EURO HA FINITO IL RITRACCIAMENTO? E GLI INDICI? Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.51
Sabato 04 Marzo 2023
(l’ ultimo rilascio del Cot risale a martedì 7 febbraio 2023)
E’ FINITO IL RITRACCIAMENTO? E GLI INDICI?
Il Cot, a seguito dei problemi avuti nella trasmissione dei dati da parte di alcune imprese fornitrici, era rimasto indietro di circa un mese. La CFTC aveva comunicato la scorsa settimana che si sarebbe messa in pari con tutti i rilasci entro metà marzo. Questo faceva presupporre che avrebbero dovuto iniziare a rilasciare almeno due aggiornamenti settimanali in modo da recuperare il ritardo accumulato, ma così non è stato. Stanno continuando a rilasciare un aggiornamento a settimana che lascia ovviamente inalterato il gap temporale. Questa settimana infatti è stato rilasciato l’aggiornamento dello scorso 7 Febbraio, vecchio ormai di un mese !
Inizio subito da S&P che dopo il ritest preciso al millimetro dell’ area di supporto che avevamo individuato la scorsa settimana nel Report n.50 torna a prendere forza e a riportarsi addirittura sopra la rialzista rotta. Come ho già detto più volte rimango di opinione rialzista riguardo agli indici americani. L’ area dei 3900 non si tocca e sta diventando sempre più una importantissima fascia difesa dai Long che utilizzano ogni occasione per caricare nuovi contratti.
L’ America continua ad avere un mercato del lavoro forte con un indice Ism non manifatturiero che non solo non cala ma che rimane stabilmente sopra i 50 ad indicare espansione.
Espansione teoricamente vorrebbe dire inflazione, che a sua volta implica il tentativo da parte delle banche centrali di contrastarla con nuove e prolungate strette di politica monetaria finalizzate a fermare la produzione ed il consumo.
Ecco, a questo proposito ed a mio personalissimo parere, stiamo assistendo ad una fase di inflazione endogena le cui cause sono, sempre a mio avviso, da attribuirsi a motivazione diverse dal semplice consumismo. La mia impressione è che la causa dell’ inflazione sia da ricercarsi, a) nelle smisurate quantità di denaro che le banche centrali hanno immesso nel mercato durante il periodo del covid per sostenere i mercati, b) nello smisurato aumento dei prezzi dell’ energia in tutte le sue forme di cui siamo stati protagonisti in tutti questi mesi tra guerre e lotte geopolitiche.
Questo scenario si è andato sovrapponendo ad una struttura economica fondamentalmente sana che continua a tenere fronte e a sostenere, con buone probabilità di uscirne più o meno indenne, le politiche aggressive delle banche centrali.
Da questo punto di vista quindi mi sembra sempre più che l’ inflazione stia assumendo un carattere endogeno dei mercati. Se le mie ipotesi fossero corrette le banche centrali così come hanno generato l’inflazione con l’ immissione sul mercato di ingenti somme di denaro, ora, mediante le politiche di Tappering (riduzione delle misure introdotte per sostenere l’economia), possono iniziare a sottrarre denaro dai circuiti monetari in presenza di un mercato forte che ormai si sta autoalimentando (vedesi anche pil Cina che punta a raggiungere per il 2023 il 6%) e questo potrebbe significare avere la possibilità di ottenere un calo dell’inflazione anche in presenza di un mercato forte come quello a cui stiamo assistendo attualmente.
Sempre se tutto le ipotesi di lavoro che ho esposto fossero corrette, questo implicherebbe anche che sarebbe impossibile il ritorno ad una inflazione bassa al 2% , almeno in tempi medio brevi, perché l’inflazione è dipesa da cause energetiche e geopolitiche (come ad esempio la guerra) con cui le imprese ed il mercato in generale ( e purtroppo anche noi) stanno imparando a conviverci.
Sempre in questa ottica si giustificherebbe l’apparente inspiegabile dicotomia tra crescita dei tassi di interesse e contemporanea crescita dei mercati.
Detto tutto questo, di seguito posto il grafico di S&P dove ho inserito come al solito un po' di informazioni utili.
Con riguardo ad Euro la situazione è un po' diversa. La domanda che mi pongo è la seguente:
Euro è stato tirato su dalla incommensurabile forza degli indici o effettivamente il ritracciamento è finto?
Daily Euro chiude giusto sul “Livello Diga” senza avere la forza al momento di comprarlo. Al momento sembrerebbe aver fatto uno swing più alto rispetto a quello che avevo ipotizzato la scorsa settimana.
Anche qui come per S&P la mia idea di trend long rimane del tutto inalterata e ritengo questo solo un ritracciamento. Il mio interesse ora è capire se e dove potrebbe finire o se è già finito.
Nel Daily vi segnalo a grafico un importante livello a 1.0670 che monitorizzo attentamente in quanto evidenti chiusure daily sopra a questa area di prezzo segnalerebbero, a mio avviso, il primo vero segnale grafico della fine del ritracciamento che poi dovrebbe essere confermato e seguito da una chiusura Weekly.
Sto aspettando queste ulteriori conferme grafiche perché il prossimo lunedì ci sarà la scadenza dei contratti futures, quindi nella settimana appena chiusasi , presumibilmente proprio nelle giornate tra giovedì e venerdì ci è stato il Roll Over delle posizioni da parte degli istituzionali. Purtroppo come sappiamo non ci è dato saper come si sono posizionati essendo il Cot fermo ad un mese fa ma con i datti usciti questa settimana riferiti allo scorso 7 febbraio, posso cominciare ad anticipare che a mio avviso, dagli studi che porto avanti costantemente sul Cot, ho rilevato una cosa molto interessante:
La grande spike della settimana del 30 gennaio scorso, quando Euro ha fatto registrare nuovi massimi in zona 1.1050, non è stata dovuta a prese di profitti, che comunque ci sono stati, ma essenzialmente a chiusura di contratti short (stop loss ) che si sono generati rispettivamente nella misura del 27% e 73% sui volumi assoluti degli open interest di quella settimana presenti a mercato.
In altre parole, si è generata una vera e propria candela di F.O.M.O. che molto probabilmente verrà ricoperta. Se il prezzo dovesse infatti riavvicinarsi su quelle zone potrebbero rigenerarsi nuove giornate di F.o.m.o. (Fear Of Messing Out) molto interessanti.
Come sempre nel grafico ho inserito spunti e riflessioni aggiuntive.
Alla prossima settimana.
Buon trading a tutti.
Ciao Emi
Idee della comunità
Azionari ai titoli di coda? DAX SPX 03.03.2023Settimana cruciale per i rendimenti dei bond governativi che continuano a salire a causa di un'inflazione ancora persistente. Ma il mercato azionario si muove al rialzo ignorando del tutto l'impatto che potrebbe avere il rialzo shock dei tassi dell'ultimo anno. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una decorrelazione anomala fra rendimenti dei bond ed indici, che ha dato origine a numerose disarmonie anche dal punto di vista tecnico.
Nasdaq: La Price Action chiama un movimento direzionaleBuongiorno a tutti,
eccoci trovati con il classico appuntamento settimanale dove vado ad analizzare un mercato attraverso il mio metodo basato sulla vera price action.
Per i prossimi giorni tra i mercati che seguirò maggiormente da un punto di vista operativo ci sarà sicuramente l'indice tecnologico Nasdaq 100.
Questo mercato infatti ha formato una F.T.W. Classic long in area di interesse 12.000/12.050 punti dove passa anche il 50% della leg long che ha come minimi i primi giorni del 2023.
Questo setup è anche una Inside FakeOut visto che fa falsa rottura dei minimi della settimana del 30 gennaio quando c'è stato il breakout bullish dei 12.000.
