Possibile ripresa del trend shortAd una prima occhiata credo che il trend ribassista del dollaro/peso messicano possa riprendere la sua corsa.
A sostegno della mia tesi:
1. una divergenza ribassista sull'RSI, il prezzo tocca i massimi, ma l'RSI segna picchi sempre minori
2. il trend comunque è ribassista anche sul timeframe settimanale
3. il prezzo si trova su di un forte punto di resistenza in quanto proprio sulla trend line ed anche sulla media mobile a 100 periodi che per più volte ha avuto funzione egregia di resistenza/supporto
4. le medie mobili a 21 e 50 periodi confermano la tendenza ribassista
5. il pezzo si trova anche su di una resistenza storica
6. il prezzo sta formando un forte rifiuto sia della resistenza sia della banda di Bollinger supreriore
ovviamente per entrare short non basta solo la divergenza rialzista, che potrebbe essere un falso segnale.
continuerò a tenere sott'occhio la price action per avere un ulteriore segnale che sarà il MACD che incrocerà al ribasso sopra la zero line.
il mio trigger di entrata sarà a questo punto una candela ribassista che dovrà chiudere al di sotto della mediana della banda di Bollinger.
Stop Loss poco al di sopra della trend line e TP a 1.5, oppure con un trailing dello stop loss finchè non si forma un rifiuto del prezzo sulla banda di Bollinger inferiore
Questa è pura analisi tecnica non un invito ad operare ci tengo a ripeterlo ogni volta.
Idee della comunità
WisdomTree - Tactical Daily Update - 20.03.2023UBS si mangia Credit Suisse: il prezzo piu’ alto pagato dai AT1 bondholder.
Banche Centrali costrette a “mollare” sui tassi? La FED decide il 22 marzo.
Altre banche in difficolta’? Pare di no, almeno in Europa.
Lampante “fly to safety”: l’oro risale oltre 2.000 Dollari/oncia.
Undici banche americane hanno versato 30 miliardi di Dollari nella casse di First Republic Bank in difficolta’, in una forma “consortile” di salvataggio. Un’iniezione di liquidita’ da 54 miliardi di Euro da parte della Banca centrale svizzera ha invece alleviato il dramma di Credit Suisse, in attesa che arrivasse il “salvatore”, cioe’ l’UBS.
Il peggio e’ evitato, per ora, ma resta un problema di fiducia di clienti ed investitori.
Venerdi’ 17 le Borse europee hanno chiuso in forte calo, dopo un’apertura positiva: Milano -1,64%, Parigi -1,4%, Francoforte -1,33%. Il calo anche gli indici di Wall Street, Dow Jones -1,2%, S&P500 -1,1%, Nasdaq -0,7%, nel giorno delle cosiddette «3 streghe», alias scadenza trimestrale di future su indici ed opzioni su indici e azioni.
Negli Usa il Presidente Biden, che teme ricadute negative sulla corsa alla rielezione nel 2024, e’ intervenuto con dichiarazioni tranquillizzanti ed ha chiesto al Congresso l’urgente approvazione di nuovi strumenti per punire i colpevoli dei fallimenti e nuove norme e controlli piu’ stringenti.
Mentre anche Svb Financial, controllata dei servizi finanziari di Silicon Valley Bank, e’ ricorsa al “Chapter-11” (“amministrazione controllata”) per proggersi dai creditori della holding, si apre oggi la settimana in cui la Federal Reserve dovra’ decidere se continuare o meno ad alzare i tassi per contrastare l’inflazione, col rischio di creare nuove difficolta’ ad altre banche Usa.
Le attivita’ di Silicon Valley Bank e Signature Bank, entrambe fallite, sono ora sotto il controllo della Federal Deposit Insurance Corporation (Ente di garanzia governativo) che, per scongiurare pericolosi contagi e crisi di fiducia, potrebbe accollarsi parte delle perdite e facilitare la vendita dei 2 istituti.
Gli analisti di Goldman Sachs vedono un aumento del rischio recessione dovuto alle crisi bancarie e comunque, anche in assenza di nuovi eventi traumatici, un rallentamento della crescita per la maggior prudenza delle banche nell’erogare prestiti.
Nel weekend abbondavano le voci di trattative di Ubs (Union Bank of Switzerland) per acquistare Credit Suisse: in effetti i Consigli di Amministrazione delle 2 banche si sono freneticamente riuniti, sotto la regia della Banca centrale svizzera e della Finma (Autorità elvetica di regolamentazione del mercato), giungendo ad uno storico accordo ieri, 19 marzo.
Ubs acquisirà Credit Suisse per 3 miliardi Franchi svizzeri: gli azionisti di Credit Suisse (CS) riceveranno 1 azione Ubs ogni 22,48 CS, valutate solo 0,76 Franchi l’una. UBS ricevera’ dallo Stato Svizzero garanzie per 9 miliardi e potra’ “tirare” liquidità dalla Banca centrale sino a 100 miliardi Franchi.
I mercati devono digerire la scelta del “Regulator” svizzero di azzerare il debito Tier 1 di Credit Suisse, per oltre 16 miliardi Franchi: la Borsa di Zurigo reagisce male alla novita’ punendo le azioni Credit Suisse con un nuovo ribasso del -60%, e quelle Ubs -10% circa.
Sul fonte macro Usa, emerge che a marzo i consumatori sono meno ottimisti che a febbraio: l'indice preliminare della fiducia, curato dall'Università del Michigan è sceso a 63,4 punti, dai 67 precedenti e attese di 67: la voce “aspettative future” scivola a 61,5, da 64,7. Delude anche il “super-Indice” LEI (leading indicator), con -0,3 a febbraio, 12’ calo consecutivo.
Macro globale: OCSE (Organizzazione per cooperazione e sviluppo economico) ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell'economia globale, +2,6% dal +2,2% di novembre e al ribasso quelle sull’inflazione dei Paesi G20 a +5,9% da +8,0%: si nota anche l’invito alle Banche centrali a contrastare l'inflazione proseguendo nella politica restrittiva.
In un contesto variamente perturbato come quello di venerdi’ 17, non stupisce la discesa del prezzo del gas europeo (TTF Amsterdam) sotto 43 Euro/ megawattora e quella del prezzo del petrolio, oltre -2% per il WTI (greggio di riferimento Usa) che porta il calo settimanale oltre -12%.
In Asia stamattina, 20 marzo, mercati azionari in ribasso: pesano quasi Eur 17 miliardi di bond subordinati cancellati col “deal” UBS-Credit Suisse, ed il pessimo “mood” verso le banche: Tokyo ha perso -1,4%, Hong-Kong -2,6%, Shanghai -0,5%, Shenzhen -0,3%, Sidney -1,4%, Seul -0,7%.
L’avvio della nuova settimana per le azioni europee è migliore del previsto, nonostante quelle bancarie fossero partite in retromarcia: a fine mattinata, ore 13.30 CET, gli indici segnano progressi medi di +0,8%, in parallelo al +0,6% indicato dai futures Usa per le riaperture di Wall Street.
L'oro torna a brillare, come risultato della corsa agli asset “decorrelati”, tipica delle fasi di preoccupazione sui mercati: il suo prezzo ha superato stamane 2.000 Dollari/oncia, portando vicino al +10% il guadagno accumulato nelle ultime 2 settimane, cioe’ da quando si e’ iniziato a conoscere dei 2 crack bancari Usa.
Per ragioni simili (paura, incertezza, rischio di recessione) prosegue la crisi delle materie prime energetiche: il prezzo del WTI e’ sceso sino a -2,8%, sotto 64,9 Dollari/barile, e calano ancora i rendimenti dei bond governativi europei: quello del BTP benchmark italiano e’ tornato sotto 4,0% e quello dell’omologo Bunf tedesco sotto 2,0%: lo “spread” tra i 2 e’ stabile, attorno 190 bps.
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Leva 1:30 o 1:500? Come decidere?Leva 1:30 o 1:500? Come decidere?
Come trader, la scelta del giusto livello di leva può avere un impatto significativo sui risultati di trading. Due delle opzioni di leva più comuni sono 1:30 e 1:500. Ma come si fa a decidere quale sia quella giusta per voi?
Per capire la differenza tra la leva 1:30 e 1:500, prendiamo l'esempio del trading di 1 lotto di EUR/USD. Con una leva 1:30, un trader avrebbe bisogno di un margine di 3.333,33 dollari (1/30 della dimensione della posizione), mentre con una leva 1:500 il margine richiesto sarebbe di 200 dollari (1/500 della dimensione della posizione).
Mentre alcuni sostengono che la leva 1:30 sia un'opzione potenzialmente più sicura, altri ritengono che la leva 1:500 debba essere considerata l'opzione appropriata per coloro che possono permettersi di depositare solo una piccola somma di denaro sul proprio conto di trading.
Ad esempio, i trader che dispongono di un capitale limitato e sono agli inizi potrebbero trovare difficile operare con una leva 1:30, in quanto avrebbero bisogno di una quantità sostanziale di margine per aprire le operazioni. Al contrario, una leva di 1:500 può consentire loro di assumere posizioni più ampie con un capitale inferiore.
In definitiva, è importante scegliere la leva più adatta alla propria strategia di trading e alla propria tolleranza al rischio.
Ecco alcuni fattori chiave da considerare quando si sceglie il livello di leva nel trading di CFD:
La vostra tolleranza al rischio: I trader con una tolleranza al rischio elevata possono scegliere una leva più alta, mentre quelli con una tolleranza al rischio più bassa possono preferire una leva più bassa.
La vostra strategia di trading: Ad esempio, una strategia di scalping che mira a ottenere piccoli profitti su molte operazioni può richiedere una leva più alta, mentre una strategia di swing trading che mira a ottenere guadagni maggiori su un numero minore di operazioni può richiedere una leva più bassa.
Volatilità del mercato: Prima di scegliere il livello di leva finanziaria, considerate il mercato su cui volete operare e la sua volatilità.
Dimensione del conto: Quanto più grande è il vostro conto, tanto più bassa è la leva finanziaria di cui potreste aver bisogno per raggiungere la dimensione della posizione desiderata.
Regolamenti: Prima di scegliere il livello di leva, assicuratevi di aver compreso le restrizioni sulla leva imposte dal vostro broker e dalle autorità di regolamentazione.
EURO, COSA DICONO I NUOVI RILASCI DEL COT ? DAX AL BIVIO ! Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.53
Sabato 18 Marzo 2023
(l’ ultimo rilascio del Cot risale a martedì 7 MARZO 2023)
EURO, COSA DICONO I NUOVI RILASCI DEL COT? DAX AL BIVIO !
Ciao, questa settimana il CFTC ha rilasciato i dati mancanti sul Cot solo sino allo scorso 7 Marzo. Avevo sperato in un aggiornamento completo ma così non è stato e credo che torneremo ad un flusso regolare di rilascio del Cot dalla prossima settimana.
