Giuda sull'utilizzo e la conoscenza dell'ADXL’Adx, Average Directional Index (o Average Directional Movement Index)
sviluppato da Wilder, offre una misurazione percentuale del Directional
Movement.
- Un valore elevato indicherà pertanto che l’indice si troverà in un trend ben
definito, rialzista o ribassista.
- Un valore molto basso indicherà un assenza di trend, rialzista o ribassista,
pertanto, l’Adx calcola la forza del trend, in nessun caso la sua direzione.
Come potete vedere dal grafico ogni qual volta che 'ADX scende ci ritroviamo in assenza di trend.
Il segnale di acquisto si verifica quando +DI > -DI e viceversa quando –DI>+DI.
- Si utilizza generalmente il superamento di quota 20 per accertarsi dell’esistenza
di un trend, mentre il ritorno al di sotto di 40 indica solitamente che il trend
perde forza e potrebbe esaurirsi, quindi invertirsi o lasciar spazio ad un
movimento laterale
Idee della comunità
OBV: cos'è e come usarloL’ Obv tende a misurare la pressione di una tendenza in essere attraverso una
sommatoria dei volumi
Alla base di questo indicatore c’è il presupposto che gli istituzionali entrano ed escono dal mercato in anticipo rispetto alla massa degli investitori.
L’ Obv ci aiuta quindi a capire se un trend è sostenuto o meno dai volumi
In caso di rialzo, i volumi che corrispondono agli acquisti saranno superiori a
quelli che corrispondono alle vendite, diversamente il titolo non sarebbe andato
su, e viceversa. In una giornata rialzista consideriamo che i volumi siano degli acquirenti e
andranno sommati al precedente valore dell’ Obv.
In caso di vendita, i volumi vengono sottratti al precedente valore dell’ ObV.
L'OBV può essere interpretato in vari modi:
-In un trend ascendente, un Obv rialzista indica che il trend è sostenuto dai
volumi e potrebbe proseguire.
-In un trend ascendente, un Obv ribassista indica che il trend potrebbe
avvicinarsi ad un’ inversione.
-Supporti e resistenze possono/devono essere confermate dall’ Obv.
-Le divergenze sono sempre fondamentali.
Nel grafico si vedono alcune divergenze .
Materie Prime: Focus analiticoPer caratteri consentiti nell'intestazione dell'articolo non ho potuto inserire l'intero titolo del mio articolo, quindi riporto a seguire quello che è in origine la vera premessa per questa lettura:
Materie Prime: incertezza sulle prospettive economiche e sui rischi geopolitici.
Il bello dell'oro è che adora le brutte notizie...
John Updike.
Prima di iniziare questo articolo, vorrei chiarire che gli articoli che pubblico con cadenza regolare sono il risultato dei miei studi settimanali. Scrivere un articolo non è un'impresa facile. Richiede molti giorni di lavoro, a condizione che sia ben organizzato, corretto e soprattutto basato su ricerche adeguate per sostenere la propria idea con concetti e notizie pertinenti. Inoltre, si deve rivedere, correggere a livello grammaticale, leggere e rileggere a distanza di tempo, simulando di essere il futuro lettore che si approccia alla pubblicazione. Ogni concetto espresso si deve sintetizzare il più possibile, per non annoiare il lettore, e tanto altro, ma soprattutto si deve integrare con immagini grafiche che spesso sono essenziali per facilitare la comprensione dell'argomento. Questo per spiegarvi che ogni volta che ho postato un articolo qui ho dovuto adattarlo e modificare per poterlo condividere in questo spazio con voi che mi seguite, rendendolo comprensibile anche senza l'ausilio delle immagini. Ora, non per fare pubblicità, ma essendo anche io un trader, e avendo anche altre attività, non riesco a gestire l'ulteriore tempo che richiede questo lavoro, quindi vi riporterò fedelmente quanto scrivo sul mio sito, se sarete interessati anche alle illustrazioni grafiche o comunque coinvolti dalla lettura, vi invito a leggerlo integralmente nelle mie pagine web. Non credo di violare le regole di Tradingview dal momento che il mio sito appare alla fine di ogni articolo, non voglio neanche promuovere il mio spazio, essendo con un po' di presunzione convinto che la qualità del materiale che pubblico saprà nel tempo guadagnarsi il giusto spazio web; solo eliminare una ulteriore mole di lavoro che non credo sia compatibile con i miei tempi. Detto questo il presente articolo non necessita di ulteriori consultazioni se non una attenta lettura di quanto espongo anche solo su Tradingview.
Buona lettura.
Se siete appassionati di trading on line e volete investire sui mercati finanziari, dovete avere una solida formazione. Non basta avere una conoscenza superficiale della finanza e dell'economia globale, ma bisogna approfondire tutti gli aspetti che influenzano le dinamiche dei mercati. Altrimenti, è come costruire una casa senza fondamenta. Quanto tempo pensate che duri la vostra struttura? Magari potreste avere fortuna per un po', ma prima o poi perdereste tutto il vostro capitale in un'attività che richiede competenza, NON SOLO TECNICA. Ogni articolo che scrivo sul blog è un mattoncino per creare le fondamenta, con l'obiettivo di aiutarvi a gestire il vostro capitale, che, come ripeto spesso, non vi renderà ricchi di colpo, ma se ci riuscirete, (cosa molto difficile), sarà una fonte d'investimento alternativa e gratificante, che vi permetterà di essere i vostri stessi consulenti. Mi scuso se insisto sempre sullo stesso concetto in ogni mio articolo, ma voglio sottolineare che il trading sui mercati non è un gioco, per esempio, per fare trading sulle commodities bisogna capire la struttura del mercato e i fattori che lo influenzano, e sapere che l'andamento delle materie prime non è casuale, ma causale. Quindi, come dicevo all'inizio dell'articolo, un trader professionista non può operare a caso. E, per favore, non ditemi la solita frase: "Il mercato mi va contro", soprattutto con le commodities siamo noi ad andare contro il mercato, Gann sosteneva che era il mercato ideale da tradare, perché ciclico e con leggi consolidate e applicabili di volta in volta che lo caratterizzano. Dopo questa introduzione passiamo a illustrare l'argomento di oggi.
Questo articolo tratta un focus sulle materie prime ed il loro andamento rapportato alla macroeconomia soprattutto osservando il "dragone" che sempre più influisce sul loro andamento, ma anche in rapporto ai timori relativi alla recessione, associati ovviamente alle politiche delle banche centrali, senza dimenticatore i fattori classici legati alla domanda ed offerta del sottostante ed alcuni dati e report che alcune volte influiscono in modo deciso sull'andamento delle quotazioni.
Le materie prime sono tra gli asset più sensibili alle dinamiche economiche globali, in quanto riflettono le aspettative di crescita, inflazione e consumo dei principali paesi e regioni del mondo. Tra questi, la Cina è sicuramente il più rilevante, in quanto è il maggior consumatore di molte materie prime, come il petrolio, il rame, il ferro, il carbone e la soia. La sua domanda ha un impatto significativo sui prezzi di questi beni, ma anche sulle economie dei paesi esportatori, come l'Australia, il Brasile, il Canada e i paesi del Golfo.
Tuttavia, la Cina non è l'unico fattore da tenere in considerazione quando si analizza il mercato delle materie prime. Altri elementi importanti sono le politiche monetarie delle principali banche centrali, che influenzano il valore delle valute e il costo del denaro, e quindi la convenienza ad investire in asset reali come le materie prime. Inoltre, le tensioni geopolitiche, le condizioni climatiche, le innovazioni tecnologiche e le regolamentazioni ambientali possono avere effetti significativi sull'offerta e la domanda di alcuni beni.
Cercheremo di esaminare i principali trend che hanno caratterizzato il mercato delle materie prime negli ultimi mesi, e quali sono le prospettive per il futuro. In particolare, ci concentreremo su quattro categorie di beni: i metalli industriali, i metalli preziosi, l'energia e i prodotti agricoli.
Sicuramente se approfondiamo la storia delle commodities, come è successo a me ed a molti altri traders, veniamo rapiti, a patto imprescindibile che ci piaccia la finanza, l'economia, la meravigliosa storia che avvolge questi strumenti, condita da aneddoti, leggende e quant'altro. Potrei veramente citarne all'infinito di storie che poi si intersecano alla vita reale vissuta da regioni e stati ed alle loro metamorfosi produttive, demografiche, politiche e altro ancora.
Vorrei condividere con voi alcune delle storie più interessanti sul mondo delle commodities, in particolare su quelle che hanno avuto un ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale di alcuni paesi. Vedremo come le commodities abbiano influenzato la storia, la cultura, la politica e persino la religione di alcune aree del mondo, e come queste abbiano reagito alle variazioni dei prezzi e della domanda di questi beni.
Cominciamo dal petrolio, forse la commodity più importante e controversa del nostro tempo. Il petrolio è stato scoperto per la prima volta nel 1859 in Pennsylvania, negli Stati Uniti, da Edwin Drake, un ex impiegato ferroviario che aveva ottenuto una concessione per perforare il terreno alla ricerca di "oro nero". Drake usò una torre di legno e una pompa a vapore per estrarre il petrolio da un pozzo profondo 21 metri. La sua scoperta diede inizio alla prima corsa al petrolio della storia, che attirò migliaia di cercatori e imprenditori in cerca di fortuna.
Il petrolio divenne presto una fonte di energia indispensabile per l'industria e i trasporti, ma anche un fattore di conflitto e di potere. Nel 1901, fu scoperto il primo grande giacimento di petrolio in Texas, a Spindletop, che produsse più di 100 mila barili al giorno. Questa scoperta segnò l'inizio dell'era del "Texas oil", che portò alla nascita di grandi compagnie petrolifere come la Texaco, la Gulf Oil e la Chevron. Il Texas divenne il principale produttore di petrolio degli Stati Uniti e uno dei più ricchi e influenti stati della federazione.
Ma il petrolio non era solo una risorsa americana. Nel 1908, fu scoperto il primo giacimento di petrolio in Medio Oriente, in Persia (oggi Iran), da una compagnia britannica chiamata Anglo-Persian Oil Company (oggi BP). Questa scoperta aprì la strada alla penetrazione occidentale in una regione strategica e ricca di risorse naturali, ma anche instabile e turbolenta. Negli anni successivi, furono scoperti altri giacimenti di petrolio in Iraq, Arabia Saudita, Kuwait e altri paesi del Golfo Persico. Questi paesi divennero i principali fornitori di petrolio al mondo, ma anche oggetto di rivalità e interferenze da parte delle potenze coloniali e poi delle superpotenze durante la guerra fredda.
Il petrolio ha avuto un impatto enorme sulla storia e sulla società di questi paesi. Da un lato, ha permesso loro di accumulare enormi ricchezze e di finanziare progetti di sviluppo e modernizzazione. Dall'altro, ha generato disuguaglianze sociali, corruzione, autoritarismo e conflitti interni ed esterni. Il petrolio ha anche influenzato la cultura e la religione di questi paesi, creando tensioni tra tradizione e innovazione, tra conservatorismo e progressismo, tra sunnismo e sciismo.
L'olio di balena è stato per secoli una fonte preziosa di energia, di lubrificanti e di materie prime per l'industria chimica e cosmetica. Tuttavia, la caccia indiscriminata e la riduzione delle popolazioni di balene hanno reso sempre più difficile e costoso reperire questo prodotto. Inoltre, la crescente consapevolezza ambientale e il rispetto per gli animali hanno sollevato questioni etiche e morali sull'uso dell'olio di balena.
Per questi motivi, nel corso del XX secolo si è assistito a un progressivo abbandono dell'olio di balena a favore del petrolio. Il petrolio ha offerto numerosi vantaggi rispetto all'olio di balena, tra cui:
- Una maggiore disponibilità e accessibilità, grazie alla scoperta di vasti giacimenti in diverse parti del mondo.
- Un minor costo di produzione e di trasporto, grazie allo sviluppo di tecnologie avanzate di perforazione, raffinazione e distribuzione.
- Una maggiore versatilità e diversificazione, grazie alla possibilità di ottenere dal petrolio una varietà di prodotti derivati, come la benzina, il diesel, il kerosene, il gas naturale, la plastica, i fertilizzanti e i farmaci.
Il passaggio dall'olio di balena al petrolio ha avuto importanti conseguenze economiche, sociali e ambientali. Da un lato, ha favorito lo sviluppo industriale, il commercio internazionale e la mobilità delle persone. Dall'altro, ha causato problemi di inquinamento, di dipendenza energetica e di conflitti geopolitici. Inoltre, il petrolio è una risorsa non rinnovabile e limitata, che richiede una gestione sostenibile e responsabile.
In conclusione, la sostituzione dell'olio di balena con il petrolio è stata una trasformazione epocale che ha segnato la storia del XX secolo. Tuttavia, oggi si pone la sfida di trovare nuove fonti di energia alternative, pulite e rinnovabili, che possano garantire il benessere delle generazioni presenti e future.
Il petrolio è solo una delle tante commodities che hanno segnato la storia del mondo. Parleremo di altre commodities altrettanto affascinanti e importanti, come l'oro, rame, argento e natural gas. Spero che questa introduzione vi abbia incuriosito a scoprire di più sul mondo delle commodities.
La Cina è un attore chiave nel mercato delle materie prime, sia come produttore che come consumatore. Il suo ruolo di "dragone" è evidente in molti settori, dalla produzione di energia alla tecnologia, dalla mobilità sostenibile all'agricoltura. La Cina influisce sulle dinamiche dei prezzi e sulle opportunità di investimento nelle materie prime.
Un caso emblematico è quello della peste suina che ha colpito il paese nel 2019, causando la distruzione di gran parte del suo allevamento di maiali. Questo ha avuto un impatto diretto sulla domanda di mais e soia, usati come mangimi per gli animali, che sono aumentati vertiginosamente. La Cina ha dovuto importare grandi quantità di questi prodotti, spingendo al rialzo i prezzi a livello globale.
Arrivando ai giorni nostri, un altro esempio è quello delle terre rare, elementi chimici indispensabili per la produzione di dispositivi elettronici, batterie, pannelli solari, turbine eoliche e altri beni ad alta tecnologia. La Cina detiene il monopolio della produzione e del commercio di queste risorse, e ha minacciato più volte di limitarne l'esportazione per motivi politici o strategici. Questo ha creato tensioni con gli altri paesi, soprattutto gli Stati Uniti, che dipendono dalle importazioni cinesi per il loro sviluppo tecnologico.
Infine, un altro esempio recente è quello degli accordi energetici tra la Cina e la Russia, che mirano a creare un polo alternativo al dominio statunitense. La Russia ha aumentato le sue esportazioni di petrolio, carbone e metalli verso la Cina, ricevendo in cambio un maggiore uso dello yuan come valuta di pagamento. Questo processo potrebbe indebolire il ruolo del dollaro come moneta di riserva internazionale e cambiare gli equilibri geopolitici.
Questi sono solo alcuni dei tanti scenari in cui la Cina gioca un ruolo cruciale nel mercato delle materie prime. Per chi vuole investire in questo settore, è fondamentale tenere conto delle sue mosse e delle sue sfide. Non voglio fare politica o esprimere giudizi, ma solo offrire una visione oggettiva ed analitica di quanto accade per trarne vantaggio quando andremo ad operare sulle commodities.
L'Europa si è liberata della dipendenza energetica dalla Russia, grazie alla diversificazione delle fonti e dei fornitori di gas naturale. Tuttavia, questa emancipazione ha un paradosso: una sempre maggiore dipendenza dalla Cina, che controlla gran parte delle materie prime necessarie per la transizione energetica.
L'Europa si è posta l'ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, attraverso una serie di misure volte a ridurre le emissioni di gas serra e ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico. Questo processo richiede una grande quantità di materie prime strategiche, come il litio, il cobalto, il nichel, il rame e le terre rare, che sono essenziali per la produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche e altri dispositivi.
La Cina è il principale produttore e consumatore di queste materie prime, e ha una forte influenza sul loro prezzo e sulla loro disponibilità. Inoltre, la Cina ha investito massicciamente in Africa, America Latina e Asia per assicurarsi l'accesso a queste risorse. Questo le conferisce un potere geopolitico notevole, che può usare per esercitare pressioni o ricatti sugli altri paesi.