In ottica operativa quindi la rottura al rialzo dei massimi convaliderebbe il mio trigger e potrebbe avere come principali target area 12.800 inizialmente e successivamente area 13.600 punti ( confluenza tra area di interesse e 130.90% di estensione ).
La mia idea andrebbe a fallire solo se ci tornasse sotto gli 11.300 punti.
Per oggi è tutto, vi auguro un ottimo week end e un buon TRADING SIMPLE per la prossima settimana!
Wall Street: il rimbalzo è solo temporaneo?Nonostante la corsa dei treasury non si sia ancora arrestata, ieri Wall Street è finalmente riuscita a trovare un buon rimbalzo dopo che le ultime sedute erano state caratterizzate da una vistosa debolezza.
Il saldo di questa settimana vede al momento un calo vicino al 3% per il future su S&P500, mentre la giornata di ieri si è chiusa con +0.71% a 3.984 punti.
A riportare ottimismo fra gli investitori sono state le parole di Raphael Bostic, Presidente e CEO della Federal Reserve di Atlanta dal 2017.
Bostic si è detto favorevole ad un rialzo dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione di marzo ed esclude per il momento una stretta da 50 punti base.
Nelle ultime settimane la struttura tecnica dei mercati americani è nettamente peggiorata.
Ieri il future su S&P500 è arrivato a testare un livello molto significativo dal punto di vista tecnico, solitamente monitorato a livello istituzionale, ovvero la media mobile a 200 periodi intorno area 3.950 punti.
Anche a livello grafico in area 3.950-3900 troviamo un supporto statico dettato da un precedente minimo di swing (20 gennaio 2023) e un supporto dinamico identificato sul retest della trendline discendente (ex resistenza) che congiunge i principali massimi di swing del 2022.
Nell’analisi della scorsa settimana sul blog avevo scritto che un ritorno sotto i 4.000 punti avrebbe avallato la possibilità di operare short con primo target a 3.950 punti ed in estensione 3.900 punti.
Ora la reazione mostrata ieri dal mercato sul retest del supporto intermedio a 3.925 punti (inversione di prezzo intraday con formazione di candela engulfing rialzista), suggerisce l’idea che il mercato possa proseguire nel rimbalzo, ma andrà cercata conferma in base al comportamento in area 4.000 punti.
Qualora il mercato dovesse tergiversare su tale livello e quindi fallirne il recupero nel breve, allora aumenterebbero le possibilità di assistere ad nuova correzione e nuovo retest della media mobile a 200 periodi.
Nel caso dovessimo poi assistere ad un breakout dei 3.950 punti, confermato in chiusura di sessione, allora aspettiamoci nuova debolezza e discese fino a 3.900 ed in estensione 3.850 punti.
Se invece l’ottava dovesse chiudersi con una ulteriore candela di reazione e spingersi almeno in area 4.025, allora nella prossima ottava valuterò entrate long sui pullback intraday, tuttavia con importi minimi data l’attuale fase di incertezza.
Nonostante infatti un ritorno sopra i 4.025 aumenterebbe decisamente le possibilità di assistere ad un allungo fino a 4.100 punti, solo un recupero di tale livello tornerebbe a supportare un’operatività long comunque di breve sulle discese intraday.
Ricordo infatti che il trend di fono è ancora ribassista e solo il breakout dei 4.250 punti, confermato in chiusura settimanale, decreterebbe la fine completa del mercato orso e l’inizio del mercato toro.
LA RECESSIONE CHE NON C’èIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 03.03.2023
-CONTESTO
Periodo contrastato per i mercati finanziari, che erano in attesa di una forte recessione, sia in Europa a causa della crisi energetica, che in America , a causa della FED super aggressiva, ma per il momento nulla nei parametri degli aggregati macro mondiali lascia pensare ad una crisi economica.
La settimana che sta per concludersi ha visto nel mirino i PMI sia cinesi che occidentali con America ed Europa, ed i dati sembrano non avvicinarsi nemmeno all’idea di contrazione economica. I parametri visti nello scorso dicembre 2022 che vedevano ancora la Cina ferma con la lotta al covid, gli Stati Uniti alle prese con l’inflazione ed i rialzi tassi, e l’Europa con la crisi energetica, sono oramai un ricordo. Le ultime rilevazioni per il mese di Febbraio 2023 mostrano forti rimbalzi in tutti i paesi del g20 e la prospettiva che forniscono le imprese di servizi e manifatturiera è ben più rosea delle previsioni.
A dar ulteriore conferma che la recessione non sembra ancora bussare alle porte, i dati sul mercato del lavoro, che vedono tassi di disoccupazione prossimi ai minimi ed in America assistiamo addirittura ad un calo , con l’ultima rilevazione al 3.4%!
Non siamo certo in recessione, più probabile una fase di timido rallentamento economico, che non collima con le esigenze delle banche centrali di contenere l’inflazione, pertanto gli operatori si dividono ancora una volta: da un lato la speranza che le politiche economiche non danneggino l’economia e che la ripartenza sarà quindi ancora più prodigiosa, e dall’altra il timore che le banche centrali non si fermeranno!
Tra i due sentiment la nostra opinione si colloca attualmente a favore della paura, per essere piu precisi rimaniamo in attesa di una fiducia che deve arrivare dai dati macro, in special modo dall’inflazione che rimane a nostro avviso l’unico vero driver anche per le banche centrali e in conseguenza per il comparto obbligazionario, a seguire l’azionario e a cascata l’intero settore finanziario.
Fino a che l’inflazione rimarrà sostenuta, tutti gli altri parametri saranno secondari, le banche centrali alzeranno via via il livello di aggressività e sarà mantenuto per tutto il tempo necessario senza curarsi troppo al momento di creare scompensi negli altri aggregati macroeconomici.
La vera strada è ignota stavolta anche alle banche centrali costrette a seguire la curva del ciclo economico che si concretizza nella lettura dei dati via via pubblicati.
-FOREX
Il comparto valutario resta incerto, il dollaro Usa che ha dominato la scena nel 2022 e che ci ha regalato un fortissimo dollaro centrismo, attende ora le decisioni della FED e nel frattempo gli operatori spostano il focus su altri asset , come il dollaro neozelandese, che chiude la settimana come l’asset migliore tra le majors, con un +0.70% medio grazie alle notizie provenienti dalla Cina. La ripartenza del polmone economico e produttivo asiatico, regala un boost importante anche ai partner commerciali ed esportatori di materie prime come la Nuova zelanda, che ora viene prediletta al dollaro australiano anche grazie ad un migliore delta tasso.
La spinta rialzista del dollaro neozelandese porta al consueto posizionamento di mean reverting dei treders retail che ora si posizionano al 72% short sul basket.
Diversi quindi gli asset in tendenza che vedono i retail a caccia del mean reverting, primo audnzd con un 78% di posizioni lunghe, ancora nzdcad con un 69% short, nzd jpy con un 77% short e non da meno gbpnzd con un 85% long.
Indubbio quindi la necessità di monitorare gli asset new zealand in questa fase.
-EQUITY
L’azionario mondiale rimane contrastato, con l’equity americana che no si allontana dai minimi di periodo , ma non trova la forza necessaria ad allunghi ribassisti importanti, mentre l’Europa resta prediletta, mostrando impressionante forza per il dax, che ad ogni approdo sui minimi trova compratori disposti ad riportare le quotazioni verso i massimi. Non escludiamo la formazione di una nuova flag lateral ribassista che sia preludio a nuove espansioni di volatilità rialzista. Come detto la parola rimane alle banche centrali e alla loro capacità di raffreddare l’economia.
