VALUTE: USDCADAZIONARI, ANCORA NUOVI MASSIMI.
Ci stiamo avvicinando a grandi passi verso la fine di questo 2023, caratterizzato, come è noto, dalla grande salita dei mercati azionari, trascinati da una economia americana che ha costantemente evidenziato una resilienza fuori dal comune. La congiuntura Usa ha rallentato nell’anno in corso, ma molto lentamente, e con una tenuta degli aggregati inattesa e sorprendente, alla luce soprattutto della persistente politica monetaria (aggressiva e rialzista) da parte della Fed, che in linea di principio, avrebbe invece dovuto deprimere i mercati azionari. L’inasprimento delle condizioni di credito da parte delle banche con aumento degli interessi da pagare per le aziende infatti, avrebbe potuto provocare una caduta degli utili delle imprese, che invece, nelle varie trimestrali, hanno evidenziato una forza quantomeno sorprendente. Si discute molto sui livelli dei price earnings di certi titoli, arrivati a livelli ben superiori a quelli del 2008, quando la crisi Lehman fece crollare i mercati, ma, almeno per il momento, gli indici principali continuano a far registrare nuovi massimi storici. Il Dow Jones lo ha toccato mercoledì 20 dicembre a 37.642, il Nasdaq invece solo ieri a 16.863, mentre L’S&P è molto vicino a quel 4.817 toccato il Gennaio di quest’anno. Il Dax, dal canto suo, ha toccato il nuovo massimo storico il 14 di questo mese a 17.003.
VALUTE.
La tenuta della borsa ha generato un aumento dell’appetito al rischio generalizzato con gli indici di rischio più seguiti ormai vicino ai top di risk on. Il Vix, a 13.60 è ben lontano dalla soglia di 20 che è lo spartiacque tra risk on e risk off, mentre l’indice fear and greed, viene quotato vicino ai massimi di avidità a 79 punti. Le valute, quindi, di fronte ad uno scenario di estremo appetito al rischio, vedono il dollaro scendere anche se non a livelli estremi, considerato che sul dollar index siamo ancora abbondantemente sopra quota 100. EurUsd sopra 1.1000 in area 1.1030, non lontano dai livelli chiave di resistenza compresi tra 1.1060 e 1.1090. Il Cable per contro invece rimane abbastanza asfittico, incapace di rompere i massimi in ragione di un EurGbp che attacca le resistenze chiave e cerca di rompere 0.8690 00 area. GbpUsd che rimane comunque tra 1.2680 e 1.2700 con resistenze cruciali poste a 1.2750 60. UsdJpy che dopo aver toccato un minimo a 140.86, ha corretto tornando sopra 142.50 anche se per ritornare in uptrend, deve rompere l’area di 146.50 147.00. ancora assai lontana. Oceaniche che tengono e provano a tornare sui massimi di giugno e luglio che per AudUsd si trovano a 0.6900 così come 0.6410 20 per NzdUsd. Si avvicina a livelli interessantissimi il UsdCad che trova supporti compresi tra 1.3200 e 1.3090, un’area di oltre 100 pips, ma intrigante per la presenza di supporti statici relativi a minimi precedenti toccati nei mesi di giugno e luglio di quest’anno. Tra i cross attenzione a EurChf che per la quarta volta in 14 mesi, ha toccato il supporto a 0.9400, dove poi ha rimbalzato in modo interessante per la probabile presenza della Snb che persiste a comprare moneta unica vendendo franchi, allo scopo di indebolirlo (peraltro senza grande successo). Tra gli altri cross, segnaliamo NzdChf che pare in accumulazione rialzista anche se rimane non lontano dai minimi storici di 0.5185.
PETROLIO.
Interessante movimento del petrolio che ieri sono saliti tornando sopra quota 75 per il Wti e 81 sul Brent. Quasi 10 dollari di salita dal 13 dicembre e in poche sedute. La ragione del rialzo è probabilmente legata agli sviluppi in medio oriente, in seguito all’attacco degli Houti alle navi commerciali, che ha provocato lo stop del commercio. Le navi commerciali riprenderanno la navigazione, con la protezione di forze marittime multinazionali. Per quel che riguarda la domanda di petrolio, le speranze di riduzione del costo del denaro, attese per il prossimo futuro, da parte della Fed, hanno ulteriormente contribuito ad alimentare la salita del prezzo del greggio nelle ultime giornate operative. Buona giornata e buon trading.
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Idee della comunità
31 anni di borsa indice Ftse, i segnali dal passato Ripetibili!!Un po più spartano , perché inserito manualmente andamento anni dal 1992/1997, molto più preciso l'andamento dell'indice dal 29/12/97 fino al 27/12/2023, a colpo d'occhio , noterete la situazione in cui ci troviamo, siamo su un canale ascendente partito da marzo 2009, massimi che si migliorano circa ogni due anni, facendo una piccola cronistoria , vissuta sulla propria pelle, io c'ero quando le cosiddette "casalinghe", un gergo che andava di moda nelle sale operatrici , quando anche chi non sapeva cosa era una azione, correva in banca e comprava Tiscali, o Seat pagine gialle, con le aspettative di raddoppiare o triplicare il capitale, il giochino per un po ha funzionato!! , poi come tutte le bolle dai massimi 50108 punti rapida correzione, poi altra bolla finanzia, fra il 2007/ 2008 è stato il mercato immobiliare statunitense e la bolla finanziaria che si è sviluppata in questo settore a causare una dura recessione, a quel tempo ero un ragazzo e pensavo che le azioni mi avrebbero fatto arricchire, invece la dura realtà, ben pochi sono usciti indenni dalle crisi innescate dalle bolle, ora dopo più di trenta anni presente sui mercati azionari , vi dico che forse adesso con anche l'aiuto dell'analisi tecnica, sicuramente avrei guadagnato meno, ma perso molto ma molto meno, ultima considerazione, con la rottura della retta ribassista di lunghissimo periodo , ipotizzo un rapido up , si potrebbe generare una nuova bolla!!, questa volta uno dei settori che fra l'altro è in rapida evoluzione , l'intelligenza artificiale e tutto quello che potrebbe portare.... BUON FINE ANNO E BUON GAIN 2024
GBP/USD Crollo prima del rialzo nel 2024GBP/USD è stato recentemente scambiato appena sopra il livello di 1.2700, che è critico in quanto rappresenta il limite inferiore di un lungo canale di regressione ascendente. Mentre analizzo questo, sto considerando la possibilità che, se la coppia conferma con successo questo livello come supporto, potremmo assistere all'ingresso di acquirenti tecnici. In uno scenario del genere, i prossimi livelli di resistenza da osservare sarebbero intorno a 1.2750, che è un livello statico, e il range 1.2790-1.2800, che segna il punto medio del canale ascendente e un livello psicologico. La recente dinamica di GBP/USD è stata influenzata significativamente da una forte pressione di vendita diffusa intorno al Dollaro Statunitense (USD), specialmente nella seconda metà di giovedì. Questa pressione ha aiutato GBP/USD a recuperare gran parte delle perdite subite mercoledì. All'inizio di venerdì, la coppia si è mantenuta stabile intorno a 1.2700, mentre il mercato digerisce le ultime uscite di dati dal Regno Unito, inclusa un'inaspettata forte crescita delle Vendite al Dettaglio di novembre. Tuttavia, non sono tutte notizie positive dal Regno Unito. L'Ufficio per le Statistiche Nazionali (ONS) ha rivisto al ribasso la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) annualizzato per il terzo trimestre, il che potrebbe attenuare il sentiment. Più tardi nel giorno, l'attenzione si sposterà sugli Stati Uniti con il rilascio dei dati dell'Indice dei Prezzi per i Consumi Personali (PCE). Un indicatore chiave per l'inflazione, un Indice Core PCE Price inferiore al previsto potrebbe indebolire l'USD, potenzialmente dando un impulso a GBP/USD. Gli investitori stanno anche osservando da vicino le performance di Wall Street prima della pausa natalizia. Dopo un forte rally giovedì, si prevede che i principali indici azionari statunitensi aprano in ribasso. Se ciò porta a un cambiamento nel sentimento di rischio verso il negativo, potrebbe rafforzare l'USD e limitare il potenziale rialzista di GBP/USD. In sintesi, riflettendo sulla posizione di GBP/USD sopra 1.2700, sto considerando una serie di fattori tecnici e fondamentali. Questi includono la posizione della coppia all'interno di un canale di trading chiave, i prossimi rilasci di dati economici e il sentiment generale del mercato. L'interazione di questi elementi probabilmente determinerà la direzione della coppia nel breve termine.
Prospettive 2024 sul "cable" - GBPUSD. Cosa muoverà il cable in questo 2024?
Ovviamente, come sempre, incognite e incertezze popolano i mercati finanziari perché, come ben sapete, certezze in questo mondo non ci sono e non ci saranno mai.
Ma se dobbiamo iniziare a focalizzare la nostra attenzione, due sono i fattori da considerare: le svolte nelle politiche monetarie e le elezioni generali, salvo ulteriori scosse geopolitiche sul fronte Ucraina e Gaza.
Sicuramente la battaglia del 2023 è stata vinta dal paund che è riuscito a fare il 5% sul biglietto verde, sebbene un fisiologico rimbalzo tecnico che ha caratterizzato la gamba ribassista da luglio a ottobre che ha appena superato il livello 0,38 di Fibonacci sul rally partito a settembe 2022.
Ma per fare previsioni future bisogna analizzare cosa ha guidato il rally del 2023 dopo aver raggiunto il bottom del 2022.
Sicuramente l’inflazione a due cifre registrata nel Regno Unito, che si è poartata al 10,5% sull’headline registrando massimi storici, ha giocato un ruolo fondamentale, perché ovviamente ha portato le speculazioni verso un’aggressività maggiore da parte della BoE e quindi una maggiore spinta dei buyers sul pound. Anche sulla lettura che esclude le componenti più volatili del paniere, l’inflazione ha registrato un picco al 7,10% a fronte di una lettura del 5,6% in America. Attualmente l’inflazione rimane comunque tra quelle più appiccicose rimanendo quasi al doppio della distanza dall’obiettivo del 2%.
Il tasso d’inflazione alto, quindi, ha portato a pensare che la BoE avrebbe dovuto alzare i tassi fino a portarli al 6,50% in Q2 2023.
In questo processo di lotta all’inflazione la BoE, come d’altronde tutte le banche, si è preoccupata di tenere sotto controllo il mercato del lavoro che si è mostrato tra i più resilienti in tutto l’anno. Sospiro di sollievo c’è stato in Q3, quando l’inflazione salariale ha registrato un rallentamento, il maggiore degli ultimi due anni.
Negli Stati Uniti la lotta è stata meno ardua, ciò sicuramente dovuto da un’inasprimento monetario iniziato con anticipo rispetto le altre banche centrali. Infatti, dopo aver raggiunto il picco del 6,50%, attualmente la lettura headline si è attestata al 3,10%. L’unico neo rimane il dato che esclude la volatilità della componente energetica, cibo e alloggi, che tutt’oggi rimane resiliente.