L'Europa deve quindi trovare il modo di ridurre la sua vulnerabilità nei confronti della Cina, diversificando le sue fonti di approvvigionamento, promuovendo il riciclo e l'efficienza delle materie prime, e cooperando con i suoi alleati per creare una governance globale di queste risorse. Solo così potrà garantire la sua sicurezza energetica e il suo ruolo nel mondo.
Se adesso noi andiamo a guardare il grafico sul petrolio, notiamo che i prezzi sono fondamentalmente in ribasso per la debolezza dell'economia cinese, ricordando che la Cina è il principale importatore di petrolio al mondo. Tant'è che dopo la riapertura del lock down dovuta al coronavirus, tutti ci attendevamo una ripresa veloce e poderosa dell'economia cinese ma a tutt'oggi non si è espressa secondo le attese. Soprattutto vi sono timori che la domanda rimanga debole nella seconda parte del 2023.
Questo scenario ha delle importanti implicazioni per il mercato del petrolio e per i paesi produttori, che devono fare i conti con un calo dei ricavi e una maggiore concorrenza. Ma mettiamo a fuoco i brevi concetti di cui sopra.
La Cina è il paese che consuma più petrolio al mondo, con una quota di circa il 14% del consumo globale. La sua domanda di petrolio è strettamente legata alla sua crescita economica, che negli ultimi decenni è stata spettacolare, ma che ora sta rallentando a causa di diversi fattori, tra cui:
- La transizione da un modello di crescita basato sull'investimento e sull'esportazione a uno più orientato al consumo interno e ai servizi.
- Il processo di riforma strutturale del settore finanziario e delle imprese statali, che ha comportato una riduzione del credito e degli stimoli fiscali.
- L'invecchiamento della popolazione e la diminuzione della forza lavoro, che limitano il potenziale di crescita a lungo termine.
- Le tensioni commerciali e geopolitiche con gli Stati Uniti e altri paesi, che hanno creato incertezza e ostacoli alle esportazioni e agli investimenti esteri.
Tutti questi fattori hanno avuto un impatto negativo sulla domanda di petrolio della Cina, che è cresciuta solo dell'1,9% nel 2022, il tasso più basso dal 2001. Inoltre, la pandemia di coronavirus ha provocato una forte contrazione dell'attività economica nel primo trimestre del 2023, con una caduta del PIL del 6,8%, la prima da quando sono disponibili i dati ufficiali. Questo ha portato a una riduzione della domanda di petrolio di circa 3 milioni di barili al giorno, pari al 25% della domanda cinese e al 3% della domanda mondiale.
La ripresa economica della Cina nel secondo trimestre del 2023 è stata sorprendentemente rapida, grazie al contenimento efficace dell'epidemia e alla ripresa della produzione industriale e delle esportazioni. Tuttavia, la domanda interna è rimasta debole, soprattutto per quanto riguarda i settori legati al consumo discrezionale, come il turismo, i trasporti e i servizi. Inoltre, la Cina ha dovuto affrontare nuovi focolai di coronavirus in alcune regioni, che hanno richiesto nuove misure di restrizione e isolamento. Questo ha rallentato ulteriormente la ripresa della domanda di petrolio.
La debolezza della domanda cinese di petrolio ha avuto un effetto depressivo sul prezzo del petrolio, che è sceso da una media di 64 dollari al barile nel 2022 a una media di 45 dollari al barile nel primo semestre del 2023. Il calo dei prezzi è stato accentuato dalla guerra dei prezzi tra l'Arabia Saudita e la Russia, che sono i due maggiori esportatori di petrolio al mondo e i principali fornitori della Cina. I due paesi non sono riusciti a raggiungere un accordo per ridurre la produzione di petrolio nel marzo del 2023, in risposta al crollo della domanda causato dalla pandemia. Questo ha scatenato una guerra di sconti e una corsa a incrementare le quote di mercato, che ha portato a una sovrabbondanza di offerta e a una saturazione delle capacità di stoccaggio.
La situazione si è parzialmente risolta nel maggio del 2023, quando l'Arabia Saudita e la Russia hanno raggiunto un nuovo accordo per tagliare la produzione di petrolio di 9,7 milioni di barili al giorno, il taglio più grande della storia. L'accordo è stato sostenuto anche da altri paesi produttori, tra cui gli Stati Uniti, che hanno visto una forte riduzione della loro produzione di petrolio a causa dei bassi prezzi. Questo ha contribuito a riequilibrare il mercato e a far risalire i prezzi del petrolio.
Tuttavia, il prezzo del petrolio rimane inferiore ai livelli prepandemia e ai livelli necessari per garantire la redditività e la sostenibilità dei paesi produttori. In particolare, i paesi dell'OPEC e i loro alleati, noti come OPEC+, hanno bisogno di un prezzo del petrolio superiore ai 60 dollari al barile per bilanciare i loro bilanci pubblici e finanziare i loro programmi di sviluppo economico e sociale. Questi paesi sono stati colpiti duramente dalla crisi del petrolio, che ha ridotto i loro ricavi, aumentato i loro deficit e indebolito le loro valute. Alcuni di essi, come l'Iran, il Venezuela e la Libia, sono anche soggetti a sanzioni economiche e a conflitti interni, che hanno aggravato la loro situazione.
Le prospettive per il futuro del mercato del petrolio dipendono in gran parte dall'evoluzione della domanda cinese e dalla capacità dei paesi produttori di coordinare le loro politiche. Secondo le previsioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), la domanda cinese di petrolio dovrebbe crescere del 2,5% nel 2023, raggiungendo i 13,8 milioni di barili al giorno. Questa crescita sarebbe sostenuta dalla ripresa dell'attività economica, stimata in un aumento del PIL del 7,9% nel 2023, e dalla ripresa dei settori legati al consumo discrezionale. Tuttavia, queste previsioni sono soggette a una notevole incertezza, legata alla possibile ricomparsa della pandemia, alla possibile escalation delle tensioni commerciali e geopolitiche e alla possibile accelerazione della transizione energetica verso fonti più pulite e rinnovabili.
Per quanto riguarda l'offerta di petrolio, i paesi dell'OPEC+ hanno deciso di estendere il loro accordo di riduzione della produzione fino alla fine del 2023, con una revisione trimestrale in base alle condizioni del mercato. Questa decisione mira a sostenere il prezzo del petrolio e a evitare una nuova guerra dei prezzi.
Un aspetto cruciale per comprendere le dinamiche dei mercati delle materie prime è l'analisi dell'economia cinese, che rappresenta il principale consumatore di molte commodities. In particolare, il settore manifatturiero cinese è un indicatore rilevante della domanda interna ed estera di prodotti industriali, che a loro volta richiedono l'impiego di risorse naturali. Tuttavia, negli ultimi mesi, il manifatturiero cinese ha mostrato segni di debolezza, con una contrazione dell'attività produttiva per due mesi consecutivi. A maggio, l'indice PMI (Purchasing Managers' Index) è sceso a 48,8, inferiore alle attese degli analisti e al dato di aprile (49,2). Un valore inferiore a 50 indica una fase di recessione del settore. Questo dato suggerisce che la Cina sta affrontando delle sfide nella ripresa economica post-pandemica, e che potrebbe aver bisogno di ulteriori stimoli fiscali e monetari per sostenere la crescita. Allo stesso tempo, la contrazione del manifatturiero cinese ha delle implicazioni negative per le quotazioni delle materie prime, che dipendono in larga misura dalla domanda cinese. Per questo motivo, è fondamentale monitorare costantemente i dati macroeconomici del "dragone", che possono influenzare le prospettive dei mercati delle commodities. Ho voluto evidenziare l'importanza e l'impatto della Cina sulle materie prime, senza annoiarvi con troppi dettagli statistici.
Il mercato del petrolio è uno dei settori più sensibili alle dinamiche geopolitiche, in quanto il prezzo e la domanda dipendono da molti fattori, tra cui le tensioni politiche, le sanzioni economiche, le guerre e i conflitti. La Russia e l'Arabia Saudita sono due dei maggiori produttori e esportatori di petrolio al mondo, e hanno spesso agito in modo coordinato per stabilizzare il mercato e influenzare i prezzi. Tuttavia, questa alleanza non è sempre stata solida, anzi ha subito diverse crisi, come quella del 2016, quando i due paesi non riuscirono a raggiungere un accordo per ridurre la produzione di petrolio e contrastare il calo dei prezzi causato dalla pandemia di Covid-19. Questa crisi portò a una guerra dei prezzi che danneggiò entrambi i paesi e mise a rischio la loro cooperazione, lo abbiamo visto in parte nei paragrafi precedenti.
Ora, però, sembra che la Russia e l'Arabia Saudita abbiano superato le divergenze e trovato un nuovo equilibrio, basato su una maggiore fiducia reciproca e una visione comune degli interessi strategici. Infatti, i due paesi hanno recentemente firmato diversi accordi di cooperazione in vari settori, tra cui l'energia, il commercio, la difesa e l'investimento. Inoltre, hanno rafforzato il loro ruolo all'interno dell'OPEC+, l'organizzazione che riunisce i paesi produttori di petrolio e i loro alleati, e hanno concordato di mantenere una produzione moderata di petrolio per sostenere i prezzi e la domanda. Questa nuova alleanza potrebbe quindi avere un impatto positivo sul mercato del petrolio, garantendo una maggiore stabilità e prevedibilità.
La stabilità del Medio Oriente è un altro aspetto cruciale che potrebbe essere influenzato dalla nuova alleanza tra Russia e Arabia Saudita. Il Medio Oriente è una regione molto complessa e turbolenta, dove si intrecciano conflitti interni ed esterni, rivalità religiose ed etniche, interessi economici e geopolitici. La Russia e l'Arabia Saudita hanno spesso avuto posizioni contrastanti su alcune delle principali questioni che riguardano la regione, come la guerra in Siria, la crisi in Yemen, il programma nucleare dell'Iran e il conflitto israelo-palestinese. Tuttavia, negli ultimi anni i due paesi hanno cercato di avvicinare le loro posizioni e di dialogare su questi temi, cercando di trovare soluzioni pacifiche e negoziate. In particolare, la Russia ha svolto un ruolo di mediatore tra l'Arabia Saudita e l'Iran, due paesi che si contendono l'influenza nella regione e che sono coinvolti in diversi conflitti. La Russia ha anche cercato di coinvolgere l'Arabia Saudita nel processo di pace in Siria, dove i due paesi sostengono fazioni opposte. Inoltre, l'Arabia Saudita ha mostrato una maggiore apertura verso la Cina, il principale alleato economico della Russia, e verso il Qatar, il piccolo emirato che era stato isolato dai suoi vicini per le sue presunte simpatie verso l'Iran. Questa nuova alleanza potrebbe quindi avere un impatto positivo sulla stabilità del Medio Oriente, favorendo una maggiore cooperazione e una minore conflittualità.
Le relazioni internazionali sono il terzo ambito che potrebbe essere influenzato dalla nuova alleanza tra Russia e Arabia Saudita. La Russia e l'Arabia Saudita sono due attori importanti nello scenario globale, in quanto hanno una grande influenza politica, economica e militare. Tuttavia, i due paesi hanno spesso avuto rapporti difficili con gli Stati Uniti, il principale attore globale, per motivi diversi. La Russia è stata oggetto di sanzioni economiche e diplomatiche da parte degli Stati Uniti per le sue azioni in Ucraina e in Crimea, per il suo presunto coinvolgimento nelle elezioni americane e per il suo sostegno al regime siriano. L'Arabia Saudita è stata criticata dagli Stati Uniti per la sua violazione dei diritti umani, per il suo ruolo nella guerra in Yemen e per il suo coinvolgimento nell'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Inoltre, l'Arabia Saudita ha visto diminuire il suo legame storico con gli Stati Uniti a causa della riduzione della dipendenza americana dal petrolio saudita e della maggiore attenzione degli Stati Uniti verso l'Asia. Questa situazione ha spinto la Russia e l'Arabia Saudita a cercare nuovi partner e nuove opportunità, sia a livello regionale che globale. Infatti, i due paesi hanno rafforzato i loro rapporti con la Cina, l'India, la Turchia e altri paesi emergenti, creando nuove alleanze e nuovi equilibri. Questa nuova alleanza potrebbe quindi avere un impatto negativo sulle relazioni internazionali, creando una maggiore competizione e una minore cooperazione tra i principali attori globali.
In conclusione, la nuova alleanza tra Russia e Arabia Saudita è un fenomeno che merita di essere seguito con attenzione, in quanto potrebbe portare a cambiamenti epocali nel mercato del petrolio, nella stabilità del Medio Oriente e nelle relazioni internazionali. Si tratta di un'evoluzione che riflette le trasformazioni in atto nel mondo contemporaneo, dove le vecchie alleanze si indeboliscono e le nuove si formano, dove gli interessi economici prevalgono sui valori politici, dove la cooperazione lascia spazio alla competizione.
Un argomento che ha suscitato molta attenzione negli ultimi anni è l'impatto dell'invasione russa in Ucraina sul mercato del petrolio. Cercheremo di analizzare le cause e le conseguenze di questo evento, che ha avuto effetti significativi sia sul piano geopolitico che economico. In particolare, ci soffermeremo su come l'invasione abbia modificato i flussi di esportazione del petrolio russo verso i paesi che non hanno aderito alle sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti, e quali siano le possibili implicazioni per il futuro.
Il petrolio è una delle principali fonti di reddito e di potere della Russia, che è il terzo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita. Le sanzioni hanno limitato l'accesso della Russia ai mercati finanziari internazionali, impedendole di ottenere prestiti e investimenti per lo sviluppo dei suoi giacimenti petroliferi. Inoltre, le sanzioni hanno ridotto la domanda di petrolio russo da parte dei paesi europei, che sono i principali acquirenti del greggio russo. Questo ha costretto la Russia a cercare nuovi sbocchi per le sue esportazioni, rivolgendosi soprattutto ai paesi asiatici e del Medio Oriente, che non hanno adottato le misure restrittive.
Uno studio condotto dalla società di consulenza energetica Wood Mackenzie ha rivelato che le esportazioni di petrolio russo verso i paesi che non applicano le sanzioni sono aumentate del 140%, passando da 1,2 milioni di barili al giorno a 2,9 milioni. I principali destinatari sono stati la Cina, l'India, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti e Singapore. Questi paesi hanno approfittato della maggiore disponibilità e dei prezzi più bassi del petrolio russo, che ha permesso loro di diversificare le loro fonti di approvvigionamento e di ridurre la dipendenza dal Medio Oriente.
L'aumento delle esportazioni verso i paesi asiatici e del Medio Oriente ha avuto diverse conseguenze per il mercato del petrolio. Da un lato, ha contribuito a creare un surplus di offerta che ha fatto calare i prezzi del greggio a livello globale. Dall'altro lato, ha rafforzato i legami economici e politici tra la Russia e i suoi nuovi partner commerciali, che hanno mostrato una maggiore comprensione e tolleranza nei confronti delle azioni russe in Ucraina. Inoltre, ha aumentato la concorrenza tra i produttori di petrolio, che hanno dovuto adeguarsi alle nuove dinamiche del mercato.
In conclusione, possiamo dire che l'invasione russa in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul mercato del petrolio, modificando i flussi di esportazione del greggio russo verso i paesi che non hanno aderito alle sanzioni. Questo ha comportato effetti sia positivi che negativi per i consumatori e i produttori di petrolio, ma anche per la stabilità geopolitica della regione. Il futuro dipenderà da come si evolverà la situazione in Ucraina, e da come reagiranno le potenze mondiali alle mosse della Russia.
Il rame è un metallo che ha una grande influenza sull'economia reale, in quanto riflette le dinamiche della domanda e dell'offerta di beni e servizi. Il rame è infatti utilizzato in molti settori industriali, come l'edilizia, l'elettronica, l'automotive e le energie rinnovabili. Per questo motivo, il prezzo del rame è spesso un indicatore anticipatore delle fasi espansive o recessive dell'economia mondiale.
Uno dei principali fattori che determinano il prezzo del rame è la Cina, che da sola rappresenta circa il 50% della domanda globale di questo metallo. La Cina è infatti il motore della crescita economica mondiale, e le sue politiche di sviluppo e di stimolo influenzano direttamente il consumo di rame. Negli ultimi mesi, però, la Cina ha mostrato dei segnali di rallentamento, per i vari motivi elencati precedentemente. Questo ha comportato una riduzione della domanda di rame da parte della Cina, e di conseguenza una pressione al ribasso sul prezzo del metallo.