-COMMODITIES
Spingono a rialzo i metalli, che gioiscono della ripartenza della Cina, e della conseguente riapertura della domanda. Il gold ritrova il test delle resistenze a 1850$ livello oltre il quale si potrebbe valutare allunghi verso i 1864$, cosi come il rame che torna a quota 4.11$ prima resistenza minor per poi guardare a 4.17$ e a 4.22$.
Attendiamo i dati sull’ISM di oggi pomeriggio per gli States , ultimo market mover della settimana
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Resoconto Mercati Finanziari Febbraio 2023▼ REPORT Mercati finanziari ▼
Il 2023 è iniziato con i migliori propositi, certo, ma le rosee #aspettative sono state sostenute dai #dati confortanti – il mese di gennaio ha infatti registrato un buon andamento per i principali indici azionari, soprattutto in #Europa (#Eurostoxx a +9,3%) e nelle economie emergenti (MSCI Emerging Markets a +7,9%); queste ultime trainate dal grande rimbalzo cinese (+12,3% del MSCI China). Tra i #listini del Vecchio Continente si sono distinti quello italiano (+12,7% il FTSE MIB) e spagnolo (+10,3%), seguiti da Francia e #Germania (+9,5% il CAC40 e +8,6% il DAX). Più contenuto il recupero di Stati Uniti (S&P 500 a +6,3%), #Giappone (Nikkei 225 a +4,7%) e Gran Bretagna (+4,3% il FTSE 100).
Dopo i picchi #record dell’anno appena trascorso il #prezzo del #gas naturale europeo ha continuato a scendere nelle recenti settimane, riportandosi sotto quota 60 euro/MWh, ovvero sui minimi da settembre 2021. La discesa del gas continentale ha dissipato i timori di una crisi energetica e conseguenti razionamenti o ripercussioni a livello produttivo/industriale; complice in tal senso anche il clima favorevole, con l’#inverno mite a determinare un livello elevato di scorte.
Da noi restano l’incertezza geopolitica, limitazioni delle condizioni finanziarie delle #famiglie e una pressione inflazionistica ancora tenace, elementi che concorrono a frenare #spesa e #produzione. Eppure ci sono degli elementi che fungono da contrappeso: i “colli di bottiglia” nelle catene produttive si stanno man mano risolvendo, i salari aumentano e si registra un’ottima tenuta del #mercato del #lavoro. Poi risulta comunque migliore delle attese (-0,1%) la modesta crescita a +0,1% del #PIL nell’Eurozona.
Tornando all’#inflazione, a gennaio per il terzo mese consecutivo è proseguito il calo del valore complessivo, sino all’8,5% dal picco di 10,7% toccato ad ottobre. Un esito tuttavia da imputare principalmente alla succitata discesa dei #prezzi energetici, non è un caso che il dato core si attesti stabile sulla cifra #record del 5,2%. Da qui l’approccio implacabile della #BCE, che nella riunione datata 2 febbraio annuncia l’innalzamento dei tassi di riferimento di ulteriori 50 punti base e mostra l’intenzione di attuare una mossa simile anche nel meeting di marzo. Cautela.
In #USA il presidente della Federal Reserve Jerome #Powell ha riconosciuto l’avvio di un processo di disinflazione, pur ribadendo la necessità di maggiori conferme/progressi affinché la #Fed possa ritenersi soddisfatta dell’efficacia dei propri interventi.
Potremmo riassumere che il recupero evidenziato sino a febbraio è significativo. Sono probabili imminenti pause nel rialzo dei tassi da parte della #Banche Centrali. Prematuro risulta parlare invece di tagli e “pivot” .
La percezione degli #investitori sul quadro macroeconomico appare quindi decisamente migliorata se rapportata a qualche mese fa. La solida tenuta dell’#economia globale e i chiari segnali di decelerazione dell’inflazione sembrano aver sortito effetti sull’umore generale. Con prospettive incoraggianti non resta che attendere inneschi cruciali.
Al mese prossimo!
Il mensile su btcusdFebbraio ha disegnato una Doji quasi perfetta, in questo contesto indica indecisione, perché per invertire un trend dovrebbe stare al posto di quella di Dicembre per esempio, o quella di Novembre 2021 essendo il timeframe mensile, non vuol dire che btc non possa scendere, però non è considerabile un pattern. Se si guarda lo storico di btc, si nota che poche volte ha fatto delle doji, spesso le ha rotte al rialzo, cioè ha continuato a salire, chissà....
Il 27 Febbraio è superato, una rottura dei 25k usd senza intaccare i minimi di Novembre 2022 da adesso in poi, direbbe apertamente: inversione del periodo intermedio ecco perché c'è molta resistenza, sarebbe un uscire allo scoperto da parte di chi sta comprando, quindi con la prima volatilità, si avrebbe il quadro chiaro(almeno per chi è capace di leggerlo). Il prossimo periodo importante adesso diventa Luglio 2023 che aiuterà a stabilire con più affidabilità se il bear è finito oppure no, non penso che vedremo il quadro chiaro subito, altrimenti sarebbe troppo facile, penso che porteranno all'estremo le oscillazioni, cercando di nascondersi più possibile, è importante non fare minimi più bassi dopo Luglio 2023, questo lo scriverò poi nelle prossime analisi.
Rendimenti rompono al rialzo, e il DAX? 01.03.2023Continuano le anomalie e le disarmonie intermarket. I rendimenti del decennale tedesco rompono al rialzo i massimi del 2022, ma il DAX continua a resistere su livelli prossimi ai massimi storici. Chi ha ha ragione fra bond e azioni?
Analizziamo Campari Southwestern Energy
L'INCERTEZZA SUL FUTURO DEL PETROLIO!Il petrolio rimane incastrato in un range laterale da metà novembre 2022.
La fascia alta di questo range si trova a 82$ al barile e la fascia bassa si trova a 70$ al barile.
I principali fondi speculativi, come JP Morgan, hanno due visioni differenti nel 2023.
Nel breve termine si aspettano un deprezzamento da parte del petrolio (70$) ma entro la fine dell'anno vedono il prezzo dell'oro nero raggiungere i 130$ al barile.
Per quanto riguarda la previsione di breve termine, i principali fondi speculativi, si aspettano un taglio della produzione da parte dei paesi OPEC, per far fronte ad una domanda veramente bassa.
Interessante analizzare le proiezioni di febbraio rilasciate dall'OPEC.
Dal grafico possiamo notare il crollo della domanda nel 2020 dovuto dalla pandemia per poi vedere nel 2021 e nel Q1 2022 nuovi picchi.
Nel 2021 il petrolio da 45$ è arrivato a registrare 85$ e nel primo quarter 2022 è arrivato a toccare i massimi annuali a 130$.
Dopo questi picchi la domanda si è contratta fino ad arrivare ai giorni nostri.
La colonna rossa è il periodo attuale e le colonne verdi sono le proiezioni per il 2023.
I paesi OPEC si aspettano una ripresa della domanda nel Q2 2023 per poi stabilizzarsi fino alla fine dell'anno.
Facciamo un passo indietro.
Quali sono i principali paesi che importano ed esportano petrolio?
Stati Uniti e Arabia Saudita sono i 2 principali paesi che producono petrolio.
Per quanto riguarda l'importazione, al primo posto abbiamo la Cina.
Inserendo questi grafici con l'andamento del petrolio possiamo notare una correlazione quasi perfetta tra questi paesi.
Tutti dati in rallentamento.
Un altro fattore che in questo periodo sta creando incertezza al prezzo del petrolio sono i possibili rialzi dei tassi d'interesse americani di 50 punti base.
Come si è comportato il petrolio in passato durante i cicli di inasprimento delle politiche monetarie?
Ad un rialzo dei tassi d'interesse corrisponde una reazione ribassista del petrolio.