Il PCE, il dato più seguito dalla Fed, poiché depurato dalla componente volatile, ha raggiunto il massimo di 5,3% per poi attualmente arrivare a registrare il 2,6%, al di sotto delle aspettative di 2,8%.
Quindi, quel che più di tutto ha dato verve al pound sul dollaro americano è stato lo spread di visioni future tra la FED e la BOE, che ha visto quest’ultima impegnata con un atteggiamento più aggressivo con il classico slogan dell’anno “più alti per più tempo” contro una Fed che ha cominciato a far trasparire toni più dovish, palesando la concreta possibilità di tagli, cosa non ancora annunciata dalla BoE.
La Fed ha effettuato un totale di 11 rialzi con una pausa a giugno, aumentando il tassso d’interesse principale fino all’intervallo attuale 5,25% - 5,50%, il livello più ampio degli ultimi 22 anni. Da ultimo, la Fed ha dato un’ulteriore spinta verso il basso al biglietto verde, pronunciando per la prima volta l’ipotesi di tagli che il mercato ha già scontato con forza. Questa visione, più dovish rispetto a quelle alle quali siamo stati abituati, è stata guidata dal processo disinflazionistico e il raffreddamento dei dati sul mondo del lavoro delle ultime letture.
La BoE, invece, ha apportato 14 aumenti dei tassi, portando il tassod’interesse al 5,25% dallo 0,1% di inizio inasprimento, raggiungendo i massimi degli ultimi 15 anni.
I rendimenti dei Treasury americani, durante l’anno, hanno toccato i massimi degli ultimi 16 anni raggiungendo il picco di 5,26% sulla parte breve a due anni e del 5% sulla parte lunga della curva a 10 anni.
I picchi sono stati raggiunti sulla base del sentiment che vedeva tassi più alti al fine di raffreddare la pressione inflazionistica. Di conseguenzail dollaro ha preso valore fino ad ottobre, raggiungendo quota 107.34, dopo aver rimbalzato sulla media a 50 periodi sul grafico 1M. Dopo il grande selloff obbligazionario, nei mesi di novembre e dicembre, sulla scorta di un sempre più possibile soft landing, i rendimentinti hanno subito una frenata trascinando il dollaro verso il basso, con il mercato che, soprautto dopo le ultime parole di Powell, ha iniziato a scontare già i primi tagli a partire da Q1 2024. Il dollaro si è portato a 101.43 proiettandosi verso la media mobile a 50 periodi su grafico mensile, media sfiorata già nel mese di luglio scorso.
Qundi i mercati hanno scontato con estrema frenesia il cambio di direzione della Fed dopo che la lettura dell’ultimo Dot Plot Chart ha manifestato l’idea di un taglio di 75 bp nel corso del 2024, con un’inflazione stimata al 2,4% per la fine del 2024.
Quel che sconta il mercato è ancora più ottmistico, un taglio di 150 bp equivalente a sei tagli di 25 bp. Il FedWatch del CME Group prevede un primo taglio a marzo con una percentuale del 75% mentre a maggio lo stima al 95%.
Lo spread tra le politiche monetarie è stato dovuto da una visione più aggressiva da parte della BoE che vede, ad oggi, i prmi tagli a giugno, che porterebbe il tasso principale al 5%, con la prospettiva di raggiungere il 3% in Q2 2025.
La divergenza attuale tra le politiche monetarie tra Fed e BoE nasce dalla panoramica macroeconomica che negli Stati Uniti ha sentito un tono più dovish da parte di Powell e colleghi che si sono detti preoccupati delle prospettive economiche future. Sebbene il dato sul PIL ha visto una stampa al 5,2% annua, i mercati ritengono che la resilienza economica non durerà a lungo nel 2024, in quanto non è stata ancora scontata la campagna di inasprimento che ha portato la Fed ad aumentare i tassi fino al livello attuale e, con molta probabilità, potrebbe portare ancora disagi, soprattutto alle piccole banche, per poi riflettersi nella street-economy.
I primi segnali sono arrivati dal mondo del lavoro che, seppur ancora generalmente resiliente rispetto all’attuale ciclo economico, ha mostrato una prima flessione nelle ultime letture dell’anno.
Per quanto riguarda il Regno Unito, la tensione economica, seppur ignorata dalla BoE che sembra non aver considerato la flessione dello 0,3% del GDP, sembra avere tutti i presupposti quantistici per trasformarsi in una recessione, quantomeno tecnica, nel 2024.
In questo contesto sta giocando un ruolo fondamentale l’azione del ministro Hunt impegnato nella campagna elettorale che a volte potrebbe arrecare ostacolo agli obiettivi della BoE incentrati al raffreddamento inflazionistico.
Bisogna sempre ricordare che tutti i ruoli, in questo momento, assumeranno caratteri di estrema delicatezza e dovranno essere accuratemente ponderati perché, se da una parte si necessita di un sostegno all’economia per evitare una recessione, dall’altra urge, invece, tenere sotto controllo il livello d’inflazione che in UK sembra avere unghie molto più affilate. Un errore di bilanciamento, tra politiche fiscali e monetarie potrebbe portare a manovre troppe azzardate dalle quali potrebbe risultare difficile uscirne indenni (economicamente).
Le proiezioni dell’Office for Budget Responsibility hanno mostrato un’economia piatta nei prossimi anni con un relativo rallentamento delle crescita allo 0,6% nel 2023, dello 0,7% nel 2024 e dell’1,4% nel 2025.
Ovviamente il movimento del corss nel 2024 dipenderà molto anche dell’esito delle elezioni che prenderanno la scena sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti e sicuramente porteranno non poca volatilità sul gafico.
ANALISI TECNICA sul cross
monthly chart
Sul grafico mensile il prezzo si trova appena sotto la media mobile EMA a 50 periodi, toccata già con le candele di giugno, luglio e agosto, ma chiudendo sempre al di sotto della stessa. Ci troviamo ancora nell'area di ritracciamento del selloff del 2022, circa al livello 0,618, con il prezzo che adesso si trova incastrato tra le Tenkan Sen e la media EMA a 50 periodi, dopo aver rimbalzato tre mesi (settembre, ottobre e novembre) sulla Kijun Sen che ha agito da buon supporto. Dopo il golden cross tra le Kijun e la Tenka Sen (segnale rialzista, seppur siamo al di sotto della Kumo), adesso il prezzo ha come ostacolo più imminente la predetta media mobile per poi fronteggiare la Senkou Span B. Un superamento della Kumo, seguito da un superamento della Chikou Span, potrebbero essere le ulteriori conferme per i buyers della sterlina.
Queste sono le cose principali sul tavolo per poter iniziare ad affrontare questo 2024 sul cross, ma ovviamente non siamo indovini o chiromanti, possiamo soltanto avere un vantaggio statistico e analizzando i dati che usciranno.
Per adesso è tutto :)
Vi auguriamo Felici Feste!
Ricaricatevi che tra poco si riinizia!
USOIL in direzione 69,50 dollari dopo il FOMC a gennaioWTI Oil è salito sopra i 74 dollari in una settimana volatile che porta al Natale, influenzato dall'uscita pianificata dell'Angola dall'OPEC e dalle crescenti tensioni nel Mar Rosso. L'Indice del Dollaro USA si sta avvicinando a una significativa caduta, potenzialmente invertendo i recenti guadagni. I prezzi del petrolio si stanno avvicinando a 84 dollari a causa dell'aumento dei rischi geopolitici e delle interruzioni nelle principali rotte di spedizione. Il reindirizzamento delle spedizioni attorno all'Africa potrebbe aumentare la domanda e i prezzi del petrolio greggio a breve. Il Dollaro USA si sta indebolendo in attesa di tagli ai tassi all'inizio del 2024, nonostante gli avvertimenti della Federal Reserve. La discrepanza tra le aspettative della Fed e le previsioni del mercato suggerisce una potenziale instabilità all'inizio del 2024. WTI e Brent Oil sono scambiati rispettivamente a 74,59 e 79,474 dollari. Recenti attacchi dei ribelli Houthi hanno interrotto le principali vie di navigazione, causando deviazioni e impattando aree come il Canale di Suez. La partenza dell'Angola dall'OPEC riflette tensioni più ampie e potrebbe portare a ulteriori spostamenti di potere all'interno dell'OPEC, con altre nazioni africane che potrebbero uscire. Tecnicamente, il petrolio mostra un trend rialzista con il potenziale di raggiungere livelli più alti, ma una caduta sotto i 74 dollari potrebbe vedere i prezzi scendere a supporti inferiori. Con la fine dell'anno, i prossimi dati USA e le azioni della Fed potrebbero influenzare significativamente la traiettoria del mercato del petrolio.
xau ultimate 2023 Buona vigilia a tutti e auguri di un sereno Natale! Concludo l'analisi dell'anno con uno sguardo positivo sulla situazione di Gold per questa ultima settimana. Personalmente, sto considerando di non effettuare operazioni, ma nel caso decidessi diversamente, vi terrò aggiornati nel nostro gruppo. Le prospettive a breve, medio e lungo termine sembrano orientate al rialzo, e la chiusura annuale dovrebbe seguire la stessa tendenza. Per questi due giorni di mercoledì e giovedì, durante le festività, rimango in attesa di conferme. Questa è la mia ultima analisi dell'anno; ci ritroveremo dopo le festività per continuare a condividere idee e prospettive e affrontare insieme un 2024 ricco di opportunità. Vi invito a partecipare attivamente e a farmi qualsiasi domanda o chiarimento. Vi auguro un meraviglioso Natale e un felice anno nuovo. Resto a disposizione per ogni vostra esigenza. A presto! 🎄✨
ANALISI DETTAGLIATA ETH/USD
Analisi Tecnica:
Analizzando il grafico settimanale dell'asset, è evidente una chiara fase di accumulazione/distribuzione dal centro di giugno 2022, che persiste fino alla data attuale. Questo periodo di accumulazione, influenzato da vari fattori politici e monetari, si allinea positivamente con il trend rialzista principale, evidenziato da continui break strutturali interni.
Approfondendo l'analisi nel timeframe giornaliero, è evidente che il prezzo ha toccato la zona di 2300.00, vicino a un significativo gap volumetrico/fornitura. Il prezzo ha fortemente respinto questa area, avviando successivamente un breve ritracciamento per liquidare posizioni, osservato intorno alla zona di 2150.00 con un'evidente attività di respinta indicata da significativi picchi (cerchiati).
Ora è cruciale seguire il trend e individuare una zona favorevole per aprire l'operazione. All'interno della strategia NFA, sono stati identificati due possibili modelli operativi. Il primo, più conservativo, prevede di attendere un iniziale break strutturale seguito da un potenziale ritracciamento. Il secondo modello considera la soglia del 75° percentile come potenziale punto di ritracciamento per l'impulso rialzista degli ultimi mesi.
