoltà”. Ma un trader retail, Keith Gill, noto come “Roaring Kitty”, aveva una visione diversa. Gill aveva accumulato posizioni in GameStop fin dal 2019, convinto che il mercato sottovalutasse il potenziale dell’azienda. Pubblicò analisi e operazioni su Reddit, costruendo una comunità di investitori retail. Quando il prezzo iniziò a salire rapidamente, da 17 a oltre 300 dollari in poche settimane, molti avrebbero venduto per incassare i profitti. Gill invece mantenne la posizione, esercitando anche opzioni per acquistare ulteriori azioni. La resistenza di Gill e della comunità di piccoli investitori scatenò un short squeeze che causò perdite miliardarie a hedge fund come Melvin Capital, costringendoli a chiedere fondi di emergenza.
La vicenda portò a un’attenzione senza precedenti sulle dinamiche di mercato, con broker che limitarono le negoziazioni. Nel caso GameStop, la vera battaglia non fu solo numerica o finanziaria, ma culturale e psicologica. Questi episodi mostrano come una “variant perception”, una visione differente rispetto al consenso, possa trasformare una situazione disperata in un’opportunità. Molti investitori seguono la massa. Comprano ciò che è popolare e vendono ciò che è ciò che non fà notizia. Ma le opportunità più grandi si nascondono proprio nei “gap” tra realtà futura e percezione presente, dove pochi hanno il coraggio di guardare. Oggi, questa filosofia guida molti investitori che cercano di identificare trend sottovaluta.
In definitiva, la lezione di GameStop è chiara. Quando tutti scappano, è il momento di chiedersi se si crede davvero in ciò che si possiede o se si sta solo seguendo la folla. La differenza tra questi atteggiamenti può determinare il successo o la sconfitta.
Guida pratica al trading con levaIl trading nei mercati del forex, degli indici o delle materie prime si effettua per la maggior parte attraverso derivati che utilizzano la cosiddetta leva finanziaria.
Cos’è la leva finanziaria
La leva finanziaria permette a un trader di controllare una posizione più grande rispetto al capitale che ha effettivamente sul conto. È come un “moltiplicatore” che il broker mette a disposizione: ad esempio, con una leva x10, x50 o x100, puoi muovere una quantità di denaro dieci, o cinquanto o addirittura cento volte superiore rispetto al tuo deposito iniziale.
Esempio pratico:
Con 1.000 euro e una leva x50, puoi aprire una posizione da 50.000 euro. Se il mercato si muove in tuo favore di una piccola percentuale, il guadagno verrà “amplificato” dalla leva, moltiplicando i profitti. Ma attenzione lo stesso vale per le perdite, che possono superare facilmente il capitale investito inizialmente.
Costi della leva
Il broker chiede una “garanzia” detta margine (solitamente una piccola percentuale della posizione totale) e ti addebita una commissione o un interesse giornaliero per ogni giorno in cui tieni la posizione aperta. Questi costi possono incidere sui profitti, quindi è fondamentale tenerne conto quando decidi quanto tempo lasciare attiva una posizione.
Vantaggi e rischi
Capitale ridotto. La leva permette anche a chi ha poco capitale di accedere a posizioni di maggior valore.
Profitti amplificati. Un piccolo movimento di prezzo può generare profitti ragguardevoli, grazie alla leva.
Perdite amplificate. Anche le perdite vengono moltiplicate. Un movimento contrario può azzerare il capitale investito molto rapidamente.
Margin call. Se le perdite superano il margine depositato, il broker può chiudere automaticamente la posizione o chiederti di versare altri fondi per coprire la perdita.
Costi aggiuntivi. Gli interessi, solitamente noti come costi di swap o commissioni overnight possono incidere sul guadagno netto.
L’importanza del stop loss e della gestione del rischio
Per difendersi dalle perdite, il trading con leva richiede una gestione del rischio rigorosa.
Stop Loss. Imposta sempre uno stop loss. È un ordine automatico che chiude la posizione se il prezzo raggiunge una soglia prestabilita, limitando la perdita.
Calcolo del rischio. Prima di aprire ogni operazione, definisci quanto sei disposto a perdere. Un buon trader non rischia mai più di una piccola parte del suo capitale in una singola operazione.
Attenzione alla volatilità. In mercati molto volatili, anche uno stop loss può non proteggere completamente da slippage o perdite superiori al previsto.
Conclusioni
La leva nel trading è uno strumento potente ma va usata con consapevolezza. Amplifica sia i guadagni che le perdite. Prima di utilizzare la leva, informati, fai simulazioni, sfrutta conti demo e valuta accuratament la gestione del rischio. Solo così potrai sfruttare al meglio le opportunità dei mercati finanziari, evitando di mettere a rischio l’intero capitale
Analisi del dato CPI USA di giorno 15 Luglio 2025Il CPI, ovvero l’Indice dei Prezzi al Consumo, misura come cambiano mediamente i prezzi che i consumatori americani pagano per beni e servizi. È il dato sull’inflazione più seguito dai mercati finanziari. Le sue variazioni influenzano le politiche della Federal Reserve, i tassi di interesse e l’andamento di azioni, obbligazioni e cambi forex.