Un altro fattore che incide sul prezzo del rame è l'offerta, che dipende principalmente dai paesi produttori. I maggiori esportatori di rame sono il Cile e il Perù, che insieme coprono circa il 40% della produzione mondiale. Questi paesi sono però esposti a diversi rischi, come le condizioni climatiche, le instabilità politiche e sociali, le normative ambientali e le dispute sindacali. Qualsiasi evento che possa compromettere la produzione o il trasporto di rame da questi paesi può causare una carenza di offerta e quindi una spinta al rialzo sul prezzo del metallo.
In conclusione, il rame è una commodity che merita di essere seguita con attenzione da parte dei trader, in quanto offre delle interessanti opportunità di investimento. Per poter operare sul rame, però, è necessario tenere in considerazione tutti i fattori che influenzano la sua domanda e la sua offerta, e monitorare costantemente i dati economici e geopolitici che provengono dalle aree più rilevanti. Inoltre, è importante avere una visione a lungo termine, in quanto il rame potrebbe beneficiare di una domanda sempre maggiore legata allo sviluppo delle tecnologie verdi e sostenibili, come le auto elettriche e le reti intelligenti.
L'argento è un metallo prezioso che ha molte applicazioni in diversi settori. Ha una forte domanda sia come bene industriale che come bene di consumo. Come bene industriale, l'argento è usato in molti processi produttivi, come il fotovoltaico, la saldatura, le batterie, l'odontoiatria, i rivestimenti in vetro, i reattori nucleari, il campo fotografico e i semiconduttori. Questi settori sono in crescita e richiedono sempre più argento per le loro attività. L'argento è anche un metallo con ottime proprietà elettriche, termiche e riflettenti, che lo rendono adatto per molte applicazioni tecnologiche, come gli smartphone.
Come bene di consumo, l'argento è apprezzato per la sua bellezza e la sua durata. L'argento è usato da secoli per creare gioielli, opere d'arte e articoli per la tavola. L'argento ha anche un valore storico e culturale, essendo stato usato come moneta e come simbolo di ricchezza e potere. L'argento è ancora oggi una forma di risparmio e di protezione contro l'inflazione e le crisi finanziarie.
L'offerta di argento, invece, è limitata e in calo. L'argento è un metallo raro che si trova principalmente in pochi paesi, come il Messico, il Perù e la Cina. La produzione di argento dipende dalle attività minerarie, che sono soggette a costi elevati, rischi ambientali e politici. Inoltre, una parte dell'argento estratto viene consumata e non può essere riciclata facilmente.
Questo squilibrio tra domanda e offerta potrebbe portare a una scarsità di argento e a un aumento del suo prezzo nel lungo periodo. Infatti, negli ultimi anni, il prezzo dell'argento ha mostrato una tendenza al rialzo, raggiungendo livelli record nel 2020. Alcuni analisti prevedono che l'argento possa superare i 50 dollari l'oncia entro il 2025.
Per approfondire il tema dell'argento e delle sue prospettive future, vi consiglio di visitare il sito del Silver Institute, dove potete trovare report aggiornati, storie affascinanti e dati statistici.
Analizziamo come la Russia si sia adattata alle sanzioni imposte dall'Occidente a seguito della crisi ucraina. Vedremo come la Russia abbia sfruttato le sue risorse energetiche, in particolare il gas naturale, per mantenere la sua influenza geopolitica e la sua stabilità economica.
Il gas naturale è una risorsa strategica per la Russia, che è il primo esportatore mondiale e che fornisce circa un terzo del gas consumato in Europa. Il gas naturale è anche uno strumento di pressione politica per la Russia, che può usare le sue forniture come leva nei confronti dei paesi vicini o dei paesi membri dell'Unione Europea. Le sanzioni occidentali hanno avuto un impatto minore sul settore del gas rispetto a quello del petrolio, ma hanno comunque spinto la Russia a diversificare i suoi mercati e a cercare nuove rotte di trasporto. Un esempio è il progetto Nord Stream 2, un gasdotto sottomarino che collega la Russia alla Germania, bypassando l'Ucraina e altri paesi dell'Europa orientale. Il progetto è stato fortemente contestato dagli Stati Uniti e da alcuni paesi europei, che lo ritengono una minaccia alla sicurezza energetica e alla solidarietà europea.
In conclusione, possiamo dire che la Russia ha dimostrato una notevole capacità di adattamento alle sanzioni occidentali, alcune volte riuscendo anche ad aggirarle, (vedi petrolio venduto all'India che lo raffina e lo vende in Europa), sfruttando le sue risorse energetiche come fonte di reddito e di influenza. Tuttavia, la Russia deve anche affrontare delle sfide importanti, come la dipendenza dal petrolio e dal gas, la concorrenza di altri produttori energetici, la transizione verso le energie rinnovabili e la necessità di modernizzare la sua economia e la sua società.
Il Natural Gas è una delle commodity più importanti e volatili del mercato energetico mondiale. Spesso si tende a confonderlo con il gas che viene scambiato in Europa, quello che ha come riferimento il prezzo di Amsterdam, ma in realtà si tratta di due prodotti diversi. Il Natural Gas che noi possiamo tradare online è quello che viene estratto e consumato negli Stati Uniti, e che ha come riferimento il prezzo del Henry Hub, il principale hub di distribuzione del gas nel paese.
Per operare con successo sul Natural Gas, bisogna tenere conto di molti fattori che influenzano la sua domanda e offerta, oltre alle classiche dinamiche di mercato. Non basta affidarsi alla fortuna o all'intuito, ma bisogna studiare attentamente il sottostante e le sue caratteristiche. Alcuni dei fattori più rilevanti sono:
- La stagionalità: il Natural Gas è molto usato per il riscaldamento invernale e per il condizionamento estivo, quindi la sua domanda varia a seconda delle temperature stagionali. In generale, si può dire che il prezzo tende a salire in inverno e a scendere in estate, ma ci sono anche delle eccezioni e delle anomalie climatiche da considerare.
- La produzione: gli Stati Uniti sono tra i maggiori produttori di gas naturale al mondo. La produzione di gas influisce sul suo prezzo, in quanto un aumento dell'offerta tende a farlo scendere e viceversa. Tuttavia, bisogna anche tenere conto dei costi di estrazione e trasporto, che possono rendere non conveniente produrre gas a determinati livelli di prezzo.
- Le scorte: il Natural Gas viene immagazzinato in appositi depositi sotterranei o in superficie, per far fronte alle variazioni stagionali della domanda e per garantire la sicurezza energetica del paese. Le scorte di gas vengono monitorate settimanalmente dall'EIA (U.S. Energy Information Administration), che pubblica ogni giovedì un report sullo stato delle riserve. Questo report è molto atteso dai trader, in quanto può generare forti movimenti di prezzo a seconda delle aspettative e dei dati effettivi.
- L'esportazione: il Natural Gas prodotto negli Stati Uniti può essere esportato verso altri paesi, tramite gasdotti o tramite navi metaniere (LNG). L'esportazione di gas influisce sul suo prezzo, in quanto una maggiore domanda estera tende a farlo salire e viceversa. Tuttavia, bisogna anche considerare i costi e le infrastrutture necessarie per esportare il gas, che possono limitare la sua competitività sul mercato globale.
Questi sono solo alcuni dei fattori che vanno ad influire sul prezzo del Natural Gas, ma ce ne sono molti altri da tenere in considerazione. Per approfondire il tema, vi consiglio di consultare il sito dell'EIA, dove troverete molte informazioni utili e aggiornate sul mercato del gas naturale negli Stati Uniti.
L'oro è una delle materie prime più seguite e scambiate dai trader, sia per la sua importanza storica che per le sue implicazioni economiche e politiche. Ma quali sono i fattori che influenzano le oscillazioni del prezzo dell'oro?
Uno dei fattori che caratterizza le quotazioni di questa commodity sono gli acquisti da parte delle banche centrali, che anche quest'anno continueranno ad acquistare oro, spinte dalla situazione geopolitica, dalle decisioni aggressive delle banche centrali che continueranno ad aumentare i tassi d'interesse. Le banche centrali infatti vedono nell'oro una forma di riserva di valore e di diversificazione del rischio, soprattutto in un contesto di incertezza e tensioni internazionali. Inoltre, l'oro è una delle poche attività che non ha un debito sottostante e che non è soggetta al rischio di default.
Un altro fattore da tenere in considerazione è il rapporto tra l'oro e il dollaro americano. Sappiamo che l'oro è quotato in dollari, quindi quando il dollaro si apprezza, l'oro diventa più costoso per gli acquirenti in altre valute e viceversa. Il dollaro a sua volta dipende dalle politiche monetarie della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, che ha il compito di regolare i tassi d'interesse e la quantità di moneta in circolazione. Appunto come da manuale bisogna sempre monitorare le decisioni della FED, delle sue politiche monetarie dopo che analizza i dati USA sul mercato del lavoro. Se la FED alza i tassi d'interesse, il dollaro tende a rafforzarsi e l'oro a indebolirsi, perché gli investitori preferiscono spostare i loro capitali verso attività che offrono un rendimento maggiore. Se invece la FED abbassa i tassi d'interesse o adotta misure espansive, il dollaro tende a indebolirsi e l'oro a rafforzarsi, perché gli investitori cercano rifugio in un bene che mantiene il suo potere d'acquisto.
Infine, un altro elemento da non trascurare è il sentiment dei mercati finanziari. Sappiamo che l'oro è un bene rifugio quando i mercati propendono verso il risk off, ovvero quando c'è una maggiore avversione al rischio e una minore propensione al guadagno. In questi casi, gli investitori tendono a vendere le attività più rischiose, come le azioni o le obbligazioni, e ad acquistare quelle più sicure, come l'oro o i titoli di stato. Al contrario, quando i mercati sono in mood risk on, ovvero quando c'è una maggiore fiducia e una maggiore appetibilità al rendimento, gli investitori tendono a fare il contrario: vendono l'oro e comprano le attività più redditizie. Anche se negli ultimi tempi ha perso questa correlazione classica e storica.
In conclusione, possiamo dire che il prezzo dell'oro dipende da una serie di fattori interconnessi tra loro, che vanno dalla domanda e dall'offerta fisica del metallo, alle decisioni delle banche centrali, al valore del dollaro, al clima dei mercati finanziari. Per fare trading sull'oro bisogna quindi tenere sotto controllo tutti questi elementi e cercare di anticipare le possibili variazioni del prezzo.
Infine non possiamo non citare alcune agricole che stanno tenendo banco dallo scoppio del conflitto Russo-Ucraino. Parliamo di grano, mais e soia. Vi sono aspettative sulle quali si pensa ad un abbondante offerta mondiale che dovrebbe portare ad un abbassamento del prezzo. Vi sono, altresì, dati molto interessanti pubblicati dal dipartimento dell'agricoltura statunitense che ha svelato le previsioni di sulla produzione americana di cereali per la campagna 2023/24 con la tendenza che i raccolti saranno abbondanti e queste aspettative potrebbero pesare ulteriormente.
Questo scenario potrebbe avere delle ripercussioni sul mercato globale delle materie prime agricole, in particolare su quelle provenienti dall'Europa orientale e dalla Russia, che sono tra i maggiori esportatori di grano al mondo. Il conflitto Russo-Ucraino ha infatti creato delle tensioni geopolitiche e dei rischi di interruzione delle forniture, che hanno spinto al rialzo i prezzi dei cereali negli ultimi mesi. Tuttavia, se la situazione dovesse stabilizzarsi e la produzione mondiale dovesse confermare le previsioni positive, potremmo assistere ad una correzione al ribasso dei prezzi delle agricole nei prossimi mesi.
In questo contesto, è importante seguire con attenzione l'andamento dei mercati delle materie prime agricole, sia per cogliere le opportunità di investimento che per monitorare gli effetti sulle economie dei paesi coinvolti.
Concludendo... La mia esperienza di trader, iniziata nel 2009, quando le risorse disponibili on line erano molto scarse e superficiali. All'epoca, si trovavano solo alcuni opuscoli che spiegavano in modo sommario la struttura delle candele, alcuni pattern grafici e poco altro. Per quanto riguarda i libri, c'erano poche tecniche, più o meno valide, e ancora meno indicazioni su come entrare nel mercato. Oggi, invece, abbiamo la fortuna di poter contare su persone competenti e qualificate, che operano nel settore finanziario e che ci insegnano in modo dettagliato come fare trading, quali strumenti utilizzare e quale importanza dare alla conoscenza del sottostante. Non lasciatevi sfuggire questa opportunità di crescita. Proprio perché io non ho avuto questa possibilità, ho sentito il bisogno di dedicarmi gratuitamente a chi si avvicina a questa disciplina. Vi assicuro che l'articolo che state leggendo, così come tutti gli altri che ho scritto e che scriverò, non sono il risultato di qualche ora di lavoro. Sono il frutto di ore e ore di studio, di webinar seguiti, di ricerche approfondite per essere il più chiaro ed esaustivo possibile, di scrittura, di revisione e di correzione di errori vari, grammaticali o altro. Io investo molto tempo in questo lavoro perché ci credo e perché spero che non perdiate i vostri patrimoni illudendovi di poter operare con qualche nozione rudimentale di tecnica. Ma nemmeno con la sola tecnica e analisi grafica, per quanto ben assimilata, si ottengono risultati. La conoscenza è tutto!
L'analisi tecnica del grafico è una competenza che si acquisisce con la pratica e lo studio. Non basta guardare il grafico e capire cosa sta succedendo, bisogna anche conoscere la materia che si sta analizzando, le sue caratteristiche, le sue tendenze. Per questo motivo, bisogna essere sempre aggiornati e curiosi, cercare di capire le ragioni dei cambiamenti e le possibili conseguenze.
Chiudo augurando buon tutto e ringraziandovi per l'attenzione prestata a questa lettura.
Analisi grafica : Il trend
Il trend è la direzione del mercato in un determinato periodo di tempo. Questa
direzione è identificabile attraverso la successione di massimi e di minimi detti “di reazione”
poiché arrestano temporaneamente il movimento precedente:
1. un trend rialzista è definibile da una sequenza di massimi e minimi crescenti. In
altri termini, ogni minimo di reazione è superiore al minimo precedente ed ogni
massimo di reazione è superiore al massimo precedente;
2. un trend ribassista è definibile da una sequenza di massimi e minimi
decrescenti;
3. un trend laterale è senza direzione; cioè i massimi e minimi sono orizzontali.
Nel momento in cui la successione di massimi e minimi viene interrotta, il trend potrebbe
cominciare a lateralizzare oppure ad invertire la sua direzione precedente. Così, ad
esempio, ipotizzando di osservare una tendenza chiaramente rialzista, non appena il titolo
non riesca a portarsi sopra il precedente massimo, non può ancora affermarsi che il trend
da rialzista abbia invertito a ribassista. I
Gestione del rischio: Principali regole1. Non essere sottocapitalizzati;
È necessario avere la giusta capitalizzazione in funzione dello strumento
finanziario su cui si intende investire
2. Non rischiare troppo in una singola operazione;
I singoli titoli azionari presentano rischio specifico, ossia il rischio peculiare di una
specifica impresa. Così, se l’azienda di cui si sono comprate alcune azioni dovesse
fallire, l’intero investimento in quella determinata società si azzererebbe. Tuttavia,
se in quell’operazione si è investito soltanto una piccola percentuale del capitale a
disposizione (possibilmente non oltre il 5% del proprio portafoglio), il capitale di per
sé non si sarà volatilizzato, ma avrà subìto una perdita del 5%
3. Non rischiare più del 20% del portafoglio;
Ipotizzando che domani tutte le posizioni in portafoglio si chiudano in stop-loss, e
l’eventualità per quanto improbabile non è impossibile, la perdita impattante sul
capitale totale non dovrebbe superare il 20%.
4. Mai mediare in perdita e piramidare correttamente;
Non bisogna mai aggiungere capitale alle posizioni che stanno andando male, che
cioè si stanno dirigendo verso il livello di stop-loss: si andrebbe ad incrementare il
rischio su un titolo i cui prezzi per un qualche motivo stanno scendendo. Di contro,
se sul titolo in questione si ha un nuovo segnale di ingresso, allora sarà possibile
aggiungere capitale ad una posizione già profittevole.