In entrambi gli scenari, le operazioni dovrebbero essere avviate al momento del respingimento, precisamente nelle vicinanze delle zone precedentemente identificate. La prudenza nel monitorare attentamente il rischio e gli sviluppi di mercato è fondamentale.
Analisi Fondamentale:
Nel mondo delle criptovalute, mentre Bitcoin sta avanzando, Ethereum sembra essere in una fase di stallo. La SEC ha recentemente ritardato l'approvazione di diversi ETF collegati a Ethereum, tra cui quelli proposti da giganti come BlackRock. Anche se questa mossa non ha scatenato reazioni di mercato, rimane una pietra miliare molto attesa.
Il ciclo di ritardi è stato giustificato dalla necessità di raccogliere ulteriori commenti pubblici. Mentre gli ETF legati a Bitcoin stanno avanzando nella loro ricerca di approvazione, quelli legati a Ethereum sembrano ancora essere in una sorta di limbo. La SEC ha aperto la porta a Bitcoin, ma il percorso per Ethereum rimane incerto.
L'attesa potrebbe prolungarsi, ma c'è la speranza che il 2024 possa portare nuove soddisfazioni. Gli ETF legati a Ethereum sono distinti da quelli di Bitcoin, con gli analisti che sollevano dubbi sulla categorizzazione di Ethereum come materia prima. Tuttavia, una cautela simile a quella negli ETF di Bitcoin potrebbe essere sufficiente per superare gli ostacoli.
In un paesaggio finanziario in continua evoluzione, il 2024 potrebbe configurarsi come l'anno in cui gli ETF legati a Ethereum seguono il percorso tracciato da Bitcoin, aprendo così nuove opportunità di investimento nel mondo delle criptovalute.
Nel panorama del trading, lo stato attuale del book degli ordini presenta uno spettacolo intrigante. La resistenza sta esercitando più forza rispetto al supporto, evidenziando un interessante range di prezzo tra $2,220.00 e $2,240.00 USDT per Ethereum (ETH). Con 5,135 ETH in vendita rispetto a 2,165 ETH in acquisto, la battaglia sulle quotazioni è palpabile.
L'epicentro della resistenza, con una significativa pressione venditrice, si trova attualmente intorno a $2,400.00 USDT, con consistenti 7,431 ETH in ordini di vendita. Nel frattempo, il supporto più forte emerge nel range di prezzo intorno a $2,000.00 USDT, con 5,169 ETH pronti per l'acquisto nel Book degli ordini.
DAILY OUTLOOK del 22.12.2023 – 🔴 IL PCE AMERICA CHIUDE IL 2023MARKET BACKGROUND
Siamo prossimi alla chiusura di questo 2023 e l’ultimo market mover di questo venerdì pre -natalizio sembra essere il PCE America, che darà ancora un tassello importante nella lettura dello stato dell’inflazione in America e su quanto possa concretizzarsi lo scenario di taglio tassi da parte della FED nel 2024.
La mattina di oggi si è aperta con i dati sull’inflazione in Giappone, che YoY si è attestato al +2.8% lasciando il precedente +3.8% e con esso la possibilità di effettuare pressioni sulla BOJ al fine di alzare il costo del denaro. La Boj , che sembrava ben disposta ad abbandonare le sue politiche monetarie cosi accomodanti, e spingere per un costo del denaro in territorio positivo dopo 20 anni di tassi negativi, ha deluso nella sua ultima riunione, lasciando invariate le linee guida di polita monetaria ed il dato di questa notte sembra sostenere questa scelta annullando le preoccupazioni relative ad una corsa rialzista dei prezzi.
Sono seguiti poi i dati sui Retail Sales MoM UK, dato che passa dallo 0% al +1.3% dimostrando ancora una cerca resilienza nell’economia UK e dando sostegno all’idea della BOE di non poter dichiarare conclusa la sua lotta contro l’inflazione, sebbene i dati siano in netto miglioramento. Le forti vendite al dettaglio hanno dato un breve sprint rialzista alle quotazioni della sterlina che recupera terreno dopo le pesanti perdite dei giorni scorsi.
Attendiamo per oggi pomeriggio i dati sul PCE America, misura prediletta dell’inflazione per la FED con un dato che si dovrebbe attestare MoM al +0.2% mostrando ancora incertezza sull’approdo dell’inflazione ai target prefissati dalla FED.
-FX
Il mercato valutario resta improntato a vendite di dollari USA, che perdendo terreno contro tutte le altre majors sta portando ad interessanti performance soprattutto per il franco svizzero che sta per chiudere uno dei suoi migliori anni.
Il mese di dicembre si caratterizza quindi per una strutturale debolezza di dollari Usa e una rinnovata fiducia nello yen giapponese, seguita da una buona forza delle valute oceaniche.
L’euro si porta al test delle resistenze di 1.10 livello oltre il quale si potrebbero aprire ulteriori scenari rialzisti fino a 1.1075 prima e 1.11 poi, grazie ad un buon trend a massimi e minimi crescenti supportato dal fascio di medie mobili.
Meno brillante la sterlina che resta compressa tra i supporti di 1.2625 e una serie di massimi decrescenti, il che pone le resistenze a 1.2725 come baluardi da superare per sperare in ulteriori allunghi long.
Audusd reta in piena tendenza rialzista, con l’approdo ai target di 0.68 figura e un ottimo sostegno dal fascio di medie mobili che ra trova i supporti statici -dinamici a 0.6750 prima e 0.6725 poi.
-EQUITY
Sale la volatilità sugli indici americani, con il nasdaq che nelle ultime sedute ha registrato movimenti anche di 300 punti da 17071 a 16750 pnt in poche ore. Il grande rally rialzista di fine anno potrebbe ora essere meritevole di respiri , probabilmente sostenuti dalla stagionalità di gennaio , da sempre mese di storni short, ma non possiamo parlare di inversioni tecniche senza la violazione di 16750 pnt primo vero supporto tecnico.
In Europa il dax resta in una flag laterla ribassista che poggia i supporti a 16625 pnt, ritracciamento del 61.8 di fibo dell’ultima spinta rialzista, il che apre le porte a potenziali nuovi allunghi rialzisti se confermati dal break out dei massimi di 16740 pnt.
-COMMODITIES
Per il comparto delle commodities, iil wti è alle prese con le resistenze di 75$ , dopo che gli attacchi alle navi cargo sullo stretto dello Yemen sono aumentati e le navi hanno preverito circumnavigare l’Africa, portando a ritardi nelle consegne e aumenti dei costi. In attesa che il contesto si normalizzi ed i prezzi possano tornare verso valori più equi, il mercato sconta i maggiori costi e le incertezze dei trasporti, e rotture dei 75$ non sono da escludere per il wti.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
WisdomTree - Tactical Daily Update - 21.12.2023Wall Street ritraccia sul finale, una pausa dovuta dopo 9 rialzi in fila.
Macro americana avvalora scenario di “soft landing”: l’economia resta solida.
Inflazione in calo oltre le attese in UK, trend simile a resto dell’Europa.
Tensione ridotta sul prezzo del petrolio, a rischio rotta del Mar Rosso.
Quella di ieri, 20 dicembre, per le Borse e’ stata una giornata a 2 facce con Wall Street in calo sul finale e quelle europee che hanno chiuso incerte e poco mosse.
L'indice sulla fiducia dei consumatori Usa, salito da 101,0 di novembre a 110,7 punti, ha superato le attese, facendo temere che la Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve) temporeggera’ prima di tagliare i tassi.
Al pari che nell'Euro-zona, anche l'inflazione britannica ha visto una flessione, - 0,2% mensile, a novembre migliore della previsione di consenso di +0,1%. Nella variazione annuale i prezzi al consumo sono saliti +3,9%, una bella frenata rispetto al +4,6% di ottobre, ma va detto che la “componente servizi” resta abbondantemente oltre +6,0% annuo.
Milano ha chiuso a -0,01%, Madrid -0,06%, Parigi +0,12%, Francoforte -0,07% e Amsterdam +0,15%. Wall Street, che aveva aperto in rialzo dopo la pubblicazione di macro positivi, ha ripiegato e chiuso in forte calo, interrompendo la lunga serie di 9 rialzi: Dow Jones -1,27%, S&P500 -1,47%, Nasdaq -1,50%.
Negli Stati Uniti, a novembre, le vendite di case esistenti sono aumentate +0,8%, smentendo le previsioni e invertendo una tendenza che le aveva portate, in ottobre, dopo 5 mesi consecutivi di discesa, a toccare il minimo dal 2010.
Insomma, se anche le vendite di case si riprendono, parlare di “soft landing” dell’economia e’ piuttosto fondato.
Sul mercato dei bond governativi europei prosegue la flessione dei rendimenti. Quello del BTP decennale benchmark ieri e’ sceso a 3,59%, minimo da agosto, in parallelo ad un nuovo piccolo restringimento dello spread tra BTP italiano ed omologhi tedeschi, a 162 punti base, 1 in meno della vigilia.
Nel mirino degli operatori, specie dopo il robusto rally degli ultimi 2 mesi, restano i commenti e le possibili indicazioni su possibili tagli al costo del denaro nel 2024 da parte dei banchie centrali. L'attenzione resta alta anche sulle prospettive, per lo piu’ caute, sulla crescita economica europea e cinese e, purtroppo, sui diversi fronti di guerra.
Le azioni di pirateria nel Mar Rosso, specie attorno allo strategico stretto di Bab al-Mandeb, cruciale “strozzatura” sulle rotte delle petroliere dirette nel Mediterraneo, tendono a spingere al rialzo il prezzo del petrolio, combinandosi col persistente rischio geopolitico in Medio Oriente.
Ieri il WTI (graggio benchmark Usa) e’ salito +1,3% a 74,0 Dollari/barile: sale anche il prezzo del metano europeo, +4,0% a 35 Euro/MWh, mentre i dati di riempimento degli stoccaggi strategici lasciano tranquilli: al 18 dicembre i livelli nell'Unione Europea erano pari a 88,4% medio, con la Germania al 90,8%, la Francia all'86,5% e l’Italia all'86,1%.
In Germania, a novembre, i prezzi alla produzione sono scesi oltre le attese, -0,5% mese su mese, e -7,9% anno su anno!!. Peccato che l’indagine mensile di GFK (autorevole societa’ di ricerca indipendente) continui a confermare il pessimismo dei consumatori tedeschi, segnati dall’inflazione degli ultimi 2 anni.
Il mercato valutario non riserva soprese, confermando i trend recenti: Dollaro debole verso Euro, attorno a 1,096, e trend simile per lo Yen giapponese dopo la decisione della BoJ (Banca centrale del Giappone) di proseguire la politica monetaria ultra-espansiva: cross Euro/Yen 157,66 e Dollaro/Yen a 143,7.
Borse asiatiche e avvio di quelle europee caratterizzate da selettivi “profit taking” dopo che le vendita hanno preso il sopravvento nella parte finale della seduta di Wall Street: le ipotesi di tagli dei tassi nel 2024 da parte di FED ed ECB (Banca centrale Europea) restano valide, ma stanno esaurendo la propria capacita’ propulsiva.