Con i dati a nostra disposizione sino a questo momento, se pur parziali, cercherò di ricostruire un po' cosa è successo su Eur/Dollaro in questo ultimo periodo di assenza del Cot che è stato caratterizzato da forti turbolenze geo politiche ed economiche / finanziare e capire se possiamo trarne qualche informazione utile da sfruttare a nostro vantaggio.
Partiamo con ordine dalla grande salita avvenuta proprio in apertura del mese di febbraio che ha visto Euro suonare il campanello degli 1.1050 con un grande, permettetemi l’ espressione, calcio in cxxx uguale a quello che ricevi nelle giostre quando il compagno che ti siede dietro ti spinge violentemente per farti prendere la bandiera posta in alto e vincere il premio. Nelle due settimane precedenti, infatti, gli Istituzionali avevano caricato a mercato ben 18.476 contratti long.
In realtà a questa spinta, si è aggiunta un'altra componente importante abbastanza inusuale da vedere: gli istituzionali in questo stesso periodo sono andati in “stop” se così si può dire; hanno in altre parole chiuso ben 30.094 contratti short molto probabilmente per cambio di strategia. Chiudere contratti short di futures, come sappiamo, vuol dire fondamentalmente acquistare! Queste due cose messe insieme (i long da parte degli istituzionali con visione long ed il ripensamento da parte di istituzionali che avevano posizioni short) hanno spinto Eur/Usd in soli due giorni da 1,08 circa a 1,1050 circa ed acceso la miccia del panico sui mercati che ha generato un sentiment di F.O.M.O. (Fear Of Missing Out) che purtroppo ha portato molti moltissimi piccoli investitori, a forza o per scelta, a chiudere le loro posizioni short con perdite ingentissime.
Da qui in poi come ho più volte detto nei report precedenti, siamo entrati in una fase di ritracciamento.
Gli indicatori dei Cot normalizzati di Eur/Usd e del Dollar Index messi a confronto, hanno cominciato a segnalare una convergenza indice del ritracciamento proprio dal 6 febbraio scorso.
Ricordo che il Cot normalizzato è una cosa, gli Indicatori del Cot normalizzato un'altra. Infatti come ho spiegato più volte l’ Indicatore del Cot che ho creato del Dollar Index è contro bilanciato dai flussi dei Cot normalizzati di tutte le altre valute che fanno parte del paniere del Dollar Index alle quali ho aggiunto anche il Jpy. Questo vuol dire che il mio indicatore del Cot del Dolar Index tiene conto in modo implicito, al suo interno, dell’ andamento dei Cot di tutte le altre valute. Vi metto di seguito il grafico:
Come vedete dalla foto sopra, sembrerebbe che l’indicatore del Dollar index stia riprendendo forza, in realtà non è così, (al meno basandoci sui dati Cot in mio possesso ad oggi), in quanto il ritracciamento che sta segnalando è dovuto principalmente ad una perdita di forza di tutte le altre valute. Gli Istituzionali, infatti, durante questo periodo di ritracciamento, nel mese di Febbraio e sino al 7 marzo hanno eliminato 2.556 contratti long e caricato 1.425 contratti short sul Dollar Index. Va anche tenuto presente che i contratti normalizzati del Dollar Index hanno un valore assoluto molto molto più alto di quelli della coppia Eur/Usd.
In linea con quanto abbiamo visto per il Dollar Index, lato Euro, si può prendere in considerazione che in data 13 marzo ci è stato il roll over del contrato futures e che quindi tutti gli istituzionali si sono dovuti “ripiazzare” sul nuovo contratto. Ipotizzando che questo processo sia stato fatto con qualche giorno di anticipo potremmo dire che alla data del 7 marzo (secondo gli ultimi dati ad oggi disponibili del Cot) gli Istituzionali sono ripartiti da capo caricando a mercato esattamente sotto la fascia di lateralizzazione attuale in area 1,0530 circa 234.000 contratti long e 85.432 contratti short.
La cosa è tanto più confermata dal comportamento delle ultime due candele settimanali. Ogni volta che il prezzo torna in area 1,0530 viene ricomprato e difeso in modo deciso.
A tutto questo però dobbiamo ora aggiungere la complicata situazione di stabilità finanziaria cha ha investito i mercati in queste ultime due settimane. Gli spettri del 2008 e le paure di un nuovo default bancario, prima americano e poi europeo hanno destabilizzato i mercati con un aumento vertiginoso della volatilità e nuove incertezze sul proseguo dei trend intrapresi.
Le conseguenze di tutto questo, infatti, se da una parte potrebbero spingere la Fed a valutare i fallimenti bancari come diretta conseguenza delle sue politiche monetarie di lotta all’inflazione che ha posto in campo anticipatamente rispetto all’ Europa e quindi potrebbe iniziare a rivedere al ribasso sia nei tempi che nei modi la fine degli aumenti dei tassi, dall’ altra ha trovato l’ Europa con le spalle al muro non potendo questa assolutamente pensare di fermare l’ aumento dei tassi di interesse considerata l’ inflazione ancora molto alta (a solo titolo informativo segnalo che l’ inflazione italiana è cresciuta ancora a febbraio di uno 0,2 su scala mensile).
Nelle parole della Lagarde portavoce della Bce non ci sono stati spazzi a diversi tipi di interpretazione. Sostanzialmente ha detto che il settore bancario europeo è forte, è strutturato e ben patrimonializzato e che la Bce continuerà senza indugi con la lotta all’ inflazione.
Questo potrebbe significare un rafforzamento di euro rispetto al dollaro ed un sollievo per il mercato azionario americano che finalmente comincerebbe a vedere la luce della fine degli aumenti dei tassi. In linea di massima, quindi, mettendo insieme tutto quello che ho detto sin qui protendo di più per una ripresa long di Euro dovuta all’indebolimento del dollaro (vedesi pure l’incredibile salita dell’oro che sembra abbia ripreso la sua correlazione inversa con il dollaro) e a un periodo pesante e complicato per l’ Europa.
In tutti i casi la situazione rimane appesa ad un filo di lana e potrebbe rompersi in qualsiasi momento per cui soprattutto ora credo sia opportuno rimanere a mercato il meno possibile. Come ho detto più volte finché Euro non metterà decisamente la testa sopra gli 1,07 non riterrò il ritracciamento finito. Ritengo ancora possibile un suo brusco ritorno e ritest di area 1,0450, non dovuto ma possibile.
Senza ombra di dubbio si può operare intraday nell’ ampio trading range che è venuto a crearsi tra 1,053 e 1,070
Questa forte incertezza e precarietà si è vista su tutti i grafici con le chiusure Weekly di questa settimana che su euro ha lasciato una non bella candela di indecisione con grandi spike di volatilità sopra e sotto e che nel lato indici ha visto una spaccatura con da una parte il Nasdaq in super forza che non vuole saperne di venire giù (probabilmente il settore Tec che è stato il più penalizzato dal rialzo dei tassi, ora che si paventa la fine degli stessi ha ripreso più di tutti forza e vigore) e dall’altra parte S & P che rimane ingabbiato in una condizione molto in bilico tra 3900 e 3970.
Completamente all’ opposto del Nasdaq abbiamo il Dax che rispecchia perfettamente la difficile condizione europea con una pericolosa candela rossa Weekly e con la candela Daily di venerdì che raggiungere l’ importantissima area dei 14660 che pero questa volta sembra scarica e priva di liquidità per generare il rimbalzo lasciando il Dax senza forze proprio poco sopra l ‘area di resistenza che se dovesse essere rotta aprirebbe uno short considerevole.
Questo report è stato particolarmente lungo visto il ritardo da recuperare sul Cot.
Vi lascio di seguito:
- il grafico di Euro;
- un grafico di confronto degli Indici dal quale si capisce bene l’ elevato grato di incertezza in cui stiamo navigando
- e per curiosità un grafico in h1 di Euro con tutte le aree operative intraday che avevo segnalato nello scorso report. E’ molto interessante notare come si sarebbero potute sfruttare una volta che il prezzo è tornato ad attraversarle. Ho cercato di scrivere tutto a grafico.
Per capire meglio come leggere il Cot e come lo interpreto, ho messo a disposizione di tutti, con spirito di mera condivisione gratuita, un file Power Point in cui ho riassunto gli aspetti principali in modo semplice e breve. Trovate tutti riferimenti nel campo firma sotto alla presente Idea.
Vi saluto e ci aggiorniamo durante la settimana con nuovi spunti e riflessioni.
Alla prossima settimana.
Buon trading a tutti.
Ciao Emi
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
Fine del ciclo rialzista per il MIBIl nostro FTMIB ci aveva abituati a grandi cose negli ultimi tre anni, dandoci l'illusione che il trend rialzista potesse proiettarsi verso massimi che non si vedevano da anni, e magari raggiungere la trendline dinamica di primo livello, verso quota 34.000 punti. Non è detto che questo non possa ancora accadere, il mercato è spesso illogico, ma siamo realisti: il MIB sta progressivamente perdendo forza e non vi sono più le condizioni affinché l'economia italiana possa continuare a crescere con questo passo.
Il superbonus al 110% non esiste più! Al momento il governo ha bloccato la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi e ha ridotto il Superbonus al 90%. Questo perché lo Stato è dovuto intervenire d’urgenza per mettere in sicurezza i propri conti (ricordiamoci che le manovre della super agevolazione sui lavori edilizi ha generato 120 miliardi di debito maturato, che lo Stato dovrà pagare).
I tassi di interesse stanno continuando a crescere per far fronte alla necessità di controllare l'inflazione e riportarla ad un valore medio del 2%.
Sappiamo che su questo argomento l'Europa è in netto ritardo rispetto agli USA e che con molta probabilità non riuscirà a completare la manovra di riadeguamento dei tassi, prima che l'inflazione si sia riassorbita, ma dovrà provarci se non vorrà che l'effetto dell'inflazione generi ripercussioni più ampie sull'economia dei paesi membri.
Nel frattempo, i mutui a tasso variabile stanno logicamente continuando a crescere . Basti pensare che qualora l’incremento della Bce si dovesse riflettere in maniera speculare sull’Euribor, una rata di un mutuo a tasso variabile standard potrebbe passare dai 456 euro di Gennaio 2022 ai 693 euro del secondo trimestre 2023, con un aumento del 52% in meno di 18 mesi! E gli italiani dove prenderebbero questi soldi?
In tutto questo, il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ha recentemente comunicato che negli ultimi quattro anni, dal 2019 a oggi, la popolazione Italiana attiva è diminuita di ben 800 mila unità , passando da 38,4 a 37,2 milioni di residenti attivi. Un dato preoccupante, che secondo Tridico, rappresenta un grave danno per tutta l’economia italiana e la sostenibilità dell’apparato previdenziale. Consideriamo che ad oggi per ogni pensionato vi sono 1,4 lavoratori e che nei prossimi 10 anni potrebbero scendere ad 1,3.