5.Plan the trade, trade the plan;
Ciascuna operazione va pianificata prima di entrare a mercato: ciò significa che
ancor prima di inserire un ordine, si dovrebbe già sapere quale sia il prezzo
massimo di ingresso, il livello di stop-loss, l’area del take profit, la percentuale di
capitale da investire, il rischio totale tollerato e così via. Una volta in posizione, va
tradato il piano cioè vanno seguite le regole già prefissate.
Utilizzo Three Line Break
Il Three Line Break è un metodo di rappresentazione grafica a-temporale, ovvero che durante la sua costruzione il fattore tempo non è incluso.
Nel Three Line Break, a differenza degli altri metodi di rappresentazione a-temporale, è lo
stesso movimento del prezzo, ossia la sua direzionalità, a dare l’indicazione per una
inversione.
Per avere una continuazione rialzista è sufficiente che i prezzi chiudano sopra il
massimo della precedente linea o colonna bianca o verde;
Per avere una continuazione ribassista è sufficiente che i prezzi chiudano sotto il
minimo della precedente linea o colonna nera o rossa;
Una volta che si sono registrate tre colonne consecutive, una inversione del colore
necessita che il prezzo superi il massimo o il minimo delle ultime tre colonne, come negli esempi sul grafico.
Svelando il mistero dei principio di Dow Questa teoria, sviluppata da Charles Dow, rappresenta un punto di riferimento fondamentale nell'analisi tecnica dei mercati azionari.
Uno dei concetti cardine di questa teoria è la verifica delle medie nel contesto del mercato azionario.
Durante questa presentazione, approfondiremo questo principio e il suo significato nell'ambito dell'analisi di mercato.
La teoria di Dow si basa su due principi principali le medie del mercato azionario e la conferma delle medie. Secondo il principio delle medie del mercato azionario.
Il mercato azionario è indicato da due importanti indicatori l'indice industriale e l'indice dei trasporti. L'indice industriale rappresenta il settore industriale, mentre l'indice dei trasporti riflette il settore dei trasporti.
Il secondo principio, la conferma delle medie, afferma che i trend di mercato devono essere confermati a vicenda per essere validi. Ciò significa che il trend di un settore, come rappresentato dall'indice industriale, deve essere confermato anche dall'andamento dei settori correlati, rappresentati dall'indice dei trasporti. In altre parole, se l'indice industriale mostra una tendenza al rialzo, l'indice dei trasporti dovrebbe fare lo stesso, e viceversa.
In sintesi, secondo la teoria di Dow, il mercato azionario è rappresentato da due indicatori principali, l'indice industriale e l'indice dei trasporti. Inoltre, i trend di mercato devono essere confermati a vicenda per avere validità, il che significa che i movimenti dei due indici dovrebbero essere in accordo per confermare un trend specifico.
La conferma delle medie è fondamentale perché sottolinea l'importanza delle relazioni tra i settori correlati dell'economia. Ad esempio, se il settore industriale è in crescita, ci si aspetta che anche il settore dei trasporti rifletta questa tendenza positiva. Questo perché l'aumento della produzione industriale richiede un maggiore trasporto di beni e merci. Se i due settori non si confermano a vicenda, ad esempio se l'indice industriale mostra una crescita mentre l'indice dei trasporti è in calo, potrebbe esserci una divergenza che suggerisce una potenziale instabilità o incertezza nel mercato.
La conferma delle medie del mercato azionario è un concetto importante per gli investitori e gli analisti di mercato. L'analisi delle tendenze del mercato, compresa la relazione tra i settori, può fornire indizi preziosi per prendere decisioni di investimento informate. Se si osserva una conferma delle medie, cioè un allineamento dei trend nei settori correlati, può indicare un mercato solido e in crescita. Al contrario, una mancanza di conferma potrebbe suggerire la necessità di cautela o ulteriori indagini sulle ragioni di questa discrepanza.
La teoria di Dow e il principio della conferma delle medie del mercato azionario offrono un quadro prezioso per l'analisi di mercato.
Studio di un grafico settimanale con candele Heikin AshiLe candele Heikin Ashi sono calcolate su quattro parametri:
-sulla base della candela precedente
-utilizzando una media mobile
-cambiano colore a seconda della media
-si basano su rappresentazioni uniche di apertura, massimo, minimo e chiusura.
Le heikin Ashi vengo utilizzate al posto delle candele giapponesi per eliminare il rumore di fondo del mercato.
Una delle tante strategie per utilizzare le candele heikin ashi è quella di entrare in posizione al cambio colore della candela e l'uscita è esattamente il segnale opposto ovvero al nuovo cambio colore .
Ovviamente è da utilizzare solo in momenti di trend , inutile invece nei momenti di assenza di trend .
I principali indici americaniNel ventesimo secolo gli Stati Uniti hanno subito due guerre mondiali ed altri conflitti militari traumatici e costosi, la depressione, una dozzina di recessioni e periodi di panico finanziario, shock petroliferi, una epidemia di influenza e le dimissioni di un presidente caduto in disgrazia. Eppure il Dow Jones è salito da 66 a 11.497...
Warren Buffett.
In questo articolo, voglio condividere con voi alcune delle informazioni che ho appreso nel tempo molto utili se si vuole operare su alcuni indici americani come il Dow Jones, il Nasdaq e lo S&P 500. Trovo interessante relazionare quali sono le caratteristiche, le somiglianze e le differenze di questi indici, che rappresentano la salute dell'economia e del mercato statunitense. Penso che sia importante avere una visione d'insieme di ciò che succede sui mercati finanziari, perché influisce anche sul comportamento del nostro strumento di trading preferito. Non possiamo ignorare le dinamiche globali che muovono i prezzi.
L'S&P 500 è l'indice che contiene le maggiori 500 aziende per capitalizzazione statunitensi, se invece parliamo del Nasdaq (100) intendiamo l'indice con le 100 maggiori imprese quotate non finanziarie, infine il Dow Jones è l'indice che rappresenta il valore medio di 30 blue chip americane. Questi indici riflettono le performance di diversi settori e tipologie di aziende quotate in borsa negli Stati Uniti, vediamo quindi cosa significano e come si calcolano questi indici, e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di investire su di essi. Per molti lettori scriverò cose banali, per altri concetti assolutamente nuovi da apprendere, ma ricordo sempre che il mio obbiettivo mira ad educare finanziariamente e formare chiunque approccia il trading.
Gli indici azionari sono dei prodotti finanziari che rappresentano il valore di un gruppo di azioni scelte in base a determinati criteri. Essi ci consentono di investire in un settore o in una categoria di aziende senza dover comprare ogni singola azione. Gli indici azionari sono composti da azioni che possono appartenere a più indici contemporaneamente e che possono cambiare nel tempo in base alle loro performance e alla loro capitalizzazione di mercato. Gli indici azionari sono utili per valutare la tendenza generale del mercato e per confrontare il rendimento di una singola azione con quello del suo settore di riferimento. Ad esempio, possiamo dire che un'azione ha una performance superiore o inferiore al suo indice se il suo prezzo sale o scende più di quello dell'indice.
Gli indici azionari sono uno strumento fondamentale per valutare le performance dei mercati finanziari. Ma esistono due tipi di indici, a seconda di come trattano i dividendi. Si tratta dei Total Return Index e dei Price Index, che hanno caratteristiche e vantaggi diversi.
I Total Return Index sono indici che non subiscono variazioni quando le società che li compongono distribuiscono i dividendi ai loro azionisti. In altre parole, i Total Return Index reinvestono i dividendi nel calcolo del valore dell'indice, come se fossero parte integrante del rendimento del capitale.
I Price Index, invece, sono indici che si riducono proporzionalmente al valore dei dividendi distribuiti dalle società che li compongono. Questo significa che i Price Index riflettono la perdita di valore delle azioni dovuta al pagamento dei dividendi, come se fossero una spesa per gli investitori.
Quindi è molto importante sapere su quale indice andiamo ad operare dovendo tener conto di questo particolare rilevante. Se vuoi avere un'idea precisa del valore effettivo delle azioni, puoi scegliere un Price Index, che ti mostra l'impatto dei dividendi sul prezzo delle azioni. Se invece vuoi confrontare il rendimento complessivo, che include sia i guadagni di capitale che i pagamenti in contanti, puoi scegliere un Total Return Index, che ti mostra il rendimento totale delle azioni.
In ogni caso, è importante sapere che esistono questi due tipi di indici e che hanno effetti diversi sulle performance dei mercati finanziari.
A loro volta, gli indici, hanno diversi metodi di calcolo per valutare l'importanza di un titolo all'interno del paniere. Alcuni indici sono ponderati per capitalizzazione, cioè assegnano un peso maggiore alle azioni con una maggiore capitalizzazione di mercato. Altri indici sono ponderati per prezzo, cioè assegnano un peso maggiore alle azioni con un prezzo più elevato. Esistono anche indici che utilizzano altri criteri, come il volume degli scambi, la liquidità o la qualità delle aziende. Gli indici azionari sono strumenti utili per gli investitori, in quanto consentono di avere una visione sintetica e comparativa delle performance dei mercati e dei settori.
- Indici ponderati per il prezzo di mercato: cosa sono e come funzionano: un classico esempio possiamo trovarlo nel Dow Jones o il Nikkei 225. Ma cosa sono esattamente e come si calcolano? Cercherò di spiegarlo in modo semplice e chiaro. Un indice ponderato per il prezzo di mercato è un tipo di indice azionario che assegna un peso maggiore alle azioni con un prezzo più alto, indipendentemente dalla loro capitalizzazione di mercato. In altre parole, le azioni più costose hanno un impatto maggiore sull'andamento dell'indice rispetto a quelle più economiche. Per capire meglio, facciamo un esempio. Supponiamo di avere un paniere di tre azioni: X, Y e Z. Se noi ipotizziamo un'azione X a 50$, una Y a 30$ ed una Z a 20$, il titolo X in quel paniere varrebbe il 50% dell'indice, indifferentemente dalla dimensione relativa (capitalizzazione) della società quotata. Questi indici vengono a volte criticati perché una semplice oscillazione di prezzo può influenzare in modo significativo l'indice, essendo il solo prezzo la forza trainante dell'indice stesso. Ad esempio, se l'azione X sale a 60$, l'indice aumenterà del 10%, anche se le altre due azioni rimangono invariate. Al contrario, se l'azione Z scende a 10$, l'indice diminuirà del 5%, anche se le altre due azioni rimangono invariate. Tuttavia, questi indici hanno anche dei vantaggi. Innanzitutto, sono facili da calcolare e da comprendere, poiché basta sommare i prezzi delle azioni e dividerli per il numero delle azioni. Inoltre, riflettono la percezione del mercato sulle aziende più importanti e prestigiose, che tendono ad avere prezzi più elevati.
- Cosa sono gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato e perché sono importanti? Quali sono i più noti? Quali svantaggi e quali vantaggi presentano? Gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato sono degli indici che misurano la performance di un gruppo di azioni in base al loro valore di mercato, ovvero alla capitalizzazione. La capitalizzazione si ottiene moltiplicando il prezzo di una singola azione per il numero totale di azioni in circolazione. Più alta è la capitalizzazione, più peso ha l'azione nell'indice. Questo significa che le azioni più grandi e più quotate hanno un'influenza maggiore sull'andamento dell'indice rispetto alle azioni più piccole e meno quotate. In altre parole, se le azioni più grandi salgono o scendono, l'indice segue la stessa direzione, mentre se le azioni più piccole salgono o scendono, l'indice ne risente poco o niente. Gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato sono i più diffusi e i più seguiti nel mondo. Alcuni esempi sono lo S&P 500 e il Nasdaq negli Stati Uniti, il FTSE 100 nel Regno Unito, il CAC 40 in Francia, il DAX in Germania e il MIB in Italia. Questi indici sono considerati dei buoni indicatori della salute economica e finanziaria di un paese o di un settore. Tuttavia, gli indici ponderati per la capitalizzazione di mercato hanno anche dei limiti e dei rischi. Il principale è che tendono a essere dominati da poche aziende molto grandi, che possono rendere l'indice poco rappresentativo della realtà e vulnerabile a shock o crisi che colpiscono quelle aziende.
Voglio condividere con voi alcune riflessioni. Nel corso della mia esperienza di trading, ho assistito a molti traders che si lamentavano della sfortuna, della truffa del broker di turno, o del fatto che i mercati fossero ostili e ingannatori nei confronti del trader principiante che aspirava a guadagnare con questa professione. Ma analizzando meglio la situazione, mi sono reso conto che, spesso, questi traders non avevano una conoscenza approfondita del sottostante che stavano tradando, come nel caso di un indice azionario. Per fare un esempio pratico: "risultati trimestrali negativi per il titolo X, l'indice precipita, secondo la logica degli indici ponderati per prezzo di mercato, e il trader impreparato non capisce il motivo..." Ora, io sono il primo sostenitore dell'analisi tecnica a scapito della fondamentale, ma la conoscenza è superiore a entrambe le forme di analisi, ed è per questo che mi spendo da tempo per educare e nella speranza che prima di buttare i vostri soldini acquisite la conoscenza e le competenze per operare sui mercati.
Nel mondo dei mercati finanziari, tutto è interconnesso. Questo significa che ogni argomento che affronto nei miei articoli ha delle implicazioni sugli altri. Un tema centrale è la politica monetaria delle banche centrali e il suo effetto sui tassi d'interesse. Come sapete, il rialzo dei tassi penalizza le aziende, perché aumenta il costo del debito e riduce i profitti e il valore delle azioni. Questo fenomeno è stato ampiamente discusso dai media, sia specializzati che generalisti in questo ultimo anno. Per questo motivo, ho voluto dedicare una breve sezione a questa dinamica, che influisce direttamente sui prezzi dei tre indici che sto relazionando e non solo.
Analizziamo le differenze tra i principali indici azionari americani: il Nasdaq, lo S&P 500 e il Dow Jones. Questi indici riflettono le performance di diversi tipi di aziende: quelle growth, che puntano su una forte crescita futura, ma che sono più rischiose e volatili, e quelle value, che offrono una maggiore stabilità e sicurezza agli investitori. Le aziende growth sono più presenti nel Nasdaq e nello S&P 500, mentre le aziende value sono più rappresentate nel Dow Jones. Per esempio, nel Nasdaq troviamo molte aziende tecnologiche innovative, mentre nel Dow Jones troviamo banche e società industriali consolidate.
La rotazione settoriale è il fenomeno per cui gli investitori spostano il loro capitale da un settore all'altro in base alle condizioni di mercato e alle aspettative economiche. Un fattore chiave che influisce sulla rotazione settoriale è il livello dei tassi d'interesse, che sono determinati dalle politiche monetarie delle banche centrali. In generale, quando i tassi d'interesse sono bassi, gli investitori preferiscono le aziende growth, che possono beneficiare di un accesso al credito più facile e di una maggiore domanda dei consumatori. Quando i tassi d'interesse sono alti, invece, gli investitori si orientano verso le aziende value, che offrono rendimenti più elevati e costanti e che sono meno sensibili alle fluttuazioni del mercato.
Quindi, possiamo osservare che il Nasdaq e lo S&P 500 tendono a salire quando i tassi d'interesse sono bassi, mentre il Dow Jones tende a faticare e viceversa. Questo spiega perché a volte vediamo divergenze tra questi indici, (basti osservare i grafici esposti in presentazione dell'articolo), che riflettono le diverse strategie degli investitori. Tuttavia, è importante ricordare che la rotazione settoriale non è un fenomeno lineare o prevedibile, ma dipende da molti altri fattori, come le aspettative sulle prospettive di crescita delle singole aziende, le valutazioni di mercato, gli eventi geopolitici e le preferenze dei consumatori.
Le azioni growth sono quelle di società che crescono più velocemente del mercato e che offrono la possibilità di guadagnare di più. Tra queste, le azioni tech sono molto popolari, ma anche molto sensibili ai cambiamenti dei tassi d'interesse. Infatti, le società growth si finanziano spesso con i prestiti, contando di poterli ripagare grazie ai loro elevati profitti futuri. Ma se i tassi d'interesse salgono, i prestiti diventano più costosi e meno convenienti. Questo fa calare la domanda di azioni growth e favorisce le azioni value, che sono quelle di società più stabili e meno rischiose, come le blue chip. Queste ultime sono meno soggette alle fluttuazioni dei tassi e offrono una maggiore sicurezza agli investitori.