Inflazione in ripresa
Il dato CPI pubblicato il 15 luglio 2025 ha mostrato un’inflazione annua del 2,7%, in aumento rispetto al 2,4% precedente e segnalando il secondo rialzo consecutivo. In termini mensili, i prezzi sono saliti dello 0,3%. Anche l’inflazione “core”, che esclude le componenti più volatili come cibo ed energia, è leggermente aumentata al 2,9% annuo. Questi numeri indicano che, pur oscillando sotto i massimi degli ultimi anni, l’inflazione rimane persistente. La conseguenza principale è che diventa meno probabile un taglio imminente dei tassi d’interesse.
Analisi dettagliata
Molti si fermano al dato principale, ma il vero impatto sui consumatori (e sui mercati) si avverte nei dettagli. Diverse categorie di spesa primaria stanno infatti mostrando crescite ben superiori al dato generale:
Gas metano per uso domestico: +14,2%. Un rincaro notevole che pesa sulle bollette delle famiglie, specialmente con la stagione calda in corso.
Assicurazione auto: +6,1%. Un trend che si conferma e colpisce milioni di persone.
Elettricità: +5,8%. Continua a trainare l’inflazione energetica complessiva.
Carne, pollame, pesce e uova: +5,6%. I prezzi dei prodotti alimentari di base restano elevati.
Riparazione auto: +5,2%. Ricambi e manodopera sempre più costosi.
La componente “owners equivalent rent”, che riflette il costo teorico dell’abitare in casa di proprietà è aumentato del +4,2%.
Servizi ospedalieri: +4,2%.
Affitti: +3,8%. Gli aumenti degli affitti continuano a premere sulle famiglie.
Pasti fuori casa: +3,8%. Mangiare al ristorante diventa sempre più caro.
Il dato aggregato “moderato” maschera l’aumento consistente dei prezzi per molte necessità quotidiane: questa differenza è fondamentale per capire la reale pressione inflazionistica vissuta dalle famiglie americane.
Conclusioni
Chi opera sui mercati dovrebbe guardare oltre il dato principale del CPI, monitorando le tendenze delle singole componenti e valutando come queste possono impattare i diversi strumenti finanziari. Solo così è possibile valutare i movimenti della Federal Reserve e individuare le vere opportunità di investimento.
#AN021: Minacce TRUMP sui Dazi e le tensioni FOREX
I mercati globali si svegliano in un clima da guerra fredda valutaria. Salve sono il Trader Andrea Russo e oggi voglio parlarvi delle ultime notizie.
A incendiare la giornata è Donald Trump, che da un comizio in Ohio ha lanciato una raffica di minacce:
“Se sarò rieletto, metterò dazi del 60% su tutta la Cina, del 20% sul Messico e del 10% sull’Unione Europea. E a Putin dico chiaro: se continuerai ad aiutare la Cina a eludere i nostri embarghi, colpiremo anche la Russia.”
Le parole sono rimbalzate sui desk delle banche d’investimento globali, scatenando una reazione immediata sul dollaro e sulle valute emergenti.
I mercati reagiscono: USD vola, GBP e NOK in allerta
Il dollaro USA ha guadagnato terreno contro quasi tutte le principali valute, mentre il GBP crolla sotto pressione per i timori di un taglio BoE e un mercato del lavoro in rallentamento.
La coppia GBP/NOK, in particolare, mostra segnali di breakout ribassista strutturato: la sterlina è sotto pressione doppia (politica interna + guerra dei dazi), mentre la corona norvegese beneficia indirettamente dell’aumento dei prezzi energetici e del sentiment pro-commodity.
CPI USA alle 14:30: il vero detonatore
Alle 14:30 italiane uscirà il dato sull’inflazione core USA. Il consensus è al +3.4%, ma un dato superiore potrebbe spingere la Fed a rimanere più hawkish a lungo. Questo rafforzerebbe il dollaro e creerebbe nuove onde d’urto sulle valute deboli e sulle emergenti.
In particolare:
USD/JPY potrebbe rompere sopra 162.00 con forza.
GBP/USD rischia una rottura sotto 1.29.
USD/SEK e USD/MXN sono le coppie chiave da osservare per movimenti esplosivi.
Trump vs Powell: resa dei conti
Nel frattempo, cresce il timore di un attacco diretto di Trump alla Fed. Secondo Deutsche Bank, i mercati stanno sottovalutando la possibilità che Trump tenti di rimuovere Jerome Powell se tornasse alla Casa Bianca.
“Il mercato sta ignorando la variabile Trump-Powell. Se ci prova davvero, il dollaro potrebbe crollare del 4% in una settimana,” – Deutsche Bank
Stiamo per entrare nel miglior momento del mese per il Forex. Chi sbaglia tempo oggi, brucia capitale. Chi aspetta il segnale giusto, può cavalcare il trend che nasce da una crisi globale annunciata.
La morosità sulle carte di credito negli USANegli Stati Uniti, il fenomeno delle morosità sulle carte di credito sta attirando crescente attenzione per il suo impatto sull’economia e sulle famiglie. Nel primo trimestre del 2025, la quota di saldi delle carte di credito presso le grandi banche con pagamenti in ritardo di oltre 30 giorni ha raggiunto il 3,40%, uno dei livelli più alti degli ultimi 13 anni. Questo dato segnala un aumento significativo delle difficoltà finanziarie per molti consumatori americani.