Scusandomi per questa digressione poco felice, torniamo al nostro MIB:
Dopo il doppio massimo , in divergenza dell'RSI, l'indice ha iniziato a perdere valore, accelerando con la rottura del supporto statico a quota 26.800 punti. Pochi giorni dopo è avvenuto il retest del livello, che da supporto è diventato resistenza. La rottura del livello è coincisa inoltre con la rottura della pitchfork rialzista, che allora guidava il ciclo al rialzo di secondo livello che ha accompagnato il MIB alla progressiva crescita dal suo precedente doppio minimo del 13 Ottobre 2022 al 9 Marzo 2023:
Nelle ultime sessioni la Price Action ha trovato supporto nella media esponenziale a 100 periodi (linea gialla), chiudendo la sessione di Venerdì leggermente sotto ad essa (questo segnale potrebbe rappresentare l'innesco ad un nuovo ribasso dopo un possibile retest del livello del 26.000 punti:
Qualora le condizioni economiche dovessero continuare a peggiorare, è possibile attendersi un ritorno del MIB alla media del suo ciclo principale, rappresentato in figura dalla linea rossa della Pitchfork di primo livello :
Qual'è la tua view su questo indice?
Scrivici cosa ne pensi!
Buon weekend a tutti,
Silvio Esposito
Settimana pesante per il WTI, raggiunti i prezzi di fine 2021Le turbolenze sul settore bancario ed i forti timori legati ad una possibile recessione e al collasso delle economie non hanno risparmiato nemmeno il mercato petrolifero, messo già all’angolo da qualche mese dalla stretta monetaria della Fed.
La Federal Reserve con i suoi aumenti dei tassi di interesse ha compiuto progressi nella lotta all'inflazione, ma a scapito dell'attività economica e con risvolti negativi quindi anche sulla domanda di petrolio.
Considerando che anche il più grande importatore di petrolio al mondo, la Cina, ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2023, è facile comprendere come le mire rialziste su questo mercato fossero già minime e che sarebbe bastato poco per assistere ad un’espansione di volatilità al ribasso.
Al momento il petrolio WTI sta facendo registrare la più importante perdita settimanale del 2023, con un saldo negativo di circa il 10% e i prezzi tornati sui livelli di fine 2021.
A livello grafico possiamo vedere che la rottura al ribasso dell’estremo inferiore del triangolo ascendente fissato a quota 74 punti e che aveva contenuto i movimenti di prezzo da fine 2022, ha prodotto un pesante sell off com’era ampiamente prevedibile.
Il mercato ha per ora trovato supporto a quota 66 dollari, livello più volte battuto nel 2021, e ora sta tentando un rimbalzo.
Visto il forte ipervenduto di breve è probabile che il rimbalzo si protragga ora fino a 70 dollari, ma attenzione poiché in area 70.5-71 dollari troviamo ora una resistenza dove impostare un’operatività short, con stop a 73.50 e primo target a 68 dollari.
In caso di ulteriori affondi sotto ai minimi di mercoledì scorso il prossimo importante supporto da monitorare è a quota 62 dollari, dove troviamo due importantissimi minimi di swing ad agosto e dicembre 2021; nel breve termine ritengo quindi difficile ipotizzare una discesa sotto tale soglia.
Per riportare ottimismo su questo mercato il livello da monitorare è a quota 74 dollari, confermato in chiusura giornaliera.
Fino a quel punto resto invece dell’idea che le salite nel contesto attuale costituiscano occasione per riposizionarsi short.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 17.03.2023La BCE alza di +0,5%, come previsto, ma non parla di nuovi rialzi.
Fiducia ripristinata verso Credit Suisse: Banca centrale svizzera inietta 54 mld.
Inflazione elevate resta un problema in Europa: speranze per marzo?
Petrolio e gas restano depressi: WTI sotto 68 US$/barile, gas 44 E/mwh.
Nella notte tra mercoledi’ 15 e giovedi’ 16 marzo Credit Suisse ha ottenuto dalla Banca centrale elvetica un sostegno fino a 50 miliardi di Franchi (52 miliardi di Euro) per "rafforzare preventivamente la propria liquidità". Restituita, per ora, la fiducia al mercato, l’azione si e’ impennata fino a +30%, per poi ridimensionare il guadagnio.
Ieri, 16 marzo, l’ECB (Banca centrale europea) ha deciso un rialzo di 50 bps dei tassi di interesse, come ampiamente anticipato. Agli operatori di mercato e’ tuttavia piaciuta la rimozione dalla narrativa del comunicato e dal discorso del Presidente Lagarde di qualunque riferimento a futuri ulteriori rialzi.
Ecco come si spiega l’elevata volatilita’ ed il successivo ampio recupero delle Borse europee, tra le quali spicca il +2,0% di Parigi: bene anche Francoforte, +1,6%, Milano +1,4% e Londra +0,9%.
L’ECB non si e’ discostata dalla prospetiva annunciata da diverse settimane, vale a dire quella di alzare di nuovo il costo del denaro di 50 bps, tuttavia ha indicato chiaramente che monitora la situazione di tensione causata dalle crisi bancarie in Usa e europee (non esplicitamente) ribandendo che ogni futura decisione sui tassi sara’ basata sull'andamento dei dati macroeconomici, cioe’ "data dependant".
Christine Lagarde ha affermato che il settore bancario europeo è pronto a fronteggiare l’attuale turbolenza, grazie a solide strutture patrimoniali e abbondante liquidità. Ha inoltre aggiunto che l‘ECB dispone di tutti gli strumenti idoneri a “fornire liquidità al sistema finanziario dell’Area Euro, quando necessario, continuando a preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria».
Sul tema ricordiamo le parole del vice presidente dell’ECB, Luis de Guindos, rivolte martedi’ 14 ai Ministri della Finanze dell'UE a Bruxelles: “alcune banche dell'Eurozona potrebbero essere vulnerabili al rialzo dei tassi di interesse, ma sono sono molto meno esposte al rischio rispetto alle loro controparti americane”.
Dall’altra parte dell’Atlantico registriamo le rassicurazioni, espresse al Senato Usa dalla Segretaria al Tesoro Janet Yellen e quelle emerse dalle iniziative di salvataggio congiunto di First Republic Bank da parte di 11 grandi banche Usa che hanno “impegnato” da 30 miliardi di Dollari.
Wall Street ha chiuso con slancio ottimistico: Dow Jones +1,1%, Nasdaq +2,2%, e S&P500 +1,7%. In serata si e’ appreso che il sistema bancario Usa ha “tirato” (prelevato) 165 miliardi di Dollari dalle 2 linee di finanziamento istituite “ad hoc” dalla Federal Reserve, per garantire il “funding” nell’attuale turbolento contesto.
I toni interpretati come “dowish” dell’ECB, che ha rimosso ogni accenno a futuri rialzi dei tassi, hanno indebolito l’Euro, sceso sino a 1,057 verso Dollaro, e fatto scendere i rendimenti dei bond governativi europei, con quello del BTP benchmark calato sino a 4,07%, e lo spread BTP-Bund stabile attorno 195 bps.
Sul fronte macro Usa, regsitriamo richieste di nuovi sussidi di disoccupazione migliori delle attese: -20 mila unità a 192 mila, contro 205 mila attesi e le 212.000 della settimana precedente.
In Francia proseguono scioperi e proteste, dopo la decisione “muscolare” del Presidente Macron di far prevalere il potere esecutivo, scavalcando le prerogative ordinarie del Parlamento, nell'approvazione della riforma delle pensioni, che come principale ricaduta alzera’ l'età pensionabile a 64 anni.
Il Presidente Cinese Xi-Jinpin sara’ a Mosca lunedi’ 20 e martedi’ 21, dove incontrera’ l’omologo Putin: pur senza conferme ufficiali, si pensa possa essere l’occasione per sollecitare l’avvio di un negoziato Russia-Ucraina che ponga fine alla guerra.
Clima ancora depresso, dopo i cali recenti, per il prezzo del petrolio: quello del WTI (greggio di riferimento Usa) ha chiuso ieri, 16 marzo, a 67,8 Dollari/barile, stabile. Timido recupero per quello del gas naturale europeo, +2,7% a 44,1 Euro/megawattora sulla trading platform TTF di Amsterdam.
Oggi, 17 marzo, le Borse asiatiche hanno terminato tutte in rialzo: a Tokyo il Nikkei 225 ha guadagnato +1,2%: nella Cina continentale Shanghai e’ salita +0,7% e Shenzhen +0,4%. Hong Kong +1,6%, Taiwan +1,5%. (ore 10.30 CET)
Le Borse europee hanno registrato un avvio molto positivo, propiziato dal pronto intervento dei Governi a protezione di banche e clienti da una possibile crisi di liquidita’: a fine mattinata il margine di guadagno si e’ assottigliato sino ad azzerarsi. (ore 13.30 CET).
Anche i futures su Wall Street, rispetto ad una mattinata positiva, anticipano riaperture leggermente negative nella seduta odierna delle “tre streghe», cioe’ la scadenza trimestrale dei future sugli indici e delle opzioni su indici e azioni che determinano normalmente una volatilita’ accentuata.
Sul comparto obbligazionario si nota un leggero rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, mentre e’ in calo lo spread (differenziale di rendimento) tra il BTP decennale italiano e l’omologo Bund tedesco: 187 punti base dai 189 della chiusura di ieri. precedente. Il rendimento del BTP decennale benchmark e’ stabile attorno 4.12%.
Negli Usa, occhi aperti nel pomeriggio per il dato sulla produzione industriale a febbraio e quello sulla fiducia delle famiglie americane di marzo.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Rimbalzi in corso DEU10 DAX KBE 16.03.2023La BCE alza i tassi come preannunciato, la Banca Centrale Svizzera apre un mega-finanziamento a Credit Suisse (che fino a ieri non aveva alcun problema) e i mercati festeggiano con un rally tecnico. A parte il Nasdaq che grazie alla forza di alcuni titoli guida, in primis NVDA e MSFT, riparte come se fosse in un bull market. Chia ha ragione?
Trading Room 12.23SCARICO DI RESPONSABILITÀ.
Le informazioni fornite e le opinioni espresse nel corso del presente argomento sono finalizzate esclusivamente a fornire informazioni di carattere generale sulla mia metodologia di trading, sul mio andamento basato sul mio trading plan e non hanno lo scopo di consiglio operativo, acquisto o vendita riguardo le operazioni che espongo, oppure, riguardo alla mia personale gestione del Money Management. Pertanto, nulla di quanto viene esposto è da considerarsi appropriato alle caratteristiche individuali di chi legge riguardo la sua conoscenza/esperienza del trading, alla situazione finanziaria individuale ed ai personali obbiettivi che ogni singolo individuo si pone.