Le azioni value sono un'opzione interessante per gli investitori che cercano una fonte di reddito costante e una maggiore stabilità nel mercato azionario. Queste azioni appartengono a società mature e consolidate, che operano in settori tradizionali come il finanziario, l'assicurativo e l'immobiliare. Queste società hanno una solida posizione competitiva e una generazione di flussi di cassa prevedibile, che permette loro di distribuire dividendi regolari e consistenti ai loro azionisti. Inoltre, le azioni value tendono a beneficiare di un aumento dei tassi di interesse, che migliora i margini e la redditività delle attività finanziarie. Pertanto, le azioni value offrono un profilo di rischio-ritorno più favorevole rispetto alle azioni growth, che sono più esposte alle fluttuazioni del mercato e alla volatilità dei prezzi.
Con questo articolo, ho voluto offrire un aiuto a chi si avvicina al nostro settore per approfondire le varie opportunità di trading, ma anche una buona occasione di ripasso per chi, invece, ha già esperienza e conosce bene questi principi fondamentali e semplici. Vi auguro buon tutto e vi aspetto al prossimo articolo che pubblicherò.
Le correlazioni nel ForexIl professionista cerca di fare la cosa giusta, piuttosto che focalizzarsi sul guadagno: egli ben sa che il profitto altro non è che la conseguenza di una serie di azioni corrette.
Jesse Livermore.
L'argomento delle correlazioni è molto importante per i traders che operano con l'hedging. Esistono due tipi di correlazioni: intermarket e intramarket. Le correlazioni intermarket si riferiscono alla relazione fra due mercati diversi, come ad esempio una commodity e una valuta. Le correlazioni intramarket si riferiscono alla relazione fra due asset dello stesso mercato, come ad esempio due coppie di valute.
L'esposizione che vi presento è il risultato dell'analisi di Saverio Berlinzani, un noto trader e consulente finanziario nel mercato valutario. Saverio Berlinzani ha elaborato queste correlazioni tra coppie di valute basandosi sulla sua esperienza di market maker in banca. Queste correlazioni possono essere utili per proteggere il proprio capitale in caso di operazioni sfavorevoli, a condizione che siano eseguite correttamente. La correlazione nel forex è uno strumento utile anche per gestire il rischio e diversificare il portafoglio.
La correlazione classica nel forex si basa sull'idea che il dollaro americano abbia un'influenza dominante sulle altre valute e che quindi se si apprezza rispetto all'euro, dovrebbe fare lo stesso rispetto alle altre. Questo tipo di correlazione è prevalente nella maggior parte delle fasi del ciclo economico, tranne che nelle fasi estreme di euforia o di crisi, dove si verifica la correlazione atipica . La correlazione specifica , invece, dipende da fattori esterni al mercato, come eventi geopolitici o shock di domanda e offerta, e può manifestarsi in qualsiasi momento.
Il ciclo economico è l'alternanza di fasi di crescita e di calo dell'attività economica. Le quattro fasi principali del ciclo economico sono: espansione, recessione, depressione e ripresa. Vediamo cosa significano e come si manifestano.
L'espansione è la fase in cui il PIL reale aumenta rapidamente, la disoccupazione diminuisce e i prezzi tendono a salire. Questa fase è favorita da una domanda elevata di beni e servizi, da una maggiore disponibilità di credito e da una fiducia ottimista degli agenti economici. L'espansione può portare a un surriscaldamento dell'economia, con un'inflazione eccessiva e un indebitamento insostenibile.
La recessione è la fase in cui il PIL reale diminuisce per almeno due trimestri consecutivi, la disoccupazione aumenta e i prezzi si stabilizzano o diminuiscono. Questa fase è causata da una contrazione della domanda, da una restrizione del credito e da una perdita di fiducia degli agenti economici. La recessione può sfociare in una crisi finanziaria, con il fallimento di imprese e banche dovuta anche all'intervento delle banche centrali in ragion del fatto che aumentano i tassi d'interesse per diminuire l'inflazione.
La depressione è la fase in cui il PIL reale ristagna o continua a diminuire, la disoccupazione si mantiene a livelli elevati e i prezzi scendono ulteriormente. Questa fase è caratterizzata da una domanda insufficiente, da una scarsità di credito e da una fiducia pessimista degli agenti economici. La depressione può durare a lungo e richiedere nuovamente l'intervento delle banche centrali per stimolare l'economia.
La ripresa è la fase in cui il PIL reale inizia nuovamente a crescere, la disoccupazione inizia a diminuire e i prezzi iniziano a salire. Questa fase è sostenuta da una ripresa della domanda, da una maggiore offerta di credito e da una fiducia crescente degli agenti economici. La ripresa può essere accelerata da politiche monetarie espansive e da politiche fiscali anticicliche.
Un esempio di ciclo economico si può osservare nella situazione attuale, ove vi è stato il surriscaldamento dei prezzi, soprattutto a livello energetico, causati anche in parte dal conflitto fra Russia ed Ucraina, quindi con le banche centrali che stanno aumentando i tassi d'interesse per raffreddare l'economia e conseguentemente i prezzi, con l'obbiettivo di riportare l'inflazione su livelli accettabili.
La teoria di Berlinzani si basa sull'analisi delle correlazioni tra le valute in base al ciclo economico e alle condizioni di mercato. Secondo questa teoria, le correlazioni possono essere classificate in tre tipi: classiche, atipiche e specifiche . Le correlazioni classiche sono quelle che si verificano quando il ciclo economico si espande o rallenta in modo omogeneo tra le diverse aree geografiche. Le correlazioni atipiche sono quelle che si verificano quando il ciclo economico è in euforia o in depressione, e quindi le valute reagiscono in modo diverso alle stesse variabili macroeconomiche. Le correlazioni specifiche sono quelle che si verificano per effetti esterni alle normali dinamiche del ciclo economico, come ad esempio shock geopolitici, crisi finanziarie o eventi eccezionali. Queste ultime possono sovrapporsi alle altre due, creando delle situazioni complesse e imprevedibili per il trader. La teoria di Berlinzani propone delle tecniche di trading basate sull'identificazione e sull'utilizzo delle correlazioni tra le valute, con l'obiettivo di massimizzare i profitti e ridurre i rischi.
L'analisi della correlazione tra EURUSD e GBPUSD mostra che queste due coppie di valute tendono a muoversi nella stessa direzione, perché entrambe hanno il dollaro americano come valuta di riferimento. Il dollaro è la valuta incerta, perché il suo valore dipende dalle fluttuazioni del mercato trovandosi al denominatore, mentre l'euro e la sterlina sono le valute certe, perché il loro valore è fisso per unità e si trovano al numeratore. La correlazione tra EURUSD e GBPUSD è diretta, ma non perfetta, perché ci sono altri fattori che influenzano il comportamento delle due coppie di valute, come le condizioni economiche e politiche delle rispettive aree geografiche. Un esempio è la Brexit, se si analizza quel periodo si nota la perdita della correlazione fra le due coppie.
I cambi originali sono quelli che si basano sul valore del dollaro rispetto alle altre valute. Tra questi, ci sono alcune coppie di valute che sono influenzate dalle materie prime, come AUDUSD, NZDUSD e USDCAD. Queste sono le valute di paesi che esportano prodotti come petrolio, oro e agricoltura. Le coppie di valute più importanti sono chiamate majors.
Le coppie di valute che hanno il dollaro al numeratore hanno una correlazione diretta tra loro, cioè si muovono nella stessa direzione. Al contrario, le coppie di valute che hanno il dollaro al denominatore hanno una correlazione inversa tra loro, cioè si muovono in direzioni opposte. Questo dipende dal fatto che il dollaro è la valuta di riferimento nel mercato dei cambi.
Questo concetto è utile per capire le dinamiche del mercato e per gestire il rischio di esposizione al dollaro. Se si opera su più coppie di valute, bisogna tenere conto della loro correlazione per evitare di sovrapporre posizioni simili o contrarie.
Un altro aspetto delle correlazioni riguarda le coppie valutarie generate da due coppie originali contro il dollaro. Per esempio, se abbiamo EUR/USD e GBP/USD, possiamo ottenere il cross EUR/GBP. Questo è un errore comune tra i principianti, che usano i termini coppie e cross in modo intercambiabile, senza considerare la differenza. I cross sono derivati dalle valute originali, che sono sempre in rapporto al dollaro. Il cross non avrà mai il dollaro sia come numeratore che come denominatore. Il cross, inoltre, è un demoltiplicatore di volatilità significa che quando il mercato è volatile, tende ad avere una variazione minore rispetto alle altre valute. Questo può essere vantaggioso per gli investitori che vogliono ridurre il rischio di perdite dovute a forti oscillazioni dei prezzi.
Adesso come calcoliamo l'andamento del cross EURGBP rispetto ai due cambi originali?
EURGBP è il risultato matematico del comportamento dei due cambi originali che lo hanno creato.
EURUSD sale 1% e GBPUSD scende 2% avremo: +1% - (-2%) = EURGBP +3%
EURUSD sale 1% e GBPUSD sale 2% avremo: +1% - (+2%) = EURGBP +1%
In breve il risultato di un cross è sempre dato dalla differenza dei due cambi originali che lo generano. Questo esempio l'ho applicato a questo tris di valute ma è applicabile su tutte le coppie originali, finché il ragionamento verte sulle correlazioni classiche ed atipiche. Un evento esterno che colpisce l'andamento di un unica e sola valuta, (quindi parliamo di una correlazione specifica), esula tutto il ragionamento espresso.
La correlazione inversa tra due coppie di valute indica che esse si muovono in direzioni opposte. Per calcolare l'andamento del cross, si deve:
EURUSD +1% USDJPY -2% quindi +2% + (-2%) = EURJPY -1% ancora nel caso non fosse classica
EURUSD +1% USDJPY +2% quindi +1% + (+2%) = EURJPY +3%.
In generale se osservate i due cambi originali saprete come si muove il cross, viceversa se guardate il cross saprete come si stanno muovendo i due cambi originali.
Come ho già annunciato sul sito, voglio condividere con voi le diverse sfaccettature del trading, senza nascondere nulla. Per esempio, anche se parlo spesso di analisi fondamentale e di hedging, non li uso nel mio trading plan, perché seguo una disciplina rigorosa e perché ho le mie convinzioni personali. Tuttavia, ritengo che sia mio dovere farvi conoscere questa disciplina a 360 gradi.
Gold e Silver, curiosità importanti."Le materie prime hanno influenzato l'intera storia umana, hanno causato guerre, portato la pace, stimolato spedizioni in terre sconosciute, dato vita a incredibili operazioni di spionaggio, stabilito nuovi equilibri fra paesi e uomini".
Antonio Giraudo.
Chiunque, io per primo, rileggendo articoli che liquido per scontati, scopro che molte volte c'è sempre qualcosa che ancora devo apprendere. Ma il lavoro svolto, è in particolar modo indirizzato a chi approccia il mondo finanziario-economico ed il trading on line, offrendo una didattica semplice nel linguaggio e facile da comprendere per approcciare l'operatività.
Premessa dovuta per consigliare, al compimento dei primi passi, di iniziare studiando pochi, pochissimi strumenti finanziari per comprenderne a fondo tutti gli aspetti. Troppi asset assieme non permettono, o quantomeno confondono, l'apprensione dello strumento. Questo non vuol dire evadere il tanto lavoro che viene richiesto per poter trarre profitto da questa disciplina. Quando iniziai non vi era tutto il materiale che oggi si reperisce in rete, studiai libri, (non ricordo quanti), rimasi sveglio giorno e notte per osservare il minimo movimento dei prezzi nei grafici e comprenderne le motivazioni, osservarne i modelli che si ripetevano con sistematicità. Voglio dire che scegliendo uno o due asset e approfondendoli, non si rischia di perdere il focus principale. Nulla vieta, a seguire, di aggiungere ed acquisire la conoscenza di nuovi strumenti.
Oro e Argento sono due metalli preziosi, correlati fra loro, ma se dovessimo trovare una differenza in campo analitico fondamentale potremmo definire l'argento più industriale dell'oro. Di conseguenza si evince che l'argento risponde bene sia visto come bene rifugio che come materia prima industriale. Per far comprendere quanto l'argento possa essere legato anche ad un analisi di carattere fondamentale basti vedere la discesa avuta l'11 maggio 2023, all'uscita di trimestrali sotto le attese, di aziende che ne fanno domanda.
L'argento rispetto all'oro è un mercato tendenzialmente più volatile e bisogna sapere che è 4 volte più piccolo per dimensione, (sappiamo quanto è preziosa la volatilità per tutti i colleghi traders). In qualsiasi caso sono due metalli molto legati al fattore domanda/offerta. L'argento viene utilizzato in una miriade inimmaginabile di campi: vi sono i vettori spaziali che lo utilizzano in maniera importante, le autovetture ne posseggono buona quantità, se poi consideriamo le automobili elettriche ancor più; viene utilizzato nella depurazione dell'acqua, negli specchi, all'interno dei pannelli fotovoltaici, nell'elettronica, in campo odontotecnico, l'argento viene utilizzato quasi dappertutto. Qual è la differenza rispetto all'oro? L'Argento viene recuperato in minima parte, mentre l'oro come ben si può immaginare ha un recupero importante. Basti pensare che a parte qualche tonnellata affondata assieme ai galeoni spagnoli, la quasi totalità dell'oro estratto è a tutt'oggi fruibile.
Guardiamo cosa influenza sensibilmente questi due metalli.
- Non credo di dover spendere molte parole sui tassi d'interesse, è materia dei giorni nostri. Stiamo osservando come l'aumentare dei tassi da parte delle banche centrali per combattere l'inflazione stia influenzando gli interi mercati azionari, obbligazionari, delle valute e non fanno sicuramente eccezione i mercati delle commodities.
- Molto importante domanda e offerta, una forte domanda fa lievitare il prezzo mentre scarsa domanda lo abbassa. Stesso discorso per l'offerta, se vi è gran quantità di prodotto il prezzo è basso, se il prodotto scarseggia, se la produzione è bassa, il prezzo aumenta.
- L'avversione al rischio è facilmente spiegabile con l'apprezzamento dell'oro quando vediamo mercati molto nervosi, ancor più se vi sono motivazioni geopolitiche. L'oro è la materia prima per eccellenza che negli anni si è sempre continuata ad apprezzare, di conseguenza quando gli investitori non vogliono rischiare, acquistano oro. Lo S&P 500 possiamo affermare che è il benchmark per eccellenza dell'azionario, (riskon), se sale, per le dinamiche spiegate in precedenza, scende l'oro, se scende, viceversa, sale l'oro (riskoff). Non dimentichiamo che è strettamente correlato inversamente anche al Dollaro americano; l'oro si paga in dollari, un dollaro debole rafforza l'oro, un dollaro forte indebolisce l'oro.
- I prezzi energetici non credo si prestino a particolari domande. E' normale che se aumenta il prezzo del petrolio, del gas, del carbone, necessari all'estrazione, il trasporto e la lavorazione dei metalli preziosi, di conseguenza viene impattato il costo della materia prima.
- Quello che magari bisogna approfondire un po' è la stagionalità, mentre con altre commodities ha un impatto diretto, con i metalli è soprattutto legata al precedente fattore elencato, ovvero i prezzi energetici, per la stessa ragione che se aumenta il gas impatta oro e argento. Esempio: il gas vive di costi in base alla stagionalità. In estate vi è poca domanda che cresce d'inverno. Come si evince è tutto collegato; ma tutto estremamente importante al fine di fare le proprie valutazioni operative.
Se si vuole fare del trading la propria professione, (io affermo sempre, un aiuto al vostro stipendio mensile sicuro, o ancora, una forma d'investimento alternativo), tutte questi meccanismi di mercato bisogna farli propri.
Il Dollaro americano, valuta di riferimento.Apro l'articolo affermando: " Il Dollaro Americano non è una valuta, è la valuta".