Cosa significa la crescita delle morosità
La morosità indica il ritardo nei pagamenti rispetto alla scadenza prevista. Nel caso delle carte di credito, un saldo con 30 giorni di ritardo significa che il titolare non ha effettuato almeno il pagamento minimo entro un mese dalla data dovuta. Nel primo trimestre 2025, anche i ritardi più gravi, come quelli oltre 60 e 90 giorni, hanno raggiunto livelli prossimi ai massimi storici, rispettivamente al 2,47% e 1,77%.
Parallelamente, il tasso di charge-off netto, cioè la quota di debiti considerati irrecuperabili e quindi cancellati dai bilanci delle banche, è salito al 5,99%, il più alto dal 2012. Questo indica che non solo i ritardi nei pagamenti sono aumentati, ma anche le perdite effettive per gli istituti di credito.
Le cause dietro l’aumento delle morosità
Aumento dei tassi di interesse: Il tasso medio sulle carte di credito ha raggiunto il 24,62%, un record storico. Questo rende più costoso il credito e aumenta la difficoltà nel ripagare i debiti.
Pressioni economiche sui consumatori: L’inflazione persistente, l’aumento dei prezzi di beni essenziali e l’incertezza economica hanno ridotto il potere d’acquisto e la capacità di risparmio delle famiglie.
Ripresa della spesa post-pandemia: Molti consumatori hanno accumulato debiti durante la pandemia e ora faticano a rientrare nei pagamenti regolari.
Implicazioni per l’economia e per i trader
L’aumento delle morosità sulle carte di credito è un indicatore importante di stress finanziario tra i consumatori. Storicamente, un incremento significativo di questi dati può anticipare rallentamenti economici o recessioni, poiché la domanda dei consumatori tende a ridursi quando aumenta il peso del debito.
I possibili impatti sui mercati finanziari.
Settore bancario e finanziario. Un aumento dei charge-off può influenzare negativamente i titoli bancari.
Settore dei consumi. Se i consumatori riducono la spesa per far fronte ai debiti, le aziende del settore potrebbero vedere cali di fatturato.
Politica monetaria. Dati di morosità in crescita possono spingere le banche centrali a rivedere i tassi di interesse o adottare misure di stimolo.
In sintesi, l’aumento delle morosità sulle carte di credito negli USA rappresenta un segnale di allarme sulla salute finanziaria delle famiglie e sull’andamento dell’economia, con importanti implicazioni per chi opera nei mercati finanziari.
OPEC+ annuncia un aumento della produzioneNelle ultime settimane, l’OPEC+ ha annunciato un aumento della produzione petrolifera di 548.000 barili al giorno (kbd), una cifra superiore alle attese degli analisti. Questo incremento fa presagire un possibile annullamento completo dei tagli produttivi pari a 2,2 milioni di barili al giorno (mbd), più un’aggiunta di 0,3 mbd derivante dall’aumento della quota degli Emirati Arabi Uniti, entro settembre 2025. Contemporaneamente, Saudi Aramco ha rialzato il prezzo ufficiale di vendita (OSP), ma il mercato sembra mantenersi stabile, con quotazioni simili a quelle della settimana precedente.
Produzione e domanda
A dicembre 2024, pochi avrebbero scommesso che il mercato potesse avvicinarsi all’equilibrio con un parziale smantellamento dei tagli produttivi. Oggi, la situazione appare più complicata: la domanda globale sembra in leggero calo, mentre la produzione statunitense, pur inferiore alle aspettative, ha mostrato dati robusti fino ad aprile 2025, secondo i dati dell’EIA. Le previsioni sul futuro della produzione Usa, restano incerte.
Le incognite e le prospettive future
L’aumento di produzione da parte dell’Arabia Saudita è considerato reale e sostenibile.
La Russia potrebbe incrementare la produzione, anche se la tempistica resta incerta.
Gli Emirati Arabi Uniti e l’Iraq rappresentano ulteriori variabili, con dati di produzione e esportazione non sempre chiari, complicati dalla possibile miscelazione di condensati e prodotti raffinati.
Sul fronte non-OPEC, la produzione è relativamente certa, con nuovi progetti come Mero-4 in Sudan che hanno iniziato a produrre a maggio 2025.
Conclusioni
Il mercato petrolifero globale si trova in una fase di grande incertezza, con modelli previsionali che si sono dimostrati meno affidabili del previsto. La complessità delle dinamiche di offerta e domanda, unita a fattori geopolitici e tecnici, rende difficile formulare previsioni certe. Monitorare costantemente i dati reali di produzione e scorte rimane la strategia migliore per navigare un mercato ancora molto volatile.
#AN020: Dazi USA, Euro Debole, USD Forte, Forex a Rischio?
1. Nuove minacce di dazi USA contro UE e Canada
Durante il fine settimana, il Presidente Trump ha annunciato l’invio di lettere formali che introducono nuovi dazi: 35 % sulle merci canadesi e potenziali tariffe anche per l’UE (15‑20 %)
Contesto: il ritorno del protezionismo alimenta l’incertezza.