Riassumendo quanto sopra, non posso essere considerato responsabile di alcuna perdita futura, ne direttamente e tanto meno indirettamente da operazioni effettuate sulle basi di quanto espresso in questo studio o esposizione.
Buonasera,
intanto parto da una premessa che non è certamente un dettaglio, in questi giorni ho iniziato a studiare una variabile per il mio S 1.0, prontamente abortita dopo una serie di trade che non hanno portato a nulla se non a perdite di non poco conto. Ovviamente parlo del sistema S 1.1 che differiva dall'originario per Stop e Profit. Impostando un Trailing Stop che avrebbe dovuto limitare le perdite e far correre i profitti, ma non fruttuoso sul mio Trading System. Stop dinamico e Profit eventuale, alla chiusura del trade quando veniva preso lo Stop.
Quindi per avere un alternativa, ripeto, NON PER CAMBIARE un sistema che lo scorso anno mi ha regalato un buon profit, provo un altro sistema studiato nei giorni passati con le medie mobili a fascio, facilmente intuibile da grafico, anche se andrò a spiegare brevemente la sua applicazione. Inoltre dopo tantissima reticenza provo lo stesso su alcuni strumenti che ad oggi non ho ancora mai tradato, quindi mi inoltro in un campo a me nuovo che scopro assieme a voi in questi articoli che posto. Parlo del BITCOIN. Lo trovo abbastanza difficile da comprendere, ma essendo un backtest live mi costa pochissimo, sul medesimo conto aperto con uno dei miei broker per testare nuove strategie in live con una 1000 di euro per testare si, ma non su grafici passati. L'alternativa sono anche spinto a cercarla, perché, come spesso accade, quando trovi e sfrutti un sistema diversi, molti mesi, poco alla volta scema e non ha le rese passate, almeno per quanto mi riguarda. Per onestà, anche se sino a quando non trovo un altro robusto sistema applico l'S 1.0, nei primi due mesi e mezzo di quest'anno ha portato, al momento, ad una perdita, che, nel futuro postero dettagliatamente con i miei articoli: "Vita da traders" ove verrà fornito il cammino nei vari Q1, Q2, Q3 e Q4 nonché nelle annualità del suddetto.
A noi con le medie a fascio. Parliamo come ho scritto sopra di BITCOIN. Il metodo consiste nell'applicare a grafico 12 Medie Esponenziali, 6 di breve, (veloci), 3,5,8,10,12 e 15 a close e 6 di lungo, (lente), 30,35,40,45,50 e 60 sempre a close. Ovvio che quando le brevi crossano le lunghe si entrerà nella direzione del cross di breve. Io personalmente individuo lo Stop sull'ultima media lenta ed il target su un rapporto R/R di 1:1. Ora ovviamente è uno studio, le possibilità sono molte, si può aumentare ad 1:1.5 o 1:2 l'R/R, si può piazzare uno Stop dinamico che segue il prezzo o spostare manualmente seguendo il trade, io inizio lo studio come detto sopra.
Nello specifico sono entrato, (non guardate i grafici che posto in quanto opero con due broker che collaborano con Tradingview, ma questo sistema con uno esterno a questa piattaforma), a quota 24648,950 al break out del prezzo di chiusura di ieri sera, lo Stop è individuato sull'EMA 60 a quota 21995,358 e il target è a quota 27302,542. Ripeto un ultima volta che questo strumento, nel mio caso, è tutto nuovo, quindi assistite a "prove tecniche di trasmissione" in presa diretta, il lavoro del trader è anche questo, non fermarsi mai, studiare, effettuare backtest ed adattarsi ai cambiamenti dei mercati.
Buon tutto traders.
I problemi del Credit Suisse minacciano il rialzo dei tassi dellI problemi del Credit Suisse minacciano il rialzo dei tassi della BCE e il commercio dell'euro
Dopo un breve periodo di calma in seguito al crollo della Silicon Valley Bank, il Credit Suisse ha rivelato "debolezze materiali" nei suoi controlli di bilancio e continui deflussi di clienti, scatenando un'altra ondata di instabilità negli asset globali. Anche il principale investitore del Credit Suisse, la Saudi National Bank, ha preso atto di non poter offrire ulteriore sostegno finanziario alla banca svizzera in difficoltà, facendo crollare le azioni del Credit Suisse di oltre il 20%. La banca centrale svizzera è però intervenuta in soccorso, dichiarandosi pronta a fornire sostegno finanziario al Credit Suisse, se necessario, aiutando le azioni a recuperare circa la metà delle perdite subite mercoledì e a risalire dal minimo storico sotto i 2 dollari.
Ora cresce la preoccupazione per una maggiore instabilità del settore bancario. Questo ha portato ad aspettarsi che la Federal Reserve possa rallentare o sospendere l'aumento dei tassi. Tuttavia, mercoledì il dollaro è salito grazie all'acquisto di beni rifugio, mentre le valute europee hanno subito un forte calo. L'euro, che aveva registrato un guadagno dello 0,02% nell'arco di un mese, è sceso dell'1,4% e il mercato sta valutando una probabilità del 60% di un rialzo dei tassi dell'eurozona di 25 punti base giovedì, rispetto alla precedente probabilità del 90% di un rialzo di 50 punti base. La decisione sui tassi di interesse della BCE è prevista per giovedì alle 9:15 EDT.
Altrove, il dollaro è salito dell'1,8% rispetto al franco svizzero, mentre la sterlina è scesa dello 0,8%. Lo yen giapponese si è rafforzato dello 0,58%. Mentre gli investitori cercavano un rifugio sicuro, i prezzi dell'oro hanno continuato il loro recente rally, con un aumento dello 0,8% dell'oro e dello 0,3% dell'argento. Al contrario, i prezzi del petrolio sono scesi di oltre 5 dollari al barile.
Bitcoin (BTC): che cosa ci aspetta?TLDR:
Bitcoin potrebbe subire una prossima correzione di prezzo a causa dell'inflazione in corso negli Stati Uniti.
Il mercato delle criptovalute ha registrato un'impennata di oltre 100 miliardi di dollari di volume nelle ultime 24 ore.
I miners di criptovalute hanno precedentemente fatto crollare il prezzo di BTC a 19k dollari.
Ci sono indicazioni che l'inflazione negli Stati Uniti persisterà, portando a una potenziale correzione dei prezzi del Bitcoin prima della prossima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Sebbene alcuni dati suggeriscano che l'indice dei prezzi al consumo (CPI) potrebbe diminuire, si prevede che l'inflazione continuerà più a lungo del previsto.
La pubblicazione odierna del rapporto sull'indice dei prezzi alla produzione (PPI) dovrebbe confermare questa tendenza, portando a un cambiamento del sentiment del mercato verso un potenziale aumento dei tassi di interesse di 25 o 50 punti base.
Il mercato delle criptovalute ha registrato un'impennata di oltre 100 miliardi di dollari nelle ultime 24 ore, probabilmente a causa delle turbolenze nel settore bancario statunitense in seguito al crollo di tre importanti banche. Bitcoin (BTC) ha raggiunto un massimo di nove mesi di 26.500 dollari martedì, rimbalzando dal calo della settimana precedente sotto i 19 mila dollari.
CryptoQuant, un'azienda leader nell'analisi dei dati, ha attribuito il brusco crollo della settimana precedente alla riduzione delle riserve da parte dei miners, che ha messo a dura prova Bitcoin.
Anche Ethereum (ETH), il principale concorrente di Btc, ha subito perdite significative ed è sceso a circa 1.370 dollari. Tuttavia, ETH si è poi ripreso dal crollo e attualmente è scambiato a 1.638 dollari.
Decennale USA rendimento target 3% 14.03.2023Rimbalzi tecnici su tutti gli indici mentre i dati sull'inflazione lasciano aperte tutte le ipotesi sul prossimo rialzo dei tassi.
Il decennale USA sta testando un supporto importantissimo in area 3,5% di rendimento, su livelli già pesantemente indeboliti tra fine 2022 e gennaio 2023.
BTC disegna una broadening formation ovvero un megafono.
Analizziamo EURUSD.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 14.03.2023L’allarme “banche fragili” si estende all’Europa, senza vere argomentazioni.
Molti analisti pensano che le crisi bancarie ammorbidiranno la FED.
Dalla riunione ECB di giovedi’ 16 atteso aumento di 25 o 50 bps.
Oggi il dato sull’inflazione al consumo Usa: incidera’ su scelte della FED.
Il crack di Silicon Valley Bank e di Signature Bank ed il clima di sfiducia e di speculazione immediatamente rivolto ad altre banche regionali americane, hanno determinato forti vendite sulle Borse europee, ma hanno anche alimentato aspettative che il picco dei tassi sui Fed Funds sia stato raggiunto, lasciando sperare un’attitudine piu’ “dovish” (da colomba) delle banche centrali da qui in avanti.
Ovvio, pertanto, che analisti ed investitori attendano spasmodicamente le imminenti decisioni delle banche centrali. Giovedì 16 si riunisce la Banca centrale Europea (ECB), dalla quale non e’ piu’ scontato, com’era fino a venerdi’ scorso, il rialzo di +0,5%: la settimana prossima, 21 e 22 marzo, tocchera’ alla Federal Reserve (FED-Banca centrale Americana) decidere se e quanto alzare il costo del denaro.
La speranza dei mercati e’ che dopo i disastri delle 2 banche regionali americane, largamente attribuito al rapido aumento dei tassi di interesse, gli istituto centrali ammorbidiscano la propria “stance” di politica monetaria.
Ieri, 13 marzo, i contratti “swap” sui tassi Usa attribuivano la piu’ alta probabilita’ ad uno scenario di stabilita’ (invarianza) dei tassi per tutto l’anno in corso!..che svolta..
Sebbene si potrebbe trattare di un gradito cambio di rotta, sappiamo bene che le banche centrali restano prioritariamente concentrate sulla stabilita’ dei prezzi, cioe’ sulla lotta all’inflazione, e che matureranno le loro decisioni sulla bease dei prossimi dati macroeconomici, primo tra i quali quello sull'inflazione al consumo in Usa (CPI) di febbraio, previsto nel pomeriggio: le stime sono +0,5% mensile e +6,0% annuale.
Intanto ieri l'indice Stoxx bancario europeo è sceso -5,7%, che porta oltre -11% il crollo in 1 settimana: per gli indici azionari europei ieri, 13 marzo, cali pesanti: Milano la peggiore, -4,0%, Francoforte -3,0%, Parigi -2,9%, Londra -2,6%, Madrid -3,5%.
Wall Street, che si era gia’ “schiantata” venerdi’ 10, ha chiuso incerta: Dow Jones -0,3%, S&P500 -0,2%, Nasdaq piu’ ottimista, +0,4%, ma il collasso delle 2 banche regionali ha scatenato massicce vendite di azioni bancarie, pur lontane da timori di insolvenza: ad esempio, Bank of America -5,8%, Citigroup -7,4%, ma anche JPMorgan con -1,8%.