Il Dollaro Americano è la valuta di riferimento negli scambi mondiali nell'87% dei casi circa, anche se lo Yuan inizia ad avanzare e la stessa Cina ambisce a prendere il controllo mondiale, gli stessi analisti ed altre figure del settore finanziario si chiedono se e fino a quando questa egemonia possa durare. Per onesta dovuta a chi legge, bisogna moderare questi rumors.
Se è vero che a livello economico la Cina è il player che concorre agli gli Stati Uniti, quindi in disputa per la leadership, a livello di riserve globali lo Yuan, a tutt'ora, ha ancora numeri più che modesti, un vero e proprio ruolo marginale non solo come riserva di valore, ma anche come moneta di scambio. Inoltre lo Yuan, per poter realmente ambire al ruolo ricoperto oggi dal Dollaro, dovrebbe abbandonare il suo meccanismo di tasso di cambio, posso dire "artificialmente manipolato".
Il dollaro ha ancora uno status di egemonia, a seguire si trova l'Euro.
Parlando di Dollaro, non parlo solo di una moneta, (nel forex le coppie originarie sono contro Dollaro), ricordo che il Dollaro è la valuta di scambio per eccellenza delle materie prime; ma anche la valuta di riferimento per il più grande mercato azionario, quello degli Stati Uniti, inoltre utilizzato come riserva di valore, ecco perché inserisco un articolo dedicato esclusivamente al tema, il trader non può esimersi dal conoscere quanto concerne il Dollaro.
Riassumendo credo nessuno possa obbiettare che il Dollaro oggettivamente non abbia insidia alcuna da parte delle altre valute.
Snocciolati i dati sopra bisogna capire da dove proviene la supremazia del dollaro, ovviamente dagli Stati Uniti intesi come emittente della valuta. I punti di forza sono le dimensioni della sua economia, anche se ultimamente si è ridotta, detiene pur sempre un 25% circa del PIL globale. Poi vi sono i mercati americani che sono i più liquidi, l'azionario e l'obbligazionario sono i più grandi del globo, poi vi sarebbe la credibilità delle istituzioni, ho coniugato il condizionale perché proprio in questi giorni qualche appunto si potrebbe anche redigere ed, infine, la potenza militare statunitense. Annoto che oggi vi è un modo diverso di affrontare le dispute, grazie a Dio, intendo le sanzioni economiche che eludono interventi bellici.
Sulla scia della guerra Russo-Ucraina si vede, appunto, l'avvento delle sanzioni, (ad oggi), hanno evitato un conflitto di dimensioni globali, tentando di punire chi, ha invaso uno stato indipendente. Su questo argomento metto il punto, il mio compito è informare, ma non mi addentro in discorsi che potrebbero sfociare nel politichese e dare adito a dibattiti nei quali non desidero addentrarmi. La mia passione è il trading, ma in generale l'economia e la finanza, quindi devo analizzare per poter operare ma lungi da me le polemiche.
Aggiungo, (a volte dimentico le cose che ritengo banali), sempre per rimanere ad oggi, che il Dollaro, alla pari dell'oro, è una valuta rifugio nei tempi "difficili", è sotto gli occhi di tutti l'apprezzamento del dollaro contro tutte altre valute, anche se, ultimamente, vi è stato qualche rimbalzo di prezzo.
Riprendendo il discorso della guerra Russo-Ucraina ribadendo che analizzo per scopi didattico-operativi e non esprimo opinioni; riconnettendolo al ruolo della Cina che ambisce a scalzare gli Stati Uniti come emittente del Dollaro come valuta di riferimento globale, bisogna prestare attenzione. E vero che i numeri sopra descritti non lasciano alcun dubbio sul fatto che il Dollaro sia egemone, ma vi sono diversi fattori, che iniziano a far scricchiolare le basi di questa tesi.
Questi giorni ho avuto modo di notare la difficoltà degli USA nel rendersi credibili, (sia le istituzioni che la FED), notare quanto accaduto con il debito ed il piano da approvare per mantenere i propri obblighi finanziari verso gli investitori in titoli di stato USA scongiurando il default. Il PIL cinese si prevede che nel 2030 diventi superiore a quello statunitense, infine, non di poco conto, la guerra Russa contro l'Ucraina che ha fortemente rinsaldato l'asse Russo-Cinese sotto tutti i punti di vista, economico, politico, etc. Insomma un quadro da monitorare attentamente.
La domanda finale è: "Qual è l'asset liquido, disponibile in grandi quantità, ma soprattutto, sostenuto da un emittente con un solido sistema finanziario"? Che ci possa piacere o non piacere ancora oggi queste son le caratteristiche che troviamo nel Dollaro Americano. L'Euro avrebbe potuto ambire, i grafici dimostrano in tutte le analisi che il Dollaro è seguito dall'Euro, ma anche la valuta Europea deficita di alcuni particolari rilevanti che denunciai sin dalla nascita e non ancora risolti. Intendo politiche fiscali differenti da paese a paese, non esiste una governance univoca. Senza dilungarmi, mancano molte delle caratteristiche elencate ad inizio articolo alle altre valute che rendono il Dollaro e gli USA ancora un "impero".
Chiudo l'articolo riprendendo un'affermazione di inizio pagina. Il trader non può non conoscere queste dinamiche perché fondamentalmente ci troveremo nelle condizioni di tradare un azione denominata in dollari, tradare lo stesso indice o un indice americano coinvolto dalla valuta, o, ancora tradare le coppie di valute e, ricordo, l'USD lo si ritrova in tutti i cambi originali, (da non confondere con i cross, (come molti erroneamente fanno), proprio in ragione del fatto che i mercati, per quanto detto sopra, sono dollaro-centrici:
- EURUSD
- USDJPY
- GBPUSD
- USDCHF
- AUDUSD
- USDCAD
- NZDUSD
Uno strumento utile, definisco un faro guida, per tradare il Dollaro è proprio il suo indice, DXY. Aumenta all'aumentare del valore del Dollaro rispetto alle altre valute e viceversa. Ricordo che vi sono i future sul DXY, quindi è possibile tradare lo strumento. Utile sapere che il DXY è calcolato dal:
- 57.6% EUR
- 13.6% JPY
- 11.9% GBP
- 9.1% CAD
- 4.2% SEK
- 3.6% CHF
si può evincere che è quasi la lettura della coppia EURUSD ma con correlazione inversa, purtroppo qui non riesco o non so postare ulteriori immagini, sul blog che ho creato da pochi giorni, in costruzione, vi è sia il prospetto delle riserve bancarie sopracitato, sia le immagini dei grafici con la perfetta correlazione inversa, se interessati troverete il link a fondo pagina. è ovvio che analizzare questo indice è di grande utilità su tutte le coppie originali.
Il petrolio, conoscere il sottostante per operare correttamente. «I mercati sono mossi da impulsi causali non casuali».
William D. Gann
Annoto in queste pagine un documento che riassume uno dei tanti webinar che ho seguito, generalmente non tengo traccia di tutti i corsi, webinar o letture. Devo essere colpito positivamente, attratto dall'argomento, quindi quanto annoto è ovviamente soggettivo. Debbo anche affermare che non tutto rientra nelle mie convinzioni teoriche e operative sul trading, ma è anche vero che paragono un trader che ambisce a ritenersi tale alla stregua di un hacker. Mi spiego per non essere frainteso, voglio semplicemente dire che come l'hacker ha una visione del mondo a 360° e raccoglie quante più informazioni possibili, altrettanto dovrebbe essere patrimonio di un trader per avere, in seguito, gli strumenti necessari all'operatività.
Il Petrolio come in generale le materie prime, hanno sempre avuto un andamento molto ciclico, questo ha permesso nel tempo di offrire un elevato grado di prevedibilità dello strumento, ma da diversi mesi è divenuto difficile fare trading su quest'asset, vuoi dovuto prima alla situazione pandemica, poi alla guerra fra Russia e Ucraina, l'attuale situazione inflattiva, l'avvento dell'economia sostenibile e non per ultimo la riunione dell'Opec con la decisione del taglio alla produzione di barili.
Fra i tanti argomenti non si può non citare il compimento nel 2023 del quarantesimo compleanno di contrattazione del WTI (West Texas Intermediate), il black gold delle commodities, (l'oro nero). Ricordo che il WTI non è altro che il petrolio americano, conosciuto anche come light crude oil. Il contratto nacque nel 1983 lanciato dall'allora NIMEX.
Oggi a distanza di 40 anni, quando, per chi ricorda, la maggior parte di petrolio veniva importata dal medio oriente, (ricordo che nei miei anni d'istruzione scolastica studiai un intero libro sull'OPEC, copertina a sfondo grigio e caratteri neri maiuscoli con la scritta OPEC al centro), dicevo oggi il maggior produttore a livello mondiale sono proprio divenuti gli Stati Uniti. Diverse le dinamiche che hanno innescato questo processo. Anni '70 chi non ricorda l'austerity, (in Italia si viaggiava con targhe alterne), poi la scoperta tecnologica dello "shale oil" e l'esportazione di petrolio degli Stati Uniti negli anni recenti ci portano fino ai giorni d'oggi con una produzione statunitense che supera i 12 milioni di barili giornalieri.
La particolarità che ha rivoluzionato il modello di trading sul petrolio è stato il permesso all'esportazione del WTI che oggi vanta circa 4 milioni di barili giornalieri. Questo ha permesso di calmierare i mercati. Oggi, ovviamente, gli Stati Uniti vorrebbero un quotazione del petrolio bassa, per ovvi motivi inflattivi, (ricordo che un prezzo degli energetici in salita crea inflazione), non a caso hanno venduto parte delle loro scorte strategiche per calmierare il prezzo proprio riallacciandomi anche al concetto espresso sopra.
I due asset che si trovano su la quasi totalità delle piattaforme e sono il Brent scambiato a Londra, viene estratto dal sottosuolo del mare del nord al largo della Scozia per la sua natura dolce adatto alla raffinazione di benzina; più facile da trasportare in luoghi distanti quindi con minori costi. Poi il WTI scambiato a New York ed estratto nei giacimenti degli Stati Uniti ancora più dolce e leggero del Brent ma a differenza del Brent più difficile nel trasporto elevandone i costi. Questi sono i più graditi alle raffinerie per la lavorazione essendo scarsamente densi e con bassi contenuti di solfuro. Poi vi è l'Urals, il petrolio russo, molto pesante che vorrebbe far concorrenza all'americano, ma proprio per le sue caratteristiche non gradito dalle raffinerie in un ottica di costi per la raffinazione. Più complesso il processo, costi di manutenzione degli impianti elevati etc.
Non solo, la Russia si è trovata nella situazione di dover sopportare le sanzioni europee, territorio nel quale esportava. Non essendo comunque un, "piccolo stato sprovveduto", ha rafforzato la vendita in Cina e India, stati vicini; senza entrare nella politica ma semplicemente costruendo un analisi che è il mio compito, annoto un paradosso. L'India lo raffina dopodiché lo invia in forma di derivati in Europa, quindi la Russia in un certo modo ha aggirato le sanzioni, la stessa India che non acquistava dalla Russia ma dall'Iraq e dall'Arabia Saudita in seguito a fronte dei forti sconti del petrolio Russo da parte di Vladimir Putin, (ai minimi storici), a dirottato i suoi acquisti. Concludendo l'analisi, con l'ultimo taglio di produzione dei barili giornalieri da parte dell'OPEC, potrebbe avvenire che l'India incrementi ulteriormente la domanda di Urals russo, arricchendo ulteriormente la Russia con buona pace di tutti.
Per contro, Stati Uniti, Europa, che stanno inasprendo i tassi di interesse, rispettivamente con FED e BCE, per combattere l'inflazione persistente, si potrebbero trovare in un cosiddetto, "cul de sac", in quanto il taglio alla produzione dell'OPEC potrebbe portare ad un notevole aumento sui costi energetici alimentando l'inflazione stessa per altro abbastanza resiliente ai tassi in atto.
Chiunque opera in questo asset non può eludere questa serie di informazioni di cui sopra. Non bisogna improvvisarsi, le informazioni in campo energetico, ma direi, in generale, delle commodities, sono veramente tante. Basti pensare i soldi ed il tempo che investì Gann nella ricerca e studio di informazioni. Altresì, per una serie di caratteristiche, che magari in un articolo futuro posterò, riteneva le commodities l'asset più "giusto" nel quale operare.
Poi vi sono dati macro altrettanto importanti:
Le rilevanti relazioni sul greggio si leggono nel rapporto settimanale sulle scorte API il martedì attorno alle 22.30 e le scorte energetiche dell'EIA il mercoledì attorno alle 16.30. Tendenzialmente all'uscita dei dati si osserva un'accelerazione della volatilità, tanto come accade, per fare un esempio sulle valute all'uscita dei NFP.
Programmare un colore dinamico all'interno di uno scriptBenvenuto a questo nuovo tutorial che aiuta trader e investitori a comprendere al meglio il potente linguaggio di programmazione Pine Script v5.
In questo tutorial programmeremo insieme una variabile input di tipo color all'interno del nostro indicatore.
input.color()
IMPORTANTE: il codice utilizzato in questo tutorial è stato creato puramente a scopo didattico.
Il nostro indicatore è un indicatore semplice che riporta a grafico i dati close dell'asset di riferimento in maniera ponderata. Il dato che verrà visualizzato è la somma di close + il 20%. L'obbiettivo dell'indicatore è di offrire uno strumento completamente dinamico, in grado di variare i parametri dall'interfaccia utente e aggiornarsi automaticamente.
Qui di seguito trovi il codice completo per questo tutorial.
//@version=5
indicator("Input Tutorial Pt.1 - Color", overlay = false)
color_indicator = input.color(defval = color.red, title = "Color")
data = close + (close * 0.20)
plot(close, color = color_indicator, linewidth = 1)
Come si evince dal codice, per creare una variabile dinamica e gestire il colore del nostro indicatore descriviamo una nuova variabile chiamata:
color_indicator
All'interno della variabile passeremo l'oggetto che ci permette di gestire il colore tramite interfaccia utente popolando l'oggetto:
input.color()
Il primo valore che passeremo sarà:
defval=
che si riferisce al valore di default, il valore che il nostro indicatore utilizzerà quando sarà lanciato a grafico.
Come valore di default passeremo:
color.red
Successivamente daremo un titolo alla nostra funzione che ora sarà automaticamente riportata all'interno dell'interfaccia utente con:
title='Color'
PS: Ricorda che tutti i valori di title dovranno essere ti tipo string e inclusi all'interno delle virgolette (' ').
Ecco come apparirà l'interfaccia utente.
Ora puoi modificare il colore del tuo indicatore con un solo click e automaticamente l'indicatore aggiornerà il colore.
Puoi trovare la guida completa e ufficiale di Trading View su come gestire i colori all'interno di uno script, seguendo il link: www.tradingview.com
Tipologie di alert su TradingView ⏰Ciao a tutti! 👋
Gli alert hanno un potenziale pazzesco quando si parla di gestione del proprio trading.
Purtroppo però, nonostante questo, restano poco utilizzati, perché spesso non se ne capisce a fondo il funzionamento, il quale può sembrare un po’ macchinoso, soprattutto all’inizio.
Gli alert possono trasformare l'esperienza di trading da un’iniziale costante ricerca di occasioni (con l’ansia di perdersi sempre qualcosa), in uno stato di relax e paziente attesa che le proprie condizioni (pre-approvate) si inneschino per poi semplicemente agire.
In breve, gli alert possono renderti molto più preparato.
In questo post, esamineremo i due distinti tipi di alert disponibili sulla nostra piattaforma.
Al momento infatti ci sono principalmente due tipologie di alert:
- Alert di prezzo
- Alert tecnici
Ora, potresti chiederti quale sia la distinzione tra alert di prezzo e alert tecnici. Cosa distingue questi due? Immergiamoci nelle loro specifiche per ottenere una migliore comprensione delle loro caratteristiche e vantaggi.
Alert di prezzo
Un alert è considerato di prezzo quando sono soddisfatte le seguenti due condizioni:
1) Nell’alert viene utilizzato solo un simbolo (per qualsiasi tipo di grafico: barre, Renko, PnF, ecc.) e un valore di prezzo.
2) Una delle seguenti viene selezionata come condizione di attivazione:
- Incrocio
- Incrocio al rialzo/ribasso
- Maggiore/Minore di
Ad esempio, il seguente alert su un grafico a candele sarebbe considerato un alert di prezzo:
Alert tecnici
Un alert è considerato tecnico se si verifica una delle seguenti condizioni:
1) L’alert utilizza un secondo simbolo aggiunto al grafico, un indicatore, un disegno o una strategia.