Poco rilievo sui media per l'accordo tra i ministri europei delle Finanze sulle nuove regole del Patto di stabilita': ne riparleremo piu’ dettagliatamente, sapendo che incideranno non poco sulle politiche fiscali dei vari Governi, specie di quelli piu’ indebitati, nei prossimi anni.
Sul fronte asiatico si nota la brusca correzione di Tokio, -1,6%, ed in particolare il tonfo dell’azione Toyota, -4%, per un’ipotesi di manipolazione dei test di sicurezza 'truccati' di alcuni modelli della controllata Daihatsu.
Inoltre il Governo nipponico prevede che l'inflazione sara’ al di sopra del target della Bank of Japan nell’anno fiscale 2024, che parte il 1’ aprile: ora stima che l’inflazione al consumo (CPI) sia pari al 2,5% medio annuo, sopra la stima precedente di 1,9%.
Tra l’altro, Rengo, la maggior confederazione sindacale giapponese, punta a negoziare un graduale aumento del salario minimo ben sopra quello del Governo tra il 2024 ed il 2035.
Gli effetti si vedono anche sulla curva dei rendimenti dei titoli governatvi giapponesi (JGB) in rialzo su tutta la curva, in una tipica configurazione di “bear stepeening”.
In Cina, finalmente, segni positivi per i 2 maggiori listini continentali: sia Shenhen che China50 hanno segnato +1,08%, dopo che alcuni media statali sostengono che le banche hanno margine per ridurre i tassi di interesse sui prestiti.
I future su Wall Street sono positivi, indicando, in media +0,5%, per le riaperture odierne (ore 12.30 CET)
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TESLA interrompe il downtrend di medio-termineL’andamento tecnico in borsa del titolo del multimiliardario Elon Musk sembra abbia avuto una svolta: il prezzo dell’azione TESLA era incanalato in un trend tendenzialmente ribassista di medio-termine da circa metà Luglio (1° max), ben delineato dalla resistenza dinamica inclinata negativamente (linea tratteggiata marrone) che ha contenuto tutti i rimbalzi/swings rialzisti decrescenti evidenziati dalle etichette ‘2°max’, ‘3° max’, ‘4° max’.
Tuttavia la ripresa dei corsi avvenuta a partire dal minimo di fine Ottobre (1° freccetta verde) – che si è rivelato tale per tutti i principali indizi azionari dei mercati occidentali (USA, Area Euro, Regno Unito, ecc…) – ha innescato un ultimo swing rialzista di breve termine con massimi (freccette rosse) e minimi (freccette verdi) entrambi crescenti che nella seduta del 14 Dicembre ha portato al break-out rialzista della prima menzionata trendline resistenziale con:
- candela giornaliera verde/rialzista dal corpo esteso (cerchiata), con minimo uguale all’apertura e con chiusura decisa sopra la trendline in questione;
- volumi in forte espansione: vedasi in calce al grafico ove indicato dalla sottile freccia verso il basso.
Ciò fa presuppore l’entrata sul mercato di nuovi acquirenti/compratori che han comportato un recente cambio di sentiment sul titolo stesso, ormai verosimilmente proiettato a raggiungere nelle prossime settimane un 1° target in area 269 usd e poi subito a seguire il 2° in area 280 usd.
Anche l’indicatore MACD – di tipo ‘trend following’ – è dai primi di Novembre ancora rialzista, a conferma che l’ultimo swing in essere prosegue la sua marcia, un eventuale drastico cambiamento della situazione descritta si avrebbe solo con la violazione in chiusura dell’ultimo supporto statico in area 226,5 usd circa!
Marco D'Ambrosio
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Borse al test della fiducia dei consumatori di USA ed EurozonaLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Ieri l’attenzione degli operatori è stata nuovamente rivolta alle ultime indicazioni provenienti dai banchieri centrali. Lato BCE, per François Villeroy de Galhau - membro del Consiglio direttivo - i tassi verranno tagliati a un certo punto nel 2024 dopo essere rimasti sui livelli attuali per un periodo sufficientemente lungo da garantire la sconfitta dell’inflazione nell’Eurozona. “Tra l’aumento dei tassi che, salvo sorprese, è finito, e il taglio, che dovrebbe avvenire nel 2024, esiste un plateau”, ha detto de Galhau. Il membro della BCE ha affermato che la decisione di tagliare il costo del denaro sarà basata sui dati macro, indipendentemente da quelle che saranno le prossime mosse della Fed. Villeroy ha inoltre ribadito che l’inflazione dovrebbe scendere al 2% al più tardi entro il 2025. Secondo Gediminas Simkus, membro lituano del Consiglio direttivo, gli investitori potrebbero aver anticipato i tagli dei tassi di interesse, affermando che le aspettative del mercato siano al momento troppo ottimistiche. I dati finali di novembre dell’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona sono stati in linea con le attese: CPI al 2,4% a/a in calo dal 2,9% di ottobre e dato core al 3,6% in calo dal 4,2% a/a. Lato USA, il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha affermato che non vi è alcuna “urgenza” per la Fed di ridurre i tassi. Bostic si aspetta due tagli dello 0,25% nella seconda metà dell’anno, ma ha sottolineato che nel frattempo l’inflazione rimane troppo alta e che il percorso politico della Fed dipende dal fatto che continui a rallentare.
COME LE OBBLIGAZIONI IMPATTANO SUI TASSI DI CAMBIOBuongiorno.
L’analisi di oggi si focalizzerà sui tre tassi di cambio GBP/USD, EUR/GBP e EUR/USD, evidenziando l’effetto delle obbligazioni sulle loro tendenze. Verranno illustrati degli spread obbligazionari che possono essere utilizzati per monitorare le previsioni di politica monetaria e come indicatori per le strategie di trading. Una parte dell’analisi sarà riservata alla macroeconomia.
1. RIEPILOGO DELLE RIUNIONI DELLE TRE BANCHE CENTRALI
Dalla figura successiva, è possibile osservare che le tre banche centrali hanno deciso di mantenere invariati i loro rispettivi tassi di interesse di riferimento. In particolare, la Federal Reserve ha mantenuto il suo tasso al 5.5%, la Bank of England al 5.25% e la Banca Centrale Europea al 4.5%.
I tre tassi di interesse di riferimento. Grafico mensile
Nelle righe seguenti, troveremo le dichiarazioni più rilevanti emesse dalle tre banche.
• Decisione sul tasso di interesse della FED: La FED ha accolto con favore il calo dell’inflazione dai suoi massimi, senza che ciò comportasse un aumento significativo del tasso di disoccupazione. Tuttavia, ha sottolineato che l’inflazione rimane a livelli troppo alti e che il suo percorso futuro è incerto. Ha osservato un rallentamento della crescita economica rispetto al terzo trimestre, con un appiattimento dell’attività nel settore immobiliare. La banca centrale è pronta a inasprire ulteriormente la politica monetaria se necessario e non ha escluso un ulteriore aumento dei tassi di interesse. Ha riconosciuto la possibilità che l’economia possa entrare in recessione il prossimo anno e ha avvertito che un “atterraggio morbido” non è garantito. Nonostante ciò, ha espresso dubbi sulla probabilità di un ulteriore aumento dei tassi di interesse. Infine, ha affermato che non ha bisogno di una recessione per allentare la politica monetaria
• Decisione sul tasso di interesse della BCE: La BCE ha mantenuto invariati i tassi di interesse, con l’intenzione di mantenere i tassi di riferimento a livelli restrittivi per il tempo necessario. È previsto che l’inflazione diminuirà gradualmente nel corso del prossimo anno. Le previsioni indicano un PIL reale dello 0,6% nel 2023, del 0.8% nel 2024 e dell’1.5% nel 2025, con un’inflazione prevista al 2,7% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Il commento più significativo è stato: “Non abbiamo discusso di tagli dei tassi. Non crediamo sia il momento di abbassare la guardia, c’è ancora lavoro da fare e quindi aspettiamo”.
• Decisione sul tasso di interesse della BoE: La BoE ha mantenuto invariati i tassi di interesse. L’orientamento restrittivo della politica monetaria sta contribuendo a ridurre l’inflazione. “Abbiamo ancora molta strada da fare”, hanno dichiarato, aggiungendo che osserveranno attentamente i dati e manterranno i tassi di interesse elevati per un periodo sufficientemente lungo da garantire che l’inflazione scenda fino all’obiettivo del 2%. Prevedono che la crescita economica sarà piatta nel quarto trimestre e nei prossimi trimestri. Hanno sottolineato che la politica monetaria dovrà essere sufficientemente restrittiva per un periodo sufficientemente lungo da riportare l’inflazione al 2% in modo sostenibile
Tra le tre banche centrali, la FED si è dimostrata la più accomodante, esprimendo apertamente dubbi sulla possibilità di un ulteriore aumento dei tassi di interesse e anticipando possibili tagli per il 2024. “Inflazione” è stata una delle parole più frequenti nelle conferenze stampa. Vediamo nella figura successiva i livelli di inflazione attuali negli Stati Uniti, nell’Eurozona e nel Regno Unito.
I livelli di inflazione dei tre Paesi. È interessante notare come l’inflazione negli Stati Uniti sia stata la prima a registrare un aumento e anche la prima a iniziare a rallentare dai suoi massimi. Grafico mensile
• Regno Unito: +4.6% a/a (la lettura per novembre sarà comunicata il 20 dicembre)
• Stati Uniti: +3.1% a/a
• Euro Area: +2.4% a/a
Tenendo conto che l’obiettivo comune delle tre banche centrali è di raggiungere un indice dei prezzi al consumo del 2%, sembra che la Bank of England sia quella che avrà il compito più arduo.
2. ANALISI TECNICA EUR/USD, EUR/GBP E GBP/USD
Procediamo con l’analisi tecnica dei tre tassi di cambio.
• Per quanto riguarda l’EUR/USD, la tendenza da inizio anno è stata laterale. Il picco è stato raggiunto tra luglio e agosto a 1.1275. Le strutture di prezzo più rilevanti sono la resistenza a 1.1044 e il supporto a 1.0502. Da ottobre, l’euro ha mostrato una forza maggiore rispetto al dollaro, con un aumento del tasso di cambio del 5.56%.
Analisi tecnica EUR/USD. Grafico giornaliero
• Nel caso dell’EUR/GBP, dopo aver toccato il massimo annuale a febbraio a 0.8997, il tasso di cambio ha formato una figura tecnica ribassista, un triangolo discendente. Dopo la rottura ribassista, il prezzo ha rimbalzato più volte sul supporto compreso tra 0.851 e 0.857. Attualmente, il prezzo è intrappolato tra questo supporto e la resistenza a 0.874.
Analisi tecnica EUR/GBP. Grafico giornaliero
• Infine, il GBP/USD ha mostrato una fase laterale. Il massimo del 2023 è stato a 1.3152, con le strutture più significative a 1.1876 e 1.2412. Come l’EUR/USD, anche il GBP/USD è in rialzo da ottobre, registrando una performance positiva del 6.10%.