Piu’ impressionante lo swing al rialzo dei prezzi dei bond, innescato da furibondi acquisti, sia in Europa che in Usa, che hanno spinto all’ingiu’ i rendimenti dei Treasury e dei titoli di Stato Europei: anche questo movimento si deve alle aspettative di una FED più accomodante: nelle ultime 3 sedute il rendimento del Treasury Usa 2 anni è sceso da 5,0% a 4,1%: in Europa, quello del BTP 2 anni dal 3,9% al 3,4%.
Il Presidente Usa Biden afferma che “il sistema bancario Usa è sicuro, ma chiedero’ al Congresso e ai regolatori norme bancarie più rigide: ...in ogni caso nessuna perdita sarà a carico dei depositanti e dei contribuenti, poiche’ i soldi saranno garantiti dai fondi assicurativi».
Toni simili anche nella nota congiunta della Segretaria al Tesoro Yellen, del Chairman FED Powell e del Presidente dell'agenzia federale FDIC Gruenberg: «Stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l'economia Usa, rafforzando la fiducia nel nostro sistema bancario affinche’ continui a svolgere i suoi ruoli vitali di protezione dei depositi e di accesso al credito a famiglie e imprese”.
Sul fronte valutario, la crescente convinzione che la Banca centrale Usa possa astenersi da nuovi robusti aumenti al costo del denaro ha indebolito il Dollaro sino oltre 1,07 verso Euro mentre la crisi bancaria in corso ha ridato lustro alle valute digitali, con Bitcoin sopra 24.000 US$ ed Ethereum sopra 1.680.
Il “flight to safety” (volo verso la sicurezza) ha premiato soprattutto i titoli governativi piu’ “sicuri”, tra i quali i Bund decennali tedeschi: cio’ ha determinato un allargamento dello spread di rendimento verso gli omologhi BTP italiani a 192 bps, +11 rispetto alla chiusura di venerdi’ 10. Prealtro anche il rendimento dei BTP benchmark e’ sceso bruscamente a 4,2%, dal 4,6% di giovedi’ scorso.
Il prezzo del petrolio continua a scendere e ieri quello del WTI (West Texas intermediate) ha toccato 75,4 Dollari/barile: oggi perde ancora sino a 73,9 Dollari (ore 11.00 CET). Possono aver pesato i dati dell’import di greggio cinese a gennaio febbraio, pari a 10,4 milioni barili/giorno, 1 milione sotto il livello del bimestre precedente!
Si pensa ad un decumulo di scorte, ma il dato cinese e’ sorprendente. Ancora in discesa il prezzo del gas naturale europeo sul circuito TTF di Amsterdam: -3,7% a 47,8 Euro/megawattora (ore 11.00 CET).
Stamattina listini asiatici negativi, col Nikkei giapponese -2,2%, peggior calo in 3 mesi, Hong Kong -2,5% trascinato dal -5,1% del colosso HSBC, Kospi coreano -2,6%, ASX australiano -1,4%. Piu’ stabili le borse cinesi, Shanghai-0,7%, Shenzhen -0,8%.
A fine mattinata le Borse europee, pur incerte e volatili, segnano progressi medi di +0,5%, mentre i futures su Wall Street indicano riaperture al rialzo, con punte del +1,5% per il Nasdaq. (ore 13.00 CET).
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Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
TUTTI RINGRAZIERANNO LA SILICON VALLEY BANK?!La scorsa settimana abbiamo potuto assistere ad un importante fallimento bancario, il più grande dalla crisi finanziaria del 2008.
Parliamo della SVB, Silicon Valley Bank, la 16esima banca degli stati uniti in termini di patrimonio.
Quali sono state le escalation che hanno portato al fallimento la SVB?
La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.
I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.
Questo ci ricorda in parte il caso Lehman brother, ma ai tempi l'impatto e il coinvolgimento della Lehman non sono confrontabili alla SVB.
La probabilità di un contagio con altre banche è molto basso.
Quantomeno, non ai piani alti.
Il grafico parla chiaro, Silicon Valley Bank è stata vittima della criticità delle banche medio-piccole statunitensi: riserve quasi a zero.
Problema che le grandi banche non hanno, le quali infatti, continuano a navigare nella liquidità in eccesso garantita dalla Fed.
Come si fa a continuare ad alzare i tassi, mentre il mondo trema per le banche che crollano?
Questo è il punto centrale dell'articolo.
Nei grafici precedenti possiamo evidenziare la reazione dei mercati obbligazionari (rendimenti 2-10 anni) all'insolvenza di SVB.
Perchè i bond sono stati scossi così fortemente?
La logica può essere una sola, i mercati si aspettano UNA BANCA CENTRALE MENO AGGRESSIVA.
Il prossimo grafico conferma la nostra teoria, con le aspettative di politica monetaria per settembre 2023 crollate da 5,5% a 4,7%, un taglio di 80 punti base in due giorni.
Nella giornata di ieri è stato rilasciato un report ufficiale da parte della Federal Reserve dove conferma che metterà disposizione ulteriori finanziamenti alle istituzioni.
La reazione dei mercati azionari non poteva che essere ribassista, con pressioni maggiori sul mercato europeo, -5%.
Il Vix schizza a 27, segno della forte incertezza in entrata sui mercati finanziari.
La Silicon Valley Bank potrebbe aver fatto un piccolo regalo ai mercati...era l'unico modo per rallentare l'aumento dei tassi della FED.
L'articolo verrà aggiornato con nuovi punti salienti nei prossimi giorni.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
EURO IN FASE DI ACCUMULO PER RIPARTIRE ED S&P VERSO I 3800 ? Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.52
Sabato 11 Marzo 2023
(l’ ultimo rilascio del Cot risale a martedì 21 febbraio 2023)
EURO IN FASE DI ACCUMULO PER RIPARTIRE ED S&P VERSO I 3800 ?
Il Cot recupera posizioni perse. Questa settimana sono stati rilasciati i dati relativi al Cot de 21 Febbraio. Siamo ancor indietro con i rilasci di circa 20 giorni. Considerando i modi e i tempi con cui il CFTC sta rilasciando i dati arretrati, considero che dovremmo metterci in paro in un paio di settimane. Speriamo che magari spingano ancora un po’ sull’ acceleratore e che forniscano i dati completi già per la prossima settimana. Vediamo quello che faranno nel frattempo noi andiamo avanti.
Euro rimane per la terza settimana inside della candela Weekly del 20 febbraio. Sembrerebbe sempre di più una fase di accumulazione e la mia impressione come ho già detto settimana scorsa, continua ad essere che gli Istituzionali siano ancora posizionati long ma non avendo i dati aggiornati continua ad essere solo una mia ipotesi. La mia tesi rimane al momento anche conformata dalla rilevazione che ho fatto settimana scorsa dal Cot che mi ha fatto capire come la spike weekly del 30 gennaio scorso in area 1.10 sia stata generata quasi nella totalità da chiusure di short e non da storni dei contratti long che quindi presumibilmente stanno ancora a mercato.
Considero questa fase come il ritracciamento del long che ci ha portato in area 1.10 e personalmente considererei finito il ritracciamento solo con chiusure daily e poi weekly superiori all’area a 1.07. Nel caso in cui dovessimo romperla al rialzo mi aspetto che venga ritestata dall’ alto successivamente. Questo aspetto è molto importante per me in quanto sin tanto che non ho evidenze grafiche che queste aree vengano successivamente difese dalle forze che le hanno breakate non ho conferma del cambio di stato e quindi non gli cambio colore.
Continuo a non escludere che in questa fase (che a mio personalissimo parere è di accumulo) non si possa arrivare a toccare la fascia verde di supporto a 1.0430/1.0480 indicata a grafico che coinciderebbe anche con il ritest della rialzista Weekly.
Questa settimana posto il grafico Daily nel quale ho segnalato maggiori aree e spunti operativi intraday per agevolare l’operatività veloce oraria e a 5 minuti.
Per S&P la situazione è completamente diversa. La chiusura Weekly di questa settimana ribalta quasi completamente la view rialzista.
L’ area di supporto che avevo individuato a 3900 da segni di scricchiolamento. Non è stata propriamente rotta ma sicuramente ad oggi non e’ un bel segnale. L’ Area di supporto Daily a 3970 è stata spazzata via ed è stata anche difesa dalle forze short che ne hanno conclamato il cambio di stato da verde a rossa. S&P raggiunge questa settimana l’ area di supporto Weekly a 3900 proprio nella serata di Venerdì. Mi sarebbe piaciuto assistere ad un rimbalzo in questa area durante la settimana in modo poi da dimostrarmi il proseguo del long ma così non è stato e quindi non possiamo che prenderne atto.
S&P al momento si trova propria sopra una importante fascia di accumulo che nei mesi precedenti gli ha permesso di prendere forza. Se entrasse in questa area potremmo tranquillamente scendere sino in area 3.800 e cominciare a prendere seriamente in considerazione l’ eventualità di un doppio minimo che, a mio avviso, ridarebbe forza al mercato. Ovvio che in questa evetualità stiamo parlando di tempi lunghi almeno per la ripartenza in quanto sappiamo che le discese sono molto più rapide e violente.
A grafico qualche altro spunto e considerazione.
Alla prossima settimana.
Buon trading a tutti.
Ciao Emi
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
Gold: Pavimento a 1.815 $ con Price Action di ripartenzaBuongiorno a tutti,
eccomi qui come ogni fine settimana per vedere un mercato interessante da seguire nei prossimi giorni.
Come sempre, nel mio metodo di lavoro, il mio piano settimanale serve per darmi una linea da seguire nei prossimi giorni: questo significa che dovrò attendere delle conferme su daily chart per operare in linea con l'analisi weekly.
Oggi prendo il Gold che forma una TAB ( Tail Bar ) di tenuta del pavimento con minimo a 1.815 $ dopo che la settimana precedente aveva mostrato una FTW Combo Long.
In questo caso quindi nei prossimi giorni dovremmo salire oltre il massimo settimanale per la convalida e cercare di trovare degli spunti come un trigger del mio metodo su time frame daily che mi dia la conferma del setup.
Il fallimento della mia view si avrebbe con ritorni sotto i 1.800 $.
Un target iniziale di prezzo invece per le prossime settimane si potrebbe stabilire attorno a 1.950 $.
Anche per oggi è tutto, vi auguro un bel fine settimana e un buon TRADING SIMPLE!
Borse europee: apertura in gap down,ora si monitorano i supportiPartenza in profondo rosso per le Borse europee, trascinate nel baratro dal pesante crollo fatto registrare ieri sera dai titoli bancari di Wall Street.
Da JPMorgan a Wells Fargo, passando per Bank Of America, le vendite sono state copiose.