Notiamo che il movimento ribassista avviene in prossimità del picco e dei tagli dei tassi d'interesse.
Non resta che attendere i dati di Marzo e Aprile, dati che per le mie analisi saranno la chiave per i prossimi movimenti.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
USD CAD ANALISI MULTI TIMEFRAME Ciao trader, in questo video troverai l’analisi tecnica completa dei vari time frame, partendo dal grafico weekly, per scendere poi su time frame orari.
Segna sui tuoi grafici i livelli indicati nel video per avere un’idea più chiara del mercato.
Tieni sempre in considerazione i tuoi setup e la tua strategia per un eventuale entrata a mercato! Sii sempre disciplinato.
Per qualsiasi domanda sulla suddetta analisi scrivimi un commento nella sezione qui sotto.
Buon Trading!!
BITCOIN ANALISI CICLICA DEL 27-02-23. SPINTA RIBASSISTA -4In questo video analizziamo il bitcoin che sta per raggiungere i picchi dei cicli 40d e 20d che uniti alle fasi ribassiste già in atto dei cicli 20w e 80d, andranno a generare una fase ribassista di -4.
Importanti conferme dei picchi sopra descritti, saranno la rottura delle due trendline cicliche 20d e 40d che potranno essere utilizzate come segnale di ingresso short.
Prossime chiusure cicliche sono previste intorno al 21 marzo con i minimi dei cicli 20w, 80d, 40d.
Paolo Peisino
NASDAQ: CHI VINCE E CHI PERDENelle scorse idee avevo delineato uno scenario principale partendo da una bozza, nel corso delle settimane ho aggiornato la situazione accostando in alternativa un secondo scenario possibile data l'assenza di forza rialzista nei movimenti delle quotazioni.
Alla fine sembra essere stato il secondo scenario il vincitore finale con la formazione di un classico doppio massimo inserito in un contesto di compressione nel medio periodo (seconda finestra in basso).
Questo porta a escludere il primo scenario? Solo in parte! Se è vero che la prima fase ipotizzata è da invalidare, i restanti livelli evidenziati e presi in considerazione nel disegno della prima bozza sono ancora da tenere d'occhio, come ad esempio la zona mediana che potrebbe darci qualche cambiamento nel breve termine, visto che alla fine siamo diretti lì (11700 punti).
Ci saranno sicuramente aggiornamenti.
Considerazioni strettamente personali da non prendere come sollecitazione all'investimento ma solo come base\spunto per una propria analisi più approfondita!
MERCATI FINANZIARI: I SUOI CATALIZZATORI E ALCUNI GRAFICI UTILI • Dal 3 gennaio 2022 al 16 giugno 2022 al ribasso a causa di un’aspettativa e successivo inasprimento della politica monetaria
• Dal 16 giugno 2022 al 16 agosto 2022 al rialzo a causa di un’aspettativa di una politica monetaria meno aggressiva del previsto
• Dal 16 agosto 2022 al 16 ottobre 2022 al ribasso a causa dei toni aggressivi utilizzati da Powell al simposio del Jackson Hole
• Dal 16 ottobre al 2 dicembre al rialzo a causa di un’aspettativa di una Federal Reserve più “dovish”
• Dal 2 dicembre a fine 2022 al ribasso a causa di un’aspettativa di “recessione”
• Per tutto gennaio 2023 al rialzo a causa di aspettative di un “soft landing” e taglio dei tassi di interesse
Ma, cosa ancora più importante:
• In trend ribassista dall’inizio del 2022 a causa di un rallentamento economico
Di chi stiamo parlando? Ovviamente dell’altalena “mercato azionario americano”: quello che un mese sale per un motivo e quello successivo scende per un altro ma che, se osservato in un timeframe più ampio, si comporta come da letteratura; dopotutto, nella fase 6 del ciclo economico esso dovrebbe mantenersi in trend ribassista, no?
Dal massimo relativo del 2 febbraio all’ultima chiusura di contrattazioni di venerdì abbiamo assistito nuovamente a un “mini bear market”; quali saranno stati stavolta i catalizzatori? I dati sul mercato del lavoro di venerdì 3 febbraio, che vedevano:
• Buste paga del settore non agricolo: 517K unità contro le aspettative di 185K
• Tasso di disoccupazione: 3.4% contro le previsioni di 3.6%
Perché essi hanno impattato in maniera negativa sui mercati? Ad una maggior forza dei due dati macroeconomici, la Federal Reserve avrà maggiori incentivi ad inasprire la sua politica di rialzo dei tassi. Infatti:
L’obiettivo numero uno della FED è quello di combattere l’alto tasso di inflazione. Nonostante il processo di disinflazione sia iniziato ad agosto 2022 (dove per “disinflazione” si intende quel processo di “rallentamento” dell’inflazione), il dato si attesta tuttora a valori del +6.4% a/a (ultima lettura superiore alle aspettative del +6.2%).
L’inflazione è legata, tra le altre cose, alla domanda di beni e servizi: ad un aumentare di essa, dovrebbe verificarsi un aumento del CPI stesso.
Se i dati sul mercato del lavoro dovessero continuare a mantenersi forti, sarebbe lecito aspettarsi che la domanda di beni e servizi continuerà a mantenersi robusta; perché? La risposta è intuitiva:
• Al rafforzarsi del mercato del lavoro corrisponderà un sentiment positivo da parte dei consumatori
Se i consumatori si presenteranno “sereni”, continueranno a spendere, incentivati oltretutto dal fatto che il loro potere di acquisto, visto il processo di disinflazione, non sarà tanto colpito in negativo quanto lo era stato l’anno precedente.
Ecco, dunque, qual è il problema “mercato del lavoro” per i mercati finanziari:
• Un suo rafforzamento accompagnato da un tasso di inflazione ad alti livelli
LA REAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI
La prima immagine mostra l’S&P500 e il future Federal Fund scadenza luglio 2023:
Il benchmark ha tracciato una traiettoria rialzista dal minimo del 12 ottobre 2022 in concomitanza di un’aspettativa di politica monetaria via via meno aggressiva. All’uscita dei dati sul mercato del lavoro del 3 febbraio, le aspettative degli investitori si sono capovolte:
• Al rialzo delle aspettative del tasso di tasso di interesse, l’S&P500 ha invertito la rotta
Da notare come ora il tasso di interesse scontato per il primo mese di Q3 ‘23 sia del 5.3%.
Questa rinnovata prospettiva ha rafforzato il dollaro, strettamente correlato a quest’ultima:
Continuando a basarsi sull’analisi intermarket, la prospettiva di un inasprimento monetario ha contribuito al rialzo dei rendimenti obbligazionari dei titoli di stato a 10 e 2 anni (questi ultimi maggiormente rialzisti dei primi in quanto maggiormente impattati dalla FED):
Le conseguenze di un rafforzamento del dollaro sono state:
• Oro al ribasso
• Azionario e obbligazionario dei mercati emergenti al ribasso
Le correlazioni intermarket da tenere bene a mente:
• Ad un’aspettativa di politica monetaria aggressiva, aumenta il rendimento dei titoli di stato, in particolare di quelli a breve scadenza, maggiormente impattati. Aumenterà dunque la loro domanda da parte degli investitori a caccia di un maggior rendimento che, per acquistarli, venderanno la loro valuta per acquistare dollari americani (da qui, il rafforzamento del dollaro per la dinamica della domanda). Un dollaro rialzista rende più onerosi i debiti dei mercati emergenti che, per questo motivo, inizieranno a soffrire, traducendo il tutto con un ribasso. E l’oro? Esso è correlato inversamente ai tassi reali: all’aumentare dei rendimenti, gli investitori saranno più incentivati ad acquistare bond (dal momento in cui il metallo prezioso, dallo stesso punto di vista, non paga); inoltre, da non dimenticare la correlazione inversa oro-dollaro
Lo scenario appena descritto è ovviamente di risk off, all’interno del quale il mercato azionario registra dei ribassi.