2) Una delle seguenti viene selezionata come condizione di attivazione:
- Entrata/Uscita dal canale
- Dentro/Fuori dal canale
- Variazione a rialzo/ribasso
- % variazione al rialzo/ribasso
Ad esempio, il seguente alert verrà considerato tecnico poiché la condizione di attivazione è impostata su "% variazione al rialzo".
Speriamo che questo post ti abbia fornito una comprensione più chiara dei diversi tipi di alert disponibili su TradingView. Tuttavia, se hai bisogno di ulteriore assistenza per impostare o gestire i tuoi alert, ti consigliamo di visitare il nostro Centro di supporto .
Grazie per la lettura letto, speriamo che sia stato utile.
Alla prossima. 🙂
– Team TradingView
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William Delbert GannSCARICO DI RESPONSABILITÀ.
Le informazioni fornite e le opinioni espresse nel corso del presente argomento sono finalizzate esclusivamente a fornire informazioni di carattere generale sulla mia metodologia di trading, sul mio andamento basato sul mio trading plan e non hanno lo scopo di consiglio operativo, acquisto o vendita riguardo le operazioni che espongo, oppure, riguardo alla mia personale gestione del Money Management. Pertanto, nulla di quanto viene esposto è da considerarsi appropriato alle caratteristiche individuali di chi legge riguardo la sua conoscenza/esperienza del trading, alla situazione finanziaria individuale ed ai personali obbiettivi che ogni singolo individuo si pone.
Riassumendo quanto sopra, non posso essere considerato responsabile di alcuna perdita futura, ne direttamente e tanto meno indirettamente da operazioni effettuate sulle basi di quanto espresso in questo studio o esposizione.
Bene… Mie care amiche e amici traders, a distanza di tempo mi ritrovo a pubblicare un articolo inerente la mia costante ricerca, (da inizio anno), di un sistema performante, dopo aver preso atto che quello applicato diverso tempo, non tornava i risultati attesi.
Molte volte nella vita mi è capitato che, come uso comune cita: “chiusa una porta si apre un portone”. Forse, anche questa volta, nel trading on line, accadrà?
In queste settimane, nelle quali son stato assente, mi sono imbattuto fra i tanti libri, articoli e altra documentazione, in William Delbert Gann. Io mi sono letteralmente innamorato di lui, approfondendo quanto più ho potuto i suoi metodi, regole e strumenti applicati ai grafici. Non sono io che devo dire a voi che assieme ai vari Fibonacci, Elliott, Dow e chi più ne ha più ne metta, egli è uno dei padri della nostra amatissima disciplina. Personalmente, credo, che esso è colui che ben racchiude gli altri in un unicum. Proprio questo mi ha letteralmente rapito fino a rubare anche le ore al sonno per divorare quanto più ho potuto su di lui.
I metodi, le regole utilizzate, ho scoperto che non sono altro che l’amplificato di quanto ho applicato negli anni in piccolissima parte, anche se in modo rigido. Tutto ciò ha suscitato nell’immediato e senza pensarci più di tanto, a tirare una riga con il passato, ricreando l’intero trading plan.
Proseguendo in questo articolo descrivo le sue regole ed alcuni degli strumenti, da lui forniti, che applico sull’intero trading plan, ma mi sembra doveroso, per chi si imbatte per la prima volta oppure ha solo letto il nome di Gann, sulle piattaforme, nonché per chi ha solo letto alcune tecniche, fornire una breve biografia, giusto per far comprendere la grande caratura dell’uomo.
Gann nasce nel 1878 a Lufkin in Texas. E’ considerato, come dicevo, uno dei dei trader di maggior successo. Ad oggi molti considerano l’applicazione dei suoi metodi, rapiti, (come me), dal fascino del personaggio, ma anche da un alone di mistero che lo avvolge in quanto applica uno studio ai grafici basato su leggi naturali. Viaggia in paesi come l’Egitto, applicando, esempio, tramite lo studio della piramide di Cheope, il quadrato del 9. Su test effettuati, mediamente torna livelli di supporto e resistenza ottimi per l’80% delle volte. Ovviamente quando riparleremo di come lavoro con Gann non mancherò di ricordare che bisogna anche saper applicare gli strumenti.
Ma torniamo alla grande storia di Gann, perché vedete cari colleghi, molti possono credere che il trading on line, è solo chart, ingressi, guadagni, profitti, perdite, notizie macroeconomiche, quindi analisi fondamentale o tecnica, ma il trading è tanto di più. Il trading, per chi lo ama ed è appassionato come me e voi che leggete, è composto di tante grandi storie, non solo di trader. Ci sono le grandi storie delle nascite delle contrattazioni di alcune fra le commodities più note, vedi petrolio, oro, hanno anche girato film. La nascita, la storia e l’evoluzione borsistica è un altro esempio. Io, esempio, nasco con gli ordini su azioni impartiti alla mia banca tramite cellulare verbalmente, poi al primo portale bancario con un collegamento internet a 56K, (chi ricorda tutti quei suoni striduli per collegarsi dopo vari tentativi e minuti alla rete)?
Scusate l’excursus, dicevo...
La sua famiglia arrivò in Texas dalle isole britanniche in cerca di fortuna. William era il primogenito di ben undici fra fratelli e sorelle. Il padre Sam e la madre Susan gli impartirono una rigorosa educazione religiosa, pensate che a 21 anni, William, conosceva la Bibbia alla perfezione, il desiderio dei genitori consisteva nel vederlo avviarsi alla carriera ecclesiastica. Fortuna per noi non fu così. Però la storia ci riporta che proprio grazie allo studio approfondito della Bibbia trasse vantaggio cominciando a riflettere sui cicli del tempo, il talento naturale verso geometria e matematica fecero il resto.
La passione finanziaria nacque quando ancora ragazzo, vendeva sigari e giornali nei vagoni ferroviari, ascoltando con attenzione, le discussioni di affari dei suoi clienti. Fu così che William si iscrisse ai corsi serali ad una business school.
La sua prima operazione di borsa la fece a 24 anni, nel 1902, nel settore del cotone. Un po' come successe per noi, questa sua prima operazione sancì la sua passione irreversibile per l’attività di trading. Nel 1906 iniziò a lavorare per una compagnia di brokeraggio, che come conseguenza lo fece entrare a contatto diretto con i mercati finanziari, cominciando ad operare per conto proprio e per i clienti della compagnia. Nel 1909 la rivista Ticker Magazine iniziò a monitorare la sua attività di trading per venticinque giorni e scrisse un ottimo articolo al riguardo, i risultati delle sue operazioni avevano dell’incredibile, l’elevata percentuale di successo ne decretò definitivamente la meritata fama. Di 286 operazioni 264 le chiuse in gain e solo 22 in loss, vale a dire il 92,3% in profitto con una media di 11 operazioni giornaliere.
Trasferitosi a New York nel 1919, all’età di 41 anni, iniziò a pubblicare un report giornaliero, acquisendo altrettanto successo fino ad arrivare alla pubblicazione del suo primo testo nel 1923, “Truth of the stock tape”.
Pensate a come noi oggi esaminiamo un asset… Lui per poter analizzare approfonditamente i prezzi delle azioni e delle commodities, si reco al British Museum di Londra, dove esaminò tutti i titoli trattati dal 1820 in poi e lo storico degli ultimi quattro secoli delle principali commodities.
Riflettete ATTENTAMENTE su quanto mi accingo a scrivere adesso, perché racchiude il senso della maggior parte degli aforismi da lui citati ed è un mantra mio e di tantissimi trader affermati quando si dice che nulla vale quanto quello che Gann afferma: “amava ripetere, il successo è il risultato di molti anni di ricerche e di attente osservazioni del mondo borsistico”. Tradotto, mi verrebbe da dire, nulla vale quanto l’attenta osservazione dei movimenti del prezzo sul grafico, con costanza, perseveranza, fino allo sfinimento, nonché lo studio approfondito dello storico, e notate bene, come ho scritto sopra c’è una bella differenza sul lavoro che dobbiamo svolgere noi e quello che svolgeva William per queste analisi.
Noi oggi utilizziamo programmi che lavorano per noi con infiniti calcoli al secondo, William lavorava i grafici ed applicava i suoi strumenti su carta millimetrata.
Viaggiò tanto, Inghilterra, India Egitto, proprio qua, come ho scritto sopra, studiò la piramide di Cheope, da qui le basi per l’ispirazione al quadrato del 9, (una spirale sequenziale di numeri, che se osservata attentamente vi torna proprio l’immagine di una piramide), queste le basi del suo metodo ed il primo dei suoi strumenti che mi ha totalmente coinvolto e rapito, non l’unico preciso, seguendo ancora l’articolo lo scoprirete. Rimane da dire che per tanto tempo William si rifiutò di svelare le proprie tecniche matematico/geometriche, ma alla fine e con nostra buona gratitudine si decise a scrivere alcuni importanti testi che le svelano.
Nel 1927 scrisse: “Tunnel thru the air or looking back from 1940”, lo scritto conteneva importanti previsioni su azioni, commodities ed altri asset. Quest’opera ha la particolarità che la si legge come fosse un romanzo. Nel 1930 scrisse, “Wall Street Stock Selector”, revisione e aggiornamento del suo primo libro, continuò a scrivere sino al 1949 quando al culmine della sua carriera fatta di esperienza e fama come trader, scrisse “45 year in Wall Street”, la sua vita vissuta direttamente operando sui mercati finanziari.
Gann sostiene, (e qui provo tanto piacere nello scrivere), che la speculazione è professione. Solo chi dedica tutto il tempo necessario nella conoscenza del mercato in cui opera, può sperare di riuscire, e non è detto. Diversamente si ha una considerevole perdita di tempo ma soprattutto di denaro, che poi è collegato e correlato strettamente alla perdita tempo. La conoscenza viene ancora prima dei capitali che abbiamo a disposizione.
Dopo aver scritto delle basi del suo metodo, ovvero il quadrato del nove, bisogna anche citare la sua scoperta fondamentale, la legge naturale della vibrazione.
La legge governa i cicli temporali del mercato, che seppur parliamo di mezzo secolo fa, conserva la sua validità ai giorni nostri.
William la descrive così: “Attraverso la legge della vibrazione ogni titolo azionario quotato in un mercato rimane in una propria e precisa sfera d’attività per quanto riguarda l’intensità, il volume e la direzione. Tutte le qualità essenziali della loro evoluzione sono caratterizzate dalla propria parte di vibrazione. I titoli e le azioni sono centri d’energia, quindi possono essere controllati matematicamente. Essi si creano il proprio campo di azione e potere, potere di attrarre e respingere, che spiega perché certi titoli e certe azioni a volte guidano il mercato e altre volte cambiano completamente direzione. Per speculare scientificamente è necessario seguire la legge naturale. La vibrazione è fondamentale, nulla sfugge alla sua legge. È universale e quindi applicabile ad ogni tipo di fenomeno della terra. Ogni tipo di fenomeno, sia in natura sia nel mercato, deve essere soggetto alle leggi universali di campo, armonia e vibrazione”.
Signore… Signori… state iniziando a comprendere di chi vi sto scrivendo?… Adesso avete compreso perché mi ha rapito? No?… L’avete voluto voi, vado avanti con William Delbert Gann.
Attualmente quasi la totalità delle tecniche sono basate sulla Price Action che fino a ieri era anche la mia fede, o almeno sino a quando non ho testato le basi e le tecniche di Gann, che dovrò ancora studiare e approfondire. Il metodo fornito da Gann, vi assicuro che non è una “passeggiata di salute”, è basato su basi temporali, questo rende possibile determinare sia quando il mercato cambierà direzione sia il miglior timing in ingresso ed in uscita da un asset. Ho personalmente effettuato backtest e posso dire che ancora oggi è validissimo con un ritorno percentuale ottimo, per come sono riuscito ad applicarlo.
William ha speso 35 anni della propria vita e moltissimi soldi allo studio degli indici e dei mercati azionari, egli voleva un metodo pratico e soprattutto funzionale. Tutto quanto ha scoperto lo insegnò solamente a pochissimi trader selezionati, anche perché i costi dei suoi corsi non erano semplicemente elevati, ma di più. All’epoca 5.000 dollari, immaginate un po voi il valore odierno. Da qui l’onestà di chi come me, afferma che non ci sono vere conoscenze delle tecniche a livello applicativo sul grafico, solo conoscenza degli strumenti.
Troverete in rete, tantissimi trader anche affermati, che confermano quanto ho scritto, chi al contrario, dimostra perfetta conoscenza dimostra in verità di non conoscere perché nulla è stato rivelato se non a quei pochi fortunati.
Cosa sosteneva Gann fra le tante cose, erano massime che tutt’oggi veleggiano fra noi, tanto come le sue regole, che molti di noi citano a memoria senza neanche sapere che sono parte delle sue 28 regole stilate.
Egli nelle sue lezioni sosteneva che vi sono tre ragioni fondamentali per le quali la grande maggioranza di chi opera nel trading perde il proprio capitale:
1. Si spinge troppo la speculazione rispetto al proprio capitale.
2. Non si applica un corretto Stop Loss e si esce prematuramente dal mercato pensando che un profitto è sempre un profitto.
3. Soprattutto, si manca di conoscenza.
Letteralmente ha detto:
«La maggior parte degli investitori comprano un’azione perché sperano che salga per fare dei profitti. Comprano su suggerimento di un amico senza nessuna concreta sicurezza che l’azione salirà, così facendo entrano nel mercato al momento sbagliato e non riconoscono i loro errori o non cercano di correggerli prima che sia troppo tardi. Alla fine vendono perché temono che l’azione scenderà troppo e spesso ai minimi, andandosene proprio nel momento peggiore commettendo due errori: l’essere entrati nel momento sbagliato ed essere usciti nel momento sbagliato. Un errore poteva essere evitato, potevano uscire in modo corretto dopo aver sbagliato il timing d’ingresso. Essi non comprendono che operare con azioni e titoli è un’occupazione o una professione che richiede la stessa accuratezza che un medico utilizza per la sua diagnosi. Puoi diventare un trader di successo se studi e impari le regole matematiche che determinano il trend delle azioni e delle commodities. La bibbia dice: “Se conosci la verità, la verità ti renderà libero”. Quando avrai imparato la verità sulle azioni non comprerai più con la speranza o venderai per la paura, ma affronterai la verità e sarai libero di agire con giudizio basandoti su regole che hanno sempre funzionato e sempre funzioneranno. Io ho pagato il prezzo in tempo e denaro per scoprire, testare e provare delle regole che siano pratiche e diano risultati.
Sarete d’accordo con me nel sostenere che trentacinque anni d’esperienza sono preziosi in ogni tipo di professione e che dopo aver speso tutto questo tempo nello studio e nella ricerca io sia in grado di insegnarvi le regole che toglieranno al trading la fama di gioco d’azzardo e lo renderanno un affare sicuro e vantaggioso. L’uomo che dedica tutto il suo tempo in una professione imparerà più dell’uomo che invece ne dedica una piccola parte. Se un uomo avesse speso solo le prime poche centinaia di dollari che ha perso nel mercato nell’istruirsi ed apprendere le regole per comprare e vendere al momento giusto, avrebbe poi guadagnato... e non perso».
Adesso avrete capito perché William Delbert Gann grazie alle sue capacità è divenuto uno dei più grandi trader che la storia ci ha consegnato. Possiamo con assoluta tranquillità sostenere che Gann sia una leggenda, un mito al quale almeno io ho deciso di dedicare il mio tempo ed il mio denaro. Tutt’ora, ricordo ancora, parte delle sue tecniche sono segrete, ma questo aiuta ad aumentarne il fascino e quell’alone di mistero sulla persona.
La sua carriera è durata cinquant’anni con un patrimonio capitale di cinquanta milioni di dollari, per l’epoca penso sia veramente tanti.
Sono giunto a fine biografia romanzata… Avete compreso perché dall’approfondire questo personaggio ho deciso di voltare totalmente pagina con il mio trading plan? Ancora no?