A scaturire il pesante sell – off è stato il crollo di Silvergate (-42%) e di SVB Financial Group (-60%), che hanno fornito una guidance annuale molto negativa a causa dell'impatto dell'aumento dei tassi di interesse.
Al momento della scrittura il future sul Dax scambia intorno area 15.350 punti, mentre la seduta di ieri si era chiusa a 15.646 punti.
In questa ottava l’attenzione dei traders si è spostata improvvisamente dalla resistenza a 15.700 al supporto a 15.250 punti.
Nei giorni scorsi il mercato ha tentato più volte il recupero di area 15.700 punti, livello chiave in ottica rialzista poiché avrebbe garantito una ripresa del rally ed un allungo verso i massimi storici.
Dalla speranza di assistere ad una ripresa dei corsi si è passati in meno di 24 ore alla speranza che il supporto a 15.250 punti freni le improvvise vendite, per non assistere nella prossima settimana ad ulteriori crolli, scongiurando un retest del livello tecnico e psicologico dei 15.000 punti.
Monitorerò quindi con molta attenzione la chiusura odierna poiché in caso di difesa dei 15.250 punti e di close lontana dai minimi, allora valuterò operazioni long nelle prime giornate della prossima ottava con primo target a 15.500 punti, ora livello di resistenza; prima di tutto ciò sarà comunque necessario valutare le indicazioni che arriveranno nel pomeriggio dagli Stati Uniti e quindi le chiusure odierne dei principali indici.
Ricordiamo infatti che a livello macroeconomico oggi c’è anche attesa per i dati sul mercato del lavoro statunitense, decisivi per capire il futuro orientamento della Fed sui tassi d'interesse.
Vista la volatilità implicita in deciso aumento nella giornata di ieri (+12%), le operazioni long nel contesto attuale vanno ponderate attentamente, tenuto conto anche del fatto che stiamo anche assistendo ad un importante storno sull’indice EuroStoxx Banks; ricordo infatti che i rialzi del comparto azionario da inizio anno ad oggi sono stati sostenuti in buona parte dalla forza del comparto bancario e che in caso di chiusura giornaliera dell’Euro Stoxx Banks sotto quota 111 mi aspetto una ulteriore correzione.
I MERCATI E LE ASPETTATIVEIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 10.03.2023
-CONTESTO
Quali gli scenari più probabili alla pubblicazione di un dato molto atteso? Questa è la domanda più ricorrente in questi giorni di attesa per la pubblicazione odierna dei NFP, e la risposta più onesta che possiamo dare è : tutti!
I mercati lavorano sulle aspettative, e questo è un dato di fatto, si ragiona sempre sulla base di cosa ci aspetta possa accadere in futuro, ma come si reagirà davvero alla pubblicazione di un dato, di una notizia di un grande market mover , può cambiare di volta in volta sulla base di molteplici fattori che spesso non sono razionali e lasciano spiazzati molti traders.
L’attesa è oramai all’apice per i dati sul mercato del lavoro americano in pubblicazione oggi alle 14.30, e come sempre maggiore è l’attesa maggiore sarà la volatilità espressa dal mercato che una volta recepito il dato, darà vita a riposizionamenti, prese di profitto e perdite, dando vita ad alti scambi.
Il contesto nel quale ci giunge questo dato è quello di in mercato in equilibrio precario su un filo che separa da un lato la speranza di una disoccupazione in aumento che potrebbe essere primo segnale di un’economia Usa in rallentamento e speranza dunque per un’inflaizone futura in calo, e dall’altro lato la paura che un dato in linea con il precedente o poco superiore, mantenga la FED nella sua posizione super aggressiva e che porti al 22 marzo , dato della riunione della FED a rialzi tassi da 50Bp.
Negli ultimi giorni, le dichiarazioni aggressive e preoccupate di Powell, i dati precedentemente pubblicati sul quadro inflattivo americano, hanno fatto alzare le scommesse sui Fed Founds per potenziali rialzi da mezo punto percentuale , quasi abbandonando le speranza di un rialzo più modesto di soli 25Bp.
A far dato oggi saranno anche i salari medi, che ovviamente saranno indice di forza per i redditi e le capacità di spesa dei consumatori americani , pertanto salari orari medi piu alti potrebbero essere un sintomo preoccupate di estrema forza della domanda aggregata che spingerebbe Powell ai toni hawkish.
Nei giorni scorsi uno spiraglio di speranza è arrivato dagli initial jobless claims, che sono saliti oltre i 200K e che potrebbero dare speranze di una disoccupazione in leggero aumento.
Il classico dato su quanti nuovi ruoli paga sono stati creati, perde un po di valore se paragonato al precedente mezzo milione di posti di lavoro visti febbraio, dato che ricordiamo essere frutto di un riconteggio su base annuale e decennale sulla popolazione e sui lavoratori, pertanto sarà saggio focalizzarsi su tasso di partecipazione e tasso di disoccupazione.
Non di meno ieri i mercati azionai hanno subito un fortissimo colpo dalle vendite del settore bancario che inizia a vacillare sotto i timori di una maggiore insolvenza su mutui via via più cari, ma procediamo con il consueto ordine.
-FOREX
Nel mondo valutario il dollaro resta in attesa dei dati di oggi pomeriggio, senza dare grandi scossoni alle majors , con dollar index he rimane ancorato ai livelli di 105.10 , non lontano dai massimi setimanli, facendo registrate al basket su base settimanale un +0.98% che trattiene il mondo retail al 63% corto , ma ala vigilia di dai tanto attesi , ovviamente tutto può accadere!
Il equilibrio anche la moneta unica, che viene in questa fase messa fuori dal focus degli operatori, e lasciando cosi il mondo retail in perfetto equilibrio al 57% short con quotaioni di eurusd a 106 senza particolari direzionalità.
Di maggiore interesse le dinamiche sullo yen giapponese, che ha visto stanotte l’intervento della BOJ , che ha lasciato come da attese il costo del denaro invariato. Rimane pertanto tutto in linea con le politiche accomodanti viste fino ad oggi e lo yen , come prima reazione lascia terreno nei confronti delle altre majors, con usdjpy che balza a 137.figura per poi ripiegare nelle prime ore della sessione europea, lasciando il mondo retail con un 59% di posizioni long yen, in leggero mean reverting.
Tendenza frtissima sul franco svizzzero che ora gode delle aspettative di una banca centrale svizzera hawkish, ancora attesa a rialzi tassi oltre quello che è la sua storica politica di tassi negativi, pertanto il franco surclassa le altre majors performando un +1.68% medio come basket, e mostrandosi come asset migliore della settimana al momento, il che trascina i retail a posizioni corte in mean reverting al 94%!
tutti i cross sono in eccesso sul sentiment retail pertanto le occasioni di mean reverting non sembrano cosi lontane sebbene la cautela resta obbligo.
Debolezza per le oceaniche che patiscono la fase di risk off che vivono i mercati equity, dopo le pesanti vendite di ieri sull’azionario, anche australia e nuova zelanda da sempre correlate positivamente con l’azionario subuscono perdite, trascinando posizioni in mean reveting long ul mondo retail attualmente al 86% long su audusd e al 80% su nzdusd
-EQUITY
L’azionario subisce un duro colpo ieri, con vendite pesantissime nel comparto bancario, sulla scia di timori di insolvenza sui mutui. Tassi piu alti mettono a dura prova i debiti di cittadini ed imprese e forti liquidazioni ieri hanno tirato a ribasso tutti gli indici.
Sp500 si porta a 3895 pnt con un calo del 3% nasdaq a 11945 in linea con l’sp500, trascinando a ribasso ande l’eurpa sebbene rimanga strutturalmente piu tonica.
La paura sembra farla da padrona in queste ore , sara interessante vivere insieme i dati in pubblicazione oggi poemriggio
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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BTP Italia: l'assassino torna sempre sul luogo del delittoPer la parte di debito pubblico finanziato con i titoli di Stato il Tesoro italiano strategicamente vuole allungarne la vita media (oggi 7 anni) e la quota in mano agli italiani.
Il concetto è stato tra l'altro rafforzato proprio dal nuovo governo in carica. L'intenzione è condivisibile visto che dovrebbe assicurare una maggiore stabilità delle sue quotazioni sul secondario, vista l'indole cassettista degli italiani. Va anche detto che parliamo comunque di numeri esigui.
Infatti, da quando è stato introdotto con questo strumento lo Stato ha raccolto complessivamente circa 193 miliardi di euro, vale a dire circa il 7% del debito complessivo attuale (2.762 miliardi), mentre in circolazione rivalutati ve ne sono ancora circa 96 miliardi corrispondenti a poco più del 4% del totale dei titoli di stato (2.323 miliardi).
Si tratta di uno strumento, comunque, che a differenza del classico BTP ha l’optional di potere speculare sull’entità del suo costo visto che se emesso in previsione di inflazione calante/debole assicura un certo risparmio sugli oneri finanziari visto che la cedola reale minima garantita è fissata ad un livello sensibilmente più basso rispetto allo yield del corrispondente (per scadenza) titolo standard.
Tuttavia, il rovescio della medaglia è che se si sbaglia previsione (difficile) o dovese materializzarsi un evento tanto imprevisto quanto negativo (possibile) capace di fare schizzare i prezzi, si finirebbe per pagare più interessi di quanto preventivato.
Comunque, negli ultimi 20 anni abbondanti indubbiamente il costo medio dei titoli di stato è sensibilmente sceso, in armonia con quanto avvenuto nel resto dell’Unione Monetaria, nonostante le gobbe corrispondenti alla crisi finanziaria del 2008 e alla diffusione del Covid-19.
Come ogni azienda che sta sul mercato, anche lo Stato italiano cerca di farlo nel migliore dei modi e con i BTP Italia aumentano le leve di marketing con cui stuzzicare i suoi clienti affezionati e potenziali.
Nel caso specifico sulla confezione in cui il titolo viene venduto troviamo scritto: protegge dall’inflazione e regala un bonus finale a chi lo detiene fino alla scadenza. La prima promessa cavalca l’onda emotiva che domina l’investitore tipo, fiaccato oramai da un anno buono di alti prezzi che erodono potere di acquisto. La seconda promessa è una carezza pura e semplice, la zolletta di zucchero data al cavallo per convincerlo meglio a fare ciò che vogliamo. Una gratificazione tanto intensa quanto di breve durata.
Dunque, il titolo in emissione garantisce almeno 2% di interesse reale minimo, 0,8% di premio fedeltà a scadenza e durata 5 anni. Indicizzato all’indice FOI (che esclude i tabacchi) semestralmente garantisce 1% lordo, eventualmente rivalutato dell’aumento del FOI nello stesso periodo, e la rivalutazione del capitale nominale della stessa entità dell’incremento dell’indice. Nei semestri successivi la cedola ed il capitale potranno essere rivalutati solo se l’indice FOI è più alto rispetto a quello fissato nel semestre precedente.