3. TASSI DI CAMBIO, ASPETTATIVE DI POLITICA MONETARIA E SPREAD OBBLIGAZIONARI
Le fluttuazioni osservate nei tassi di cambio sono guidate dalle aspettative degli investitori riguardo alle politiche monetarie della Federal Reserve, della Banca Centrale Europea e della Bank of England.
il metodo più efficace per monitorare queste aspettative è osservare il rendimento dei titoli di stato a due anni dei rispettivi Paesi; le figure successive evidenziano una correlazione positiva tra questi rendimenti e i rispettivi tassi di interesse.
La correlazione positiva tra il rendimento a 2 anni tedesco e i tassi di interesse della BCE. Grafico mensile
La correlazione positiva tra il rendimento a 2 anni statunitense e i tassi di interesse della FED. Grafico mensile
La correlazione positiva tra il rendimento a 2 anni britannico e i tassi di interesse della BoE. Grafico mensile
Le tre grafiche offrono un quadro particolarmente interessante, evidenziando come le aspettative degli investitori tendano a prevedere le future mosse delle banche centrali. Per questo motivo, i rendimenti dei titoli di stato a due anni si rivelano eccellenti indicatori anticipatori dei tassi di interesse.
Grazie a queste tre grafiche è ora possibile spiegare il motivo per cui le fluttuazioni osservate precedentemente nei tassi di cambio sono guidate dalle aspettative degli investitori riguardo alle politiche monetarie delle tre banche centrali; osserviamo le tre grafiche successive.
La correlazione positiva tra EUR/USD e DE02Y-US02Y. Grafico giornaliero
La correlazione positiva tra EUR/GBP e DE02Y-GB02Y. Grafico giornaliero
La correlazione positiva tra GBP/USD e GB02Y-US02Y. Grafico giornaliero
I tre tassi di cambio mostrano una correlazione positiva con i rispettivi spread obbligazionari. Per comprendere meglio, prendiamo come esempio il tasso di cambio EUR/USD.
• Durante i periodi di aumento o tagli dei tassi di interesse, gli investitori tendono ad acquistare valute con tassi di interesse più alti e a vendere quelle con tassi di interesse più bassi. Questo perché una valuta con un tasso di interesse più alto rende più attraenti gli asset denominati in quella valuta (spiegherò questo concetto più in dettaglio nel video alla fine di questa pagina). Consideriamo lo spread DE02Y-US02Y, che rappresenta la differenza tra le aspettative sui tassi di interesse dell’Eurozona e degli Stati Uniti: se si prevede che la BCE sarà più restrittiva della FED, lo spread aumenterà (dato che DE02Y è il minuendo); al contrario, se si prevede che la FED sarà più restrittiva della BCE, lo spread diminuirà (dato che US02Y è il sottraendo). Attualmente, questo spread è influenzato principalmente dalle comunicazioni dei banchieri centrali. Infatti, sembra ormai scontato che entrambe le politiche monetarie subiranno tagli nei tassi nel 2024
4. GLI INDICATORI MACROECONOMICI LEADING DEI TRE PAESI
Prendiamo in considerazione tre indicatori macroeconomici fondamentali dei tre Paesi: i due Indici dei Direttori degli Acquisti (PMI), specificatamente quello manifatturiero e quello dei servizi, insieme all’indice di fiducia dei consumatori. Questi tre indicatori ci permettono di valutare la forza del settore manifatturiero, del settore dei servizi e del livello di spesa dei consumatori, quest’ultimo strettamente correlato all’indice di fiducia.
• Esaminando le due figure seguenti, si osserva che i tre PMI manifatturieri delle corrispondenti aree geografiche mostrano una fase di contrazione (US: 48.2 punti, GB: 46.4, EU: 44.2). Considerando le performance dall’inizio dell’anno, misurate in percentuale, l’indice statunitense risulta in crescita (+2.7%), mentre quelli britannico (-1.28%) ed europeo (-9.4%) registrano un calo
I tre PMI manifatturieri. Grafico mensile
Le tre prestazioni dei PMI manifatturieri da inizio anno. Grafico mensile
• Esaminando le due figure seguenti, si osserva che i tre PMI sui servizi mostrano una fase di espansione per gli Stati Uniti (51.3) e per il Regno Unito (52.7), mentre una di contrazione per l’Europa (48.1). Considerando le performance dall’inizio dell’anno, gli indici statunitense e britannico risultano in crescita (US: 9.62%; GB:8.21%), mentre quello europeo registra un calo (-5.31%)
I tre PMI sui servizi. Grafico mensile
Le prestazioni dei tre PMI sui servizi da inizio anno. Grafico mensile
• Concludendo l’analisi sull’indice di fiducia dei consumatori, si può notare che tutti e tre gli indici mostrano un trend positivo nel 2023, fattore che ha contribuito significativamente alla forza degli indici azionari. Le performance, misurate in percentuale, sono tutte positive (GB: +51.1%; EU: +17.9%; US: +6.93%).
La fiducia dei consumatori degli omonimi Stati. Grafico mensile
Le prestazioni dei tre consumer confidence da inizio anno. Grafico mensile
5. GLI SPREAD OBBLIGAZIONARI COME INDICATORI
La ragione per la quale si è discusso dei tre dati macroeconomici è semplice: il valore di una valuta non dipende solo dalle previsioni di politica monetaria, ma anche dalle aspettative riguardanti la forza economica. Pertanto, per prevedere la tendenza dei tre tassi di cambio, dovremmo considerare i seguenti fattori:
• Quale tra le tre banche sarà la prima a ridurre i tassi di interesse?
• Quale tra le tre banche manterrà i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo?
• Quale tra le tre economie andrà in recessione?
• Nel caso di una recessione, quale sarà la sua intensità?
La realtà è che, al momento, non si possono fornire delle risposte definitive a queste domande. Tuttavia, posso dire che le aspettative del mercato sono determinate dagli spread obbligazionari. Gli investitori, con le loro decisioni di acquisto e vendita, influenzano le tendenze di questi spread, che a loro volta possono influenzare i tassi di cambio. Per esempio, se nelle prossime settimane gli investitori dovessero prevedere un’espansione economica negli Stati Uniti e una recessione nell’area euro, è probabile che DE02Y rallenterebbe notevolmente (per riflettere un possibile taglio dei tassi da parte della BCE), mentre US02Y potrebbe mostrare movimenti laterali. Questo scenario potrebbe portare a un rallentamento di DE02Y-US02Y e, considerando le correlazioni osservate, a un calo di EUR/USD.
Potrebbe essere applicato un ragionamento simile anche per la sterlina britannica.
Le vostre operazioni sui tassi di cambio si basano sulle previsioni di politica monetaria, che sono influenzate dalle aspettative economiche? Gli spread obbligazionari potrebbero essere utilizzati come punto di riferimento. Ad esempio:
• Se DE02Y-US02Y iniziasse a salire, formando una tendenza a breve termine ben definita, personalmente cercherei opportunità di entrata long sul tasso di cambio
Ricordate, questo non deve essere interpretato come un consiglio finanziario; è sempre importante fare le proprie verifiche prima di prendere decisioni di investimento. Per qualsiasi domanda, non esitate a commentare. A presto!
Il Playbook settimanale del trader: l’ultimo attoAbbiamo superato un'enorme settimana di eventi di rischio, e non si può certo dire che una svolta sorprendentemente dovish interpretata dalla Fed abbia fatto salire il rischio sui mercati - ma questo è ciò che abbiamo visto, e ha influenzato notevolmente il nostro ambiente di trading.
Forse le cose si sono spinte troppo in là, con il presidente della Fed di New York John Williams che è intervenuto venerdì e ha fatto sapere che era "prematuro" pensare a un taglio dei tassi in questo momento. In un mondo in cui la comunicazione con i mercati è di fondamentale importanza, questi commenti sembrano altamente orchestrati e pensati solo per impedire che le condizioni finanziarie diventino troppo euforiche.
Va bene, il mercato è convinto che l'inflazione si stia muovendo verso l'obiettivo del 2024, ma l'ultima cosa che una banca centrale vuole ora è destabilizzare le aspettative di inflazione e crescita e vedere la domanda aumentare prima di un ciclo di tagli, in mezzo a un rinnovato effetto ricchezza. Questo non rientra nel copione del mercato per il 2024.
Con i rendimenti dei Treasury statunitensi a 2 anni in calo di quasi 30 pb in settimana e i tassi dei marchi tedeschi che hanno registrato un rally analogo, il dollaro USA è sceso dell'1,3% e le aspettative di crescita degli Stati Uniti sono state riviste al rialzo (il modello Nowcast della Fed di Atlanta prevede un PIL del quarto trimestre del 2,61%), si tratta di una situazione di goldilocks al massimo.
Il guadagno dell'US500 è stato di 7 settimane consecutive, e ci chiediamo se sarà possibile vederne un'ottava. L'US2000 ha guadagnato un impressionante 5,6%, mentre il NAS100 e l'US30 hanno chiuso ai massimi storici. Anche l'ASX 200 è entrato nel radar dell’inerzia, registrando un aumento settimanale del 3,4%. È raro vedere il mercato azionario australiano ottenere un tale risultato dai conti dell’inerzia, ma l'indice è in “beast mode” e ha registrato la seconda migliore settimana dell'anno.
Nel mondo FX, la NOK ha brillato dopo il rialzo a sorpresa di 25 pb da parte della Norges Bank, guadagnando il 4,3% rispetto all'USD - i long in NOKSEK (o gli short in EURNOK) sembrano irresistibili, avendo stampato una solida settimana rialzista. Con i PMI dell'EUR che rafforzano i venti contrari in Europa, sono anche corto di EURAUD, e mentre i verbali della RBA di questa settimana dovrebbero rafforzare una RBA relativamente restrittiva, l'AUD ha bisogno di ulteriori guadagni nelle azioni cinesi.
Per quanto riguarda gli eventi di rischio di questa settimana, la riunione della BoJ, l'inflazione PCE di base negli Stati Uniti e l'IPC nel Regno Unito sono le voci più importanti per i trader. A conti fatti, a meno che la BoJ non sorprenda davvero il mercato, è difficile che questi eventi facciano deragliare la storia del rischio in modo significativo, quindi la domanda sarà se i trader inizieranno a chiudere i loro libri, ridurre le esposizioni e bloccare i rendimenti. Oppure c'è ancora un'ultima spinta agli asset rischiosi?
I commenti di John Williams hanno moderatamente smorzato gli animi e potrebbero essere sufficienti per dare una tregua a breve termine al flusso rialzista. Vedremo.
I rialzisti si sono divertiti per tutto l'anno o c'è ancora un'ultima occasione?
Buona fortuna a tutti.