Vi fornisco un indice di forza importante da osservare per capire il clima di mercato: quello tra obbligazioni governative (ETF “IEI”) e obbligazioni spazzatura high yield (ETF “HYG”); essi sono due ETF replicanti il movimento di obbligazioni a basso rischio (IEI, con duration pari a 4.38 anni) e ad alto rischio (HYG, 3.87 anni).
• Se l’indice di forza si trova in territorio rialzista, con IEI a sovraperformare HYG, gli investitori saranno più avversi al rischio
• Al contrario, con l’indice di forza in territorio ribassista, con HYG a sovraperformare IEI, gli stessi saranno più propensi al rischio
L’indice di forza conferma la sua natura di indice di sentiment vista e considerata la correlazione positiva con il VIX, l’indice di paura dell’S&P500:
• Al salire della paura, salirà il VIX (con l’S&P500 al ribasso) e, in contemporanea, le obbligazioni governative sovraperformeranno le high yield
• Al contrario, al salire dell’euforia, il VIX registrerà dei ribassi (con l’S&P500 al rialzo) e, conseguentemente, le obbligazioni ad alto rischio sovraperformeranno quelle a basso rischio
Tutto ciò è osservabile nell’immagine seguente.
Qualora qualche concetto vi fosse sconosciuto o incomprensibile commentate pure, sono disponibile ad eventuali chiarimenti.
Buona giornata.
Capire il rapporto oro-argentoCapire il rapporto oro-argento
Il rapporto oro-argento è un parametro chiave che i trader utilizzano per valutare il valore relativo di oro e argento. Il rapporto viene calcolato dividendo il prezzo dell'oro per quello dell'argento e serve a determinare se uno dei due metalli preziosi è sotto o sopravvalutato. In pratica, il rapporto indica quanti pezzi d'argento si potrebbero acquistare per un pezzo d'oro. Comprendendo il rapporto oro-argento, i trader possono capire la forza relativa dell'oro e dell'argento e prendere decisioni di trading informate su quale metallo negoziare e quando entrare o uscire dalle posizioni.
Il rapporto oro-argento è stato utilizzato per secoli come misura del valore relativo di questi due metalli preziosi. Storicamente, il rapporto oscilla tra 47 e 80. Un rapporto più alto indica che l'oro è relativamente più costoso rispetto all'argento, mentre un rapporto più basso indica che l'argento è relativamente più economico.
Ad esempio, se il rapporto oro-argento aumenta, e i prezzi dell'oro crescono più rapidamente di quelli dell'argento, i trader potrebbero concludere che l'oro è sopravvalutato e che l'argento offre un valore migliore in quel momento. Al contrario, se il rapporto oro-argento dovesse diminuire, ciò potrebbe indicare che l'argento è sopravvalutato. Questo non è necessariamente vero, ma è una conclusione da trarre. Tenendo d'occhio il rapporto oro-argento, i trader possono decidere quale metallo acquistare o vendere in base al suo valore relativo.
Il rapporto oro-argento può anche fornire indicazioni su tendenze di mercato più ampie. Ad esempio, un rapporto in aumento può indicare che gli investitori stanno diventando più avversi al rischio e cercano la relativa sicurezza dell'oro. Al contrario, un rapporto in calo può indicare che gli investitori stanno diventando più ottimisti sulla crescita economica e stanno assumendo maggiori rischi.
Visione di Trading per XAGUSDIdea di trading per l'argento, che attualmente si trova in una zona laterale che sta durando da diversi giorni.
Potrebbe trattarsi di una zona di accumulazione, ed in questo caso, alla rottura superiore, salirebbe; o di una zona di consolidazione, ed in questo caso, alla rottura inferiore, scenderebbe.
I volumi sono un po' discendenti, anche in daily, e questo ci fa capire che potrebbe scendere; al contrario, l'RSI è rialzista (anche se è stato rotto), cosa che ci fa capire che potrebbe salire.
Sempre dal punto di vista dell'analisi tecnica, in H4/Daily sembrerebbe che ci sia stata una zona di distribuzione, seguita poi da un movimento ribassista, quindi potrebbe trattarsi di una consolidazione prima di continuare a scendere, perché mi viene difficile credere che il "bottom" della zona di distribuzione H4/Daily ci sia già stato e anche perché sembrerebbe un pullback della zona appena rotta.
Ad ogni modo, a me non piace tentare di prevedere il futuro, quindi aspetto sempre che il prezzo mi faccia capire cosa ha intenzione di fare.
I punti chiave per entrare a mercato, a seconda della tipologia di trader (conservativo o aggressivo) sono i seguenti:
- Long appena una candela chiude con il corpo sopra la zona. Al contrario per uno short. Questa è un'entrata da trader aggressivo, perché il semplice fatto che chiuda sopra è un buon segnale ma non una conferma assoluta;
- Long nel pullback dopo la rottura: rompe, sale un po', poi scende e torna a toccare la zona senza rientrarci (ovvero senza chiudere candela dentro la zona), si può entrare direttamente sulla candela di retest oppure aspettare la seconda candela di conferma. Stessa cosa, chiaramente al contrario, per uno short. Questa è un'entrata per trader un po' più conservativi, perché c'è una conferma in più;
- Long appena rompe il nuovo massimo: rompe la zona, sale un po', poi scende tornando a toccare la zona senza rientrarci e, alla rottura del massimo formato dal movimento rialzista avvenuto prima di tornare a toccare la zona, entrare. Stessa cosa, chiaramente al contrario per uno short. Questa è un'entrata per trader molto conservativi, perché ci sono tre conferme: rottura della zona, pullback e rottura della nuova struttura.
Ricordo sempre che questi non sono consigli né finanziari, né operativi, ma semplicemente la mia idea di quello che potrebbe accadere. Ognuno deve fare le proprie valutazioni, per decidere anche dove mettere stop loss e take profit in base al tipo di entrata. Nella teoria tutti i grafici fanno movimenti perfetti che ci fanno capire dove entrare, ma poi, spesso, fanno movimenti che sporcano i livelli, per cui bisogna essere capaci di capire se è possibile entrare o se è meglio lasciar perdere.
EURO VERSO AREA 1.0480/1.0440- S&P E DAX CHE FANNO ? Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.50
Sabato 18 Febbraio 2023
(il cot non viene rilasciato da martedi 24 gennaio 2023)
EURO VERSO AREA 1.0480/1.0440
Come sapete gli ultimi dati aggiornati del Cot risalivano allo scorso 24 gennaio 2023. Questa settimana sono stati rilasciati i dati aggiornati a martedì 31 gennaio 2023. Il CFTC ha appena dichiarato che conta di rilasciare progressivamente tutti i dati entro la metà di Marzo. Rimango problemi con riferimento al Malaysian Crude Palm Oil e al Dow Jones. I dati riferiti a questi due strumenti verranno aggiornati secondo le migliori stime.
Dal canto nostro, nonostante abbia già iniziato lo studio dei nuovi dati rilasciati, aggiornati al 31 gennaio scorso, prima di pubblicare nuove analisi e proiezioni riguardanti il Cot, aspetterò la pubblicazione completa di tutti i dati per averne un quadro esaustivo e significativo che non mi faccia tirare conclusioni affrettate.
Nel Report n. 49 della scorsa settimana abbiamo analizzato e visto tutti i livelli chiave riferiti ad Euro sul grafico Weekly e Monthly.