Se volessimo metterci dall’ottica del Tesoro italiano, alla luce delle previsioni della BCE che prevede inflazione in picchiata fino al 2% nel 2025 (Fonte BCE) e di Banca d’Italia che indica assenza di pressioni inflazionistiche nei prossimi tre anni almeno (dei 5 di durata complessiva del titolo)
l’emissione del titolo si rivela quanto mai tempestiva e dal timing quasi perfetto.
Infatti, a meno che gli economisti di BCE e Bankitalia si sbaglino o arrivi un “cigno nero” l’operazione si concluderà con un successo visto che farà risparmiare circa la metà degli interessi rispetto al caso in cui avesse emesso un BTP normale. Ma il 2% circa che lo Stato risparmia rappresenta il 2% circa che il sottoscrittore rischia di non incassare se le cose vanno come previsto.
Una caratteristica di noi italiani è certamente quella di essere refrattari ad assicurare i rischi in generale verso i quali il sentimento dominante è che questi difficilmente si materializzeranno e se proprio dovesse accadere sicuramente colpiranno gli altri e non noi stessi. In coerenza con questo tratto più spesso capita di acquistare le coperture o perché costretti, come avviene per i finanziamenti, o perché non ci accorgiamo di averli acquistati.
Quest'ultimo è il caso del BTP Italia in emissione che gli italiani stanno acquistando convintamente. Infatti, rispetto al BTP "standard" di pari durata il 2% circa in meno di rendimento che lo Stato non corrisponde ai risparmiatori altro non è che il costo da pagare per acquistare protezione dall'inflazione (sia chiaro futura e non attuale) incassando cedole crescenti. La partita tra i due titoli a me pare impari visto che, a meno di eventi avversi e ad oggi non visibili, nei 5 anni ti tempo che dura la competizione il BTP parte in vantaggio di 2% annui che probabilmente manterrà per quasi tutto il primo tempo (i primi 2 anni) e restando solo il secondo tempo al BTP Italia per rovesciare le difficili sorti dell'incontro.
Morale. Il BTP Italia non è la soluzione per tutti gli investitori. Il rendimento iniziale basso e certo, e ipotetico alto futuro mal si concilia con una scelta di asset allocation strategica. Piuttosto rappresenta un elemento di diversificazione in un portafoglio di investimento equilibrato (in relazione al profilo di ciascuno).
Dollaro Australiano sotto pressione, che succede?Il Dollaro Australiano dai picchi di fine gennaio ha perso oltre il 9%, accennando una piccola ripresa solo nei primi giorni del mese di febbraio.
Questa settimana sta registrando forti perdite, posizionandosi al primo posto tra le valute più deboli della settimana.
Che cosa sta succedendo all'economia Australiana?
Partiamo dai dati macroeconomici più recenti.
Martedì, durante la sessione asiatica è stato rilasciato il dato relativo la decisione della Bank of Australia sul tasso d'interesse.
Il tasso è stato alzato al 3,6%, 25 punti base rispetto al dato precedente.
Con questa mossa sono stati aggiunti 325 punti base da maggio 2022.
Di seguito lascio il commento del presidente della RBA:
“Nella riunione odierna, il Consiglio ha deciso di aumentare l'obiettivo del tasso d’interesse di 25 punti base a 3,6%.
L'inflazione globale rimane molto elevata e le prospettive per l'economia globale rimangono contenute, con una crescita inferiore alla media prevista per quest'anno.
La crescita nei prossimi 2 anni dovrebbe essere al di sotto della tendenza.
La crescita dei consumi delle famiglie è rallentata a causa delle condizioni finanziarie più restrittive.
Il tasso di disoccupazione rimane vicino al minimo degli ultimi 50 anni ma con il rallentamento della crescita economica, la disoccupazione dovrebbe aumentare.
Il Comitato riconosce che la politica monetaria opera con un certo ritardo e che il pieno effetto degli aumenti dei tassi d'interesse deve ancora essere avvertito.
La priorità del Consiglio è riportare l'inflazione al target del 2%.
L'alta inflazione rende la vita difficile alle persone e danneggia il funzionamento dell'economia.”
Dopo il rilascio di questi dati il dollaro australiano ha subito un forte deprezzamento, oltre l'1%.
Ma.....di solito gli aumenti dei tassi d'interesse non dovrebbero rafforzare una valuta?
Questo è quello che ci insegna la teoria, ma nella pratica non è sempre così.
Attualmente, a differenza dei dati americani, i dati australiani ci mostrano una debolezza maggiore.
Questo che cosa comporta?
Analizzando i diversi dati possiamo contestualizzare meglio la reazione ribassista che ha avuto il prezzo dopo il rilascio dei tassi.
A differenza della situazione americana, dove le principali borse da inizio anno hanno registrato buone performance rialziste, la borsa australiana è rimasta ai minimi annuali.
Questo ci mostra chiaramente la poca fiducia e il risk off che è presente nell'economia australiana.
Un tasso d'interesse più alto non può che portare un ulteriore ondata di pessimismo sui mercati, facendo allontanare gli investitori e di conseguenza capitali, situazione inversa rispetto la normalità.
Un altro spunto che ho potuto analizzare è la stagionalità di AUD.
Nel mese di Gennaio e Febbraio il dollaro australiano tende, dal 2000, ad essere debole.
Al contrario Marzo e Aprile sono mesi di apprezzamento.
Non dimentichiamoci che il dollaro australiano è comunemente correlato ai prezzi delle materie prime, in particolare quelli dell'oro, poiché l'Australia è un importante esportatore di queste materie prime.
Insomma, mettendo insieme alcuni dei punti che analizzo costantemente per le mie idee di trading, notiamo come tutti i dati ci indicano una debolezza giustificata di AUD.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
WisdomTree - Tactical Daily Update - 07.03.2023Occhi puntati su Powell che parlera’ al Senato Usa di politica monetaria.
La Cina punta ad una crescita del 5,0% circa: prezzi materie prime stabili.
Nuovi BTP Italia: forte richiesta dal retail, offerta verso i 10 mld?
Borsa giapponese in solida ascesa, in Asia batte tutti in questo inizio 2023.
Se nel weekend l’attesa era soprattutto per il target di crescita cinese, poi quantificato in +5,0%, cioe’ il livello “programmato” pu’ basso da 30 anni, questa settimana tengono banco le comunicazioni della Banca centrale Usa (FED-Federal Reserve). Oggi e domani, 7 ed 8 marzo, avremo infatti gli interventi del Chairman della FED Powell alla Commissione bancaria del Senato.
Ieri, 6 marzo, le Borse europee hanno chiuso con indici in leggero ulteriore rialzo, iniziando bene la nuova settimana e salendo ai massimi da fine 2021, aiutate anche da numeri sopra la attese del PMI (Purchasing managers Index) delle costrizioni nell’Euro-zona a febbraio.
Tra le chiusure positive spicca quella di Milano, +0,45%, ai massimi da 2 anni (vedi grafico), ma anche di Francoforte, +0,49% e Parigi, +0,34%: Londra -0,22%.
Wall Street ha chiuso incerta la seduta di ieri, che segue una settimana positiva grazie alle parole del membro della FED Raphael Bostic ed al leggero calo dei rendimenti dei Treasuries (bond governativi Usa). Nella seduta ha colpito la volatilita’ del Nasdaq che dopo avere toccato +1,0%, ha chiuso a -0,1%: Dow Jones e S&P500 + +0,1%.
Ricordiamo che Raphael Bostic, Presidente della regional FED di Atlanta, venerdi’ 3 si era detto «favorevole ad un aumento dei tassi di +0,25 dall'attuale 4,50%-4,75% al prossimo meeting del 21-22 marzo, innescando negli operatori la speranza che la fase piu’ aspra della stretta monetaria sia conclusa.
La presentazione in Congresso del rapporto semestrale sulla politica monetaria FED da parte di Powell (oggi e domani), aiutera’ a chiarire quanto potranno ancora salire i tassi alla luce del fatto che l’inflazione sta scendendo, ma meno velocemente del previsto, e che i dati macro continuano a dipingere un'economia Usa forte. Al momento, i mercati scommettono su tassi target sui FED funds a +5,40%.
Di grande importanza anche i dati sul mercato del lavoro Usa, col rapporto ADP (imprese privete) pubblicato domani 8 marzo e quelli generali venerdi’ 10: gli analisti prevedono la creazione di 223 mila nuovi posti di lavoro ed un tasso di disoccupazione stabile al 3,4%.
E’ un fronte caldo anche quello dei tassi europei: Philip Lane, capo economista dell’ECB (Banca centrale Europea), ha ribadito che la priorità della politica monetaria è fare scendere tempestivamente l'inflazione al target, e che cio’ potrebbe suggerire ulteriori aumenti dopo la riunione del 16 marzo, per la quale il Presidente Lagarde ha implicitamente confermato +0,5%.
Sul fronte macro europeo, segnaliamo ordini all’industria tedesca superiori alle stime a gennaio, +1,0%, contro previsioni di -0,9% ed il rialzo,+3,4%, di dicembre.
Media finanziari locali raccontano che in Olanda l'inflazione comunicata nei mesi passati potrebbe essere stata piu’ alta di quella reale, poiche’ dal calcolo erano stati esclusi i contratti per l'energia più vecchi e convenienti.
Il suo ricalcolo, a partire da giugno 2022, potrebbe ridimensionare di oltre 3 punti percentuali il CPI (Inflazione al consumo) olandese e di -0,4% quello europeo.
Spostandoci in Asia, il surplus commerciale cinese nei primi 2 mesi 2023 e’ cresciuto a 117 miliardi di Dollari, +110 miliardi rispetto allo stesso periodo 2022, superando le attese di 82 degli analisti: il valore dell’export e’ calato, per il 4’ mese consecutivo, del -6,8%, mentre le importazioni sono scese -10,2%, ben piu’ delle attese.
L’obiettivo di crescita cinese 2023, +5,0%, dara’ slancio alla domanda globale di materie prime, ma gli esperti di “affari cinesi” concordano che Pechino si asterra’ dall’introdurre misure straordinarie di sostegno.
Questo potrebbe parzialmente spiegare perche’ i prezzi di molte commodities non stiano reagendo allo scenario di “re-opening” della maggior economia asiatica. Ad esempio, il prezzo del petrolio è recentemente stabile, con il WTI (greggio di riferimento Usa) attorno 80,0 Dollari/barile. In Europa, quello del gas naturale e’ sceso sotto 43 Euro/megawattora, ai minimi da agosto 2021.
Poche novita’ sul mercato valutario: l’Euro e’ scambiato attorno 1,067 Dollari e 145,1 Yen giapponesi. “Inchiodato”, attorno 22.400 Dollari il valore del Bitcoin, curiosamente poco volatile. (ore 12.30 CET).