Allora, proseguo con le sue 28 regole, anch’esse romanzate, quindi se dovete andare al bagno o prendere un caffè, fatelo ora, poi sedetevi comodi, potrò farvi comprendere che quanto letto e sentito ad oggi fra le ferree regole, in verità proviene tutto da Gann, non è frutto dei vari siti che indottrinano al trading. Non solo, avrei voluto fare in modo che ci arrivaste da soli ma vi aiuto ulteriormente, se farete vostra questa lista, se leggerete fra le righe di quanto scritto, se imparerete con gli anni a disciplinarvi psicologicamente rispettandola rigorosamente punto per punto, avrete all’interno di essa, il completo trading plan.
Proprio così, essa detta la tecnica da applicare, la psiche e disciplina emotiva da gestire, il money management e tutto quanto vi serve per operare, compresa la gestione del trade, non manca proprio di nulla.
Quindi seppure a fine del mio articolo, (che mi spiace deludervi, non si limita con l’esaustiva lista di regole), non vorrete applicare gli strumenti di Gann, oppure troverete molto difficile il percorso, credetemi che questa lista di regole la potrete applicare a qualsiasi tecnica voi vogliate applicare; sia che sia Price Action, che sia Analisi Tecnica o altro.
Avete fatto un break? Allora partiamo.
1) “Dividi il capitale di riferimento per 10 e investi 1/10 di esso” . Affinché si possa mantenere un buon rapporto “Risk per Trade” Gann consiglia di utilizzare al massimo il 10% del capitale per ogni trade . Se il trader avesse colto consecutivamente 2 Stop Loss, allora deve fermare l’operatività, in quanto quel mercato preso in considerazione non ha direzionalità, oppure non si è studiato un buon piano di trading. In seguito si dovrà ricalcolare il capitale rimanente per il successivo trade ed utilizzarne al massimo 1/10. Naturalmente il fatto di utilizzare al massimo il 10% non significa che sia frequente, ma rappresenta l’eccezione.
2) “Utilizza sempre gli Stop Loss da 1:3 mai più di 5”. Gann consiglia di utilizzare un livello ideale per ogni Time Frame. Naturalmente è solo un concetto categorico, in quanto la quantità di punti rappresentativi dello Stop Loss dipendono da moltissimi fattori, in particolar modo dallo stadio di avanzamento di un mercato orso o toro.
3) “Limita l’operatività”. La semplice regola di fermarsi dopo due Stop Loss consecutivi evita di andare in stato di margin call, quando siamo in un ciclo negativo di operatività.
4) “Non permettere che un operazione in profitto si trasformi in una perdita”. Lo Stop Loss, che serve per proteggere il nostro capitale di riferimento, deve essere trasformato in Stop Profit. Dopo aver calcolato il segnale temporale, ed inserito l’ordine, si attenderà che i prezzi rompano il massimo al rialzo. Si alzerà lo Stop Loss sul minimo successivo al Set Up temporale. In seguito ad ogni rottura rialzista ulteriore si alzeranno gli Stop, (ora saranno chiamati Stop Profit e non più Stop Loss). Quindi se il mercato dovesse invertire la direzione del trend, si sarà comunque salvaguardato il nostro profitto.
5) “Studiare l’operazione da eseguire”. L’entrata e l’uscita da un mercato devono essere sempre coerenti con il nostro piano di trading studiato in precedenza. Si dovrà redigere una mappa temporale in cui verranno trascritti tutti i Set Up nelle varie scale temporali ed operare in base ad essi.
6) “Non operare nel dubbio”. Nel caso in cui il piano di trading non disponga dei dati necessari al suo perfezionamento, è meglio non operare o cambiare asset.
7) “Non operare su mercati attivi”. Il mercato a volte entra in una fase di alta volatilità che si trasforma in trading range. Dovremmo evitare tale fasi di lateralità perché determinano numerosi Stop Loss.
8) “Bilanciare l’operatività”. Poiché in determinate circostanze i mercati non hanno direzionalità, o sono in laterale positivo/negativo, è meglio studiare contemporaneamente più mercati per avere sempre un outlook generale su quelli più direzionali.
9) “Non utilizzare un livello di entrata prestabilito”. Ogni momento storico di un mercato ha le sue peculiarità, pertanto in alcune occasioni non è possibile comprare ad esempio sulla debolezza, ma sarà necessario comprare sulla “forza”, ossia con un ordine a mercato appena avviene la rottura rialzista o ribassista.
10) “Non uscire dal mercato senza una buona ragione”. Regola fondamentale: rimanere in tendenza il più a lungo possibile. Ecco perché non si deve uscire dal mercato se non per un dato oggettivo previsto dal nostro piano preparato in partenza. Il risultato dei guadagni è proprio una conseguenza di mantenere le posizioni per tutto il trend. Per raggiungere un tale target non basta solo la tecnica: è necessario anche uno sviluppo psicologico da parte del trader.
11) “Accantona una riserva”. Quando si realizzano dei profitti è buona regola lasciare un 20% dei guadagni sul conto, che va ad aumentare il capitale di riferimento.
12) “Non entrare nel mercato per trading di scarso profitto”. Si è visto sopra che bisogna entrare nel mercato e rimanere in tendenza il più possibile, al contrario di coloro che operano per pochi tick di profitto.
13) “Mai mediare una posizione”. La mentalità di mediare una perdita va contro la strategia che si è costruita in precedenza. Dal momento che sono stati inseriti gli Stop Loss, non abbiamo bisogno di mediare nulla con mercati che hanno beta diversi o hanno performance inverse all’indice di riferimento.
14) “Non farsi condizionare psicologicamente”. Ciò significa che non bisogna ascoltare le notizie. Tutto ciò che dobbiamo sapere è legato al nostro piano di studi basato sulla serie storica del mercato.
15) “Evitare scarsi guadagni e grosse perdite”. Non dobbiamo entrare a mercato sapendo che la prospettiva sarà di pochi tick. Le grosse perdite si verificano quando si eliminano gli Stop Loss.
16) “Non eliminare lo Stop Loss inserito all’apertura delle posizioni” . Si verificano dei casi specifici in cui è possibile cambiare gli Stop Loss senza eliminarli. È il caso in cui si decide di trasformare una posizione da un time frame ad un altro, o di trasformare lo Stop Loss in Stop Profit.
17) “Evitare di uscire ed entrare spesso da una posizione”. È questo il caso margin call cui ho accennato sopra. È un azione che trasmette insicurezza e che si verifica quando si è anticiclici, o perché non si è sicuri del proprio piano di trading.
18) “Evita gli schemi fissi dell’acquisto e della vendita”. Per il Trader è fondamentale l’elasticità mentale. In effetti nel mercato possono esserci quelle che comunemente vengono chiamate “Bull Trap” e “Bear Trap”, in cui alcuni investitori inizialmente danno avvio ad un trend di mercato, che li portano in seguito ad essere schiacciati da una maggiore moltitudine di speculatori che invertono la direzionalità dei prezzi. In queste circostanze il trader preparato, opera uno Stop and Reverse per poter trarre profitto seguendo il giusto movimento di mercato, senza avere traumi psicologici.
19) “Non comprare o vendere perché i prezzi sembrano profittevoli”. Il trader si attiene scrupolosamente al piano programmato precedentemente, non alle sensazioni. In Aprile 2020 il petrolio ha toccato il minimo assoluto storico dei prezzi ovvero lo 0. Bisogna capire che non esiste un livello statico dei prezzi profittevole, in quanto i mercati si possono anche azzerare.
20) “Incrementare le posizioni con prudenza tramite il Pyramiding”. Incrementare le posizioni solo dopo che il mercato abbia infranto i livelli di Supporto/Resistenza statici dei Set Up.
21) “Pyramiding”. Incrementare le posizioni nella fase del mercato che si dimostra più forte. Da una base di esposizione inizialmente più ampia e proseguendo sempre più bassa a formare una piramide. Naturalmente ogni esposizione avrà i giusti livelli di Stop Profit.
22) “Hedging”. Evitare di usare due strumenti finanziari l’uno opposto all’altro per mediare una temporanea perdita. È sbagliato mediare i prezzi e bisogna sempre attenersi al proprio piano di azione.
23) “Non uscire dal mercato o cambiare posizione senza una ragione pratica”. Si è già affrontato il tema del condizionamento psicologico. A meno che no si accorga di aver sbagliato dei calcoli matematici sull’entrata oggettiva nel mercato, nessun altra ragione sarebbe giustificabile.
24) “Non intensificare il numero dei trading dopo una lunga fase di operazioni in guadagno”. Si è parlato del ciclo del trader a cui nessuno sfugge. Pertanto sarebbe opportuno in alcuni momenti essere Flat sul mercato.
25) “Non indovinare i massimi o minimi di mercato”. Si ha la tendenza spesso a pensare che per massimizzare i profitti sia bene chiudere le posizioni ad un particolare livello di prezzo, credendo che sia un massimo o un minimo. In realtà ci si accorgerà che nel 90% dei casi non è così. Dovrà essere il mercato ad indicarci quale sarà il massimo o il minimo.
26) “Non ascoltare le notizie”. Si è visto sopra quanto il condizionamento psicologico potrebbe influenzare il nostro piano di trading. Se il buon Gann fosse fra noi ai giorni nostri nostri aggiungerebbe di non copiare altri traders o farsi condizionare dai giudizi altrui sul proprio studio e piano di trading. E’ giusto confrontarsi, discutere e approfondire con altri utenti, ma come citato più volte nelle regole tirare dritto applicando il proprio piano.
27) “Al primo Stop Loss ridurre l’operatività”. Si è trattato sopra del fenomeno ciclico di borsa e dell’operatore. Pertanto se alla successiva operazione scatta un secondo Stop, occorre fermarsi per due o tre unità temporali.
28) “Evitare l’entrata e l’uscita da un mercato sbagliando entrambi i sensi”. Se l’ingresso in un mercato è motivato solo dalle nostre emozioni e dalle notizie, capiterà sicuramente di sbagliare di continuo.
Ho concluso la lista delle regole, i più attenti avranno notato che questa lista in se è un trading plan completo di gestione psicologica, (da allenare se ai primi passi), gestione del trade, gestione del Money Management etc.
In ultimo come scritto sopra, vi dico che personalmente applico rigidamente le regole, l’allenamento psicologico non deficita dopo 14 anni di trading on line, quello che manca è l’approfondimento degli strumenti al quale non mancherò.
Al momento non applico indicatori o altro sul grafico, ma strumenti di valutazione di Gann, preferibilmente disegno io gli strumenti, anche se tutte le migliori piattaforme hanno insiti gli stessi.
Troverete il ventaglio, il quadrato, la griglia etc. Io per esperienza, con diversi altri strumenti, ho notato la diversa precisione rispetto alla manualità. Ovviamente a favore della manualità.
Ripeto, devo approfondire e studiare tanto, ma per quanto testato, funziona tutto molto bene.
Mi rendo conto di essere stato, sicuramente logorroico, spero non confuso nell’esposizione. Voglio concludere avvisando che quanto pubblico, (sin dal mio primo articolo), non è esaustivo di un argomento.
Vuole essere in primis un aiuto a tutti gli utenti, maggiormente a chi approccia il trading. A chi non conosce l’argomento trattato, una fonte d’ispirazione, di sollecito, di curiosità all’approfondimento dell’articolo trattato, diciamo un eccitante alla continua ricerca e studio delle nozioni di questa meravigliosa disciplina che tutti noi amiamo.
In ultimo, come sempre un ringraziamento a TradingView che ci permette questa crescita comune.
Buon tutto.
5 consigli per la gestione delle operazioni in perditaLe operazioni perdenti possono capitare. Fanno parte del percorso. Non esiste un trader o un investitore che vince sempre. Tutti gli investitori o trader famosi che conosci hanno perso molte volte nella loro carriera. È perfettamente normale. Lo sapevi che il famoso gestore di hedge fund Ray Dalio ha perso tutto a 30 anni? È andato in bancarotta. Ha dovuto ricominciare da zero.
In questo post ci occuperemo di cosa significhi realmente subire delle perdite e di come affrontarle.
Prima di iniziare, è bene sottolineare un'ovvietà:
- Fai attenzione alle persone che affermano di non subire perdite.
- Evita le persone che sbandierano percentuali di successo nei trade semplicemente impossibili da raggiungere.
- Le operazioni perdenti capitano a tutti! Non sei solo.
Parliamo ora di cosa rappresentano i trade negativi e di 5 consigli per gestirli:
Numero 1: Un'operazione in perdita è cosa diversa da un'operazione sbagliata
I trader più esperti sono ben consapevoli del rischio che corrono prima di effettuare un'operazione. Ogni trade perdente è una piccola componente di un processo più ampio che si riferisce a un sistema, un piano o una strategia che è stata accuratamente testata e studiata. Per i trader esperti, un'operazione in perdita è un evento calcolato. Hanno definito il loro rischio, la dimensione della posizione, lo stop loss e l'obiettivo di profitto.🎯
Un trade sbagliato è qualcosa di molto diverso. In questo caso, si tratta di un'operazione che implica che qualcuno abbia rischiato il proprio denaro senza un piano o un metodo. Un cattivo trade è sconsiderato e avventato. Questo accade spesso ai nuovi investitori o ai trader che non hanno ancora compreso il tempo, lo studio e la ricerca necessari per elaborare un piano solido. Non dimenticare la differenza tra un'operazione calcolata e perdente e un'operazione sbagliata senza un piano o un processo.
Consigli di TradingView: ci sono diversi modi per cominciare ad usare un piano, un sistema o un metodo preciso. Il paper trading, il backtesting e/o la collaborazione con trader esperti che forniscono preziosi feedback sono tutti approcci utili. Non rischiare il tuo denaro senza prima aver fatto le dovute ricerche.
Numero 2: ogni perdita fornisce dati per migliorarsi
Come abbiamo detto più volte, le operazioni perdenti capitano a tutti. Ricorda che ognuna è sempre ricca di informazioni e dati utili a migliorarsi. Si può imparare molto dall'analisi dei trade perdenti.🔍
Alla fine di ogni giornata, settimana o mese di trading, i trader esperti analizzano in dettaglio le operazioni perdenti. Quali sono i pattern che si manifestano? Cosa hanno in comune? Perché si sono verificati? Grazie a queste informazioni, un trader o un investitore può modificare la propria strategia in base a ciò che ha scoperto.
Numero 3: non lasciare che le operazioni in perdita abbiano un impatto sulla tua salute
La tua salute mentale e fisica è importante quanto la tua salute finanziaria. Non permettere alle perdite nei trade di influire su nessuna delle due.
Se il tuo sistema di trading è in crisi o se diverse operazioni perdenti iniziano ad avere un impatto sulle tue emozioni, allontanati dal computer o dal telefono. Spegni tutto e allontanati. I mercati sono aperti da centinaia di anni e non spariranno. Quando sarai pronto a tornare, saranno lì.
Alzati, prendi una boccata d'aria e torna nell'arena non appena sarai pronto.
Numero 4: condividi le tue esperienze con gli altri
I trader e gli investitori di tutto il mondo vogliono imparare dalle tue esperienze e dalle tue operazioni perdenti. Si tratta di esperienze preziose che condividiamo tutti. I social network permettono di chattare, condividere e incontrare persone che stanno vivendo esperienze simili. Possiamo tutti imparare gli uni dagli altri.
Certo, la tentazione di condividere i propri successi o di comportarsi come il miglior trader mai esistito è allettante 😜, ma è anche vero che impariamo e miglioriamo solo quando condividiamo le lezioni che ci arrivano dalle sconfitte. È qui che si trovano le intuizioni più profonde e insieme possiamo crescere come comunità di trader che cercano di sovraperformare il mercato.
Condividi richiedendo un feedback costruttivo!
Numero 5: continua ad andare avanti
I mercati sono un gioco di apprendimento, riapprendimento e progresso. Ogni giorno appaiono e scompaiono nuovi temi, tendenze e storie. Il viaggio è lungo e non si ferma mai. Quando si implementa un piano di trading o di investimento, è importante farlo pensando al lungo termine. Una o due operazioni perdenti in un solo giorno o in una sola settimana sono una piccola parte di ciò che accadrà nei mesi e negli anni a venire.🌎
Prosegui. Continua a costruire. Continua a perfezionare il tuo piano. Studia i dati.
Speriamo che questo post ti sia piaciuto!
Ci auguriamo che tu possa aver imparato qualcosa di nuovo o di istruttivo!
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