Gli eventi di rischio per la settimana a venire:
Riunione della BoJ (19 dicembre - orario non stabilito) - dopo i recenti commenti del vice governatore della BoJ Himino, secondo cui un'uscita dalla politica ultra-allentata può offrire benefici all'economia, il mercato ha maturato l'idea che la politica monetaria della BoJ potrebbe cambiare. Il rapporto TANKAN della scorsa settimana ha dato ulteriore forza a questa idea, con le imprese giapponesi che hanno visto l'inflazione al di sopra dell'obiettivo della BoJ del 2% entro 5 anni per il 6° trimestre consecutivo. Nonostante i recenti movimenti degli asset in JPY, il mercato non ci si aspetta un cambiamento dei tassi e un'uscita dai tassi di interesse negativi in questa riunione, anche se potrebbe orientarsi verso un cambiamento nella riunione di gennaio. Detto questo, non si può escludere un cambiamento di politica a sorpresa, sia per quanto riguarda i tassi sia per quanto riguarda la YCC, quindi è bene tenere d'occhio le esposizioni a JPY e JPN225.
Verbali della RBA di dicembre (19 dicembre 11:30 AEDT) - dopo aver mantenuto i tassi fermi nella riunione di dicembre ed essersi astenuti dal modificare in larga misura la dichiarazione, i verbali non dovrebbero preoccupare troppo i trader dell'AUD. Tatticamente orientati allo short EURAUD per 1,5900/20.
CPI dell'UE (finale) (19 dicembre 21:00 AEDT) - dato che si tratta di un dato finale e che il mercato non è alla ricerca di un cambiamento nei numeri dell'IPC principale precedentemente riportati dal 2,4% a/a e dell'IPC core a/a al 3,6%, questo dovrebbe essere un evento a bassa volatilità. Tuttavia, dovrebbe ricordare ai trader il forte calo delle pressioni inflazionistiche nell'UE, che rafforza l'ottimismo di un taglio dei tassi a marzo da parte della BCE.
Tasso di prestito primario cinese a 1 e 5 anni (20 dicembre 12:15 AEDT) - il mercato si aspetta che il tasso primario rimanga invariato per il tasso a 1 e 5 anni, rispettivamente al 3,45% e al 4,2%. Sebbene un taglio del prime rate sembri a basso rischio, c'è il rischio di un taglio a breve termine dei requisiti di riserva delle banche, anche se è improbabile che avvenga in questa riunione.
Inflazione CPI nel Regno Unito (20 dicembre 18:00 AEDT) - il mercato si aspetta che l'IPC britannico stampi uno 0,1% mensile / 4,3% a/a (dal 4,6%), e l'IPC core al 5,6% (5,7%). Il mercato valuta al 20% la possibilità che la BoE tagli nella riunione di marzo, con una previsione di 25 pb per giugno. La stampa dell'IPC britannico potrebbe avere un impatto su questa valutazione e, di conseguenza, sulla sterlina.
Inflazione CPI in Canada (20 dicembre 00:30 AEDT) - il mercato prevede che l'IPC principale si attesti a -0,2% su base mensile / 2,8% su base annua (dal 3,1%) e l'IPC core al 3,3% (3,6%). Il mercato valuta al 72% la possibilità di un taglio da parte della BoC a marzo, quindi la stampa dell'IPC potrebbe avere un impatto su tale valutazione. L'USDCAD cerca un supporto a 1,3325 - la tendenza al rialzo tracciata dal minimo di maggio 2021.
Fiducia dei consumatori USA (21 dicembre 02:00 AEDT) - la stima mediana è per un miglioramento della fiducia con l'indice previsto a 104,0 (da 102,0). Un rialzo di questa serie di dati potrebbe sostenere gli asset rischiosi.
CPI nazionale giapponese (22 dicembre 10:30 AEDT) - il consenso è per un'inflazione headline moderata al 2,8% a/a (dal 3,3%) e CPI core al 3,8% (4%). È improbabile che si tratti di un evento volatile per il JPY, ma vale la pena di tenerlo d'occhio se si gestisce un'esposizione al JPY in base ai dati.
Inflazione PCE core USA (23 dicembre 00:30 AEDT) - dopo aver esaminato i recenti dati CPI e PPI degli Stati Uniti, il mercato ritiene che l'inflazione PCE headline si attesterà allo 0,00% mensile / 2,8% a/a (dal 3%), e la PCE core allo 0,2% mensile / 3,3% a/a (3,5%). La traiettoria dell'inflazione è uno dei motivi principali per cui il mercato valuta un rischio così elevato di taglio dei tassi a marzo, per cui un dato inferiore al consenso potrebbe consolidare questa scelta e pesare sull'USD.
Riunione della banca centrale della Colombia (20 dicembre 05:00 AEDT) - il consenso è per un taglio di 25 pb al 13%, con il rischio di una sospensione. L'USDCOP sembra pesante, quindi il rischio di ribasso è modesto, con una sospensione fuori dal consenso come potenziale fattore scatenante - una rottura al di sotto di 3960 suggerisce nuovi minimi annuali.
Riunione della banca centrale cilena (20 dicembre 08:00 AEDT) - la previsione mediana è che il tasso di riferimento venga tagliato di 75 pb all'8,25% (dal 9%), ma dato il recente rapporto sull'inflazione, c'è un rischio elevato di un taglio più contenuto di 50 pb all'8,5%. L'USDCLP ha bisogno di un catalizzatore, poiché il mercato sembra felice di fare trading tra 890 e 860.
CPI bisettimanale del Messico (21 dicembre 23:00 AEDT) - il mercato vede un 4,36% a/a (dal 4,33%). USDMXN segue un range compreso tra 17,57 e 17,05 - e ha bisogno di un catalizzatore per promuovere un movimento di slancio.
LAZAR HA ROTTO TREND LINELuminar Technologies, Inc. è un'azienda di sensori per veicoli autonomi e tecnologia Lidar, impegnata nella progettazione, costruzione e commercializzazione di prodotti Lidar a lungo raggio che soddisfano i requisiti degli OEM automobilistici globali e delle società tecnologiche per la guida autonoma. Opera attraverso i segmenti Soluzioni di Autonomia e Tecnologie e Servizi Avanzati. Il segmento Autonomy Solutions comprende la progettazione, produzione e commercializzazione di sensori Lidar rivolti principalmente agli OEM dei settori automobilistico, dei veicoli commerciali, dei robot-taxi e dei settori adiacenti. Il segmento Advanced Technologies and Services fornisce semiconduttori e relativi componenti, nonché servizi di progettazione, test e consulenza al segmento Autonomy Solutions e a vari clienti di terze parti, tra cui agenzie governative e appaltatori della difesa, in mercati generalmente non correlati ai veicoli autonomi. L'azienda è stata fondata da Austin Russell e Jason Eichenholz nel 2012 e ha sede a Orlando, Florida.
Cot Report n.91 Come individuare le Aree di Liquidità?Ho approfondito in modo analitico come individuare le Aree di Liquidità del mercato prendendo ad esempio Euro Dollaro ma questa analisi puo essere applicata su qualsiasi struemento e su qualsiasi mercato.
Poi ho fatto una analisi generale di Sp500 Nasdaq e Dax.
Per sapere come scaricare l' Indicatore di Liquidità che ho creato guarda il 5 video del mini corso di Come Funzionano i Mercati
LA CRISI ARGENTINASVALUTAZIONE.
Come al solito, quando si parla di svalutazione di un tasso di cambio, si prendono in esame gli effetti devastanti di tale processo, senza mai convenire su una questione che poi è la vera ragione che porta alla svalutazione, ovvero all'ipervalutazione reale di un tasso di cambio tenuto artificialmente fisso per tanti, troppi anni, nei quali la mancanza di un regime di cambi flessibili, unitamente alla incapacità di produrre le riforme nei periodi di vacche grasse, hanno portato alla necessaria, ineluttabile, inevitabile svalutazione e al ritorno di un regime di cambi flessibili.
Ma deve essere altrettanto chiaro che ciò non può bastare, e le cause sono da ricercare ovviamente nell'eccesso di spesa che porta pesanti conseguenze. Nonostante abbia ricevuto 50 miliardi di dollari dal FMI nel 2019, il rating creditizio è peggiorato di cinque livelli dal 2001: è infatti passando da B2 all’attuale Ca. Una situazione complicata, dovuta al fatto che negli ultimi 10 anni l'Argentina ha notevolmente aumentato la propria spesa, con un aumento del deficit di bilancio annuale del 4% rispetto al decennio precedente.
INFLAZIONE.
E l'inflazione è decuplicata, passando dal 10% all'attuale 113%. Per combattere l’iperinflazioni, Milei, il nuovo Presidente, propone la dollarizzazione come soluzione. L'austerità fiscale è una condizione necessaria perché tale processo sia sostenibile, ma il sistema politico può realizzarla? Sebbene il concetto radicale di dollarizzazione sia attraente, il rischio principale risiede nei costi di attuazione. Dopo la vittoria di Milei alle elezioni primarie di metà agosto, la moneta si è svalutata del 20% in un paio di giorni. La crisi di fiducia è così profonda che un ulteriore stress potrebbe causare una corsa alle banche, che potrebbe tradursi in una crisi bancaria. La dollarizzazione ha anche un costo. l'Argentina avrebbe bisogno di 40 miliardi di dollari per effettuare lo swap e tradurre in dollari la base monetaria e i depositi. Dato che la banca centrale argentina ha riserve nette in valuta estera negative per 7,9 miliardi di dollari, non è chiaro chi potrebbe fornire questa liquidità in dollari. L'attuale prezzo dei titoli sovrani suggerisce che il mercato è scettico sulla capacità del governo di realizzare i propri obiettivi. E si potrebbe affermare che una buona parte delle cattive notizie è contenuta nel prezzo. In futuro, il mercato dovrà vedere le prove dell'impegno e dei risultati del nuovo governo. Questo determinerà se il debito sovrano argentino continuerà a essere scambiato all'interno di una fascia di prezzo in difficoltà o se potrà finalmente balzare in un territorio di debito sostenibile.
GLI EVENTI.
Di seguito la concatenazione di eventi che ha portato alla situazione odierna:
31/05/1969: Apparizione del primo peso argentino
Il peso argentino venne introdotto come la valuta ufficiale dell'Argentina, sostituendo il peso moneda nacional.
04/06/1981: Inizio del regime di cambio fisso.
L'Argentina adottò un regime di cambio fisso, legando il peso argentino al dollaro statunitense in un rapporto di 1 a 1.
01/12/2001: La crisi economica dell'Argentina.
L'Argentina entrò in una grave crisi economica, causando l'instabilità del peso argentino e l'aumento dell'inflazione.
05/01/2002: Abbandono del regime di cambio fisso.
A seguito della crisi economica, l'Argentina abbandonò il regime di cambio fisso e il peso argentino si svalutò significativamente.
31/12/2010: Introduzione del nuovo peso argentino.
Il governo argentino introdusse un nuovo peso argentino, noto come peso argentino convertibile, al fine di stabilizzare la valuta.
16/12/2015: Liberalizzazione del regime di cambio.
L'Argentina liberalizzò il regime di cambio, permettendo al peso argentino di fluttuare liberamente rispetto alle altre valute.