Il livello “Diga” a 1.0635 è stato ampiamento violato. La cosa più probabile ora è il raggiungimento dell’ area dei minimi mensili del 2015-2016 e 2017 che sono stati ulteriormente confermati e trasformati in area di supporto importante dalle candele Weekly del 14novembre, 5 dicembre 2022 e 2 gennaio 2023. Ho evidenziato tutto a grafico con delle frecce.
Sempre a grafico ho inserito altri interessanti spunti operativi.
Riguardo ad S&P,
la situazione ora è molto incerta. Abbiamo raggiunto e superato i livelli che avevo indicato la settimana scorsa in area 4.000 punti. Proprio sotto a questa area, nel Daily stiamo ora assistendo ad una possibile e molto precaria area di accumulazione che potrebbe riportare S&P sopra i 4.000 punti.
Nel Daily la candela di venerdì con cui si è chiusa la settimana, non riesce a comprare i minimi del giorno precedente che avevano fatto sperare in una possibile reazione.
La più probabile area da raggiungere rimane a parere mio i 3.900 punti. A grafico ho evidenziato qualche altra informazione aggiuntiva.
Rimane sicuramente più forte il Dax che potrebbe comunque raggiungere area 15.000 punti. Vi metto il grafico:
Un abbraccio e alla prossima settimana.
Buon trading a tutti.
Ciao Emi
Eur/Jpy: F.T.W. in area 142,70Buongiorno a tutti.
Oggi la scelta cade su Eur/Jpy.
Il cross valutario che vede contrapporsi euro e yen ci sta mostrando delle dinamiche interessanti di prezzo.
Nelle ultime settimane infatti vediamo la tenuta di area 140,00 con una classica falsa rottura tanto cara al mio metodo di trading per poi muovere al rialzo e chiudere nelle ultime due settimane sopra 142,70.
I tempi ora sembrano maturi per vedere un possibile movimento al rialzo visto anche il mio famoso trigger F.T.W. su daily lasciato venerdì.
Personalmente potrei pensare di mettermi long nei prossimi giorni se verrà violato il livello 144,00 nuovamente in un momento dove gli scambi sono "sani" ( non durante la sessione asiatica quindi ).
Il primo obiettivo lo troviamo a 145,70 mentre il secondo punto importante è 145,50 ovvero sui massimi di periodo.
Il fallimento della mia idea di trading lo possiamo identificare sotto i 140,00.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un week end rilassato e un buon TRADING SIMPLE!
DOVE ALLOCARE I CAPITALI?IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 24.02.2023
-CONTESTO
La vera domanda in questa fase dove anche il comparto azionario sembra aver rinunciato alla sua corsa rialzista, è dove posizionare la liquidità?
Viviamo ora una fase di certo più complessa di quella che ha caratterizzato il 2022, dove asset rifugio come il dollaro USA hanno offerto porto sicuro alla liquidità, data la pressione evidente che farà la FED sull’economia americana, può risultare meno credibile l’approdo ad un atterraggio morbido.
L’inflazione rimane vischiosa difficile da far scendere dagli attuali livelli, sebbene le banche centrali abbiano già messo in campo diversi rialzi dei tassi di interesse le economie mondiali sembrano dare segnali di riprese, con i PMI in netto recupero sia in Europa che nel Regno Unito, cosi come il mercato del alvoro USA che ieri ha letto ancora una volta le richieste iniziali di disoccupazione sotto le 200 000 unità, a livelli minimi che poco possono far pensare ad un rallentamento economico.
Si dovrà fare di più, e torna quindi l’obiettivo di raffreddare le economie, gelando cosi gli animi degli investitori che si trovano ora a liquidare le posizioni di risk on prese sul forte rallly rialzista visto nei mesi scorsi e a dover trovare nuova collocazione alla liquidità.
Il comparto obbligazionario vede ora rendimenti in netta salita grazie alle prospettive di un’inflazione ancora alta nel medio termine, questo porta ad interessanti rendimenti, ma di certo allontana anche la possibilità di vedere il bottom ed una più decisa ripartenza, fino a quando non si avranno dati concreti di un’inflazione in calo e di banche centrali che invertono la loro rotta.
Il valutario che nel 2022 ha offerto porto sicuro con il dollaro Usa quest’anno mette in luce la probabilità più alta di una fase recessiva per l’economia USA, perché maggiore aggressività da parte della FED, e per un tempo piu lungo, non può che portare a maggiori difficoltà per la domanda aggregata. Notizia ancora di ieri i licenziamenti di Zalando, altra società e-commerce tra le big, che si vede costretta a ridurre la produzione e quindi a tagliare forza lavoro.
Quanto potrà reggere l’economia USA? Quanto il dollaro USA potrà essere un rifugio? Se consideriamo anche i differenziali tassi, che sebbene premino ancora il dollaro USA nei confronti di molte majors, dobbiamo constatare che il delta tasso va assottigliandosi.
Resta infine il comparto dei metalli, che per gli industriali non può ora definirsi un settore sul quale puntare, se si screde ad un forte rallentamento dell’economia mondiale nel prossimo futuro, e per quanto riguarda i preziosi come il gold, il forte peso dei rendimenti obbligazionari e la forza del dollaro non pongono basi per acquisti di medio periodo.
Il problema resta… dove allocare la liquidità?
-FOREX
Il comparto valutario come detto premia ancora il biglietto verde, sebbene in misura minore rispetto al passato 2022, ma per i traders retail rimane occasione per vendere e si portano ora al 64% short sui dollari, prendendo posizione lunga su tutte le majors, come eurusd al 67% gbpusd al 54% audusd al 66% e nzdusd al 68%
Si riequilibra lo yen giapponese con i retail che passano dal 70% al 60% long, riequilibrando anche usdjpy che passa ora al 60% short.
Restano quindi in un trend di forza tutti i dollari usa, mentre per i cross rientrano diversi eccesi richiamati nelle analisi precedenti, rimangono tuttavia interessanti gli asset come cadchf con i retail long al 85% audchf con i retail long al 89% mentre il resto dei cross trova momentaneo equilibrio.
-EQUITY
Il comparto equity rimane sotto pressione in America, con il nasdaq che ieri ha vissuto pesanti ribassi fino ai 12000 pnt, per poi ritracciare nuovamente sotto le resistenze di 12250 pnt.
Tonico ancora l’europeo con il DAx che rimane sopra i supporti a 15500 pnt e non accenna a perdere terreno.
-COMMODITIES
Interessante il Ngas che recupera dai minimi, dopo la pubblicazione delle scorte di ieri, che mostrano ancora un quadro positivo, ma l’aspetto tecnico sembra aver avuto la meglio con l’approdo oramai ai valori di 2$ meritevole ora di respiri tecnici.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Attendiamo oggi il PCE, misura più seguita dell’inflaizone in America e che porterà sicuramente maggiore volatilità in questa ultima giornata di contrattazione per la settimana.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
NVDA tiene a galla NDX - Rame massimo decrescente 23.02.2023Gli azionari USA manifestano debolezza ulteriore nonostante l'ottima performance di NVDA dopo la pubblicazione della trimestrale. I rendimenti non riescono a superare le resistenze e preparano un reversal.
Dopo il petrolio anche il rame registra un mini crollo, confutando mi sa definitivamente la narrativa della grande ripresa industriale dovuta alla riapertura della Cina.
Analizziamo IEMB GOOG AAPL MSFT TSLA AMZN
WisdomTree - Tactical Daily Update - 23.02.2023Dalle minute dell’ultimo FOMC la conferma di nuovi aumenti dei tassi.
Il mercato prezza livelli target sui Fed funds a 5,5% e rischio di recessione.
L’inflazione in Europa cala a gennaio a +8,6%, trend buono da confermare.