Effetto sui mercati: spostamento verso valute rifugio — il dollaro americano guadagna terreno, mentre EUR/USD e USD/CAD restano sotto pressione.
2. EUR/USD sotto 1.1700
La coppia EUR/USD ha chiuso la settimana al di sotto di 1,1700, senza riuscire a recuperare.
3. GBP/USD perde terreno
Il cross GBP/USD è sceso sotto 1,3500, toccando i minimi di tre settimane.
Fattori: dati del PIL UK deludenti + rafforzamento USD.
Impatto: pressione sulla sterlina, possibile continuazione della tendenza ribassista fino a 1,3420 se non emergono dati migliori.
4. USD/JPY vicino a 147,50
Il dollaro ha raggiunto nuovi massimi di due settimane nei confronti dello yen, toccando 147,50.
Cause: fuga dal rischio e riduzione delle attese di intervento BoJ.
Prospettive: se il sentiment globale resta avverso, l’USD/JPY potrebbe puntare verso i 148,00.
5. Oro e asset rifugio in ripresa
L’incertezza commerciale sostiene l’oro, risalito vicino a 3 360 $/oncia .
Prospettiva: aumenta la volatilità e la preferenza per USD e JPY; l’Oro agirà come sentinella della paura sui mercati.
🔍 Sintesi impatti sui mercati Forex
EUR/USD Più debole: spinta verso 1,1600 a causa dei timori commerciali e del rafforzamento USD
GBP/USD In ribasso: sotto pressione dati UK + avversione al rischio
USD/JPY In salita: rifugio in USD e possibile break sopra 148
USD/CAD Volatile: dazi Canada penalizzano CAD, ma prezzi petrolio e reazioni BoC da monitorare
Oro & XM ORO rafforzato, segnale di rischiosità, supporto USD; JPY e USD beneficiano
#AN019: Le valute digitali (CBDC) cambieranno il Forex
Come il mondo delle valute digitali ufficiali (CBDC) sta già intervenendo nel Forex, aprendo nuove opportunità poco considerate altrove. Salve, sono il Trader Forex Andrea Russo.
Da un lato, Shangai sta valutando le contromisure verso stablecoin e criptovalute, inclusi yuan-preggiati, mentre la Cina si avvicina a un ragionevole passaggio verso una sua versione “soft” di stablecoin, dopo anni di restrizioni sul crypto trading. Dall’altro, il Pakistan mette a regime un CBDC pilota, allineandosi ad una svolta epocale: ora è lui stesso a modellare il suo sistema monetario digitale, con impatti diretti su inflazione, riserve e cross valutari .
Queste iniziative non sono isolate. Si inseriscono in un fenomeno globale: oltre 130 banche centrali studiano o testano CBDC, con Europa, Cina e Medio Oriente in prima linea. L’ostilità americana (es. divieto di digital dollar) rischia di spingere altri a consolidare proprie valute digitali come scudo geopolitico e finanziario.
Nel Forex, queste novità possono generare contraccolpi già nel breve termine:
Cambio EUR/CNY o INR: CBDC retail + wholesale faciliteranno interscambi diretti, riducendo la dipendenza dal dollaro, e potenzialmente dando luogo a nuove correnti di flusso nei cross asiatici.
Riduzione costi e tempi transfrontalieri: sistemi come mBridge (Cina, Hong Kong, Thailandia, UAE, Arabia Saudita) permetteranno transazioni immediate e valute digitali incrociate, abbattendo il predominio SWIFT e favorendo una minore domanda USD nei pagamenti.
Nuovo paradigma nei tassi: i CBDC possono includere tassi d’interesse programmati, creando pressioni concorrenziali su swap e futures, e costringendo le banche centrali tradizionali a chiarire le loro strategie.
Valute rifugio digitali: se EUR o CNY diventano interoperabili a livello globale, potrebbero emergere nuove forme di rifugio valutario, con impatti su cross come EUR/USD, USD/CNY, INR/USD.
Conclusione operativa per trader Forex:
Presto entreremo in un territorio inesplorato: non si tratterà solo di valutare banche centrali e PMI, ma di capire se e quando i sistemi di pagamento digitali ufficiali avranno impatto reale sulle rotte valutarie.
Per chi vuole anticipare i flussi:
Monitorare i piloti dei CBDC in Asia e Medio Oriente.
Tenere d’occhio l’adozione retail nei paesi BRICS: nei prossimi trimestri, potremo assistere a flussi diretti da USD a CNY, INR, AED digitali.
Valutare possibili long su cross digital-friendly (es. USD/INR digital) e short su USD legati all’interesse nelle stablecoin.
Il Forex sta entrando nella sua nuova era digitale: la domanda è una sola: sei pronto a navigarla?
Analisi del dato Unemployment Claims del 10 luglio 2025Cos’è il dato sulle Unemployment Claims
Le Unemployment Claims misurano quante persone hanno fatto richiesta per la prima volta del sussidio di disoccupazione durante la settimana precedente. È un dato pubblicato ogni giovedì dal Dipartimento del Lavoro USA e viene considerato un “leading indicator”, cioè un segnale anticipatore dei trend del mercato del lavoro.