23/09/2018: Crollo del peso argentino.
Il peso argentino subì un crollo significativo a seguito di una crisi finanziaria e di una forte fuga di capitali dall'Argentina.
CHI E' IL NUOVO PRESIDENTE.
Ma chi è Milei ? Un economista che si autodefinisce anarco-capitalista e si presenta come candidato antisistema. Il suo partito personale ha trionfato nelle elezioni primarie di agosto, superando sia i peronisti (al governo dal 2003 al 2015 e dal 2019 a oggi) sia l’opposizione rappresentata da Juntos por el Cambio e guidata da Patricia Bullrich, al governo dal 2015 al 2019.
Subito dopo le primarie il governo è stato costretto a svalutare il peso argentino del 22 per cento. Una decisione già concordata prima delle elezioni con il Fmi e necessaria per ricevere un esborso di 7,5 miliardi di dollari. Ad agosto l’inflazione mensile è arrivata al 12,4 per cento.
DOLLAR BLUE.
Ma la crisi valutaria è ancora più grave perché, per tutti gli argentini, il valore del dollaro non è quello ufficiale deciso dalla banca centrale, ma il dollaro del mercato nero, il cosiddetto dollar blue. È a quel tasso che gli argentini possono cambiare i propri pesos in dollari per proteggere i risparmi dall’inflazione. Il gap tra il dollaro ufficiale (365 pesos) e quello blue (1.000 pesos) ha raggiunto negli ultimi giorni il livello record del 170 per cento. Da inizio anno il peso ha perso il 65 per cento del proprio valore, il 40 per cento da agosto.
MANOVRA FISCALE.
Alla crisi di fiducia si somma l’irresponsabilità politica del governo e dei candidati presidenziali. Sergio Massa, attuale ministro dell’Economia e candidato presidente del peronismo, ha promosso una legge per alzare il limite non imponibile per le imposte sul reddito. La legge, passata grazie anche all’appoggio di Milei, esenta dall’imposta tutti i redditi mensili inferiori a 2 milioni di pesos (5.500 dollari al cambio ufficiale). Il 99 per cento degli argentini sarà esentato dall’imposta. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio si genererà così, nel 2024, un ammanco di 3 mila miliardi di pesos (8,6 miliardi di dollari). Deficit che verrà coperto con emissione monetaria visto che lo spread tra i bond argentini e americani si aggira sui 2700 punti. Ma soprattutto è un deficit che allontana l’Argentina dall’obiettivo fissato con il Fmi a marzo, e riconfermato ad agosto, di un disavanzo primario dell’1,9 per cento a fine 2023. Meta ormai virtualmente impossibile da raggiungere considerata la caduta del Pil e le minori entrate.
DOLLARIZZAZIONE.
Nel frattempo, Milei propone di dollarizzare l’economia e suggerisce di non comprare titoli in pesos perché in poche settimane quella moneta potrebbe non valere “neanche un escremento”. Dichiarazioni funzionali alla sua strategia elettorale, che però alimentano la svalutazione del peso. In un giorno il prezzo del dollaro blue è aumentato del 7 per cento, il tutto mentre la banca centrale non riesce più a intervenire sul mercato dei cambi perché le sue riserve nette sono in rosso per 5 miliardi di dollari. Se eletto, Milei si troverebbe in un labirinto: la dollarizzazione eviterebbe l’iperinflazione ma né il Tesoro né la banca centrale disporrebbero dei dollari necessari per l’operazione. Paradossalmente però l’iperinflazione lo aiuterebbe a dollarizzare l’economia. Poco importa del costo sociale. Si spiegano così le dichiarazioni del candidato-presidente sul peso e il suo assenso alla legge sulla tassazione del reddito da lavoro.
SINTESI.
La discesa del peso, la monetizzazione del crescente deficit fiscale, l’elevato debito, l’impotenza della banca centrale e l’irresponsabilità politica portano così l’Argentina a un passo dall’iperinflazione.
SAVERIO BERLINZANI ANALISTA ACTIVTRADES
XAUUSD / GOLD - SHORT 2040.50Nonostante le parole di Powell siano state incoraggianti per un 2024 all'insegna di un possibile inizio del taglio dei tassi i mercati hanno reagito in modo anomalo.
Personalmente vedo l'oro come bene rifugio essendo un bene che soffre dei tassi di interesse alti, il prezzo dovrebbe essere almeno 200$ inferiore, ma le guerre, le situazioni politiche hanno influito affinchè rimanesse a questi livelli.
Ho aperto uno short da 2040 essendoci torno più volte e parto da questa operazione per cominciare a strutturare (nuovamente) uno short di lungo periodo.
Per quanto siano tutti ottimisti per un anno all'insegna di nuovi massimi sia sui futures che su materie prime come gold e silver, rimango dell'idea che potremmo rivedere i 1900.
Le strutture a scala devono essere proporzionate al capitale, e la mia aumenterà i short fino all'ultimo massimo raggiunto di 2150 circa. posizionandomi ogni 20$.
🔴 Giorni Di Alta Volatilità- DAILY OUTLOOK del 12.12.2023 – Settimana ricca di dati questa che ci accompagna al termine del 2023, si parte oggi pomeriggio con l’inflazione USA che sarà probabilmente l’ago della bilancia per le decisioni FED di domani sera. Le aspettative di un dato ancora tonico, che manifesti un’inflazione vischiosa restano sul piatto , e dal precedente 3.2% YoY non ci si aspetta di più di un +3.1% nel dato generale, mentre su base mensile ci si attende un nulla di fatto a 0%. Ovviamente l’attenzione della FED rimane sui dati Core che restano vero metro per giudicare la necessità o meno di politiche ancora aggressive, fermo restando che la prossima riunione di domani non prevede nessun tipo di taglio del costo del denaro, ma i mercati sperano in una diletica più dovish rispetto al passato che possa preparare i mercati al primo taglio del 2024.
I dati sulla disoccupazione di venerdì scorso non sostengono questa teoria e un ritorno della disoccupazione al 3.7% sembra incoraggiare la FED a mantenere saldo il timone dei tassi alti per il 2024, anche se il prezzo da pagare potrebbe essere alto se si considera che l’attuale costo del denaro continua a premere sulle tasche di famiglie ed imprese.
-FX
Il comparto valutario resta immobile sul dollaro Usa che attende oramai i dati di oggi pomeriggio e le parole di Powell di domani, ma la volatilità resta alta grazie alle dinamiche sullo yen giapponese che dopo le parole di Ueda, aperto ad uscire dal regime di tassi negativi, sembra aver invertito la rotta con quotazioni ora via via più toniche. Sebbene il cambio di tendenza richiederà del tempo, la struttura di diversi asset yen sembra ora cambiata, come eurjpy che dopo aver lasciato le aree di massimo di 164.25 con una caduta di ben oltre 10 figure fino 153.30, sembra ora doveroso un respiro rialzista che trova tuttavia le resistenze a 158. Figura 158.75
Il dollaro Usa dopo un inizio di settimana rialzista, gidato dai buoni dati sull’occupazione di venerdi che lascerebbero intendere ancora tassi sui massimi per il biglietto verde, apre la seduta con storni ribassisti, che consentono ad eurusd di testare le prime resistenze di 1.0775, sebbene i livelli chiave siano posti a 1.08 e 1.0850 poi.
Toniche anche le oceancihe con Australia che non rompe a ribasso 0.65 figura ed inizia una fase laretale forse preludio a nuovi allunghi rialzisti, confermati solo da un eventuale dollaro Usa ribassista dopo la FED.
-EQUITY
Euforia sui massimi per il comparto aionario, con gli indici Usa che sono oramai senza freni, basti pensare al nasdaq con i suoi 16474 pnt, o l’SP con i suoi 4679 pnt di massimo, sembra chiaro che i mercati azionari vogliano chiudere l’anno sui massimi , ma vedremo cosa ne pensa Powell che ha ancora la possibilità di arginare questa corsa e offrire cosi uno storno tecnico ai mercati che si posizionano tutti su livelli di ipercomprato non facili da gestire anche per chi volesse cavalacare il chiaro trend rialsta. Non da meno l’europa con il DAX anche lui sui massimi in un pieno rally che non da alle quotazioni nessun respiro dal 27 novembre , ultima data dove le uqotazioni hanno toccato la mm21 periodi in h4.
-COMMODITIES
Affondo ribassista per il gold, che dopo aver fatto registrare i nuovi massimi storici, ha deciso di ripiegare verso i 2000$, sebbene il trend di breve periodo ora sembri nuvomante ribassista, conun fascio di medie ben impostato, i livelli supportivi chiave restano a 1978-70$ , area che necessita di break out prima di poter dichaire una nuova tendenza ribassista anche sul medio periodo. Molto interessante il Silver, che si porta a quota 23.25, livello di confluenza statica con i precedenti minimi di fine novembre e la trend line supportiva che congiunge i minimi di ottobre e movembre 2023. La tenuta della trend line potrebbe dare nuova linfa rialzista all’asset che tuttavia ora trova resistenze a 24.00$ e 24.25$, area di confluenza statica dinamica con il fascio di medie mobili.
Infine respiro tecnico del WTI che torna a 72.34$ ma rimane per ora una forte area di resistenza, sopra la qale possiamo collocare ancora 74$ e 75.15$, livelli di confluenza statico dinamica con le media mobili ancora impostate sul trend principale di netto ribasso.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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RUSSEL 2000: RALLY O RIBASSO?Dall'analisi macroeconomica con un focus sul timeframe settimanale, emerge un trend prevalentemente rialzista negli ultimi anni. Il notevole impulso positivo a metà marzo '20 ha causato una significativa rottura strutturale intorno a 1750.00, generando nuovi massimi. Alla fine di dicembre '21, si è avviato un importante rintracciamento, trovando resistenza nella zona precedentemente menzionata (1750.00).
Dal 2021, il prezzo si è consolidato in un dinamico canale di accumulo. Una transizione al timeframe giornaliero rivela che questa fase di accumulo si è protratta fino a metà '23, quando manovre istituzionali hanno innescato una forte discesa, portando il prezzo a toccare la zona di 1650.00, appena al di sotto del canale di accumulo, prima di respingerla.
Esaminando il grafico a H4, noi di NFA identifichiamo due possibili scenari:
1. Il prezzo potrebbe rompere la supply segnata e successivamente cercare un ritracciamento in tre possibili zone: la supply stessa (1925.00) e in altre due zone di gap di volume (1850.00 e 1750.00). L'ingresso sarebbe convalidato se una delle tre zone viene respinta durante il ritracciamento.
2. Il prezzo potrebbe respingere la supply di riferimento e successivamente invertire al ribasso, superando la zona di 1830.00 e cercando liquidità al rialzo. In questo caso, l'ingresso sarebbe convalidato se il ritracciamento genera un rifiuto vicino al 75° percentile dell'impulso vendita.
L'andamento del mercato offre così due prospettive chiare, permettendoci di pianificare strategie basate su queste possibili evoluzioni di prezzo.