Cina e Russia sono nazioni amiche e proficuamente legate.
Ieri, 22 febbraio, si prennunciava una seduta di nervosismo ed incertezza sui mercati azionari nell’attesa dei verbali dell’ultimo meeting della FED (Federal Reserve-Banca centrale Usa), e cosi’ e’ stato. Il mercato si interroga sul da farsi, dopo il rally di gennaio e la “monetizzazione” di parte dei guadagni delle ultime 2 settimane.
Alla fine della seduta di ieri, grazie ai recuperi nella parte finale, le Borse europee hanno chiuso con cali diffusi, ma non drammatici: Milano la peggiore, -1,1%, deboli anche Madrid, -0,9% e Londra, -0,6%, piu’ resistenti Parigi -0,1% e Francoforte, invariata. Piu’ contrastate le chiusure di Wall Street: Dow Jones -0,3%, S&P500 -0,2%, Nasdaq +0,1%.
In attesa delle minute della FED, a guastare l‘umore degli investitori ci hanno pensato i rischi di escalation della guerra in Ucraina, di cui ricorre domani il 1’ anniversario, ed il riaccendersi del confronto tra Usa e Cina su temi vari, come la fornitura di armi alla Russia da parte di Pechino, la minaccia cinese all’indipendenza di Taiwan e le regole bilaterali sul commercio.
Nel pomeriggio si sono aggiunte le parole del Presidente della Fed regionale di St. Louis, James Bullard, che vestendo i panni del “falco” ha ribadito il suo favore per una nuova fase di “stretta monetaria”, indispensabile per far scendere piu’ velocemente l’inflazione negli Usa.
Le minute dell’ultimo meeting di politica monetaria (il FOMC) della FED, quello del 1’ febbraio che aveva deciso all'unanimità di alzare i tassi di 25 bps, sono apparse con cronometrica puntualita’ alle 19.00 CET, a mercati europei chiusi, ma a 3 ore dal closing di Wall Street.
Anche tenendo conto che nelle ultime 3 settimane sono emersi dati parzialmente deludenti sul trend dei prezzi “core” e numeri solidi su occupazione e consumi privati, dai verbali emerge la determinazione della FED a riportare l'inflazione al 2% attraverso nuovi aumenti dei tassi che confermano il “path” (sentiero) rialzista iniziato a fine 2021, prevenendo l'allentamento delle condizioni finanziarie.
Insomma, tassi in aumento e poi tenuti a livello elevato per lungo tempo, tanto che il “consensus” degli analisti si aspetta che la FED alzera’ sino a 5,50%, cioe’ altri 75 bps, col possibile effetto indesiderato di una transitoria recessione.
Che le attese siano di un nuovo inasprimento e’ testimoniato anche dai rendimenti dei titoli governativi Usa (Treasuries) che ieri sono tornati ai massimi da 3 mesi: la scedenza a 2 anni ha superato il +4,85%, al pari di 2 settimane fa, come non accadeva dal 2008.
I mercati obbligazionari stanno vivendo stamane, al pari di ieri, una fase “laterale” che tuttavia conferma i recenti rialzi dei rendimenti: lo spread di rendimento tra BTP decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi e’ stabile attorno 194 bps, col rendimento del BTP benchmark a 4,46%.
Sul mercato valutario, l'Euro perde ancora leggermente terreno vero il Dollaro Usa, e scende sotto quota 1,06 Dollari, toccando 143,0 verso Yen giapponese.
Sul fronte “macro”, stamattina e’ giunta la conferma che a gennaio l'inflazione al consumo (CPI) nell'Eurozona e' scesa a 8,6% annuale da 9,2% di dicembre, mentre in Germania, a febbraio, l'indice IFO sulla fiducia delle imprese ha segnato il 5’ rialzo consecutivo salendo a 91,1 da 90,1 di gennaio.
Nel pomeriggio di oggi sranno di grande importanza i dati sul GDP Usa (prodotto intreno lordo) del 4’ trimestre 2022: stime di +2,9%, riviste al ribasso da +3,2%, e quelli sulle nuove richieste settimanali di sussidi disoccupazione (attesa 200 mila vs 194 mila della settimana prima). Infine segnaliamo per le 5pm CET i numeri sulle scorte petrolifere in Usa.
Sul fronte politico internazionale, rileviamo che nell’incontro di ieri a Mosca, il massimo rappresentante della diplomazia di Pechino ha descritto come “solido come una montagna” il rapporto tra Cina e Russia, annunciando legami sempre più profondi tra i 2 Paesi. Nell’occasione il Presidente russo Putin ha ricordato al consigliere di Stato cinese Wang Yi che attende il Presidente Xi Jinping a Mosca.
I mercati azionari asiatici stamane, 23 febbraio, hanno chiuso prevalentemente negativi: Nikkei giapponese -1,34%, Hang Seng di Hong Kong -0,35%, ASX200 australiano -0,40%, Shanghai -0,11%, Shenzhen -0,13%: in positivo Seul +0,80% e Taiwan +1,28%. Sugli umori degli investitori asiatici pesano le schermaglie diplomatiche tra Usa e Cina e la prospettiva di tassi di interesse elevati.
In un slancio di ottimismo poco spiegabile, le Borse europee sono ripartite stamane col piede giusto e chiudono la mattinata con progressi medi di +0,8%. Anche i futures sugli indici di Wall Street indicano riaperture in rialzo medio di +0,5%. (ore 13,30 CET).
In recupero, dopo una lunga fase di debolezza, i prezzi delle principali materie prime energetiche: quello del gas naturale europeo, sulla piattaforma TTF di Amsterdam, torna sopra quota 50 Euro/megawattora, con un recupero superiore a +3%. Il greggio WTI sale +2,2% a 75,7 Dollari/barile (ore 13.30 CET).
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📈 S&P, pin long molto interessante!Seppure all'interno di una mini lateralità bisettimanale, lo Standard & Poor's ci mostra ancora uno scenario prevalentemente rialzista, evidente anche nel time frame weekly. Nello specifico l' S&P, dopo i minimi relativi in area 3.800 di fine 2022, ha intrapreso un movimento di rialzo molto lineare fino a toccare i massimi della scorsa estate in zona 4.200; dopo l'ultima spinta rialzista di fine gennaio abbiamo visto graficamente la mini lateralità di cui sopra con un prezzo che, ritornando verso la media mobile, ha disegnato nell'ultima seduta della scorsa settimana un' interessante PIN rialzista la cui rottura verso l'alto potrebbe favorire perlomeno un ritorno verso zona 4.200 (in un'ottica di trading range) ma, potenzialmente, anche una accelerazione fino alla successiva zona di resistenza dei 4.300 punti, in linea con il canale rialzista del time frame daily.
Dopo la festività statunitense di ieri vedremo, nella seduta odierna, se la momentanea debolezza di inizio sessione lascerà spqazio ad un ritorno dei compratori e quindi ad un break out della Pin di venerdi scorso; chiaramente se ciò non avvenisse, qualsiasi "discorso long" sarebbe rinviato a dopo la possibile correzione "weekly".
Buon trading
Maurizio
Il doppio fondo della NZD preannuncia la sua prossima mossa?Il doppio fondo della NZD preannuncia la sua prossima mossa?
La Reserve Bank of New Zealand prenderà la sua seconda decisione sui tassi di interesse del 2023. La decisione verrà emessa mercoledì alle 14:00 NZDT (martedì 8:00 EST). Ciò che rende interessante questo momento è che il Paese è stato appena colpito dal ciclone Gabrielle che, secondo quanto riferito, ha causato danni alle infrastrutture e alle proprietà private per oltre 12 miliardi di dollari neozelandesi. Per questo motivo, alcuni osservatori di mercato prevedono una pausa nei rialzi dei tassi della RBNZ (o un rallentamento), anche se il consenso è ancora per un rialzo di 50 punti base. Con l'incertezza presente sul mercato, il cambio NZD/USD potrebbe apparire un po' vulnerabile in vista della decisione della RBNZ.