I numeri di questa settimana
Richieste iniziali pari a 227.000 (in calo di 5.000 rispetto alla settimana precedente e sotto le attese di 235.000)
Media mobile 4 settimane a 235.500 (in diminuzione, segno di un trend più stabile)
Richieste continuative pari 1,97 milioni (in aumento di 10.000, massimo dal novembre 2021)
Come interpretare questi dati
Il calo delle richieste iniziali indica che i licenziamenti restano contenuti, ma l’aumento delle richieste continuative suggerisce che chi perde il lavoro fa più fatica a trovarne uno nuovo.
Mercato del lavoro resiliente ma meno dinamico. Nonostante la disoccupazione sia ancora bassa, la fase di assunzioni è rallentata e chi cerca lavoro impiega più tempo a ricollocarsi.
Impatto delle tariffe. Le nuove tariffe commerciali e l’incertezza economica stanno portando le aziende a essere più caute nelle assunzioni e a ridurre i piani di espansione.
In sintesi
Il dato del 10 luglio 2025 conferma un mercato del lavoro ancora solido, ma con segnali di raffreddamento sotto la superficie. In questa fase, la gestione del rischio e la flessibilità restano le chiavi per navigare la volatilità dei mercati
#AN018: Shock estivo, i dazi, i ritardi della Fed e dollaro
Negli ultimi giorni il mondo Forex ha vissuto una sequenza di eventi chiave che potrebbero ridefinire l’assetto valutario globale nei prossimi mesi. Il rischio sul dollaro è diventato strutturale, la minaccia di dazi torna a moltiplicarsi, e la combinazione tra incertezza geopolitica e politica monetaria crea un mix quanto mai rischioso per i tassi di cambio.
Partiamo dal verbale della Fed: Jerome Powell ha attribuito al rischio dazi il motivo principale per il rinvio di possibili tagli dei tassi. Le aspettative di mercato si stanno riallineando verso un ciclo rateo più lungo, alimentando un clima di incertezza globale. Parallelamente, Goldman Sachs avverte che il dollaro sta sempre più muovendosi come una valuta ‘rischiosa’, correlata ai mercati azionari, un comportamento da emergente più che da rifugio sicuro.
Sul fronte geopolitico, il presidente Trump ha rilanciato la guerra dei dazi: annunci di tariffe fino al 35% su Canada, fino al 20% su Europa e 50% su rame dal Brasile hanno fatto galoppare la volatilità nei futures e riportato il dollaro in rally breve . Ma è Deutsche Bank a lanciare l’allarme: il periodo estivo con scarsa liquidità e tensione commerciale in aumento rappresenta un potenziale detonatore per turbolenze valutarie prolungate.
Il Financial Times prefigura uno scenario in cui il dollaro perde terreno come valuta dominante, aprendo a un mondo valutario multipolare in cui euro, renminbi, oro e persino cripto possono guadagnare terreno
L'impatto sul Forex:
USD: la narrativa cambia: non più rifugio netto, ma asset correlato ai cicli politici e di rischio. La debolezza dell’indice DXY nel primo semestre 2025 (-10%) riflette questa transizione .
EUR/USD: potenzialmente favorito se il dollaro prosegue nel suo consolidamento. Tuttavia, i nuovi dazi e l’incertezza USA–EU potrebbero fornire supporto temporaneo al biglietto verde.
USD/JPY e USD/CHF: questi cross saranno soggetti a maggiore volatilità, con il prossimo catalizzatore nei verbali Fed e le cadenze sui dazi. Le valute rifugio si rafforzano nelle fasi di incertezza.
CAD, AUD, NZD: penalizzati da dazi su Canada e Brasile e da dollaro debole. L’OPEC+ e le tensioni geopolitiche potrebbero spingere le materie prime, ma servono conferme dati.
Correlazione incrociata di una commodity: USD/CAD potrebbe rimbalzare se il petrolio perde slancio, mentre AUD/JPY è sensibile sia alla RBA che al maggiore rischio globale.
Conclusione:
Il quadro valutario attuale appare instabile e sensibile alle novità politiche e commerciali. La volatilità estiva potrebbe durare, e chi saprà leggere i segnali macro e istituzionali (Fed, dazi, geopolitica) avrà l’occasione per entrare con precisione. Fino ad emergere una direzione stabile, EUR/USD sembra il cross più interessante per catturare una potenziale correzione strutturale del dollaro.
Analisi delle minute del FOMC di giorno 9 luglio 2025I verbali della Federal Reserve pubblicati il 9 luglio 2025 offrono una fotografia chiara delle sfide e delle incertezze che caratterizzano l’attuale scenario economico statunitense. Ecco cosa è emerso:
Contesto generale
Nuove tariffe commerciali. Gli Stati Uniti hanno introdotto nuovi dazi, aumentando l’incertezza sulle prospettive di crescita e inflazione.
Crescita in rallentamento. Il PIL mostra segni di debolezza dopo un 2024 più brillante.