L'8 dicembre ha segnato una svolta cruciale nei dati macroeconomici, con le buste paga non agricole (NFP) in ascesa e una notevole riduzione del tasso di disoccupazione al 3.7%. Il significativo aumento dell'indice di fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan a 69.4 punti ha catturato l'attenzione sulle prospettive di inflazione tra gli investitori.
Le aspettative di inflazione hanno subito un deciso ribasso, scendendo dal +4.5% di novembre al +3.1%, toccando il minimo dal marzo 2021. Questo cambiamento è attribuito al recente calo del 30% dei prezzi della benzina, che sono scesi a 2.04$ dal picco di agosto.
La chiara correlazione tra i costi della benzina e le attese di inflazione mette in evidenza l'impatto diretto delle fluttuazioni dei prezzi del carburante sulle previsioni inflazionistiche.
Il sentiment di mercato punta verso una potenziale politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve, ma la conferma verrà dopo l'analisi dei dati CPI e PPI di martedì e mercoledì. Attendiamo con interesse tali dati per ottimizzare le nostre strategie di ingresso sul mercato (posizioni LONG sul Russell 2000). Ribadiamo la prospettiva di un possibile ulteriore calo nei dati di martedì e mercoledì, come indicato in precedenti analisi sull'asset. Vi invitiamo a consultare le nostre analisi precedenti per una comprensione approfondita della situazione. Inoltre nell'analisi precedente sempre inerente al RUSSEL 2000 spieghiamo nel dettaglio il contesto macroeconomico.
UN DATO ANTICIPATORE CHE OGNI INVESTITORE DOVREBBE MONITORAREBuongiorno a tutti!
L’analisi di oggi si concentra su un particolare indicatore macroeconomico che ha la capacità di prevedere le tendenze future, un elemento chiave che ogni investitore dovrebbe tenere d’occhio.
1. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI
Venerdì 8 dicembre è stata una giornata significativa poiché sono stati rilasciati due dati macroeconomici cruciali: le buste paga del settore non agricolo (NFP) e il tasso di disoccupazione. Ecco i dettagli:
• Le buste paga del settore non agricolo (NFP) hanno registrato un valore di 199K, superando le aspettative di 188K e mostrando un incremento rispetto alla precedente lettura di 150K
• Il tasso di disoccupazione si è attestato al 3.7%, inferiore sia alle aspettative del 3.9% che alla precedente lettura, anch’essa del 3.9%
Tuttavia, questi non sono stati gli unici dati rilevanti della giornata. Un altro dato di rilievo è stato l’indice di fiducia dei consumatori, rilasciato dall’Università del Michigan, che ha mostrato un aumento a 69.4 punti, in netto miglioramento rispetto ai 61.3 punti della precedente rilevazione.
Infine, un sottoindice del dato sulla fiducia dei consumatori, sempre rilasciato dall’Università del Michigan, ha suscitato particolare interesse: si tratta delle aspettative di inflazione dei consumatori per l’anno a venire. Questo dato, illustrato nella figura successiva, sarà il protagonista dell’analisi di oggi.
Le aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
Si può notare un cambiamento significativo nelle aspettative dei consumatori riguardo all’inflazione. In dettaglio:
• La rilevazione di novembre indicava un tasso di inflazione previsto del +4.5%
• L’ultima rilevazione ha segnato un tasso del +3.1%, un livello che non si registrava da marzo 2021
Le aspettative di inflazione sono state sicuramente influenzate dalla recente diminuzione dei prezzi della benzina. Come si può vedere nel grafico successivo, dal picco raggiunto l’11 agosto 2023, il prezzo di questa risorsa energetica ha registrato un calo di oltre 30 punti percentuali, scendendo a 2.04$.
Il recente crollo dei prezzi della benzina; importanti la resistenza a 2.32$ e il supporto 2.02$. Grafico giornaliero
La correlazione tra i prezzi della benzina e le aspettative di inflazione dei consumatori è evidenziata nel grafico seguente. Questo dimostra come le variazioni nel costo della benzina possano avere un impatto diretto sulle previsioni inflazionistiche.
La correlazione positiva tra prezzi della benzina e aspettative di inflazione a un anno. Grafico mensile
2. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI SONO UN LEADING INDICATOR
Potreste chiedervi perché ho condiviso questo specifico dato macroeconomico, derivante da un sondaggio. La ragione è semplice: esso funge da indicatore anticipatore. In particolare, come dimostrano le prossime tre figure, le aspettative di inflazione a un anno tendono a prevedere il tasso di inflazione, calcolato su base mensile rispetto all’anno precedente.
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni ’80. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni 2000. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’ultimo picco dell’indice dei prezzi al consumo a/a nel 2022. Grafico mensile
Analizzando un periodo storico più esteso, si può notare una forte correlazione positiva tra le aspettative di inflazione dei consumatori e il tasso di inflazione effettivo rilevato. Questo suggerisce che le previsioni dei consumatori tendono ad essere un indicatore affidabile dell’inflazione futura.
La correlazione positiva tra aspettative di inflazione dei consumatori e tasso di inflazione anno/anno. Grafico mensile
3. ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI, FEDERAL RESERVE E…OBBLIGAZIONI
Data la capacità predittiva delle aspettative di inflazione dei consumatori, è naturale chiedersi se queste possano influenzare le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve; la risposta è affermativa. Infatti, uno degli obiettivi della Federal Reserve è proprio la stabilità dei prezzi.
Le aspettative di inflazione sono attentamente monitorate perché possono influenzare le spese correnti dei consumatori. Ecco perché:
• Se ci attende un’inflazione del +10% per l’anno prossimo, è plausibile che i consumatori aumenteranno la loro domanda e quindi le spese per acquistare prodotti che probabilmente costeranno di più l’anno successivo
• Al contrario, se si prevede un’inflazione del +0.5%, è probabile che i consumatori posticiperanno alcune spese che costeranno meno l’anno seguente
Nel primo scenario, un aumento delle aspettative di inflazione porterà ad un aumento del tasso di inflazione effettivo a causa dell’aumento della domanda di beni e servizi. Nel secondo scenario, ci sarà una diminuzione, che potrebbe essere uno dei fattori scatenanti di una deflazione.
Ecco perché un calo così significativo delle aspettative di inflazione, al 3.1%, deve essere attentamente monitorato. C’è, tuttavia, un altro motivo importante: le aspettative dei consumatori possono influenzare direttamente le decisioni di investimento degli investitori.
Facciamo un esempio: come illustrato nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra le aspettative di inflazione e l’indice TIP/IEF.
La correlazione positiva tra TIP/IEF e aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
• Quando le aspettative di inflazione crescono, le obbligazioni indicizzate all’indice dei prezzi al consumo (ETF TIP) tendono a sovraperformare quelle non indicizzate con una duration simile (ETF IEF)
• Al contrario, quando le aspettative di inflazione calano, è l’ETF IEF a sovraperformare l’ETF TIP
Questo fenomeno non è casuale, ma un riflesso delle dinamiche del mercato.
Spero che queste informazioni vi offrano nuovi spunti di riflessione. Ricordate, tuttavia, che questo “indicatore anticipatore” che ho presentato oggi non è infallibile. Non dovreste aspettarvi che ogni sua lettura anticipi ogni variazione successiva dell’indice dei prezzi al consumo. Un’altra insidia che presenta è la sua volatilità, che è notevolmente superiore rispetto al tasso di inflazione tradizionale.
Alla prossima!
FONDAMENTALE BTC + ANALISI TECNICAFondamentale BTC
La settimana scorsa ho chiamato BTC dalla zona 38 a 44 giusto?
Se non vi ricordate rileggetevela.
Come noti a livello di analisi abbiamo centrato l’obiettivo al 101%
Fase 1: la regione dei 45k è un livello molto importante se rompiamo
Quella zona andiamo in zona 48/50k
KL importante a livello psicologico.
Fase 2: regione dei 42k, il breakout al di sotto apre la strada verso EMA200
Se BTC vuole continuare il suo trend rialzista, dobbiamo rimbalzare a EMA200, altrimenti puoi aspettarti la prossima regione di 35k se EMA200 non riesce a reggere
Ricorda che l'obiettivo principale è la regione 47k e 48k.
Una ripartizione di seguito cambia tutto e BTC inizia l'inversione nelle regioni menzionate.
Tieni presente che EMA200 è dell'intero trend rialzista di settembre, dalla regione 27k.
Tutti quelli che mi seguono conoscono l'importanza della EMA200, è stato menzionato in quasi tutti i rapporti domenicali delle ultime settimane.
È anche importante ricordare che il tasso di finanziamento è estremamente elevato e prima o poi sarà necessaria una correzione.
COME VI STO DICEND DA TEMPO.
Pertanto, qualsiasi nuovo test di EMA200 non è impossibile e non cambierà il quadro di BTC a medio termine, anche quando si scarica il 10% da qui verso EMA200, che attualmente si trova a circa 39.6k.
Perdendo EMA200, inizieranno i guai, finché dura, resterei rilassato e terrei d'occhio l'obiettivo principale di 47-48k. Se mi chiedessi dove sia l'inizio di una correzione maggiore, ti direi che è 47-48k, è l'area in cui mi aspetto che avvenga una correzione del 20-30%.
Questa settimana sarà molto volatile a causa dei dati sull'indice dei prezzi al consumo che verranno pubblicati martedì, mentre il FOMC si terrà mercoledì e il mercato si aspetta per il 97% che non ci sarà alcun aumento del tasso e per il 3% che si aspetta un aumento del tasso.
Fondamentale fatta con:
Analisi tecnica,
Fondamentale macroeconomica,
Notizie del web
E spunti da esperti del mercato
EURUSD: ho commesso un errore?Forse no.
Ho aperto un Long (idea precedente) dopo che Fiber ha ritracciato fermandosi sulla proiezione NT di Hosoda a 1,07585. Tra tutte le proiezioni di Hosoda, ritengo la NT la più importante dove i giocatori si combattono e si decide il trend. Se la NT ferma il movimento questo gira dalla parte opposta mentre se viene superata e il movimento confermato, in chiusura, dalla candela presa in considerazione (quel T.F.) il movimento accelera violentemente nella direzione da cui proviene.
L'ultima sessione ha visto, in D1, la chiusura esattamente sul livello della NT proveniente dallo swing iniziato col massimo del 18 Luglio. Ritengo valida ancora l'idea del termine del ritracciamento con un minimo di dubbio dettato dal fatto che sotto La NT, menzionata, ci sono due angoli 1X1 di Gann che potrebbero attrarre il prezzo.
Nel medio termine, se l'ipotesi del long venga confermata, vedo come obiettivi la proiezioni NT di Hosoda a 1,10 (stesso ragionamento di prima) e poi le proiezioni N e V che si trovano, entrambi, a 1,13 circa.
P.S. Se qualcuno fosse interessato alle proiezioni di Hosoda, ho realizzato un indicatore prelevabile dal mio profilo.
Auguro un buon week end.