Sul mercato dei titoli governativi europei si segnala l’entusiasmo del “retail” verso l’offerta del Btp Italia che ha chiuso la 1’ giornata con ordini per 3,6 miliardi Euro, che supera i 3,2 della precedente emissione (novembre). Lo spread di rendimento tra BTP decennale italiano e Bund tedesco e' stabile a 182 bps, col rendimento del BTP benchmark sceso stamane a 4,45%, da 4,55% di ieri.
Sulle piazze finanziarie asiatiche, stamattina, spicca il nuovo rialzo del Nikkei giapponese, +0,25% a 28.309, con un massimo a inizio seduta vcino 28.400, ai massimi da settembre 2022.
Negativo il mercato azionario cinese: Shanghai -1,1%, Shenzhen -2,0%, dopo i dati deludenti di import/export e le aperte critiche del nuovo Ministro degli Esteri cinese all’Amministrazione Usa. Taiwan +0,6%, Mumbay +0,7%, HongKong -0,3%, Seul 0,0%.
Borse europee incerte e invariate, a fine mattinata. Futures Usa in lieve ascesa, in media +0,3% (ore 12.30 CET).
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Applicazione di modelli statistici sul cambio EUR/USD (parte 1)Ciao a tutti, oggi presento un’analisi, sul mercato forex in particolare sul cambio EUR/USD.
La seguente analisi si basa su 2 metodi di previsione semplici.
I metodi sono il:
• Naïve
• Drift (random walk con drift)
Questi due metodi sono molto semplici nella loro implementazione, computazionale, (si possono implementare facilmente con Python o R).
L’analisi in questo caso ha l’obbiettivo di verificare in modo “non troppo formale” se questi due metodi possono produrre o meno risultati interessanti sul cambio EUR/USD.
Ho considerato un primo campione che va dal: 01/01/2015 al 01/01/2020, in particolare questo campione è stato diviso in due parti In sample e out of sample, rispettivamente il 70% e 30% del campione
• In sample: la parte del campione usata per la stima, che va dal 01/01/2015 al 03/07/2018
• Out of sample: la parte usata per il test del modello, che va dal 04/07/2018 al 01/01/2020
Un secondo campione è stato anche considerato questo va dal: 01/01/2020 al 31/12/2022 sempre con la divisione del campione in: In sample e out of sample nelle proporzioni di cui sopra.
Il secondo campione è così suddiviso:
• In sample: la parte del campione usata per la stima, che va dal 01/01/2020 al 04/02/2022
• Out of sample: la parte per il test del modello, che va dal 07/02/2022 al 30/12/2022
Quindi ho due campioni, ognuno di loro è stato diviso in due parti (In sample e out of sample) con una proporzione del 70% per in sample e 30% per out of sample.
Come si può vedere dalle formule i due metodi sono abbastanza semplici, i due grafici indicano le due previsioni sui due campioni, in particolare, prezzo realizzato sovrapposto sulla previsione. Vi sono anche delle bande (prediction intervals) che ci danno info in merito alla variabilità nella predizione, in particolare, mostrano come il prezzo con una probabilità del 80% puo trovarsi nella bande più piccole indicate nella legenda come High e Low 80%, mentre con una probabilità del 95% il prezzo si troverà nelle bande High e Low 95%.
Al fine di valutare il modello è necessario considerare i residui in particolare: le due immagini successive mostrano il grafico dei residui, la loro ACF e la loro distribuzione, in particolare, nel momento in cui la distribuzione dei residui tende ad essere non normale è utile considerare il metodo bootstrap per il calcolo degli intervalli di previsione, in particolare il secondo campione mostra meno normalita nei residui, infatti ho usato il bootstrap per il calcolo degli intervalli.
Per la valutazione del modello ho considerato alcune metriche comuni, queste sono indicate nelle immagini seguenti.
In particolare mi danno informazioni sulla qualità della previsione tra questi due metodi.
La metrica ME, e MAE, mi offrono entrambi informazioni sulla distorsione della previsione, in particolare se positivo significa che in media il modello a “underforecast” se negativo “overforecast” in questo caso sia il metodo Naive e Drift hanno un Valore ME negativo su entrambi i campioni in particolare indica ovviamente una distorsione della previsione “overforecast” questo è ovvio dal momento che il valore previsto “mean” è sopra il prezzo realizzato, mentre il MAE è forzatamente positivo quindi le differenze appena fatte non valgono, possiamo dire che il modello è “buono” quando il ME o il MAE sono vicini a zero.
Un’altra metrica considerata è il RMSE (root mean squared error) ci da un info non solo sulla distorsione (vista considerando la media) ma anche sulla sua variazione infine abbiamo il MAPE e il MPE che ci danno info sulla variazione media percentuale il MAPE ne considera il valore assoluto.
In particolare potremmo leggere il MAPE del primo campione come:
Il naive ha prodotto una previsione che ha generato in media un errore del 3% mentre il drift del 2% circa.
Ad ogni modo quello che vediamo è che il modello Naive è stato peggiore sul primo campione mentre è stato migliore sul secondo campione.
Il secondo campione ovviamente prende il periodo della crisi pandemica, ciò ovviamente crea delle ovvie criticità in molteplici modelli di questa tipologia (semplici)
Questa analisi mette in risalto ovviamente alcune difficoltà quando si applicano dei modelli statistici, l’ideale sarebbe confrontare più modelli sulla base delle metriche sopra indicate, e valutare su più campioni anche quale modello risulta essere il migliore tra quelli selezionati per l’analisi.
Questa analisi risulta essere solo un spunto didattico introduttivo, nel mondo dei modelli statistici che si usano per le serie storiche.
Nei prossimi post presenterò altri modelli sempre applicati sul cambio EUR/USD per verificare quali sono i modelli migliori che si potrebbero usare.
Declinazione di responsabilità: La seguente analisi/considerazione non costituisce sollecitazione al pubblico risparmio e non è volta a promuovere alcuna forma di investimento , commercio o l'operare sui mercati finanziari.
USA,EUROPA E I MINIMI SUI MERCATI OBBLIGAZIONARI Il “bottom” sull’obbligazionario è stato tra i temi più trattati degli ultimi mesi dal momento in cui esso,
come insegna la storia, è un indicatore anticipatore (leading indicator) del bottom sul mercato azionario (si,
proprio quello che permette di fare i “”soldoni””).
Parliamo di Stati Uniti ed Europa: il famoso “minimo” è stato raggiunto? Osserviamo la figura successiva:
L’immagine mostra due ETF obbligazionari:
• TLT, USA, replica il movimento di titoli di stato governativi europei con scadenze superiori a 20
anni; duration pari a 17.48 anni
• IBGL, Europa, può essere considerato l’omonimo europeo di TLT; nel suo paniere contiene
obbligazioni con scadenza compresa tra 15 e 30 anni di Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda;
duration pari a 16.07 anni
È possibile osservare come il bottom sull’obbligazionario USA sembra sia stato raggiunto il 24 ottobre,
mentre in Europa è stato appena aggiornato due sedute fa, il 2 marzo; perché? Qual è la differenza tra la
differenza tra la prima e la terza economia mondiale?
Le aspettative di inflazione del mercato!
Come possono essere esplicitate a livello grafico le stesse statunitensi ed europee? Attraverso due indici di
forza:
• USA
L’indice di forza “TIP/IEF” è costruito attraverso un etf indicizzato all’inflazione (TIP, il dividendo) e uno non
indicizzato a simile duration (IEF, il divisore); entrambi gli ETF contengono nel loro paniere obbligazioni del
tesoro.
• Un indice di forza in territorio rialzista indica un aumento delle aspettative di inflazione; al
contrario, un decremento delle stesse
Esso, come mostra l’immagine, è un ottimo leading indicator per il tasso di inflazione USA a/a, infatti:
• I minimi 1 e 5 dell’indice di forza hanno anticipato quelli 2 e 6 del tasso di inflazione
• I massimi 3 e 7 quelli 4 e 8
• EUROPA
E’ possibile applicare lo stesso processo per l’Europa con un indice di forza omonimo, quello “IBCI/SEGA”:
• Se l’ETF indicizzato all’inflazione (IBCI, il dividendo) sovraperforma quello non indicizzato (SEGA, il
divisore) il mercato si aspetterà un aumento dell’inflazione; al contrario, con SEGA a
sovraperformare IBCI (con l’indice di forza in territorio ribassista), lo stesso prezzerà un inflazione in
diminuzione (ergo: disinflazione)
Anche in questo caso interessante osservare la funzione “leading” dell’indice di sentiment sul tasso di
inflazione europeo a/a.
Ora: qual è la differenza che si sta palesando tra i due indici di forza? Osserviamo l’immagine successiva:
Le aspettative di inflazione statunitensi hanno raggiunto un top il 21 aprile 2022 (un mese dopo l’inizio
dell’aumento dei tassi di interesse da parte della FED), mentre quelle europee nelle ultime settimane, dopo
aver formato un triangolo ascendente, continuano ad aggiornare i massimi.
Che importanza ricoprono queste informazioni?
Sappiamo come ogni asset class presenta i suoi rischi; ebbene:
• Due dei diversi che presentano le obbligazioni sono il rischio “inflazione” e il rischio “tassi di
interesse”; il primo erode il valore cedolare dei bond (o, se preferite, il valore nominale delle cedole
stesse), mentre il secondo tende a svalutarle (chiaramente nel caso in cui i tassi vengano innalzati);
entrambi i rischi sono legati tra loro: all’aumentare dell’inflazione, aumenterà la probabilità di una
politica monetaria più aggressiva di quella prevista; ergo: prezzi delle obbligazioni al ribasso
Per gli amanti del calcio, è come se fosse un “uno contro due”, con la palla in controllo del player
“inflazione”:
Ebbene, fintanto che i “reds” non si ridimensioneranno, il difensore “black” avrà ben poco da fare; è come se il difensore, in questo caso particolare, esclamasse le stesse parole di Giorgio Chiellini nel
2016:
“Con Messi bisogna farsi il segno della croce”
CONCLUSIONI
Perché, al momento, l’obbligazionario USA sembra (e dico sembra perché nei mercati finanziari non si
hanno certezze) aver raggiunto il bottom mentre quello europeo no? Perché in USA le aspettative del
processo di disinflazione, che hanno avuto inizio ad aprile 2022, sono ben più forti rispetto a quelle che si
hanno sull’Europa, che si ritrova, al contrario, sui massimi.
Questi due contrasti trovano il loro perché nelle azioni della FED e della BCE, in particolare:
• Tassi di interesse FED: 4.75%
• Tassi di interesse BCE: 3%
Ricordate:
• Quanto più sarà aggressiva una politica monetaria, tanto più sarà plausibile un processo di
disinflazione
• Quanto meno sarà aggressiva la stessa, tanto meno plausibile sarà un processo di disinflazione
Buona giornata