Inflazione e lavoro. I dati sono contrastanti. L’inflazione resta sopra il target, ma alcuni segnali di raffreddamento emergono. Il mercato del lavoro è meno brillante, ma la creazione di posti resta sopra le attese.
Decisione sui tassi. La Fed ha lasciato il tasso di riferimento tra 4,25% e 4,5%, fermo da dicembre 2024.
Tagli futuri. La maggior parte dei membri FOMC prevede almeno un taglio dei tassi entro fine anno, ma non c’è accordo su tempi e modalità. Alcuni membri vorrebbero agire già a luglio, altri preferiscono attendere nuovi dati su inflazione e occupazione.
Inflazione e tariffe
Effetti delle tariffe. Le nuove tariffe sono un tema caldo. Alcuni membri pensano che l’impatto sarà limitato, altri temono effetti duraturi su prezzi e supply chain. Molto dipenderà da quanto dureranno le tariffe e da come le imprese riusciranno a gestire i costi aggiuntivi. Se i prezzi alla produzione continueranno a salire, la Fed potrebbe essere costretta a mantenere i tassi alti più a lungo.
Economia e lavoro
Crescita debole. Il rallentamento dell’economia è evidente nei dati su PIL e consumi, con vendite al dettaglio in calo. Pur se meno brillante, il mercato del lavoro tiene meglio del previsto. Tuttavia, la qualità dei nuovi posti e la partecipazione restano sotto osservazione.
Consumi. La debolezza dei consumi è un segnale di rischio per la crescita futura.
Pressioni politiche e indipendenza della Fed
Pressioni per tagli rapidi. L’amministrazione Trump spinge per una riduzione accelerata dei tassi per sostenere l’economia. Powell ha ribadito che le decisioni saranno prese solo in base ai dati, senza farsi influenzare dalla politica.
Conclusione
I FOMC Minutes di luglio 2025 confermano un quadro incerto, con la Fed divisa tra la necessità di sostenere la crescita e il rischio di alimentare l’inflazione. Per chi fa trading, la parola d’ordine resta prudenza. Seguire i dati, adattare le strategie e la gestione del rischio con disciplina. In questo scenario, la flessibilità e la velocità di reazione saranno le chiavi per cogliere le opportunità e proteggersi dalla volatilità.
#AN017: I livelli sporchi nel Forex e come pensano le banche
Nel mondo del Forex, molti trader retail sono abituati a cercare precisione chirurgica nei livelli tecnici. Linee nette, supporti millimetrici, resistenze geometriche. Ma la verità è che il mercato non si muove in modo così ordinato.
Sono il Trader Forex Andrea Russo e ringrazio anticipatamente il mio Broker Partner Ufficiale per averci supportato nella realizzazione di questo articolo.
Le istituzioni – banche, fondi macro, hedge fund – non operano per confermare i pattern da manuale. Lavorano invece per manipolare, accumulare e distribuire posizioni nella maniera più efficiente possibile. E spesso, lo fanno proprio nei cosiddetti “livelli sporchi”.
Ma cosa sono questi livelli sporchi?
Si tratta di zone di prezzo, non singole linee. Sono aree dove molti trader piazzano stop loss, ordini pendenti, o breakout entry, e che diventano un bersaglio ideale per i player istituzionali. Il concetto di livello sporco nasce dal fatto che il prezzo non rispetta il livello "perfetto", ma lo rompe leggermente per poi tornare indietro: un falso breakout, una trappola, una caccia agli stop.
Le banche conoscono molto bene il comportamento dei trader retail. Hanno accesso a flussi informativi molto superiori: dati aggregati di posizionamento, open interest sulle opzioni, livelli chiave monitorati da algoritmi. Quando vedono concentrazioni di ordini intorno a una zona, progettano veri e propri trigger di liquidità. Spingono il prezzo appena oltre il livello chiave per “ripulire” il mercato, generare panico o euforia, e poi iniziare la loro reale operazione.
Come si individuano questi livelli?
Un trader che vuole operare come fanno le istituzioni deve smettere di disegnare linee nette e iniziare a ragionare per fasce operative. Un livello sporco è, in media, una zona larga dai 10 ai 15 pip, attorno a un livello psicologico, un massimo/minimo precedente o un'area di breakout. Ma non basta la struttura tecnica. Serve osservare:
La densità volumetrica (profilo volume o visibilità su book)
Il sentiment retail aggregato (per capire dove sono piazzati gli stop)
I livelli opzionari chiave (soprattutto gamma e max pain)
L’open interest in crescita (come conferma di interesse istituzionale)
Quando un prezzo si avvicina a un livello sporco, non bisogna entrare. Bisogna attendere la manipolazione. Il prezzo spesso supera brevemente quella fascia, con una spike, e solo dopo torna nella direzione opposta. È lì che le banche entrano: quando il retail ha mollato le posizioni o è stato forzato a entrare troppo tardi. Il vero trader esperto entra dopo che il livello è stato “ripulito”, non prima.
Questo tipo di lettura ti porta a operare nel modo opposto rispetto alla massa. Ti spinge a pensare in anticipo: dove vogliono che tu entri… e dove entrano davvero loro. E solo quando inizi a riconoscere questi pattern invisibili, quando capisci che il mercato non è lineare ma progettato per ingannarti, inizi davvero a diventare un trader professionista.