L'NZD/USD sta attualmente testando l'area di supporto creata a gennaio a 0,62249, che è fondamentale per prevedere la sua prossima mossa. Se l'area di supporto non dovesse reggere, l'obiettivo a breve termine è 0,61648, mentre quello a lungo termine è 0,61000. NZD/USD è anche al di sotto della 200-EMA, indicando una tendenza ribassista. Se il prezzo riesce a respingere l'attuale area di supporto, potrebbe rimbalzare per ritestare il periodo 200-EMA prima di continuare la tendenza al ribasso. Tuttavia, la tenuta del supporto a 0,62249 significherebbe la formazione di un pattern a doppio fondo, indicando almeno una tendenza rialzista a breve termine. Affinché l'inversione abbia un certo slancio, il prezzo deve eliminare l'area di consolidamento passata tra 0,63523 e 0,63000, rompendo infine l'area di resistenza di 0,63523 prima di proseguire verso l'alto.
Qualsiasi rialzo del NZD/USD potrebbe essere limitato dai forti dati economici in arrivo dagli Stati Uniti. Inoltre, lunedì gli Stati Uniti sono chiusi per il Presidents Day, il che potrebbe causare un'attività di vendita repressa della coppia mercoledì NZDT/martedì EST.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 20.02.2023Borse europee incerte dopo l’inattesa galoppata dei primi 50 giorni 2023.
La solidita’ “macro” (no recessione) “consente” nuovi aumento dei tassi.
L’inflazione europea ed Usa scendo, ma quella “core” non abbastanza.
Ottimismo, paure ed incertezza attorno alla “ripresa cinese”.
Venerdi’ 17 febbraio le Borse europee, insensibili al calo di Wall Street della sera prima e dei diffuci timori della prosecuzione di un politica monetaria ancora aggressivamente restrittiva da parte della Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve), sono marginalmente scese, chiudendo comunque la settimana con un nuovo progresso.
Milano venerdi’ scorso ha perso -0,37%, ma nella settimana e’ salita +1,8%, Parigi -0,25% e +3,1%, Francoforte -0,34% e +1,1%, Londra -0,11% e +1,5%. Da inizio anno Milano e’ salita del +17,4% (migliore in Europa), Parigi +13,5%, Madrid +13,4%, Francoforte +11,2% e Londra +7,4%. Niente male, vero!?
Lo stato d’animo (“mood”) dei mercati resta dunque caratterizzato da un moderato ottimismo, in attesa delle nuove evidenze “macro” che saranno pubblicate questa settimana (20-24 febbraio), e nonostante il tono “hawkish” (da falco) usati da numerosi membri della FED.
Loretta Mester, Presidente della Fed regionale di Cleveland ha affermato che i tassi dovranno salire sopra il 5% «e restarci per lungo tempo». Similmente James Bullard, Presidente della FED di St. Louis, ha accreditato uno scenario di aumento di +0,5% al prossimo FOMC (Riunione di politica monetaria dalla Fed) del 16-17 marzo, ritenendo appropriato alzare i tassi al 5,25% dall'attuale 4,50%.
In effetti l’inflazione negli Stati Uniti sta scendendo, ma non nella misura desiderata: giovedi’ 16 scorso i prezzi alla produzione (PPI) sono cresciuto più del previsto, +0,7% a gennaio su dicembre e +6,0% su base annua, ma venerdi’ 17 i numeri dei prezzi all'import, scesi a gennaio -0,2% (vs attese di -0,1%) verso dicembre, hanno invertito la rotta rispetto al +0,4% mensile registrato a novembre.
Anche in Europa il tema dell’inflazione troppo alta tiene banco e da parte dei banchieri centrali c’e’ condivisione sul fatto che ci troviamo ancora molto lontani dall’obbiettivo del 2% di quasi tutte le banche centrali. Isabel Schnabel, membro votante del direttorio dell’ECB (Banca centrale europea) ritiene necessario un rialzo dei tassi di 50 bps a marzo, e raccomanda di “agire con più forza”.
Queste dichiarazioni fanno eco con quelle del Presidente dell’ECB Christine Lagarde che mercoledi’ della scorsa settimana aveva “anticipato” un aumento di 50 bps nel meeting del 16 marzo, associando l’entita’ dei successivi alle future evidenze macroeconomiche.
Giovedì 16 era stato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo dell’ECB ha invocare “misura” nelle prossime mosse, evitando «il rischio di una restrizione eccessiva». “Morbido” anche il presidente della Banca centrale francese Villeroy che non si e’ espresso sulla misura dei prossimi aumenti, ma vede il picco dei tassi durante l'estate 2023, escludendo pero’ tagli entro la fine di quest’anno.
A parte le attese incerte sulle banche centrali, il quadro geo-politico resta turbolento: Gran Bretagna e Ue sono ancora alla ricerca di un accordo definitivo sulle “pendenze” post-Brexit, gli Usa festeggiano oggi 20 febbraio, con Wall Street chiusa il President Day, proprio mentre Joe Biden si appresta a visitare la capitale ucraina e l’Europa potrebbe varare altri 4 miliardi di aiuti militari per Kiev.
La scorsa settimana si e’ chiusa con saldi poco variati, ma alta volatilita’, sui mercati obbligazionari. Alla chiusura di venerdi’ si registra stabilita’ dello spread di rendimento tra BTP decennale italiano e omologo Bund tedesco: 185 bps, dopo che in giornata era salito a 192.
Il rendimento del BTP benchmark segna 4,31%, ben sotto il picco intraday a 4,45%. Negli Usa, il Treasury 10 anni rende 3,81% ed il differenziale negativo tra 2 e 10 anni resta ampio, attorno a 81 bps.
Materie prime energetiche depresse: il gas va sempre piu’ giu’, fin sotto i 50 Euro/megawattora venerdi’ scorso, al minimo dall’autunno 2021: oggi, 20 febbraio, rimbalza i prezzi a 51,5 Euro, +5%, ma resta ad una frazione del prezzo di picco oltre 300 del giugno 2022.
Leggero rimbalzo anche del prezzo del petrolio: stamane, un barile di WTI (greggio di riferimento Usa) torna sopra i 77 Dollari, +1,1% (ore 10.30 CET).
Alla riapertura settimanale delle Borse, su quelle asiatiche, dopo un avvio incoraggiante favorito dall’ottimismo di Goldman Sachs sul possibile recupero delle borse cinesi, ha invece prevalso la prudenza.
Un’incertezza alimentata dal riaccendersi delle tensioni diplomatiche tra Usa e Cina sul supporto di armamenti che quest'ultima offrirebbe alla Russia e dai missili lanciati dalla Corea del Nord nel mar del Giappone che hanno scatenato la protesta del Giappone e delle Nazioni Unite.
Tra scambi comunque contenuti, dovuti anche alla chiusura di Wall Street per il President's Day, nell’attesa del dato sull'inflazione “core Pce” negli Usa (la piu’ osservata dalla FED) e delle minute dell'ultima riunione della FED, Tokio e’ rimesta ferma, +0,07%. A Hong Kong l'Hang Seng ha guadagnato +0,81%, a Seul il Kospi si e’ fernato a +0,16%. In Cina sia Shanghai, +2,0%, che Shenzhen, +1,5%, hanno chiuso in forte rialzo.
Mattinata apatica per i listini azionari europei, invariati alle 13.30 CET. I future su Wall Street indicano riaperture in lieve flesione, in media -0,2%.
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