Conclusione?
Il trading non è prevedere il prezzo, ma prevedere l’intenzione di chi muove realmente il mercato. I livelli sporchi sono la chiave. Chi sa leggere la manipolazione può entrare con vantaggio, prima della vera accelerazione. E da quel momento, non tornerà più indietro.
Imparare a gestire le perdite nel tradingNel trading, uno degli ostacoli psicologici più grandi è saper accettare e gestire le perdite. Anche i trader più esperti si trovano spesso a dover affrontare la frustrazione di un’operazione che va contro le aspettative. Tuttavia, imparare a incassare le perdite in modo sano è una delle chiavi per diventare un trader di successo e mantenere la lucidità nelle decisioni.
Perché è difficile accettare le perdite?
Quando apriamo una posizione, siamo convinti di aver fatto una scelta giusta. Se il mercato si muove contro di noi, la naturale reazione è cercare scuse: “È colpa del mercato manipolato”, “Aspetto che torni a favore”, o “Non voglio chiudere in perdita”. Questo atteggiamento, noto come negazione, porta spesso a mantenere posizioni perdenti troppo a lungo, aggravando le perdite.
Come superare la paura di perdere?
Accetta che le perdite fanno parte del gioco. Nessun trader opera sempre in profitto. Le perdite sono inevitabili e rappresentano un costo necessario per imparare e migliorare. Considera ogni perdita come un investimento nella tua esperienza.
Usa uno stop loss rigoroso. Prima di entrare in un trade, definisci un livello di stop loss che limiti la perdita massima accettabile (ad esempio, l’1-2% del capitale). Questo ti aiuta a proteggere il tuo conto e a evitare di lasciare correre perdite eccessive.
Rivedi e impara dalle operazioni. Tieni un diario di trading dove annoti non solo i risultati, ma anche le motivazioni e le emozioni provate. Analizza i trade perdenti per capire cosa è andato storto e come migliorare.
Mantieni la calma e la disciplina. Tecniche di respirazione profonda o brevi pause possono aiutarti a gestire lo stress e a prendere decisioni più razionali, evitando di agire d’impulso.
Rivaluta costantemente la tua analisi. Se un trade va contro di te, non insistere solo per orgoglio o speranza. Rivedi i dati e sii pronto a cambiare idea se il mercato ti comunica segnali diversi.
Conclusione
Imparare a prendere le perdite con serenità è un passo fondamentale nel percorso di ogni trader. Coltivare questa consapevolezza ti aiuterà a preservare il capitale, a migliorare le tue strategie e a costruire una carriera di trading solida e duratura.
VEP Volume Explosion Predictor Tutorial. Il mio primo scriptBuon lunedi 7 Luglio e bentornati sul canale.
Oggi vi presento il VEP - Volume Explosion Predictor, il mio primo indicatore assolutamente aperto e gratuito ora disponibile nella Library di TradingView.
Uno strumento predittivo e non reattivo di supporto alla consueta analisi tecnica, che non è la verità assoluta ma che potrebbe fornire indicazioni statisticamente interessanti nella nostra operatività.
Di seguito la descrizione dettagliata dello script che potete tranquillamente cercare a applicare al grafico dalla sezione "Indicatori"
Buona serata e grazie
💥 VEP - Volume Explosion Predictor
Panoramica Generale
Il Volume Explosion Predictor (VEP) è un indicatore avanzato che analizza i picchi di volume per prevedere quando potrebbe verificarsi la prossima esplosione di volume. Utilizzando analisi statistiche sui pattern storici, fornisce probabilità accurate sui momenti di maggiore attività di trading.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
🎯 Rilevamento intelligente dei picchi di volume
- Identifica automaticamente i picchi di volume significativi
- Filtro anti-consecutivo per evitare segnali ridondanti
- Soglia personalizzabile per la sensibilità del rilevamento
📊 Analisi statistica avanzata
Calcola la distanza media tra i picchi di volume
Monitora il numero di sessioni senza picchi
Traccia il range massimo storico senza attività
🔮 Sistema predittivo
Probabilità dinamica: Calcola la probabilità di un imminente picco
Indicatori visivi: Colori di sfondo che cambiano in base alla probabilità
Previsioni temporali: Stima delle sessioni rimanenti al prossimo picco
📈 Segnali visivi
1) Frecce colorate: Verdi per picchi rialzisti, rosse per ribassisti
2) Tabella statistiche: Panoramica completa in tempo reale
SISTEMA DI ALERT
🚨 Tre Livelli di Alert
1) New Valid Volume Peak: Nuovo picco rilevato
2) Approaching Prediction: Probabilità in aumento
3) High Peak Probability: Alta probabilità di esplosione
COME UTILIZZARLO
📋 Setup consigliato
- Timeframe: Funziona su tutti i timeframe ma è consigliabile un utilizzo su timeframe giornaliero, settimanale o mensile. In ogni caso va sempre utilizzato coerentemente con il proprio orizzonte temporale
- Mercati: Azioni, crypto, forex, commodities
- Limite affinché si realizzi il picco di volumi: Si consiglia di iniziare con 2.0x (ovvero due volte la media dei volumi) per mercati normali, 1.5x per mercati più volatili. Questo parametro può essere settato nelle impostazioni a proprio piacimento
🎨 Interpretazione visuale
Frecce Verdi: Picco durante candela rialzista
Frecce Rosse: Picco durante candela ribassista
Sfondo Rosso: Alta probabilità (>90%) di nuovo picco
Sfondo Giallo: Probabilità media (50-70%)
📊 TABELLA STATISTICHE
La tabella mostra:
1. Totale picchi analizzati
2. Distanza media tra picchi
3. Sessioni attuali senza picchi
4. Previsione sessioni rimanenti
5. Probabilità percentuale
6. Soglia volume necessaria affinché si realizzi il picco di volumi
VANTAGGI STRATEGICI
🎯 Per Day Traders
Anticipa i momenti di maggiore volatilità per analisi, supportando la valutazione dei setup di trading e fornendo al contempo un contesto sui periodi di basso volume
📈 Per Swing Traders
1. Identifica pattern di volume ad alta probabilità, supportando l'analisi dei breakout con volume e migliorando la comprensione dei tempi di mercato
🔍 Per Analisti Tecnici
Comprende i pattern di volume del titolo.
Aiuta a fare una valutazione dell'interesse storico del mercato ed è di supporto alla ricerca e analisi quantitativa
ALTRE COSE DA SAPERE...
A) Algoritmo Anti-Consecutivo: permette di evitare segnali e picchi di volume multipli e consecutivi multipli a distanza ravvicinata
B) Validazione Statistica: Utilizza deviazione standard per l'accuratezza
C) Gestione Memoria: Limita i dati storici per performance ottimali
D) Compatibilità: Funziona con tutti i tipi di grafico TradingView
⚠️ DISCLAIMER IMPORTANTE
Questo indicatore è esclusivamente uno strumento di analisi tecnica per lo studio dei pattern di volume. Non fornisce consigli di investimento, segnali di trading o punti di ingresso/uscita. Tutte le decisioni di trading sono a completa discrezione e responsabilità dell'utente. Utilizzare sempre in combinazione con altre analisi tecniche, fondamentali e una adeguata gestione del rischio.
#AN016: I mercati si preparano ai dazi, Reazione Forex
Questa settimana i mercati hanno assunto un tono cauto, con gli investitori che stanno digerendo i nuovi sviluppi sul commercio globale e sulle prospettive delle banche centrali. Un mix di minacce tariffarie statunitensi, una maggiore produzione di petrolio OPEC+ e un sentiment degli investitori della zona euro sorprendentemente forte sta plasmando i flussi valutari.
Sono il Trader Forex Andrea Russo e voglio ringraziare anticipatamente il nostro Broker Partner Ufficiale PEPPERSTONE per l'aiuto nella realizzazione di questo articolo.
La fiducia degli investitori nella zona euro è salita a luglio raggiungendo il massimo triennale. Questo sentiment positivo riduce il margine di manovra della Banca Centrale Europea per un ulteriore taglio dei tassi, nonostante l'inflazione rimanga sotto controllo.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Trump ha ordinato lettere che minacciavano dazi fino al 70% per le nazioni che non avrebbero concluso accordi commerciali entro il 1° agosto, creando nuova incertezza negli ambienti diplomatici e commerciali.
I mercati asiatici e le valute dei BRICS hanno già mostrato segni di debolezza, mentre i future statunitensi si sono indeboliti a causa della minaccia.
Anche i mercati petroliferi hanno reagito bruscamente all'annuncio dell'OPEC+ di un aumento della produzione superiore alle aspettative, di circa 550.000 barili al giorno a partire da agosto, che ha spinto il Brent sotto i 68 dollari e il greggio statunitense sotto i 66 dollari.
Sul fronte dell'inflazione europea, la BCE sta optando per rinviare ulteriori tagli dei tassi. Il ministro dell'Estone Madis Müller ha confermato che la BCE può permettersi di sospendere l'allentamento della politica monetaria, data l'inflazione stabile e la solida crescita.
reuters.com
Impatto sul Forex – Cosa dovrebbero monitorare i trader
La combinazione di un forte sentiment nell'eurozona e di imminenti tensioni commerciali sta determinando significative dinamiche valutarie questa settimana:
EUR/USD: L'euro ha margini di ulteriore rafforzamento. L'ottimismo del sentiment e una pausa dalla BCE rafforzano la propensione rialzista, ma le incertezze sui dazi potrebbero innescare una domanda di USD come bene rifugio.
Coppie USD/JPY e CHF: Il dollaro potrebbe trovare supporto in un contesto di avversione al rischio globale, spingendo al rialzo JPY e CHF.
Valute legate alle materie prime (CAD, AUD, NOK): Sottoposte a una doppia pressione: una maggiore offerta di petrolio e l'aumento dei rischi commerciali potrebbero gravare sui cambi legati al greggio.
Valute dei mercati emergenti: Le valute dei BRICS potrebbero rimanere sotto pressione a causa delle minacce di dazi aggiuntivi da parte degli Stati Uniti; la rupia indiana e altre valute potrebbero subire un ulteriore deprezzamento.